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Marzo 2012 n. 21 “PACE A VOI” E’ l’augurio che vogliamo far risuonare nel cuore di tutti I l mattino di Pasqua ci fa spe- rimentare come sempre nuovo l’annuncio che Cristo è Risorto. “Fino ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnolo- giche – la fede dei cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimo- nianza di quelle sorelle e di quei fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso, il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo (cfr Mc 16,9-14)”. E proprio apparendo agli apostoli il Risorto dona loro il frutto prezioso della Pasqua: “Pace a voi”. È l’augurio che vogliamo far risuonare nel cuore di tutti. Pace, in modo particolare, nelle nostre famiglie, alle prese con tante difficoltà di carattere economico, educativo, morale, alle prese con il cancro delle incomprensioni e delle divisioni, a quelle provate dalla ma- lattia e dalla morte. “Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo” (Col 3,14-15). Pace nel mondo del lavoro alle prese con una grave crisi che colpisce tutti i settori produttivi, dal mondo agro – pastorale, a quello delle imprese, dei commercianti, degli artigiani. Pace nel mondo della scuola, crocevia indispensa- bile per la formazione delle nuove generazioni, risorsa fondamentale per le nostre comunità. Pace nelle associazioni ecclesiali e civili, nel vasto campo del volontariato così ricco di energie e di prospettive, per- ché l’impegno per il bene comune prevalga su ogni visione personalistica e si gareggi nello stimarsi a vicenda, perché tutto concorra al bene di tutti. La nostra comunità ha bisogno di questa Pace. “Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato. L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà, bellezza e verità” (Benedetto XVI). Con questi sentimenti, anche a nome di Don Tomaso Puddu, auguro a tutti Buona Pasqua! Don Giuseppe Mattana

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Notiziario della Parrocchia Sant'Ignazio di Loyola di Oliena - Marzo 2014

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Marzo 2012 n. 21

“PACE A VOI”E’ l’augurio che vogliamo far risuonare nel cuore di tutti

Il mattino di Pasqua ci fa spe-rimentare come sempre nuovo l’annuncio che Cristo è Risorto.

“Fino ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnolo-giche – la fede dei cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimo-nianza di quelle sorelle e di quei fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso, il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo (cfr Mc 16,9-14)”. E proprio apparendo agli apostoli il Risorto dona loro il frutto prezioso della Pasqua: “Pace a voi”. È l’augurio che vogliamo far risuonare nel cuore di tutti. Pace, in modo particolare, nelle nostre famiglie, alle prese con tante difficoltà di carattere economico, educativo, morale, alle prese con il cancro delle incomprensioni e delle divisioni, a quelle provate dalla ma-lattia e dalla morte. “Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo” (Col 3,14-15). Pace nel mondo del lavoro alle prese con una grave crisi che colpisce tutti i settori produttivi, dal mondo agro – pastorale, a quello delle imprese, dei commercianti, degli artigiani. Pace nel mondo della scuola, crocevia indispensa-bile per la formazione delle nuove generazioni, risorsa fondamentale per le nostre comunità. Pace nelle associazioni ecclesiali e civili, nel vasto campo del volontariato così ricco di energie e di prospettive, per-ché l’impegno per il bene comune

prevalga su ogni visione personalistica e si gareggi nello stimarsi a vicenda, perché tutto concorra al bene di tutti. La nostra comunità ha bisogno di questa Pace. “Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato. L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà, bellezza e verità” (Benedetto XVI). Con questi sentimenti, anche a nome di Don Tomaso Puddu, auguro a tutti Buona Pasqua! Don Giuseppe Mattana

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Cronaca di Vita Parrocchiale

NOTIZIARIO dellaParrocchia Sant’Ignazio di Loyola - OLIENA

Direttore Responsabile:GIUSEPPE MATTANA

Gruppo Redazione:ANTONELLO PULIGHEDDUPEPPINO NIEDDUFRANCO GARDUANNA FRANCA PAU

Stampa: SERISTAMPA - OLIENA

Marzo 2012 - n. 21Iscrizione Reg. G. e P. N. del Trib. di Nuoro n. 03/2004del 20 Ottobre 2004

Avvenimenti vissuti nella nostra comunità dal mese di settembre 2011 al mese di marzo 2012

Avviso ai lettori: Ai sensi della legge D.Lgs 30.6.2003 n. 196 per la tu-tela dei dati personali, comunichiamo che gli indirizzi di quanti ricevono questo periodico fanno parte dell’archivio della Parrocchia S. Ignazio di Loyola in Oliena e sono utilizzati esclusivamente per l’invio del predetto periodico o di altre comunicazioni sulle nostre attività.

- Il 19 settembre si riunisce il Consiglio Pastorale Parroc-chiale per fare il punto sulle attività parrocchiali estive, e per programmare l’inizio del nuovo anno Pastorale.- Il 22 settembre si riunisce il Consiglio parrocchiale di Azione Cattolica.- Il 28 settembre riprende l’incontro con le Catechiste e i catechisti per programmare il nuovo anno catechistico.- Il 1 ottobre si riunisce nuo-vamente il Consiglio Pastorale Parrocchiale.- Il 6 ottobre S.E. Mons. Mosè Marcia incontra la nostra Fo-rania “N.S. dei Martiri”.- Il 7 ottobre si riunisce il Comitato N.S. di Monserrata per il bilancio dell’anno.- L’8 ottobre si svolge nel Santuario N.S. di Monserrata il Ritiro Parrocchiale per l’ini-zio del nuovo Anno Pastorale sul tema: “Gesù Maestro”.- Domenica 9 ottobre viene inaugurato il nuovo Anno Catechistico, con la ripresa degli incontri di catechesi sia dei ragazzi che dei giovani e degli adulti.- Il 13 ottobre si riunisce il Comitato N.S. di Monserra-ta. Viene eletto come nuovo presidente Gian Lussorio Pi-sche.- Il 26 ottobre viene celebrata la Penitenza Comunitaria, con la presenza dei sacerdoti della

Forania.- Il 2 novembre, Comme-morazione dei Fedeli defunti e inizio Ottavario, con la ce-lebrazione dell’eucaristia in Cimitero.- Il 6 novembre il gruppo Scout organizza una sacra Rappresentazione nella Chiesa di S. Maria.- Dal 13 fino al 18 novembre il Parroco è agli Esercizi Spi-rituali a Foligno.- Il 23 novembre l’Archivio Storico Diocesano consegna alla Parrocchia di Oliena la registrazione in DVD di tutti i registri parrocchiali.- Il 29 novembre S.E. Mons. Mosè Marcia viene a Oliena per visitare tutte le scuole, dalle materne fino alle medie. Accoglienza calorosa da parte di tutti e viva partecipazione degli alunni al dialogo con il Vescovo.- Il 1 dicembre si svolge una Fiaccolata silenziosa contro i fatti di violenza succedutesi a Oliena, in particolare l’ag-gressione subita dall’anziana zia Paolina Unali in casa sua. C’è stata una grande e sentita partecipazione, presenti il Sin-daco con l’Amministrazione Comunale, Il Parroco e i rap-presentanti delle Associazioni ecclesiali e civili.- Il 3 dicembre viene presen-tato a Oliena, presso la Biblio-teca Comunale, il Catalogo

sull’esposizione di A. Gaudì a Oliena.- Il 7 dicembre si riunisce il Comitato N.S. di Monserrata per l’accoglienza delle nuove coppie: Mario Salis e Fiorella Gabbas, Antonello Sanna e Rosa Fozzi, Francesco Salis e Antonella Catte, Gianni Malatesta e Rosanna Gugusi, Graziano Dezzola e Bastianina Puddu.- Il 15 dicembre il Parroco, come Dirigente della Scuola Materna Parrocchiale, riuni-sce i genitori degli alunni per comunicare la grave situazio-ne economica in cui versa la Scuola, con la conseguente proposta di rivedere la retta mensile per il prossimo anno scolastico, pena la chiusura della scuola. Il dibattito che

