STRAMPELLI. La rivoluzione verde

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ROBERTO LORENZETTI STRAMPELLI La rivoluzione verde

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ROBERTO LORENZETTI

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Abbreviazioni

ASR - Archivio di Stato di RietiAP - Archivio privato della famiglia Potenziani presso l’Archivio di Stato di RietiASSGRi - Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di RietiASSGRi - APS - Archivio privato Strampelli (si tratta della parte d’archivio conservata nello studio Strampelli)Sott. - SottoprefetturaAC - Serie Arti e Commercio del fondo Sottoprefettura presso l’Archivio di Stato di RietiASRoma - Archivio di Stato di RomaCam. - Fondo Camerale presso l’ASRomaASCRi - Archivio Storico del Comune di RietiIP - Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRiIC - Serie Industria e Commercio dell’ASCRiASCCont. - Archivio Storico del Comune di ContiglianoAG - Serie Agricoltura dell’ASCRiCAR - Comizio Agrario di RietiACS - Archivio Centrale dello StatoIP - Inchieste ParlamentariArGIA - Atti della Giunta per l’Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricolaIP - Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRiMaic - Ministero di Agricoltura Industria e CommercioINA - Institut International d’AgricoltureSIPZ1 - Società Italiana per la produzione dello zucchero indigenoIG - Categoria Istituto di Genetica dell’ASSGRiINGC - Istituto Nazionale di Genetica dell’ASSGRiSNTAF - Sindacato Nazionale Tecnici Agricoli FascistiMENDGA - Ministero dell’Economia Nazionale - Direzione Generale dell’AgricolturaCFLA - Confederazione Fascista Lavoratori dell’AgricolturaCPPG - Commissione provinciale per la propaganda granariaACS - Archivio Centrale dello StatoSPD - Segreteria Particolare del Duce

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INDICE

Premessa Pag. 7

1 NAZARENO STRAMPELLI. NOTA BIOGRAFICA 11

2 LE ISTITUZIONI AGRARIE REATINE. DALL’ACCADEMIA AGRARIA PREUNITARIA 15ALLA CATTEDRA AMBULANTE PER LA CEREALICOLTURA

3 IL GRANO DI RIETI 31

4 LASSÙ A CAMPOMORO A STRAPAPR SEGRETI ALLA NATURA 39

4.1 Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica 394.2 I prodotti del lavoro: i grani Strampelli 544.3 Essere artisti o archeologi? La polemica tra Strampelli e Todaro 59

5 LE STRUTTURE E I RISULTATI 71

5.1 Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia 715.2 La trasformazione della Cattedra in Stazione sperimentale 725.3 Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura 795.4 La terra 875.5 Le stazioni fitotecniche 965.6 Foggia 975.7 Roma 1015.8 Cagliari 1035.9 Rieti 1055.10 S. Angelo Lodigiano 1125.11 Badia Polesine 1145.12 Montagnana, Urbino, Forlì 1205.13 Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttori all’ARS 1295.14 Gli impianti per la molitura e la panificazione 136

6 DA CAMPOMORO ALLA PAMPA ARGENTINA 145

6.1 Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina 1456.2 Le aspettative comuni 1526.3 Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centro sperimentale Strampelli di Olivos 159

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7 I GRANI STRAMPELLI E IL FASCISMO 173

7.1 I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze di Arrigo Serpieri 1737.2 La battaglia del grano 1767.3 Produzione nazionale, fabbisogno e protezionismo 1827.4 I grani Strampelli nella battaglia del grano 1917.5 Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicoltura italiana tra le due guerre 2037.6 Strampelli e Mussolini 203

8 DALLA BATTAGLIA DEL GRANO ALAL RIVOLUZIONE CINESE DI MAO. 211I GRANI STRAMPELLI NEL MONDO

9 FONTI BIBLIOGRAFICHE 222

LE CARTE DEL LAVORO DI NAZARENO STRAMPELLI

10 L’ARCHIVIO DELLA CATTEDRA AMBULANTE, POI STAZIONE SPERIMETNALE 246DI GRANICOLTURA “NAZARENO STRAMPELLI”

10.1 Premessa 24610.2 Prima parte. L’archivio personale e scientifico di Nazareno Strampelli 24910.3 Seconda parte. L’archivio della cattedra ambulante, poi Stazioen sperimentale di granicoltura 305

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Qualche anno fa, in occasione del congresso internazionale di geografia, tenendo una relazione ad un pubblico compostoprevalentemente da geografi e che in massima parte non conosceva Nazareno Strampelli, riflettevo su quale poteva essere ilmodo più giusto di trasferire ad altri, che non fossero addetti ai lavori di quello stesso orizzonte tematico, il risultato di un lavorodi ricerca come questo.

Partivo dall’assunto che ci sono tanti modi per raccontare una storia e che quindi c’erano diversi modi per raccontare lastoria, soprattutto quando si tratta di una vicenda come questa, dove i freddi dati scientifici si intrecciano con vicende umaneprofonde.1

Mi chiedevo e mi chiedo, quale sia il modo più appropriato, quello giusto da quando ho deciso di interessarmi a questastoria ed ho passato molto tempo tra le carte manoscritte di Nazareno Strampelli.

Chi fa questo mestiere – quello dello storico o dell'archivista – che spesso inevitabilmente convivono, sa che si finiscesempre con lo stabilire uno strano rapporto con l’oggetto delle proprie indagini, e questo è particolarmente evidente quando sistudiano personaggi come Nazareno Strampelli.

Si riaprono faldoni di carte polverose lasciate lì da tanto tempo e, come per magia, tutto torna in qualche modo a vivere;appunti scientifici, relazioni, lettere dalle quali ci si può limitare a trarre dati da esporre in una pubblicazione, oppure si puòandare oltre e cercare di cogliere emozioni, aspettative, delusioni e entusiasmi nella vita quotidiana di un grande scienziato.

L’itinerario diventa ancor più emozionante quando il lavoro si svolge negli stessi ambienti nei quali lo studioso ha operato,in questo caso in quello stesso studio dell'ex Stazione Sperimentale di Granicoltura di Campomoro, dove tutto è rimasto incre-dibilmente immutato; la sua scrivania, i due armadi dove conservava le sue carte più preziose, gli attestati e le foto alle pareti.

Dopo qualche tempo che studiavo questa vicenda mi è sembrato di riuscire a dare un senso a tutto. Al perché erano statiesposti sottovetro alcuni documenti piuttosto che altri, così come il perché delle fotografie alle pareti, da quella di Guido Baccelli,ministro dell'agricoltura nel 1903, a quella di Emilio Maraini fondatore di quel primo zuccherificio italiano e grande sostenitoredi Strampelli, così come quella del principe Potenziani che evitò che egli abbandonasse Rieti proprio all’inizio della sua avventurascientifica. Perfino la fotografia della moglie Carlotta sul letto di morte, che egli ha tenuto per tutta la sua vita davanti alla suascrivania, mi è apparsa meno lugubre di come la percepii la prima volta che la vidi.

Quando lavoravo alla prima edizione di questo libro, ho aperto una cartella nella quale dopo la morte di Strampelli eranostate raccolte alla rinfusa una moltitudine di carte senza alcun senso logico. C'erano giornali che spesso in prima pagina parla-vano delle sue ultime scoperte, rapporti epistolari con altri scienziati di tutto il mondo, complicati appunti scientifici, i beni famosialberi genealogici, che a me, profano della genetica e delle leggi mendeliane, continuano a far pensare a delle partiture musicalipiuttosto che a percorsi seguiti per arrivare alla creazione di un nuovo grano. C'erano tracce della sua esperienza in Argentinadove fu chiamato dal governo di quel Paese a studiare la politica cerealicola e tanti altri documenti che confermavano lo straor-dinario ruolo svolto da questo scienziato in Italia e nel mondo. Ripiegate in una busta alcune lettere della moglie Carlotta dallequali appare, come d'altra parte è logico che sia, una immagine completamente diversa del suo uomo, in forte contrasto con

Premessa

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l'autorevolezza, l'ufficialità con cui appariva nel resto della documentazione. Da esse traspare in primo luogo un grande rapportod’amore che risulta essere fondamentale in tutta la vicenda scientifica e umana di Nazareno Strampelli, e in secondo luogo aspetticaratteriali che oggi possono farci anche sorridere, ma che sono stati anch'essi elementi importanti di questa storia. In una letteraCarlotta si preoccupava della sua salute, mentre lo rassicurava della propria, accennando soltanto ad alcuni suoi malori ai qualisi sforzava di non dare peso e che invece erano i sintomi del male che da lì a poco tempo l'avrebbe portata alla morte.

In un'altra gli intimava che passando per Roma, non avesse come al solito acquistato regali per il figlio Benedetto.Strampelli a quel tempo era già un personaggio famoso in Italia e nel mondo; poteva cambiare la politica agraria di paesi

come l'Argentina, fare conferenze all'Accademia dei Lincei o all'Università di Buenos Aires, parlare a tu per tu con il Re e Musso-lini, ma, per acquistare un paio di pantaloni per il figlio, Carlotta gli imponeva di fare un giro per i negozi di Roma, appuntarsii prezzi perché alla prima occasione, sarebbero andati insieme a fare l'acquisto.

Chi si è cimentato a fare calcoli ha stabilito che i grani Strampelli hanno consentito un aumento di produzione di circa 20milioni di quintali all'anno che, tradotto in termini economici, vuol dire un aumento di reddito che in base ai valori attualiraggiunge i 450 milioni di euro annui. Forse non fu solo retorica quella di Giuseppe Tallarico, consigliere del CNR, che nel 1942in conclusione del suo discorso commemorativo affermò che Nazareno Strampelli, grazie al suo lavoro scientifico «ha donato apiù di dodici milioni di creature italiane il loro pane quotidiano».2

Alla fine della sua carriera, dopo una vita dedicata interamente alla ricerca, nel redigere il suo testamento, che abbiamorintracciato tra le carte d'ufficio, colui che in Italia, Francia, Argentina, Russia e in genere nel mondo venne definito il «magodel grano», e che produsse un aumento di reddito che solo per l'Italia e solo facendo un calcolo su un arco cronologico di ventianni, è calcolabile oggi in circa dieci miliardi di euro, non ebbe ricchezze da lasciare in eredità, ma, al contrario, la sua primapreoccupazione fu quella di indicare al figlio Benedetto le modalità per estinguere l'ipoteca di 150.000 lire che gravava sulla casanatale di Crispiero.

Dalla pubblicazione del volume “La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dall’età giolittianaal secondo dopoguerra”, sono trascorsi dodici anni.3

Il volume è da molto tempo esaurito e questa seconda edizione, nella quale sono stati apportati alcuni aggiustamenti ealcune aggiunte, fa parte di un percorso che si è avviato fin da allora e che ha visto susseguirsi una serie di iniziative indirizzatea valorizzare la figura di questo grande scienziato che fino ad allora era rimasto conosciuto solo ad una ristretta cerchia diaddetti ai lavori nel campo cerealicolo.

A dire il vero il percorso che ha portato alla pubblicazione del volume era iniziato fin dal 1994 quando l’Archivio di Statodi Rieti, d’intesa con la Regione Lazio anticipò i primi risultati della ricerca che lo scrivente aveva da poco avviato in una mostrapresentata nel contesto della IV Settimana della cultura Scientifica.4

Subito prima dell’uscita del volume, insieme all’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di Roma, avevamo avviato l’orga-nizzazione del convegno internazionale che si è tenuto nel mese di giugno 2000 e che vide scienziati di ogni parte del mondo venirea Rieti per ricordare un grande maestro comune.5

Venute meno le possibilità di far nascere sulla collina di Campomoro un centro-studi, con annesso museo dedicatoalla figura di Nazareno Strampelli, abbiamo lavorato alla realizzazione del museo virtuale della scienza del grano tutt’oravisitabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti.6 C’è stato poi un interessamento da parte della RAI che harealizzato un lungo servizio alla figura di Strampelli 7, soprattuto in relazione al frumento “Senatore Cappelli” e anche laproduzione di un film che purtroppo, aldilà delle intenzioni iniziali, non ci sembra che abbia raggiunto l’obiettivo che si eraprefissato e resta una occasione perduta per portare a conoscenza del grande pubblico questa pagina di storia.8

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Evito di citare i molti articoli e relazioni a convegni presentati su questo argomento e le tante altre iniziative, l’ultima dellequali è stata la sezione dedicata a Nazareno Strampelli all’interno della mostra “150 anni di genio italiano” organizzata dallaFondazione Rosselli e l’Accademia dei Lincei nel contesto delle iniziative per il 150° dell’Unità d’Italia e che ha avuto come primasede il Festival della scienza di Genova del 2011 per poi avviarsi ad un lungo percorso espositivo internazionale che, quando vienedato alle stampe questo volume, è ancora in corso.

Sul piano degli studi va detto che sono state avviate ricerche significative sul periodo marchigiano di Nazareno Strampellie questa è cosa certamente utile se porterà ad aggiungere notizie su aspetti poco noti di questo grande scienziato prima del suoarrivo a Rieti nel 1903.9

Questa seconda edizione del volume viene data alle stampe in concomitanza con la notizia della chiusura definitiva delcentro di Campomoro da parte del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA) a cui lo stabile è pervenutoin seguito ad un lungo e farraginoso percorso di riorganizzazione degli istituti di ricerca italiani.

Quanto resta a Rieti delle testimonianze di Strampelli è un anello fortissimo che lega questa importante pagina di storiaal capoluogo sabino. Su quella collina di Campomoro, dove Strampelli trascorse gran parte della sua vita a strappare segretialla natura, ci sono i suoi grani, raccolti con amore prima da Carlotta e poi dai suoi collaboratori, in un lungo corridoio checontiene i risultati del suo lavoro. Tra una teca e l’altra si apre la porta del suo studio, rimasto così come lo lasciò lui nel 1942.Li si è concretizzata la storia del grano. Le foto alle pareti sono ancora quelle lasciate lì da Nazareno Strampelli. C’è poi l’archiviostorico che l’amministrazione archivistica, dopo aver consentito allo scrivente di riordinarlo negli anni ’90, ha ritenuto dilasciare lì proprio nella speranza che quel luogo diventi un centro di studi dedicato al grande scienziato.

C’è poi quanto resta della biblioteca, alcuni strumenti scientifici e tante altre testimonianze che nel loro insiemecostituiscono di fatto un museo nel quale è sintetizzata questa straordinaria pagina di storia della scienza. C’è solo daaugurarsi che la città di Rieti abbia le giuste capacità per conservare e valorizzare tutta questa storia che fa parte dellapropria identità.

Roberto Lorenzetti

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NOTE

1 R. LORENZETTI, La sperimentazione agraria in Italia. Il caso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’opera di NazarenoStrampelli, in M.G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a cura di), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998.

2 GIUSEPPE TALLARICO, Nazareno Strampelli, Colombo, 1942.3 R. LORENZETTI, La scienza del grano: l'esperienza scientifica di Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dal periodo giolittiano al secondo

dopoguerra, Roma 2000, t.i. The weat Science. The green revolution of Nazareno Strampelli, Genetic&Breeding 2000.4 La mostra si è tenuta a Rieti dal 19 al 25 aprile 1994.5 Rieti 12-14 giugno 2000. Del convegno, probabilmente l’appuntamento più importante organizzato per ricordare il lavoro di Strampelli,

purtroppo non sono mai usciti gli atti. Riporto di seguito i nomi dei relatori: A. BIANCHI (Istituto Cerealicoltura, Roma, Italia); S. PETROVIC(Univ. Novi Sad, Yugoslavia); K. BOROJEVIC (Univ. Novi Sad, Yugoslavia); N. POGNA (Istituto sperimentale di Cerealicoltura, Roma); U. MENINI(F.A.O.); R. LORENZETTI (Archivio di Stato di Rieti) A. A. SOZINOV (Univ. Kiev, Ucraina); B. BORGHI (Ist. Agr. S. Michele all’Adige, Trento); N.MICHAHELLES (Az. Michahelles); C. MALIANI (Maliani Genetica S.r.l., Recanati); A. BOZZINI (Enea, Roma); P. ANNICHIARICO, L. PECETTI (IstitutoForaggere e Ist. Cerealicoltura, Lodi); A.J. WORLAND (John Innes Centre, Norwich, Inghilterra); E. DE AMBROGIO (Società Produttori Sementi,Bologna); G. AMADEI (Università di Bologna); C. CEOLONI (Università della Tuscia, Viterbo); E. SUAREZ (INTA, Castelar, Argentina); M. VANGINKEL (CIMMYT, Messico City, Messico); G. BOGGINI (Ist. Cerealicoltura, Lodi), G. T. SCARASCIA-MUGNOZZA (Accademia dei Lincei); L. B. ROSSI(Presidente FIDAF), I.B. EDWARDS (Grain BioTech Ltd., Balcatta, Australia); D.S. ZHENG and X.Y. ZHANG (Istituto del Germoplasma, Pechino,Cina); V. SANTANIELLO (Università Tor Vergata, Roma, Italia); F. SALAMINI (Max Planck Inst., Colonia, Germania) E. PORCEDDU (Università dellaTuscia, Viterbo).

6 Il museo virtuale MUSGRA, Archivio di Stato di Rieti - Amministrazione Provinciale è stato realizzato con i testi e le immagini tratti dalvolume La scienza del grano…cit. di Roberto Lorenzetti ed è visitabile accedendo al sito: www.asrieti.it.

7 Il servizio è andato in onda nel contesto del programma TG2 Dossier del 28 giugno 2003. Regia di Angelo Figorilli, immagini di VincenzoBonanni. Cfr. anche A. FIGORILLI, Il cane patàn e altre storie, Roma 2005. Il film “L’uomo del grano” del 2009 è del regista Giancarlo Baudena.

8 Dopo Genova la mostra è stata allestita a New York, Los Angeles, Rio de Janeiro e tutt’ora sono in corso di definizione altre sedi espositive.9 Si vedano: M. MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903), Camerino 2009;

S. SALVI, Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009.

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Nazareno Strampelli nacque a Crispiero di Castel-raimondo in provincia di Macerata il 29 maggio 1866 propriol'anno in cui l'abate Gregorio Mendel consegnava ad unamemoria, stampata in appena quaranta copie e rimasta igno-rata fino agli inizi del secolo successivo, le sue fondamentalileggi sulla trasmissione dei caratteri ereditari.

Nei primi anni del novecento nella Stazione speri-mentale di cerealicoltura di Rieti, Strampelli dette concre-tezza a quelle stesse leggi senza conoscerle e, quando poiqueste divennero note, gli confermarono la giustezza dellastrada che stava percorrendo e che l'avrebbe condotto ascrivere una pagina fondamentale della storia delle scienzeagrarie.

Dopo aver conseguito la maturità classica a Camerino,Strampelli studiò agraria a Portici e Pisa dove conseguì lalaurea nel 1891.1

Il suo curriculum universitario non fu in realtà parial ruolo scientifico che ricoprì successivamente, pur se ilsuo voto di laurea fu di 130/130. Il 28 giugno 1887sostenne il primo esame, botanica generale, con il prof.Arcangeli e il risultato non fu dei migliori, visto cheriportò appena il voto di 18/30. A Portici in diversi esaminon riuscì ad andare oltre a 7/10, e appena 6/10 fu il votoin geologia e mineralogia. Dove egli eccelse fu inzoologia e entomologia (10 e lode), e tecnologia chimicaagraria (10/10).

Non appena laureato ricoprì il ruolo di operatore assi-stente presso i laboratori di chimica e mineralogia dell'uni-versità di Camerino.

Tra il 1893 e il 1894 diresse il laboratorio chimico delleminiere dell'Argentario, e negli stessi anni svolse numerose

Nazareno Strampelli. Nota biografica

Il giovane Nazareno Strampelli nei primi anni di lavoro a Rieti

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altre attività didattiche presso il ginnasio Varano di Came-rino, la scuola normale e l'istituto tecnico della stessa città,tenendo lezioni di agraria anche ai soldati di leva.

Nel 1895 tornò all’università di Camerino come assi-stente presso il gabinetto di fisica e di aiuto presso quello dichimica e mineralogia.2

Un impegno significativo Strampelli lo riservò alComizioAgrario di Camerino nel quale entrò nel 1895 colla-borando attivamente soprattutto con il Bollettino sul qualescrisse numerosi articoli fino al 1903, anno del suo trasferi-mento a Rieti.

Il 28 aprile 1900 a Roma sposò Carlotta Parisani figliadel conte Giuseppe e di Emilia Gabrielli, che fu la suafedele collaboratrice fino al 1926 quando morì prematura-mente.

Da essa ebbe due figli Benedetto e Augusta.Tutta la sua vita fu dedicata al suo lavoro che lo portò a

rivoluzionare la granicoltura mondiale.

Una delle stesure del testamento di Nazareno Strampelli che abbiamorintracciato tra le sue carte.

Nella busta che lo conteneva Strampelli ci tenne a scrivereche fu redatto nel Senato del Regno. Il 29 agosto 1940.

Carlotta Strampelli sul letto di morte. Questa foto Nazareno Strampellila tenne al fianco della sua scrivania per tutta la vita.

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Solo in occasione del terremoto di Avezzano del 1915,con grande spirito umanitario, si distrasse dai suoi studi perdedicarsi ad assistere soprattutto i bambini terremotati andan-doli a raccogliere soprattutto nei centri del Cicolano per poiportarli ed assisterli a Rieti.3

Nella prima metà del novecento gran parte della super-ficie cerealicola italiana era coltivata con i grani creati nellaboratorio reatino di Campomoro, ed altrettanto accadde inmolti altri Paesi come la Russia, l’Argentina, la Francia e poila Cina. L’aumento della produttività fu enorme.

Nel 1929, malgrado la sua riluttanza espressa diretta-mente a Mussolini, venne nominato senatore per alti meritiscientifici e nel 1933 gli vennero tributate delle onoranzenazionali alla presenza delle massime cariche dello stato e dioltre 3000 rappresentanti di tutte le associazioni agricoleitaliane.

Nazareno Strampelli morì a Roma il 23 gennaio 1942.Ebbe l’onore dei funerali di stato e venne sepolto nel cimiterodi Rieti.

I funerali di stato di Nazareno Strampelli nel 1942

La pergamena di conferimento della cittadinanza onoraria conferita aNazareno Strampelli dalla città di Rieti nel 1933

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Attestato della Scuola normale femminile di Camerino circa l'attivitàdi insegnamento agronomia di N. Strampelli nell'anno 1898-99, 7marzo 1899; Lettera del provveditorato agli studi di Roma a N. Stram-pelli, 18 gennaio 1900; Partecipazione di nozze tra Carlotta Parisani eNazareno Strampelli, 28 aprile 1900;Attestato dell'attività svolta da N.Strampelli come assistente volontario presso la Cattedra ambulante diagricoltura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898, 7 novembre1901;Attestato del Comandante della divisione militare diAncona checertifica che N. Strampelli ha tenuto conferenze di agraria ai militarinel biennio 1901-1902, 11 ottobre 1902; Lettera di nomina di N.Strampelli a direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di PoggioMirteto, 5 dicembre 1902; Ministero della pubblica istruzione. Stato diservizio di N. Strampelli, 3 marzo 1921; Testamenti di N. Strampelli,gennaio 1937, agosto 1940.

2 Per il periodo marchigiano di Nazareno Strampelli cfr. M.MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio.Nazareno Strampelli a Camerinotra insegnamento e ricerca (1891-1903). Camerino 2009; S. SALVI,Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli, Pollenza 2008; Id,Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009.

3 ASSGR, APS, b. 37, Documentazione varia relativa ai ricoveratidel terremoto del 1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione deiprofughi ecc. Il presidente del comitato reatino era l’on. DomenicoRaccuini. Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato.

NOTE

1 Per queste e altre notizie biografiche cfr. ASSGR, APS, b.1, Atte-stato della Scuola superiore di agricoltura di Portici, 6 dicembre 1890;Attestato della R. Università di Pisa, 21 luglio 1891; Università di Pisa.Scuola superiore di agraria. Certificato di studi di N. Strampelli, 20luglio 1891; Statuto della società agricolo - operaia di mutuo soccorsodi Crispiero costituita il 25 marzo 1891. A stampa, Matelica 1891;Attestato del prof. A. Fabrini dell'Università di Camerino, 6 marzo1896; Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentariocirca l'attività prestata da N. Strampelli nei laboratori chimici dal 1893al 1894 in qualità di direttore 24 febbraio 1896; Attestato dell'attivitàprestata da N. Strampelli come professore di scienze naturali nelginnasio di Camerino negli anni 1895-96, 6 marzo 1896; Elenchi dititoli, attestati vari relativi all'attività di N. Strampelli, 1896-1903;Perizia giudiziaria redatta da N. Strampelli circa la qualità di alcunefarine. All. il giornale “L'Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l'arti-colo “Chimica e microscopia” di N. Strampelli; Ibid. f. 8,Attestato delpresidente del Comizio agrario di Camerino che certifica come N.Strampelli dal 1894 in poi ha fatto parte della direzione del Comizio,ed è stato redattore del bollettino, 14 marzo 1899;Attestato dell'Istitutotecnico G. Antinori che certifica l'attività di N. Strampelli come inse-gnante di agraria e computisteria agraria nel 1899, 14 dicembre 1899;

I bambini salvati dal terremoto di Avezzano del 1915 e ospitati a Rieti

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Prima dell’arrivo di Strampelli, Rieti, al pari di gran partedelle provincie pontificie si caratterizzava per una agricolturapiuttosto arretrata con una scarsa propensione all’innovazione.

Occorrerà attendere la prima metà dell’Ottocento perchési iniziasse a parlare della nascita di una istituzione il cuicompito fosse stato quello dello sviluppo dell'agricoltura.1

Lo Stato Pontificio era fortemente in ritardo in questosenso, e, tranne alcune eccezioni localizzate nell'areaemiliana e marchigiana, non esisteva alcuna istituzione che,soprattutto a livello locale, fosse realmente indirizzata allosviluppo tecnico produttivo dell'agricoltura.2

A cavallo tra gli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento si tentò disopperire a tale carenza promovendo la nascita di diverseaccademie agrarie ma, tranne quelle di Pesaro, Jesi, Perugia,Ferrara e Macerata, le altre furono incentrate su un genericoinsegnamento teorico pratico dell’agricoltura.3

Tra queste è certamente da annoverare l'Accademiaagraria di Rieti fondata nel 1841 per iniziativa dell’alloraDelegato Apostolico Bartolomeo Orsi.

Fin dal suo discorso inaugurale si comprende come l'Ac-cademia non si poneva lo scopo di introdurre elementi dinovità nell'agricoltura Sabina, e palesemente si malgiudica-vano quelle istituzioni che, secondo il Delegato Apostolicoreatino, «...vanno a gara di nuovi sperimenti», e quelle che«...consumano le ore in dissertazioni teoriche».4

«Non v'ha qui bisogno di ardui sperimenti, di nuovescoperte per lo più figlie dell'ambizione e del caso», soste-neva Bartolomeo Orsi, lasciando chiaramente intendere comel'obiettivo dell'Accademia fosse il semplice miglioramentodella situazione esistente «...applicando a ciascun terreno imigliori e più acconci modi di industria agricola già cono-sciuti ed applicati altrove».5

Quindi l'attività principale che si prefiggeva l'Accademiaagraria reatina era esclusivamente l'istruzione agraria, néd'altra parte ci si poteva aspettare di più soprattutto per ladiffidenza e il sospetto con cui il governo centrale guardavaogni iniziativa che manifestasse intenzioni innovative. Seinfatti non mancarono dei segni di stimolo per la fondazionedi queste istituzioni, il controllo del governo era più cheferreo, tanto che, oltre a sottostare ad un preciso rapportogerarchico con l’autorità provinciale, la Sacra congregazionedegli studi e i ministeri del commercio e dell'interno, in virtùdella bolla Quod Divina Sapientia emanata da Leone XII nel1824, esercitavano una decisa azione di controllo, a comin-ciare dagli statuti e dai programmi delle varie istituzioni.

L'unica nota di rilievo ravvisabile nei programmi dell'ac-cademia fondata a Rieti fu l'idea di creare una serie di opificia sostegno del mondo agricolo locale.

Bartolomeo Orsi non mancò infatti di sottolineare ilvantaggio che in Sabina avrebbero portato delle «…fucineonde provvedere il contadino almeno della vanga, della falce,dell'aratro [...] fabbriche per grossi panni onde consumare lelane indigene, e vestire il nostro villano del proprio gregge [...]conce onde trarre miglior partito del duro cuoio dei nostri tori,e della morbida pelle dei Sabinesi capretti, e calzare a piùlunga durata e miglior mercato i nostri contadini».6

Secondo il Delegato Apostolico, solo attraverso questasorta di autarchia economica si sarebbe raggiunto lo scopodell’accademia:

Aumentato così il lavoro, bandito l'ozio, cresciuta la dovizia,perfezionata la civiltà e la morale, s'aumenterà eziandio e cresceràpiù robusta la popolazione, e regnerà il buon ordine, che porge unamano alla dovizia come disse Esiodo, e l'altra alla pace.7

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Le istituzioni agrarie reatine dall’Accademia agraria preunitariaalla nascita della Cattedra ambulante per la cerealicoltura

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In realtà, come riferì più tardi Agostino Rosati alCommissario reale della provincia di Rieti, questa accademianon riuscì a creare altro «... che uno sterile ed infruttuoso isti-tuto nominato dagli orfanelli i quali a null'altro vengonoeducati che alla coltivazione di pochi fondi di altrui spettanzadonde devono ricavare la loro sussistenza».8

In base al decreto del 17 marzo 1864, l'accademia passòsotto la gestione diretta della Congregazione di carità, e venneredatto un nuovo statuto, approvato con il regio decretodell'otto giugno 1868.

L'Accademia aveva ormai totalmente assunto lesembianze di una opera pia, e venne denominata orfanotrofioagrario con lo scopo di «ricoverare i fanciulli poveri edorfani» istruendoli «nell'arte agraria».9

Raggiunta l'età di ventuno anni, gli orfani, che all’attodell’ingresso non potevano avere più di 12 anni, venivanolicenziati ricevendo una «regalia» consistente «…nei princi-pali strumenti della professione, in un letto completo e inoggetti di vestiario secondo le forze economiche dell'istituto,e la condotta tenuta dall'orfano durante la sua dimoranell'Ospizio».10

Più tardi, anche con l'intervento del Comizio agrario, sitentò una ristrutturazione dell'orfanotrofio allo scopo di creareuna moderna scuola di agraria, ma l'operazione fallì, e questoistituto restò relegato nella sua funzione prettamente assi-stenziale.11

Nel 1846, con l'ascesa al pontificato di Pio IX, si tentò dimettere fine alla situazione di ristagno che vigeva un po’ inogni parte dello Stato Pontificio.

A Roma iniziarono a circolare pubblicazioni e giornalisui quali si dette avvio ad un dibattito agrario di un certorilievo. Nel 1847 venne creato il Pontificio Istituto StatisticoAgrario e di Incoraggiamento, e tra il 1853 e il 1858 furonoinviate numerose circolari nelle quali si sottolineava l'impor-tanza degli «studij e de lavori delleAccademie agricole» invi-tando i delegati a «riunire in società uomini di provata fedeed osservatori e conoscitori di questo ramo di scienza impor-tantissimo, i quali fossero per comunicarsi le rispettive ideee cognizioni propagandando in pubblico beneficio i risultatide loro studij e delle loro esperienze».12

Ma se si eccettuano le situazioni d'avanguardia dell'areamarchigiana ed emiliana nelle quali il dibattito agrario era inprogressiva crescita, gli interventi indirizzati a creare questotipo di istituzioni furono accolti con apatia generale, al puntoche soltanto Rieti e Velletri, dietro ripetuti solleciti, riusci-rono ad ottenere risultati di qualche rilievo.13

Inizialmente il DelegatoApostolico di Rieti, senza moltipreamboli, tentò di evitare di accollarsi questa incombenzaproveniente dal governo centrale, rispondendo alla circolaredel Ministro del commercio che sarebbe stato ben felice dipromuovere l'istituzione di una accademia agraria «... se nonconoscessi assolutamente la neglittosità delle popolazionicomponenti questa provincia reatina».14

Ma dietro ai successivi solleciti nei quali il ministroportava come esempio le esperienze di Pesaro, Macerata ePerugia, dove si era già riusciti nello scopo15, il Delegatoapostolico non potette fare altro che mettersi al lavoro, e ilprimo gennaio 1858 comunicò al governo centrale diessere riuscito a formare una commissione di «probi agri-coltori e proprietari» della quale facevano parte il conteGiacinto Vincenti Mareri, l'avv. Antonio Colarieti, il cav.Annibale Vincentini, don Camillo Tommasi e FrancescoZapparelli.16

Il punto di riferimento di questa sorta di comitato promo-tore era il conte Giacinto Vincenti Mareri, che tra i proprie-tari reatini era certamente quello più disponibile ad introdurreelementi di novità nell'economia agricola locale.17

Egli fu subito nominato vicepresidente, e ricevette l'in-carico di redigere una bozza di statuto dell'Accademia preci-sandone gli scopi e le modalità della sua attività.18

Ciò che aveva portato all'insuccesso di queste associa-zioni, erano gli scarsi mezzi che esse avevano a disposizione,e ciò fu ben compreso dal conte Vincenti Mareri che nel rife-rire al Delegato Apostolico i risultati del suo lavoro, richiesedelle garanzie reali in tal senso.19

Egli ricordò l'esperienza dell'accademia agraria pro-mossa nel 1841 da Bartolomeo Orsi, e precisò che «primad'ogni altra cosa [ ... ] il consiglio provinciale Sabino di cui èimminente la riunione, assegni i fondi occorrenti», ondeevitare la fondazione di una istituzione del tutto inoperante.20

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La denominazione dell'istituzione fu quella di “Acca-demia economica agraria per la provincia di Rieti”, e l’obiet-tivo di fondo fu individuato nel “…miglioramento realedell'agricoltura e dell'economia rurale in tutti i suoi rami» daraggiungersi tramite la creazione di una «scuola teorico speri-mentale», un «orto sperimentale e annui premi di incorag-giamento a tutti coloro domiciliati nella nostra provincia, iquali si distingueranno nello studio dell'agricoltura, e nellamigliore coltivazione dei campi; e nella industria delbestiame”.21

Dagli articoli dello statuto traspare in modo evidente unanuova mentalità nel progettare questa istituzione rispetto aquella del 1841.

Allo spirito totalmente assistenziale umanitario, e allatotale chiusura verso ogni istanza innovativa che caratteriz-zava la precedente associazione, si contrapponevano ora arti-coli nei quali si faceva largo uso del termine «sperimentale»,dai quali emerge come lo scopo ultimo di tutto il lavorodoveva essere non il semplice adeguamento delle cognizionidegli agricoltori rispetto a ciò che già si conosceva, ma lacrescita globale di tutto il sistema agricolo da raggiungeretramite la sperimentazione e l'incentivazione.

Sono temi che ritroveremo in seguito negli scopi deiComizi agrari e delle Cattedre ambulanti di agricoltura,insieme alla prospettiva di una presenza nel territorio, fino adallora sconosciuta, da raggiungere tramite l'istituzione di sedidipendenti nei diversi distretti della provincia.

L'attività che l'accademia svolse con un finanziamentoannuale di 300 scudi non fu comunque particolarmente signi-ficativa sia perché iniziò ad operare negli anni immediata-mente precedenti all’unificazione nazionale nei quali i temi dicrescita economica passarono decisamente in secondo pianoall’interno del governo pontificio, nel quale era ormai in attoun irreversibile processo di lacerazione, sia perché nel gruppopromotore dell'accademia, se si fa eccezione per Vincentini,non erano stranamente presenti i veri grandi proprietariterrieri della Sabina, e cioè le famiglie Potenziani, Borghese,Vitelleschi, Leoni, Vecchiarelli, i cui membri, malgrado inse-riti in un lungo elenco di probabili accademici, non devonocertamente aver facilitato molto lo sviluppo di una struttura

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L’annuale del Comizio agrario di Rieti per l’anno 1879.In questa edizione venne pubblicato lo studio di Palmegiani e Falleriniredatto per l’Inchiesta Jacini.

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di progresso pensata e animata da persone che avevano unpeso economico e sociale inferiore al loro.22

Il dibattito che si riuscì a stimolare fu però certamenteutile per la formazione di quella coscienza sulla quale proli-ferarono le varie forme associative postunitarie.

La più significativa fu di certo il Comizio agrario sabinonato il 2 gennaio 1864 per iniziativa di un comitato promo-tore di 19 proprietari terrieri.23

Gli stimoli per la nascita di questa associazione perven-nero dal Ministero di agricoltura industria e commercio che,fin dal mese di maggio 1862, aveva diramato una circolarecon la quale appoggiava l'iniziativa dell'Associazione agrariaitaliana di creare in ogni circondario del Regno un comizioagrario con lo scopo di «…favorire tutto ciò che valga apromuovere l'agricoltura, e insieme di stringere ogni vieppiùi vincoli dell'unità italiana».24

L'Associazione agraria italiana fin dal 1842 avevaoperato intensamente nel campo dello sviluppo agricolo, edera ora stata adottata dal nuovo governo nazionale come stru-mento di coordinamento sia delle vecchie che delle nuoveforme dell'associazionismo agrario del Paese, tramite undecreto del 10 marzo 1862, e l'elargizione di un contributoannuale di 10.000 lire.25

Malgrado fosse rimasta pressoché inattiva, l'accademiaagraria fondata nel 1858 aveva stimolato almeno tra laborghesia illuminata reatina un certo spirito associativo e,contrariamente a quanto era avvenuto nell'immediato passato,i solleciti del sottoprefetto Luigi Tanari trovarono una prontarisposta nella costituzione di un primo nucleo del Comizioagrario il cui gruppo dirigente era composto oltre che dalsottoprefetto in qualità di presidente, da Felice Palmegiani,Filippo Dupré, Francesco Fiordeponti, Lodovico Colombini,Alessandro Ceccarelli e Antonio Blasetti.26

Tra i soci iniziali non è presente il conte GiacintoVincenti Mareri che aveva promosso la precedente associa-zione né, se si eccettua il marchese Bartolomeo Vecchiarelli,altri esponenti dell'aristocrazia agraria che inizialmente snob-barono l'iniziativa, e solo nell'agosto dello stesso anno viaderirono il marchese Giovanni Potenziani e il conte EnricoGabinscki.27

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Il regolamento del Comizio agrario sabino del 1871.

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Nello spirito di questo nuovo tipo di organizzazioni nonera però legittima una struttura che comprendesse un ristrettonumero di «accademici», ma era necessario svolgere un ruolodi primo piano su tutto il territorio del circondario, cosa possi-bile solo attraverso una massiccia adesione dei comuni, deiproprietari e, soprattutto, acquisendo autonomamente i mezzifinanziari necessari.

Al fine di raggiungere questo scopo, nel luglio 1864 ilComizio Agrario Sabino dette avvio ad una vera e propriacampagna di adesioni diramando una circolare dove tra l'altrosi legge:

All'oggetto di promuovere l'Agricoltura nel Circondario si ècostituita in Rieti una Società sotto il nome di Comizio Agrario. Isoci sono già numerosi e bastanti ad assicurare la vita alla nascenteSocietà. Ma per raggiungere uno scopo sì grande, per non limitarsiad annuali convegni d'esercitazioni Accademiche e di teoricidiscorsi, per scendere sibbene a prattici incoraggiamenti ed aiutioccorrono mezzi e molti. E questi avuto riguardo alla tenuità dellaquota mensile fissata dallo Statuto a L. una non possono ottenersi asufficienza senza un rilevante numero di firme. Sarà possibile chequeste manchino nella classe dei Coltivatori, mentre altre Societànon hanno difficoltà a trovarne in Classi meno numerose e menoagiate?0 per meglio dire, quando tutte le Classi Sociali si costitui-scono in associazioni per il vicendevole aiuto, mancherà di farloquella dei Coltivatori in un paese eminentemente agricolo qual'è lanostra Sabina? Col vicendevole aiuto facendo a spese comuni espe-rimenti che sarebbero impossibili o almeno rovinosi sacrifizi per unsolo, spandendo fra i braccianti agricoltori ed uniformemente queiprincipij che avremo maturati e discussi fra noi, promuovendo conpubbliche e periodiche mostre l'Agricoltura e la Pastorizia, colvicendevole aiuto in sommamettendoci in condizione di migliorarel'arte da noi professata, oltre che avvantaggeremo la nostra posi-zione, e ci troveremo pronti a lottare colla concorrenza che leferrovie e il libero scambio ci procureranno ben presto, avremoanche migliorato la condizione di quella Classe d'Uomini, la quale,benché sia la più numerosa, e dia tutto il suo sudore alla terra, e ilpiù forte contingente di sangue alla patria, non gode ancora di quellaconsiderazione che pur meritano i suoi sacrifizi, la sua sobrietà.28

I risultati che si ottennero con questa circolare non furonoparticolarmente positivi, e per far salire il numero dei soci a172, si dovette ricorrere all'autorevolezza del sottoprefetto che9 giorni dopo diramò una analoga circolare ai sindaci.29

Tra i nuovi soci, oltre ai comuni di Aspra, Contigliano,Collebaccaro, Magliano Sabina, Montopoli, Poggio Catino,Poggio Mirteto, Poggio Moiano, S. Benedetto e Rivodutri,figurano come abbiamo ricordato i nomi di alcuni esponentidell'aristocrazia agraria, quelli di numerosi proprietari deicentri del circondario totalmente assenti in precedenza, e quellidi intellettuali come Francesco Grigi e Antonio De Nino.30

Contemporanea alla campagna di iscrizione, fu la deci-sione di organizzare un concorso agrario diviso nelle sezioni:agricoltura, industria agraria, meccanica agraria e pastorizia,che prevedeva anche premi speciali per esperimenti di colturadella vite, per memorie riguardanti la coltura della vite nelcircondario di Rieti, e per i maestri di scuole rurali che sifossero distinti nell'insegnamento agrario.31

Sarebbe fuorviante utilizzare il catalogo di questoconcorso esposizione come strumento di conoscenza dellostato dell'agricoltura sabina di questo periodo, tuttavia èpossibile trarvi una serie di interessanti notizie, almeno suquelle che erano le punte più avanzate in termini di innova-zioni tecnologiche delle campagne.

Numerosi furono i partecipanti alla categoria «ortaggi»provenienti quasi esclusivamente da Rieti dove questa coltiva-zione recitava ancora un ruolo fondamentale, e ad essa eranodestinati la quasi totalità dei terreni suburbani dai quali si otte-neva sia il fabbisogno cittadino sia un non trascurabile introitoattraverso l'esportazione dei prodotti a Roma.32

Nelle tenute Palmegiani e Potenziani, e in quelle dialcuni altri proprietari del circondario, era largamente estesala coltivazione della canapa, mentre si erano ormai abbando-nate le coltivazioni del tabacco e del guado, dal quale Lodo-vico Potenziani riuscì ad ottenere l'indaco.33

Ovviamente un particolare spazio fu dedicato al granoda seme originario che, già famoso in tutta la zona circo-stante, iniziava allora ad essere esportato in altre aree italianetra cui la valle Padana, e all'olio prodotto nella bassa Sabina.

Vennero esposti anche diversi vini e liquori, come ilcenterbe prodotto dal farmacista Giacomo De Hieronimis diCittaducale, e lo zucchero estratto in via sperimentale dallebarbabietole dell'agro reatino da tecnici francesi della Societàanonima per la fabbricazione dello zucchero, che già pensavaad impiantare un apposito opificio a Rieti.

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Nel settore macchine agrarie, tra i partecipanti esternialla Sabina, fu significativa la presenza di Luigi Botter diBologna, direttore del Giornale degli agrofili italiani, chepresentò un ravagliatore Certani, e Annibale Gardini diBuovio, inventore di numerosi strumenti tra i quali il suofamoso aratro particolarmente studiato per i terreni alluvio-nali come erano quelli dell'agro reatino.34

Il Comizio agrario presentò un aratro volta orecchioparticolarmente adatto per le aree collinari costruito nellostabilimento metallurgico di Terni, mentre i fratelli Palme-giani dettero sfoggio degli attrezzi utilizzati nella loroazienda, e in particolare di un aratro dombasle e uno barret atre ruote acquistati a Genova, oltre ad un carro da buoi di loroinvenzione, e realizzato nella bottega artigiana di MarianoBiscetti.

Furono inoltre presentate sei memorie sul metodo dicoltivazione della vite nel circondario, ma Riccardo Gambae Eugenio Dupré, incaricati di esaminarle, non assegnaronoalcun premio visto il loro scarso valore.

AdAntonio De Nino e Giuseppe Giorgietti fu invece datoincarico di esaminare le capacità tecniche e culturali dei figlidegli agricoltori ma, a testimonianza di quanto lontana fossequella manifestazione dal mondo reale dei contadini sabini,vi fu un solo partecipante che fu comunque «…reputato degnodel premio stabilito nel programma».35

Sostanzialmente quello che emerge dalla rassegna del1866, è la presenza in Sabina di una nuova classe di borghesiailluminata della quale facevano certamente parte i fratelliPalmegiani, che si dedicavano all'agricoltura con spirito inno-vativo, e che, insieme ad altri, si contrapponevano allavecchia e logora aristocrazia agraria dalla quale traspare unaforte necessità di mettere in mostra la grandiosità del propriocasato, ma anche la scarsa attenzione verso lo sviluppo realedell'agricoltura locale.

Fu in ogni caso una occasione importante, certamente laprima in cui per la maggior parte dei proprietari reatini fupossibile entrare in contatto diretto con le più avanzate realtàdell'agricoltura italiana, con quegli strumenti «creati collaluce divina della scienza» che si contrapponevano a quelli«figli dell'empirismo» fino ad ora usati in Sabina.36

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Il Comizio agrario pubblicava periodicamente un proprio bollettinodove si dava conto dell’attività svolta e si diffondevano insegnamentiagli agricoltori sulle moderne pratiche colturali.

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Gli stessi Giuseppe Palmegiani e Pietro Fallerini scrive-vano nell'Annuale del Comizio Agrario Sabino:

Non può dirsi invero che tale esposizione abbia arrecativantaggi diretti all'agricoltura locale ma, certo è che fu una propiziaoccasione per chiamare a convegno gli agricoltori; quali da quellacopiosa mostra di oggetti poterono conoscere l'importanza dellecose agrarie in questo territorio e dall'esempio dei pochi arguire lapossibilità degli opportuni miglioramenti.37

Con questa manifestazione il Comizio agrario di Rietiarrivò all'anno in cui il governo italiano, nel quadro di unvasto processo di modernizzazione dell'agricoltura, emanò lalegge che istituì ufficialmente i comizi agrari in ogni capo-luogo di circondario.38

I comizi dovevano essere una sorta di organo consultivoperiferico del Ministero di agricoltura industria e commercio,al quale fornivano informazioni sullo stato delle campagne,ed in genere sulle condizioni economiche generali dell'area diloro competenza, suggerendo anche i rimedi più opportunida adottare.

Come le precedenti associazioni, essi dovevano farsi pro-motori di mostre, concorsi ed in genere manifestazioni chefungessero da stimolo allo sviluppo e razionalizzazione del-l'agricoltura locale, ma nel complesso non furono altro che lostrumento con cui la borghesia agraria post risorgimentale riuscìad esprimere i propri interessi all'interno del governo centrale,rafforzando la propria posizione di potere in ambito locale.39

A Rieti non si trattava di costituire un nuovo comizioagrario, quanto di adattare quello già esistente alla nuovanormativa. A tal proposito il sottoprefetto organizzò unariunione in cui furono invitati i sindaci del circondario che inbase all'art. 3 della legge, dovevano provvedere all'elezione diun rappresentante all'interno del Comizio.40

Ma se a Rieti esisteva una pur esigua rappresentanza diquella borghesia agraria sensibile e cosciente del ruolo chepoteva svolgere questa istituzione, nel resto del circondario lasituazione era molto diversa e, dopo il fallimento della primariunione, il sottoprefetto fu costretto a diffondere una circo-lare diretta ai sindaci dove tra l'altro scriveva:

Questo istituto non potrebbe allungo sussistere se non fossesufficientemente coadiuvato dal concorso di tutti i municipi del

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La relazione a stampa sulla esposizione agraria del 1866

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circondario, fra i quali ben pochi hanno dimostrato di comprenderela importanza delle riunioni alle quali erano chiamati e che avevanoper scopo la creazione del comizio in corpo morale per conseguirequindi alla personalità giuridica senza di che niuna istituzione puòsussistere e progredire. 41

Soltanto nel maggio 1870, pur ancora privo di ricono-scimento di ente morale che otterrà con decreto del 18dicembre dello stesso anno, il Comizio agrario sabino riuscìad iniziare la sua attività con una assemblea nella quale dopol'approvazione del regolamento interno, venne eletto il nuovoconsiglio direttivo presieduto da Odoardo Vincentini ecomposto da Antonio Blasetti, Riccardo Gamba, SanteMarcotulli, Angelo Dal Buono e Tommaso Crispolti.42

La vita del Comizio non si presentò semplice, soprattuttoa causa delle scarse risorse economiche dovute da un lato allamancata adesione di gran parte dei comuni che avrebberodovuto garantire un contributo annuale, dall'altro al bassonumero di soci causato, secondo Palmegiani e Fallerini:

…dall'erroneo criterio che sono uso farsi i più dei possidentied agricoltori sull'indole di siffatte società, i quali pretenderebberoche il Comizio imprendesse operazioni tali da arrecare istantanea-mente rilevanti vantaggi all'agricoltura. Onde l'introduzione di unamacchina, di una nuova pianta, la divulgazione di una pratica utile,come a mo’ d’esempio la solforazione delle viti, ecc. od anche unaumento limitato della rendita totale dei terreni vengono da essiconsiderate come cose di poco momento, e rifiutano per conse-guenza il loro concorso ad una società che procura loro talivantaggi.43

Oltre ad alcune iniziative promozionali, in ogni caso diminor spessore rispetto all’esposizione agraria del 1866, eall'impegno dedicato all'istruzione agraria, tra le attività delcomizio agrario è da segnalare il censimento del bestiame icui rilevamenti furono effettuati dall'allora segretarioRiccardo Gamba.44

Non si trattò di un lavoro statisticamente attendibile siaper la reticenza dei proprietari a dichiarare il vero nel timoredi «un novello cespite di tasse governative», sia per la totaleimpreparazione dei comuni nel fornire i dati, o nel rilevarlinei tempi stabiliti. Fu però il primo tentativo di rilevazione

complessiva su questo settore dal quale, se non è possibileleggere le cifre numericamente esatte, emergono le diversitàpresenti nelle varie aree del circondario.

Legata all'esistenza del Comizio agrario è anche lapubblicazione di due fondamentali opere per la conoscenzadelle campagne sabine di questo periodo.

La prima, del 1873, è di Riccardo Gamba, al temposegretario del comizio e insegnante di scienze naturali pressoil liceo comunale.45

Si tratta di una copiosa monografia nella quale vengonopresi in esame i vari aspetti nell'agricoltura nell'agro reatinodescrivendo la situazione esistente e proponendo i necessaririmedi per raggiungere un concreto sviluppo di essa.

Dalle pagine di questo lavoro traspare la posizione dialmeno una parte dell'allora dirigenza del Comizio agrario,che non si era ancora delineato come mera voce padronalema, al contrario, era proprio nella mentalità retrograda di granparte dei proprietari che veniva visto un limite al progressodell'agricoltura della zona.

Riccardo Gamba, anticipando in qualche modo le paginedell'inchiesta Jacini, e dei cronisti socialisti di fine secolo,descrisse le misere condizioni di vita dei contadini, le loroabitazioni, l'alimentazione, le condizioni sanitarie, fornendouna grande quantità di notizie d’elevato interesse storico etno-grafico.

Il contratto di mezzadria, nel modo in cui era esercitatonell'agro reatino, viene descritto come strumento di suddi-tanza del contadino nei confronti del padrone.

Dati alla mano Riccardo Gamba descrisse il bilancioeconomico delle famiglie coloniche dal quale emerge uncostante indebitamento del contadino verso il padrone, cosaquesta che arginava ogni qualsivoglia tentativo di progresso.Come si poteva imputare ai soli contadini il mancato sviluppoagricolo della zona se, osservava Riccardo Gamba, «…iproprietari stessi mancano anzitutto delle necessarie cogni-zioni per farsi agricoltori. Questi sono indolenti quanto quellie forse di più».46

Sostanzialmente simili, pur se espressi con toni piùpacati, sono i contenuti della “Monografia sulle condizionidell'agricoltura e della classe agricola nel circondario di

22

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Rieti”, redatta da Pietro Fallerini e Giuseppe Palmegiani perpartecipare al concorso indetto nel contesto dell'inchiestaJacini, e quindi pubblicata nell'annuale del comizio agrariodel 1879.47

Questo lavoro si presenta meno particolareggiato delprecedente, e non ottenne particolari risultati nel concorso,tuttavia rappresenta un primo tentativo di analizzare l'interocircondario di Rieti nelle molteplici diversità, geografiche,economiche e sociali dei suoi mandamenti.48

Uno dei motivi dello scarso successo del comizio inquesto periodo va senza dubbio ricercato nel peso che ebberole posizioni critiche nei confronti della classe padronale.

Anche se nella volontà di quel microcosmo di borghesiailluminata che ne gestiva l'esistenza non c’era certamente unprogetto di trasformazione dei rapporti sociali, essa in questafase rappresentò una significativa voce critica.

Nel periodo della grande crisi agraria, il Comizio agrario,pur se non scomparve del tutto come accadde alla maggiorparte dei comizi che operavano nelle aree di maggiore arre-tratezza economica, ridusse al minimo la propria attività, egettò le basi per una sua trasformazione che lo portò già allafine del secolo, sotto la presidenza del principe LodovicoPotenziani, ad essere la voce degli agrari locali.

Nel 1906 il Comizio fu il punto di riferimento dellaSabina per il movimento inteso ad ottenere l'estensione alleMarche, Umbria e Lazio dei provvedimenti che il governointendeva assumere a sostegno del mezzogiorno d'Italia.49

Nel primo decennio del novecento questa istituzione subìun definitivo declino sia perché il suo carattere di parte eraormai divenuto più che evidente, sia perché si faceva semprepiù strada l'ascesa di altre forme associative come le cattedreambulanti che rappresentarono degli efficaci mezzi di istru-zione agraria e diffusione delle moderne conoscenze agrono-miche soprattutto tra i piccoli agricoltori.50

Nel 1897, con un certo anticipo rispetto al resto dell'areaumbro-laziale, nacque a Poggio Mirteto una Cattedra ambu-lante di agricoltura la quale, grazie anche al sostegno delministro Fortis, eletto nel collegio sabino, ottenne un sussidiodi 3000 lire dal Ministero di agricoltura a cui si aggiunse unfinanziamento di 1000 lire dell'Amministrazione provinciale

dell'Umbria, e 1200 lire da diverse amministrazioni comu-nali della bassa Sabina.

