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    DCE P.o\ROLE D'INTRODUZIONE.

    Vive nell'lstria. un picciol pcpolo, chiuso oggidi in piuristretti confini di quello che alcuui secoli fa nol fosse, it quale,sebbene alla lingua. d'affari ed ai costumi potrebbe esser rite-unto di famiglia slava, pure non 10 e .

    Dei vaghi accenni negli scrittori dei secoli passati, leiudagini di alcuni letterati si nostrani che forestieri, e sopratutto Ie prove induLbie della lingua un di parlata da questapopolo, dimostrano eli' esso appartiene alla nazione rumena.

    Che di piccole colonie rumene vi fossero nei secoli scorsianche sull' isola di Veglia, e provato da documenti e da reliquieIiuguistiche ; e si ritiene general mente, non senza fondamento,che i cosi detti Cici ez.iaudio sieno di ceppo rumeno.

    Di questi Rumeni d'Tstria, oggi pin 0 meno slavizzati,si occuparono non pochi scrittori. La serie delle ricerche, spe-cie da parte di scrittori istriani, incomincia dalla meta. circadel nostro secolo : ma tali ricerche, sebbene degne di lode, nonapportarono gran luce sulla loro origine.Sul quale proposito si possono distinguere due scuoIe: laprima, rappresentata da letterati istriani, supponeva che questiRumeni sieno nati sul suolo dell' Istria; III.seconda, compostsda scrittori non istriaui, ritiene non soltanto, che questi Rumenisieno venuti qui da altri paesi, rna vuole eziaudio, che la loroimmigrazioue risalga ad nn' epoca relativamente recente.

    Anche Ie indagini relative POSSOl10 dirsi di due specie:quelle della prima consistono in disquisizioni pin 0meno lunghedi scrittori che arrischiano delle congetture, quasi sempre nonconfortate da prove; queste ricercho vanno dal 1846 al 1860.

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    Opere priucipali sulle quali si basa la Parte 1.

    Miklosich Fr., Die slavi~chen Elcmeute im Rl41ntmischen, nelvol. XII delle De11kschriften ecc. dell'Accademia delle scienze inVienna, 186~. - Nell' introduzione si parla dell' origine deiRumeni e della lingua rumeua. - Sulla fonetica dei tre dia-letti rumeni: ildaco, ilmacedone e I'istro, ei tratta da parsuo nei:

    Beitriige eur Lautlehre der ,urnun. Dialekie, inseriti neivol. 98.102 dei Sitzungsberichte ecc. dell' Accademia atessa.

    Bosler Bob., Romiinische Siudien, Lipsia, 1871. In questiegli risuscita la teoria di Sulzer, (Geschichte des transalp. Daciens,Vienna 1781-82) che fa venire i Rumeni settentrionali dalmezzodi del Danubio appeua al principio del XIII sec.

    Jung Giulio, Die Anfange der R07JIii,u'n, nel periodico peri ginnasi austriaci, 1876; e Romer und Romrmen in den Donau-liil/llern, lunsbruck, 1877 j nei quali, di fronte al Rosier, eglipropugna la teoria della cvntinuilii dei Rumeni nell' anticaDacia.

    Pic Gius. Lad., Ueber die Abstammung der Rumiinen, Lipsia,1880, che condivide Iii. teoria di Jung.

    Tomascbek G., Ueber Rosalia una Brumalia, nei Sitzungs-herichte ecc. dell' Accademia di Vienna, vol. 60, 1869 - ZUI'walachischen }'rage, nel periodico per i ginnasi austriaci, 1876;- Zur Kunde der Hiimus-Halbinsel nei Sitzllngsb~richte ecc.dell'Accademia di Vienna, vol. 99, 1882. In tutti e tre i lavoriegli porta dei nuovi contributi sull' origine dei Rumeni.

    Jirecek C. G., Geschirbte der Bulgaren, Praga, 1876, incui, oltre alla storia dei Bulgari, che e intrecciata con quelladei Rumeni, si parla difl'usamente di questi e della linguarumena.

    Pleot M. E., u Roumaine de la Macedoine, Parigi, 1875,nella lliv d' antropol, vol. IV.

    D i g i l i z e d b y G o o g l e r-.

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    1 62Dioz Fed., Grammalik del' ,oman. 8prachen, Bonna, 1876,

    ove trovasi (pag 135-142) sotto il titolo Walachisches Grbier,un riassnnto storico snlJ'origine dei Rumeni e della lingua loro.Detto: Efymologisches Wiirterbud del' roman Sprachen,Bonna, 1887.

    Korting G., EncykloplIetiic fmd M ethodologic der rom. Phi-lologie: Heilbronna, 1884-86; in ispecialita nel vol III pag,784-834, il eapit. Das Rumiinische.

    Grober G., Grundris der rom. Philolog;e, Strassburgo, 1888,vol. I, e propriamente:

    n) I' articolo di M. Gaster: Die nicht1ai,inischen Elem. i,nRumiinischen, pag. 406, sgg ;

    b) I' articolo di G. Grober: Die 'oman. Sprachen, pag415 sgg.;

    c) l' articolo di H. Tiktin: Die rumiinische Sprachc, pag.438 sgg.

    Schuchardt H., Der Vokolismu des Vulgarlateins, Lipsia,186668 (3 vol.)

    Gorra E., Linyue neolatine, Milano, 1894, Man. Hoepli.Neumann Fed., La jilologia "om anza (trad. ital.) Citta. diCastello, 1893.Lovera R. Grammatica e ooeabolario della lingua rumena.

    - Man. Hoepli, 1892.T8lDlDTraugott, U eber den U,.splung d el' R um iin en , Bonna,

    1891. II Tamm si dimostra oppositore della teoria di RosIer.Briebrecher Bodolfo, D er gegenw iidi!le Stand der Frage

    -abcI' die Herkunft der Rumiinen, Hermannstadt, 1897, nel Proqr.del ginn. etiang. pro 1896-97.

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    PARTE PRIMA.

    O r i g i n e d e i R n m e n i e d e l l a l o r o l i n g n a .Prima di trattare dei Rumeni d'Istria, non istaran male

    due parole sui Rumeni in generale. Sebbene l'origine di questapopolo sill. stata l'oggetto di molte e dotte ricerche, si puo diretuttavia, ch'essa sill. ancora avvolta neil' oscurita e che nellaquestione non venne detta ancora l' ultima parola, La causadi cio va attribuita alla mancanza, 0 almena alla scarsitS.,dellenotizie su questa popolo durante ilMedio Evo.Giusta l'opinione pin comune, i Rumeni si fan derivaredai coloni romani importati dall' imperatore Traiano nella Dacia,dopo Ill.conquista del paese.J)

    I Daci, popolo battagliero e turbolento, 2 ) un ramo deidiffusissimi Traci, come i Geti loro affini, molestavano colleloro scorrerie i possedimenti romani 0.1mezzodi del Danubio,

    GiS. sotto Domiziano il valoroso lora re Decebalo, cheaveva invaso Ill.Mesia, (86) fu vinto bensl j mil.Roma dovetteobbligarsi ad un annuo tributo, se volle avere Ill.pace (90).

    Nel 101 Decebalo, perche gli era stato ricusato questotributo, riprese le armi. Traiano, a capo d' un numeroso eser-cito, passe ilDanubio, sconfisse iDaci, prese Ill. loro capitalsSarmizegethusa e li obbligo a chieder Ill.pace (103).

    Nel 104 i Daci si sollevarono di nuovo. 'I'raiano tornosulle rive del Danubio, getto sui flume un ponte di pietra dicui si vedono ancora oggidi le rovine (Pons Traiani pressoCerniz), entro pin volte nella Dacia, vinse Decebalo che sitolse Ill.vita, e conquisto il paese.In onore del vincitore Ill.capitals s'ebbe ilnome di UlpiaTraiana e Ill.Dacia fu fatta provincia romana (106). A colmare

    1 ) Che i Rumeni sieno, ad ogni modo, discendenti da colonie ro-mane, la e un' opinione molto vecchia. GiA Cinnamo, cbe scrisse sottoEmanuele Comneno (1143-1181)arlando dei Vlachi (B)'~wv) disse: (VI,200) 01 ' twv t; 'h,,),i,,; ~:tOty'Otr.Ot)."t Sklt ).eYo'lt"t .Ctr, anche il Lucio, Storia del regtlo di Dolmazia ecc., pag. 670dell'edizione italiana.

    ") Cfr. Tacito, Histor. ill, 46: .... "Dacorum gens nunquam fida"...

    D i g i l i z e d b y G o o g l e F--.

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    1 6 4i vacui causati dalle guerre, Traiano importo nella nueva pro-vincia numerosi coloni ch'ei trasse da tutto ilmondo romano. I)

    Sotto i deboli successori di Traiano questa provincia fuesposta all' invasione de' Goti. Decio, in una spedizione controdi loro, nol 251, vi lascio la vita; e sotto Gallieno (260-268)Ia Dacia ando perdnta. 2) Riuscl, gli e vero, a Claudio II (269)di sconfiggere presso Naissus (Nissa) i Goti che avean varcatoilDanubio, onde gli venne il soprannome di Gotico; ma Aure-liano (270-275), vedendo di non poter mantenere la provinciadella Dacia di fronte all'avanzarsi dei Goti, la cedette lorotacitamente nel 272; ritiro quindi dalla Dacia tanto i colonitrapiantativi da Traiano quanto iprovincial! e Ii trasferl allasponda destra del Danubio, fra le due Mesie, regione che dalui s'ebbe il nome di Dacia Aureliani. ')

    I) Cfr. Eutropio, VIII, 2: "Daciam, Decebalo victo, subegit (Ci08,Traiano), provincia trans Danubium facta" .. e VIII, 6: "Traianlls, victaDacia, e toto ol'be romallO infinitas eo copias hominum transtulerat adagroa et urbes colendas. Dacia enim, diuturno bello Decebali, virisfuerat exheusta.. Cfr. poi Gibbon, Storia della decade nza e "ovilla dell'illlpero rOlliano(trnd. ital.) Milano, 1820, vol, I, p. 8 e sgg. per Ie generalitA..

    ') Cfr. Sesto Rufo, Brevlar. 8: "Dacia GalJieno lmperatore amissaest ...

    Entrcpio, IX, 8: "Dacia, quae a Traiano ultra Danubinm fueratadiecta, amissa est. (cioe, da GaJlieno) ....

    ") Flavio Vopisco (in Yita A ureliani, S!:J)... "cum vastatum Illy-ricum ac Moesiam deperditam videret, provinciam TransdanuvinamDaciam a Traiano constitntam, sublato exereitu et p"ol'incialibus, reliquit,desperans earn posse retineri; abductosque ex ea populos, in Moesiaconlocavit appellavitque suam Daciam, qUI\6 nunc duas Moesias dividit

    Eutropio, IX, 15: ... Aureliano ... "provinciam Daciam, quam Tra-ian us ultra Danubium fecerat intermisit, vastato omni Il1yrico et Moesia,desperans cam posse retineri, abductosq ue Romanos e urbibns et agl'i8Daciae, in media Moesia col1ocavit appellavitque eam Daciam, quae nuncduas Moesias dividit et est in dextra Danubio in mare fluenti, cumantea fuerit in laeva .

    Sesto Ruto, VIII: "Dacia Gallieno imperatore amissa est et perAureltanum, translatis exlndc Rom allis, duae Daciae in regionibus Moesiaeet Dardaniae factae sunt Per i fatti generali cfr, l'op, cit. del Gibbon, vol. I, pag. 879 sgg.;vol. II, p. 7-14; 21 e 22.

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    Fin qui le cose procedono lisee, non cosi nei secoliseguenti.

    Abbiamo, nelle regioni situate ad ambe Ie sponde delDanubio iuferiore, un avvicendarsi, un sospingersi, un mesco-larsi di popoli, alcuni dei quali le visitarono soItanto di pas-sata, altri vi posero stabile dimora per pin 0 meno tempo, etutti apportarono dei sensibili spostamenti nelle sedi delleprisehe popolazioni (Goti, Sloveni, Unni, Avari, Gepidi, Bul-gari, Magiari, Peceneghi, Cumani.. ..) finche, molti secoli pintardi, troviamo i Rumeni, non pin alla riva destra del Danubio,ove li abbiamo lasciati, bensl alla sinistra, cioe nelle odiernesedi j ed altri Rumeni, probabilmente un ramo dei primi, tro-viamo nella Macedonia, nella Tessaglia, attorno al Pindo ....Ne nasce pertanto una prima questione non peranco risoltadai dotti:

    I. Gli odierni abitatori della Moldavia e Valacchia sonoi diretti discendenti dei coloni di Traiano e dei provincialiDaci romanizzati, oppure sono derivati da quei Romani eprovinciali che furono trasportati da Aureliano nella Mesia?

    H. E se ci troviamo nel secondo caso, come sembra pinprobabile, come e quando i Rumeni della Dacia di Aureliano,posta alla sponda destra del Danubio inferiore, passarono allariva sinistra ed occuparono le odierne sedi? - II Miklosich,un autore competentissimo in materia,") si professa fautoredell'ultima ipotesi, e ritiene che ilpassaggio sia avvenuto versoIs. fine del V secolo, allorquando gli Sloveni ') occuparono leregioni dell' Emo orientale.