Sono Stati Battezzati in Cristo

Pau GiuseppeCarossino Giovanni

Scottu SalvatoreBiscu MilenaCatte Gabriele Lai Emanuele

Lai CristianManca GraziaColumbu AnnaBassu Lorenzo

Cuccureddu GiovanniCuccureddu Giuseppe

Cuccureddu Paolo Felice

2012Pinna Bianca Maria

Gabbas GiorgiaGiobbe Alessandro

Congiu ElisaCabboi PaolaCabboi Rita

Piga MariannaManca Elena Maria

Pulloni AntonioPodda Andrea RacheleManzo Manuel Rino

Bitti GiovanniBassu Alessia

INDIRIZZI e NUMERI TELEFONICIParrocchia Sant’Ignazio di LoyolaPiazza Collegio, 7 - 08025 OLIENA (Nu)Tel. e Fax 0784.285655Indirizzo e-mail: [email protected]

Don Mattana tel. 0784.285655 - 340.7661593Don Puddu tel. 0784.288707Asilo Parrocchiale tel. 0784.287555

Per le vostre eventuali offerte: Conto Corrente Postale n. 13151071intestato a: Parrocchia S. Ignazio di Loyola - Oliena

ne è seguito è stato abbastanza vivace, ma privo di soluzioni veramente efficaci.- Il 17 dicembre la Scuola Ma-terna Parrocchiale presenta la

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Sono ritornati alla casa del Padre

nel numero scorso è statodimenticato il nome di

Mula Michela (15/03/2011)

Zedda PasquinaLicheri Salvatore

Puligheddu AntoninaTicca Antoniangela

Medde PietrinaFele AntonioArtu Ignazia

Cattide GiuseppeBoi Francesca

Cossu Berte salvatoreGiobbe Giuseppe

Fois PietroMaricosu Maria Giovanna

Spano PeppinaSolinas Vitalino

Puligheddu SandroBoi AndreaMarras DinoZola Antonio

2012Cattide Giovanni Luigi

Corbeddu PasquaTicca Sebastiano

Malatesta NicolinoCorrias GiovanniLippi Francesca

Canu GiovannangeloTolu Monserrata

Canu PietrinaCorrias MonserrataAcquas Arcangelo

Lippi GiovanniLapia Maria Maddalena Speranza

Mulas MariaSalis Michela

Piras CarloSecchi Raimonda

Puddu AgnesePiga Francesca

Gabbas GiovanniPorcu Pasquale

Cronaca di Vita Parrocchiale

Si sono uniti in matrimonio

Giuseppe Sini e Maria Giovanna FancelloBastiano Puligheddu e Anna Franca Boi

Pasquale Gardu e Giuseppina CurreliGiuliano cattide e Agata Puligheddu

Ignazio Puligheddu e Francesca PuggioniPier Paolo Cattide e Manuela Puligheddu

Vito Calvisi e Luisa PinnaSalvatore Cattide e Tatsiana Lazbkina

Dario Floris e Daniela LoddoAntonio Nicolò Catte e Nicoletta Carta

Mosè Marcia. È seguito il tradizionale momento convi-viale.- Il 18 dicembre, presso i lo-cali del ristorante CK, viene celebrato il Natale per i vo-lontari e gli assistiti dell’ADI parrocchiale.- Il 21 dicembre si riunisce il Consiglio Pastorale Parroc-chiale per gli auguri di Natale e per discutere della situazione e delle prospettive della Scuo-la materna parrocchiale.- Il 26 dicembre il Coro Po-lifonico di Oliena offre il tra-dizionale Concerto di Natale: “Omnis mundus jucundetur”, nella Chiesa Parrocchiale, con la partecipazione del Coro Po-lifonico “Claudio Monteverdi” di Bono e la Schola cantorum “Santa Sabina” di Pattada.- Il 31 dicembre solenne ce-lebrazione del Te Deum come ringraziamento al termine dell’anno.- Il 14 gennaio il Comitato N.S. di Monserrata organizza il pranzo di accoglienza per le nuove coppie.- Il 14 gennaio il Parroco Don Giuseppe Mattana riceve il nuovo Comitato di S. Lus-sorio presieduto da Giovanni Sanna.- Il 14 gennaio, alle ore 20,30, ha inizio il Corso di prepara-zione al matrimonio, con la partecipazione di circa venti coppie.- Il 16 gennaio il Parroco be-nedice il Fuoco di S. Antonio preparata dal Comitato di S. Lussorio.- Il 17 gennaio Benedizione del Fuoco di S. Antonio orga-nizzato dalla Scuola Materna di “Predu Murta”.- Il 21 e il 22 gennaio i ragazzi del Seminario Vescovile di Nuoro e i ragazzi del pre-Seminario, con Don Antonello Tuvone e Don Luciano Monni, sono a Oliena per il loro ritiro mensile e per la Giornata vo-cazionale.- Il 25 gennaio si svolge la riunione delle Prioresse dei

vari Oratori e dei vari Priorati, in preparazione al giorno della Professione.- Il 29 gennaio l’ACR parroc-chiale celebra la Giornata della Pace. A motivo della pioggia viene sospesa la fiaccolata per le vie del paese, però ci si da appuntamento nella Sala con-siliare del Comune per portare la solidarietà alle varie cate-gorie di lavoratori che stanno occupando simbolicamente il Comune, per richiedere atten-zione e concrete soluzioni ai gravi problemi in cui si dibat-tono tutte le categorie.- Il 30 Gennaio Il Parroco Don Giuseppe Mattana partecipa all’incontro che si tiene nella sala Consiliare del Comune di Oliena, dove sono convenuti i rappresentanti dei vari paesi, in lotta per l’occupazione e per il lavoro, contro certe scelte economiche del Governo che penalizzano soprattutto la Sar-degna, per portare la sua per-sonale solidarietà e quella di tutta la comunità ecclesiale.- Il 2 febbraio si rinnova il Rito della Professione per le nuove Prioresse dei vari Ora-tori e dei vari Priorati.- Dal 3 febbraio inizia una ondata di freddo eccezionale, con nevicate, che fanno ral-lentare le varie attività in tutti i settori.- Il 13 febbraio il Parroco incontra il Comitato di S. Giovanni Battista, presieduto, quest’anno, da Marco Piras:- Il 16 febbraio si riunisce il Consiglio Pastorale Parroc-

chiale per la presentazione del programma della Quaresima, approvazione del Bilancio del 2011 e per discutere della si-tuazione della Scuola materna parrocchiale.- Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, ha inizio la Qua-resima.- Il 23 febbraio si riunisco-no a Oliena i sacerdoti della Forania.- Il 24 febbraio la Scuola Media di Oliena organizza un incontro sul rapporto “Scuola – carcere”, con la presenza e la testimonianza di Bruno Acquas.- Il 24 febbraio, alle ore 20,30, si svolge la prima Via Crucis, da Piazza S. Giorgio fino a Via Fala e Nodi. Si rinnova la straordinaria partecipazione della gente.- Dal 2 al 4 marzo si svolgono le Sante Quarantore. Dal po-meriggio del sabato fino alla mattina di domenica si svolge, ininterrottamente, l’Adorazio-ne notturna.-Il 2 marzo la Via Crucis si svolge dalla Via Galiani per concludersi in Piazza S. Maria.- L’11 marzo si tiene a Oliena l’incontro interparrocchiale dei giovani e giovanissimi dell’Azione Cattolica apparte-nenti alle Associazioni parroc-chiali di Orgosolo, Mamoiada, Oliena, Dorgali e Bitti. Guida la giornata Don Michele Casu-la, Parroco di Orgosolo e Assi-stente Regionale dell’ACI.

tradizionale rappresentazione natalizia.- Il 17 dicembre viene cele-brato il “Natale degli uomini”; la celebrazione è presieduta dal nuovo Vescovo S.E. Mons.

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GAUDI’ A OLIENAIl genio di Gaudì in una mostra itinerante in Sardegna

Il centro storico di Oliena, in provincia di Nuoro, ospita una mostra dedicata all’opera più famosa dell’architetto di Dio. Dopo Cagliari e Alghero, la mostra itinerante dedicata alla Sagrada Familia, chiude il trittico di appuntamenti nel pic-colo borgo barbaricino. All’incantevole palcoscenico naturale, il piccolo centro unisce un importante pa-trimonio culturale, artistico e religioso di epoca gesuita, ben conservato nei secoli. Secondo il pensiero di Gaudì, la natura è la più straordinaria espressione di Dio, parte fondamentale dello spazio sacro, che è il racconto di quello che capita fra Dio e l’Umanità. Immersa in uno scena-rio paesaggistico di rara bellezza (che di per sè rappresenta un complesso monu-mentale naturalistico unico nell’isola), Oliena appare come quel luogo dove il richiamo alla natura quale rappresen-tazione terrena della perfezione divina sembra materializzarsi.

