Su Patiu n. 10

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Su Patiu - Dicembre 2006 - n. 10 pag. 1 Dicembre 2006 n. 10 APPROFONDIMENTI 11 Oliena guarda Verona SPAZIO ASSOCIAZIONI 5- 6 La nostra estate ... in ACR - Vacanze di Branco e vita di Reparto CALENDARIO AVVENTO 4 Calendario Attività dal 16 Dicembre al 16 Gennaio QUINQUELIBRI 3 Dagli Atti Parrocchiali SOMMARIO: 2 Dal 25 giugno all’11 novembre 2006 VITA PARROCCHIALE SPECIALE DIACONATO 7-10 Foto e Testimonianze AMMENTOS 12 Samuele: un epilogo da riscrivere SPORT 13 Astor Volley ... ecooci qua! SPAZIO GIOVANI 16 Roma: Grande successo per la festa del cinema Linguaggio giovanile un grande giardino con tanti cortili I valori vanno consegnati quotidianamente e non smentiti nelle scelte fondamentali della vita. Q LETTERE e TESTIMONIANZE 14 Dai lettori uando parliamo di linguaggio gio- vanile pensiamo in maniera parti- colare ai ragazzi adolescenti, che volendo affermare la loro autonomia dai legami dei genitori o degli adulti utilizzano una forma verbale particolareggiata. Essa non è altro che una imitazione dei grandi, il cui mondo sembra affascinante. Il linguaggio dei giovani adole- scenti tende alla semplificazione, alla abbreviazione ed alla personalizzazione del linguaggio parlato, non segue delle regole ben precise ma viene modellato in base alle loro esigenze. Le loro con- versazioni sono ricche di parolacce e di termini inventati e questo fa si che gli adulti percepiscano il mondo dei giovani come un mondo chiuso ed incomprensi- bile, nel quale non si può entrare perché non si comprende. La creazione di un linguaggio riservato ad una categoria di persone non è un fenomeno nuovo ed è sempre esistita in tutte le civiltà. Viviamo immersi nei mezzi di comunicazione, essi diffondono questo linguaggio attraverso canzoni, concerti e questo modo di parlare, che poi ha una sua standardizzazione, si allarga con l’sms e nei gruppi che poi vengono arricchiti grazie alla genialità di qualcuno. Spesso, da parte degli adulti, si ha la reazione di rifiuto e di giudizio com- pletamente negativo. Il linguaggio parlato nei giovani arriva all’orecchio degli adulti in maniera scurrile, sguaiata e villana. Non si capisce il perché di certi casi dove questi linguaggi vengono definiti volgari, giudicati ed eliminati di conseguenza. E’ vero che il contenuto delle loro conver- sazioni è ogni tanto fatto di sesso, droga, violenza e il mondo degli adulti lo rifiuta in maniera sdegnata e scandalizzata; ma se volessimo ascoltare i discorsi degli adulti nei “cilleri” o nei gruppi i loro discorsi non sono molto differenti, anzi a storie raccontate si intrecciano vite vissute e sprecate. La comunicazione dei giovani viene considerata banale dagli adulti per cui non si da retta a quello che si sente e a quello che si capisce. E’ vero che le parole degli adolescenti sono tante, diver- se e strane e molto spesso non vengono ascoltate dagli adulti perché non capite; questo è uno dei motivi di scontro tra le due parti e in questo modo i giovani si chiudono in se stessi, non parlano più con gli adulti e non possono ricevere consigli che a volte sono importanti. Il dialogo tra gli adulti e i ragazzi è spesso difficile da instaurare perché mentre gli adulti hanno già una loro mentalità ben radicata nella loro testa il dialogo per loro non è un momento di scambio di opinioni ma un tentativo di far ragionare nel loro stesso modo. I ragazzi reagiscono subendo passivamente quello che gli viene detto; non c’è più quel senso di ribellione perché ormai tutti sono attac- cati alla paghetta settimanale e non ci si scontra più. Così facendo i nostri ragazzi segue alla pagina 4 ANGOLO della POESIA 15 Poesie

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Notiziario della Parrocchia Sant'Ignazio di Loyola di Oliena - Dicembre 2006

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Dicembre 2006 n. 10

APPROFONDIMENTI11 Oliena guarda Verona

SPAZIO ASSOCIAZIONI5- 6 La nostra estate ... in ACR - Vacanze di Branco e vita di Reparto

CALENDARIO AVVENTO4 Calendario Attività dal 16 Dicembre al 16 Gennaio

QUINQUELIBRI3 Dagli Atti Parrocchiali

SOMMARIO:

2 Dal 25 giugno all’11 novembre 2006 VITA PARROCCHIALE

SPECIALE DIACONATO7-10 Foto e Testimonianze

AMMENTOS12 Samuele: un epilogo da riscrivere

SPORT13 Astor Volley ... ecooci qua!

SPAZIO GIOVANI16 Roma: Grande successo per la festa del cinema

Linguaggio giovanile un grande giardino con tanti cortili I valori vanno consegnati quotidianamente

e non smentiti nelle scelte fondamentali della vita.

Q

LETTERE e TESTIMONIANZE14 Dai lettori

uando parliamo di linguaggio gio- vanile pensiamo in maniera parti-colare ai ragazzi adolescenti, che volendo affermare la loro autonomia dai legami dei genitori o degli adulti utilizzano una forma verbale particolareggiata. Essa non è altro che una imitazione dei grandi, il cui mondo sembra affascinante. Il linguaggio dei giovani adole-scenti tende alla semplificazione, alla abbreviazione ed alla personalizzazione del linguaggio parlato, non segue delle regole ben precise ma viene modellato in base alle loro esigenze. Le loro con-versazioni sono ricche di parolacce e di termini inventati e questo fa si che gli adulti percepiscano il mondo dei giovani come un mondo chiuso ed incomprensi-bile, nel quale non si può entrare perché non si comprende. La creazione di un linguaggio riservato ad una categoria di persone non è un fenomeno nuovo ed è sempre esistita in tutte le civiltà. Viviamo immersi nei mezzi di comunicazione, essi diffondono questo linguaggio attraverso canzoni, concerti

e questo modo di parlare, che poi ha una sua standardizzazione, si allarga con l’sms e nei gruppi che poi vengono arricchiti grazie alla genialità di qualcuno. Spesso, da parte degli adulti, si ha la reazione di rifiuto e di giudizio com-pletamente negativo. Il linguaggio parlato nei giovani arriva all’orecchio degli adulti in maniera scurrile, sguaiata e villana. Non si capisce il perché di certi casi dove questi linguaggi vengono definiti volgari, giudicati ed eliminati di conseguenza. E’ vero che il contenuto delle loro conver-sazioni è ogni tanto fatto di sesso, droga, violenza e il mondo degli adulti lo rifiuta in maniera sdegnata e scandalizzata; ma se volessimo ascoltare i discorsi degli adulti nei “cilleri” o nei gruppi i loro discorsi non sono molto differenti, anzi a storie raccontate si intrecciano vite vissute e sprecate. La comunicazione dei giovani viene considerata banale dagli adulti per cui non si da retta a quello che si sente e a quello che si capisce. E’ vero che le parole degli adolescenti sono tante, diver-se e strane e molto spesso non vengono

ascoltate dagli adulti perché non capite; questo è uno dei motivi di scontro tra le due parti e in questo modo i giovani si chiudono in se stessi, non parlano più con gli adulti e non possono ricevere consigli che a volte sono importanti. Il dialogo tra gli adulti e i ragazzi è spesso difficile da instaurare perché mentre gli adulti hanno già una loro mentalità ben radicata nella loro testa il dialogo per loro non è un momento di scambio di opinioni ma un tentativo di far ragionare nel loro stesso modo. I ragazzi reagiscono subendo passivamente quello che gli viene detto; non c’è più quel senso di ribellione perché ormai tutti sono attac-cati alla paghetta settimanale e non ci si scontra più. Così facendo i nostri ragazzi segue alla pagina 4