    ') efr. Die SlurJischen Elemente in Rumullischen, loco cit. p. 4.') Bono questi gli !)()'~~IOt . degli scrittori bizantini, gli Sclaeeni,

    SclarJini, SeluTI; degli scrittori occidentali (Cfr, Procopio, Jornandes, PaoloDiaeono},

    Gli Sloven; e gli Anti erano i due rami principali della numerosafamiglia dei Vinidi 0 Vendi.

    Venuti dalle pianure della Russia, si spinsero sempre pia 1\ mez-zogiorno; nel V secolo erano giA al Danubio e 10 passarono; nel VI se-colo, ora soli ora in compagnia degli Unni-Avari, fecero delle terribiliscorrerie, nella Mesia, nella Tracia, nell'Illirio, nella Dalmazia, nel Noricoe nell' !stria ...

    Per notizie pia diffuse cfr. Dr. Racki nell' ANhif)io per la storia

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    alla volta ed in varie riprese dalla Mesia, Tracia e Macedonia,al principio del secolo XIII.

    Cio spiegherebbe il fatto, che del vasto territorio lingui-stico romano esistente nei primordi del Medio Evo 11.1mezzodidel Danubio e dei Balcani, non si siano cola conservati chepochi avanzi dispersi e senz'alonna relazione. La maggior parteadunque dei Rumeni meridionali sarebbe passata oltre 11.1Da-nubio dando cosi origine ai Rumeni settentrionali.

    Prima di muovere qualche obbiezione a questa teoria sinoti perc, che le investigazioni posteriori misero in sodo, chei Rumeni erano ben conosciuti 11.1settentrione del Daunbio,secondo una notizia tolta a Niceta Choniate, 1) intorno 11.1164;i fautori poi di questa teoria, possono provare con dati abba-stanza attendibili, che I I I . trasmigrazione avvenne anche prima,cioe, verso il1100.~)

    Quest'ipotesi, della non immediate origine romana deiRumeni settentrionali, trove una viva opposizione nei patriotiRumeni, iquali si sentirono offesi nel loro orgoglio nazionale,che non tollera si ponga nemmeno lontanamente in dubbio I I I .loro diretta origine romana, E difatti a quest' ipotesi si possonomuovere varie obbiezioni. Eccone alcune. L' affermazione diVopisco non va intesa nel senso, che tutti i coloni rom ani ei provinciali romanizzati della Dacia, sieno stati trasferiti daAureliano nella Mesia, alla sponda destra del Danubio ; e r.ioperche una simile misura difficilmente si poteva porre in pra-tiea; si deve piuttosto ammettere, ehe una parte pin 0 menogrande della popolazione Daco-romana, specie i eontadini e I I I .piccola borghesia, sill. rimasta nella Dacia; di modo che ilpaese non fu affatto sromanizzato. Per poter accettare intera-mente I I I . teoria di Bosler, occorreva che I I I . Mesia, I I I . 'I'raciae I I I . Macedonia avessero avuta una popolazione roman a. 0 ro-manizzata. molto intensa, cio che non fu.

    Si sarebbe piuttosto tentati di spiegare I I I . romanizzazionedei territori posti 11.1mezzodi del Danubio, non tanto per

    1 ) Cfr. G. Tomaschek, Zur walach. Frage (nelPeriodico per i gin-nasi auetriaci, 1876).') Cfr. G. Tomascek, Zu/' Kunde del' IIUmus Halbillsel, Vienna 1882,nel vol. 99dei Sitzungsberichte ... pag. 483.

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    169D'origine uro-altaica, i Bulgari fondarono nel VII secolo

    un regno, che all'epoca del massimo svilnppo abbracciava tutteIe provincie un dl romans ad ambe le sponde del Danubio (Iregno dal 678 0 .1 1019). Sebbene avessero sottomesso le stirpislave che prima di loro occupavano 10 . penisola balcanica, ri-cevettero a poco a poco 10 . lingua dei vinti; divennero cioeun popolo slavo,

    Essi furono per tre secoli i nemici pin temibili dell'imperobizantino; ma venne I' alleanza di questo coi Russi sottoSviatoslav (964-973), venne l'occupazione dell'odierna Ungheriaper parte dei Magiari, vennero Ie vittorie di Giovanni Zimisce,venne infine 10 . guerra sterminatrice di Basilio II (976-1025)6 Bou ) ..'( 2pX t6vc.: ;, che fiacco 10 . tracotanza dei Bulgari, i qualidal 1019 0 .1 1186 dovettero sottostare 0 .1 dominio greco. Durantequest'epoca ritengo, che i Rumeni, approfittando dell'occasionepropizia, abbiano abbandonato i monti e sieno tornati a pocoa poco nelle sedi dei loro antenati, dando cosl origine ai Ru-meni settentrionali; laddove alcuni ne rima.sero, e diedero ori-gine ai Rumeni meridionali. Nel 1186 i Bulgari poterono fon-dare un secondo regno (1186-1393);rna questo non ebbe ne l'esten-sione ne 10 . potenza del primo; e quindi i Rumeni del settentrionepoterono egualmente prosperare e diffondere le loro colonie. 1 )IRumeni 0 Rumuni, come do. se si appellano, sono cono-sciuti dagli altri popoli col nome di Volacchi.

    Questo nome venne loro dsto dagli Slavi circonvicini.Tanto gli Slavi che gli antichi Tedeschi chiamarono con

    questo nome (nell'ant. alto ted. walah, nel medio alto ted. walh)dapprima i Celti, poi i Romani. Ilwalh ted. in bocca slavadivenne Vlah, plur. Vlahi, che i Greci scrissero B)"dzct , do.leg-gersi Vlahoi, latinamente Vlachi, donde l' Italiano Valachi 0Valdcchi. 2 )

    ') Per III.storia dei Bulgari cfr. Jirecek, Guchichte del' BulgQl'en,Praga, 1876.

    ') n nome Vlah proviene dai Celti; da questi passe. ai Germani,da. questi agli Sloveni e da. questl ai Bizantini. II walk dell' ant. ted. edil vlah slov. dice: home. romanae or:gini8. (Crr. Miklosich, Lexicon IJaiaeosloe. alla voce clab ; e Die Slav. Elem, ecc, p. 1 .)

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    173Non va dimeutieato ancora, che iRumeni S0l10 gli umci

    di cappo romano che appartengono alla chiesa greca; epperoanche questo fatto riusci pregiudizievole alla sviluppo purodella loro lingua, perche si trovarono in relazione cogli Slaviortodossi, come d' altro canto fu contrario a110sviluppo della101'0naaionalita il dominio turco esercitato col mezzo dei greciFanarioti I)

    latino popolare, 700 turchi, 650 grecl, 5

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    APPENDICEA) Saggiuolo della lingua modern a daco-rumena (Cfr. Bovera, Gram.

    della lingua "umma - Man. Hoepli, Milano, 1892, pag. 79).(trad letterale .Ia).

    Importanta agriculturet in Romania.Importanza dell'ngrtcoltura in Rumenia."Romania a fost, de oand exista 0 ~arii.,mal presns de tOteLa Rumenia e stata, da quando esiste ilpaese, sovratutto

    agricola. Descendentit al poporulul roman, nol RomaniI amagricola. Discendenti del popolo romano, noi Rumeni abbiamopastrat panii. RQlacciasf aplecare pentru lucrarile campulul co. !;Iiconservato fino ad oggi Ie stesse inclinazioni per i lavori del campo comestramosit nostri. Istoria ue spune, cii. Romanil socotiau, cli.gli antenati nostri. L'istoria ci dice, qualmente i Romani calcolavano, chenumaI arts militara !;Iiagriculture sunt indeletnicirl demne desoltanto l'arte militare e l'agricoltura Bono occupazioni degne di6meniI libert. Artele mecanice !;Iicomerciul nu se bncurau deuomini liberi. Le arti meccaniche ed ilcommercio non godevano (di)mare favors la Roms, NoI am pastrat cu sta.ta. sfinteniegran favore aRoma. Noi abbiamo conservato cosi religiosamentedeprinderile stramosilor nostri, cii. cu dauna chiar a intereselorle usanze degIi antenati nostri, anche con danno evidente degli interessinostre , am nesocotit co. !;Ii densif meseriile !;Ii comerciul.nostri, abbiamo negletto fin anco essi i mestieri e il commercio.Suntem dar agricultorl de rasa".Siamo dunque agricoltcri di razza. P. S. Awoeli&ll.

    Saggiuolo poetico (Cfr. Bovers., Gram., pag. 8).Omul ganditor.

    L'uomo meditabondo.Sub razii. uneI lampe ce palid Iicaresce,Sotto ilraggio d'una lampada che pallidamente luccica,Incat abla p' 0 carte scriptura se zii.re!;lce,In modo che a mala pe!la 1 0 scritto d'un libro si scorge,In mijlocul taceri! sta omul ganditor,In mezzo 1 1 . 1 silenzio sta 1'uomo meditabondo,Si ascuns in senul nop~iI de-a tutulor privire,E ascoso in seno della notte di tutti allo sgnardo,Strabate, cerceteza uni versala firePercorre, investiga l'universale essereSi lasa fii.rli.margint gandiril sale sbor.E Iascla senza margini 1 1 . 1 suo pensiero libero ilvolo.

    Nicolae Scuzotescu (1844-1879).

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    B) Saggiuolo del dialetto maccdo-rumcno, (Dulle HIII/III/,. Unter-8l1chlmgen del Miklosleh, vol. 32, p. 230, 231, loco cit.)

    J. T =u !L ,/tt~ icu < pt-teE tetp pou , A OX ),CU , a ocip A ~, A olivv:r, a tt:x 'A A E . a irll t:rr.obDominus Deus fecit coelum, terram, solem, lunam, stellas. et posteacupaij CZ~t a , '; d) ,t~ 'IlAA E , p%cUFP 'E , a a - lj a lt ocCa t~ 1 tEn'llA ) , t, ouXE i- .I, T,AE . ' I~ o'llpraecepit mari, lacubus, flUVlis, et eduxerunt pisces, angulllas. iterumttt,a E, a a-lj t a a Y , p ~ te ; COli1 tp lX 1tPE ) ,oXQu tOU t~ 'Il a p r.OUpAA t .dixit et exierunt supra in terra omnes arbores.C 1 i 7 l J tat~ A 6x AOU iJ.1 tA ~IOUtE A tcCiJ.'IE ,tE X OU 1tdt~ ou , tE ~ u, tE acz'A t~E , tEet est terra plena lignls, arb ore, tago, salice,l';A O!h:ou , tE X U :t'I)p (t~ ou , tE xT,'I'/t. a-rr, dA n CE d

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    Fonti principali sulle qual! si basa questa riassunto, disposte it!ordine cronoloqico,

    A. Della prima serie (1846-1860):Covaz Antonio, Dei Rimgliani 0 Vlani d' Istria, nel gior-

    nale del Dr. Kandler UL' Is/ria" - 1846, pag. 7, 8.Kandler Dr. Pietro, Lettera a.... nell' occasione della sco-

    perta d' un' aretta con iscrizione a Iesnovico presso l'Arsa. -Ibid. 1846, p. 12.

    Detto (veramente la firma si desidera) _. Della geogrnjiagenetica dell'lsttia, - Ibid. 1846, pag. 41, sgg.

    Detto, Qualcosa sulla :ingua romanica, - Ibid. 1848, psg.246, 247.

    Detto, Sa.qgi di lingua calaca, come si parlo dai Romanicid'Istr'ia, - Ibid. 1849, pag. 236, sgg.

    Detto, Dei popoli eke abiiarono l' Istrio, - Ibid. 1851,pag. 73 sgg.

    Detto, Dei Morlaceki eke abitano la parte montana dellaVena (fra il Rissno e Pinguente) 1851, pag. 125, sgg.De Franceschi Carlo, Sulle varie popolazioni dell' Istria,(Lettera 11.1Dr. Kandler) - Ibid. - 1852, pag. 225, sgg.

    Combi C. A., Cenni etnogmfici sull: Istria, nella U POItaorientale", 1859, pag. 99, sgg j in particolare pag. 108, sgg.

    Detto, Etnografia dell'Istria, nella "Rivista contemporanea"di Torino (fascic. Sett. 1860 e Giugno 1861) - ristampata nelvolume "Istria", Milano, 1886, pag. 150, sgg. in ispecie pag.158, sgg.Paropat Adriano (pseudonimo P ) - Saggio della lingua par-lata a Seiane, 1860? (in foglio volante).

    B. Della seconds aerie (1861-1900):Ascoli G. I., Sui Rumen! 0 Valachi dell'Istria, negli "Stwli

    critici" , Milano, 1861, Vol. I, pag. 48, sgg.Miklosich Dr. Fr., Die lstrische Rumunen, quale append ice

    11.1avoro: Die slavischen Elemente im Rumunisehen, nei "Denk-schriften del' K. Akademie der Wissenschaften., Vienna, 1862,vol. XII, pag. 55-69.

