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Marzo 2013 n. 23 Dono pasquale del Risorto modo di rapportarsi con il suo popolo, segno del profondo legame che unisce il Vescovo alla sua Chiesa. Il nome scelto, Francesco, è un altro segno data alla A lle 19,06 del 13 marzo, la fumata bianca del Comignolo della Cap- pella Sistina, ha annunciato alla Chiesa e al mondo l’avvenuta elezione del nuovo Papa. Qualche ora dopo il Card. Jean-Louis Tauran annuncia che è stato eletto Papa il Card. Jorge Mario Bergoglio, che ha preso il nome di Francesco. Il nuovo Papa è argentino, dove era Arcivescovo di Buenos Aires, è il primo papa gesuita, figlio di S. Ignazio di Loyola. Per noi della comunità parrocchia- le di S. Ignazio di Loyola rappresenta un richiamo quanto mai significativo per la grande eredità gesu- itica che ci è stata lasciata. Alle 20.25 Papa Francesco commosso saluta la folla in piazza San Pietro. “Il dove- re del Conclave era dare un vescovo a Roma: sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Il suo primo pensiero va alla Chiesa di Roma di cui è diventato vescovo, con una preghiera e un ricordo per il suo predecessore, il Vesco- vo emerito Benedetto XVI: ““Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedet- to XVI: preghiamo tutti insieme per lui, il Signore lo benedica, la Madonna lo custodisca. Grazie per l’ac- coglienza, pregate per me e ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma”. Ha colpito subito la sua semplicità, il Chiesa. Pur vivendo in un’epoca di grandi conflitti e di grandi crisi, con il suo esem- pio ha saputo amare la Chiesa e il Papa. È significativa l’immagine di Francesco che sostiene le colonne della ba- silica del Laterano, obbediente al comando del Signore: “Va e ripara la mia Chiesa”. Colpisce subito la sua grande semplicità e umiltà. Prima di impartire la benedizione è lui che inchinandosi chiede alla gente di invocare, con una pre- ghiera silenziosa, la benedizione su di lui: “E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedi- zione per il suo Vescovo. Faccia- mo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. Sarà certamente un Papa vicino alla gente. In una in- tervista rilasciata da Arcivescovo ha detto che: “la nostra missione è scendere per le strade a cercare la gente”. Lo ha dimostrato isti- tuendo a Buenos Aires il vicariato per la pastorale tra le “bidonvil- les”. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, cardinale dal 21 febbraio 2001 e arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. Cardinale di grande esperienza, non è solo il primo papa sudamericano: è anche il primo pontefice gesuita nella storia del papato. Lo Spirito Santo ha voluto dare una ventata di grande rinnovamento, di grande umanità, di grande umiltà a tutta la Chiesa. Pietro, in Francesco, continuerà ad annunciare e a testimoniare che Cristo è veramente Risorto. Buona Pasqua a tutti. D. Giuseppe Mattana Chiesa e al mondo: ispirarsi a Francesco di Assisi, un santo amato e venerato da tutti, che ha avuto un ruolo straordina- rio nel sostenere il rinnovamento della

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Notiziario della Parrocchia Sant'Ignazio di Loyola di Oliena - Marzo 2013

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Marzo 2013 n. 23

SALUTIAMO IL NUOVO PAPAFRANCESCO

Dono pasquale del Risortomodo di rapportarsi con il suo popolo, segno del profondo legame che unisce il Vescovo alla sua Chiesa. Il nome scelto, Francesco, è un altro segno data alla

Alle 19,06 del 13 marzo, la fumata bianca del Comignolo della Cap-pella Sistina, ha annunciato alla

Chiesa e al mondo l’avvenuta elezione del nuovo Papa. Qualche ora dopo il Card. Jean-Louis Tauran annuncia che è stato eletto Papa il Card. Jorge Mario Bergoglio, che ha preso il nome di Francesco. Il nuovo Papa è argentino, dove era Arcivescovo di Buenos Aires, è il primo papa gesuita, figlio di S. Ignazio di Loyola. Per noi della comunità parrocchia-le di S. Ignazio di Loyola rappresenta un richiamo quanto mai significativo per la grande eredità gesu-itica che ci è stata lasciata. Alle 20.25 Papa Francesco commosso saluta la folla in piazza San Pietro. “Il dove-re del Conclave era dare un vescovo a Roma: sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Il suo primo pensiero va alla Chiesa di Roma di cui è diventato vescovo, con una preghiera e un ricordo per il suo predecessore, il Vesco-vo emerito Benedetto XVI: ““Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedet-to XVI: preghiamo tutti insieme per lui, il Signore lo benedica, la Madonna lo custodisca. Grazie per l’ac-coglienza, pregate per me e ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma”. Ha colpito subito la sua semplicità, il

Chiesa. Pur vivendo in un’epoca di grandi conflitti e di grandi crisi, con il suo esem-pio ha saputo amare la Chiesa e il Papa. È significativa l’immagine di Francesco

che sostiene le colonne della ba-silica del Laterano, obbediente al comando del Signore: “Va e ripara la mia Chiesa”. Colpisce subito la sua grande semplicità e umiltà. Prima di impartire la benedizione è lui che inchinandosi chiede alla gente di invocare, con una pre-ghiera silenziosa, la benedizione su di lui: “E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedi-zione per il suo Vescovo. Faccia-mo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. Sarà certamente un Papa vicino alla gente. In una in-tervista rilasciata da Arcivescovo ha detto che: “la nostra missione è scendere per le strade a cercare la gente”. Lo ha dimostrato isti-tuendo a Buenos Aires il vicariato per la pastorale tra le “bidonvil-les”. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, cardinale dal 21 febbraio 2001 e arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. Cardinale di grande esperienza, non è solo il primo papa sudamericano: è anche il primo pontefice gesuita nella storia del papato. Lo Spirito Santo ha voluto dare una ventata di grande rinnovamento, di grande umanità, di grande umiltà a tutta la Chiesa. Pietro, in Francesco,

continuerà ad annunciare e a testimoniare che Cristo è veramente Risorto. Buona Pasqua a tutti. D. Giuseppe Mattana

Chiesa e al mondo: ispirarsi a Francesco di Assisi, un santo amato e venerato da tutti, che ha avuto un ruolo straordina-rio nel sostenere il rinnovamento della

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Cronaca di Vita Parrocchiale

NOTIZIARIO dellaParrocchia Sant’Ignazio di Loyola - OLIENA

Direttore Responsabile:GIUSEPPE MATTANA

Gruppo Redazione:ANTONELLO PULIGHEDDUPEPPINO NIEDDUFRANCO GARDUANNA FRANCA PAU

Stampa: SERISTAMPA - OLIENA

Marzo 2013 - n. 23Iscrizione Reg. G. e P. N. del Trib. di Nuoro n. 03/2004del 20 Ottobre 2004

Avvenimenti vissuti nella nostra comunità dal mese di dicembre 2012 al mese di marzo 2013

Avviso ai lettori: Ai sensi della legge D.Lgs 30.6.2003 n. 196 per la tu-tela dei dati personali, comunichiamo che gli indirizzi di quanti ricevono questo periodico fanno parte dell’archivio della Parrocchia S. Ignazio di Loyola in Oliena e sono utilizzati esclusivamente per l’invio del predetto periodico o di altre comunicazioni sulle nostre attività.

