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DI IGOR TRABONI segnali che arrivano dall’econo- mia del Lazio e più marcata- mente da quell’asse portante co- stituito dalle piccole e medie im- prese, sono ancora negativi; al con- tempo, però, le previsioni parlano di una crescita, seppur leggera. Si potrebbe sintetizzare così l’indagine congiunturale che la Federlazio, realtà che riunisce per l’appunto le piccole e medie imprese regionali, ha condotto su un campione alta- mente rappresentativo di 450 a- ziende associate e riferito al secon- do semestre 2019. L’indagine è sta- ta illustrata e spiegata nei giorni scor- si dal presidente Silvio Rossignoli e dal direttore generale Luciano Moc- ci, con la presenza (chiamati a com- mentare i dati) di Raffaello Bronzi- ni, della Divisione analisi e ricerca della Banca d’Italia; Marco Agostini, capo staff dell’Assessorato sviluppo economico di Roma Capitale e Pao- lo Orneli, Assessore regionale allo Sviluppo economico. Dai dati, come già accennato, e- merge subito una sostanziale con- ferma del trend negativo registrato già nei mesi scorsi e che si traduce in una immobilità e assenza di cre- I scita. Tra i segnali confortanti, ecco che arriva però un tasso di crescita delle imprese nel Lazio che si atte- sta a +1,57%, superiore a quello re- gistrato in tutte le altre regioni e al- la media nazionale (+0,52%). An- che passando alla valutazione sul- l’occupazione, quelle che emergo- no sono luci e ombre. Infatti, se da un lato, almeno nel primo e nel se- condo trimestre 2019, si sono veri- ficati incrementi tendenziali dello 0,3% e dello 0,8% del numero di oc- cupati, nel terzo trimestre la cresci- ta si è fermata. Agli imprenditori è stato quindi chiesto di entrare più nello specifico delle loro attività, a partire dall’andamento degli ordi- nativi: per quanto concerne il mer- cato nazionale si attesta a +0,5 pun- ti. Negativi i saldi relativi ai merca- ti internazionali: quelli dal merca- to europeo passano da –2,7 punti a –6,4, mentre quelli dal mercato ex- tra–UE migliorano anche se sempre di segno meno, da –9,1 a –7,6. An- che il saldo di opinioni sul fattura- to dal mercato domestico arretra passando da +1,7 punti a +1,0. An- cor più negativi i valori registrati sul mercato europeo ed extraeuropeo. Note negative anche sull’andamen- to della produzione (–4,8 rispetto a –1,5 del 1° semestre 2019) e dal fronte occupazione, con un saldo negativo (–0,5% delle opinioni). Riguardo le tipologie di contratto attivate dalle imprese in cui l’occu- pazione è cresciuta, aumentano i contratti a tempo indeterminato (dal 40,5% al 50%), mentre riman- gono stabili quelli a tempo deter- minato (dal 47,6% al 47,4%); au- mentano i contratti di apprendista- to (da 23,8% a 28,9%); i tirocini (da 7,1% a 18,4%) e garanzia giovani (da 7,1% a 15,8%). Ed ora le previsioni espresse per il primo semestre 2020. Per quanto ri- guarda gli ordinativi arrivano segnali positivi da parte degli imprenditori che dichiarano valori tutti in au- mento: mercato interno (da 6,7 a 9,9), Unione europea (da –3,2 a +2,8) e extra UE (da –2,2 a +8,6). Le previsioni sul fatturato confermano lo stesso trend. Per le previsioni sul- l’occupazione nel primo semestre 2020, il saldo atteso rimane sostan- zialmente stabile (da –2,3 a –2,5). Così come cambia di poco (da 36% a 35,2%) la percentuale delle im- prese che ha manifestato l’inten- zione di effettuare investimenti nel primo semestre 2020. Alle aziende è stato poi chiesto di esprimere una valutazione complessiva sull’attua- le situazione economica. Risulta in crescita la percentuale di imprendi- tori che hanno una posizione più ottimistica (da 17,7% a 21%), men- tre diminuisce quella dei “pessimi- sti” (da 82,3% a 79%). Dal 2017 l’indagine effettua anche un focus specifico sulla internazio- nalizzazione delle Pmi del Lazio. Da quanto emerge dallo studio, ri- mane stabile al 63% la quota delle aziende che dichiarano di non o- perare sui mercati internazionali. Al- la domanda sul perché questo ac- cade, il 36,1% dichiara che “la strut- tura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri”, mentre per il 56,9% la ragione è che “il mer- cato nazionale assorbe completa- mente la produzione”. Imprese al palo, ma cresce la fiducia Il piano triennale per guardare ai mercati esteri n progetto per aprire le porte dei mercati esteri alle imprese. Que- sto l’obiettivo del Piano regionale dedicato all’internazionalizza- zione del sistema produttivo del Lazio 2019–2021, presentato merco- ledì scorso a Roma davanti ai rappresentanti della diplomazia e del mondo imprenditoriale. “Si tratta di un investimento pari a 18 milio- ni di euro di cui 15 milioni finanziati dal Programma Operativo Re- gionale–Fondo Europeo Sviluppo Regionale (POR–FESR) 2014–2020 per interventi diretti e tre milioni di risorse regionali per gli interven- ti indiretti destinati all’internazionalizzazione delle piccole e medie im- prese. Due i bandi che, in questo quadro, si apriranno a breve”. Si leg- ge in una nota diffusa dalla dall’Istituzione regione. Il piano contiene le strategie e le linee di azione per il sostegno alla proiezione verso l’e- stero delle imprese che operano nel Lazio e per l’attrazione di investi- menti stranieri. Il nuovo Piano nasce per rispondere a tre obiettivi prioritari: sostenere le imprese del Lazio, favorire le aggregazioni, so- stenere l’attrazione degli investimenti esterni nel territorio. U l’iniziativa Qualcosa si muove sul fronte occupazione Le aziende della regione continuano a soffrire sul mercato interno, molto meglio l’export La riflessione sul ministero diaconale fra storia e tempo di Chiesa in uscita i è svolta a Roma, sabato 8 febbraio, nella splendida cornice della basilica di San Lorenzo al Verano, la Giornata regionale per il diaconato permanente del Lazio, avente come tema “Il ministero diaconale tra storia e tempo della nuova evangelizzazione”. Partecipanti all’incontro molti dei diaconi permanenti delle varie diocesi della regione, alcuni dei quali in compagnia delle proprie mogli. Presenti anche alcuni aspiranti diaconi. L’incontro è stato presieduto da Lino Fumagalli, vescovo di Viterbo e presidente della Commissione per il clero e la vita consacrata della Cel. Tra gli interventi quello di don Dario Vitali, autore del libro “Diaconi, che fare?” e docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana, il quale ha trattato il tema: “Il ministero S diaconale fra storia e Chiesa in uscita”; a seguire quello di Giampiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma e delegato per il diaconato della diocesi di Roma, che ha parlato di “vie e modalità nuove per l’esercizio del ministero diaconale”. Moderatore dell’incontro è stato il diacono Francesco Mattiocco in qualità di coordinatore regionale. Dopo un fruttuoso scambio di idee ed un fraterno confronto fra i presenti, la giornata è proseguita con la celebrazione della Messa e, dopo il pranzo, una breve presentazione della basilica e il dibattito conclusivo sulla giornata. L’augurio è che a questa iniziativa ne facciano seguito tante altre del genere, per continuare a stringere legami di conoscenza e di amicizia e mettere a frutto sempre più il ministero diaconale. (A.DiM.) Una bella opportunità di incontro e formazione occasione di confronto, che si è tenuta a Roma nella basilica di San Lorenzo al Verano L EDITORIALE L’ URGENZA DI FARE SCELTE STRATEGICHE SILVIO ROSSIGNOLI * è purtroppo una costante che accompagna oramai le nostre ultime indagini congiunturali. Questa è rappresentata da una sostanziale immobilità, una stasi, un’assenza di crescita che non riescono ad essere smentite. E questo accade tanto sul piano nazionale quanto su quello regionale. Nel confronto con il primo semestre 2019 il dimezzamento del saldo positivo degli ordinativi dall’Italia, il peggioramento di quello del fatturato e di quello della produzione ci restituiscono l’immagine di una sistema ripiegato su sé stesso, che non riesce ad invertire in modo netto e apprezzabile, il trend che sembra risucchiarlo dentro la palude nella quale è sostanzialmente immerso da diversi anni. È ormai evidente a tutti che in assenza di uno shock sulla nostra economia, che potrebbe avere l’innesco da una sensibile riduzione della pressione fiscale o da un programma di grandi investimenti pubblici sui nodi cruciali di questo Paese, come ad esempio l’energia o le infrastrutture materiali e immateriali, sarà ben difficile che possano riaccendersi i motori dell’economia nazionale e conseguentemente di quella regionale. Interventi di questa natura sarebbero fondamentali anche per tutto il sistema delle Pmi, le quali, sia nel loro ruolo di fornitori o sub-appaltanti per i grandi player, sia come soggetti autonomamente presenti sul mercato, potrebbero così agganciare la ripresa, rilanciandola a loro volta con un programma di investimenti che al momento invece ristagnano. I dati ci dicono, infatti, che la percentuale di imprese che ha effettuato investimenti nel secondo semestre 2019 è sostanzialmente stazionaria se confrontata col periodo precedente. Vi è evidentemente una consistente fetta di imprese che temporeggia prima di procedere ad un investimento, verosimilmente perché non vede molto chiaro il futuro prossimo. Si ha un po’ l’impressione che, pur riconoscendo gli encomiabili sforzi messi in campo dalla Regione Lazio con i bandi sull’energia pulita, l’innovazione, la digitalizzazione, l’internazionalizzazione, le start up e via dicendo, non si riesca ugualmente ad innescare quella spinta decisiva verso lo sviluppo. Questo anche perché lo sviluppo economico non può prescindere da un sistema-Paese efficiente e da un apparato burocratico-amministrativo diciamo così “pro-impresa”, dove cioè l’azienda possa essere considerata da tutti come una ricchezza da salvaguardare, da proteggere, da attrarre. Noi abbiamo al momento, invece, una politica che non è nelle condizioni di fare scelte strategiche, di imboccare direzioni di marcia di ampio respiro, di sciogliere i nodi cruciali di politica industriale. Perché di questo bisogna parlare, di come rimettere al centro dello sviluppo l’industria e quella manifatturiera in particolare, ovvero il settore che ha fatto grande questo Paese e che è, invece, quello che si trova principalmente in affanno. * presidente di Federlazio C Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 23 febbraio 2020 generazione giovani ercorrere le strade dell’inclusione sociale non è mai semplice. Lo scopo è quello di permettere a tutti, comprese le persone con difficoltà nell’auto- nomia personale o sociale di sentirsi parte delle co- munità e di vedere riconosciuta la propria identità. Due amici dell’Agro Pontino, attraverso l’apicoltura, hanno raggiunto lo scopo, con successo, costituendo un circolo socio-culturale che vede come protagoni- sti i ragazzi con disabilità medio-gravi, maggiorenni. Un circolo composto da una struttura dove i ragazzi possono socializzare, apprendere, svagarsi ma anche stare a contatto con la natura, con una zona relax con piscina, la lettura dei libri e la possibilità di soggior- nare in estate. Teoria e pratica insieme. La prima sud- divisa in moduli didattici quali comportamento so- ciale delle api, strumenti e tecniche dell’apicoltura, cenni normativi, nozioni sulle principali patologie. La seconda attraverso il laboratorio di trasformazio- ne e il monitoraggio degli alveari e delle api. Un per- corso di crescita, di condivisione, supervisionato da operatori sociali specializzati. Riportare la natura den- tro la società apportando benessere e migliorando la qualità della vita generando occupazione, integra- zione, ed evitando l’esclusione sociale. Miriam Zerbinati P L’inclusione sociale grazie all’apicoltura Un convegno dell’Ucsi sul giornalismo oggi conteso tra Web e Tv a pagina 2 Supplemento di La Federlazio ha presentato l’indagine sulla «salute» dell’economia locale San Lorenzo al Verano ALBANO CON GLI OPERATORI DELLA CARITAS a pagina 3 ANAGNI IN TREMILA A VALLEPIETRA a pagina 4 CIVITA C. L’ ECONOMIA A MISURA D’UOMO a pagina 5 CIVITAVECCHIA QUEI SENZA DIMORA DA NON DIMENTICARE a pagina 6 FROSINONE IN TERRA D’AFRICA a pagina 7 GAETA IN SOCCORSO DEI PIÙ FRAGILI a pagina 8 LATINA PER L’AC È IL TEMPO DELLA SPERANZA a pagina 9 PALESTRINA AZIONE CATTOLICA: ELETTO IL CONSIGLIO a pagina 10 PORTO S.RUFINA ALL’ALBA DI UN CAMMINO a pagina 11 SORA VISITA PASTORALE A FONTANA LIRI a pagina 13 TIVOLI PER PREGARE NELLA QUARESIMA a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI IL TERRITORIO ATTRAVERSO I DATI a pagina 12 Foto di Jan Vašek da Pixabay L’illustrazione dell’indagine congiunturale curata da Federlazio

