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Studio specialistico per l’analisi degli impatti ambientali e relative incidenze sulla Zona di Protezione Speciale

- Progetto preliminare della strada intervalliva (Valle Seriana – Valle Brembana) Valcanale - Mezzeno

LANDMilano Srl 1

16.02.2011

STUDIO SPECIALISTICO INDICE Premessa ........................................................................................................................ 3

1. Quadro di riferimento ambientale ........................................................................ 6

1.1 Inquadramento territoriale ............................................................................................ 6

1.2 Stato attuale dei luoghi .............................................................................................. 11

1.2.1 Vegetazione .................................................................................................. 14 1.2.2 Inquadramento faunistico ............................................................................... 17 1.2.3 Sistema paesistico-ambientale ........................................................................ 19

2. Quadro di riferimento programmatico ............................................................... 34

2.1 Piano Territoriale Regionale e Piano Paesistico Regionale .............................................. 34

2.2 La Rete Ecologica Regionale ....................................................................................... 38

2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ............................................................ 40

2.4 Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.) .............................................................................. 45

2.5 Parco Regionale delle Orobie Bergamasche: il Piano Naturalistico ................................... 45

3. Quadro di riferimento progettuale .................................................................... 48

3.1 Ubicazione, finalità dell’opera e obiettivi generali .......................................................... 48

3.2 Descrizione del progetto ............................................................................................. 49

3.2.1 Descrizione delle alternative progettuali .................................................................... 51

3.2.1.1 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni ................ 52 (Allegato 1 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, febbraio 2009) ..................................................................................... 52 3.2.1.2 Quantificazione dei danni e delle riparazione ai beni naturali relativamente alle infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale .................................................. 62 (Allegato 4 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, luglio 2010).......................................................................................... 62 3.2.1.3 Considerazioni conclusive - dicembre 2010 ................................................. 72 3.2.1.4 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni con ultimi aggiornamenti - gennaio 2011 ................................................................................... 73 3.2.1.5 Considerazioni conclusive a gennaio 2011 ..................................................... 88

4. Interferenze tra opere/attività previste ed il sistema ambientale e relative opere

di mitigazione ........................................................................................................... 90

4.1 Vegetazione .............................................................................................................. 90

4.2 Fauna ....................................................................................................................... 93

4.3 Paesaggio ................................................................................................................. 93

4.4 Diminuzione o frammentazione di habitat d’interesse faunistico ..................................... 95

5. Impatti da cantiere ............................................................................................ 96

6. CONCLUSIONI .................................................................................................... 98

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All.

- All. 1. Stato di fatto _ sopralluogo Roncobello - All. 2. Stato di fatto _ sopralluogo Ardesio - All. 3 Schede Bioitaly Rete Natura 2000

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Premessa

Il Comune di Roncobello con sede in via Bargetto, 25 con CF: 85001490169, P.IVA: 00672670163,

nella persona del Responsabile del Servizio Tecnico Antonio Gervasoni, ha conferito alla società

LAND Milano S.r.l, società del gruppo LAND, con sede in via Hoepli 3 – 20121 Milano, CF-P.IVA:

05517330964, nella persona dell’Amministrazione Delegato dott. Giovanni Sala, agronomo, iscritto

all’Albo Professionale dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Milano al numero 525, e

nella persona del suo Presidente e Direttore Tecnico arch. Andreas Kipar, iscritto all’ordine degli

architetti di Milano con il numero 13359, l’incarico per la redazione degli studi specialistici per

l’analisi degli impatti ambientali e relative incidenze sulla Zona di Protezione Speciale, inerente il

progetto del collegamento stradale intervallivo Valcanale-Mezzeno.

Approccio metodologico

Il presente Studio specialistico viene redatto sviluppando i contenuti della Valutazione d'Incidenza

intesa quale “procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi

piano, programma o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito

della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto

degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat" con lo scopo di

salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non

direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati

individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

La Valutazione di Incidenza, se correttamente realizzata ed interpretata, costituisce lo strumento

per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto

equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l’uso sostenibile del

territorio.” (Tratto da Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale_ Allegato alla DCA

del Consorzio Parco delle Orobie Bergamasche, n.4 del 5 febbraio 2009).

L’approccio metodologico su cui si basa questo documento prende spunto da 4 principi ispiratori:

- la Convenzione sulla Biodiversità (Nairobi 1992) in cui l’obiettivo è ridurre

significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010 (così come ribadito nel Summit del

G8 di Siracusa, 2009)

“Le comunità che vivono in un'area sono responsabili della biodiversità che li circonda” e “la

sostenibilità si regge su tre pilastri: ambientale, economico e socio-culturale”;

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- la Convenzione Europea del Paesaggio (Ratificata dall’Italia il 20.01.2006 con Legge

n°14/2006) dove “Paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come

percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e

dalle loro interrelazioni”.Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale e

costituisce una risorsa favorevole dell’attività economica.

- il Codice Urbani: in cui sono considerati beni Paesaggistici “le montagne per la parte

eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina (Dlgs 42/2004 art. 142)”;

- il Piano Naturalistico del Parco delle Orobie Bergamasche: che fa propri i temi di Rete

Natura 2000 in cui la conservazione della natura e del paesaggio ecologicamente inteso e

della gestione degli habitat e delle specie di interesse scientifico e naturalistico diventano

prioritari per la pianificazione e la gestione delle aree protette.

Tenendo fermi questi presupposti e seguendo le indicazioni dettate dall’Allegato G del DPR 357/97

e dall’Allegato D della D.G.R.14106 dell’8/8/2003, il presente Studio è volto principalmente alla

caratterizzazione dell’area interessata dal progetto. Quest’ultimo prevede la realizzazione di un

percorso intervallivo carrabile, di lunghezza di 11.025 m ed ampiezza circa 4m, con funzione di

collegamento della Valle Seriana con la Valle Brembana, già oggetto di un Protocollo d’Intesa

sottoscritto da: Comune di Ardesio, Comune di Oltre il Colle, Comune di Roncobello, Comunità

Montana Valle Seriana Superiore, Comunità Montana Valle Brembana e Provincia di Bergamo.

Il fine di questo documento è quello di comprendere se tale progetto produce effetti significativi

sull’ambiente e in particolar modo su ZPS e SIC direttamente interessati o prossimi all’area.

L’ambito di intervento infatti attraversa per un breve tratto la ZPS “Parco Regionale delle Orobie

Bergamasche”, oltre che interessare un ambito ad elevato valore naturalistico, confermato dalla

presenza, nelle più strette vicinanze, di 3 Siti d’Importanza Comunitaria (SIC).

Il documento fornisce informazioni essenziali e fondamentali rispetto alle quali avviare la

valutazione degli effetti significativi e le principali interrelazioni che il progetto di collegamento

intervallivo ha sulle componenti ambientali considerate, al fine di ipotizzare e prevedere azioni di

prevenzione, mitigazione e compensazione degli impatti.

A tale scopo, lo Studio in corso di elaborazione concentrerà l'attenzione sui seguenti aspetti:

- inquadramento territoriale dell’area in cui si inserisce l’opera e analisi dello stato attuale del

luoghi potenzialmente coinvolti dalla realizzazione del progetto;

- analisi dei piani e dei programmi, a carattere paesistico ed ambientale, vigenti;

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- descrizione del progetto con riferimento alle caratteristiche tecnico-dimensionali ed alla

individuazione delle principali azioni;

- analisi delle alternative del percorso intervallivo;

- individuazione delle interferenze e misure preventive e mitigative che possono essere adottate

per diminuire l’entità degli impatti e per valorizzare i benefici determinati dalla realizzazione del

collegamento.

Per la redazione del documento sono svolte le seguenti attività:

- fase analitico-conoscitiva: descrizione dello stato attuale dell’ambito attraverso sopralluoghi e

raccolta di documentazione bibliografica, degli strumenti di programmazione e di pianificazione

vigenti. Il confronto tra i dati di progetto e lo status attuale dei luoghi consente di identificare i

rapporti tra progetto ed ambiente e di individuare le azioni necessarie per contenere o prevenire le

interferenze, durante le successive fasi progettuali.

- Fase sintetico-propositiva: diretta a fornire, a livello di massima, in che misura il progetto possa

incidere sulla globale situazione esistente, nell’ottica di attuare azioni specifiche di riqualificazione e

miglioramento della qualità ambientale complessiva.

Per la redazione del presente studio specialistico sono stati ripresi i contenuti e le conoscenze già

predisposte per lo Studio di fattibilità redatto dal gruppo di lavoro costituito da: Studio

d’Architettura e Ingegneria Papetti, Dott. Geol. Stefania Cabassi e Dott. Forestale Stefano Enfissi.

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1. Quadro di riferimento ambientale

1.1 Inquadramento territoriale

L’area di studio si sviluppa nella provincia di Bergamo, a cavallo tra l’alta Val Brembana e l’alta Val

Seriana, delimitata a nord dalle più belle vette delle Prealpi Orobiche (il Pizzo Coca, Redorta e il

Pizzo del Diavolo), comprese in gran parte nella zona protetta e di grande rilevanza naturalistica

del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche.

Localizzazione dei comuni interessati dal collegamento intervallivo (tratto da Google map)

Schema del tracciato del collegamento intervallivo

A sud il sito contiene il settore a nord della Val Serina, con particolare riferimento alla Val Parina,

conosciuta ed apprezzata per essere uno dei siti naturalistici di rilevanza regionale (SIC Sito di

Interesse Comunitario) caratterizzato da ambiti di particolare pregio ambientale sottoposti a tutela

e conservazione.

Roncobello

Ardesio

Oltre il Colle

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Il progetto prevede la realizzazione di una strada di collegamento tra la località Mezzeno nel

comune di Roncobello e la località Valcanale nel Comune di Ardesio, passando attraverso il

territorio amministrativo di Oltre il Colle nei pressi del Passo Branchino.

Stralcio della Tavola Inquadramento Territoriale per il Protocollo d

Intesa

(Rif. Tavola: Studio di architettura ed ingegneria Papetti, dott.

geol. Cabassi, dott. forest. Enfissi)

L’area ricade nel territorio della Comunità Montana Valle Brembana (Comuni di Roncobello e Oltre

il Colle), della Comunità Montana Valle Seriana Superiore (Comune di Ardesio) e si sviluppa tra la

Valle Brembana e la valle Seriana ad una quota media di 1400 m slm.

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Localizzazione dei tre comuni interessati dal collegamento intervallivo rispetto al contesto

A nord il settore esaminato confina con la provincia di Sondrio e con la Valle di Scalve, mentre a

est della Val Seriana si sviluppa la Val Cavallina.

I due settori vallivi sono delimitati a ovest dal Fiume Brembo (Val Brembana) e a est dal Fiume

Serio (Val Seriana).

A nord l’area interessata confina con i comuni di isola di Fonda, Branzi, Carona, Valgoglio, Gromo,

a sud con Lenna, Serina, Villa d’Ogna, Parre, Serina, a ovest con Moio de Calvi, a est con

Oltessenda Alta.

I due abitati di Roncobello e di Ardesio si sviluppano a quote medie di 1007 m s.l.m. e di 675 m

s.l.m., l’abitato di Oltre il Colle si sviluppa ad una quota media di 1030 m.s.l.m.

Tali comuni sono localizzati in settori vallivi definiti di Alta Valle, condizione che, nel caso specifico

in oggetto, ha portato come conseguenza alcuni svantaggi in termini di sviluppo socio – economico

e altri vantaggi in termini di risorse naturalistico – ambientali e di potenzialità turistiche.

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Visione dell’orografia del luogo interessato dal passaggio del collegamento intervallivo.(Tratto da Google Map).

Tracciato indicativo del collegamento

La storia di questi comuni ha visto, in particolare per Roncobello e Oltre il Colle, il progressivo

abbandono del territorio, accompagnato da un calo demografico significativo.

Il comune di Ardesio si discosta da questa realtà che accomuna i territori dell’Alta Valle, in quanto

non ha conosciuto lo stesso graduale spopolamento, anzi in questi ultimi anni si è registrato un,

seppur minimo, incremento demografico legato al mantenimento delle attività produttive sul

territorio e conseguentemente del tessuto sociale.

A livello di sviluppo turistico tutte le località in esame hanno conosciuto un picco di affluenza

turistica negli anni ’60 e ’70, cui è seguito un progressivo abbandono delle località che continua

ancora oggi.

La zona interessata dal progetto dal punto di vista morfologico è caratterizzata, nel suo settore di

sviluppo centrale (Comuni di Oltre il Colle e Ardesio), dalla presenza di terrazzamenti prativi che

ospitano attività pastorali e da tipici alpeggi di alta quota sparsi sui dossi e lungo i versanti.

La strada di progetto, nel primo tratto che si svilupperà nel comune di Roncobello e nel primo

tratto del comune di Ardesio, percorrerà due assi vallivi rispettivamente percorsi dalla Valle di

Mezzeno e dal torrente Acqualina.

Si prevede che essa attraversi le località di Passo Branchino (1825 m s.l.m.), Baite Alpe Neel (1600

m s.l.m.), Rifugio Alpe Corte (1400 m s.l.m.), consentendo di disporre di un’infrastruttura

strategica per la sua multifunzionalità con tutta una serie di vantaggi e benefici in termini

Roncobello

Oltre il Colle

Ardesio

Lago Branchino

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economico – sociali che, per osmosi, contageranno non solo i dintorni più prossimi ma avranno

ricadute positive anche a scala sovra comunale.

Immagine del Rifugio Alpe Corte.

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1.2 Stato attuale dei luoghi

Durante i sopralluoghi effettuati all’inizio dell’autunno 2009 (rif. Allegato1 e allegato 2 al presente

documento) è risultata evidente l’ attrattiva dei luoghi che saranno interessati dal nuovo tracciato.

Partendo dalla località di Roncobello, (rif. Allegato 1) seguendo un percorso già esistente, aperto

da marzo ad ottobre, si arriva a Mezzeno (1596 m slm) in cui la strada si interrompe per dare

origine ad un percorso pedonale che si incammina nella valle in direzione sud-ovest risalendo in

maniera costante il versante con esposizione prevalente a nord-ovest verso il Passo di Marogella e

il Corno Branchino.

Inizio del percorso da Roncobello

Attraversando fasce boscate costituite per lo più da faggi, abeti rossi, abeti bianchi si attraversano

corsi d’acqua d’origine torrentizia, che, in questo periodo dell’anno, risultano del tutto asciutti.

Raggiunta una quota di circa 1.750 m s.l.m. la strada cambia direzione proseguendo verso est e

risalendo, nel territorio amministrativo di Oltre il Colle, fino al Passo Branchino (1.825 m sl.m.,

quota massima toccata dalla strada). In questo tratto sono diversi i punti caratterizzati da elevate

pendenze. Inoltre in alcune zone il percorso risulta solcato da alcune vallecole in corrispondenza

delle quali si osservano fenomeni di sconnessione a causa dei processi erosivi esercitati sullo

sterrato. La pendenza dei versanti lungo i quali il tracciato si sviluppa a mezza costa e la

concentrazione delle acque di ruscellamento superficiali sono causa e possono essere causa di

locali fenomeni di cedimento lungo i cigli della mulattiera esistente.

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Vallecole con fenomeni franosi lungo il sentiero verso il lago Branchino

Salendo di quota il paesaggio cambia completamente aprendosi a viste sulle vallate sottostanti e

sui particolari affioramenti rocciosi che si impongono sul paesaggio.

Aperture delle viste dal percorso verso il lago Branchino

Le aree interessate dal nuovo tracciato sono caratterizzate dalla presenza di boschi e, nel tratto

compreso tre l’Alpe Neel e il Passo del Branchino, da aree prative dedite a pascoli.

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Aree prative nei pressi del passo Branchino

Superato il passo Branchino, dopo una lunga salita, inizia la discesa verso la città di Ardesio lungo

il percorso che passa dal lago Branchino, già oggi meta di diverse passeggiate.

Lago Branchino Nuovo rifugio Branchino

Oltrepassato il lago Branchino la strada, ora nel Comune di Ardesio, si dirige verso sud-est

scendendo fino le baite di Alpe Nèel (1.560 e 1.620 m s.l.m. circa). Da qui la strada scende

rapidamente il versante a nord-est fino al Rifugio Alpe Corte (1.415 m s.l.m.) e infine prosegue

verso sud-est fino a raggiungere la strada già esistente che sale dall’abitato di Valcanale, frazione

di Ardesio, alla quota terminale di 1.110 m s.l.m.

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Questo secondo tratto è stato percorso in un successivo sopralluogo (rif. All. 2 al presente

documento) con il supporto di una jeep in quanto la strada risulta più o meno già carrabile, con

mezzi particolari, fino al rifugio Alpe Corte.

A differenza dell’area di Roncobello, il paesaggio di questo versante risulta nettamente più aperto e

ricco di aree prative e pascoli.

Aree prative e a pascolo nei pressi dell’Alpe Nèel

Anche in questo caso sono sorprendenti le viste che si aprono sul paesaggio naturale circostante

E’ indubbio che il paesaggio e la naturalità di questi luoghi sono ora accessibili da pochi buoni

camminatori/sportivi. Questo fatto rende i luoghi fruibili solo parzialmente, legando l’economia di

questo posto, ricco di potenzialità e naturalità, oltre che di spazi di accoglienza e ristoro, limitati a

sporadici momenti estivi di media frequentazione.

Nasce spontaneo, davanti a questi luoghi, pensare che questo paesaggio non deve rimanere un

pregio per pochi ma diventare un bene di tutti.

1.2.1 Vegetazione

L’area interessata dagli interventi in progetto, dal punto di vista tipologico forestale si colloca nella

Regione forestale mesalpica fino a sfiorare l’orizzonte subalpino alle quote più elevate verso il

Passo Branchino.

La regione mesalpica è da considerarsi quale fascia di transizione tra i primi rilievi montuosi che si

incontrano risalendo dalla pianura, in cui si trovano tipologie forestali a netta prevalenza di

latifoglie, e i principali rilievi alpini dove sono localizzate le formazioni di conifere.

Durante i sopralluoghi effettuati è emerso che le aree a bosco occupano diverse zone interessate

dal passaggio della strada, in particolare il medio-basso versante a nord-ovest del Corno

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Branchino, alcune aree nei pressi dell’Alpe Nèel ed il versante che scende all’Alpe Corte e quindi

tutto il tratto di strada terminale che va dal Rifugio Alpe Corte fino all’arrivo nei pressi dell’incrocio

con la strada che sale da Valcanale.

Formazione a bosco_Roncobello Formazione a bosco_Ardesio

Le formazioni forestali presenti risultano a netta prevalenza di conifere, diversamente consociate,

con partecipazione sporadica o comunque minoritarie di latifoglie; in particolare le conifere

presenti sono l’abete rosso (Picea abies) , il larice (Larix decidua) e in misura minore l’abete bianco

(Abies alba), presente in particolare nel versante in sinistra idrografica della Valcanale.