- 1 Dicembre: nella Chiesa di S. Maria viene celebrata la S. Messa in occasione dell’an-nuale incontro dell’AUSER.- Il 4 dicembre si riunisce il Comitato di N.S. di Monserra-ta per l’accoglienza delle nuo-ve coppie: Gianluigi Gardu e Graziella Massaiu, Cristian Catte e Rossana Nieddu, To-nino Solinas e Giuseppina Sanna, Antonio Pulloni e An-namaria Gabbas. Il 7 si svolge la cena di accoglienza.- Il 9 dicembre si svolge a Ga-lanoli il Ritiro per le Coppie. Guida l’incontro P. Piergavino Piras OFM.- Il 15 dicembre si rinnova la celebrazione del “Natale degli uomini”.- Il 16 dicembre inizia la Novena in preparazione al Natale. Viene animata dalla polifonica Olianese e dai vari cori parrocchiali.- Il 23 dicembre si celebra nei locali del CK il Natale per i soci e gli amici dell’ADI.- Il 31 dicembre solenne ce-lebrazione di Ringraziamento a conclusione dell’anno. - Il 12 gennaio ha inizio il Corso parrocchiale di prepa-razione al matrimonio.- Il 21 gennaio la Comunità parrocchiale partecipa all’Ot-tavario di preghiera per l’Uni-tà dei Cristiani, che si tiene a

livello di Forania a Orgosolo, con la celebrazione presieduta dal Vescovo Mons. Marcia.- Il 22 gennaio si svolge l’in-contro con le prioresse dei vari Oratori e dei vari altari.- Il 24 gennaio l’Equipe diocesana di ACR si riunisce a Oliena per incontrare gli educatori parrocchiali insie-me ai vari gruppi della città di Nuoro.- Il 26 gennaio il Coro Po-lifonico di Oliena organizza il Concerto “Koros”, con la partecipazione dei Cori di “Lorenzo Perosi” e “Istelote” di Dorgali, “Prama e seda” di Cala Gonone, “Omines Agre-stes” di Lula e Coro “Baronia” di Torpè.- Il 27 gennaio , a cura dell’ACR parrocchiale si svol-ge la Giornata della Pace con la fiaccolata per le vie del paese.- Il 28 gennaio si riunisce il Consiglio Pastorale Parroc-chiale per programmare gli impegni della Quaresima.- Il 1 febbraio si riunisce a Mamoiada la nostra Forania “N.S. dei Martiri”.- Il 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore, si svolge il cambio delle Prio-resse dei vari Oratori.- L’11 febbraio si celebra la Giornata del Malato. In questa

data il Santo Padre Benedetto XVI da l’annuncio delle sue dimissioni da Sommo Ponte-fice, suscitando grande com-mozione e apprensione.- Il 14 febbraio vengono ricordati i cento anni di zia Felicina Cucca con la cele-brazione della S. Messa nella Chiesa Parrocchiale.- Nei venerdì di Quaresima viene riproposta la Via Crucis per le varie vie del paese.- Il 22-23 e 24 febbraio si svolgono le Quarantore con l’adorazione continua per tutta la notte tra il sabato e la domenica.- Il 24 e il 25 febbraio si svol-gono le Elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale.- Il 28 febbraio, in comunione

Sono ritornati alla casa del Padre

Loddo MariantoniaColumbu PasquaTicca Francesco

Massaiu Michela GiovannaColombo GiovanniCorrias Francesco

Mollo OdetteManca LussoriaMarras Maria

Catte MaurizioBardeglinu FrancescoMedde Maria GraziaCarroni Sebastiano

Bruno PigaPiga Rosa

Flore ToninaBaiocco Rita

Sono Stati Battezzati in Cristo

Massaiu GiampietroPinna Sophie

Fele AnnaPuligheddu Francesco

Caggiari GiorgiaSanna LorenzoSanna Gabriele

INDIRIZZI e NUMERI TELEFONICIParrocchia Sant’Ignazio di LoyolaPiazza Collegio, 7 - 08025 OLIENA (Nu)Tel. e Fax 0784.285655Indirizzo e-mail: [email protected]

Don Mattana tel. 0784.285655 - 340.7661593Don Puddu tel. 0784.288707Asilo Parrocchiale tel. 0784.287555

Per le vostre eventuali offerte: Conto Corrente Postale n. 13151071intestato a: Parrocchia S. Ignazio di Loyola - Oliena

Si sono uniti in matrimonio

Gianfranco Massaiue Claudia Italo

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Cronaca di Vita Parrocchiale

con tutta la Chiesa, la Comu-nità parrocchiale si è ritrovata in preghiera per ringraziare il Signore del dono del pon-tificato di Benedetto XVI, nel momento in cui termina il suo ministero petrino e per accompagnare il Santo Padre, con l’affetto di figli, in questo momento particolare della sua vita: “Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra”.- Il 2 marzo si svolge il Pel-legrinaggio Parrocchiale al

Zia Felicina Cucca, il 14 febbraio, attorniata dai figli, dai nipoti e da tanti conoscenti e amici, ha festeggiato i suoi 100 anni di vita. Tutta la Comunità parrocchiale è vicina augurandole ancora tanti anni vita, in serenità e salute.

SS.mo Crocifisso di Galtellì. La Comunità parrocchiale di Oliena, a ricordo del pellegri-naggio, nel corso dell’Anno giubilare galtellinese, ha offer-to alla Comunità parrocchiale di Galtelli, sette casule, come segno di stima e di comunione, nel reciproco rendimento di grazie al Signore per il dono della Redenzione.- Il 13 marzo Il Card. Jorge Mario Bergoglio, gesuita, Ar-civescovo di Buenos Aires, viene eletto Papa con il nome di Francesco.

Come ogni anno abbiamo il piacere di ricordarti l’appuntamento della

PASQUAdegli UOMINI

Sabato 23 Marzodalle ore 18.30 - Confessioni • ore 20.30 - Santa Messa

NON MANCARE!!!

Un momento unico per riflettere, pregare,stare insieme con vero spirito comunitario

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Vita Parrocchiale

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Dopo 85 anni è costretta a chiudere la Scuola Materna ParrocchialeResoconto dell’attivita degli ultimi anni della Scuola Materna Parrocchiale in occcasione del Te Deum

Nel corso dell’Omelia del 31 di-cembre, il Parroco, tra gli altri avvenimenti che hanno caratteriz-

zato il 2012, da comunicazione e motiva-zioni della chiusura della Scuola materna Parrocchiale. “Accanto ai fatti positivi, dobbiamo registrare, con una certa tristez-za, che nel corso di quest’anno si è dovuto interrompere il servizio e la presenza della Scuola materna parrocchiale, fondata dal compianto Can. Pietro Bisi nel 1927, quando questo servizio,a livello statale, era inesistente e la Chiesa si prendeva cura dell’assistenza e della formazione dei bambini, con l’aiuto disinteressato delle Suore e di tante volontarie. Con l’andare dei tempi e col diventare le Scuole mater-ne parrocchiali equiparate a quelle statali per quanto riguarda i doveri scolastici e dovendosi servire di personale regolar-mente stipendiato, da un punto di vista economico sono iniziate le difficoltà. I contributi statali sono diventati sempre più esigui e insufficienti a coprire i costi del personale, della mensa e delle manuten-zioni, come pure sono state insufficienti le rette delle famiglie, poco propense oppure impossibilitate a coprire il disavanzo eco-nomico. Le scuole materne parrocchiali, non solo la nostra, si sono potute sostenere con il contributo delle parrocchie, fino a quando è stato possibile. Per noi il costo non era più sostenibile. In questi anni ho dovuto dar fondo a tutte le risorse della parrocchia. Basti pensare che solo in questi ultimi cinque anni la Parrocchia ha dovuto sborsare per la Scuola materna ben 205.000,00 mila euro! Di questi: due fondi mi sono stati lasciati dal mio prede-cessore Don Fancello: uno di 79.000,00

(settantanovemila euro) e un altro di 20.000,00 (ventimila euro) messi da parte per la causa di P. Solinas. A questi si sono aggiunti i 106.000,00 mila euro della mia gestione, dei quali 65.000,00 mila presi in prestito e che la parrocchia deve restitu-ire. Tutto questo per riuscire a pagare gli stipendi mensili e il TFR, cioè la buona uscita del personale. Capite bene che, in questo modo e giunti a questo punto, non si poteva andare avanti, anche perché non è giusto mettere a disposizione di pochi offerte che sono destinate ai bisogni e alle necessità di tutta la comunità. (Ecco perché non si è potuto provvedere anche alla necessaria ristrutturazione della Chie-sa parrocchiale!). Una scuola non statale deve reggersi a spese di chi ne usufruisce il servizio, integrando gli insufficienti contributi statali. Concetto questo riba-dito più volte anche dal nostro Vescovo. E in queste situazioni si stanno trovando la maggior parte della Scuole Materne

parrocchiali e non statali. Questa è la re-altà che ho voluto ufficialmente rendere pubblica. A fronte di tante fantasie, di tante falsità e di tante inesattezze che sono circolate. Sono grato a tutte le Suore che si sono avvicendate nella Scuola materna, a tutte le famiglie che hanno avuto fidu-cia in questa preziosa istituzione, a tutto il personale docente e non docente che vi ha lavorato, a tutte le generazioni di bambini che in essa si sono avvicendate, mantenendone un vivo e grato ricordo, a tutte le persone che, in vario modo, si sono generosamente prodigate in questi anni per tentare soluzioni che ne scongiu-rassero la chiusura. Dobbiamo prendere atto che è finita un’era e che lo Stato non favorisce la libertà scolastica, cioè la pos-sibilità che le famiglie scelgano le scuole che ritengono più idonee per l’educazione dei loro figli. Le ragioni economiche e ideologiche, purtroppo, hanno avuto e hanno il sopravvento.