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DI IGOR TRABONI

segnali che arrivano dall’econo-mia del Lazio e più marcata-mente da quell’asse portante co-

stituito dalle piccole e medie im-prese, sono ancora negativi; al con-tempo, però, le previsioni parlanodi una crescita, seppur leggera. Sipotrebbe sintetizzare così l’indaginecongiunturale che la Federlazio,realtà che riunisce per l’appunto lepiccole e medie imprese regionali,ha condotto su un campione alta-mente rappresentativo di 450 a-ziende associate e riferito al secon-do semestre 2019. L’indagine è sta-ta illustrata e spiegata nei giorni scor-si dal presidente Silvio Rossignoli edal direttore generale Luciano Moc-ci, con la presenza (chiamati a com-mentare i dati) di Raffaello Bronzi-ni, della Divisione analisi e ricercadella Banca d’Italia; Marco Agostini,capo staff dell’Assessorato sviluppoeconomico di Roma Capitale e Pao-lo Orneli, Assessore regionale alloSviluppo economico. Dai dati, come già accennato, e-merge subito una sostanziale con-ferma del trend negativo registratogià nei mesi scorsi e che si traducein una immobilità e assenza di cre-

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scita. Tra i segnali confortanti, eccoche arriva però un tasso di crescitadelle imprese nel Lazio che si atte-sta a +1,57%, superiore a quello re-gistrato in tutte le altre regioni e al-la media nazionale (+0,52%). An-che passando alla valutazione sul-l’occupazione, quelle che emergo-no sono luci e ombre. Infatti, se daun lato, almeno nel primo e nel se-condo trimestre 2019, si sono veri-ficati incrementi tendenziali dello0,3% e dello 0,8% del numero di oc-cupati, nel terzo trimestre la cresci-ta si è fermata. Agli imprenditori èstato quindi chiesto di entrare piùnello specifico delle loro attività, apartire dall’andamento degli ordi-nativi: per quanto concerne il mer-cato nazionale si attesta a +0,5 pun-ti. Negativi i saldi relativi ai merca-ti internazionali: quelli dal merca-

to europeo passano da –2,7 punti a–6,4, mentre quelli dal mercato ex-tra–UE migliorano anche se sempredi segno meno, da –9,1 a –7,6. An-che il saldo di opinioni sul fattura-to dal mercato domestico arretrapassando da +1,7 punti a +1,0. An-cor più negativi i valori registrati sulmercato europeo ed extraeuropeo.Note negative anche sull’andamen-to della produzione (–4,8 rispetto a–1,5 del 1° semestre 2019) e dalfronte occupazione, con un saldonegativo (–0,5% delle opinioni).

Riguardo le tipologie di contrattoattivate dalle imprese in cui l’occu-pazione è cresciuta, aumentano icontratti a tempo indeterminato(dal 40,5% al 50%), mentre riman-gono stabili quelli a tempo deter-minato (dal 47,6% al 47,4%); au-mentano i contratti di apprendista-to (da 23,8% a 28,9%); i tirocini (da7,1% a 18,4%) e garanzia giovani(da 7,1% a 15,8%). Ed ora le previsioni espresse per ilprimo semestre 2020. Per quanto ri-guarda gli ordinativi arrivano segnali

positivi da parte degli imprenditoriche dichiarano valori tutti in au-mento: mercato interno (da 6,7 a9,9), Unione europea (da –3,2 a+2,8) e extra UE (da –2,2 a +8,6). Leprevisioni sul fatturato confermanolo stesso trend. Per le previsioni sul-l’occupazione nel primo semestre2020, il saldo atteso rimane sostan-zialmente stabile (da –2,3 a –2,5).Così come cambia di poco (da 36%a 35,2%) la percentuale delle im-prese che ha manifestato l’inten-zione di effettuare investimenti nelprimo semestre 2020. Alle aziendeè stato poi chiesto di esprimere unavalutazione complessiva sull’attua-le situazione economica. Risulta increscita la percentuale di imprendi-tori che hanno una posizione piùottimistica (da 17,7% a 21%), men-tre diminuisce quella dei “pessimi-sti” (da 82,3% a 79%). Dal 2017 l’indagine effettua ancheun focus specifico sulla internazio-nalizzazione delle Pmi del Lazio.Da quanto emerge dallo studio, ri-mane stabile al 63% la quota delleaziende che dichiarano di non o-perare sui mercati internazionali. Al-la domanda sul perché questo ac-cade, il 36,1% dichiara che “la strut-tura aziendale non è attrezzata peraffrontare i mercati esteri”, mentreper il 56,9% la ragione è che “il mer-cato nazionale assorbe completa-mente la produzione”.

Impreseal palo,ma crescela fiducia

Il piano triennale per guardare ai mercati esterin progetto per aprire le porte dei mercati esteri alle imprese. Que-sto l’obiettivo del Piano regionale dedicato all’internazionalizza-

zione del sistema produttivo del Lazio 2019–2021, presentato merco-ledì scorso a Roma davanti ai rappresentanti della diplomazia e delmondo imprenditoriale. “Si tratta di un investimento pari a 18 milio-ni di euro di cui 15 milioni finanziati dal Programma Operativo Re-gionale–Fondo Europeo Sviluppo Regionale (POR–FESR) 2014–2020per interventi diretti e tre milioni di risorse regionali per gli interven-ti indiretti destinati all’internazionalizzazione delle piccole e medie im-prese. Due i bandi che, in questo quadro, si apriranno a breve”. Si leg-ge in una nota diffusa dalla dall’Istituzione regione. Il piano contienele strategie e le linee di azione per il sostegno alla proiezione verso l’e-stero delle imprese che operano nel Lazio e per l’attrazione di investi-menti stranieri. Il nuovo Piano nasce per rispondere a tre obiettiviprioritari: sostenere le imprese del Lazio, favorire le aggregazioni, so-stenere l’attrazione degli investimenti esterni nel territorio.

U

l’iniziativa

Qualcosa si muove sul fronte occupazioneLe aziende della regionecontinuano a soffriresul mercato interno,molto meglio l’export

La riflessione sul ministero diaconalefra storia e tempo di Chiesa in uscita

i è svolta a Roma, sabato 8febbraio, nella splendida cornicedella basilica di San Lorenzo al

Verano, la Giornata regionale per ildiaconato permanente del Lazio,avente come tema “Il ministerodiaconale tra storia e tempo dellanuova evangelizzazione”. Partecipantiall’incontro molti dei diaconipermanenti delle varie diocesi dellaregione, alcuni dei quali in compagniadelle proprie mogli. Presenti anchealcuni aspiranti diaconi. L’incontro èstato presieduto da Lino Fumagalli,vescovo di Viterbo e presidente dellaCommissione per il clero e la vitaconsacrata della Cel. Tra gli interventiquello di don Dario Vitali, autore dellibro “Diaconi, che fare?” e docente diEcclesiologia presso la PontificiaUniversità Gregoriana, il quale hatrattato il tema: “Il ministero

S diaconale fra storia e Chiesa inuscita”; a seguire quello di GiampieroPalmieri, vescovo ausiliare di Roma edelegato per il diaconato della diocesidi Roma, che ha parlato di “vie emodalità nuove per l’esercizio delministero diaconale”. Moderatoredell’incontro è stato il diaconoFrancesco Mattiocco in qualità dicoordinatore regionale. Dopo unfruttuoso scambio di idee ed unfraterno confronto fra i presenti, lagiornata è proseguita con lacelebrazione della Messa e, dopo ilpranzo, una breve presentazione dellabasilica e il dibattito conclusivo sullagiornata. L’augurio è che a questainiziativa ne facciano seguito tantealtre del genere, per continuare astringere legami di conoscenza e diamicizia e mettere a frutto sempre piùil ministero diaconale. (A.DiM.)

Una bella opportunità di incontro e formazioneoccasione di confronto,che si è tenuta a Romanella basilica di SanLorenzo al Verano

L ’ E D I T O R I A L E

L’URGENZADI FARE SCELTESTRATEGICHE

SILVIO ROSSIGNOLI *

è purtroppo una costante cheaccompagna oramai le nostreultime indagini congiunturali.