ANGOLO della POESIA15 Poesie

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Cronaca di Vita Parrocchiale

NOTIZIARIO dellaParrocchia Sant’Ignazio di Loyola - OLIENA

Direttore Responsabile:PIETRO PUGGIONI

Gruppo Redazione:SALVATORE FANCELLOGIOVANNI MARIA CHESSAANTONELLO PULIGHEDDUPEPPINO NIEDDUFRANCO GARDUANNA FRANCA PAU

Stampa: SERISTAMPA - OLIENA

Dicembre 2006 - n. 10Iscrizione Reg. G. e P. N. del Trib. di Nuoro n. 03/2004del 20 Ottobre 2004

Avvenimenti vissuti nella nostra comunità dal 25 giugno al 11 novembre 2006

INDIRIZZI e NUMERI TELEFONICI

Parrocchia Sant’Ignazio di LoyolaPiazza Collegio, 7 - 08025 OLIENA (Nu)Tel. e Fax 0784.285655Indirizzo e-mail: [email protected]

Don Fancello tel. 0784.285655Don Chessa tel. 0784.288646Don Puddu tel. 0784.288707Suore tel. 0784.287555

Avviso ai lettori: Ai sensi della legge D.Lgs 30.6.2003 n. 196 per la tu-tela dei dati personali, comunichiamo che gli indirizzi di quanti ricevono questo periodico fanno parte dell’archivio della Parrocchia S. Ignazio di Loyola in Oliena e sono utilizzati esclusivamente per l’invio del predetto periodico o di altre comunicazioni sulle nostre attività.

25 giugnoAd Arbatax i chierichetti par-tecipano al Campo Scuola organizzato dalla Parrocchia. Vivono giotni intensi guidati da Don Giovanni Maria e Gianni Careddu.

1 luglioCampo Scout Esploratori e Guide a San Pietro di Ovodda. Il tema “Costruire la Comu-nità” vede impegnati ragazzi e capi in un’avventura entu-siasmante.

2 luglioIl gruppo dei Cavalieri si ritro-va per l’appuntamento annuale a Pradu. Eucaristia e mensa comunitaria caratterizzano la giornata al monte.

5 luglioCampo Scuola per i bambini dell’A.C.R.. La casa diocesana di Arbatax accoglie i rumorosi e fedelissimi acierrini, guidati dagli educatori.

16 luglioFesta della B.V. del Carmelo. Numerosi fedeli partecipano alla Novena e alla celebra-zione della Santa Messa nella bellissima chiesetta del Car-melo.

22 luglio

La Branca R.S. del gruppo scout in Route sulle Alpi a Bardonecchia.

28 luglioPadre Carlo Manunza S.J. pre-dica il triduo del Santo Patrono e tiene il Panegirico nel giorno della Festa.

30 luglioAd Arbatax, nella Colonia “Madonna D’Ogliastra”, dal 30 luglio al 06 Agosto, 45 Ragazzi/e del gruppo Medie di A.C.R. guidati da 4 educatori, 4 ragazzi del gruppo Giova-ni/Giovanissimi, con la guida spirituale di Don Giovanni Maria e dei Diaconi Antonello Corrias e Antonello Solinas, affrontano il Tema: Noi e….La famiglia, l’amicizia, il nostro corpo.

31 luglioSolenne Processione in onore di Sant’Ignazio di Loyola e serata folkloristica offerta da Antonio Putzu e Maria Luisa Congiu.

1 agostoVacanze di Branco per i lupetti del Gruppo Scout al Monte Arci nella casa “Madonna di Lourdes”. Il tema: “Incontro a Francesco”.

5 agostoConcerto di Don Gaetano Borgo alle sorgenti di “Su Go-logone”. Buona musica con la partecipazione entusiasta della comunità.

15 agostoFesta “dell’Assunta”, nostra antica Patrona, con solenne processione per le vie del paese.

17/19 agosto A “Sa Itria” Campo diocesano di formazione per Educatori A.C.R. che ha visto la par-

tecipazione attiva di diversi giovani del nostro gruppo parrocchiale.

21 agostoGrande festa di San Lussorio. Alla processione partecipa Mons. Pietro Meloni. La sfi-lata dei costumi dà armonia e colore alla manifestazione di fede in onore del santo Martire.

30 agostoInizia la Novena di Monserra-ta. Per la predicazio-ne vengono invitati diversi sacerdoti. Grande partecipa-zione a tutti i momenti di fede e di festa.

7 settembre Mons. Pietro Meloni presiede l’Eucaristia che vede la parte-cipazione dei malati.

24 settembreRiprendono gli incontri dei gruppi e le varie attività in Parrocchia. Riapre la Mensa Caritas.

23/24 settembreA Monserrata in apertura del-l’anno Associativo si incontra il gruppo Giovani/Giovanissi-mi di A.C per un intenso mo-

mento di verifica e soprattutto di preghiera alla luce della Parola di Dio. “Và e anche tu fa lo stesso!” (Lc 10,30-37) è il tema della giornata.

7 ottobreAntonello Corrias e Antonello Solinas ricevono il Diaconato dalle mani di Mons. Pietro Meloni. Diversi sacerdoti e diaconi partecipano al Rito. La comunità si stringe ai nuovi diaconi e giosce per questo importante traguardo. Ad Meliora!

21 ottobreMessa penitenziale dei “Cur-sillos” in parrocchia. Grande partecipazione dei fratelli cor-siglisti di tutta la diocesi.

29 ottobreUscita Scout a Monserrata. La famiglia Scout al completo si ritrova per iniziare il nuovo anno associativo.

11 novembreSanta Messa in ricordo dei Ca-duti. Sono presenti le autorità civili e militari. Un sincero grazie a chi ha dato la vita perché l’Italia diventasse una Nazione libera e civile.

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Quinquelibri

Dal 1 Luglio al 20 Novembre 2006

DAVANTI AL SIGNORE HANNO FORMATO UNA NUOVA FAMIGLIA:Cappeddu Giancarlo – Boi Stefanina, Crivelli Joseph – Caria Antonella, Sale Francesco – Puligheddu Luisella,

Fozzi Giovanni – Puligheddu Pina, Coletta Gianclaudio – Puligheddu Paola, Flore Marcello – Boi Anna,Pische Salvatore – Deidda Antonella, Corrias Francesco – Cucca Rossella, Canudu Battista – Fronteddu Letizia,

Zola Gianni – Puddu Antonella, Piras Gianluigi – Falferi Francesca, Piras Tonino – Sanna Maria Laura,Nieddu Gianfranco – Scanu Denise, Ritzu Eraldo – Maricosu Rosa, Lai Gianluca – Masala Roberta,Ruiu Roberto – Picca Valeria, Caggiari Fabrizio – Labia Manuela, Cagnin Tiziano – Pinna Nevina.

SONO RITORNATI ALLA CASA DEL PADRE I NOSTRI CARI:Catte Giuseppa, Puggioni Andrea, Cucca Tommaso, Corrias Monserrata, Puddu Cosimo, Luppu Giovanni, Corda Pasquale, Manca Paolo, Fele Antonietta, Salis Francesca, Nieddu Luciano, Puddu Giovanna Maria, Zola Ignazio, Salis Nunziata, Pug-

gioni Mariantonia, Sanna Pietro, Catte Giovanni, Ermini Guido, Gabbas Francesca, Puggioni Grazia, Cucca Pietrino,Fele Antonio, Fronteddu Pietro, Garippa Salvatore, Corbeddu Francesca, Congiu Giovanni Giuseppe, Zizi Giovanna,

Sanna Anna Rosa, Malune Giacobbe, Fele Pasqua.