Paesaggio naturale e patrimonio artisti-co religioso sono, dunque, i due punti di forza e di novità dell’allestimento curato nei minimi dettagli dall’ingegnere An-gelo Ziranu, unico italiano del team che segue i lavori di completamento della Sagrada Familia a Barcellona. Il risulta-

to mette insieme un percorso espositivo di tradizione e modernità di grande sug-gestione. Sono diverse le testimonianze storiche, letterarie e poetiche che esal-tano la straordinaria ricchezza di questo patrimonio e una di queste in particola-re, descrive con semplicità, l’importanza dello spazio dove si sviluppa la mostra: “vi si trova una bella e spaziosa chiesa che si sarebbe sorpresi di trovare in un semplice villaggio se non si sapesse che è stata costruita dai gesuiti” (Alberto Della Marmora, Itinerario dell’isola in Sardegna, 1860). Nella scelta di Oliena come location del-la terza tappa isolana, i gesuiti occupano un ruolo centrale. Innanzitutto rappre-sentano quel filo conduttore nel cammi-no di fede e arte che lega i singoli eventi della mostra su Gaudì in Sardegna. I re-ligiosi, prima di arrivare a Oliena nella seconda metà del Seicento, avevano già quattro collegi, di cui uno a Cagliari, e gli altri a Sassari, Alghero e Iglesias. Inoltre, la presenza dei gesuiti nel pae-se è stata determinante per la diffusione della cultura del gelso: “il primo impulso

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di questo progresso agricolo è dovuto ai reverendi padri un tempo ivi stabi-liti; è a loro che si deve l’introduzio-ne del gelso che si prospera così bene che le donne tesso-

no la seta e ne fanno le fasce, grembiuli e altri capi di abbigliamento femminile …” (Alberto Della Marmora, Itinerario dell’isola in Sardegna, 1860). Inserire l’immagine dello scialle tipico del costume tradizionale locale, pezzo unico e raro, di altissimo livello decora-tivo, è un omaggio alla storia e alla cul-tura del luogo, una cultura che a secoli di distanza è contaminata dalla presenza dei gesuiti. Lo scialle, quale icona della tappa olianese, rappresenta quindi quel forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane, base spirituale di ispirazione del gruppo sardo della Sagrada Familia. Come affermato da Mons. Salvatore Floris, Vicario generale della Diocesi di Nuoro, durante l’inaugurazione della mostra lo scorso 16 settembre, ospitare Gaudì e la sua più celebre opera rap-presenta un momento importante per la comunità di Oliena in quanto esalta la bellezza e il rapporto inscindibile tra arte e fede, ben presente anche in questa comunità.

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Avvenimenti culturali

Gaudì a Oliena: l’esposizioneL’allestimento sull’opera di Gaudì riper-corre, in un continuo narrativo, gli av-venimenti della costruzione del Tempio e spiega l’opera dell’architetto dai suoi studi preliminari, proseguendo attraver-so le sue sperimentazioni e focalizzan-dosi, infine, sull’opera della Sagrada Fa-milia a Barcellona.Un percorso artistico – religioso dav-vero sorprendente per la straordinarietà e la ricchezza della mostra, che rappre-senta un’iniziativa unica nel suo genere capace di offrire ai visitatori un nuovo approccio all’arte contemporanea.L’originale percorso espositivo, arric-chito da immagini, testi, video, modelli di studio tridimensionali e ricostruzioni a grandezza naturale dei principali ele-menti architettonici della Sagrada Fami-lia, è articolato in tre siti: il Collegio dei Gesuiti, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di Nostra Signora d’Itria.

La mostra inizia nel Collegio dei Gesuiti

con la descrizione del rapporto gaudinia-no con la natura. Una serie di pannelli in quattro lingue (italiano, sardo, catalano e inglese) raccontano al visitatore la spe-rimentazione delle prime opere di Gaudì in cui piante e alberi sono la chiave di lettura del nuovo linguaggio architet-tonico. Una ricerca fondata sul legame profondo con l’ambiente perché, come diceva Gaudì, ciò che è natura è funzio-nale e ciò che è funzionale è bello...ve-dete quell’albero? Lui è il mio maestro.

Disposti all’interno del cortile superio-re del Collegio e della Chiesa di San Francesco, i modelli a grandezza natu-rale delle volte della navata laterale e il plastico che spiega il sistema degli archi catenari, ricorrente nelle opere di Gau-dì. Modelli mobili, modelli in scala di dettagli architettonici (torri, pinnacoli e colonne a doppio giro) accompagnati da video esplicativi sulle complesse so-luzioni adottate dall’architetto catalano, completano l’allestimento.

La mostra prosegue nella Chiesa di No-stra Signora d’Itria, in una vera e propria cappella che ricrea, con stampe e un mo-dello in scala del tempio, lo spazio sacro attuale. Ad aprire la cappella, l’immagi-ne del nuovo portone della facciata della Gloria della Sagrada Familia: attualmen-te, la Sagrada Familia, ha due facciate ultimate, quelle della Natività e della Passione. L’esposizione si conclude nel cortile inferiore del Collegio con una immagine futura della Sagrada Familia ultimata a cura di National Geographic.

La mostra, promossa dalla Regione Sar-degna e dall’Agenzia Governativa Sar-degna Promozione con la partecipazione del Comune di Oliena, della Parrocchia di Oliena, della Diocesi di Nuoro, della Universitat Politecnica de Catalunya e della Sagrada Familia, rimarrà aperta al pubblico fino al 9 aprile.

Angelo Ziranu

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UN’IDEA CHE SI REALIZZA...Per una giornata la casa del giovane è diventata il Pozzo nominato nel vangelo

Abbiamo fatto “cinquina” al secondo incontro giovani e giovanissimi di AC che si è

svolto a Oliena l’11 marzo alla casa del giovane, il primo era stato a no-vembre nella parrocchia di Dorgali e seguirà l’ultimo a Orgosolo il 12 e 13 maggio in occasione del 25° del-la Beata Antonia Mesina. Alle tre parrocchie del primo incontro (Or-gosolo Oliena e Dorgali) infatti si sono aggiunte Bitti e Mamoiada.Tema della giornata Gesù e la Sa-maritana: un incontro che cambia la vita. I lavori sono iniziati alle 9,30, prendendo spunto dalle parole del parroco di Orgosolo Don Michele e grazie anche alla preziosa colla-borazione del nostro Don Mattana si sono aperti i dibattiti in cinque gruppi misti. Si può dire che dopo aver ascoltato la sintesi delle ri-flessioni dei vari gruppi si è arrivati tutti ad una conclusione univoca.Per una giornata la casa del giova-ne è diventata il Pozzo nominato nel Vangelo, una sosta per capire, amare, cambiare… L’essenziale è saper buttare via il nostro passato incerto e riconoscere e accettare la sete del nostro cuore.La Quaresima è un tempo di verità per riflettere di più su noi stessi, per andare adagio, adagio con le no-

Non c’è bisogno di brocche per at-tingere l’acqua scaturita da Cristo: basta il cuore aperto e il passo svel-to per seguire la sua strada, alla fine della quale c’è la vita… vera

I giovani ACG

stre gambe verso la fonte di acqua viva e vera: Gesù. La nostra vita è ricerca, desiderio di essere felici, di gustare la pie-nezza, di amare e di essere amati, stimati per quello che siamo e di crescere.... Ogni giorno Dio si fa incontro, nel nostro quotidiano, ci chiama a cre-dere, ad incontrarlo, ad allargare lo spazio del nostro cuore. Se sa-premo ascoltarlo, scopriremo la no-stra vera identità che è scritta nel cuore di Dio e disegnata nel palmo delle sue mani.

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Spazio Associazioni

L’Azione Cattolica e tutta la Comunità di Oliena uniti per la paceDomenica 29 Gennaio una grande giornata insieme all’insegna della pace

Oltre 130 ragazzi hanno passato una giornata insieme all’inse-gna della pace, tra giochi, canti

e balli. Poi tutti insieme alla casa del giovane per la grande tombolata della Pace con premi per tutti.Un po’ di delusione perché a causa della pioggia non abbiamo potuto fare la fiac-colata per le vie del paese. Per conclude-re abbiamo voluto essere vicini per un momento di preghiera ai lavoratori che occupavano simbolicamente il comune.