Per le latifoglie sono presenti faggi (Fagus sylvatica) e secondariamente acero montano (Acer

pseudoplatanus).

Salendo ad una quota più alta si trovano diversi ambiti di naturalità, in particolare le praterie alpine

(in particolare l’area nei pressi del Passo Branchino), le porzioni pascolive di alta quota, incolti

improduttivi (rocce), incolti forestali e formazioni boscate (alnete, mughete, formazioni di

maggiociondolo alpino, formazione di sorbo degli uccellatori) che nell’insieme determinano il

particolare paesaggio tipico delle aree alpine al di sopra del limite della vegetazione tipicamente

forestale.

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Scorci di vegetazione tipicamente forestale

Sono ampi i contesti territoriali interessati da aree a pascolo, localizzate nei pressi delle Baite di

Mezzeno, delle Baite dell’Alpe Nèel e delle Baite dell’Alpe Corte; queste sono caratterizzate dalla

presenza di bovini al pascolo tra giugno e settembre e da aree a bosco.

Va sottolineata la presenza dell’Alpe Neel, alpeggio di proprietà della provincia di Bergamo, che in

questa struttura gestisce attività sperimentali per la buona e corretta gestione dei pascoli.

Lungo il tragitto di progetto sono diverse le aree caratterizzate da affioramenti rocciosi, banconate

rocciose, creste, conoidi detritiche etc.; questi luoghi non sono in genere direttamente interessate

dal passaggio della strada così come quelle aree sottoposte a fenomeni di ricolonizzazione recenti

di tipo arboreo-arbustivo.

Area di recente rimboschimento

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Per quanto riguarda le formazioni presenti nelle zone interessate dal passaggio della strada e in

aree limitrofe si indicano sommariamente le seguenti tipologie forestali:

- peccete montane dei substrati silicatici presenti nel vasto versante in sinistra idrografica della

Valcanale (dal rifugio Alpe Corte fino all’arrivo della strada), fustaie di conifere caratterizzate dalla

presenza quasi esclusiva di abete rosso, con sporadici abeti bianchi o larici e singole latifoglie

(acero di monte, faggio, salicone, pioppo tremulo);

- peccete altimontane dei substrati carbonatici presenti nella porzione di alto versante in destra

idrografica della Valcanale ed in sinistra idrografica della vallata di Roncobello, fustaie di conifere

caratterizzate dalla presenza prevalente di abete rosso, accompagnato da larice e faggio;

alle quote inferiori in posizione di medio e basso versante tale tipo sfuma verso il piceo-faggeto dei

substrati carbonatici var. con larice.

Nei nuclei in cui prevale il faggio la tipologia di riferimento, in virtù dei substrati nei quali si

localizzano e delle quote, è quella delle faggete altimontane dei substrati carbonatici, al faggio

specie prevalente, al quale si accompagnano, in modo disomogenea, l’abete rosso, il larice, l’acero

di monte, il sorbo degli uccellatori, l’ontano verde.

In alcune aree alle quote più elevate si rilevano isolati nuclei di soprassuoli arbustivi con copertura

colma di ontano verde: la tipologia di riferimento è quella degli alneti di ontano verde; oltre

all’ontano sono presenti in maniera minoritaria e sporadica l’abete rosso, il larice, l’acero di monte,

il sorbo degli uccellatori ed il faggio.

In alcune aree si rileva la presenza di soprassuoli arbustivi con copertura colma con pino mugo

esclusivo e singoli abeti rossi, larici, ontani verdi la tipologia di riferimento è quelle mughete

mesoterme alle quote intermedie e delle mughete microterme alle quote più elevate.

1.2.2 Inquadramento faunistico

L’ampio contesto territoriale è interessato da numerose presenze faunistiche legate ai diversi

habitat presenti: praterie d’alta quota, aree boscate e cespuglieti, aree culminali d’alta quota e

pascoli. Ciò giustifica il vincolo a ZPS di gran parte del territorio del Parco Regionale delle Orobie

Bergamasche.

Sono state individuate specie animali presenti nella area più vasta, identificata nel Parco.

Negli ultimi anni è stato consistente lo sviluppo di ungulati in particolare caprioli e camosci, ed in

parte cervi e stambecchi, che hanno beneficiato delle condizioni di abbandono della montagna in

cui i boschi stanno piano piano riconquistando gli spazi abbandonati.

Tra questi animali tipici delle zone di prateria di alta quota, delle aree boscate , cespuglieti e delle

aree culminali di alta quota e pascoli, non mancano, per quanto riguarda i mammiferi i leporidi

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(lepre alpina), per i carnivori la volpe, i mustelidi quali ermellino, donnola, martora, faina e tasso,

nonché micromammiferi (muridi, microtidi, erinaceidi e soricidi).

In particolare sui pascoli alpini sono andate moltiplicandosi le marmotte e, di conseguenza, è

cresciuto anche il numero delle aquile reali, delle quali costituiscono il cibo preferito.

Tra gli altri rapaci, si ricordano falchi, poiane, gheppi, nibbi, corvi, che solitamente seguono le

correnti migratorie.

Tra i rapaci notturni sono presenti le civette e i barbagianni e il sempre più raro gufo reale.

Per quello che riguarda l’ittiofauna, solo in relazione alle forme torrentizie vere e proprie (quindi

limitatamente al territorio di Ardesio) possono esser presenti larve di vario tipo e trote ma solo di

allevamento e inserite nel contesto torrentizio esclusivamente per la stagione di pesca.

Per ciò che concerne rettili ed anfibi nella zona alpina sono diffuse, in generale, forme adatte ai

climi freddi di tipo montano: i rettili sono costituiti da lucertola vivipara, vipera comune, ramarri,

orbettini e colubri innocui.

Fra gli anfibi possono essere presenti la rana rossa di montagna e la salamandra pezzata, meno

diffusa la salamandra nera.

Le aree boscate di versante, i pascoli di alta quota e i prati di fondovalle diventano luoghi

preferenziali per le normali attività di approvvigionamento di cibo e riproduzione, mentre nel caso

dell’avifauna anche per la nidificazione.

Data la forte presenza di specie faunistiche di particolare pregio(rif. Schede BIOITALY allegate al

presente documento) durante l’esecuzione dei lavori per la realizzazione della strada è importante

ridurre al minimo gli effetti del cantiere sull’area e l’abbattimento delle specie arboree presenti,

oltre che ripristinare il più possibile lo stato dei luoghi.

E’ da tenere comunque in considerazione che l’esigua dimensione della strada, la precisa

localizzazione dei lavori e l’attenzione ai macchianari da utilizzare, oltre che la facilità di

spostamento delle specie animali, è plausibile ipotizzare che durante l’esecuzione degli stessi, le

specie possano momentaneamente rifugiarsi areali alternativi nelle vicinanze e che quindi gli

interventi in fase di realizzazione non inducano impatti significativi sulla componente faunistica.

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1.2.3 Sistema paesistico-ambientale

I tre comuni interessati dal progetto si collocano in un contesto di pregio caratterizzato da elevata

naturalità, in cui si riscontrano limitati e circoscritti fenomeni di antropizzazione.

I limitati collegamenti infrastrutturali, Roncobello dista circa 42 Km da Bergamo, Ardesio circa

38km, Oltre il Colle circa 47Km per un tempo di percorrenza pari a circa 60minuti per ciascun

paese, tendono ad isolare questi comuni tanto che le nuove generazioni si spostano più verso

Bergamo per motivi di studio e lavoro. Inoltre, i due paesi tra loro “dirimpettai” ovvero Roncobello

ed Ardesio risultano essere collocati su percorsi a sbocco cieco, privi quindi di un diretto

collegamento. E’ questo un importante motivo che supporta il collegamento delle due valli e, di

conseguenza, dei due comuni.

Al di là dell’abitato, che mostra le peculiarità tipiche paesi alpini (utilizzo di materiali costruttivi

quali legno e pietra, tetti spioventi a doppia falda, etc.), prevalgono i caratteri spontanei della

natura e dell’ambiente, per quanto concerne vegetazione, fauna e geomorfologia.

Favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica si uniscono alla

natura dominante dando luogo a paesaggi unici: la somma Natura+Cultura =Paesaggio trova in

questi luoghi la migliore espressione.

Per quanto riguarda le emergenze paesaggistiche di questo territorio di pregio ambientale sono: le

vedrette e i nevai permanenti che costituiscono la struttura visibile e la sagoma dell’architettura

alpina che delineano lo spazio montano per eccellenza. Infatti le vette, i crinali e le sommità

assumono rilevanza paesistica e percettiva caratterizzando il paesaggio ed i relativi bacini

geografici, grazie anche alle masse nevose delle sommità che ne esaltano la luminosità e

l’imponenza.

All’interno di questa magnifica corona di roccia si osservano fitti versanti boscati alternati ad aree

prative e a pascoli d’alta quota. Questi elementi assumono un grande rilievo paesistico grazie al

particolare assetto vegetazionale per la presenza di aggregazioni botaniche diverse, per colore, per

volume, per estensione e per variabilità stagionale creando un ambiente significativo di elevata

naturalità.

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Altro elemento importante di questo paesaggio sono i pascoli d’alta quota che rappresentano la

strutturazione tipica del contesto agrario di montagna oggi passibile di scomparsa.

La percezione della natura dei luoghi, della bellezza degli spazi e delle viste su ambiti

particolarmente suggestivi è a 360°.

E’ all’interno di questo contesto si va a sviluppare il tracciato che in questo modo potrà godere di

questi importanti panorami in ambiti particolarmente ricchi di naturalità e di aree verde protette.

Questo discorso fruitivo acquista una forte valenza culturale e di conoscenza di questi siti

attualmente privilegio di pochi.

Tale peculiarità ambientale trova giustificazione nel fatto che l’area interessata dal tracciato cada

all’interno del ben più ampio Parco Regionale delle Orobie Bergamasche direttamente confinante

con il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi, all’interno del quale sono presenti siti appartenenti

al progetto Rete natura 2000, quali Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale,

oltre ad essere presenti Parchi Locali di Interesse Sovracomunle.

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Inquadramento delle aree protette presenti nell’intorno dell’area di intervento.

Il Parco Regionale delle Orobie Bergamasche occupa un’ampia superficie di circa 70.000 ettari ad

elevata naturalità. Esso comprende un totale di 44 comuni includendo le Comunità Montane della

Valle Seriana Superiore, della Val di Scalve e della Val Brembana con un’altimetria che parte da

400 m slm fino a vette intorno a 3.000m slm (Pizzo Redorta, Pizzo Coca)

Il Parco offre oltre 1.000 Km di percorsi più o meno impegnativi. Tra tutti spicca il “Sentiero dei

fiori”, vero e proprio giardino botanico d’alta quota che si sviluppa lungo i versanti del Monte Arera

attorno ai 2.000 metri d’altezza, ed il “Sentiero delle Orobie”, che, con un tracciato lungo oltre 85

km, attraversa, di rifugio in rifugio, tutte le Prealpi orobiche.

L'ambiente del Parco, per la varietà delle sue esposizioni, per la ricchezza delle sue acque

superficiali, per le sue notevoli variazioni altimetriche, e per la vastità del territorio, che comprende

un’ampia varietà di ambienti e di paesaggi vegetali, presenta un patrimonio floristico

particolarmente ricco sia per numero di specie sia per rarità di alcune di esse. In particolare

erbacee endemiche, quali la linaria bergamasca (Linaria tongizii) o la sassifraga della Presolana

(Saxifraga presolanensis).

Roncobello

Oltre il Colle

Ardesio

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Tanto è ampio il patrimonio floristico quanto quello faunistico in quanto il Parco costituisce uno dei

luoghi più significativi di tutte le Alpi Centrali per al presenza di gasteropodi, aracnidi, uccelli, rettili,

e mammiferi.

Mappa del Parco Regionale delle Orobie (rif. Sito www.parcodelleorobie.it)

Per quanto riguarda l’area di interesse essa ricade all’interno del più ampio Parco delle Orobie

Bergamasche al cui interno è localizzata la più grande Zona di Protezione Speciale (ZPS) delle Alpi

lombarde e una delle più estese in assoluto della Regione Lombardia.

La Commissione Ambiente Europea ha riconosciuto l’85% del territorio del Parco come parte della

Rete Natura 2000, istituendovi Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti d’Importanza Comunitaria

(SIC) nei territori più ricchi di biodiversità.

Rete Natura 2000 è un progetto che trae origine dalla Direttiva dell'Unione Europea n. 43 del 1992

denominata "Habitat". La finalità di tale direttiva è volta alla conservazione della diversità biologica

presente nel territorio dell'Unione stessa e, in particolare, alla tutela di una serie di habitat e di

specie animali e vegetali particolarmente rari.

Tale progetto ha visto la realizzazione, da parte degli Stati dell'Unione Europea, della costituzione

della rete ecologica denominata Natura 2000 in funzione della presenza e della rappresentatività

sul proprio territorio di questi ambienti e delle specie, individuando aree di particolare pregio

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ambientale denominate Siti di Importanza Comunitaria (SIC), ai quali vanno aggiunte le Zone di

Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n. 409 del 1979, denominata "Uccelli".

Da qui la Rete Natura 2000 in Lombardia è costituita da 183 SIC (Siti di interesse comunitario) e

66 ZPS (Zone di Protezione Speciale).

Per quanto riguarda la ZPS Parco delle Orobie Bergamasche, istituita dalla DGR n. 1791/06 del

25/01/2006, essa è stata rivista ed ampliata nel 2007 grazie all’accorpamento di ulteriori 6 siti ZPS

già presenti. La superficie complessiva è circa pari a 49.000 ettari.

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Stralcio della DGR 18 giugno 2007 n.8/5119

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Stralcio dell’all. C9 della DGR 18 giugno 2007 n.8/5119, relativo all’ampliamento della ZPS del Parco Regionale delle

Orobie

Sono 9 le aree SIC all’interno del Parco e, nello specifico, sono 3 quelle più vicine all’area

interessata dal collegamento intervallivo.

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Nello specifico esse sono:

- IT2060003: Alta Val Brembana, Laghi Gemelli

- IT2060008 Valle Parina

- IT2060009 Val Nossana_Cima di Grem

Tavola di inquadramento aree SIC

Di seguito vengono riportati gli stralci delle schede BIOITALY di pertinenza della ZPS Parco delle

Orobie e dei 3 SIC sopra menzionati con relativa cartografia.

IT2060008

IT2060009

IT2060003

Ardesio Roncobello

Oltre il Colle

Oltre il Colle

Siti di importanza comunitaria

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Zona di Protezione Speciale (ZPS): Parco Regionale Orobie Bergamasche (IT2060401)

(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)

Tipo sito: ZPS IT2060401 Parco Regionale Orobie Bergamasche

Carta dei confini della Zona di Protezione Speciale

Estensione: 48973 ha Caratteristiche del sito L’area, ubicata sul versante bergamasco delle Orobie, comprende i principali habitat propri

dell'orizzonte alpino. Il sito è caratterizzato da un'elevata escursione altitudinale, in esso si trovano

importanti rilievi che arrivano ai 3000 m. Gli ambienti più rappresentativi sono le formazioni

boschive, presenti sia con estese foreste di latifoglie, in particolare faggete, sia con i boschi di

conifere, in particolare abete e larice. Altri ambienti di grande valore naturalistico presenti nell'area

sono le praterie e i pascoli sia della fascia alto-collinare che delle quote elevate, a cui si uniscono le

zone rocciose poste alle quote maggiori e al di sopra del limite della vegetazione arborea. La fauna

dell'area è costituita dalla tipica fauna alpina, risultano presenti ungulati, rapaci diurni e notturni,

tra i quali spiccano Aquila reale e Gufo reale. Ben rappresentati anche Galliformi e Fasianidi, con

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elementi di spicco della fauna alpina come Pernice bianca, mentre risulta cospicua la popolazione

di invertebrati che popolano le estese fasce boschive.

Non sono noti evidenti elementi di disturbo, tuttavia occorre una regolamentazione più efficace

della fruizione antropica del territorio, in particolare delle aree di maggior pregio naturalistico

all'interno del Parco Regionale. Il mantenimento della diversità nell'assetto forestale, in termini di

età degli elementi arborei, di composizione floristica e densità, risultano di importanza

determinante per la conservazione in particolare dei Tetraonidi. In alcune aree si registra una

elevata concentrazione di bacini artificiali connessi alla produzione di energia idroelettrica, con

strade e infrastrutture annesse, unita alla presenza di impianti sciistici in espansione. Le zone

meridionali del sito, poste a bassa quota, presentano un elevato rischio di incendio.

Sito di Interesse Comunitario: IT2060003: Alta Val Brembana, Laghi Gemelli

(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)

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Estensione: 48973 ha

Caratteristiche del sito

L'importanza del sito è data dall'elevata diversità di habitat, in condizioni di buona conservazione,

dalle formazioni forestali di aghifoglie alle praterie naturali dei crinali e dei versanti più acclivi, fino

alla vegetazione delle pietraie e delle rupi silicee. Va sottolineata l'estesa presenza di coltri

detritiche più o meno consolidate che ospitano stazioni di Viola comollia e Androsace alpina e di

pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica di rupi silicee fra cui si annoverano Androsace

vandelli, Phyteuma hedraianthyfolium, Primula hirsuta. Degni di nota sono i megaforbieti in cui

spicca l'endemita orobico Sanguisorba dodecandra e i varieti a Festuca scabriculmis endemismo

che caratterizza i versanti sud occidentali dell'arco alpino. Significativa è la presenza di piccole

torbiere di transizione con una ricca vegetazione igrofila a Sheuchzeria palustris. Sulle pendici del

M. Cabianca da segnalare, nelle stazioni più acclivi, la presenza di Pinus cembra. Tra le specie di

maggior pregio spicca, oltre alle già citate, Listera cordata.

Particolarmente diversificata risulta la zoocenosi vertebrata dell'orizzonte alpino e nivale, in cui

elemento significativo risulta la presenza regolare di Aquila chrysaetos. Buone le presenze

numeriche di tetraonidi tra cui spicca Lagopus mutus e il fasianide Alectoris graeca. Il modesto

grado di antropizzazione dell'area di pertinenza del sito favorisce il buon livello di conservazione

degli habitat che lo caratterizzano. Il maggiore fattore di rischio per gli habitat del sito è legato alla

presenza di una elevata concentrazione di bacini idrici artificiali connessi alla produzione di energia

idroelettrica e delle relative infrastrutture di servizio e strade.