SONO STATI BATTEZZATI IN CRISTO:Crivelli Tezebel, Vargiu Federico, Piras Giuseppe Emanuele, Salis Enrico, Mameli Lorenzo, Piredda Ilaria, Boi Sara,

Maricosu Ilaria, Sini Manuel, Furru Antonella, Cadinu Sara, Mula Andrea, Loche Antonio, Sanna Irene, Sanna Melissa,Pische Pietro, Piras Greta, Acquas Barbara Andrea, Fele Damiano, Fadda Riccardo, Salis Pasquina, Corrias Paolo,

Nieddu Francesco, Medde Pier Francesco, Piredda Alessandro, Carta Fabiola, Sanna Adesia, Maisola Daniela,Chifari Giovanni, Cambedda Elia, Capeddu Matteo, Puligheddu Eleonora, Zola Beatrice.

ANNIVERSARI:Anniversari (dal 1 dicembre 2006 al 1 gennaio 2007)

Gennaio:Mossa Maddalena (1), Mula Antonio (2), Bette Francesco Antonio (3), Catte Antonio (3), Piras Monserrato (8).

Carissimi cittadini,carissimi parrocchiani,con gioia abbiamo accolto il dono della concittadina onoraria, la Pittrice Liliana Cano. Ha voluto regalare alla nostra cittadina 25 opere sulla Passione di Cristo se-condo il Vangelo di Matteo col vivo desiderio che siano esposte nelle nostre chiese. Abbiamo potuto con-templare queste opere in occasione di “Cortes Aper-tas” 2005. In contraccambio ci chiede di poterla aiutare nella costruzione di 3 pozzi d’acqua in Burkina Faso, il paese più povero sulla faccia della terra. Comune e Parroc-

chia abbiamo aderito a questa proposta, ben consapevoli che si trattava di dire insieme SI al bene della nostra gente e dei poveri del mondo. Ognuno nel rispetto del campo d’azione dell’altro, crediamo di aver interpretato i sentimenti della quasi totalità

Donazione alla comunità

delle persone. L’impegno per acqui-sire delle opere d’arte così prestigiose che saranno pa-trimonio della collettività, ci ha spinto a non tener conto di eventuali pregiudizi per un’operazione insolita e me-ritevole di plauso da parte di tutti. Vi invitiamo perciò a darci suggerimenti perché quanto prima possa essere raggiunta la cifra necessaria (circa 24.000 euro x 3 pozzi)

La Pittrice Liliana Cano dona 25 opere sulla “Passione di Cristo”

per la realizzazione di que-st’opera. La Parrocchia si impegna ad essere il tramite per far pervenire i fondi alla Missione del Burkina Faso.

Sicuri della benevola accoglienza di questa proposta vi salutiamo cordialmente.

Il Sindaco Il Parroco

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Calendario Avvento

16 dicembre - Giornata della Solidarietà:I cesti saranno esposti nei vari supermercati.Inizia la Novena di Natale.Ore 16.00: anziani e bambini - ore 19.30: famiglieore 20.30 - Concerto della Corale Santa Cecilia

23 dicembreore 20.30 Concerto della Polifonica Olianese

24 dicembreore 17.30 S. Messa della vigilia (prefestiva).ore 24.00 S. Messa della Notte di Natale.

31 dicembre - Festa della S. Famigliaore 10.00 S. Messa per le famiglie con il rinnovo degli impegni matrimoniali.(non ci saranno le S. Messe delle 9.30 e delle 11.00).ore 17.30 S. Messa prefestivache si prolungherà con l’adorazione e il canto del Te Deum.

6 gennaio 2005ore 16.00 Befana dei Bambini in Casa del Giovane.

8 gennaio 2005Inizio Novena a S. Antonio Abate.Riprende il catechismo dei bambini e dei ragazzi.

13 gennaioore 19.00 Inizia il corso di preparazione al matrimonio.Si raccomanda la partecipazione alle coppie che pensano al matrimonio negli anni 2007—2008.

16 gennaioore 19.00 a S. Maria Benedizione del fuoco di S. Anto-nio.

2 febbraio

GIORNI PENITENZIALI

Lunedì 18 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Maria - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Martedì 19 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Giuseppe - ore 15.00 - 18.00 ParrocchiaMercoledì 20 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Maria -ore 15.00 - 18.00 Parrocchia -ore 20.00 Confessioni per i giovani.Giovedì 21 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 Parrocchia -ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Venerdì 22 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 Carmelo - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Sabato 23 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Giuseppe - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia

BILANCIO FESTA - B.V. MONSERRATA 2006

Entrate 74.993,75Uscite 61.639,36Attivo 13.354,39

L’attivo sarà utilizzato per le manutenzioni ordinarie durante tutto l’anno, bollette di luce acqua e gas, per completare, sostituire e ristrutturare arredi e spazi del santuario.Il comitato 2006 ringrazia i Carabinieri, tutti i commercianti, gli artigiani, i pastori e la cittadinanza intera per il contributo e la collaborazione prestata.Sono stati eletti priori per l’anno 2007Graziano Dui e Giovanna Cau.Si ringraziano le famiglie che dopo aver prestato il loro prezioso servizio hanno lasciato il comitato e si augura alle nuove famiglie un buon lavoro.

cresceranno uguali a noi con i nostri stessi problemi e con una infelicità interiore. A volte però l’incomprensione viene sostituita da un incontro in quanto gli adulti “interessati”,pensiamo a tanti edu-catori, alla loro crescita si impegnano a capire il linguaggio, ad ascoltare i loro problemi, che possono riguardare gli amici, i sentimenti, l’orientamento sessuale ma anche la scuola; dopo aver ascoltato tentano di dare consigli, che possono essere di aiuto. Questo modo di esprimersi non può esser definito in-civile solo perché non lo si sente pronunciare al telegiornale o non lo si legge sui quotidiani; e il motivo è ovvio: gli adulti rimangono freddi, o addirittura ipocritamente scandalizzati all’utilizzo di certi termini. La reazione dei giovani invece è opposta, con “le loro parole” riescono a esprimere sicuramente meglio le loro emozioni, i loro sentimenti e i loro stati d’animo. Anche se si tratta di un linguaggio semplice e per alcuni versi volgare è decisamente più efficace a manifestare le loro situa-zioni esistenziali. Conoscere allora i loro linguaggio significa voler cam-minare con loro, sentire con loro e in definitiva amarli perché sono la porzione più delicata della società ma allo stesso tempo sono il nostro futuro e la nostra speranza.

Don Antonello Cattidesacerdote salesiano , originario di Oliena

continua dalla prima pagina

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SPAZIO ASSOCIAZIONI

La nostra Estate…… in ACR (Arbatax 30.luglio-06 Agosto 2006)

Sapete ci siamo diverti-te tantissimo……e adesso voi vi chiederete di cosa stiamo parlando…. Stiamo parlando della nostra prima esperienza vissuta come ragazzi delle medie al campo estivo a.c.r. Con gli altri ragazzi abbiamo passato insieme una settimana indimenticabile dove ci siamo divertiti e allo stesso tempo abbiamo lavo-rato. Per noi è stato anche un modo per socializzare con i ragazzi con cui avevamo poca confidenza….. perciò vi invi-tiamo a condividere con noi questo cammino un po’ impe-gnativo ma anche divertente e gioioso Giovanna e Simona

Per me il campo è stato molto bello, lì mi sono divertita tanto, i miei educa-tori in questo campo estivo mi hanno insegnato molto le cose della vita, com’è ad esempio il rapportogenitori figli, l’amicizia e il nostro corpo che cambia nella fase della crescita e dell’ado-lescenza. Insomma in que-st’esperienza ho imparato molto….allora vi invito tutti a venire all’ACR numerosi