Nel contesto della Settimana San-ta, il Centro Studi Padre Giov. Antonio Solinas, con l’intento

di contribuire ad una riflessione sul si-gnificato della passione di Cristo propo-ne per Lunedì 2 Aprile, alle ore 20,30, una rappresentazione Artistico-Musicale nella quale si alterneranno le voci “so-prano,” di Paola Puggioni e di Elena Piga con intermezzi recitativi di Marco Mo-ledda. Gli artisti saranno accompagnati al pianoforte da Andrea Solinas, che ese-guirà brani e sinfonie di W.A. Mozart, G. Rossini, A. Stradella, C.A. Franck, C. Gounod e L. Delibes.Il melologo verrà messo in scena nella suggestiva chiesetta di S. Croce.

La notte del Signore

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Approfondimenti

La celebrazione annuale della PasquaMemoriale della morte e risurrezione del Signore

La Pasqua, nell’Antico Testamento, è strettamente legata all’esperien-za dell’Esodo e dell’Alleanza. Il

capitolo 12 dell’Esodo indica il signifi-cato teologico della Pasqua, sottoline-ando soprattutto l’azione salvifica di Dio che «passa» per colpire l’Egitto e salvare Israele. Ogni anno il popolo di Israele celebra il memoriale degli eventi dell’Esodo secondo il comando del Si-gnore: “Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne” (Es 12,14). Nel libro del Levitico si stabi-lisce con precisione sia il giorno in cui si deve celebrare la Pasqua, sia l’ora. Il giorno è il 14 del primo mese, il mese di Nisan; l’ora della celebrazione è il crepu-scolo della sera. Nel Nuovo Testamento la celebrazione della Pasqua assume un significato diverso e più profondo: la Pasqua antica trova compimento nella realtà della Pasqua di Cristo. I Vangeli Sinottici vedono il compimento dell’an-tica Pasqua nella nuova nel momento della Cena in cui Gesù istituisce l’Eu-caristia come cena pasquale della nuova alleanza. Il punto di innesto della nuova Pasqua sull’antica è la cena pasquale. È ancora aperto il dibattito se l’ultima cena di Gesù sia stata la cena rituale ebraica per la celebrazione della Pasqua. Tuttavia “bisogna affermare che l’ultima cena di Gesù si svolse in una atmosfera pasquale anche nel caso che essa fosse avvenuta la sera precedente la Pasqua”. Per Giovanni

la nuova Pasqua nasce sul Calvario dove Gesù è immolato come agnello pasquale nell’ora in cui nel tempio si era soliti im-molare gli agnelli per essere consumati nella cena pasquale. Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, parla della Pasqua cri-stiana e fa una lettura cristologia della Pasqua biblico-ebraica: “Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato! Ce-lebriamo dunque la festa non con il lie-vito vecchio, né con il lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di since-rità e di verità” (1Cor 5,7-8). All’inizio dell’esperienza cristiana non c’era anco-ra una celebrazione annuale della Pasqua. Nei primi scritti apostolici è attestata la “frazione del pane” come centro celebra-tivo della Pasqua settimanale, il “primo giorno dopo il sabato”, il giorno in cui il Risorto appare ai suoi. L’importanza essenziale del mistero di morte e risurre-zione di Gesù Cristo, ha portato alla que-stione pasquale circa la sua celebrazione. La Chiesa del II secolo non era concorde sulla data della celebrazione della Pa-squa, in quanto la Chiesa di Roma e di Alessandria e numerose altre Chiese, sia orientali che occidentali, la celebravano la domenica immediatamente successi-va al primo plenilunio di primavera. Le Chiese dell’Asia Minore, in modo par-ticolare quella di Efeso, la celebravano il quattordicesimo giorno della prima luna di primavera (il 14 Nisan secondo il calendario ebraico). Da qui la denomi-nazione di quartodecimani ai seguaci di questa datazione. Le due prassi liturgi-

che dettero origine ad accese discussio-ni. Verso la fine del II secolo il Vescovo di Roma Vittore, dopo aver convocato un sinodo, scrisse una lettera a Policrate di Efeso, richiamandolo all’osservanza del-la Pasqua domenicale e minacciandolo di scomunica se avesse continuato a ce-lebrare la Pasqua il 14 Nisan. Per porre fine alle controversia pasquale il Conci-lio di Nicea, nel 325, deliberò che «i fra-telli orientali adottassero la stessa prassi dei romani e degli alessandrini e di tutti gli altri»: celebrare la Pasqua la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio di primavera. L’equi-nozio di primavera è intorno al 21 marzo e la data della Pasqua è quindi compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile, essendo il ciclo lunare di 29 giorni. Giusto per fare un esempio: se proprio il 21 marzo c’è la luna piena e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). Il calcolo, come si può vedere, non è semplicissimo e richiede pazienza e un po di esperienza. La decisione del Conci-lio di Nicea, in cui la Chiesa “a una sola voce” celebrò la Pasqua, è durata fino al 1582, anno in cui il Patriarca di Co-stantinopoli, Geremia II, rifiutò, in nome della fedeltà a Nicea, di adottare il calen-dario riformato da Gregorio XIII, perché promulgato senza attendere il consenso della Chiesa greca. La discussione su una data unica per celebrare la Pasqua è viva ancora oggi. Il Concilio Vaticano II, nell’appendice alla Costituzione Sacro-sanctum Concilium sulla Liturgia, ha di-chiarato «di non aver nulla in contrario a che la festa di Pasqua venga assegnata a una determinata domenica del calendario gregoriano, purchè vi sia l’assenso di co-loro che ne sono interessati, soprattutto i fratelli separati dalla comunione con la Sede Apostolica». Giuseppe Mattana

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Approfondimenti

I segni pasquali: L’olio segno di salvezzaOccupa un posto di grande rilievo nella Messa “Crismale”

Iniziando il Triduo pasquale, la li-turgia ci presenta una serie di segni attraverso i quali viene trasmesso un

messaggio di salvezza. Per capire que-sto simbolismo è necessario fare rife-rimento alla S. Scrittura come concreta Storia di salvezza. Il primo segno che in questi giorni si incontra è l’olio. Occupa un posto di grande rilievo nella Messa “Crismale” come olio degli infermi, dei catecumeni e del sacro crisma. Questo olio viene poi solennemente accolto nel-le varie comunità all’inizio della Messa vespertina “Nella Cena del Signore”, il giovedì santo. L’olio è presente, in ma-niera abbondante, nel culto e nella pras-si sacramentale, in modo particolare nel battesimo, nella confermazione e, indi-rettamente, nell’Eucaristia in quanto la mensa dell’altare viene unta nel solenne rito della dedicazione. È presente nel sa-cramento dell’ordine nelle ordinazioni presbiterali ed episcopali e nell’unzione degli infermi. Questo abbondante spazio dato alle unzioni si radica esclusivamen-te nella tradizione biblica e solo cono-scendo questa è possibile comprendere il messaggio e l’azione salvifica che si esplica attraverso i singoli sacramenti. L’olio è quindi così presente nella li-turgia cristiana perché è molto presen-te nella Bibbia come segno privilegiato dell’agire di Dio. Insieme al frumento e al vino, l’olio è l’alimento che Dio pro-mette al suo popolo nella terra promes-sa. Per questo l’olio occupa un posto di

primo piano fra i prodotti della terra che manifestano la generosità di Dio. L’olio non è soltanto un prodotto alimentare; le sue proprietà terapeutiche, il suo impie-go nel campo dei profumi e soprattutto il suo uso sacrale, gli conferiscono un ampio significato simbolico. Quando il re Ezechia mostra le sue ricchezze agli ambasciatori del re di Babilonia, l’olio fi-gura tra le cose più preziose (2Re 20,13). L’olio può essere un cibo molto nutrien-te, soprattutto quando entra nella compo-sizione del pane. Fra le offerte che Aron-ne deve presentare al Signore durante la cerimonia della consacrazione sacerdo-tale, c’è anche una «focaccia all’olio» (Es 29,23). Tra le cose necessarie al cul-to vengono citati due tipi di olio: quello per il candelabro e quello per l’unzione (Es 25,6). Dopo la raccolta delle olive, l’olio migliore dovrà essere riservato per alimentare la lampada del candelabro. L’olio è segno di gioia, ma la vera gioia è frutto della giustizia e della rettitudine. Per questo un re terreno, consacrato con l’unzione, è il segno della luce del Signo-re, il Re eterno. L’olio è presente anche nel Nuovo Testamento. È il segno della sapienza e della vigilanza nella parabola delle dieci vergini. Una donna cosparge di olio profumato i piedi di Gesù, segno di un amore e di una fede molto grande. Il buon samaritano cura l’uomo trovato fe-rito per strada con il vino per disinfettare le ferite e con l’olio per lenire il dolore. I discepoli inviati da Gesù in missione “ungevano di olio molti infermi e li gua-rivano “ (Mc 6,13). La lettera di Giacomo parla della pratica di ungere con l’olio i malati, gesto che deve essere accompa-gnato da una “preghiera fatta con fede”