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- Sito di Interesse Comunitario: IT2060008 Valle Parina

(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)

- Estensione: 2225 ha

Caratteristiche del sito

L’importanza di questo SIC è connessa all’eccezionale espressione degli habitat di forra (boschi

di forra, sorgenti pietrificanti, rupi strapiombanti), alla continuità delle formazioni forestali e al

ridotto impatto antropico (assenza di infrastrutture), tra i più bassi sul versante meridionale del

rilievo orobico.

Si segnala in particolare l’espressione di tipologie forestali proprie dell’ orizzonte montano

inferiore in territorio carbonatico su pendii acclivi (ostriofaggeti) e di boscaglie xerofitiche

caratterizzate da Cytisus emeriflorus (citiso a fiori d’emero), arbusto subendemico delle Prealpi

Lombarde. Queste peculiari vegetazioni trovano difficile collocazione negli habitat individuati

dalla direttiva 92/43/CEE. Nella cartografia realizzata nell’ambito del monitoraggio degli habitat

(novembre 2003) gli ostrio-faggeti sono stati inclusi nell’habitat 9150. La qualità degli habitat è

buona, anche se la vegetazione forestale si presenta parzialmente destrutturata a causa di

frequenti incendi e di interventi di ceduazione che non consentono il mantenimento di

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esemplari maturi. Pertanto il soprassuolo è spesso coetaneo e gli esemplari non raggiungono

dimensioni e struttura adeguata a garantire la diversificazione dei microhabitat per l’ avifauna e

la fauna a mammiferi. E’ molto significativa la componente floristica, ricca di specie rare e di

specie endemiche delle Prealpi Meridionali. Notevole anche la componente faunistica. Rilevante

l'aspetto paesaggistico. In 3.3 sono state incluse specie endemiche delle Prealpi Lombarde

(motivazione B) e specie subendemiche importanti nella caratterizzazione di peculiari tipologie

di vegetazioni esclusive delle Prealpi (esempio: firmeti, vallette nivali,vegetazione pioniera dei

ghiaioni) (motivazione D). Discreta è la presenza di avifauna, poiché la zona è poco accessibile

per motivi i carattere viabilistico. Spiccano numericamente i tetraonidi come Tetrao tetrix

numeroso nel SIC considerato e Aquila chrysaetos (nidificante). La zona non presenta

particolari problemi di conservazione della fauna a causa della scarsa accessibilità e del basso

disturbo. Gran parte del SIC Val Parina è ubicato a quote modeste (600-1500 m s.l.m.) e in

esposizione sud. Queste condizioni predispongono l’area ad incendi, che negli scorsi decenni

hanno interessato vaste superfici pressochè inaccessibili alle squadre antincendio. Lo sviluppo

di molinieti a seguito di incendi e l’abbandono delle pratiche tradizionali di sfalcio del “fieno

magro” hanno favorito la riforestazione spontanea. Frequenti interventi di prelievo di legname

anche a carico di superfici danneggiate da incendio hanno però limitato la rigenerazione delle

aree forestali e soprattutto non hanno favorito né lo sviluppo di esemplari da seme né il

mantenimento di esemplari maturi o vetusti di grande importanza ecologica.

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- Sito di Interesse Comunitario: IT2060009 Val Nossana_Cima di Grem

(tratto da schede BIOITALY RETE 2000 Data Form)

- Estensione: 3369 ha

Caratteristiche del sito

Merita attenzione conservazionistica speciale Linaria tonzigii ad areale molto ristretto, esclusiva

del settore bergamasco delle Prealpi Lombarde, elencata nell’allegato 2 della direttiva

92/43/CEE. Nell’area del SIC sono presenti parte delle popolazioni più numerose di questa

specie (Valle d’Arera, Circo del Mandrone) valutabili, in base alle superfici interessate, intorno

al 40-50% dell’intera consistenza di individui oggi viventi di questa specie.

La fauna è qualitativamente importante in quanto spiccano diverse specie appartenenti sia al

gruppo più propriamente alpino, sia a quello basso montano collinare. L'avifauna presenta

diverse specie di accipitridi e falconidi nidificanti (Aquila chrysaetos, Milvus migrans, Pernis

apivorus, Falco peregrinus). Non mancano i tetraonidi (Tetrao tetrix, Bonasa bonasia), mentre

compare accidentalmente Tetrao urugallus. Abbastanza diffusa è Alectoris graeca. Importante

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è la presenza di rapaci notturni tra cui (Bubo bubo e Aegolius funereus). Tra gli elementi più

spiccatamente termofili spicca nella zona delle miniere Golla-Grem Lanius collurio. Importante

è per la zona la gestione forestale per la sopravvivenza di alcune entità faunistiche legate ai

boschi misti di conifere, con presenza anche di esemplari deperienti (Dryocopus martius,

Aegolius funereus), ma anche il mantenimento delle aree aperte usate dai rapaci diurni e

notturni (Bubo bubo) come territorio di caccia. La conservazione e il rinnovo delle abbeverate

dei bovini sono importanti per la sopravvivenza dei due taxa di anfibi inclusi nella Direttiva

Habitat, Bombina variegata e Triturus carnifex. Entrambe pur presenti con popolazioni

localmente significative, sono strettamente dipendenti dalle attività agricole. Triturus carnifex

qui raggiunge sul monte Golla, la quota record per le Alpi (1675 m). Il “Sentiero dei Fiori” è

frequentato da un crescente afflusso di turisti, anche botanici, provenienti da tutta Europa.

Dovrebbe quindi essere regolamentato l’afflusso e previsti regimi speciali di protezione e

sorveglianza. Gli habitat più ricchi di specie endemiche sono soggetti ad intensa attività

morfogenetica per la caduta di detriti e valanghe. Essi sono minacciati da progetti di impianti

sciisitici e per gli habitat di Linaria tonzigii è da prevedere la designazione di zone speciali di

conservazione. In proposito, l’elevato afflusso di turisti (anche botanici) e la raccolta, lungo il

“Sentiero dei fiori”, di parte della pianta anche per scopi scientifici, andrebbero regolamentati.

Per garantire la sopravvivenza della specie, dovrebbe esserne approfondita l’ecologia

riproduttiva attraverso indagini sperimentali in sito.

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2. Quadro di riferimento programmatico

In considerazione della finalità di questo studio, che mira a valutare l’incidenza dell’opera in

esame sugli aspetti naturalistici e paesaggistici, il presente capitolo intende analizzare gli

strumenti di pianificazione territoriale vigenti che affrontano, all’interno dei loro documenti, le

tematiche paesistico-ambientali.

2.1 Piano Territoriale Regionale e Piano Paesistico Regionale

Il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) della Lombardia, approvato con Deliberazione della Consiglio

Regionale n. 951 del 19/01/2010 , è strumento di supporto a tutte le attività che interessano

direttamente e indirettamente il territorio regionale, quale punto di convergenza di temi cruciali per

il futuro della regione, che corrispondono alle questioni di compatibilità tra crescita economica e

qualità della vita nel suo complesso, in termini di ambiente, accessibilità, sicurezza, bellezza e

paesaggio.

Il PTR vuole essere lo strumento di riferimento rispetto al quale le azioni sul territorio, da chiunque

promosse, possano trovare un efficacie coordinamento, solo così è contemperare le diverse

esigenze locali e verificare la compatibilità con gli obiettivi di sviluppo territoriale più generale.

Il PTR identifica anche le zone di preservazione e salvaguardia ambientale, con riferimento diretto

al macro obiettivo “Proteggere e valorizzare le risorse della Regione”. In quanto la valorizzazione

delle risorse ambientali, paesaggistiche, naturali, ecologiche ha contestualmente l’effetto di

concorrere all’ulteriore rafforzamento della competitività regionale e di consentire a ciascun

territorio di sviluppare il proprio potenziale. La costruzione e il potenziamento di un territorio di

qualità, anche dal punto di vista paesistico-ambientale è fondamentale per migliorare la vita dei

cittadini e per favorire la fruizione sociale degli spazi.

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Estratto tavola “Zone di preservazione e salvaguardia ambientale” del PTR Lombardia

In considerazione del fatto che le politiche e le programmazioni originano molteplici geometrie sul

territorio e le azioni (progettuali e settoriali) che ne discendono si rivolgono a contesti differenti e

ambiti definiti di volta in volta in funzione dello specifico intervento; la Regione Lombardia, alla

luce di tale complessità e della necessità di garantire un generale coordinamento e confronto, ha

suddiviso il territorio lombardo in Sistemi Territoriali. Questi come chiave territoriale di lettura sia

per potenzialità e debolezze del territorio, sia per le opportunità e le minacce che emergono per il

suo sviluppo.

L’area di studio ricade all’interno del “Sistema Territoriale” della Montagna quale ambito territoriale

articolato nella struttura geografica, con altitudini, situazioni climatiche e ambientali molto diverse.

Complessivamente tutti i differenti ambiti che la compongono intrattengono con la restante parte

del territorio regionale relazioni che ne fanno un tutt’uno distinguibile, su cui peraltro si è

incentrata e si incentra molta parte dell’azione regionale volta alla valorizzazione, allo sviluppo e

alla tutela del territorio montano, oltre che agli interventi di difesa del suolo.

Area di studio

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Estratto tavola “I Sistemi territoriali del PTR” del PTR Lombardia

Per quanto riguarda i temi di paesaggio, il PTR, ai sensi dell’art. 19 della LR 12/2005, aggiorna ed

integra le disposizioni generali rispetto al PTPR (Piano territoriale Paesistico Regionale) del 2001,

implementando contenuti ed indirizzi ed adeguando la parte prescrittiva ai sensi delle ultime novità

a livello normativo-procedurale.

L’aggiornamento delle scelte di valorizzazione del paesaggio regionale, correlata alla redazione del

PTR, ha costituito l’occasione per una maggiore integrazione tra pianificazione territoriale e

urbanistica e pianificazione del paesaggio, ma anche per un’importante correlazione con le altre

pianificazioni del territorio, e in particolare quelle di difesa del suolo e ambientali.

Si conferma e specifica così ulteriormente il sistema di pianificazione paesaggistica, in un'ottica di

sussidiarietà e responsabilità dei diversi livelli di governo del territorio, e si rafforza il ruolo del

Piano Paesaggistico Regionale quale riferimento e disciplina del governo del territorio della Regione

Lombardia.

Le misure di indirizzo si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità e gli obiettivi del

Piano Territoriale Regionale, con specifica attenzione ai temi della riqualificazione paesaggistica e

del contenimento dei fenomeni di degrado.

Dall’analisi della tavole del PTPR significative ai fini di questo documento, si può affermare che nel

caso in esame il territorio oggetto di studio rientra nell’Unità Tipologiche di Paesaggio della fascia

Area di studio

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alpina, quale penisola all’interno della fascia prealpina, caratterizzata per la presenza di “paesaggi

delle energie di rilievo”.

Estratto tavola “Ambiti Geografici e Unità Tipologiche di Paesaggio” del PTPR Lombardia

Ai fini della tutela paesaggistica il PTPR definisce vasti ambiti nei quali la pressione antropica è

storicamente limitata, come “ambiti di elevata naturalità”. Il contesto oggetto d’intervento ricade

proprio all’interno di questa tipologia di aree per le quali si persegue sostanzialmente:

- il recupero e la tutela delle caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei luoghi;

- la promozione di azioni che consentano di mantenere il territorio, la sicurezza e le condizioni di

vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla produttività delle tradizionali attività

agro-silvo-pastorali;

- l’incentivazione di forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente.

Inoltre tra le attività previste senza specifiche limitazioni si elencano anche “eventuali nuove

strade, necessarie per consentire l’accesso ad attività già insediate, realizzate nel rispetto

della conformazione naturale dei luoghi e della vegetazione, con larghezza massima

della carreggiata di metri 3,50 e piazzole di scambio”.

Area di studio

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Estratto tavola “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale” del PTPR Lombardia

2.2 La Rete Ecologica Regionale

La Rete Ecologica Regionale (RER) è la modalità per raggiungere le finalità previste in materia di

biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e

dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica.

Essa viene costruita con i seguenti obiettivi generali:

- riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità;

- individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di

ricostruzione naturalistica;

- fornire lo scenario ecosistemico di riferimento e i collegamenti funzionali per: l’inclusione

dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE); il

mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette

nazionali e regionali; l’identificazione degli elementi di attenzione da considerare nelle diverse

procedure di Valutazione Ambientale

- articolare il complesso dei servizi eco sistemici rispetto al territorio, attraverso il riconoscimento

delle reti ecologiche di livello provinciale e locale.

Area di studio

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La dimensione della Rete si sviluppa a livello regionale inquadrandosi nel più vasto scenario

territoriale ambientale delle regioni biogeografiche alpina e padana attraverso uno schema

direttore che individua:

- siti di Rete Natura 2000;

- Parchi, Riserve naturali, Monumenti naturali e Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS);

- principali direttrici di frammentazione dei sistemi di relazione ecologica;

- ambiti prioritari (gangli) di riqualificazione in contesti ecologicamente impoveriti;

- corridoi ecologici primari, da conservare ovvero ricostruire mediante azioni di rinaturalizzazione

- principali progetti regionali di rinaturalizzazione.

Con la deliberazione n. 8/8515 del 26 novembre 2008, la Giunta ha approvato il progetto Rete

Ecologica Regionale, come già previsto nelle precedenti deliberazioni n.6447/2008 (documento di

piano del PTR contenente la tavola di Rete Ecologica) e n.6415/2007 (prima parte dei Criteri per

l’interconnessione della Rete con gli strumenti di programmazione degli enti locali).

La Rete Ecologica Regionale (RER), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano

Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.

La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al Piano Territoriale

Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi

portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di

opportunità e minacce presenti sul territorio regionale. In sostanza fornisce un quadro orientativo

di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano

compatibili e indispensabili per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell'ambito

dell'attività di pianificazione e programmazione.

Il documento "RER - Rete Ecologica Regionale" illustra la struttura della Rete e degli

elementi che la costituiscono, rimandando ai 99 settori in scala 1:25.000, in cui è suddivisa l'area

di pianura, ossia il contesto più problematico, rimando non attuato per l'ambito montano,

ossia il contesto regionale che ad esclusione di alcune aree abbastanza circoscritte, presenta un

quadro di connettività ecologica per fortuna ancora sufficientemente salvaguardato.

La traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e

Locali che, sulla base di uno specifico Documento di Indirizzi, dettagliano la RER.

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2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è lo strumento di pianificazione che definisce gli

obiettivi di assetto e tutela del territorio provinciale, indirizza la programmazione socio-economica

della Provincia ed ha valore di piano paesaggistico-ambientale. Il Piano inoltre raccorda le politiche

settoriali di competenza provinciale e indirizza e coordina la pianificazione urbanistica dei Comuni.

E' dal 1990, con la riforma delle Autonomie Locali varata dalla legge 142, che le Province hanno

assunto funzioni di pianificazione territoriale, insieme ai Comuni e alle Regioni. Il nuovo Testo

Unico sugli Enti Locali (D.lgs. 267/2000) ha confermato il ruolo e i compiti della Provincia in questo

campo e ha definito le finalità e i contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento. In Lombardia i

contenuti del PTCP sono stati specificati prima dalla legge regionale 1/2000 e, più recentemente,

dalla legge regionale di governo del territorio n. 12/2005.

Il PTCP della Provincia di Bergamo è stato adottato con deliberazione del Consiglio Provinciale n.40

del 22.04.2004. Il piano ha assunto il tema dello sviluppo sostenibile quale base dell'azione

pianificatoria. Persegue finalità di valorizzazione paesistica, di tutela dell’ambiente, di supporto allo

sviluppo economico e all’identità culturale e sociale di ciascun ambito territoriale, di miglioramento

qualitativo del sistema insediativo e infrastrutturale.

Il Piano è stato elaborato e approvato ai sensi della L.R. 1/2000 ed è pertanto in corso il suo

adeguamento alla Legge Regionale di Governo del Territorio (L.R. 12/2005 e smi).

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si pone rispetto alla pianificazione urbanistica

degli Enti Locali come uno strumento fondamentale di indirizzo e confronto, e definisce con

chiarezza le linee di gestione per il territorio provinciale e "le indicazioni degli elementi cogenti per

la pianificazione urbanistica locale nel quadro degli elementi e degli indirizzi di interesse

sovracomunale”.

Nello specifico il PTCP sulla base delle proposte dei Comuni e degli altri Enti Locali, ed in coerenza

con gli indirizzi ed i criteri della Giunta Regionale nonché con gli strumenti di pianificazione e

programmazione regionale, ha la funzione di coordinare l'individuazione degli obiettivi generali

relativi all'assetto ed alla tutela territoriale e, in relazione a tale individuazione, di definire le

conseguenti politiche, misure ed interventi da attuare di competenza provinciale.

In materia di paesaggio il PTCP si configura come strumento per definire, con maggior dettaglio

rispetto al PTPR, gli elementi che conservano ancora i caratteri di naturalità e quelli che hanno

assistito ad una progressiva antropizzazione. Vengono valutati così gli aspetti qualitativi da

tutelare, valorizzare e riqualificare.

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Al fine di identificare un ambito di riferimento fondamentale e prescrittivo per la definizione dei

contesti paesistici degli strumenti urbanistici comunali, la Provincia definisce le “Unità di

Paesaggio”. Nello specifico l’area oggetto di studio ricade al limite nord della “fascia prealpina”

caratterizzata da “Paesaggi della montagna e delle dorsali prealpine” .

Estratto tavola “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” del PTCP Bergamo

Per quanto concerne gli ambiti di tutela e di valorizzazione ambientale il PTCP individua il contesto

territoriale di riferimento quale paesaggio della naturalità in quanto si riscontrano limitati e

circoscritti fenomeni di antropizzazione e prevalgono i caratteri spontanei della natura e

dell’ambiente, negli aspetti geomorfologici, biologici e vegetazionali.

Nello specifico l’area interessata dall’intervento si inserisce nel “sistema delle aree culminali” e dei

“versanti boscati”. Per tali ambienti si applicano sostanzialmente prescrizioni di salvaguardia e

valorizzazione al fine di garantire la piena percezione “dell’architettura alpina”. Sono così ammessi

interventi finalizzati alla conduzione agro-silvo-pastorale o all’attività turistica

riconosciuta dai Piani di Settore o da Piani Particolareggiati di iniziativa comunale o sovracomunale

predisposti di concerto con la Provincia.

Area di studio

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Estratto tavola “Tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio” del PTCP Bergamo

Per quanto riguarda il sistema viabilistico la Provincia stessa, nei suoi elaborati, afferma che

“nonostante alcuni interventi migliorativi, non può affermarsi, allo stato attuale, che la mobilità nel

territorio provinciale possa considerarsi ad un livello soddisfacente ma, al contrario, decisamente

deficitaria ed in grave ritardo in tale realizzazioni viabilistiche mentre del tutto assenti i richiesti

adeguamenti delle linee ferrovie”.