Maria Giovanna

CAMPO ESTIVO 2006

Il tema guida del cam-po estivo di quest’anno è stato: NOI E……. I Genitori/L’amicizia/Il mio corpo che cambia, quindi come i ragazzi vivono queste relazioni, come li vedono gli adulti. Lo strumento che ab-biamo voluto utilizzare è stato quello del noto Format televi-sivo “FORUM” che ha visto sul banco degli imputati geni-tori e adulti. I ragazzi divisi in tre gruppi hanno impersonato tutte le figure interessate: Ac-cusa (figli-ragazzi in generale) Difesa (genitori – adulti in generale) e pubblico, tranne quella del Giudice che è stata brillantemente interpretata dal nostro Assistente Don Giovan-ni Maria. I ragazzi sono stati in-

vitati a riflettere su ogni filone del tema, aiutati dalle tracce preparate da educatori e staff, per poi presentare al processo i vari capi di accusa o difesa a seconda della parte che erano chiamati a rappresentare. Vi diciamo la verita: eravano terrorizzati al pensiero di aver osato chiedere troppo e invece ci hanno piacevolmente sorpreso, dando vita ad un agguerrito contraddittorio sapientemente condotto dal Giudice Chessa che conclude-va il tutto con un’equa e giusta sentenza. Bisogna dire che anche il pubblico ha interpretato molto seriamente la propria parte, ascoltando, intervenen-do e decidendo alla fine da che parte far pendere la bilancia. Crediamo sia stato un modo diverso e divertente per far emergere punti importanti come le difficoltà relazionali con genitori e adulti o i modi di vivere l’amicizia, ma anche punti delicati: come un uso sbagliato del proprio corpo o la pedofilia. Il resto del campo si è svolto tra momenti di preghie-ra, nuotate ristoratrici e serate allegre che hanno contribuito a creare un clima gioioso di ami-cizia e di spirito di gruppo.Arrivederci al prossimo anno. Gli Educatori e lo Staff

Le New Entry………….del gruppo Giovani e Giovanissimi di AC

Ciao a tutti……!! Sono una “passaggista” e parlo a nome mio e dei miei compagni del gruppo. Giorni fa abbiamo fatto il passaggio. Dobbiamo proprio dire che è stato un momento bellissimo: l’accoglienza da parte dei ragazzi e degli animatori è stata molto vivace e calorosa. Approffittiamo dell’occasione per dire loro: GRAZIE!!!Per quest’anno di AC noi “passaggisti” desideriamo, per quanto riguarda i ragazzi, di entrare a far parte di un gruppo solido e disponibile, e di ambientarci al più presto. Mentre per quanto ri-guarda gli animatori, desideriamo che ci accompagnino in questo nostro cammino di fede……noi siamo disposti a partecipare.Ah!! Un’ultima cosa: anche se in questo momento siamo molto entusiasti, ci è dispiaciuto ugual-mente lasciare i compagni e le vecchie educatrici….un saluto anche a loro!! Ciao CiaoEeeeee…Vi aspettiamo numerosi al gruppo Valentina & Company

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Spazio Associazioni Gruppo Scout

Vacanze di Branco e Vita di repartoGiocare, divertirsi, socializzare, imparare a confrontarsi con gli altri, ma anche e soprattutto crescere

Finalmente il branco è tornato!!! Dico finalmente per-ché purtroppo da qualche anno a questa parte, per carenza di capi ,la branca aveva dovuto chiudere i battenti. Ma perché rivangare il passato.... Fortunatamente le atti-vità del branco sono riprese a pieno ritmo quest’anno e sono culminate nelle vacanze di branco svoltesi a Monte Arci nell’oristanese. Che cosa sono?....beh è un po’ difficile spiegarlo a chi quest’esperienza non l’ha vissuta. È giocare si, di-vertirsi, socializzare, im-parare a confrontarsi con gli altri è anche e soprat-tutto crescere. Ma pen-so che non sia sufficiente a capire di che cosa sto parlan-do. Mettiamola così.....: vi è mai capitato, magari in un momento di tranquillità

,di pensare a una qualsiasi cosa successa in precedenza e ritrovarvi a sorridere?...si? Le vacanze di bran-co sono più o meno questo:un lungo sorriso. I bambini durante i cinque giorni di campo sono stati impegnati in tante attività come il torneo di roverino, i giochi jungla,la ca-techesi e le cacce notturne.Da loro non si può che im-parare. La voglia di fare,di divertirsi,di prendere a cuo-re alcune cose e la capacità di meravigliarsi delle novi-tà mancano a noi “grandi”. Insomma per me e penso anche per i lupetti è stata un’esperienza senza dubbio positiva e sicuramente le prossime vacanze di branco non deluderanno le nostre aspettative.

Adriana Zola

Carissimi compaesani,siamo un gruppo di ragazzi scout che vogliono trasmet-tervi le emozioni provate in questo percorso da esploratori e guide. Si può dire che in questi cinque anni di reparto siamo cresciuti notevolmente in diversi ambiti sia per quan-to riguarda la vita scout sia riguardo la vita di ciascuno di noi al di fuori del gruppo, per-ché questo non ci insegna solo a cavarcela con le nostre forze ma ci permette di confrontarci con tanti altri ragazzi come noi e poterci scambiare le nostre opinioni e esperienze. Non è stato un per-corso facile perché affrontato durante gli anni più difficili dell’adolescenza in cui si è molto indecisi e soggetti all’influenza degli altri. For-tunatamente noi abbiamo potuto contare sull’aiuto e sul sostegno dei nostri capi che sono stati per noi una guida. Sabato sera,durante l’uscita di gruppo, abbiamo compiuto un passo molto

importante nella nostra cre-scita scout, siamo passati in noviziato.Abbiamo compiuto questo passo un po’ spaesati ma comunque felici e consa-pevoli di non poter fare come Peter Pan. Siamo convinti che il noviziato e in seguito il clan saranno anch’essi molto im-portanti per noi e per la nostra crescita perché inizieremo degli anni tutti dedicati al ser-vizio e all’aiuto nei confronti di chi ne ha più bisogno. Speriamo di riuscire a portare a termine il nostro cammino scout e magari di avere l’opportunità più avanti di trasmettere questi insegna-menti a nostra volta.Speriamo di avervi trasmesso almeno in parte ciò che lo scoutismo ci ha dato e ci darà ancora . Antonella , Benedetta, Federica, Gianluca e Roberto.

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Testimonianza di Don Antonello Solinas SPECIALE DIACONATO

Ancora oggi, dopo 2000 anni da quel giorno in cui i discepoli di Giovanni Battista fecero questa domanda a Gesù, c’è ancora chi, affascinato dalla Sua vita, pone questa domanda al proprio cuore: Gesù, dove sei? Voglio seguirti! Vedere chi sei e come fai ad attrarmi così intensamente a Te. La mia coscienza mi spinge lontano da Te e il “mondo”, a volte, sembra attrarmi più della Tua Persona. Aiutami a trovarti! Aiutami a dirti di si!È possibile oggi donare interamente la propria vita al servizio di Cristo e dei propri fratelli? Si, o almeno è quello che io stesso cerco di fare, sull’esempio del Maestro. Gesù chiede ogni giorno la nostra disponibilità per aiutarlo a costruire un mondo secondo il Suo Cuore; a noi spetta dire il nostro “si”, il nostro “eccomi”, il resto si sa, è opera Sua. Il 7 ottobre scorso, ad Oliena, nel-la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, An-tonello Corrias ed io, davanti al vescovo Mons. Pietro Meloni e ad una comunità commuoventemente numerosa ed orante, abbiamo detto il nostro “eccomi” al Si-gnore; parola piccola ma che va rinnovata costantemente ogni giorno della nostra vita.