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    177Kandler Dr. Pietro, Li C ici, in append ice alla Stmia

    eronoqrofica di Trieste, del canon. Vincenzo Soussa, Trieste,1863, e 1885, pag. 253 sgg.Maiorescu Dr. GiovanJLi, Letters 0.1Covaz, pubblicata nelperiodico di Capodistria "La Prooincia.., 1872. pag. 934, 935.

    Detto, Iiinerar in Istria, ~i oocabula istriano-roman, Jassi,1874.

    Bidermann H. J., Die Romanen und ihre Ve,.breituKg iKOeste, .r~ch. Graz, 1877, pag. 78, sgg.

    MiJdosich Dr. Fr., Ober die lVanderungen der Bumnne iKde dalmatinischen Alpen tmd den Karpaien, nel vol. XXX,Vienna, 1880, delle (IDenk sc rifie n .... " pag. I, sgg.

    Detto, Beitrlige zur Lautlehre der rum unischen Dialekte(daco-macedo-istro-mmeno) nei S itz un gs be ric hte d er p hilo s.-h is to r.C lass der Kais. Akadem ie der TVissenschaften , Vienna, vol. 9801881, pag. 519-550; vol. 99, 1882, pag. 5-74 j vol. 1000, 1882,p. 229-304; vol. 1010, 1882, p. 3-94:; vol. 1020, 1883, p. 3-66.

    Detto, R llmu nis ch e U n te l.m r.h utlg en , nella D enkschriften .... "Vienna, 1882, pag 1-90; specialmente 10.parte: ls tro-"umunischeSprachdenkmliler, che abbracciano Ie raccolte del Dr. AntonioIve e del Dr. Teodoro Gartner, pag. 1-90.

    Racki Dr. Fr., La Croozia avantj il s ec olo X II, nel vol. 570del Bad dell'Accad. jugoslava, 1881, P. II, pag. 102-149; aspecialmente 10.parte che tratta dei Vlachi, pag. 138-149.

    Lechner Dr. Carlo, D ie Bumunen in Istrien , nelle "Mitthei-lungen aus Justus Perthes ' g6Ogr. .Ansta lt, vol. ~9, 1883,pag.294-299.

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    118PARTE SECONDA.

    S u i R n m e n i d e l l ' I s t r i a . L o r o s e d i . Q u a n d o e d o n d e n n n e r o .Detto cosl brevemente e in sulle generali dei Rumeni

    della Dacia e della Macedonia, passe all'oggetto del mio lavoro,ai Rumeni d'Istria.

    Abitano dessi nei seguenti villaggi: Possert, Gradigne,Letai, Grobnico, Susgnevizza, Berdo, Villanova e Jessenovizzanella Valdaraa superiore; a Xeiane sul Carse di Raspo nelCastelnovano. 1 ) Ce n' erano anche a Cherbune, Tupliaco,Scopliaco .. .. a S. Lucia di Schitazza.... ma oggidi vannosempre riu scomparendo. II numero dei parlanti ilrumenonell'Istria oscillava, verso la meta. del secolo, fra 3OX)-6OXJ,laddove una P \U recente statistica ufficiale Ii riduce in cifr~rotonda a 3000 soltanto. 2 ) Questi Rumeni parlano il loro dia-letto soltanto nell'intimo della famiglia, quasi lingua di CQtt-jidenza j del resto adottarono la lingua, i costumi e j.erslno lareligione degli Slavi contermini. ')

    I) Cfr. Czurnig von Karl, Ethnog,'aphie der Oestert'tichi'LMn Mo-1Ial'chit, Vienna, 1857, vol. I, pag. 69, e Ie fonti citate in principio.

    ') Cfr. Miklosich, RU/llunisciu UlItel',uchungen, pag. 1.Riproduco qui la statistics. compiuta dei Rumeni d'Istria, la . quale

    proviene da fonte ufficlosa: .1. nel distretto di Castelnuovo: a Xeiane . . . 623 (525) abo2." "Pisino : a Gradigne, Possert, Letai

    Grobnico, 8usgnevizza . . . . . . . . . 1240 aboS. nel distretto di Albona: a Berdo, Jessenovich,

    Villanuova . . . . . . . . . . . . . . 1190 aboTotale . 2958 (2955) ab,

    Segue quest' osservazione :"Nella ValdarsR. e nella penisola albonese, poi in Cherbune, Tupliaco,

    Scopliaco, Pedena, i Rumeni sono mescolati coi Croati e oggidi perfet-tamente slavizzati . .A . Schitazza presso Punta Negra parlano ilrumeno,e male, solamente due persone. Del resto i Rumeni dell'Istria parlanopili 0 meno tutti 10 slavo.;

    ') Cfr. Le tonti citate in principio.Quanto alia religione, e nota che i Rumeni sono gli unici Romani

    appartenenti alia chiesa greca; quelli dell'Istria sono invece cs.ttolici.Mi mancano i documenti a comprovare, se quando vennero nel-I'Istria nel XIV secolo, erano ortodossi; cio che dovrebbesi supporre,

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    (notisi quel : in H lO lti v oc ab oli) questa lingua. non poteva essereche la rumena, perche questa, oltre all'elemento Iatino, ha inse, come abbiamo veduto, molti altri elementi stranieri.

    Giov. Maria Manaratta, 10 storiografo di Trieste, conosciutocol nome dell' ordine monastico di Fra Ireneo della Croce(1627-1713) nella sua Isioria antica e moderna della citta d iTrieste 1) lascio scritto cosi: U n'altm m em oria antica, clegna diosseroaeione non minore delle gill adotte antic1lita rom llne, 08ser'COin olcun! popoli add imandati Chichi (si legga alla veneta. Cici)habitan tf nell ville d ' Opchiena , Tribieiano e Gropada, sittV lti tIelterritorio di Trieste, sopra il monte, cinque m iglia disiante da llaciita verso Greco: E t in m olti all"; villaggi, aspettanti a Castelnuol'Onel Garso, giut'isdizione de gZ'Ill.m i Signori Conti Petazzi, q t4(Jt;,oltre Z 'idioma sdaeo, com l,me a tMltO il Oarso, "saito un proprio eparticolare consim ile al Valacco, inl"ecciato . con diverse parole evocaboli (sic!) lutini, c ome 8co rg es i d all'itlg iu nti, et a bd stwlioqui da me riferiti.

    Parlando quindi della-loro origine (che ai nostri giorninon puo, nonche essere discussa, nemmeno esser presa in con-siderazione) riferendosi 8 0 1 Lucio, l'illustre storico dalmatino,per l'origine dei Rumeni 0 Valacchi, dice: Che percio anche inostri C hichi, addimondans! nel prolw io linguaggio Rumer; .... ~

    Da questa preziosa notizia ricaviamo dunqne, 1) che iCici parlavauo una volta i1 rumeno; 2) che dicevansi Rumeri,cioe, Rumeni ; ed ancora, 3) che questi Cici equivalgono ai Mor-laedi! dei vescovo Tommasini icio che peraltro risulta anchedalla lettera del 1540 riferita dal Kandler nel giornale L'Istria.S )

    1 ) Ofr. pag. S34 , edizione di Venezia; e pag. 677, vol. I, edizionedi Trieste." Cfr. pag. 8S5 ed. Venezia, 678 ed. Trieste.I) Cfr. a. 1851, pag. 125. Alcuni Cici insultarono una fantesca di

    Risano. Il podesta di Oapodlstrle Micheli chiama gl'insultatori primaCjci, ma poi Modachi, quasi che i 1'1'iestini Ii chiamassero Cicl, i Capo-distriani Morlachi. ... "jato per certi Chichi, .... et intend,-3 el casa do lui(dall' oste di Rlsano DebegIiak) et 10 nome de detti murlacbi".

    Cfr. eziandio nella "RaccoUa delle Leggi, Ordinonee e Regolammli,Bpeciali per Trieste del Kandler, 1861, capit, Lo Rimboseamento, pag, 49l(a. 1517) omnibus Cbichiis et Murlachis qlli non 811nt amasati alii terrenanon hablllt ill territorio Tel'gesli ....

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    181Anche 10 storico della Carniola G.W. Valv3sor (1641-1693)

    ci fa intravedere, se nou chiaramente, almeno alla larga, chei Cici parlassero una lingua diversa dagli altri popoli dellaCarniola inferiore: iVipacchi, i Carsolini e iveri Carniolini.

    Ecco quanto egli ci lascio scritto: Das drittc Geschlechtder Eintoohner nennet man die Tschitschen ...

    Diese hausen zlNl;chen Neuhaus "ltd S. Serff: kommew Zlfarilt der Tracht den jetzgcschriebenen Karstner gar nahe j bleibenaber in der Sprache weit von ihnen. und reden ihre besondre. 1 )

    Se anche l'autore non dice, che iCici a' suoi tempi par-lavano ilrumeno, dice pero, che parlavano ulta lingua epeciale,molto diocrsa dagli alir! Carsolini , meraviglia pertanto, che ilMiklosich 2 ) , di solito tanto guardingo nelle sue opinioni,s'esprima cosi recisamente riguardo alia lingua dei CicioSclwn zu Valvasor's Zeiten jedoch sprachm die ihm bekanntenC i c e x slavisch. I. 7. 156 ~).

    Eo gia. detto, che di Rumeni ce n'erano nei secoli scorsianche sull'isola di Veglia, e propriamente nei villaggi diCastelmuschio, Dobrigno, Dobasnizza, Poglizza,4) e secondo il

    ') Cfr. Die Ehre cla Hel'zogtllNm8 CI'(Jin, Rudoltswerth, 1877, vol. I,pag.256.

    I) Cfr. Die slav. Elem. ecc. pag. 56.') Non nominando l' A. l' opera cui si riferisce la citazione I, 7,

    156, si deve supporre che accenni all' opera stessa del Valvasori giovaperc notare, che ilValvasor parla dei Cici nel vol. I, libro II, pag. 256;ma, come 8' e visto, dalle sue parole non ne viene che parlassero slavo ;viceversa egli parla della lingua slovena 0 carniolina uel vol. I libro VI,pag. 271-288; rna qui non si dice nulla ne dei Cici ne della lingua daessi parlata

    ') c r-, nel giornale L'lstriano, N. 16 del 1861.Dr. Cubich, Notizie natur. e storiohe suU'isola di Veglia, Trieste,

    1874, P. I, pag. 117, 118, 119 ove si parla perc soltanto del villaggio diPcglizz, distante un'ora e mezza dalla citta. di Veglia.

    Giovanni Maiorescu, nella Provincia delt' Istria, 1872, pag. 934, chepari a anche sol tanto di Poglizza.

    A. Ive, nella ROlllatlia, IX, 326 sgg., che allude a Poglizza e Do-basnizza.

    G. I. A!!coli, Stud; critici, Milano, 1861, '\"01. I, po.g. 50 che accennaad un articolo del filologo lombardo Biondelli in proposito; non istara.

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    De Franceschi anche di Besca 1) j sicche sarebbero stati sparsida un capo all'altro dell'isola.

    Questi Rumeni, dell' esistenza dei quali s' hanno docn-menti certi e di antica data, sono apariti : 0 meglio, circondatida Croati, furono da questi assimilati, E pero degno di nota.ilfatto, che sebbene tagliati fuori dal mondo rumeno e cir-condati da Croati, abbiano dessi potuto conserva.re la lorolingua fino a questi ultimi tempi, nei quali si raccolsero deipreziosi cimelli; e appena nel 1876 mod l' ultimo Poglizzanoparlante ilrumeno. ')

    Vedremo pin avanti, ohe questi Rumeni, detti dagli ItalianiMorlacchi, dagli slavi Vlachi, erano suIl' isola di Veglia gia. nelXV secolo j S ) e i documenti che ne parlano ci potranno ser-vire di guida per giudicare dei Rumeni d' Istria.

    E chi sa, che un documento del 1821') - finora ignorato- nel quale si parla di vla k e zem lje a Dobrigno snll' isola diVeglia - ilche vorrebbe dire: di terre apparteftenti ai Vlach;,cio~, a , Rumen. - non ci possa servire a stabilire, che di Bn-meni ce n' erano su quest'isola gia al principio del secolo XIV.

    male pera notare, che le notizie furon passate al filologo lombardo, an-cora nel 1842,dallo stesso Dr. Oubich (Cfr.Notizit nat. storic1J. citatepag. lOS,109in nota).

    Giovanni Milcetich, che parla phi diffusamente dei Rumeni ditutti iquattro villaggi sopra citati nel V"Jtstnik della SocietAarcheolog.croata di Zagabria 1884,a. VI. N. 2, pag. 50 sgg.

    Miklosich, O " b e r die Wanderungen .... pag. 4, 6, 8.