In tal senso gli obiettivi che il sistema della mobilità deve assicurare la migliore accessibilità

territoriale, anche in modo integrato, delle diverse aree geografiche della provincia ed il

collegamento delle reti provinciali del trasporto con quelle regionali e nazionali, a supporto di uno

sviluppo socio-economico. Gli interventi di adeguamento e di potenziamento della rete viaria

devono garantire il miglioramento della qualità urbana, la sicurezza, la fluidificazione del traffico,

favorendo l’organizzazione gerarchica della rete in relazione alle funzioni assegnate a ciascuna

strada.

Per l’ambito d’intervento la Provincia prevede la realizzazione di una “strada locale”

(categoria F) in parte in galleria. Questa in quanto strada intervalliva deve assicurare i

rapporti tra le popolazioni di vallate vicine, questa assume un carattere puramente

socio-economico (legato alla produzione e commercio dei prodotti locali) e uno

Area di studio

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prettamente turistico, legato alla rilevanza paesistica e naturalistica dei territori

attraversati.

La Provincia, all’art. 82 delle NTA del PTCP, definisce per tali infrastrutture di natura intervalliva,

“di interesse prevalentemente turistico, interessanti aree di particolare pregio

paesistico-ambientale, prevalentemente in area montana, con caratteristiche

complesse e traffico contenuto”, i criteri progettuali.

In sostanza si prevede un dimensionamento pari a: 7,5 metri per la piattaforma stradale (due

corsie di marcia da 3 metri e due banchine di 0,75 metri) e la necessità di corredare l’opera

viabilistica con uno studio di inserimento ambientale con l’eventuale indicazione per l’adozione di

misure di valorizzazione del paesaggio anche tramite la piantagione di vegetazione autoctona.

Estratto tavola “Quadro integrato delle reti e dei sistemi” del PTCP Bergamo

Dal quadro complessivo di organizzazione del territorio, rappresentato nella tavola “Organizzazione

del territorio e sistemi insediativi”, che nasce dalle considerazioni complessive effettuate sulle

qualità e potenzialità del territorio, l’area oggetto di studio si riconferma quale ambito montano

d’alta quota caratterizzato dalla presenza di versanti boscati di qualità e attraversato dal tracciato

di strada intervalliva in previsione, con un tratto in galleria.

Area di studio

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Estratto tavola “Organizzazione del territorio e sistemi insediativi”del PTCP Bergamo

Area di studio

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2.4 Piano di Indirizzo Forestale (P.I.F.)

Il Piano di Indirizzo Forestale costituisce uno strumento di analisi ed indirizzo per la gestione

dell’intero territorio forestale.

Si configura come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione

territoriale di supporto per la definizione delle priorità nell’erogazione di incentivi e contributi e per

la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere. Oltre a definire le aree in cui può essere

autorizzata una trasformazione, il PIF stabilisce le tipologie, caratteristiche qualitative e

quantitative e localizzazione dei relativi interventi di natura compensativa.

La normativa di riferimento è la recente LR 31/2008, la Dgr n.13899/2003 con i criteri di redazione

dei PIF, e dai Criteri e procedure per la redazione e l’approvazione dei piani di indirizzo forestale di

cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n.7728 del 24 luglio 2008.

Per quanto concerne il PIF per il contesto oggetto di studio si è definitivamente chiarito con le

DD.GG Qualità dell’Ambiente e Agricoltura che spetta alle tre comunità montane la redazione di tali

strumenti relativi ai rispettivi territori, e che successivamente il Parco unirà e coordinerà, con

eventuali modifiche ed integrazioni, i tre strumenti per giungere all’approvazione del PIF Parco

delle Orobie bergamasche.

A partire da questi presuppostisi va delineando un percorso concettualmente simile a quello di

trasformazione dei Piani Naturalistici Comunali nel Piano naturalistico del Parco.

Non si pone pertanto il problema della coerenza del Piano Naturalistico con i PIF perché il PIF della

Provincia di Bergamo sarà necessariamente coerente con le previsioni e le finalità insite nel Piano

Naturalistico del Parco delle Orobie Bergamasche.” (tratto da “Percorso di attuazione del Piano

Naturalistico Comunale” adottato con Deliberazione di Consiglio di Amministrazione del Consorzio

Parco Orobie Bergamasche n. 4 del 5 febbraio 2009).

2.5 Parco Regionale delle Orobie Bergamasche: il Piano Naturalistico

Il Parco delle Orobie Bergamasche, istituito con LL.RR. n. 56 del 15/09/1989 e n.59 del

12/05/1990, privo di un proprio Piano Territoriale di Coordinamento, sta attuando la proposta di

redazione di un Piano Naturalistico del Parco che rappresenta una nuova ipotesi di “Piano per la

gestione attiva del Parco”, attraverso un processo condiviso con tutti i comuni appartenenti al

consorzio.

Il “Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale” è stato adottato con Deliberazione di

Consiglio di Amministrazione del Consorzio Parco Orobie Bergamasche n. 4 del 5 febbraio 2009 e

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trasmesso a tutti i Comuni del Parco in data 26 marzo, unitamente ad uno schema-tipo di delibera

per l’approvazione in Consiglio Comunale.

Il Piano Naturalistico Comunale costituisce da una parte, la componente ecologica della

pianificazione urbanistica e, dall’altra, un piano speciale per la protezione della natura.

Questo nuovo strumento, strettamente connesso ai temi legati al sistema Rete Natura 2000 (si

ricorda che l’86% del territorio del Parco ricade all’interno di questo progetto Europeo), nasce con

la finalità di spostare l’attenzione dal sistema urbanistico ai temi della conservazione della natura e

del paesaggio ecologicamente inteso e della gestione attiva degli habitat e delle specie di interesse

scientifico e naturalistico.

In questo modo si apre una nuova fase sperimentale basata su un modo innovativo di pianificare e

gestire le aree protette da parte delle amministrazioni comunali che, coinvolte e supportate dal

Parco, redigono il Piano Naturalistico Comunale che diventa documento preliminare e funzionale

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alla qualificazione ecologica del proprio PGT; tale Piano potrà costituire la base per l’applicazione

dei procedimenti amministrativi finalizzati a valutare, prevenire e/o riparare i danni provocati da

singoli progetti od interventi ai beni naturali.

Tale Piano non vieta la realizzazione di progetti sul territorio protetto ma ne gestisce la tutela

attiva attuata con criteri rigorosamente scientifico-conservazionistici. Per questo motivo viene

introdotto un possibile modello funzionale (denominato “Ecoconto”) per la determinazione dei

potenziali danni causati dall’intervento con relativo metodo per la riparazione, a seconda del valore

ecologico, naturalistico, paesaggistico dell’area presa in considerazione.

Per la quantificazione dei danni viene di seguito riportato lo schema sinottico che intende

riassumere la procedura di quantificazione del danno ai beni naturali da assoggettare a misure di

riparazione e/o compensazione ambientale:

Sd: superfici disponibili

St: superfici trasformate.

Schema sinottico tratto dal documento “Percorso di attuazione del Piano Naturalistico Comunale”_ Parco delle Orobie Bergamasche.

Attualmente è in corso di redazione il Piano Naturalistico Comunale da parte dei comuni di

Roncobello, Ardesio ed Oltre il Colle.

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3. Quadro di riferimento progettuale

3.1 Ubicazione, finalità dell’opera e obiettivi generali

La particolare posizione geografica ed orografica del territorio della Provincia di Bergamo ha

permesso di formulare un’ipotesi progettuale che prevede la realizzazione di un collegamento

intervallivo tra la Val Brembana e la Val Seriana e in particolare tra gli abitati di Roncobello, Oltre il

Colle ed Ardesio.

Tale collegamento risulta opera particolarmente importante per tutte le dinamiche di questo

territorio dal momento, che per passare dalla Val Brembana alla Val Seriana, si necessita il by-pass

di Bergamo. Ciò significa, in termini di tempi di percorrenza, impiegare circa 2 ore per passare da

una valle all’altra, mentre, grazie al nuovo percorso carrabile, i tempi verrebbero ridotti a circa 20

minuti.

Esso ha uno sviluppo complessivo di circa 11.050 m, di cui 2.850 m compresi nel territorio

amministrativo del Comune di Roncobello, 800 m nel Comune di Oltre il Colle e 7.400 m in quello

di Ardesio.

Il progetto prevede la realizzazione di una strada in conglomerato bituminoso con larghezza

carrabile utile minimo di 3,75 metri (2,75 metri di carreggiata più 1 m di banchina) e larghezza

complessiva delle scarpate di monte e di valle variabile secondo la pendenza del terreno.

Le maggiori opere previste sono muri in grosso pietrame a secco da realizzare per il sostegno delle

scarpate di monte o di valle nei tratti con forte pendenza.

La strada ha inizio nei pressi della località Mezzeno di Roncobello (circa 1.600 m s.l.m.), alla quale

si giunge partendo dalla frazione di Capovalle.

Gli obiettivi di questa importante infrastruttura sono legati alla molteplicità di destinazioni di uso ed

alla rilevanza che questo collegamento andrà ad assumere:

• favorire lo sviluppo turistico del territorio sotteso ai due tratti vallivi interessati dal collegamento

intervallivo

• favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica;

• garantire l’accesso ai fondi e la continuità delle attività agricole e forestali della zona;

• consentire un collegamento intervallivo in termini di pianificazione di emergenza, a supporto agli

interventi di Protezione Civile (a monte del collegamento tra gli abitati di Ponte Nossa e Oltre il

Colle (attraverso il passo di Zambla Alta) non sono presenti infatti ulteriori collegamenti carrali tra

la Val Brembana e la Val Seriana.

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L’obiettivo finale è quello di fornire un accesso alla scoperta di zone dalle potenzialità turistico

attrattive e particolarmente significative che tuttavia in questi ultimi anni hanno visto diminuire

progressivamente l’afflusso turistico e, conseguentemente, gli introiti economici ad esso legati.

Da qui ne è sortito l’effetto di spopolamento tipico anche di altre realtà simili site nelle valli

montane e il conseguente abbandono del territorio.

Nella proposta dell’infrastruttura in oggetto, principio sostenitore è quello della rinascita sociale ed

economica di tali aree che non può che passare dalla valorizzazione degli elementi caratteristici del

territorio che devono essere resi accessibili grazie allo sviluppo di infrastrutture, studiate in modo

armonico e compatibile, nel rispetto dell’ambiente e del contesto naturale in cui si sviluppano.

L’idea progettuale trova fondamento principale nella considerazione che l’accessibilità e la fruizione

di questi territori sia fondamentale per un corretto processo di crescita economica e sociale. D’altra

parte è stata basilare la valutazione che un avvicinamento delle aree interne a quelle

maggiormente insediate, mediante una rete stradale interna, debba essere realizzato nel rispetto

della qualità dell’ambiente.

Il fine ultimo della realizzazione dell’opera è favorire la rinascita sociale ed economica dei settori

vallivi interessati, attraverso la valorizzazione di luoghi di particolare rilevanza paesistica e

naturalistica e la promozione turistica mirata comunque al raggiungimento di un “turismo a misura

d’uomo e sostenibile” i cui effetti possano essere di beneficio anche ai diversi settori dell’economia

locale.

3.2 Descrizione del progetto

Attualmente in Comune di Roncobello esiste una strada che termina in località Mezzeno e da

questo punto (ad una quota di circa 1580 m s.l.m.) si snoda il tracciato proposto che attraverso il

Passo Branchino (ad una quota massima di circa 1825 m s.l.m.) raggiunge la località Bades in

Valcanale (a quota circa 1110 m s.l.m.). collegandosi alla strada esistente in direzione di Ardesio. Il

tronco di strada misura una lunghezza complessiva di 11025 m ed una larghezza di 2,75 m oltre

alle banchine laterali di 0,50 m. L’andamento planimetrico del tracciato, grazie alla logistica delle

zone esaminate, è caratterizzato da basse pendenze (massime dell’ordine del 12%) e ampi raggi di

curvatura.

Il tracciato ottimale di sviluppo della strada è stato individuato in relazione alle caratteristiche

morfologiche del terreno e sono stati eseguiti sopralluoghi mirati per la definizione delle opere

d’arte che dovranno completare il tracciato. Il profilo altimetrico dovrà superare nel primo tratto

(Mezzeno - Passo Branchino) un dislivello di 245,00 m con una pendenza media del 7,69%, mentre

nel secondo tratto (Passo Branchino – Valcanale) un dislivello di 715,00 m con una pendenza

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media del 9,12%. La pendenza massima non supera il valore di 11,50%. Lungo il tracciato

verranno inserite delle piazzole di scambio per consentire un transito più agevole e sicuro ai mezzi

accessibili.

Tavola Quadro d’unione tratta da Progettazione e realizzazione della strada intervalliva per il Protocollo di Intesa

Le opere necessarie vengono di seguito sintetizzate:

a. Scavi, sbancamenti e riporti necessari alla definizione del tracciato;

b. Realizzazione di opere di sostegno di controripa e sottoscarpa in pietrame locale, dotati a tergo

di un adeguato drenaggio per una rapida dissipazione delle acque di infiltrazione;

c. Realizzazione massicciata stradale, tout - venant e pavimentazione in conglomerato bituminoso;

d. Attraversamenti delle vallecole esistenti (perlopiù con tipologia a guado);

e. Bonifica e sistemazione delle scarpate;

f. Installazione di barriere stradali e segnaletica;

g. Opere di mitigazione e di compensazione ambientale, ricorrendo alle tecniche di ingegneria

naturalistica.

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Nella realizzazione delle opere d’arte si dovrà tener conto delle problematiche dei singoli tratti

stradali e dove queste assumano maggiore importanza, dovranno essere realizzate opere di

stabilizzazione mirate.

La realizzazione di un adeguato numero di opere d’arte consentirà di mantenere in efficienza la

struttura in oggetto grazie a semplici interventi di manutenzione, garantendo anche con il passare

del tempo un’agevole accessibilità e transitabilità.

3.2.1 Descrizione delle alternative progettuali

In seguito agli incontri tenutesi presso la sede del Parco delle Orobie Bergamasche (il 15.12.2009 e

il 21.10.2010), e presso il Comune di Roncobello (il 21.06.2010), oltre che dall’analisi della

documentazione fornita a giugno – luglio 2010 (cd contenenti “l’inventario del Parco delle Orobie”

sia per la Val Seriana, che per la Val Brembana), e a ottobre 2010 (aggiornamento al Piano

Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale aggiornato a

luglio 2010) si è provveduto a descrivere e valutare i due diversi scenari/tracciati progettuali

proposti.

Si è dunque applicata la metodologia proposta dal Parco delle Orobie Bergamasche, all’interno del

documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale” per stimare i danni ai beni

naturali determinati dalla realizzazione della strada sia in galleria che non. Per quanto riguarda

invece la definizione della superficie disponibile e quindi la delimitazione dell’area di studio si è

considerata la D.d.g 4517 del 2007 – “Criteri ed indirizzi tecnico – progettuali per il miglioramento

del rapporto fra infrastrutture stradali e ambiente naturale”.

La stima delle compensazioni segue invece quanto avanzato all’interno della nota n.9 a pagina 28

del Piano Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale

aggiornato a luglio 2010.

Per quanto concerne, infine, l’attuazione del modello di quantificazione dei danni e delle riparazioni

ai beni naturali relativo alla realizzazione di infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale

predisposto all’Allegato 4 del Piano Naturalistico Comunale – Percorso d’attuazione del Piano

Naturalistico Comunale aggiornato a luglio 2010, si può affermare che: se per la Fase A

(Valutazione dei danni ai beni naturali) non si evidenziano particolari problematiche; per la Fase B

(Valutazione delle misure per la riparazione dei danni ai beni naturali), invece, è necessario che la

valutazione accompagni progressivamente, nel dettaglio, la progettazione, in quanto in questa fase

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si richiede quale dato fondamentale la “scelta delle superfici da adibire alle misure di riparazione”

che ad oggi però non sono ancora individuate.

È fondamentale pertanto sottolineare come tale paragrafo sia stato predisposto in totale concerto

costruttivo con gli aggiornamenti avanzati dal Parco delle Orobie Bergamasche all’interno “Piano

Naturalistico Comunale”.

3.2.1.1 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni

(Allegato 1 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, febbraio 2009)

Definizione delle classi di valore naturalistico

Al fine di stimare/quantificare i danni ai beni naturali occorre conoscere le classi di qualità del

territorio, indicanti le classi del valore naturalistico. Tali classi non erano direttamente contenute

nell’inventario condiviso, è stata dunque necessaria un’elaborazione con un software in grado di

gestire, elaborare e cartografare database territoriali, come Arcgis.

Per la rappresentazione delle classi di valore naturalistico relative ai comuni di studio: Ardesio,

Oltre il Colle e Roncobello, si è dapprima provveduto a selezionare i territori interessati dallo

studio, ad unire le informazioni relative agli habitat della Val Seriana e della Val Brembana, e ad

intersecare tale dato con l’areale ZPS, al fine di capire quali realtà ricadessero all’interno della Rete

Natura 2000; per poi provvedere alla classificazione degli Indici di Valore Naturalistico IVN così

come indicato, nel documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico Comunale”, dal Parco

delle Orobie Bergamasche:

Di seguito si riporta la ripartizione per la costruzione delle cinque classi

CLASSI IVN Valore Colori utilizzati per la rappresentazione in carta

I 0 – 2 Molto basso Rosso

II 3 – 5 Basso Arancio

III 6 – 8 Medio Giallo

IV 9 - 10 Alto Verde chiaro

V 9 – 10 e ricadente in SIC e ZPS Molto alto Verde scuro

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La carta ottenuta è la seguente:

Carta delle classi di valore naturalistico (fonte: elaborazioni LAND)

La maggior parte del territorio dei Comuni, interessati dalle due ipotesi progettuali, ricade in Classe

III con un valore naturalistico medio, anche se una cospicua realtà di tale ambiente risulta avere

un valore naturalistico alto, il valore naturalistico molto basso coincide con gli ambiti urbanizzati ed

antropizzati.

Quantificazione dei danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Definita la carta delle classi di valore naturalistico del territorio è opportuno comprendere nel

dettaglio l’area di studio, conoscere la realtà naturalistica e la superficie disponibile alla

trasformazione, al fine di stimare il danno sui beni naturali, secondo il modello proposto e avanzato

dal Parco delle Orobie Bergamasche.