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Spazio Associazioni

15° Anniversario della Caritas ParrocchialeLe nostre azioni hanno un peso nella società, nella nostra comunità, nel nostro piccolo gruppo, tra gli amici, in famiglia…

Quando 15 anni or sono mi venne l’idea di costituire ad Oliena la caritas parrocchiale, non pensa-

vo di poter restare fino ad oggi alla sua guida, poiché era possibile che i miei 83 anni potessero costituire un ostacolo ad una conduzione costante e proficua. Debbo invece ricredermi e ringraziare Dio per avermi fatto il dono della salute e con essa conservato quell’entusiasmo con il quale ho portato avanti il mio im-pegno nel tempo.Sono stati quindici anni intensi e prov-vidi di benefici .La caritas parrocchiale di Oliena nasce quindi il 28 marzo 1998, giorno in cui il consiglio pastorale, ap-positamente convocato, su proposta dell’allora parroco don Salvatore Fan-cello e del suo vice don Giovanni Maria Chessa approvò una risoluzione con la quale si dava al sottoscritto il compito di organizzarla e successivamente gestirla.Compresi subito che quanto mi veniva proposto,richiedeva un forte impegno non disgiunto da tanto spirito di sacrificio ed una forte dose di entusiasmo. Sentivo che quanto si doveva realizzare,dovesse assumere carattere di continuità e rap-presentasse per le famiglie povere ,le persone sole e bisognose della nostra comunità,la speranza che da quel mo-mento in poi,si sentissero meno sole e che finalmente ci fosse una istituzione che pensasse a loro.Accettai di svolgere il compito assegnatomi,anche perché intravedevo in esso il disegno di Chi voleva affidare a me ed a quanti condividevano questa avventura, il compito di rinvigorire le ra-gioni del proprio essere, che si sintetiz-zano nelle tre parole “FEDE-AMORE-CARITA”.Forte quindi della mia formazione cri-stiana e della incrollabile propensione al volontariato attivo, cominciai a lavorare nella organizzazione cercando di dare ad essa i connotati della concretezza ein modo da rendere la parrocchia soggetto di pastorale della carità e la stessa Cari-tas strumento concreto che facesse sen-tire i poveri meno poveri le persone sole meno sole e parte integranti dell’unica famiglia di Dio nonchè titolari dei diritti

di cittadinanza.Nel corso dei quindici anni ho potuto comprendere che la Caritàs parrocchiale deve proporsi come servizio alla crescita della intera comunità, deve puntare ad uno stile che privilegia la relazione uma-na e la condivisione come traduzione della legge dell’incarnazione;deve iden-tificarsi quale soggetto di cittadinanza territoriale che si confronta con i diversi soggetti della società civile, intorno alla costruzione di responsabilità e compe-tenze, ciascuno per la sua parte. I volon-tari che agiscono nelle caritas, debbono essere soggetti attivi di un protagonismo responsabile che metta al centro della propria vita i più deboli,i più bisognosi di aiuto spirituale e materiale, superando i pietismi ed assistenzialismi e divenire titolari di un impegno che si concretiz-za nella capacità di porsi al servizio nei confronti degli altri. Giorno dopo giorno, siamo arrivati così a festeggiare il decimo anniversario dalla costituzione (28 marzo 1998) ringrazian-do il Signore Dio per averci concesso le

forze da mettere a disposizione dellepersone più deboli e sfortunate. Biso-gnava festeggiare e così tutti i volonta-ri che hanno fattivamente collaborato durante i precedenti dieci anni, hanno partecipato ad una Santa Messa di rin-graziamento presieduta dal presidente della caritas diocesana e concelebra-ta dal parroco don Giuseppe Mattana e dal suo vice don Luciano, chiedendo al Signore Dio di concederci la salute e la forza di poterci rincontrare tutti insieme per festeggiare il 15° di attività. Siamo stati ascoltati ed ora posiamo festeggiare e ringraziare nuovamente per averci aiu-tati a superare tutte le avversità,(e sono state tante) e poter continuare a sentirci operatori di quella carità cristiana alla quale siamo ormai affezionati.Sarebbe ingratitudine se da parte mia non esprimessi un sentito ringraziamento per don Fancello e don Chessa che hanno permesso questa bellissima avventura ; ringraziare don Mattana per averci in-coraggiati, giorno dopo giorno, ad anda-re avanti con entusiasmo, concedendoci anche di trasferire la sede della caritas parrocchiale nei bellissimi locali dell’ex Scuola Materna Parrocchiale; ringrazia-re tutti i volontari e volontarie che lungo i 15 anni hanno collaborato mettendo in campo un indistruttibile entusiasmo e fa-cendo si che la caritas di Oliena fosse tra le più efficienti nel servizio di assistenza alle famiglie bisognose ;ringraziare la generosa popolazione di Oliena che du-rante questi 15 anni,non ha fatto manca-re un importantissimo aiuto materiale.

Il direttore Camillo Cammillucci

CARITAS PARROCHIALE OLIENAIl parroco don Giuseppe Mattana, il direttore Camillo Camillucci, ringraziano guanti hanno voluto

contribuire alla buona riuscita del “Cesto della Solidarietà ” durante l’Avvento e il periodo della Quaresima. In particolare ,oltre a tutti coloro che hanno fatto un gesto di solidarietà nelle chiese e nei supermercati,

ringraziano il Gruppo Scout per il determinante apporto offerto nella colletta alimentare di un giorno, tutti i proprietari dei supermercati per il loro affabile impegno consentendo la raccolta di viveri nei loro negozi.

Assicurano che tutti i generi alimentari raccolti sono stati o saranno distribuiti alle famiglie bisognose della nostra comunità. Grazie a tutti!

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Vita Parrocchiale

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Affettuoso ricordo di una suoraSuor Maria Barbara, sempre in prima linea nel portare aiuto alle persone in difficoltà

Piccola, minuta, quasi pelle e ossa, ma con una voglia di fare , che sprizzava da tutti i pori del suo

corpo. Questa è suor Maria Barbara ,che abbiamo conosciuto durante i suoi venti-due anni e più di servizio nell’asilo par-rocchiale di Oliena. Questa suora, ora a Cagliari pres-so la casa generalizia, ha lasciato un in-delebile ricordo nei cuori di quanti hanno avuto modo di conoscerla. Quanti, anco-ra bambini e quanti allora bambini ora diventati adulti che frequentando le aule dell’asilo parrocchiale, in questi venti-due anni, hanno conservato il ricordo dei suoi smaglianti sorrisi, delle sue carezze dei suoi insegnamenti, delle sue preghie-re; quante persone conservano il ricordo degli incoraggiamenti da lei ricevuti in momenti di malumore, i consigli pieni di saggezza su come superare momenti di difficoltà. Chi scrive queste poche righe, in quanto direttore della caritas parroc-chiale, ha avuto modo di conoscere pie-namente le sue personali virtù, avendola come prima ed importante collaboratri-ce. Il suo trasferimento ha lasciato anche nella nostra struttura, particolare ed incolmabile disagio. Suor Maria Barbara, sempre in prima linea nel portare aiuto alle persone in difficoltà, non ha mai anteposto stan-chezza, rilassamenti, ma con entusiasmo ha sempre ottemperato ai bisogni di chi aspettava un aiuto. Spesso l’ho vista sof-ferente, dopo alcuni infortuni fisici con-seguenti ad accidentali cadute, anche se lei cercava di nasconderlo.Dopo che la comunità cristiana ha attra-versato momenti di forte criticità, ella non ha mai ceduto ad essa e ha continua-