    1 ) Cfr. L'lstriCJ (giornale) 1862,pag. 237.') Cfr. Cnbich, op. cit. I, 118j G. MUcetich, loco cit. pag. 50.G. Maiol'escu. loco cit. pag. 934j Mtklostch, G o e r die WandtrUHgen,

    pag.8.') Cfr. Cucnglie"ich, Monummta hilt or. Slaeor. Mend. (Actacroatica)

    Zagabria, 1868.vol. I, pag. 97, docum. del 1465.e pag. lOSdel 1468.neiquali si parla di Vlahi (nella trad. ital. di Morlachi) importati snll'isola diVeglia dal conte Giov. Frangipani, del quale mi sono occupato diffusa-mente nell'Archeogra/o triesuno, vol. XVIII, pag. 138,col titolo: L'ultiMOdti Frangipani, co"te-di Ytglia .

    ) efr. Cucnglievich, Ibid. pag. 5, ildocum. del 1821- esteso aDobrigno.

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    Degno di nota si e certamente ilfatto, che quei Rumenidell'isola di Veglia, detti nei due documenti del conte GiovanniFrangipani (del 1465 e 1468) Vlachi e in italiano Morlacchi,spparlscono nel documento del 1463 I ) nell'Istria, quali assol-dati, o almena guerrieri dello stesso conte, col nome di Cici je questo sarebbe il primo documento in cui si nominano iCici e servirebbe a dimostrare, che Vlachi, Morlacchi e Cicisono tutt' uno.

    Ed ora passiamo ad esaminare le due questioni che pinc' interessano: quando e donde vcnnero iRurne"i nell' Istria?

    Sono dessi nati sul suolo istriano dall' unione di coloniromani cogli abitanti indigeni, 0 sono Rumeni, giil. parlantiilrumeno con tntte le sue particolarita, yo' dire cogli elementiestranei ch' esso accolse I i i . ne' paesi dell' Emo, immigrati quiin epoche a noi piu vicine?

    Passando in rassegua le investigazioni e le deduzioni degliscrittori nostrani e stranieri, ma speclalmente quelle dei dueinsigni glottologi, l'Ascoli ed ilMiklosich, spero di poter di-mostrare: I. che tanto i Rumeni dell' isola di Veglia, oraestinti, quanto quelli dell' Istria ancora esistenti, ma quasi afl'attosiavizzati, appartengono a110 stesso cappo; II. che con tutta.probabilita vi immigrarono nel sec. XIV dalla Maior Vlachia. ')

    Prima. pero di esaminare ilavori dell' Ascoli e del Miklosich,passero in rs.ssegna le ricerche dei nostri e degli stranieri suiRnmeni dell' Istria,

    Il primo ad occuparsene si fu ilpisinotto Antonio Covaz,ilqnale pnbblico nel 1846 un br~ve articolo dal titolo: DeiRinlgiia"i 0 Viahi d' Istria, e riferl un sagginolo della lingua

    ') Cfr. Cucnglievicb, Ibid. pag. 93, 94, doc. LXXIII, del 1468. -BidermlUUl, Die ~RonllJnm und ihre Verb/'eitung in Oesterreich, Graz, 1877,pag.~86.

    ') Cfr. nel Farlati, my,.. sacrum, IV, 63, ildocum. del 1375, nelqnale si parla dei Vlachi, "pastores schismatici. e si concede ai frati del-l'ordine de' Minori di fabbricare delle cappelle .... vobis in terris, castri.UN "illill It metis Hungariae circa Sabete et maiorem Vlacbiam, circa metaBosnae in Absa/I et Corbavia .....

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    184da essi parlata. t) Quauto alia loro origine, ecco com egli siesprime :

    N~ credas! che questa schialta di gente da altre region; intempi a noi vicini neU Istria passasse . . . . l'imm igrazione "imontaa temp; pill lontani, e la colon;" de; R im liaui d ' Isiria ha la stessaorigine di quelle che tediamo cotm ,.va,.c la stessa lingua nella D acia .Epiro, isole dalmate e forse in ph}, altri paesi,

    Nello stesso anno 1846 la scoperta d' un aretta con lapide,rinvenuta a Jesnovico (Jessenovizza?) presso l'Arsa a' piedidel Monte Maggiore,2) offriva l' occasione a . l Kandler (nellaletters ch' egli indirizza al parroco di Yragne, Don MatteoMusina) di esporre indirettameute la sua opinione sui Rumenid' Istria,

    Dopo aver discorso della lapide, cosl il Kandler conchiude:penso ehe un comunt, quasi colonia di m iliti, vi fosse uell Valdarsa, alla quale Augusto dono ; terreni, e che posta fuor] di ogl1ic on so rzio , c on s e rv o la lingua romaniea fino a qltesti tempi, in cuie per dare il luogo alia slooa ; e peneo pure, C M sim ile coloniafosse nella valle di Castelnuoeo a tutela della colon ia di Trieste,colonia, che per ip;u frequenti contaiti, p ,.ima dei frateW all' Ar8aabbandono la propria lingua.

    Quest' opinione, accennata qui di yolo, viene meglio espli-cata dal Kandler nell'articolo : "D ei pop oli cite abitavatto l' Istria n B )e cioe, che i Rumeni della Valdarsa siano nati uell'Tstria dalconnubio di coloni romani col popolo che allora l'abitava.

    Egli dice (pag. 76) che una colonia fu collocate da Augustonella valle dell' Arsa, da Finale (Bogliuno) a Felicia (Chersano),

    ') Cfr. L' Istria, ISi6, pag. 7, 8. n saggiuolo della lingua parlatada questi Rumeni e riportato anche dal Miklosich Die .I(lviscJi. Elem.p. 68, 59; e un brano e riportato in appendice anche in questo riassunto.

    Mi ripugna a credere, che i Rumeni deU'Istria sian detti Ritnljaltidagli SI",vi! II Miklosich. che in queste questioni ha una grande auto-rita, avverte (Cfr. Die slav. Elem. pag. I) che i1 nome rumen (derivato daroman us) giusta Ie leggi fonetiche della lingua rumena, devesi distinguereda "imljan (anche t'omanus), nel vetero-slavo t'imljanin, che deriva dalloslavo. Gli slavi chiamano Roma, Rim; dunque Rilllljaltilt significa unRomano e non un Rumeno.

    ") Cfr. L' Istrta, I8i6, pag. 12.) Cfr. L'Ist";a, 1856, pag. 73, egg.

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    1 86villaggi di Gradigne, Lettay, Susgnevizza, Villanova, Tepeno-vizza, Berdo, Cepich; vacillava inChersusio (pag.OO) e Cosliaco,era sparita dall'agro albonese j solo Seiane manteneva 1 8 0 lingua,Mune oscillava ....

    Pag 00. Quel terreno che oggidi e tenuto dai Cicci (chevan distinti dai Berchini) formava l'agro dei Giapidi, suI qualeall' epoca romana venne condotta colonia di soldati .,. Nellaparte ten uta dai Cicci 200 anni fa si parlava iJ romanico, og-gidi ristretto alia sola Seiane, che non tardera a fondersi colrimanente.

    Rimangono ancora romoniei nella Valdarsa, ove indizicerti fanno ritenere, che vi fosse colonia, non di range nobi-Iiare, rna inferiors, pero di romani... 1 )

    Carlo de Franoesohi, il compianto estensore delle "Notestoriche; s'occupo nel 1852 nel giornale gia citato delle variepopolasioni dell' Istria, e quindi anche dei Cici e dei Rumenidi Valdarsa. t) Dopo aver riassunto quanto da altri era statopubblicato fino allora in tale proposito, ecco quale opinioneaveva egli sull'origine dei Rumeni d' Istria :

    (Pag 236) U Be i Rumenl provmgono dalla nazione Daco-,omana, 1'itengoehe sieno penetl'llti in Istria per la via di mareinsieme eogli Slavi che riscontriamo nel territorio di Albona ed iKtutta ~u Valdal'sa.... w E a pag. ~35 egJi spiega meglio il suopensiero: "Questa siirpe era spa"sa per tuua La Valdarsa eper l'agro albonese, pero mista alla 1'azza croata porfiroqenit, ehevenuta pel' mare dalla parte del Quarnero, oceupo quel tratlo di

    ') Con tutta Ill. riverenza che dobbiamo al Kandler, mi pare chein fatto di lingue non sill. stato troppo felice nelle deduzioni. Per queJloche riguarda le colonie nella Yaldarsa, si desiderano Ie prove. Anchecirca l'asserita venuta dei Croati in Istria nel IX secolo egli si adagia alracconto del Porfirogenito troppo ciecamente. La severa critlca modernaha sfatato Ill.leggenda. che i Croati avessero occupato I'I::Itria orientaleuel VII secolo e nei secoli che sublto 10 seguono. Ctr. Dr. Benussi, NelMelliQ B e o , Parenzo 18!)7, pag. 22 sgg. ed iJ mio Iavoro : Due TIl'but; nel-l' ArcMogl'afo triestino vol. Xl (nuova serle) pag. 322.

    ') Cfr. L'Istria, 1852, pag. 2 ' . 1 5 , sgg. "Bulle oarie popolaziolt; s:I' Istria

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    187paese. Si puo credere, che i Romaniei, venuti in questa provinciaassiem e ai Croati porfirogeniti, avratltlo conosciuto la lingua slavaper imlttui contatti che torse duravano molt. a1mi ancora a1 Da-nubio e neUe lente trasm igrazioni assieme intraprese ... " Che questatribil romanica pervenne per 1 8 0 via di mare sbarcando sull'agroalbonese, gliene fornisce un indizio forte (pag. 287) iltrovarneava.nzi a Besca 1 ) sull'isola di Veglia. _.- Che poi 1 8 0 tribilcroata dell' a.lbonese e della Valda.rsa venne dalla Dalmaziamarittima glielo dimostrano i cognomi ... egua.li a quelli delleisole e del litorale della Dalmaaia,

    Come si vede, i1 De Franceschi si acosta di molto dal-l'opinione dei precedenti scrittori, qnanto all' origine dei Ru-meni d' Istria, e Iivuole immigrati; ma come vedremo pluavanti, non concorda coll' Ascoli e col Miklosich ne quantoall'epoca ne quanto alla via tenuta nell'immigrazione.

    Un altro scrittore, C. A. Combi, in un lavoro pubblicatonel 1869 dal titolo: C enni etnogra{ici sull'Istria, s'occupo anchedei Rnmeni, 2 ) Dopo aver detto delle loro sedi odierne e del[oro continuo slavizzamento, quanto alla loro origine, l'autorevede (pag. !10) ~nei moderni avan.i romanici i discendenti deiLatini di Roma".

    Dello stesso argomento s' occupo il Combi nella Rivistconiemporanea di Torino 3 ) ristampato poi nel volume Istria ')ove a pag. 159, toccando dell' origine di questi Rumeni, dice:si che il giudizio, ch' ess! tenessero un g;o,.no t"tto i1 confine

    1 ) Di Rumeni esistiti a. Besca, sull'isola di Veglia, daUa parteverso Segna, non mi consta da nessun' altra fonte, ne i documenti chepossediamo parlano ma.i di loro. Non sarei alieno perc dal ritenere, checi fossero stati anche a Besca, venuti da Segna, visto che nella Statutodi S~gna si parla di Morlacchi, ~alati dalla. Bosnia. in Dalmazla e Croazia.,e di qui nella. Gatska, a.nzi nel territorio di Segna.. In un documento del1392 si accenna a. dei Morla.cchi, appa.rtenenti ad Obrovazzo sopra Za.ra,venuti quali coloni nel territorio di Segue, Cfr, Glov. Kobler, Jlrmo";fIper 16 storio della liburnica citta di Fiume, Fiume, 1896, vol. I, pag. 177.

    ') Ctr. nella. POI-ta orientale, 1859, pag. s o sgg:~ Cfr. la puntata di Settembre 1860 e di Giugno 1861 col titolo:Etnog"ajia dell'Istl-in.') Cfr. Istria, Stud; storici e politic;, Mila.no, 1886, pa.g. 150 sgg.

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    188della provincia, coloni e soldati dipresidio, ci vien faiio agct1ol-mente, anco sensa riandare il passato, alla sola vista di qmst'td-time reliquie di Roma .... alle jalde dei Caldiera.;

    Dunque ilCombi combina. colla. teoria. del Kandler, collateoria gis. nota, che, cioe, i Rumeni d'Tstria sieno nati ivi esieno i discendenti di coloni romani. 1 )

    Can questo lavoro cessano, dire cosi, le investigazioui dadilettanti su questi Rumeni; incominciano invece i lavori seriidi giudici competenti in materia, di glottologi, i quali, a basede' loro giudizi, pongono 1 0 studio della lingua parlata daqnesti Rumeni ed istituiscono de' raffronti con quella dei Daco-e Macedo-Valacchi, giusta i dettami della moderna filologiacomparata.

    Prima di passare ai lavori della seconda serie (1861-1900)fermiamoci un tantino su questa teoria dei nostri scrittori, iquali, ove si tolga qualche lieve scostamento, propendono avedere nei Rumeni dell'Istria gli avanzi di nn popolo natodalla fusione di coloni romani colla popolazione che abitava.anticamente quella parte dell'Tstria orientale, ove nei secoliscorsi abitavano ed abitano tuttodi delle colonie rumene j unpopolo dunque non immigrato, ma nato sul suolo istriano;questo popolo poi, quantunque rumeno, si sarebbe lasciatoslavizzare dagli Slavi che li circondano da tutte le parti.

