Straniero in Terra Straniera - Cap. 13

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L'Uomo di Marte è un enigma. E' un essere umano cresciuto dai Marziani, e l'unica cultura che conosce è quella del pianeta rosso. Jubal Harshaw, suo amico e avvocato, spiega a Duke, un collaboratore, perché la sua cultura merita lo stesso rispetto di quella terrestre e come mettersi nei panni del nuovo arrivato.

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Robert A. HeinleinStraniero in Terra Straniera

(1961)

Cap. 13

Quando se ne furono andati, Harshaw prese a dare istruzioni a Duke. A un tratto, si interruppe bruscamente. «Cos'è quella faccia cupa?» gli domandò.«Capo, quand'è che ci liberiamo di quel demone?» «Demone? Che commento da provinciale è mai questo?» «Io vengo dal Kansas. Nel Kansas non esistono casi di cannibalismo, sono tutti piú a ovest. Terrò per me le mie opinioni su chi è uno zotico e su chi non lo è… ma d'ora in avanti mangerò in cucina, almeno finché non ce ne liberiamo.»«E allora?» disse Harshaw in tono glaciale. «Anne ti può preparare l'assegno della tua liquidazione nel giro di cinque minuti… e non dovresti metterci piú di altri dieci minuti a raccattare i tuoi fumetti e la tua roba.»Duke stava montando un proiettore. Si fermò di colpo e raddrizzò la schiena. «Non ho mica detto che volevo andarmene.»«Quel che hai detto per me significa solo questo, figliolo.» «Ma… insomma, che cavolo? Ho mangiato in cucina un sacco di volte…»«Vero. Per tuo piacere personale, o per evitare di aiutare le ragazze o cose del genere. Per quel che mi riguarda, puoi anche prendere la colazione a letto, se riesci a convincere le ragazze a servirtela. Ma chi vive sotto il mio tetto non può rifiutarsi di cenare al mio tavolo perché non gradisce la compagnia. Si dà il caso che io appartenga a una stirpe ormai quasi estinta, quella dei gentiluomini all'antica, il che significa che posso essere un gran figlio di puttana ogni volta che ho voglia di esserlo. E in questo preciso momento mi va di esserlo, e quindi ti dico che non permetto nella maniera piú assoluta a nessun bigotto ignorante, superstizioso e pieno di pregiudizi di consigliarmi su chi devo far sedere alla mia tavola. Se scelgo di cenare con pubblicani e peccatori, sono solo affari miei. Ma non ho alcuna intenzione di dividere il pane con i farisei.»Duke avvampò fino alla radice dei capelli. «Ti prenderei a pugni» disse «e lo farei anche, se solo tu avessi la mia età.»«Non ti fare di questi scrupoli, Duke. Potrei rivelarmi piú tosto di quanto tu non immagini… e anche se non lo fossi, probabilmente il casino richiamerebbe gli altri. Credi di potertela cavare altrettanto bene con l'Uomo di Marte?»«Quello? Lo potrei spezzare in due con una mano sola!»«Probabile… sempre ammesso che tu riesca a mettergliela addosso, la mano.»«Eh?»«Hai visto cos'è successo quando ho tentato di puntargli addosso la pistola. Duke… dov'è quella pistola?Prima di flettere i tuoi bicipiti, fermati un attimo a pensare… sempre che tu ne sia capace. Trova quella pistola, poi dimmi se sei ancora convinto di poter spezzare in due Mike. Ma prima, trovami quell'arma.»Duke aggrottò la fronte, quindi prosegui nel montaggio del proiettore. «Un giochetto di mano. I filmati lo dimostreranno.»«Duke, lascia stare quel proiettore. Siediti. Lo sistemerò io quando te ne sarai andato. Voglio dirti un paio di cose.»«Jubal, te l'ho detto che non devi toccarlo. Ogni volta che lo fai, va fuori fase. È un apparecchio molto delicato.»«Siediti, ho detto.»«Ma…»«Il proiettore è mio, Duke. Posso anche spaccarlo in due, se ne ho voglia. Ma non accetto un servizio da un uomo che si è appena dimesso dalle sue mansioni.»