Il primo presidente fu Vittorio Peglion, uomo di primopiano, destinato a diventare una delle più autorevoli figuredell'agricoltura italiana fino a ricoprire nel 1925 il ruolo disottosegretario di stato al ministero dell'economia nazionale.La cattedra di Poggio Mirteto svolse un ruolo centrale nellosviluppo dell'agricoltura della bassa Sabina innestando, tral'altro, un significativo spirito cooperativistico di tipo libe-rale tra la media proprietà contadina.

L’esistenza della cattedra di Poggio Mirteto sminuivaperò l'immagine di Rieti, capoluogo del circondario, dove ilprogresso dell'agricoltura era rimasto affidato al localecomizio agrario, ormai ridotto ad associazione padronale.

Era quindi logico che i più illuminati proprietari delreatino spingessero Domenico Raccuini, deputato delcollegio sabino, a chiedere al governo la concessione di unasimile istituzione anche a Rieti.

Le motivazioni c'erano tutte, viste le tragiche condizionieconomiche in cui versava la Sabina nella quale fin dal 1901si era per altro avviato un processo di spopolamento soprat-tutto legato ad un trend emigratorio verso il Brasile.

Un fenomeno che si legava da un lato a condizioni gene-rali di vita di carattere semifeudale, e dall'altro al percorso diacquisizione di fondi agricoli da parte di molti contadini inseguito alla vendita dei beni della manomorta degli anniottanta, ed al loro progressivo indebitamento, che comportòl'espropriazione da parte dello stato dei fondi acquistati, e laconseguente nascita di un vasto fenomeno di pauperismo chenell’emigrazione transoceanica verso il Brasile - la Sabina intal senso ebbe il più alto tasso del paese - trovò l'unico illu-sorio percorso di soluzione.

Ed è proprio su tali condizioni che fece leva l'on.Raccuini alla Camera, chiedendo da un lato l'estensione allaSabina dei provvedimenti assunti dal governo in materia dicredito agrario per il Lazio, in base ad un disegno di leggepresentato nel 1901 da Zanardelli, e successivamenteripreso da Guido Baccelli, e dall'altro, qualsiasi altro prov-vedimento in grado di incidere sulle condizioni economichedel reatino.

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Se egli fallì sul terreno del credito agrario, anche a causadell'esiguità del finanziamento globale di appena un milione,si ritenne ugualmente soddisfatto, anche perché, in sede didiscussione della sua interpellanza, il ministro Baccelliassunse un preciso impegno in merito alla nascita dellacattedra ambulante di Rieti esprimendosi nei seguentitermini:

Egli ha parlato di granicoltura; e gli rispondo che nessunoignora l'importanza delle granaglie rietine. Ebbene noi faremo unistituto speciale, perché quell'importanza sia nota e di quelle pregiatesemenze si diffonda l'uso, con vantaggio grande di tutta l'agricol-tura nazionale. Questo sarà un istituto che con la cattedra ambulantedi Poggio Mirteto, dirigerà i campi sperimentali, di cui in questiultimi anni è stata dotata la Sabina. E nella parsimonia del bilanciodell'agricoltura è certo che l'onorevole Raccuini sarà così discreto,da confessare che qualche cosa si è potuto fare per la sua regione.51

In realtà quando venne discussa l'interpellanza parla-mentare, la decisione del ministro Baccelli era già nota tantoche nel marzo dello stesso anno lo stesso Raccuini avevacomunicato al sindaco di Rieti che il governo era intenzio-nato a "...concedere, potrei dire ha concesso, una cattedraambulante speciale per il miglioramento della coltura delfrumento da semina con relativo deposito di macchinespeciali per la granicoltura alla nostra Rieti".

Aggiungeva poi che era opportuno non divulgare lanotizia "...per timore non abbiano a suscitarsi in altre città edaltrove appetiti per noi pericolosi".52

Un mese dopo fu lo stesso ministro Baccelli a comuni-care al sindaco della città di aver concesso un finanziamentoannuo alla cattedra di 7500 lire annue.

Baccelli specificò anche quale sarebbe stato lo scopo e icompiti dell'istituto reatino:

La cattedra avrà per fine principale di diffondere medianteinsegnamenti pratici, campi sperimentali e dimostrativi, la cono-scenza dei mezzi più adatti a rendere meglio remuneratrice la grani-coltura a questo fine la cattedra eseguirà anche indagini e studirelativi alla selezione dei grani, per accertarne la maggiore produt-tività e la resistenza alle malattie. Ne sarà trascurato quantoconcerne le ricerche applicative sui concimi e sui terreni, mediante

esperimenti da compiersi nei campi dimostrativi predetti. Lacattedra sarà affidata ad un Direttore con l'assegno annuo di Lire3500, la cui nomina, subordinata all'approvazione del Ministero,avverrà per concorso fra i laureati in scienze agrarie da non menodi un triennio, i quali provino di aver passato questo periodo ditempo nell'insegnamento, o nello esercizio di industrie agrarie. Lanomina sarà fatta da una commissione composta da 5 membri, deiquali 3 nominati dal Governo, uno dal Comune e l'altro dalComizioAgrario locale.Alla cattedra presiederà un consiglio diret-tivo di 5 membri, dei quali due di nomina governativa, uno nomi-nato dal Comune e uno dal ComizioAgrario, e del Direttore titolaredella Cattedra, che funzionerà da segretario.53

La nuova istituzione reatina non venne ben accolta dallaconsorella di Poggio Mirteto la quale, proprio in quel periodo,stava programmando l'estensione della sua azione sull'interocircondario di Rieti.

C'era un obiettivo rischio di sovrapposizione di compe-tenze e, non appena appresa la notizia,Angelo Orsolini Mare-scotti, allora presidente della cattedra di Poggio Mirteto, nonmancò di presentare il problema attraverso una circolare astampa nella quale, dopo aver ricordato l'attività svolta, ed inmodo particolare i dieci campi dimostrativi aperti, cinque deiquali proprio nel mandamento di Rieti, sosteneva la neces-sità di rafforzare l'importanza del suo ente “…anziché dimi-nuirla ponendogli a fianco un nuovo istituto, che anche per lasua omonimia, apparisce senz'altro un duplicato di quelloesistente”.54

In realtà nello statuto della cattedra di Poggio Mirteto,non era prevista una competenza sul mandamento di Rieti,ma solo negli altri cinque del circondario, anche se, proprioin quel periodo di crescita dell’istituto, le velleità di acqui-sire una egemonia sull’intero territorio, diventavano semprepiù un dato di fatto.

Almeno sul piano delle competenze tematiche, i timori diAngelo Orsolini Marescotti erano del tutto ingiustificati, inquanto nei progetti della cattedra di Rieti non c’eranoprogrammi competitivi con quelli della consorella di PoggioMirteto.

L’istituto reatino avrebbe dovuto agire soprattutto sulterreno della granicoltura in correlazione al miglioramentodel ben noto Rieti originario.

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Ciò che in realtà risultò poco gradito agli agrofili dellabassa Sabina, fu il fatto che l’istituto reatino sarebbe statototalmente a carico dello stato, che viceversa ad essi conce-deva un semplice contributo finanziario costringendolicostantemente a fare i conti con un consorzio di comuni chenon era sempre semplice coordinare.

A Rieti le aspettative per la nuova cattedra erano molteanche se c'era poca chiarezza sulle sue reali prospettiveoperative.

C'era chi vi vedeva una grossa opportunità per arrivare adun reale sviluppo del Rieti originario, chi né voleva fare unlaboratorio sperimentale di livello nazionale, in ogni caso tutticoncordavano su ciò che la cattedra non doveva essere, e cioèuna struttura “… per predicazioni girovaghe ai contadini”.55In un primo articolo “L'Avvenire della Sabina” collocò ilpossibile orizzonte di azione della cattedra unicamente nellavalorizzazione del Rieti originario:

E senza dubbio, la Cattedra ambulante di Rieti, curando laselezione del miglior grano da seme che si conosca, potrà risolverein gran parte il problema propostosi dall'on. Ministro, poiché èprovato che il grano da seme della valle reatina da un prodottomaggiore di quello fornito da altre sementi.

Non dissimile l'opinione di Oreste Narduzzi che sullostesso giornale auspicava per la cattedra di Rieti un ruolonazionale, collocandola in un contesto più ampio di interventiministeriali a sostegno della granicoltura del paese.

All'istituto reatino riservava il ruolo del “…migliora-mento del grano da seme di Rieti ed avvisare a tutti queimezzi che valgano a tutelarne l’onesto commercio”.

Egli auspicava poi un coordinamento tra i produttori e lacattedra, per farne “…scaturire una istituzione di garanziacommerciale”, mentre il direttore doveva essere “…consi-gliere intimo e sincero degli agricoltori del contado”.56

Il Comizio agrario, al di là della soddisfazione per lariuscita dell'operazione, pose al comune il problema dei fondinecessari al funzionamento dell’istituto.

Il contributo ministeriale non sarebbe stato sufficiente afar svolgere alla cattedra una adeguata attività, e invitò ilmunicipio a stanziare un contributo e a farsi promotore di un

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Il bando con cui venne indetto il concorso per direttore della Cattedraambulante di granicoltura vinto da Nazareno Strampelli.

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consorzio di comuni del circondario che avrebbero dovutocontribuire proporzionalmente ai benefici ottenuti dallanuova istituzione.

Il Comizio agrario aveva certamente ragione, d'altra partesia la struttura consorella di Poggio Mirteto, sia le altrecattedre italiane operavano proprio grazie al contributo deicomuni e delle banche, ma la sollecitazione inoltrata dalcomune non ottenne neanche una risposta.57

Un ruolo fondamentale nel determinare il livello opera-tivo in cui far muovere la cattedra l'avrebbe svolto il suo diret-tore che sarebbe scaturito da un apposito concorso che ilministero autorizzò subito il comune di Rieti a bandire.58

Il municipio di Rieti nominò il prof. Giuseppe Bruc-chietti quale proprio rappresentante nella commissione delconcorso e Giuseppe Palmegiani in seno al futuro comitatodirettivo, e lo stesso fece il Comizio agrario che per entrambii ruoli incaricò il suo segretario Pietro Fallerini.

Il Ministero di agricoltura nominò quali rappresentantiin seno al comitato direttivo dell’Istituto reatino il principeLudovico Potenziani e il marchese Francesco Canali, due deiprincipali agrari della valle reatina, senza quindi collocareall'interno dell'Istituto un proprio rappresentante istituzionale,e ciò a testimoniare quanto fosse lontana la prospettiva speri-mentale che assunse successivamente l’istituto di Rieti.59Al bando risposero inizialmente solo otto candidati, e il mini-stero decise di rinviare l'espletamento del concorso invitandoil comune a riaprirne i termini.60

Alla fine i partecipanti furono quattordici e, esaminati ititoli e le relazioni presentate, furono ammessi a sostenere laprova orale che consisteva in una ipotetica lezione pubblica,tre soli candidati: Nazareno Strampelli, Silvio Laureti eAlfonso Maria Leoni.61

Il tema che la commissione scelse era ovviamente legatoalla granicoltura: “Principali miglioramenti da introdursinella coltivazione del frumento, tenendo conto dello statoattuale della agricoltura nell’Italia centrale”.

Ai concorrenti, ai quali vennero date 5 ore per prepararela lezione, venne esplicitato che l'ipotetico auditorio dovevaessere di "…agricoltori di mediocre istruzione", e questo asottolineare la dimensione didattica che si intendeva impri-mere all'istituto.62

Alla fine risultò vincitore Nazareno Strampelli con lavotazione di 27/30, mentre gli altri due concorrenti riporta-rono la votazione di 24/30.

Nacque così il rapporto tra Strampelli e Rieti che con laSabina aveva già avuto un contatto l'anno precedente quandovinse il concorso per direttore della cattedra ambulante diPoggio Mirteto, incarico che però rifiutò in quanto nel frat-tempo era stato chiamato alla cattedra di agraria e estimopresso l'università di Reggio Calabria.63

La pagina iniziale di questa vicenda è caratterizzata dalleprofonde diversità di motivazione dei soggetti che ne furonoartefici.

Da un lato Rieti che voleva la sua cattedra ambulante,dall’altro il Ministero di agricoltura che l’aveva concessasenza troppa convinzione, e sull’altro fronte Nazareno Stram-pelli che riuscì ad insediarsi nella valle reatina, la madre diquel frumento, il Rieti originario, che fu alla base di tutto ilsuo percorso di ricerca.

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Il Rieti originario

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NOTE

1 Su questa tematica cfr. R. LORENZETTI, Storia Sociale e econo-mica della Sabina, Città di Castello 1989.

2 Cfr. C. M. TRAVAGLINI, Il dibattito sull'agricoltura romana nelsecolo XIX (1815-1870), Roma 1981.

3 Sull’accademia di Jesi si veda A.M. NAPOLIONI, La societàagraria jesina dalla fondazione all'unità, in S. ANSELMI (a cura di),Nelle Marche centrali. Territorio, economia, società tra medioevo enovecento, Jesi, 1978, 2° vol., pp. 1169-1220; su quella di Pesaro, T.CRESCENTINI ANDERLINI, Sulla storia dell'Accademia agraria diPesaro, in «Proposte e ricerche», VI, 1981, pp. 165-174; sulla Societàagraria di Bologna, R. ZANGHERI (a cura di), Le campagne emilianenell'età moderna, Milano 1957; mentre per un inquadramento generaledel problema in Italia si veda, Accademie e società agrarie in Italia.Cenni storici editi a cura della Reale Accademia dei georgofili, Firenze1931.

4 B. ORSI, Per la solenne istituzione ed apertura della Societàeconomico agraria della Provincia di Rieti e Sabina. Discorso pronun-ziato il 13 febbraio 1841 da Monsignor Bartolomeo Orsi Delegatoapostolico e presidente della società medesima, Rieti 1841, pp. 4-5.

5 Ibid.6 Ibid., p. 11.7 Ibid., p. 12.8 ASR, Sott. AC., 1860, lettera di Agostino Rosati al Commissario

reale per la provincia di Rieti, 28 dicembre 1860. Si veda ancheASRoma, Cam. 11, tit. 11, b. 13, Stabilimenti agrari. orfanotrofio diRieti ospitava inizialmente soltanto 6 ragazzi la cui custodia era affi-data ad un contadino in qualità di prefetto. La sede era quella dellachiesa della Madonna di Loreto fuori di Porta Cintia. In altri terminiquella di Rieti più che una accademia agraria era un semplice orfano-trofio maschile il quale era stato già ideato ma non realizzato da mons.Ferretti nel 1839. Cfr. M. P. RICCIARDI, Vicende dell'istruzione popo-lare di Rieti e provincia dal 1800 al 1900, in «Rieti», 1974, n. 8-9, pp.175-226 e n. 10, pp. 229-258.

9 Statuto organico dell'orfanotrofio dei maschi in Rieti, Rieti 1868,artt. 1-2.

10 Ibid., art. 9. Durante il loro soggiorno dell'ospizio gli orfani dove-vano indossare come divisa la tradizionale «sarga».

11 Sul riordinamento dell'orfanotrofio si veda ASR, ASCRi, Operepie, Istituti Pubblici, 1860-1890, «Orfanotrofio dei maschi»; G. ACUTI,Progetto di riordinamento dell'orfanotrofio agrario di Rieti, Rieti

1885; Statuto organico e regolamento amministrativo dell'orfanotrofiodei maschi in Rieti, Rieti 1890.

12 ASR, ASCRi, I P, cl. 5^ 1898 1900, Circolare del 10 giugno1856.

13 Ibid. lettera del ministro dell'interno al Delegato apostolico diRieti, 10 giugno 1856; Ibid. lettere del ministro del commercio e deilavori pubblici al Delegato apostolico, 25 giugno 1856 e 17 febbraio1857.

14 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro del commercio,21 giugno 1856.

15 Ibid., lettera ministro del commercio al Delegato apostolico, 4febbraio 1857.

16 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro dei commercio,1 gennaio 1858.

17 Ibid., lettera del Delegato apostolico al conte Vincenti Mareri,1 gennaio 1858; Ibid. lettera di A. Vincentini al Delegato apostolico,4 febbraio 1858; Ibid. lettera di F. Zapparelli al Delegato apostolico,2 febbraio 1858; Ibid. lettera di G. V. Mareri al Delegato apostolico,15 giugno 1858. Giacinto Vincenzo Mareri fu tra l’altro il promotoredella costituzione della Cassa di Risparmio di Rieti.

18 L’Accademia era presieduta dal Delegato apostolico.19 Ibid., lettera del conte Giacinto Vincenti Mareri al Delegato

apostolico, 15 giugno 1858.20 Ibid.21 Ibid. «Progetto di regolamento per l'accademia agraria di Rieti»

19 novembre 1 (858), f.to G. Vincenti Mareri. Nella stessa busta èanche conservata la prima bozza di statuto del 14 giugno 1858.

22 Sull’attività dell'accademia: Ibid. lettere del Delegato apostolicoal commissario amministrativo della provincia di Rieti, 25 giugno e 9dicembre 1858; Ibid. lettera di Gio. Maria Blasetti e Francesco Zappa-relli al Delegato apostolico, 20 settembre 1858; Ibid. lettera del Dele-gato apostolico al Ministro del commercio, 28 dicembre 1858 e 1gennaio 1859; Ibid. cat. 11, cl. 6^, 1861-1900, «Comizi e associazioniagrarie», verbali del consiglio provinciale di Rieti del 25 giugno e 9dicembre 1858; Ibid. «Elenco degli individui proposti all'associazioneagraria» s.d. Nell'elenco figurano tra gli altri Felice e Francesco Palme-giani, Filippo Durre, Francesco e Filippo Fiordeponti, TommasoCrispolti, Agostino e Giuseppe Napoleoni, Carlo Piccadori, GabinshiPotenziani, Cesare Sacchetti, Basilio Sisti, Gaetano Sorge, SalvatoreTrinchi, Bartolomeo Vecchiarelli, Giacinto Vincenti, Pietro Odoardo eIppolito Vincentini, Tullio Catalani, Paolo Leoni, Girolamo Colelli,Nicola Canali, Francesco Grigi, Caledonio Vitelleschi.

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23 ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, lettera del sottoprefetto LuigiMastricola al sindaco Carlo Piccadori, 24 dicembre 1863; Ibid. letteradi Carlo Piccadori all'Associazione agraria umbra, 24 dicembre 1863;Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864; Statuto del ComizioAgrario di Rieti, Rieti 1864.

24 Ibid. lettera circolare del ministro di agricoltura industria ecommercio del 30 maggio 1862.

25 Ibid. Associazione agraria italiana, Statuto organico, 1862; Ibid.decreto di approvazione dello statuto del 10 marzo 1862.

26 Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864.27 Ibid. «Elenco dei soci che hanno dichiarato di far parte del

Comizio Agrario di Rieti» s.d. Tra i soci figurano Giovanni Pilati,Vincenzo Fioritoni, Domenico Colarieti, Basilio Sisti, Giuseppe Napo-leoni, Salvatore e Antonio Trinchi, Gaetano Sorge, Antonio Blasetti,Tullio Catalani, Bernardino Franceschini.

28 ASR, ACCont. AG, lettera circolare dei comizio agrario di Rieti,20 luglio 1864.

29 Ibid., lettera circolare del sottoprefetto, 25 luglio 1864.30 Su Francesco Grigi veda: A.S. SASSETTI, Scritti scelti di Fran-

cesco Grigi, Rieti 1914, mentre tra i lavori del grande folclorista abruz-zeseAntonio De Nino nei quali sono riportate documentazioni relativealla sua attività in Sabina vanno ricordati almeno i seguenti: La Sabinanel dialetto e nei canti, in «Rivista Moderna Politica e letteraria»Roma, 15-3-1903; Lingua vernacola e Loreto Mattei, in Briccioleletterarie, Lanciano 1884 2 voll.; Saggio di Canti popolari sabinesi,Rieti 1869; I poeti pastori di Leonessa in «Fanfulla della Domenica»,12-3-1905.

31 Comizio Agrario di Rieti, Relazione sul concorso e sulla espo-sizione del 1866, Rieti 1867. La decisione di organizzare il concorsofu presa nella riunione del 20 luglio 1864 fissando la data ai giorni 1-2-3 ottobre 1865 ma a causa dell'epidemia di colera che colpì in quelperiodo diverse regioni italiane la data fu fatta slittare di un anno. Cfr.ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, Manifesti a stampa del ComizioAgrariodi Rieti, 20 luglio 1864 e 1 settembre 1865.

32 CAR, Relazione sul concorso.... cit.33 Cfr. G. CAPRIOLI, Antiche industrie agricole. Il guado in Rieti, in

«Sabina Agricola», XI, 1933, n. 7.34 Luigi Botter, professore di agronomia all'Università di Bologna

e membro dell'Accademia dei georgofili, segnalò ampiamente ilconcorso di Rieti nel giornale da lui diretto «Giornale di agricolturaindustria e commercio del Regno d'Italia» 111, 1866, v. 6, luglio-dicembre, pp. 144, 267, 223.

35 CAR, Relazione sul concorso... cit., p. 70.36 P. DONI, Una visita alla esposizione agraria di Rieti nel 1866,

CAR, Relazione sul concorso...cit., pp. 93-118.37 Annuale del Comizio Agrario Sabino per l'anno 1879, cit. p. 934.38 In realtà non in tutti i circondari del Paese si riuscì ad istituire un

comizio agrario. Nel 1870 questi erano dislocati per il 52% al nord,16% al centro, 20% al sud e 12% nelle isole.Anche dalla diversa distri-buzione territoriale di questi enti si evince come si faceva sempre piùstrada il dualismo economico tra nord e sud. Sulla problematica gene-rale dei comizi agrari si veda P. CORTI, I comizi agrari dopo l'Unità,(1866-1891), in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 1973, n. 3;ID., Fortuna e decadenza dei Comizi Agrari, in «Quaderni storici»,1977, n. 36, pp. 738-758.

39 I comizi agrari furono istituiti ufficialmente con il R.D. del 22dicembre 1866, n. 3452 successivamente modificato da quelli del 22giugno 1879 e 3 aprile 1884.

40 ASR, ASCRi, IC, 1867, lettere dei sottoprefetto al sindaco diRieti, 26 giugno e 8 luglio 1867.

41 Ibid. lettera del sottoprefetto ai sindaci del circondario, 7 luglio1868; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco di Rieti, 25 aprile 1869.

42 Ibid. lettera del Comizio Agrario Sabino al sindaco di Rieti, 15giugno 1870; «Relazione della direzione per la presentazione delprogetto di regolamento interno approvato all'assemblea generale delComizio», in Legge organica e regolamento interno al ComizioAgrario Sabino, Rieti 1871.

43 Annuale del Comizio Agrario Sabino…cit., p. 94.44 R. GAMBA, Censimento del bestiame del circondario di Rieti al

31 dicembre 1868, in «Bollettino del Comizio Agrario Sabino», 1,1872, n. 1, pp. 19-45.

45 R. GAMBA, Monografia statistico economica sull'agro reatino esuo mandamento, Terni 1873, 2 voll.

46 Ibid. p. 214.47 ACS, IP., ARGIA, b. 8. Il manoscritto conservato presso l'Ar-

chivio Centrale dello Stato è di 92 pagine ed è datato 1878, porta iltitolo: Memoria sulle condizioni dell'agricoltura e della classe agri-cola nel circondario di Rieti compilata per incarico del presidente delComizio Agrario Sabino, Sig. conte Pietro Vincentini da GiuseppePalmegiani e Pietro Fallerini. Cfr. R. LORENZETTI, Le monografieinedite dell'Inchiesta Jacini presso l'Archivio Centrale dello Stato, in«Società e storia», 1984, n. 25, pp. 687-709.

48 Sulla partecipazione al concorso: ASR, ASCRi, IC. OggettiDiversi, 1861 1900, Lettera del sottoprefetto al presidente del CAR.

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(copia), 23 gennaio 1879; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco diRieti, 23 gennaio 1879. Il dott. Alessandro Silvaggi fu invece incari-cato della compilazione del questionario relativo all'inchiesta sullecondizioni sanitarie che l'on.Agostino Bertani stava conducendo paral-lelamente a quella di Stefano Jacini. Purtroppo non si è rintracciatanessuna copia della relazione di Silvaggi né è possibile farlo altrove,date le note vicende della documentazione relativa a questa inchiesta.Cfr. Ibid. Lettera circolare del prefetto dell'Umbria relativa l'inchiestaBertani. Ibid. Lettera del 20 marzo 1879 e 5 ottobre 1880; Ibid. letteradel sindaco di Rieti ai medici reatini Augusto Borghini, FrancescoCatalani, Alessandro Silvaggi, Luigi Brucchietti, 10 agosto 1879.

49 ASR, ASCRi, Fin., Cont., 1901-1913, Lettere circolari delComizio Agrario Sabino del 31 maggio 1905, 28 maggio, 2 e 25settembre 1906; lettera del sindaco di Rieti al principe Lodovico Poten-ziani, 2 giugno 1906. In questa occasione il principe Potenziani fecediffondere un anacronistico manifesto dove, dopo aver descritto lemisere condizioni della popolazione sabina alle quali affiancava sullostesso piano quelle di proprietari gravati di tasse e di conseguenzacostretti loro malgrado «… a dare ai braccianti irrisori salari», lasciavaintendere che in Sabina esisteva una forte situazione di dissenso cherischiava fortemente di degenerare se non si estendevano anche inquesta area i provvedimenti pensati per il sud d'Italia, in quanto, minac-ciava Potenziani, «.…coll'acuta miseria la pazienza potrebbe stan-carsi», Ibid. manifesto a stampa del 22 aprile 1906.

50 Cfr. M. ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura, G. VolpeEditore, Roma 1970; A. SALTINI, Istituzioni agrarie e progresso dellecampagne, Edizioni Spazio rurale 2006.

51 Cfr. R. LORENZETTI, Storia sociale e economica della Sabina, cit.p. 506.

52 ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicol-tura, f. 3; Lettera di Domenico Raccuini al sindaco di Rieti relativaall'istituzione della cattedra ambulante di granicoltura 16 marzo 1903;Ibid. f.1; Lettera del Ministro di Agricoltura Industria e Commercio,Guido Baccelli all'on. Domenico Raccuini, deputato al parlamento delcollegio di Rieti, 11 aprile 1903. Baccelli comunica a Raccuini di averconcesso alla Cattedra di Rieti un contributo annuo di 7.500 lire.

53 Ibid. Lettera del Ministro di agricoltura industria e commercio,Guido Baccelli al sindaco di Rieti, 11 aprile 1903. Si vedano ancheIbid. Avviso di concorso, aprile 1903; Ibid. lettere del sindaco di Rietia Domenico Raccuini e Emilio Maraini, 14 aprile 1903.

54 Ibid. f. 2, Cattedra di Granicoltura, Lettera del presidente dellacattedra ambulante di agricoltura per la Sabina al Maic, 18 aprile 1903.

55 Gebe, La nuova Cattedra ambulante di Rieti, “L'Avvenire dellaSabina”, I (1903), n. 6, 15 aprile, p. 1.

56 O. NARDUZZI, Sulla cattedra di granicoltura di Rieti, “L'Avveniredella Sabina”, I (1903), n. 11, 1 luglio, p. 1.

57 ASR, ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura,f. 1, Lettera del CAR al sindaco, 25 aprile 1903.

58 Ibid., Bando del concorso. Aprile 1903.59 Ibid., Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti, 26 agosto

1903; Ibid. Delibera del consiglio comunale del 19 maggio 1903; siveda anche la lettera di incarico del comune di Rieti a Giuseppe Palme-giani, 1903 maggio 31; Ibid. lettera del CAR al sindaco di Rieti 13maggio 1903.

60 Ibid. Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti giugno 231903.

61 Ibid. f.3, I partecipanti furono: Donato Bellini di Potenza, DeIorio Filippo di Avellino, Hinech Giovanni di Treviso, DegliEspoinosa Gaetano di Sulmona, Dante Gavegli di Citta S. Angelo,Saverio Iovino di Roma, Silvio Laureti di Cosenza, Alfonso MariaLeoni di Voghera, Guido Pasquini di Siena, Matteo Talamini di Roma,Leonello Pannocchia, Augusto Salucci di Ancona Pietro Viani diCatania e Nazareno Strampelli di Camerino. Si veda anche la domandapresentata da Nazareno Strampelli per partecipare al concorso perdirettore della Cattedra speciale di granicoltura di Rieti, 29 luglio 1903;Rapporto della commissione giudicatrice del concorso per il posto didirettore della CattedraAmbulante di Granicoltura di Rieti, 1903; Ibid.f. 2 sub. Minuta di lettera con la quale il sindaco di Rieti comunica aStrampelli il risultato del concorso.

62 Ibid., Rapporto della commissione giudicatrice del concorso peril posto di direttore della CattedraAmbulante di Granicoltura di Rieti,1903.

63 Cfr. Il nuovo direttore della cattedra Ambulante di agricolturaper la Sabina, in “L’Avvenire della Sabina”, 1 (1903), n. 1, p. 2. Alposto di Nazareno Strampelli l'incarico venne assunto da ArnaldoNapoleoni. Sulle cattedre ambulanti di agricoltura si vedano: M.ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura (1886-1935), in“Rivista di Storia dell’Agricoltura”, X (1970) n. 3, pp. 221-252; V.PEGLION, L’ordinamento della sperimentazione agraria in italiana,Roma 1919; E. FILENI, Sull’insegnamento agrario ambulante nelmezzogiorno, Roma 1907; P. FRIZZATI, L’insegnamento agrario ambu-lante in alcuni Stati d’Europa, Faenza 1909; E. FILENI, Sviluppo delleCattedre ambulanti di agricoltura in Italia, nazionale di agricoltura,in, Atti del XIII Congresso Roma 1927.

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La sede della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura di Rieti, nei primi annidel ‘900, nella Palazzina che poi ospiterà la Banca d’Italia

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Se sappiamo quando iniziò il rapporto tra Strampelli e ilRieti originario, poco sappiamo quando nel capoluogo sabinosi sia iniziato a produrre grano da seme.1

Si tratta di un frumento collocato nella categoria degliautunnali teneri e aristati che veniva apprezzato per l’alta resi-stenza alle ruggini, una della cause di maggiore danno allecolture, ma che aveva il suo punto debole nella facilità all’al-lettamento.

Fino alla prima metà del XIX secolo il Rieti originario,oltre che in Sabina, era stato significativamente impiantatoin tutta l’area umbra da dove si estese in Emilia e in Toscana.

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione della secondametà dell’Ottocento, e soprattutto l’arrivo della ferrovia aRieti nel 1883, consentì una larga diffusione del prodotto chesi andò a collocare tra i più coltivati del Paese.

Il suo costo era notevolmente superiore a quello dei granida seme comuni, ed aumentava significativamente infunzione delle richieste, tanto che nel 1879 questo venivavenduto a 50 lire il quintale contro le 24,32 lire degli altrigrani reperibili sulle piazze agricole italiane.

Non secondaria era l’incidenza dei costi di trasporto che,fino al 1883, doveva essere effettuata con carri fino allastazione ferroviaria di Terni.

Anche la spedizione ferroviaria incideva significativa-mente sul costo complessivo del prodotto, in media 12-18 lireper quintale, in funzione della percorrenza.2

Nella seconda metà dell’Ottocento il Rieti originariodivenne un vero e proprio fenomeno della granicolturaitaliana fino al punto che iniziarono a diffondersi vere eproprie frodi come riferiva il periodico agrario milanese “IlGiornale del Villaggio” che nel 1882 ebbe a scrivere: 3

Abbiamo detto che girino campioni da tutte le parti; Ferraresedato per Rieti, riprodotto e offerto per originale grano, del confineUmbro dato per Velino: questa faccenda del Rieti pare vogliatenere somiglianza con quella passata dei Cartoni giapponesi. Gliè come del Chianti: fortunato colle, che in nome suo si dà da berea tutto il mondo.

Molti rivenditori acquistavano piccole partite di Rietioriginario per avere un qualche documento da esporre checomprovasse la provenienza del prodotto, per poi sostituirlocon altro grano; altri, soprattutto in Romagna, “tagliavano” ilRieti originario con grani locali di valore nettamente inferiore.

C’era pure una truffa messa in atto da molti agricoltorireatini che smerciavano per grano da seme Rieti originario,quello che si raccoglieva in collina o in altre zone del circon-dario, ma non nella piana alluvionale di Rieti, e quindi divalore e qualità decisamente inferiore, tanto che si andavapericolosamente diffondendo l’idea che il prodotto di Rietifosse in realtà un bluff.

Insomma, le cronache del tempo sono piene di episodidi questo genere che incidevano negativamente sul prestigiodi questo prodotto soprattutto quando ci si accorgeva che letanto decantate rese, e la resistenza alle ruggini venivanomeno.

Lo stesso Strampelli nei primi anni del suo lavoro a Rietiebbe a scrivere al Ministro di agricoltura:

Mi permetto inoltre far notare all’E.V. che stando ai si dice, ilcommercio del grano da seme di Rieti lascia molto a desiderare perl’onestà e lealtà con cui viene esercitato, tantochè è forte il discre-dito rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questapiazza.4

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Il grano di Rieti

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Una fama quella del Rieti originario che si era andatasempre di più diffondendo per opera soprattutto dei comiziagrari molti dei quali divennero distributori del prodottosottolineandone la bontà nelle loro pubblicazioni dirette aicoltivatori.

Così nel “Bollettino del comizio agrario diAlessandria”,parlando delle diverse specie di grani da seme, si legge:

Fra queste noi diamo la preferenza alla varietà detta di Rieti,a quella ben s’intende che proviene dai terreni che fruiscono delbeneficio delle torbide alluvionali….La preferenza da noi accor-data al grano reatino non è puramente come chi dicesse ideale, maè la sintesi di numerosissimi fatti tutti militanti in di lui favore.5

Del tutto simile era il giudizio del comizio di Cremona:

S’è visto infatti che gli stessi appezzamenti di terreno semi-nati parte a grano rietino, e parte a grano nostrano somministranoprodotti per qualità e quantità differentissimi, avendo i primi supe-rato sotto ogni rapporto, di gran lunga questi ultimi.6

Il “Giornale di Agricoltura Pratica”, sosteneva come ilRieti originario fosse un “…esempio rimarcabilissimo di ciòche può un germe vivace e rusticano nel frumento, esempiodegnissimo di essere propagato ovunque” e quasi con enfasiconcludeva “…dunque, signori lettori, è un buon inizio anziun eccellente prognostico. Seminiamo grano di Rieti, noisoprattutto dell’alta Italia, e un anno per l’altro potremo direche l’annata sarà buona”.7

Il “Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio delRegno d’Italia” pubblicò nel 1876 i risultati di alcune proveeffettuate presso il campo sperimentale di Parma da cuiemerse come il Rieti, sia quello originario che quello di primae seconda riproduzione, davano risultati nettamente superioriagli altri grani confrontati come il Bardianska, il Restaiolo eil Tosello.8

Icilio Bandini, nell’“Agricoltura Italiana” dell’agosto1878, metteva in evidenza il vero e proprio fenomeno che siera venuto a creare con la diffusione del Rieti originario finoal punto da manifestare qualche perplessità rispetto ad unutilizzo generalizzato che si stava facendo di tale frumento.

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Opuscolo pubblicitario del Rieti originario redatto da Pietro Fallerininel 1877.

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Egli sottolineava come dopo i risultati riscontrati epubblicizzati dalla stampa nazionale, “… se né fa una animataed insistente ricerca […] In tutta Italia vi è una gara, una ressaindicibile per avere il grano di Rieti; non si ha fede, non siconfida che in esso”.

Secondo lui, le straordinarie qualità di questo frumentoerano indiscutibili sia per la notevole resa che per la resi-stenza alle ruggini, ma metteva anche in guardia verso unutilizzo esagerato:

…ma che oggi lo si voglia seminare dappertutto, in pianoe in colle in creta o nel tufo, nel magro e nel grasso,nell’asciutto e nell’umido mi pare una esagerazione.9

La sintesi delle varie esperienze che in Italia si anda-vano diffondendo sul Rieti originario venne dal Ministerodi agricoltura industria e commercio nelle “Notizie intornoalle condizioni dell’agricoltura”, dove venne sottolineatocome il Rieti originario era senza dubbio il grano che sistava maggiormente diffondendo in Italia, e questomalgrado il suo prezzo decisamente elevato rispetto aglialtri frumenti.

In base alle notizie che il ministero aveva raccolto daivari comizi agrari, il Rieti originario era ormai largamenteattestato come la principale varietà coltivata, oltre chenell’area umbra, nelle province di Cuneo, Milano, Pavia,Bergamo, Verona, Belluno, Padova e Cremona, mentreiniziava a diffondersi nelle province di Macerata, Modena eForlì.

Nel sud se ne faceva largo uso a Benevento e Avellino,mentre non pochi comizi agrari, pur riconoscendo l’altaqualità del prodotto, lamentavano l’alto costo, come nel casodi Teramo dove si sosteneva che il Rieti “…per esser troppocostoso, e perché bisogna rinnovarlo ogni anno, è riservato aisoli coltivatori facoltosi”.10

Nel 1881 una apposita commissione nominata all’internodel Comizio agrario reatino provvedeva ad acquisire il granoda seme dai produttori locali e a rivenderlo ad un prezzo fissoche per quell’anno venne fissato a 42 lire il quintale.11

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Una delle tante pubblicazioni redatte per promuovere il Rieti originario.

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Era però difficile concretizzare un coordinamento tra iproprietari della zona che preferivano vendere direttamente illoro prodotto.

Lo sostenne con forza il presidente del Comizio agrarionell’assemblea del 30 maggio del 1885, denunciando “…latroppa avidità dei proprietari reatini”.12

Nel 1889, il Comizio agrario di Rieti che da sempre avevalavorato per la diffusione del Rieti originario, istituì una appo-sita “Commissione per il grano da seme” con il compito dicurare e controllare le vendite del prodotto a livello nazionale,e di eliminare le frodi attraverso la bollatura a piombo deisacchi, l’apposizione su di essi dello stemma di Rieti e dellasigla del Comizio agrario, e l’accompagno di una cedola dicontrollo firmata da uno dei membri della commissione.13

In realtà la commissione non svolse un ruolo particolar-mente significativo limitandosi, come rileverà più tardiAntonio Stoppani, “…agli acquisti del grano per conto delComizio e a firmare cedole, quelle povere cedole che si adat-tano a qualunque sacco aperto, pronto a ospitarle”.14

Lo stresso Strampelli, non appena giunto a Rieti, tentòdi affrontare il problema per eliminare, o quantomeno ridurre,tale inconveniente che rischiava di compromettere l’imma-gine di qualità del prodotto reatino, e più tardi, riferendo allostesso Ministro di agricoltura, ebbe a scrivere:

…volendo disciplinare detto commercio fondando un sinda-cato fra questi produttori di grano da seme, ho incontrato ostacoliattualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi,enon lievemente nei loro interessi.15

A tanto successo del prodotto non corrispose nell’am-biente reatino una adeguata capacità imprenditoriale, tantoche le richieste si potevano soddisfare solo in parte, e l’unicareazione concreta percepibile, fu un aumento del prezzo delprodotto che passò dalle 35 lire il quintale nel 1875, a 41 nel1876, a 45 nel 1877 per arrivare alle 50 lire del 1879.16

Chi più di altri riuscì a cogliere l’importanza di questasituazione, fu certamente il principe Potenziani, che ritrove-remo poi come artefice nell’opera di Strampelli. Egli, d’intesacon il Regio laboratorio chimico agrario dell’università di

Perugia, impiantò campi sperimentali nella sua azienda di S.Pastore per lo studio dell’azione dei fertilizzanti chimici comeil perfosfato di calcio e il solfato di ammonio, con l’evidenteobiettivo di ottenere una maggiore produzione del Rieti origi-nario da immettere sul mercato.17

Un mercato nel quale i Potenziani erano in prima lineagestendone una considerevole porzione, come testimonia illoro centro di vendita aperto a Bologna, che smerciava sulmercato emiliano dai 1000 ai 2000 quintali di Rieti originariol’anno.

Una quantità ragguardevole se si tiene conto che laCommissione del Comizio agrario di Rieti nel 1871 riuscì avendere appena 526,20 ettolitri di prodotto proveniente dalleaziende di piccole e medie dimensioni del reatino, visto chesia i Potenziani, così come i Vincentini e i Blasetti, ed altri trai principali proprietari della valle reatina, avevano per lostesso anno già provveduto direttamente alla vendita.18

Ancora nel primo novecento non pochi erano coloro checonsideravano il Rieti originario il migliore grano da seme inassoluto, soprattutto per quanto riguardava la sua resistenzaalle ruggini.

L’unico difetto che gli si riscontrava era quello che, colti-vato all’esterno dell’habitat naturale della valle reatina, in unciclo di 3-4 anni, perdeva le sue caratteristiche, e dovevaessere sostituito da nuovo frumento originario fatto venire daRieti, con costo non secondario da parte delle aziende agrarie.

Alla straordinaria resistenza alle ruggini, il Rieti aggiun-geva una altissima produttività, che a livello sperimentalesuperava spesso i 30 quintali per ettaro.

La bontà del prodotto si percepiva ancor più nelle annatecaratterizzate da forti attacchi dalle ruggini, come dimostra-rono in due diversi esami sia Foëx e Vidal che il Garola inFrancia, i quali rilevarono come nel 1911 nessun frumentoraggiunse i 28,4 q.li per ettaro come il Rieti e i 37,7 q.li inmedia su diversi anni di prove.

Un’altra prova effettuata nell’arco di un decenniodall’agronomo Genin vide ancora primeggiare il Rieti conuna produzione media di 31 quintali per ettaro, seguito dalNoe 25, e dal Bordeaux 23.19

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Locandina di promozione del Rieti originariodei primi del ‘900.

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La fama e le qualità del Rieti originario erano ben cono-sciute dall’allora giovane Nazareno Strampelli che nel 1900,presso l’università di Camerino, aveva realizzato l’incrociodel Rieti originario con il Noe, un grano caratterizzato da unaforte resistenza all’allettamento, tentando in tal modo diaggiungere tale qualità a quelle intrinseche del Rieti, e cioè laresistenza alle ruggini, e l’alta resa del prodotto.

Egli quindi fu ben felice di arrivare nel capoluogo sabino,anche se come direttore di una semplice cattedra ambulante,e più tardi ebbe a scrivere:

“Naturalmente, trovandomi a Rieti, i miei lavori dovevanocominciare dal frumento Rieti il quale, coltivato da tempo imme-morabile in quella vallata fredda in inverno, calda-umida in estate,in ambiente estremamente favorevole allo sviluppo delle ruggini, èandato selezionandosi attraverso i secoli, acquistando rusticità edivenendo assai resistente agli attacchi dei detti parassiti”. 20

Era talmente forte la curiosità di Strampelli per il Rietioriginario da fargli scrivere al Ministro dell’agricoltura, neiprimi anni del suo lavoro nel capoluogo sabino:

Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti sondovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di questosuolo l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di aumentarne ipregi, mentre, con accurata selezione fisiologica e metodica, sipotrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il migliore dei frumentida seme con grande vantaggio di tutta la granicoltura nazionale.21

Ma gli obiettivi di Strampelli erano ben diversi, e findall’inizio si comprese come egli avrebbe trasformato la vallereatina nel suo grande laboratorio di ricerca, destinato ad inci-dere significativamente nel campo della granicoltura mondiale.

Il Rieti originario fu alla base delle sue sperimentazioni,ma non tanto come pretendeva l’ambiente agrario reatino permigliorarlo e imporlo maggiormente in Italia, quanto perstrappare di volta in volta i suoi segreti, e fonderli con quelliposseduti da altri grani coltivati in ogni angolo del mondo, edar così vita a nuove specie, sfidando le leggi della natura, oforse più semplicemente dimostrando che queste potevanoessere razionalmente controllate.22

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Nel 1925, all’inizio della battaglia del grano che avrebbe segnato iltrionfo dei grani Strampelli, l’Unione produttori di Rieti avviò unacampagna di promozione del “Rieti originario”.

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Il giovane Nazareno Strampelli, da poco arrivato a Rieti

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NOTE

1 Unione Produttori Grano da Seme. Il grano “Rieti originario”,Rieti, Faraoni 1925.

2 G. PALMEGIANI, Monografia del grano da seme di Rieti, Rieti1884. Il costo arrivava fino a 27 lire qualora la metà fosse stata ReggioCalabria, e diminuiva sensibilmente qualora la spedizione completavaun intero vagone di 80-100 quintali.

3 Frumento di Rieti, in «Il Giornale del Villaggio», n. 321, 13agosto 1882.

4ASSGRi, APS, b. 10 f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministro diagricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905).

5 «Bollettino del comizio agrario di Alessandria», VIII (1874),luglio, n. 7.

6 «Bollettino del Comizio Agrario di Cremona» X (1876), n. 8.7 «Il coltivatore. Giornale di agricoltura pratica», XXII (1876), n. 15.8 Giornale diAgricoltura, Industria e Commercio del regno d’Italia

XIII (1876) v. XXVI, p. 138. Il Bardianska era stato introdotto nelparmense fin dal 1866.

9 L’Agricoltura Italiana, IV (1878), f. XLVII, agosto 1878.10 MAIC, Notizie intorno alle condizioni dell’agricoltura negli anni

1878-1879, v. 1, c. IV, p. 248, Roma 1880.11 A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav.

Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchis.d. (1905).

12 Ibid., p. 6.13 ASR, AP, b. 17, Lettera circolare del Comizio agrario di Rieti, 3

agosto 1898. Della Commissione facevano parte l’avv. Tito Pilati,l’avv. Domenico Parasassi, il Prof. Francesco Duprè, Giovanni Stoli,e Francesco Marinelli De Marco; cfr. anche “Bollettino del ComizioAgrario Sabino”, 1872, n. 1, in part. Avviso ai Comizi Agrari e agliagricoltori italiani sulla vendita del grano da seme, p. 14, e G. PALME-GIANI, Relazione sulla vendita del grano da seme promossa dalcomizio, pp. 46-54.

14 A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav.Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchis.d. (1905).

15ASSGRi, APS, b.10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit.16 F. PALMEGIANI, Monografia sul grano da seme... cit.17 ASR, AP, b. 17, Corrispondenza tra il principe Giovanni Poten-

ziani e il prof. Giuseppe Bellucci, direttore del Regio laboratoriochimico dell’università di Perugia relativa ai campi sperimentali per la

produzione di Rieti originario 1890-1891. La corrispondenza eraspesso tenuta da Guglielmo Sacenti, agente della famiglia Potenziani;Ivi, progetti vari per i campi sperimentali, 1890. La sperimentazionesi tenne su due ettari di terreno dell’azienda S. Pastore, mai concimatiin precedenza. Il primo ettaro fu trattato con 134 Kg di perfosfato dicalcio aggiunto a 100 Kg di solfato di ammonio mentre il secondoettaro non venne concimato. Il 10 agosto 1891 nel registro della speri-mentazione si annotò che l’ettaro di terreno concimato produsse 18,18q.li di frumento, contro i 16,67 q.li dell’altro appezzamento. Ivi, Regi-stro della sperimentazione, 1891.

18 ASR, AP, “Vendita grano originario di Rieti fatta a Bologna daSarti Alessandro. 1898; ID., Generi diversi venduti a Bologna da SartiAlessandro, 1899; ID., Conti Particolari, vendita grano di Rieti ed altrigeneri di S.E. il Sig. Principe Potenziani, 1898. Sulle vendite delprodotto da parte del Comizio agrario di Rieti ed in particolare dellaCommissione appositamente istituita, si veda G. PALMEGIANI, Relazionesulla vendita del grano da seme promossa dal comizio, pp. 46-54.

19 E. PANTANELLI, Le malattie crittogamiche del frumento, Roma1914. Si vedano le tabelle a p. 30-31.

20 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani dellavittoria, in ING,Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, p. 49.

21ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit. Sul granoda seme Rieti originario, si rinvia alla specifica voce nelle fonti biblio-grafiche.

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Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica

Quando Strampelli arrivò a Rieti non iniziò a lavoraresubito all’ibridazione del frumento ma, in modo più coerentecon quello che era la Cattedra ambulante che dirigeva, sullemalattie del grano, ed in particolare a quella dovuta all’Usti-lago Carbo, utilizzando il Rieti originario come puntocentrale delle sue indagini.

Studiò poi l’azione oligodinamica di alcune sostanzechimiche come il manganese, e rivolse la sua attenzioneanche alle tipologie di concimazione, nonché alle rotazioniagrarie e alle tecniche di lavorazione del suolo nella vallereatina.1

Ma il principale lavoro di questa sua prima fase diimpegno scientifico nel capoluogo sabino fu il suo studio sulfrumento Rieti originario che, come abbiamo visto, ricoprivaun significativo ruolo nella granicoltura nazionale, e decisa-mente centrale nell’economia locale.

Egli, già nel 1900, al fine di studiare un frumentoadeguato per l’area camerinese dove il Rieti era soggettoall’allettamento e il Noe alle ruggini, aveva proceduto adincrociare i due frumenti ottenendo buoni risultati in primagenerazione (F1) ma pessimi in seconda generazione (F2),per la nota legge mendeliana sulla disgiunzione dei carat-teri.

Il suo obiettivo era quello di migliorare la qualità delfrumento reatino elevandone la produttività, anche con nuovetecniche di concimazione, e combattendo il suo principalelimite che era quello dell’allettamento, che limitava forte-mente il suo principale pregio, cioè a dire la forte resistenzaalle ruggini.2

La strada della selezione razionale e fisiologica era quellache la cultura scientifica dominante del tempo consideravacome l’unica percorribile, ed anche egli si mosse in questadirezione, sia lavorando direttamente in questo senso, siaprendendo iniziative indirizzate a coinvolgere il mondodell’agricoltura locale intorno all’attività della cattedra.

Così, nel 1904, bandì un concorso a premi tra i produt-tori del Rieti originario che avrebbero dovuto avviare unlavoro di selezione che sarebbe terminato un triennio dopo.3

Strampelli era convinto che il Rieti originario, qualorasi fosse praticata una adeguata selezione, poteva diventare inbreve tempo il miglior frumento da seme italiano, obiettivoraggiungibile anche con il coinvolgimento diretto dei produt-tori locali offrendo loro “… il miraggio del possibile conse-guimento di qualche premio”4.

Al concorso potevano partecipare solo i “…proprietaried affittuari che coltivano terreni alluvionali della vallereatina”5 i quali dovevano seguire le istruzioni impartite daNazareno Strampelli il quale specificò come “...la selezionedovrà incominciare sul raccolto di quest’anno con la sceltadelle spighe migliori (cioè più lunghe, meglio conformate,più ricche di semi e per conseguenza più pesanti) facenti partedei cesti più numerosi e non allettati e col ritenere buone perla prossima semina solo le migliori granella della partemediana delle spighe scelte e che è obbligo di ogni concor-rente di mandare a questa cattedra prima del 30 luglio p.v uncampione delle dette spighe e granella selezionate”.

Il concorso fu vinto dal marchese Benedetto Cappelletti,mentre ai posti successivi si classificarono altri grandiproprietari del reatino come Potenziani, Fiordeponti, Pilati,e Pitoni,6 ma Strampelli non intendeva impegnarsi più ditanto in questa direzione.

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Lassù a Campomoro a strappar segreti alla natura

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In realtà, se l’immagine esterna del lavoro di Strampelliera quella di un semplice direttore di cattedra ambulante, egligià nel 1904 utilizzò quel primo fondo agricolo di Setteponticoncessogli dal principe Potenziani, per mettere a coltura 240diverse qualità di frumento che si era fatto arrivare da ogniparte del mondo, scegliendole tra quelle che nei rispettivipaesi di origine fornivano rese di molto superiori a quelle chegeneralmente si ottenevano in Italia.7

Nel 1907, intervenendo con una comunicazione al VIcongresso internazionale di chimica applicata di Roma,Strampelli presentò i risultati di quel suo lavoro, per altro nonparticolarmente originale, almeno per quanto concerne ilpercorso di indagine sull’acclimatizzazione dei frumenti stra-nieri, visto che analoghi risultati erano già stati constatati dalprof. Giglioli che operava ad Acerra.8

In sintesi Strampelli provò a vedere cosa succedeva colti-vando nella valle reatina tipologie frumentarie di gran resausate nel resto del mondo.

I risultati furono disastrosi, tanto che la totalità dei granivenne pesantemente attaccata dalla ruggine, e le spighe sipresentarono nere, quasi del tutto prive di chicchi, fino alpunto che fu difficile perfino raccogliere un minimo diprodotto da utilizzare come seme per l’anno successivo.

Ripiantato quanto raccolto tra il 1903 e il 1904, il risul-tato fu un minor danno provocato dall’attacco della ruggine,e così progressivamente negli anni successivi.

Di fatto c’era stato un progressivo adattamento di questifrumenti all’habitat della valle reatina, e di conseguenza agliattacchi dalle ruggini, senza però neanche avvicinarsi alleproprietà del Rieti, e senza raggiungere i livelli di produttivitàche essi manifestavano nei paesi di origine.

Al congresso di chimica applicata, Strampelli presentòuna importante novità e cioè che, contrariamente a quanto sicredeva, il Rieti originario non era affatto immune dall’at-tacco dalle ruggini, anzi, in base alle sue osservazioni, era ilprimo in ordine di tempo a presentare pustole rugginose sullefoglie, ma mai sul culmo, con il risultato che i danni che nederivavano erano praticamente nulli, quasi si trattasse di unasorta di vaccinazione che proteggeva il frumento reatino nelcompletamento del suo ciclo vegetale.

Era evidente che Strampelli tornasse a concentrarsi sulRieti originario ponendosi il problema di modificarne lequalità, o introducendo i caratteri di resistenza alle ruggini infrumenti di grande resa, o trasferendo le caratteristiche diquesti nel Rieti.

Più tardi nel ripercorrere le tappe del suo lavoro, ebbe ascrivere:

Chiaramente quindi si delinearono innanzi a me due vie datentare e cioè 1) provare ad indurre nelle migliori varietà esotiche,precocità e resistenza alle ruggini; 2) cercare di dare al Rieti ciòche gli manca, ossia paglia forte e resistente all’allettamento 9

Quindi, in questa fase Strampelli era impegnato sulterreno dei più accreditati studi di selezione genealogica, mache già preludeva, di fatto, ad un approccio di manipolazionegenetica.