(Gc 5,13-15). Con una simile ricchezza di significati, l’olio è uno dei maggiori simboli cultuali anche per il nuovo popo-lo di Dio che è la Chiesa. Lo stesso Gesù verrà chiamato “Cristo”, cioè l’Unto per eccellenza. L’olio è quindi segno della salvezza di Dio ed esprime, nel rito litur-gico, il significato profondo dell’unzio-ne spirituale. Due diverse unzioni espri-mono il significato profondo del gesto sacramentale: l’olio dei catecumeni e il crisma. L’olio dei catecumeni, usato nel rito del battesimo, esprime la forza divi-na che abilita e rende capace il cristiano di fare scelte coraggiose. La preghiera di benedizione pronunciata dal Vesco-vo esprime questo significato: “Concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione, perché illuminati dalla tua sapienza comprendano più pro-fondamente il vangelo di Cristo; sostenu-ti dalla tua potenza, assumano con gene-rosità gli impegni della vita cristiana”. Il crisma, che si usa subito dopo il lavacro battesimale e che è segno fondamentale della confermazione, intende esprimere quel particolare dono dello Spirito Santo che investe i fedeli della stessa missione del Cristo. Nel segno dell’olio si può tro-vare tutta l’identità del cristiano che, per mezzo dell’unzione, viene “impregnato” della presenza di Dio, diventando tempio dello Spirito Santo e testimone confor-me a Cristo. In relazione a questa unzio-ne del cristiano, anche l’edificio chiesa, come immagine della comunità cristiana, viene unto. L’uomo e le cose, con l’un-zione, diventano segno della benevolen-za di Dio. Giuseppe Mattana

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Ammentos

Il 1950 si preannunciava foriero di novità ed eventi straordinari:Papa Pacelli, Pio XII, aveva indetto

il Giubileo proclamando il 1950 “Anno Santo”; nello stesso anno aveva promul-gato il dogma dell’assunzione in cielo della Madonna e per finire aveva innal-zato agli onori degli altari Maria Goretti, martire della purezza; mentre in Sicilia il 5 luglio veniva ucciso il bandito Sal-vatore Giuliano; questo nel “continente” ma, diversi minuscoli eventi, stavano per verificarsi anche nel circoscritto mondo di Oliena, alcuni presto dimenticati, ma altri così significativi, da essere ricordati negli anni a venire: Il 3 gennaio, alla presenza dei fratel-li Melis (Titino, Mario e Pietro), l’On. Gardu, l’On. Piero Sotgiu, funzionari Regionali e il Can. Bisi, vengono gettate le basi per la nascita della futura Cantina Sociale;Il 4 Maggio viene inaugurato il ponte di “Badu e Martine”, avvenimento che di fatto andava a rompere fisicamente, l’atavico isolamento del rione Sa Teria, dal resto del paese;Durante le celebrazioni per la festa di Sant’Ignazio (31 Luglio) al vicario Bisi viene fatta una incredibile e terribile confidenza:” qualcuno (un prete?) sta-rebbe tramando per far uccidere il vesco-vo…Mons.Giuseppe Melas” Ovviamen-te il Vicario, senza frapporre indugio corre a Nuoro per metterLo sull’avviso e confermargli la propria solidarietà e obbedienza, il Vescovo nel ringraziarlo

Correva l’anno 1950...Storia fantastica dell’innalzamento di una croce

gli fa capire di esserne comunque a co-noscenza. Il 25 del mese di Settembre, sarebbe caduto il 50° anno di Messa del Vicario Bisi, ed il Vescovo mons. Melas, an-che per i motivi su espressi, per tempo, aveva”suggerito” che l’evento fosse fe-steggiato in modo degno ed a tal guisa aveva dato incarico al V. Parroco Don Farris; il quale con l’insostituibile au-silio dei giovani e delle “Circoline” (la gioventù Femminile di Azione Catto-lica) avrebbe dato il via ad una serie di manifestazioni per celebrare degnamen-te la ricorrenza.-; All’uopo fu formato una specie di Comitato, nel quale erano

presenti tutte le Associazioni Cattoli-che, e fu indetta una questua nel paese. Con parte del ricavato, per impreziosire le funzioni liturgiche, venne acquistato un armonium a pedali, poi.. “ si doveva portare a compimento, quella fantastica e meravigliosa idea, che da tempo ac-carezzavamo in segreto” ricorda e non senza emozione, Perantoni Sanna,che in quel periodo, frequentava, come altri, il circolo parrocchiale, “ avremmo pian-tato una croce, sì una grande croce in ferro nel punto più alto della montagna Cara a Bidda, le sue braccia doveva-no essere visibili dal paese e benedirlo. Prendemmo contatto con Babbore Cat-te, il fabbro; gli esponemmo la nostra idea; presumo che il nostro entusiasmo lo avesse contagiato poiché accettò di mettersi subito all’opera lavorando ala-cremente, ed a tempo di record prepa-rò due spezzoni di binario, dei quali il più lungo da infiggere nel terreno ed il “patibolo” lo spezzone orizzontale, da assemblare il giorno della benedizione fissato per il 20 settembre. Sulla cima del Carabidda, il palo fu piantato su una buca naturale, poi tutt’intorno fu eretta una piramide di pietra legata con mal-ta di calce e cemento. I materiali erano stati generosamente trasportati, dal carro a buoi di Antoneddu Cattide de “Gilia” sino a “Pradu-Giuglìa”; da qui entravano in azione i somari (sos poleddos), gover-nati da Gavinu Mossa, Carai “Burrac-cia” ed altri conduttori, che con diversi viaggi avevano il compito di trasbordare

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Ammentos

tutto il materiale sino alla cima.E finalmente arrivò il grande giorno. Il 20 settembre di primo mattino, a s’im-puddile, il Vescovo, Don Farris, Don Cugusi, molti chierici, anche di Oliena ed una moltitudine di popolo vociante, partendo dalla Parrocchiale, al canto di “Deus Ti Sarvet Maria e Su Perdonu”, s’inerpicarono, percorrendo gli antichi sentieri, verso la montagna sovrastante. Dopo alcune ore il lungo serpentone di persone affronta l’ultimo tratto verso la cima, qui monsignor Vescovo bene-dice la Croce che viene subito issata e fissata con il sostegno di decine di mani (in molti si affannano per rendersi uti-li); bisognava far presto anche perchè

un forte e gelido vento creava situazio-ne di pericolo, pure il cielo era carico di nubi minacciose. <Tra tutte quelle mani di ventenni “pazzi per la Croce” mi è rimasto impresso, per la sua disponibi-lità e fattiva presenza, Cristolu Sanna, racconta uno dei presenti di allora, lo ricordo ancora con mestizia; sarebbe pe-rito tragicamente, abbracciando la “Sua” croce, alcuni anni più tardi, mentre effet-tuava una ricerca d’acqua all’interno di un pozzo.>Celebrata la S. Messa in una valletta ri-parata, ubicata appena sotto la Croce, si ridiscende, per sfuggire al vento, nella località di Tuones, a consumare il pran-zo sotto i plurisecolari lecci e dove nel frattempo erano convenuti, Il Vicario ed alcune autorità per rendere omaggio al Vescovo. Si rientra poi a Oliena, accom-pagnati da canti spontanei (era in voga allora Bianco Padre che da Roma..) e inni devoti. Presso la Parrocchia i gio-vani portano in trionfo il Vescovo de-positandolo sulla scalinata della chiesa da dove con poche parole di commiato

conclude la giornata “< Oggi voi ed Io, ci sentiamo più vicini al cielo, abbiamo compiuto qualcosa di sublime, abbiamo consacrato a Cristo una porzione della nostra terra, ci sentiamo leggermente stanchi ma appagati e soddisfatti di aver portato a compimento questa santa ope-ra, un poco come Noè alla ultimazione dell’Arca, opera… intensamente voluta da voi giovani e donata da questa co-munità. Per questo, Nel nome di Dio vi benedico.