to con caparbietà ed entusiasmo a rispon-dere alle richieste di aiuto. La sua giornata, cominciava la mattina di buona ora con le preghiere, la partecipazione alla santa messa, la pre-parazione della colazione per i bambini dell’asilo, poi c’era l’altare della chiesa parrocchiale dove curare l’addobbo flo-reale, i tappeti, la preparazione di quanto necessario per le funzioni religiose della giornata: c’era la cura e la sistemazio-ne dei paramenti sacri, inoltre bisogna-va sorvegliare l’andamento della cucina dell’asilo, affinché tutto fosse in ordine; doveva curare che fosse fatta la spesa quotidiana necessaria per la mensa Ca-ritas. C’era da sorvegliare che le volon-tarie addette al turno dì cucina fossero disponibili ed eventualmente trovare delle sostitute ed in tutto questo enorme impegno, non ha mai mostrato un senso di stanchezza o di disappunto. Era evidente che la sua forza pro-veniva dalla fede profonda, dall’amore verso il prossimo, in modo particolare

verso il prossimo sfortunato e bisognoso di aiuto. Personalmente ho la convinzio-ne che qualcuno da lassù le infondeva la forza necessaria per affrontare, senza mai stancarsi, le molteplici e diverse necessi-tà che la vita le poneva dinnanzi. Il suo inaspettato trasferimento, ha incontrato l’unanime disappunto di tutta la comunità ecclesiale, poiché non è semplice e facile sostituire questa (piccola grande) donna, senza che la comunità parrocchiale, la Caritas, le associazioni ecclesiali,ma an-che la gente comune, ne risentissero un forte disorientamento. Ora la parrocchia deve fare a meno dell’apporto puntuale, preciso e competente di questa suora me-ravigliosa che ha lasciato nella comunità un ricordo indelebile che tutti porteranno piacevolmente nel cuore.Difficile dimenticare questa piccola gran-de suora, (piccola nel fisico, ma grande nel cuore) che sprizzava amore da tutti i pori della sua pelle.

Camillo

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Approfondimenti

La veglia PasqualeEssa commemora la notte santa in cui Cristo è risorto, è considerata come «madre di tutte le sante veglie

In data 16 gennaio 1988, la Congre-gazione per il Culto Divino ha pub-blicato una lettera circolare sulla

preparazione e celebrazione delle Feste Pasquali. È quanto mai opportuno co-noscerla per riscoprire l’importanza del Triduo pasquale e, in modo particolare, la Veglia Pasquale. “Per antichissima tra-dizione questa notte è «in onore del Si-gnore» e la veglia che in essa si celebra commemorando la notte santa in cui Cri-sto è risorto è considerata come «madre di tutte le sante veglie». In questa veglia infatti la Chiesa rimane in attesa della ri-surrezione del Signore e la celebra con i sacramenti dell’iniziazione cristiana” (LC, 77). La veglia si caratterizza per la sua celebrazione notturna. “L’intera cele-brazione della veglia pasquale si svolge di notte; essa quindi deve o cominciare dopo l’inizio della notte o terminare pri-ma dell’alba della domenica” (LC, 78). La Veglia pasquale si rifà alla veglia in cui gli ebrei attesero di notte il passaggio del Signore che li liberava dalla schiavitù del faraone. Era la figura della futura vera pasqua di Cristo (LC,79). “Fin dall’inizio la Chiesa ha celebrato la pasqua annuale, solennità delle solennità, con una veglia notturna” (LC,80). “La veglia si svolge in questo modo: dopo il lucernario e il Preconio pasquale (prima parte della ve-glia), la santa chiesa medita «le meravi-glie» che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio (seconda parte o Liturgia della Parola), fino al momento in cui, con i suoi membri rigenerati nel battesimo (terza parte), viene invitata alla mensa che il Signore ha preparato al suo popolo, memoriale della sua morte e risurrezione, in attesa della sua venuta (quarta parte)” (LC, 81). “La prima par-te comprende azioni simboliche e gesti, che devono essere compiuti con una tale ampiezza e nobiltà, che i fedeli possano veramente apprenderne il significato, suggerito dalle munizioni e dalle ora-zioni liturgiche” (LC, 82). Si sottolinea l’esigenza della verità dei segni: il fuo-co, che deve illuminare la notte, il cero pasquale fatto di cera, ogni anno nuovo, unico, di grandezza notevole per poter ri-

evocare che Cristo è la luce del mondo. La seconda parte è costituita dalla Litur-gia della Parola. Le letture “descrivono gli avvenimenti culminanti della storia della salvezza, che i fedeli devono poter serenamente meditare nel loro animo at-traverso il canto del salmo responsoria-le, il silenzio e l’orazione del celebran-te” (LC, 85). Vengono proclamate sette letture dell’Antico Testamento prese dai libri della legge e dei profeti e due letture del Nuovo Testamento, prese dalle lette-re degli Apostoli e dal Vangelo. “Così la Chiesa «cominciando da Mosè e da tutti i profeti» interpreta il mistero pasquale di Cristo. Pertanto tutte le letture siano lette, dovunque sia possibile, in modo da rispettare completamente la natura della veglia pasquale, che esige il tempo do-vuto” (LC, 85). Dopo l’Epistola si canta solennemente l’Alleluia. La terza parte della veglia è costituita dalla liturgia bat-tesimale. Ora viene celebrata nel sacra-mento la pasqua di Cristo e nostra. Ciò può essere espresso in maniera completa in quelle chiese dove c’è il fonte batte-simale e avviene l’Iniziazione cristiana

degli adulti, o almeno si celebra il batte-simo dei bambini. A tutti viene offerta la possibilità di rinnovare le Promesse Bat-tesimali e di essere aspersi con l’acqua; gesti e parole che ricordano il battesimo ricevuto. “La celebrazione dell’Eucari-stia forma la quarta parte della veglia e il suo culmine, essendo in modo pieno il Sacramento della Pasqua, cioè me-moriale del sacrificio della croce e pre-senza del Cristo risorto, completamento dell’iniziazione cristiana, pregustazione della pasqua eterna” (LC, 90). “È desi-derabile che sia raggiunta la pienezza del segno eucaristico con la comunione della Veglia pasquale, ricevuta sotto le specie del pane e del vino” (LC, 92). “La litur-gia della veglia pasquale sia compiuta in modo da poterne offrire al popolo cristia-no la ricchezza dei riti e delle orazioni; è importante che sia rispettata la verità dei segni, che sia favorita la partecipazione dei fedeli, che venga assicurata nella ce-lebrazione la presenza dei ministranti, dei lettori e della «schola» dei cantori” (LC, 93). Giuseppe Mattana

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Vita Parrocchiale

Un rosario per le famiglieUn’iniziativa dei gruppi coppie aperta a tutte le coppie della comunità.

La modernità ha potato con sé la libertà di parola e di pensiero, il benessere economico, l’emanci-

pazione individuale (maschile e femmi-nile), nonché una profonda revisione di quelli che erano i principi fondanti della nostra società e della famiglia. Neppure la nostra comunità, che per certi versi può essere definita abbastanza tradizio-nalista, è rimasta al di fuori dalle proble-matiche che questa profonda revisione di valori ha comportato.La crisi del matrimonio e della famiglia è ben nota a tutti e anche da noi, ogni giorno, si sente parlare di una nuova cop-pia in difficoltà, di una separazione o di una famiglia che si è “sfasciata”. Quella che fino a poco tempo fa sembrava una problematica lontana dal nostro abituale modo di vivere, è ora, invece, prepoten-temente diventata una delle principali questioni da affrontare anche all’interno delle nostre famiglie.È così, prendendo coscienza di questo radicale cambiamento, che abbiamo pen-sato di provare a studiare quali fossero le cause, quali potevano essere le eventua-li soluzioni o il parziale contributo che ognuno di noi avrebbe potuto fornire, quantomeno per provare a limitare il fe-nomeno. Dopo lungo esame, confronti e discus-sioni ci siamo resi conto che è veramente difficile riuscire ad aiutare chi, per diver-se ragioni, non vuol essere aiutato o non vuole chiedere aiuto. Ci siamo resi conto di essere quasi impotenti!Tuttavia non ci siamo arresi e seguendo

l’esortazione del Papa Benedetto XVI abbiamo pensato di agire con la fede e pregare, convinti che l’unico vero aiuto concreto può venire solo da Dio e che grazie alla provvidenza anche le nostre azioni saranno guidate nel giusto verso a sostegno di quanti ne hanno bisogno.