«Ehi, io non mi sono dimesso! Sei tu che sei diventato improvvisamente cattivo e ti sei sfogato licenziandomi… senza un motivo.»«Siediti, Duke» disse Harshaw pacatamente. «O ti siedi… e lasci che io tenti di salvarti la vita, oppure ti volti, esci di qui e te ne vai il piú velocemente possibile. Ti manderò la liquidazione e le tue cose in seguito; non ti conviene fermarti a fare le valigie, perché è troppo rischioso. Potresti non vivere tanto a lungo.»«Che diavolo stai dicendo?»«Esattamente quel che ho detto. Duke, non ha alcuna importanza se tu ti sia dimesso o se sia stato licenziato; hai terminato il tuo contratto lavorativo con me dal momento in cui hai dichiarato che non ti saresti piú seduto al

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mio tavolo. Ciò nonostante, trovo che sarebbe di pessimo gusto che tu venissi ucciso qui all'interno della mia proprietà. Quindi ti prego di sederti, e farò tutto quello che posso per evitare che ciò avvenga.»Duke assunse un'espressione sconvolta; aprì la bocca, la richiuse, quindi si sedette. «Sei fratello d'acqua di Mike?» gli domandò Harshaw.«Certo che no. Ho sentito che ne parlavano… ma se vuoi sapere la mia, sono solo cavoiate.»«Non sono affatto cavoiate, e comunque nessuno ti ha chiesto cosa ne pensi; non sei abbastanza competente per avere un'opinione al riguardo.» Harshaw fece una smorfia. «È un vero peccato. Purtroppo non potrò lasciarti andare via così… Duke, io non voglio licenziarti; finora hai svolto ottimamente il tuo compito di far funzionare tutti gli apparecchi che ci sono qui in giro, evitandomi la seccatura di problemi tecnici ai quali non sono affatto interessato. Tuttavia, non solo devo fare in modo che tu te ne vada da questo luogo in tutta sicurezza, ma devo anche scoprire subito chi altri nella casa non è fratello d'acqua di Mike… e fare in modo che lo diventino o che se ne vadano, prima che accada loro qualche cosa.» Jubal si morse il labbro e fissò il soffitto. «Forse sarebbe sufficiente estorcere a Mike la solenne promessa di non danneggiare nessuno senza il mio permesso specifico. Però non posso correre questo rischio; da queste parti si scherza sempre, e c'è la possibilità che Mike interpreti male qualche gesto fatto per puro divertimento. Mettiamo che Larry butti Jill nella piscina per scherzo: ebbene, potrebbe benissimo finire nello stesso luogo in cui è ora quella pistola prima che io faccia in tempo a spiegare a Mike che si trattava di un gioco e che Jill non era affatto in pericolo. Non vorrei veder morire Larry a causa della mia noncuranza; ha tutto il diritto di divertirsi senza morire a causa di una mia distrazione. Duke, sono convinto che ognuno si scavi la fossa da solo e a modo suo, ma non penso che questo sia un buon motivo perché un adulto dia a un bambino un candelotto di dinamite con cui giocare.»«Capo» disse Duke lentamente «mi sembra che tu ti sia fatto prendere dalla paranoia. Mike non farebbe male a una mosca. Certo, quei discorsi sul cannibalismo mi danno il voltastomaco, ma non mi devi fraintendere per questo; so benissimo che è solo un selvaggio, che non sa ancora come deve comportarsi, ma non credo che nuocerebbe a qualcuno.»«Sei sicuro?»«Ne sono convinto.»«Bene. Hai due o tre pistole in camera tua, non è vero? Ebbene, ti dico che è pericoloso. La stagione della caccia ai marziani è ufficialmente aperta, quindi ti consiglio di andare giú a cercare di ammazzarlo. Non ti preoccupare per le ripercussioni legali; ti difenderò io, e ti assicuro che non sarai condannato. Dài, fallo!»«Jubal, che dici? Mi stai prendendo in giro.»