Studenti di infermieristica e maxiemergenze: un connubio ... · stiche delle competenze di base...

4
FORMAZIONE N &A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 22 A Anche se gli infermieri possono concordare o meno sulla necessità di competenze di base nella gestione delle catastrofi e delle maxie- mergenze, oltre alle competenze cliniche, tale formazione non è parte “integrante” della programmazione universitaria. In- fatti da alcune indagini conoscitive, in particolare, scorrendo i curriculum dei Corsi di Laurea in Infermieristica dei principali Atenei Italiani è emerso che gli infermieri, seppur formati nell’ambito dell’emergenza, non hanno rice- vuto durante il loro percorso di studi, nessuna for- mazione in ambito di medicina delle ca- tastrofi. Nella maggior parte dei casi, infatti, la pro- grammazione delle ore di lezioni è distribuita prevalentemente all’area che fa riferimento alla terapia intensiva, al pronto soccorso e\o a un breve accenno al territorio ed al 118. Tutto questo ci fa capire che ciò che fa parte delle maxie- mergenze e della medicina delle catastrofi non viene af- frontato, un po’ per mancanza di ore a disposizione dal pia- no formativo, un po’ perché questo viene considerato in molti casi una area di compe- tenza troppo specifica o non ri- chiesta dalla formazione di primo livello. Si evidenzia così un bisogno formativo in materia: di fun- zionamento della protezione civile, valutazione e organiz- zazione delle risorse, auto- protezione e sicurezza. E’ quindi assolutamente neces- sario individuare ciò che ogni infermiere neolaureato ha bi- sogno di sapere per potersi in- tegrare in modo efficace in un contesto di maxiemergenza che potrebbe coinvolgerlo a di- versi livelli come professio- nista sanitario. Come osserva Landesman, “Non ci sono due situazioni di emergenza o di- sastri uguali”. Ma, in ogni si- FLAVIO GHERI* GABRIELE BALLERINI** *Infermiere, componente comitato Garanzia CIVES nucleo Firenze [email protected] **Infermiere, UTIC sub-intensiva Cardiologia Invasiva 1 A.O.U.C., tesoriere CIVES nucleo Firenze [email protected] Studenti di infermieristica e maxiemergenze: un connubio che può funzionare

Transcript of Studenti di infermieristica e maxiemergenze: un connubio ... · stiche delle competenze di base...

FORMAZIONE

N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 201422

AAnche se gli infermieripossono concordare omeno sulla necessità dicompetenze di base nella

gestione delle catastrofi e delle maxie-mergenze, oltre alle competenze cliniche,tale formazione non è parte “integrante”della programmazione universitaria. In-fatti da alcune indagini conoscitive, inparticolare, scorrendo i curriculum deiCorsi di Laurea in Infermieristica deiprincipali Atenei Italiani è emerso che gliinfermieri, seppur formati nell’ambito

dell’emergenza,non hanno rice-vuto durante illoro percorso distudi, nessuna for-mazione in ambitodi medicina delle ca-tastrofi. Nella maggiorparte dei casi, infatti, la pro-grammazione delle ore di lezioni èdistribuita prevalentemente all’area che fa riferimento alla terapiaintensiva, al pronto soccorso e\o a un breve accenno al territorio edal 118. Tutto questo ci fa capire che ciò che fa parte delle maxie-

mergenze e della medicinadelle catastrofi non viene af-frontato, un po’ per mancanzadi ore a disposizione dal pia-no formativo, un po’ perchéquesto viene considerato inmolti casi una area di compe-tenza troppo specifica o non ri-chiesta dalla formazione diprimo livello. Si evidenzia così un bisognoformativo in materia: di fun-zionamento della protezionecivile, valutazione e organiz-zazione delle risorse, auto-protezione e sicurezza. E’quindi assolutamente neces-sario individuare ciò che ogniinfermiere neolaureato ha bi-sogno di sapere per potersi in-tegrare in modo efficace in uncontesto di maxiemergenzache potrebbe coinvolgerlo a di-versi livelli come professio-nista sanitario. Come osservaLandesman, “Non ci sono duesituazioni di emergenza o di-sastri uguali”. Ma, in ogni si-

FLAVIO GHERI* GABRIELE BALLERINI**

*Infermiere, componente comitato Garanzia CIVES nucleo [email protected]