    Vediamo un po', se una tale teoria possa reggersi,Lasciamo da parte due fatti per noi ora poco importanti:1 . Ie prove della specie delle colonie romane importate

    nella Valdarsa jII. quale sia stato il popolo preromano-istriano, il quale

    venne a contatto colle supposte colonie romane.I primi abitatori dell' Istria chi li vuole Traci, chi Illiri,

    chi Celti, chi Liburni j 2 ) ma quand" anche sapessimo con preci-') In ordine cronologico seguirebbe iI Saggio del Paropat (1860 ? ) .rna tanto I'Aseoli ehe iI Miklosieh 10 ritengono una mistifieazione. IiMiklosieh IDie slat" Elem. pag. 57) dimostra, che un dialetto scaccia todalla vita soeiale e dalla chiesa e adoperato sol tanto in famiglia, quasilingua di confidenza, non puo servirsi di parole quali: Afrodites, driu(ambasciatore, d' origine turca) spa/ad" mare (generale) ....') err. Or. Benussl. L' Istria sino ad Allgusto, Trieste, 1883, psg.61-U2e 122-136. A pag. 12'2 egli dice pili eonforme al vero l'opinione chefa iVeueti e gl'Istri d'origine trucica ; mil. gl'Istri vinti dai Romani(pag. 13G)erauo stati celtizzati.

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    189sione a qna'e di queste popolaaioni appartenevauo gI'Istri.1) citroveremmo di fronle a de' nomi, a null'altro j in quanto chenulla si sa della lingua da essi pa.rla.ta..

    Non ba.sta; quella. parte dell' Istria, ove trovia.mo i Ru-meni, pare fosse abita.ta. dai Liburni, della cui lingua anchenulla. sappiamo. Pare a. me, che questa. teoria. della. fusione dinn elemento romano-rnstico coll'elemento indigeno preroma.no,possa esser invoca.ta. piuttosto per ispiegsre i dia.letti italianidell' Istria. occidentale, specie della. costa j anaiohe per rendersiconto di un dia.letto rnmeno isolato, pa.rlato da pochi, e proprioin qnella pa.rte dell'Istria., che meno reliquie conserva. della.subita. romaniesazione !

    Esa.miniamo la lingua parlata da. qnesti Rumeni, e ve-dremo, che questa teoria. e insostenibile. - Come vedremo piliavanti, ildia.letto istro-romeno ritra.e del daco- e del maoedo-rumeno ; ma. dopo le inda.gini pili recenti, 10 si avvicina. pili almacedo-rumeno. ') Ora teniamo ben presenti questi due fa.tti:

    1. quali elementi concorsero a. forma.re la lingua. rumena?II. qua.li risnlta.ti se n'ebbero?Non si puo dire con precisione, ma. quasi tutti i dotbi

    s'accordano nel dire i Daci a.ppa.rtenenti al numeroso e assaisparse popolo traco-illirio. S ) Auche le colonie romane venutea contatto coi Daci ci sono ignote ; sa.ppiamo peri> che furonscelte da tutto I' orbe romano. ')

    t) I dot.ti in generale amruettono oggidl, che i popoli abitanti an-ticamente dalla penisola balcanica alia Venezia (quindi anche i Dalmatl,gl'Tlllrt, i Liburni, gl'lstri, i VcnetiJ appartenevano alia grande e diflusaschiatta traco-illirica.

    ') err. nel Grundriss.i.. I'articolo del Tikli" pag. 438: "ImmerhinliLsst sich soviel mit zlerulicher Sicherheit sagen, dass der istrische Zweigdem macedonischen nlJ.her steht als dem dacischen .

    I) "fr. Erodoto, V,s: eP"l(xw'l ~ l6'1 o< i J d'( ta TO'1 E aT! !U t~ l' 'lvao\i

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    1 93- pubblico nel 1861 i risnltati delle sue indagini negli Sfudicritie;.I)

    L' Ascoli adunque, da qnel glottologo competente che siEI, sebbene a malincnore, ribatte l'opinione del Combi intornoall'origine dei Rumeni 0 Valacchi dell'Tstria. Di questi (e diquelli dell'isola di Veglia) s' era occupato, ne' suoi Studt lin-guistic. anche il filologo lombardo Biondelli; ma come avverte10 stesso Ascoli, al Biondelli non giunsero che notizie imper-fette su codesti Rumeni, e quindi anche i giudizi suoi nonsono in tutto attendibili. L' Ascoli, a giorno di quanto s' eradetto e stampato fin ll su questi Bumeni, dall'esame linguisticoda lui fatto, dice doversi recisamente rifiutare l' opinione delCombi (cui accede ilKandler) "ehe vfde net Rumeni d'istria discendenti dei militari roman; e dei colon. lailni, onde sarebbersi,"unite a' ttmpi di Augusto l e . jrontiere della provincia e popolatii suoi IMfIt. di C6njine e le terre dell'.A,sa." (pag. 62).

    Secondo tale ipotesi, il latino rustico di codesti coloni ro-man. Sl eonse1'verebbenel ruml'no delle accennate I'egioni dell'Istria,(pag. 63), come il latina ,ustieo d'altt" coloni tomani ci e mantenulo nel fumetaOdella Dacia (valaco, daco-romano}: e la con'l1fIan.ea dei due pal'lari rumen. (Daco- e Istro-Rumeno) (Jltronon proverebbe, se non comunan.ea di romana origine. Ma c i o ebm lung. dal "ero. No. "edremo ch e 8 . tratta di due idiomi(prescindiamo per ilmomento dalle varlet&.del valaco extra-istriano) i qual; debbono ritenersi utaO idioma istessis8imo, e acui fondamento latino 8 . mostra affetto di tant; e tali peculiar.alleramenti, ' n parte non lietJe dovuti ad 'nflusso straniero, che, ilt70lerne Bupporre jortu'ta coinciden.ea ne; due paesi, ripugna asso-lutamente alia ragione; ond' e ch e non e8iteremo ad annoverare Rf4mI!nj d'IBtria, d'aecordo eol lJirmdelli, tra queUe genti, ehe perBoltrarB' alla barbaric degli Osmani migrarono in cerca di f'luovapatria." t)

    1 ) Cfr.G.I. AscoU, Studt eritici, Hilano, 1861,volume I. pag. 48, sgg.~ Cfr. Ibid. p&g.>2,68. - Qui l' Aseoli apre una nota. e osserva,ehe mantra si atampava ilsuo lavoro, usctva pur quello del Miklosieh,D~ .1411. Elem. ecc., ove tratta.ndo in appendice dei Rumeni d' Istria, egliosserva a pag. 67, nota. 1, ehe tra Ie fami~lie di Xeiane 24 porta.no il

    noma Stambulich a Turcooich ; eio ehe per 1Aseol1si~nifiea, ehe g'indi-geni avrebbero ehie.ma.toi Borvenuti con nomi ehe dicevano ilpaeae en dominatore dR cui fuggivano (Ibid. pag, 68, Nota. 1).

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    194Finito I'esarne del rum eno va ldm 'sese, nel quale riseontra

    delle caratteristiche comuni ai dialetti m aeedo- e daeo-rum eno,riporta it Padre nosiro dei Valdarsesi (che fra parentesi somigliaquasi perfettamente a quello dell' isola di Veglia) e poi con-.chiude: ~D ircmo cbe Dacoromani e M acedo Valachi s;en vellutia mescolarsi nell' Istria , v non diremo piultusto .... ehe it J"Umenodi Vold arsa ra pp resen ii Ull dacoromano pi" ar.tico dj qtlel cheoggid ' si parl ( 0 meglio si scrive) ;1 1 Valachia, un daeorom anoiu cui si mantengouo certi caratteri di autichita propil tutiorade; maccdo-oa lachi, ma perduti nel dacoromano moderllo? 1 )

    G li elementi slav; del "umeno di Valdarsa .... cvnltrmnnoper avventU l'a qualcht presioso additamenio circa la precisa pat riadi codesti colcni .... comunque sia .... nessuno !lO lrd pi" meitere indubbio it valaehismo di questa dialeiio Vuldal'sese. II quale flon equinc1i (come credono iletterati d'Tstria) una dirett propagginelatino-istrian, m a sl il 'la tino rustico elabomto compiuta".ente auova l i 1 4 . , O O , ira ogni specie di straniero in fiusso, III negli ultim ipaesi che il Danflbio bagna.; ')

    10 credo, che queste parole non han bisogno di COID-menti.Dunque gia l'Ascoli, un glottologo cui bisogna fare tantodi cappello, senteuaio :

    1. 1 8 0 lingua parlata dai Valdarsesi e rumena ;II. questa lingua non e nata qui, ma nei paesi del 0 8 0 -

    nubio inferiore e vi venne importata.Quando, non 6 detto chlaramente ie detto pero, da un

    popolo che, per isfuggire alla barbarie dei Turchi, venne inceres di nuove sedi j dunque, se non nel secolo XIV, almenonel secolo XV.

    Ma eccoci finalmente giunti 8 0 1 creatore, si puo dire, degliIstre-Rumen! e del terzo dialetto rumeno, cioe, dell'ist"O-f'Umetlo,che viene accettato oggidi ds tutti coloro che si occupsno di, .omanologia. Quest' uomo, conosciuto nel mondo glottologico

    1 ) Dunque : I Daco-Rumeni e i Macedo-Rumeni sono due rami dellostesso ceppo; II. 11 macedo-rumeno conserva dei fenomeni linguisticipili vecchi che non ildaco-rumeno: III. L'istro-rumeno s'aTVicina pilial secondo che al primo.

    'J Cfr. Ibid. pl\g' 78, 79.

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    195per i tanti la.vori pubblicati, cbe consacro tanta. parte di seallo studio del rumeno, e il rinomato slavista, gia. prof. del-l'Universita di Vienna., Fr. Mlklosioh, morto nel 1896.11 suo primo la.voro sui Rumeni dell'Tstria usci nel 1862, inappendice al lavoro : "Die slavisclicn Elemenie im Rumun.schen.1I1)Egli lavorava allinsaputa dell' Ascoli, ma. le conclusionidei due filologi sono le stesse. 11 Miklosich, conoscitore pro-fondo di tutte le questioni dibattute fra i dotti circa l'originedei Rumeni e della loro lingua, non si perde in lunghe dis-quisizioni, ma. taglia corto. Anche delle questioni circa I' ori-gine dei Rumeni d'1stria. egli ha piena. contezza; a.nzi riporta.le prove della. lingua. che a'erano sta.mpate sin ll, e su questea.ppoggiato, fonda. ilsuo giudizio. Queste prove consistono:

    I. nei due ra.ccontini del Covaz, pubblicati nel giornaleL' Istria t): Do. omi amnat a en ra se calle.... e Jarna rost a, ecrtlto race....

    II. nel Pa.ter Noster, l'Ave Maria. ed il Credo, pubblica.tinelle NOf! i6e e li Lubiana 8) in e 22 proverbi detta.ti dal cooperatoredi Mune, prima di Susgnevizza, Don Lor. Rakovez, ilqua.leoffri al Miklosich anche una. piccola. raccolta di voca.boli diXeja.ne e S.usgnevizza..

    Delle voci ch'entrano in queste poche e brevi composi-zioni (360 circa), egli ci da. un piccolo vocabolario, colla. spie-gazione e la. relativa derivazione j di queste 360 voci sono e liorigine slava 113.IIMiklosich dunque, dopo aver a.ccenna.to all' opinionedel Ka.ndler, qusnto a.ll'origine di questi Rumeni, opinione chegia conoscia.mo, contrappone la sua.: All'opinione (cosi dic'eglipress' a. poco) che i Rumeni d'1stria sieno nati ll, bisognscontrapporre un' a.ltra che nasce dalla somiglianza della linguadei Rumeni istria.ni con quella dei Rumeni abitanti intorno alMar Nero ed Egeo. Secondo questa opinione (che come abbiam

    1 ) Cfr. vol. XII delle Denkschriften .... pag. 65-69 st)tto iltitolo: DieIlltrillc1len Rumunen.

    ') Cfr. a. 1!H6,pag. 7, s ,'l Cfr. a. 1856, pag. 848. - Gli sfuggi peraltro ilsaggiuolo del

    dialetto istro-rumeno pubblicato nell'l,'ria, 1849, pag. 236.

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    visto e pur quella dell' Ascoli) si fanno derivare dal Dsnubio-inferiore, nel paese dell' Emo;') amboirami del popolo rumeno,cioe, i Macedo- e i Daco-Rumeni; e quantunque in questoprimo lavoro il Miklosich non 10 dica chiaramente, si benenei lavori successivi, la deduzione e questa: Se i Rumenid' Istria parlano una lingua che ritrae dei dialetti macedo- edaco-rumeno, cercate la patria dei primi nella patria del s~condi, dunque al Dannbio inferiore.