«Sì, hai ragione, ti sto prendendo in giro. E sai perché? Perché non ci riusciresti mai. Se ci provassi, la tua pistola sparirebbe, e se insistessi, probabilmente tu faresti la stessa fine. Duke, tu non hai idea di ciò con cui hai a che fare. Mike non è affatto innocuo, e non è nemmeno un selvaggio. Sospetto piuttosto che i selvaggi siamo noi. Hai mai allevato serpenti?»«Uh… no.»«Io sì invece, quando ero ragazzino. Volevo diventare uno zoologo. Un inverno, giú in Florida, ho catturato quel che sembrava un serpente scarlatto. Sai che aspetto hanno?»«Non mi piacciono i serpenti.»«Di nuovo con i tuoi stupidi pregiudizi. La maggior parte è completamente innocua, utile e divertente da allevare. Il serpente scarlatto, poi, è una vera bellezza; è nero, giallo e rosso, è docilissimo ed è un ottimo animale da compagnia. Penso che per certi versi si fosse anche affezionato a me, nel suo strano modo da rettile. Naturalmente sapevo bene come maneggiare i serpenti, come non allarmarli e non dar loro la possibilità di mordere. Ma ero molto affezionato a quella bestiola in particolare; era la perla della mia collezione. Spesso lo portavo fuori per mostrarlo alla gente, tenendolo per la testa e lasciando che mi si avvolgesse attorno a un braccio.«Un bel giorno, ebbi la possibilità di mostrare la mia collezione all'erpetologo dello zoo di Tampa, e gli feci vedere il mio gioiellino. Ci mancò poco che gli venissero le convulsioni. Il mio cucciolotto non era affatto un serpente scarlatto, ma un giovane serpente corallo: un cobra americano, il piú velenoso di tutto il Nord America. Duke, capisci quel che voglio dire?»«Capisco che allevare quelle bestie è pericoloso. Se me lo avessi chiesto, te l'avrei detto.»«Oh, per l'amor di Dio! Avevo già dei serpenti a sonagli e dei mocassini d'acqua nella mia collezione. Un serpente velenoso non è affatto pericoloso, non piú di una pistola carica, se si sa come trattarlo. Ciò che rendeva così pericoloso quel serpente corallo era il fatto che non sapessi che era velenoso. Se, nella mia ignoranza, lo avessi maneggiato con leggerezza, avrebbe potuto uccidermi con la stessa casualità e la stessa innocenza con cui un gattino graffia. È questo che sto cercando di spiegarti a proposito di Mike. Sembra tenero e indifeso… e sono convinto che sia gentilissimo e cortese con qualsiasi persona di cui si fida. Ma se non si fida di te… be', non è

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affatto tenero come sembrerebbe. Se lo guardi sembra un normalissimo essere umano in giovane età, un po' ingenuo, decisamente goffo e ignorante… ma allo stesso tempo molto brillante, docile e smanioso di imparare. Tutto ciò non deve sorprendere, se si considera la sua genealogia e la sua particolare esperienza di vita. Tuttavia, come il mio piccolo serpentello domestico, Mike è molto piú di quanto non appaia a prima vista. Se non si fida ciecamente di te, può diventare aggressivo, e di certo è piú mortale e pericoloso del serpente corallo. Soprattutto se pensa che stai facendo del male a uno dei suoi fratelli d'acqua, come Jill o me.»Harshaw scosse tristemente il capo. «Duke, pochi minuti fa, quando ti ho rivelato alcune tristi verità che ti riguardano, se tu avessi ceduto al tuo impulso di tirarmi un pugno, e se per caso in quel momento Mike si fosse trovato dietro la porta… Be', sono convinto che avresti avuto ben poche speranze di continuare a vivere. Forse nessuna. Ti saresti ritrovato morto prima ancora di rendertene conto, e io non avrei potuto fare nulla per fermarlo. Mike poi si sarebbe profuso in mille scuse per aver “sprecato del cibo”, riferendosi alla tua vecchia carcassa. Certo, si sarebbe sentito in colpa, come hai potuto constatare poco fa. Ma non per averti ucciso; l'avrebbe considerata una semplice necessità alla quale lo avevi costretto… e, comunque, non sarebbe stata una faccenda molto importante, nemmeno per te. Vedi, Mike è convinto che la nostra anima sia immortale.»