Questa è rappresentata da una sostanzialeimmobilità, una stasi, un’assenza di crescitache non riescono ad essere smentite. E questoaccade tanto sul piano nazionale quanto suquello regionale. Nel confronto con il primosemestre 2019 il dimezzamento del saldopositivo degli ordinativi dall’Italia, ilpeggioramento di quello del fatturato e diquello della produzione ci restituisconol’immagine di una sistema ripiegato su séstesso, che non riesce ad invertire in modonetto e apprezzabile, il trend che sembrarisucchiarlo dentro la palude nella quale èsostanzialmente immerso da diversi anni. È ormai evidente a tutti che in assenza diuno shock sulla nostra economia, chepotrebbe avere l’innesco da una sensibileriduzione della pressione fiscale o da unprogramma di grandi investimenti pubblicisui nodi cruciali di questo Paese, come adesempio l’energia o le infrastrutture materialie immateriali, sarà ben difficile che possanoriaccendersi i motori dell’economianazionale e conseguentemente di quellaregionale. Interventi di questa naturasarebbero fondamentali anche per tutto ilsistema delle Pmi, le quali, sia nel loro ruolodi fornitori o sub-appaltanti per i grandiplayer, sia come soggetti autonomamentepresenti sul mercato, potrebbero cosìagganciare la ripresa, rilanciandola a lorovolta con un programma di investimenti cheal momento invece ristagnano. I dati cidicono, infatti, che la percentuale di impreseche ha effettuato investimenti nel secondosemestre 2019 è sostanzialmente stazionariase confrontata col periodo precedente. Vi èevidentemente una consistente fetta diimprese che temporeggia prima di procederead un investimento, verosimilmente perchénon vede molto chiaro il futuro prossimo. Siha un po’ l’impressione che, purriconoscendo gli encomiabili sforzi messi incampo dalla Regione Lazio con i bandisull’energia pulita, l’innovazione, ladigitalizzazione, l’internazionalizzazione, lestart up e via dicendo, non si riescaugualmente ad innescare quella spintadecisiva verso lo sviluppo. Questo ancheperché lo sviluppo economico non puòprescindere da un sistema-Paese efficiente eda un apparato burocratico-amministrativodiciamo così “pro-impresa”, dove cioèl’azienda possa essere considerata da tutticome una ricchezza da salvaguardare, daproteggere, da attrarre. Noi abbiamo al momento, invece, unapolitica che non è nelle condizioni di farescelte strategiche, di imboccare direzioni dimarcia di ampio respiro, di sciogliere i nodicruciali di politica industriale. Perché diquesto bisogna parlare, di come rimettere alcentro dello sviluppo l’industria e quellamanifatturiera in particolare, ovvero ilsettore che ha fatto grande questo Paese eche è, invece, quello che si trovaprincipalmente in affanno.

* presidente di Federlazio

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Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

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DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 23 febbraio 2020 generazione giovani

ercorrere le strade dell’inclusione sociale non èmai semplice. Lo scopo è quello di permettere a

tutti, comprese le persone con difficoltà nell’auto-nomia personale o sociale di sentirsi parte delle co-munità e di vedere riconosciuta la propria identità.Due amici dell’Agro Pontino, attraverso l’apicoltura,hanno raggiunto lo scopo, con successo, costituendoun circolo socio-culturale che vede come protagoni-sti i ragazzi con disabilità medio-gravi, maggiorenni.Un circolo composto da una struttura dove i ragazzipossono socializzare, apprendere, svagarsi ma anchestare a contatto con la natura, con una zona relax conpiscina, la lettura dei libri e la possibilità di soggior-nare in estate. Teoria e pratica insieme. La prima sud-divisa in moduli didattici quali comportamento so-ciale delle api, strumenti e tecniche dell’apicoltura,cenni normativi, nozioni sulle principali patologie.La seconda attraverso il laboratorio di trasformazio-ne e il monitoraggio degli alveari e delle api. Un per-corso di crescita, di condivisione, supervisionato daoperatori sociali specializzati. Riportare la natura den-tro la società apportando benessere e migliorando laqualità della vita generando occupazione, integra-zione, ed evitando l’esclusione sociale.

Miriam Zerbinati

P

L’inclusione sociale grazie all’apicoltura

Un convegno dell’Ucsisul giornalismo oggiconteso tra Web e Tva pagina 2

Supplemento di

La Federlazio ha presentato l’indagine sulla «salute» dell’economia locale

San Lorenzo al Verano

◆ ALBANOCON GLI OPERATORIDELLA CARITAS

a pagina 3

◆ ANAGNIIN TREMILAA VALLEPIETRA

a pagina 4

◆ CIVITA C.L’ ECONOMIA A MISURA D’UOMO

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAQUEI SENZA DIMORADA NON DIMENTICARE

a pagina 6

◆ FROSINONEIN TERRAD’AFRICA

a pagina 7

◆ GAETAIN SOCCORSODEI PIÙ FRAGILI

a pagina 8

◆ LATINAPER L’AC È IL TEMPODELLA SPERANZA

a pagina 9

◆ PALESTRINAAZIONE CATTOLICA:ELETTO IL CONSIGLIO

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAALL’ALBA DI UN CAMMINO

a pagina 11

◆ SORAVISITA PASTORALEA FONTANA LIRI

a pagina 13

◆ TIVOLIPER PREGARENELLA QUARESIMA

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIIL TERRITORIOATTRAVERSO I DATI

a pagina 12

Foto di Jan Vašek da Pixabay

L’illustrazione dell’indagine congiunturale curata da Federlazio

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Esiste un terzo tempo della notizia che migradalla televisione alla Rete, spazio del dibattitoa suon di «like» e della condivisione che slegai video e i servizi dal momento presente

Il futuro si realizza se sappiamo incontrare i giovani

DI CLAUDIO GESSI *

a Pastorale sociale e del lavoro delLazio ha iniziato il cammino verso la49^ Settimana sociale dei cattolici

italiani, che si svolgerà a Taranto dal 4 al 7febbraio 2021. In continuità con l’edizionedi Cagliari 2017, dedicata a “Il lavoro chevogliamo, libero, creativo, partecipativo esolidale”, il tema scelto dal Comitatoorganizzatore e scientifico, presieduto daFilippo Santoro, arcivescovo di Taranto, è:“Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro,futuro. #tuttoèconnesso”. La scelta diTaranto oltre a porre attenzione allaquestione dell’ex Ilva, individua una sorta

di ripartenza per una riflessione articolatasu temi ambientali e sociali. Riferimento èl’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. LaSettimana Sociale sarà centrata sul rapportotra ecologia ed economia, tra ambiente elavoro, tra crisi ambientale e sociale,secondo l’indicazione dell’enciclica: «non cisono due crisi separate, una ambientale eun’altra sociale, bensì una sola e complessacrisi socio-ambientale» (n.139). La crisisocio-ambientale lascia pesanticonseguenze in territori sempre piùvulnerabili e in persone sempre più fragili.Da Taranto può ripartire un progetto di vitasociale e di comunità che ascolta il gridosofferente delle persone e della terra. I“Lineamenta”, documento preparatorio perTaranto 2021 sono stati presentati aicomponenti della Commissionenell’incontro di sabato 11 gennaio. Secondouna tradizione consolidata, laCommissione regionale di pastorale dellavoro prepara la Settimana Sociale con

momenti di riflessione. Il primo si svolgeràgiovedì 27 febbraio, a partire dalle 17,presso la Sala riunioni della Cappella dellaStazione Termini. Organizzato insieme alleCommissioni regionali Laicato e Pastoralegiovanile, dal tema: “Nella chiesa dellasinodalità è il tempo dellacorresponsabilità”. Relatore sarà don DarioVitali, docente di Ecclesiologia allaPontificia Università Gregoriana. Don Vitaliha pubblicato nel 2018 un testo sulla“sinodalità in Evangelii Gaudium”, che saràriferimento per la sua riflessione. Unanovità della Settimana Sociale èrappresentato dal dialogo con il mondogiovanile. Dopo il Sinodo dei giovani,l’ascolto e il protagonismo delle nuovegenerazioni è fondamentale. Aiutano adavere uno sguardo rinnovato sul futuro.Infatti, il tema della corresponsabilità,richiamato più volte nei “Lineamenta”, haun particolare riferimento al protagonismorichiesto ai giovani nel cammino verso