    Prima di p~ssare al secondo e pin importante lavoro delMiklosich sui Rumeni d'lstria, conviene ch' io dies due paroledi due altri scrittori, intendo del Maiorescu e del Bidermann.11letterato rnmeno Giovaaoi Maiorescu visito l' Isteia e l' isoladi Veglia, collo scopo precipuo di raccogliere ilmaterials estudiare ilrumeno delle due regioni ancora nel 1807; ma lalettera, di cui ci occuperemo tosto, venne pubblicata appenanel 1872.2)

    Nel 1874 pubblico poi a Jassy, quale frutto delle suericerohe, illibro: "ltfneJ'ar in lstria # fJocaoular istriatlo-romatl.Nella lettera stampata nel 1872 (e diretta al Covaz nel 1861)ilMaiorescu descrive dapprima il suo viaggio di 12 giorni,fatto a piedi da villaggio a villaggio nella Valdl\fSa, ove daquei Rumeni, specie da quelli di Xejane (oh'egli scrive Jejune,da pronunciarsi Xejune) venne ricevuto oome un apostolo, Fuanche a Poglizza, sull' isola di Veglia, ove un vecchio di 8)anni si ricordava ancora di alcune espressioni rumene. I Po-glizzani 10 assicurarono, che i loro antenati erano Vlachi, cioe,Rumeni. A Veglia conobbe ilDr. Cubich, ma questi parvegeloso del suo manoscritto (che conteneva una raccolta di vocie di modi di dire dell' antico dialetto di Veglia, e che fu poipubblicata nel 1861 8) nel giomale L' Istriano, N.ri 18, 14, 16e 17, e ripubblioate nelle Notisie flaturali e storicM sull'isola

    ') Quest'opinione, che viene a confortare la teoria di Rlisler, eaccettata oggidi da quasi tutti irumenologi. Veggasi, fra altri, M. Gasternel Neumann, La jilologia "Ollla'lZa, pag. 180; e Briebrecher, op, cit.pag. SO. -

    ') Cfr. La Provincia dtll'Istria, 1872, pag. 934, 91\5.") Cfr. n giornale L'lstl'ialHJ, N.ri 13, 14, 16 e 17 del 1861.

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    197tli VFglirt, t) e gli concesse di confrontare soltanto il Padre-nostro e l'Avemaria dei Poglizzani 2 ) col testo di quelli diValdarsa. Anch'egli~trovo, che la lingua rumena di Poglizzae eguale a qnella di Valdarsa e di Xejane.

    Racconta egli ancora, che it Dr. Cubich gli lesse qualchecosa "di alira lingua romantica; (sic!) usata nella citta diVeglia ene' suoi dintorni, e soggiunge ancore, che fra tuttiidialetti romanici a. lui notl, questo (della citt8. di Veglia) siaccosts. di pin al rumeno. S )

    Ecco Ie conclusioni del Maiorescu: 4 )Dopo Ia colonizzazione della Dacia con coloni romani,

    tutte le regioni fra ilDanubio e l'Adriatico si copersero concolonie rnmene, parlanti una lingua romanica. La trasmigra-zione dei Barbari ha causate degli spostamenti in queste co-lonie rumene, in sosta.ru:a perc la popolazione rumens rimasesul suolo primiero. Cessa.te Ie incursioni dei Barbari, le popo-Iazioni rumene si rialzarono e nei sec. VII e VIn formaronodei piccoli stati 0 Banati, alcnni dei qnali esistettero fino alIX . e X secolo.

    1 ) Cfr. Parte I, psg. 107,sgg., Trieste, 1874.")E non degli antichi Vegliesi, come s' esprime i1 Maiorescu. Di

    questo particolare e Interessantlssimo dialetto, che fu studiato dal-l'Aacoli, dal rovignese prof. lve, ed ora si studia dall' albonese prof.Bartoli, si tratter! phi avanti.

    ")11Maiorescu qui m'intorbida alquanto Ie acque. Che ci sia del-}'affinitil.fra questo dialetto antico di Veglia (citt! italiana orae sempre),col rnmeno, 10ammette anche PAscoli (efr. Archivio glottologico ital., vol.I, pag. 430, sgg.); ma ilrumeno di Poglizza, villsggio slavo dell' isola,n' e aft'atto distinto.

    Nel dialetto antico di Veglia, connesso oggidi dai glottologi conquelli di Rovigno e Dignano, si ritiene trovare Ie reliquie di "qutll'est1'emalatj"i4Q oriental, Me si stese dall'IUirico al Ponto; (hcoli I. cit. pag. 436)o meglio, giusta gli studi recentissimi del prof. Bartoli, dell' antico dal-matico, (Ofr, Pop. Ober title Stuilienrtise zur E,1orsc1autlg des .AltromatliscMnDalmatit1l8); laddove i1 rumeno dell'isola, ora estinto, e un'imporlazionepili recente, ed e intimamente connesso col rumeno della Yaldarsa, Madi queste questioni si parler! pili avanti e pili diftusamente.

    ') Per quanto lusinghiere, non credo si pOSSI\UOccettare ad occhichiusi queste sue conclusioni.

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    Gli odierni Vlahi 0 Morlacchi (i Maurovlahi del preteDiocleate) che parlavano un di la lingua dei Vlahi della Mol-davia e Valachia, della Macedonia e Tessaglia, e che lasciatala propria lingua, si distinsero dai Croati della Croazia e Dal-mazia soltanto per ilrito reIigioso (greco), come i Vlahi 0Morlachidell' Istria, che accanto ai Croati conservano la lingua roma-nica, soltanto in pochi vlllaggi, ma che 170 anni fa, per di-chiarazione di Fra Ireneo della Croce, si estendevano anchesul Carso di Trieste e di Castelnuovo .... sono i miseri avanzidi quei medesimi Romani 0 Vlahi che nei sec. VII, VIII eIX formarono i Banati di Oroasia e Dalmazia .... 1 )

    Anche ilprofessore nell' Universit8. di Graz, H. J. Bid.er-mann (mono nel 1896) porta un generoso contributo sui Ru-meni dell'Istria, rispettivamente sui Morlacchi e Cici, nel suolavoro "Die Romanen und ihre Verbreitung tn Oe3terreich,,')Egli, dopo aver riassunto i lavori pubblioati prima del 1877 inquesto proposito, concorre col suo - quantunque piu condati storici che linguistici - a gettare nueva luce sulla que-stione dell'origine e della venuta dei Morlacchi e Cici nell'Istria,e con cia dei Rumeni. Egli conosce il documento del 1468 S )in cui si nominano i Cici per la prima volta; e pone questodocumento in istretta relazione con due altri, uno del 1466,

    1 ) Degna di nota e I'osservazione del Maiorescu, che nell' Istria(dagll Slav!?) si dicono Vlahi tanto i romanici della Valdarsa, ~uanto iSerbo-Dalmati di Parenzo, Pola, Dignano, Pisino e Montona (s intendadegli agri di queste citta).Evidentemente e avvenuto qui CiDche avvenne altrove. Vlach si-gnifiCD in origine un Rumeno; piu tardi un pastore slavo.Altrettanto accadde del nome Morlacco. In origine 8880 significDun Rumeno; piu tardi un contadino slavo venuto dalla Dalmazia.') Graz, 1877. pag. 79 sgg.

    I) efr. CucugUevich, .Acta croatioa, pag. 98, 94, Doc. LXXII. del a s s .Un prete di Lindaro, sotto la spiegazione del Salterio in croato, notache nell'anno 1468 vi fu una guerra tra le genti del conte GiovanniFrangipani e quelli di Boglluno, Vrana, Brest, Pisino.... Nella nota siaggiunge ( e scritta con caratteri glagolitici) che rimasero morti sul campo20 dei CiCI del conte Giovanni (cic Kneza loana).A proposlto della derivazione del nome tido, molti nostri eruditiritengono che Il nome provenga dalla pronuncia sonora del ci usata daiCici nel discorso (Ciribir', Ciciliani, Ciceroni .. sono nomignoli) j altri ri-tengono derivi piuttosto da cieia, in rumeno cugino, nel senso in cuinella Dalmazia, nell' Istria. nel Veneto, si di. del barba (zio) ai propriconnazionali. Non ho potuto poi porre in sodo, se questo nome 1 0 por-tarono i Cic*R,"7leni con se, oppure, se gli Blavi istriani chiamaron cosiisorvenuti Rumeni mezzo slavizzati.

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    l'altro del 1468, che parlano di Vlahi (nella tradnzione italiane,Morlacchi) importati sull'isola di VegHa dallo stesso conteGiovanni Frangipa.ni; I) sicche anche da qnesti documenti

    ') Cfr. Cucuglfevleh, Acta croatica, vol. I, pag. 97, 103 II primo do-cumento e del 1465, e fu esteso Ii 10 novembre a Castelmuschio sull'isoladi Veglia. Con quest.o il conte Giovanni Frangipani (V. il mio lavoro:L' ultimo dei Frangipani conte di Veglia, nell'Archeogra/u triestino, vol, XVIII,pag. 138 sgg.), stabilisce i confini, entro i quali possono pascolare, aiVIl\hi 0 Morlacchi "eu! abbiamo posto noi Ilei confini del detto Castelmu,chio."(L' origin ale e esteso in croato con caratteri glagolitici; il documento eriferito anche dal Miklosich, tJbl!l' die Wallderullg .. pag. 64, 65 in carat-terl latini). II secondo documento e del U68, e fu esteso a Veglia.

    II conte Giovanni proibisce ai Vlahi (nella trad. ital, 1I0riacchiJ deidintorni di Castelmuschio di oltrepassare i confini giA loro stabiliti colprecedente decreto .... "dei Vlahi, ; qual; or ora 80n venuti qui a stabilirsi .Nel documento del 14.65s'incontra una sola volta. 180voce Vlah; Ie altrevolte, anche in croato, si dice Mllrlachi; nella traduzione italiana s' usasempre Morlac~hi. - Nel documento del 1468 s' adopera sempre, anchein croato, 180voce Murlak.

    E qui, per non ritornare pili volte snllo stesso argomento, ill! siapermessa I'osservaalcne, che se J'lah, Morlacco equivale a Rumeno, come10 si ammette, e sull'isola di Veglia ne abbiamo una prova palmare nellalingua parlata da essl, io ritengo potersi congetturare, dal documentoseguente, che i Vlahi, ossia Rumeni, erano sull'isola giA 801principiodel secolo XIV. - Nel documento del 1321, esteso Ii 8 novembre aDobrigno sull'isola di Veglia (Vedilo in Acta croatiea del Cucuglievichpag. 3) il parroco Ambrogio dona alia chiesa di S. Ambrogio da lui fab-bricata, alcune terre.... che si chiamano "zaske (cioe, appartenenti aiVlachi). Ne cio deve recar meraviglia, perch>anche il Dr. Racki (Cfr. LaCroazia aeanti il XII 88colo, nel Rad. vol. 57, pag. 143), dice che i Vlachierano noti nella Croazia nel sec. XIV e si trcvavano domiciliati negliagri delle citta dalmate e croate, dalla Cettina all' Istrla.

    I passi riferiti nei due documenti del 1465, 1468alludono con moltaprobabilitA a quei Vlachi, che porto a Castelmuschio ilconte Giovanni,naturalmente dalle sue terre del litorale ungaro-croato; con cio non sinega, che a.ltri Vlachi sieno venuti prima sull'isola, come 10 dimostre-rebbe questo documento del 1321.

    Ne qul terminano i documenti sui Viachi dell'isola di Veglia. Nel1488 ilvescovo di Veglia Donato di Torre si adlro "con tutti Ii eoroati etmol'lacchi di Dubasnisa e PoglizCl" perche non gli volevano pagare le de-cime (Cfr. Dr. Cerncich, La pi,,, veecbia istoria d,-i ve8covati: fleglie8B, osserese,arbese ecc. Roma, 1867, pag. 137). E a pag. 139 si puo leggere in nota 1)dell' a. 1504 di un terreno "qllod tempore comitis Ioannis quidam Radaz,Corvatus lenebal et pOBsidebat, et antea p088idebal quidalll Murlacus". Chequesti Vlachi 0 Morlacchi erano giA prima sull' isola I'abbiamo visto;e se i nomi dicono qualcosa, quel "magiflte,' Nicolaus di Jt'lacho" nominatonel Doc. del 1402 fatto a Veglia (Ofr. Cerncich, op. cit. pag. 159) starebbeanche a darci una novella prova di cio.