“Maestro, dove abiti? Disse loro: <<venite e vedrete>>.” (Gv 1,38-39)

Gesù chiede ogni giorno la nostra disponibilità per aiutarlo a costruire un mondo secondo il Suo Cuore;a noi spetta dire il nostro “si”, il nostro “eccomi”, il resto si sa, è opera Sua.

Al vescovo abbiamo promesso: obbedienza-povertà-castità; promesse un po’ utopiche o per usare un termine più dolce “controcorrente”, vista la mentali-tà odierna, ma che io per primo, reputo necessarie per la riuscita di un buon mi-nistero sacerdotale. Donarsi interamente, corpo ed anima per la cura delle anime, questo è lo scopo di una vita sacerdota-le. Questo servizio inizia già ora con il diaconato, parola che significa appunto “servizio”. Una vita donata agli altri per amore di Cristo, perché in quel “tu” che mi sta davanti io vedo il volto di Gesù. Questa è la gioia che por-to nel cuore, quella di servire Cristo nei fratelli e che sento di esternare per far capire perché vale la pena “sacrificare”

la propria vita per seguire Cristo.In una società come quella odierna, dove impera il relativismo, ho scoperto che Cri-sto è l’unica Via, è l’unica Verità, è l’unica Vita per la quale vale la pena spendere la propria esistenza. Direte: <<belle parole!>>. Spero vivamente di non fermarmi solo all’aspet-to narrativo di tali parole ma auguro a me stesso e a chiunque decide di seguire il Signore, che esse possano incarnarsi. San Francesco d’Assisi diceva di testimoniare il Vangelo “sine glossa” cioè più con la vita che con le parole. Con questi sentimenti vi saluto e vi chiedo di pregare per me e per la santificazione dei sacerdoti.

Don Antonello Solinas

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Speciale Diaconato

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Speciale Diaconato

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SPECIALE DIACONATO Testimonianza di Don Antonello Corrias

Seguire Gesù non è un impresa facile!La mia è una strada che comporta fatica e rinunce, come in tutte le scelte importanti che si fanno nella vita, ma allo stesso

tempo se viene intrapresa con disponibilità e abbandono nella Fede in Gesù Cristo è portatrice di tanta pace e felicità.

Nel rito di ordinazione ho promesso al mio vescovo ed ai suoi successori filiale rispetto e obbedienza. Dopo neanche una settimana è arri-vata la prima prova, il vescovo mi ha chiesto di varcare il mare per recarmi a Padova nel Mo-nastero di Santa Giustina dove attualmente mi trovo a vivere una bellissima esperienza tra i monaci e a seguire qualche corso nella facoltà di Liturgia Pastorale.

Io non amo viaggiare e il solo pensiero di preparare i bagagli e prendere l’aereo mi faceva star male.

Ma il Signore non smette mai di stupirmi, come sempre è in grado con la sua Grazia di farmi capire che ciò che mi si presentava come prova difficile da superare era l’occasione di un tempo propizio di preghiera e medi-tazione.

In questi ultimi due anni la mia preghiera è ac-compagnata dal pensiero che Dio creatore sta facendo me-raviglie alla nostra comunità di Oliena.

Mi viene da pensare a tutte le coppie che si stanno unendo nel sacramento del matrimonio, ai bambini che stanno nascendo e stanno di-ventando figli di Dio col Bat-tesimo, i giovani che si stanno preparando al sacramento della

cresima e ai bambini che si preparano a ricevere Gesù per la prima volta nel sacramento della Comunione.Questo è un segno che il Si-gnore in diversi modi e in diverse situazioni chiama tutti a seguirlo. La mia è una strada che comporta fatica e rinunce, come in tutte le scelte impor-tanti che si fanno nella vita, ma allo stesso tempo se viene intrapresa con disponibilità e abbandono nella Fede in Gesù Cristo è portatrice di tanta pace e felicità. Infatti, sento un po’ di fastidio quando dei sacer-doti nel raccontare la propria vita mettono al primo posto le rinunce fatte, tralasciando l’importanza e il significato dell’ essere sacerdote che è anzitutto unione e donazione totale a Gesù.

Qualcuno si chiederà come donarsi oggi al Signore? Non è un donare, ma è realiz-zare il progetto di Dio che ha su di te sacerdote, muratore, pastore, casalinga, banchie-re… Mi viene da pensare agli ammalati. Il Signore dona la sofferenza e la croce a co-loro che sa che riusciranno a portare a compimento il suo progetto, abbracciando la loro malattia, come Gesù sofferente ha abbracciato la croce per salvarci. Qui entra in ballo il nostro essere cristiani e mi pia-ce rispondere a una domanda che spesso mi viene fatta dai giovani: perché vai a Messa? Non è cosa per vecchiette? La Messa è per tutti, giovani, bambini e anziani, ciò che dobbiamo capire è che è il motivo d’incontro con Gesù che sotto le specie del pane e del vino si rende presente, rea-le e sostanziale col suo corpo e col suo sangue. Oggi l’esperienza Eu-caristica si trova in particolare tra i giovani in una situazione critica a causa della moda e degli schemi che la società ci propone soffocando e assuef-

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fando le nostre attese e i nostri desideri.Dobbiamo ricominciare da

capo!

Ascoltare la parola di Dio che sebbene sia antica è per noi luce e novità perché è Parola di Dio e non parola dei preti e dei diaconi. Meno male!... È questa la parola che deve rischiarare il nostro cammino, riscaldare il nostro cuore, dare senso alla nostra vita e al nostro lavoro. La Preghiera e i Sacra-menti devono essere una sosta della nostra vita cristiana come il pit stop della formula 1, rica-ricarci per ripartire. Preghiera e Sacramenti sono i mezzi che ci ha dato Gesù per dialogare con Lui cuore a cuore. Gesù non delude mai chi si fida veramente e since-ramente di lui. Il segreto della sequela di Cristo è proprio questo… non bisogna contare sulle proprie forze, magari esaltandosi per i propri succes-si e le proprie doti. Il segreto consiste nell’accettarsi così come si è e, al tempo stesso nell’affidarsi al Signore e a Maria Santissima perché ci rinnovino con la Grazia. Possano davvero questi miei pensieri essere preghiera gradita al Signore perché in questo anno continui a ricolma-re la nostra Parrocchia dei doni necessari per la buona riuscita dell’anno pastorale e sociale. Un saluto e una benedizione speciale con l’intercessione di Sant’Antonio di Padova.

Don Antonello Corrias

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a cura di Don Pietro Puggioni APPROFONDIMENTI

Oliena guarda a VeronaOliena è interpellata, in tutti i suoi abitanti e nella fatica della sua storia quotidiana,

dal tema di Verona: “ Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo”.

Verona, sede del Con-vegno della Chiesa italiana nello scorso ottobre, è geogra-ficamente lontana da Oliena, ma spiritualmente vicina, perchè ha inserito anche il nostro paese dentro il respiro della speranza. Oliena è interpellata, in tutti i suoi abitanti e nella fatica della sua storia quoti-diana, dal tema di Verona: “ Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo”. C’è una pagina de Il giorno del giudizio di Salva-tore Satta che può servire da icona al guardare di Oliena verso Verona. E’ quella sera di ot-tobre del primo novecento quando Nuoro fu illuminata dalle prime lampadine elet-triche, mentre tutti i paesi vicini “ continuavano nella loro notte ”. Oliena attese in piazza quel momento magico

ed esplose in un urlo di gioia, sognando l’arrivo della luce anche per le sue strade nottur-ne. Non è pensabile il ripetersi di quella esplosione di gioia infantile, ma è auspicabile quello sguardo rapito, dentro la notte, dalla luce della spe-ranza. Speranza è vocabolo essenziale persino nel vocabo-lario dei “non credenti” come inquietudine del cuore, teso verso progetti e sogni, verso qualcosa più grande dell’uo-mo. Per i cristiani la spe-ranza ha un volto concreto: Gesù Risorto e una dimensio-ne luminosa: un sì a Dio e un sì all’uomo.. La chiesa che cammina ad Oliena è chiamata ad essere madre di testimoni di questa speranza, a generarli per una presenza nuova ed evangelica

che dia alla sua storia quo-tidiana il sapore della vita e della autenticità. Ciò che Salvatore Satta dice bene di Oliena , “ un meraviglioso paese, ai piedi del monte più bello che Dio abbia creato”, abitato “dai soli sardi allegri” , più che motivo di vanità deve diventare in-coraggiamento a camminare nelle vie della speranza.Le grandi trasformazioni so-ciali e culturali contagiano anche i nostri ambienti e pon-gono delle sfide serie che non possono essere ignorate se non si vuole essere travolti da novità che spengano la speranza. Oliena deve rivisitare i cinque punti di vita che a Ve-rona hanno ricevuto attenzione e stimolato.