Taranto 2021. Proprio in tale prospettiva ilavori dello scorso 11 gennaio hanno vistola fattiva presenza dei giovani Animatori diComunità del Progetto Policoro del Lazio,occasione valida per la formazioneregionale. Nel recente seminario dell’Ufficionazionale Cei per i Problemi sociali e illavoro a San Benedetto del Tronto (14–17febbraio), il vescovo Santoro, nellapresentazione del documento preparatorio,ha insistito sul ruolo dei giovani nelcammino verso Taranto ed ha ribaditol’indispensabile presenza di almeno ungiovane nelle delegazioni diocesane cheparteciperanno alla Settimana Sociale. Ilpercorso regionale prevede nel mese diottobre un altro convegno sul tema:“Lavoro, ambiente e salute”. È previstoinoltre un evento nel territorio della Valledel Sacco con il coinvolgimento delleistituzioni territoriali e delle associazioni.

* direttore regionale Pastorale sociale e del lavoro

L

Giornalismo e Internet:un libro a quattro mani

Per celebrare e ricordareSan Francesco di Sales,patrono dei giornalisti,l’Ucsi ha dedicatouna giornata al temadelle notizie che dai tgfiniscono su InternetA Viterbo gremitala Santissima Trinità

L’informazionevive tra tv e Web

DI LIA SARACA*

ran pienone per la festa disan Francesco di Sales,protettore dei giornalisti,

promossa e organizzata dall’Unionecattolica stampa italiana del Lazio eViterbo in collaborazione conl’Ufficio comunicazioni sociali delladiocesi di Viterbo. “Lacomunicazione web e televisiva:

Ginformazione e giornalismo”:questo il tema della giornatacelebrata dall’Ucsi nella mattinatadi sabato 15 febbraio, nelcomplesso agostiniano dellasantissima Trinità a Viterbo. Unincontro valido per la formazioneprofessionale continua deigiornalisti iscritti all’ordineregionale che ha visto la numerosapresenza di giornalisti ecomunicatori provenenti dal Lazioe la partecipazione del Centro studicriminologici di Viterbo.L’appuntamento si è aperto con lacelebrazione eucaristica officiata dalvescovo di Viterbo Lino Fumagalli.Nel corso dell’omelia ha ricordato ilmessaggio di papa Francesco per lagiornata delle comunicazionisociali, evidenziando che quella deigiornalisti è una missione svolta aservizio della verità, con laresponsabilità di «performare ededucare i fruitori». Gli operatoridella comunicazione si sono poidati appuntamento presso la salaMendel del complesso agostinianoper il convegno, introdotto dalla

presidente Ucsi Viterbo, Lia Saraca(che scrive, ndr). Dopo i saluti delvescovo, la parola è passata al padrepriore degli agostiniani, JurayPigula e a don Emanuele Germani,direttore dell’Ufficio comunicazionisociali della diocesi di Viterbo cheha salutato i colleghi della stampa.Saverio Simonelli, presidente UcsiLazio, ha aperto il convegno epartendo dal messaggiorivoluzionario di papa Francesco haevidenziato l’importanza «di tesserestorie per evitare che ci sia laseparazione tra la vita e quello checi viene raccontato. Storie positiveper costruire comunità solidali econ l’empatia che è il fine ultimoper vibrare insieme». Fabio Bolzetta,presidente dell’associazione deiWebCattolici Italiani (WeCa),autore del libro “Giornalismo tra latelevisione e il web” scritto conAngelo Romeo e presentato nelcorso del convegno, ha spiegatocome «le nuove tecnologie hannocambiato i contenuti informativi,non hanno semplificato il nostromestiere, ma articolato una nuova

maniera. Ci viene richiesto diprodurre più contenuti nel minortempo». Il servizio del telegiornale,diversamente dal passato, nontermina con la messa in onda ma«c’è un terzo tempo, scivola nelweb». Come presidente di WeCa,Bolzetta ha inoltre illustrato lanascita della stessa e l’idea deitutorial «per poter essere servizio,per raccontare storie positive; unabuona pratica e un esempio».Romeo, docente di Sociologiaall’Università di Perugia, parlandodel giornalismo e dei mutamentimediali ha detto di «guardare la retecome strumento che ci aiuti e noncomplichi la vita», evidenziando«l’importanza dell’educazioneall’informazione». Infine,Domenico Martinelli, direttoredell’area giornalismo e componentedel comitato scientifico del Centroper gli studi criminologici, haparlato del Csm come centro diformazione per i giornalisti e dellarivista scientifica “Eunomica” natanell’ottobre 2018.

* presidente Ucsi Viterbo

ltre la metà degli italiani checerca informazioni sul web lo

fa attraverso “fonti algoritmiche”come motori di ricerca e socialnetwork. A partire da questoscenario, si muove il lavoro di FabioBolzetta, giornalista conduttore di“Tgtg Telegiornali a confronto” suTv2000 e docente a contratto allaLumsa di Roma e di Angelo Romeodocente di Sociologia pressol’Università degli Studi di Perugia, laPontificia Università Gregoriana,l’Università Pontificia Salesiana diRoma. Rispetto al passato, il serviziodi un telegiornale sopravvive allamessa in onda in televisione. Il“terzo tempo” della notizia che, sepur soggetta alla connaturata usuradegli aggiornamenti, dal televisoresi rovescia nell’oceano del web perimmergersi in uno spazio esteso dicondivisione, dibattito e attracco dilike. Se la rete è divenuta anche unaestensione dello spazio informativodei media tradizionali apertoall’interattività, la ricerca sulgiornalismo ha studiato gli effettiche, ad esempio, i commenti hannosulle pratiche di chi producequotidianamente informazione. Il giornalismo tra televisione e webnon è un manuale, ma un libroscritto volutamente a quattro mani,quelle del sociologo che ne studia leteorie e gli effetti e quelle delgiornalista che quotidianamente sitrova a dover vivere la convivenza dicambiamenti, canoni tradizionali,novità in una professione che ha unsuo percorso storico e che talvolta ilweb nella prospettiva dell’opinionepubblica, sembra mettere in crisi.

