9/07/2013

07/08/13 Boom di clienti al market anticrisi - il Resto del Carlino - Modena

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Il Resto del Carlino MODENA

Boom di clienti al market anticrisi

Portobello, i primi numeri: 500 ‘clienti’ in un mese. "Funziona, ma per il futuroservono più donazioni"

di Francesco Vecchi

Modena, 1 agosto 2013 - In trenta giorni i prodotti a punti di Portobello sonoentrati nelle case di 140 famiglie sparse in città. Numero che si traduce in 500persone che hanno usufruito dell’emporio sociale. Il progetto è partito bene:funziona il doppio binario che fa incontrare gli alimenti donati dalle aziende e lepersone in difficoltà economica selezionate dai servizi sociali.

La ‘stazione’ si trova dentro al magazzino ex Amiu di via Divisione Acqui, ceduto incomodato d’uso dal Comune a un gruppo di volontari che lo ha riqualificato. A unmese dall’apertura, però, di tendenze se ne possono trarre anche altre e non deltutto positive, guardandole nel lungo raggio. Assodato ad esempio che i numerisono l’ennesima testimonianza della portata della crisi economica, se NordiConade Granarolo si sono dimostrati decisamente generosi, si ha invece la sensazioneche tra la gran parte dei privati cittadini il progetto non abbia ancora attecchito deltutto.

In un mese di vita sono infatti arrivati mille euro dalle tasche dei modenesi.Serve uno sforzo maggiore perché nel frattempo il passaparola sta aumentando ipossibili fruitori dell’emporio. Luigi Zironi, del centro servizi per il volontariato, èuna delle settanta persone che, gratuitamente, si occupano del supermercato anti-crisi. Una voce importante, la sua, per capire come cresce una realtàgiovane ma unica in Italia, visto che è capace di unire la forza di volontà di tanteassociazioni (più di venti) all’attività dei servizi sociali.

Parma, ad esempio, ha sì ispirato Portobello con un emporio simile, ma nella cittàducale è mancato l’incontro con l’amministrazione pubblica. "Indubbiamente — diceZironi — abbiamo raggiunto uno dei principali obbiettivi. Cogliere cioè casi familiariche prima non erano noti ai servizi sociali. Sono la maggior parte. Inoltre si èdimostrato efficace anche il fine pedagogico. A chi viene a ‘fare la spesa’ qui,proponiamo di impegnarsi nel mondo del volontariato. Anche in questo caso,funziona. In tanti hanno aderito alla nostra proposta, che non è assolutamentevincolante, e ora fanno volontariato per alcune associazioni".

Precisazione importante questa: l’eco mediatico nazionale che ha avutol’esperienza di via Divisione Acqui ha fatto passare il messaggio che in cambiodella spesa ‘gratuita’ vengano richieste ore di volontariato. Ma non è così: "Qui —specifica ancora Zironi — entrano persone che hanno bisogno di una mano,nuclei familiari selezionati dai servizi sociali. L’ipotesi di fare volontariato è slegatadalla ‘spesa’". Passiamo al come sono stati riempiti gli scaffali, ma soprattutto acome lo saranno. "Ci sono state donate le attrezzature, le celle frigo. Numeroseaziende hanno dato il loro contributo, inviando gli alimenti. Ma per quanto riguardale donazioni dei privati, forse è passato un messaggio sbagliato. In un mese è statofatto tanto, però per andare avanti ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti".

Il modello Portobello è lontano da quello assistenzialismo a tempo indeterminato.Il codice a barre ‘pieno di punti’ posto sopra alla tessera del codice fiscale è validoper sei mesi, poi la situazione del fruitore viene rivalutata ed eventualmente siottiene la proroga di altri sei mesi. Quanta gente in difficoltà potrà ancora contaresull’emporio lo decideranno i piatti di una bilancia il cui equilibrio dipendemoltissimo dalla generosità del ‘sistema Modena’ e non solo. Intanto anche daSoliera e Sassuolo arrivano segnali importanti sull’apertura di supermercati anti-crisi come quello nato a Modena: un emporio che funziona e vuole funzionaremolto a lungo.

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Fancesco Vecchi

10/08/2014