«Eh? Be', diavolo, anch'io ne sono convinto. Ma…»«Ah, sì?» domandò Harshaw in tono ironico. «Ne sei sicuro?»«Certo! Oh, ammetto che non vado in chiesa molto spesso, ma sono stato educato in modo giusto. Non sono mica un ateo, io. Ho fede.»«Bene. Anche se non credo di aver mai capito il significato della parola “fede” in termini religiosi, allo stesso modo in cui non ho mai capito come un Dio giusto possa aspettarsi che le sue creature scelgano la religione corretta fra una miriade di religioni false… seguendo solo la fede. Mi pare un modo piuttosto approssimativo per far funzionare un'organizzazione, che si tratti di un universo intero o di qualcosa di piú piccolo. Tuttavia, visto che sei dotato di fede e visto che ciò include la convinzione dell'immortalità, è inutile che stiamo qui a preoccuparci del fatto che i tuoi pregiudizi possano essere la causa della tua morte prematura. Preferisci essere cremato o seppellito?»«Eh? Per l'amor di Dio, Jubal, smettila di fare l'uccello del malaugurio.»«Non lo sto facendo. Sto solo cercando di farti capire che non posso garantirti l'incolumità nella mia proprietà finché continuerai a pensare che il serpente corallo sia un innocuo serpente scarlatto. Ti ho avvertito, ogni errore che commetti potrebbe essere l'ultimo… ma ti prometto che non permetterò a Mike di mangiare il tuo cadavere.»Duke spalancò la bocca. Riuscì a rispondere solo dopo un po', con parole concitate, profane e incoerenti. Harshaw stette ad ascoltarlo finché non ebbe finito. «Va bene, va bene, ora calmati. Puoi metterti d'accordo con Mike. Credevo di farti un favore.» Harshaw si girò e si chinò sul proiettore. «Voglio vedere questi filmati. Rimani pure finché non ho finito, se vuoi. Probabilmente qui sei piú al sicuro. Maledizione!» aggiunse. «Questo aggeggio maledetto mi frega sempre!»«Per forza, se tenti di forzarlo… Ecco.» Duke si occupò della regolazione, quindi inserì la prima cartuccia. Nessuno dei due accennò piú a licenziamenti o dimissioni. I due si sedettero a rivedere gli eventi che avevano portato alla scomparsa della cassa di brandy.Jubal osservò la scatola che veniva lanciata sulla sua testa, e la vide scomparire a mezz'aria. «Per me può bastare» disse.«Anne sarà felice di sapere che le telecamere sostengono la sua tesi. Duke, fammi rivedere quest'ultima parte al rallentatore.»«Okay.» Duke tornò indietro. La scena era la stessa, ma il suono rallentato era inutile, così lo escluse. La scatola si mosse lentamente dalle mani di Jill verso la testa di Jubal, quindi, a un tratto, cessò di esistere. Ma non scomparve nel nulla da un momento all'altro; grazie al rallentatore, fu possibile constatare che si era rimpicciolita gradualmente, fino a sparire del tutto.Jubal annui con aria pensierosa. «Duke, puoi rallentare l'immagine ancora un po'?»«Un attimo solo. C'è qualcosa che non va nello stereo.»«Cosa?»«Che io sia maledetto se riesco a capire il perché. A velocità normale sembrava tutto a posto, ma quando l'ho rallentato, l'effetto di profondità è cambiato. Lo hai visto tu stesso. Quella scatola si è allontanata rispetto a noi, molto velocemente, ma mi è sembrata sempre alla stessa distanza dalla parete. Sembra un'inversione di parallasse. Eppure non ho mai tolto la bobina dalla sua sede.»«Aspetta un attimo, Duke. Fammi vedere la stessa immagine ripresa dall'altra telecamera.»«Uh… ah, già, ho capito. Così avremo la visione dal lato opposto e vedremo quel che è successo anche se ho alterato in qualche modo questa pellicola.» Duke sostituì la bobina. «La prima parte la saltiamo, okay? Ti faccio vedere la parte che conta rallentata di dieci.»«Fa” pure.»