Per realizzare la selezione genealogica Strampelli creavadei mini appezzamenti separati, in ognuno dei quali coltivavala granella prelevata da un’unica spiga facendo attenzione ascegliere quelle che si presentavano in modo difforme dall’in-sieme della massa dei grani.

In tal modo egli riuscì ad isolare alcune centinaia di lineepure, morfologicamente differenti tra loro, anche se per carat-teri minimi come il colmo rosso e spiga bianca, spiga biancae antere rosse ecc.).

L’unico risultato di una certa consistenza che egli ottennefu un tipo a cui venne dato il nome di Rieti 745, caratterizzatoda una pur minima maggiore produttività rispetto al Rietioriginario, ma nessun progresso era stato fatto per quantoconcerneva il punto critico dell’allettamento.

Secondo Strampelli tale rigidità di risultati era facilmentespiegabile proprio con la specificità del frumento della vallereatina, da secoli utilizzato come preziosa semenza, e come taleprotetto in un habitat chiuso dal contatto con altre varietà cheavrebbero potuto generare delle ibridazioni spontanee in gradodi produrre quelle che egli definiva “fortunate mutazioni”.

Non a caso notava che “…se si sono trovate modifica-zioni (sia pur lievi) di caratteri nel Rieti originario, si sonotrovate lontano dall’ambiente naturale a questa varietà”.10

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Pianta del campo sperimentale della Torretta concesso a Strampelli dal principe Potenziani

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Era quindi un percorso con scarse prospettive quellodella selezione genealogica del Rieti originario, e Strampelliimboccò la strada dell’ibridazione che in verità già seguiva inmodo parallelo, quasi che attestare la non praticabilità dellatradizionale selezione fosse un atto dovuto per giustificare unsuo totale impegno sul terreno sperimentale della manipola-zione genetica.

Anche l’acquisizione delle centinaia di varietà di frumentida ogni parte del mondo servì certamente per studiarne l’ac-climatazione, ma come egli stesso disse più tardi, “…peravere altresì a disposizione il materiale necessario ai proget-tati lavori di incrocio”.11

In altri termini egli era convinto che con la selezionegenealogica era possibile accentuare i caratteri già esistenti inun determinato frumento, ma, per introdurre caratteristicheche questo non possedeva, il percorso genetico era l’unicopercorribile.

In realtà Strampelli sapeva benissimo che praticando laselezione in un ambiente diverso da quello reatino, si potevanoottenere risultati diversi, così come fece Francesco Todaro chelavorò sul Rieti originario nel bolognese, riuscendo ad otte-nere linee pure di sicuro pregio tra le quali il Rieti 11 che trovòun significativo impiego in numerose parti d’Italia.

Qualche sospetto che Strampelli non abbia voluto percor-rere fino in fondo la strada della selezione, venne nel 1929 aCorrado Peroni il quale, pur riconoscendo l’indubbia validitàdel lavoro svolto sul Rieti originario, riferendosi alle varietàindividuate dal Todaro ebbe a scrivere:

...non sappiamo persuaderci come tali forme non siano statepure notate ed isolate nell’agro reatino dallo Strampelli per quantolimitata fosse la possibilità di imbattersi in esse.12

In verità Strampelli sapeva che procedendo ad un lavorodi selezione in ambiente diverso, anche i risultati potevanoessere diversi, e ciò non tanto e non solo per l’impiego delRieti in altri ambienti, ma soprattutto per l’azione “…di ibri-dazioni spontanee”.13

Era l’idea di sperare di incontrarsi con la casualità dimutazioni genetiche che non affascinava affatto Strampelli, il

quale voleva essere egli stesso a generarle e controllarle, e sutale aspetto intrattenne, come vedremo, una forte polemicacon Francesco Todaro.

Per altro non è neanche ipotizzabile che i tipi isolati poida Todaro nel bolognese sul Rieti originario non fossero statinotati da Strampelli.

E’ più logico pensare, seguendo proprio il suo ragiona-mento, che questi non esistevano affatto nel Rieti originariodella valle reatina, ma appartenevano solo a quello utilizzatonella valle padana in seguito a forme di ibridazione spontaneache il frumento reatino aveva subito in quell’area grazie alcontatto con un ambiente diverso, e soprattutto a quello conaltre specie frumentarie che non esistevano nel luogo di origine.

D’altra parte la relativa frequenza dell’ibridazionecasuale del frumento era già stata attestata fin dalla secondametà dell’Ottocento dal Delpino nel parmense14 e non pochierano i fautori della tesi che i tipi nuovi comparsi in una popo-lazione apparentemente uniforme, non erano dovuti a muta-zioni, ma ad incroci spontanei.

Quello delle ibridazioni spontanee non era affatto consi-derato un terreno scientifico percorribile, ma, al contrario, unvero e proprio problema in quanto, come sosteneva EhleNilsson, direttore della ben nota stazione sperimentale diSvalöf in Svezia, rappresentava un ostacolo al mantenimentoe controllo delle razze pure.15

Qualcuno ci provò a realizzare degli ibridi artificialmentema senza ottenere risultati di qualche significato, comeMaud,Vilmorin, Pringle e Blount.16

Rimpau in Germania tentò anche un incrocio intergene-rico tra grano e segale senza ottenere alcun risultato agrario,esperimento questo che riuscì invece pienamente a Stram-pelli nel 1902.17

Non c’era alcuna convinzione di poter ottenere risultatisul terreno dell’ibridazione, e i vari esperimenti realizzati, piùper curiosità che per progetto scientifico, venivano lasciaticadere di volta in volta.

Il primo a crederci davvero fu Strampelli, e iniziò unlavoro di esame microscopico delle sezioni dei culmi di varifrumenti da cui dedusse che la resistenza all’allettamento eradipendente dalla conformazione di questi.

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Il laboratorio chimico della Stazione sperimentale di granicoltura

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Laboratorio tecnologico della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti

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Un culmo basso è più resistente di quello alto, e quello adiametro più grande lo è più di quello a diametro più piccolo: mail culmo basso produce poca paglia, il culmo a diametro grandeproduce invece paglia scadente, poco utilizzabile per gli animalidomestici;e se un colpo di vento fortemente impetuoso riesce apiegarlo, esso si spezza e non si raddrizza più.19

Quindi diventava fondamentale concentrarsi sulla strutturaanatomica del culmo, soprattutto sulla sua impalcatura interna.

L’obiettivo di Strampelli fu quindi quello di generare unculmo certamente forte, ma contestualmente dotato di unaelasticità in grado “…non solo di piegarsi senza rompersi, sottola pressione e l’impeto dei venti, ma anche di sapersi poiraddrizzare appena cessata la meteora”.20

Strampelli aveva notato che tale proprietà era posseduta daquelle piante il cui culmo era dotato di molteplici fasci libro-legnosi, la cui sezione era allungata nel senso del raggio delculmo, i quali si presentavano disposti in più serie concentriche.21

Nel Rieti originario la presenza di fasci libro-legnosi eradecisamente scarsa, a differenza ad esempio di altri frumenticome il Triticum Villosum, e secondo lui questo spiegava lascarsa resistenza all’allettamento del frumento reatino.

Fu quindi sufficiente procedere all’incrocio genetico deidue frumenti per ottenere un risultato positivo che in ogni casodava forza alle ipotesi dello scienziato.

Ma quale era il sistema utilizzato da Strampelli nel suolavoro? Per comprenderlo, almeno nei suoi tratti essenziali,dobbiamo far ricorso alle leggi mendeliane sull’ibridismo.

In estrema sintesi, nelle cellule sessuali sia maschili chefemminili non esiste un’unica forza ereditaria, ma tantielementi indipendenti tra loro, i fattori ereditari o geni, ognunodei quali è in grado di riprodurre uno specifico carattere morfo-logico o fisiologico.

All’atto della fecondazione, i geni si sommano tra loroper poi tornare a disgiungersi nel momento della formazionedelle cellule sessuali della generazione successiva.

E’ ovviamente necessario limitare il nostro discorso almondo delle piante che si presentano quindi non come orga-nismi unitari, ma come aggregati di elementi.

Due diverse razze possono avere in comune uno o piùcaratteri elementari, ma, in funzione della loro affinità, diffe-

riranno tra loro con caratteri opposti, definiti appunto carat-teri antagonistici o allelomorfi, l’uno dominante e l’altroremissivo, in funzione della forza di trasmettersi nel primoindividuo riprodotto dall’incrocio.

Nella prima riproduzione domina la cosiddetta leggemendeliana della dominanza in base alla quale l’individuoriprodotto possiede i carattere dominanti di entrambi i genitori.

L’ibrido che si riproduce poi con fecondazione propria,genera una progenie di individui tre quarti dei quali possie-dono i caratteri del progenitore dominante, e un quarto quelliremissivi dell’altro genitore.

Un esempio servirà meglio a comprendere il concetto.Ipotizziamo di dover incrociare due tipi di frumenti diffe-

renti tra loro per la colorazione della spiga, nel primo biancanell’altro rossa.

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Strampelli con la sua compagna Carlotta durante una fase del suo lavoro.

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I chicchi ottenuti dall’incrocio, in base ad una metodo-logia che vedremo meglio in seguito seguendo il lavoro diStrampelli, vengono seminati, e il prodotto che otterremo èquello di prima generazione (F1) con le spighe uniformi dicolorazione rossa, in quanto il rosso è elemento dominantesul bianco, ed è noto che in base alla legge sull’uniformitàdei caratteri compariranno solo i caratteri dominanti.

Le cariossidi ottenute vengono di nuovo seminate perprodurre una seconda generazione (F2) nella quale si mani-festa la legge della disgiunzione dei caratteri, cioè a dire otter-remo in percentuali diverse spighe rosse e bianche.

Normalmente si riteneva che la disgiunzione dei carat-teri in F2 si manifestasse in modo casuale, ed è li che normal-mente venivano abbandonate le sperimentazioni.

Fu Strampelli a comprendere empiricamente, cosa cheMendel aveva già annotato tra le sue leggi, che tale processodi disgiunzione non era affatto casuale, ma ubbidiva a regoleprecise.

In pratica in F2 si otterranno tre quarti di spighe rosse eun quarto bianche le cui cariossidi dovranno successivamenteessere divise e coltivate separatamente.

Siamo quindi alla terza generazione (F3) nella quale lecariossidi delle spighe rosse produrranno un quarto di spigherosse che resteranno tali anche nelle generazioni successive,mentre due quarti di spighe saranno ibride, cioè a dire nellegenerazioni successive produrranno una ulteriore disgiunzionedi caratteri, e un’ultimo quarto saranno bianche, fisse anche esse.

Strampelli aveva già seguito questo percorso fin dal 1900quando incrociò il Rieti con il Noe, e in prima generazione(F1) aveva ottenuto esattamente ciò che egli aveva progettato,cioè l’unione dei caratteri del Rieti, sommati a quelli del Noe.

Si era praticamente concretizzata la legge della unifor-mità in F1.

Egli pensò di riseminare quanto ottenuto semplicementeper avere maggiore semenza da moltiplicare, ma nel nuovoraccolto la delusione fu enorme in quanto scomparse del tuttol’uniformità della varietà creata, e sul suo campo maturaronocentinaia di forme diverse di spighe.

Era la legge della disgiunzione dei caratteri in secondagenerazione (F2).

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Uno dei primi resoconti a stampa del lavoro svolto da NazarenoStrampelli a Rieti.

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Foto eseguita nel laboratorio di fotografiadella Stazione sperimentale di granicolturadi Rieti. Anni ‘20

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Le teorie scientifiche del tempo erano chiare, e si fonda-vano sulla convinzione della non fissità degli incroci che,nelle generazioni successive alla prima, altro non facevanoche riproporsi con le caratteristiche dei genitori su cui si erabasata l’ibridazione.

Incroci se ne erano provati a fare proprio nello stessoperiodo in cui operava Strampelli, a cominciare dal prof.Passerini, che nel 1900, presso l’istituto agrario di Scandicciaveva effettuato l’incrocio delGentil rosso con ilNoe,22 mentrealtri tentativi vennero effettuati nel 1903 dal Soleri a Cuneo.23

Va ancora ricordato che le leggi che l’abate agostinianoGregorio Mendel aveva scoperto nel 1865 a Brünn eranorimaste del tutto sconosciute, e che quindi egli altro non stavafacendo che seguirne il percorso senza conoscerle.24

Egli aveva quindi iniziato con l’intuire la legge dell’in-dipendenza dei caratteri fin dal 1900 quando sdoppiò quellipositivi del Rieti, e quelli positivi del Noe, per accoppiarli egenerare un nuovo tipo che li contenesse entrambi.

Nella successiva sperimentazione si incontrò con la leggedella disgiunzione dei caratteri in F2, e aveva proseguito conla selezione genealogica dei discendenti isolando, più o menoconsapevolmente, gli individui omozigoti, cioè a dire vere leproprie cellule sessuali generate dalla fusione di elementidella stessa natura.

Fu la chiave di svolta in quanto, proprio isolando e sele-zionando metodicamente gli individui partoriti da unincrocio, si riuscì alla fine a giungere alla fissazione di unaprecisa forma genetica, proprio come aveva intuito Mendel.

Va detto che non è possibile accreditare unicamente aStrampelli la primogenitura di tale percorso scientifico inquanto proprio nello stesso periodo altri tre grandi scienziatistavano, per altro all’insaputa l’uno dell’altro, percorrendo lastessa strada, Correns a Tubigen, Tschermak a Vienna e DeVries ad Amsterdam.

A comunicare a Strampelli l’esistenza di quella ben notamemoria di Gregorio Mendel rimasta pressoché ignota percirca 35 anni, fu il più autorevole patologo vegetale italiano,Giuseppe Cuboni nel 1905 nel corso di una sua visita allaCattedra ambulante di Rieti.

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Giuseppe Cuboni, direttore dell’Istituto di patologia Vegetale di Roma,fu sempre vicino al lavoro di Nazareno Strampelli

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Come scrisse più tardi Benedetto, figlio dello Strampelli,“…la conoscenza di queste fugarono completamente ognidubbio nella mente dello Strampelli, e coordinarono e fuseroin un tutto organico i bagliori di verità già dallo Strampelliintraveduti, per cui la conoscenza degli studi di Mendelfurono per lo Strampelli la luce polare che gli permisero unpiù rapido orientamento verso la meta”.25

In effetti la memoria dell’abate Mendel, Verucher überPflanzenhybriden pubblicata nel 1866 negli atti dell’acca-demia di Brünn era rimasta del tutto sconosciuta, e fino allesoglie del 1900 non trovò alcun seguace.

Per altro la memoria pubblicata da Mendel riportava soloparzialmente l’esperienza che egli aveva fatto con i piselli, ealtrettanto parziali erano le notizie pubblicate nel 1870 sullavoro compiuto riguardo ai bastardi di Hieracium.26

Mendel non pubblicò mai la varietà delle sue scoperte,comunicandole solo a Karl Nägeli in un lungo carteggio cheil Correns pubblicherà solo nel 1905.27

Ancora nel 1900, il grande botanico olandese De Vriespubblicò neiComptes Rendus dell’Accademia delle scienze diParigi, una breve nota, Sur la loi de disjonction des hybrides,dimostrando di ignorare totalmente le leggi mendeliane.28

Sempre nel 1900 Tschermak pubblicò Ueber KünstlicheKreuzung bei Pisum sativum29 e il Correns G. Mendel’s Regelüber dasVerhalten der Nachkommenschaft derRassenbastarde,30riconoscendo di fatto le leggi mendeliane, e portandole a cono-scenza della comunità scientifica dopo che essi stessi, e DeVriese Strampelli ne avevano seguito inconsapevolmente le orme.

Gli effetti come è noto furono devastanti per la tradizionescientifica del tempo, che in un sol colpo vide rimettere indiscussione le teorie lamarkiane, e soprattutto quelle evolu-zionistiche di Darwin.

Si era compreso che la selezione naturale poteva portarea modificare una specie, perfino ad estinguerla, ma nonpoteva generarla, così come fino ad allora si riteneva.

Ma Strampelli, al pari di Tschermak, de Vries e Correns,aveva già ripercorso la strada di Gregorio Mendel arrivandoproprio in quell’anno a realizzare il primo ibrido Noe x Rietiintuendo un percorso di ricerca che, come vedremo, egli seguìper oltre un quarantennio.

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Formule di concimazione che risalgono ai primi lavori di Strampellia Rieti. 1904

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Giuseppe Cuboni fu colui che introdusse in Italia le leggidi Mendel, dandone notizia nel 1903 in un suo saggio che siconcludeva con le possibili applicazioni in campo agrario:

(le leggi di Mendel)… ci faranno sperare che non sia lontanoil giorno in cui sarà possibile predire, con sicurezza matematica, irisultati di un dato incrocio e con questo mezzo nuove forme enuove varietà saranno ottenute, rispondenti ai desideri e ai bisognidei coltivatori.31

Cuboni scriveva questo articolo nell’agosto 1903 daAlbano Laziale, e non sapeva ancora che a pochi chilometric’era chi stava già lavorando proprio in questa stessa direzione.

Se ne accorse due anni dopo, visitando la cattedra cheStrampelli dirigeva a Rieti, e rimase entusiasta di quantostava accadendo, tanto da scrivere un apposito articolo sulBollettino della società degli agricoltori italiani.32

Egli ricordando quanto era accaduto nell’ultimocongresso degli agricoltori italiani, dove vi fu chi sostenne chela scienza nulla aveva più da offrire in campo agricolo, lamen-tava lo scarso impegno del governo nei confronti della ricercascientifica in questo settore, soprattutto per quanto riguardavale stazioni agrarie che l’allora Ministro Rava aveva promessodi sostenere con nuovi e adeguati finanziamenti.

In attesa che queste promesse diventino realtà - scriveva Cuboni- consoliamoci a constatare che non ostante la quasi indifferenza delpubblico e la grande scarsità di mezzi, qualche tentativo serio diapplicazione dei metodi rigorosi e scientifici per la soluzione dialcuni problemi agrari si viene facendo anche da noi. Come unbell’esempio di siffatti tentativi meritano di essere citate le espe-rienze di granicoltura istituite dal prof. Nazareno Strampelli a Rieti.33

E proseguiva:

Nei tentativi di ibridazione per formare nuove varietà, loStrampelli era guidato dal concetto di combinare la varietà localedel frumento reatino, che, come tutti sanno, ha il pregio di una note-volissima resistenza alla ruggine, con altre varietà migliori delRieti... Il bravo professore ha fatto la fecondazione artificiale diben 2720 fiori e la fecondazione è riuscita sopra 1089. Gli ibridiottenuti sono 53, nei quali il Rieti funziona 27 volte da maschio e26 volte da femmina.34

Certo Strampelli era solo all’inizio del suo lavoro, edoveva ancora vedere i risultati dei suoi 53 ibridi, ma Cuboniche da allora resterà sempre vicino allo scienziato reatino, neintuì subito le straordinarie potenzialità tanto da fargli conclu-dere che quanto stava accadendo nella semplice cattedraambulante “…faceva sperare che Rieti, mercè gli studi e lericerche del bravo prof. Strampelli, sarà in grado di offrireall’Italia nuove varietà di un frumento adatto ai nostri climie alle moderne esigenze colturali, e tale da non aver nulla dainvidiare alle migliori qualità straniere”.35

Cuboni aveva intuito benissimo quale sarebbe stato ilrisultato del lavoro di Strampelli che non stava creandosemplicemente varietà confrontabili con i tipi esteri di granresa, ma stava percorrendo la strada che lo avrebbe condottoa creare in assoluto i migliori grani del mondo, come ilDamiano Chiesa che stracciò ogni record mondiale di produ-zione unitaria con ben 82 q.li per ettaro.36

Nel 1908 lo fece invitare dalla Società degli agricoltoriitaliani a tenere una conferenza sui risultati raggiunti a Rieti,dopo quella che egli avrebbe tenuto riferendo sul suo recenteviaggio nel prestigioso istituto sperimentale di Svalöf37, e,tramite lui, Strampelli ebbe i primi contatti con l’Accademiadei Lincei, e con l’Institut international d’agricolture.

Per quanto concerne il suo metodo di lavoro, fu lo stessoStrampelli a descriverlo fin dal 1907 nel corso di una confe-renza per il congresso agrario di Cologna veneta.

“La tecnica dell’ibridazione anche nel frumento è molto facile ecostituisce niente di più che un esercizio di pazienza; voglio però ugual-mente esporre quella da me seguita, acciocché si possa giudicare delmodo come ho operato. Per comodità di lavoro e più specialmenteperché, potendone regolare la vegetazione, mi sia possibile praticare lafecondazione artificiale fra piante precoci e tardive, semino in vasiquelle varietà o specie che ho predestinate a fungere da piante femmine.A principio di primavera i vasi di varietà tardive vengono da me collo-cati nella parte più soleggiata e contro muro rivolto a sud, dell’ortoadibito a laboratorio d’ibridazione mentre tengo le precoci nella partepiù ombreggiata, e, se ciò non basta, le porto anche in un vano internopianoterra molto fresco. Così facendo ottengo fioritura contemporaneao poco distanziata tra le piante destinate a funzionare da femmine equelle da cui si deve prendere materiale per la impollinazione. Almomento opportuno, e cioè quando i fiori presentano le antere comple-tamente verdi e gli stigmi sviluppati, ma ancora chiusi, procedo alla

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Quadro riassuntivo che riporta il numero delle diverse sperimentazioni che erano in atto nei diversi campi sperimentali alle soglie della battaglia del grano

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Esempio di un albero genealogico di un discendente individuato tra i 204 individuati in F2 di uno stesso ibrido.Questo esempio venne fatto da Strampelli nel 1932 per spiegare il suo metodo di lavoro.

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castrazione dei fiori stessi. Per alcune varietà tale momento si ha sei osette giorni dopo che le spighe si sono liberate dal loro invoglio, peraltre invece subito dopo la emissione della spiga e per altre, infine(specialmente per quelle tardive), è necessario operare anche qualchegiorno prima, che le infiorescenze escano fuori dall’invoglio, per nontrovarvi antere già mature. Scelgo nel vaso due, tre, ecc., delle migliorispighe fra le più avanzate o le più arretrate (a seconda dell’opportunitàdel caso) e tolgo tutte le altre strappandone o tagliandone i culmi. Sullespighe prescelte faccio una toeletta, che consiste nel sopprimere i fioritroppo arretrati (qualcuno dell’apice e della base, e tutti i fiori medianio più alti di ciascuna spighetta), lasciando solo quelli che mostranocontemporaneità od uguaglianza di sviluppo. Con apposite pinze, allar-gando glume e glumelle, apro successivamente tutti i fiori conservati eda ciascuno esporto le tre antere, avendo cura, massima di non toccaremenomamente né ovario né stigmi. Proteggo le spighe castrate, dafortuite impollinazioni possibili per vento, insetti, ecc., introducendole,ciascuna in un tubo di carta pergamena saldata nella congiuntura longi-tudinale con collodion, perché non si apra per umidità od acqua. Chiudociascun tubo superiormente ed inferiormente con batuffoli di cotonecardato e li assicuro ciascuno ad una canna conficcata nella terra delvaso. La carta pergamena consente il passaggio della luce, il cotonerende possibile la circolazione dell’aria, ma l’una e l’altro impedisconoche polline, non voluto, vada sulle spighe. Al disopra, poi di ciascunodei tubi, ma abbastanza scosto da non ostacolare la circolazionedell’aria, applico, fissandolo alla stessa canna di sostegno, un cartoccioconico, pur esso di carta pergamena, con la base in basso, per impedireche la pioggia o la rugiada abbiano da bagnare il batuffolo superiore[…] Ogni spiga ha un cartellino ove incomincio dal segnare la data dicastrazione e poi successivamente quella di ibridazione e le annotazionidel caso, compreso il binomio dell’ibrido tentato. Quando gli organifemminili sono pronti per ricevere la impollinazione, e cioè è facile rico-noscere dalle piumette dello stigma turgide ed allargate, allora, nonprima e non dopo, procedo alla fecondazione artificiale […] Per procu-rarmi il polline, colgo nell’aiola della varietà predestinata a fungere damaschio, un certo numero di spighe portanti, nell’interno dei fiori, anteregialle mature omolto prossime alla loromaturazione; riunite inMazzettile scuoto accuratamente per far cadere polvere e quanto può aver aderitosulle glume, sulle ariste, ecc.; portatele in laboratorio, le colloco entrovasi, immergendo la parte tagliata dei culmi in acqua, e le espongo alsole. Mano, mano ritiro i mazzetti e da ciascun fiore di ciascuna spigaestraggo le antere più gialle e mature che lascio cadere sopra un fogliodi carta pergamena. Le anteremature esposte all’aria deiscono e lascianouscire polline dalle loro logge. Porto polline ed antere sopra un piccolostaccino a rete metallica con maglie di circa mezzo millimetro didiametro, ed agitole antere terminano di vuotarsi completamente e tuttoil polline, passando a traverso le maglie della rete, viene a raccogliersiin un vetro da orologio posto sotto lo staccino stesso. Ne, i primi anni

di questo lavoro trovai comodo avvolgere i mazzetti di spighe concartocci conici di carta pergamena, per raccogliere in essi, durantel’esposizione al sole, il polline votato dalle antere uscite dalle glume,solevo anche, prima di accingermi ad estrarre le antere, di scuotere lespighe sul foglio di carta pergamena per raccogliervi tutto il polline dicui le spighe stesse erano imbrattate, ed anche questo polline usavo nellafecondazione artificiale. Ricerche ed osservazioni posteriori mi hannoconvinto che con tale sistema è facile avere polline inquinato da qualchespora di carbone (già portata dal vento sulle glume, e, cedelle spigheraccolte) e che quindi con esso è possibile infettare gli ovari con ustilagocarbo. Non rari stati i casi di ibridi che mi hanno date piante carbon-chiose nella loro prima generazione non ostante l’accurata medicaturadelle sementi e la loro semina in vaso con terreno preventivamente steri-lizzato con calore. Ho quindi soppressa questa pratica, che, indubbia-mente aveva il pregio della sollecitudine ed anzi, come ho detto piùsopra, scuoto accuratamente le spighe prima di esporle al sole.Appron-tato il polline, senza indugiare, affinché il polline stesso a contattodell’aria non trasudi e s’impasti, vado subito ad impollinare; liberata laspiga dal tubo di carta pergamena, apro con le pinze le glume di ciascunfiore; coli pennellino, preso il polline dal vetro da orologio, né spolverole piumette di ciascuno stimma, e ad operazione compiuta torno aprotegger la spiga racchiudendola, nuovamente entro il suo cartoccio.Prima di passare a preparare il polline di un’altra varietà, con lampadaa spirito arrovento la rete dello staccino e lavo il pennellino ed il vetrinocon alcool. Trascorsi un paio di giorni dalla impollinazione osservandoi fiori è facile accorgersi, se l’attecchimento è riuscito o no. Infattiquando la fecondazione è riuscita lo stimma si avvizzisce subito e si vaatrofizzando e, contemporaneamente, l’ovaio va ingrossandosicrescendo maggiormente nel senso della lunghezza; al contrario ovel’attecchimento è fallito lo stimma persiste e l’ovarlo si allarga senzaperò crescere in altezza. […] Passati alcuni giorni dalla costatazionedell’avvenuta fecondazione, e propriamente quando sono sicuro che ipochi ovari non fecondatisi hanno perduta ogni possibilità di att’ecchi-mento per una successiva fortuita impollinazione, tolgo la spiga dal tubodi carta di pergamena e la racchiudo invece entro un sacchetto di garzaamaglie larghe circa unmillimetro o poco più, ove la lascio sino amatu-razione compiuta, per prevenire i furti di granella da parte di uccelli,formiche, ecc. Con il metodo esposto, nel 1904 ho ottenuto l’attecchi-mento di 1089 semi su 2720 fiori nel quali tentai la fecondazione arti-ficiale, una riuscita del 40 per conto; nel 1905 su 3692 fiori ibridati nériuscirono 2379, il 64 per cento; nel 1906 su 4195 né attecchirono 3387,l’80 per cento. Nell’anno corrente il lavoro di fecondazione artificiale èstato da me alquanto rallentato ma, per compenso (e per scopi certa-mente non pratici), l’ho anche rivolto ad incroci fra diversi generi especie di graminacee; togliendo questi ultimi casi e conteggiando le ibri-dazioni tra varietà e varietà di frumenti, i fiori attecchiti sono 369 contro381 fecondazioni tentate, un attecchimento del 96.85 per cento.38

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I prodotti del lavoro: i grani Strampelli

Il primo momento di messa in pratica del lavoro cheNazareno Strampelli aveva svolto presso l’istituto di Campo-moro si ebbe nel 1914, anno di uscita del Carlotta Strampelli.In realtà, come si deduce da una relazione inviata al Maic,egli era già in possesso di una copiosissima varietà difrumenti; gli incroci già realizzati erano 304.

Da questi si erano ottenute decine di migliaia di tipi,4706 dei quali erano stati fissati.

Il frumento che veniva ora sperimentato e commercia-lizzato, il Carlotta, altro non era che uno dei 1086 che loscienziato reatino aveva ritenuti validi.

La motivazione che portò Strampelli a mettere in circo-lazione solo uno dei suoi grani, va ricercata in varie direzioni,ma soprattutto nella difficoltà in cui operava nell’ambientereatino, come si deduce da una sua lettera del 1914:

Dopo ulteriore studio ed opportune prove colturali, necessariea precisare il valore di ciascun tipo, attraverso i vari anni né venneroscartati 3690, mentre i rimanenti 1086 furono giudicati meritevolidi essere conservati. La maggior parte di questi 1086 tipi sonofrumenti pregevolissimi, ma dovendo, per ragioni di opportunitàlocale moltiplicare nella classica pianura reatina, un solo grano, insostituzione del vecchio Rieti si è creduto dare la preferenza al tipo637 dell’ibrido Rieti x Massy (cui fu imposto il nome di CarlottaStrampelli) e di sospendere, conservandoli nelle collezioni, tutti glialtri. Il Carlotta Strampelli ebbe la preferenza per la sua grandeadattabilità alle diverse condizioni di coltura e di ambiente; e taleadattabilità è stata confermata dai risultati conseguiti per 4 anninelle numerose prove regionali fatte da agricoltori e istituzioniagrarie delle varie province d’Italia centrale e settentrionale.39

Tra i tanti frumenti che Strampelli aveva creato a Rieti,dopo diversi anni di prove colturali, scelse quindi di pubbli-care quello ottenuto incrociando il Rieti con ilMassy, da cuiderivò il Carlotta Strampelli, un frumento particolarmenteindicato per l’area centro-settentrionale, adatto ai climi freddie alle ruggini, con notevole resistenza allettamento.

Il Carlotta, insieme al Gregorio Mendel venne presen-tato alla mostra delle novità agrarie del 191440 e successiva-mente Strampelli presentò diverse relazioni al Maic suirisultati conseguiti nei diversi campi di prova italiani.41

Il Carlotta fu la chiave di accesso di Strampelli al pano-rama più accreditato della ricerca agronomica italiana, tantoche su tale frumento fu invitato a riferire anche all’Acca-demia dei Lincei,42 la quale, nel 1919 gli concesse il presti-gioso premio Santoro di diecimila lire.43

Fu anche il banco di prova per l’ambiente agrario reatinoche, almeno in parte, rispose alla sollecitazione di coltivarequesto primo prodotto innovativo creato a Campomoro,44 cosìcome risposero all’appello molti agricoltori italiani rassicuratidagli ottimi risultati che erano stati raggiunti in via speri-mentale, tanto che già nel 1918, 100.000 ettari di superficiegranaria italiana era coltivata con tale frumento.45

Anche l’Institut international d’agricolture, insieme a tuttoil mondo agrario italiano, volle rendere omaggio a Strampelli.

Lo fece per iniziativa del barone De Bildt, corrispondentedella Svezia, paese che aveva fortemente investito sugli studirelativi all’ibridazione, e del francese Luis-Dop, i quali, nellaseduta del comitato permanente dell’Institut international chesi tenne il 29 febbraio 1919, proposero di inviare una notaufficiale a Strampelli per il premio ricevuto dall’Accademiadei Lincei, e di invitarlo a redigere un saggio sul suo lavoroda pubblicare anche nelle edizioni francese e inglese dellarivista dell’istituto.46

In calce alla lettera il presidente dell’Institut internationald’agricolture, appose la seguente annotazione:

Io so che Ella non ama scrivere articoli. Ho quindi pregato il prof.Cuboni di dettare questo articolo servendosi dell’opera del Dr. Orriche Ella conosce. Con questa triplice collaborazione spero che mette-remo in luce la importante opera sua e la faremo conoscere al mondo.

Era in effetti nota la reticenza di Strampelli a scrivere delsuo lavoro, e pressoché inutili erano le continue richieste deigiornali specializzati, tanto che i più avvertiti neanche glichiedevano più di redigere uno scritto, ma solo di essere auto-rizzati a riprendere passi già pubblicati, come il direttore della“MinervaAgraria” che gli chiese “…di riprendere pressochéintegralmente” l’articolo sul Carlotta pubblicato negli attidell’Accademia dei Lincei,47 e lo stesso fece il direttore dellaStazione agraria di Modena per la redazione dell’enciclopediaagraria della Zanichelli.48

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Scheda del frumento Carlottapreparata da Strampelli per la mostradelle novità agrarie che si tennea Roma nel 1914.

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Il frumento Carlotta che rese famoso Strampellinel mondo degli agricoltori italiani e che gli fruttòil premio dell’Accademia dei Lincei.

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L’introduzione colturale del Carlotta coincise con untriennio di stagioni particolarmente favorevoli, con estatifresche, fino al punto che i risultati di resa ottenuti meravi-gliarono perfino lo stesso Strampelli, soprattutto perché siraggiungevano anche in aree che egli non aveva ritenutoidonee alle specificità di quel frumento.49

Il Carlotta aveva fatto gridare al miracolo, ma in realtànegli anni successivi, con il ritorno di stagioni ad alte tempe-rature estive, in quei territori reputati dallo stesso Strampelliinadatti, il Carlotta venne colpito dalla cosiddetta “stretta” e,contro di esso, si scagliarono le più aspre critiche, sia in rela-zione alle rese che furono decisamente basse, sia mettendoin discussione le qualità alimentari del prodotto ottenuto.50

Nel frattempo Strampelli aveva già pubblicato altrifrumenti come il Dauno, l’Apulia e il Varrone, ma il parzialeinsuccesso del Carlotta lo spinse verso la ricerca dell’abbre-viazione del ciclo vegetativo dei frumenti, proprio per aggi-rare l’ostacolo della siccità estiva che provocava dannisoprattutto nell’ultima fase di maturazione.

Sarebbe stato sufficiente creare un frumento che avesseavuto una maturazione più precoce di 15-20 giorni per aggi-rare il pericolo della stretta, ma anche per ottenere altrivantaggi, come la possibilità di liberare i fondi dal grano inanticipo, rendendo possibili diverse colture intercalari, cosìcome la precocità del raccolto avrebbe consentito nelle zonemalariche una minore permanenza dei contadini sui fondiproprio nel periodo di maggiore pericolosità.

Nacque così l’Ardito un frumento che maturava circa tresettimane prima degli altri, ottenuto da Strampelli dalla reibri-dazione di una varietà giapponese l’Akagomuchi, caratteriz-zata da una altissima precocità ma di nessun valore colturale,con l’ibrido ottenuto incrociando il Rieti con il Wilhelmina,altamente produttivo, ma tardivo nella maturazione.51

L’Ardito fu un vero trionfo in quanto non solo, matu-rando prima, aggirava il pericolo della stretta, ma rese possi-bile trasformare diverse colture annuali in intercalari come ilriso, il tabacco, il lino ecc. con un notevolissimo vantaggioeconomico per le aziende agrarie.52

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L’articolo scritto dal grande patologo vegetale Giuseppe Cuboninel 1905 sul lavoro che Nazareno Strampelli stava conducendo a Rieti.

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All’Ardito fecero seguito nel 1923 altri grani teneri precocicome il Villa Glori, che si impose pressoché generalmente nelnord d’Italia,53 il Fausto, il Mentana,54 il Raismondo, l’Edda,nonché il frumento duro Aziziach 17-45, ed altri frumentitardivi come il Virgilio.55

E’ di questa fase anche il Terminillo, del quale va dettoche si tratta di un incrocio intergenerico in quanto ottenutodall’ibridazione del frumento Rieti con la segale.

Tale esperimento era già stato eseguito dal Vilmorin nel1875 con scarsi risultati, e ripreso dallo Strampelli già nel1904.56

ARieti Strampelli realizzò oltre 800 incroci. Calcolandoche ogni incrocio da vita a oltre 1000 diverse forme, egliosservò circa un milione di diverse tipologie frumentariedalle quali scaturirono i suoi grani che negli anni ‘40 rico-privano 3.134.000 ettari, cioè il 66,5%, della superficiegranaria complessiva del paese, producendo un aumentoproduttivo di circa 20 milioni di quintali l’anno.

Va in ultimo ricordato che il suo lavoro non si limitò alsolo frumento, ma investì altre specie vegetali come il mais,57del quale egli si occupò fin dai primi anni del Novecentogenerando numerose varietà caratterizzate da una altissimaresa tra i quali il Luigia Strampelli, ottenuto dall’ibridazionedel Quindici agosto con il Rosso piemontese, e l’Eureka(Maggengo reatino x Giallo precoce d’Ausonia).

Nel corso della prima guerra mondiale si occupò anchedella barbabietola da zucchero per incarico della SocietàItaliana per la produzione dello zucchero indigeno, anche seva tenuto conto che Strampelli aveva iniziato a lavorare inquesta direzione fin dal 1907 pubblicando, per altro, una rela-zione sul bollettino ufficiale del Maic, e un’altra nei Rendi-conti dell’Accademia del Lincei.58

Numerosi lavori furono poi eseguiti sul ricino a Rieti, S.Angelo Lodigiano e Badia Polesine,59 sull’orzo nei camposperimentale di Leonessa,60 sull’avena e sulla segale, sullepatate anche queste sperimentate a Leonessa e Badia Pole-sine,61 così come sui pomodori, lenticchie e fagioli, studi cheStrampelli abbandonò molto presto per dedicarsi pressochéunicamente alla sperimentazione cerealicola.62

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Campo sperimentale di Rieti. Coltivazione del Carlotta Strampelli. 1924

La varietà di maiscreata da NazarenoStrampelli ededicata al principePotenziani

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Essere artisti o archeologi? La polemica scientifica traStrampelli e Todaro

Nazareno Strampelli, così come è inevitabile per ogni inno-vatore della scienza, incontrò nel suo camminomolte difficoltànell’affermare le sue idee, e non pochi furono i suoi oppositori.

Egli tuttavia non si lasciò mai coinvolgere in polemicheletterarie, e preferiva non rispondere alle accuse che gli veni-vano mosse, ritenendo di doverle smentire con i risultati dellesue sperimentazioni.

Merita comunque di essere ricordata la polemica che egliebbe con l’altro grande nome della granicoltura italiana deltempo, Francesco Todaro,63 soprattutto perché in essa c’è loscontro tra due scuole, tra due diversi modi di intendere lagranicoltura.

Francesco Todaro impersonava la tradizione scientificaitaliana con tutto un bagaglio di certezze largamente accredi-tato, Nazareno Strampelli la messa in discussione di quantofino ad allora era stato fatto, e la proposta di un nuovo e rivo-luzionario approccio scientifico.

Nel 1918 Strampelli pubblicò nel “Bollettino degli agri-coltori italiani” un articolo dal titolo Breve riassunto dei lavoridella R. Stazione di granicoltura Sperimentale a Rieti, nelquale si soffermò sul metodo dell’ibridazione da lui adottato,esaltandone le potenzialità rispetto a quello della selezione.

La data di questo articolo è importante. Siamo nel 1918,quindi a poca distanza di tempo dalla pubblicazione e daisuccessi del Carlotta Strampelli. Quel grano avrebbe resofamoso Strampelli, ma egli, in quel preciso momento,nascondeva un importante segreto scientifico.

Dalle sue ricerche nell’istituto di Rieti non era nato soloil Carlotta, ma decine di altri grani di straordinaria impor-tanza, individuati tra quei 1089 tipi scelti e fissati tra decinedi migliaia di varianti osservate.

Tali frumenti rimasero segreti, e quindi nel momento incui Strampelli scriveva quell’articolo, c’era in lui tutta la consa-pevolezza che l’applicazione delle ricerche effettuate a Campo-moro, avrebbe potuto rivoluzionare la granicoltura mondiale.

Parlando del suo metodo di lavoro, egli si lasciò andaread un entusiasmo che, ai suoi interlocutori che conoscevanosolo il Carlotta, suonava perfino come presunzione.

Nell’articolo Strampelli, senza mezzi termini, pose unademarcazione netta tra il suo approccio e quello del Todaro:

Fra il semplice ricercatore o selezionatore genealogico e coluiche esegue ibridazioni e ne segue i tipi che ne conseguono,scegliendone e fissandone quelli che corrispondono ai suoi fini,corre la differenza che passa tra colui che esegue scavi per rintrac-ciare opere e l’artista che tali opere d’arte crea.

E più oltre:

Se si vuole abbellire una piazza, una corte, un giardino conuna statua chi più facilmente riuscirà, colui che la statua va a ricer-care con sapienti scavi ... o lo scultore, che provvedutosi del neces-sario blocco di marmo incomincia con colpi lenti, costanti del suoassiduo scalpello a modellarvi la statua rispondente al soggettorichiesto e nelle dimensioni e ragioni prospettiche dell’ambiente?

Poi Strampelli tornò a ribadire un concetto che gli eracaro, e che costituisce il punto di messa in discussione delleconcezioni darwinistiche da parte dell’approccio mendeliano.

Attraverso l’evoluzione della specie non si genera alcun tiponuovo, ed anche quando questo avviene, la causa generatrice nonè l’evoluzione, ma l’ibridazione casuale con altre specie.

Quindi - prosegue Strampelli - “…non nego che con lasola selezione pedigree si possa avere la fortuna di incapparein ottime varietà; ma ciò è specialmente possibile quando lericerche si eseguono su materiale impuro, o meglio dove sonostate possibili ibridazioni spontanee”.

A Francesco Todaro, il massimo esponente della scuolabasata sulla selezione genealogica essere descritto come“semplice ricercatore che per fortuna incappa” a differenzadell’ibridatore che è “l’artista che crea”, non piacque affatto,e rispose con un articolo “Ibridatori e selezionatori“ su“L’ItaliaAgricola” difendendo la sua scuola basata sulla sele-zione genealogica.

In primo luogo Todaro mise in evidenza come Strampellicon quell’articolo aveva provocato una netta contrapposi-zione tra i due approcci scientifici:

… il prof. Strampelli ha voluto separare con un taglio ben netto,il campo di attività dell’ibridatore (L’artista che crea) da quello delselezionatore (il semplice ricercatore che per fortuna incappa).

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Todaro aveva ragione, Strampelli con quell’articoloaveva stabilito un solco incolmabile non tra due modi diversidi procedere, ma tra due diversi modi di pensare.

Il suo lavoro non era uno dei tanti possibili. Era unapproccio “altro”, fondato su concetti e percorsi di pensieroassolutamente innovativi.

Non quindi uno dei tanti metodi che di tanto in tantovenivano indicati come possibili dai ricercatori, ma unapproccio completamente diverso che non poteva noncontrapporsi al primo.

E il fatto era tutt’altro che indolore, perché non solo sitrattava di ridefinire il quadro scientifico sulla materia, con laconsacrazione dell’esistenza di due diverse scuole di pensiero,ma anche di proporsi nei confronti delle scelte governative intermini di finanziamenti, di impianti, insomma di credibilità.

Francesco Todaro questo lo aveva compreso perfetta-mente, e il suo primo tentativo fu quello di ricomporre illavoro di Strampelli all’interno di un quadro più generale nelquale egli era considerato il leader indiscusso.

La realtà dei fatti, secondo Todaro, “…non sopportaalcuna imposizione di teorie e vedute per quanto autorevoli”,e considerava questa una questione assolutamente fonda-mentale, quasi ad esorcizzare l’ipotesi di un percorso dipensiero alternativo al suo.

…non esito ad affermare che in confronto del semplice epovero selezionatore, colui che esegue ibridazioni altro non fa - didiverso e di più - che la impollinazione artificiale, con processi atutti ben noti: delicati ma non estremamente difficili.

Selezionare vuol dire scegliere. E l’ibridatore - al pari delselezionatore - non fa che scegliere: scegliere dapprima fra lerazze esistenti, quelle che egli ritiene di poter utilmente ravvici-nare o fondere per la costruzione dell’ibrido stesso, e non si arrestache quando è convinto di aver trovato il tipo o i tipi rispondenti aisuoi fini.

Secondo Todaro, nulla di diverso da quello che fa il sele-zionatore che “…prepara il materiale della prima scelta, eprocura di utilizzare nel miglior modo quello da lungo tempopreparato e messo al mondo dal buon vecchio Dio”.

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Francesco Todaro, docente all’università di Bologna , era il più autorevoleesponente della scuola basata sulla selezione genealogica delle piante cheStrampelli mise in crisi con il suo metodo dell’ibridismo.

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Poi si chiedeva:

E’ tanto vasta e grave la suaccennata lacuna […] da giustifi-care la sentenziosa contrapposizione del prof. Strampelli? Il qualementre vede sapere e arte e magari poteri creativi nell’ibridatore -che pur manca di ogni mezzo di controllo e di ogni sicura previ-sione sulla discendenza dell’ibrido - crede di poter abbassare il sele-zionatore al modesto livello di scavi …archeologici.

Todaro ribadiva la superiorità della selezione genealo-gica la quale secondo lui, restava l’unico metodo “sussidiatao meno dall’incrocio artificiale”, per poter garantire la solu-zione ai problemi agrari italiani.

Todaro aveva ben intuito che quel lavoro che Strampellistava svolgendo a Rieti avrebbe finito per minare, o quanto-meno ridurre la sua autorevolezza.

Non lo preoccupavano molto i confronti tra i suoi granie quelli di Strampelli che si andavano diffondendo in Italia,64quanto l’esistenza di un percorso diverso dal suo, le cuipotenzialità che allora appena si intravedevano, rischiavanodi marginalizzare il suo approccio metodologico.

Strampelli non proseguì nella polemica, e gli anni successivifurono quelli dell’uscita degli altri suoi frumenti che andaronoprogressivamente a sostituire quelli tradizionali, e a prevalerepressoché ovunque, sulle razze presentate da Francesco Todaro.

Strampelli aveva grande stima di Francesco Todaro, equella polemica fu solo un atto dovuto per imporre il suopensiero, e al suo antagonista bolognese egli riservò sempregrande rispetto.

Lo dimostra una lettera che egli inviò a Gino Morassutti,altro agronomo del tempo, tra i molti che volevano mettere aconfronto i suoi grani con quelli selezionati a Bologna.

...il prof. Mariani mi fece noto che il prof. Todaro è dispiaciutocon me perché tu gli avresti detto che io ti ho proibito (anche conun guai!!!...) di coltivare i frumenti selezionati del Prof. Todarostesso in confronto coi miei. Io ho subito smentito la cosa perchénon solo con te ma con nessuno ho fatto cenno ad una simile esclu-sione. […] So che entrambi lavoriamo nell’interesse della grani-coltura del nostro Paese e non per la nostra personale ambizione. Iopoi anche attaccato ingiustamente non rispondo mai, essendoconvinto che le polemiche non giovano a chi le fa e tantomenoservono a far progredire la nostra agricoltura.65

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Appunti scientifici di Nazareno Strampelli

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La polemica la riprese invece Todaro nel 1925 in pienabattaglia del grano, ma questa volta non era tanto indirizzataverso la metodologia scientifica di Nazareno Strampelli,quanto con la “moda” dei suoi grani, e con chi, soprattutto lastampa specializzata, la seguivano.

Edito dall’Istituto di cerealicoltura di Bologna che luidirigeva, pubblicò un opuscolo “Grani in luce e grani inombra” nel quale così esordiva:66

Scorrendo al stampa agraria - periodici e fogli volanti - diqueste ultime settimane, si può giustamente valutare la formidabilepressione di cui è capace quel quid indefinibile che chiamasi lamoda. La quale investe tutte le nostre cose - la nostra stessa persona- e non soltanto (come erroneamente credono le donnette delvillaggio) i cappelli, le chiome e il vestiario delle signore eleganti.Essa avvolge e travolge: tutto e tutti.

Poi, riferendosi in tutta evidenza a Nazareno Strampelli,e al suo successo che stava dilagando:

…ci sono in ogni tempo uomini e cose di moda, che hannotutto il favore della cronaca; per la quale più non esiste ciò che è giàdi moda. E può scorgersi, a ben guardare, che anche il cronista, neldiuturno suo divenire, obbedisce a quella pressione universale, seanche possa illudersi di essere - egli - il creatore della moda.

Todaro questa volta se la prendeva soprattutto con ilfrumento Ardito che stava incontrando larghissimi favori nelmondo agricolo italiano, sopperendo agli inconvenienti cheaveva presentato il Carlotta qualche anno prima.

Nei periodici agrari la moda oggi comanda - ed il cronistascrive - che il frumento Ardito debba stare in piena luce, bene invista davanti agli agricoltori italiani; tutti gli altri - giù di moda -restare nella provvida penombra, che sa pietosamente nasconderela mediocrità e la miseria.

Certo, ormai Todaro non poteva più disconoscere la vali-dità di Nazareno Strampelli e della sua scuola, e l’unica cosache intendeva sostenere, probabilmente anche a ragione, erala validità anche dei suoi grani, e che l’enfasi con cui venneaccolto l’Ardito era forse eccessiva.

In effetti l’Ardito, frumento precoce che aggirava i peri-coli della stretta e consentiva altre colture nello stesso fondoe nello stesso anno, venne accolto come qualcosa di miraco-loso, e Todaro che non potette fare a meno di riconoscere chesi trattava di un prodotto validissimo, ma tese a ricondurne lecaratteristiche alle sue reali potenzialità, tutto sommato quellestesse che aveva indicato Strampelli. 67

“Perché mettere in ombra tutti gli altri grani?”, si chie-deva polemicamente Todaro, e la risposta era sempre lastessa, “la moda“, non comprendendo che in realtà il governoaveva di fatto compiuto la sua scelta nei confronti dei graniStrampelli, gli unici su cui si poteva scommettere percondurre la battaglia del grano.

E che Mussolini avesse compiuta una precisa scelta inquesta direzione lo conferma il fatto che quando nominò ilComitato permanente del grano, un superorganismo che eglistesso presiedeva, con l’incarico di elaborare tutti i provvedi-menti legislativi a sostegno della battaglia del grano, chiamò afarne parte Strampelli, e relegò Todaro a presiedere la commis-sione provinciale di Bologna. D’altra parte non era pensabilemettere in gioco la credibilità del regime lanciando la battagliadel grano, e pensare di condurla dopo aver messo in moto unamassiccia macchina propagandistica, con le sementi tradizio-nali delle quali erano ampiamente note le rese e le potenzialità.

Se non si voleva aumentare la superficie granaria, nonsarebbe certamente stato un aumento di impiego dei fertiliz-zanti, né una più razionale organizzazione colturale, né tanto-meno i vari provvedimenti legislativi a garantire il successodi quella che fu una delle più clamorose applicazioni dellapolitica autarchica del regime.

C’era bisogno di qualcosa in più, e questo erano lesementi create da Nazareno Strampelli a Rieti tenute rigoro-samente segrete, e che ora potevano essere messe in campocon tutti i rischi del caso, ma anche con la possibilità chequello che da anni Strampelli sosteneva nelle relazioni cheperiodicamente presentava al governo, ufficialmente o informa riservata, fosse tutto vero, e su ciò scommettere.

Una scommessa che, indipendentemente dalle valutazionidi ordine politico, e dalla rilevanza e conseguenza all’internodel quadro economico più generale, sul piano dell’aumentodella produzione cerealicola fu certamente vinta.

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Francesco Todaro, molti anni dopo, nel 1940, in un altroarticolo emblematicamente intitolato “Rettifiche di rotta“ nonpotette far altro che riconoscere i meriti di Strampelli scri-vendo tra l’altro:68

Ancora una volta desidero esplicitamente riconoscere che diessi (grani precoci Strampelli) la nostra granicoltura ha potuto epotrà larghissimamente avvantaggiare; e che alte benemerenzesono pertanto legittimamente dovute al camerata Strampelli, cheper primo li ha introdotti presso di noi.

Ma riprendiamo quella prima risposta di Todaro a Stram-pelli del 1918, in modo particolare un passaggio specifico checi consente di evidenziare una ulteriore differenziazione traTodaro e Strampelli:

“Noi - riferendosi sia a lui che a Strampelli - lavoriamonon per alte spirituali finalità dell’arte, ma per assicurare alleimprese di produzione agrarie il vile, volgarissimo, e purtanto necessario profitto”.

Nella prospettiva finale del Todaro, e lo diceva senzamezzi termini, c’era l’industria agraria, e il suo lavoro sembraessere posto al servizio di quell’agricoltura capitalistica chesempre di più si poneva in modo egemone nel panoramaeconomico del Paese.

Non che Strampelli lavorasse in contrapposizione a taleprospettiva, ma il suo lavoro sembra più collocato in unadimensione politica generale indirizzata ad affrontare unproblema indipendentemente da chi ne avesse reso possibilela realizzazione, e da chi ne avrebbe beneficiato.

Strampelli iniziò il suo lavoro scientifico durante ilperiodo giolittiano, attraversandolo trasversalmente in ognisua sfumatura, crebbe durante il governo Calandra, e mise inpratica i risultati della sua ricerca durante il fascismo, indi-pendentemente se essi fossero andati a beneficio dei grandiagrari o delle masse contadine.

Era uno scienziato per così dire “puro”, e Todaro avevatorto anche quando ironizzava sulle citazioni artistiche diStrampelli, perché in fondo la creatività era una delle molleprincipali che accompagnarono il suo lavoro, insieme ad unasorta di ossessione epistemologica rispetto alla sua attività diricerca, e morale, rispetto agli obiettivi.

Egli si sente investito di una missione; quella di rendereun grande servizio all’Italia. Lo ripete costantemente in ognioccasione, e non è un atteggiamento retorico d’immagine, inquanto questa convinzione la si ritrova espressa anche nelladocumentazione più intima e privata, e di essa era pienamenteconsapevole la sua compagna Carlotta.

