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Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ” sull’industria dei quotidiani in Italia RAPPORTO 2014

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    Osservatorio Quotidiani“ Carlo Lombardi ”

    sull’industria dei quotidiani in Italia

    RAPPORTO 2014

  • sull’industria dei quotidiani in Italia

    RAPPORTO 2014

    Osservatorio Quotidiani“ Carlo Lombardi ”

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    Il Rapporto 2014 sull’industria dei quotidiani è stato realizzato da ASIG per l’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione.

    Salvatore Curiale ha coordinato il progetto ed ha curato la stesura dei testi, delle tabelle e dei grafici di corredo

    Luca Michelli ha collaborato alla raccolta dei dati sugli stabilimenti di stampa

    Giuseppe Pascucci ed Elga Mauro hanno curato l’aggiornamento della Banca Dati dell’Industria editoriale italiana

    L’illustrazione in copertina è di Chiara Giaquinta

    Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazioneVia Sicilia 125 - 00187 Roma - tel. 064885026 - fax [email protected]

  • “Peggio di ieri, meglio di domani”. Potrebbe essere questa, in sei parole, la descrizione di come siano andate le cose nell’industria editoriale italiana dell’ul-timo decennio, e di come continuino ad andare anche oggi. I numeri del Paese, prima ancora che del comparto editoria-le, sono assai poco interpretabili. In soli due anni, tra il 2011 e il 2013, il Prodotto Interno Lordo è sceso del 4,2% a valori reali, e le previsioni per l’anno in corso sono, in base alle stime più ottimistiche, di un aumento di pochi decimali sopra lo zero. Nello stesso arco temporale il red-dito medio pro capite è diminuito di oltre 1.000 euro, il tasso di disoccupazione è passato dall’8,4% al 12,2%, con oltre un milione di posti di lavoro svaniti ed una previsione di un ulteriore peggioramento per il 2014 e il 2015. Il debito pubblico ha sfondato nel 2013 il tetto dei due trilio-ni di euro ed ammonta ormai ad oltre il 130% del Prodotto Interno Lordo.

    * * *In un contesto di questo tipo, dove la

    riduzione del reddito disponibile compri-me fortemente la propensione a spendere, a maggior ragione languono i consumi di informazione, che - a torto o a ragione, non è questa la sede per dibatterne – gli italiani considerano non di prima ne-cessità. Con queste premesse, e venendo all’industria dei quotidiani, non possiamo stupirci se il 2013 ha visto scendere per il settimo anno di fila i dati diffusionali; il numero di copie mediamente diffuse ogni giorno si è attestato infatti poco al di sopra dei 3,7 milioni di copie: solo due anni prima, nel 2011, se ne diffondeva-no mezzo milione in più, addirittura un

    milione in più nel 2009. E questi dati non tengono conto del crollo della stampa gratuita: oggi sono rimaste due testate na-zionali con circa mezzo milione di copie di diffusione, ma solo cinque anni or sono, nel 2009, si contavano 11 testate e 65 diverse edizioni locali, con una diffusione giornaliera che sfiorava i quattro milioni di copie.

    Sono anche peggiori, se possibile, i dati del mercato pubblicitario. Il 2013 è stato un anno molto pesante, con investimenti in calo del 12% a meno di sei miliardi di euro complessivi: persino la pubblicità sul canale Internet, per la prima volta da quando viene rilevata, ha fatto registra-re un segno meno. L’arretramento della stampa è stato però ben maggiore rispetto agli altri mezzi classici: meno 19% per i quotidiani, meno 21% per i periodici, con-tro un calo del 10% del mezzo televisivo.

    Né si avvertono segnali di inversione del trend: nei primi sei mesi del 2014 infatti, a fronte di un mercato complessivo che rallenta del 2%, la tv cresce dell’1,3%, internet rimane stabile (+0,1%), mentre per la carta stampata la perdita continua in doppia cifra, nell’ordine del 10%.

    La naturale conseguenza di questo trend è che oggi sei euro di investimenti pubblicitari su dieci vengono assorbiti dal-la televisione cioè, in buona sostanza, da quattro player; il resto dei budget pubbli-citario è suddiviso tra gli altri mezzi, con una enorme polverizzazione delle risorse; la carta stampata, nel complesso, inter-cetta poco più del 20% della torta com-plessiva, circa la metà di quanto riusciva a raccogliere agli inizi del millennio.

    * * *

    PREMESSA

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • C’è un terzo fattore che non può essere trascurato se si vuole avere un quadro completo della crisi dell’industria dell’in-formazione stampata nel nostro Paese, ed è la diminuzione di valore economico del prodotto informativo per effetto della sua progressiva trasformazione in una “commodity”. Oggi l’offerta di notizie è sovrabbondante rispetto alla domanda, e l’utente fatica sempre più a cogliere le differenze qualitative tra un giornale e l’altro, tra un telegiornale e l’altro, tra un portale internet e l’altro: il rischio è che finisca per scegliere l’informazione con lo stesso criterio con cui sceglie la pompa di carburante: visto che la benzina (tipico esempio di commodity) è grosso modo la stessa dappertutto, la comprerà da chi gliela fa pagare meno.

    Il problema è che oggi, nell’epoca del digitale, l’informazione, almeno quella ba-silare, costa tendenzialmente zero. Anche in questo caso, serve a poco piangere sul latte versato, sui siti dei giornali che (mol-to di più in passato, oggi assai meno) for-niscono gratis le notizie cannibalizzando l’edizione su carta: occorre prendere atto che la tradizionale catena del valore edi-toriale, basata sulla vendita delle copie ai lettori e della pubblicità agli inserzionisti, è entrata definitivamente in crisi.

    * * *In questa ottica, le recenti polemiche

    legate al rinnovo del contratto di lavoro giornalistico ed alla individuazione di li-velli minimi di “equo compenso” per i col-laboratori dei giornali possono avere una diversa chiave di lettura rispetto a quella classica e “di classe” della dialettica mar-xiana tra capitale e lavoro. Dal momento che i consumatori finali, che già magari fanno fatica ad arrivare a fine mese, non riconoscono più al lavoro di ricerca delle notizie e di elaborazione giornalistica un

    valore economico significativo, è facile prevedere che continuerà la pressione verso il basso della remunerazione del lavoro giornalistico, facilitata anche dal crescente utilizzo dei social network come strumenti per costruire palinsesti infor-mativi personalizzati e, ça va sans dire, a costo zero, nei quali il tradizionale brand giornalistico viene sostituito con il “fol-low” e il “like” di utenti social ai quali si riconosce una reputazione affidabile. E così, accanto agli appassionati di calcio-mercato che aspettano l’uscita del quoti-diano sportivo per avere notizie e rumors sulla campagna acquisti della squadra per cui tifano, sono sempre di più quelli che seguono i profili Facebook e Twitter dei giornalisti, dei procuratori, degli stessi calciatori, tutti diventati “editori di se stessi”.

    È meglio? È peggio? È a rischio la qualità e la completezza dell’informazione nel nostro Paese? Sono temi complessi e difficili ai quali non è compito nostro dare risposta; possiamo solo segnalare che in questo nuovo scenario i tradizionali mo-delli economici che regolavano l’industria editoriale non funzionano più, bisogna individuarne di nuovi al più presto.

    * * *Le scelte che l’industria editoriale

    prenderà nei prossimi anni avranno un riflesso anche sulla qualità e la quantità dell’occupazione non giornalistica del set-tore. La tradizionale suddivisione tra area di preparazione e area di stampa acquista oggi un nuovo significato e si carica di nuove sfide. Per la prima si pone soprat-tutto il tema della qualità del lavoro: quella che sino ad oggi è stata attività di supporto alla preparazione delle pagine (battitura testi, impaginazione, trattamen-to delle foto, etc.), è ormai ampiamente superata dalla storia e dalla tecnologia:

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  • gran parte dei mestieri e delle competen-ze tradizionali sono state inglobate nei pacchetti software, e si richiedono nuove competenze legate ai prodotti e ai servizi digitali, mestieri di difficile definizione e di mutevole contenuto che rimettono in discussione i confini tra attività gior-nalistica e tecnica. Dove sarà possibile pescare le nuove figure professionali? Sarà possibile, e in quale misura, ricon-vertire gli attuali addetti? Quali le forme di inquadramento contrattuale?

    Per l’attività di produzione tradizio-nale, la cara vecchia stampa su carta, si pone invece il problema della quantità del lavoro: non v’è dubbio infatti, e i dati sugli stabilimenti che presentiamo in questo Rapporto sono lì a testimoniarlo, che l’industria della stampa quotidiana stia vivendo un processo di consolidamento, che vuol dire riduzione del numero degli stabilimenti, creazione di realtà produtti-ve di maggiori dimensioni medie rispetto alle attuali, in grado di attivare maggiori economie di scala, con automazioni di processo più spinte e, di conseguenza, minor fabbisogno di personale. Ci saran-no meno occupati quindi, ma si spera più stabili, perché le aziende di stampa potrebbero aver finalmente acquisito una dimensione industriale significativa ed una piena competitività sul mercato delle produzioni grafiche.

    * * *L’ultima riflessione che ci sentiamo

    di affidare alla valutazione delle parti riguarda il tema delle relazioni industria-li. Con il 2014, in seguito all’andata a regime delle norme sull’armonizzazione dei regimi pensionistici speciali, possiamo dire in larga misura conclusa la stagione dei prepensionamenti poligrafici, che ha accompagnato la trasformazione indu-striale dell’industria dei quotidiani negli

    ultimi trent’anni abbondanti. Da oggi in poi le criticità occupazionali dovranno essere affrontate senza la rete di sicurezza di una legge che, se forse talvolta è stata abusata, ha comunque permesso di gestire senza traumi sociali la discesa dell’oc-cupazione dai 15.000 addetti dei primi anni Ottanta ai 4.300 circa di oggi. Sta alle parti individuare nuove modalità di gestione delle crisi aziendali che permet-tano di bilanciare al meglio le esigenze di economicità di gestione con quelle di tutela occupazionale.

    Né va dimenticato il tema della previ-denza di settore. La stagione dei prepen-sionamenti ci consegna un Fondo Casella che chiama i circa 4.300 attivi a sostenere la parte retributiva dell’assegno di circa 15.500 pensionati con un contributo di solidarietà del 21,75%, che risulta incom-prensibile a chi non conosce la storia di questo settore, ma che comunque, in un contesto di crisi come quello attuale, pesa come un macigno. Il 2013 è stato un anno di scelte difficili e coraggiose per le parti costitutive del Fondo, che hanno deciso, per la prima volta, di ridurre i trattamenti pensionistici in essere, nella consapevo-lezza che non è più possibile, come avve-nuto in passato, scaricare sulle aziende e sui lavoratori il maggior onere previden-ziale derivante dalla riduzione della pla-tea degli attivi. L’auspicio è che le parti, impegnate nel momento in cui chiudiamo questo Rapporto nel rinnovo del contratto di lavoro poligrafico, sappiano individua-re soluzioni che alleggeriscano l’onere previdenziale, con ciò fermando la “fuga” verso altri inquadramenti contrattuali e ridando una speranza di tenuta a questo settore industriale.