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La scena era identica, a parte il diverso angolo di ripresa. Quando arrivarono al momento in cui Jill prendeva in mano la scatola, Duke rallentò nuovamente e osservarono la scatola che se ne andava.Duke imprecò. «C'è qualcosa che non va anche in questa telecamera.»«Dici?»«Ma certo. Questa ripresa è stata fatta di lato rispetto alla traiettoria della scatola, quindi avrebbe dovuto per forza scomparire da un lato o dall'altro. Invece l'abbiamo vista allontanarsi dritta dal nostro punto di osservazione anche in questo caso. O no? L'hai vista, vero? È andata via allo stesso modo in tutt'e due le pellicole.»«Sì» assenti Jubal. «È andata via in linea retta rispetto al nostro punto di osservazione.»«Ma è impossibile! Non da due angolazioni diverse!»«Come sarebbe 'è impossibile”? Lo hai visto tu stesso, no? Mi domando che cosa avremmo visto se invece delle telecamere avessimo usato un radar.»«Che vuoi che ne sappia? Adesso smonto tutt'e due le telecamere pezzo per pezzo.»«Non ti dannare inutilmente.»«Ma…»«Non perdere tempo, Duke. Le telecamere sono a posto. Che cosa si trova esattamente a novanta gradi rispetto a tutto il resto?»«Non sono mai stato bravo con gli indovinelli.»«Non è un indovinello, sto parlando sul serio. Che cosa si trova esattamente a novanta gradi rispetto a tutto il resto? Risposta: due corpi umani, una vecchia pistola e una scatola vuota.»«Che cavolo stai dicendo, capo?»«Non ho mai parlato con maggiore chiarezza in vita mia. Prova a credere in ciò che hanno visto le telecamere, invece di fissarti sul fatto che debbano essere difettose solo perché non hanno visto ciò che ti aspettavi di vedere. Vediamo gli altri filmati.»Harshaw non fece alcun commento nel corso della proiezione; non aggiungeva nulla a quanto già sapeva. Il portacenere salito fino al soffitto era rimasto fuori dal campo visivo delle telecamere, ma la sua discesa e l'atterraggio sulla scrivania erano stati registrati. L'immagine della pistola sullo schermo era piuttosto piccola, ma per quel che si riusciva a vedere pareva proprio che avesse subito la stessa sorte della scatola, scomparendo in lontananza pur senza muoversi dal punto in cui si trovava. E dato che nel momento in cui si era rimpicciolita nella sua mano Harshaw la stava stringendo saldamente, non potè far altro che ritenersi soddisfatto… anche se forse, pensò, “soddisfatto” non era il termine adatto. “Convinto” forse andava meglio.«Duke, quando trovi il tempo, fammi una copia di ognuna di queste pellicole.»Duke ebbe un attimo di esitazione. «Vuoi dire che continuo a lavorare qui?»«Cosa? Oh, al diavolo! Non mangi in cucina, questo è certo. Cerca di eliminare i tuoi pregiudizi e prova a limitarti a guardarti bene attorno. Ce la fai?»«Ci proverò.»«Quando Mike mi ha chiesto se poteva avere il privilegio di mangiare la mia vecchia carcassa, mi stava concedendo il piú grande onore che conoscesse… in base alle uniche regole che gli hanno insegnato. La sua educazione, per dirlo in altri termini. Riesci a capire? Hai sentito il tono della sua voce, hai visto il modo in cui si comportava. Mi stava facendo il piú grande complimento che potesse, chiedendomi un favore. Non pensare al modo in cui la pensano nel Kansas; Mike usa i valori che gli sono stati insegnati su Marte.»«Continuo a preferire il Kansas.»