Così, ad esempio, quando la moglie lo prega di recarsipresso il policlinico di Roma per curarsi di alcuni malanni siesprime nei seguenti termini:

Se ti piacesse andare al Policlinico, ove non occorre prendereappuntamento, ed ove troveresti tutti i dottori necessari potrestiandare con Frances, che li conosce; altrimenti va da chi credi, bastami contenti e mi fai questo piacere. Ora non puoi dirmi che costatroppo, perché hai per curarti, ed è obbligo, dovere e necessarioche curi e mantieni la tua salute più a lungo, e meglio che puoi. Senon lo fai sei un egoista, mentre il farlo, è per bene degli altri, e misembra che ciò che sempre hai desiderato di fare.69

Nel 1932 rispondendo a coloro che gli rimproveravano dipubblicare troppo poco del suo lavoro egli scrisse:

Se avessi voluto pubblicare tutto ciò che di interessante, anchedal solo punto di vista teoretico, mi si è presentato nel corso deimiei lavori e delle mie esperienze, su tutti gli argomenti e problemidi cui mi sono occupato, avrei certo accumulato una letteraturacopiosissima, ed oso dire anche interessante, giacché avrei tral’altro documentato nella stampa la priorità di osservazioni chesono invece rimaste nei miei registri di lavoro.[...]L’uomo cheallarga ogni giorno il suo dominio su tutto ciò che lo circonda nonè padrone del tempo, il grande galantuomo che tutto mette a posto.E il tempo è a me mancato di fare tante cose che pure avrei desi-derato veder compiute.[...] Le mie pubblicazioni, quelle a cui tengoveramente, sono i miei grani: non conta se essi non portano il mionome; ma ad essi è e resta affidata la modesta opera mia, svoltanell’interesse della granicoltura del mio Paese.70

Ma ancor più questa tendenza si deduce nel momento dellanascita dell’Istituto nazionale di genetica totalmente pensatoda Strampelli senza che ne abbia mai rivendicato la primoge-nitura. Nel progettarlo, e lo scrisse senza mezzi termini, nonpretendeva neanche corrispettivi economici “…perché a mebasta mi sia data la possibilità di raggiungere l’immensa soddi-sfazione di rendere un grande servizio al mio Paese”.

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In realtà Strampelli era ben cosciente di avere in mano glielementi per compiere qualcosa di davvero significativo nelpanorama scientifico mondiale, ed in fondo riuscì ad essereanche un buon organizzatore di se stesso, riuscendo nelcompito, tutt’altro che facile, di far transitare i suoi progettisempre per le strade che ne consentissero la realizzazione,indipendentemente dai governi a cui aveva dovuto far riferi-mento nel corso della sua esperienza scientifica.

Non c’è dubbio che il ruralismo fascista, ed in particolarela battaglia del grano, rappresentarono una vera e propriafortuna per Strampelli che si trovò a poter offrire il prodottogiusto al momento giusto.

Fu proprio in questo contesto che egli fece uscire i suoifrumenti dai contenitori di laboratorio, ed ebbe la possibilitàdi verificarne l’applicazione economica su tutto il territorionazionale.

Va infatti specificato che, fino ad allora, l’opera di Stram-pelli, così come quella degli altri ricercatori, si svolgeva su unpiano di mera sperimentazione.

Basti pensare che, fatta eccezione per il periodo in cuivenne presentato il frumento Carlotta nel 1914, che ebbe undiscreto indice di applicazione, ancora nel 1927, quindiall’inizio della battaglia del grano, l’unico frumento Strampellicoltivato con una certa consistenza in Italia era l’Ardito, utiliz-zato su una superficie complessiva di circa 170mila ettari. Cioèa dire poco più del 3% della superficie granaria italiana.

Nello stesso anno il Rieti originario era ancora coltivatosu 271 mila ettari, cioè a dire oltre il 5% della superficie, e ifrumenti derivati dalla selezione genealogica di FrancescoTodaro occupavano una fetta molto più consistente.

Una situazione che appena cinque anni dopo si era incre-dibilmente capovolta.

Come vedremo in modo più specifico in seguito, i graniStrampelli nel 1932 ricoprivano oltre il 30 % della superficiegranaria nazionale, e nel 1940 la percentuale aveva superatoil 50% con regioni come il Piemonte, la Lombardia, la VeneziaGiulia dove la percentuale saliva al 70-80 e anche oltre il 90%.

Una vera e propria rivoluzione che non solo è unica incampo agrario a livello mondiale, ma che per tempi reali diconcretizzazione, trova ben pochi altri esempi sul piano delleapplicazioni scientifiche.

NOTE

1 Riguardo ai suoi studi sull’Ustilago Garbo, Strampelli pubbli-cherà più tardi: Esperienze intorno alla malattia del frumento dovutaall’Ustilago Carbo, in “Rendiconti della R. Accademia Nazionale deiLincei. Classe di Scienze Fisiche, matematiche e naturali”, v. XV(1906), s. 5^, f. 3°, mentre sull’utilizzo del manganese, cfr. N. STRAM-PELLI, Azione dei diversi composti di manganese ed in particolare delminerale manganesifero del Monte Argentario, usati nella concima-zione delle piante, in Atti del VI congresso internazionale di Chimicaapplicata, Roma 1907.

2 ASSGRi, APS, b. 16, f. 5, Appunti di Nazareno Strampelli rela-tivi alla prove di concimazione effettuate nel campo sperimentaledi Rieti con o senza stallatico, 1904; Ibid., b. 17, f. 8, Registro delleprove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti,1905-1906; Ibid., b. 10, f. 13 “Studio dei frumenti siciliani e reatini”.Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R.scuola praticadi agricoltura di Caltagirone, s.d. 1905. Sull’attività di ricerca di questaprima fase si vedano anche ASSGRi, APS, b. 16, f. 9, Appunti di N.Strampelli sull’azione olodinamica del frumento”, s.d. (1904?); Ibid.,b. 18, f. 14, “Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con parti-colare riguardo ai terreni” Relazione mss. s.d. e s. f. (probabilmente diN. Strampelli) s.d.; Ibid., b. 11, f. 1, “Relazione di N. Strampelli sullasituazione finanziaria della Stazione Sperimentale di granicoltura diRieti”, s.d. (1907 ?); Ibid., f. 5, Relazione di N. Strampelli al Ministrodi agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e suirisultati ottenuti, marzo 1910; b. 18, f. 9, Documenti vari relativi alviaggio di studio effettuato da N. Strampelli nel 1911 in Francia,Belgio, Olanda, Inghilterra, Scozia, Norvegia, 1911; Ibid., f. 11, datti-loscritto firmato da N. Strampelli intestato: “Le piante emettono dalleloro radici sostanze (tossine) che accumulate nel terreno riesconodannose alle colture immediatamente successive di piante della stessaspecie o di specie affini “Allegata una fotografia s.d. (1912?); b. 18, f.15, Appunti per una relazione di N. Strampelli circa l’attività scienti-fica della Stazione di granicoltura di Rieti. S.d. (1914?); b. 19, f. 1,Registro in cui sono riportate 254 ibridazioni con l’indicazione del“numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabili raggruppa-menti di caratteri antagonistici dei genitori”, il “Numero dei tipistudiati e coltivati”, e il “Numero dei tipi studiati, coltivati e poi scar-tati”, e il “Numero dei tipi restanti allo studio e alla prova nell’annocorrente”. s.d. (1914?); b. 19, f. 3, Appunti di N. Strampelli (nonfirmati) relativi al suo lavoro scientifico. s.d. (1915?) ; Ibid., f. 16,

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Appunti di N. Strampelli relativi all’attività della Stazione sperimen-tale di Rieti. s.d. (1920?); Ibid., f. 16, Relazione di N. Strampelli mssrelativa ai risultati ottenuti nell’annata agraria 1920-21; Ibid., f. 15,“Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana”s. d. 1921 (?); b. 20 f. 4, Relazione di N. Strampelli in francese sull’at-tività della Stazione sperimentale di Rieti, 1925.

3 ASSGRi, APS, b. 4, f. 1, Concorso a premi fra i migliori colti-vatori diretti del territorio reatino. Registro delle valutazioni dei fondiagricoli, s.d. (1906); Ibid., f. 3; Concorso “La spiga d’oro” Domandedi iscrizione dei coltivatori, 1904 -1912; Ibid., f. 10, Concorso a premifra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Corrispondenza,regolamento ecc.

4 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministrodi agricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905).

5 ASSGRi, APS, b. 5, f. 12, “Avviso di concorso a premi per laselezione del grano da seme”, s.d..

6 Ivi, b. 5 f. 12, Verbale della commissione giudicatrice delconcorso 3 luglio 1909.

7 ASSGRi, b. 4, 1 novembre 1903 - fattura dell’Ufficio tecnicoromano per l’acquisto di 4 qualità di frumento, 4 novembre 1903; Id,fattura della ditta Vilmorin Andrieux di Parigi per l’acquisto di 58varietà diverse di grano da 1 Kg. ciascuna; Ivi, Registro dei primi espe-rimenti di selezione fatti a Rieti Grani esteri e italiani (1904); Ivi,Appunti scientifici di Nazareno Strampelli relativi ai suoi primi espe-rimenti genetici realizzati a Rieti, s.d. [primo decennio del ‘900]; Ivi,Appunti di Nazareno Strampelli relativi alle prime sperimentazionieffettuate a Rieti nel 1904-1905; Ivi, Pianta delle sperimentazionirealizzate da Strampelli presso il campo di Setteponti, 1905.

8 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione edalla selezione del frumento,in Atti del VI congresso Internazionale diChimica Applicata, Roma 1907.

9 N. STRAMPELLI, I miei lavori:origini e sviluppi. I grani dellavittoria, in Istituto Nazionale per la Cerealicoltura, Origini, sviluppi erisultati, Roma 1932, p. 50.

10 ASSGR, Pianta dell’utilizzo del campo sperimentale dellaTorretta a Rieti reparti 9, 10 e 11, scala 1:700, 1906-1907; ID., scala1:300.

11 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 5312 C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino,

cit. 1929, p. 18.13 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 50.14 F. DELPINO, Sulla dicogamia vegetale e specialmente su quella

dei cereali, Parma 1871.

15 H. EHLE NILSSON, Krenzungunersuchungen on Hafer undWeizen, Lunds Univ. Areskrft. N.F Af, 11-5 n. 2, 1909.

16 Sui problemi della genetica agraria del tempo cfr. M. BONVI-CINI, Miglioramento genetico delle piante agrarie, Torino 1942; J.XUXLEY, La genetique sovietique et la science mondiale, Paris 1950;A.N. STUTEVANT, Problemes genetiques, Paris 1936; M. MAYLIN,Manuel pratique e tecnique de l’ybridation des cereales, Paris 1926;J.M. HARRACA, De l’amelioration sistematique des varietes dans levegetaux, Paris 1900.

17 E. BASSI, Il grano, Roma 1935, p. 215.18 G. LO PRIORE, Genetica sperimentale,Milano 1920.19 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 51.20 Ibid., p. 52.21 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione

ed alla selezione del frumento in Atti del VI congresso Internazionaledi Chimica Applicata, Roma 1907; ID., Esperienze di selezione e ibri-dazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendiconti dell’Accademiadei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s.5^,v. 2°; ID., Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento amezzo dell’ibridazione, Roma 1907; ID., Studi e ricerche di selezionee di ibridazione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in“Bollettino della Società Agraria Italiana”, XIII (1908), n. 7; ID., Lericerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di grani-coltura di Rieti, in “Bollettino della Società degliAgricoltori Italiani”,XIII (1908), n. 9/10.

22 IstitutoAgrario di Scandicci, Il frumento “Gentile rosso” sele-zionato e gli ibridi Gentile rosso x Noe ottenuti dal prof. Passerini,Scandicci 1913.

23 E. SOLERI, Relazione sulla selezione dei grani, Cuneo 1903.24 Cfr. C. CORRENS, Sulle leggi della ereditarietà, Torino 1906;

A. KÜAN, La teoria dell’ereditarietà, Torino 1945; S. ARCIDIACONO,Gregorio Mendel e l’evoluzione biologica, in “Memorie e rendiconti.Accademia di scienze, lettere e belle arti degli zelanti e dei dafnici”. -3. ser., vol. 4 (1984), p. 529-543; G. MENDEL, Le leggi dell’eredita-rietà; con un saggio di Vitezslav Orel, Milano Rizzoli, 1984; Tit. orig.:Versuche über Pflanzen-Hybriden; G. WILMA, The Mendel enigma, thefarmer’s son: the key to Mendel’s motivation, in “Archives internatio-nales d’histoire des sciences”. - Vol. 32, n. 109, (1982), p. 177-183; R.OLBY, Historiographical problems in the history of genetics, in“Rivista di storia della scienza”, I (1984), n. 1, pp. 25-38; P. ENRIQUES,Le leggi di Mendel e i cromosomi Bologna 1932; R.H. BIFFEN,Mendelslarvs of inheritance and mheat breeding, in “Journ. Agr. Sc.”, n. 1,1905.

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25 B. STRAMPELLI, Nazareno Strampelli come pioniere e scien-ziato nel campo genetico, Roma 1944, p. 10.

26 G. MENDEL, Uber einige aus K ünstlicher Befruchtung gewon-nene Hieracium-batarde, in “Verhandl. d. naturf.”, Vereines in Brünn1870. Per alcuni esperimenti precedenti cfr. L. BLARINGHEN, La nociond’espece et la disjonction des hibrides, d’apres Charles Naudin1852-1875, Paris s.d.

27 C. CORRENS,Gregor Mendels Briefe an Karl Nägeli 1866-1873.Ein Nachtrag zu den veröffentlichten BatardierungsversuchernMendels,in “Abh. D. math-phys. Klasse d. K. Säches. Gesellscaft der Wis-senachaft z. Leipz”, XXIX (1905), n. III.

28 H. DE VRIES, Sur la loi de disjonction des hybrides, in “Compt.Rend. Del L’Acad. D. sc. De paris”, Paris 1900; ID., Espèces etvariétés leur naissance par mutation. Paris 1909. Trad. It. Specie evarietà e loro origine per mutazione. 2 voll., Milano s.d.

29 E. TSCHERMAK,Ueber Künstliche Kreuzung bei Pisum sativum,in “Zeitschr. F. d. landw. Versuchesweusen in osterreich”, 1900, f. 5.

30 C. CORRENS, G. Mendel’s Regel über das Verhalten der Nach-kommenschaft der Rassenbastarde, in “Berichte d. Deutsche Botan.Gesellsch” XVIII (1900), fasc. 4. Del Correns si veda anche la suaconferenza tenuta nel 1905 ai Naturalisti e medici tedeschi e tradottain italiano l’anno successivo: C. CORRENS, Sulle leggi della eredità,Torino 1906.

31 G. CUBONI, Le leggi dell’ibridismo secondo i recenti studi, in“Bollettino della società degli agricoltori italiani”, Roma 1903 (estr.),p. 14.

32 G. CUBONI, Le esperienze di granicoltura a Rieti, in “ Bollet-tino della società degli agricoltori italiani”, X (1905) n. 2.

33 Ibid., p. 5.34 Ibid., p. 6.35 Ibid., p. 8.36 E. BASSI, Il grano…, cit. p. 111.37 ASSGRi, APS, b. 19 (n. p.), f. 7, Lettere della Società degli

agricoltori italiani a N. Strampelli, 1908.38 N. STRAMPELLI, Alla ricerca e creazione di nuove varietà di

frumento a mezzo dell’ibridazione, Roma 1907, e ancora in, Lericerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di grani-coltura di Rieti, in “Bollettino della Società degliAgricoltori Italiani”,XIII (1908), n. 9/10.

39 ASSGRi, b. 18, f. 5, Relazione di Nazareno Strampelli sull’at-tività scientifica svolta presso la Stazione Sperimentale di Granicolturadi Rieti s.d. [1914].

40 N. STRAMPELLI, La Regia stazione sperimentale di granicolturadi Rieti alla mostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914.

41 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento“Carlotta Strampelli” conseguiti nei campi regionali di prova, in“Annali del Maic”, v. 1915 Idem., v. 1916; Idem., v. 1917; ID., Risul-tati ottenuti col frumento “Carlotta Strampelli” nei campi regionalidi prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916, Rieti, Trinchi 1916,Sui risultati dei campi di prova si vedaASSGR, b. 1 (anno 1916), f. 1,cat. V-B, - Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli31/8/1916, - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” diVoghera 26/8/1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicolturadi Vercelli 28/8/1916 - Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura dellaprovincia di Ancona in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10agosto 1916, (all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate); Relaz.della Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Torino 31/7/1916,Relaz. della Scuola pratica di viticoltura e enologia in Avellino4/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola.18/7/1916 - Relaz. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena24/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova21/7/1916 - Relaz. della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino28 luglio 1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura diRovigo 29/7/1916 - Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi diSiena 19 luglio 1916 - Relaz. della scuola pratica di agricoltura diImola 18 luglio 1916 - Relaz. della CattedraAmbulante diAgricolturadi Ferrara 17/5/1916 - Sui risultati del Carlotta Strampelli e sullagestione da parte della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti,cfr. ASSGRi, b. 19 (n. p.), f. 31, Ricevute di pagamento e carte conta-bili varie relative alla moltiplicazione del frumento Carlotta nellapiana reatina, 1917; Ivi., b. 22 (n. p.), f. 3, Registro dei risultati delCarlotta Strampelli nelle diverse regioni d’Italia, s.d. (1918); Ivi.,Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano da seme relativoalle vendite del Carlotta Strampelli, 1917; Ivi., Registro delle fatturerelative alle vendite del Carlotta da parte della Stazione sperimentaleEsercizio 1916-17; Ivi., Registro relativo alla gestione del frumentoCarlotta Strampelli 1916; Ivi., f. 7 Registro relativo alla gestione delfrumento Carlotta Strampelli 1917; Ivi., f. 8 “Registro delle richiestedel nuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi. Richieste delnuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi., f. 10 Registro delleprenotazioni del Carlotta Strampelli 1919; Ivi., f. 11 Notizie e risultatisul frumento Carlotta Strampelli 1917-1918. Ivi., b. 26, f. 1, Corri-spondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazione delfrumento Carlotta Strampelli 1917 -1919; Ivi., f. 2, Corrispondenza in

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arrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1915 -1916. Contieneanche la relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati delCarlotta del 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto;Ivi., f. 3, Registro dei coltivatori del Carlotta (?), s.d. 1914; ID., b. 26,f. 1, Corrispondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazionedel frumento Carlotta Strampelli, 1917-1919; f. 2, Corrispondenza inarrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1914-1916, Contienela relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati del Carlottadel 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto 1915; f. 3,Registro dei coltivatori del Carlotta (?) s.d. 1914. A. GIODA, Ilfrumento Carlotta Strampelli, in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 5, pp.94-96; G. CONSOLANI; Successi del Carlota Strampelli nell’alto Pole-sine; in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 3, pp. 511-52;A. TIZZI; CarlottaStrampelli e Gentil Rosso x Noe n. 46. Risultati di una coltivazione, in“Agricoltura senese”, LV (1918), n. 10, pp. 112-113; G. GREZZI, Risul-tati del frumento Carlotta Strampelli; in “Rivista agraria polesana”XVII (1918), n. 19, p. 231; V. DE CAROLIS, Il C. Strampelli e le pros-sime semine; in “La sentinella agricola” XXII (1918), n. 10, pp. 225-227; ID., Il frumento Strampelli nel cremonese; in “La sentinellaagricola” XXII (1918), n. 18, pp. 217-220; (f. f.); Risultati del CarlottaStrampelli al secondo anno di prova; in “L’Umbria verde”, VII (1918),n. 9-11, pp. 51-52; D. ORZI; Un precocissimo frumento italiano perterreni fertili (C. Strampelli); in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI(1918), n. 133, p. 82; M. FANTOZZI; Esperimenti di varietà di grano;in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI (1918), n. 139, p. 119.

42 N. STRAMPELLI, Genealogia del frumento “Carlotta Stram-pelli”, in “Rendiconti della R.Accademia dei Lincei. Classe di scienzefisiche, matematiche e naturali”, v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°.

43 Su premio Santoro e sull’eco che ebbe nel mondo agrarioitaliano si veda: ASSGRi, APS, b. 25, f. 1. “Premio Santoro” 1919 -Lettere, telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevutoda Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei, 1919. Per i riflessisulla stampa: Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italianache assicura il fabbisogno annuale del grano, in “Il Corriere diCanelli”, XIII (1919), n. 6, pp. 1-2; P. RANIERI,Un trionfo della societàagraria italiana, in “L’Eco di Bergamo”, 5 febbraio 1919; (n.d.r), Ilrifornimento del grano e l’importanza di una scoperta scientifica, in“Il Corriere della Sera”, 3 febbraio 1919; Il gran premio Santoro alProf. N. Strampelli, in “Chienti e Potenza. Periodico settimanaleCamerinese” XXXIII (1919), n. 3, pp. 1-2; Onoranze al Prof. Stram-pelli, in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 6, p. 2;Onore alla scienza,in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 5, p. 2-3; Il frumento Carlotta

Strampelli. Una grande scoperta italiana, in “Il Giornale di Ascoli”,III (1919), n. 3, pp. 2.

44 ASSGR, b. 1, f. 8 Contratti per la coltivazione del frumentoCarlotta Strampelli nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordepontiecc.), 1918.

45ASSGR, b. 19 1915, f. 7 - cat. II - C, Vendita del grano CarlottaStrampelli. Concessioni di vendita. Ivi., b. 3, f. 15 - cat. III - C, 1917.Richieste di acquisto del frumento Carlotta Strampelli, Ivi., b. 9, f. 13- 1918 cat. III - A, Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari rela-tivi alle sperimentazioni di frumento. Si veda in particolare la rela-zione della Cattedra di Agricoltura di Roma “Prima annata dicoltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e“Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli“ a cura dellaScuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia.

46 ASSGRi, APS, b. 25, f. 1, “Premio Santoro” 1919 - Lettere,telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto da Stram-pelli da parte dell’Accademia dei Lincei 1919. Lettera del presidentedell’Istitut International d’Agricolture a N. Strampelli, febbraio 1919.

47ASSGRi, b. 25, f. 2, Cartolina del direttore della rivista MinervaAgraria del 23 novembre 1918.

48 Ivi., Lettere del direttore della R. Stazione Agraria di Modena,del 10-11-23 novembre 1918. Si veda anche la lettera del direttore delgiornale La Via dei Campi che chiede, senza risposta, un articolo sulCarlotta del 20 novembre 1918.

49 N. STRAMPELLI, I grani della vittoria, in INGC, Origini,sviluppi. lavori e risultati, Roma 1932, p. 69.

50 Ivi., p. 69-70.51 Riguardo ai risultati dell’Ardito si veda ASSGRi, APS, b. 31,

f. 3, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orienta-mento del frumentoArdito. Campi di orientamento e di prova diAles-sandria, Cuneo, Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona,Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza,Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riporta l’indica-zione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto, mediominimo e massimo ottenuto per ha, e nelle note spesso il confrontocon le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile,ecc., 1926; ID., b. 23, f. 3, Giornali e articoli vari relativi ai risultati otte-nuti dal frumento Ardito, 1924; N. STRAMPELLI, Produzioni unitarieconseguite nelle varie regioni italiane con i cereali Strampelli nell’anno1922-1923; Rieti, Faraoni 1924; ID., Le produzioni del frumento“Ardito” conseguite nell’anno agrario 1922-1923, Rieti, Faraoni1924; ID., Le produzioni del frumento “Ardito” conseguite nell’annoagrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925.

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52 F. FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito; in Le stazionisperimentali agrarie italiane, v. LVIII (1925), pp. 337-372; F. MENIN,A proposito di Ardito, in “L’Agricoltura Veneta” 12, 20 luglio 1924, nn.13-14; P. BRACATO, Il frumento Ardito, in “Rivista agraria polesiana”,15 settembre 1924, n. 17, p. 182; G. JERNA, Il frumento Ardito nel suoprimo anno di coltivazione nell’Agro piacentino, in “Libertà”, Venerdì12 dicembre 1924; F. BONAVOGLIA, Pro Granicoltura. Risultati diprove colturali, Macerata 1924; (NDR), Inaugurazione della mostradella spiga in Alessandria, in “La Gazzetta del Popolo”, 2 settembre1924, p. 5; L. FOLLINI, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di agri-coltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 50, 14 dicembre, p. 445;G. ESMENARDO, Discutiamo in merito alla produzione granaria in “Lavita rustica”, II (1924), n. 9, p. 1; A. BOZZOLO, In tema di frumento.Varietà e razze colturali in L’agricoltura friulana”, III (1924), n. 23, p. 1;I. ZANNONI, Razze elette e coltivazioni razionali nell’alessandrino in“Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 32, p.285; ID, Il problema della ceralicoltura nazionale, in “La vita rustica”,II (1924), n. 10, p. 3; L. FOLLINI, I nuovi frumenti alla prova, in“L’Agricoltura piacentina” XVII (1924), n. 7, pp. 105-107; G. CONSO-LANI, I nostri campi di grano nel 1923-24, Conegliano 1924; A.DRAGHETTI, Le basi del miglioramento tecnico della nostra cereali-coltura, in “Rivista agricola romagnola” II (1924), n. 15, pp. 158-162;M. BASSI, L’Ardito si fa onore, in “Rivista agricola romagnola” II(1924), n. 15, pp. 162-163; D. LIBERTINI, I grani eletti ed il problemagranario italiano, in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV(1924), n. 39, p. 352; L. C. NICOLAI, I nuovi frumenti Strampelli allaprova in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 30, pp. 362-364; ID., L’ArditoStrampelli, in “Il Coltivatore”, 69 (1923), n. agosto 30, p. 174; A.COSSOLANI, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 23,pp. 135-137; B. BRASCHI, Prove comparate su alcune varietà difrumento Genova 1924; G. BELLINI, Per l’aumento della granicolturain Maremma, in “La Maremma agricola - zootecnica”, XIV (1924),n. 9-19, pp. 4-24; Cattedra di Agricoltura della provincia di Arezzo,Contributo allo studio della granicoltura. Relazione sui risultati otte-nuti nei campi sperimentali istituiti nel 1924, Arezzo 1924.

53 Riguardo ai risultati del Villa Glori cfr. ASSGRi, APS, b. 31,f. 1, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orienta-mento del frumento Villa Glori. Campi di orientamento e di prova diAlessandria, Cremona, Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indi-cazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto otte-nuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenutecon l’inallettabile 96. 1926.

54 Riguardo al Mentana, Ivi., b. 31, f. 2, Riepilogo dei risultatiottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Mentana.Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Pavia,Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Forlì,Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Grosseto,Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riporta l’indicazione delle aziendeagrarie, la superficie coltivata il prodotto ottenuto per ha, e nelle notespesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti,Cologna, Inalettabile, ecc. 1926.

55 Tra la vasta pubblicistica relativa all’introduzione e ai risultatidei grani Strampelli nel sistema agrario italiano si vedano: G. CARFI,Grani Strampelli e grani indigeni in raffronto, in “Il Coltivatore Sici-liano”, 1930-1932; G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaro nel fabria-nese, Piacenza 1921; Federazione italiana consorzi agrari,Un trienniod’esperimenti sui nuovi ibridi di grano Strampelli, Piacenza 1927; F.FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito, in “Le stazioni speri-mentali agrarie italiane”, LVIII (1925) pp. 337-372;A. FOLLONI, Razzeelette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; INGC,Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane con i cerealiStrampelli nell’anno agrario 1922-23, Roma 1923; G. JERNA, Ilfrumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’agro piacen-tino, Piacenza 1924; E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi deifrumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6dicembre 1931; B. MORESCHI, La granicoltura italiana e gli esperi-menti Strampelli, in “L’agricoltura italiana illustrata” I (1919), n. 3,pp. 11-17; C. PERONI, Il frumento di Rieti, in “Giornale di agricolturadella domenica”, 6 dicembre 1931; P. ROSSI, I grani Strampelli inSabina, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 1930; ID., Campodi orientamento per grani di razze elette Strampelli. Magliano SabinaAnno agrario 1929-30, Rieti, Faraoni 1930; A. SUCCI, Prove di orien-tamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali, in“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto suprove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e 1924-25), in“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; E. AVANZI, Studi eprogressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento1930; E. AZIMONTI, I grani dello Strampelli nel mezzogiorno, Piacenza1920; E. BASSI, Granicoltura laziale. Affermazione meravigliosa perproduttività e resistenza dei frumenti precoci del Sen. Strampelli, in“Giornale di agricoltura della domenica”, 3 novembre 1940; A. BRIZI,Il frumento Strampelli nell’anno 1920-21, in La propaganda per lacoltivazione frumentaria nell’anno 1920-21, Roma 1922; B. MORE-SCHI, La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in “L’agri-

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coltura italiana illustrata” I (1919), n. 3, pp. 11-17; A. DONÀ, Speri-mentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli in “Giornale di agri-coltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; Per il senatoreStrampelli, in “Il Popolo Sannita”, 1933; (A.D). 49 quintali difrumento ad ettaro in Agro Romano, in “Giornale di agricoltura delladomenica”, 6 agosto 1939; (E.B). Se si fossero coltivati i grani precoci,in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 agosto 1939.

56 G. SERMONTI, Osservazioni cariolingiche sul frumento Stram-pelli “Terminillo” (Triticum vulgare “Rieti” x Secale cereale) x T.vulgare “Rieti”, in “Annali della sperimentazione agraria”, v. III(1949), n. 4.

57ASSGR,APS, b. 5, f. 13, Concorso a premi fra ibridatori e sele-zionatori di granoturco. Regolamento s.d., 1910; b. 19, f. 6, Quadernocon dati vari relativi ai risultati delle sperimentazioni pp. 76, 1916-1919. Il quadernetto contiene dati di varia natura relativi sia alle speri-mentazioni così come a varietà che probabilmente Strampelliintendeva utilizzare come il granoturco “Hopi” coltivato dagli indiosdel nuovo Messico; b. 21, f. 13, Sperimentazione del granoturco. cc.7, 1936, Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazionidel granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro delle diversevarietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936.Alcuni appunti ripor-tano la data del 1920, altri del 1941; b. 22, f. 2, Quaderno intestato“Semine 1938. Granturchi a Rieti”, 1938. All’interno del registro sitrovano foglietti di appunti vari relativi alle sperimentazioni e un foglioa stampa del Consorzio EntiAgrari del Friuli intestato “Alcune varietàdi granoturco adatte alle diverse condizioni ambientali della nostraprovincia” pp. 4 s.d; b. 22, f. 6, Registro intestato “Semine granoturco1938. Rieti, S.Angelo, Badia”, 62 pagine, 1939. Cfr. anche N. STRAM-PELLI, Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti,Piacenza 1919.

58 N. STRAMPELLI, Alcune esperienze intorno alla coltura dellabarbabietola da zucchero, in “Bollettino Ufficiale del Ministero diAgricoltura Industria e Commercio”, v. 1907; ID., Esperienze di sele-zione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendicontidell’Accademia dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali,v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°.

Cfr. anche ASSGR, APS, b. 15, f. 1,“Risultati di alcune espe-rienze colturali nella barbabietola da zucchero”. Mss. cc. 8. 1906(?).Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incompleto e infase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione del cloruro sodico edel biossido di manganese. Un foglio riporta il disegno di un camposperimentale; b. 9, f. 2,Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole.

cc. 20, 1919. Contiene anche una relazione di cc. 4 mss., sulla sele-zione della barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli; b. 11, f.11, “Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di Foggiaper la coltura delle barbabietole. 1916” cc. 3, 1916. Contiene ancheuna lettera del responsabile del campo di Foggia a Nazareno Stram-pelli del 28 marzo 1920. b. 1, f. 23, Lettera della Società Italiana perla Fabbricazione dello Zucchero Indigeno a Nazareno Strampelli cheattesta la collaborazione avviata fin dal 1908 sul campo della selezionedelle bietole da seme. 23 giugno 1920; b. 13, f. 12, “Determinazionedello zucchero nelle barbabietole del prof. Strampelli”. Analisichimica. cc.1, 1910-1910. L’esame venne eseguito dal laboratoriochimico della fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti; Ivi, f.13, “Analisi delle barbabietole da seme”. cc. 5, 1913; Ivi, f. 14, “Labo-ratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti. Analisi delle barba-bietole da seme”, 1915-1915.

59 ASSGR, APS, b. 22, f. 11; Quaderno di appunti contenente leprove biologiche, colturali e genetiche relative alle sperimentazionidel ricino a Rieti, Badia Polesine, S. Angelo Lodigiano, 1935-45;Sull’orzo cfr. b. 19, f. 5, Scheda dell’orzo “Emilio Maraini”. Firmatada Nazareno Strampelli.1915; b. 20, f. 6, “Specchio numerico rias-suntivo dei tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei varicampi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”. 1925-1926.Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna,Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridie selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, il prima eseconda generazione. All. Schema ridotto dei dati del 1927-1928 edaltri due schemi simili; Sulla varietà di ricino Strampelli M-6, Ivi., b.22, f. 7, Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricinoM. 6, 1940. Cfr. anche cfr. A. DE CILLIS, Collaudo del ricino M-6Strampelli, in “Agricoltura fascista”, 24 novembre 1940; ID.,Un’altraconquista di N. Strampelli. Un ricino precocissimo per i climi meri-dionali: l’“M-6”, in “Agricoltura fascista”, 14 gennaio 1940.

60 ASSGR, APS, b. 21, f. 11.1, Scheda descrittiva dell’orzo“Emilio Maraini” creato da Nazareno Strampelli, s.d. [1915]; Ivi., b.19(n. p.) f. 28 Relazione dattiloscritta probabilmente di N. Strampellirelativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “Ministro Raineri” e“Maraini” (s.d.).

61 ASSGRi, APS, b. 30, f. 15, Registro riepilogativo dei risultatidei raccolti delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. Registro di2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938; Ivi, f. 16, Risultatidella sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14pagine. 1936; Ivi, f. 17, Appunti, schemi vari sulla sperimentazione

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delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. cc.13.1937-1939; Ivi,f. 18, Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa.Registro di 14 pagine.1937.

62 Per quanto riguarda la documentazione relativa alle primesperimentazioni dei frumenti. Cfr. ASSGRi, APS, b. 19, f. 4, “Brevesunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. Stazione Sperimentale digranicoltura di Rieti” Manoscritto e dattiloscritto, s.d. (1915?); b. 20,f. 2,Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibridazioni.I documenti sono privi di indicazioni e di data. Uno soltanto è datato1924; b. 17, f. 1, Quinterno contenente in uno schema le varietà difrumento, il paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazionese si trattava di varietà originarie o riprodotte.1904(?), ivi, f. 2,Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti”, 1904(?); Ivi,f. 3, “Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incroci speri-mentati da Strampelli nel campo di Setteponti. 1905. Prevalentementesi tratta di ibridazioni effettuate tra il Rieti originario, segnato con lalettera “R” e le centinaia di varietà di frumenti che Strampelli si eraprocurato in ogni parte del mondo; Ivi, f. 4,“Varietà frumenti ‘1905”.1905. Elenchi, appunti vari; Ivi, f. 6, “Autunno 1905. Semina dellevarietà a Setteponti”. 1905. Si tratta dell’elenco delle 216 varietà difrumenti provenienti vari paesi europei ed extraeuropei sperimentatenel campo di Setteponti.

63 Riguardo a Francesco Todaro e al suo lavoro a Bologna cfr. M.BONVICINI, Francesco Todaro, in “Annali dell’accademia di agricol-tura di Bologna”, v. V, 1950; F. TODARO, Il miglioramento di razzanelle piante agrarie. Selezione, ibridazione, Casale Monferrato 1921,In part. il capitolo Impollinazione: generalità, lavori di Strampelli -Osservazioni di Hartley, pp. 179-188; ID., Ibridatori e Selezionatori,in “Giornale di Agricoltura della Domenica”, febbraio 1919; ID.,Questioni granarie. Rettifiche di rotta, in “Giornale diAgricoltura dellaDomenica”, 21 luglio 1940; Adattamento, selezione, incrocio dellepiante coltivate, Bologna 1914; ID., Sulle possibilità di alte produzioninella coltura del grano, Bologna 1930; ID., Sulla produzione granariain Italia, Bologna 1923; ID., I grani selezionati della Società bologneseproduttori sementi, Bologna 1914; Per l’incremento della nostra grani-coltura, Bologna 1922; Lavori di selezione del frumento nel bolognese,Bologna 1912; ID., La produzione dei grani da semente, Bologna 1928;ID.,Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925; ID., La selezione deicereali, in MAIC, La propaganda per la coltivazione frumentarianell’anno agrario 1920-1921, Roma 1922, pp. 321-326; ID., Varietàmigliorate ed incremento della produzione in “L’Italia Agricola”, 62(1925), n. 9, pp. 488-492; ID., Ancora sementi? in “Giornale di agri-

coltura della domenica”, 24/4/1938; ID., Grani in luce e grani inombra, Bologna 1925; ID., Sulle possibilità di alte produzioni nellacoltura del grano, Bologna 1930; ID., Adattamento, selezione, incrociodelle piante coltivate, Bologna 1914; ID., La produzione dei grani daseme, Bologna 1928; ID., Lavori di selezione del frumento nel bolo-gnese, Bologna 1912; ID., I grani selezionati della Società bologneseproduttori sementi, Bologna 1914.

64 Si vedano ad esempio G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaronel fabrianese, in “l’Italia Agricola”, 15 novembre 1921; B. TOMEI,Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia 1925.

65 ASSGR, b. 152, f. 2, Lettera di Gino Morassutti a N. Stram-pelli, 17 febbraio 1924 - Risposta del 13 luglio 1924.

66 F. TODARO, Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925.67 Ivi., p. 5.68 Giornale di Agricoltura, 21 luglio 1940.69 ASSGR, APS, b. 1, f. 21.70 Istituto nazionale per la cerealicoltura,Origini, sviluppi e risul-

tati, Roma 1932.

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Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Stram-pelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia

Come abbiamo visto Nazareno Strampelli abbandonò lasua attività di insegnamento nelle Marche per arrivare a Rietinel 1903 come vincitore del concorso della Cattedra ambu-lante di granicoltura agognata dai reatini soprattutto perragioni di prestigio. Gli unici interessi reali che si nasconde-vano dietro di essa erano quelli dei grandi proprietari dellapianura che intravedevano nella nuova istituzione un mezzoper accrescere i loro guadagni nella vendita e diffusione delRieti originario. Tutto qui. Nessuna tensione verso il miglio-ramento complessivo dell’agricoltura locale, ne tantomenoverso forme di sperimentazione.

Il primo periodo di esistenza della nuova struttura fudecisamente negativo tanto che non pochi pensarono ad unfallimento dell'operazione e il giovane Nazareno Strampellisembrava destinato a seguire le sorti dei molti tecnici chia-mati in passato dal Comizio agrario per progettare un lanciosu vasta scala del grano da seme Rieti originario, ma che poi,per la scarsità di mezzi che venivano loro messi a disposi-zione, declinavano il loro impegno.

Difatti il rapporto iniziale tra Strampelli e il comune diRieti non fu idilliaco tanto che in più di una occasione eglipensò di abbandonare l'incarico per tornare ai suoi studiall'università di Camerino.

Basti pensare che per circa un anno la sede di questo isti-tuto, destinato a rivoluzionare la granicoltura italiana e inqualche modo quella mondiale, rimase relegata in una stanzadell’Hotel Quattro Stagioni.

Sul retro del fondo di un sedia, da noi rintracciata pressola sede di Campomoro, Strampelli più tardi scrisse ironica-

mente: "Questo è quanto io ebbi a mia disposizione dall'ot-tobre 1903 all'aprile 1904 come materiale d'impianto e difunzionamento della Cattedra Sperimentale di Granicoltura".

Soltanto nel 1904 una prima sede fu reperita presso ilpalazzo della Cassa di Risparmio in via Garibaldi checoncesse in affitto sei vani dei locali del palazzo, e una partedel cortile al quale si accedeva da vicolo Chiavelloni, ma sitrattò di una soluzione che si rivelò ben presto inadatta einsufficiente.1

Strampelli lamentava al sindaco le difficoltà logistichederivanti dall'ubicazione dei locali collocati in parte al pianoterra del palazzo, ed in parte nell'ex casa Crispolti cosa cheimponeva il passaggio per il vicolo Chiavelloni per spostarsida una parte all’altra della struttura.

Inoltre, proseguiva Strampelli, "...detti ambienti, especialmente quelli della casa Crispolti, hanno un accessoimpossibile per ragioni igieniche e di decoro, e il piano terradella Cassa di Risparmio presenta impossibilità di colloca-mento di stufe e di altri caloriferi indispensabili per il riscal-damento nella stagione invernale".

Non c’era altra possibilità di utilizzare stufe per riscaldarsinel periodo invernale e tutta la struttura era carente di spazi percontenere i campioni delle diverse varietà, forme patologicheeteratologiche del frumento, e di altri cereali studiati, cosìcome si imponevano nuovi e adeguati spazi per installare ilaboratori di microscopia, microfotografia e batteriologia,problemi che furono solo parzialmente risolti con l’acquisi-zione degli adiacenti locali dell’ex agenzia delle imposte.

Nazareno Strampelli pensava di fatto ad una sede alter-nativa che aveva individuato nella vicina palazzina delmarchese Francesco Canali in via Garibaldi.2

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Le strutture e i risultati

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L’operazione andò in porto, ma anche in questo caso connotevoli problemi soprattutto per l’evoluzione dell’attivitàdell’istituto che necessitava di sempre maggiori spazi per ilaboratori e le attrezzature.

Così nel 1907, quindi nel periodo in cui la cattedraambulante di granicoltura stava per essere trasformata inRegia stazione sperimentale, Strampelli presentò ancorauna volta al sindaco le difficoltà strutturali dell’istituto,sottolineando come, "…oltre agli ambienti attualmentedestinati agli uffici ed al laboratorio chimico occorronoaltre stanze da destinarsi a laboratori di microscopia, micro-fotografia e batteriologia, nonché altre stanze da servire perle collezioni, varietà e specie diverse, e forme patologichee teratologiche del frumento ed altri cereali per conserva-zione e studio di selezione dei prodotti delle numerose ibri-dazioni, ecc.".3

La crescita delle esigenze dell’istituto non andava di paripasso con la disponibilità del comune di Rieti, né tantomenocon la proprietà dell’edificio che nel 1915 presentò a Stram-pelli una ingiunzione di sfratto.4

L’esigenza di una nuova sede si faceva avvertire consempre maggiore insistenza, e la questione venne più volteposta al Ministero di agricoltura.

Emilio Maraini, già due anni prima, aveva annunciato alsindaco di Rieti che il Ministero di agricoltura era orientatoa costruire una apposita sede per l’istituto reatino,5 ma, solonel 1925, questo potette essere adeguatamente ospitato nellostabile appositamente costruito a Campo Moro dove ebbesede fino alla sua soppressione nel 1967.

Nel frattempo, sempre per volontà di Nazareno Stram-pelli, con il decreto luogotenenziale dell'otto giugno 1919,era stato fondato a Roma l'Istituto nazionale di geneticaper la cerealicoltura, che, dopo essere stato ospitato primanei locali del Ministero di agricoltura, poi in quellidell'Istituto sperimentale zootecnico, ed infine in unostabile a Porta Pia, potette anch'esso beneficiare di unaadeguata sede appositamente costruita nel 1930 sulla viaCassia.

La trasformazione della Cattedra ambulante in Stazionesperimentale.

L'abito della cattedra ambulante era davvero troppostretto per Strampelli che operava soprattutto sul terreno dellasperimentazione, e questo a differenza di quanto contestual-mente accadeva per altri istituti italiani che, nati come centridi sperimentazione, erano stati progressivamente relegati acentri di divulgazione agraria, o al massimo di esame diprodotti in laboratorio.

Era quindi evidente che egli facesse pressioni affinché lacattedra reatina venisse trasformata in stazione sperimentale.I risultati che egli aveva raggiunto gli avevano già dato noto-rietà nel mondo dell’agricoltura italiana, ed anche all’internodell’apparato del Ministero di agricoltura che iniziò a pensaredi trasformare la cattedra reatina nel primo istituto sperimen-tale del paese specificatamente dedicato alla granicoltura.

Per la concretizzazione di tale operazione era però neces-sario il pieno accordo del comune di Rieti che, ovviamente,non pose problemi, se non quello di un generale disinteresse,tanto che la seduta consiliare del 21 settembre 1905 cheavrebbe dovuto ratificare l’accettazione della trasformazionedella cattedra in istituto sperimentale, andò deserta.

La cosa appare ancor più grave se si tiene conto che ilministero aveva fatto precise pressioni affinché l’atto uffi-ciale del municipio di Rieti giungesse a Roma entro il 24settembre onde evitare problemi per l’emanazione del decretolegislativo in proposito.

Il problema venne parzialmente risolto con una deliberadi giunta del 23 settembre alla quale sarebbe seguita quelladel consiglio riconvocato per il giorno 25.6

Sia in giunta che nella seduta del consiglio, FilippoCorbelli illustrò la proposta sottolineando che tale trasfor-mazione andava vista di buon grado perché l’istituto reatinoavrebbe acquisito una maggiore stabilità, si sarebbe ottenutoun ulteriore sviluppo nel commercio del grano di Rieti, lacittà sarebbe stata onorata di ospitare l’unico centro di speri-mentazione sul grano del Paese, e tutto ciò senza che il muni-cipio fosse costretto ad un aggravio economico.

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La sede reatina a Campomoro della Stazione sperimentale diCerealicoltura inaugurata nel 1925.Prospetto centrale, prospetto laterale e laboratori di ibridazione.(serra e frigorifero)

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La proposta, fu accolta all’unanimità, non suscitandoperò nessun intervento in consiglio comunale, segno evidentedi un certo disinteresse, in ogni caso di una difficoltà arapportarsi con quanto stava accadendo dentro i locali di viaGaribaldi dove lavorava Strampelli.7

Diverso era il livello di riflessione all’interno del Mini-stero di agricoltura, e le sollecitazioni che da questo perveni-vano al comune di Rieti erano legate ad un momento in cuiera in atto un ripensamento generale delle istituzioni agrarie.Il Ministero di agricoltura chiedeva al parlamento un aumentodi spesa per i propri servizi speciali da 8.713.473,08 lire a9.178.149.38 lire, e al primo posto delle questioni che sotto-stavano a tale richiesta c’era proprio la trasformazionedell’istituto reatino.

Nella relazione si legge:

Nel 1903 veniva istituita a Rieti, come esperimento, una cattedraambulante di granicoltura che in breve tempo ha dato lusinghieririsultati, tanto da ottenere tra gli altri suoi lavori, più di 100 ibridi digrani di Rieti, famosi in tutto il mondo, con varietà italiane e estere.

L’utilità di tali studi, il bisogno di accrescere e migliorare laproduzione frumentaria, hanno consigliato di dar vita stabile ad unistituto scientifico di grado superiore il quale con maggiore larghezzadi mezzi e con personale proprio, si occupi delle ricerche e deglistudi in riguardo alla coltura di tutti i cereali in genere.8

Il finanziamento previsto per l’istituto reatino fu di15.000 lire, e vi si sarebbe fatto fronte diminuendo di pariimporto il capitolo di bilancio destinato alle iniziative indi-rizzate a combattere le cause della pellagra, con un ragiona-mento che vale la pena seguire:

Si potrebbe osservare che a questo ultimo scopo (lotta allapellagra) mirano quasi tutti i capitoli di questo bilancio perchémiglio-rando ed aumentando la produzione agricola, favorendo l’incrementodell’industria e dei commerci, si combatte il malessere economico,causa della cattiva e insufficiente alimentazione che produce l’infe-zione pellagrosa.Ma prescindendo da questa considerazione suscitatadalle parole colle quali si giustifica la nuova istituzione, è indubitatoche una stazione di granicoltura, in un centro di produzione frumen-taria come Rieti, può concorrere efficacemente a migliorare edaumentare la produzione granaria. Fu ricordato altre volte come ilnostro Paese presenta una scarsa produzione in rapporto al suolo colti-vato a frumento. La media produzione granaria, per molteplici

ragioni, non tutte facilmente rimovibili, è in Italia inferiore a quelladi tutti gli altri Paesi: mentre il consumo per l’aumentata popolazionee per il miglioramento economico ogni anno si accresce.9

Non che con tale presupposto il Ministero di agricolturaritenesse superata l’esperienza delle cattedre ambulanti, anzi leriteneva ancor più fondamentali per divulgare i risultati che sisarebbero raggiunti nei centri sperimentali come quello di Rieti.

E’ inutile, si sosteneva, “…pubblicare questi risultatinelle effemeridi del Ministero ignote ai più”; era necessarioche le cattedre ambulanti diffondessero tra gli agricoltori irisultati acquisiti, altrimenti il tutto sarebbe risultato vano.

Si chiedeva un aumento di finanziamento da destinarealle cattedre ambulanti di almeno 20.000 lire che erano benpoca cosa se si tiene conto che operavano sul territorio ben 74istituti di questo genere.

Si ottenne in tal modo il decreto reale che trasformava lacattedra ambulante di Rieti in Regia stazione sperimentale digranicoltura, ma ci fu subito una battuta di arresto presso laCorte dei Conti che, basandosi su un provvedimento legisla-tivo del 1904, non ritenne sufficiente per la trasformazioneun semplice decreto, ma un’apposita legge.

L’istituto reatino continuò quindi a funzionare comecattedra ambulante, anche se con qualche vantaggio in più acominciare dall’anticipo globale del finanziamento ministe-riale di 7500 lire.10

Era quindi solo una questione di tempo, ed infatti con lalegge del 6 giugno 1907 n. 297 (pubblicata nella G.U del10/6/1907) la cattedra ambulante di Rieti venne trasformatain Regia stazione sperimentale di granicoltura.

Vale la pena soffermarsi sulla relazione alla legge fattadall’on. Melodia, non solo per gli aspetti che giustificarono lacreazione di questo istituto a Rieti, ma anche per un altro fattoimportante legato al Rieti originario.

Melodia esordì sottolineando un dato di fondo che eraquello dell’insufficienza della produzione granaria italiana infunzione dei bisogni, tanto che le importazioni di frumentoavevano ormai raggiunto un valore di 200.000 lire annue.

L’obiettivo dell’istituto che si andava ad istituire a Rietiera principalmente quello di “…contribuire a scemare questotributo”.11

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Egli sottolineò poi l’opera che svolgevano i comiziagrari, le cattedre ambulanti e altre strutture didattiche inmerito all’utilizzo dei concimi chimici e ad un più razionaleutilizzo della meccanica agraria, ma, aggiungeva, “…per lascelta delle sementi ben poco o nulla si è fatto finora”.

E’ vero che i singoli coltivatori, o selezionando le propriesementi, o acquistandole altrove mostrano d’intendere la grandeimportanza di una buona scelta, ma questa, salvo rare eccezioni, sifa empiricamente, e spesso si crede raggiungere lo scopo, colsemplice scambio di semi fra collina e pianura, o seminando varietànon usate nella regione, con l’opinione che tutto il male venga dalladegenerazione delle varietà antiche. Lo studio accurato e condottocon rigore scientifico per una metodica selezione; la creazione amezzo della fecondazione artificiale di nuovi tipi resistenti agliassalti parassitari ed all’allettamento adatti ai diversi terreni; chematurino precocemente, o tardivamente secondo le condizioni deidiversi climi, finora è stato in Italia molto trascurato.

Poi sottolineò il dislivello italiano rispetto ad altri paesieuropei e extraeuropei, affidando al nuovo istituto reatino ilcompito di colmare tale ritardo anche al fine di un aumentoproduttivo in grado di ridurre il deficit di importazione.

Melodia conosceva bene i risultati a cui era giuntoStrampelli a Rieti, e senza temere di esagerare affermò comefosse una “…delle poche volte per altro che nella fondazionedi un nuovo istituto si può avere la certezza preventiva che loscopo a cui esso tende sarà raggiunto”.

Rieti era destinata a diventare la “Svalöf italica”, cioè adire l’alter ego della nota stazione sperimentale svedese dive-nuta un riferimento mondiale nello sviluppo di nuove meto-dologie di selezione vegetale, e i finanziamenti che fino adora erano stati concessi erano del tutto irrisori rispetto ai risul-tati che aveva raggiunto Nazareno Strampelli.

Arrivò quindi ad un passaggio fondamentale, nel quale èforse possibile ravvisare un concetto che Strampelli nonavrebbe mai osato esprimere in prima persona, ed era lamessa in discussione della qualità del Rieti originario:

…a tutti è noto che il grano reatino ha la qualità speciale epregevolissima di resistere agli attacchi della ruggine. Da esperi-menti fatti è risultato che lo stesso grano seminato in qualche altraregione dopo una sola riproduzione abbia perduto questa qualità, edè stato attaccato dalla ruggine come i semi locali. Si è detto che la

causa di questo fenomeno bisognava rintracciarla nella mala fededi volgari speculatori, ma siccome quel seme era indubbiamentevenuto da Rieti, ove la resistenza alla ruggine è generale, bisogneràconvenire che pur facendo la debita parte alla cattiva selezione, nonpuò assolutamente ammettersi che un seme trasportato in condizionidiverse di terra e di clima mantenga intatte le sue qualità di origine.

Si era venuta in pratica a creare la contraddittoria situa-zione che, mentre Rieti accettava di buon grado la trasfor-mazione della cattedra ambulante in stazione sperimentale,pensando ancora una volta al Rieti originario, questa nascevadi fatto con l’obiettivo di generare grani alternativi a questo.

La legge stabilì anche l’organico del nuovo istituto cheoltre al direttore prevedeva due assistenti e un capo-coltivatore.

Il finanziamento annuo venne fissato in lire 15.000,mentre spettava al comune di Rieti fornire i locali occorrenti,e le spese di illuminazione, riscaldamento e manutenzionedegli stessi.

La cattedra ambulante di Rieti uscì quindi dalla dimen-sione istituzionale dell’insegnamento e divulgazione agraria,che per altro non aveva mai praticato, per essere più adegua-tamente collocata nel contesto degli istituti di sperimenta-zione italiani che si erano cominciati a diffondere dopol’unificazione nazionale.12

Fu il governoMinghenti a dare impulso a queste struttureconsentendone la nascita in modo annesso ai già esistentilaboratori chimici dipendenti dal Ministero di agricoltura.