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    Quanto all' opinions, che questi Vlahi, Morlacchi, Cici,venuti nell'latria, erano gia. un misouglio di Croati e Rwneni,Bono d'accordo con lui j ma che questi parlassero ancora. ru-meno, ne abbiamo Ie prove nella. lingua usata, nei secoliscorsi, dai Cici e Morlacchi del Carso, da qnelli di Xeia.n.e,della. Valdarsa. e dell'isola di Veglia., fino 8 0 1 giorno d' oggi jbisogna perc farvi in questo proposito una piccola distinzione.Se si tratta di Vlahi, Morlacchi, Cici del sec. XIV 0 tutt' 8 0 1pin xv, questi parlavano ancora rumeno misto di slavo, quandovennero nell'Istria; se si tratta. invece di MorJacchi, Oici, deisec. XVI e XVII, importa.ti da Venezia. in latria dalla Dal-mazia, a riempire ivaeui oausati dalle pesti, cui ilDe Franceschichiama Morlar,cJti nOf)issimi, 1) ritengo per certo, ohe queeti nonparlavano pin rumeno, quando vennero in Istria., e cio permolte ragioni: I. Quellti non lasciarono tracee della linguarumena ima sono oggidi serbi, come 1 0 erano quando vennero jn. Che cosl sia stato 1 0 eruisco dal fatto, che i lIorlacchivenuti nel territorio di Rovigno') nel primo quarto del sec.

    1) Cfr. L'lstria, Note storiche, Parenzo. 1879, pag. 870.Secondo 10 stesso autore (Gfr.op. cit. pag. 866) aleune famigli.

    Morlacche vennero investite di terreni nel comune di Buie nel 1 44.9, -Nel 1490 dei Morlacchi ci sarebbero giA stati suI Carso tanto aust.riacoche veneto, ed in qualche villaggio del territorio di Capodistria. -(pag. 856, sgg).

    Cert.amente, se Iivediamo negli stessi anni sull'isola di Veglia,erano questi i veri Morlachi 0 Cici, in islavo Vlahi, ossia quellij cheparlavano i1 rumeno e allora, e all' epoca del vescovo Tommaaini e delirate lreneo, e che 10 parlano ancora oggidi a Xeiane e nella Vald&l'8.e fino a pocbi anni fa sull'isola di Veglia, e tlltti immigrati faci1mentedalJa Bosnia, Erzegovina, Dalmazia, Croazia, fllggitivi dai Turchi.

    Dove non si pub andar d'accordo col De Franceschi si l! nel rite-nere, che questi Morlacchi (del sec. XV) erano mandriani mescolatisicogl' indigmi caraolini di razza romanica, che, giusta 10 storico Fra Ireneo,aneora intomo al 1700 fra loro denominavansi Rumeri (Romani), ebberodai Triestini ilnome di Cicci

    Son questi Morlaccbi, Cici, Vlachi dei sec. XIV e : x .V, immigrati,fuggenti dinanzi i Turchi. che portarono con se i1 rumeno, e non gl'in-digeni carsolini.

    ') Cfr. Caenaz.o, 1 Mot'lacclai nel territorio di RoWgno, negli: Att;e memorie deUa Soc. istr. di arcMolog. tJ 8tol;a patria, vol, I, pag. 129sgg. (1885).

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    20 2XVI (1626) chiesero si concedesse loro un zupano (e non unpodesta), che tutti i cognomi di detti :Morlacchi sono giB.slavi, che il capitolo di Rovigno nel 1596 fu obbligato diproveder a detti Murlachj u " Prete schiavo alto et idoneo alit,cura dell' anime loro..... 1)

    Avvenn_e del nome Morlacchi cio che presso gli Slaviavvenne del nome Vlahi.

    In origine Morlacco (Maurovlaco, Negro Latino, in islavoVlah) significo un Rumeno; col tempo Morlacco significoun abitante della Morlacchia, di costumi eguali al primo,fora' anco lonta.na.mente deriva.nte dal primo, ma. parlante,non pin il rumeno, bensi 10 slave i Vla.h fu detto unRumeno, pin tardi un pastore della. Bosnia, che esercita.va. lapastorizia come i Romeni, rna non parlava pin rumeno. E difatti ilMa.iorescu') ci a.vverte, che gli Slavi dell' Istria chi a.-ma.no Vla.hi ta.nto i Romeni della. Va.lda.rsa.qua.nto i Morla.cchiserbo-dalmati importati nell'Istria nei sec. XVI e XVII.

    Del resto, sorvola.ndo su ta.nte a.ltre cose dette dsl Bider-mann, che non hanno certo interesse per noi, mi piace osserva.re,che a.nch' egli S) , riferendosi ai la.vori di tre competenti in ms-teria, 4 ) trova. una. consonanza. fra la lingua. dei Rumeni d'Istria.e quell a. dei Ma.cedo-Rumeni, e ne deduce doversi supporreuna. lunga comune dimora dei progenitori d' ambedue questeschia.tte, 1 0 . nella. penisola. balcanica, dalla qua.le emigra.rono evennero nell' Istria.

    Solta.nto l'epoca a. do da lui assegnata il un po' tarda,oios, nei secoli XV 0 XVI.

    Ed ora. passiamo al secondo la.voro del :Miklosich, cheessendo uscito appena nel 1800, dunque dopo quello del') Cfr, op. e 1. cit. pag. 139. - Questi erano gia Morlacchi serbi,

    che non parlavano piu i1 rumeno, quando giunsero nell'Istria. L'osser-vazione vale a fortiori per i Morlacchi lmportatl in Istria nel sec. XVII.(efr. De Franceschi, op, cit. pag. B64 sgg.

    ') Cfr. La Provincia, 1872, pag. 935.I J cr-, op. cit. pag. 93.'J Ci08: al lavoro del Maiorescn, Itiuerar in Istri !I i vocabulari,triano-roman, Jassy, 1874; al lavoro del Biondelli, Studt lingui8tici, pag.

    58; a quello dcll'Ascoli, Studt critici, I, 49.

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    Bidermaun, dal quale ricava alcuni dati sui Cici e Morlacchidell' lstria, e alla distanza di 20 anni dal suo primo lavoro,contiene delle notizie pin interessanti e dei giudizi pin precisisulla questione dei Rumeni d'lstria, che non contenesse ilsuoprimo lavoro.n titolo di questo secondo lavoro del Miklosich si e:

    O ber die Wanderungen der Rumunen in den dalmatin;schen.Alpen u"d den Karpaten" 1 ) e fu pubblicato nel vol XXX delleDenkscriften.... dell'Accad. di Vienna

    Riassunto anche qui quanto si sapeva da lui e da altrisulle sedi dei Rumeni d'lstria, detto che una volta dovevanoestendersi dal golfo di Fiume fino a quello di Trieste .. quantoall' origine di questi Istro-Rumeni, COSt ilMiklosich (pag. 2):Deoesi respingere l'opimone, che questo populo sia nato nella suaodierna patrie, daUa fusione d'Uti elemento indigeno eon eolon!romani, percM la lingua da esso parlat sia a quella dei Daco-e Macedo-Rumeni in taU intimi mpporti di affinita, da nonp oieria acceua re p er tJerosimile."

    A questa opinione si oppone anche il fatto, che nellalingua degli Istro-Rumeni v' hanno delle vooi d' origins slava,Ie quali non possono essere state prese ne dalla lingua degliSloveni ne da quella dei Croati d'Istria, rna devono derivaredalla lingua. dei Bulgari.

    Dopo aver indicate queste voci d' origine bulgara, l'A.soggiunge: Diese Wurte zeigen, dass die Rumllnm Isiriens auseinem aueh "on Bulgaren bewohnten Lande stammen."

    Ma siccome questa contatto non avvenne nell'lstria, bi-sogna ritenere, che avvenne altrove, e propriamente nei paesidell' Emo, come fra breve vedremo.

    Ed ora l'A. si fa queste domande:1. qual e la patria originarla dei Rumeni d' Istria ?n. per quale via vennero essi dalla loro patria originaria

    nelle odierue sedi?III. quando avvenne la lore migrazione nell' lstria?Ecco le sue risposte :

    ') efr. Vol. XXX delle Denkschriften- ... 1880, p. 1 Bgg.

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    206La naaionalita rumena dei Vlahi serbi risulta de. iunume-

    revoli nomi rumeni (seguono molti nomi) idi questi una parte(come B ukor, pulcher) sta in rela.zione con appellativi rumeni;Iaddove un' altra (come Dragul) tradisce la sua origine rumenasoltanto coll'articolo ul aggiunto alla radice dmg (che e slava).

    Con vlah il Serbo designa il Rumeno, specie il setten-trionale, dovunqne egli viene a. conta.tto con essolui, cosi nellaSerbia orientale come nel. Banato: ilmeridionale egli 10 chiamaZiNUJr; 1 ) il Bulgaro comprende con vluh si l'uno che l' altro.

    Opposto 9 0 1 nome I'lak (lat. o la cu s, b la cu s) stava e sta. tuttodiun nome mezzo slavo : i documenti la.tini chiamano ilpo-polo fJ lo ro ll la chi , morob la chi, piu tardi morlachi, ital. murlucrhi,un nome ilquale non ista in rela.zione con mOle, (murc), mae identioo col greco di mezzo f J4l1p6~Ar l .O~.

    Ilna ragione della denomina.zione dei Rnmeni quali Seg,.iYlachi non e stata trovata ; ') il nome si trova presso i Serbiquale Karavlah accanto a olah, La voce morlaceo ha estesonei tempi posteriori ilsuo significato; giacche si denominavanocon essa non solta.nto i veri Rumeni, ma anche gli abitanti

    ') Da "in's, ch'essi pronnnciano in luogo di cinei, quinque, rum.(Cfr, nel G r u " d , . , , , eee, pag. 421, l' articolo del Greber : Die Rom all.SpracMnJ.

    ') Sta bene j tuttavia il Lucio, op. cit. ed. Vienna, pag. 276 oveparla della Malwovlachia, aggitmge: Midest Nigra Vlach;a a Graecis, nuncquoque (11 Lucio nacque nel 1604, mori nel 1679) a Turcis Carabogdflnia,id est, nigra Bogdall; regio, a Bogdano principe .... nigra vero Ita frumentonig/o ... - Bogdano (Diodato) era figlio di Stefano ilGrande che regnoin Moldavia all'epoca di Maometto 11, Baiazet II, Solimano, e gli aucce-dette nel 1511. - Cfr. La Romania dallan'i all' Europa, pel" Enrico Croce,Firenze, 1878, pag. 19.

    Questa partioolaritA perc degli attributi bianco e ne,'o, dati ai po-poli, non e una raritA; ce ne sono di molti esempi, specie presso gliSlavi j non credo perc si posse. accettare l'opinione del Kobler (op. cit.pag. 179, VQl. J) che i1 ne,'o attribuito al Vlachi significhi qualita servile,e che gli Slavi chiamarono bieli (bianchi) i liberi e zerni (neri) i soggetti.Lo stesso A. dissente in molti punti dai gIottologi !lui Vlachi, Morlaccbi,Cici, (V. pag. 176 sgg.) e mi pare fraintenda ilLucio, iI quale in moltiluoghi ha prevenuto le deduzioni dei moderni glottologi. Veggui i1ano capitolo De Ylnhis, pag. 271 sgg. ediz. Vienna, e pag. 668 sgg. ediz,j tali ana.

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    206slavi della terraferma. Nelle Bela.ioni venete della prima meta.del sec. XVI, tutti gli abitanti slavi della terraferma, tanto alQuarnero e nella Dalmaaia settentrionale quanto presso Cattaroed Antivari, si dicono morlacchi. 1 ) Nello slavo ilnome j A o G W F h ~ A c x x ~non ha preso piede, se non s' intende forse ilnome mrrtoviassi,col quale si denominano gli abitanti del confine fra Castagnizza.e Novi, quale corruzione di moroolas8i: Mertovlas8i e anche ilnome d' un villaggio nel Comitato di Poxega. 2 )

    I Ylachi erano allevatori di bestiame, i quali parte abi-tavano in luoghi fissi (cat"", regio pastoria) 8) parte erravanocoi loro cavalli, colle loro pecore e capre, da monte a monte,da pastura a pasmra, Si deve dare un gran peso a questotratto caratteristico del popolo rumeno: esso spiega la sua.ulteriore dilatazione, e con cio il grande significato del popolorumeno per I I I . storia dei terri tori siti tra. i due mari, e deipaesi finitimi fino a gra.ndi distanze.

    Coll'allevamento del bestiame andava di pari passo unitopresso i Vlachi il caseificio ed il commercio delle carova.ne.

    Il formaggio dei Vlachi aveva una tale importa.nza neltraffico dei Ragusei, da venir adoperato, accanto 11.1metallomonetario, come mezzo di pagamento. n prezzo del caseusvZachescU8, v lach i8CU8 (brenea in un docum. dell' a. 1367) veniva.stabilito dall'Autorita. Possessori di animali da soma, i Vla.chiportavano a Ragusa piombo bosniaco, e prendevano de Ragusa,e da altre cittil. della costa, tra le altre merci specialmente il

    J ) Cfr. ilvol. Xl (Tomo illdelle Commissiones et JUlatio"e, ctnet(u)a. 1668-1571, pag. 8-248.

    'I Sarebbero per avventura i Ma.rtolossi, pili volta nominati neglistessi anni insieme coi Morlacchi e cogli Uscocchi? - Cfr. ilvol. Xlcitato nella nota precedente.') n Ra~ki (La Croaeia allallti il XII sec., op. cit. pag. 140, DelleNote 2 e 8.) osserva: 11Dantctch, Del Voca~ol. dell' alltichita 'troe, aliavoce catun, la spiega con "egio pastoria, - Nei documenti latini di Ragusatroviamo: eaiune, cathoni.