«Be'» ammise Jubal «in effetti anch'io. Ma non si tratta di una questione di libera scelta né per me né per te, e tantomeno per Mike. Siamo tutti e tre prigionieri del nostro indottrinamento giovanile, poiché è pressoché impossibile scrollarsi di dosso ciò che ti insegnano da bambino. Duke, è mai possibile che tu non riesca a capire che se fossi nato su Marte e fossi stato allevato dai marziani avresti esattamente lo stesso atteggiamento di Mike riguardo al mangiare un'altra persona o al farsi mangiare?»Duke ci pensò su, quindi scosse il capo. «No, Jubal, non posso sopportarlo. Certo, per la gran parte delle cose ammetto che Mike è stato piú sfortunato di me perché non è cresciuto in un paese civile. Sono piú che disposto a concedergli un po' di comprensione. Ma per quanto riguarda il cannibalismo, non sono d'accordo. Si tratta di un istinto primario.»«“Istinto primario”! Ma che stai dicendo?»«Eppure lo è. Non ho certo dovuto imparare da mamma a non mangiare i miei amichetti. Che cavolo, non ne avevo mica bisogno! Ho sempre saputo che si trattava di un peccato, e anche di uno di quelli brutti, per giunta. Caspita, il solo pensiero mi va venire il voltastomaco! È un vero e proprio istinto basilare.»Jubal emise un grugnito. «Duke, come cavolo hai fatto a imparare tante cose sul funzionamento degli apparecchi senza capire come funzioni tu stesso? Quel senso di nausea che provi non è affatto istintivo; si tratta di un

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riflesso condizionato. Tua madre non ha avuto bisogno di dirti di non mangiare i tuoi compagni di gioco solo perché è una cosa che hai appreso automaticamente dalla nostra cultura di base… allo stesso modo in cui l'ho appresa io. Barzellette sui cannibali e i missionari, cartoni animati, fiabe, racconti dell'orrore e un'infinità di altre cose. E questo non ha nulla a che vedere con l'istinto. Figliolo, non è possibile che sia un istinto… soprattutto perché, a livello storico, il cannibalismo è una delle abitudini umane piú diffuse in assoluto, un costume che è stato adottato da ogni singola stirpe della razza umana. Dai tuoi avi, dai miei, da quelli di tutti quanti.»«Forse dai tuoi avi sì, ma non mettere di mezzo i miei.»«Mm. Duke, una volta non mi avevi detto di avere degli antenati indiani americani?»«Già, un ottavo circa. Quando ero nell'esercito mi chiamavano “Grande Capo”. E allora? Non me ne vergogno mica; anzi, ne vado fiero.»«Non c'è alcun motivo per cui te ne debba vergognare, ma nemmeno qualcuno per cui tu debba esserne orgoglioso. Tuttavia, nonostante il fatto che sia molto probabile che entrambi abbiamo lontani parenti cannibali nei nostri alberi genealogici, ci sono ottime possibilità che quelli della tua parte siano molto meno distanti dei miei, perché…»«Come ti permetti, brutto vecchio pelato di un…»«Ehi, ehi, rilassati! Hai detto che avresti tentato di ascoltare, ricordi? Il cannibalismo rituale era un costume molto diffuso fra le culture aborigene del Nord America. Se non ci credi, controlla tu stesso su qualche libro. E a parte questo, noi due, per il semplice fatto di essere nordamericani, abbiamo delle ottime probabilità di avere anche un briciolo di sangue africano nelle vene, pur non sapendolo… Ma anche se fossimo entrambi discendenti da una purissima stirpe nordeuropea, questa nostra discendenza ci permetterebbe di stabilire esattamente da quale razza di cannibali discendiamo… Sì, perché ogni singola branca o stirpe della razza umana, senza alcuna eccezione, ha praticato il cannibalismo nel corso della sua storia. Duke, è assurdo dire che un costume va “contro i nostri istinti”, quando è stato praticato da centinaia di milioni di esseri umani.»