Il giornalismo negli ultimi anni havissuto con l’avvento del digitalealcuni cambiamenti, ancora in atto,che hanno influenzato la suastruttura, il ruolo degli operatoridella comunicazione e non daultimo, il rapporto con i suoi lettori. L’accorciamento delle distanze dicomunicazione ha spintol’informazione verso la continuarincorsa all’immediatezza e algiornalista viene data l’opportunità– o gli viene richiesto – di creare più prodotti informativi in unapproccio liquido ai mezzi adisposizione. La carta stampatatrova sul web ampliati spazi diapprofondimento e aggiornamentoche alimentano la richiesta dicontenuti video. Teorie e pratiche sono ilpresupposto su cui il giornalismodeve fondarsi se vuole rinnovarsi,essere produttivo e capace di farfronte ai mutamenti della società.Una parte del libro è dedicata,inoltre, all’atteggiamento diresponsabilità richiesto algiornalista e comunicatore daadottare nel mondo dei socialmedia. Nel libro, esponenti apprezzati delmondo giornalistico, hanno fornitoalcune loro esperienze e consigliconcreti: Marco Franzelli (Rai), EnzoRomeo (Tg2), Alberto Ciapparoni (Rtl102.5), Manuela Tulli (Ansa), VaniaDe Luca (Rai Newsa24) e, inparticolare, padre FedericoLombardi (Sala Stampa della SantaSede 2006–16) su come si comunicala “rinuncia” di un Pontefice.

Simona Gionta

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n’associazione di giornalisti e co-municatori impegnati, nelle

proprie testate, per condividere i va-lori della fede e trasmetterli nella pro-fessione. È la sfida dell’Unione dellastampa cattolica italiana (www.ucsi.it)che, nella sua rappresentanza regio-nale del Lazio, cerca di avvicinarsi alterritorio con iniziative e momenti diriflessione. Occasioni per un con-

fronto costruttivo per crescere insie-me. L’Ucsi è una associazione catto-lica il cui nuovo Statuto, approvato aCaserta nel 2012, afferma che posso-no aderire tutti coloro che si occupa-no di comunicazione a livello pro-fessionale, anche come oggetto di stu-dio e ricerca, e anche se non sono i-scritti all’Ordine dei giornalisti. L’Uc-si è strutturata in associazioni regio-

nali e ha sede centrale a Roma in viaIn Lucina 16. Le Ucsi regionali, anchein collaborazione con gli Uffici dio-cesani per le comunicazioni sociali econ altre sigle, organizzano sul terri-torio convegni, incontri, giornate distudio su temi di attualità nel mon-do della comunicazione, con parti-colare attenzione alla deontologia eall’etica dei comunicatori.

UComunicare con passione per trasmettere valori

«L’umanesimo digitale» nella costa di Santa Severatesori della costa di Santa Severa e delsuo castello “baciato dal mare” trovanoin «Sea» una narrazione avvincente,

immersiva e capace di generare economia.«Sea», acronimo di “sailing, experience,accessibility” (in italiano, “navigazione,esperienza e accessibilità”) è un progetto diCoopCulture. È tra i vincitori del bando perla “Ricerca e lo sviluppo di tecnologie per lavalorizzazione del patrimonio culturale”,organizzato da Lazio Innova, società inhouse della Regione Lazio, nell’ambito delDistretto Tecnologico per i Beni e le AttivitàCulturali del Lazio (Dtc Lazio). «Il progettonasce dalla collaborazione con tutte leistituzioni che hanno competenze sulterritorio – spiega a Lazio Sette GiovannaBarni, presidente di CoopCulture –,Regione Lazio, Comune di Santa Marinellae Soprintendenza archeologia, belle arti epaesaggio per l’area metropolitana di

Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruriameridionale, per valorizzare il ricco erilevante patrimonio culturale di questaparte della zona costiera della regione».Grazie a un’app il visitatore potrà iniziare lasua esplorazione già da casa o all’internodel Museo del mare e della navigazioneantica, all’ingresso del Castello di SantaSevera, dove troverà un tavolomultimediale interattivo. I due strumentioffriranno la possibilità di navigareall’interno della mappa dell’area indicata edi “viaggiare nel tempo”, scoprendo i nessitra museo, reperti archeologici e territoriocircostante. La soluzione tecnologicaadottata è pensata per favorire e arricchirel’interazione con contenuti multimedialigeoreferenziati per scopi turistici, culturali ecommerciali. «Sea» realizzerà due percorsinarrativi: sul periodo etrusco e su quelloromano. Il racconto della Pyrgi etrusca,

porto dell’antica Caere dove sorgeva unodei più importanti santuari delmediterraneo, sarà introdotto nella salalaboratorio del Museo dal tiranno di Caere,Thefarie Velianas, visualizzato attraverso unologramma. Il personaggio racconterà leorigini della propria famiglia, l’ascesa alpotere e la fondazione del tempio nelSantuario di Pyrgi. Si potrà poi fare unavisita immersiva al vicino sito archeologicocon visori che mostreranno la ricostruzione3D del complesso. In un’altra sala,un dolium, gigantesco recipiente interracotta di epoca romana, racconterà lapropria storia. La sua creazione insieme adaltri “serbatoi” per allestire una nave dacarico romana. Le navigazioni attraverso ilMediterraneo trasportando merci. E, infine,il naufragio della nave che lo trasportava allargo della costa di Santa Severa, nei cuifondali è stato recuperato nel secolo scorso.

Rigore scientifico, innovazione tecnologicae desiderio di offrire a ogni persona labellezza del sapere: «Sea» è frutto didifferenti competenze specialistiche capacidi integrarsi. D’altronde, è solo un tassellodel mosaico che sta realizzandoCoopCulture per valorizzare il patrimoniominore diffuso, in particolare del Lazio.Basti pensare che i visitatori del castello diSanta Severa sono cresciuti dai 7mila del2016 ai 45mila del 2018 con sviluppovirtuoso dell’occupazione.Il punto di forza, secondo Barni èl’interazione tra tutti i soggetti coinvolti el’innovazione per un obiettivo comune:«l’arricchimento dell’esperienzacomplessiva del visitatore attraverso glistrumenti tecnologici di fruizione intesicome mezzo e non come fine ultimo,nell’ottica di un umanesimo digitale». Info:www.coopculture.it. (66. segue)

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Il Lazio ha iniziato il camminoverso la prossima Settimanasociale dei cattolici che si terràa Taranto nel febbraio 2021

I due autori allapresentazionedel libro “Ilgiornalismotra televisionee web”

l’associazione

Con «Sea» di CoopCulture i tesori della storia e del territorio parlerannoa tutti grazie a soluzioni tecnologicheche connettono cultura ed economia

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 23 febbraio 2020

Oltre l’ostacolo. Storie di startupdi Simone Ciampanella

Progetto Policoro Lazio a Carpineto Romano

Fabio Bolzetta e Angelo Romeo

Il castello di Santa Severa

La sala Mendel del complesso agostiniano della Santissima Trinità a Viterbo durante i lavori del convegno Ucsi Lazio

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: sul giornalismo oggi e-mail: speciali@avvenire.it … · 2020. 2. 24. · risucchiarlo dentro la palude nella quale è sostanzialmente immerso da diversi anni. È ormai evidente a

Con la religione la formazione scolastica è integralel rapporto tra scuola e Chiesa è stato al cen-tro del ritiro del clero di martedì scorso alCentro pastorale diocesano. Il vescovo Gino