a. La vita affettiva alla luce della fede e della cultura moderna per una retta

educazione sessuale e sentimentale, per una concezione forte della paternità e maternità e conseguentemente della famiglia.

b. Il senso del lavoro alla luce della dottrina sociale della Chiesa e la risco-perta della festa nella dimensione relazionale con Dio e con i fratelli.

c. Il mondo della fragilità umana che esige acco-glienza, soccorso, ospi-talità e protezione.

d. Rilettura della tradizione nella ricchezza di valori e nell’apertura al nuovo, dentro il quadro della continua formazione in-tellettuale e morale.

e. L’ambito della cittadi-nanza, nelle esigenze di rinnovamento politico e sociale e nella costante attenzione ai problemi del mondo.

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Ammentos a cura di P. Nieddu

Samuele: un epilogo da riscrivere? (prima parte)

Acquattato sul costone roccioso, lo sconosciuto, osservava con estrema attenzione, l’aspro paesaggio sottostante, il suo occhio esperto ne vagliava i partico-lari: il maestoso “pinnettu” che si ergeva nella piccola radura, rilasciava esili volute di fumo, più in là, il recinto delle capre (sa mandra) e quasi addossata alle rocce, s’arula, il ricovero dei maiali: questi una mezza dozzina, erano intenti a grufolare nelle adiacenze; in lontananza, il regolare tintinnare dei campanacci, faceva intuire la presenza del gregge di capre al pasco-lo; in alto molto in alto, verso la cima di Catheddu una coppia di aquile reali volteggiavano nel cielo terso. A parte questi naturali segni di vita, null’altro turbava la pace di quella frizzante mattina di primavera. Lo sconosciuto a malin-cuore, riusciva ad ammettere, che il suo amato Gennargentu seppur bello e mae-stoso, non poteva competere con questo “Supramonte”: il suo sguardo si posava sulle orride gole scavate dalla furia degli elementi, intuiva la presenza di grotte ed anfratti naturali, ammirava boschi impe-netrabili intervallati da paesaggi lunari, era semplicemente affascinato. Tra se e se pensava< Chi potrà mai prendermi se resto quì ?> Lo sconosciuto, che era di vedetta da qualche ora e che ancora non si era deciso a muoversi, ritornò al presente, prima di avviarsi voleva essere sicuro che nessun pericolo, vicino o lontano, lo po-tesse minacciare o sorprendere, d’altron-de era stata questa sua innata diffidenza a salvargli moltissime volte la vita, ma doveva pur fidarsi di qualcuno: Gioseppe l’amico Olianese lo aveva rassicurato più volte < sul mio onore vai tranquillo, in quell’ovile troverai un amico discreto e assolutamente fidato> finalmente si alzò, raccolse l’arma posata al suo fianco e deciso s’incamminò: Seguendo la pista sarebbe stato all’ovile tra una decina di minuti. Nello stesso tempo, all’interno del Pinnettu, Il capraro, con un rito immutato da millenni aveva fatto il formaggio; scol-mata la ricotta, aveva poi ripulito diligen-temente l’interno e lavato i pochi arcaici

utensìli che era andato ad appendere sul duris di ginepro piantato all’esterno. Il siero (jota) dal lapiolu di rame fu versa-to nei trogoli scavati in tronchi d’albero dove avidamente se lo contesero i porci; una porzione della brodaglia, la più densa, fu riservata al fedelissimo cane bastardo “Porcheri” che docilmente s’era alzato al-l’uscita del padrone. Compiuti questi atti, il pastore,un ragazzone di circa trent’anni, statura media, prima di rientrare, si voltò sulla soglia, per osservare nuovamente il paesaggio circostante. I suoi occhi ca-stano-chiari accarezzavano quel tratto di supramonte che amava in modo viscerale e di cui conosceva ogni pietra. Stava per scomparire nella penombra del pinnettu quando il sordo ringhiare del cane lo bloccò, conosceva benissimo quei segni del suo fedele compagno; aveva avver-tito la presenza di qualcuno: Giratosi, in lontananza sull’andatha (pista) che ve-niva da sud, bene illuminato dal sole era comparso uno sconosciuto, sulla spalla la sagoma inconfondibile di un’ arma. Il primo impulso fu di precipitarsi, non visto verso il rocciaio dove teneva occultata una doppietta cal. 16, sempre carica, cani esterni e canne damascate, come quella, soleva ripetere con malce-lato orgoglio, di ciu Corveddu,( il famoso bandito), lo fermò il suo istinto, mentre la sua mente lavorava febbrilmente, realizzò,

di non avere nemici anche se la prudenza era d’obbligo, poi, considerò che la perso-na in arrivo, si era fatta notare da lontano, l’arma in ispalla, segno inequivocabile di intenzioni amichevoli. Per il fedele cane “Porcheri”però tutte le persone estranee all’ovile erano potenziali nemi-ci, drizzando il pelo e mostrando i denti, riprese sordamente a ringhiare: <Seriu, porchè..> lo zittì il padrone, e quello si accucciò per terra. Arrivato nei pressi del Pinnettu lo sconosciuto, un uomo sulla trentina, di statura media e fisico asciutto, ben curato nel vestire, sollevata la mano destra esclamò <Salude > due baffetti ben tagliati ornavano il pallido e scarno viso; <Salude e bida> gli fece eco il pastore che febbrilmente tentava di capire chi potesse essere; l’arma che portava sulla spalla era un moschetto,arma da guerra, il classico modello 1891 in dotazione a sa giustiscìa,(carabinieri e milizia) oh! se lo conosceva bene; durante quei lunghi anni della grande guerra lo aveva avuto inse-parabile compagno, giorno e notte. <Tu devi essere, Nieddu.?. Babbore…Nied-du > il pastore era ammutolito e quello riprendeva < non avere timore, vengo in pace, mi manda un tuo caro amico, Giuseppe Boi,> notando la perplessità stampata sul volto del pastore, aggiunse < Giuseppe, l’amico che tu chiami “Vola vola”> <bell’amihu>pensò tra sé e sè il pastore<mi che mandada unu carabineri in burghesu> Poi il senso dell’ospitalità prevalse, spingendolo ad invitare l’ospite