ARDESIO

OLTRE IL COLLE

RONCOBELLO

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Carta delle classi di valore naturalistico e dettaglio ambito interessato dal tracciato di strada intervalliva non in galleria

(fonte: elaborazioni LAND)

Il territorio interessato dal progetto di attraversamento intervallivo non in galleria, in particolare gli

11 km circa di percorso, vanno ad interessare circa il 60% di ambienti con valore naturalistico

medio (classe III), mentre il restante 40% è da suddividersi più o meno equamente tra luoghi con

valore naturalistico alto o molto alto.

ARDESIO

OLTRE IL COLLE

RONCOBELLO

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Percentuali delle classi di valore naturalistico coinvolte dal progetto di strada intervalliva non in galleria

Si è inoltre calcolato il rapporto percentuale fra classi interessate dalla proposta di tracciato e i tre

differenti territori comunali e da ciò si può dedurre che:

- la tratta nel comune di Roncobello interessa habitat differenti con connotazioni naturalistiche che

ricadono sia nella classe media, sia in quella alta, così come in quella molto alta – in sostanza il

percorso di Roncobello si contraddistingue per una varietà e complessità di ambienti naturali;

- la maggior parte del progetto di strada intervalliva interessa il territorio del Comune di Ardesio, la

cui naturalità degli habitat ricade prevalentemente in classe III, a medio valore naturalistico;

- il contesto interessato nel Comune di Oltre il Colle, risulta avere una naturalità media di classe

III.

Classi di valore naturalistico e relativi Comuni

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Premesso ciò si può affermare che il valore naturalistico del contesto d’intervento è di:

Classe III ossia Valore Naturalistico Medio

Così come specificato all’interno del documento “Percorso d’attuazione del Piano Naturalistico

Comunale” una volta noto il valore naturalistico medio è necessario calcolare il grado di

trasformazione del suolo come rapporto fra Superficie trasformata (St) e Superficie disponibile

(Sd).

In particolare per superficie la trasformata si intende quella superficie interessata in modo

permanente dalla trasformazione e pertanto quella superficie che coincide col nastro stradale. E

quindi tale dimensione è data dal rapporto tra lunghezza e larghezza della strada di progetto, che

nel caso in questione equivale a:

11.025 m X 4 m (di cui 3 metri di carreggiata e 1 metro di banchina per lato) = 44.100 mq

Per stimare invece la superficie disponibile (Sd), si è utilizzato come già anticipato nella premessa,

quanto contenuto nella D.d.g 4517 del 7 maggio 2007 – “Allegato 3 –Delimitazione dell’area di

studio”, e si sono considerati per la delimitazione complessiva dell’area di studio gli effetti rilevanti

e duraturi sull’equilibrio naturale, determinati dai parametri relativi alle fondamentali tipologie di

progetti stradali. Nello specifico per la tipologia di strada intervalliva di progetto, per la quale si

prevede un traffico scarso, l’area di studio deve comprendere i 50 metri su entrambi i lati della

strada. Quindi la superficie disponibile è data dall’area ottenuta moltiplicando la lunghezza della

strada per la larghezza in cui sono sommati i 50 metri per entrambi i lati:

11.025 m X (4 m + 50 m + 50 m) = 11025 m X 104 m = 1.146.600 mq

A questo punto, trovati i fattori del rapporto è possibile stimare il grado di trasformazione del

suolo:

44.100 mq/1.146.600 mq=0,04

Note le classi di qualità delle unità ambientali, il grado di trasformazione dell’intervento e la

superficie di territorio coinvolto, il Parco delle Orobie Bergamasche ha predisposto una matrice a

doppia entrata dal cui incrocio si ricava il fattore di bilanciamento dei danni:

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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)

Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35

fdb min fdb max fdb min fdb max

I 0,10 0,20 0,05 0,10

II 0,30 0,50 0,15 0,25

III 0,50 1,00 0,30 0,60

IV 1,00 2,50 0,80 2,00

V 3,00 6,00 2,00 4,00

Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento per la superficie di trasformazione si ottiene la

quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere riparato:

St * fdb min = 44.100 mq * 0.3= 13.230 mq

St * fdb max = 44.100 mq * 0.6= 26.460 mq

Quantificazione dei danni IPOTESI II – soluzione IN galleria

Come per la proposta di strada intervalliva non in galleria anche per la soluzione in galleria si

procede con le medesime modalità per la quantificazione delle superfici da riparare.

ARDESIO

OLTRE IL COLLE

RONCOBELLO

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Carta delle classi di valore naturalistico e dettaglio ambito interessato dal tracciato di strada intervalliva in galleria (fonte:

elaborazioni LAND)

Il territorio interessato risulta sempre ricadente per la maggior parte in classe III a naturalità

media, anche se il territorio a naturalità alta (classe IV) coincide comunque con il 30% circa.

Percentuali delle classi di valore naturalistico coinvolte dal progetto di strada intervalliva in galleria

Inoltre il rapporto percentuale fra le classi interessate dalla proposta di tracciato e i differenti

territori comunali ha posto in evidenza come entrambi i comuni di Ardesio e Roncobello presentino

una naturalità variegata di valore medio-alto.

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Classi di valore naturalistico e relativi Comuni

Con queste premesse si può affermare che il valore naturalistico del contesto d’intervento è di:

Classe III ossia Valore Naturalistico Medio

Noto dunque il valore naturalistico dell’ambito d’intervento è necessario calcolare il grado di

trasformazione del suolo calcolato rapportando superficie trasformabile (St) e superficie

disponibile (Sd).

Considerando come superficie trasformabile l’area interessata direttamente dal progetto, e quindi

lunghezza per larghezza della strada, si ha che la St è di:

6.000 m X 4 m (3 metri carreggiata + 1 metro di banchine) = 24.000 mq

Per stimare invece la superficie disponibile (Sd), si è utilizzato come già anticipato nella premessa,

quanto contenuto nella D.d.g 4517 del 7 maggio 2007 – “Allegato 3 –Delimitazione dell’area di

studio”, e si sono considerati per la delimitazione complessiva dell’area di studio gli effetti rilevanti

e duraturi sull’equilibrio naturale, determinati dai parametri relativi alle fondamentali tipologie di

progetti stradali. Nello specifico per la tipologia di strada intervalliva di progetto, per la quale si

prevede un traffico scarso, l’area di studio deve comprendere i 50 metri su entrambi i lati della

strada. Quindi la superficie disponibile è data dall’area ottenuta moltiplicando la lunghezza della

strada per la larghezza in cui sono sommati i 50 metri per entrambi i lati:

6.000 m * (4 m + 50 m + 50 m) = 6.000 m * 104 m = 624.000 mq

Trovati i fattori del rapporto è possibile trovare il grado di trasformazione del suolo:

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24.000 m/624.000 m=0,04

A questo punto, conoscendo le classi di qualità delle unità ambientali, il grado di trasformazione

dell’intervento e la superficie di territorio coinvolto, il Parco delle Orobie Bergamasche ha

predisposto una matrice a doppia entrata dal cui incrocio si ricava il fattore di bilanciamento dei

danni:

Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)

Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35

fdb min fdb max fdb min fdb max

I 0,10 0,20 0,05 0,10

II 0,30 0,50 0,15 0,25

III 0,50 1,00 0,30 0,60

IV 1,00 2,50 0,80 2,00

V 3,00 6,00 2,00 4,00

Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento per la superficie di trasformazione di ottiene la

quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere riparato:

St * fdb min = 24.000 mq * 0.3= 7.200 mq

St * fdb max = 24.000 mq * 0.6= 14.400 mq

Quantificazione delle compensazioni

Oltre alla quantificazione del danno ambientale atteso e che deve essere riparato, il Parco propone

anche la quantificazione della compensazione, nel senso che ha individuato diverse tipologia

d’intervento, riportate nella tabella sottostante, a cui fa corrispondere un fattore di compensazione

(fdc), che se moltiplicato per il danno stimato (in mq) restituisce l’estensione areale su cui attuare

gli interventi compensativi.

Tale quantificazione deve essere però rinviata alla fase attuativa, quando per ogni singolo

intervento risulta essere possibile definire con esattezza gli interventi per il risarcimento del danno

in funzione della tipologia dell’intervento compensativo scelto.

Tipologia d’intervento Fdc

Piantagione di alberi e arbusti 0.7

Ripristino della coltre di suolo vegetale e rinverdimenti 0.9

Interventi di manutenzione e governo di superfici boscate in abbandono 0.7

Interventi fitosanitari 0.8

Ricostituzione di pascoli e alpeggi in stato di abbandono 1

Formazione e gestione di biotopo umidi/pozze d’abbeverata 0.3

Impianto/gestione di idonea vegetazione riparia 0.6

Interventi di ingegneria naturalistica (consolidamento versanti, argini…) 0.4

Interventi di regimazione idraulica 0.4

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Ripristino di tipici elementi naturali del quadro paesistico 0.6

Recupero di ambienti degradati (cave, discariche…) 0.8

Interventi di recupero edilizio e/o manufatti tipici 0.3

Interventi complementari di riqualificazione floristica 0.2

Sintesi della tabella delle tipologie dei possibili interventi di riparazione e relativi fattori di compensazione

Premesso ciò si sono stimati i seguenti importi, quali risultati derivanti dal rapporto fra il costo

medio (euro/mq) per la compensazione forestale e la quantificazione (in mq) del danno

all’ambiente naturale.

In particolare la tabella sottostante riporta nelle colonne i metri quadri stimati per le quantificazioni

(minime e massime) del danno ambientale, sia per l’ipotesi I (scenario NON in galleria), che per

l’ipotesi II (scenario IN galleria); nelle righe i costi medi proposti dal Parco delle Orobie

Bergamasche) e dalla Regione Lombardia all’interno dei “Sistemi Verdi”.

Ipotesi I

soluzione NON in galleria quantificazione del danno

all’ambiente naturale

Ipotesi II

soluzione IN galleria quantificazione del danno

all’ambiente naturale

MIN MAX MIN MAX

13.230 mq 26.460 mq 7.200 mq 14.400 mq

Costo medio di compensazione

forestale 3,00

euro/mq (Fonte: Parco delle

Orobie Bergamasche)

39.690 euro 79.380 euro 21.600 euro 43.200 euro

Costo medio di

compensazione

forestale 4,50 euro/mq*

(Fonte: “Sistemi Verdi” Regione

Lombardia)

59.535 euro 119.070 euro 32.400 euro 64.800 euro

*4,5 euro/mq: costo parametrico unitario per interventi assimilabili alla realizzazione di boschi naturali, in linea con

quanto emanato dai “Sistemi Verdi” in cui si prevede per un ambito di 100 mq (10 m * 10 m) la piantagione di: 1 albero

di seconda grandezza, 8 alberi forestali e 4 arbusti forestali

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3.2.1.2 Quantificazione dei danni e delle riparazione ai beni naturali

relativamente alle infrastrutture lineari di particolare rilevanza territoriale

(Allegato 4 – Percorso d’Attuazione Piano Naturalistico Comunale – Parco orobie Bergamasche, luglio 2010)

La presente metodologia per la quantificazione dei danni e delle relative riparazioni consiste in una

revisione del modello sopra riportato, in quanto elaborato per la valutazione di progetti lineari

come la strada intervalliva.

Il modello è stato predisposto dal Parco stesso sulla base di riferimenti trovati in letteratura e

affermati nella prassi europea, per la valutazione di progetti di simile tipologia.

Ribadendo quanto già affermato in precedenza, relativamente al grado di dettaglio della

progettazione ad oggi è possibile applicare tale modello solo nella sua fase A valutazione dei danni

ai beni naturali, riservando l’attuazione della fase B (valutazione delle misure per la riparazione dei

danni ai beni naturali) ad un grado di dettaglio progettuale maggiore, in quanto per l’applicazione

di quest’ultima fase valutativa è necessaria l’individuazione delle superfici da adibire a tali misure di

riparazione, che allo stato attuale non sono ancora state definite.

Fase A – Valutazione dei danni ai beni naturali (riduzione del valore naturalistico)

IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Dapprima si sono identificate le unità ambientali direttamente interessate dall’intervento ottenute

intersezione, tramite l’utilizzo del GIS, il percorso strada intervalliva NON in galleria con le unità

ambientali fornite dal Parco all’interno dell’Inventario sia per la Val Brembana, che per la Val

Seriana.

In particolare per il tracciato di strada intervalliva NON in galleria le unità ambientali direttamente

coinvolte sono:

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Ad ogni specifica unità ambientale il Parco dell’Orobie all’interno dell’Inventario fa corrispondere

un determinato Indice di Valore Naturalistico (vedi Definizione delle classi di valore naturalistico

pag. 51 del presente documento). Per il caso studio si sono riscontrati e rilevati i seguenti indici

relativi alle unità ambientali sopra individuate:

IVN HABITAT

10 Vegetazione dei detriti carbonatici

8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche

9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti)

9 Mughete su rocce carbonatiche

8 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete)

8

Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con partecipazione di

faggio

10 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio

10 boscaglie di Sorbus aucuparia

6 Prati stabili

7 Peccete montane

8 Boschi a dominanza di Larix decidua

8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.)

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche

9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.)

6 Boscaglie di maggiociondolo alpino

Una volta acquisite queste informazioni si è calcolata la superficie direttamente interessata

dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico habitat (unità ambientali), e si è poi

moltiplicata per il valore naturalistico corrispondente a tale ambito. Nello specifico l’area è stata

calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che ricade all’interno di una specifica unità

ambientale, per una larghezza di 3 metri (e non di 4 metri), necessari per l’intervento di

impermeabilizzazione totale in asfalto e quindi a livello naturalistico fortemente impattanti. Il metro

di banchina (0, 5 a destra e 0,5 a sinistra) risulta invece, solo quale alterazione morfologia, senza

particolare perdita di naturalità.

IVN HABITAT Area (mq) Area X IVN (mq)

10 Vegetazione dei detriti carbonatici 169,44 1.694,40

8

Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti) 241,44 1.931,52

8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1271,1 10.168,80

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 601,2 4.208,40

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1160,7 8.124,90

9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 2754,6 24.791,40

9 Mughete su rocce carbonatiche 1322,1 11.898,90

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8

Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e

cembrete) 226,59 1.812,72

8 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con partecipazione di faggio 1123,5 8.988,00

10

Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di

faggio 318,3 3.183,00

10 boscaglie di Sorbus aucuparia 282,57 2.825,70

10 boscaglie di Sorbus aucuparia 319,5 3.195,00

6 Prati stabili 201,3 1.207,80

7 Peccete montane 6408 44.856,00

8 Boschi a dominanza di Larix decidua 714,9 5.719,20

8

Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 586,5 4.692,00

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 6552 45.864,00

9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 3000 27.000,00

6 Boscaglie di maggiociondolo alpino 421,8 2.530,80

214.692,54

Dalla somma di tutte singole superfici moltiplicate per l’IVN corrispettivo all’Unità Ambientale si

ottiene il valore naturalistico complessivo dell’area prima dell’attuazione dell’intervento e risulta

essere pari a 214.692,54 mq.

Per conoscere ora l’alterazione di tale valore naturalistico, nella fattispecie la riduzione del valore

naturalistico, si è quindi attuato il medesimo processo appena presentato, ricalibrando però il

valore dell’IVN, in previsione della realizzazione del progetto della strada intervalliva. In particolare,

in considerazione del fatto che la strada sarà realizzata in asfalto, e costituirà quindi elemento

urbanizzato, si è attribuito un IVN pari a 1 (classe I) (vedi Definizione delle classi di valore

naturalistico pag. 51 del presente documento).

IVN attuale

HABITAT Area (mq)

Area X IVN (mq)

IVN

dopo intervento

Area X IVN

dopo intervento(mq)

10 Vegetazione dei detriti carbonatici 169,44 1.694,40 1 169,44

8 Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti) 241,44 1.931,52 1

241,44

8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1271,1 10.168,80

1 1271,1

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti

s.l.) su rocce carbonatiche 601,2 4.208,40 1

601,2

7 Pascoli montani e subalpini (nardeti

s.l.) su rocce carbonatiche 1160,7 8.124,90 1

1160,7

9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 2754,6 24.791,40

1 2754,6

9 Mughete su rocce carbonatiche 1322,1 11.898,90 1 1322,1

8 Boschi subalpini a dominanza di larice 226,59 1.812,72 1 226,59

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(incl. larici-cembreti e cembrete)

8

Boschi subalpini a dominanza di larice

(incl. larici-cembreti e cembrete) con

partecipazione di faggio 1123,5 8.988,00

1

1123,5

10 Vegetazione delle rupi carbonatiche e

sporadici esemplari di faggio 318,3 3.183,00 1

318,3

10 boscaglie di Sorbus aucuparia 282,57 2.825,70 1 282,57

10 boscaglie di Sorbus aucuparia 319,5 3.195,00 1 319,5

6 Prati stabili 201,3 1.207,80 1 201,3

7 Peccete montane 6408 44.856,00 1 6408

8 Boschi a dominanza di Larix decidua 714,9 5.719,20 1 714,9

8 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 586,5 4.692,00

1 586,5

7 Pascoli montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 6552 45.864,00 1

6552

9 Faggete mesofile

(Eu-Fagenion s.l.) 3000 27.000,00 1

3000

6 Boscaglie di maggiociondolo alpino 421,8 2.530,80 1 421,8

27.675,54

Dalla somma di tutte singole superfici moltiplicate per l’IVN pari a 1 si ottiene il valore naturalistico

complessivo dell’area dopo dell’attuazione dell’intervento che risulta essere pari a 27.675,54 mq.

Ottenute i valori naturalistici prima e dopo l’intervento (prima 214.692,54 mq e dopo 27.675,54

mq) è necessario calcolare ora la differenza fra questi due valori per conoscere in termini, di

superfici, la riduzione del valore naturalistico:

Valore naturalistico

prima intervento -

Valore naturalistico

dopo intervento =

Riduzione

valore naturalistico

214.692,54 mq - 27.675,54 = 187.017,00

Per concludere l’applicazione della Fase A così come prevista dal Parco è opportuno, al fine della

quantificazione del punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) applicare un fattore correttivo

temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della trasformazione.

Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore naturalistico

Il fattore di correzione è stato estrapolato dalla seguente tabella

Correzione del punteggio teorico del danno in funzione della durata degli effetti negativi

Fattore correttivo temporale A

(FtA)

Durata degli effetti delle trasformazioni

programmate

3 >100 anni

2 da 30 a 100 anni

1 da 20 a 30 anni

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0,8 da 15 a 20 anni

0,6 da 10 a 15 anni

0,4 da 5 a 10 anni

0,2 <= 5 anni

In considerazione del fatto che un progetto come quello di una strada intervalliva, analizzato

all’interno del presente studio, avrà degli effetti che dureranno più di 100 anni, si è moltiplicata il

fattore correttivo 3 (relativo appunto alla durata 100 anni) per la superficie che quantifica la

riduzione del valore di naturalità del sito.