Reali attraverso suor Maria Luisa Mazzarello, di-rettore dell’Ufficio scuola, ha invitato MicheleManzo a parlare ai sacerdoti sul tema. Lui è con-sulente giuridico dell’Ufficio scuola del Lazio eha più volte formato gli insegnanti di religionecattolica diocesani. «In questo aggiornamento– ha spiegato suor Maria Luisa, dopo il salutodel vescovo – parleremo dell’azione di aposto-lato in un luogo che è laico, per comprenderela relazione corretta tra Chiesa e scuola».Manzo ha sviluppato il tema contestualizzan-do l’ambito in cui è cominciata la riflessione sulrapporto tra Chiesa e scuola, a partire dei Pattilateranensi del 1929 sottoscritti dal cardinalePietro Gasparri e da Benito Mussolini, poi re-cepiti nella Carta costituzionale. Ma, è nella co-siddetta “svolta del 1984”, seguita alla revisio-ne del concordato firmata dal cardinale Agosti-no Casaroli (tra l’altro titolare di Porto–Santa

Rufina dal 1985 al 1998) e Bettino Craxi, a chia-rirsi la dimensione culturale della religione cat-tolica nell’ambito didattico. Nell’articolo 9 del-l’accordo Manzo ha rilevato che «i principi delcattolicesimo sono considerati patrimonio sto-rico culturale del popolo italiano» per questo«nel quadro delle finalità della scuola la reli-gione si configura come una materia tra le altreper la formazione integrale dello studente», co-munque nel rispetto della libertà di coscienza,ovvero nella scelta dei genitori e dei ragazzi del-le superiori di avvalersi del suo insegnamento.Nella comprensione del ruolo educativo delladimensione religiosa, nello specifico cattolica,l’accordo sancisce la sua estensione ad ogni or-dine e grado, formalizzando di fatto la sua va-lenza per la scuola dell’infanzia e quella pri-maria, prima non incluse. Il relatore ha poi approfondito la relazione tracatechesi e insegnamento della religione catto-lica: «Entrambi condividono la conformità alladottrina cattolica, ma differiscono nella loro fi-

nalità. Il contenuto è uguale, l’obiettivo e di-verso: la prima accompagna i fedeli nel matu-rare la fede, la seconda contribuisce allo svi-luppo culturale della persona, è dunque rivol-ta a tutti, credenti e non, e fedeli di altre reli-gioni». E pur vero, chiarisce l’esperto, che han-no metodi complementari: gli insegnanti han-no la libertà di trasmettere i contenuti cultura-li e i catechisti possono assumere questa for-mazione come data e dedicarsi a proporre l’e-sperienza di fede. La Chiesa – conclude Manzo – è al servizio del-la scuola», in una relazione attenta ai rapportiistituzionali ma basata sulla coltivazione di rap-porti personali tra i responsabili della scuola, pri-mo fra tutti il dirigente scolastico, e quelli del-la comunità ecclesiale, diocesi e parrocchie. So-no possibili rapporti di collaborazione recipro-ci: doposcuola, volontariato, eventi collettivi.«Anche il semplice saluto del parroco che in-contra gli alunni e il personale apre prospettivecomuni per il bene dei ragazzi». (S.Cia)

IQuei princìpi educativi

Nell’articolo 9 dell’Accordotra la Repubblica italiana ela Santa Sede del 18febbraio 1984 si legge che«La Repubblica italiana,riconoscendo il valoredella cultura religiosa etenendo conto che iprincìpi del cattolicesimofanno parte delpatrimonio storico delpopolo italiano,continuerà ad assicurare,nel quadro delle finalitàdella scuola,l’insegnamento dellareligione cattolica nellescuole pubbliche nonuniversitarie di ogni ordinee grado».Michele Manzo

All’alba del camminoAzione cattolica. Eletto il primo consigliodopo la «rammendatura» dell’équipe provvisoriaDI VITTORIO SAMMARCO

ll’alba di un nuovocammino. Le idee, lesperanze, le passioni e le

scelte dell’Ac di Porto-Santa Rufinaper il triennio che verrà». È il titoloche ha legato parole e spiritodell’assemblea diocesana dell’Azionecattolica di Porto-Santa Rufina,svoltasi il 15 febbraio. Il camminodi un’associazione ecclesiale di laiciche nel territorio diocesano ha unastoria lunga e appassionante, comeha ricordato Elisabetta Marinidell’équipe diocesana, e che graziealle ricerche fatte negli archivi delladiocesi ha potuto raccontare quantosiano stati importanti, negli annipost-bellici, le fatiche didonne e uomini chehanno comunquecostruito il tessuto vivo diuna Chiesa coraggiosa.Per questo si può parlaredi “alba”, perché segueuna notte di crisi e didifficoltà, (gli anni di finemillennio), e di lento matenace rilancio di questiprimi anni del secolo XXI.Lo hanno testimoniato leparole, sia quelle di don GiovanniSoccorsi, assistente unitario, siaquelle di Lucio Turra,amministratore nazionale dell’Ac,venuto a portare il saluto dellapresidenza nazionale e acomplimentarsi con «la fiducia chela comunità che sta riprendendo acamminare infonde», quandospesso purtroppo, si constatanosegnali di difficoltà. Questo di oggi,invece, è un segno di speranza, haaffermato Turra, che fa bene a chi cicrede e s’impegna.E ugualmente risuonanosignificative le parole dell’incaricatodiocesano Stefano Pedone per laricostruzione dell’Ac: «Oggi è ilgiorno del ricongiungimento di duestorie in cui noi (l’équipeprovvisoria ndr) siamo stati solo lacerniera, i sarti che hannorammendato una unica tela». Non siriparte, quindi, ma piuttosto si

A«continua. La fine di unincarico (forse), «ma nondell’impegno di chi hacollaborato e pregato inquesti anni per questameta».Ecco, allora, che eleggereil nuovo Consigliodiocesano (Anna RitaGrossi, AlessandraGumiero, Paola Rausa eKatia Danese, per l’Acr;Cristina Carlucci, ChiaraBertuolo, Roberto Farina eFrancesco AngeloPellegrina per il SettoreGiovani; CorradoTaggiasco, ElisabettaMarini, Stefano Pedone e

Nicola Iacovella, per gliadulti), non è stato unaformalità. La democrazia,in Ac, non è un dettaglio,un optional. È un metodoche si fa sostanza di unascelta, perché attribuisceresponsabilità e intrecciarapporti fiduciari chevanno oltre il voto.Hanno l’orizzonte lungodella continuità.Perché il viaggio saràimpegnativo, sulla sciadelle parole dell’amato presidentedell’Ac e vicepresidente del Csm,ucciso dalle Br il 12 febbraio di 40anni fa: «Portare la nostra Azionecattolica in alto, al largo, in mareaperto. Mi pare un’indicazione checi serve molto bene oggi, quando cisi chiede di ridare un senso, di ridareuna speranza alla nostra azione»,scriveva Vittorio Bachelet, nella

lettera ai presidenti diocesani nelgiugno del ‘64. E, poi, ci si chiede«di liberarla dalle limitazioni chequalche volta dall’esterno e qualchevolta dall’interno la mortificano, perriscoprire, l’altezza e la profonditàdella nostra missione di membravive, responsabili della Chiesa diDio, intimamente legati alla rocciadi Pietro e all’autorità dei vescovi, e

insieme immersi nella realtà diquesto mondo non per essernedominati ma per santificarla esalvarla. Solo così radicati inprofondità, solo così spinti al largodove le coste si vedono con ampiavisione di insieme, noi potremmoorientare meglio noi stessi e servireanche ad altri come punto diorientamento e di incontro».