Con questo spirito qualcuno ha avanzato una proposta, accolta entusiasticamente da tutti: pregare, recitare un Ro-sario per le famiglie. Questi momenti di preghiera comunitaria si ripetono, da novembre, ogni ultimo saba-to del mese, quando le cop-pie si riuniscono per recitare il Santo Rosario. Un po’ del nostro tempo dedicato alla preghiera, per recitare il Ro-sario biblico, ove ogni Ave Maria è intervallata da frasi tratte dai brani del Vangelo, lette in maniera alternata dai presenti. Pochi momenti in cui la cop-pia, marito e moglie uniti,

con altre coppie pregano insieme.C’è chi prega per la propria fami-glia, perché sia sempre unita e senza problemi; C’è chi prega per le difficoltà che sta affrontan-do, che minano la serenità della propria famiglia, per un familiare ammalato o per gravi problema-tiche economi-che.C’è chi prega per degli amici in crisi, affinché ri-escano a risolve-re le loro incer-tezze e chiarire le incomprensioni.C’è chi prega per tutte le famiglie in generale e chi lo fa per alcune in particolare. Ma c’è anche chi

ringrazia per aver appena superato una crisi, perché dopo tanti motivi di disac-cordo, animate discussioni e periodi di incomunicabilità, riesce finalmente a ve-dere la luce della speranza e la serenità ritornata all’interno della propria coppia della propria famiglia.Ognuno, ogni coppia, partecipa e intima-mente presenta le proprie intenzioni, che attraverso la preghiera diventano comuni a tutti, invocando la protezione e l’inter-cessione della Madre Santissima affinché rivolga “gli occhi suoi misericordiosi” verso tutte le famiglie portando confor-to e serenità, rafforzandole nell’amore e nella loro unione.La recita di questo Rosario per le fami-glie vuol essere un piccolo segno di spe-ranza che cerca di rompere l’indifferen-za e aiuta a vincere quella sensazione di impotenza che ci pervade quando ci con-frontiamo con questi avvenimenti. Con questo spirito invitiamo tutti coloro che condividono questi sentimenti a par-tecipare ai prossimi incontri. Antonio Massaiu

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Approfondimenti

Segni Pasquali: L’Acqua che da vitaSegno che è stato sempre circondato da una grande venerazione e da un grande rispetto

L’acqua è un elemento che evoca sentimenti ed emozioni profonde. Essendo un elemento indispensa-

bile per la vita e la sopravvivenza, è stato sempre circondato da una grande vene-razione e da un grande rispetto. Le varie tradizioni religiose hanno visto nell’acqua un segno concreto della potenza e della benevolenza della divinità. La Bibbia ha assunto il simbolismo e la realtà dell’ac-qua per esprimere la presenza e l’azione di Dio. Nel descrivere l’avvio della creazio-ne il libro della Genesi dice che all’inizio: “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1,2). Dal giardino dell’Eden sgorga poi un fiume che si suddivide in quattro corsi d’acqua per dare vita e fertilità ai quattro punti cardinali della terra (Gen 2,10). Per mezzo dell’acqua, Dio provve-de all’ambiente vitale delle sue creature, preoccupandosi non solo di mantenerle in vita, ma anche di purificarle e di rigene-rarle. I profeti hanno intravisto il signifi-cato della potenza dell’acqua, anticipan-do la visione di quell’energia capace di dare origine alla nuova creazione. Nella tradizione biblica, l’acqua ha, soprattutto, un duplice significato: è segno di morte e di distruzione, ma è anche segno di vita

e di prosperità. Nel racconto del dilu-vio, l’acqua che distrugge l’umanità nel-lo stesso tempo la purifica dal peccato. L’acqua viene percepita come segno di benedizione e di maledizione. La fertilità del suolo è legata alla pioggia che irriga i campi e riempie i pozzi. I salmi cantano questo dono di Dio: “Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi delle sue ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli” (Sal 65,10-12). In Isaia la pioggia diventa segno della Parola di Dio che “come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritor-nano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare… così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effet-to…” (Is 55,10-11). In modo particolare, nella tradizione di Israele, l’acqua che salva è collegata all’esperienza della li-berazione con il passaggio del Mar Ros-so e al faticoso, ma esaltante, cammino dell’Esodo, dove Dio, in modo straor-dinario, fa scaturire l’acqua nel deserto. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta

come acqua che disseta per sempre, come sorgente inesauribile: “Chi ha sete venga a me e beva; chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua via sgorghe-ranno dal suo seno” (Gv 7,37-38). Nella liturgia, di conseguenza, è stato semplice usare il segno dell’acqua per esprimere la vita nuova donata nel battesimo. Que-sto sacramento che ricollega l’immer-sione nell’acqua al dono della salvezza, deriva la sua efficacia dalla risurrezione di Cristo. Paolo lo ricorda alla comunità di Roma: “Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo sta-ti battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mez-zo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuo-va” (Rom 6,3-4). La liturgia della Veglia pasquale, che è fondamentalmente una grande celebrazione battesimale, mette in risalto il segno dell’acqua con una so-lenne benedizione: “Ravviva in noi, Si-gnore, nel segno di quest’acqua benedet-ta, il ricordo del nostro battesimo…”. Per questo motivo tutte le volte che la litur-gia prevede un rito con l’uso dell’acqua, non intende compiere un rito semplice-mente purificatorio, ma intende fare me-moria del battesimo e degli impegni che ne derivano. L’acqua, di conseguenza, avvolge e segna tutta la vita del cristiano. “Dal battesimo fino all’ultima aspersione prevista durante il congedo nel rito dei funerali, l’acqua è per il cristiano segno di Cristo, fonte di quell’acqua viva sgor-gante dal suo costato ferito… per rendere ogni uomo simile a quell’albero «pianta-to lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadran-no mai» (Sal 1,3)” (S.Sirboni). S. Leone Magno sintetizza con queste espressio-ni la pienezza del battesimo: “Per ogni uomo che rinasce, l’acqua del battesimo è come un grembo verginale. Il medesi-mo Spirito che ha fecondato la Vergine, feconda anche il fonte battesimale” (Ser-mone 24, In nativitate Domini). G.M.

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Manifestazioni - Approfondimenti

Oliena si mette in luceSi illumina di tanti, mille eventi, come fossero tante piccole luci, dando forma e colore al Natale.

“Oliena si mette in luce”. Si illumina di tanti, mille eventi, come fossero tante piccole luci, dando forma e

colore al Natale. Un programma ricco di iniziati-ve, quello ideato e costruito dal centro commerciale naturale, con la segreteria organizzativa della società Galaveras. Un programma ambizioso e originale, che tenta di ravvivare il periodo dell’an-no, lieto e gioioso per antonomasia, anche se annebbiato dalle difficoltà e dall’asprezza del momento contingente, portando un po’ di buonumore e spensie-ratezza nei bambini e negli adulti. Gli elfi di babbo natale leggono fiabe magiche e incantate, sculture di palloncini prendono forma, diventando simpatici animaletti e componendosi at-traverso comiche gag, trampolieri, gio-

colieri e clown animano le strade del pa-ese, che si trasforma in un grande circo all’aperto. Nel frattempo in biblioteca i ra-gazzi partecipano ai laboratori, realiz-zando creazioni a tema, che diventeran-no addobbi nelle proprie case o piccoli regali da scambiare. Le note allegre del-le canzoni della festa colorano tra giochi di fuoco le vie del centro e le coreografie del coro gospel si combinano in un gioco di voci emozionante. A chiusura di tutti gli eventi la proiezione del film “L’Edera”, girato a Oliena nel 1950, rimasto nella memoria indelebile di molti concittadini, attori e comparse estemporanee, che sono stati attratti, anche se per pochissimo tempo, dal meraviglioso mondo della cinemato-grafia, altro e sconosciuto, lontano e in-

comprensibile ai loro occhi. “Oliena si mette in luce” anche attraverso i disegni delle sue luminarie. Un piccolo regalo dei commercianti alla comunità olianese, per ricordare che è Natale per tutti indistintamente, per cele-brare il calore della festa, condivendolo con ciascun concittadino. Un modo per non arrendersi a chi vorrebbe spegnere tutta la poesia e la leggenda del Natale. In un silenzio insostenibile, in un travolgimento generale, si vanno per-dendo anche le cose più semplici e più belle. La bellezza del Natale si riscopre e rivive soprattutto nelle piccole cose. In quella capacità di meravigliarsi e gioire, di sorridere e divertirsi, che era andata dimenticandosi. Oliena è riuscita è met-tersi in luce proprio in questo. Mattia Sanna