Epilogo - tutto era finito in gloria o al-meno così si credeva - era accaduto che durante le fasi della installazione della croce alcuni somari erano stati investi-ti da un fulmine; immediatamente forze “nemiche”anticlericali erano scese in campo per lanciare i soliti strali poetici …. <est falau su tronu e a mortu sos poleddos - inbecces de bocchire sos biancos - deppia(t) bocchire sos ni-gheddos..> Peppino Nieddu

Mons. Melas, T. Sechi, Ciu Tuppone, Tumbau e altri

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Approfondimenti

Una voce da AscoltareNoi cittadini Sardi dovremo prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo e iniziare a gridare con forza il nostro disagio

L’Italia, e in particolar modo la Sardegna, stanno attraversando una grave crisi economica.

La manovra finanziaria meglio nota come “salva-Italia” del Governo Monti (a detta di molti unica soluzione e pana-cea di tutti i problemi dell’Italia), si sta rivelando una vera e propria “macelle-ria” sociale e le piccole comunità e i ceti sociali più poveri, disagiati e più deboli sono sempre quelli che sono condannati a dover pagare il prezzo più alto. In questo momento le nostre re-altà locali, si stanno trovando a dover sborsare il dazio più gravoso e ingiusto per colpe ed errori commessi non da loro, ma da una classe politica che da decen-ni non ha saputo dare risposte adeguate alle varie emergenze, portando l’Italia, e la Sardegna in particolare, sull’orlo del baratro. Di fronte ad una comunità Eu-ropea che ha a cuore il solo pareggio di bilancio degli stati e permette ai mercati degli speculatori di dirigere il “traffico sociale” a scapito dei poveri ed ignari cittadini e che imperterrita continua a “batter cassa”, l’attuale governo italiano grava di tasse e vincoli le categorie di ar-tigiani, commercianti, agricoltori e i già perennemente martoriati allevatori. Il peso fiscale, che si aggira ormai intorno al 75%, non lascia scampo alle suddette categorie che, oltre alle tasse, si trovano a dover affrontare leggi assurde come quella degli “studi di settore”, con la quale lo Stato pretende che un risto-rante, un’impresa edile o un commer-ciante di un determinato settore, abbia lo stesso giro di affari in tutta Italia. Il peso del fisco si abbatte impietoso, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta a

dismisura. Lo Stato pretende che i conti rientrino per evitare le sanzioni europee ma nel frattempo nulla di concreto viene fatto per “produrre” occupazione e cre-scita economica. Guai poi se qualcuno di costoro avesse riscontrato un mutuo bancario o finanziaria privata che, poco tempo dopo si ritroverebbe a fare i conti con l’ormai famigerato ente “Equitalia”, vero e proprio braccio armato dello Stato per la riscossione dei crediti, che prati-ca interessi assurdi in maniera usuraia e che non esita illegittimamente a confi-scare case e aziende da mettere all’asta per poche decine di migliaia di euro. Di fronte a tutte queste emergenze, si sono formate, quasi spontaneamente, aggre-gazioni di tutte le categorie che, anche con occupazioni simboliche dei Comuni, vogliono far sentire la loro voce. La “Consulta dei movimenti”, formata da pastori, artigiani, commer-cianti, agricoltori, operai di tutti i settori, è nata proprio con lo scopo di unire tutte le categorie e iniziare a dire no a questo sistema ingiusto ed iniquo. Non è più nè accettabile e nè sostenibile un sistema di ingiustizia sociale come quello a cui ci troviamo di fronte. Di imperio e senza alcuna consultazione popolare, 15 anni fa siamo stati catapultati in Europa dietro garanzia che sarebbe stato l’unico siste-ma per stare meglio. Da 15 anni a questa parte, il gra-fico relativo alla nostra economia è in continua discesa. Siamo stati fiduciosi e abbiamo creduto in ciò che ci è stato det-to dai nostri politici, burocrati ed econo-misti ma la realtà è ben diversa da quella prospettata, e chi ogni giorno si trova a confrontarsi nella società “comune” toc-

ca con mano il disagio, la povertà e l’umi-liazione dei cittadini, a differenza di chi, con arroganza e presunzione, pretende di amministrare il paese, falsamente ottimi-sta anche perché ignaro delle situazioni reali. Chi ha un giro d’affari minimo di 1 milione di € all’anno, in politica, non può certamente rendersi conto di come sia la situazione del Popolo! La strada unica e percorribile per la nostra salvezza, è data dalla nostra disponibilità e fermezza nel rivendicare diritti legittimi e vitali di sopravvivenza, in particolare quelli geo-grafici nel senso di essere un’isola e che quindi è inevitabile lo “sgravio fiscale” ed un trattamento particolare rispetto alle altre regioni della penisola. La classe governativa regiona-le, inoltre, dovrebbe urgentemente farsi carico di pretendere dallo Stato italiano, la montagna di soldi che lo stesso Stato deve alla Sardegna in materia di entrate visto che lo statuto autonomo (regolar-mente riconosciuto anche dalla costitu-zione italiana) prevede che buona parte dei proventi del pagamento dell’IVA e di altre tasse, debba rientrare nelle cas-se della Regione Sardegna. Si parla di circa 10 miliardi di euro in 15 anni. Nel frattempo, noi cittadini Sardi dovremo iniziare a prendere coscienza di ciò che sta accadendo, se non per noi per i nostri figli, e iniziare a gridare con forza il no-stro disagio ma senza piangerci addosso e cominciando a capire che “slegarci” fi-scalmente dall’Italia e pretendere che la nostra terra diventi una “zona franca”, anche per via del nostro status di isola, potrebbe essere un buon antidoto (forse l’unico) per iniziare a “stare meglio”. Antonio Putzu

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Spazio Associazioni

Resoconto Leva ‘80Ringraziamenti a tutta la popolazione e a chi ha contribuito in vario modo. A medas annos hin salude

Finalmente, come consuetudine dei Co-mitati negli ultimi anni, anche il Comi-tato San Lussorio Leva 1980 presenta

il bilancio relativo a circa due anni di intenso lavoro.Fin dall’inizio del nostro insediamento ci siamo posti l’obiettivo di metterci a dispo-sizione della Comunità collaborando con le varie Associazioni del Paese, aldilà delle solite logiche dei Comitati di “raggranella-re” fondi per organizzare una Mega Festa. Con questo spirito abbiamo collaborato con il Centro Commerciale Naturale per la Sfi-lata di Moda, abbiamo coadiuvato la Con-fraternita del Nepente nell’organizzazione della rassegna Cantine Aperte, abbiamo or-ganizzato in collaborazione con la Pro Loco la Pentolaccia in groppa agli asinelli a Car-nevale, abbiamo dato una mano all’Associa-zione Padre Solinas in occasione di un im-portante evento culturale.Oltre alle varie feste organizzate nella sede del Comitato e alle questue abbiamo ripropo-sto eventi tipici della nostra infanzia che da diversi anni non venivano organizzati come il Fuoco di S. Antonio allestito in Piazza Santa Maria, l’autogimkana e l’Albero della Cuccagna in occasione della Festa.Nonostante ci siano state alcune sterili pole-miche, siamo orgogliosi dei festeggiamenti che abbiamo organizzato in occasione della Festa di San Lussorio, offrendo alla Comu-nità un Programma ricco e variegato. Pur-troppo per qualcuno la Festa di San Lussorio si limita al concerto del Cantante nazionale e su questo si concentra la maggior parte del budget del Comitato e il giudizio per un in-tero anno di lavoro. Alcuni ci accusano di aver risparmiato nell’organizzazione dei festeggiamenti per realizzare un locale ad uso dei Comitati, progetto ancora in stand by che per molti è