    Il Consiglio DirettivoLuglio 2014

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • SOMMARIO

    IL MERCATO DEI LETTORI ............................................................................................................11Diffusioni e tirature ..........................................................................................................11Le copie DigitaLi: una crescita promettente ......................................................................12iL trenD aLL’estero ...............................................................................................................12La reaDership ........................................................................................................................14L’impatto Dei quotiDiani suLLa Dieta meDiatica DegLi itaLiani ...........................................15

    IL MERCATO PUBBLICITARIO ..................................................................................................... 17recessione e mercato pubbLicitario ....................................................................................17La sofferenza Dei quotiDiani ...............................................................................................18i trenD internazionaLi ..........................................................................................................20uno sguarDo suL futuro .......................................................................................................21

    GLI INDICATORI ECONOMICI ..................................................................................................... 23Discesa a Due veLocità .........................................................................................................23iL peso Dei ricavi DigitaLi .....................................................................................................25La Dinamica Dei costi ............................................................................................................25i margini operativi ................................................................................................................26

    LA RETE PRODUTTIVA ................................................................................................................ 28iL caLo prosegue ...................................................................................................................28La rete in DettagLio .............................................................................................................28iL Lavoro poLigrafico ............................................................................................................29

    OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE ...................................................................... 31Dati occupazionaLi e retributivi compLessivi ......................................................................31Dati occupazionaLi e retributivi suDDivisi per tipoLogia Di azienDa .................................35

    ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE ............................................................................... 42Le testate quotiDiane ...........................................................................................................43Le società editrici ............................................................................................................. 64Le agenzie Di informazione ..................................................................................................76Le concessionarie Di pubbLicità ...........................................................................................83gLi stabiLimenti Di proDuzione .............................................................................................91

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  • IL MERCATO DEI LETTORIvoLumi proDuttivi annui 2010-2013 ....................................................................................11anDamento venDite 1990-2013 ............................................................................................11suDDivisione DeLLa Diffusione compLessiva 2014 (genn.-giugno) .......................................12anDamento DeLLa Diffusione cartacea e DigitaLe 2013-2014 ............................................12Diffusione Dei quotiDiani nazionaLi francesi, 2012-2013 ..................................................13Diffusione Dei quotiDiani nazionaLi britannici, 2012- 2014...............................................13anDamento DeLLa reaDership in itaLia 2010-2013 .............................................................14meDia utiLizzati per informarsi in itaLia, apriLe 2013 ......................................................15fonti Di informazione per Le notizie onLine - % DegLi utenti attivi suL web, 2013 ........15Distribuzione Dei rapporti Di Lavoro giornaListico in itaLia tra i vari meDia, 2012 .......16

    IL MERCATO PUBBLICITARIOiL mercato pubbLicitario itaLiano 2004-2013, mezzi cLassici .............................................17iL mercato pubbLicitario itaLiano 2004-2013, mezzi cLassici, a vaLori costanti 2013 .....17evoLuzione DeL mercato pubbLicitario itaLiano 2004-2013 ...............................................18iL mercato pubbLicitario itaLiano 2013-2014 (gennaio-giugno) ........................................18pubbLicità sui quotiDiani itaLiani 2007-2013 a vaLori costanti 2013 ...............................19fatturato pubbLicitario Dei quotiDiani 2012-2013 ............................................................19fatturato pubbLicitario Dei quotiDiani 2013-2014 (gennaio-giugno) ...............................19fatturato meDio per moDuLo pubbLicitario 2004-2013 a vaLori costanti 2013 ...............20quote DeL mercato pubbLicitario monDiaLe, 2013 ..............................................................20anDamento monDiaLe DeLLa pubbLicità sui quotiDiani, 2009-2013 ....................................21anDamento DeLLa pubbLicità sui quotiDiani in itaLia e neL monDo, 2009-2013 (2009=100) ...........................................................................................................................22

    GLI INDICATORI ECONOMICI ricavi compLessivi Dei quotiDiani 2010-2013 ......................................................................23ricavi compLessivi Dei quotiDiani a 2010-2013 vaLori costanti 2013 ................................23suDDivisione % Dei ricavi Da venDite e Da pubbLicità nei quotiDiani itaLiani e usa, 2004-2013 ..............................................................................................................................24evoLuzione Dei costi eDitoriaLi 2010-2013 .........................................................................25struttura Dei ricavi Dei quotiDiani in itaLia per tipoLogia e per mezzo, 2012 ................25anDamento Dei costi e Dei ricavi DeLLe imprese eDitoriaLi e DeL costo DeLLa vita, 2004-2013 (2004 = 100) ......................................................................................................26composizione Dei costi neLLe azienDe eDitrici Di quotiDiani, 2013 ....................................26margini operativi DeLLe imprese eDitoriaLi 2000-2013 a vaLori costanti 2013 ...............27

    LA RETE PRODUTTIVAetà DeL parco rotative instaLLato ......................................................................................28stabiLimenti, impianti, capacità proDuttiva 2011-2014 ......................................................28capacità proDuttiva suDDivisa per regione .........................................................................29retribuzione LorDa 2013 DegLi operai poLigrafici per tipoLogia Di azienDa ....................30inquaDramento: contratto poLigrafico e aLtri inquaDramenti .........................................30

    OCCUPAZIONE E RETRIBUZIONI POLIGRAFICHE

    Dati occupazionali e retributivi complessivi ............................................................................. 31occupazione poLigrafica 1980-2013 ....................................................................................31DipenDenti aL 31/12 per sesso e quaLifica ..........................................................................31suDDivisione % Dei DipenDenti per sesso e quaLifica: 2013 ................................................31aDDetti 2012-2013 ...............................................................................................................32aDDetti 2013 per sesso e LiveLLo Di inquaDramento ..........................................................32

    INDICE DELLE TABELLE E DEI GRAFICI

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • suDDivisione Dei DipenDenti 2012-2013 per gruppi Di LiveLLi Di inquaDramento ..............32meDia retribuzioni orDinarie annue per LiveLLo Di inquaDramento .................................33meDia retribuzioni orDinarie annue 2013 per LiveLLo e sesso ..........................................33meDia retribuzioni straorDinarie annue ............................................................................33meDia retribuzioni straorDinarie annue 2013 per LiveLLo e sesso ...................................33meDia retribuzione compLessiva annua ...............................................................................34meDia retribuzioni compLessive annue 2013 per LiveLLo e sesso ......................................34totaLe retribuzioni erogate, ore Lavorate, meDia oraria .................................................34

    Dati occupazionali e retributivi suddivisi per tipologia di azienda .......................................... 35suDDivisione DeLLe azienDe per tipoLogia ...........................................................................35suDDivisione % Dei DipenDenti 2013 per tipoLogia Di azienDa ...........................................35DipenDenti aL 31/12 per sesso e quaLifica ..........................................................................35aDDetti 2013 per sesso e tipoLogia Di azienDa ...................................................................35suDDivisione % Dei DipenDenti 2013: società eDitrici ........................................................36suDDivisione % Dei DipenDenti 2013: centri stampa puri ...................................................36suDDivisione % Dei DipenDenti 2013: centri stampa ibriDi ................................................36suDDivisione % Dei DipenDenti 2013: agenzie Di informazione ..........................................36suDDivisione % Dei DipenDenti 2013: aLtre società ...........................................................36suDDivisione % Dei DipenDenti 2013 per gruppi Di LiveLLo Di inquaDramento e tipoLogia Di azienDa ..............................................................................................................37aDDetti per LiveLLo Di inquaDramento e tipoLogia Di azienDa ..........................................37aDDetti 2013 per LiveLLo Di inquaDramento, sesso e tipoLogia Di azienDa .......................37meDia retribuzione orDinaria annua: suDDivisione per tipoLogia Di azienDa ...................38meDia retribuzioni orDinarie annue per LiveLLo e tipoLogia Di azienDa ..........................38meDia retribuzioni orDinarie annue 2013 per sesso, LiveLLo e tipoLogia Di azienDa .......38meDia retribuzione straorDinaria annua: suDDivisione per tipoLogia Di azienDa ............39meDia retribuzioni straorDinarie annue per LiveLLo e tipoLogia Di azienDa ...................39meDia retribuzioni straorDinarie annue 2013 per sesso, LiveLLo e tipoLogia Di azienDa 39meDia retribuzione compLessiva annua: suDDivisione per tipoLogia Di azienDa ................40meDia retribuzioni compLessive annue per LiveLLo e tipoLogia Di azienDa .......................40meDia retribuzioni compLessive annue 2013 per sesso, LiveLLo e tipoLogia Di azienDa ...40totaLe retribuzioni erogate, ore Lavorate, meDia oraria per tipoLogia Di azienDa ........41suDDivisione % DeL monte retributivo 2013 per tipoLogia Di azienDa ..............................41retribuzione meDia oraria: suDDivisione per tipoLogia Di azienDa....................................41

    ANAGRAFE DELL’INDUSTRIA EDITORIALE

    Dati di riepilogo ........................................................................................................................... 42testate quotiDiane, per regione ..........................................................................................42società eDitrici, per regione e tipoLogia ............................................................................42stabiLimenti Di proDuzione, per regione e tipoLogia ..........................................................42concessionarie Di pubbLicità, per regione e tipoLogia .......................................................42agenzie Di informazione, per regione e perioDicità ..........................................................42

    Gli stabilimenti di produzione in Italia: quadro di insieme ....................................................... 91

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  • Le elaborazioni contenute in questo rapporto di ricerca sono state realizzate sulla base dei dati provenienti da diver-se fonti italiane ed estere, tra cui le più importanti sono:•FIEG:diffusione,tirature,ricavidaven-

    dite e da pubblicità, bilanci delle impre-se editoriali.

    •Ads(Accertamentodiffusionestampa):diffusione e vendite dei quotidiani carta-cei e digitali.

    •Audipress:readershipdeiquotidiani.•NielsenMediaResearch:andamentodel

    mercato pubblicitario italiano.•FederazionedelleConcessionariedi

    Pubblicità (FCP): andamento del fattu-rato pubblicitario dei giornali.

    •FondoNazionalediprevidenzaperilavoratori dei giornali quotidiani “Fio-renzo Casella”: dati occupazionali e retributivi.

    •Istat:andamentodelcostodellavita.•Agcom,“indagineconoscitivasulsettore

    dei servizi internet e sulla pubblicità online”: consumo dei media online, rapporto tra media tradizionali e media online.

    •AuditBureauofCirculationseOJD:dati sulle diffusioni di Gran Bretagna e Francia.

    •WAN-IFRAWorldPressTrends:datisudiffusione e fatturato pubblicitario dei media in tutto il mondo.

    Riteniamo opportuno fornire alcuni chiarimenti circa le elaborazioni che sono state effettuate sui dati sopra esposti e che sono state rese necessarie dalle esi-genze alle quali la presente pubblicazione è tenuta a rispondere.