Lo stemma di FrancescoIl Nome di Gesù, insegna francescana diventato simbolo dei Gesuiti campeggia sullo stemma del nuovo Papa

Il suo motto episcopale è: “Miseran-do atque Eligendo”, tradotto alla let-tera sarebbe “di cui aver misericordia

e da eleggere”. I cardinali l’hanno preso in parola! Ma queste due parole sono in realtà prese di peso dall’Omelia 21 di San Beda il Venerabile, che si legge nel breviario per la Festa dell’Apostolo San Matteo, il santo pubblicano pentito, il santo apostolo che prima era esattore delle tasse e strozzino dei poveri:“Vidit ergo Iesus publicanum, et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi, Sequere me. Sequere autem dixit imi-tare. Sequere dixit non tam incessu pe-dum, quam executione morum” Così scrive dunque, in traduzione italia-na, san Beda a commento del brano del Vangelo di Matteo:“Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi» (Mt 9, 9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: «Seguimi». Gli disse «Seguimi», cioè imitami. Seguimi, dis-se, non tanto col movimento dei piedi, quanto con la pratica della vita”. Infat-

ti «chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato» (1 Gv 2, 6). Gesù ha guardato Jorge Mario Bergoglio con misericordia e l’ha scel-to di nuovo, l’ha scelto non per essere Matteo - uno degli apostoli, come finora è stato - ma per essere Pietro: colui che per primo deve seguire Gesù e diventare guida di tutti gli altri discepoli e aposto-li. Il Nome di Gesù, insegna fran-cescana diventata simbolo della Compa-gnia fondata da Ignazio di Loyola cam-peggia sullo stemma del nuovo Papa, come un sole da cui si sprigionano le lettere del Nome santissimo. Stemma del Card. Jorge Mario Bergoglio

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Spazio Associazioni

Partendo dal messaggio del Papa, come ormai è tradizione della chie-sa e dell’ACR in modo speciale, il

mese di gennaio è dedicato con attenzio-ne particolare al tema della Pace. Nell’itinerario annuale dell’ACR il mese della PACE vuole offrire spunti per educare i ragazzi a una cultura di pace. Ci piace coinvolgere gli altri in una iniziativa che può far crescere tutti e ci permette di valorizzare i cammini lai-cali all’interno della Parrocchia, come risorsa che aiuta la chiesa stessa a diven-tare più bella e occasione per imparare a confrontarsi e crescere insieme.Quest’anno i ragazzi dell’ACR di Olie-na hanno sostenuto con il loro contribu-to il progetto nazionale “Dai Luce alla Pace” . L’iniziativa di quest’anno ha come obiettivo aiutare i bambini di stra-da di Alessandria D’Egitto, dove un pa-dre gesuita Fratel Soubhi ha avviato un

Beati gli operatori di paceQuesto è l’invito alla “Fiaccolata per la Pace” che l’Azione Cattolica Ragazzi ha voluto rivolge a tutta la comunità

vari messaggi di operatori di pace con l’intento di richiamare i presenti ad una maggiore consapevolezza che tutti quan-ti nel nostro piccolo, adulti e bambini, siamo chiamati ad essere operatori di pace nei vari ambienti in cui ci troviamo a vivere, famiglia, scuola, lavoro, sport ecc….

 

Cari Amici,  

l’Azione Cattolica organizza nella giornata di Domenica 27 gennaio

“La Giornata della Pace”.

Questo appuntamento molto importante per la nostra vita associativa vuole essere occasione di confronto e partecipazione comune, momento di unione e condivisione per tutta la comunità.  

progetto che aiuta gli Street Children con una scuola di teatro. Questi ragazzi parteciperanno ad un percorso teatrale della durata di 3 anni allestendo uno spettacolo che porteranno in giro per la città di Alessandria.Al breve percorso della fiaccolata che simbolicamente ha voluto abbraccia-re tutto il paese hanno partecipato vari gruppi e associazioni della nostra comu-nità. Durante il tragitto sono stati letti

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Approfondimenti

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Disabilità intellettive e AutismoConvegno presso l’aula Magna delle Scuole Medie di Oliena

Il 23 febbraio si è tenuto presso l’Aula Magna delle Scuole Medie di Oliena un importante Convegno su: “Disa-

bilità intellettive e autismo”. Lo scopo dell’incontro è stato “l’importanza nel capire il modo di conoscere e relazionar-si al mondo del disabile quale premessa indispensabile per un’attività abilitati-va efficace ed efficiente che permetta la sua piena integrazione sociale”. Relatori del Convegno sono stati il Dott. Lucio Moderato, Psicologo – Psicoterapeuta, Direttore Servizi Diurni e Territoriali, dell’Istituto Sacra Famiglia; La Dott.ssa Maria Bonaria Sini, Responsabile Uffi-cio Sostegno della Persona, dell’U.S.P. di Nuoro; la Dott.ssa Daniela Cabizzosu, Pedagogista; la Dott.ssa Michela Fais, Insegnante di Sostegno. Ha moderato l’incontro la Dott.ssa Caterina Bacchitta, Dirigente Scolastico. Il dott. Lucio Mo-derato e la dott. Daniela Cabizzosu con filmati, frutto del loro lavoro, hanno mo-strato i grandi progressi che si possono ottenere con attività abilitative mirate e calibrate sulla singola persona disabile e che presuppongono la sinergia delle fi-gure (famiglia, scuola, operatori sanitari, ecc.) con le quali si relaziona. Importan-te e significativo è stato l’intervento di Antonello Puligheddu, che ha promos-so questo Convegno. Nel salutare e nel ringraziare tutti i partecipanti, ha voluto presentare la sua esperienza di padre. “Mi presento. Mi chiamo Antonello Pulighed-du, faccio l’impiegato, sono sposato, mia moglie Pietrina fa la casalinga. Ab-biamo 2 bambini stupendi come lo sono tutti i bambini di questo mondo. Rita ha 12 anni e frequenta la 2^ media, Antonio 10 anni e frequenta la 5^ elementare. An-tonio è un bambino autistico. Un asper-ger. Il desiderio che mi ha spinto a volere questo incontro nasce dall’aver capito

(vivendo la mia condizione di genitore con figlio disabile) quanto sia importante conoscere la disabilità nel suo significato più profondo e cioè non come malattia ma come una condizione psico-fisica da migliorare e quindi il corretto approccio che bisogna tenere per realizzare questo miglioramento. Questi 2 elementi (co-noscenza della disabilità e corretto ap-proccio alla stessa) permettono anche di sconfiggere quel pregiudizio che si chia-ma DIVERSITA’. Tant’è vero che ancora oggi i disabili vengono chiamati “diver-samente abili”. Mi chiedo diversi da chi e da che cosa? Forse che qualcuno di noi è o si sente uguale agli altri per condizio-ne fisica, culturale, di sensibilità. O visto che si parla di “diversamente abili” qual-cuno di noi si sente di sostenere che ha le stesse competenze dell’altro? Nel senso di conoscere e saper fare le stesse cose in modo uguale?Io sono un impiegato, tra noi ci sono, in-segnanti, operatori sanitari, politici, tutte persone quindi con competenze o abilità diverse. Ma questo ci impedisce forse di interagire tra di noi o di stabilire relazio-ni? Per quale ragione quindi un disabi-

le deve essere considerato più diverso delle nostre diversi-tà? Del suo han-dicap, con mia moglie ci siamo accorti quando Antonio aveva 3 anni e fre-quentava l’asi-lo grazie alla sua insegnante de l l ’ in fanz ia che ha avuto la sensibilità di

accorgersi subito delle sue difficoltà e il merito di informarci tempestivamente delle criticità che il comportamento in classe di Antonio presentava…. Passato lo shock iniziale dovuto alla notizia che nostro figlio era autistico ci siamo subito informati su cosa fosse l’autismo: attra-verso altre famiglie e parenti di disabili che come noi vivevano la stessa condi-zione; con i medici che soprattutto nel primo periodo seguivano Antonio; con la nostra partecipazione ad un’associa-zione di genitori di bambini autistici; con la partecipazione a seminari ed incontri (come questo di oggi) sulla disabilità. Ciò ci ha permesso di avere una ricchez-za di informazioni tali da consentirci di:1.Intervenire subito (grazie soprattutto all’insegnante dell’infanzia);2. Inserire Antonio nei giusti percorsi abilitativi per farlo crescere autonomo e sereno. I progressi che Antonio ha fatto fin qui e che continua a fare sono straordinari”. La partecipazione al Convegno è stata significativa, segno dell’interesse e della sensibilità alle tematiche affrontate.