«Ma… va be', ho capito. Ho fatto male a discutere con te, Jubal. Tu riesci sempre a girare le cose a tuo favore. Comunque, anche se discendessimo tutti da un branco di selvaggi senza cognizione, e non lo sto ammettendo ma ipotizzando, questo non cambierebbe nulla, perché ora siamo civilizzati. O perlomeno io lo sono.»Jubal sorrise allegramente. «Il che significa che io non lo sono. Figliolo, mettendo da parte il mio personale riflesso condizionato che rende contrario a mangiare una parte di te, considero il nostro tabù riguardo al cannibalismo un'ottima cosa, ma per motivi puramente pratici… perché non siamo affatto civilizzati.»«Cosa?»«È evidente. Se non avessimo un tabù così forte contro il cannibalismo, talmente forte da convincerti che si tratti di un istinto, mi verrebbe in mente una lunga lista di persone cui farei bene a non dare mai le spalle. Soprattutto considerando il prezzo della carne di questi tempi. Che ne pensi?»Duke abbozzò un sorriso. «Forse in questo c'è qualcosa di vero. Non sarei certo pronto a scommettere sulla mia ex suocera: mi odia a morte.»«Visto? E che mi dici del nostro simpatico vicino dal lato sud, che fa finta di non vedere le recinzioni e spara sulle bestie degli altri durante la stagione della caccia? Credo che se non avessimo quel tabù, io e te saremmo già finiti nel suo frigorifero. Invece, di Mike mi fiderei ciecamente, perché lui è civilizzato.»«Prego?»«Mike è perfettamente civilizzato, anche se in stile marziano. Duke, ci tengo a dirti che non capisco affatto il punto di vista marziano, e che probabilmente non lo capirò mai. Ma dalle chiacchierate che ho fatto con Mike ho capito che la pratica marziana non è assolutamente del tipo cane-mangia-cane… o marziano-mangia-marziano. Sappiamo che mangiano i loro morti, invece di seppellirli, bruciarli o cos'altro. Ma si tratta di un'usanza altamente formalizzata e di carattere profondamente religioso. Non è possibile che un marziano venga ucciso contro la sua volontà. Di fatto, per quel che sono riuscito a scoprire, il concetto di omicidio non rientra nemmeno nella mentalità marziana. I marziani muoiono solo quando lo decidono loro stessi, dopo averne discusso, dopo aver chiesto consigli agli amici e aver ricevuto il consenso di unirsi a loro da parte dei loro antenati. Una volta che decide di morire, un marziano può farlo con estrema facilità, allo stesso modo in cui tu chiudi gli occhi; senza violenza, dolorose malattie o un'overdose di barbiturici. Un momento è vivo e sta bene, e un attimo dopo si è lasciato alle spalle un corpo morto. È allora che i suoi amici piú cari mangiano ciò che a lui non serve piú, “grokkandolo”, come direbbe Mike, e lodando le sue virtù mentre spalmano la senape. Anche il neofantasma partecipa al festino, in quanto si tratta anche di una specie di consacrazione nel corso della quale il fantasma ottiene la carica di “Anziano”, il che, se ho ben capito, corrisponde piú o meno a un nostro uomo di Stato.»Duke era disgustato. «Mio Dio, che robaccia da trogloditi! Mi fa venire il voltastomaco.»«Davvero? Per Mike invece è una solenne e gioiosa cerimonia religiosa.»