    Tirature e diffusione. Spesso a propo-

    sito dei prodotti editoriali si tende a fare confusione tra “diffusione” e “vendita”. In questa pubblicazione ci siamo attenuti ai criteri seguiti dall’Ads, in base ai quali la diffusione è costituita dal totale delle copie che vengono cedute, non importa se a titolo oneroso o gratuito. Ciò che rimane della tiratura dopo la diffusione costitui-sce la resa. All’interno delle copie diffuse Ads distingue tra diffusione pagata (a sua volta suddivisa in vendita delle singole copie e abbonamenti pagati), vendite in blocco (ovvero la vendita di lotti di copie ad aziende, enti, associazioni e simili, con una percentuale di sconto concordata), diffusione gratuita (abbonamenti, omag-gi, coupon), altro (vendite all’estero, altri usi, etc.). A partire da gennaio 2013 Ads censisce anche le copie digitali, definite come “una replica esatta e non riformat-tata dell’edizione cartacea in tutte le sue pagine, pubblicità inclusa, fruibile su diversi dispositivi digitali e distribuita elettronicamente come unità inscindibile ed esclusiva”.

    Ricavi dei quotidiani. I ricavi com-plessivi sono rilevati da FIEG sulla base dei bilanci delle aziende. Va sottolineato come i ricavi da vendite sono da consi-derarsi al netto dell’aggio dei rivenditori e distributori, così come i ricavi da pub-blicità sono da considerarsi al netto delle commissioni pagate dagli inserzionisti alle agenzie pubblicitarie ed ai centri media.

    Inflazione. Il parametro di riferimen-to è l’indice nazionale Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei consumi di tabacchi.

    NOTA METODOLOGICA

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • Retribuzioni poligrafiche. I dati pre-sentati si riferiscono alla retribuzione lorda effettivamente erogata dalle aziende ai dipendenti poligrafici. I dati forniti dal “Fondo Casella” riportano, suddivisi per livello di inquadramento, il numero di lavoratori che hanno prestato attività nel corso dell’anno, l’importo comples-sivo delle retribuzioni ordinarie erogate, il numero di giorni lavorativi retribuiti, l’importo complessivo delle retribuzioni straordinarie erogate, il numero comples-sivo di ore di straordinario prestate. Per il calcolo delle retribuzioni ordinarie, la media annua è stata ottenuta dividendo la retribuzione degli addetti per il numero di giorni complessivamente retribuiti, e mol-tiplicando il totale ottenuto per 312, nu-mero di giorni contrattualmente retribuiti nell’arco dell’anno solare. Per le retribu-zioni straordinarie, il dato medio annuo è stato ottenuto dividendo il numero delle ore di straordinario, e la relativa retribu-zione, per il numero dei poligrafici.

    I dati medi delle retribuzioni, calcolati col criterio sopra esposto, possono diffe-rire dai dati rilevati sui bilanci annui del Fondo Casella, in considerazione del fatto che il Fondo si basa sulle retribuzioni che hanno dato luogo ad effettivo versamento contributivo.

    Anagrafe dell’industria dei quotidiani. I dati relativi a testate, società editrici e concessionarie di pubblicità sono desunti dalle gerenze pubblicate nelle testate. A cadenza periodica viene aggiornato l’archivio mediante l’acquisizione di una copia della pubblicazione e l’invio di una scheda per l’aggiornamento dei dati.

    La definizione di “testata quotidia-na”, nella sua apparente univocità, può prestarsi a diverse interpretazioni e ad equivoci; da una parte, infatti, occorrere distinguere tra “testata” ed “edizione”, di-

    stinzione spesso non agevole, soprattutto nel caso sempre più frequente di pub-blicazioni realizzate con organizzazioni redazionali e produttive sinergiche e che condividono larga parte dei contenuti.

    Per i fini che si propone questo rappor-to, abbiamo ritenuto di considerare “testa-ta quotidiana”: una pubblicazione di con-tenuto giornalistico univocamente distinta sulla base del nome, che venga pubblicata almeno quattro volte a settimana.

    Per le agenzie di informazione, il dato di partenza è costituito dagli elenchi che, sino a qualche anno fa, venivano pubbli-cati dalla Presidenza del consiglio. Si è quindi verificata l’effettiva attività svolta (molte di queste agenzie esistevano solo sulla carta) attraverso l’invio periodico di questionari per il rilevamento dei dati.

    Centri Stampa. I dati anagrafici e relativi alle testate stampate in ciascuno stabilimento sono desunti dalle geren-ze dei giornali quotidiani. Per ciascuno stabilimento L’Osservatorio ha inoltre curato l’aggiornamento dei dati relativi alle installazioni tecniche, suddivise tra formatura, stampa e spedizione.

    * * *L’aggiornamento dei dati, sia per quan-

    to riguarda le testate giornalistiche ed i dati collegati, che per quanto riguarda le agenzie di informazione, viene effettuato attraverso un costante monitoraggio della stampa specializzata e contatti diretti non soltanto con le aziende, ma anche con rivenditori e distributori su tutto il terri-torio nazionale. Data l’estrema fluidità del settore, è possibile che alcuni dei dati riportati possano risultare superati nel momento in cui questo rapporto giunge-rà nelle mani dei lettori; ce ne scusiamo sin d’ora con gli interessati, invitandoli a segnalarci errori ed omissioni.

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  • IL MERCATO DEI LETTORI

    Diffusioni e tirature Oggi in Italia si vendono poco più

    della metà delle copie che si vendevano vent’anni fa. Dal 1990, anno del massi-mo storico diffusionale con poco meno di sette milioni di copie giornaliere, si è dapprima scesi, in quattro-cinque anni, intorno ai sei milioni di copie; quindi, dopo un periodo 1995-2001 di relativa stabilità, l’indicatore è tornato in terri-torio negativo con un’unica eccezione, quella del 2006 che fece registrare un peraltro modesto incremento dello 0,9%.

    Ciò che maggiormente preoccupa è il fatto che il calo diffusionale è andato via via accentuando il proprio ritmo: ci sono voluti otto anni, dal 2001 al 2009, per scendere sotto i cinque milioni di copie giornaliere, ma ne sono bastati soltanto tre, tra il 2009 e il 2012, per scendere sotto i quattro milioni di copie.

    Il calo delle diffusioni da un lato, come è evidente, riduce direttamente i ricavi delle imprese, ma dall’altro ne au-menta i costi, sia perché gli oneri fissi e gli ammortamenti incidono su un numero inferiore di “pezzi” prodotti, sia perché

    la scarsa elasti-cità del sistema distributivo, ancora oggi lar-gamente basato sulle vendite in edicola, fa sì che la ri-duzione della produzione sia percentual-mente inferiore rispetto alla riduzione delle copie diffuse. Tra il 2010 e il 2013 la resa è diminuita di circa sessanta milioni di copie annue, con una riduzione complessiva del 10%, ma nello stesso periodo le vendite in edicola sono diminuite di quasi 290 milioni di copie, pari ad una riduzione percentuale esattamente doppia. Per effetto di questa dinamica, la percentuale della resa sul

    Andamento vendite 1990-2013

    Vendita media giornaliera

    variaz. %

    1990 6.808.501 0,6%1991 6.505.426 -4,5%1992 6.525.529 0,3%1993 6.358.997 -2,6%1994 6.208.188 -2,4%1995 5.976.847 -3,7%1996 5.881.350 -1,6%1997 5.869.602 -0,2%1998 5.881.421 0,2%1999 5.913.514 0,5%2000 6.073.158 2,7%2001 6.017.564 -0,9%2002 5.830.523 -3,1%2003 5.710.860 -2,1%2004 5.617.620 -1,6%2005 5.461.811 -2,8%2006 5.510.325 0,9%2007 5.399.904 -2,0%2008 5.141.553 -4,8%2009 4.786.957 -6,9%2010 4.583.575 -4,2%2011 4.272.562 -6,8%2012 3.926.793 -8,1%2013* 3.722.600 -5,2%

    variazione 1990-2013 -45,3%* stime su un campione di 59 testate. Dati Fieg

    Volumi produttivi annui 2010-20132010 2011 2012* 2013 ±% 12/13 ±% 10/13

    vendite 1.430.389.678 1.388.742.002 1.274.428.289 1.141.822.736 -10,4% -20,2%abbonamenti pagati 138.088.746 127.913.559 123.403.579 110.805.616 -10,2% -19,8%copie gratuite 32.212.912 31.466.844 30.060.134 24.884.854 -17,2% -22,7%altro (vendite in blocco, abbonamenti gratuiti, diffusione estero, etc.)

    52.511.665 47.579.417 39.426.375 33.805.181 -14,3% -35,6%

    resa 620.337.587 629.106.831 594.162.861 557.646.813 -6,1% -10,1%tiratura complessiva 2.273.540.588 2.224.808.653 2.061.481.238 1.868.965.200 -9,3% -17,8%* Sino al mese di marzo 2012 i dati ADS venivano rilevati come media mobile dei dodici mesi precedenti, mentre a partire dall’aprile 2012 vengono rilevati mensilmente. I valori 2012 sono pertanto una proiezione sull’intero anno del periodo aprile-dicembre Elaborazione Asig su dati Ads.

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

    11

  • totale della produzione è passata dal 27% del 2010 al 30% del 2013.

    Le copie digitali: una crescita promettenteA partire dal mese di gennaio 2013

    Ads ha iniziato a censire anche le copie digitali, intendendo con questo termine, come recita il regolamento Ads, “una replica esatta e non riformattata dell’edi-zione cartacea in tutte le sue pa-gine, pubblicità inclusa, fruibile su diversi di-spositivi digitali e distribuita elettronicamen-te come unità inscindibile ed esclusiva”.

    Rispetto al primo dato cen-sito nel gennaio 2013, poco al di sopra delle

    200.000 copie, oggi il volume di copie digita-li vendute giornalmen-te è più che raddoppia-to, collocandosi poco al di sotto delle 500.000 copie giornaliere nel mese di giugno 2014. Rispetto al totale della diffusione utile (ven-dite cartacee, abbo-namenti pagati, ven-dita copie digitali), il

    digitale rappresenta ormai una quota del 12%, contro l’80% delle vendite in edicola e l’8% degli abbonamenti onerosi.

    Il trend all’esteroI dati del World Press Trends recente-

    mente diffusi in occasione del congresso mondiale WAN-IFRA di Torino eviden-ziano come tra il 2012 e il 2013, a livello

    Suddivisione della diffusione complessiva 2014 (genn.-giugno)

    vendite55,5%

    resa27,3%

    diffusione digitale8,8%

    altro 1,7%

    copie gratuite1,3%

    abbonamenti pagati5,4%

    Elaborazioni Asig su dati Ads

    Andamento della diffusione cartacea e digitale 2013-2014

    3.261.856

    3.805.992

    473.334

    209.7213.200.000

    3.400.000

    3.600.000

    3.800.000

    4.000.000

    gen-

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    200.000

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    425.000

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    itale

    diffusione cartacea

    diffusione digitale

    Elaborazione Asig su dati Ads

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  • mondiale, la diffusione dei quotidiani sia passata dai 522 a 534 milioni di copie giornaliere. Se andiamo però a suddividere i dati per aree geografiche, notiamo che la crescita riguarda solo tre continen-ti, Asia, America Latina e Africa, mentre in Europa, Nord-America e Oceania si è registrato un calo assai pronunciato: tra il 2009 e il 2013 in Nord-America si è perso il 10% della diffusione, in Oceania il 20%, in Europa addirittura il 23%.