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Manifestazioni

Grande successo per “Koros”Diversi cori si sono alternati in una autentica gara di bel canto

Il 26 gennaio si è tenuta ad Oliena la manifestazione corale KOROS orga-nizzata del Coro Polifonico Oliena.

L’evento rientrava in un progetto KOROS che vede coinvolte ben sei associazioni corali impegnate nella sua preparazione e realizzazione ed ideato con l’intento di condividere le diverse esperienze cano-re, di creare un interscambio culturale tra i diversi cori e stabilire i presupposti per future collaborazioni basate sulla comu-ne passione per la musica, abbandonan-do le competizioni, le beghe di vicinato e le questioni campanilistiche. Proprio in virtù di questi principi la ras-segna si è svolta lasciando a tutte le as-sociazione il giusto spazio per esibirsi e presentare dei brani del proprio reperto-rio. La serata in questo modo è trascorsa in modo piacevole e i diversi cori si sono alternati in una autentica gara di bel can-to. Come avviene tradizionalmente hanno esordito i padroni di casa, il Coro Poli-fonico Oliena, diretti dalla loro guida storica il M° Francesco Ganga. Con stu-pore dei presenti, da dietro l’altare mag-giore, hanno intonato il canto gregoriano “Salve festa dies” e, procedendo quasi in processione, si sono presentati in fila sulla grande scalinata della navata cen-trale. Successivamente hanno presentato alcuni canti polifonici “La nuit” di J.P. Rameau e uno struggente “Ave verum” di W. Byrd che ha creato grande pathos tra i presenti.I cori ospiti non sono stati da meno e av-vicendandosi hanno presentato brani del repertorio tradizionale sardo per arrivare

ai canti di diversi angoli del globo pre-sentati dalla corale “Perosi” diretta dal M° Donato Di Iorio. I cori sardi, nella tradizione di sole voci maschili, oltre al repertorio tradizionale hanno presentato dei canti polifonici sorprendendo l’at-tento uditorio. Infatti il Coro Baronia di Torpè sotto la direzione del M° France-sco Ganga ha presentato “Sa vida mea est sidida” basata sul testo scritto dal compianto Don Salvatorangelo Chessa e armonizzata da M. Lisei e successiva-mente “Circundate levitae” di O. Rava-nello. Mentre il coro “Homines agrestes” di Lula, ha presentato la “Ninna nanna” di T. Puddu, sotto la direzione del Mo Anna Mossa, che ha imbrigliato la robu-sta sonorità dei suoi cantori con un bello e delicato arrangiamento, tutto giocato in un filo di voce su note acute, della cele-berrima “Fratello sole, sorella luna”.Per chiudere la serata i rappresentanti di tutte associazioni che hanno preso parte al progetto e sono stati disponibili duran-te l’anno per i periodi di preparazione e studio si sono uniti a formare un unico coro, costituito da circa cento elementi, che sotto la direzione dei rispettivi ma-

estri, cui si sono aggiunti il M° Luciano Loi del Coro “Istelote” di Dorgali e il M° Giampaolo Selloni del Coro “Pramma ‘e seda” di Cala Gonone, hanno presentato un repertorio diversificato in una inusua-le commistione di generi musicali tra il consenso dei compiaciuti ascoltatori.Una manifestazione che ha ripagato de-gli sforzi fatti il Coro Polifonico Oliena che si è interamente addossato l’onere organizzativo e che è riuscito a seguire passo per passo l’evento, curando sia esibizione canora sia l’accoglienza delle associazioni ospiti, avvalendosi dei soci e del concorso di pochi volontari che qui intendiamo ringraziare. Ringraziamo il parroco, Don Giuseppe Mattana, per aver messo a disposizione le strutture della parrocchia e coloro che hanno voluto partecipare e che ci hanno tributato parole di stima e soddisfazione per la riuscita della piacevole serata.Dopo il successo delle prime due tappe Koros non si ferma: si stanno già orga-nizzando altri eventi di questo tipo al fine di realizzare una sorta di concerto itine-rante. Inoltre, si sta pensando di dare un seguito e riproporre KOROS preparando e proponendo un nuovo repertorio, non-ché di coinvolgere altre associazioni nel progetto. Inizia quindi una nuova fase di studio con canti nuovi e con il ripasso di quelli già conosciuti, sotto la guida di un mae-stro bravo e competente. Per tale motivo esortiamo tutti coloro che apprezzano la buona musica e che hanno la passione del canto di farsi avanti e contattarci: sa-ranno i benvenuti! Antonio Massaiu

Il Coro Polifonico Oliena si riunisce tut-ti i martedì alle ore 19:00 presso l’aula magna dell’ex asilo parrocchiale.

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pag. 14 Su Patiu - Marzo 2013 - n. 23

Pro-Loco Oliena

La Pro-Loco e le sue attivitàTante le iniziative in cantiere da parte dell’associazione per l’anno 2013

Con la presentazione del Bilancio di Previsione per l’anno 2013, la Pro Loco ha voluto esprimere a

tutti i cittadini di Oliena la volontà nel “perseverare”, attraverso i propri inter-locutori primi, ovvero i soci tesserati, l’UNPLI e gli Amministratori Comuna-li. Corre l’obbligo, in questo contesto, di ringraziare in particolare l’Assessorato al Turismo Avv. Martino Salis e l’Assesso-re alla Cultura Teresa Pulloni, per il sup-porto anche economico costantemente offerto. L’anno 2013 ha visto l’Associazione in campo il 9 e 10 febbraio 2013, su inca-rico del Comune di Oliena Assessora-to alla Cultura, alla seconda rassegna “Nuoro go Wine”. La Manifestazione,

Progetto “Identidade”: Si tratta dell’inizio di un’analisi etno-grafica sul tessuto sociale e culturale, vagliando i pareri della gente. Le testi-monianze e le documentazioni raccolte forniranno materiale per alcune pubbli-cazioni di una serie dedicata all’ ”Iden-tidade”, ponendo l’accento sui capisaldi della nostra cultura quali : il costume, il ballo, il canto a tenore, i dolci, le usanze e i rituali che accompagnano le più im-portanti fasi della vita.

Oliena e il suo costume:E’ una prima fase delle analisi etnografi-che del progetto “Identidade”. Viene esa-minata l’evoluzione del costume tradi-zionale di Oliena, ed i risultati verranno raccontati tramite una mostra fotografica, filmati sul ricamo e sulla creazione delle varie parti del costume e sulla vestizione. Un convegno esporrà i risultati ottenuti e il seguente dibattito aperto arricchirà la conoscenza e tenterà di porre un punto fermo sulla evoluzione dei costumi e sul-la dignità nell’indossarli.Programma:Venerdi’ 15 marzo – inaugurazione mo-stra: Oliena e il suo costume, dal 1900 ai giorni nostri – ore 19,00 – Collegio dei Gesuiti, ex casermaSabato 16 marzo – convegno: IDENTI-DADE: Oliena e il suo costume – ore

svoltasi all’interno dello Show Room dell’ex Mercato Civico di Piazza Ma-meli a Nuoro recentemente ristrutturato, tendeva a promuovere le eccellenze lo-cali nei diversi ambiti: etnico, artigianale e gastronomico. Si è potuto valorizzare la realtà produttiva di eccellenza del no-stro paese, che merita il massimo risalto: in molti hanno potuto ammirare nei due stand allestiti per l’occasione prodotti di eccellenza e manufatti artistici.