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Duke sbuffò. «Jubal, non crederai mica a quelle storie sui fantasmi, vero? Sono sicuro che non ci credi. È solo cannibalismo combinato con superstizioni di bassa lega.»«Io non arriverei a tanto. Devo ammettere che il concetto di questi “Anziani” marziani risulta un po' ostico da mandar giú, ma Mike ne parla come se fossero reali, come me e te. In quanto al resto… Duke, in quale Chiesa hai ricevuto la tua educazione religiosa?»Duke glielo disse. Jubal annui e prosegui: «Lo immaginavo. In Kansas appartengono tutti a chiese come la tua, o talmente simili alla tua che per distinguerle una dall'altra dovresti leggere il cartello sulla facciata. Ora dimmi… come ti sei sentito quando hai preso parte per la prima volta al cannibalismo simbolico che ha un ruolo così fondamentale nei rituali della Chiesa della quale fai parte?»Duke lo fissò. «Che diavolo stai dicendo?»Jubal sbatté le palpebre con aria solenne, fissandolo a sua volta. «Eri un membro effettivo della chiesa, o andavi solo a catechismo da bambino?»«Ma certo che ero membro della chiesa. Lo era tutta la mia famiglia. E lo sono ancora… anche se non ci vado molto spesso.»«Allora dovresti sapere di che cosa sto parlando, se solo tu ti fermassi un attimo a riflettere.» Jubal si alzò in piedi di scatto. «Ma io non faccio parte né della tua chiesa né di quella di Mike, quindi non ho alcuna intenzione di stare a discutere sulle sottili differenze fra una forma di cannibalismo e l'altra. Duke, ho del lavoro urgente da fare. Non posso perdere tempo a cercare di scrollarti di dosso tutti i tuoi pregiudizi. Hai intenzione di andartene? Se è così, sarà meglio che ti accompagni io quando esci, almeno non dovrò preoccuparmi per la tua incolumità. Se invece vuoi rimanere, fallo pure: ma dovrai comportarti bene, quindi dovrai mangiare a tavola con tutti noi cannibali.»Duke fece una smorfia. «Credo che rimarrò.»«Come preferisci. Perché da questo momento in avanti, mi esonero da qualsiasi responsabilità nei confronti della tua persona. Hai visto anche tu i filmati; avrai capito che questo tipo di Marte che alloggia qui con noi può essere molto pericoloso, e in modo imprevedibile.»Duke annui. «Ho afferrato; non sono stupido quanto pensi, Jubal. Ma non ho nemmeno intenzione di permettere a Mike di scacciarmi da qui. Tu dici che è pericoloso, e so che potrebbe esserlo, se dovesse andare su di giri. Ma non ho nessuna intenzione di farlo irritare. Cavolo, Jubal, anche a me sta simpatico quel tipo, in qualche modo.»«Mmmm… va be', anche se continuo a pensare che tu lo stia sottovalutando. Senti, se per caso provi un minimo di simpatia nei suoi confronti, la migliore cosa che tu possa fare è offrirgli un bicchiere d'acqua e berlo assieme a lui. Hai capito? Diventare il suo “fratello d'acqua”.»«Ci penserò su.»«Ma se lo fai, Duke, non barare. Se Mike accetta la tua offerta di fratellanza acquatica, sarà terribilmente serio al riguardo. Da quel momento in poi si fiderà ciecamente di te, a prescindere dalla situazione, quindi ti sconsiglio vivamente di istituire quel rapporto a meno che tu non sia ugualmente disposto a fidarti di lui e a stargli accanto, anche se la situazione non è delle migliori.»«L'ho capito. È per quello che ho detto “ci penserò su”.»«Okay. Ma non metterci troppo tempo a decidere… perché ho la sensazione che la situazione peggiorerà in breve tempo.»

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