**Infermiere, UTIC sub-intensiva Cardiologia Invasiva 1 A.O.U.C., tesoriere CIVES nucleo [email protected]

Studenti di infermieristica e maxiemergenze: un connubio che può funzionare

N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 23

tuazione, indipendentemente dalla causa, le competenze che gli in-fermieri devono possedere al fine di rispondere in modo efficace sonoessenzialmente le stesse. L’associazione CIVES del nucleo provinciale di Firenze ha avuto l’oc-casione di effettuare un seminario all’interno di due delle sedi del-l’ateneo Fiorentino, in modo così da fornire ai discenti che rappre-sentavano il terzo anno di studi, sia delle basi sull’organizzazionedella Protezione Civile Italiana sia degli accenni sull’approccio cheun professionista sanitario deve avere in caso di maxiemergenza e\odi eventi di grande portata.Per questo motivo, dopo un’attenta revisione della letteratura, è sta-to elaborato un progetto formativo che presenti tra le sue caratteri-stiche delle competenze di base omogenee, le quali consentirannoai futuri colleghi di muoversi con efficacia e sicurezza in scenari diprotezione civile e maxiemergenze, integrando il proprio bagaglioculturale e professionale.

Tematiche affrontate• Storia ed epidemiologia delle catastrofi.• Medicina delle catastrofi: aspetti generali e normativi.• L’organizzazione della protezione civile in Italia: strutture, livel-

li organizzativi e catena di comando.• Principi di auto protezione e sicurezza.• Il Triage nelle maxiemergenze.• Il Posto Medico Avanzato (PMA): struttura, dotazione e scopi.• L’intervento infermieristico nel PMA: priorità, interventi e manovre,

gestione delle risorse, identificazione e evacuazione delle vitti-me.

Materiali e metodiLa durata del corso è stata di 8 ore distribuite nell’arco di una inte-ra giornata. Il corso è stato organizzato con lezioni frontali, attraversole quali sono state illustrate le conoscenze teoriche fondamentali, unapiccola esercitazione in aula di gestione teorica e logistica di una ma-xiemergenza simulata nella quale gli studenti si sono “calati” nellediverse parti coinvolte in tale situazione ed infine una prova prati-ca di tecniche di immobilizzazione.Per poter sviluppare il seminario la nostra associazione ha pensatodi creare un breve questionario conoscitivo in modo da poter valu-tare quelle che erano le conoscenze di partenza degli studenti. Su untotale di circa cento studenti, hanno preso parte all’Attività Didat-tica Elettiva (ADE) Cives settanta discenti.

RisultatiCome possiamo notare dal grafico seguente (1.1) l’83% non effet-tua nessuna tipologia di attività di volontariato presso una associa-zione di soccorso sanitario, fatto che ovviamente avrebbe sicuramenteaiutato a comprendere meglio il sistema dell’emergenza territoria-le e delle maxiemergenze.

Effettui volontariato in una associazione?

Per tale motivo è stato necessario creare una tipologia di lezione checoinvolgesse l’intero gruppo di studenti, in modo tale da non rende-re la plenaria troppo ridondante per chi già conosceva il mondo delvolontariato, ne troppo complessa per chi di loro si affacciava per laprima volta a questa realtà. È stata quindi creata una lezione che for-nisse loro una lettura piuttosto chiara di come viene vissuta la Pro-tezione Civile e sulla tematica della medicina delle catastrofi. È sta-to anche curioso però, conoscere meglio quel 17% che nel propriotempo libero sceglie di rendersi utile alla cittadinanza. Come mostrail grafico seguente (1.2) possiamo notare che l’83% di loro, possie-de una formazione di livello avanzato (Legge Regionale Toscana 22Maggio 2001 n° 25), nella quale, come sappiamo, si richiede al vo-lontario una preparazione che fa riferimento all’approccio alla per-sona traumatizzata mentre solo il 17%, ovvero 2 futuri professioni-sti su 12, possiedono la certificazione come esecutore di Bls-D.

Livello di formazione dei volontari

FORMAZIONE

N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 201424

Non è stato quindi facile poter creare un seminario che vedeva ini-zialmente un gruppo di soggetti così disomogeneo, in quanto il ri-schio di imbattersi nella banalità o in argomenti già affrontati più vol-te era piuttosto elevato. La nostra indagine conoscitiva ha cercatoquindi di capire cosa poteva essere utile affrontare nella parte pra-tica del seminario, in quanto come vediamo chiaramente dal grafi-co (1.3) il 91% degli studenti non aveva mai preso parte ad una eser-citazione che facesse riferimento ad un evento considerato come unamaxiemergenza.

Hai mai preso parte ad una esercitazione di maxiemergenza?