Si ottiene così il punteggio dei danni ai beni naturali che è pari a 561.051,00 mq

Di seguito la scheda riassuntiva così come prevista dal Parco delle Orobie

IPOTESI I – Strada NON in Galleria Scheda per la valutazione dei danni ai beni naturali causati da

Interventi lineari di grande rilevanza territoriale (nuove strade)

Valutazione naturalistica prima dell’intervento

Unità ambientali Indice di valore

naturalistico Superficie

(mq) Valutazione

(mq)

Vegetazione dei detriti carbonatici 10 169,44 1.694,40 Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti) 8 241,44 1.931,52 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 8 1271,1 10.168,80 Pascoli montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 601,2 4.208,40 Pascoli montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 1160,7 8.124,90 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 9 2754,6 24.791,40

Mughete su rocce carbonatiche 9 1322,1 11.898,90 Boschi subalpini a dominanza di larice

(incl. larici-cembreti e cembrete) 8 226,59 1.812,72 Boschi subalpini a dominanza di larice

(incl. larici-cembreti e cembrete) con

partecipazione di faggio 8 1123,5 8.988,00 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici

esemplari di faggio 10 318,3 3.183,00

boscaglie di Sorbus aucuparia 10 282,57 2.825,70

boscaglie di Sorbus aucuparia 10 319,5 3.195,00

Prati stabili 6 201,3 1.207,80

Peccete montane 7 6408 44.856,00

Boschi a dominanza di Larix decidua 8 714,9 5.719,20 Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 8 586,5 4.692,00 Pascoli montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 7 6552 45.864,00 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 9 3000 27.000,00

Boscaglie di maggiociondolo alpino 6 421,8 2.530,80

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Somma A

valore naturalistico prima intervento (mq) 214.692,54

Valutazione naturalistica dopo l’intervento

Unità ambientali Indice di valore

naturalistico Superficie

(mq) Valutazione

(mq)

Vegetazione dei detriti carbonatici 1 169,44 169,44 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti) 1 241,44 241,44 Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti) 1 1271,1 1271,1 Pascoli montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 601,2 601,2 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 1160,7 1160,7 Praterie calcofile discontinue

(p.m.p. firmeti) 1 2754,6 2754,6

Mughete su rocce carbonatiche 1 1322,1 1322,1 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) 1 226,59 226,59 Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete) con

partecipazione di faggio 1 1123,5 1123,5 Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio 1 318,3 318,3

boscaglie di Sorbus aucuparia 1 282,57 282,57

boscaglie di Sorbus aucuparia 1 319,5 319,5

Prati stabili 1 201,3 201,3

Peccete montane 1 6408 6408

Boschi a dominanza di Larix decidua 1 714,9 714,9 Praterie calcofile continue

(p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.) 1 586,5 586,5 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 6552 6552 Faggete mesofile

(Eu-Fagenion s.l.) 1 3000 3000

Boscaglie di maggiociondolo alpino 1 421,8 421,8 Somma B valore naturalistico dopo intervento (mq) 27.675,54 Differenza A-B riduzione valore naturalistico (mq) 187.017,00

Fattore correttivo temporale A (FtA) 3

Punteggio dei danni ai beni naturali (mq) 561.051,00

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IPOTESI II– soluzione IN galleria

Lo stesso identico procedimento si è applicato all’ipotesi di strada intervalliva IN galleria, che

interessa però differenti unità ambientali, con specifici Indici dei Valori Naturalistici.

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Di seguito la scheda riassuntiva per la soluzione progettuale di strada intervalliva IN galleria:

IPOTESI I – Strada IN Galleria Scheda per la valutazione dei danni ai beni naturali causati da

Interventi lineari di grande rilevanza territoriale (nuove strade)

Valutazione naturalistica prima dell’intervento

Unità ambientali Indice di valore

naturalistico Superficie

(mq) Valutazione

(mq)

Prati stabili 6 41,19 247,14

Peccete montane 7 5232 36.624,00 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-

sempervireti s.l.) 8 477,3 3.818,40 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su

rocce carbonatiche 7 2807,4 19.651,80

Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 9 3576 32.184,00

Mughete su rocce carbonatiche 9 457,8 4.120,20

Vegetazione delle rupi carbonatiche 10 45,93 459,30 Pascoli neutrofili a dominanza di Carex sempervirens e Festuca curvula 8 632,7 5.061,60 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su

rocce carbonatiche 7 965,1 6.755,70

Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 9 403,8 3.634,20 Somma A valore naturalistico prima intervento (mq) 112.556,34

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Valutazione naturalistica dopo l’intervento

Unità ambientali Indice di valore

naturalistico Superficie

(mq) Valutazione

(mq)

Prati stabili 1 41,19 41,19

Peccete montane 1 5232 5232 Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-

sempervireti s.l.) 1 477,3 477,3 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 2807,4 2807,4

Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.) 1 3576 3576

Mughete su rocce carbonatiche 1 457,8 457,8

Vegetazione delle rupi carbonatiche 1 45,93 45,93 Pascoli neutrofili a dominanza di Carex

sempervirens e Festuca curvula 1 632,7 632,7 Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche 1 965,1 965,1

Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti) 1 403,8 403,8 Somma B

valore naturalistico dopo intervento (mq) 14.639,22 Differenza A-B

riduzione valore naturalistico (mq) 97.917,12

Fattore correttivo temporale A (FtA) 3

Punteggio dei danni ai beni naturali (mq) 293.751,36

Quantificazione delle compensazioni

Come per il modello precedente si sono i seguenti importi, quali risultati derivanti dal rapporto fra il

costo medio (euro/mq) per la compensazione forestale e la quantificazione (in mq) del danno

all’ambiente naturale calcolato secondo la metodologia appena descritta.

In particolare la tabella sottostante riporta nelle colonne i metri quadri stimati per le quantificazioni

(minime e massime) del danno ambientale, sia per l’ipotesi I (scenario NON in galleria), che per

l’ipotesi II (scenario IN galleria); nelle righe i costi medi proposti dal Parco delle Orobie

Bergamasche) e dalla Regione Lombardia all’interno dei “Sistemi Verdi”.

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Ipotesi I

soluzione NON in galleria quantificazione del danno

all’ambiente naturale

Ipotesi II

soluzione IN galleria quantificazione del danno

all’ambiente naturale

Punteggio dei danni ai beni naturali

(mq) Punteggio dei danni ai beni

naturali (mq) 561.051,00 293.751,36

Costo medio di

compensazione forestale 3,00

euro/mq (Fonte: Parco delle

Orobie Bergamasche)

1.683.153 euro 881.254 euro

Costo medio di compensazione

forestale 4,50

euro/mq* (Fonte: “Sistemi Verdi”

Regione Lombardia)

2.524.729 euro 1.321.881 euro

*4,5 euro/mq: costo parametrico unitario per interventi assimilabili alla realizzazione di boschi naturali, in linea con

quanto emanato dai “Sistemi Verdi” in cui si prevede per un ambito di 100 mq (10 m * 10 m) la piantagione di: 1 albero

di seconda grandezza, 8 alberi forestali e 4 arbusti forestali

3.2.1.3 Considerazioni conclusive - dicembre 2010

Entrambe le metodologie avanzate dal Parco delle Orobie Bergamasche hanno costituito uno

strumento ideale per stimare i danni attesi sui beni naturali, per entrambe le proposte di strada

intervalliva, sul contesto d’intervento. Tali risultati costituiscono infatti un ottimo strumento per

istituire un tavolo di dialogo, confronto e concertazione fra tutti i soggetti coinvolti, oltre che

testare dei modelli di valutazione, in vigore a livello europeo, calibrandoli al meglio in funzione

dello specifico progetto di strada intervalliva. Infatti è bene specificare che le valutazioni ad oggi

effettuate portano a considerazioni simili in termini progettuali, anche se dal punto di vista della

quantificazione del danno e del rispettivo valore monetario è evidente che vi è una forte disparità

fra i due metodi proposti, che deve essere oggetto di raffinamento e perfezionamento.

Da una prima analisi il danno quantificato per l’ipotesi II – tracciato in galleria – risulta essere, in

mq, la metà rispetto a quanto computato per l’ipotesi I – tracciato non in galleria.

Questi dati dipendono non da aspetti qualitativi legati alla naturalità del territorio attraversato,

infatti il territorio interessato dalla strada in galleria risulta avere un valore naturalistico più elevato

rispetto a quello non in galleria; ma da questioni puramente quantitative relative alla lunghezza del

tracciato, infatti la proposta in galleria è lunga la metà di quella non in galleria.

Quindi la proposta di tracciato in galleria risulta essere meno impattante, secondo la metodologia

avanzata dal parco, non perché interessa territori naturalisticamente meno rilevanti, ma

semplicemente perché più corta rispetto al tratto non in galleria.

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Inoltre occorre considerare, sempre a proposito di danni stimati su beni naturali, che la

realizzazione di una galleria, anche con l’adozione di accortezze e metodologie atte a ridurre

l’impatto su flora e fauna, in fase di cantiere, se pur in considerazione della limitazione temporale,

potrebbero determinare alcune alterazioni anche irreversibili soprattutto negli equilibri del regime

idraulico superficiale e sotterraneo. A questa realtà si aggiungono inoltre altre problematiche

dettate dalla gestione, per il reimpiego e/o riutilizzo, dei volumi di terra estratta, stimati all’incirca

in 200.000 mc.

Infine la soluzione in galleria nega e annulla le caratteristiche visuali e di percezione legate alla

panoramicità delle aree e del sistema infrastrutturale di accesso e di attraversamento, capaci di

conferire un’ulteriore valenza utile a promuovere l'offerta turistica del territorio. Il tal senso la

realizzazione della galleria fa perdere al paesaggio la potenzialità di essere presentato, non solo

attraverso le sue caratterizzazioni fisiche e morfologiche, ma anche attraverso le condizioni di

fruizione da parte dell'osservatore (ad esempio l'utente/turista).

3.2.1.4 Quantificazione dei danni ai beni ambientali e delle compensazioni con

ultimi aggiornamenti - gennaio 2011

Lo Studio specialistico predisposto a dicembre 2010 per l’analisi degli impatti ambientali e le

relative incidenze su ZPS del progetto preliminare di strada intervalliva, ha applicato i metodi

avanzati dal Parco delle Orobie Bergamasche illustrati dal Parco nel Piano Naturalistico Comunale

di febbraio 2009 e di luglio 2010, all’interno del Piano Naturalistico Comunale, e ha soprattutto

costituito strumento di confronto costruttivo tra il Parco stesso e i tecnici redattori del presente

documento.

In particolare l’applicazione concreta, all’interno dello Studio, di tali modelli valutativi ha permesso

al Parco di ponderare, adattare e contestualizzare meglio tale tipologia progettuale (lineare), al

fine di costruire degli strumenti di supporto decisionale per interventi di diversa natura che

potrebbero interessare, in un futuro più o meno prossimo, i territori del Parco.

Premesso ciò, di seguito, vengono applicati i diversi metodi di quantificazione dei danni ai beni

naturali e delle compensazioni modificati secondo quanto emerso durante l’incontro del 18.01.2011

con il Parco delle Orobie Bergamasche.

In particolare il metodo applicato nel rispetto dell’Allegato 1 – La quantificazione dei danni ai beni

naturali e delle compensazioni di febbraio 2009 è integrato con i seguenti enunciati:

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- …salvo specifiche necessità da valutarsi caso per caso, in prima approssimazione per Sd si

intende: …il doppio della superficie naturale manomessa (St) per interventi diretti di

tipo lineare...;

- … l’ammontare delle compensazioni non deve essere inferiore al prodotto del valore del

danno, calcolato come prodotto tra St e fdb (fattore di bilanciamento), e il doppio

dell’importo base vigente all’atto dell’istanza fissato per le compensazioni derivanti

dalle trasformazioni dei boschi …

Mentre il metodo applicato nel rispetto dell’Allegato 4 – Modello relativo alle infrastrutture lineari di

particolare rilevanza territoriale per la quantificazione dei danni e delle riparazioni ai beni naturali

di luglio 2010 è stato opportunamente ricalibrato in considerazione della specifica tipologia

progettuale.

Applicazione Allegato 1 – La quantificazione dei danni ai beni naturali e delle compensazioni di febbraio 2009 successivamente integrato e modificato in gennaio 2011 Quantificazione danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Partendo dal presupposto che il Valore Naturalistico del contesto d’intervento è Medio –

Classe III (vedere pag. 55)

Ripresi i dati di progetto della strada intervalliva, già introdotti a pagina 55:

lunghezza = 11.025 metri

larghezza = 4 metri

Occorre calcolare il grado di trasformazione del suolo inteso quale rapporto tra Superficie

trasformata (St) e Superficie disponibile (Sd).

St = lunghezza * larghezza = 11.025 * 4 = 44.100 mq

Sd = 2 * Superficie territoriale = 2 * 44.100 = 88.200 mq

Grado di trasformazione del suolo (St/Sd) = 44.100 mq/88.200 mq =0,5

Computato il grado di trasformazione del suolo è necessario ora conoscere il fattore di

bilanciamento, ottenuto dalla lettura della seguente matrice a doppia entrata in cui: nelle

colonne si riporta il grado di trasformazione, mentre nelle righe il valore naturalistico.

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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)

Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35

fdb min fdb max fdb min fdb max

I 0,10 0,20 0,05 0,10

II 0,30 0,50 0,15 0,25

III 0,50 1,00 0,30 0,60

IV 1,00 2,50 0,80 2,00

V 3,00 6,00 2,00 4,00

Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento (minimo e massimo) per la superficie di

trasformazione si ottiene la quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere

riparato:

St * fdb min = 44.100 mq * 0.5= 22.050 mq

St * fdb max = 44.100 mq * 1= 44.100 mq

Quantificazione danni IPOTESI II – soluzione IN galleria

Applicando ora la procedura aggiornata anche per l’ipotesi di strada intervalliva in galleria e

partendo sempre dal presupposto che il valore naturalistico del contesto d’intervento è

Medio – Classe III (vedere pag. 58)

Ripresi i dati di progetto della strada intervalliva, già introdotti a pagina 58:

lunghezza = 6.000 metri

larghezza = 4 metri

Di seguito si quantificano la Superficie trasformata (St) e la Superficie disponibile (Sd), quali

termini del rapporto utile a determinare il grado di trasformazione del suolo:

St = lunghezza * larghezza = 6.000 * 4 = 24.000 mq

Sd = 2 * Superficie territoriale = 2 * 44.100 = 88.200 mq

Grado di trasformazione del suolo (St/Sd) = 24.000 mq/48.000 mq =0,5

Computato il grado di trasformazione del suolo è necessario ora conoscere il fattore di

bilanciamento, ottenuto dalla lettura della seguente matrice a doppia entrata in cui: nelle

colonne si riporta il grado di trasformazione, mentre nelle righe il valore naturalistico.

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Calcolo del fattore di bilanciamento (fdb)

Classe di qualità St/Sd > 0.35 St/Sd ≤ 0.35

fdb min fdb max fdb min fdb max

I 0,10 0,20 0,05 0,10

II 0,30 0,50 0,15 0,25

III 0,50 1,00 0,30 0,60

IV 1,00 2,50 0,80 2,00

V 3,00 6,00 2,00 4,00

Moltiplicando ora il fattore di bilanciamento (minimo e massimo) per la superficie di

trasformazione si ottiene la quantificazione del danno all’ambiente naturale, che deve essere

riparato:

St * fdb min = 24.000 mq * 0.5= 12.000 mq

St * fdb max = 24.000 mq * 1= 24.000 mq

Quantificazione compensazioni IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di

riferimento quello attuato dai Sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.

La compensazione totale è quindi data da:

danno ambientale MIN stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

22.050 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 198.450 euro

danno ambientale MAX stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

44.100 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 396.900 euro

Quantificazione compensazioni IPOTESI II – soluzione IN galleria

Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di

riferimento quello attuato dai Sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.

La compensazione totale è quindi data da:

danno ambientale MIN stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

12.000 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 108.000 euro

danno ambientale MAX stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

24.000 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 216.000 euro

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Considerazioni conclusive su compensazioni

Al fine di comprendere e confrontare i valori ottenuti attraverso l’applicazione sia del metodo

proposto all’Allegato 1 (febbraio 2009), sia del modello Allegato 1 aggiornato al 2010, è stata

elaborata la seguente tabella riepilogativa:

IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA

Danno (mq) dicembre 2010

Danno (mq) aggiornato gennaio 2011

Danno (mq) dicembre 2010

Danno (mq) aggiornato gennaio 2011

MIN MAX MIN MAX MIN MAX MIN MAX

13.230

mq

26.460

mq

22.050 mq 44.100

mq

7.200

mq

14.400

mq

12.000

mq

24.000

mq

costo medio per

compensazione

119.070 euro

238.140 euro

198.450 euro

396.900 euro

32.400 euro

64.800 euro

108.000 euro

216.000 euro

Applicazione Allegato 4 – La quantificazione dei danni ai beni naturali e delle compensazioni di luglio 2010 successivamente integrato e modificato in gennaio 2011 Così come si sono aggiornate le stime relativamente ai danni e alle compensazioni ottenute

applicando il modello valutativo illustrato all’Allegato 1 di febbraio 2009 opportunamente integrato,

di seguito si è applicata la metodologia avanzata nell’Allegato 4 modificata secondo quanto emerso

dall’incontro tra tecnici e Parco a gennaio 2011.

Occorre inoltre premettere che i dati di partenza per la quantificazione dei danni, sono stati

individuati attraverso ARCGIS, dopo aver riportato il tracciato di strada intervalliva progettato in

Autocad. Questo processo tecnico di trasferimento, anche per motivi di leggibilità del tracciato a

scale di dettaglio diverse, ha fatto si che vi fossero degli aggiustamenti relativi alla lunghezza del

tracciato. Per entrambe le ipotesi progettuali “NON in galleria” e “IN galleria” la variazione rispetto

alla lunghezza dichiarata nel progetto preliminare è di circa 1,5 km; tale scostamento non altera in

modo significativo i dati ottenuti e presentanti di seguito, in considerazione anche del fatto che lo

stadio di dettaglio progettuale è ad oggi preliminare.

Quantificazione dei danni IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Considerando corretti e attendibili i dati di pagina 63, relativi a:

- habitat;

- indice del valore naturalistico.

si calcola la superficie direttamente interessata dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico

habitat (unità ambientali), per poi moltiplicarla per il valore naturalistico corrispondete a tale

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ambito. Nello specifico l’area è stata calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che

ricade all’interno di una specifica unità ambientale, per:

- una larghezza di 3 metri in quanto coincidente con la dimensione del sedime stradale;

- una larghezza di 1 metro in quanto coincidente con la dimensione delle banchine/scarpate.