Nella ricerca di Marinila vivacità dell’associazionenel dopoguerra; l’interventodell’assistente don Soccorsie il saluto di Lucio Turradella presidenza nazionalee la soddisfazione di Pedone

eri, in tutto il mondo le guide e gliscout hanno festeggiato il Thinkingday. In questa “Giornata del pen-

siero”, fissata nell’anniversario dellanascita dei fondatori dello scoutismoRobert Baden–Powel e sua moglie O-lave Soames, si riflette sul senso delmovimento. Per l’Agesci Roma 7 doppia ricorren-za quest’anno, assieme al ThinkingDay, il gruppo della parrocchia di SanGiovanni Battista di Cesano ricordaoggi i 20 anni dalla sua fondazione.La festa comincia con la Messa alle 10e continua con giochi e altri momentiper ricordare il cammino fatto. «Tut-ta la vita sei scout – racconta don Giu-seppe Curtò, assistente spirituale –, èuna esperienza che ti insegna ad es-sere un buon cristiano e un buon cit-tadino». Fin dal loro ingresso nel mo-vimento, i piccoli sono accompagnatia scoprire le loro attitudini e a valo-

rizzarle nei compiti che ogni gruppodeve garantire per il suo funziona-mento: attività pratiche, organizza-zione, animazione liturgica. «Il grup-po – continua don Giuseppe – ti per-mette di vivere la comunione con glialtri dalle più piccole cose a quellepiù rilevanti. I ragazzi imparano ad es-sere responsabili e autonomi nel ser-vizio affidato, ma sempre in armo-nia con gli altri». Per Cesano, comeper molti altri quartieri della perife-ria, la proposta scout in parrocchiaoffre ai genitori una risorsa per i figli:un cammino di aggregazione in unluogo di crescita sana. «L’assistentespirituale – conclude il sacerdote –non fa altro che rinnovare al gruppol’ispirazione evangelica di ogni attivitàe di ogni servizio, per lasciare il mon-do migliore di come lo si è trovato,come diceva Baden–Powell».

Marino Lidi

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Il gruppo Scout Agesci Roma 7festeggia il suo ventennale

a parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Ladispoli assieme al gruppo Ascol-tiAmoCi per la catechesi dei genitori organizza per sabato prossimo l’in-

contro “La sfida della corporeità. L’esigenza della bellezza nella relazione in-terpersonale e nella sessualità”. Interverranno tra gli altri Antonio Grassi e San-dra Berivi, docenti di psicoterapia analitica presso la facoltà di psicologia del-l’Università “La Sapienza” di Roma e dell’insegnamento sul rapporto uomo–donna della Scuola di specializzazione “Donne e Chiesa” presso l’Università Eu-ropea di Roma (Uer). Ci sarà poi il contributo Roberta Agrestini, coreografa, edi Bruna Bartolini, responsabile della palestra Puravida.L’evento si aprirà alle 15.30 con la meditazione di un brano del Vangelo. Nellaprima parte i relatori proporranno alcune prospettive per interpretare l’espe-rienza del corpo oggi, in particolare quella vissuta dai giovani. Si partirà dal con-tributo delle neuroscienze nella comprensione del rapporto tra corpo e men-te. Da qui si passerà a considerare la difficoltà dell’accettazione della propriafisicità. Per accennare alla dimensione comunicativa e sacrale del corpo.

Gianni Righetti, parroco

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La sfida della corporeità

l 21 febbraio del 1972 morivaEugène Tisserant, ultimo cardinalevescovo di Porto–Santa Rufina, in

carica dal 1946 al 1966. Con il motuproprio De suburicariis sedibus del 1962Giovanni XXIII affidava alle diocesisuburibicarie un vescovo residenziale, eai cardinali dell’ordine dei vescovirimaneva solo il titolo delle diocesisuburbicarie, senza averne piùgiurisdizione. Nella prima letterapastorale indirizzata alla diocesi il 25marzo 1946 Tisserant raccoglie inpoche righe la vicenda bimillenariadella diocesi. L’origine fondata sumartiri della prima Chiesa, il declinonei secoli successivi e una rinascita dicui il porporato vide l’inizio a metà del

Novecento. Una storia travaglia in cuiperò Tisserant coglieva unacaratteristica missionaria legata alla suaconformazione geografica: la suaapertura sul mare. Il cardinale raccontal’antica importanza di Ostia e di Porto,quando il Papa «teneva più vicini a sé idue vescovi dei porti di Roma». Quellodi Porto Romano creato «per farnesicuro approdo per i numerosi scafi chemantenevano i contatti fra la Capitaledel mondo romano e le sue parti piùremote, grazie a quel MareMediterraneo, la cui funzione storica fu sempre quella di congiungere ipopoli». Parole scritte oltre 70 anniquanto mai attuali proprio oggi che sichiude a Bari «Mediterraneo, frontiera

di Pace», l’evento di comunione travescovi e patriarchi le cui diocesi siaffacciano sul Mare Nostrum. Il mareportuense, scrive Tisserant «fu luogo diaccesso alla Cattedra di Pietro pernumerosi cristiani provenientedall’Oriente e dall’Africa, luogo dipartenza per schiere di missionari cheandavano verso la Spagna o la Francia,se non verso i paesi più lontani dellesponde dell’Oceano». La vocazione della diocesi illuminatada Tisserant, e da tutti i suoi successori,rimane dunque contribuire ariconoscere nel mare Mediterraneoquel nuovo lago di Tiberiade invocatoda Giorgio La Pira. Segno diaccoglienza e di comunione. (S.Cia)

ITisserant e il mare che unisce i popoli

are il genitore oggi puòsembrare più complicato

che in altri momenti storici. Ep-pure l’epoca attuale può con-tare su risorse culturali in pas-sato non così approfondite,quali la psicologia dello svilup-po. La conferenza organizzatavenerdì prossimo dalla parroc-chia romana di Santa Maria diNazareth di Casalotti proponequesto sostengo ai genitori per-ché prendano consapevolezzadel loro ruolo.L’incontro sarà guidato dallapsicologa e psicoterapeuta Eli-sabetta Straffi. Tra le sue colla-

borazioni, c’è quella con la Pon-tificia Facoltà di Scienze dell’E-ducazione «Auxilium» di Romain cui dal 1998 insegna “Tecni-che psicodiagnostiche struttu-rate“. L’esperta offrirà un pri-mo approccio a una questioneeducativa centrale nell’espe-rienza quotidiana di madri epadri: lo sviluppo dell’identitàpersonale e sociale dalla primainfanzia all’adolescenza.L’appuntamento è in chiesa al-le 18 presso via di Boccea 590.Per informazioni c’è www.sm-nazaret.it

Giuseppe Grioni

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Tisserant in cattedrale

Accanto al ruolo dei genitorinello sviluppo dell’identità

Da sinistra Lucio Turra, Elisabetta Marini e Stefano Pedone

la conferenza

26 FEBBRAIOLe sacre ceneri, inizio del tempo diQuaresima, il vescovo presiede lacelebrazione in cattedrale alle 20.30

1 MARZOIl vescovo presiede il rito dell’elezionedei catecumeni in cattedrale alle 18.30

3 MARZORiunione mensile dei vicari foranei edei responsabili degli uffici pastorali(Curia vescovile, alle 9.30)

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 23 febbraio 2020

L’agenda

Il gruppo scout durante un’uscita

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