Tra gli espositori ricordiamo:per il vino: Gostolai di Tonino Arcadu, la Cantina Sociale, fratelli Puddu “Chi-

caiu”, “Boinaglios” di L.Ledda Fele e S.Biccone; per l’olio: Bastiano Fadda, Giuliana Puligheddu, Maria Antonia Pa-limodde, Giuseppe Puligheddu, Fratelli Puddu, Cristina Puligheddu, la Coope-rativa Sociale Olivicultori; per il pane carasau: Anna Corrias, Graziano Mula; per i formaggi: la cooperativa Sociale “Rinascita”; per i dolci: Anna P, Gian-franca Puligheddu, Bastiana Deiana, C.Porcu; per il miele: Bastiana Congiu; per i ricami: Gianfranca Cacceddu, Toni-na Corbeddu; per la pelletteria: Franco Corrias; per la lavorazione del legno: Pietro e Giovanni Maisola e Pietro Selis; hanno esposto i giochi antichi Graziano Sanna e i “Pinnettos” Michele Puggio-ni.

Manifestazione “Foglie d’Argento” Si ritiene che la manife-stazione - grazie ai con-vegni, ai due corsi per as-saggiatori con le lezioni sulle corrette procedure di coltivazione e lavo-razione del prodotto e il concorso sul miglior olio - abbia lasciato un segno tangibile, costituendo un’occasione di studio, conoscenza, e dibattito sull’olio extravergine di olivo che, rappresentando uno dei cardini dell’eco-nomia olianese, merita certamente particolare at-tenzione, con la speranza

di un ritorno favorevole in campo eco-nomico.Certamente si è tornato a parlare d’olio in famiglia, per le strade, nei bar, nelle sedi istituzionali, con qualche cognizio-ne in più, consentendo di scoprire così il sapere di tanti, siano essi studiosi, pro-duttori o semplici estimatori. Quest’an-no sarà in versione rinnovata, limitata al solo concorso del miglior olio di produ-zione locale fra i non professionisti e lo sviluppo di un tema inerente la commer-cializzazione del prodotto e le strategie di mercato.

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Pro-Loco Oliena

18,30Film: Oliena e il suo costume di Antonio Sanna, produzione Pro Loco OlienaRelatrice : D.ssa Franca Rosa Contu, Re-sponsabile del settore Musi dell’Istituto Etnografico RegionaleDibattito con gli interventi del pubblico e, a seguire, un filmato storico sui costu-mi di Oliena della Cineteca Sarda – So-cietà Umanitaria di Cagliari, presentato dal dott. Antonello Zanda, presidenteLa mostra fotografica sarà visitabile ad Oliena dal 15-03-2013 Presso il Palazzo dei Gesuiti a Oliena.

Santa Pasqua:In occasione della Pasqua si manterrà fede all’impegno già assunto in passa-to sia dando la disponibilità per l’acco-glienza ai visitatori con “Su Humbidu”, che abbellendo il percorso de “S’Incon-tru” con “S’arramadura” (ornando le strade del percorso con erbe profumate) e con una coreografia di costumi. Il CdA

ha mantenuto il ruolo di curatrice della stessa. Ha esordi-to ad aprile 2010 nelle sale del Museo Archeolo-gico di Cagliari, è itinerante inin-terrottamente con 19 tappe (tre del-le quali in Lom-bardia, Veneto e Genova), e vista ormai da oltre 50.000 visitatori. E’ stata richiesta all’estero per al-

cune tappe in Scozia e Svezia.La mostra sarà ospite ad Oliena dal 26-03-2013, Presso il Palazzo dei Gesuiti. Le visite saranno guidate da persona-

coglie l’occasione per porgere un senti-to ringraziamento a Don Mattana per la sua disponibilità nella realizzazione delle attività in occasione della Pasqua e per la collaborazione nell’allestimento delle mostre presso il Palazzo dei Gesuiti.

Progetto “Natura e archeologia”: La novità del 2013, in embrione già nei due anni precedenti, è il progetto “Natura e archeologia”. Si andrà a disegnare una mappa-percorso con la collaborazione di un esperta archeologa la Dott.ssa Tetta Furru, nominata Operatore locale di un progetto del Comune, che si avvale a sua volta di giovani del Servizio Civile.La manifestazione, oltre a itinerari stu-diati ad hoc, offrirà la possibilità di vi-sitare la mostra dell’artista Angela De-montis “il popolo di Bronzo”.Il popolo di bronzo: Mostra:La mostra è nata come sviluppo della pubblicazione di Angela Demontis “Il Popolo di Bronzo” (Condaghes, 2005).

Intende proporre una possibile ricostruzione di armi, abiti, accessori e utensili nuragici, rea-lizzati con i materiali e antiche tecniche di la-vorazione, basata sulla rigorosa osservazione dei bronzetti.E’ stata finanziata ed ac-quisita dalla Provincia di Cagliari, mentre la ideatrice-autrice è An-gela Demontis, la quale

le appositamente preparato dalla stessa Curatrice. I Giorni delle visite e gli orari verranno comunicati coi programmi del-la S.Pasqua.

Infine,compatibilmente con le forze umane e finanziarie disponibili, si cer-cherà di garantire la presenza della Pro Loco in occasione di avvenimenti e ma-nifestazioni che più interessano la nostra comunità.

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Una generale e grande commozione ha pervaso tut-ta la Chiesa quando l’11 febbraio Benedetto XVI ha annunciato che il 28 febbraio alle ore 20,00, sarebbe

terminato il suo ministero di Sommo Pontefice, successore di Pietro nella sede di Roma. Una notizia improvvisa e inattesa ma congeniale all’umiltà, alla spiritualità e alla sensibilità del Papa. All’Angelus del 24 febbraio ha continuato a spiegare il significato del suo gesto: “«Cari fratelli e sorelle, questa Paro-la di Dio (della Trasfigurazione) la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Si-gnore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’in-tercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa» (Benedet-to XVI, Angelus, 24 febbraio 2013). Benedetto XVI ha messo al centro della sua vita la fede in Gesù Cristo, ha messo come programma fondamentale del suo pontificato la certezza che “Deus caritas est”, Dio è amore, ha riaffermato, dentro e fuori della Chiesa, contro ogni relativismo, la certezza della verità che è Cristo. Nel suo libro “Gesù di Nazareth. Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione”, Benedetto XVI scrive: “Verità e opinione errata, verità e menzogna nel mondo sono continuamente mescolate in modo quasi inestricabile. La verità in tutta la sua grandezza e purezza non appare”. E poi afferma:

“In Cristo, Dio – la Verità – è entrato nel mondo”. E, tragica-mente, il mondo ha crocefisso la Verità di Dio. Solo alla luce della verità di Cristo, però, gli uomini e le donne trovano la li-bertà, ovvero la liberazione dal proprio stretto interesse perso-nale, per diventare veramente se stessi in Cristo. A marzo dello scorso anno, in Plaza de la Revoluciòn a la Habama, Benedetto XVI ha affermato: “Con la ferma convinzione che Cristo è la vera misura dell’uomo, e sapendo che in Lui si trova la for-za necessaria per affrontare ogni prova, desidero annunciarvi apertamente il Signore come Via, Verità e Vita. In Lui trove-ranno la piena libertà, la Luce per capire in profondità la realtà e trasformarla con il potere rinnovatore dell’amore”. Benedetto XVI ci lascia una eredità preziosa attraverso le sue Omelie e le sue catechesi, degne di essere affiancate a quelle dei Padri della Chiesa. Queste straordinarie omelie e catechesi testimoniano in modo eloquente il desiderio e l’impegno di Benedetto XVI a non avere niente di più caro dell’incontro con la persona viva di Cristo soprattutto nella Divina Liturgia. Ci rimane impressa nella memoria e nel cuore “la faccia lieta, solare, radiosa con cui il Papa ci ha salutato prima che il portone di Castel Gandol-fo venisse chiuso, perché questa letizia che abbiamo visto nel suo volto dice tutto su cos’è per lui Cristo. Solo la presenza reale di Cristo può riempire la vita di un uomo, fino a farla tra-boccare di questa pienezza che abbiamo visto”. Grazie, rimar-remo sempre uniti accanto alla croce di Cristo, per continuare a essere testimoni della sua risurrezione.

Giuseppe Mattana

Grazie Santità!!