    I dati relativi ai maggiori quotidiani inglesi e francesi, pubblicati in questa pagina, forniscono uno spaccato assai

    esplicativo di questo fenomeno; in Gran Bretagna, in soli due anni, tra il 2012 e il 2014, la diffusione dei quotidiani nazio-nali ha perso quasi un milione e mezzo di copie, pari al 15% complessivo, con punte superiori al 35% e due sole ecce-zioni, lo storico The Times e il quotidiano

    “I”, nato nel 2010 da una costola di The Indepen-dent (che non a caso è il quotidiano che ha perso più diffusione).

    In Francia gli ultimi dati, relativi al 2013, sono meno pesanti, ma anche in questo caso tutte le te-state più importanti fanno registrare perdite signifi-cative, anche superiori al 10%.

    Per quanto riguarda le edizioni digitali, i dati globali del World Press Trends sono molto esplici-ti: tra il 2009 e il 2013 le “copie digitali” consumate

    Diffusione dei quotidiani nazionali britannici, 2012- 2014Testata

    aprile 2014

    aprile 2013

    aprile 2012

    ± % 2013/14

    ± % 2012/14

    The Sun 2.091.484 2.281.842 2.624.008 -8,34% -20,29%Daily Mirror 970.151 1.042.098 1.084.355 -6,90% -10,53%Daily Star 476.412 529.588 611.081 -10,04% -22,04%Daily Record 219.419 256.845 281.584 -14,57% -22,08%Daily Mail 1.721.589 1.803.327 1.991.275 -4,53% -13,54%Daily Express 487.378 527.855 568.628 -7,67% -14,29%Daily Telegraph 519.200 549.037 576.790 -5,43% -9,98%The Times 397.713 399.522 393.187 -0,45% 1,15%Financial Times 224.250 266.169 305.685 -15,75% -26,64%The Guardian 191.717 196.004 214.128 -2,19% -10,47%The Independent 63.360 75.603 98.636 -16,19% -35,76%I 287.206 304.287 271.648 -5,61% 5,73%Totale 7.649.879 8.232.177 9.021.005 -7,07% -15,20%Diffusione media giornaliera. Fonte Audit Bureau of Circulations

    Diffusione dei quotidiani nazionali francesi, 2012-2013testata

    media 2013

    media 2012

    ± % 2012/13

    Le Figaro 317.225 323.303 -1,88%Le Monde 275.310 288.113 -4,44%L'Equipe Edition Générale 243.580 274.628 -11,31%Aujourd'hui en France 160.908 179.353 -10,28%Les Echos 123.636 122.744 0,73%Quotidiens Hippiques-Turf Editions 114.122 123.943 -7,92%Libération 101.616 119.418 -14,91%La Croix 94.673 94.122 0,59%Le Petit Quotidien 53.807 n.d.Mon Quotidien 47.358 n.d.Paris Turf 41.393 45.647 -9,32%L'Humanité 40.562 43.517 -6,79%Paris Courses 20.653 23.471 -12,01%International New York Times 17.167 18.295 -6,17%Tiercé Magazine 13.952 16.115 -13,42%Week-End 13.859 15.670 -11,56%La Gazette des Courses 13.847 11.793 17,42%Bilto 10.405 11.237 -7,40%Totale 1.704.073 1.711.369 -0,43%Diffusione media giornaliera. FonteOJD

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • sono salite da 80 milioni a 1,753 miliardi, con un aumento di oltre venti volte; solo tra il 2012 e il 2013 l’incremento è stato del 60%.

    La readershipOggi nel mondo 2,5 miliardi di perso-

    ne, pari al 49% della popolazione adulta, legge regolarmente un quotidiano car-taceo, mentre 800 milioni di persone, pari al 46% di quanti hanno accesso a Internet, leggono quotidiani in formato digitale. In buona sintesi, un abitante del pianeta su due, in qualche modo, si infor-ma usando i quotidiani.

    L’Italia, dispiace dirlo, è sotto la media mondiale e non di poco: gli ultimi dati Audipress collocano infatti, e per la

    prima volta, sotto il 40% la percentuale di italiani adulti che nel giorno medio leggo-no un quotidiano. Il grafico permette di apprezzare come, dopo una sostanziale fase di tenuta della reader-ship su livelli di poco inferiori al 50% della popolazione adulta, a partire dalla secon-da rilevazione 2012 il valore è iniziato a scendere sino a rag-giungere, nella terza rilevazione del 2013, ultima disponibile al momento di chiudere

    questo Rapporto, il 39,7%. E’ significativo notare come, pur nel calo complessivo della readership dei quotidiani nel giorno medio, i lettori abituali di quotidiani on-line in tre anni siano passati da 2,3 a 3,7 milioni. Nel complesso, tuttavia, i lettori di quotidiani nel giorno medio oggi sono 20,6 milioni, tre milioni e mezzo in meno rispetto all’inizio del 2010.

    Chi sono questi tre milioni e mezzo di lettori di quotidiani che si sono persi negli ultimi tre anni? La scomposizione socio-demografica dei dati ci indica che la maggior parte dei lettori persi, 2,6 milioni, appartengono alla fascia di età compresa tra i 14 e i 44 anni, mentre al di sopra i 45 anni si sono persi solo 900.000 lettori. La lettura è aumentata

    Andamento della readership in Italia 2010-2013

    40,1%(24.108.000)

    46,3%45,9% 45,4%

    46,2%47,3% 46,8%

    45,0%

    42,7%

    40,7% 40,3%

    39,7%(20.593.000)

    2010/1

    2010/2

    2010/3

    2011/1

    2011/2

    2011/3

    2012/1

    2012/2

    2012/3

    2013/1

    2013/2

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    carta

    4,5%(2.357.000)

    4,6% 4,8%5,2%

    5,5%

    6,0%6,3% 6,4%

    6,7% 6,7%6,8%

    7,1%(3.692.000)

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    digitale

    Lettori nel giorno medio. Dati Audipress

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  • tra i laureati ed è diminui-ta meno della media nazio-nale per i diplomati, men-tre tra coloro che hanno al massimo la licenza media si sono persi 2,5 milioni di lettori.

    Si sono persi un milione di lettori tra gli abitanti delle grandi città, con un calo percentuale quasi doppio rispetto ai centri di dimensioni più piccole; un milione e mezzo di lettori sono stati persi nel Nord-Ovest del paese, con un calo percentuale del 20%; tra le singole regio-ni quella che ha perso più lettori totali è la Lombardia (-800mila), mentre il calo percentuale maggiore si è verificato in Basilicata, regione che in soli tre anni ha perso il 30% dei lettori di quotidiani. Le uniche regioni nelle quali i lettori di quotidiani sono aumentati sono state Trentino-Alto Adige, Puglia e Calabria.

    L’impatto dei quotidiani sulla dieta mediatica degli italianiLa tabella pubblicata in

    questa pagina, tratta dalla recente indagine infor-mativa Agcom sui servizi Internet e sulla pubblicità online, evidenzia come gli italiani utilizzino ancora in gran maggioranza (quasi l’80%) la televisione come fonte privilegiata per ac-cedere alle notizie. Segue

    con il 43% percentuale il quotidiano, quindi Internet al 40%, e infine la radio e i periodici. L’indagine prevedeva per gli intervistati un massimo di tre rispo-ste: dalla somma dei valori percentuali ricaviamo quindi che ogni italiano adulto utilizza in media due canali informativi per accedere alle notizie.

    Questi dati potrebbero indurci tuttavia a sottostimare l’importanza che hanno i quotidiani nella dieta mediatica degli ita-liani. La stessa indagine Agcom, quando analizza la provenienza delle informazio-ni alle quali attingono gli utenti internet,

    Fonti di informazione per le notizie online - % degli utenti attivi sul web, 2013

    Quotidiani36,1%

    Periodici0,8%

    Agenzie9,0%Televisione

    5,2%

    Testate native digitali2,4%

    Social network8,1%

    Blog0,1%

    nessuna fonte8,2%Altro

    1,7%

    Motori di ricerca21,6%

    Portali6,7%

    Dati Agcom

    Media utilizzati per informarsi in Italia, aprile 2013 Media

    Tutte le notizie

    Notizie internazionali

    Notizie nazionali

    Notizie locali

    Televisione 79,5% 66,7% 70,3% 59,4%Quotidiani 43,7% 23,0% 27,2% 32,6%Internet 40,5% 31,6% 30,8% 25,4%Radio 17,8% 10,5% 11,7% 10,1%Periodici 10,4% 4,7% 5,0% 3,9%Altro 3,5% 2,1% 1,8% 2,3%% della popolazione adulta che utilizza quel medium come fonte informativa. ElaborazioneAgcomsudatiSWG

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • ha rilevato (vedi il grafico) che il 36% di questi utenti si “riforniscono” di notizie presso i siti web dei quotidia-ni tradizionali, e un addizionale 9% presso i siti delle agenzie di informa-zione, mentre la tv viene utilizzata come fonte per le notizie internet soltanto dal 5% degli utenti. È interessante inoltre notare che oltre la metà degli italiani che si collegano regolarmente al web ottengono le notizie dai siti dei media tradizionali, contro il 41% che le ottiene dai media digitali, anche se... il 22% che utilizza i motori di ricerca di fatto acce-de, anche se indirettamente, a notizie che nella maggior parte dei casi sono state elaborate da redazioni giornalistiche di quotidiani, televisioni o agenzie di stam-pa.

    Purtroppo la convivenza tra l’informa-zione tradizionale e quella digitale, che nell’auspicio di tutti dovrebbe svilupparsi come una simbiosi utile ad entrambe le realtà, assume spesso i caratteri della vampirizzazione quando non addirittura del parassitismo. L’editoria tradizionale, soprattutto quella dei quotidiani e dei periodici, produce oggi la grandissima maggioranza dell’informazione che circola

    su internet, ne sostiene per intero i costi ma ne ricava un ritorno economico mo-desto. I dati sui rapporti di lavoro gior-nalistico attivi forniti dall’INPGI, l’ente previdenziale dei giornalisti, ci danno una fotografia nitida di questa distorsione: nel 2012, ultimo anno disponibile, il 50% dei giornalisti complessivi lavorava nelle redazioni “cartacee”, più un ulteriore 6% che operava nelle agenzie.

    Questi giornalisti realizzano un prodot-to che, offerto a pagamento su carta o in digitale, fa grande fatica ad imporsi sul mercato, ma che costituisce l’impalcatura sulla quale si sviluppano i business legati ai motori di ricerca, le rassegne stampa più o meno rispettose dei diritti d’autore, i rilanci delle notizie nel chiacchericcio dei social network.