Nel 1870 era nata la Stazione sperimentale per la chimicaagraria di Udine, seguita da quella enologica di Gattinara(Vercelli) successivamente trasferita ad Asti, quella bacologicadi Padova, quella casearia di Lodi, quella crittogamica di Pavia.Fu del 1875 l’istituzione della Cattedra sperimentale entomolo-gica di Firenze, e del 1887 quella di patologia vegetale di Roma.

Va detto che il passaggio di questi istituti dal Ministerodi agricoltura al Ministero della pubblica istruzione, fece siche l’attività sperimentale cedesse progressivamente il passoa quella didattica.

C’era poi il fatto che annettendosi ai laboratori chimici,e quindi con un personale unicamente preparato in questadirezione, anche la sperimentazione agronomica fu un fattodel tutto marginale, a volte del tutto inesistente, a favore dellaricerca in laboratorio.13

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Composizione di grani.Foto eseguita nel laboratorio di fotografiadella Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Anni ‘20

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Una vera e propria contraddizione, soprattutto in rela-zione al fatto che, come già notava Cuboni nel 1908, se dal1840 alla seconda metà del secolo XIX era stata la chimica acontribuire al progresso scientifico in campo agrario, questaaveva progressivamente lasciato il posto alla botanica, dallaquale ci si aspettavano importanti risultati.14

Il confronto degli istituti italiani con quelli del restodell’Europa era decisamente sconfortante.

A Vienna operava una Stazione di batteriologia e pato-logia vegetale con 68 dipendenti e adeguati laboratori, cosìcome annessi alla Scuola superiore di agricoltura, esistevanonumerosi campi sperimentali diretti dal prof. Tschermark, unodei massimi artefici dell’ibridismo che con De Vries eCorrens aveva ripercorso le leggi mendeliane.

A Budapest, il prof. Istwanfi dirigeva un efficiente isti-tuto ampelografico, nato nel 1902, con adeguati laboratori dichimica enologica e batteriologia della vite.

AWadeswil, vicino al lago di Zurigo, era nato nel 1903un istituto nazionale per la frutticoltura e viticoltura e nellostesso anno era sorta a Hohenheim, in Germania, una impor-tante stazione di patologia vegetale diretta dal prof.Kirschner, mentre nel 1905 nacque a Berlino una Stazione dibiologia agraria con lo scopo di studiare la fisiologia e pato-logia vegetale, la batteriologia e l’entomologia agraria.

A Copenaghen esisteva da tempo il celebre laboratorioCarlsberg diretto dai professori Hansen e Jorgensen, apposi-tamente destinato alla chimica e fisiologia delle fermentazioni.

In Svezia esistevano importanti centri di ricerca a Stoc-colma e Upsola, oltre alla notissima stazione agraria diSvalöff, mentre in Olanda, a Wageniugen, il prof. RitzemaBof dirigeva una efficiente stazione sperimentale di patologiavegetale nata nel 1899, non dissimile da quella che esistevafin dal 1894 a Gembloux in Belgio.15

Nell’Italia dei primi anni del secolo, tranne rarissimeeccezioni, dove però, come abbiamo detto, si facevano esamiin laboratorio piuttosto che sperimentazioni sul campo, gliistituti nati nella seconda metà del XIX secolo sotto la spintadel governo Minghetti, al di là delle loro denominazioni,erano ridotti a strutture meramente didattiche indirizzate alladiffusione di quanto era già noto.

Nei primi anni del Novecento, oltre ad aver dotato i labo-ratori di chimica agraria di Pisa, Milano e Portici di compe-tenze in campo di sperimentazione agraria, sorsero le stazionisperimentali di Vercelli per la risicoltura (1908), di Acirealeper frutticoltura e agrumicoltura (1907), di Rovigo per laBieticoltura (1910), di Crema per la Batteriologia agraria(1914), tutte precedute da quella per la granicoltura di Rietidel 1907, considerando che in tal senso, seppur nella veste dicattedra ambulante, questa operava fin dal 1903.

Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1919, sorsero lestazioni agrarie sperimentali di Bari e di Reggio Calabria perle essenze e i derivati agrumari, oltre all’Istituto nazionale digenetica per la cerealicoltura di Roma, che precedette di dueanni quello nato a Bologna per volontà di Francesco Todaro.Nel 1920 sorse a Bergamo la stazione sperimentale per lamaiscoltura, e nello stesso anno quella di Ascoli Piceno perla bachicoltura, mentre a Milano sorse nel 1919 quella per lameccanica agraria, e nel 1922 quella per l’ortofrutticoltura.

A gran parte di questi istituti venivano però affidatecongiuntamente competenze in materia di analisi dei terreni,concimi e prodotti agrari, sia per conto dello stato, che di entiagrari e di industrie legate all’agricoltura.

Oltre a ciò, a questi istituti spettava il compito della sorve-glianza sulle frodi nella preparazione dei prodotti legati all’agri-coltura, capitolo questo dal quale essi traevano un significativointroito finanziario che garantiva la loro sopravvivenza.

Di fatto, ancora una volta, queste attività si sovrapposeroal loro compito principale che era quello della sperimenta-zione che, come nel caso degli istituti di prima generazione,divenne una attività accessoria, spesso inesistente.16

Questo problema si pose con forza nel contesto del rura-lismo fascista, il quale iniziò a dare alle istituzioni esistenti unpiù razionale assetto, assicurando ad esse adeguate risorse ericonducendole, in larga misura, agli obiettivi sperimentaliper cui erano nate.

Nel 1923 (d.l 30 dicembre) all’interno del Ministero diagricoltura e foreste, venne istituita la Fondazione per lasperimentazione e la ricerca agraria, mentre il Comitatopermanente del grano, istituito con il decreto legge del 4luglio 1925, vero e proprio centro operativo della battagliadel grano, utilizzò le stazioni sperimentali, soprattutto quelladi Rieti, come interlocutrici privilegiate per la sua azione.

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Con la legge del 5 giugno 1930 le stazioni sperimentalivennero collocate dentro un contesto unico, caratterizzato dauna precisa individuazione dell’autonomia tecnico-ammini-strativa degli istituti ai quali, non solo venne raddoppiato l’or-ganico e aumentati i finanziamenti, ma venne sancita ladifferenziazione professionale tra analisti e sperimentatori,risolvendo una delle cause del ristagno di questi centri.

Gli istituti sperimentali, con una propria personalitàgiuridica e una autonomia amministrativa, potevano oracontare su una precisa legislazione, e su cospicui finanzia-menti che scaturirono sia dalla legge in questione che dallaFondazione per la sperimentazione e ricerca agraria e dalComitato permanente per il grano.

Sorsero poi altri centri come la stazione di Lodi per lapraticoltura (1923), quella di Conegliano per la viticoltura el’enologia (1923), il laboratorio sperimentale di fitopatologiadi Torino (1923), l’istituto sperimentale zootecnico di Roma(1923), quello zootecnico e caseario di Torino (1925), lastazione zootecnica di Milano (1928) quella di floricoltura diSan Remo (1925), l’istituto di frutticoltura e elettrogeneticadi Roma (1926), l’istituto regionale di Pisa per la cerealicol-tura (1926), quello sempre per la cerealicoltura della Sicilia(1927), la stazione sperimentale per le piante officinali delRegio Orto Botanico di Napoli (1928), e si modificaronocompetenze a numerosi altri istituti già esistenti.17

Tornando all'istituto reatino, la sua trasformazione del1907 gli aveva garantito una diversa collocazione giuridica,ma era necessario aggiungere a questa un più adeguatoassetto tecnico e finanziario.

Strampelli lavorava sodo, e i suoi risultati non finivanodi sorprendere ed era quindi logico che le sue richieste trovas-sero ascolto e risposte adeguate.

Uno dei principali punti di riferimento di Nazareno Stram-pelli in questo periodo fu l'on.Antonio Solidati Tiburzi, elettonel collegio di Rieti, al quale egli si era già rivolto nel 1909 siaper sollecitarlo in merito al personale dell'istituto reatino, cheper porgli il problema delle condizioni logistiche degli istitutisperimentali che egli giudicava "misere" e mancanti “…deimezzi indispensabili per i loro lavori e i loro studi".18

Due anni dopo Solidati-Tiburzi fu relatore al disegno dilegge che estendeva l'azione della Stazione sperimentale di

granicoltura elevandola ad ente autonomo, e dotandola di unnuovo organico.

Egli ripercorse per intero l’iter storico dell'istitutoreatino, soffermandosi ancora una volta sulle difficili condi-zioni della granicoltura italiana, e del suo ritardo rispetto aglialtri paesi europei.

Le sole esperienze di Strampelli avevano iniziato a darefrutti significativi, ma era assurdo che molti percorsi speri-mentali che egli conduceva a Rieti si erano dovuti abbando-nare per mancanza di terreno.

Strampelli aveva sintetizzato a Solidati i risultatiraggiunti fino ad allora, ed egli li riferì alla Camera dei Depu-tati nei seguenti termini:

Nonostante ciò nelle ricerche di nuove razze o varietà ogni annosi sono esaminate e studiate molte decine di migliaia di formeapparse, sia per mutazioni spontanee, sia per disgiunzione degli ibridiprecedentemente ottenuti, allo scopo di scegliere e sottoporre acoltura le sole degne di lavoro di fissazione. Attualmente si hanno1647 forme allo stato di colture spighe e di queste oltre 500 sono percompiere anche esse il terzo anno di non disgiunzione (cioè prossimead essere dichiarate fisse) le quali nel venturo anno costituirannoaltrettanti punti di partenza di altrettante colture pedigree. Inoltre levarietà fisse sommano a 796 delle quali 475 sono allo stato di colturefamiglie e 321 allo stato di colture masse occupanti da 25 a 50 mqciascuna: un totale pertanto per il corrente anno di 2443 colture.

Ma se lo scarto di quelle varietà, che non opposero una neces-saria resistenza né alle ruggini né ad altri parassiti vegetali (chenella pianura reatina per la eccezionale umidità di questa trovanol'ambiente più favorevole che altrove per il loro sviluppo) si potéfare con sicurezza anche coltivando le diverse razze di frumentosu piccole aiole durante e dopo il lavoro di fissazione, il processodi scelta e eliminazione di esse, in base alla produttività, nonsarebbe consentito, se la regia stazione non disponesse di un vastoterreno perfettamente omogeneo tale cioè da permettere la compa-razione o il confronto tra loro delle diverse razze ottenute.19

Quindi, da un lato si sarebbe dovuto acquistare un fondoagricolo adeguato, e dall'altro l'istituto reatino doveva esserelibero di estendere le sue sperimentazioni in altre località"…ove per tipiche condizioni di clima e di suolo (di cui è cosìavara la nostra penisola) si ritenesse tecnicamente utile farericerche ed esperienze per ottenere frumenti adatti alle diverseregioni italiane".

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Venne così acquistato il campo sperimentale di Rieti conun mutuo di 125.000 lire concesso dalla Cassa depositi eprestiti, e contestualmente venne data facoltà all'istitutoreatino di estendere il suo lavoro di sperimentazione in altrelocalità italiane. Anche l'organico venne rivisto, ed esso sicompose di un primo assistente, di due assistenti, uno diprima e uno di seconda classe, e due capi coltivatori, uno diprima e l'altro di seconda classe.

L'art. 5 della legge specificò la nuova condizione giuri-dica di ente autonomo posto sotto la vigilanza del Ministero diagricoltura, e guidato da un comitato amministrativo compostoda due delegati del governo, uno del comune di Rieti, dal diret-tore dell'istituto e da un delegato di ciascuno degli altri enti osocietà o consorzi industriali che avrebbero contribuito conuna cifra annua e continuativa di almeno 1500 lire.20

Nacquero così il campo sperimentale di Rieti sottoCampomoro, e quello di Leonessa a circa 1000 metri di alti-tudine, particolarmente indirizzato alla ricerca e sperimenta-zione di frumenti, orzi e segale adatti alla coltura di montagna.

Nello stesso contesto venne acquisito un fondo agricolonel Tavoliere delle Puglie, nei pressi di Foggia, rivolto allostudio e sperimentazione dei frumenti adatti ai climi aridi.21

Se Rieti ospitava un istituto di ricerca di rilievo nazionale,era venuta però a perdere una struttura locale di divulgazioneagraria, e la questione la pose con forza Ludovico Potenziani,presidente del Comizio agrario, comunicando al sindaco chel’organismo da lui presieduto si era fatto promotore dell’isti-tuzione di una sezione di propaganda da affiancare alla nuovaStazione sperimentale “…con programma e funzionamento diuna Cattedra Ambulante di Agricoltura” la quale si sarebbedovuta finanziare con contributi sia del comune di Rieti chedegli altri del mandamento, oltre naturalmente a quello delComizio agrario e del Ministero di agricoltura.22

Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazio-nale di genetica per la cerealicoltura

Nel periodo del primo conflitto mondiale Strampellilavorò soprattutto sulla barbabietola che, a causa della guerra,era pressoché impossibile importare dall’estero.

In realtà Strampelli aveva iniziato a lavorare sulle barba-bietole fin dal 1908, né d’altra parte poteva essere altrimenti,vista la presenza dello zuccherificio a Rieti, e il ruolo svoltoda Emilio Maraini che l’aveva fondato, all’interno dellaStazione sperimentale di granicoltura.

Non era però un settore di ricerca che interessasse più ditanto Strampelli, tanto che nel 1921 egli consegnò allaSocietà italiana per la produzione dello zucchero indigeno imateriali dei suoi studi.

Ora, scriveva Strampelli, “…che la ragione del miolavoro cessa, do qui sotto descrizione del metodo di selezioneda me adottato e che chiamo genealogico-metodico”, e piùoltre, “…consegno allo zuccherificio di Rieti il materiale diselezione ancora da me posseduto e ne do qui sotto le indi-cazioni perché possa essere utilizzato da chi volesse prose-guire il mio lavoro”.23

Strampelli era tornato a concentrarsi sui suoi grani ma,contestualmente, anche ad una ulteriore evoluzione dell’isti-tuto da lui diretto. Anche la dimensione di stazione speri-mentale gli stava ormai stretta, ed egli cominciò a pensare adistituto di reale dimensione nazionale.

Se egli nel corso della sua carriera riuscì ad ottenere granparte di quello che chiedeva al competente ministero, va dettoche non sempre trovò le porte aperte, ed anzi dovette più voltemettere in discussione l’interezza del suo lavoro, e minac-ciare anche di abbandonarlo, pur di raggiungere i suoi scopi.Questo è puntualmente accaduto ad ogni passaggio di questavicenda scientifica, fin dalla sua nascita nel 1903, quandoStrampelli rimase a Rieti solo grazie all’intervento del prin-cipe Potenziani che gli concesse i primi terreni su cui iniziarele sue sperimentazioni.

E lo stesso accadde nel 1910 quando dovette insistere inpiù di una occasione con il ministro dell’agricoltura affinchél’istituto reatino si potesse dotare di fondi agricoli stabili, e lastessa cosa accadde quando iniziò a pensare all’Istituto nazio-nale di genetica per la cerealicoltura, chiedendo ulteriori inve-stimenti da parte ministeriale sul suo lavoro.

Iniziò a farlo fin dal 1917, quando percepì che quantoaveva creato si muoveva dentro un orizzonte troppo strettorispetto alla potenzialità dei risultati.

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Nel 1917 egli aveva intenzione di avviare la moltiplica-zione su larga scala di quattro nuovi frumenti pensati perl'area meridionale, e per una varietà di orzo, ma per far ciò eranecessario un fondo agricolo di grandi dimensioni.

Strampelli presentò tale ipotesi nel corso della riunione delconsiglio di amministrazione del 30 luglio 1917 presieduta daCarlo Schanzer, e alla quale partecipò solo Giuseppe Cuboni inquanto il principe Potenziani era assente per motivi militari.24

Il consiglio di amministrazione approvò la proposta, eimmediatamente venne richiesto un adeguato finanziamentoal ministero, mentre Strampelli avrebbe dovuto individuareun fondo agricolo adatto allo scopo.

Il fondo venne individuato, ma dal ministero non arri-vava una risposta in proposito per le difficoltà sollevate daldirettore generale che riteneva eccessivo l'investimento che sistava facendo verso l'istituto reatino. E’ a questa vicenda cheva collegata la lettera con la quale Strampelli minacciò didimettersi in seguito ad un litigio, probabilmente proprio conlo stesso direttore generale del Ministero di agricoltura.

Nella lettera Strampelli scrive:

Egregio Sig. Commendatore, La sua scomposta esasperazioneper la decisione mia di correre a rassegnare le dimissioni al Mini-stro, mi fece intuire subito a quale brutta figura verso il Ministrostesso e verso il Paese, io la esponevo, e, vile mai, per non dovereesporre le ragioni che mi inducevano a tal passo desistei sulmomento dal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significaisubito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addoloravamaggiormente per la stima e devozione che ho per Lei, la cui genti-lezza per me era stata ordinariamente tanto lusinghiera da ritenersiaffettuosa. Dato però che Ella non sa contenere gli irritabili nerviquando peroro nell’interesse della mia Stazione e chieggo i mezziche permettono di ritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favoredell’economia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che lamigliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe essere quella dilasciare la mia Stazione. E se non mando le mie dimissioni comedissi avrei fatto, non è per incostanza di pensiero, ma per quei senti-menti altruistici e per quella bontà d’animo che costantementealbergano in me. Dimettendomi e non volendo esporre le ragionideterminanti quale figura poco simpatica farei io agli occhi delPaese? I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di direche cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggiori guadagni nonho avuto ritegno di farmi parricida? Quindi lealmente non mandole dimissioni tantopiù che ella mi ha dichiarato di rimandarmele

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Carlo Schanzer, al tempo ministro delle finanze del governo Nitti ed exmembro comitato amministrativo della Stazione sperimentale digranicoltura di Rieti fin dal 1911, fu più volte il punto di riferimentodi Strampelli

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indietro ed io sento sin d’ora l’animo mio incapace di resistere alleesortazioni di ritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Sifinirebbe in una commedia poco seria per me, e per quanto iomantenessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbenel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosa scenache io cerco di far passare al più presto possibile nel dimenticatoio.E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, se Ella crede, resterannodi sincera e affettuosa cordialità, e da parte mia questa è innegabileprova, ma di interessi del mio ufficio …non mi permetterò piùintrattenerla che con lettere ufficiali.25

Alla fine Strampelli ottenne un finanziamento straordi-nario di 40.000 lire, ma l'inconveniente provocò un notevoleritardo tanto che il proprietario del fondo posto nell'agrofoggiano lo aveva nel frattempo affittato ad altri, e ciòcostrinse Strampelli ad una affannosa ricerca di un altro fondoindividuato in quello di proprietà della famiglia Toda di 180ettari nel quale riunire, insieme al campo di moltiplicazione,anche quello sperimentale affittato dalla famiglia Abruzzeseper il quale, a causa di alcuni vizi di forma, si era annullatoil contratto.26

Ma Strampelli voleva andare oltre, e individuò una tappafondamentale per concretizzare la sua avventura scienti-fica:l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura.

Fin da allora si è sempre ritenuto che la nascita di questoistituto fosse da accreditarsi a una sorta di azione dell'altaburocrazia interna al Ministero di agricoltura, o addiritturaad una volontà strategica del governo centrale che, per spro-vincializzarla, operò per traslare a Roma la straordinaria espe-rienza scientifica di Nazareno Strampelli realizzata a Rieti.

In realtà chi pensò alla nascita di questo istituto fu proprioStrampelli, e lo face in tutto segreto, senza far trapelare nullanell’ambiente reatino del quale era sempre timoroso.

Lo testimoniano una serie di appunti manoscritti dellostesso Strampelli nei quali viene ipotizzata la nascita di un isti-tuto, che egli chiamò prima “Istituto sperimentale di cereali-coltura”, poi “Istituto di genetica vegetale”, che sembrava ladefinizione da lui definitivamente scelta visto che la utilizzòin una relazione dattiloscritta nella quale presentava la strut-turazione dell’istituto con i suoi scopi, organico, necessitàfinanziarie ecc., e quindi “Istituto nazionale di genetica per lacerealicoltura” che fu la denominazione infine scelta.

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La lunga lettera con la quale Strampelli chiedeva l’appoggio diCarlo Schanzer per la creazione dell’Istituto Nazioanle di Geneticaper la Cerealicoltura. 25 gennaio 1919

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La sede dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura realizzatoa Roma sulla via Cassia in base a progetto dell’architettoGentiloni Silvery e inaugurata nel 1930.

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In un appunto a matita sembra stendere i presuppostiepistemologici del nuovo istituto:

La guerra ci ha dimostrato che l’agricoltura è la fonte prima diricchezza nazionale. Ogni nazione attinge da essa la sua potenzia-lità economica. Cose [...] che sanno di stantio ma che pure devonoessere di ammaestramento ai nostri governanti. Poco, molto pocosi è fatto. Molte speranze, molte promesse, molte idee belle. Maqueste speranze, queste promesse, prenderanno forma […] La Paceporterà una riforma radicale nelle cose mentre saranno meglioavviate soluzioni per avere una agricoltura veramente progredita,veramente restauratrice di finanze ed energie nazionali?

E’ confortante vedere come tale problema sia preoccupazionedi tutti, dagli uomini di governo agli agricoltori pratici, tutti sistudiano ad aumentare la produzione frumentaria. Ed è ancheconfortante notare come in questi ultimi anni molto si è progredito,specialmente per opera delle b.te Cattedre am. Di agr., alle quali sideve la diffusione di molti fattori di fertilità e particolarmente dellerazionali applicazioni dei concimi chimici, delle regolari rotazioni,delle migliori lav. del terreno. Frumenti rispondenti nei vari climie vari terreni alle nuove esigenze colturali.27

In un altro parla esplicitamente del superamento del Rietioriginario. e della necessità di nuovi frumenti da creare attra-verso la manipolazione genetica, ed in un altro ancora, intro-duce una ipotesi che contestualizzata in quel periodo èdecisamente illuminante.

Strampelli scrive che i risultati fino ad allora ottenutiavrebbero consentito di “…arrivare a fare scomparire leimportazioni di frumento, specialmente poi se potremo averevarietà di frumenti rispondenti alle nuove esigenze di colturaed alle svariate condizioni del nostro clima”

Ed era proprio questo lo scopo principale dell’“IstitutoNazionale di Genetica Vegetale”, che troviamo progettato inuna relazione della quale abbiamo individuato due copie, unadelle quali con varie correzioni a penna di mano dello stessoStrampelli.28

Lo scopo dell’istituto, si legge nella relazione, “…deveessere essenzialmente pratico e cioè quello della ricerca ecreazione di nuove varietà delle principali piante coltivate,che, meglio di quelle sino ad ora esistenti, sappiano resistereai parassiti crittogamici ed alle avversità meteoriche e dianoproduzioni maggiormente elevate e qualità di prodotti piùrispondenti alle esigenze dei consumatori”.

Per accedere ad una dimensione davvero nazionale,Strampelli pensava quindi di allargare il campo di azionedell’istituto non ritenendo che la sola granicoltura potessegiustificare una tale evoluzione.

Così l’Istituto di genetica vegetale si sarebbe dovutooccupare in primo luogo del frumento, ma anche di tutte lealtre specie coltivate, organizzando il lavoro in sei sezioni:frumento e cereali minori, leguminose da seme e pianteortensi, altre piante sarchiate non leguminose come grano-turco, piante da tiglia tessile ecc., foraggiere in genere ed inspeciale foraggiere leguminose, piante legnose da frutta,piante da fiori, da ornamento e medicinali.

Ognuna di esse doveva essere guidata da un genetistacoadiuvato da vari assistenti, mentre il laboratorio chimicosarebbe stato comune per tutte le sezioni, il tutto coordinatoda un direttore che avrebbe potuto anche guidare contestual-mente uno dei settori dell’istituto.

E’ evidente che Strampelli pensava ad una struttura nellaquale traslare ad ogni altra specie vegetale il suo metodo dilavoro, ma che gli consentisse di proseguire i suoi studi,continuando a curare la sezione dedicata specificatamentealla granicoltura.

La struttura amministrativa sarebbe stata quella di unente autonomo con un comitato amministrativo, e tra le figureprofessionali previste c’era quella di un segretario generaleamministrativo, coadiuvato da segretari contabili che avreb-bero eliminato ogni tipo di incombenza burocratica al diret-tore e ai vari ricercatori che curavano le diverse sezioni.

Complessivamente l’organico previsto era di 27 persone peril personale scientifico, e 21 per quello amministrativo, inclu-dendo in questo anche inservienti, uscieri bidelli e guardiani deicampi, per una spesa complessiva di 148.800 lire annue.

Le dotazioni annue per le singole sezioni sarebbero statedi 25000 lire per la II-III-IV, di 30000 per la V, di 20000 perla VI, mentre per quella relativa al frumento la cifra sarebbestata di 50000 lire, oltre al ricavo della vendita dei prodotti deicampi sperimentali.

Un simile istituto prosegue la relazione “..non potràsorgere tutto d’un tratto, è necessario abbia uno sviluppograduale perché si possa aver modo e mezzi per l’impiantodei laboratori, dei gabinetti, delle serre, dei campi e per la

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formazione delle collezioni specialmente viventi, tanto indi-spensabili onde i genetisti abbiano il materiale occorrente ailoro studi e possano aver contemporaneamente la conoscenzadi tutte le varietà esistenti, molto opportuna per non sfondaredelle porte aperte. Lo sviluppo graduale è necessario ancheper creare un personale tecnico che abbia veramente spiccateattitudini per gli studi genetici”.

Inoltre le diverse sezioni non sarebbero partite insieme,ma “…a seconda della loro importanza rispetto all’economianazionale”. E di conseguenza:

… si dovrebbe incominciare con l’utilizzare il più largamentepossibile il materiale genetico ottenuto dalla Stazione di Rieti, esiccome la parte più importante di tal materiale è quella che riguardail frumento (sono parecchie decine di migliaia di nuove varietàcreate) si dovrebbero istituire dei grandi campi regionali di orienta-mento e di saggio dei numerosi nuovi frumenti della detta Stazioneper ricercare fra essi le varietà più rispondenti alla varie regioniitaliane più marcatamente dissimili fra loro per clima e terreni.

In questa prima ipotesi l’istituto avrebbe dovuto“…avere sede principale nella pianura di Rieti” da cui sareb-bero dipese le diverse sezioni della penisola.

Ma su questo punto Strampelli era incerto. Negli appuntiche abbiamo rintracciato, si trovano varie ipotesi, come unoschema degli articoli di legge nel quale si legge come “Sullabase della Regia Stazione Sperimentale di granicoltura diRieti, è fondato in Roma un Istituto nazionale di Genetica perla Cerealicoltura”.

In un altro si parla “dell’istituzione in Roma del nuovoistituto”, mentre la Stazione di granicoltura di Rieti sarebbestata “…il principale ambiente di lavoro genetico”, in un altroancora Rieti si sarebbe trasformata in una semplice stazionefitotecnica.

Insomma, il ruolo dell’istituto reatino, in relazione allanascita dell’istituto romano, era in tutta evidenza ciò chemaggiormente preoccupava Strampelli.

In ogni caso nella redazione finale della prima ipotesidell’Istituto nazionale di genetica vegetale, Strampellipensava di trasformare l’istituto reatino in un istituto nazio-nale, e per accedere a tale dimensione, avrebbe dovuto inte-ressarsi anche ad altro, ma privilegiando sempre lagranicoltura come terreno di ricerca a lui caro.

Lo testimonia il riparto dei finanziamenti previsti che perla sezione dei frumenti era il doppio rispetto alle altre, cosìcome la priorità di impianto, fino al punto da far pensare chequello potesse essere un quadro progettuale d’insieme darealizzarsi semmai in una prospettiva lunga, mentre nell’im-mediato si sarebbe concretizzata solo la parte destinata allagranicoltura.

D’altra parte il passaggio della relazione che ipotizza lanascita delle sezioni in funzione degli interessi del Paeselascia pochi dubbi in proposito.

Ancor più certa è la progettazione di Strampelli dell’Isti-tuto nazionale di genetica per la cerealicoltura, in un altrodocumento, anche questo rimasto fino ad ora ignoto.

Si tratta di una lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata alfratello di Carlo Schanzer, al tempo ministro del tesoro delgoverno Nitti, il quale era stato membro del comitato ammi-nistrativo della Stazione sperimentale di granicoltura di Rietifin dal 1911 in rappresentanza del Ministero di agricoltura.29

A lui Strampelli confida in primo luogo i risultati del suolavoro scientifico di Rieti che in massima parte teneva segreti:

Non le parlo né dei lavori di Foggia né di Leonessa poiché irisultati di essi vanno utilizzati in ambienti ove il commercio di granoda seme di Rieti non ha avuto mai e non avrà mai alcun mercato.

Le parlo invece dei miei lavori genetici di Rieti scopo dei qualiè la ricerca di varietà di cereali rispondenti alle esigenze delle nuovecondizioni colturali dell'I(Italia) c. (centrale) e s. (settentrionale).

Con tali lavori (genetici) a Rieti ho creato alcune centinaia dinuovi frumenti fra i quali ve ne sono parecchie diecine interes-santissime.

Di questi né ho pubblicato e distribuito uno solo il CarlottaStrampelli siccome è quello che presenta la massima adattabilitàper l'Italia centrale e settentrionale volendo anche con esso darealla pianura reatina il grano che potesse sostituire nelle coltivazionilocali e nel commercio da semente il vecchio Rieti non più rispon-dente nella aumentata fertilità delle terre, ove specialmente le bene-merite cattedre hanno largamente diffuse regionali rotazioni econcimazioni e migliorate le lavorazioni del suolo.

Gli altri frumenti molto interessanti, non potendoli moltipli-care a Rieti, ove è indispensabile mantenere un unico tipo perevitare le inquinazioni, qui più facili che altrove date le frequentialluvioni non li ho nemmeno pubblicati, facendo così anche sacri-ficio del mio amor proprio.

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Poi arriva a spiegare il motivo del perché del suo segreto:

Pubblicandoli avrei poi dovuto moltiplicarli altrove, e dove liavrei moltiplicati sarebbero sorti altrettanti centri di concorrenzaper Rieti nel commercio di grano da seme.

Ciò però non valse a non farmi odiare dai reatini, i quali miaccusarono di aver creato un grano che distruggerà il lorocommercio, poiché essendo esso fisso, gli agricoltori estrareatini nonavranno più in avvenire la necessità di tornare ogni 2 o 3 anni, comesolevano nel passato, ad acquistare la semente originale a Rieti.

Qui Strampelli fa riferimento alla spaccatura che eraavvenuta all'interno della Unione produttori grano da seme icui soci in gran parte preferirono tornare alla produzione delRieti Originario, arrivando perfino ad estromettere Stram-pelli dall’organismo che egli stesso aveva creato.

Tornando alla lettera, Strampelli manifestò la grandeconvinzione che aveva dei risultati del suo lavoro:

Il frumento C.S (Carlotta Strampelli) nell'Italia cent. e sett. hasaputo superare tutte le altre varietà postegli a confronto ma ciònon dimostra che tra gli altri miei grani non vi siano quelli che perle singole contrade della stessa It. c. (centrale) e sett. possanorispondere anche molto meglio del C.S. Anzi io ho ragione perpoter affermare che con la utilizzazione del copioso materiale gene-tico di cui dispongo, potrei in tempo molto breve, dare ad ognicontrada il frumento ad essa più adatto.

Poi arrivò alla proposta che era appunto quella di un nuovoistituto nazionale di genetica agraria tramite il quale poterrazionalizzare al massimo la granicoltura Italiana e mondiale:

Ma se io ciò facessi di mia iniziativa, l'odio reatino diverrebbesommamente grave. Ella che ha mente e cuore comprende quindiche perché io possa essere utile al mio Paese quanto vorrei e potreiè necessario che io sia posto in condizione di poter svolgere l'operamia senza alcuna pastoia. Troverà perciò anche giusto l'espressomio desiderio di togliere quel carattere regionale che attualmente haquesta istituzione nel suo nome di Stazione sp. di gr. di Rieti.

Carattere regionale che inoltre attualmente ci procura anchediffidenza ed antipatia da parte degli altri centri produttori di granida seme in antagonismo con Rieti mentre noi desideriamo niente dimeglio che esser liberi di fare risentire anche a tali centri i beneficidell'opera nostra. Ecco perché io mi permetto di proporre che con ildenaro che il nostro ministero mercé il suo interessamento ha otte-

nuto dal ministero del tesoro retto dall'illustre suo fratello si vogliaistituire un istituto centrale di cerealicoltura sperimentale con sedea Roma. A tale Istituto secondo me dovrebbero essere annessea) delle stazioni di ricerche e di sperimentazione (nel numerorichiesto dall'opportunità dei lavori) fra le quali principalmentequella di Rieti ambiente mirabilmente adatto alla creazione delmateriale genetico per l'Italia centrale e settentrionale. Altriambienti di lavoro potrebbero essere Foggia, la Sicilia, la Sardegna.b) Campi regionali o territoriali di orientamento da istituirsi con lacooperazione di tutte le istituzioni agrarie del Regnoc) Campi di moltiplicazione con uffici di distribuzione dellesementi (fra questi non dovrebbero mancare quelli della valle delPo e di alcune speciali località della Toscana). Presso la sedecentrale di Roma sarebbe opportuno che oltre il campo sperimen-tale e quello di moltiplicazione converrebbe istituire il museo gene-tico affinché tanto materiale possa esser facilmente conosciuto,apprezzato e consultato da italiani e stranieri. Questo a grandi linee.Io desidererei rimanere sempre il direttore della Stazione di Rieti edavere l'incarico (gratuito) perché a me basta mi sia data la possibi-lità di raggiungere l'immensa soddisfazione di rendere un grandeservizio al mio Paese della direzione dell'Istituto Centrale.

Era talmente forte la sicurezza di Strampelli di raggiun-gere i risultati che nel concludere la lettera si espresse nelseguente modo:

Garantisco in modo assoluto che così riuscirò e riuscirò indub-biamente a dare ad ogni regione il grano o i grani più rispondentiai vari climi, alla varia natura e giacitura dei terreni. (Non sipotrebbe fissare che non riuscendo sarò condannato per sperpero dipubblico denaro?)

Quindi c’è una profonda modificazione tra la prima e laseconda impostazione che Strampelli voleva dare all’Istitutonazionale di genetica per la cerealicoltura.

E’ facile intuire i motivi della inaccettabilità della primaipotesi, chiaramente incentrata sulla base del dualismo scien-tifico dell’ibridazione e della selezione, polemica che Stram-pelli intratteneva, e continuerà ad intrattenere a lungo, conFranceso Todaro.

Rinchiudere la sperimentazione agraria complessivanella sfera dell’ibridismo professato da Strampelli, avrebbecomportato da parte del governo una scelta di campo ecces-sivamente radicale, che per altro non gli competeva fare.

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Per altro Francesco Todaro, senatore, e massimo fautoredel metodo della selezione, aveva uguali e forse maggioriagganci all’interno dell’apparato di governo, tanto che l’annosuccessivo a quello della nascita dell’istituto di genetica,nacque a Bologna, in base ad un suo progetto, L’Istituto diallevamento vegetale per la cerealicoltura, strettamenteconnesso all’Istituto superiore agrario della stessa città.30

Esistevano poi già altri istituti dedicati alle coltivazioniche Strampelli aveva incluso nel suo progetto, come laStazione sperimentale di risicoltura di Vercelli nata nel 1908,quella di frutticoltura e agrumicoltura diAcireale del 1907, ederano già state pensate, e sarebbero nate da li a poco, laStazione sperimentale di maiscoltura di Bergamo, nata nel1920, e la stazione sperimentale di viticoltura e enologia diConegliano del 1923.

Più logica, e priva di evidenti scelte di campo, apparve laseconda ipotesi presentata da Strampelli, e così nel 1919nacque ufficialmente a Roma l’Istituto nazionale di geneticaper la cerealicoltura il cui funzionamento finanziario venneassicurato dai fondi derivati dalle detrazioni di 30 centesimiper ogni quintale di frumento, granoturco, avena, orzo esegale, requisiti, o comunque acquistati dallo stato, nell’annoagrario 1919, operazione questa prevista dal decreto luogo-tenenziale del 18 marzo 1919 n. 521.31

Tali fondi, specificatamente destinati al miglioramentodella cerealicoltura, ammontarono a 4.800.000 lire che per4/5 vennero impiegati per la nascita dell’istituto pensato daStrampelli.

Qualche imbarazzo Strampelli deve averlo avuto propriocon il principe Potenziani che nella seduta del consiglio diamministrazione del 13 febbraio 1920, aveva manifestatoperplessità sulle modalità di fondazione del nuovo organismo.

Egli pensava che sarebbe stato il centro di Rieti ad essereelevato a rango di istituto nazionale, ed invece c'era il seriopericolo che questo sarebbe passato in subordine rispetto aquello romano.

Potenziani propose anche di inviare una lettera diprotesta al ministro di agricoltura, impegno questo che siassunse lo stesso Cuboni, mentre Strampelli, al quale comeabbiamo visto si deve pressoché totalmente la progettazionedell'istituto, non intervenne per nulla sulla questione.32

I compiti del nuovo organismo vennero specificatinell’articolo 1 del decreto istitutivo che affidava all’istituto la“…ricerca e l’assegnazione delle varietà di cereali più adatteai vari territori italiani”.

Lo stato giuridico fu quello di ente morale autonomo cheoperava sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura, a cuispettava la nomina del presidente del Consiglio di ammini-strazione del quale facevano parte i direttori delle stazioni dipatologia vegetale e di quella di chimico-agraria di Roma,dall’incaricato di botanica generale dell’università di Roma,due possidenti indicati dal Ministero di agricoltura e, ovvia-mente, dal direttore dello stesso istituto.33

Va detto che il capitale con il quale iniziò a funzionarel’istituto fu di circa 10 milioni, in quanto al primo finanzia-mento si andò ad aggiungere la somma complessiva delprelievo di 50 centesimi a quintale sulla requisizione deicereali per l’anno 1920.34

Sempre l’art. 1 previde la creazione delle stazioni fito-geniche, con relativi campi sperimentali e di moltiplicazioneiniziale, di Foggia, Palermo e di quella di Roma, annessaall’istituto stesso.

Si previde inoltre l’istituzione di campi regionali diorientamento e di prova presso i vari istituti agrari del Regno,mentre altri campi di moltiplicazione si sarebbero dovuti affi-dare alle scuole pratiche e speciali di agricoltura su cui sareb-bero gravati anche i campi di conservazione in purezza dellesementi, e i relativi uffici di distribuzione.

Nella sede dell’istituto sarebbe poi stato istituito un museogenetico così come aveva più volte ipotizzato Strampelli.

Non chiara era la situazione tra l’istituto di Rieti e quellodi Roma, problema questo che, come abbiamo visto, avevafortemente condizionato il lavoro progettuale di NazarenoStrampelli.

La legge si limitò a dire che: “L’azione tecnica della R.Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti è coordinata aquella dell’Istituto”.35

In cosa consistesse tale coordinamento non fu detto, e lasituazione restò equivoca a lungo.

A trovare una soluzione compatibile tra le esigenze delnuovo organismo romano con quelle dell’istituto storico reatino,ci provò, senza ottenere risultati, il conte Orsolini Cencelli.

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Ai problemi diplomatici di supremazia di immagine di unistituto sull’altro, si aggiungeva quello della diversità giuri-dica dei due istituti, sia per costituzione che per ordinamento.

L’istituto reatino era infatti un organismo a totale dipen-denza statale, quindi con un patrimonio demaniale e perso-nale assoggettato al regime dei dipendenti dello stato, adifferenza dell’Istituto nazionale di genetica, che era un entemorale, sottoposto alla vigilanza del Ministero di agricoltura,ma con un proprio patrimonio e una gestione del tutto auto-noma, a cominciare da quella del personale.

Il percorso che si pensò di seguire fu quello della fusionedei due istituti, ma le difficoltà non erano poche in quanto osi sarebbe dovuto sopprimere l’istituto romano e incorporareil suo patrimonio e attività all’interno di quello di Rietielevandolo poi a istituto nazionale, o, viceversa, si sarebbedovuto sopprimere quest’ultimo ed inglobarlo in quello diRoma o, soluzione ancor più complessa, mantenere il suocarattere di ente morale autonomo, ma formando unconsorzio tra stato ed altri enti per la sua gestione.

Quest’ultima soluzione avrebbe penalizzato fortementel’istituto reatino che sarebbe diventato una delle tante stazionifitotecniche alle dipendenze di quello romano.

La soluzione escogitata, probabilmente un po’pasticciatasul piano formale, ma di certo fruttuosa su quello operativo,fu quella di lasciare invariato il regime giuridico dei due enti,ma di arrivare ad un pieno coordinamento della loro attivitàattraverso la fusione dei due consigli di amministrazione, e lanomina di un unico direttore scientifico per entrambi.

Con un apposito regio decreto, il n. 379 del 11 febbraio1926, si sancì la fusione virtuale dei due istituti, ponendolisotto un unico consiglio di amministrazione ed una unicadirezione, mentre entrambi avrebbero conservato la propriaautonomia di gestione dei patrimoni, con bilanci separati.

Il nuovo comune consiglio di amministrazione sarebbestato composto da un rappresentante del governo, nominatocon decreto del Ministro per l’economia nazionale chel’avrebbe presieduto, da un delegato del comune di Rieti, daidirettori delle stazioni di chimica agraria e di patologia vege-tale di Roma, dal direttore dell’istituto botanico dell’univer-sità di Roma, e da un “esperto agricoltore”, anche questo dinomina ministeriale.36

La sede dell'Istituto nazionale di genetica per la cereali-coltura dopo essere stata ospitata prima nei locali del Mini-stero di agricoltura, poi in quelli dell'Istituto sperimentalezootecnico, ed infine in uno stabile a Porta Pia, potette bene-ficiare dal 1930 di una apposita struttura costruita sulla viaCassia, vicina alla tenuta dell’Inviolatella.

I lavori di edificazione, realizzati in base al progettoredatto dall’ing. conte Stefano Gentiloni Silvery, iniziaronoverso la fine del 1927, e già il 2 gennaio 1930 l’Istituto iniziòil trasferimento degli uffici e dei laboratori.

Si trattava di una palazzina di due piani con varie cuba-ture annesse, decisamente adeguata al suo scopo, sulla qualeil regime, in pieno contesto della battaglia del grano, nonlesinò a spese.

Al pianterreno del fabbricato centrale c’era il laboratoriochimico con annessi i locali per le apparecchiature, così comeil laboratorio tecnologico con il molino e il forno sperimentali.

Sullo stesso piano era stato ubicato il museo del pane cheraccoglieva forme e qualità provenienti da ogni parte delmondo.

Al primo piano si trovavano la presidenza, la direzione,la sala riunioni del consiglio di amministrazione, l’archivio ei vari uffici di segreteria e contabilità, oltre ad una salacongressi dotata di schermo per proiezioni.

Adiacenti al suo ufficio, Strampelli volle che fosseroannessi piccoli laboratori di chimica, microscopia e fotografia.

Nella parte posteriore del fabbricato si trovavano il labo-ratorio di microscopia e quello di biologia e elettrogenetica,divisi tra loro dalla biblioteca.

Adiacente all’edificio principale si trovava la strutturadove erano stati ubicati il molino, il pastificio e il panificiodimostrativi.

La terra

Ma il vero laboratorio di Nazareno Strampelli era la terra.Era nei suoi campi sperimentali che egli, soprattutto nei periodidi semina e di raccolto, passava l'intera giornata a controllarei lavori, per poi tornare la sera a Campomoro a sbrigare lepratiche di ufficio, e verificare i risultati tramite le strumenta-zioni tecniche e scientifiche che aveva a disposizione.

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Proprio per questo la possibilità di avere terra da utiliz-zare fu il principale dei suoi problemi.

I primi due campi sperimentali a Rieti li ebbe gratuita-mente nel 1904 dal principe Potenziani, il più autorevole espo-nente dell'aristocrazia agraria reatina, che per primo intuì lepotenzialità del giovane ricercatore e gli consentì di effettuarele prime sperimentazioni nell'agro reatino, evitando in talmodo che Strampelli, vista l'assoluta scarsità di mezzi che glivenivano concessi, concretizzasse l'idea di abbandonare tutto.

Potenziani concesse a Strampelli complessivamente seiettari di terra sui quali egli impiantò due campi sperimentali,il primo di 3,5 ha che conteneva 400 aiuole di 50 mq ciascunasul quale egli avviò i suoi studi su 100 diverse formule diconcimazione, sui diversi tipi di rotazioni agrarie, sultrapianto e sulla selezione del Rieti originario, così comesullo studio dell’azione oligodinamica di alcune sostanzechimiche, sull’azione dell’elettricità sulle piante di frumentoe sull’inoculazione delle sementi di leguminose a mezzo dellecolture batteriche del Moore.

Nel secondo campo di 2,5 ettari, diviso in 300 aiuole di50 mq ciascuna, Strampelli studiò in modo comparativo laproduttività di 240 diversi tipi di frumento italiani e esteri, laloro resistenza alle ruggini e all’allettamento, e il loro accli-matamento nella valle reatina.

Nel 1906 Strampelli dovette però restituire al principePotenziani i terreni di Setteponti e S. Pastore, e trasferire ilsuo laboratorio naturale in un unico fondo di circa 7 ettari,sempre concesso gratuitamente dal principe Potenziani, invocabolo Torretta che egli fin dall’inizio curò insieme a dueassistenti, Giovanni Dall’Aglio e Bernardino Giovannelli, chedivenne il suo più stretto collaboratore.

Nel 1906 ottenne, sempre gratuitamente, dall’on.marchese Raffaele Cappelli un fondo agricolo a Foggia nelquale impiantò un campo sperimentale allo scopo di studiarei danni della siccità sul frumento nell’Italia meridionale.

Ora però Strampelli riteneva che la sua esperienza scien-tifica aveva raggiunto un grado di maturazione tale da essereincompatibile con una dimensione nella quale l’attività speri-mentale era confinata in piccoli fondi concessi gratuitamenteda personaggi dell’aristocrazia agraria illuminata del tempo.

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Il senatore Raffaele Cappelli che sostenne Strampelli nella realizzazionedella stazione fitotecnica di Foggia e al quale lo scienziato reatinodedicò un frumento, il “Senatore Cappelli” che è tornato ad esserecoltivato in tempi recenti.

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Pianta della masseria Manfredini a Foggia che divenne il laboratorio di Strampelli per i suoi grani duri, soprattutto del “Senatore Cappelli”.

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Diffusione del frumento SenatoreCappelli dal 1932 al 1947

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La Torretta. Qui Strampelli iniziò le sue prime sperimentazioni a Rieti

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Foto del 1907. Con le prime sperimentazioni eseguite da Strampelli a Rieti

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Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro

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Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro.

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Coltivazione di grano Strampelli nei pressi di Terria (Contigliano)

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Strampelli avvertiva con sempre maggiore forza lanecessità di sperimentare anche altrove i suoi frumenti, e larichiesta di fondi per impiantare nuovi centri di sperimenta-zione fu una costante dei suoi rapporti con il Ministero diagricoltura.

Nel marzo 1910 presentò una lunga relazione al Mini-stro di agricoltura nella quale tra l’altro scriveva:

Sin qui i lavori di ricerca e creazione di nuove varietà difrumenti, iniziati dalla cessata Cattedra e proseguiti da questaR.Stazione si sono svolti nel loro primo periodo, che possiamochiamare botanico, poiché infatti non si è trattato di provocaremutazioni (con l’ibridazone), di afferrare quelle spontanee, dicercare di fissare le une e le altre e di andare eseguendo la sele-zione, che lo speciale ambiente clima della vallata reatina rendepiù facile che altrove.

Ora però siamo per entrare nel 2° periodo, in quello agrono-mico o di comparazione e di determinare il valore delle nuovevarietà nella grande coltura, e non è più possibile di accontentarsia lavorare in terreni in cui non si è che ospiti (sia pure, come nelcaso nostro, di uomini di grande intelletto e di grande generosità).Occorrono i mezzi che permettano la scelta dei terreni più rispon-denti allo scopo e che assicurino stabilità di dimora in essi.37

Strampelli chiedeva mezzi adeguati per svolgere il suolavoro, e l’acquisizione di diversi fondi agricoli a Rieti,Foggia e Leonessa, tre punti nodali per la sperimentazionedei frumenti da utilizzare per l’Italia centrosettentrionale,meridionale e per le zone collinari e montane.

Ma il ministro restò sordo alle sue richieste, ed egli tornòa riproporle ancora nel luglio dello stesso anno ribadendototalmente il suo progetto:

L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno climie terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in unasola località, arrivare ad ottenere pregevoli frumenti adattabili allediverse plaghe della nostra penisola. Potrebbe però ottenersi l’in-tento, stabilendo, come sedi di lavoro, tre tipiche località, ossiaaggiungendo ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quellidel tavoliere delle Puglie anche altri campi in qualche altipianosituato a circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello diLeonessa, che dista poche ore da Rieti.

Egli voleva istituire a Rieti “…un grande campo giardinoper le colture pure o pedigree. Tre campi di comparazione emoltiplicazione (uno in un terreno siliceo argilloso calcare; il2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il terzo interreno calcare argilloso arido)”.

A Foggia un piccolo campo giardino e due campi dicomparazione e moltiplicazione, e a Leonessa un piccolocampo giardino e due campi di comparazione e moltiplica-zione specificando come:

Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze evarietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci collinedell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cerche-rebbe di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quellidi Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti allesiccità estive dei vari terreni dell’Italia Meridionale.38

Solo nel 1911, grazie all'apposita legge n. 550 dell'ottoluglio, fu acquisito dalla famiglia Palmegiani il vasto camposperimentale sottostante alla sede dell'istituto.

Sempre in base a quella stessa legge venne impiantatauna stazione sperimentale a Foggia prevalentemente indiriz-zata alla ricerca sui frumenti resistenti alla siccità, e un’altraancora a Leonessa per la ricerca su orzo, segale e frumentoadatti alla coltura in climi freddi di montagna.

Le stazioni fitotecniche

Quindi il principale punto che stava a cuore a Strampelliera quello della sperimentazione diffusa dei suoi frumentinelle diverse zone d’Italia.

Questo rappresentò uno dei capisaldi dell’Istituto nazio-nale di genetica per la cerealicoltura, nella cui legge istitu-tiva era prevista la nascita di diverse stazioni fitotecniche, edi altri centri di coltura, prova, orientamento e moltiplica-zione dei grani studiati a Roma e Rieti, in modo da strutturareuna articolata rete periferica dell’istituto, capillarmentediffusa sul territorio nazionale.

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Page 95: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Foggia

Già nell'agosto 1919, in anticipo rispetto alla struttura-zione completa dell'istituto, nacque nei pressi di Foggia lastazione fitotecnica per le Puglie.39

Si trattava di una vasta azienda, la "masseria Manfredini"di circa 185 ettari, che inizialmente venne presa in affitto, equindi acquisita dall'istituto, grazie ad una espropriazione permotivi di pubblica utilità.

Quindi una vasta azienda pianeggiante dell'agro foggiano,collocata lungo l'asse stradale per Lucera, caratterizzata dallapresenza di diversi fabbricati rurali che vennero impiegati pergli alloggi del personale, e per i depositi delle macchine agrarie.

L'azienda venne gestita direttamente dall'istituto consalariati che lavoravano sia al campo sperimentale vero eproprio, sia nelle aree destinate alla moltiplicazione e conser-vazione in purezza dei diversi tipi di frumento.

Nel 1919, primo anno di attività, furono seminati 3097tipi diversi di frumento in altrettante aiole, dei quali solo 105sopravvissero, soprattutto per la forte siccità di quell'anno cheprovocò una selezione molto drastica delle specie impiantate.

Il raccolto rappresentò in ogni caso un materiale preziosoper Strampelli che riseminò l'anno successivo insieme ad altre124 diverse varietà create a Rieti.

Per comprendere la strutturazione della stazione fitotec-nica di Foggia abbiamo riassunto nella tabella seguente l'evo-luzione degli impianti dal 1919 al 1923.39

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La sede della Stazione fitotecnica di Foggia. Anni ‘20

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1919 -1920 1920 -1921 1921 -1922 1922 -1923 1923 -1924Campo sperimentalecon 3097 tipi difrumenti

Campo per provecolturali di 229 nuovifrumenti

Vari campi di moltipli-cazione iniziale per ifrumenti risultati adattialle prove regionali

Campo per laselezione efissazione di 444frumenti teneri e duri

Campo di provecolturali per 326varietà di frumenti

Campo per lasperimentazione di 8nuove avene

Vari campi per laconservazione inpurezza dei frumenti

Campo di allevamentodi 180 frumentidivenuti fissi l'annoprecedente

Campo di allevamentoper 290 tipi divenutifissi l'anno precedente

Campo di allevamentodi 136 frumentidivenuti fissi nell'annoprecedente

Campo per provecolturali di 366 nuovifrumenti e loroduplicati

Campo di provecolturali per 355 tipi dicereali e duplicati(706 parcelle)

Campo per lafissazione di247 tipi ibridati

Campo di fissazione eselezione di 349 nuovitipi di frumenti.

Campo di allevamentodi 234 tipi di frumentidivenuti fissi l'annoprecedente

Vari campi di moltipli-cazione iniziale per ifrumenti risultati adattialle prove regionali

Campo catalogo per17 varietà

Campo per lafissazione dellapurezza dei nuovi 4frumenti Dauno,Apulia, Cervaro eLuigia Strampelli

Campo di 202 aiole perla ricerca di individuiomozigoticie 23 aiole per la ricercadi nuove forme

Campi (70 ha) per lamoltiplicazione edistribuzione nell'Italiameridionale di sementi

Campo di secondamoltiplicazione per 6varietà di frumenti

Campo per lamoltiplicazione inizialedi 24 tipi di frumenti eavene

Campo (70 ha) per lamoltiplicazione edistribuzionenell'Italia meridionaledi sementi

Campi (70 ha) per lamoltiplicazione edistribuzionenell'Italia meridionaledi sementi

Campi (44 ha) per lamoltiplicazione edistribuzionenell'Italia meridionaledi sementi

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Pianta delle sperimentazioni a Foggia nel 1911-1912

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Contadine al lavoro nel campo sperimentale di Foggia

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Roma

Sempre nel 1919, pur di avviare i suoi lavori senzaperdere la possibilità di un anno agrario nell'ambientedell'agro romano, Strampelli prese in affitto un fondo di 3ettari che rappresentò il nucleo iniziale della futura Stazionefitotecnica per il Lazio, la cui ubicazione definitiva fu indi-viduata dopo varie ricerche l'anno successivo.