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Sport

Vi ricordate di noi? Siamo la squadra di pallavolo Astor Volley Oliena, e seppur fra mille rinunce e sacrifici, con orgoglio siamo ancora qui!Forse non tutti conoscono l’odissea della scorsa stagione agonistica e così abbiamo pensato di raccontarla ai nostri paesani, anche a quelli che hanno creduto che avessimo gettato la spugna e invece …… eccoci qua! Come molti sanno, a causa di urgenti lavori di ristrutturazione della palestra comunale, alla fine di settembre 2005, ci siamo trovati senza un campo dove poter effettuare gli allenamenti e disputare le gare ufficiali del campionato di serie D, al quale eravamo già iscritti. Solo grazie al nostro parroco Don Fancello e al generoso contributo degli sponsor, che non ci hanno lasciato soli nelle difficoltà, in extremis la squadra ha trovato ospitalità presso il palazzetto dello sport dei salesiani di Nuoro e lì abbiamo disputato l’intero campionato.Nonostante le ovvie difficoltà logistiche si è riusciti a portare avanti un torneo re-gionale di tutto rispetto, raggiungendo il secondo posto in classifica, con una rosa, lo sottolineiamo, di sole atlete olianesi. Un cenno particolare meritano in questa fase, i soliti sostenitori che con amicizia e solidarietà ci hanno seguito nonostante tutto, unitamente a loro corre l’obbligo di ricordare ancora gli sponsor che rinnovando la fiducia hanno consen-tito alla squadra di affrontare un cam-pionato con costi economici maggiori, anche per via dei frequenti trasferimenti

a Nuoro per allenamenti e partite. Altra cosa per noi penalizzante e mortifi-cante è stato poi l’aver affrontato in trasferta anche le gare che avrem-mo dovuto giocare in casa con il sostegno del pubblico amico. Detto ciò, rite-niamo l’aspetto mag-giormente negativo della situazione, l’aver perso tutto il settore minivolley e chiuso l’attività giova-nile per centoventi iscritti, abdicando alla nostra funzione di educazione e formazio-ne all’attività sportiva con tutte le ricadute sociali ad essa connesse. Oggi, mentre prepariamo la nuo-va stagione e programmiamo le attività federali per le nostre giovani atlete, ci auguriamo che l’esperienza vissuta a Nuoro, si sia conclusa definitivamente; da qualche settimana, infatti, è stato con-sentito l’ingresso alla palestra comunale e questo ci permetterà di allenarci e di giocare nel nostro paese, ma soprattutto, di recuperare quel settore giovanile di cui accennavamo prima e del quale andava-mo tanto fieri. Speriamo di andare incontro ad un anno ricco di soddisfazioni, che ci ripaghi di quello che abbiamo passato, ce lo augu-riamo per le nostre ragazze che sono state davvero meravigliose con il loro spirito

di sacrificio, con la costanza e la tenacia dimostrata anche nei momenti difficili. Quando a qualcuno è venuta voglia di mollare, sono state vicine alla dirigenza, stringendosi ancor di più in un gruppo solido e affiatato, trasmettendo a tutti la voglia di andare avanti. Aspettiamo a braccia aperte i bambini che vorranno incontrarci ogni lunedì e giovedì, per conoscere uno sport tanto bello e appassionante come la pallavolo e, a tutti i nostri paesani che vorranno trasmetterci entusiasmo e coraggio per il prossimo campionato di serie D, l’appuntamento è per fine novembre. Noi lo affronteremo sicura-mente arricchiti anche dall’esperienza raccontata e quindi, almeno nello spirito, più forti di sempre. Lucia Bianchi

Astor Volley…. Eccoci qua!

all’interno del ricovero per un parco e fru-gale pasto, ma quello declinando l’offerta chiese di poter avere solo dell’acqua da bere. Il pastore presa una “vejone” di sughero, attinse acqua da un “moju” pure di sughero facendo l’atto di offrirla all’ospite; quello respingendo la mano che offriva l’acqua e guardando fisso negli occhi il pastore, disse <se non ti dispiace dovresti berla prima tu!..> Salvatore rimase di sasso, un moto d’ira

omicida lo pervase per un attimo an-nebbiandogli la vista, poi ricompostosi, accostò lentamente l’acqua alla bocca e bevve. Poi rivolto allo straniero esclamò <Ego nond’isc/ho hie sese e ite omine asa esses tue, ma so vintu hi s’umbra tua matessi ti ghetta tremore>(Io non so chi sei e che razza d’uomo tu sia, ma sono sicuro che la tua stessa ombra ti incute terrore) L’ospite a queste dure parole si lasciò andare su uno sgabello di ferula ed appoggiato il moschetto alla parete, con voce che lasciava trasparire il forte

travaglio interiore, disse <hai ragione di parlare in questo modo, ma purtroppo sono condannato ad agire così, a vivere senza poter fidarmi di nessuno, di dubi-tare anche delle persone che mi stanno intorno, perché io sono, mi dispiace non essermi presentato prima, io sono Sa-muele Stocchino di Arzana; il bandito.-> Salvatore, che sapeva di Stochino solo di fama, mormorando un< ora capisco> attinse nuovamente dell’acqua, la offrì all’ospite che avidamente la bevette. Peppino Nieddu

continua Ammentos

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Lettere e Testimonianze

Littera a “Su Patiu” Non bastavano i disagi e le suc-cessive polemiche che il sottoscritto e la sua Amministrazione hanno (e stanno) affrontando per quanto riguarda la pic-cola “rivoluzione” in corso della raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani , che adesso ci si mette in mezzo “a sihire a pilisare su lohu” anche un maldestro redattore della “Nuova Sardegna”. Martedì 24 Ottobre infatti, in aper-tura di un articolo nel quale l’Assessore all’Ambiente descrive la proposta ricevu-ta da una ditta internazionale specializzata nella costruzione di impianti in grado di produrre energia elettrica dai rifiuti soli-di urbani, il titolo dell’articolo stesso, a caratteri cubitali, recitava che il comune di Oliena, si candidava a smaltire i rifiuti di Napoli, scatenando un gran polverone tra gli Olianesi. Chi abbia letto attentamente l’ar-ticolo, si è poi reso conto che effettiva-mente non si faceva alcun riferimento a portare i rifiuti partenopei ad Oliena, ma solo la descrizione della suddetta propo-sta. Il sottoscritto quindi, vuole rassi-curare tutti gli amati compaesani del fatto che non solo non si ha la minima intenzio-ne di procedere a una simile operazione (tra l’altro logisticamente impossibile) ma neanche se ne è mai accennato (tanto meno con i giornalisti) e mai “mancu minimamente holàu in s’anticamera de su herveddu”. L’unico riferimento a Napoli è sta-to quando i suoi cittadini sono stati tirati in ballo perché producono una impressio-nante quantità di rifiuti, ma non vogliono centri si stoccaggio e di smaltimento, obbligando lo stato italiano a cercare pietà altrove. Si è quindi trattato di un grave errore di battitura del titolo del testo in redazione stessa, errore di cui non ha la minima colpa neanche il corrispondente della “Nuova” Nino Muggianu. Unu sa-ludu mannu a tottus.

Antoni Putzu Assessore all’Ambiente del Comune di Oliena

…Ero forestiero e non mi avete ospitato>>

Arrivai prima del solito quella mattina. Il silenzio era completo nell’om-bra fresca del mattino. Fermai il motore della macchina, richiusi lo sportello, ma quell’uomo seduto sulla panca non si mosse. Con le spalle appoggiate allo schienale, sul grembo un borsello e la testa reclinata da un lato. Radi i cappelli sul capo, gli occhi nascosti da un paio di grossi occhiali scuri, il viso piuttosto rotondo, vestiva di scuro un gilet sulla camicia bianca. Non si mosse neanche quando aprii la porta di ferro ed entrai in casa. Mezz’ora dopo era ancora lì, im-mobile nella stessa posizione di prima, neanche il sole dietro la cresta del monte, gli accarezzava metà del corpo. Era vivo? Indeciso se toccarlo meno, fece un respiro profondo mentre la campana della chie-setta chiamava per la messa: respirò ma non si mosse. Più tardi, mentre cominciava la messa, lo vidi entrare nella chiesetta e

andandosi a sedere, solo, su un banco la-terale. Riprese quella posizione immobile come se dormisse, il borsello tra le mani e la testa lievemente piegata in avanti. Lo osservai poi durante l’omelia e pensavo se mai qualcuno avesse il coraggio e la presenza di spirito di av-vicinarsi e con lui scambiare la pace. Mi rodeva questo tarlo; più ci pensavo e più mi sentivo legato al mio posto. Venne il momento cruciale: nessuno si scomodò dal proprio posto; nessuno, io compreso, si avvicinò per una stretta di mano. Fu durante la comunione che mi accorsi che quell’uomo nascosto dietro i grandi occhiali neri piangeva, nel silen-zio e nella solitudine in cui l’avevamo lasciato. E mentre con gesti misurati e poco vistosi asciugava con un fazzoletto le lacrime che cadevano sui pantaloni, scorrendo lungo le guance da due occhi invisibili e nascosti, un nodo mi strinse la gola. Un nodo di vigliaccheria e di povertà interiore, che mi portò alla mente le parole del Vangelo <<…..Ero forestiero e non mi avete ospitato>>. Era CRISTO e non l’ho riconosciuto.