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IVN ante

operam HABITAT

Lungh (m)

Largh (m) sedime

stradale in asfalto

Largh (m) banchina rinverdita

Area (mq) sedime

stradale in asfalto

Area (mq) banchina rinverdita

Area sedime in asfalto X IVN ante

operam (mq)

Area banchina rinverdita X IVN ante

operam(mq)

IVN post operam

Area sedime in asfalto

IVN post operam

Area banchina rinverdita

Area sedime in

asfalto X IVN post

operam (mq))

Area banchina rinverdita X IVN post

operam (mq))

10 Vegetazione dei detriti carbonatici

56,48 3 1 169,44 56,48 1.694,40 564,80 2 9 338,88 508,32

8

Praterie calcofile

continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)

80,48 3 1 241,44 80,48 1.931,52 643,84 2 7 482,88 563,36

8

Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti)

423,70 3 1 1271,1 423,70 10.168,80 3.389,60 2 7 2.542,20 2965,90

7

Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche

200,40 3 1 601,2 200,40 4.208,40 1.402,80 2 6 1.202,40 1202,40

7

Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche

386,90 3 1 1160,7 386,90 8.124,90 2.708,30 2 6 2.321,40 2321,40

9 Praterie calcofile discontinue (p.m.p. firmeti)

918,20 3 1 2754,6 918,20 24.791,40 8.263,80 2 8 5.509,20 7345,60

9 Mughete su rocce carbonatiche

440,70 3 1 1322,1 440,70 11.898,90 3.966,30 2 8 2.644,20 3525,60

8

Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e cembrete)

75,53 3 1 226,59 75,53 1.812,72 604,24 2 7 453,18 528,71

8

Boschi subalpini a dominanza di larice (incl. larici-cembreti e

374,50 3 1 1123,5 374,50 8.988,00 2.996,00 2 7 2.247,00 2621,50

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cembrete) con partecipazione di faggio

10

Vegetazione delle rupi carbonatiche e sporadici esemplari di faggio

106,10 3 1 318,3 106,10 3.183,00 1.061,00 2 9 636,60 954,90

10

boscaglie di

Sorbus aucuparia

94,19 3 1 282,57 94,19 2.825,70 941,90 2 9 565,14 847,71

10 boscaglie di Sorbus aucuparia

106,50 3 1 319,5 106,50 3.195,00 1.065,00 2 9 639,00 958,50

6 Prati stabili 67,10 3 1 201,3 67,10 1.207,80 402,60 2 5 402,60 335,50

7 Peccete montane

2.136,00

3 1 6408 2.136,00 44.856,00 14.952,00 2 6 12.816,00 12.816,00

8 Boschi a dominanza di Larix decidua

238,30 3 1 714,9 238,30 5.719,20 1.906,40 2 7 1.429,80 1.668,10

8

Praterie calcofile continue (p.m.p. seslerio-sempervireti s.l.)

195,50 3 1 586,5 195,50 4.692,00 1.564,00 2 7 1.173,00 1.368,50

7

Pascoli montani e subalpini (nardeti s.l.) su rocce carbonatiche

2.184,00

3 1 6552 2.184,00 45.864,00 15.288,00 2 6 13.104,00 13.104,00

9 Faggete mesofile (Eu-Fagenion s.l.)

1.000,00

3 1 3000 1.000,00 27.000,00 9.000,00 2 8 6.000,00 8.000,00

6 Boscaglie di maggiociondolo alpino

140,60 3 1 421,8 140,60 2.530,80 843,60 2 5 843,60 703,00

214.692,5 71.564,2 55.351,1 62.339,00

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Nella tabella sopra riportata si sono definiti, sia per le aree interessate dal sedime (in asfalto), che

per le aree di banchina/scarpate (rinverdite), i rispettivi valori naturalistici ante e post operam. In

particolare l’IVN post operam, così com’è emerso dall’incontro di gennaio 2011, coincide: in caso di

sedime in asfalto a IVN pari a 2 (e non più 1), mentre per le banchine rinverdite con l’IVN ante

opera ridotto di un’unità (IVN ante operam – 1).

I valori naturalisti ottenuti prima e dopo l’intervento in relazione anche al materiale di realizzazione

sono:

Sedime stradale in asfalto Valore naturalistico

prima intervento (mq) -

Valore naturalistico

dopo intervento (mq) =

Riduzione

valore naturalistico (mq)

214.692,5

-

55.351,1

=

159.341,5

Banchine/scarpate rinverdite

Valore naturalistico

prima intervento (mq) -

Valore naturalistico

dopo intervento (mq) =

Riduzione

valore naturalistico (mq)

71.564,2 mq

-

62.339

=

9.225,2

Al fine di quantificare il punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) è necessario applicare un

fattore correttivo temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della

trasformazione. Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore

naturalistico.

In considerazione del fatto che il sedime della strada intervalliva è in asfalto gli effetti dureranno

100 anni, periodo temporale a cui equivale il punteggio attribuito dal Parco delle Orobie

Bergamasche pari a 3:

Sedime stradale in asfalto Valore

naturalistico

prima

intervento

(mq)

-

Valore

naturalistico

dopo

intervento

(mq)

=

Riduzione

valore

naturalistico

(mq)

Fattore

correttivo

temporale

A(FtA)

Punteggio dei

danni ai beni

naturali (mq)

214.692,5

-

55.351,1

=

159.341,5

*

3

478.024,5

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Il fattore correttivo applicato alle banchine/scarpate rinverdite della strada intervalliva, in quanto

opere dalla durata inferiore ai 5 anni è di 0.2

Banchine/scarpate rinverdite

Valore

naturalistico

prima

intervento

(mq)

-

Valore

naturalistico

dopo

intervento

(mq)

=

Riduzione

valore

naturalistico

(mq)

Fattore

correttivo

temporale

A(FtA)

Punteggio dei

danni ai beni

naturali (mq)

71.564,2

-

62.339

=

9.225,2

*

0,2

1.845,04

Danno totale (sedime + scarpate) = 478.024,5 + 1.845,04 = 479.869,54 mq

Quantificazione dei danni IPOTESI II – soluzione IN galleria

Applicando quanto appena esposto anche all’ipotesi di tracciato in galleria e considerando corretti

e attendibili i dati, precedentemente valutati (vedi pagina 69 e 70), relativi a habitat e indice del

valore naturalistico (ante operam), si è calcolata la superficie direttamente interessata

dall’intervento, ricadente all’interno di uno specifico habitat (unità ambientali). Tale dato si è poi

moltiplicato per il valore naturalistico corrispondete a tale ambito. Nello specifico l’area è stata

calcolata moltiplicando ogni singolo tratto di strada, che ricade all’interno di una specifica unità

ambientale, per:

- una larghezza di 3 metri in quanto coincidente con la dimensione del sedime stradale;

- una larghezza di 1 metro in quanto coincidente con la dimensione delle banchine/scarpate.

È bene a questo punto evidenziare che le scarpate saranno rinverdite per il tratto che

ricade prevalentemente nel comune di Ardesio, mentre per il tratto di galleria previsto tra

Ardesio e Roncobello le banchine/scarpate saranno impermeabilizzate.

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IVN

ante

operam

HABITAT Lungh

(m)

Largh (m)

sedime

stradale in asfalto

Largh (m) banchina

rinverdita

Area (mq)

sedime

stradale in asfalto

Area (mq) banchina

rinverdita

Area sedime

in asfalto

X IVN ante operam (mq)

Area

banchina rinverdita

X IVN ante operam(mq)

IVN post operam

Area

sedime in

asfalto

IVN post operam

Area banchina rinverdita e

banchina impermeabile

Area

sedime in

asfalto

X IVN post

operam (mq)

Area

banchina rinverdita

e

banchina imperme

abile X IVN

post

operam (mq))

6 Prati stabili 13,7 3 1 41,19 13,7 247,14 82,38 2 5 82,38 68,65

7 Peccete

montane

1744,

0 3 1 5232 1744,0 36624 12208 2 6 10.464,00 10.464,00

8

Praterie

calcofile

continue (p.m.p.

seslerio-sempervireti

s.l.)

159,1 3 1 477,3 159,1 3818,4 1272,8 2 7 954,60 1.113,70

7

Pascoli montani e

subalpini (nardeti s.l.) su

rocce

carbonatiche

935,8 3 1 2807,4 935,8 19651,8 6550,6 2 2 5.614,80 1.871,60

9

Faggete

mesofile (Eu-

Fagenion s.l.)

1192,0

3 1 3576 1192,0 32184 10728 2 2 7.152,00 2.384,00

9

Mughete su

rocce carbonatiche

152,6 3 1 457,8 152,6 4120,2 1373,4 2 2 915,60 305,20

10

Vegetazione

delle rupi carbonatiche

15,3 3 1 45,93 15,3 459,3 153,1 2 2 91,86 30,62

8 Pascoli 210,9 3 1 632,7 210,9 5061,6 1687,2 2 2 1.265,40 421,80

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neutrofili a

dominanza di Carex

sempervirens e

Festuca curvula

7

Pascoli

montani e subalpini

(nardeti s.l.) su rocce

carbonatiche

321,7 3 1 965,1 321,7 6755,7 2251,9 2 2 1.930,20 643,40

9

Praterie calcofile

discontinue (p.m.p. firmeti)

134,6 3 1 403,8 134,6 3634,2 1211,4 2 2 807,60 269,20

112.556,34 37.518,78 29.278,44 17.572,17

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Nella tabella sopra riportata si sono definite, sia per le aree interessate dal sedime (in asfalto), che

per le aree di banchina/scarpate (rinverdite), i rispettivi valori naturalistici ante e post operam. In

particolare l’IVN post operam, così com’è emerso dall’incontro di gennaio 2011, coincide: in caso di

sedime in asfalto a IVN pari a 2 (e non più 1), per le banchine rinverdite all’IVN ante opera ridotto

di un’unità (IVN ante operam – 1 per le banchine rinverdite), mentre per le banchine impermeabili

a IVN pari a 2 per (tratto interessato direttamente dalla galleria ).

I valori naturalisti ottenuti prima e dopo l’intervento in relazione anche al materiale di realizzazione

sono:

Sedime stradale in asfalto

Valore naturalistico

prima intervento (mq) -

Valore naturalistico

dopo intervento (mq) =

Riduzione

valore naturalistico

(mq)

112.556,34

-

29.278,44

=

83.277,9

Banchine/scarpate

Valore naturalistico

prima intervento (mq) -

Valore naturalistico

dopo intervento (mq) =

Riduzione

valore naturalistico (mq)

37.518,78 mq

-

17.572,17

di cui

(11.646,35 rinverdite e

5.925,82 impermeabili)

=

19.946,61

Al fine di quantificare il punteggio dei danni ai beni naturali (in mq) è necessario applicare un

fattore correttivo temporale A (FtA) individuato in relazione alla durata degli effetti della

trasformazione. Tale coefficiente deve essere moltiplicato per la stima della riduzione del valore

naturalistico.

In considerazione del fatto che il sedime della strada intervalliva è in asfalto gli effetti dureranno

100 anni, periodo temporale equivale al punteggio attribuito dal Parco delle Orobie Bergamasche

pari a 3:

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Sedime stradale in asfalto Valore

naturalistico

prima

intervento

(mq)

-

Valore

naturalistico

dopo

intervento

(mq)

=

Riduzione

valore

naturalistico

(mq)

Fattore

correttivo

temporale

A(FtA)

Punteggio dei

danni ai beni

naturali (mq)

112.556,34

-

29.278,44

=

83.277,9

*

3

249.833,7

Il fattore correttivo applicato alle banchine/scarpate, rinverdite e/o impermeabili, è variabile da 3

(FtA) a 0,2 (FtA) in quanto gli interventi che interessano le banchine/scarpate presentano una

durata variabile a seconda del tipo di gestione del soprassuolo fra i 100 anni (FtA = 3), per le aree

impermeabili, e i 5 anni (FtA = 0,2), per le aree a verde. In considerazione del fatto che tale

tracciato è interessato da entrambe le trattazioni delle aree di banchina e che la banchina

rinverdita è il doppio circa della banchina impermeabile, si è individuato, quale fattore correttivo,

un valore mediano, tra quelli indicati nel Piano Naturalistico Comunale, equivalente a 1.

Banchine/scarpate rinverdite

Valore

naturalistico

prima

intervento

(mq)

-

Valore

naturalistico

dopo

intervento

(mq)

=

Riduzione

valore

naturalistico

(mq)

Fattore

correttivo

temporale

A(FtA)

Punteggio dei

danni ai beni

naturali (mq)

37.518,78

-

17.572,17

=

19.946,61

*

1

19.946,61

Danno totale (sedime + scarpate) = 249.833,7 + 19.946,61 = 229.887,09 mq

Quantificazione compensazioni IPOTESI I – soluzione NON in galleria

Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di

riferimento quello attuato dai sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.

La compensazione totale è quindi data da:

danno ambientale stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

479.869,54 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 4.318.825,86 euro

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Quantificazione compensazioni IPOTESI II – soluzione IN galleria

Al fine di quantificare economicamente le compensazioni è stato assunto quale valore di

riferimento quello attuato dai sistemi Verdi pari a 4,50 euro/mq.

La compensazione totale è quindi data da:

danno ambientale stimato * (il doppio costo medio di compensazione) =

229.887,09 mq * (2 * 4,5 euro/mq) = 2.068.983,81 euro

Considerazioni conclusive su compensazioni

Al fine di comprendere e confrontare i valori ottenuti attraverso l’applicazione sia del metodo

proposto all’Allegato 1 (febbraio 2009), sia del modello Allegato 1 aggiornato al 2010, è stata

elaborata la seguente tabella riepilogativa:

IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA

Danno (mq) dicembre 2010

561.051,00

Danno (mq) aggiornato gennaio

2011

479.869,54

Danno (mq) dicembre 2010

293.751,36

Danno (mq) aggiornato gennaio

2011

229.887,09

costo per compensazione 2.524.729 euro 4.318.825 euro 1.321.881 euro 2.068.983 euro

A tali valori devono essere sottratti i costi stimati dai tecnici forestali all’interno dello Studio delle

componenti forestali che nello specifico sono:

315.324 euro per l’ipotesi I Strada NON in galleria

268.440 euro per l’ipotesi II Strada IN galleria

IPOTESI NON IN GALLERIA IPOTESI IN GALLERIA

Danno (mq) dicembre 2010

561.051,00

Danno (mq) aggiornato gennaio

2011

479.869,54

Danno (mq) dicembre 2010

293.751,36

Danno (mq) aggiornato gennaio

2011

229.887,09

costo per

compensazione 2.209.405 euro 4.003.501 euro 1.053.441 euro 1.800.543 euro

In considerazione delle importanti cifre stimate il Parco, nell’incontro di gennaio 2011,

ha avanzato la proposta che comunque tali valori non debbano superare i 500.000

euro, e più in generale i costi per le compensazioni ai danni naturali non devono essere

superiori alla soglia del 3% delle costi progettuali (intese come inclusive di costi di

progettazione e realizzazione).

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3.2.1.5 Considerazioni conclusive a gennaio 2011

Confrontando le due proposte progettuali Ipotesi I – NON in galleria e Ipotesi II - IN galleria

emerge che la strada intervalliva NON in galleria essendo lunga circa il doppio dell’ipotesi IN

galleria, rispettivamente 11.050 m e 6.000 m, esercita inevitabilmente dei danni sui beni naturali

maggiori rispetto alla proposta IN galleria; ma dall’altro lato consente di collegare luoghi oggi

difficilmente accessibili facendo acquistare al paesaggio un’importante funzione percettiva e

attrattiva per l’osservatore (ad esempio l'utente/turista).

L’ipotesi IN galleria nonostante interessi un tratto minore di territorio, soprattutto per quanto

riguarda il comune di Roncobello, in quanto la tratta di Ardesio è pressoché coincidente tra le due

proposte registra degli impatti soprattutto in fase di cantiere. Infatti, nonostante la durata limitata

nel tempo e l’adozione di accortezze e metodologie atte a ridurre i danni su flora e fauna, in fase di

realizzazione della galleria si registreranno alcune alterazioni, anche irreversibili, soprattutto per

quanto concerne gli equilibri del regime idraulico superficiale e sotterraneo. A questa realtà si

aggiungono inoltre altre problematiche dettate dalla gestione, per il reimpiego e/o riutilizzo, dei

volumi di terra estratta, stimati all’incirca in 200.000 mc.

Infine dall’applicazione dei modelli proposti dal Parco, per la quantificazione dei danni ai beni

ambientali e delle compensazioni determinati dalle soluzioni di strada intervalliva proposte, si

evince che dall’attuazione dell’Allegato I, modificato secondo quanto avanzato durante l’incontro di

gennaio 2011, i danni sono aumentati e contemporaneamente anche i costi relativi alle

compensazioni. Tale variazione ha reso le stime più attendibili e veritiere rispetto a quanto emerso

dalla prima concretizzazione dell’Allegato I. Nonostante ciò i costi di compensazione naturalistica

risultano ancora piuttosto esigui, in quanto se considerati al lordo dei costi di compensazione

forestale, risultano praticamente nulli; infatti i costi stimati in seguito alle trasformazione dei boschi

sono maggiori dei costi individuati dal calcolo del danno naturalistico.

IPOTESI NON IN GALLERIA

Compensazioni forestali

(Studio delle componenti forestali novembre 2010 StudioDRYOS)

Compensazioni naturalistiche

aggiornate a gennaio 2011

315.324 euro 198.450 euro < x < 396.900 euro

IPOTESI IN GALLERIA

Compensazioni forestali

(Studio delle componenti forestali novembre 2010 StudioDRYOS)

Compensazioni naturalistiche

aggiornate a gennaio 2011

268.440 euro 108.000 euro < x < 216.000 euro

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Per quanto riguarda invece i danni e le compensazioni stimate applicando Allegato IV, modificato

secondo quanto avanzato durante l’incontro di gennaio 2011, si ottengono risultati, in termini di

danni e compensazioni, molto superiori (cambia l’ordine di grandezza) rispetto a quanto

determinato dall’attuazione dell’Allegato I; ma soprattutto si individuano dati inerenti ai costi di

compensazioni pari al doppio rispetto a quanto stimato precedentemente in dicembre 2010

(allegato IV). Il raddoppio è determinato dal fatto che:

- … l’ammontare delle compensazioni non deve essere inferiore al prodotto del valore del

danno, calcolato come prodotto tra St e fdb (fattore di bilanciamento), e il doppio

dell’importo base vigente all’atto dell’istanza fissato per le compensazioni derivanti

dalle trasformazioni dei boschi …(aggiornamento del Piano Naturalistico Comunale

febbraio 2009)

Tali valori compensativi, al netto dei costi di compensazione forestali risultano comunque molto

elevati, è pertanto opportuno ribadire che il Parco, nell’incontro di gennaio 2011, ha

avanzato la proposta che comunque tali costi non debbano superare i 500.000 euro, e

più in generale i costi per le compensazioni ai danni naturali non devono essere

superiori alla soglia del 3% delle costi progettuali (intese come inclusive di costi di

progettazione e realizzazione).