Si trattava della tenuta "Inviolatella Borghese", di circa150 ettari collocata lungo la via Cassia, a solo 7 chilometridalla città, che venne acquistata direttamente dall'istituto.Anche in questo caso l'azienda era dotata di fabbricati rurali,per altro di recente costruzione, adatti ad ospitare la sede dellastazione, nonché gli alloggi per il personale e le attrezzatureagrarie.

Altre cubature furono edificate dall'istituto come il Silosprogettato nel 1927 dallo stesso Strampelli con 14 celle cilin-driche per i frumenti, provvisto di montacarichi elettrico, ungrande capannone per le macchine agrarie, e vari dormitoriper i lavoratori avventizi.40

101

La stazione fitotecnica romana. La prima foto raffigura la sededell’Istituto nazionale di Genetica per la cerealicoltura con le sueserre. Le altre due la tenuta dell’Inviolatella.

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Pianta delle semine nel campo sperimentaledi Roma l’Inviolatella 1921-1922

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Cagliari

In base a quanto era previsto dalla legge restava darealizzare l'ultima stazione fitotecnica, quella per la Sicilia,ma le difficoltà nell'individuare un idoneo fondo agricolo, equelle relative all'avvio dell'attività negli altri due centri,fecero sì che si iniziasse ad affrontare realmente il problemasolo nel 1924.

Lo si fece prima impiantando un campo sperimentale neldemanio forestale della Ficuzza, ed avviando quindi lavori diselezione dei grani locali, così come istituendo dei campi diorientamento e di prova di diversi tipi creati a Rieti, e rite-nuti idonei per la Sicilia.

Nel 1925, in seguito alla proclamazione della battagliadel grano, il Comitato permanente del grano pensò di istituirein Sicilia una apposita Stazione di granicoltura allo scopo distudiare in modo specifico le problematiche cerealicoledell'isola.

Si trattava della Stazione sperimentale di granicoltura perla Sicilia voluta da un altro grande agronomo che la diressepoi a lungo, Emanuele De Cillis, il quale però pensava ad unistituto che si interessasse ad ampio raggio dei problemi agri-coli dell’isola, tanto da fargli ammettere nello stesso anno dicostituzione, che quella denominazione fu una vera e propriaimposizione del Comitato permanente del grano. 41

In ogni caso impiantare in modo definitivo una stazionefitotecnica nell'isola apparve una operazione inutile, e sipensò quindi di traslare tale ipotesi in Sardegna dove, già dal1925, Strampelli aveva preso in affitto un fondo di 5 ettaridell'Opera nazionale combattenti nel tenimento di Sanluri, econtestualmente avviò le ricerche per l’acquisizione di unaidonea tenuta idonea ad ospitare la stazione fitotecnica.

Solo nel 1928 l'istituto acquistò la tenuta di S. Gimilianodi circa 100 ettari, e prese in affitto per 29 anni l'adiacentefondo Su Pardu di 72 ettari di proprietà del comune di Sinnai,nella frazione di Settimo S. Pietro in provincia di Cagliari, esu tali fondi nacque la stazione fitotecnica sarda che nel 1931si accrebbe ulteriormente con l'acquisto della tenuta Tanca S.Michele di circa 372 ettari.

Si trattava di un grande fondo pressoché abbandonato,del quale, al momento dell’acquisizione, erano coltivatiappena 2-3 ettari dal guardiano per il proprio fabbisogno,mentre il resto era affittato annualmente ai pastori.

Nella parte pianeggiante di circa 280 ettari, collocata nelterritorio comunale di Ussana, fu necessario un grosso lavorodi appoderamento che incluse la realizzazione di circa 20 Kmdi strade poderali e interpoderali, 36 Km di canali di boni-fica, 12 pozzi, 8 Km di siepi di fichi d’India, e la costruzionedi sette case coloniche, un mulino, un forno e una chiesa.

In tal modo si cercò di stabilizzare le famiglie colonichesui fondi, dimensione questa pressochè sconosciuta inSardegna dove dominava l’accentramento della popolazionenei centri.

L’operazione andò comunque in porto, e l’azienda vennedivisa in otto poderi di circa 30 ettari ciascuno in ognuno deiquali si insediò una famiglia di 8-10 persone.

La stazione fitotecnica venne utilizzata per la moltipli-cazione delle sementi idonee all'area sarda, mentre la sede fucollocata negli edifici esistenti nella tenuta di S. Gimiliano,dove venne impiantato il campo sperimentale vero eproprio.42

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La stazione fitotecnica di Cagliari

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Nazareno Strampelli a Cagliari nella tenuta Tanca San Michele nel 1940

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Rieti

Uno dei problemi che assillava Strampelli era quellodella produzione diretta delle sue sementi le cui richiesteaumentavano di anno in anno in modo vertiginoso.

Era una fase delicata del processo, e affidarla a ditte privatevoleva dire correre qualche rischio sui risultati del prodottofinito, né era possibile fornire una risposta alla domanda con ipiccoli campi di moltiplicazione annessi alle tre stazioni fito-tecniche, né, tantomeno, era pensabile ridurre la superficiedestinata alla sperimentazione a favore della moltiplicazione.

Era necessario un apposito fondo agricolo da destinarsia questo scopo, e l'occasione si presentò nel 1924 quando sipotettero acquistare gli oltre 200 ettari della tenuta S. Pastoredi proprietà del principe Potenziani. 43

Il fondo venne diviso in 19 colonie date a mezzadria, icui centri direzionali furono Piedifiume e Casabianca.

Va detto che dal 1924 al 1926 la tenuta venne ceduta inaffitto alla Società italiana per la produzione dello zuccheroindigeno, fermo restando che la moltiplicazione dei frumentiStrampelli doveva essere fatta sotto il controllo dell'istituto.

Il fondo, tornato alla gestione diretta dell'istituto nel 1927,produceva in assoluta purezza genetica, circa 2000 quintali dei

105

Serre presso la sede dell’Istituto sperimentaledi cerealicoltura di Rieti. Anni ‘30

diversi frumenti Strampelli, metà dei quali costituivano la partecolonica sulla quale però l'istituto si riservò un diritto di prela-zione qualora le richieste di prodotto né avessero creata lanecessità.

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Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30

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Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30

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Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30

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Rieti, campo sperimentale di Piedifiume. Anni ‘20

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Rieti, campo sperimentale sotto Campomoro. Il bambino è probabilmente Benedetto, figlio di Nazareno

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Rieti, Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30

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S. Angelo Lodigiano

Nel 1933 la contessa Lydia Caprara, vedova del conteGian Giacomo Morando Attendolo Bolognini, donò all’Isti-tuto nazionale di genetica il suo castello a S. Angelo Lodi-giano, in provincia di Milano, con l’intera tenuta composta daotto fondi agricoli per complessivi 400 ettari.44

Lo scopo era quello di creare una fondazione intestata almarito la quale fungesse da stazione fitotecnica per l’Italiasettentrionale, e con regio decreto del 19 febbraio 1934(n.459) la fondazione Bolognini fu eretta a ente morale.45

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Il castello Bolognini a Sant’Angelo Lodigiano,sede della Stazione fitotecnicacreata da Strampelli in Lombardia. Le foto risalgono agli anni ‘30

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Sant’Angelo Lodigiano. Separazione delle spighe. 1939

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Badia Polesine

Nel 1937 per iniziativa del comune di Badia, che mise adisposizione un proprio podere e gli uffici necessari, delConsorzio agrario provinciale, della Cassa di Risparmio diPadova e Rovigo, del Consiglio provinciale delle corpora-zioni, e più tardi della Società polesana produttori sementi,che contribuirono finanziariamente, nacque la Stazione fito-tecnica di Badia Polesine.

Gli obiettivi che i vari enti si posero nel realizzarla eranoquelli di creare un centro sperimentale particolarmente indi-rizzato al miglioramento delle colture polesane, e quello dellaproduzione di sementi per soddisfare i bisogni della provinciaesportando il surplus in quelle limitrofe.46

La stazione di Badia, oltre che sul fondo comunale di 6ettari, potette contare su un altro appezzamento di 22 ettaripreso in affitto, sui quali, fin dal 1937, si iniziò la sperimen-tazione dei frumenti Strampelli a cui si affiancò quella sulricino, lino, orzo, avene, patate, erba medica, soie, papaveroda oppio, cipero, topinambur, arachide e timo.47

114

Badia Polesine, sperimentazione del ricino. 1942.

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Badia Polesine. Sperimentazione del papavero da oppio. 1942

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Badia Polesine. Sperimentazione del grano “Comandante Baudi” 1942

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Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942

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Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942

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Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942

Page 118: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Montagnana, Urbino, Forlì

Sempre nel 1937 si seguì lo stesso percorso per farnascere la stazione fitotecnica di Montagnana, mentre l’annosuccessivo, promossa dal Consorzio agrario cooperativo,nacquero le stazioni fitotecniche di Urbino e di Forlì,quest’ultima sorta sulle terre di proprietà dello stessoMussolini.48

Il lavoro svolto da Strampelli nei suoi campi sperimen-tali fu immenso.

Per averne una idea abbiamo elaborato nelle tabelleseguenti le quantità delle varie tipologie di sperimentazioninei campi di Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Cagliari e Roccadi Mezzo49, e i rendimenti per ettaro delle principali varietànello stesso arco cronologico.

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Strampelli nella stazione fitotecnica di Montagnana insieme ai suoicollaboratori. 1941

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121

1923-1924

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

LEONES

SA

ROCCADI

MEZ

ZO TOTALE

PROVECOLTURALI 872 919 710 424 30 3035

ALLEVAMENTO 315 54 151 20 540

FISSAZIONE 1644 644 445 70 2803

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 17 10 27

CAMPO CATALOGO - 31 31

MOLTIPLICAZIONI 4 10 23 7 44

TRAPIANTO

1^ GENERAZIONE 226 226

2^ GENERAZIONE 12 12

PROVE DICONCIMAZIONE 11 11

COLTURE DIVERSEIN USO 19 19

TRIBU'

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME

TOTALE 3120 1738 1329 531 30 6748

1924-1925

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

SARDEG

NA

LEONES

SA

ROCC

ADIM

EZZO

TOTALE

PROVECOLTURALI 674 665 631 249 28 2247

ALLEVAMENTO 765 288 105 75 1233

FISSAZIONE 1629 79 130 15 1853

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 9 2 5 4 20

CAMPO CATALOGO 24 24

MOLTIPLICAZIONI 18 29 21 24 92

TRAPIANTO

1^ GENERAZIONE 184 184

2^ GENERAZIONE 9 9

PROVE DICONCIMAZIONE

COLTURE DIVERSEIN USO 27 27

TRIBU'

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME 126 126

TOTALE 3339 1105 892 367 28 5815

Page 120: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

122

1925-1926

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

SARDEG

NA

LEONES

SA

ROCC

ADIM

EZZO

TOTALE

PROVECOLTURALI 986 889 642 352 260 30 3159

ALLEVAMENTO 447 30 116 9 602

FISSAZIONE 954 41 39 24 1058

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 18 4 6 4 32

CAMPO CATALOGO 27 27

MOLTIPLICAZIONI 14 23 18 8 15 78

TRAPIANTO

1^ GENERAZIONE 39 39

2^ GENERAZIONE 19 5 24

PROVE DICONCIMAZIONE

COLTURE DIVERSEIN USO 17 17

TRIBU' 4

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME 129 129

TOTALE 2521 1116 830 360 312 30 5169

1926-1927

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

SARDEG

NA

LEONES

SA

ROCC

ADIM

EZZO

TOTALE

PROVECOLTURALI 669 824 532 496 199 20 2740

ALLEVAMENTO 399 53 87 18 557

FISSAZIONE 992 195 243 4 1434

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 23 21 25 69

CAMPO CATALOGO 29 29

MOLTIPLICAZIONI 18 27 20 3 12 80

TRAPIANTO 19 19

1^ GENERAZIONE 18 18

2^ GENERAZIONE 6 6

PROVE DICONCIMAZIONE

COLTURE DIVERSEIN USO 32 32

TRIBU'

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME 2 117 129

TOTALE 2217 1237 907 499 233 20 5113

Page 121: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

123

1927-1928

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

SARDEG

NA

LEONES

SA

ROCC

ADIM

EZZO

TOTALE

PROVECOLTURALI 674 725 497 350 199 30 2475

ALLEVAMENTO 371 188 180 2 741

FISSAZIONE 775 422 49 1246

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 20 14 19 3 56

CAMPO CATALOGO 34 41 75

MOLTIPLICAZIONI 25 22 17 5 17 86

TRAPIANTO 25 25

1^ GENERAZIONE 89 89

2^ GENERAZIONE 10 10

PROVE DICONCIMAZIONE 6 33 39

COLTURE DIVERSEIN USO 19 19

TRIBU'

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME

TOTALE 2048 1445 762 358 218 30 4861

1928-1929

RIE

TI

ROMA

FOGGIA

SARDEG

NA

LEONES

SA

ROCC

ADIM

EZZO

TOTALE

PROVECOLTURALI 836 884 766 318 169 30 3003

ALLEVAMENTO 258 321 53 632

FISSAZIONE 629 122 34 1 786

MOLTIPLICAZIONIINIZIALI 13 8 23 1 5 50

CAMPO CATALOGO 34 43 13 13 103

MOLTIPLICAZIONI 23 20 24 8 13 88

TRAPIANTO 45 45

1^ GENERAZIONE 265 265

2^ GENERAZIONE 10 10

PROVE DICONCIMAZIONE 16 23 24 20 83

COLTURE DIVERSEIN USO 20 20

TRIBU' 2 2

ESPERIENZE DISEMINACONDIVERSAQUANTITÀDI SEME

TOTALE 2149 1421 929 347 201 30 5087

Page 122: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

124

CARLOTTA 25,50 43,60 34,25 31,60 30,70 34,70 36,56 32,72 43 31,50 31,05

VARRONE 22,30 41,15 35 23,50 27,30 28,50 26,60 32,10 45,80 29,40 32,50

ZARA 25,50 38,90 39,16 29,35 25,14 40,30 23 23,20 44,30 30,70 34,30

VIRGILIO 23,20 42,90 22 37 43 40,85 32,10 - - - -

RISMONDO 23,35 35,10 25,40 40,90 42,93 42,30 - - - - -

FAUSTO 20,35 38,65 30,34 32,38 30,30 - - - - - -

EDDA 22,40 31,35 28,25 28,60 38,50 32,30 31,90 21,70 42,80 29 37,50

ARDITO 19,95 26,25 32,25 39,10 35,15 30,40 23,20 22,80 22 26,10 31

DAMIANO 19,85 42,20 27,25 36,55 41,10 41,10 19,40 - - - -

MENTANA 22,50 33,60 25,57 34,19 30,36 37,50 - - - -

VILLAGLORI 22,60 37,25 21,85 23,63 22,65 37,50 43,10 - - - -

FIERAMOSCA 29,95 - - - - - - - - - -

FANFULLA 25,60 - - - - - - - - - -

RIETI COM. 18,45 30 31,40 25 33 31,10 30,90 26,80 - - -

RIETI 11 21,60 34,85 36 33,80 34,50 33,30 36 32,70 40 24 31,80

RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI

RIETI

VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920

Page 123: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

125

CARLOTTA 27,76 27,36 35,68 28,40 34,45 30,60 25,70 39,05 34,20 17,80 25,56

ZARA 30,96 28,04 33,75 29,53 35,88 32,40 35,10 48 42,56 29,06 32,06

MENTANA 28.04 31,96 32,11 34,13 36,35 35,50 39,85 40,55 52,80 - -

VILLAGLORI 30,16 26,88 39,37 35,73 29,20 33,90 25,30 37,70 22 34,50

DAMIANO 34,08 24,60 42,48 - - - - - - - -

ARDITO 28,56 26,40 36,16 30,40 34,80 34 30,22 41,40 39,28 23,14 34,88

EDDA 36,24 26,92 41,64 31,13 36,53 - - - - - -

BALILLA 20,44 22,32 19,20 21,60 - - - - - - -

FANFULLA 27,16 - - - - - - - - - -

FIERAMOSCA 30,96 - - - - - - - - - -

CAPPELLI 20,48 28,64 - - - - - - - - -

AZIZIAH 17-45 23 30,40 29,28 36 - - - - - - -

DAUNO III 20,28 33,20 28,92 30,6 27,45 27,65 32,05 37,55 42,44 22,80 39,16

GENTIL ROSSO 48 24,12 32,08 28,76 32,40 32,25 34,25 40,25 18,40 42,40 16,48 30,72

RIETI 11 23,93 31,56 28,44 31 37 33,50 30,75 46,45 39,50 24,48 32,84

RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI

ROMA PIANO

VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920

Page 124: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

126

APULIA 15,60 25,80 23,60 19,03 22 22 12,40 12,22 21,37 20,20 -

VILLAGLORI 19,60 29,20 29,20 24,40 22 34 15,60 26,66 - - -

MENTANA 21,20 30,80 32 24,80 26 40 23,20 - - - -

DAMIANO 19,40 26,80 34 - - - - - - -

RISMONDO 14,80 22 32,80 - - - - - - -

ARDITO 22 28,80 20,32 19,20 20 25,45 21,72 24,97 14,20 24,30 -

FIERAMOSCA 26 27,60 30 22,40 24 35,60 21,60 27,52 15,36 - -

BALILLA 19,20 22 28,40 - - - - - - - -

FANFULLA 30,80 35,20 34 - - - - - - - -

CAPPELLI 15,20 21,60 32,40 22,80 27,20 38 20,80 20,35 16,72 27,20 -

AZIZIAH-17-45 10,40 30,80 31,60 24 - - - - - - -

DAUNO III 17,60 24,40 34,40 22,80 28,81 32 22,80 31,71 24,88 26,40 -

DAUNO VI 17,60 28,40 31,20 23,20 26 34,40 19,20 24 20,48 26,80 -

BIANCHETTA 13,60 22,40 21,60 16 20,80 28 12,80 24,48 13,52 17,60 -

DURO DI PUGLIA 16,80 24 26,40 20 29,20 32 19,20 25,96 13,12 22,80 -

RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI

FOGGIA

VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920

Page 125: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

127

CALATAFIMI 21,20 6,70 30 18,80 19,80 - - - - - -

MENTANA 20 6,80 23,50 20,20 24,60 - - - - - -

BALILLA 14,80 1,90 - - - - - - - - -

DAMIANO 18,80 5,70 - - - - - - - - -

VILLAGLORI 13,20 7,20 28,20 13 17,80 - - - - - -

ARDITO 17,60 3 24,60 16,20 15 - - - - - -

EDDA 18 5,20 - - - - - - - - -

FIERAMOSCA 19,20 - - - - - - - - - -

CAPPELLI 16 6,50 23 19,80 15,80 - - - - - -

AZIZIACH 17-45 21,20 3,30 - - - - - - - - -

DAUNO I 18 1,10 28,80 16,20 14,20 - - - - - -

DAUNO III 17,20 - 24,60 20,70 20,80 - - - - - -

DAUNO VI 18,80 - 21,40 20,10 22,20 - - - - - -

RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI

SARDEGNA

VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920

Page 126: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

128

CARLOTTA 20 20,50 25,50 18 24,50 20,50 23,40 25 14,96 9,52 13,60

ZARA 23 20,50 24,50 22,50 24,50 23 22,70 18,90 - - -

BAIONETTE 21,50 18,50 24,50 19,50 25 26,50 21,70 15,40 14,11 17,29 17,50

CAMBIO 20 15,40 23,50 18,50 12 31

GREGORIO MENDEL 19,50 19,50 22,50 17,50 21 23 24,50 13,50 15,09 14,10 16

TILIA 21,50 24,50 24,50 18 25,50 19,87 21,40 15,70 19,50 14,30 21,40

VARRONE 15,50 16 18 25,50 26,50 14,50 22 17,20 23

VIRGILIO 15,50 - - - - - - - - - -

DAMIANO 15 15,50 20,50 - - - - - - - -

COSTACALDA 18 19,50 22 17 18,50 25 22,50 18 16,10 12,90 10,80

RIETI 11 22 21 24 23 21 22,50 25 17,50 - - -

RIETI COMUNE 20 15,50 19,50 18,50 - - - - - - -

ORZO SIRENTE 18 13 25 22 23,50 25,12 13 14,56 17,14 13,20 18

ORZO VALLE OLIVA 24,50 14 30 19,50 22 21,44 26,60 9,20 14,64 8,51 11,85

ORZO RANIERI 8,50 7 23,50 19,50 12,50 18,50 21,80 5,50 7,60 17 13,50

RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI

LEONESSA

VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920

Page 127: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttoriall’ARS

La tenuta S. Pastore rappresentò la base per la nascita aRieti dell'Associazione riproduttori sementi, la cui originariadenominazione fu quella di Associazione reatina sementi.

Già nel 1905 Strampelli aveva intuito l'importanza di uncoordinamento nella commercializzazione dei suoi grani.

Al tempo la preoccupazione principale era quella dellecontinue frodi cui era soggetto il Rieti originario, ed egliaveva stimolato la nascita dell'Unione produttori grano daseme allo scopo di controllare la commercializzazione delprodotto, ma, probabilmente, anche con l'idea di avere unastruttura idonea alla diffusione dei suoi grani.

Una operazione difficile, che andava a contrastare con iparticolarismi dai quali i proprietari dell’agro reatino sembra-vano non riuscire a liberarsi, tanto da fargli scrivere al Mini-stro di agricoltura che il suo progetto di “disciplinare dettocommercio”, onde affrontare il problema del “discreditorispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto suquesta piazza”, incontrava “ostacoli attualmente insormonta-bili, per il fatto che molti si sentono lesi, e non lievemente, neiloro interessi”.50

L'occasione si ebbe nel 1914 quando Strampelli presentòil suo frumento Carlotta che venne subito adottato dal prin-cipe Potenziani nelle sue tenute della valle reatina.

I risultati furono sorprendenti. Nella tenuta S. Pastore ilCarlotta produsse un incremento di produzione di 2,40 q.liper ettaro, in quella delle Comunali l'incremento fu addiritturadi 8,4 q.li, nel podere di S. Mauro 7,32 q.li e così via, conuna media di accrescimento produttivo calcolata in 5,41 q.liper ettaro.51

L'anno successivo l'Unione, presieduta dallo stesso prin-cipe Potenziani, decise di affiancare alla vendita del Rietioriginario anche quella del Carlotta Strampelli che ebbe unsuccesso straordinario in tutta la penisola.52

Negli anni seguenti iniziarono a crescere le richieste delCarlotta, considerato una sorta di grano miracoloso, e dimi-nuirono progressivamente quelle del Rieti originario.

Solo alcuni proprietari reatini, a cominciare dai Poten-ziani, intuirono che era tempo di modificare l'assetto delleproduzioni dei loro fondi, e iniziarono a produrre esclusiva-mente il Carlotta, immettendolo poi nel mercato nazionale eottenendone elevati riscontri economici.

La maggioranza dei proprietari rimase ancorata allaproduzione del Rieti originario e, facendo leva su una fles-sione delle richieste del nuovo frumento, dovuta ad un erratoimpiego in zone inidonee, iniziarono a ritenere che il lavorodi Strampelli avrebbe prodotto progressivi danni all'economiareatina.

Nel 1923 si arrivò ad una vera e propria spaccaturainterna all'Unione produttori grano da seme, fino al punto daestromettere Strampelli e tutti coloro che avrebbero coltivatoi suoi grani.

Quindi, proprio quando i grani Strampelli si stavanoaffermando in Italia, la maggioranza dei proprietari terrieridel reatino decise di rimanere ancorata al prodotto da sempreutilizzato, e votarono la trasformazione della denominazionedell'associazione in “Unione produttori grano da seme Rietioriginario”, segnandone in modo inequivocabile il campo diazione, tanto che da essa erano esclusi tutti gli agricoltoriche non avessero scelto di coltivare esclusivamente il Rietioriginario.

In una nota sulla pubblicazione “La Regione Sabina”,l’Unione sostenne con spirito chiaramente polemico con laCattedra sperimentale: che "Il Rieti originario è il più anticograno da seme, e, nonostante le novità di questi ultimi anni,resta e resterà sempre vittorioso per la sua resistenza allaruggine".53

Il principe Potenziani, che al tempo la presiedeva,insieme a pochi altri proprietari, uscì dall'Unione per fondare,insieme a Corrado Peroni, e sotto la guida di Nazareno Stram-pelli, l'Associazione Reatina Sementi legalmente costituital'otto giugno 1924.

A presiederla fu ancora una volta il principe Potenziani,mentre la direzione tecnica fu affidata a Bernardino Giovan-nelli, vicedirettore della Stazione sperimentale di granicol-tura, e più stretto collaboratore di Nazareno Strampelli.

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Page 128: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Con la concessione dell'esclusiva della produzione fattadalla Stazione all'ARS, il connubio tra i due organismi fucompleto, e Strampelli riuscì finalmente ad avere a disposi-zione una struttura attraverso la quale controllare direttamenteil processo di moltiplicazione e distribuzione dei suoi frumenti.Il riscontro nazionale fu enorme, tanto che nel 1925 l'ARSriuscì a smerciare la totalità dei grani Strampelli prodotti,2752 quintali, a fronte di una richiesta complessiva che supe-rava i diecimila quintali.54

Nel contesto della battaglia del grano venne emanato undecreto legge (d.l 3-1-1926) che stimolava la nascita diconsorzi e associazioni per la produzione e distribuzione disementi elette.

I contributi concessi erano fino al 50 per cento dellespese di impianto, compresi i fabbricati necessari, ma taleprovvedimento riguardava esclusivamente le strutture dinuova costituzione, e quindi l'Associazione reatina sementi,nata appena due anni prima, ne rimaneva esclusa.

L'unica possibilità era quella di sciogliere l'associazionee costituirne una nuova, cosa che avvenne nel febbraio 1926quando nacque L'Associazione riproduttori sementi, checonservava la stessa sigla, ARS del precedente ente.55

Subito dopo si tentò di ricucire i rapporti tra il nuovoorganismo e l'Unione produttori grano da seme Rieti origi-nario, ma all'inizio senza successo, tanto che ad una venti-lata ipotesi di fusione, l’Unione diramò una circolare ai proprisoci che aveva il sapore di un vero e proprio anatema.

Nessuno avrebbe dovuto allacciare rapporti con i rappre-sentati dell'ARS, che agivano in "sleale concorrenza", penal'espulsione dall'associazione.

Mario Marcucci, podestà di Rieti indisse nel giugno 1926una riunione tra tutti i proprietari dell'agro reatino che segnòl'inizio di un progressivo decadimento della vecchia Unionein quanto molti soci decisero di aderire al nuovo organismoriconosciuto e finanziato dallo stato all'interno del qualeavrebbero per altro potuto liberamente continuare a produrreil Rieti originario.

Tre anni dopo l'ARS costruì all'inizio dell'attuale asse diviale Maraini, un moderno complesso destinato alla selezionee commercializzazione dei grani, sia di quelli creati da Naza-reno Strampelli, sia del Rieti originario.

Così nel suo catalogo tornò l'antico frumento tipico dellavalle reatina che incontrava ancora numerosi estimatori inItalia, tanto che nel 1926 se ne vendettero ben 1824,45 quin-tali, poco meno della quantità complessiva delle sementiStrampelli Carlotta, Varrone, Ardito, Mentana, Villa Glori edaltre, per un complesso di 2078,80, quintali anche se va dettoche negli anni successivi i grani Strampelli presero decisa-mente il sopravvento tanto che nel 1929, a fronte di unavendita di Rieti originario di 1072 quintali, i grani Strampellismerciati dall’ARS furono di 4450,71 q.li.

Tali dati non rendono comunque pieno merito ai frumenticreati sulla collina di Campomoro, anzi sarebbero perfinofuorvianti, se non si tiene conto che mentre la disponibilitàdel Rieti originario superava abbondantemente la domanda,con i grani Strampelli si riusciva a soddisfare solo in minimaparte le richieste che pervenivano da ogni parte d’Italia esuccessivamente del mondo.

Nel 1929, ad esempio, vennero venduti 1072,70 quintalidi Rieti originario, a fronte di una disponibilità di 1500 q.li.Discorso diametralmente inverso per i grani Strampelli.

Del Carlotta le richieste ammontarono a 568 q.li ma ladisponibilità era solo di 368, ancor più macroscopica fu lasituazione per l'Ardito, i cui 315 quintali venduti, soddisfa-cevano solo in minima parte le ordinazioni che ammontaronoa 1287 q.li, e per il Villa Glori, 296,32 q.li venduti controrichieste per 1805 q.li.

In sintesi, per citare solo i dati di quell'anno, la disponi-bilità di razze elette Strampelli era di 4450,71 q.li a fronte dirichieste che ammontarono a 8657,80 q.li, mentre, alcontrario, per il Rieti originario la disponibilità superò ladomanda di circa 430 q.li.56

Tutto questo mette in marcata evidenza la scarsa propen-sione dei proprietari reatini a modificare il loro modo diprodurre, e una diffidenza verso le innovazioni che Stram-pelli creava nel suo laboratorio di Campomoro che resistetteanche davanti alla concreta possibilità di maggiori guadagni.

Questo consentì all’Unione produttori grano da semeoriginario, di continuare in qualche modo a sopravvivere, purse le richieste esterne del grano autoctono reatino scendevanoprogressivamente.

130

Page 129: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

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La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini

Page 130: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

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La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini

Page 131: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Nel 1925, per decantare le qualità del Rieti originario,l’Unione fece redigere da Francesco Palmegiani un opuscoloche, per impostazione e contenuti sembra più appartenere aquella pubblicistica di metà Ottocento con la quale il prodottoreatino si era conquistato uno spazio di rilievo nella grani-coltura italiana.57

La verità era che ormai i grani di razza eletta Strampellistavano progressivamente sostituendo i frumenti tradizionalie, semmai una alternativa poteva esistere a questi, andavaricercata nei frumenti derivati dal sistema di ricerca alterna-tivo a quello di Nazareno Strampelli, cioè a dire quello dellaselezione genealogica professato da Francesco Todaro che,per diffondere i suoi grani, aveva creato in Emilia la Societàbolognese produttori sementi, alter ego dell’ARS reatina.

Due scuole di pensiero quella di Todaro e Strampelli checaratterizzarono la granicoltura italiana del tempo, e tra lequali, come vedremo, prevalse alla fine quella dello scien-ziato reatino.

La discrasia tra l’Unione e l’ARS era tale che quando cisi rese conto che le richieste del Rieti originario precipitarono,fino al punto da mettere in discussione la stessa esistenzadell’Unione, questa, anziché tornare sui suoi passi, incaricòMarcoMichahelles, allievo del Todaro, di avviare un percorsodi selezione genealogica del frumento reatino, e adottò qualeprodotto di vendita il Rieti Todaro fam. 11, come a dire,proprio nel cuore dell’esperienza scientifica di Strampelli, cifu chi ritenne opportuno investire sulla scuola alternativa.

Corrado Peroni, al tempo direttore della sezione reatinadella Cattedra ambulante per la Sabina, che lavorò a lungoper cercare di ricucire i rapporti tra l’Unione e l’ARS, così siesprimeva nel 1929:

Non pochi granicoltori reatini rimasti completamente sordi adogni sollecitazione mirante ad ottenere la loro adesione all’ARS,restarono e restano ancora avvinti alla vecchia Unione […] rile-viamo solo l’errore madornale in cui essa è caduta credendo che intal guisa fosse possibile una rivalorizzazione del Rieti originario eil poter dar forma ad un monopolio di grani da seme di razzaeletta….originaria reatina. Riconoscerà l’Unione, l’errore in cui èstata trascinata dalla cieca ostinazione in errati concetti sul realevalore dei diversi tipi di frumento e derivante – nella migliore delleipotesi – da un non sostenibile spirito di campanilismo?58

Che questo atteggiamento di ostilità nei confronti delleinnovazioni prodotte da Strampelli abbia avuto un pesopratico lo testimonia l'evidente contraddizione in cui Rieti sitrovò nel 1931 quando venne additata dal duce come unadelle province con minor produttività frumentaria del Paese.

Il capo del governo non intendeva certamente eviden-ziare le misere condizioni economiche della nuova provincialaziale per correre in suo soccorso, né manifestare preoccu-pazione per la scarsità dei raccolti della provincia, se nonaltro per l’insignificante incidenza sul dato complessivonazionale, quanto sottolineare una evidente contraddizione.

L'occasione della citazione fu una sua relazione al Comi-tato permanente del grano in cui sintetizzò risultati raggiuntidalla “battaglia” in quell'anno.

Quella collocazione in coda alla graduatoria nazionale,insieme a Reggio Calabria, Nuoro e Frosinone, aveva ilsapore di un rimprovero, e della sottolineatura della contrad-dizione che il luogo dove erano nati i cosiddetti grani dellavittoria creati da Nazareno Strampelli, era quello che mani-festava reticenza ad utilizzarli, restando legato a vecchie esuperate concezioni agricole.

Certo, il territorio reatino per conformazione morfologica,con appena 43.800 ettari coltivati a frumento su 104.600 semi-nativi, su un totale della superficie di 260.667 ha di superficieterritoriale, non poteva competere con altre zone d'Italia,soprattutto se si tiene conto che le aree realmente produttiveerano i 3000 ettari della pianura reatina, i poco più che 600della piana del Tevere, e i 2800 collinari della bassa Sabina.

Per il resto solo aree montane, nelle quali raggiungereelevate rese non era certamente agevole.

In ogni caso la citazione in negativo di Mussolini, che dicerto non si poteva mettere in discussione, se non altro perchéera assolutamente vera, funzionò come una vera e propriadoccia fredda nell'ambiente agricolo locale.

A tentare di spiegare il fenomeno fu Corrado Peroni sul"Giornale di agricoltura della domenica" del 6 dicembre 1931.

Da buon mediatore quale era, Peroni fece carte false pernon ricondurre la vicenda alla diatriba tra l'ARS e l'Unione,e alle conseguenze che questa aveva generato spingendogran parte degli agricoltori locali a restare ancorati al Rieti

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originario anziché adottare, come era accaduto in quasi tuttele province italiane, le razze elette che Strampelli avevacreato proprio a Rieti, e che riproduceva nel sottostantecampo sperimentale vicino al Velino, e moltiplicava nellatenuta di Piedifiume acquisita dal principe Potenziani.

Compito arduo quello di Peroni che nel lungo articolonon citò mai né il Rieti originario né Nazareno Strampelli,né tantomeno la vicenda tutta reatina della diatriba tra l’ARSe l’Unione.59

Egli iniziò con un preciso atto dovuto nei confronti delduce:

L'incisiva parola mussoliniana e la chiarezza delle cifre rispec-chiano una verità matematica: nella nostra provincia il rendimentomedio unitario di grano è così basso da farla classificare fra quellemeno produttive d'Italia.

Poi passò in rassegna tutte le difficoltà territoriali dellaprovincia lasciandosi andare ad argomentazioni davvero pococredibili:

Le avverse condizioni del terreno, sono aggravate da un climadecisamente ingrato. La irregolare e mal distribuita caduta dellepiogge abbonda nel periodo autunno-invernale producendo dannicon la rapidità di scorrimento sui terreni in declivio e col ristagnoin fondi-valle, mentre scarseggia e manca durante la primavera el'estate allorché sarebbe grandemente benefica.

E proseguì ancora sottolineando il problema delle"brinate tardive e delle nebbie spesso fittissime" soprattuttolungo il Velino e Turano, e poi ancora delle inadeguate viedi comunicazione che incidevano sui "…prezzi dei concimie degli altri mezzi di produzione", e come poi non far rife-rimento "..disagio economico della nostra popolazione", allecarenze del credito agrario e perfino ai governi passati"retrogradi" e disattenti nei confronti del reatino.

Tutte argomentazioni facilmente smentibili se si tieneconto che Rieti da sempre era considerata un vero e proprioparadiso cerealicolo, e che anzi, proprio a quelle condizioniambientali denunciate da Peroni, doveva la qualità del suograno capace di resistere alle ruggini come nessun altro in Italia.

Che i governi prefascisti fossero poi stati ingenerosiriguardo alla granicoltura reatina, fu una affermazione quan-tomeno ingenerosa se si tiene conto che la Cattedra ambulantedi granicoltura di Rieti creata nel 1903, fu tra le pochissimefinanziate direttamente dallo stato, il quale seguì direttamenteil suo evolversi finanziando la sua trasformazione in Regiastazione sperimentale, e via via fino a farla crescere come ilprincipale laboratorio di studio e ricerca granaria in Italia.

Nessuna delle argomentazioni di Peroni poteva giustifi-care quel 7,6 quintali per ettaro che per altro, ben lungi dacostituire un dato anomalo, rappresentavano un vero eproprio successo se si tiene conto che nell'anno precedente laproduzione media fu di 6,39 q.li, e nel quinquennio prece-dente la media fu di poco superiore ai 5 q.li.

Quindi in quell'annata si era ottenuto un aumento diproduzione del 19% rispetto al 1930, e di circa il 50%maggiore alla media del quinquennio precedente, e questo èfacilmente spiegabile con l'utilizzo delle sementi Strampellida una parte degli agricoltori locali, soprattutto di alcunigrandi proprietari come i Potenziani che ruppero ogni filo conl'ambiente agricolo locale che nelle creazioni di Strampellinon vide una opportunità, ma una minaccia per l'antica eormai insostenibile economia basata sul Rieti originario.

Nel concludere l'articolo Peroni non può fare a meno dirifugiarsi nella retorica fascista più retriva e vuota, quasi avoler sopperire con essa l'ostinazione degli agricoltori reatini:

…colla serenità che deriva dalla coscienza dell'utile lavorocompiuto, con rinnovate energie, con raddoppiato ardore, conritemprata fede, i nostri rurali mirino sempre più avanti, semprepiù in alto.

Appena due anni prima Peroni aveva così concluso unaltro suo scritto:

…il locale commercio del grano da seme, forte nel passato colRieti originario, ben istradato e promettentissimo al presente con lerazze Strampelli, di queste seguirà le sorti, guadagnando il lumi-noso avvenire a cui tende con onestà, con fermezza, con passione,con fede. E a Rieti rimarrà e si accrescerà la fama di centro produt-tivo dei migliori frumenti, con cui la patria italiana avrà l'auspicatavittoria: la "Vittoria del grano".60

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La verità era che a Rieti dominava ancora incontrastatoil culto per il Rieti originario e, le uniche altre varietà colti-vate erano il Gentil Rosso e il Todaro n. 11, prodotto propriodal rivale nazionale di Strampelli.

Nel 1927, in base ai dati riportati dallo stesso CorradoPeroni, l'utilizzo delle razze elette, era limitato al 5% dellasuperficie granaria complessiva, appena 2200 ettari, in granparte di proprietà dei Potenziani, mentre nel rimanente 95%della superficie, 41680 Ha, erano impiegate altre varietà.61

Il rifiuto dei grani Strampelli appare in tutta evidenza, ela frammentarietà del suo utilizzo, 15 varietà diverse inappena 2200 ettari, testimonia una sorta di empiricità nell’uti-lizzo di tali frumenti, quasi fossero prove colturali effettuateper curiosità, senza cioè una precisa connessione tra varietàfrumentarie e caratteristiche ambientali dei fondi agricoli.

Non a caso quando le varietà Strampelli si iniziarono acoltivare sistematicamente, si ridussero a tre o quattro, inmodo particolare il Roma e il Virgilio, le quali nel 1927 nonrisultavano per altro coltivate, e il Mentana che al tempo rico-priva appena lo 0,6% di quel 5% di superficie coltivata convarietà elette.

La situazione non si modificò affatto negli anni succes-sivi come testimoniano i dati riportati da Nicola Colabreseper il 1930 che sottolineò come le razze elette investivanoappena il 6% della superficie cerealicola provinciale,62 ealtrettanta conferma ci viene dall’inchiesta Ciferri checonfermò l’incontrastato dominio delle razze tradizionali.63

Altrettanto evidente appare il deciso cambio di rotta chesi ebbe negli anni successivi alla negativa citazione mussoli-niana, tanto che nel 1939 la situazione si era del tutto inver-tita, e le sementi elette erano coltivate sul 90% dellasuperficie, non proprio come nell'Italia settentrionale dove levarietà comuni erano completamente scomparse in ben 26province a favore dei grani Strampelli, ma in ogni caso, cometestimonia la tavola seguente, in termini decisamente diversirispetto a pochi anni prima.64

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UTILIZZO DI RAZZE ELETTE NELLAPROVINCIA DI RIETI1927-1939 dati %

1927 1930 1939

Vecchie razze 95 94 10

Razze elette 5 6 90

ROMA - 10

MENTANA 0,6 20

LITTORIO 8

VIRGILIO 20

FRASSINETO 405 3

ROSSO DI LEONESSA 0,36

CARLOTTA STRAMPELLI 1,25 2

GENTIL ROSSO fam.48 1,09

ARDITO 0,46

CERVARO 0,1

INALLETTABILE 0,2

VARRONE 0,2

FAUSTO 0,1

BAIONETTE 0,2

TODARO 48 2

RIETI 20

ALTRI 0,98* 3

* Edda, Villa Glori, Dante, Virgilio, Italo Balbo ecc.

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Gli impianti per la molitura e la panificazione

Strampelli non era preoccupato soltanto di creare lemigliori condizioni perché i suoi grani seguissero unadeguato ciclo biologico.

Egli dovette spingersi anche oltre, al di là della produttivitàdelle sue sementi, per dimostrarne le qualità merceologiche.

Era un problema che egli si pose fin dall’inizio, tanto chefin dal 1904, tra gli acquisti iniziali dell’allora Cattedra ambu-lante di Rieti figura un molinetto a mano, e l’anno successivoun altro molino a macina e un forno per la panificazione, oltrea diversi strumenti per lo studio delle farine.

Successivamente venne acquistato un molino a motore acilindri (1911), e un altro a palmenti nel 1914 per finire nel1925, quando il laboratorio tecnologico reatino si accrebbedi un molino a motore a cilindri con buratto, un forno elet-trico, e una impastatrice automatica.65

In effetti non appena vennero presentate le sue varietàelette, si avviò un processo denigratorio dei prodotti ottenuti,soprattutto sul frumento Ardito e su tutti i grani precoci.

Le perplessità sembravano trovare un evidente riscontronell'aspetto stesso dalla cariosside, più piccola e con una colo-razione che apparve innaturale rispetto a quella dei tradizio-nali Gentilrosso, Rieti originario, Calogna ecc.

Lo stesso Strampelli rilevò come i suoi grani furonooggetto “…di un’ingiusta quanto interessata campagna deni-gratrice, che li accusava di essere poco adatti alla panifica-zione, nei confronti di altri grani nazionali e specialmente deigrani importati dall’estero”.66

Il Ministero dell’agricoltura, preoccupato per le vociche giravano con sempre maggiore insistenza, anche in rela-zione al fatto che i grani Strampelli andavano progressiva-mente a sostituire le varietà tradizionali, fece eseguirenumerosi controlli e analisi i cui risultati, che smentivano difatto quando si andava sostenendo, vennero pubblicati nel1930.67

Per sfatare ulteriormente le ipotesi della negatività deisuoi grani dal punto di vista merceologico, Strampelli ritenneopportuno che il ciclo sperimentale dell’Istituto nazionale di

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Il mulino dimostrativo presso l’Istituto nazionale di genetica. Anni ‘30

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genetica di Roma, includesse un settore industriale di trasfor-mazione delle farine in pane e pasta, delle quali venivano poistudiate le caratteristiche alimentari.

Venne così realizzato un impianto di molitura, un pasti-ficio e un laboratorio di panificazione, nonché un museo delpane nel quale furono raccolte forme e varietà provenienti datutto il mondo.

Tutti i grani Strampelli dimostrarono di avere delle carat-teristiche merceologiche del tutto simili a quelle dei granitradizionali, soprattutto del Manitoba n. 2, frumento di impor-tazione considerato in assoluto il più pregiato per la panifi-cazione.

I dati relativi alla percentuale di glutine presente nellefarine delManitoba n. 2 e in quelle ottenute dall’Ardito risul-tarono molto simili, 46,85 il primo contro 44,22 il secondo,e lo stesso discorso vale per l’azoto della farina integrale, 2,20contro 2,19, e le sostanze azotate 13,75 contro 13,70.

Insomma i grani precoci come l’Ardito, il Mentana e ilVilla Glori, creati da Strampelli, reggevano pienamente ilconfronto con il più autorevole frumento di importazione, ederano quindi adatti a sostituirlo nelle produzioni alimentari.68

L’ulteriore conferma di quanto sosteneva Strampelli,arrivò nel 1924 da una ricerca del D'Ippolito che sfatòcompletamente tali supposizioni che avevano attecchito tranon pochi produttori.

Egli prese in esame non solo la quantità, ma la qualitàdel glutine presente nelle diverse specie di farine dimostrandocome molti grani Strampelli, in particolare il Carlotta el’Apulia, erano adattissimi per la panificazione, mentre altririsultarono particolarmente idonei per la pastificazione comel'Ardito riprodotto e il Dauno.69

Anzi, come dimostra la tabella seguente, numerosifrumenti di razza eletta, avevano ampiamente superato lequalità alimentari dei frumenti tradizionali come il Rieti origi-nario, e veniva introdotta una differenziazione tra le qualitàdei frumenti che potevano essere ottimi per la pastificazionema poco adatti alla panificazione e viceversa.

Il D’Ippolito, partendo dall'assunto, ampiamente condi-viso, che la principale caratteristica che deve possedere il

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Il museo del pane creato da Strampelli a Roma. Oggi al castello diSant’Angelo Lodigiano

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glutine per una buona panificazione è il suo rigonfiamento alcalore, condusse le sue analisi non utilizzando il vecchio aleu-rometro del Boland, ritenendolo ormai superato soprattutto acausa della scarsa attendibilità dei dati che forniva, ma unospecifico glutinometro che egli stesso aveva creato.

Al bagno d'olio dell'aleurometro del Boland, si era sosti-tuita aria calda, cosa che consentiva una più esatta misura-zione della rigonfiabilità del glutine.

Le polemiche e le perplessità sull’impiego dei nuovifrumenti sfumarono progressivamente, e lasciarono comeeredità positiva il fatto che Strampelli potette completare ilsuo apparato di strutture con l’anello mancante del controllosui risultati dei suoi grani nella fabbricazione del pane e dellepaste alimentari.

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Il logo dell’Associazione Reatina Sementi, modificato con un timbro inAssociazione Riproduttori Sementi per accedere ai benefici della leggesulla battaglia del grano

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QUALITÀ ALIMENTARI DEI GRANI STRAMPELLI IN BASEALL’INDAGINE DEL D’IPPOLITO

VARIETA' GLUTINE GLUTINE TENACITÀ DILATABILITÀ QUALITÀUMIDO% SECCO% CM. A 120 G.

Gentil rosso originario 24,80 8,90 25-30 Volumi 6,50 BUONO PER PANE

Semiaristato 48 24,30 8,30 35-45 Volumi 4,25 MEDIOCRE PER PANE

Inallettabile (Todaro) 27,20 9,08 45-50 Volumi 5,75 MEDIOCRE PER PANE

Carosella (Todaro) 27,30 9,14 25-30 Volumi 8,50 OTTIMO PER PANE

Rieti originario 27,38 8,28 45-50 Volumi 5,00 MEDIOCRE PER PANEPASTA

Rieti 745 (Strampelli) 27,80 9,42 35-40 Volumi 6,50 BUONO PER PANE

Carlotta Strampelli 32,80 10,22 75-80 Volumi 3,75 BUONO PER PANE

Apulia Strampelli 32,54 10,36 38-40 Volumi 6,50 BUONO PER PANE

Ardito riprodotto 32,90 11,20 90-95 Volumi 9.00 OTTIMO PER PASTEDISCRETO PER PANE

Dauno Strampelli 45,70 15,78 105-110 Volumi 5,50 OTTIMO PER PASTE

Manitoba originario 34,94 12,18 25-30 Volumi 6,50 BUONO PER PANE

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NOTE

1 ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicol-tura, f. 2 /c, Contratto di locazione tra la Cassa di Risparmio di Rieti,rappresentata dal presidenteAntonio Rosati Colarieti e il municipio diRieti, rappresentato dal sindaco Filippo Corbelli, dei locali per la sededella Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 14 maggio 1904.

2 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco s.d.3 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco, 14 gennaio 1907.4 Ivi, Atto di sfratto dei locali in via Garibaldi che ospitavano la

Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 2 dicembre 1915; Cfr.anche Ivi, Lettera di Gualtiero Canali, proprietario del villino che ospi-tava la sede della Cattedra Sperimentale di Granicoltura al sindaco diRieti, 19 dicembre 1915.

5 Ivi, Lettera di Emilio Maraini al sindaco di Rieti, 30 dicembre1913.

6 Ivi, Atti Consiliari, Delib. Della giunta comunale del 23 sett. 1905n. 1430.

7 Ivi, Delib. del Consiglio Comunale di Rieti del 25 settembre 1905n. 348.

8Atti parlamentari, Camera del Deputati, XXII legislatura, sessione1904-1906,Documenti, disegni di legge e relazioni n. 289-A -289 bis-A, p. 7.

9 Ivi.10 ASR,ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f.

1, Lettera del ministro di agricoltura industria e commercio Cocco Ortua Domenico Raccuini, deputato al parlamento del collegio di Rieti, 13settembre 1906.

11 Atti Parlamentari, Senato del Regno, Legisl. XII 1^ sess. 1904-1906 - Documenti, Disegni di legge e relazioni, n. 454-A - pres. 13febbraio 1907, discussa il 13 maggio 1907.

12 Sulla sperimentazione sul grano nel periodo precedente a Stram-pelli cfr. MAIC, La coltivazione del frumento in Italia Roma 1913; ID.,Risultati delle coltivazioni sperimentali del frumento anni 1885-1888,Roma 1890; I.J. PIERRE, Recherches experimentales sur le developpe-ment du blè, Paris 1866; R. MUSSET, Le blè dans le monde, Paris 1859;J. MICRON, Des cereales en Italie sous les romains, Paris 1859; L.HEMRY, Cataloque metodique et sinimique des fruments, Paris 1895;Institut International d’Agricolture (INA), La sua organizzazione, lasua attività, i suoi risultati, Roma 1914; INA L’attività dell’istituto,Roma 1912; INA, The science and pratice of farming during 1910,Roma 1910.

13 Si veda su questo aspetto V. PEGLION, L’ordinamento della speri-mentazione agraria in italiana, Roma 1919.

14 G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italia e all’estero,in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”, XIII (1908),n. 9-10, pp. 3 (estr).

15 O. MUNERATTI, La Stazione Sperimentale per il miglioramentodelle sementi di Svalöf, Piacenza 1911.

16 G. TOMMASI, La sperimentazione agraria in Italia, in Annalidella Regia Stazione chimico - agraria di Roma, s. II, v. XIV, Roma1934; M. MARIANI, La sperimentazione agraria in Italia, in, Nuoviannali di Agricoltura del Ministero di Agricoltura e foreste, XIX(1939), Roma 1939; G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italiae all’estero, in “Bollettino della Società degliAgricoltori Italiani” XIII(1908), n. 9-10, pp. 3 (estr).

17 Si ricostituì ad esempio l’Istituto chimico agrario sperimentale diGorizia, e si assegnarono competenze di stazione sperimentale al labo-ratorio di chimica agraria del regio Istituto superiore agrario diBologna (1926), e la stessa cosa accadde a quello di Firenze (1931).Cfr. M. CASALINI Le istituzioni create dallo stato per l’agricoltura,Roma 1937.

18 ASR, APS, Lettera di Strampelli a A. Solidati Tiburzi, 5 aprile1909.

19 Atti parlamentari, Camera dei Deputati, leg. XXIII, sess. 1909-11,Disegni di legge, Documenti e relazioni, Disegno di legge presentatodal Ministro di Agricoltura Rainero nella seduta del 2 dicembre 1910relazione dell'on. Solidati Tiburzi nella seduta del 28 febbraio 1911.

20 Il mutuo di 125.000 lire fu poi elevato a 155.000 con la leggedel 6 luglio 1912 n. 803.

21ASSGRi,APS, b. 8, f. 1, Corrispondenza tra Nazareno StrampellieAdamo Tartarini, cc. 109, 1919-1920. Adamo Tartarini era il respon-sabile della Stazione fitotecnica di Foggia. La corrispondenza riguardaprevalentemente le disposizioni impartite da Strampelli per l’attivitàdella stazione. b. 8, f. 2, Documentazione prevalentemente di caratterecontabile relativa alla stazione fitotecnica foggiana 1919-1920.Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti; Ivi, f. 3, Rice-vute di spedizione e varie relative alla Stazione di Foggia, 1910-1920;Ivi, f. 4, Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”, 1919;Ivi f. 5, Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentalee Campo di moltiplicazione. Foggia”, 1918; Ivi, f. 6, Quaderno inte-stato “prodotti moltiplicazioni Foggia”. 1918; Ivi, f. 11, “Conto deilavori eseguiti nel casale del campo sperimentale (di Foggia) perordine della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”, 1920;

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b. 9, f. 5, Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia. cc.38, 1918-1919. Contiene carteggi relativi all’acquisizione dellamasseria Manfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Stram-pelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativa al camposperimentale di Foggia. ASSGRi, b. 28, Registri, corrispondenza ecc.riguardanti il Campo sperimentale di Foggia, 1912-1924; b. 32, f. 7,Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana;Ivi. b. 4, f. 4, Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale diFoggia, 1916; Ivi. b. 5, 10, Coltivazione delle barbabietole da seme aLeonessa e a Foggia 1916-1922; b. 19, f. 8, Lettere del ministro diagricoltura F. Cocco a N. Strampelli 5 novembre 1906; Ivi. b. 1, f. 5,cat. IV-A, Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale diFoggia, 1916; Ivi. f. 6, cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzionitecniche con il Campo sperimentale di Foggia, 1916; b. 3, f. 13, cat.IV-A Corrispondenza con il Campo Sperimentale di Foggia 1917; b. 3,f. 14. cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzioni tecniche -Campo sperimentale di Foggia, 1917; b. 9, f. 14, cat. IV-A, Contienecorrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia 1918Ivi. f. 15, cat. IV-A, Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzateal Campo sperimentale di Foggia, 1918; b. 11, f. 2, cat. V, Corrispon-denza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggiae Leonessa, Uffici governativi 1920; Ivi. b. 19, f. 15, cat. IV-A, Letterecontabili e istruzioni tecniche indirizzate al Campo sperimentale diFoggia, 1915; Ivi. f. 16 - cat. IV-A Campo di Foggia, 1915.