solo un sogno, un fantomatico e utopico pro-getto.A questo proposito vorremmo ricordare al-cune cose.1) In primo luogo la realizzazione di un lo-cale ad uso dei Comitati e delle Associazioni del Paese, realtà presente in molti Comuni (es. Dorgali, Orgosolo, Orune, Oniferi), è una esigenza palesata da tutti i Comitati che si alternano negli anni. Infatti sono stati pa-gati e si continuano a pagare affitti per locali non consoni, in alcuni casi, allo svolgimento di tutte le attività che si succedono nell’or-ganizzazione della Festa. Nonostante questo precisiamo che non abbiamo costretto né mai costringeremo nessun Comitato a sposare il nostro progetto: chi vorrà contribuire lo farà comunque di sua spontanea volontà.2) Abbiamo chiesto alla precedente e all’at-tuale Amministrazione Comunale un lotto per realizzare il locale. Dopo i primi approc-ci positivi con la precedente Amministra-zione, anche questa Giunta, all’atto del suo insediamento, ci ha promesso il proprio ap-poggio per la realizzazione di questo proget-to a condizione che fossimo noi ad occuparci della predisposizione dei documenti neces-sari al perfezionamento dell’atto di cessione/acquisto o comodato d’uso del lotto e della successiva gestione del locale. Dopo aver contattato un notaio ed aver predisposto una bozza degli atti richiesti abbiamo reiterato più volte la richiesta di un incontro risolutore con gli Amministratori che invece (forse per i motivi che leggiamo ultimamente sui gior-nali), non siamo più riusciti ad incontrare. A questo aggiungiamo che, contrariamente a quanto facevano le Giunte precedenti, non abbiamo neanche ricevuto il finanziamento che normalmente veniva assegnato al Comi-tato per l’organizzazione di una serata della Festa.

3) Infine una considerazione, che per noi è fondamentale: abbiamo gestito i fondi del Comitato col rispetto che riteniamo debba essere usato quando si amministrano soldi e beni della Comunità, soprattutto in questi anni di profonda crisi economica e sociale. Non vogliamo fare i moralisti ma pensiamo che anche il comportamento di un Comitato possa essere di esempio per capire ed apprez-zare il valore dei soldi. Abbiamo chiamato i Tazenda come Gruppo Nazionale sia perché pensiamo sia un ottimo Gruppo dall’ampio e conosciuto repertorio (comunque non in-feriore a molti artisti venuti ad Oliena anche recentemente), sia perché abbiamo ritenuto che gli altri cantanti che ci sono stati proposti non meritassero le cifre richieste. A questo proposito ci preme evidenziare che il costo di un cantante dipende anche dal Paese che organizza la Festa: gli Agenti chiedono per lo stesso cantante circa il doppio per orga-nizzare un concerto ad Oliena piuttosto che in un Paese del Medio Campidano perché sanno che Oliena è una piazza ambita e che da noi i Comitati gestiscono cifre importanti. Sempre a tal proposito,abbiamo voluto or-ganizzare lo spuntino finale con gli sponsor nella sede del Comitato: questa scelta ci ha permesso di risparmiare circa 10.000 €. Ringraziamo la Popolazione e tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita del-la Festa, riscoprendo continuamente il senso vero dello stare insieme e della festa.In conclusione riportiamo di seguito il Bilan-cio della gestione del Comitato S. Lussorio Leva 1980.Precisiamo che quanto avanzato rimane a disposizione del Comitato Leva 1980 per perseguire, con la collaborazione di questa Amministrazione e/o di quelle future, gli obiettivi che ci siamo preposti.Grazie, a medas annos hin salude!

COSTI   RICAVI  Allestimento  e  Gestione  Sala   9.901,82   Quote  Associative   850,40  Cancelleria  e  Varie   1.875,65   Festa  Halloween   5.874,69  Spese  Halloween   4.462,39   Lotteria  Halloween   13.651,80  Spese  Lotteria  Halloween   1.686,30   Festa  Nepente   1.856,20  Spese  Questua  Novembre   3.198,98   Questua  29-­‐11-­‐09   10.118,07  Spese  Cantine  Aperte   609,00   Natale  2009   15.352,34  Spese  Natale  2009   7.198,09   Babbo  Natale   2.141,00  Spese  Babbo  Natale   973,86   Fuoco  S.Antonio  2010   3.935,00  Spese  Fuoco  S.Antonio   1.048,15   Carnevale  2010   30.838,03  Spese  Carnevale  2010   16.681,90   Blocco  Pasquetta   13.561,15  Spese  Biglietti  San  Lussorio   4.800,00   Questua  Maggio  2010   8.383,96  Spese  Blocco  Pasquetta   2.966,24   Lotteria  San  Lussorio   30.553,85  Spese  Questua  Pastori   1.547,28   Gimkana  -­‐  Luglio  2010   6.396,05  Spese  Questua  Maggio   1.135,49   Sponsor  San  Lussorio   16.130,00  Spese  Gimkana   6.608,09   Incassi  Festa  San  Lussorio   44.225,31  Spese  Festa  San  Lussorio   Sponsor  Biglietti  San  Lussorio   3.350,00       Concerto  Tazenda   17.100,00   Interessi  Attivi  C/C  +  Offerte   242,76       Rassegna  di  Gruppi  e  Tenori  21.08.2011   5.950,00           Spese  Palio  dei  Vicinati   9.556,29       Gara  poetica   2.550,00       Serata  della  Chitarra   3.000,00       Tornei,Cuccagna,Giochi  e  Intrattenimento   5.146,04       Pranzi  e  Cene  Comunitarie   4.741,04       Siae,Assicurazioni  e  Autorizzazioni   3.729,50       Prestazioni,Spese  Grafiche,Addobbi,Coppe  e  Targhe   15.438,83       Spese  Bar  dal  18.08  al  23.08.2010   34.761,54   Serata  Cabaret  con  La  Pola   8.750,00   110.723,24   Spese  Banca  e  C/C   110,70   Spuntino  degli  Sponsor   3.730,76   Buono  Non  incassato   106,50   Totale       179.364,44     Totale  Entrate   207.460,61  di  cui  Spesi  a  Oliena  (82%)   146.609,00             Saldo  Cassa  al  30.09.2011   28.096,17  

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pag. 14 Su Patiu - Marzo 2012 - n. 21

Avvenimenti culturali

Venerdì 24 febbraio, i ragazzi del-le scuole medie hanno incontra-to Bruno Acquas, il compaesano

detenuto nelle carceri di Buoncammino, per assistere a una lezione particolare: ascoltare il racconto della sua esperienza di carcerato che ha ritrovato “la libertà” attraverso la scrittura. Lui è arrivato ac-compagnato dall’amico scrittore France-sco Abate e dalla dott.ssa Laura Cabras, presidente dell’associazione culturale “Colle verde” che ha organizzato e pub-blicato i lavori del laboratorio di scrittura creativa al quale Bruno ha partecipato. Ospiti dell’incontro anche Don Mattana e prof. Francesco Palimodde. Il Dirigente scolastico ha aperto l’incon-tro salutando i relatori e il numeroso pub-blico ed esprimendo vivo compiacimen-to per la presenza del suo vecchio alunno al quale ha rivolto ancora, come faceva in passato, parole di incoraggiamento ad affrontare la nuova realtà.Don Mattana, che non manca mai di ri-cordare nella preghiera i fratelli carcerati, ha sottolineato l’importanza per la scuola e la comunità di aprirsi a una realtà di dolore e di sofferenza.Leggendo alcune note di Bruno – ha det-to – ho colto il rammarico di non aver capito, a suo tempo, l’importanza dello studio che apre la mente, che consente di coltivare sogni, pensieri, sentimenti e di riconquistare la vera libertà, la libertà interiore.Poi, facendo proprie le parole che Gio-vanni Paolo II aveva espresso in occa-sione di una sua visita in carcere, ha af-fermato: “Vengo fra voi per condividere le vostre preoccupazioni e per portare il