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4. Interferenze tra opere/attività previste ed il sistema ambientale e relative

opere di mitigazione

4.1 Vegetazione

Per la realizzazione del percorso, sono previsti tagli vegetazionali su aree in cui sono presenti sia

boschi cedui sia boschi di alto fusto. Essi interessano principalmente l’area sita in comune di

Roncobello, in cui la composizione arborea presente è costituita da un elevato numero di faggi

(Fagus sylvatica), uniti a sporadici abeti (Picea abies).

Dai sopralluoghi effettuati e dall’analisi dei luoghi non sono comunque stati individuati alberi di

particolare pregio ne’ sono state avvistate specie floristiche rare o formazioni di particolare

interesse forestale.

Immagine di un tratto boscato in cui è previsto il passaggio del collegamento intervallivo.

Per questi motivi e, complessivamente, data l’estensione dell’area boschiva e la stretta fascia che è

interessata dall’opera non si osservano importanti modifiche delle condizioni botaniche dell’area. Il

presunto consumo di suolo dell’opera è di circa 4.4 ha (4m x 11.000m), di cui circa il 35-40% è a

bosco, mentre il resto a pascolo.

Per questi interventi previsti sugli ambiti boscati dovranno essere rispettati i criteri della disciplina

forestale ai sensi della LR n.31 del 5 dicembre 2008 relative alle opere di compensazione per

l’abbattimento di alberi ad alto fusto.

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E’ importante sottolineare che, a lavori ultimati, si dovranno prevedere azioni di ripristino del

patrimonio floristico dell’area così da riportare il luogo alle condizioni precedenti. Inoltre i

progettisti dovranno prestare particolare attenzione alla cura dell’inserimento del collegamento nel

suo contesto attraverso l’uso di specie autoctone e compatibili con il bosco presente.

Si dovrà dunque intervenire con opere volte alla messa a dimora di piante arboree e/o arbustive,

dove necessario, attuando lavori secondo schemi d’impianto ben precisi e a regola d’arte.

Tra gli usi del suolo sono comprese le praterie alpine di alta quota (zona Passo del Branchino), le

porzioni pascolive di alta quota, incolti improduttivi (rocce e pareti rocciose), incolti forestali (zone

di ricolonizzazione arborea o arbustiva insediatesi su ex aree pascolive) e formazioni boscate

consolidate (alnete, mughete, formazioni di maggiociondolo alpino) che nell’insieme determinano

la peculiarità del paesaggio tipico delle aree alpine al di sopra del limite della vegetazione

tipicamente forestale.

In queste aree dovranno essere previste azioni di ripristino della coltre del suolo vegetale con

opere di rinverdimento attraverso operazioni di semina o idrosemina a seconda della necessità.

Considerata la tipologia dell’intervento e della strada in sé, in fase di cantiere non sono previsti

impatti significativi relativamente al consumo di suolo limitato alla fascia di 4m. Al fine di ridurre

ulteriormente le interferenze con l’ambiente naturale si consiglia di porre particolare attenzione al

recupero del materiale di scavo che potrà essere utilizzato come livellamento del sottofondo

stradale. In questo modo si eviterà qualsiasi attività di stoccaggio di materiali che possa interferire

con le caratteristiche chimico-fisiche del suolo tali da alterare l’ecosistema presente.

Per quanto riguarda il sollevamento delle polveri causate dal passaggio dei mezzi esso dovrà

essere ridotto al minimo indispensabile, non interferendo con le specie vegetali presenti.

Inoltre in ragione del limitato uso di mezzi, date le condizioni logistiche delle aree di intervento,

tale effetto è comunque limitato alla fase di realizzazione del cantiere e non così significativo da

alterare lo status – quo dei luoghi.

E’ evidente che nella fase di cantierizzazione si dovranno attuare tutte quelle accortezze a

salvaguardia della vegetazione che, essendo elemento costitutivo del paesaggio, nella fase di

esercizio delle opere, rappresenta il legame con le condizioni strutturali e funzionali delle aree.

Per ciò le piante arboree che potrebbero risultare a rischio, dovranno essere protette con strutture

provvisorie in tavolame, o con fasciature sul tronco con onduline in materiale plastico o metallico.

Infine si precisa che in comune di Oltre il Colle il tratto in progetto non interferisce con l’area

perimetrata SIC del sentiero dei Fiori.

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Carta di rappresentazione del Sentiero dei Fiori rispetto al nuovo collegamento intervallivo

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4.2 Fauna

E’ appurata l’importanza per quest’area degli aspetti legati alla quantità ed alla diversità delle

specie faunistiche presenti. Per evitare il rischio di frammentazione dell’area, dovuto alla presenta

della nuova infrastruttura, il progetto dovrà studiare e prevedere l’adozione di soluzioni specifiche:

regolamentazione del traffico, inserimento paesaggistico dell’opera attraverso il ripristino dei

luoghi, in modo da evitare forti e permanenti interferenze con la fauna presente.

Non dovranno in ogni caso mancare l’attenzione per idonee connessioni ecologiche e/o la

realizzazione di corridoi faunistici, dove necessario, per l’attraversamento dell’infrastruttura

soprattutto da parte dei piccoli mammiferi, secondo schemi e opere da definirsi in funzione del

contesto.

Per quanto riguarda le operazioni di cantierizzazione la realizzazione delle opere di sistemazione

non rappresenta un impatto a lungo termine sull'assetto faunistico e sulle biodiversità in quanto il

disturbo arrecato alle specie presenti nell’area sarà temporaneo e limitato, legato soprattutto alla

presenza di rumori e polveri prodotti dal passaggio dei mezzi operativi e dalle lavorazioni diurne

che in questo caso saranno comunque estremamente localizzate e puntuali.

Durante questa fase è previsto l’impiego di macchinari conformi alle norme UE di emissioni sonore,

di limitato impatto che provocano una modesta alterazione della rumorosità dei luoghi limitata a

poche centinaia di metri dall’area di lavoro con livelli che si attendono, già a poche decine di metri

dall’area di cantiere, sui 50 dB(A).

Gli impatti in fase di cantiere derivanti dalle emissioni sonore sulla componente faunistica dovranno

quindi avere effetti temporanei e reversibili.

4.3 Paesaggio

Se da una parte la realizzazione di una strada è sempre un’opera di trasformazione sul paesaggio,

dall’altra sono importanti i vantaggi di fruizione che essa porta sia alle comunità interessate, sia ai

turisti presenti e potenziali, facendo sì che aree oggi poco conosciute, o conosciute solo da pochi

privilegiati, domani diventino un bene per tutti.

L’apertura di nuovi scorci sul paesaggio, la possibilità di accesso a tutti, la bellezza incondizionata

di queste valli sono un mix vincente per valorizzare, potenziare e rivitalizzare aree che oggi sono

soggette allo spopolamento ed all’abbandono.

In fase di realizzazione delle opere sarà cura evitare qualsiasi forte interferenza sul paesaggio,

evitando fenomeni di deturpamento, dal momento che le opere hanno come fine ultimo quello di

poter godere delle aree in esame e della visione di paesaggi che, diversamente, sarebbero

patrimonio di soli pochi eletti.

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Dovranno comunque essere previste opere di ingegneria naturalistica per il mascheramento degli

eventuali muri di contenimento del tracciato stradale, ove sia necessario a causa delle pendenze,

che garantiscano un buon inserimento ambientale in conformità alla direttiva sull’impiego dei

materiali vegetali vivi negli interventi di ingegneria naturalistica in Lombardia (D.G.R. 1 luglio 1997

n. 6/29567), alla direttiva Quaderno delle opere delle opere di ingegneria naturalistica (D.G.R. 29

febbraio 2000, n.6/48740) e alla Direttiva per il reperimento di materiale vegetale vivo nelle aree

demaniali da impiegare negli interventi di ingegneria naturalistica (DGR 11 dicembre 2000,

n.7/2571).

Per quanto riguarda l’impatto visivo del cantiere bisogna tenere presente che le aree interessate

dal collegamento sono molto lontane dagli abitati, condizione che ne limita automaticamente la

visibilità.

Nonostante nell’area di progetto e nell’intorno della stessa non sono state individuate opere o

manufatti di valore architettonico storico-culturale o paesistico ambientale che potrebbero essere

direttamente modificati dall’intervento, è bene prevedere, per i punti maggiormente “sensibili”

nell’ambito di intervento, il ripristino con operazioni di tipo compensativo di rinverdimento e di

piantumazione.

Relativamente alle acque individuate nel territorio comunale, non si rileva la possibilità che queste

vengano inquinate dalle lavorazioni previste, in quanto non interferenti ne’ direttamente ne’

indirettamente con le stesse. Inoltre non sono previsti scarichi né prelievi idrici.

Le opere sono progettate al fine di non modificare negativamente l'assetto idrologico del reticolo

superficiale ma altresì, dove possibile, in corrispondenza degli attraversamenti, di migliorare ai fini

della prevenzione dei rischi idrogeologici, ad esempio andando a realizzare piccoli tratti di scogliere

in massi ciclopici a sostegno delle sponde torrentizie e a prevenzione dei fenomeni erosivi, o tratti

in selciato in corrispondenza dell’attraversamento, che possano anche divenire eventualmente

zona di trattenuta del trasporto solido.

Gli interventi di regimazione idraulica con l’eliminazione di criticità idrauliche dovranno comunque

essere conformi alla direttiva Quaderno delle opere delle opere di ingegneria naturalistica (D.G.R.

29 febbraio 2000, n.6/48740) e alla Direttiva per il reperimento di materiale vegetale vivo nelle

aree demaniali da impiegare negli interventi di ingegneria naturalistica (DGR 11 dicembre 2000,

n.7/2571).

Inoltre il progetto non prevede scarichi di inquinanti, né lo stoccaggio in fase di cantiere di

materiale inquinante con pericolo di contaminazione delle acque di scorrimento superficiali e delle

risorse idriche sotterranee.

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In conclusione è importante che con la realizzazione dell’opera sia necessario prevedere opere di

sistemazione ambientale concepite in modo integrato con le soluzioni previste: ciò contribuisce al

perseguimento di un corretto ed adeguato inserimento paesistico – ambientale con canoni

progettuali, tipologie ed elementi attenti alle specificità del contesto locale e rispettosi delle

caratteristiche di pregio della zona.

4.4 Diminuzione o frammentazione di habitat d’interesse faunistico

E’ da tenere in considerazione che il consumo di suolo di circa 4ha complessivi risulta

proporzionato alla lunghezza del percorso e, soprattutto, la trasformazione del territorio rimane

limitata alla lingua di strada che si andrà a realizzare. Non c’è una vera perdita di habitat, né una

trasformazione tale da prevedere variazioni importanti sulla componente biotica.

A tal proposito l’obiettivo prioritario dell’intervento dovrà essere quello di tutelare e conciliare la

parte prettamente naturalistica di interesse conservazionistico con quella più legata agli elementi

antropici (sicurezza, accessibilità, fruizione). Da sottolineare che lo scopo del progetto dovrà

proprio essere quello di evitare dissonanze nel contesto, proponendo congiuntamente con la

realizzazione del collegamento, anche opere di inserimento paesaggistico ambientale ad hoc. Le

dimensioni del tracciato e la necessità di progettare opere di inserimento a verde a garanzia della

totale integrazione della strada non solo a livello puntuale ma anche a livello funzionale porterà ad

evitare qualsiasi tipo di frammentazione sia a livello territoriale, sia a livello degli habitat.

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5. Impatti da cantiere

Sempre più spesso, nell’ambito delle azioni di incidenza ambientale relative ai cantieri, vengono

previste opere finalizzate al monitoraggio e di controllo “in corso d’opera” degli aspetti ambientali

significativi, che vanno ad aggiungersi alla più tradizionale formulazione di misure di mitigazione

ambientale di tipo preventivo.

Esempi in questo senso sono l’attivazione di un “osservatorio ambientale” permanente, con

funzioni di monitoraggio degli impatti ambientali generati dalle attività di cantiere durante tutto il

periodo di svolgimento dei lavori e lo scambio delle informazioni finalizzate all’implementazione

tempestiva delle eventuali misure di mitigazione straordinarie che si rendessero necessarie.

Una seconda azione proposta, che può costituire uno degli strumenti operativi dell’osservatorio

stesso, è rappresentata dalla previsione di “audit ambientali periodici” attraverso cui rilevare, con

cadenza periodica prestabilita ed in occasione delle fasi di lavorazione, il maggiore impatto

ambientale, al fine di attivare le eventuali azioni straordinarie.

Poiché l’oggetto specifico di un impatto ambientale applicato alla fase di cantiere non è costituito

da un’opera o un intervento nel suo insieme bensì dalla sua realizzazione, e quindi da un’attività,

non appare singolare il fatto che l’efficacia di un’analisi di questo tipo risulti strettamente correlata

alla possibilità di intervenire con azioni di carattere gestionale, da intendersi come logica

prosecuzione degli studi di impatto ambientale volta a valutare in campo l’efficacia del progetto e

delle opere compensative ed a intervenire per sanare le situazioni di crisi.

Si delinea così un quadro nel quale la progettazione tecnica appare integrata con la progettazione

ambientale. Se, tuttavia, l’obiettivo ultimo rimane quello di una maggiore efficienza ambientale

nella realizzazione di un intervento, anche questo modello può non rappresentare l’ultimo passo

necessario: si può infatti osservare come la migliore prosecuzione dell’analisi ambientale svolta in

sede di progetto può aversi solo con l’attuazione di pratiche corrette nel corso delle attività stesse

di cantiere. In altri termini, fermo restando che per le nuove opere l’analisi della valutazione di

incidenza riveste un ruolo determinante, la ricerca delle migliori soluzioni per il contenimento delle

interferenze ambientali generate in fase di costruzione può venire rapidamente vanificata laddove

non sia accompagnata dall’applicazione di azioni e procedure corrette sino nel corso dell’ultima

fase di realizzazione.

Quindi l’ulteriore passo coinvolge direttamente, insieme al progettista tecnico ed all’analista

ambientale, il realizzatore: è necessario cioè che anche colui che dà vita reale al cantiere adotti

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sistemi di gestione ambientale rivolti agli obiettivi di salvaguardia ambientale, indipendentemente

da quanto le sue singole azioni siano regolamentate dalle indicazioni progettuali.

Le analisi ambientali connesse alla stesura di questo documento hanno evidenziato la presenza di

un impatto contenuto legato alla fase di realizzazione delle opere previste dal progetto sia in

termini quantitativi che di durata nel tempo.

Ciononostante programmare la predisposizione e l’attuazione di un piano di monitoraggio specifico

per il controllo della situazione ambientale sulla vegetazione e soprattutto sulla fauna, e la

valutazione degli effetti di interventi, diventa atto importante per la conservazione e la tutela dei

fattori ecologico ambientali.

Tale processo richiede una massima flessibilità nell’ottica di una “costruzione progressiva” della

strada ed un costante monitoraggio dell’evoluzione ecologica del luogo. Gli interventi di

conservazione e valorizzazione ambientale potranno essere realizzati per fasi successive, graduali e

condivise.

L’attenzione alle aree naturalistiche, attraverso una precisa valutazione dei luoghi di maggior

interesse ecologico-ambientale, unito con una fruizione controllata, può fungere da tema di

preservazione e conservazione del sito mantenendo la biodiversità presente e garantendo una

progettazione di tipo sostenibile e compatibile.

La finalità sarà quella di monitorare tutti i fattori ambientali intervenendo quando si crea una

situazione di necessità legata ad eventuali episodi di criticità. Tutto ciò con l’intento di proseguire il

continuo miglioramento dell’area sotto i punti di vista ambientale ed ecologico.

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6. CONCLUSIONI

La realizzazione del tracciato è un’iniziativa che viene proposta con finalità di:

• favorire lo sviluppo turistico del territorio sotteso ai due tratti della Val Brembana e Val Seriana

interessati dal collegamento intervallivo con un conseguente sviluppo delle attività economiche

direttamente connesse;

• rivitalizzare aree ad oggi soggette a spopolamento;

• favorire la fruizione e la conoscenza di luoghi di rilevanza paesistica e naturalistica;

• garantire l’accesso ai fondi e la continuità delle attività agricole e forestali della zona;

• consentire un collegamento intervallivo in termini di pianificazione di emergenza, a supporto agli

interventi di Protezione Civile.

Si sottolinea che nelle aree di intervento sono poi delocalizzate alcune baite e cascinali che, per la

loro favorevole esposizione e ubicazione, potrebbero essere sfruttate sia a scopi turistici sia agro –

pastorali usufruendo così di un corretto processo di crescita economica e sociale.

Per garantire il corretto inserimento paesistico-ambientale del nuovo collegamento e la piena

compatibilità con il contesto circostante, la realizzazione dell’opera dovrà seguire le seguenti

modalità:

- programmazione di un piano di monitoraggio specifico per il controllo dell’iter progettuale

sulle componenti ambientali, in particolare flora e fauna;

- recupero del materiale di scarto dalle escavazioni per la creazione del sottofondo stradale in

modo da evitare stoccaggio degli inerti;

- piantagione di alberi ed arbusti autoctoni idonei al ripristino della pregressa biocenosi dei

luoghi;

- realizzazione delle opere di compensazione per l’abbattimento di alberi ad alto fusto

previste ai sensi della LR n.31 del 5 dicembre 2008.

- rinverdimento dei muri di contenimento stradale in modo da creare un unicum con il

contesto d’intorno;

- creazione di corridoi faunistici per il passaggio della fauna dove la strada comporta una

barriera ecologica;

- valorizzazione di viste e canocchiali visivi.

Le eventuali opere di compensazione dovranno essere concordate di intesa tra i proponenti ed il

Consorzio del Parco, coerentemente con lo spirito del “Piano Naturalistico Comunale”.

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La nuova infrastruttura conferisce a questo ambito un forte carattere turistico e fruitivo all’interno

del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche, richiamando attività in un’area che negli ultimi

decenni ha subito un lento e inarrestabile spopolamento.

Nonostante ci si trovi in un contesto di particolare pregio ambientale, giustificato dal vincolo di

tutela, la realizzazione del collegamento intervallivo andrà ad apportare interferenze modeste se

studiato seguendo criteri di inserimento paesistico-ambientale ad hoc, tali da evitare dissonanze e

modifiche importanti sulla struttura ecologica oggi presente, nonché diventando occasione per una

trasformazione di segno positivo.