    Distribuzione dei rapporti di lavoro giornalistico in Italia tra i vari media, 2012

    50%

    29%

    6%

    15%Editoria

    Radio Tv

    Agenzie stampa

    Altro

    69%

    31% Quotidiani

    Periodici

    Elaborazione Agcom su dati INPGI

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  • IL MERCATO PUBBLICITARIO

    Recessione e mercato pubblicitarioIl 2013 è il terzo anno consecutivo nel

    quale il mercato pubblicitario italiano fa registrare un arretramento. Rispetto al 2010, quando si sfiorarono gli 8,3 miliardi di euro, il 2013 si è chiuso con un fattura-to pubblicitario inferiore di 2,4 miliardi, corrispondente ad un calo percentuale del 28% che sale al 33% se si tiene conto dell’inflazione del periodo; in tre anni il mercato pubblicitario ha perso un terzo del suo fatturato!

    La ragione principale di questa gelata è ovviamente la recessione nella quale il nostro Paese è entrato nella seconda metà del 2008 e dalla quale sostanzialmente non è ancora uscito. Tra il 2008 e il 2013

    il Prodotto Interno Lordo è cresciuto soltanto nel 2010, e nel quinquennio il PIL a valori costanti è calato del 7,5%, contro un arretramento dell’1,3% di tutti i paesi dell’Unione Europea e del 2,1% di quel-li dell’area euro. Peggio dell’Italia, nel quinquennio, hanno fatto soltanto Cipro, Slovenia, Croazia e Grecia. Il trend diven-ta ancora più preoccupante se limitiamo l’analisi al triennio 2010-2013: mentre infatti l’Europa nel suo complesso torna a crescere (+1,3% l’Unione, +0,4% l’area euro) e 19 paesi su 28 fanno registrare va-lori positivi di andamento del PIL, l’Italia continua ad arretrare con un -3,7%, facen-do meglio soltanto di Portogallo, Cipro e Grecia.

    Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    ± % 12/13

    ± % 04/13

    Totale stampa 2.891.816 2.992.028 3.012.439 3.111.298 3.047.989 2.391.689 2.297.858 2.209.204 1.811.104 1.427.050 -21,2% -50,7%

    quotidiani 1.720.303 1.769.504 1.716.414 1.782.829 1.816.448 1.514.119 1.457.986 1.356.676 1.115.917 898.324 -19,5% -47,8%

    periodici 1.171.513 1.222.524 1.296.025 1.328.469 1.231.541 877.569 829.872 852.528 695.187 528.726 -23,9% -54,9%

    televisione 4.551.192 4.668.740 4.598.777 4.653.474 4.851.355 4.358.936 4.774.710 4.624.308 3.917.531 3.526.829 -10,0% -22,5%

    radio 400.215 408.599 440.665 476.796 472.904 436.304 469.960 433.183 389.057 352.936 -9,3% -11,8%

    affissioni 192.128 198.696 196.963 233.693 227.201 135.097 132.975 117.032 94.659 90.760 -4,1% -52,8%

    cinema 90.546 83.040 76.190 69.789 58.322 55.750 62.544 46.575 37.861 29.376 -22,4% -67,6%

    internet 116.123 137.059 197.577 281.934 556.539 302.235 565.893 631.182 510.677 501.692 -1,8% 332,0%

    Totale 8.242.020 8.488.162 8.522.611 8.826.985 9.214.310 7.680.010 8.293.940 8.061.484 6.760.889 5.928.643 -12,3% -28,1%

    Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro

    Il mercato pubblicitario italiano 2004-2013, mezzi classici, a valori costanti 20132004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    ± % 12/13

    ± % 04/13

    Totale stampa 3.448.268 3.508.125 3.462.801 3.515.965 3.336.648 2.598.703 2.458.641 2.301.640 1.831.569 1.427.050 -22,1% -58,6%

    quotidiani 2.051.329 2.074.727 1.973.019 2.014.710 1.988.474 1.645.175 1.560.003 1.413.441 1.128.527 898.324 -20,4% -56,2%

    periodici 1.396.939 1.433.398 1.489.782 1.501.255 1.348.174 953.528 887.939 888.199 703.043 528.726 -24,8% -62,2%

    televisione 5.426.946 5.474.055 5.286.298 5.258.722 5.310.801 4.736.226 5.108.801 4.817.795 3.961.799 3.526.829 -11,0% -35,0%

    radio 477.226 479.079 506.545 538.810 517.690 474.068 502.844 451.308 393.453 352.936 -10,3% -26,0%

    affissioni 229.098 232.969 226.409 264.088 248.718 146.790 142.279 121.929 95.729 90.760 -5,2% -60,4%

    cinema 107.969 97.363 87.580 78.866 63.845 60.575 66.920 48.524 38.289 29.376 -23,3% -72,8%

    internet 138.468 160.701 227.115 318.603 609.246 328.395 605.489 657.591 516.448 501.692 -2,9% 262,3%

    Totale 9.827.975 9.952.292 9.796.748 9.975.055 10.086.948 8.344.757 8.874.275 8.398.787 6.837.287 5.928.643 -13,3% -39,7%

    Elaborazioni Asig su dati Istat e Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro 2013

    IL MERCATO PUBBLICITARIO

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

    17

  • Il mercato pubblicitario italiano 2013-2014 (gennaio-giugno)2013 2014 ± %

    Totale stampa 742.714 663.770 -10,6%quotidiani 462.862 414.746 -10,4%periodici 279.852 249.024 -11,0%

    televisione 1.897.337 1.922.055 1,3%radio 184.128 178.797 -2,9%affissioni 40.285 41.999 4,3%cinema 12.044 8.275 -31,3%internet 240.198 240.514 0,1%Totale 3.116.706 3.055.410 -2,0%Dati Nielsen Media research. Valori in migliaia di euro

    In base alle previ-sioni della Direzione generale Affari eco-nomici e finanziari dell’Unione Europea, l’economia dell’Unio-ne nel biennio 2014-2015 crescerà del 3,6% (3% nell’area euro). Più basse le stime per l’Italia, prevista in crescita dello 0,6% nel 2014 e dell’1,2% nel 2015. Nel frattempo, la flessione del mercato pubblicitario italiano sembra rallentare: i primi sei mesi del 2014 vedono un fattu-rato complessivo di poco superiore ai 3,1 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto al corrispondente periodo del 2013.

    La sofferenza dei quotidianiI dati pubblicitari scomposti per mezzi

    ci segnalano anche che, in un contesto di

    generale contrazione degli investimenti pubblicitari, alcuni mezzi hanno avuto maggiore tenuta rispetto ad altri. Nel periodo 2004-2013, a fronte di un mer-cato in calo - a valori costanti - del 40%, i quotidiani hanno registrato un arretra-mento del 56%, mentre la televisione e la radio, con un calo rispettivamente del 35% e del 26%, hanno performato meglio della media. Il mezzo internet, infine, che nel 2004 entrava per la prima volta nelle mi-surazioni ufficiali Nielsen, è cresciuto nel

    decennio del 260%, anche se nel 2013 ha fatto segnare un arretramento del 3% e i primi sei mesi del 2014 vedono questo mezzo in sostanziale stallo (+0,1%).

    Questo andamento di-sallineato tra i vari mezzi pubblicitari ha determinato una profonda trasforma-zione dei rispettivi pesi all’interno del paniere della spesa pubblicitaria in Italia, con la televisione che sale quasi al 60% del mercato complessivo dal 55% di die-

    Evoluzione del mercato pubblicitario italiano 2004-2013

    20,9% 15,2%

    14,2%8,9%

    55,2%

    59,5%

    6,0%4,9%

    1,5%2,3% 0,5%1,1% 8,5%

    0%

    10%

    20%

    30%

    40%

    50%

    60%

    70%

    80%

    90%

    100%

    2004 2013

    quotidiani periodici televisione radio affissioni cinema internet

    Elaborazioni Asig su Dati Nielsen Media Research

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  • ci anni prima, con la carta stampata che scende sotto al 25% del totale, perdendo dieci punti percentuali in dieci anni, e con l’emergere di Internet come strumento sempre più presente nelle pianificazioni media, con una quota di mercato supe-riore all’8% e che si avvia entro il 2014 a superare i periodici al terzo posto tra i mezzi pubblicitari.

    Al di là delle con-siderazioni che pure andrebbero fatte sulla posizione dominante del mezzo televisivo che, non va dimentica-to, ripartisce i ricavi pubblicitari sostanzial-mente su quattro soli player, resta il fatto che i quotidiani e la carta stampata in genera-le sono in calo da sei anni consecutivi e le dimensioni percentuali dell’arretramento sono

    tali da non poter sostenere, neanche con il più inguaribile degli ottimismi, che si possa tornare an-che soltanto ai livelli del 2007-2008.

    In pochissimi anni, come appare nel grafico in questa pagina, il fatturato pubblicitario dei quotidiani si è più

    che dimezzato; nel solo 2013 gli spazi pub-blicitari si sono ridotti del 12%, il fattu-rato di poco meno del 20%, ed i primi sei mesi del 2014 sono solo lievemente meno pesanti, con spazi in calo dell’8% e fattu-rato del 10%.

    Tra il 2006 e il 2013 gli spazi pubbli-citari complessivi sui quotidiani italiani

    Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2012-2013

    Tipo di pubblicitàSpazi

    (in Pagine)Fatturato Netto

    (in migliaia di euro)2012 2013 ± % 2012 2013 ± %

    Commerciale nazionale 98.427 82.113 -16,6% 483.102 364.425 -24,6%

    Di servizio 18.575 18.612 0,2% 135.392 126.568 -6,5%Rubricata 19.264 16.801 -12,8% 87.469 75.226 -14,0%Commerciale locale 381.624 337.172 -11,6% 314.399 256.573 -18,4%

    Totale 517.890 454.698 -12,2% 1.020.362 822.792 -19,4%Dati Osservatorio Stampa Fcp

    Fatturato pubblicitario dei quotidiani 2013-2014 (gennaio-giugno)

    Tipo di pubblicitàSpazi

    (in Pagine)Fatturato Netto

    (in migliaia di euro)2013 2014 ± % 2013 2014 ± %

    Commerciale nazionale 40.269 38.506 -4,4% 185.183 166.640 -10,0%

    Di servizio 9.206 9.334 1,4% 67.859 65.409 -3,6%Rubricata 9.043 7.676 -15,1% 39.663 34.170 -13,8%Commerciale locale 168.023 153.037 -8,9% 130.927 114.768 -12,3%

    Totale 226.541 208.553 -7,9% 423.632 380.987 -10,1%Dati Osservatorio Stampa Fcp

    Pubblicità sui quotidiani italiani 2007-2013 a valori costanti 2013

    1.933.721

    1.778.161

    1.478.3801.396.727

    1.291.104

    1.031.892

    822.792700.000

    900.000

    1.100.000

    1.300.000

    1.500.000

    1.700.000

    1.900.000

    2.100.000

    2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    Migliaia di euro. Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • Fatturato medio per modulo pubblicitario 2004-2013 a valori costanti 2013

    36,75 36,60

    32,96

    30,59

    27,37

    22,8723,78

    21,12

    18,4516,75

    2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    Elaborazione Asig su dati Osservatorio Stampa Fcp e Istat

    sono diminuiti del 14%, mentre il fatturato a valori costanti si è più che dimezzato: il risultato è un drastico calo del prezzo me-dio di vendita di un modulo pubblicitario, oggi poco al di sotto dei 17 euro contro i quasi 33 del 2006.