A SCUOLA DI LIBERTA’Gesù ha voluto condividere ogni situazione umana anche quella di carcerato

messaggio del Vangelo che è liberazione interiore; vengo nel nome di Cristo che ha detto “ero carcerato e mi avete visi-tato”. Gesù non metteva in risalto né la colpa né la condanna ma la reale possibi-lità di rinascere a vita nuova nel perdono e nell’amore”. Parole che devono farci riflettere e indur-ci a liberarci dei pregiudizi di cui siamo troppo spesso prigionieri. Non è facile a volte resistere alla tentazione di esprime-re giudizi ed emettere sentenze ma, come ha ricordato l’assessore Martino Salis, la realtà processuale non sempre coincide con la verità. “Esprimo il mio compia-cimento – ha detto - per il fatto che la scuola, luogo di educazione abbia pro-mosso questo incontro con il carcere che è luogo di rieducazione.”Francesco Abate è uno scrittore che ha contribuito concretamente alla rieduca-zione in carcere, conducendo il labora-torio di scrittura insieme al poeta Paolo Demuro. Nella vita – ha detto – si in-contrano a volte maestri che ci insegna-no molto. Io a Oliena ne ho incontrato due, uno è Mathias che ha dato a tutti noi adulti una grande lezione di vita; l’altro maestro è Bruno che attraverso la scrittu-ra ha ritrovato la sua libertà.Bruno Acquas, visibilmente emozionato, ha ringraziato tutti per le parole di stima ricevute e la scuola in particolare per avergli dato l’opportunità di raccontare la sua esperienza.Ho passato qui sei anni di vita – ha esor-dito – chiedo scusa adesso ai miei pro-fessori che credevano in me e che io ho deluso, così come chiedo scusa a mia madre per non aver mai voluto ascolta-

re i suoi consigli. Ora ne ho capito l’im-portanza, continuerò a studiare e chissà forse un giorno riuscirò a conseguire la laurea. Con l’impegno e la buona volontà chiunque può arrivare dove vuole. Biso-gna porsi degli obiettivi e applicarsi al massimo per ottenerli, bisogna credere nei sogni e non perdere mai la speran-za. Non dimenticate mai i detenuti – ha chiesto infine – il carcere è realtà triste e dolorosa.Alla lettura di alcune poesie di Bruno da parte di un gruppo di alunni ha fatto se-guito un ottimo intervento di critica lette-raria del prof. Francesco Palimodde che ha messo in evidenza i temi centrali della poesia di Bruno, l’asprezza del dolore, l’angoscia del vivere, un certo fatalismo ma anche la speranza, che egli affida alla scrittura e che rappresenta per lui l’ag-gancio verso l’esterno. Finita la manifestazione ognuno torna alla vita di sempre, Bruno torna in car-cere ma il suo spirito vola libero come le sue poesie; i ragazzi, tornati in classe, sono ansiosi di parlare, di fare domande, di esprimere ognuno il proprio pensiero. Hanno partecipato a una lezione diversa. La testimonianza di Bruno ha regalato insegnamenti importanti. In un’epoca in cui molti ragazzi sono attratti dal “démo-ne della facilità” che li induce a sognare fama e successo senza sforzo, l’esempio di Bruno insegna che nella vita ogni con-quista richiede impegno, fatica e sacri-ficio e anche se non si diventa ricchi e famosi ci si può realizzare lo stesso e ot-tenere soddisfazioni. E’ importante colti-vare il sogno di migliorarsi e di migliora-re il mondo in cui si vive, impegnandosi a dare sempre il meglio di sé nello studio così come nel lavoro, nella serenità così come nella sofferenza. Pasquina Congiu

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Avvenimenti culturali

I COMMENTI DEI RAGAZZI

Il 24 febbraio ho assistito a una lezione di una materia fondamentale: la vita. Bruno Acquas è un detenuto che ha rivelato i suoi pensieri e le sue emozioni a un fo-glio di carta e a una penna, attraverso la poesia. Barbara M.

La scuola ha organizzato questo incontro per farci conoscere Bruno perché in car-cere Bruno non ha fatto vincere la dispe-razione ma la speranza. Non si è arreso: è diventato poeta e scrittore...che cerca le tracce della libertà. Maria Antonietta M

Bruno è una buona e brava persona; la prigione è sempre un’esperienza deva-stante, ma Bruno con la calma, la pazien-za, la mentalità più matura è riuscito ad ottenere buoni risultati, per esempio gli è stata affidata la responsabilità di dirigere la biblioteca del carcere. Antonio

Da questa meravigliosa esperienza ho imparato ad essere forte,in fondo la spe-ranza è l’ultima a morire. Lisa

Bruno ieri ci ha insegnato che lo studio è molto importante per noi e per la nostra crescita, ma anche che bisogna stare at-tenti a certe compagnie perché ci possono fare del male. Pilar

Questa lezione speciale mi ha lasciato un’impronta che penso non si cancellerà e cioè essere rispettosi della legge, sorri-dere e andare avanti anche nelle difficoltà della vita. Alessia B.

Ciao Bruno, ieri quando sei tornato ad Oliena e ci hai raccontato che tu in car-cere hai deciso di riprendere a studiare e scrivere poesie, noi tutti ci siamo un po’ emozionati perché è difficile stare in una prigione, lontani dalla propria famiglia e dagli amici. Però è bello riprendere in mano la propria vita. Antonella

Questo ragazzo, a differenza di altri, non si è abbattuto ma ha preso coraggio stu-diando e lavorando. Martina

Bruno, venerdì, mi ha fatto capire quan-to sia importante la pazienza e come una

persona possa cambiare diventando un esempio per gli altri. SaraGli auguro di essere sempre coraggioso, di uscire da quell’incubo e di rifarsi una vita dimenticando il passato. Luca

Bruno ci ha raccomandato di studiare, di fare attenzione alle compagnie che ab-biamo; inoltre ci ha fatto capire che con la pazienza, la sopportazione e la volontà possiamo riuscire in tutto. Rita

Il dolore che ha provato non svanirà mai. Bruno sconterà la sua pena con tanta for-za, grinta e volontà di migliorare sempre di più. Loredana

Questa esperienza mi ha insegnato a non mollare mai e andare sempre avanti spe-cialmente se c’è un problema. Questa è stata un’emozione unica. SergioL’incontro è stato una lezione di vita, di pazienza e anche didattica. Antonio Francesco M.

La domenica delle palmeEssa unisce il trionfo regale di Cristo e l’annuncio della Passione

La Settimana Santa ha inizio con la Domenica delle Palme «della Passione del Signore» che uni-

sce insieme il trionfo regale di Cristo e l’annuncio della Passione” (LC, 28). “La processione che commemora l’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme ha un carattere festoso e popolare” Si tratta di una tradizione antichissima della qua-le ci da testimonianza Eteria, una pia cri-stiana del IV secolo, pellegrina in Terra Santa, che nel suo “Diario di viaggio” ci fornisce preziose notizie sulla vita e le tradizioni liturgiche della comunità cri-stiana di Gerusalemme. A proposito del-la Domenica delle Palme del 400 circa,

scrive: “E quando inizia l’ora undecima, si legge il passo del Vangelo in cui si racconta che i bambini con rami e palme andarono incontro al Signore dicendo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore». E subito il Vescovo si alza e con lui tutto il popolo e allora dalla som-mità del monte degli Olivi ci si muove, tutti a piedi. Tutto il popolo cammina davanti al Vescovo cantando inni e an-tifone, rispondendo sempre: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore»…Tutti tengono dei rami, chi di palma e chi di olivi; e così si accompagna il Vescovo nel modo in cui si accompagnò il Signore in quel giorno”. I fedeli amano conserva-

re nelle loro case e nei luoghi di lavoro le palme e i rami di olivo benedetti e por-tati in processione. Un’usanza senz’altro buona, ma è necessario capire il signi-ficato di questo gesto. “Sarà opportuno, ad esempio, ribadire che ciò che è vera-mente importante è la partecipazione alla processione e non procurarsi soltanto la palma o il ramoscello di olivo; che questi non vanno conservati a guisa di un amu-leto, o a scopo soltanto terapeutico… per tenere lontani gli spiriti cattivi e stornare da case e campi i danni da essi causati, il che potrebbe essere una forma di su-perstizione. Palma e ramoscelli di olivo vanno conservati innanzitutto come te-stimonianza della fede in Cristo, re mes-sianico, e nella sua vittoria Pasquale” (DPPL,139).ù G.M.

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Come ogni anno abbiamo il piacere di ricordartil’appuntamento della

PASQUAdegli UOMINI

Sabato 31 Marzodalle ore 18.30 - Confessioni • ore 20.30 - Santa Messa

NON MANCARE!!!

Un momento unico per riflettere, pregare,stare insieme con vero spirito comunitario