Giovanni Boi

Cestoper la Solidarietà

Dal 12 al 16 Dicembre 2006Nelle Chiese e nei supermercati troverai il

“Il signore ama chi dona con gioia” (dalla scrittura)

Chiuque desidera potrà in queste giornate fare una spesa per le fami-glie povere della comunità e deporla nel cesto. La Caritas parrocchiele si attiverà per distribuire i generi alimentari raccolti tra le numerose famiglie bisognose.Un grazie sincero a tutti coloro che in questo Natale apriranno il loro cuore verso i poveri.

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L’angolo della Poesia

SORGENTE

Ho baciato quelle labbra più volte,al sole d’estate; poi, come acqua,anch’io ho lasciato la montagna

per altre cateratte e altre vie.

Senza il flusso dell’onda, a valle,il fiume si perde e ristagnae nello specchio dei monti

cerca la sua sorgente;

anch’io, amor mio, come fiume.

Aldo Puddu

NUVOLE A TUONES

Nuvole chiareumori autunnali, ascendentisu cime inanellate di monti,

sulle chiome dei leccidei lentischi montani

qua sciolte a mantelli sull’aldegradanti dei pendii

là silenziose confuse e ritortecoi fumi domestici dei camini

qui sparse a pecorelle sugli ispidi pini

sui mandorli a valle e sulle donne silenti

che turgide bacche lucenticome occhi bovinicolgono ai lembidei gravidi ulivi

in un paese fatato, pulsantetra verdi declivi e aridi monti

dipinti d’incensosu orizzonti marini

Aldo Puddu

SENSAZIONI

Nel silenziodi questa solitudine

spazio d’azzurrogli abissi

aperti nel cuore.

Amabile visotu invadi la mentenei cieli più fondi

e con luce splendentefai vibrare d’intenso

le corde tese dell’animo.

Aldo Puddu

PRO SU PATRONU

Quasi battor seculos passadudae cando muradu s’istrutturasos gesuitas cun’amore e cura

attentamente han tottu sistemadu.

Cando s’opera bella terminaduIsperanzosos de esser duraturade protettore in cue sa figurabenit Sant’Ignaziu nominadu

e dae tando dognia trintunude trivulas su mese onoradusa populazione est a radunu

e benit riveridu e invocadusos chi a Issu fideles che suno

de haer dogni grazia arcansadu.

Pessei Giovanni

SOLA HENE MANNOI

Sa soledade l’appo honnota hestia deNigheddu, hurruttosa ando si ch’este mortu su

Mengius mannoi de su mundu, si muttiadaBiagio ma in domo, nois lu muttiavamos

Biasu; solu ego li navo “Nò”.Idi su trinta de Santu Gavine…

Dae tando, hando tengio de pranghere, a fura, hando a mi corcare in su divanu uve bidi su

lettu de mannoi e uve issu ada hiniu derespirare.

In cue mi parede de l’intendes galu allegande, hussiggiande, huffortande…e

intendo de prus sa soledade:lisho a pro mene no idi pecci unu nonnu ma s’amihu de su horo e

mi ch’ada lassau sola.

Elena Galistu

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Spazio Giovani a cura di A. Franca Pau

Dal 13 al 21 ottobre Roma ha vissuto e fatto vivere emozioni, tradizionalmente legate al festival-cinema di Venezia, presen-tando e premiando i migliori film del cinema contemporaneo.Madrina d’eccezione dell’evento è stata Nicole Kidman che la vede protagonista in ”Fur”, film scelto per inaugurare la chermesse.Tutta la città è stata impegnata nell’organizzazione, dall’audito-rium: centro nevralgico della manifestazione, alle vie del centro e alla casa del cinema.Un importante evento anche per la valorizzazione del panora-ma italiano, 3 i film in concorso per il premio Marco Aurelio : “L’aria salata”, diretto da Alessandro Angelini,; “La strada di levi” film documentario su Primo Levi e diretto da D. Ferrari; “A casa nstra” di Francesca Comencini rifiutato alla mostra del cinema di Venezia.Ad attirare gli obiettivi dei fotografi e l’interesse del pubblico non solo attori nostrani ma una folta schiera di vip stranieri, da Sean Connery a Leonardo di Caprio, da Robert de Niro a Harrison Ford , Richard Gere e tanti altri.Quattro i premi ufficiali assegnati:

Miglior film: il russo “ Izobrago ya Zhetvy” ( playingthe victim) di Kirill SerebrennikavMigliore interprete femminile: Arianna Ascaride con“Le voyage an armenia”Miglior interprete maschile: Giorgio Colangeli con“L’aria salata” di AngeliciPremio speciale giuria: “This is England” di ShoneMeadows, film autobiografico che racconta l’ Inghilterradi Margaret Tucher.

Il festival ha posto l’accento su temi importanti e serie temati-che mai risolte come il problema del reinserimento dei detenuti nella società.Sicuramente significativa l’ultima fatica della Comencini grazie alla quale emerge un impressionante sguardo sul mondo di oggi che mette in risalto la perdita d’importanti valori in nome di una vita materialistica e superficiale dettata dal dio denaro.

Rosa & Clara (Gruppo giovani AC.)

Roma: Grande successo per la prima festa del cinemaLa capitale si anima in una rassegna di cinema, musica e spettacolo.

dovunque un PRESEPEStrade, piazze, chiese, cortili testimoniano la nascita del Bambino GesùGruppi, vicinati, famiglie: siete tutti invitati a preparare un presepe che possa essere visitato in cortili, piazze,

angoli caratteristici del nostro paese.(per ragioni organizzative vi chiediamo di comunicare in anticipo luogo ed orari di apertura del vostro presepe)

Il nostro primo appun-tamento di AC subito dopo le lunghe vacanze estive è stato nel santuario di N. S. di Mon-serrat, luogo particolare per-ché adatto al raccoglimento. Abbiamo trascorso due giorni favolosi all’insegna del-la riflessione ma anche dello svago. Filo conduttore è stato sempre Dio. L’incontro di gruppo, con i suoi temi e gli approfon-dimenti è servito innanzitutto a rafforzare e a sentire sempre più uniti tutti noi . Un’espe-rienza interessante che abbia-mo vissuto e che ci ha permes-so di capire e scoprire i veri valori di quest’associazione, ci ha insegnato a condividere con gli altri momenti di gioia e affrontare quelli di scon-

forto, a confrontarci senza aver timore di esporre anche i problemi personali ed infine a crescere sia come gruppo che come persone individuali. Per noi il gruppo è un percorso fondamentale, una tappa che ci porta a camminare sulla stessa strada, quella che ci fa scoprire la Verità che è Dio. Nel tirare le somme bisogna dire che quest’espe-rienza è stata gratificante per ognuno di noi, dalla quale ne siamo usciti arricchiti grazie alla Parola e pronti a viverne con entusiasmo altre.

Giuseppina, Eliana & Riccardo Gruppo Giovani AC.

Incontrandosi davanti a Maria…….