22 Lettera di L. Potenziani al sindaco, 1907 settembre 8, ASR,ASCRi, cat. V, Istr. Pubb, b. 486.

23 ARSSG, b. 11, f. 3, Relazione di Strampelli alla SIPZI, 22febbraio 1921.

24 Ivi, b. 6, Registro dei verbali del consiglio di amministrazione,v.1, seduta del 30 luglio 1917, c. 83.

25 Ivi, b. 32 f. 22, Lettera di N. Strampelli a…? 3 agosto 1917.26 Ivi, b. 6, verbali del 22 ottobre 1917 e 27 febbraio 1918.27 Ivi, b. 13, f. 11, Appunti di N. Strampelli relativi al progetto di

costituzione dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.1918-19 (?). Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come cartesciolte, e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta ildecreto istitutivo dell’Istituto. Il fascicolo contiene anche due copie diun dattiloscritto di 7 cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” conannotazioni a penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minutadi lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25 febbraio1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte scioltee riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta il decreto

istitutivo dell’Istituto. Nel loro insieme testimoniano in modo evidenteche a pensare e progettare l’Istituto Nazionale di Genetica per laCerealicoltura fu lo stesso Strampelli.

28 Ivi. appunti non datati.29 Ivi, b.13, f.11, Lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata al fratello

di Carlo Schanzer.30 Regio Decreto 10 giugno 1920, n. 849.31 Decreto luogotenenziale 8 giugno 1919 n. 1044 pubb. sulla G.U.,

8 luglio 1919 n. 161.32 Verbale della seduta del 13 febbraio 1920.33 Il primo consiglio di amministrazione fu così composto:

Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanico dell’università diRoma, Giuseppe Cuboni, direttore dell’istituto di patologia vegetale,GaspareAmpolla direttore della stazione di chimica agraria, il senatoreconte Alberto Cencelli, mentre Il Prof. Alessandro Brizi, direttoregenerale del Ministero di agricoltura fu il primo presidente e, ovvia-mente, Nazareno Strampelli che fu nominato direttore per alti meritiscientifici come era previsto dalla legge.

34 Ivi. Complessivamente fruttò l’importo di 5.700.000 lire.35 Ivi. art. 1.36 R.D. 11/2/1926 n. 379, art. 2 Il primo consiglio di amministra-

zione dei due istituti che si insediò il 17 agosto 1926 presso la sededel Ministero dell’Economia Nazionale si componeva di: AlessandroBrizi, presidente, principe Ludovico Spada Potenziani, nominato dalcomune di Rieti, che fu poi nominato vice-presidente, mentre gli altrimembri restarono immutati fatta eccezione per le sostituzioni decisedagli enti di appartenenza Nel maggio e novembre 1920 erano mortiil prof. Gaspare Ampolla, sostituito dal prof. Giuseppe Tommasi e ilprof. Giuseppe Cuboni, sostituito, ma solo nel 1925, dal prof.Lionello Petri. Alessandro Brizi lasciò la carica e venne sostituito daAlberto Cencelli al cui posto di consigliere venne nominato il prin-cipe Francesco Boncompagni Ludovisi che divenne poi Governatoredi Roma. Nel 1924 morì anche il conte Cencelli, e il suo posto vennepreso dal prof. Romualdo Pirotta, sostituito nel 1925 dal senatoreGiovanni Raineri che ben conosceva l’attività di Strampelli avendoper altro scritto nel 1914 l’articolo La stazione di granicoltura diRieti, in "L'Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12. Riguardo aicampi di prova e di orientamento cfr. ASSGRi, b. 31, f. 4; Elencodei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria1924-1925. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto,Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basili-cata e Sicilia; 1924-1925; f. 5 idem 1925-1926 Piemonte, Lombardia,

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Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise,Toscana, Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna; f. 6 idem 1926-1927.Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana,Lazio, Abruzzi e Molise, Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna; f.7, 1927-28, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Venezia Giuliae Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio eSabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Sicilia, Colonie; f. 8,idem 1928-1929. Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Dalmazia,Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzie Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, eEstero; 1928; 1929; f. 9, Idem. 1929-1930; f. 10, Idem 1930-1931;f. 11, Idem 1935-1936; f. 12, Date di raccolta e prodotto per ettaro dialcune delle nostre principali varietà degli ultimi dieci anni; 1925-1934; f. 13; Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti perproduttività. Anno Agrario 1936-1937; f. 14; Registro delle “Masseautunnali”; 1930; f. 15; “Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al1936-37”; 1927; 1937; f. 16; Dati riassuntivi dei raccolti delle diversevarietà sperimentate nei campi di orientamento di Rieti, Roma,Foggia; 1932; f. 17; Risultati dei campi di orientamento del triennio1932-1934; 1932; 1934; f. 18; Riepilogo per regioni dei risultati deivari campi di orientamento del triennio 1932-34; 1932; 1934; f. 19;Registro delle disponibilità dei frumenti; 1931; f. 20; “Produzioni emedie di più anni delle nostre principali varietà"; 1936; f. 21; Rela-zione delle prove con sitosfero; 1933; f. 22; Moltiplicazioni inizialied altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 1933-1934; 1933; 1934; f. 23; f. 24; Riepilogo del raccolto nei diversicampi. Anno agrario 1924-1935; 1934; 1935; f. 28; Appunti, schemi,tipi distinti per produttività, dati sui raccolti ecc., 1936; f. 29 Idem,1937; f. 30, Idem 1938.

37 ASSGRi, APS, b. 11, f. 5, Relazione di N. Strampelli al ministrodi agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e suirisultati ottenuti. Marzo 1910.

38 Ivi, b. 11, f.4, Lettera di N. Strampelli al ministro di agricoltura,19 luglio 1910.

39 Ivi, b. 27, IG, cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia, 1922; Ivi. b.29, 1924.

40 N. STRAMPELLI, Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'annoagrario 1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione(dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura); Roma 1923;ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicolturanell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S.E. il Mini-stro dell'Economia Nazionale, in "Nuovi Annali del Ministero per

l'Agricoltura", II (1922), n. 2; ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazio-nale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione alS.E. il Ministro dell'Economia Nazionale, Rieti, Faraoni 1924; INGC,Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932.

41 E. DE CILLIS, Intorno agli Istituti di sperimentazione fondati dalComitato permanente del grano, in “Nuovi Annali di Agricoltura”, v.1926. Cfr. anche ID., La granicoltura siciliana e le basi del suo miglio-ramento, Catania 1931; ID., I frumenti siciliani, Catania 1942.

42 ASSGRi,APS, b.21 f. 17, Relazione di Michele Meletti, respon-sabile della stazione fitotecnica sarda del 14 febbraio 1943.

43 Acquisto del 6 gennaio 1924.44 Sulla nascita di questa e delle altre stazioni fitotecniche cfr.

ASSGRi, b. 21, f. 20, Relazione sull’attività svolta dall’Istitutonazionale di genetica per la cerealicoltura. Relazione del direttoreProf. Ugo De Cillis, 12 aprile 1955. Per quanto concerne le Stazionifitotecniche di Badia Polesine e Montagnana, si veda; Ivi. b. 83, IG,f. 7 cl. 7 - 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91,1940; Ivi.b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944; Ivi. b. 83, 1942; Ivi. b. 83, 1942, f. 8.Per la Stazione fitotecnica di Urbino Ivi. passim. Per la Stazione fito-tecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano, Ivi. b. 86, f. 6 cl. 6; Ivi. b.89, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91, 1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 83,1942. Per la Stazione fitotecnica di Cagliari; Ivi. b. 62, 1930; Ivi. b.65, 1933; Ivi. b. 83, 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91,1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944. Per quanto concerne ilcastello Bolognini cfr.; Ivi. b. 21, f. 1, Relazione di G. B. Bottazzi aldirettore dell’INGC sull’utilizzo del castello Morando Bologninicome sede della stazione fitotecnica delle province lombarde, 29ottobre 1942.

45 Sull’attività sperimentale svolta a S. Angelo Lodigiano, cfr.ASSGRi, APS, b. 21, f. 18, Fogli riepilogativi dei risultati delle speri-mentazioni del grano effettuate nella stazione fitotecnica di S. AngeloLodigiano 1938-1939; Ivi. f. 2, “Programma di attività per il migliora-mento genetico dell’erba medica”. Relazione di G. B. Bottazzi Reggentedella Stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano, 23 marzo 1943.

46 ASSGRi, APS, b. 30, f. 30, “Attività svolte dalla stazione fito-tecnica di Badia dalla sua fondazione”, 1942 .

47 Cfr. Ivi. b. 30, f. 29, Quadro riassuntivo dei risultati del campodi orientamento dei Lini di Badia Polesine 1942; Ivi. f. 21, Schemi deirisultati della sperimentazione delle patate a Badia Polesine 1939. Ibid.f. 15, Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a Rieti,Leonessa e Badia Polesine, 1936-1938; b. 22, f.1, Quaderno di appuntirelativo alle sperimentazioni del ricino a Rieti e Badia Polesine, 1938;

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colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia,Roma, Sardegna, 1932-1933; Ivi, f. 9, f. 29, 1933-1934; Ivi, f. 10,1934-1935; Ivi. f. 11, 1935-1936; Ibid. f. 12, 1936-1937; b. 21, f.13,Quaderno delle “Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre1930”, 1930-1931.

50 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al ministro diagricoltura s.d. (1905?) minuta; Ibid. b. 19, f. 2, “Per la moltiplicazioneed il commercio del nuovo frumento Carlotta Strampelli”. Relazione,s.f. (probabilmente di N. Strampelli) relativa alla commercializzazionedel Carlotta da parte dell’Unione produttori grano da seme “Rieti”.s.d. (1914).

51 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento"Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova, in"Annali del Ministero diAgricoltura Industria e Commercio", v. 1915;ID., Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli"conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario 1914-1915,in "Annali del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio", v.1916; ID., Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" neicampi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916,Rieti, Trinchi 1916.

52 “Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumentoCarlotta Strampelli” doc. cit.

53 Unione Produttori Grano da Seme, in "La Regione Sabina",numero unico, s.d.

54 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agroreatino, Rieti 1929, p. 91.

55ARS, Statuto dell'Associazione Riproduttori Sementi, Rieti 1926.56 Nostra elaborazione in base ai dati riportati da. C. PERONI,

Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, Rieti 1929, p. 99.57 F. PALMEGIANI, Il Grano “Rieti Originario”, Rieti 1925.58 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro

reatino, Rieti 1929, p. 91.59 C. PERONI, Il frumento di Rieti. Considerazioni sulla produzione

media unitaria, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6dicembre 1931, p. 545.

60 ID., Varietà e razze elette di frumenti nell'agro reatino, cit., p. 103.61 ID., Note sullo stato attuale della granicoltura in provincia di

Rieti, Rieti 1927.62 N. COLABRESE, L'economia Sabina dalla ricostituzione della

provincia al 1930, Rieti 1933, p. 163.63 Cfr. R. CIFERRI, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento

coltivate in Italia nel 1939-1940…cit. p. 469.

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b. 21, f. 16, Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni delgrano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 1938-1939.Sulla stazione di Badia Polesine si veda anche L. ZERBINATI, Lafabbrica dei grani. Storia della Società Polesana Produttori Sementi,Badia Polesine, 2001.

48 ASSGRi, APS, b. 30, f.33, Registro dei dati relativi alle speri-mentazioni effettuate nella stazione fitotecnica di Urbino, 1942.

49 ASSGRi, APS, b. 19, f. 18, Schema riepilogativo delle colturesperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degliallevamenti, delle prove colturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni il1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia eLeonessa, 1922-1923 ; Ibid. f. 20., 1923-24;, b.20. f. 3, 1924-1925;Ibid. f. 5, 1925-1926; Ibid. f. 11, 1926-1927; Ibid. f.14, 1927-1928;b. 21, f. , 1928-1929; b. 20, f. 6. “Specchio numerico riassuntivo deitipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari campi speri-mentali nell’anno agrario 1925-1926”, Vengono riportate per ognistazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna, Leonessa e Rocca diMezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi e selezioni in fissa-zione, allevamento e in prove colturali, il prima e seconda genera-zione. Allo schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemisimili,1925-1926; b. 20, f. 7, Schema delle superfici utilizzate neicampi di Rieti, Roma, Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzoe S. Pietro per le prove colturali, allevamento, fissazione, moltipli-cazione iniziale, campo catalogo, moltiplicazioni in seconda genera-zione e ibridi, 1925-1926; b. 20, f. 8, Quaderno con l’elenco dellesemine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimen-tale di colle”, 1926; Ivi, f. 13, Quaderno con l’elenco delle semine nelcampo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale dipiano”, 1926; Ibid. f. 9, Quaderno con l’elenco delle semine nelcampo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”,1925; b. 21, f. 2, “Superfici seminate e numero delle colture neidiversi campi” (Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Sardegna) 1930-1931; b. 21, f. 2, Quaderno delle varietà seminate nei diversi campisperimentali. Rieti, Foggia, Leonessa, Sardegna, S. Pastore, 1930-1931; Ivi, f. 4, Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi sceltiper i quali erano in corso anche le prove di molitura, glutine, azotoecc. 1930-1931; b. 19, f. 14, Quaderno nel quale sono sintetizzati idati relativi al prodotto per ettaro delle diverse varietà di frumentisperimentati dal 1920 al 1930 e la media degli anni, 1920-1930; b. 21,f. 7, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le rela-tive superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna,1931-1932; Ivi, f. 8, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle

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64 Fonti per il 1927: C. PERONI, Note sullo stato attuale della grani-coltura in provincia di Rieti, Rieti 1927, per il 1939: R. CIFERRI,Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel1939-1940 in "Atti della Regia Accademia dei Georgofili", s. VI,(1940), v. VI, pp. 438-548.

65 ASSGRi, Libri di carico e scarico dei beni mobili.66 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani della

vittoria, in ING, origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, pp.47-81.

67 G. VANNUCCINI, I grani precoci, Roma 1930. Per quantoconcerne la problematica della panificazione cfr.A. LURASCHI, L’Italiaed il suo pane v. 1Milano 1935 ID., L’Italia ed il suo pane v. 2Milano1936; ID., Economia di frumento e pane, Milano 1917; ID., Odierniproblemi dell’industria panaria, Milano 1920; ID., Sulla libertà dicommercio delle farine e dei cereali, Milano 1921; ID., Sul discipli-namento del mercato nazionale dei frumenti, Milano 1935; Atti delconvegno nazionale di panificazione, Milano 1923; P. POTEL, Le

probleme do pain. La qualitè des bles et sou amelioration, Paris 1937;G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933. Si veda anche ASSGRi,APS, b. 21, f. 9. “Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfa-tiche e azotate sulle qualità panificabili del grano". Due relazioni datt.relative la prima al 1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17pagine numerate).1933-1934. Relazione dattiloscritta non firmata cheriporta le prove effettuate sui frumenti Mentana, Damiano, Rieti 11,Cappelli e Ardito su 98 campioni di frumento provenienti da stazionisperimentali varie di Milano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania eVercelli.

68 V. MONTANARI, La produzione granaria in Italia, Roma 1959 cfr.anche L’impianto dimostrativo di molitura, panificazione e pastifica-zione, in INGC, Origini, sviluppi, lavori e risultati, cit. pp. 197-204.

69 G. D'IPPOLITO, Ricerche comparate sui caratteri fisici del glutinedi alcune varietà di frumento in rapporto alla panificazione, in"L'Italia Agricola", 61 (1924), n. 3, pp. 116-121. Si veda anche V.GALBIATI, Pane di tipo unico o con farina di miscela, Milano 1939.

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Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina

C’è una pagina pressoché ignota della vicenda scienti-fica di Nazareno Strampelli, della quale egli non amavaparlare molto, ed è la sua esperienza in Argentina.

Non ne fa mai cenno nelle sue pubblicazioni, né lamenziona in quel resoconto della sua esperienza di lavororedatto nel 19321, quasi avesse voluto cancellarne le tracce,tanto che anche chi, dopo la sua morte, ha ricordato la suaopera, o non né parla affatto, o né fa solo un fugace e super-ficiale riferimento.2

Eppure fu un momento importante, che non solocontribuì ad accreditare ulteriormente l’immagine di Stram-pelli sul piano internazionale, ma che gli consentì anche diseguire direttamente l’applicazione dei suoi grani su un terri-torio diverso e di straordinaria importanza cerealicola.

I rapporti tra Nazareno Strampelli e l’America Latinainiziano nel 1919 quando Marco Dutto, che in Uruguayoperava come Tefe de la Inspecion Veterinaria del diparti-mento di Sorian (Mercedes), fece da tramite tra lo scienziatoreatino e il prof Boerger, direttore dell’Istituto Fitotecnico diEstanziela, per la realizzazione di sperimentazioni di variprodotti (lino, frumento, orzo ecc.) da svolgersi a Rieti, mentrein Uruguay si sarebbe avviata una sperimentazione delCarlotta definito nella lettera “assolutamente incomparabile”.3

In Cile i grani Strampelli erano già stati introdotti datempo, tanto che i frumenti Orofen e Rulofen largamentediffusi in tutta l’America Latina, ma più tardi anche in Cina,altro non erano che le creazioni in linea diretta delMentana.

Dal Brasilie arrivarono a Strampelli importanti proposteche egli però rifiutò, mentre il primo approccio con l’Argen-tina lo ebbe attraverso quella vivace rete di circolazione di

notizie proprio del mondo dell’emigrazione italiana, che rive-stiva un ruolo di potere di tutto rilievo nell’ambiente econo-mico sudamericano.4

Nel maggio del 1919 Carlo Meschini, segretario dellasezione argentina della Società degli agricoltori italiani, inviòa Strampelli una lunga lettera nella quale gli propose diesporre a Buenos Aires i suoi grani, e di tenere un ciclo dilezioni all’università della stessa città.5

Nella lettera Meschini fa riferimento al prestigiosopremio Santoro, concesso a Strampelli dall’Accademia deiLincei, e dell’eco che tale avvenimento aveva avuto nelmondo agricolo italoargentino.

Molti giornali ne avevano parlato, ed egli, che si definivaallievo di Strampelli, si era impegnato a far pubblicare la rela-zione del prof. Cuboni su varie riviste, e a redigere un saggioin proposito per gli Annali della Sociedad Rural Argentina.

Ma il nocciolo della lettera di Meschini a Strampelli eraun altro.

Egli gli comunicò che si stava formando una società diimport export finanziata dal Banco Francese e Italiano perl’America del Sud, emanazione diretta della Banca Commer-ciale Italiana.

La società avrebbe esportato verso l’Italia animali, grano,sangue disseccato, farina di carne, ossa, cenere di ossa ecc. edavrebbe importato trattori, macchine agricole, macchine percaseifici e sementi.

Di fatto Meschini proponeva a Strampelli di entrarenell’affare, e lo fece prima diplomaticamente:

Non conosco quale sia la sua posizione (parlo dal punto divista commerciale) in detto Istituto, ma in ogni modo si desidere-rebbe che lei fosse il mediatore fra i venditori delle sue sementi.

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Da Campomoro alla Pampa Argentina

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Poi diventò più esplicito, e gli propose di essere lui stessoil venditore delle sementi che venivano prodotte a Rieti:

...meglio ancora se le due persone potessero confondersi perquel che riguarda a noi in una sola persona che fosse il prof. Naza-reno Strampelli.

Lo mise poi in guardia da altre richieste in questo senso chesarebbero arrivate dall’Argentina, suggerendogli di “...diffidareda tutte”, ricordandogli il caso del prof. Berlese che aveva tro-vato la soluzione contro i danni provocati dalla diaspis penta-gona un insetto nocivo che attaccava diverse colture, per la qualeil governo argentino aveva offerto un premio di 50 mila pesos.

Il legno prospaltellizzato ideato dal prof. Barlese riuscì arisolvere il problema, ma a quanto riferisce Meschini, eglinon ricevette mai il premio in denaro del governo argentino.

Quindi, secondo Meschini, nessuno meglio di lui e dellaSAI avrebbero potuto tutelare gli interessi materiali e moralidi Strampelli in Argentina e per dimostrargli la consistenzadell’operazione, gli chiese di inviargli una consistente quan-tità di grano, 2000 q.li suddivisi tra Apulia, Carlotta Stram-pelli, Baionetta, Dauno, che sarebbero stati commercializzatidalla società in formazione.

Meschini era stato più volte a Rieti a visitare i campisperimentali, ed aveva capito l’importanza di quello cheveniva creato nel laboratorio di Campomoro, ed ora propo-neva a Strampelli di utilizzare l’Argentina come area di appli-cazione concreta dei suoi frumenti sottolineandogli come“In questo paese agricolo per eccellenza, le sue creazionipossono trovare delle applicazioni sbalorditive”.

Non conosciamo quale atteggiamento assunse Strampellidavanti a tale proposta che per altro offriva buoni elementidi credibilità anche per la presenza nel consiglio di ammini-strazione della SAI di BuenosAires di Moldo Montanari cheera stato maestro di Strampelli, ma di certo l’invito diMeschini giungeva in un momento particolare della suavicenda scientifica.

Siamo nel 1919, l’anno di fondazione dell’Istituto Nazio-nale di Genetica, ed egli era totalmente assorbito in questa dire-zione, tanto da rifiutare un’importante occasione come questache avrebbe dato uno spessore internazionale alla sua opera.

I rapporti con l’Argentina in ogni caso proseguirono, el’ambiente agrario italoargentino continuò ad investire sullafigura di Strampelli, al di là della sua presenza in Argentina,tanto che tre anni dopo, nel 1922, egli ricevette un dispacciodalla legazione argentina in Italia con il quale gli si comuni-cava il testo di un telegramma giunto da Buenos Aires:

Il Ministero di Agricoltura argentino desidera vivamente cheil Professore Nazareno Strampelli venisse alla brevità possibile al’Argentina, approfittando al prossimo raccolto di grano perchépossa dare il suo giudizio sulle varietà que (sic) si coltivano.6

Il ministro dell’agricoltura voleva che Strampelli sirecasse in Argentina entro il mese di dicembre 1923, e chie-deva lui quali condizioni poneva per tale incarico.

Questa volta Strampelli partì per l’Argentina, e il lavorofatto dal mondo agrario italiano a Buenos Aires deve esserestato estremamente incisivo, viste le accoglienze che ricevettedal governo argentino, con forme generalmente riservate adalte personalità politiche.

Si formarono addirittura due comitati, il primo d’onorepresieduto dallo stesso capo del governo argentino Marcellode Alvear, e di cui facevano parte il ministro di AgricolturaTommaso Le Breton, l’ambasciatore italiano conte GiuseppeColli di Felizzano, il console generale d’Italia Francesco deVelutilis, il sindaco di BuenosAires Carlo Noel, il presidentedel consiglio deliberante Tedin Oriburu, il presidente dellaSocietà rurale Pietro Pages, il presidente della Banca dicommercio Guglielmo Padilla, il presidente della borsa deicerali Raul Elluverry, e poi i decani delle università di BuenosAires e della Plata, i presidenti delle società italiane, ed altrepersonalità del mondo agricolo e economico argentino.

L’altra commissione era esecutiva, ed era presieduta dalprof. Alessandro Tedeschi, che coordinava una segreteria dicinque membri e un consiglio di 30, formato da alti funzionari erappresentanti del mondo agricolo e economico italoargentino.7

Tutti i giornali argentini, ed in modo particolare quelliitalo-argentini, dedicarono all’arrivo di Strampelli uno spaziocentrale, spesso in prima pagina.8

I comitati lavoravano per preparare una accoglienza digran tono, e questa divenne una ulteriore occasione nella

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Strampelli con il figlio Benedetto sul Duca D’Aosta insieme al comitato argentino appositamente organizzato per accoglierlo. 1922

Biglietto del piroscafo Duca D’Aosta da Napoli a Buenos Aires. 1922

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quale far emergere le profonde discrasie interne al complessoe variegato mondo italoargentino.

Prima dell’arrivo di Strampelli i comitati si riunironopresso il circolo italiano di Buenos Aires per annunciare ilprogramma dei festeggiamenti, e in quell’occasione nonvennero invitati ne il quotidiano socialista L’Italia del Popolo,ne il settimanale repubblicano L’Amico del Popolo.

Lo stesso giorno dell’arrivo di Strampelli a BuenosAires,il 6 dicembre 1922, L’Italia del Popolo pubblicò un lungo eindignato articolo dal titolo Per l’imparzialità di fronte allascienza nel quale protestava vivacemente per tale esclusione.9

Il bersaglio era Alessandro Tedeschi, presidente delcomitato organizzativo:

Avete dunque, come membro dell’officialismo coloniale, agitocolla solita parzialità propria dell’officialismo, il più settario. […]la scienza è imparziale, signor professor Tedeschi. La scienza nonè ne monarchica ne repubblicana, non è ne cattolica ne protestante,non è ne socialista ne anarchica. Per questo voi avreste dovuto,almeno in questo caso, far vedere che apprezzate e valutate lascienza come è necessario valutarla: avreste dovuto essere supe-riore alle meschinità che affliggono la nostra collettività chiamandoanche il nostro giornale che è il giornale degli operai e dei lavora-tori, ad unirsi all’omaggio all’uomo insigne che viene in questopaese come in una missione di cultura e di intelligenza.

Poi, a sottolineare che la polemica era esclusivamentepolitica, e non riguardava affatto la figura di Strampelli, afianco di questo, pubblicò un altro breve articolo, L’arrivodel prof. Strampelli, nel quale venne sottolineato un fattofondamentale, e cioè che Strampelli arrivava inArgentina nonper l’azione della comunità italo-argentina, ma per volontàdello stesso governo argentino.

Il prof. Strampelli, direttore della stazione esperimentale agri-cola di Rieti, autore di importanti scoperte scientifiche nei campidell’agraria e dell’agricoltura, è uno dei pochi - vorremmo direl’unico - italiano che viene in questo giovane paese non a portarcila voce della patria lontana, ma - chiamato dal governo argentino -a dare i frutti del suo lungo, instancabile lavoro, delle sue espe-rienze, del suo sapere nel campo del vero benessere sociale.

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La Nueva Provincia. 22 dicembre 1922

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Nazareno Strampelli al lavoro in Argentina. 1922

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Prendendo le distanze da quanto si stava muovendo intornoa Strampelli in Argentina, il quotidiano socialista concludeva:

Sinceramente e semplicemente, senza associarci a pompe edostentazioni di sorta, porgiamo oggi il nostro cordiale salutoall’uomo che impiegato gli anni migliori della sua vita nello studiod’una scienza che è la base fondamentale della prosperità e dellaeconomia dei popoli, allo scienziato silenzioso e modesto che contitanica operosità e purissima fede nell’avvenire ha scoperto peinostri lavoratori del campo, nuove fonti produttive, nuove vie enuovi orizzonti. Prof. Strampelli siate il benvenuto.

In effetti l’esperienza di Strampelli in Argentina venneaccompagnata da un’enfasi, generata e tenuta viva dal comi-tato, che andò ben al di là dello specifico incarico che egliaveva ricevuto.

Su di essa si giocò la partita dell’orgoglio italiano, maanche l’investimento governativo verso l’ipotesi di una verae propria svolta economica del paese.

Divenne un fatto di costume, ma anche un terreno sulquale traslare il confronto politico interno alla comunità italo-argentina.

Divenne anche una occasione per diversi faccendieri,mettendo in luce il particolarismo imprenditoriale di quegliitaliani che non erano emigrati inArgentina per fame, ma perfare facili affari, con operazioni spesso mediate da commi-stioni con l’apparato governativo argentino, come nel casoche vedremo meglio in seguito di Pacifico Toscano.

A sottolineare l’aspettativa che si aveva in Argentina, Il6 dicembre 1922 il Secolo XIX, pubblicò in prima pagina lanotizia dell’arrivo di Strampelli a Buenos Aires10 e qualchegiorno dopo La Patria degli Italiani, al fianco di un articoloche parlava del fanatismo femminile verso Mussolini, e delsuo frach, pubblicava sempre in prima pagina, una lungaintervista a Regina Pacini de Alvear, moglie del presidentedella repubblicaArgentina, sulla personalità e il fascino delloscienziato italiano che essa aveva voluto conoscere.11

Tutto era fatto per mantenere vivo l’interesse dell’opi-nione pubblica verso il lavoro di Strampelli.

Anche un banchetto che si teneva in suo onore meritavalunghi articoli sui giornali,12 così come una sua visita alla

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Il Secolo XIX riportava in prima pagina la notizia dell’arrivodi Nazareno Strampelli in Argentina.

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banca commerciale dove venne ricevuto dal presidente edall’intero consiglio di amministrazione.13

Questo imbarazzava Strampelli, notoriamente schivo amanifestazioni rivolte alla sua persona, tanto che appena sbar-cato a Buenos Aires, e trovatosi davanti alle sfarzose acco-glienze che il comitato aveva organizzato, dichiarò ad ungiornalista: “Io sono un lavoratore e non un uomo politicoche ha bisogno di certe manifestazioni”.14

Il Giornale d’Italia lo descrive come:

Schivo e modesto sul serio, uomo di scienza, completamentededicato allo studio, egli rifugge dai complimenti inutili. Ma ha lasublime e santa coscienza del bene che fa, del bene che la suamissione di studioso può e deve dare all’Italia ed al mondo: nonconcepisce perciò le distrazioni e ricorda con nostalgia il suo camposperimentale, i suoi studi momentaneamente interrotti. Non a sestesso, ma in quello che di positivo egli può trovare, osservarecostatare, annette importanza. 15

Strampelli viene visto inArgentina come uno dei più illu-stri personaggi italiani che potesse essere sbarcato in quelpaese, fino al punto che la stampa nazionale italo-argentinapretendeva da lui opinioni sugli argomenti più disparati dellasituazione italiana.

Nell’intervista che Gregori pubblicò sulla prima paginadel Giornale d’Italia, c’è l’aspettativa di avere opinioni inmerito al fascismo da poco nato, alla politica estera italiana,alla questione del prestito fatto al Cile.

Aspettative che vennero puntualmente deluse da Stram-pelli che, come era suo costume, non uscì mai dal suo speci-fico scientifico.

L’Argentina aveva sempre affascinato Strampelli, ed eglilo ammette senza riserve.

C’era una tensione particolare “…che io stesso non mi sospiegare”, dichiarava Strampelli, e malgrado la conoscenza cheaveva di questo paese, rispetto alle sue grandi estensionipianeggianti, la verifica dal vero superava ogni immaginazione.

“Ma pensi - riferiva Strampelli al suo interlocutore - iosono racchiuso da lustri in un piccolo mondo immenso:quello della natura, di una parte della natura. Ebbene questagrande visione ch’io ho della vita s’è allargata qui senzalimite in forme che mi sbalordiscono”.

Poi si soffermò sugli italiani in Argentina evitando diaffrontare problemi dell’immigrazione e della situazioneinterna alla comunità italo-argentina, ma scherzosamentesostenendo che era facilissimo riconoscere un campo agri-colo italiano tra mille, e poi sulle famiglie italiane: “S’im-magini che in una sola famiglia ho contato 49 bambini! Unasessantina di persone in tre sole generazioni, e tutte vive evegete. Meraviglie, figliolo”.

Anche nel periodo in cui egli intraprese il suo viaggionelle province interne, abbandonando la cerimonialità che gliveniva riservata a Buenos Aires, non solo i suoi spostamentierano seguiti quotidianamente, ma la stampa pubblicava arti-coli sulla sua attività in Italia, e perfino Rieti divenne oggettodi curiosità per gli argentini.

Emblematica in questo senso è la lunga intervista aRoberto Godoy pubblicata sulla Nacion del 26 dicembre1922.16

Godoy era considerato tra i maggiori agronomi espertiin granicoltura dell’Argentina, e per lungo tempo avevadiretto il centro regionale agrario della Pampa.

Egli era stato inviato in missione ufficiale a Rieti dalgoverno Argentino, e aveva quindi preso atto del lavoro cheStrampelli svolgeva a Campomoro.

Era quindi la persona più indicata a fornire qualchenotizia in più all’opinione pubblica argentina ormai coinvoltanella vicenda scientifica di Strampelli, e soprattutto sullesperanze di crescita economica che grazie a lui poteva trarrequel paese.

Godoy raccontò la sua esperienza a Rieti insieme aStrampelli, i risultati dei suoi lavori, la sua tecnica innova-tiva unica al mondo, e rassicurava gli argentini rispetto allavoro che egli stava svolgendo:

El pais puede estar seguro que de esta visita recogerà bene-ficio. El prof. Strampelli tan ilustre como modesto, no ha salido daRieti en vano. Hai que saber lo quel el ama su voluntarlo enclerropara poder valorar suconducta. La mayor aspiraciòn de este gene-roso y fecundo obreo de la prodocion es lograr que Italia consigasuprimir la importacion de cereales, mediante el aumento de susrendimentos, i luego morir en Rieti. Rieti es su pasion, Rieti es suParaiso.

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Le aspettative comuni

Ma cosa si aspettava Strampelli dall’Argentina, e su cosaquesta confidava in Strampelli?

Abbiamo già visto come egli non facesse mistero del suofascino verso l’Argentina.

Ma forse non fu solo questo a spingerlo verso l’Americadel sud, ed è possibile azzardare un’altra motivazione. Perchédistogliersi da ciò che faceva, per recarsi in Argentina, dopoaver rifiutato importanti incarichi in Brasile e in Francia, edopo che, per concentrarsi ulteriormente sul frumento, avevaormai abbandonato ogni altra forma di sperimentazione conla chiarezza di un obiettivo preciso che non aveva mai rive-lato direttamente?

Quell’obiettivo Strampelli lo confessò a Roberto Gody aBuenos Aires, ed era l’autosufficienza granaria italiana, equesto tre anni prima che Mussolini proclamasse la battagliadel grano, che si pose quello stesso ambizioso punto di arrivo.

Ed allora perché distogliersi dal lavoro verso uno scopotanto importante per andare in Argentina, lui che era costan-temente ossessionato dal tempo che segnava dei limiti al suolavoro, e questo proprio nel momento in cui i suoi graniabbandonavano la dimensione sperimentale per essere real-mente coltivati nelle campagne italiane?

E che dire poi dell’evidente contrasto tra gli obiettividella sua missione scientifica in Argentina, con la politicacerealicola del regime che aveva instaurato un regime prote-zionistico sul grano?

Quale era il senso di mettere a disposizione i risultatidelle proprie ricerche scientifiche ad un paese al quale l’Italiapagava già un alto tributo per l’importazione di grano, conl’evidenza che se li si fosse aumentata la produzione frumen-taria, con la conseguente contrazione dei costi di produzione,e quindi del prezzo sul mercato internazionale, si sarebbeulteriormente indebolita la posizione italiana?

Per tentare di spiegare tale apparente contraddizionedobbiamo risalire al 1905, anno di datazione di una relazionemanoscritta che abbiamo rintracciato presso l’archivio diNazareno Strampelli, e che riguarda la produzione mondialedel grano, ma in modo particolare la cerealicoltura argentina,e la problematica delle importazioni frumentarie in Italia.

Siamo nel 1905, e Strampelli è il direttore della modestaCattedra ambulante di Rieti, che aveva come scopo istituzio-nale il miglioramento del Rieti originario, e non di certo lapolitica delle importazioni granarie in Italia.

La relazione prendeva in esame la produzione granariaargentina dell’ultimo decennio:

Il raccolto del 1904 è stato il più elevato del decennio e supe-riore a quello del 1903 di 2.268.160 quintali ed a quello del 1902 di11.304.810 quintali. Si osserva inoltre che la coltura del frumentonell’Argentina va sempre aumentando e la sua produzione ha note-vole influenza sul mercato granario europeo. Così nel decorso marzo,mentre si temeva una deficienza di frumento in Italia, l’Argentinadopo la Russia e la Romania, contribuì alla importazione di grano con106.970 quintali nel periodo dal 1 gennaio al 31 luglio e cioè aumentònove volte circa la sua importazione normale di frumento in Italia.17

Lo studio va poi avanti esaminando le produzionigranarie in Russia, Romania e Stati Uniti, gli altri grandifornitori di grano all’Italia, ma tra questi, che avevano unaproduzione elevatissima ma sostanzialmente stabile, l’Ar-gentina rappresentava una eccezione.

Il suo trend di aumento produttivo non aveva confronti, enella relazione questo viene evidenziato in una apposita tabellache metteva in evidenza come la cerealicoltura di quel paese

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ANNO PRODUZIONE Q.LI1895 12.474.8901896 7.031.4001897 14.062.6001898 30.620.1801899 28.805.6501900 20.413.4501901 19.887.1301902 29.486.1001903 38.558.7501904 40.826.910

PRODUZIONE DI GRANO INARGENTINA DAL 1895 AL 1904

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rappresentasse una variabile sul mercato internazionale estre-mamente significativa, caratterizzata da una forte dinamicità.

Quindi, se la presenza di tale relazione conferma ulterior-mente gli obiettivi reali di Strampelli che fin dall’inizio delsecolo andavano ben al di là dei confini istituzionali dellaCattedra ambulante che dirigeva, l’accettazione dell’incarico inArgentina potrebbe trovare almeno due chiavi interpretative.

E’ di certo immaginabile che nel momento in cui arrivòquella proposta si stessero gettando le basi della battaglia delgrano, e Strampelli avrebbe dovuto giocare la carta dei suoifrumenti che erano stati creati a Rieti negli anni precedenti,ma che forse dovevano essere ancora meglio sperimentati peressere certi dei risultati ottenibili.

L’Argentina apriva a Strampelli di fatto due diversipercorsi, il primo dei quali era ovviamente quello dell’appli-cazione concreta dei suoi frumenti in un territorio tanto vasto,e solo marginalmente sfruttato.

L’altro potrebbe essere ricercato in una sorta di compren-sibile incertezza sull’impiego massiccio dei suoi frumenti inItalia, e l’Argentina, con cui si sarebbero potuti stringereaccordi economici particolarmente convenienti, poteva rappre-sentare un rimedio da mettere in campo in caso di fallimentodella battaglia del grano.

E forse questo spiega anche il perché egli, nella fase dellagestione dei suoi frumenti in Argentina, piuttosto che a CarloMeschini e alla Società degli agricoltori italiani, preferì affi-darsi ad una società come la Toscano & Schmitz, con uffici aBuenos Aires, Torino e Parigi, ed in particolare a PacificoToscano che vantava forti agganci sia nel mondo universitarioargentino, ma soprattutto all’interno dell’apparato governativo.

E forse non fu ancora un caso che nelle sue lettere, PacificoToscano faceva spesso riferimento alle assicurazioni ricevutedal ministro dell’agricoltura Le Breton in base alle quali c’erauna disponibilità da parte del governo argentino ad esportare inItalia frumento a prezzo dimezzato, in una quantità doppia aquella dei frumenti Strampelli introdotti in Argentina, e diquesto invitava Strampelli a riferire direttamente a Mussolini.

Come dire, se in Italia i frumenti Strampelli non aves-sero raggiunto i risultati desiderati, la bilancia dei pagamentiavrebbe potuto ugualmente avvantaggiarsi dall’importazionea prezzi ridotti del grano argentino.

Difficile è trovare un riscontro esplicito per tale percorso.L’unica certezza è che per sua fortuna i frumenti creati aCampomoro funzionarono benissimo nelle campagne italiane,altrimenti, come vedremo, sarebbe stato ben difficile che Paci-fico Toscano avrebbe operato come voleva Strampelli nelladirezione dell’economia nazionale italiana, rivelandosi piut-tosto un abile faccendiere, tenace e privo di scrupoli.

Per altro una tale prospettiva aveva poco a che fare coni programmi propagandistici del regime che fece dell’auto-sufficienza granaria una vera e propria bandiera da spenderesul piano internazionale, senza badare più di tanto allacomplessità dell’economia europea del tempo, all’internodella quale non era affatto scontato - e questo di fatto accadde- che l’affrancamento dall’importazione frumentaria, produ-cesse automaticamente reali benefici all’economia comples-siva del paese.

E sull’altro fronte, cosa si aspettava l’Argentina daStrampelli? Nell’intervista rilasciata alla Nacion, RobertoGodoy sottolineava come il rendimento medio frumentarioinArgentina non superasse i 5,5 - 6,5 q.li per ettaro, e ciò eraconsiderato uno dei mali più gravi dell’economia argentina.

Non che tale produzione non fosse sufficiente a soddi-sfare il fabbisogno interno, anzi l’Argentina era un paeseesportatore di grano anche verso l’Italia, ma la bassa produ-zione faceva crescere il costo del frumento tanto che questoera diventato poco concorrenziale sul mercato internazionale.

L’Argentina aveva investito fortemente nel porsi comepaese esportatore di frumento, destinando a questa colturatutta una vasta area che includeva la provincia di BuenosAires, quella di Cordoba, tutta l’area a nord-est della Pampa,e quella ad est di San Luis.

La superficie coltivata a grano superava i 6 milioni diettari da cui si ricavava una produzione di poco superiore aquella italiana, ma che rapportata alla popolazione presente,circa di 10 milioni di abitanti, non poteva che essere desti-nata in larga misura all’esportazione.

Che l’Argentina abbia investito in questo senso lo sideduce dall’aumento della produzione granaria e soprattuttodella superficie destinata a tale coltura che nel 1872 investivaappena 580.000 ettari, che salirono a 2,5 milioni solo nel1888, e a 4,9 milioni del 1895.18

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Nel 1896 la produzione era di appena di 7 milioni diquintali, che raddoppiò l’anno successivo per arrivare a 30milioni nel 1898, e via via fino agli oltre 40 milioni nel 1904,che si mantennero sostanzialmente costanti per tutta la primametà del XX secolo.19

Che tale aumento di produzione frumentaria fosse partedi una strategia economica indirizzata a potenziare questacome la principale voce attiva dell’esportazione, lo testimonial’esiguità del fabbisogno interno dovuto ad una popolazioneche, in base a quanto riferisce il De Moussy, nel 1860, supe-rava di poco un milione di abitanti, i quali nel 1869, anno delprimo censimento ufficiale, erano saliti a 1.830.214, e quindia 4.040.911 nel 1895 e a 8.092.216 nel 1914.20

Nel 1922 sul totale complessivo delle importazionifrumentarie l’Italia introduceva dall’Argentina il 5,11% difrumento, quota che, come si vede dalla tavola seguente,crebbe progressivamente fino a raggiungere il 26,06% nel1928, per oltre 7 milioni di quintali.

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Una piantagione di grano Strampelli a Caseras (Argentina)

1922 26.813.020 3.057.059.358 1.370..045 5,111923 27.887.420 3.039.068.994 2.502.969 8,941924 21.310.280 2.484.450.547 3.162.445 14,841925 22.419.050 3.843.026.288 2.844.971 12,691926 21.462.830 3.535.682.968 3.021.966 14,081927 23.081.590 3.001.759.297 2.578.213 11,171928 27.448.300 2.995.207.597 7.201.347 26,061929 17.648.430 1.718.024.203 4.375.095 24,791930 19.350.530 1.567.311.551 1.669.950 8,631931 14.849.180 835.774.434 1.597.843 10,761932 10.561.710 504.687.869 2.755.550 26,091933 4.605.060 205.751.390 675.101 14,66

INCIDENZA DELL’IMPORTAZIOE FRUMENTARIA DALL’ARGENTINA DAL 1922 AL 1933

ANNO FRUMENTO IMPORTATOQ.LI

VALORELIRE

Q.LI DI FRUMENTOIMPORTATI

DALL’ARGENTINA

% DELL’IMPORTAZIONEDALL’ARGENTINASUL TOTALE DELLE

IMPORTAZIONI

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Il problema inArgentina era quindi, come in Italia, quellodi aumentare la produzione per ettaro, ma l’obiettivo era esat-tamente opposto, in quanto ciò non sarebbe dovuto servire aridurre l’importazione, ma per abbassare i costi di produzione,ed avere un ruolo concorrenziale sul mercato internazionale.

La produttività media per ettaro nell’intervallo 1909-1913 era stata inArgentina di 6,6 q.li, inferiore a quella degliStati Uniti che era di 9,4 q.li, così come di quella della Russia6,87 q.li, e nettamente più bassa di quella del Canada dove siproducevano in media 13,3 q.li per ettaro, anche se va tenutoconto che in questo periodo la superficie frumentaria cana-dese era concentrata in poco più di 4 milioni di ettari, cheaumentarono vorticosamente negli anni successivi, fino asuperare i 10 milioni nel 1929.

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Strampelli in Argentina con il figlio Benedetto

EUROPA 29.340.000 370.530.000 12,5U.R.S.S. 29.950.000 206.000.000 6,87STATI UNITI 23.881.000 224.853.000 9,40CANADA 4.024.000 53.647.000 13,3ASIA (India, Turchia,Giappone, Cina) 19.059.000 187.819.000 9,85AUSTRALIA 3.076.000 24.629.000 8,02ARGENTINA 6.022.000 40.023.000 6,64TOTALEMONDIALE 115.352.000 1.106.048.000 9,58

CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIAARGENTINA CON QUELLA DI ALTRI PAESINELL’INTERVALLO DI TEMPO 1909-1913

PAESI SUPERFICIEHA

PRODUZIONECOMPLESSIVA

Q.LI

PRODUZIONEx HAQ.LI

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Le strade percorribili erano sostanzialmente due; da unlato l’introduzione di nuove varietà di frumento, dall’altro unamaggiore razionalizzazione delle colture, e su questo fronteera impegnato Marcello Conti che insegnava presso l’univer-sità di Buenos Aires, e che fu vicino a Strampelli nella suaesperienza in Argentina, per essere poi coinvolto nell’opera-zione economica ideata da Pacifico Toscano per la gestionedei frumenti Strampelli in America Latina.

In effetti il sistema di raccolta del grano in Argentinasoprattutto per la scarsità della manodopera, era fortementemeccanizzato, più che in ogni altro paese dell’AmericaLatina, ma questo comportava una perdita di frumento che,secondo una indagine condotta da Conti, superava gli ottomilioni di quintali l’anno, cosa che non poteva non incideresignificativamente sul costo di produzione.21

In modo particolare venivano usate mietitrici-legatrici osemplici spigatrici, mentre solo da poco venivano impiegate lemietitrici-trebbiatrici, introdotte prevalentemente dal Canada,che garantivano un risultato economicamente più vantaggioso.

Ma il problema centrale era quello delle varietà difrumento che in Argentina si coltivava su una superficie dicirca 7 milioni di ettari, collocati all’interno di una area,potenzialmente adatta a questa coltivazione, che si estendevaper oltre 50 milioni di ettari.

E’ evidente che una area tanto vasta si presentava conprofonde differenze morfologiche e climatologiche che anda-vano dal clima quasi equatoriale del nord, che garantiva unforte sviluppo vegetativo, a quello secco del sud e dell’ovest,dove i terreni arenosi e la scarsità di piogge presentavanoproblematiche del tutto diverse.

Nazareno Strampelli partì per il suo viaggio nell’interno del-l’Argentina visitando le principali province produttrici di grano.

Quella di Cordoba, dove la superficie frumentaria era di1.792.000 ettari, e dove il grano costituiva il 45% sul totaledelle coltivazioni, quella di Santa Fe con 1.262.650 ettaricoltivati a grano (33%), quella di Entrerios 300.000 ettari,(36%), la Pampa Centrale, 301.000 ettari ( 33%) e quella diBuenos Aires 2.119.900 (30%).

Con lui c’erano Marcello Conti, Roberto Godoy e unpiccolo taccuino che abbiamo di recente rintracciato nell’ar-

chivio reatino della Stazione sperimentale,22 dove egli, regioneper regione, prendeva appunti circa la superficie delle colture, lediverse varietà di grano coltivate, ma dove segnava anche i nomidegli italiani che incontrava lungo il tragitto, e che spesso chie-devano a lui di portare notizie e saluti a qualche famigliare.23

Nell’area visitata da Strampelli era concentrato oltre il90% della superficie granaria dell’intero paese, ed eglicomprese subito che uno dei principali problemi della grani-coltura argentina era l’empirismo delle coltivazioni, per altrocomune a gran parte delle aree a produzione estensiva.

Occorreva trovare la giusta qualità di grano in funzionedelle diverse aree geografiche argentine, ed era evidente chemolti dei suoi frumenti potevano essere adeguatamente colti-vati, ma solo dopo alcuni anni di sperimentazione.

Al ritorno dal suo sopralluogo nelle province interne,Strampelli rilasciò una intervista al Giornale d’Italia nellaquale, contrariamente a quanto aveva fatto in altri casi, anti-cipò i contenuti della relazione che avrebbe preparato per ilgoverno argentino.24

Il primo errore dell’agricoltura argentina, secondo Stram-pelli, era legato all’estensività delle colture a discapito dellaqualità del prodotto.

Mi pare che qui si alimenti troppo la mania dell’estensione: siha l’incubo della superficie. La vastità della campagna argentinaesercita una attrazione controproducente. E di conseguenza tutto èsuperficiale. L’aratura poco profonda la coltura poco intensa.

Anche il metodo di semina veniva fatto in modo empi-rico e superficiale, a cominciare dai tempi in cui questa avve-niva, senza tener conto delle varietà che si seminavano, finoal punto che i frumenti a ciclo vegetativo lungo venivanopiantati in primavera anziché in autunno.

Inoltre non esisteva per Strampelli uno studio attendibiledelle varietà più adatte in funzione delle diverse aree geogra-fiche del paese.

Su questo aspetto egli però non si sentì ancora di fornireindicazioni precise in quanto non era sufficiente una unicaannata per verificare la bontà di una varietà rispetto ad un’altrain una determinata area, e portò l’esempio di Guatraché nellapampa centrale dove si coltivava il suo Carlotta con risultatiche avevano entusiasmato gli agricoltori della zona.

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Egli invece di favorire la diffusione del suo grano, nesconsigliò l’uso, non ritenendolo adatto alle caratteristichemorfologiche di quell’area.

I buoni risultati di quell’anno erano dovuti all’ecceziona-lità dell’annata particolarmente piovosa che, secondo Stram-pelli, aveva rappresentato l’unica vera condizione di riuscitadel Carlotta a Guatraché, e concludeva: “Ora le annatepiovose in questa zona sono eccezionali, rare e diffondendoquesto mio grano si farebbe del danno, anziché del bene.”

Strampelli ci teneva a non deludere, e già durante i sopral-luoghi nella Pampa aveva gettato acqua sul fuoco degli entu-siasmi che avevano generato i risultati di qualche suo grano.

Al cronista della Nacion che lo seguiva nel suo viaggioebbe a dichiarare:

No obstante el buen resultado conseguito en este año es buenono ilusionarse porque juzgo al Carlotta Strampelli non apto a laregión de la Pampa.25

In effetti la ricerca in campo agrario in Argentina eraalquanto arretrata, e se si fa eccezione per alcuni studiosi delmondo accademico come Luis Maria Del Carril, che proprionell’anno in cui arrivò Strampelli tenne una conferenzaall’università di BuenosAires sull’applicazione della geneticain agricoltura,26 per il resto la situazione ristagnava supratiche empiriche di coltivazione, spesso introdotte daglistessi colonizzatori.27

Lo stesso Strampelli tornato in Italia sottolineò come gliagronomi argentini non avevano a disposizione né campi speri-mentali né dimostrativi, e pose un problema relativo all’emi-grazione italiana in quel paese, gestita dagli agenti consolari,privi di cognizioni agricole, e quindi incapaci di orientareopportunamente gli emigranti verso le diverse aree argentine.

“Affinchè i nostri contadini che emigrano - dichiaravaStrampelli - possano realizzare subito discreti guadagni e nonperdere un tempo prezioso, bisogna che essi siano diretti adesercitare l’agricoltura in quelle zone della RepubblicaArgentina che presentano le caratteristiche speciali propriedelle loro zone di origine”,28 e per far questo era necessariorivolgersi proprio agli agronomi locali, gli unici che potevanofornire indicazioni in proposito.

Dati precisi sulla coltivazione dei frumenti Strampelli inArgentina non se ne hanno, ma, non appena tornato a Rieti,egli spedì direttamente al Ministro di agricoltura Tomasso LeBreton 400 kg di frumenti da seme Dauno, Apulia, Luigia,Cervaro, Calatafimi, Carlotta, Riccio, Ardito e MarzuoloPotenziani.29

Si trattò solo di un primo momento, più simbolico chestrutturale, in quanto, come vedremo, la diffusione dei frumentiStrampelli non seguì tanto il percorso dell’ufficialità governa-tiva, quanto quella dell’imprenditorialità italo-argentina.

Di certo nel 1924 Henry D’André, direttore del Labora-torio de los molinos herineros y elevadores de granos diBuenos Aires, considerava i frumenti Strampelli come unodei tre raggruppamenti frumentari argentini, cioè a dire trigosnorte-americanos, trigos dei pais, e appunto, trigos Stram-pelli, e, a parte il Dauno, li considerava tra i migliori per lapanificazione,30 e sedici anni dopo Noé Horovitz nella suacatalogazione dei frumenti coltivati inArgentina, classificavale varietà più coltivate i grani Ardito, Mentana, CarlottaStrampelli, Riccio, oltre al Rieti originario, che Strampellideve aver introdotto ritenendolo adatto in qualche specificaarea argentina.31

Di certo dopo l’esperienza di Strampelli, in Argentina siassiste ad una vivacità degli studi agronomici sul frumento32benal di là delle pubblicazioni propagandistiche diffuse dalla Ferro-carril Central Argentino, la compagnia ferroviaria che lavoravaper la colonizzazione di larghe aree pressoché deserte.33

Appare altresì evidente un aumento produttivo dovutonon solo ad una maggiore estensione frumentaria, ma, soprat-tutto, ad una più elevata produttività per ettaro, cosa che èdifficile non mettere in correlazione con l’introduzione deifrumenti Strampelli.

Tra il 1929 e il 1932, la produzione media in Argentinaera salita a 8,25 q.li per ettaro, ma contestualmente la super-ficie frumentaria era cresciuta di circa un milione di ettari,mentre la produzione media per lo stesso periodo negli StatiUniti era rimasta sostanzialmente ferma a 9,49 q.li, così comequella russa che era leggermente diminuita a 9,56 q.li, mentrequella del Canada era scesa a 9,6 q.li.34

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Nel 1933 l’Argentina aveva destinato a frumento altri900 mila ettari raggiungendo una produzione di 69.720.000q.li, con una media per ettaro di 8,8 q.li, la più alta di tuttal’area americana.