    I trend internazionaliUn’occhiata al mercato pubblicitario

    mondiale può darci un’idea di quanto l’an-damento del mercato italiano rispecchi i trend internazionali e quanto invece risenta delle specificità della situazione economica particolarmente diffi-cile che attraversa il nostro Paese e della configurazione che ha assunto negli ultimi due decenni il panora-ma italiano dei media.

    La prima cosa che si nota, analizzando la

    suddivisione tra i vari mez-zi della torta pubblicitaria a livello mondiale, è che la quota della carta stampata è pressoché identica a quel-la che si registra in Italia, intorno al 25%: è ragione-vole quindi concludere che il calo della pubblicità sui quotidiani degli ultimi die-ci-quindici anni è stato in parte congiunturale, dovuto cioè alla crisi economica, ma in gran parte struttura-

    le, legato ad una ridefinizione complessiva degli equilibri tra i vari mezzi.

    Le maggiori differenze tra il panorama italiano e quello internazionale si riscon-trano nel peso che hanno nei due mercati la tv e internet; la prima, che in Italia rappresenta quasi il 60% del mercato, a li-vello mondiale, pur essendo il primo mez-zo, supera di poco il 40%; Internet invece, che in Italia rappresenta poco meno del 9% degli investimenti pubblicitari com-

    Quote del mercato pubblicitario mondiale, 2013

    Cinema0,5%

    Affissioni7,0%

    Internet20,8%

    Radio6,9%

    TV40,2%

    Periodici7,9%

    Quotidiani16,6%

    DatiZenithOptimediaviaWAN-IFRAWorldPressTrends

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  • plessivi, a livello mondiale ha raggiunto una quota di mercato superiore al 20%.

    È presumibile quindi che anche in Italia nei prossimi anni Internet cresca come peso percentuale sul totale degli investimenti, sottraendo quote alla televi-sione. Non è un caso che il video sia uno dei segmenti della pubblicità Internet che cresce di più.

    Tornando ai quotidiani, l’analisi dei dati del fatturato a livello mondiale tra il 2009 e il 2013 evidenzia un calo della pubblicità sulle edizioni a stampa del 13% da 97 a 85 miliardi di dollari USA, contro il quasi 40% fatto registrare dai quotidia-ni italiani nello stesso arco temporale. Il trend italiano appare più simile a quello degli Stati Uniti, il mercato nazionale più grande del pianeta, dove i quotidiani cartacei hanno archiviato il 2013 con un

    fatturato pubblicitario di 17,3 miliardi di dollari contro i 24,8 miliardi del 2009, con un calo complessivo del 30%.

    Sia per il mercato mondiale che per quello USA sono peral-tro disponibili anche i dati sulla pubblicità raccolta dai quotidiani sulle edizioni digitali. Negli USA il 2013 ha fatto registrare un fat-turato complessivo di 3,4 miliardi di dollari, in crescita del 26% ri-spetto al valore del 2009, mentre a livello mondiale il fatturato del-le edizioni online nel 2013 è stato pari a 8,4 miliardi di dollari, in aumento del 48% rispetto al 2009. In Italia, purtroppo, non dispo-

    niamo ancora di dati relativi al fatturato pubblicitario dei prodotti e servizi digitali delle aziende editrici di quotidiani.

    Uno sguardo sul futuroLe previsioni sul mercato pubblicita-

    rio mondiale presentate in occasione del Congresso mondiale WAN-IFRA di Torino, nel mese di giugno 2014, vedono da qui al 2017 una stabilizzazione del fatturato pubblicitario dei quotidiani intorno agli ottanta miliardi di dollari, mentre la tele-visione dovrebbe salire a circa 210 miliar-di rispetto agli attuali 170, e Internet, che a livello mondiale è già il secondo mezzo pubblicitario, dovrebbe proseguirà la sua crescita a ritmi sostenuti, dai circa 110 miliardi del 2013 sino a 180-190 miliardi nel 2017.

    Dall’analisi dei dati possiamo trarre

    Andamento mondiale della pubblicità sui quotidiani, 2009-2013

    80

    70

    90

    100

    97,439 84,69489,86694,56496,484

    7

    6

    8

    9

    5,722 8,4527,6377,0176,406

    2009 2010 2011 2012 2013

    2009 2010 2011 2012 2013

    Edizioni a stampa Edizioni digitali

    Valori in miliardi di dollari USA.DatiZenithOptimediaviaWAN-IFRAWorldPressTrends

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • alcune considerazioni conclusive:La quota percentuale degli investimen-•ti pubblicitari dei quotidiani - quanto meno delle edizioni cartacee - non ap-pare destinata a crescere ma, semmai, ad una ulteriore limitata erosione;I modelli di business degli editori, •pertanto, devono considerare come strutturali gli attuali livelli di ricavo pubblicitario;La pubblicità sulle edizioni a stampa •continuerà per diversi anni ancora ad essere la parte più consistente dei

    ricavi pubblicitari delle imprese edi-toriali, ma le mag-giori prospettive di crescita sono da attendersi nell’area dei prodotti e ser-vizi digitali.

    Perché questa crescita possa dispiegarsi, occor-rerà tuttavia che vengano affrontati due nodi strutturali che rischiano di rallentare e distor-cere lo sviluppo dei media digitali; il primo, di natura

    interna, è lo scarso sviluppo delle infra-strutture di rete e la limitata diffusione della banda larga, condizione indispensa-bile per lo sviluppo del digitale nel campo dell’informazione e non solo; il secondo, di natura globale, è la presenza di posizioni di monopolio o oligopolio di dimensioni non più domestiche ma sovranazionali, sia nel settore televisivo sia soprattutto nel mercato della pubblicità online, dove oggi il primo operatore, Google, realizza da solo il 38% della raccolta pubblicitaria online del mondo.

    Andamento della pubblicità sui quotidiani in Italia e nel mondo, 2009-2013 (2009=100)

    60,5

    86,9

    69,7

    147,7

    124,7

    100,0

    50,0

    60,0

    70,0

    80,0

    90,0

    100,0

    110,0

    120,0

    130,0

    140,0

    150,0

    edizioni su carta - italia 100,0 95,9 91,1 75,0 60,5edizioni su carta - mondo 100,0 99,0 97,0 92,2 86,9edizioni su carta - USA 100,0 91,8 83,4 76,3 69,7edizioni digitali - mondo 100,0 112,0 122,6 133,5 147,7edizioni digitali - USA 100,0 110,9 118,4 122,9 124,7

    2009 2010 2011 2012 2013

    Dati a valori correnti.Elaborazioni Asig su dati FCP, NAA e Zenith Optimedia

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  • Discesa a due velocitàIl 2012 si è chiuso per i quotidiani

    italiani con un calo complessivo dei ricavi superiore al 10% a poco meno di 2,2 mi-liardi di euro. Le stime elaborate da Fieg per l’esercizio 2013 sulla base dei dati di bilancio di 46 testate quotidiane vedono un ulteriore calo dell’8%, a valori di poco superiori ai due miliardi di euro. Tra il 2010 e il 2013, nel complesso, si è perso poco meno di mezzo miliardo di ricavi, pari al 20% del totale. Se si tiene conto dell’inflazione del periodo, il calo sfiora il 25%.

    Nell’arco temporale preso in conside-razione si può notare come il calo percen-

    tuale dei ricavi pubblicitari sia assai più pronunciato di quello dei ricavi da ven-dite: nel 2012 è stato infatti pari al 14% contro il 7% delle vendite, nel 2013 addi-rittura del 12% contro il 4%. Nel periodo 2010-2013, i ricavi da vendita sono dimi-nuiti del 12% mentre quelli da pubblicità hanno superato il 28%, valori che salgono rispettivamente al 18% e al 33% se si tiene conto dell’inflazione del periodo.

    Per effetto di questa dinamica, il rapporto tra ricavi pubblicitari e ricavi diffusionali tende sempre più a divaricar-si, con un crescente peso percentuale di questi ultimi. Tra il 2007 e il 2013 i ricavi diffusionali sono saliti dal 51% al 58%

    Ricavi complessivi dei quotidiani 2010-2013

    2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13

    Ricavi da vendite 1.317.045 1.302.369 -1,11% 1.207.997 -7,25% 1.160.581 -3,93% -11,88%

    %su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99%

    Ricavi da pubblicità 1.167.991 1.121.944 -3,94% 959.942 -14,44% 840.784 -12,41% -28,01%

    %su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01%

    Totale 2.485.035 2.424.314 -2,44% 2.167.940 -10,58% 2.001.365 -7,68% -19,46%

    * Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidianeValori espressi in migliaia di euro. Elaborazioni Asig su dati Fieg

    Ricavi complessivi dei quotidiani a 2010-2013 valori costanti 2013

    2010 2011 ± % 2012 ± % 2013* ± % 12/13 ±% 10/13

    Ricavi da vendite 1.409.200 1.356.862 -3,71% 1.221.648 -9,97% 1.160.581 -5,00% -17,64%

    %su tot. ricavi 53,00% 53,72% 55,72% 57,99%

    Ricavi da pubblicità 1.249.716 1.168.888 -6,47% 970.790 -16,95% 840.784 -13,39% -32,72%

    %su tot.ricavi 47,00% 46,28% 44,28% 42,01%

    Totale 2.658.916 2.525.750 -5,01% 2.192.437 -13,20% 2.001.365 -8,72% -24,73%

    * Proiezioni sui dati forniti da 46 testate quotidianeValori espressi in migliaia di euro 2013. Elaborazioni Asig su dati Istat e Fieg

    GLI INDICATORI ECONOMICI

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

    23

  • dei ricavi totali, e non per effetto di un incremento dei valori assoluti quanto per la maggiore velocità di caduta dei ricavi pubblicitari, come ampiamente eviden-ziato nel capitolo precedente di questo Rapporto.

    Questo incremento del peso percen-tuale dei ricavi diffusionali è peraltro un trend non soltanto italiano ma mondiale,

    legato soprattutto alla perdita da parte dei quotidiani di quote del mercato pub-blicitario migrate prevalentemente verso Internet. Negli Stati Uniti, per esempio, solo dieci anni or sono i ricavi pubblicitari rappresentavano oltre l’80% del fatturato complessivo dei quotidiani, nel 2013 sono scesi al di sotto del 70%.