    Quanto all' etimologia della voce catu", ilMiklosich, (Die F"eflfld-tDi1rtw in den slav. Sprachen, pag. 25) la ta derivare dall' albanese; ma ilMatzenauer, Voci straniere nelle lillgue ,lalle I, 87. la deriva giustamentadal rom. contone,

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    0 0 7sale, che ha nella storia di questi paesi uua grande impor-tanza. Nell' lllyricum sacrum del Farlati tVI, 28) si puo Ieggereuna notizia del 1440, in cui si fa cenno del commercio che,circa una statua. si faceva ... ab advenis Moralachis.

    Da.lle notizie che riferisco in nota. 1 ) si vede che i Vlachierano noti a. Ra.gusa. 8 0 1 principia del XIV sec.

    Della. lingua. di questi Vlachi ci sono rimaste alcune pocheparole nel serbo parlato in quelle regioni, fra. altre: turma,carovana nel Montenegro, e turmar, cocchiere de. nolo, nsatoin Croazia. (in rumeno turma vale gregge); brene, formaggiovla.co, usa.to generalmente nei Carpazi, e che da qui si e dif-fuso nei paesi vicini.

    B. Rumeni nel territorio croato.Un di c' eran dei Rumeni sull'isola di VegJia, lungo le

    coste orientali del Ma.re Adriatico, nell'interno del pa.ese (Bin-nenla.nd) e ce ne sono ancora oggigiorno nell'Tstria.

    a ) Rumen, sull'isola di Veglia.Che oggidi sull'isola di Veglia non si parli piu rumenoe fuor di dubbio. ')Che perc una volta ci fossero su quest'isola dei Rnmeni,

    specie nei villaggi di Dobasnizza e Poglizza, ce 1 0 attestanoidocumenti, i quali parlano diMorlacchi contrapposti ai Oroati,proprio come in Serbia. si distinguono i Vlachi dai Serbi. 8 )

    ') Cfr, Jireeek, Die Wlachen Imd MauI"Dlclaehen in den DenkmiilernNl Ragusa, pubblic. nei Sitzungsberichte de,' kOIl. bOhm. Gelehrtellgesellschaft,27 gennaio 1879; poi ilvol. X dei Monum. Slap. Melid., che tratta 601-tanto di Ragusa, pag. 138 (1321) ....ad petitionem VIachi famuli sui,pag. 158 (1 844) .... ex relatione unius Vlachi de terra Bossinae ....accusavitcertos homines sive Blachos, qui venerunt Ragusium accipere salem....pag. 159 (1344) circa expeditionem Vlacornm, dando eis ordinem acci-piendi salem, pag. 267 (1347) ....quod quilibet Vlacus slavus ....

    " Sta bene. 10 che sono nato nella citta di Veglia e che conoscol'isola pl!r longum et pe,' latum, posso confermare quest' asserzione.

    I) efr. Cerneleh, La pili fJecchia isloria ecc., pag. 137.... "con tlltti Iicorvati et morlacchi di Dubasniza e Pogliza ..... e a pag. 139.... terrenum

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    208Che i Murlachi dell' isola di Veglia erano identici con

    quelli della Dalmazia edell' Istria, e che furono trapiantatinell'isola nei villaggi di Dobaaniasa e Poglizza dal conteGiovanni Frangipani, trasportandoli dalle sue posaeasioni diterraferma (i Frangipani avevano vaste possessioni nel Vinodole nell' interne della terraferma fino a ModI'UlfSa)devesi ritenerecome coso. certa, cio avvenne circa tra il1450 e 14&).1)

    Un dnbbio solo puo sorgere in proposito ; se cioe, queatiMurlachi, all'epooa del loro trapiantamento, avessero gia. par-lato ilcroato 0 ancora ilrumeno j un dubbio che sparirebbeper colui che a torto ritenesse I'Istria per loro patria antics.Per dimostrare, che questi Murlachi, non soltanto 0 . 1 tempoquod tempore comitis Ioannis quidam Radaz Corratus tenebat et posai-debat, et antea possidebat quidam MurlacUB.... e Mlkloe1cb, (;bt,. ditWander. ecc. pag. 4, 6.

    ( 1488-1 496) .... che ilprimo patron della possession sia stato Con>Alocioe Sc/aiaVOtl,et non Murlaco;

    (1486) Murlachi pagavano ..(1489) erOf'ati pagavano .(1488) Bidusse detti Murlacchi et Crouat! ....Vfr. anche nella nota 1, p. 199, i docwn. del 1465 e 1468, nei quali

    si parla di Vlachi 0 Mo,lacchi.Ce n'erano pera anche a Castelmuschio e a Dobrigno, come dalla

    nota stess&.

    1 ) nMiklosich, nel fissare quest' epoca, si basa sulla dichiara.zionedel conte Giovanni .Frangipani, contenuta Dei documenti del 1466 e1468 (V. nota O S ) , nei quail si dice di Vlachi import.ati da lui; ma comeho gia avvertito, dal docum. del 1821, esteso a Dobrlgno, si deve rite-nere, che di Vlachi c' erano sull'isola di VegJia gia dal principio delsec. XIV, come ce n'erano a Ragusa, nei dintorni di Trau, di Sebenico,ttl Zara, in tutta la Corbavia, e persino nei dintomi di Segna.

    Per Ragusa V. la nota 69 (a. 1324).Per Trau V. Lucio, MemQI'ie storiche di Trau, pag. 279, 280 (a. 1862)Per Sebenico V. CucugUevicb, Jura I'egni Croatiae ecc. vol. I pag.

    126 (a. 1367) pag. 149 (a. 1383).Per Carlopago pag. 156-159 (a. 1387).Per la Corbavia in generaJe V. MOllum. 8pUt. hiator. Slao. Mtrid.,

    vol. II, pag. 219 (a. 1844) - e per ildistretto di Zara V. vol. ill, pag.23 7 (a. 1852) .Pel' Segna V. Kobler, op. cit., vol. I, psg 177 (a. 1392).

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    209della loro immigrazione, rna benanco al principio di questosecolo, parlavano ilrnmeno, possono citarsi ilPadre nostro el'Avemaria che pochi anni avanti si raccolserc dalla bocca diun vecchio Poglizzano, morto nel 1876.1 )

    Quest' a I' unica prova della lingua rumena dell'isola diVeglia.

    Es isl nicht heka""f, dass sich (il rumeno dell'isola) inder Spl 'QCM der Veglia1tN' (si allude all' antico dialetto dellacitt& di Veglia) eine Spur der rurnunischen erhalten We" I)

    b) Rumeni aUe coste orientali del mare Adriattco.Il nome vlah ha nel croato e nel serbo molti significati:

    esso significa in serbo ilValacco, cioe, ilRumeno al bassoDanubio, ilquale in certe regioni vien detto Karav'lakj nellaBosnia e nell' Erzegovina indica vial. nella booca dei Turohi edei cattolici, e da questi in Austria (ad eccezione della Dal-mazia) gli appartenenti alla chiesa greca ; 1 1 1 . voce vlah, in questosignificato, rinchiude un certo scherno ; presso gli abitantidelle citt8., dei mercati e delle isole della Dalmazia vIal. signi-fica un abitante del continente senza distinzione religiosa:questi poi da s a stessi adoperano il significate di vlah pariallItaliano Morlacco. Di qui provenne ilnome di Oanal dellaMorZtlcca 0 della Montagna. ')

    Dalle cose anzidette risulta, che i Vlachi una volta ap-partenevauo alla chiesa greca; ilche a comprovato da un do-cumento del 1373. ')IVlachi alle coste orientali del mare Adriatico vengononominati pili volte: nel citato documento del 1373, un distrettofra la Bosnia e 1 1 1 . Corbavia, chiamasi Maior Vlachia.6)

    1) Cfr. ancbe ilCubicb, ilMaiorescu, l'Ascoli e I'Ive nel luogbigia citati.

    W j Giusta I'opinione del prof. Bartoli O-ber eine S tu di en re i8 tJ .... pag. 88,89, 90) le colonie rumene dell'isola non influenzarono menomamentel'antico dialetto della citta di Veglia.

    I) Cfr. nel vol. XI dei Monum. Slaoor, Merid., da pag. 21-193.') V .Farlati, Illy". sacrmn, IV, pag. 63, ..."Vlaebi, pastores BcAi8-'"atici, fusi per agros ac dispersi degebant.;I) V. .Farlati, 1UYI . sac"um, IV, pag. 63, ..."circa Sabete et ,"aiorem

    Ylachiam."

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    210I Vlachi appariscono in un dooumento del bano Nicolo

    de Zeech del 1362, ove si parla di una Z>a,.ticulagentis Mor-lachor",",,, e viene stabilito, che i Morlacchi non possono sta-biIirsi nel territorio della citt8. di Trau: MNuUus MOf'lachorumnrc aUg'''' gens de illorum progenie ... " 1 )

    Dei Vlo.chi si parla ill nn documento del 1412 del reSigismondo, nei dintorni di Bebenico; ') ed in un altro docn-mente dello stesso anna si fa cenno dei Morlacchi. S )

    10 credo, conchinde il Miklosich, che questi Vlachi nonsi possono separare ne da quelli del territorio serbo ne daquelli dell'1stria.

    c) Rumeni nell'1stria.Sopra i Rumeni dell'Istria, dice ilMiklosich, a' e osser-

    vato qualche cosa piu sopra ; piu esteaamente s' e detto nelvol. XII delle Denksehriften pag. 00-69 (e allude al lavoro:M Die Slav. Eltm. im Rumun.")

    Quando essi abbiano toccato il suolo istriano, non silascia precisare; la qual cosa non deve meravigliare, trattan-dosi di un popolo che si spinae avanti (dai paesi origin&ri)non gia. in grandi masse, ma in piccoli gruppi, e ooai ci viendata la ragione eziandio, ehe la loro venuto. non venne nota.tadai cronisti.

    Dai dati sopra eitati si pub ammettere, che la loro immi-grazione nell'Tstria sia avvenuta circa nel sec. XIV, e chesiano venuti dalla Maiur Vlachla. Dopo che i Rumeni, stabi-litisi in territorio serbo e croato, circoudati tutt' all'intorno daSlavi, si sono gia. da lungo tempo slavizzati, i Rumeni del-l'Tstria stanno, coi lora compagni di lingua meridionali fuoridi ogni relazione. n fatto che i Rnmeni dell'Tstria non si sono

    1 ) V. Lucio, Memo";, sto,-icM di Trau, pag. 279, 280.'l Cfr. Monum. Slav. Merid. vol. IX, pag. 218.II re Sigismondo ingiunge ai suoi mercanti "Wlachis ut put& at

    Croatis" che conducano Ie mercanzie soltanto a.Sebenico.') Cfr. MOllu",. SlafJ. MI!I-id. vol. IX. pag. 289."Cum rectores nostri Ja.drescripserlnt nostro dominio, quod castramOstrovich, quod emimus a.Sa.ndallo, furatum et a.cceptum sit per certos

    Murlachos .

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    211slavizzati, puo venir spiegato soltanto dall' aver essi vissutocompatti assieme. e i c > che spetta alla lingua degli Istro-Rumeni,qui si daranno delle nuove prove, oltre a quelle portate inappendice al lavoro : Die slav. E lem .... nel vol. XII delle Denk se1arif ten . .. dell'Accad. di Vienna.

    Udiamo la conclusione:Do l le ccse deite eonsegue, che iRumeni sono penetrati in

    terriiorio serbo, pqrtelldo da un punto della penisola dell' FAtI();da n proseguir('no verso settentrionB in region i abitate da Croati;flon gia in grandi masse, ma in piccoli g1'uppi, quaU pastorieN 'anti, epperb sen.a far del ehiasso, e quindi il la tto slugg1. a iCronisti.

    Per queUo ehe riguat'da il me.zogiorno, aUa sopraeitata puav en it' C tm tra pp os ta l'o pin io ne , che i Serb; immigrarono in un ier-ritorio abitato g ia da lungo tempo da Rumeni. Il territorio diTrieste iu i"dubbiamenie il punta estremo delle loro migra.ioni. J)

    Per ew che riguarda il tempo, si pub asserire sol tanto conuna certa ver08im iglianza, ehe le m igraeioni erano finite nelsec. XIV . I)

    E cosi egli ritiene, per quanto gli era possibile, d' averrisposto anche alle domande 2.a e 3.a.Da pag. 6-8 I'A. s' occupa delle migraziani dei Rumeni

    nei Carpazi.1 ) Tuttavia ilCZtirnig, (Ethn"graphie dw Outerreic1tiBchen Monarchu,

    Vienna, 1857, vol. I, pag. 69) ci parla anche di Rumeni carniolici inHrast, MtStling e al mezzodi di Tschernembl.... i quali pero, come iRumeni dell'Tstela, appresero la lingua slava del paese; e ilValvasor(Die Ehre de s Hwzogthums Crain, ediz. Rudol