Non avendo avuto modo di programmare una vera e propria eserci-tazione, è stata creata una simulazione in aula, dove gli studenti, sud-divisi in gruppi hanno avuto la possibilità di capire quali sono le ri-sorse da utilizzare in una situazione del genere e come queste devo-no a loro volta essere gestite, in modo da non creare spreco di risor-se umane, ma soprattutto ritardi e confusione nei soccorsi. Lo sce-nario di simulazione, molto semplice, prevedeva una maxiemergen-za nella zona centrale di Firenze, in pieno giorno ed i gruppi degli stu-denti dovevano, con l’aiuto dell’operatore Master che aveva ideatolo scenario, gestire al meglio la situazione in tutte le sue fasi.

Hai mai utilizzato dei presidi da immobilizzazione come il collare cervicale, la tavola spinale ed il ragno?

Infine, considerando il fatto che nella maggior parte dei casi, quan-do affrontiamo il vasto argomento degli interventi che vengono ef-fettuati in un evento di massa o in una calamità naturale o in un NBCRfacciamo riferimento al paziente traumatizzato, abbiamo deciso difare una piccola indagine su quanti di loro fossero in grado di uti-lizzare correttamente i presidi di immobilizzazione, necessari, dun-que quando dobbiamo approcciarci ad una situazione simile. Comepossiamo vedere dal grafico (1.4) ci siamo trovati in una situazio-ne dove solo il 14% degli studenti aveva già avuto modo di utiliz-zare dei presidi come il collare cervicale, la tavola spinale ed il ra-gno, al contrario del 36% che non ha mai avuto modo non solo diutilizzarli, ma allo stesso tempo, di capire come e quando questi de-vono essere utilizzati. È stato così utile affrontare questo argomen-to, toccando anche con mano quelli che sono i presidi. Alcuni pic-coli gruppi di studenti, infatti, hanno avuto la possibilità di effettuareuna piccola prova pratica (direttamente sulla loro pelle).È stato così possibile affrontare, anche se per breve tempo, un ar-gomento che non sta a cuore solo ai sanitari che quotidianamente sono

formati per agire in situazioni critiche, ma allo stes-so tempo è stato utile anche per fornire delle picco-le nozioni di base agli studenti ed allo stesso tempoun po’ di curiosità per questo mondo vasto e ancoraquasi del tutto inesplorato della medicina delle cata-strofi.ConclusioniDall’analisi di questi pochi e sintetici dati possiamodedurre che gli studenti del corso di laurea in infer-mieristica hanno una estrema necessità di formazio-ne nel campo della medicina delle catastrofi e nellagestione della persona traumatizzata.L’associazione CIVES del nucleo provinciale di Fi-renze ringrazia dunque l’ateneo Fiorentino e le duesedi del corso di laurea in infermieristica che hannoreso possibile lo sviluppo e la realizzazione di tale pro-getto, attraverso il quale non solo è stato possibile av-vicinare dei futuri Colleghi al mondo della ProtezioneCivile, ma anche ampliare il loro bagaglio culturale,

aspetto che non deve es-sere (assolutamente) tra-scurato in un sistema cherichiede sempre più mag-giori competenze ai pro-fessionisti sanitari.s

Note1. Guha-Sapir D. Overview oftypes of hazards and disasters,and their consequences. In:Landesman LY, editor. Disa-ster preparedness in schools ofpublic health: a curriculum forthe new century. Washington(DC): Association of Schoolsof Public Health; 2000. Sect.1.0, 1.1.2. O’Brien K. The role of nur-ses in disaster planning andmanagement [report]. Schoolof Nursing, La Trobe Univer-sity, Bendig, Australia. 1997Mar. http://redgum.bendigo.la-trobe. edu.au/~obrien/nursdi-sast.pdf.3. Alexander, M., & Runci-man, P. (2003). ICN Frame-work of Competencies for theGeneralist Nurse. Geneva: In-ternational Council of Nur-sing.4. Gebbie, K., & Qureshi, K.(2002). Emergency and disa-ster preparedness: core com-petencies for nurses. AmericanJournal of Nursing, 102(1),46–51.5. ICN creates disaster net-work. (2007). InternationalNursing Review, 54(3), 213–2156. E. Lumini, Ruolo dell’in-fermiere in medicina delle ca-tastrofi, relazione congressoMontichiari 2012

FORMAZIONE

N&A mensile italiano del soccorso · Anno 23° · Vol. 252 · Gennaio 2014 25