    Suddivisione % dei ricavi da vendite e da pubblicità nei quotidiani italiani e USA, 2004-2013

    55,3%53,7% 53,6%

    50,6%51,1%

    53,7%53,0% 53,7%

    55,7%

    58,0%

    44,7%46,3% 46,4% 46,3%

    42,0%

    44,3%

    49,4%

    46,3%

    48,9%

    47,0%

    40,00%

    45,00%

    50,00%

    55,00%

    60,00%

    2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    18,6% 17,9% 17,6% 18,5%21,0%

    26,8% 28,0% 26,9%29,2%

    31,6%

    68,4%70,8%

    73,1%72,0%73,2%79,0%

    81,5%82,4%82,1%81,4%

    10,0%

    30,0%

    50,0%

    70,0%

    90,0%

    Ricavi da vendite Ricavi da pubblicità

    Elaborazioni Asig su dati Fieg e NAA

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  • Il peso dei ricavi digitaliI prodotti e servizi

    digitali rappresenta-no una nuova fonte di ricavo per l’indu-stria editoriale, ma la strada da percorrere perché il business editoriale possa so-stenersi soltanto - o in prevalenza - sul digitale è ancora molto lunga. Nel corso del 66° Congresso mondiale degli editori, svoltosi a Torino nel mese di giugno 2014, WAN-IFRA ha stimato nel 7% la quota di fatturato rappresentata oggi dalla vendita di prodotti, servizi e pubblicità digitale da parte delle aziende editrici di quotidiani di tutto il mondo, e si prevede che tra oggi e il 2017 questa percentuale possa salire a non oltre il 10% del fatturato complessivo.

    Le stime per il nostro Paese non sono molto distanti dalla fotografia internazio-nale. L’Agcom, basandosi sulle Informa-tive Economiche di Sistema che tutti gli operatori dell’informazione sono tenuti a trasmettere annualmente all’Autorità, ha quotato all’11% per l’anno 2012 la percen-tuale di pubblicità digitale sul fatturato

    pubblicitario totale, e al 2% la quota dei ricavi diffusionali digitali su quelli com-plessivi; nel complesso, i ricavi digitali in Italia rappresentano circa il 6% dei ricavi complessivi. L’Agcom stima inoltre che a parità di contenuto informativo e pub-blicitario, gli editori italiani di quotidiani riescono a vendere il prodotto digitale ad un prezzo pari a circa un terzo rispetto al prodotto cartaceo.

    La dinamica dei costiL’ultimo quinquennio è trascorso per

    gli editori italiani in una continua rincorsa al taglio dei costi per cercare di fronteg-giare il tumultuoso calo dei ricavi. Tut-tavia, a fronte di un calo che, come visto

    Evoluzione dei costi editoriali 2010-20132010 2011 2012 2013*

    ± % 2012-2013

    ± % 2009-2013

    materie prime 358.348 386.270 386.505 366.709 -5,12% 2,33%lavoro 911.342 892.969 861.641 761.106 -11,67% -16,49%servizi 1.270.717 1.255.736 1.114.664 1.097.251 -1,56% -13,65%altri 192.382 158.477 221.930 152.896 -31,11% -20,52%Totale 2.732.789 2.693.452 2.584.740 2.377.961 -8,00% -12,98%

    * Stime. Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta

    Struttura dei ricavi dei quotidiani in Italia per tipologia e per mezzo, 2012

    98%

    89%

    2%

    11%

    VENDITA COPIE

    PUBBLICITÀ

    Carta Digitale

    55%

    15%

    45%

    85%

    CARTA

    DIGITALE

    Vendita copie Pubblicità

    Dati Agcom

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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  • sopra, ha raggiunto il 20% a valori corren-ti nel periodo 2010-2013, i costi sono stati ridotti “soltanto” del 13% circa. Tra le quattro voci principali di costo, le materie prime, costituite in massima parte dalla carta, hanno registrato nel triennio un incremento di circa il 2%; in calo del 14% i costi per servizi esterni, che per le im-prese editoriali sono costituiti essenzial-mente dal servizio di distribuzione delle copie e dalla stampa presso terzi per que-gli editori che non dispongono di centri stampa gestiti diret-tamente. Il costo del lavoro è calato del 16%, principalmen-te per effetto della consistente riduzione degli addetti: tra i poligrafici, come

    documentato nei prossimi capitoli di questo Rapporto, il saldo negativo del 2013 è di 419 unità, mentre a fine 2013 i giornalisti (praticanti e professionisti) occupati nei giornali quotidiani e nelle agenzie di stampa risultavano in totale 6.656, ben 380 in meno rispetto ad un anno prima.

    Per effetto di questa di-namica, facendo pari a 100 i valori del 2004, nel 2013 il costo della vita è arrivato

    a 119, mentre i ricavi sono scesi a 65 ed i costi a 76.

    I margini operativiLa tabella della pagina che segue

    descrive meglio di qualunque discorso la gravità della crisi dell’industria dei quotidiani. Dal 2000 a oggi i ricavi dei quotidiani, a valori costanti, si sono quasi

    Composizione dei costi nelle aziende editrici di quotidiani, 2013

    materie prime 14%

    lavoro 35%

    servizi45%

    altri 6%

    Elaborazione Asig su dati Fieg e Assocarta

    Andamento dei costi e dei ricavi delle imprese editoriali e del costo della vita, 2004-2013 (2004 = 100)

    60,0

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    90,0

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    120,0

    costo della vita 100,0 101,7 103,7 105,5 108,9 109,7 111,4 114,5 117,9 119,2ricavi editoriali 100,0 98,9 101,6 100,2 95,7 84,3 82,7 80,9 72,9 64,8costi operativi 100,0 101,1 104,2 103,3 101,5 94,8 87,0 85,7 82,3 75,7

    2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

    Elaborazione Asig su dati Fieg e Istat

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  • Margini operativi delle imprese editoriali 2000-2013 a valori costanti 2013A

    ricavi editorialiB

    costi operativiC

    margine operativo lordo

    (A+B)

    Dammortamenti,

    accantonamenti, oneri

    EUtile/perdita

    operativa (C+D)

    Frapporto

    MOL/fatturato

    (C/A)

    Grapporto Ut.op./

    fatturato (E/A)

    2000 4.112.941.689 -3.594.875.061 518.066.628 -244.032.951 274.033.677 12,6% 6,7%2001 3.969.611.955 -3.671.773.453 297.838.503 -207.619.098 90.219.404 7,5% 2,3%2002 3.972.750.033 -3.566.024.583 406.725.450 -192.784.347 213.941.102 10,2% 5,4%2003 4.086.703.810 -3.621.606.534 465.097.276 -174.271.869 290.825.407 11,4% 7,1%2004 4.172.484.343 -3.746.331.626 426.152.717 -191.627.086 234.525.631 10,2% 5,6%2005 4.059.633.955 -3.722.638.928 336.995.027 -160.039.127 176.955.901 8,3% 4,4%2006 4.088.377.920 -3.762.604.000 325.773.920 -176.725.571 149.048.349 8,0% 3,6%2007 3.963.847.247 -3.668.260.361 295.586.886 -170.726.319 124.860.567 7,5% 3,1%2008 3.665.399.954 -3.492.332.384 173.067.570 -181.438.198 -8.370.628 4,7% -0,2%2009 3.204.372.472 -3.237.803.248 -33.430.775 -207.484.584 -240.915.359 -1,0% -7,5%2010 3.095.734.179 -2.924.004.908 171.729.271 -181.819.098 -10.089.826 5,5% -0,3%2011 2.950.803.875 -2.806.149.425 144.654.450 -166.911.305 -22.256.855 4,9% -0,8%2012 2.580.541.289 -2.613.947.562 -33.406.273 -143.314.357 -176.720.630 -1,3% -6,8%2013* 2.268.271.000 -2.377.961.000 -109.690.000 -157.283.333 -266.973.333 -4,8% -11,8%

    * Valori stimati. Elaborazioni Asig su dati Fieg e Istat

    dimezzati e, nonostante una consistente sforbiciata ai costi per oltre 1,2 miliardi, il margine operativo lordo (o Ebitda), rispetto al mezzo miliardo di euro del 2000, nel 2012 è andato in negativo per 33 milioni e si prevede possa sfondare i 100 milioni di euro di rosso a consuntivo dell’esercizio 2013. L’utile operativo, che è stato in rosso per 176 milioni di euro nel 2012, potrebbe sfondare nel 2013 i 250 milioni di perdita.

    Se si analizzano i dati delle otto azien-de editoriali italiane quotate in Borsa (Cairo Editore, Caltagirone Editore, Class Editori, Gruppo editoriale l’Espresso, Il Sole 24 Ore, Mondadori, Monrif, RCS Me-diagroup), si può notare come il fatturato

    complessivo a fine 2013 risulti inferiore di oltre mezzo miliardo di euro rispetto al 2012 (4,418 miliardi contro 4,960)e con un margine operativo lordo peggiorato da meno 8,8 milioni di fine 2012 a meno 82,9 milioni di fine 2013. I dati del primo semestre 2014, gli ultimi disponibili al momento di chiudere questa edizione del rapporto, lasciano un piccolo spiraglio all’ottimismo, con un fatturato complessi-vo diminuito del 9% circa rispetto ai primi sei mesi del 2013, ma con il margine ope-rativo lordo che torna positivo per quattro aziende su otto e che, nel complesso, è in negativo per poco più di 30 milioni contro un rosso di 105 milioni al 30 giugno 2013.

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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    Il calo prosegueRispetto al primo

    censimento degli impianti produttivi italiani, realizzato dall’Osservatorio Tecnico nel 2011, a metà 2014 il nume-ro di stabilimenti è diminuito di 20 unità (-22%), le rotative in-stallate sono passate da 152 a 123 (-19%), e la capacità produt-tiva, calcolata in numero di giri-cilindro per ora di produzione, è scesa da 4,66 mi-lioni a 3,96 milioni, con una riduzione per-centuale del 15%. Nello stesso arco tem-porale 2011-2014, ricordiamo, la tiratura complessiva (dati ADS) è diminuita del 36%, fa 7,4 a 4,7 milioni di copie giorna-liere. E’ in lieve aumento (+1%), intorno ai 55.000 giri/cilindro per ora, la capacità produttiva media per stabilimento.

    Il trend di questi tre anni, e il signi-ficativo e costante calo della domanda di prodotto da stampare, ci portano alla

    facile previsione che anche nei prossimi anni proseguirà la riduzione del numero degli impianti e della capacità produttiva compelsiva, con una progressiva con-centrazione della produzione in impianti di dimensioni medio-grandi, in grado di attivare significative economie di scala.

    La progressiva riduzione della capacità produttiva avviene a scapito degli impian-ti più obsoleti e meno produttivi: dal con-fronto con i dati dell’anno scorso emerge infatti come la quota delle rotative instal-late nell’ultimo decennio sia salita dal 58% al 61%, e tale incremento è dovuto unica-

    mente alla dismissione di impianti più vecchi, dal momento che - altro elemento significativo - nell’ultimo anno non vi è stata alcuna installa-zione di rotative nuove, e dal 2011 a oggi sono state installate soltanto cinque macchine, di cui tre digitali.

    La rete in dettaglio28 impianti sui 110 censiti (ulte-

    riori 13 impianti non hanno fornito informazioni) sono collocati in Lom-bardia, 14 nel Lazio, 11 nel Veneto.

    LA RETE PRODUTTIVA

    Età del parco rotative installato

    1990-19974%

    1998-200325%

    2004-200757%

    prima del 1990

    3% non specificato7%

    dopo il 20074%

    Stabilimenti, impianti, capacità produttiva 2011-2014

    7277

    83

    92

    123

    134139

    152

    3.960.000

    4.195.070

    4.660.000

    4.312.500

    50

    70

    90

    110

    130

    150

    2011 2012 2013 2014

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    enti-

    impi

    anti

    3.500.000

    3.700.000

    3.900.000

    4.100.000

    4.300.000

    4.500.000

    4.700.000

    4.900.000

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    stabilimenti impianti capacità produttiva

  • Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

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    La regione con la maggiore capacità pro-duttiva media per stabilimento La regio-ne con la maggiore capacità produttiva è la Lombardia, dove si concentra circa un quarto della capacità produttiva; seguo-no il Lazio con il 13%, quindi il Veneto e l’Emilia Romagna, ciascuna con valori compresi tra il 10 e l’11% della capacità produttiva complessiva.

    Le rotative full color sono 76, pari ai due terzi del totale. Nel complesso, la capacità di foliazione degli impianti attivi è di circa 9.200 pagine in formato tabloid, 600 in meno del rilevamento 2013, con una capacità di 8.100 pagine in quadricro-mia, pari all’88% del totale della capacità di foliazione.

    89 impianti su 110 (81%) utilizzano la tecnologia offset, contro i 18 impianti fles-sografici (16%) ed i tre impianti digitali. Tra le attrezzature di corredo alle linee di stampa, risultano installati 48 sistemi per la rilegatura con punto metallico in linea, 21 terze pieghe, 57 sistemi per il controllo del registro colore, tre forni di essiccazio-ne per la stampa su carta migliorata.

    Per la formatura risultano in funzione

    169 computer to plate, dei quali 89 utiliz-zano la tecnologia fotochimica, 28 quella polimerica, 43 quella termica. Le piegatri-ci sono 135, delle quali 128 automatiche e 65 in grado di gestire molteplici formati della lastra.

    Le linee di spedizione installate sono in tutto 99, con 260 stacker per il confe-zionamento dei pacchi standard, 46 linee per abbonati, 17 linee per l’inserimento di materiale prestampato.

    Il lavoro poligraficoSui 72 centri stampa censiti, 53 ap-

    plicano ai propri dipendenti il contratto di lavoro poligrafico, mentre 19 stabili-menti, pari al 26% del totale, applicano altre forme di inquadramento. Per quanto riguarda invece la capacità produttiva complessiva, le aziende che applicano il contratto poligrafico rappresentano l’88% della capacità complessiva, contro il 12% circa della capacità che viene messa a disposizione degli editori da stabilimenti ai cui dipendenti non viene riconosciuto il contratto di lavoro dei quotidiani.

    I dati dettagliati sui livelli occupazio-

    Capacità produttiva suddivisa per regioneregione tot. Rotative full color velocità foliazione foliazione colore

    Piemonte 5 4 177.500 480 448Liguria 3 3 90.000 96 96Lombardia 28 20 945.000 2.600 2.392Veneto 11 8 377.500 896 736Trentino-Alto Adige 2 1 82.500 176 176Friuli-Venezia Giulia 1 1 40.000 96 96Emilia-Romagna 9 6 328.000 784 712Toscana 4 4 155.000 416 416Marche 3 2 80.000 192 160Lazio 14 10 455.000 1.208 1.136Abruzzo 3 3 82.500 240 240Campania 4 1 97.500 240 224Puglia 7 4 210.000 408 344Calabria 4 2 130.000 328 164Sicilia 7 4 285.500 592 448Sardegna 5 3 162.500 472 352Totale 110 76 3.698.000 9.224 8.140

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    nali e retributivi dei lavoratori poligra-fici sono raccolti nei due capitoli che seguono. In questa sede è tuttavia op-portuno sottolineare come la difficoltà nella quale versa il settore della stampa dei quotidiani si ri-fletta nel livello retributivo profondamen-te divaricato tra gli operai delle aziende stampatrici cosiddette “pure”, che effet-tuano cioè lavori di stampa conto terzi, e quelli che lavorano nelle società editrici che stampano in proprio o nelle aziende stampatrici direttamente controllate da gruppi editoriali. Gli operai che lavorano in queste due ultime categorie di azien-de, come si può apprezzare nel grafico, hanno livelli retributivi sostanzialmente

    sovrapponibili: poco meno di 3.300 euro di retribuzione lorda mensile, con una media variabile tra le 5 e le 8 ore di stra-ordinario mensile, corrispondenti a un importo lordo variabile tra i 115 e i 180 euro. Per contro, gli operai degli stabi-limenti di stampa “puri” hanno media-mente ogni mese una retribuzione lorda inferiore di circa 430 euro e fanno sol-tanto un’ora di straordinario, dalla quale ricavano poco più di 20 euro lordi.

    Inquadramento: contratto poligrafico e altri inquadramenti

    Quotidiani 87%

    Altro inquadramento 8%

    Altro inquadramento (stimato)

    4%

    Quotidiani (stimato)1%

    Retribuzione lorda 2013 degli operai poligrafici per tipologia di azienda

    27.00029.00031.00033.00035.00037.00039.00041.00043.00045.00047.000

    retr

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    retr. straordinaria 2.157 1.395 269retr. ordinaria 42.913 42.916 37.245ore di straordinario 89 57 13

    società editrici centri stampa controllati da società editrici centri stampa autonomi

    Elaborazione Asig su dati Fondo Casella

  • DATI OCCUPAZIONALI E RETRIBUTIVI COMPLESSIVI

    3.505

    4.953

    3.352

    4.715

    3.285

    4.473

    3.150

    4.373

    3.114

    4.323

    3.036

    4.259

    3.012

    4.224

    2.927

    4.066

    2.787

    3.856

    2.671

    3.627

    2.512

    3.407

    2.298

    3.191

    2.132

    2.933

    1.976

    2.670

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    2009

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    2011

    2012

    2013

    operai impiegati

    Occupazione poligrafica 1980–2013

    operai impiegati totale diff. ±1980 8.544 6.129 14.6731981 8.251 6.114 14.365 -3081982 7.714 6.100 13.814 -5511983 7.571 5.972 13.543 -2711984 7.039 5.976 13.015 -5281985 6.648 5.928 12.576 -4391986 6.453 6.106 12.559 -171987 6.325 6.301 12.626 671988 6.257 6.361 12.618 -81989 5.888 6.432 12.320 -2981990 5.900 6.557 12.457 1371991 5.693 6.630 12.323 -1341992 5.453 6.414 11.867 -4561993 5.084 6.229 11.313 -5541994 4.768 5.917 10.685 -6281995 4.387 5.797 10.184 -5011996 4.003 5.509 9.512 -6721997 3.782 5.455 9.237 -2751998 3.698 5.257 8.955 -2821999 3.495 5.017 8.512 -4432000 3.505 4.953 8.458 -542001 3.352 4.715 8.067 -3912002 3.285 4.473 7.758 -3092003 3.150 4.373 7.523 -2352004 3.114 4.323 7.437 -862005 3.036 4.259 7.295 -1422006 3.012 4.224 7.236 -592007 2.927 4.066 6.993 -2432008 2.787 3.856 6.643 -3502009 2.671 3.627 6.298 -3452010 2.512 3.407 5.919 -3792011 2.298 3.191 5.489 -4302012 2.132 2.933 5.065 -4242013 1.976 2.670 4.646 -419

    totale -10.027

    suddivisione % dei dipendenti per sesso e qualifica: 2013

    operai maschi38%

    operaie femmine4%

    impiegati maschi34%

    impiegate femmine24%

    Dipendenti al 31/12 per sesso e qualifica

    addetti addetti +/- %2012 2013 2012–2013

    operai maschi 1.935 1.801 -6,93%femmine 197 175 -11,17%tot. operai 2.132 1.976 -7,32%

    impiegati maschi 1.751 1.564 -10,68%femmine 1.182 1.106 -6,43%tot. impiegati 2.933 2.670 -8,97%

    totale addetti maschi 3.686 3.365 -8,71%femmine 1.379 1.281 -7,11%totale 5.065 4.646 -8,27%

    Rapporto 2014 sull’industria italiana dei quotidiani

    31

  • 19 18 29 26 116 95

    237

    212

    541

    473

    1.30

    41.

    214

    1.45

    21.

    333

    1.19

    01.

    081

    402

    363

    311

    280

    1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10°livelli di inquadramento

    addetti 2012–2013

    addetti 2012addetti 2013

    -5,26% -10,34%-18,10%

    -10,55%

    -12,57%

    -6,90%

    -8,20%

    -9,16%

    -9,70%-9,97%

    3 15 11

    15 23

    72 34 1

    78

    6540

    8

    292

    922

    442

    891

    335

    746

    117 2

    46

    6621

    4

    1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10°livelli di inquadramento

    Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramento

    donneuomini

    0,9% 16,0%

    70,5%

    12,7%

    0,9% 15,3%

    71,2%

    12,6%

    0%

    10%

    20%

    30%

    40%

    50%

    60%

    70%

    80%

    90%

    100%

    Suddivisione dei dipendenti per gruppi di livelli di inquadramento

    livelli 9–10 713 643livelli 6–7–8 3.946 3.628livelli 3–4–5 894 780livelli 1–2 48 44

    2012 2013

    Addetti 2012-2013Addetti 2013 per sesso e livello di inquadramentoSuddivisione dei dipendenti 2012-2013 per gruppi di livelli di inquadramento

    32

    Occ

    up

    azi

    one

    e re

    trib

    uzi

    oni

  • Media retribuzioni straordinarie annue

    2012 2013 +/- % 2012–2013ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione

    liv. straordinario annua straordinario annua straordinario straordinaria1° 56,9 956,11 27,7 572,94 -51,42% -40,08%2° 3,3 30,59 0,0 0,00 -100,00% -100,00%3° 25,9 391,37 26,1 400,49 0,79% 2,33%4° 58,7 1.139,30 55,1 1.128,18 -6,09% -0,98%5° 89,5 1.860,09 64,6 1.391,93 -27,88% -25,17%6° 103,5 2.232,62 65,5 1.442,81 -36,73% -35,38%7° 112,7 2.579,62 73,8 1.771,44 -34,53% -31,33%8° 120,5 2.972,70 92,4 2.375,32 -23,29% -20,10%9° 31,9 887,32 23,9 657,24 -25,10% -25,93%10° 16,3 575,67 6,0 200,71 -63,54% -65,13%media 94,0 2.155,15 65,4 1.554,72 -30,40% -27,86%

    Media retribuzioni straordinarie annue 2013 per livello e sesso

    A) uomini B) donne A) – B)ore medie di retr. straord. ore medie di retr. straord. ore di retribuzione

    liv. straordinario annua stra