Infatti nel Canada si producevano 7 q.li per ettaro, 6,7nel Messico, 7,5 negli Stati Uniti, 7,6 in Uruguay, e l’Argen-tina aveva anche superato la Russia dove si producevano 8,3q.li per ettaro, e l’Australia dove se ne producevano 7,6.

Come si evince dalla tavola seguente, tra i grandi produt-tori di grano del mondo dove veniva prevalentemente prati-cata la coltura estensiva, l’Argentina era diventato il paese

con la migliore produttività unitaria, senza però raggiungerei livelli europei dove la prevalente cultura intensiva, garan-tiva, come si deduce dalla tavola seguente, rese unitarie benmaggiori.35

Non conosciamo la relazione che Strampelli presentò alministro Le Breton prima di partire da Buenos Aires, e che aquanto pare venne pubblicata e largamente diffusa,36 maquesta deve aver inciso su una maggiore razionalizzazionedell’impiego delle sementi, e, ovviamente, su un crescenteutilizzo dei frumenti Strampelli riprodotti in loco.

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EUROPA 29.869.000 390.360.000 13,6U.R.S.S. 33.540.000 220.162.000 6,56STATI UNITI 35.310.000 335.242.000 9,49CANADA 10.475.000 101.351.000 9,67ASIA (India, Turchia,Giappone, Cina) 24.311.000 230.532.000 9,48AUSTRALIA 6.437.000 50.648.000 7,97ARGENTINA 7.006.000 57.829.000 8,25TOTALEMONDIALE 146.948.000 1.386.174.000 9,43

CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIAARGENTINA CON QUELLA DI ALTRE AREENELL’INTERVALLO DI TEMPO 1929-1932

PAESI SUPERFICIEHA

PRODUZIONECOMPLESSIVA

Q.LI

PRODUZIONEx HAQ.LI

ITALIA 5.085.900 81.003.000 15,9

FRANCIA 5.464.000 98.611.000 18

GERMANIA 2.318.000 56.043.000 24,2

GRAN BRETAGNA 706.000 17.000.000 24,1

GRECIA 722.000 6.721.000 9,3

JUGOSLAVIA 2.079.000 26.286.000 12,6

BULGARIA 1.225.000 16.019.000 13

POLONIA 1.700.000 18.600.000 11

UNGHERIA 1.953.000 26.244.000 13,4

ROMANIA 3.166.000 32.406.000 10,4

SPAGNA 4.552.000 50.184.000 11

RUSSIA 33.241.000 277.268.000 8,3

INDIA 13.351.000 96.037.000 7,2

ARGENTINA 7.957.000 69.720.000 8,8

CANADA 10518.000 73.409.000 7

U.S.A 19.220.000 143.504.000 7,5

AUSTRALIA 6.035.000 47.356.000 7,8

PRODUZIONE DI GRANO IN ALCUNI PAESI MAGGIORIPRODUTTORI AL MONDO NEL 1933

PAESI ETTARIPRODUZIONE

Q.LIMEDIA

x ETTARO

1909-1913 6.022.000 40.023.000 6,64

1929-1932 7.006.000 57.829.000 8,25

1933 7.957.000 69.720.000 8,8

ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE GRANARIAINARGENTINA DAL 1909-1933

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Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centrosperimentale Strampelli di Olivos

Se in Italia Strampelli si era sempre preoccupato di control-lare l’intero ciclo del suo lavoro, dall’ibridazione alla diffusionedei suoi frumenti, la stessa cosa intendeva fare in Argentinadove era ormai certa la diffusione delle sue creazioni.

Qui però il discorso era diverso, e non c’era solo ilproblema della distribuzione, ma soprattutto quello dellamoltiplicazione, e ancor prima, quello della coltura speri-mentale da svolgersi per verificare l’adattabilità dei grani inun habitat tanto diverso da quello italiano.

C’è un personaggio a cui abbiamo già fatto cenno, che siinserisce all’interno dell’esperienza di Strampelli in Argen-tina, e questi non è Carlo Meschini, che si era proposto aStrampelli in questo senso fin dal 1919, ne altri del mondoagrario legato alla SAI, ma l’imprenditore italoargentinoPacifico Toscano che di fatto divenne l’agente di NazarenoStrampelli in Argentina, e in altri paesi dell’America Latina,fondando una società di commercializzazione dei graniStrampelli, e creando ad Olivos, un apposito centro speri-mentale intestato e diretto dallo stesso Nazareno Strampelli,ma all’interno di un percorso non sempre chiaro, sempregiocato sul filo della commistione, più o meno trasparente,con l’apparato governativo argentino.

La principale fonte di questo capitolo della vicenda, è lacopiosa corrispondenza tra Pacifico Toscano e Strampelli trail 1923 e il 1924.

Una vicenda che, come vedremo, coinvolse ancheMarcello Conti, che insegnava agraria all’università diBuenos Aires, ed altri personaggi del mondo italoargentino.

Già nella prima lettera del 4 ottobre 1923, Toscano fariferimento agli imballaggi dei grani Strampelli da inviare inArgentina, segno evidente di un rapporto che era già nato aBuenos Aires, e che iniziava ora a concretizzarsi.

Fin dall’inizio appare evidente il carattere di PacificoToscano, imprenditore tenace sul percorso di un nuovo affare,e la difficoltà di Strampelli a frequentare quel terreno cosìlontano dai suoi laboratori di Campomoro.

Nella lettera Toscano riferisce a Strampelli che quellastessa mattina aveva incontrato il ministro Le Breton il quale,

per altro, gli aveva posto un problema relativo ad un errorenel compenso che era stato inviato a Strampelli, e che questiavrebbe dovuto restituire.37

In realtà Strampelli non percepì compensi per la suamissione in Argentina, ma solo un rimborso che avrebbedovuto coprire tutte le spese sostenute.

Strampelli si trovò nel bel mezzo di una questione tuttasudamericana.

L’ambasciata argentina gli accreditò una somma maggio-rata, che egli intendeva subito restituire, ma l’ambasciatoresosteneva di non aver commesso errori, e non rinviava alministero argentino, che a sua volta aveva rilevato il disguidoe richiesto il rimborso, il surplus pagato.

Le Breton nell’incontro con Pacifico Toscano e MarcelloConti trovò il modo di sottolineare questo aspetto, come se ildebitore verso il ministero argentino fosse lo stesso Stram-pelli.38 L’imprenditore italoargentino pensò di realizzare uncentro di diffusione dei frumenti Strampelli ad Olivos dove,nei pressi della sua villa, acquisì un fondo agricolo di 2800varas, circa 20 ettari, e manifestò la sua ipotesi allo scienziatoreatino, tentando anche di solleticarlo nella sua vanità:

Nel centro (del terreno) farò fare una porta arcata in muratura conla iscrizione: Pacifico Toscano y cia Societàitalo-argentina. CampoEsperimental de acliatatiòn de las semillas inedita Strampelli.39

Poi aggiungeva:

Mettendo la parola inedita... lascerò molto da pensare a ciòche sarà, e quindi solleticando la curiosità ....otterrò di mantenerevivo e fresco il pensiero degli agricoltori ed agronomi argentini sudi noi, ed intanto si faranno gli studi che a noi converranno, dandotutta la nostra attività alle vedute commerciali col fine di raggiun-gere lo scopo prefissoci con una vittoria completa e col trionfo delsuo nome che strampellerò con tutta la passione del mio carattere.

L’obiettivo dell’imprenditore italoargentino era in tuttaevidenza quello di acquisire il monopolio dei frumenti Stram-pelli non solo per l’Argentina, ma per tutta l’America Latina,e l’occasione per esplicitare ciò gli si presentò quando Stram-pelli gli comunicò che tali Negretti e Zamba smerciavano isuoi frumenti a Santiago presentandosi come rappresentantidei suoi grani in Cile.

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Nazareno Strampelli temeva fortemente che quanto eraaccaduto in più di una occasione per il Rieti originario,soggetto a numerose frodi, potesse con estrema facilità acca-dere ai suoi grani all’estero.

Non era facile trovare una soluzione, ma questa gli vienesuggerita dal Toscano che gli propose di depositare il marchioStrampelli a nome della Toscano & C., in modo da potertenere sotto controllo il mercato dei frumenti in America, e atal proposito gli inviò una procura da sottoscrivere.40

Il documento in questione era un vero e proprio cappio alcollo per Strampelli che avrebbe concesso il marchio del suonome ad un privato che ne avrebbe potuto disporre senzalimiti.41

Qualche dubbio deve esser venuto a Strampelli che iniziòa prendere tempo nel rispedire la procura controfirmata, tantoda far scrivere a Toscano:42

Non posso dar fuoco alle bombe se non sono in un campo dipura legalità, e perché non sono uomo da farmi far la barba danessuno, [...] stia certo che io saprò approfittare della ingordigia dimolti che preparano così una nuova attiva reclame a nostro favore.

E ancora il mese successivo:

Io ho propalato ai quattro venti che Lei è uomo di scienza ,non può e non vuole occuparsi in modo assoluto di affari ma chesolamente geloso della sua dignità di scienziato e del suo rispettatonome non deve permettere assolutamente che ingordi speculatorisfruttino la sua opera e il suo nome da usurai e li è conseguenzach’ella si decise a nominarmi suo procuratore dandomi pure ildiritto di commerciare onestamente […] Le ho già scritto che perstrampellare sono fatto apposta, e a suo tempo strampellerò contanta dignità degna del nome per cui strampello che Le assicurodovranno venire da me col cappello in mano e supplicanti per averequello che vogliono.43

L’imprenditore italoargentino non sapeva da quale latoprendere Strampelli che in qualche modo si fidava di lui, maevidentemente non fino in fondo, e questo Toscano lo avevapercepito, tanto che colse, per altro a ragione, nel ritardodell’invio della procura l’intuizione di Strampelli nella pocachiarezza dell’operazione.

A questo punto gli propose senza mezzi termini di esserepienamente socio dell’affare, rassicurandolo anche di salva-guardare il suo nome di scienziato che non sarebbe affattofigurato, aggiungendo:

...mentre lo è di fatto e di diritto […] Io farò figurare solo ilmio nome sul quale nessuno può indagare.44

In ogni caso egli aveva iniziato già a lavorare ad unprimo campo sperimentale di 16,60x50 metri, e ad una serradi 35x5 metri, e pensava già alla denominazione da dareall’impresa: Pacifico Toscano Esperimental de aclimatactionsemilla ineditas Prof. Strampelli.

Egli aveva anche avviato l’organizzazione di una mostradei prodotti realizzati a Rieti, e Strampelli aveva accettato dibuon grado, ipotizzando anche di donare poi i materiali almuseo della Società rurale argentina, cosa che stuzzicò ulte-riormente lo spirito imprenditoriale di Toscano il qualetradusse anche questo gesto in prospettiva affaristica, rite-nendolo ottimo per dar maggiore visibilità all’operazione, espiegava poi a Strampelli lo spirito argentino:

...qui molto se non tutto dipende dalla parada, che deve solle-citare le ambizioni di questa gente nuova e piena di orgoglio perla...grande Nacion. 45

Lo stesso direttore del museo, dott. Girola, poteva essereun buon tramite verso una fetta del mondo agricolo argen-tino, e Toscano rimproverò a Strampelli, che intratteneva conlui rapporti epistolari, di non avergli comunicato la nascitadell’impresa ad Olivos:

Come Lei non ha parlato di me al Girola sarebbe ottima cosach’Ella dichiarasse a lui ed a tutti la mia qualità di procuratoregenerale.....Non è più il caso di far misteri a chicchessia ed è neces-sario che Lei sappia e faccia sapere a tutti che per ogni trattativa suisuoi grani debbono dirigersi a me perché nessuno può e potràesportare qui grani-semilla Strampelli anche se ne ricevesse l’au-torizzazione di compera dal Governo, inquantochè con le miepatenti in corso per l’Argentina,Uruguay, Cile e Brasile nonpermetterò nessuna introduzione sotto il nome Strampelli che miappartiene per il nostro comune affare. 46

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Il centro dimostrativo dei grani Strampelli creato ad Olivos da Pacifico Toscano. Anni ‘20

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Strampelli appare sempre più titubante nei confronti diToscano, e questi sempre più preoccupato di non riuscirenell’impresa di ottenere il monopolio della gestione deifrumenti Strampelli e tornò a declamare le sue qualitàimprenditoriali sostenendo: “Ella caro professore non miconosce ancora, perché ignora come alla mia volontà di ferronessuna resistenza è possibile”, e a ribadire ciò che pensavadi aver ottenuto come diritto, facendo leva sulla parola a luidata da Strampelli:

...qui non si possono importare frumenti Strampelli se non conil mio intermezzo per le patenti che proteggono questa introduzioneesclusiva al mio nome potendo io con tutti i diritti sequestrare tuttii frumenti introdotti con questo nome tanto in Argentina che inUruguay, Cile e Brasile.

Ben chiarito questo punto che si può anche informare il nostrogoverno per il monopolio di cui mi sono reso assuntore, non c’è dafar altro che rispondere a tutte le richieste possibili che essendo iol’unico importatore nei paesi summenzionati tutte le trattative dicompera debbono essere da me vagliate ed accettate sempre unifor-mandosi gli acquirenti alle condizioni che stabilirò.

Arrivando anche a mettere alle strette Strampelli:

Spero ch’Ella Egregio professore avrà ben compresol’importanza capitale che ha il mio programma di esclusivitàassoluta, per il che mi protegge la legge sulla quale nessunopuò obiettare senza pericolo di pagare assai caro il rischio diinfrazione

E’ perfino preoccupato degli ingegneri che il governoargentino inviava periodicamente a Rieti presso l’Istitutosperimentale di cerealicoltura, suggerendo a Strampelli: “Nonsi scaldi tanto il fegato a comunicare troppa scienza agli Inge-gneri Agronomi che il Governo Argentino manda da Lei aRieti”. Intanto il risultato è il medesimo.

Se Toscano pensava a fare affari, Strampelli era invecepreoccupato di creare inArgentina un centro che avesse dellebuone credibilità scientifiche, e tra lui e Toscano voleva cheoperassero alcuni degli addetti ai lavori che avevano seguitola sua missione governativa.

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Bozzetto da apporre sui sacchi di grano da esportare da Rietia Buenos Aires. 1922

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In modo particolare le persone che egli sembrava rite-nere maggiormente affidabili erano Marcello Conti, profes-sore di agraria all’università di Buenos Aires, e RobertoGodoy, considerato una delle principali voci della granicol-tura argentina con importanti incarichi governativi, e checonosceva bene il lavoro di Strampelli essendo stato a lungoRieti per incarico del Ministero dell’agricoltura argentino.

Conti sarà sempre coinvolto in questa vicenda, non moltoben tollerato dal Toscano, ma in ogni caso presente, mentreGodoy né rimase fuori, e la motivazione la comunicò lostesso Toscano a Strampelli:

L’ing. Godoy mi visitò in villa tre settimane or sono promet-tendomi di tornare a conversare con me…ma ho saputo da Contich’egli ha un solo e unico interesse di fuggire a Parigi insieme allasua amante ch’essendo maritata e separata qui non può rimanerein questa terra dove è sfuggita dalle sue antiche relazioni a parenti.Per cui Godoy che è fortemente avvinghiato a questa signora cheaccompagnò anche ad Olivos, non vede e non sogna che…Parigiper cui farà ed agirà con energia onde ottenere il canonicato chedesidera per mangiare in pace e in buona compagnia le prebendedella cara madre patria. Sia quindi pace all’anima sua, nessuno aquesto mondo essendo indispensabile.47

Chi faceva la parte del leone nella vicenda era PacificoToscano, e Strampelli deve aver compreso di essersi cacciatoin un guaio dal quale era per altro ormai difficile venir fuori.Egli pretendeva che l’imprenditore italoargentino fosse ilgestore di una operazione solo parzialmente economica,probabilmente con le motivazioni che abbiamo esposto inprecedenza, e questi invece era totalmente convinto di avermesso in piedi una impresa che in poco tempo avrebbe frut-tato cospicui guadagni, e riteneva ogni altro aspetto assolu-tamente secondario rispetto a questo scopo.

Strampelli provò ad arginare per quanto possibile lasituazione pasticciata che si era venuta a creare, e scrisse unalunga lettera a Pacifico Toscano nella quale tra l’altro gli dice:

Ricevuta la sua del 23 aprile mi sono recato dal sig. Brebbiaaddetto commerciale della LegazioneArgentina a Roma, che è coluiche compilò e scrisse la carta poder, come ebbi a dirle in altra mia. IlBrebbia, si è rifiutato di fare la correzione desiderata. Egli ritiene non

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Una lettera dell’imprenditore italo-argentino Pacifico Toscanoa Nazareno Strampelli con la carta intestata del centro dei grani

Strampelli ad Olivos. 23 maggio 1924.

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serio e non decoroso cedere il mio nome in proprietà ad altra persona,qualunque essa sia. Aggiunge che Ella avendo la mia procura gene-rale può servirsene ugualmente in tutti i modi. Io quindi non possofare altro che ritornarle la carta poder senza correzione. Se questofatto può portare altra spesa oltre quelle già da Lei sostenute addebitia me le spese maggiori se lo crederà giusto. Ma le dichiaro che puravendo in lei la massima stima e cieca fiducia come ho dimostrato conla rilasciatale ampia procura trovo giusto quanto osserva il Brebbia eper il mio decoro non farò mai rinuncia del mio cognome, che voglioresti sempre mia proprietà. Riguardo al nome da dare alla casa diimportazione Semillas Strampelli faccia come vuole a me nonimporta nulla della dicitura qualunque essa sia. Sono pervenute altrerichieste di grani da seme per paesi sudamericani, ma io valendomidella mia posizione presso questo Ministero di Agricoltura ho postoil veto per l’esportazione. Questa facoltà che io ho ci potrà giovare inmodo grandissimo nei nostri futuri affari. Per ora essa è servita adimpedire che altri inizino il commercio dei grani da seme Strampelli.48

La risposta di Toscano non si fece attendere e fu lapidaria:

Ella, egregio amico, è un grandissimo scienziato, ma mipermetta di dirle, e La prego di non aver a male la mia franchezza,che considero un dovere usare con un amico che stimo come Lei,di affari non ne comprende un’acca ed è meglio che ella ne lasci ilcompito a chi ha passato tutta la sua lunga vita con essi.49

Toscano sembrava percepire che l’affare Strampelli glistesse sfumando, e tentò di giocare l’ultima carta della credibi-lità che egli poteva vantare nell’apparato governativo argentino.

Quindi si rivolse a Strampelli riferendogli di aver incon-trato il ministro Le Breton il quale gli aveva chiesto infor-mazioni circa l’importazione dei frumenti da Rieti, quasi asottolineare che l’operazione che egli proponeva a Strampelligodeva di una sorta di benedizione governativa.

E si spinse oltre, dicendogli che tale disponibilità avrebbefatto bene ad annunciarla direttamente a Mussolini in quantociò sarebbe stato fatto ufficialmente da li a poco dal Ministrodell’agricoltura argentino in visita in Italia.

C’era poi il campo sperimentale di Olivos che andavamolto bene, ed era stato visitato dal deputato Arana, cuginodel presidente della Repubblica Alvear, il quale per altro loavrebbe visitato al più presto.

Toscano si prodigava a manifestare a Strampelli le sueintenzioni patriottiche, dietro le quali erano però fin troppoevidenti i suoi affari.

Gli ho comunicato (al ministro) come ora comunico a Lei ilmio divisamento di favorire il nostro paese nel senso veramentepatriottico, proponendomi di spedire in Italia grano di ottima qualitàa prezzo inferiore della quotazione del mercato perdendo così noidel denaro, in competenza con tutti cosa che noi possiamo fare nonsolo per atto patriottico, ma nel nostro stesso interesse deducendoquesta perdita dal beneficio che ritrarremo dalla vendita dellesemenze introdotte introducendo maggior quantità di semenze.

Sto anche studiando il mezzo di facilitare la vendite delle nostresemenze favorendo gli agricoltori evitando loro esborso in denaro,ricevendo in pagamento delle nostre semenze, in natura e cioè colgrano immagazzinato nel momento che noi faremo le vendite.50

Nel frattempo Toscano aveva realizzato nuove serre, enel campo sperimentale di Olivos lavoravano 20 operai senzamai trascurare un apparato scenografico che ora prevedevauna nuova iscrizione:

“Ensayos de rendimientos de las semillas ineditas Stram-pelli“, tre statue di finto marmo raffiguranti il Sembrador, ilSegador e il Fauno, e per finire sul muraglione del campoaveva in mente di far dipingere un murales dal pittore italo-argentino Cuppini, e aggiungeva con soddisfazione:

Le dico solo che il cartello è lungo 9 metri x2. Sembra unmonumento nazionale che vedranno anche i ciechi...dal continente.51

Ancora una volta magnificò a Strampelli il suo lavoro inArgentina, tutto indirizzato ad esaltare l’opera dello scien-ziato italiano. Toscano a questo punto doveva aver abbando-nato l’idea di acquisire il monopolio del marchio Strampelliper tutta l’America Latina, e, suo malgrado, sembrava averaccettato di essere semplicemente l’agente dei frumentireatini registrando il marchio Trigos Strampelli, ma a nomedello stesso Strampelli.

Dallo scienziato reatino aveva ricevuto l’assicurazioneche non ci sarebbero stati altri intermediari, tanto che in unalettera lo prega di “perdonare la sua ignoranza in materia diaffari”, e poi, utilizzando un po’ il linguaggio di Toscanoaggiungeva: “Ella sarà il solo gallo del gallinaio”.52

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In effetti Toscano era un imprenditore irrefrenabile, eanche quando non era andato in porto il suo progetto mono-polistico, proseguì la sua incessante attività che Strampelli inqualche modo ammirava e non mancò più volte di manife-starglielo come quando prese l’iniziativa di presentare unadettagliata relazione al Ministro di agricoltura italiano nellaquale, oltre a parlare dell’esperienza argentina di Strampelli,spiegava la dimensione di quella sua impresa economica.

La relazione di Toscano è importante, e vale la penaseguirla in alcuni passaggi che fanno chiarezza rispetto adalmeno alcuni aspetti della vicenda argentina di Strampelli.

In primo luogo Toscano riferisce del lavoro di Strampellisvolto per incarico del governo argentino:

Il prof. Strampelli ha compiuta la sua missione con la fedeltà edintelligenza che si addice ad uomini del suo stampo, ricevendo l’en-comio generale per la opera sua e per la dotta relazione rilasciataprima del suo viaggio di ritorno in patria, relazione che per cura delministero di agricoltura argentino fu poi data alla pubblicità.53

Poi si sofferma a descrivere i grandi vantaggi che l’Ar-gentina avrebbe ricevuto coltivando i suoi frumenti, ma anchei tentativi poco chiari di costruire affari su tale operazione, eaggiungeva:

Il Prof. Strampelli che come gli uomini di scienza è negativonegli affari, rifiutò terminatamente ogni lusinghiera renumerativaproposta, e come io con lui vedemmo il pericolo che si potesseroimportare qui dei frumenti qualsiasi, camuffandoli col nome difrumenti Strampelli, indussi il Prof., a cui io sono legato da sinceraamicizia, di registrare la marca delle sue creazioni in Argentina,Cile, Brasile e Uruguay, perché pure da questi altri Paesi sud-ameri-cani piovevano laute proposte da speculatori.

Poi arrivava a porsi come il vero e unico interlocutorescelto da Strampelli, e che operava per tutelarne il nome da“ingordi affaristi”, senza dimenticare di collocarsi dentro unagire sinceramente patriottico:

Onorato dal Prof. Strampelli della sua più ampia procura gene-rale io mi sono dovuto preoccupare di evitare che non solo ingordiaffaristi potessero sfruttare il nome del nostro illustre scienziato,denigrandolo con importazioni mistificate che darebbero loro usurai

benefici, ma ho tenuto fermamente il principio che si dovesse tenerben alto con il decoro italiano, il prestigio scientifico del sapientenostro connazionale che onora il nostro Paese, anche perché fosseluminosamente provato dai risultati che la fiducia di cui fu onoratoil Prof. Strampelli dall’onorevole Ministro Sua Eccellenza LeBreton, era completamente giustificata, ed in conseguenza la sceltafatta del ministro argentino assolutamente accertata per il benessereche si prometteva di apportare in beneficio del suo paese.

E quindi passava a descrivere il modo in cui avevaoperato e intendeva operare in futuro:

Istruito e stimolato dal prof. Strampelli, ho creato in Olivos, inun terreno di oltre circa tre mila metri quadrati, attiguo alla miavilla, un campo sperimentale con il quale potrò documentare agliagricoltori di questo Paese le mie esperienze comparative con ifrumenti, già degenerati, che si usano qui, sia nella loro acclimata-zione, come per il superiore rendimento ed infine per la loro resi-stenza alle varie avversità che affliggono i frumenti in generale.Con la seminazione in differenti date. Potrò con elementi positivicontrollabili qui alla vista di tutti, consigliare gli agricoltori suifrumenti precoci o tardivi. e dimostrare loro le differenze sensibilidi maggior produzione, come le migliorate qualità del raccolto.

Tutto ciò lo renderò di dominio pubblico invitando a tempodebito tutti gli agricoltori a visitare il mio campo sperimentale, inte-ressando in modo particolare i signori ingegneri agronomi dellaRepubblica, onde essi possano propalare, nell’interesse del loropaese, con perfetta convinzione e coscienza propria i risultatiindubbi che si otterrebbero seminando le originali varietà deifrumenti Strampelli.

Un lavoro di pubblicizzazione che era già cominciato, eToscano ricordò “la grande onorificenza” concessa allamostra del grano a Buenos Aires, così come il fatto che lacompagnia ferroviaria dell’Oeste, che investiva in propa-ganda agraria onde colonizzare altre aree deserte dell’Ar-gentina, aveva organizzato proprio in quell’anno un giro dipropaganda agraria con lezioni tenute dal prof. AlfredoBonino per spiegare agli agricoltori i vantaggi dei frumentiStrampelli.

Si trattò di un lungo giro nell’interno dell’Argentinainiziato il 30 giugno, e che il 10 luglio, quando Toscanoredasse la sua relazione, doveva ancora concludersi.

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Poi Toscano esplicitò le sue intenzioni:

Per il prossimo anno 1924 importerò le originali semenzeStrampelli, ed a proteggere gl’interessi di questo Paese, onde legit-timare la genuina provenienza, ogni sacco in più della marca regi-strata, dovrà portare la indicazione dell’anno della semenza, ed ilcontrollo con firma autografa del Prof. Strampelli.

Non permetterò in conseguenza a chicchessia introduzionealcuna di semenze col nome Strampelli, valendomi dei diritti che lalegge argentina concede per tutti i prodotti della marca registrata.Considerando come massima di onorare la propria nazionalità benefi-ciando con il lavoro il Paese che ci ospita, il mio principio è di favorirein tutto il possibile l’agricoltura argentina, facendo nel contempo operaeminentemente italiana in questa terra dove milioni d’italiani trovanopane e lavoro, costituendomi in ente commerciale per la introduzionedi queste originali varietà di semenze. Ma intendo ente commercialeonesto, che tenga ben alto il nome italiano, salvaguardando con scru-polo la dignità e gli sforzi scientifici del prof. Strampelli.

Arrivò poi all’aspetto che avrebbe potuto funzionarecome uno degli elementi base dell’operazione di StrampelliinArgentina, e cioè quello di un rapporto privilegiato nell’im-portazione di grano in Italia che avrebbe potuto funzionarecome scappatoia qualora i frumenti Strampelli non avesseroottenuto i successi aspettati una volta coltivati su larga scala,contribuendo in ogni caso a ridurre il peso economicodell’importazione del grano in Italia.

Mi propongo esportare in Italia in cambio di questa importa-zione, doppia quantità come minimo, di ottimo grano per pane,impegnandomi di vendere questo grano argentino a prezzo sensi-bilmente inferiore della quotazione di piazza e ciò nell’intento dibeneficiare il nostro Paese, favorendo l’intercambio italo-argentinoed escludendo così ogni competenza di esportazione per l’Italia.

Il sacrificio che imporrò alla mia società commerciale,vendendo sottocosto il grano per l’Italia, lo ricaveremo in parte dalbeneficio che ci darà la importazione dall’Italia e ci sarà già suffi-ciente compenso morale l’essere utili alla nostra patria inviandoprodotti necessari a condizioni…

Toscano concludeva con un evidente invito al ministrodi appoggiare questa operazione che lo avrebbe posto in unasituazione leader nel contesto degli scambi economici traItalia e Argentina.

Le due anime, quella di Strampelli scienziato e quella diToscano affarista, convivevano in strana simbiosi all’internodi questa operazione. Strampelli intendeva utilizzare il centrodi Olivos come un vero e proprio istituto sperimentalecontrollato da un agronomo di rilievo come Marcello Conti,dal quale Toscano poteva anche trarre dei guadagni, ma senzasuperare i rigidi confini che Strampelli poneva da Rieti.

Così, quando tal Cappelli propose a Strampelli di impor-tare vagoni di frumento nella provincia di Santafè, egli lomise in contatto con Pacifico Toscano presentandolo come ilsuo rappresentate inArgentina, ma, ben lungi dal consentirglidi fare affari ad ogni costo, comunicò allo stesso Toscano:

Gli ho detto che prima di importare le mie semenze è bene atten-dere i risultati delle esperienze che sono istituite colà per poter concoscienza e scienza scegliere il tipo da esservi utilmente importato.

Cosa indispensabile per la serietà del nome mio e del nostroPaese. Altrimenti si potrebbe andare incontro a degli insuccessi efare così figura da imbroglioni. Ho anche detto che la quantità diArdito raccolto in Italia in questo anno potrà aggirarsi intorno ai5000 quintali ma che qui è avidamente ricercato per seme e che gliacquirenti entusiasti offrono 200 e più lire il quintale come viene abocca di trebbia senza essere lavorato e selezionato a seme. Siprevede che non ne resterà disponibile per esportarne e pare che ilMinistero diAgricoltura voglia applicare il veto .....per questo tipo.54

Toscano invece voleva fare affari e farli presto, e che nonbadasse troppo alle sottigliezze lo testimonia il modo in cuipubblicizzava i frumenti Strampelli in Argentina.

Nell’aprile nel 1924 diffuse migliaia di copie di una circo-lare destinata ai produttori argentini nella quale dopo aver ricor-dato la figura di Nazareno Strampelli, del quale egli siprofessava “amigo, discipulo” ma soprattutto “apoderadogeneral”, proponeva ad essi di prenotare il frumento Ardito perla prossima semina. Egli comunicava di essere stato diretta-mente a Rieti, e che, malgrado le promesse fatte da Strampellial ministro Le Breton, c’erano difficoltà ad esportare tale varietàdi frumento per l’altissimo utilizzo che se ne faceva in Italia.

Solo a lui Strampelli aveva concesso una certa quantitàdi Ardito che in Italia aveva dato risultati eccezionali, consen-tendo nel 1923 una riduzione di importazione di frumento di12 milioni di quintali, e producendo quindi un arricchimentodi 300 milioni di lire/oro.

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Quindi un frumento davvero miracoloso, che per esserottenuto occorreva prenotarlo in tempo vista l’esigua dispo-nibilità. E in un’altra circolare specificava che il prezzo era di45 dollari argentini per ogni confezione da 65 Kg., con l’im-pegno da parte dell’acquirente di restituire il sacco con cuiera confezionato onde evitare contraffazioni.55

In realtà fino al 1925 in Italia l’Ardito non era coltivatoche su una modesta superficie di 175.000 ettari, e gli straor-dinari risultati che Toscano descriveva ai suoi connazionali,dovevano ancora accadere.

Così come non era affatto vero che in Italia l’importa-zione di frumento era diminuita di 12 milioni di quintali nel1923, anzi questa passò da 26.813.020 nel 1922 a 27.887.420nel 1923, diminuendo nel 1924 di circa 6 milioni di quintali,ma non grazie all’Ardito che ancora si coltivava su ristrettis-sime porzioni di territorio.

Tutto vero quello che diceva Toscano, solo che quelloche lui descriveva come cosa accaduta, doveva ancora acca-dere, e, come abbiamo visto, occorrerà aspettare la fine deglianni venti perché i grani Strampelli venissero massicciamenteintrodotti nelle campagne italiane consentendo un pressochétotale annullamento delle importazioni frumentarie.

Egli stava investendo molto in questo affare, e non nefaceva mistero a Strampelli:

Avendo io già speso più che 120.000 lire per il Campo Esperi-mentale ed essendo deciso a mettere tutta la mia fortuna in questoaffare che io vedo chiaro come la luce del sole ho bisogno di circon-darmi di collaboratori attivi, influenti e che si uniscano a me perdare la vita che abbisogna un commercio qualsiasi e quindi questimiei collaboratori debbono guadagnare sulle utilità che dal miocommercio ritrarrò, volendo che per Lei rimanga il venticinque percento sulle utilità nette e rimborsandole tutte le spese ch’ella incon-trerà non solo per l’acquisto delle semenze, ma bensì tutte le spesedi posta telegrammi eccetera ch’ella deve sopportare a riguardo diquesto commercio. A tempo debito farò fare una scrittura legale alrispetto.56

Marcello Conti, del quale Strampelli si fidava, se nonaltro perché era uno studioso decisamente accreditato nelmondo accademico argentino, rappresentava per Toscano unfreno, ed egli tendeva a metterlo in cattiva luce:

Sull’amico Conti e mi spiace il dirlo, io non posso contareaffatto. Non solo non ha affatto spirito commerciale ma è di unanegligenza da far cascare le braccia. Non si è mai interessato dinulla se non che della parte curiositiva che è l’antitesi assoluta dellacollaborazione, ma tutto ciò che io l’ho incaricato di fare non l’hafatto e non si è dato il pensiero di farlo dal momento che io hocercato di innestargli il mio entusiasmo facendogli comprendereche chi con me lavora guadagna.57

La pagina argentina di Strampelli resta comunque ancoracon delle ombre. Di certo Toscano importò considerevoli quan-tità di frumento con confezioni direttamente preparate a Rieti58tanto che nell’agosto 1923 egli chiese la disponibilità a Stram-pelli per complessivi 5000 quintali dei frumenti Carlotta,Ardito, Apulia, Cervaro, Potenziani e Riccio,59 ed egli stessonel luglio dello stesso anno comunicò di avere completamenteesaurito i 300 sacchi di Ardito, così come del Potenziani per ilquale chiedeva l’imbarco immediato di un’altra fornitura.60

Toscano nominava subagenti in giro per l’Argentina,diffondeva attraverso pubblicazioni i frumenti Strampelli, eprocurava anche altre ordinazioni dalla Francia, come quellaper Luis Gaye a Lannemezan.61

Nel frattempo egli aveva coinvolto nell’operazione l’ing.Bonino che non solo aveva accompagnato Strampelli nel suogiro per l’interno dell’Argentina, ma era stato incaricato dallacompagnia ferroviaria di effettuare un lungo giro di propa-ganda per diffondere i frumenti Strampelli.

Egli poi metteva in piedi iniziative promozionali sia sulpiano giornalistico, avvalendosi per altro del suo ruolo di azio-nista della Nacion, uno dei principali giornali argentini, sia conazioni singolari come quella, suggeritagli per altro da Bonino,di diffondere campioni gratuiti di frumenti Strampelli agli agri-coltori utilizzando la compagnia ferroviaria argentina.62

Come sempre declamava il suo entusiasmo per questaimpresa, ma i rapporti con Strampelli si interruppero qui.

Nel 1924 Strampelli ricevette a Rieti la visita del Mini-stro dell’agricoltura argentino Tommaso Le Breton,63 maqualche mese dopo venne totalmente assorbito dalla battagliadel grano essendo stato chiamato da Mussolini a far parte delComitato permanente del grano, e i suoi frumenti andaronoprogressivamente ad acquisire un pressoché totale monopolionella granicoltura italiana.

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Scheda tecnica del grano “Carlotta”largamente diffuso in Argentina.Rivista Granos, 1939

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Difficile pensare che essi potessero anche essere esportati,tanto che lo stesso Strampelli aveva comunicato già nel 1924a Toscano che il suo grano, soprattutto l’Ardito, era “...avida-mente ricercato per seme, e che gli acquirenti entusiasti offrono200 e più lire il quintale come viene a bocca di trebbia senzaessere lavorato e selezionato a seme. Si prevede che non neresterà disponibile per esportarne e pare che il Ministero diAgricoltura voglia applicare il veto ....per questo tipo”.64

D’altra parte una ipotetica politica import-export adom-brata come ipotesi da Strampelli, e sulla quale aveva forte-mente investito Pacifico Toscano, mal si addiceva allastrategia autarchica di Mussolini che aveva puntato ad annul-lare le importazioni granarie fidandosi ciecamente deifrumenti Strampelli. Ma c’è un altro elemento che potrebbespiegare l’interruzione dei rapporti tra Strampelli e Toscanonel 1924, e ancora una volta è Rieti ad agire verso Strampellicon una ossessionante forma di controllo e sfiducia.

Così come accadde quando Strampelli iniziò a lavorarealle sue ibridazioni anziché alla valorizzazione del Rieti origi-nario, così come quando egli in tutto segreto pensò e progettòla nascita dell’istituto nazionale di genetica per la cerealicol-tura a Roma, così quello che Strampelli stava facendo inArgentina deve aver insospettito l’ambiente reatino e susci-tato quelle reazioni da sempre temute da Nazareno Strampelli.

Non abbiamo riscontrato elementi documentari precisiin questo senso, ma è molto indicativa l’ultima delle lettereche Toscano scrisse a Strampelli e nella quale tra l’altro dice:

...ben sorpreso di apprendere le accennate comarate ...di queiSignori Reatini, che dimostrano non solo una crassa ignoranza perle sue eccelse qualità di uomo e scienziato, ma bensì un cretinaingratitudine per tutto quello che lei ha fatto e sta facendo per Rieti,onorandola nella maniera che pochi uomini sanno fare. Toccare poila sua persona come trafficante...è proprio un delitto ma come unraglio di un asino, o di asini non giunge al cielo, lasci ragliarefinchè vogliono certo, come dev’essere che nessuno può dareascolto a simili canagliate. L’amico Conti con me ne ha riso perchéè perfino indecoroso che lei raccolga certa immondizia che nonpotrà mai toccarle la suola delle scarpe.65

Questa fu di fatto l’ultima lettera di Toscano a Stram-pelli, e l’ultimo atto di un capitolo che, come abbiamo dettoall’inizio, Nazareno Strampelli non ha mai voluto ricordare.

A ciò può aggiungersi che lo spirito imprenditoriale alquantospregiudicato di Pacifico Toscano deve aver ulteriormenteintimorito Strampelli fino al punto da prenderne le distanze.Tale ipotesi è ulteriormente suffragata da una lettera cheStrampelli ricevette nel maggio 1924 dall’ing. Parcel, dellaDirección general de Enseñanza agricola del Ministero deAgricoltura de la Nación, il quale gli riferì i risultati delfrumento Apulia, e senza mezzi termini gli fece intendere chesarebbe stata più opportuna una diffusione dei frumentitramite l’apparato ministeriale argentino per evitare situazionipoco chiare e, con delicatezza, ma in modo inequivocabile,fece riferimento a Pacifico Toscano che tra l’altro magnifi-cava la qualità dei frumenti che vendeva ovunque, i quali poideludevano nell’applicazione pratica, e questo era quanto dipiù preoccupava Strampelli. Secondo l’ing. Parcel in alcunezone della pampa argentina l’Ardito non era affatto indicato,e molto meglio di esso si comportava l’Apulia.66

E’ comunque certo che in altre zone l’Ardito andavabenissimo, come testimonia una relazione di G. Bachrousesui frumenti Strampelli da lui coltivati nella provincia diBuenos Aires:

Su mejor trigo es indiscutiblemente el Ardito, que si bienfracaso en el norte en tre puntos, en rinde, y tambien aspecto degrano, en el Oeste Centro rendia mas qualquier otro, y granobastante bueno.67

Un’altra testimonianza della perdita di credibilità diToscano, è la corrispondenza di Pagella Ilnos-Junin, un riccoproprietario di Buenos Aires, che chiese a Strampelli difornirgli direttamente i suoi frumenti, e in questo lo consigliòil dott. Girola, direttore del museo agricolo di Buenos Airesche più volte Toscano aveva cercato, evidentemente senzasuccesso, di coinvolgere,68 e nello stesso modo si comportò ildirettore della Bolsa de Cereales-BuenosAires che relazionòdirettamente a Strampelli sui risultati delle coltivazioni delCarlotta, e gli chiese un parere circa le possibilità di diffon-derlo nella zona della Pampa.69

Insomma Toscano uscì dall’orizzonte di NazarenoStrampelli, ed egli chiuse la sua pagina inArgentina per dedi-carsi totalmente alla battaglia del grano che rappresentò lagrande applicazione pratica dei suoi frumenti.

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NOTE

1 N. STRAMPELLI, I miei lavori…op. cit.2 G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942.3 ASSGRi, APS, b. 13, f. 34, Lettera di Marco Dutto a Nazareno

Strampelli, 1919.4 Sul ruolo degli emigranti italiani in Argentina cfr. E. SCARSELLA,

Italiani d’Argentina, Venezia 1983; E. GENTILE, L’emigrazione italianain Argentina nella politica di espansione del nazionalismo e del fascismo,in “Storia Contemporanea”, XVII (1986), n. 3, pp. 355-396. Più in gene-rale per quanto riguarda l’America Latina si veda il numero monograficodi Quaderni Storici n. 25, 1974 “Capitale e lavoro in America Latina”.

5 ASSGRi, APS, b. 10 (n. p.) f. 2, Lettera del dott. Carlo Meschinia Nazareno Strampelli, 8 maggio 1919.

6 Ivi, b. 10 (n. p.) f. 10, Lettera dell’ambasciatore della legazionedella Repubblica Argentina a Nazareno Strampelli, ottobre 30 1922.

7 L’elenco dei membri delle commissioni è pubblicato in, Il prof.Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in “La Scena Illu-strata”, (di Buenos Aires) XVI (1922), nn. 50-51, p. 7 .

8 L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina) in “L’Italia del popolo”,6 dicembre 1922, p. 2; Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestraciuidad, in “La nuova Provincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Naza-reno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas ensu jra por copetonas e irene, in “La nuova Provincia”, 23 dicembre1922; Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923(settimanale di Camerino); Il professore Strampelli nella nostra casain “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923; Cultivo y rendiniento deltrigo, in “La Nation”, 1 febbraio 1923;Hay variedades de trigo que noson aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec unajira que realiza pour aquella zona in “La Nation”, 24 febbraio 1922.

9 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia del Popolo”,6 dicembre 1922.

10 Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6 dicembre1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires).

11 N. PASINI, Conversando con donna Regina Pacini de Alvear(Moglie del presidente della repubblica Argentina), in “La Patria degliItaliani”, 17 dicembre 1922, p. 1.

12 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli; in “Il gior-nale d’Italia”, 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires).

13Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio in “Giornaled’Italia”, 17 gennaio 1923.

14 Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre in “LaScena Illustrata”, XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre, p. 7.

15 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. Le impressioni delProf. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno (dell’Argentina) in“Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922.

16 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires).

17 ASSGRi, APS, b. 24, f. 1, Alcune considerazioni sull’attualesituazione granaria (Minuta del dott. O. Narduzzi 17/11/1905).

18 E. SALA ROCA, El problema mundial del trigo y el problema deltrigo en España, Barcellona 1948.

19 Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria…doc. cit.20 V.M DE MOUSSY, Description géographique et statistique de la

Conféderation Argentine, Parigi 1860; Primer censo de la RepublicaArgentina verificado en los dias 15,16 y 17 de setiembre 1869, BuenosAires 1870; Secundo censo de la Republica Argentina. Mayo 10 de1895 Buenos Aires 1896; A.S. DELACHAUS, La poblacion de la Repu-blica Argentina. Su reparticion, densidad y ley de crecimiento, in“Revista de la Universidad”, III, 1895.

21 M. CONTI, Studi e ricerche sui sistemi di raccolta del grano.Risultati di una inchiesta in Argentina, in “L’Italia Agricola”, 65(1928), n. 6, pp. 719-724. a M. CONTI, Mecànica agricola, Motores imaquinarias. 2. Voll Buenos Aires 1913.

22 ASSGRi, APS, b. 24, f. 12, “Repubblica Argentina”. Quadernodi appunti 1922.

23 Ibid.24 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. In “Il Giornale

d’Italia” 28 dicembre 1922.25 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El

professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquellazona. in “La Nation”, 24 febbraio 1922.

26 L.M. De CARRIL, Aplicaciones de la Genetica a los problemasaricolas argentinos in “Revista de la facultad de agronomia y veteri-naria”, t. IV (1922), dicembre, pp. 127-155.

27 Per una panoramica complessiva della storia agraria argentinacfr. I. Carlos Pereira, Historia politica, económica y social de l’Ar-gentina 1563-1914, Buenos Aires 1982; M. DE BLACHA GIRBAL,Historia de la agricoltura argentina a fines del siglo XIX, BuenosAires1982; R. JAMES SCOIBIE, Revolucion en las Pampas: historia social deltrigo argentino. 1860-1910, Buenos Aires 1962; E. GARZON, L’Ame-rique latine.République argentine, Parigi 1913; MIATELLO U., Tratadode Agricoltura. Cereales, Buenos Aires, 1921.

28 Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923(settimanale di Camerino).

29 ASSGRi, APS, b. 24, f. 8, “Nota dei frumenti da seme inviati aS.E. il Ministro di Agricoltura a Buenos Aires” s.d. (1923).

30 FERROCARRIL CENTRALARGENTINO, Nueva zona agricola sopre lalinea F:C:C:A en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires1924; cfr. anche H. MIATELLO, Cultivo del trigo en la provincia deSantiago del estero Buenos Aires 1922.

31 N. HOROVIT, Descripción de variedades agricolas de trigo porsus caracteres morfológicos, in “Granos”, 1939, dicembre.

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32 cfr. LABORATORIO EXPERIMENTAL DE MOLINERIA Y PANIFICA-CION,Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos hibridosy de algunas variedades puras en épocas diferentes de siembra, BuenosAires 1925; E. CLOS, Ensayo de classificacion de los trigos de “pedi-grée” cultivados en la Argentina, in «Alm. Del Min. de Agr. », 1934,pp. 331-330; HIRSCHORN J., Identificación colorimétrica de las varie-dades de trigo mediante el ácido fenico, In “Rev. De la fac. DeAgr. DeLa Plata” XX (1934), n. 1; KLEIN C, Estudio sobre las carcteristicas de12 variedades de trigo de pedigrée y la posibilidad de identificarlasper el grano, in “Bol. Min. Agr.”, XXVIII (1929), n. 2, pp. 151-162;N. RUSSO PETRON, Descripción de trinta y cinco variedades de trigo delpais con observaciones sobre la costancia de lagunos caracteres morfó-logicos, Buenos Aires 1939; Ministero de Agricoltura de la Repub-blica Argentina, Informe sobre la conferenzia internacional del trigorealizada in Roma en el mes de apbril 1927, Buenos Aires 1927.

33 H. MIATELLO, Cultivo del Maiz en la zona de secano Santia-gueña, Buenos Aires 1922. Pubblicazione che fa parte di una serie divolumetti in questo senso sul Mais, grano, lino ecc. distribuiti gratui-tamente ai coloni.

34 E. BASSI, Il grano, Roma 1935.35 Fonte: E. BASSI, Il grano, cit. p. 348.36 Della pubblicazione della relazione Strampelli fa menzione Paci-

fico Toscano in una relazione inviata all’Ambasciatore argentino inItalia. Cfr. ASSG, b. 10, Lettera di P. Toscano del 10 luglio 1923.

37 ASSGRi, APS, b. 24, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Naza-reno Strampelli 4 ottobre 1923; Ivi, Bozzetto da imprimere nei sacchidestinati all’importazione dei grani Strampelli in Argentina, s.d.[1923]. Nella lettera Toscano definisce il ministro Le Breton un“pitocchioso”.

38 Ivi, f. 7, in “Liquidazione conto spese con il Ministero di Agri-coltura di Buenos Aires, 6 dicembre 1923; Ivi, Nota delle spese diviaggio da Rieti a Buenos Aires e viceversa, s.d.; Ivi, f. 10, Letteradella Legazione della Repubblica argentina a Nazareno Strampelli1923, luglio 19.

39 Ivi, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19febbraio 1923.

40 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19 marzo1923.

41 Ivi, Procura allegata alla lettera di Toscano a Strampelli del19/3/1923: Yo, el infrascripto, Nazareno Strampelli, domiciliato enItalia, poe èsta presente autorizza expressamente al Sr. PacificoToscano de BuenosAires para que registre a su nombre en la RepùplicaArgentina, mi appellido “STRAMPELLI” como marca de fàbrica ò decomercio...”.

42 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 20 marzo1923.

43 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 3 aprile1923 Toscano comunica anche a Strampelli che sarebbe arrivato a Rietil’agronomo argentino Vincente Carlos Bruni, inviato dal Ministero diagricoltura.

44 Ivi, lettera del 23 aprile 1923.45 Ivi.46 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 12 maggio

1923.47 Ivi.48 Ivi, Lettera di N. Strampelli a Toscano, 31 maggio 1923.49 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 3 luglio

1923.50 Ivi.51 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 27 giugno

1923.52 Ivi, Lettera di N. Strampelli a P. Toscano s.d. luglio 1923.53 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano al Ministro d’Italia 10 luglio

1923.54 Ivi, lettera di N. Strampelli a P. Toscano (luglio 1923).55 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Strampelli, s.d. All. Circolare

del 30-4-1924 e altra circolare s.d.56 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19

settembre 1923.57 Ivi.58 Strampelli fece appositamente fabbricare 700 sacchi dallo Juti-

ficio Centurini di Terni, cfr. Ivi, fattura dell’11 febbraio 1924.59 Ivi, telegramma del 4 agosto 1923).60 Ivi lettera del 6 giugno 1924.61 Ivi, lettera del 7 giugno 1923.62 Ivi.63 Così scriveva Toscano nella lettera del 23 maggio 1924: “…sono

veramente compiaciuto di leggere nei giornali le buone accoglienze ale Breton, nonché la ricca ospitalità a lui dal Potenziani, per iniziativasua, e del compiacimento di S. M. il re perché il Le Breton visitò lei aRieti”. Si veda anche il biglietto da visita nel registro di presenzedell’istituto sperimentale di granicoltura di Rieti.

64 Ivi lettera di Strampelli a Toscano, luglio 1923.65 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 6 giugno

1924.66 ASSGRi, Carteggio, b. 44, f. 5, lettera di Alfredo Parcel, del

Ministero de Agricoltura della Nación - Dirección general de Ense-ñanza agricola, 19 maggio 1924.

67 Ivi, lettera di G. Bachrouse del 15 gennaio 192468 Ivi, Lettera di Pagella Ilnos - Junin, del 6 aprile 1924; Ivi b. 45, f. 5.69 Ivi, lettera del direttore dalla Bolsa de Cereales-BuenosAires del

26 maggio 1924.

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Stand dell’Istituto Nazionale di Genetica per laCerealicoltura e della Stazione Sperimentale diCerealicoltura alla Mostra Nazionale del Grano 1932

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I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze diArrigo Serpieri

Come è noto gli effetti della prima guerra mondialesull’economia italiana furono devastanti soprattutto perchégià dal primo ventennio del novecento, la struttura produttivaaveva assunto un carattere marcatamente capitalistico chepresentava un punto di criticità fortemente condizionante ecioè la sua dipendenza dal mercato internazionale sia per l’ac-quisizione di materie prime e mezzi tecnologici, che percollocarvi un surplus produttivo non assorbibile dal mercatointerno.

Tuttavia, almeno sul piano numerico, nel triennio1922-1925 si assiste ad un significativo sviluppo dell’agri-coltura italiana, anche se più per motivi esogeni che peruna reale politica di intervento sul settore.

I prodotti italiani sono richiesti sul mercato estero ancheperché, grazie ai bassi costi della manodopera agricola, l’of-ferta si presentava in termini decisamente competitivi.

L’emigrazione di inizio secolo aveva inoltre sfoltito inmodo significativo il surplus di popolazione agricola dallaquale, per altro, grazie alle rimesse economiche, si potevacontare su un significativo contributo al percorso di riequili-brio della bilancia dei pagamenti.

Insomma, il settore primario, come si evince dall’inda-gine di Orlando, in questi anni continuò a crescere con untasso del 2,3%, molto vicino a quello del ventennio che avevapreceduto il primo conflitto mondiale.1

Questa congiuntura favorevole iniziò a subire un decisoarresto fin dal 1925 tanto che nel quindicennio successivo iltasso medio di variazione del valore aggiunto in agricolturafu appena dello 0,5%.

Nel 1925 gli Stati Uniti, verso cui si era in larga misuraorientata l’emigrazione italiana, chiuse le proprie frontiere;le annate agrarie di quegli anni furono particolarmente disa-strose, e la richiesta di prodotti agricoli da esportazione, subìun vero e proprio tracollo.

A tutto questo si deve aggiungere il progressivo aumentodel deficit della bilancia commerciale dovuto all’aumentodell’acquisto dall’estero di materie prime e macchine agrarieper le quali si passò da un valore di importazione di 19.522.170lire del 1922, a 51.833.478 nel 1925, e la cifra raggiunse i90.525.460 l’anno successivo. Ad incidere tutt’altro che favo-revolmente fu anche l’enorme trend di importazione di scortesollecitato dall’aumento dell’inflazione, e l’indisponibilità dibeni dovuta alle pessime annate agrarie di quel periodo.

Il ragionamento che davanti a tutto questo fece Mussoliniappariva all’interno del regime come inevitabile.

Visto che la voce che incideva in termini maggiormentenegativi nella bilancia commerciale italiana era quella delgrano, occorreva puntare tutto per aumentarne la produzioneal fine di ridurne l’importazione.2

Questo di fatto fu il percorso con cui si tentò di affrontareuno dei problemi economici più spinosi del Paese. Ne vennefuori una azione fortemente propagandistica, che nulla togliealla bontà degli straordinari risultati scientifici di NazarenoStrampelli, la quale era indirizzata in varie direzioni, masoprattutto verso il rafforzamento del blocco borghese nellecampagne.3

Se almeno formalmente, pur con qualche perplessitàdovuta all’ipotesi di raggiungere un obiettivo mai sfiorato inprecedenza, gran parte dell’apparato di governo condivideval’ossessione mussoliniana dell’indipendenza granaria, c’erachi seguiva un percorso di ragionamento diverso, comeArrigo

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I grani Strampelli e il Fascismo

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Serpieri, uno degli uomini più intelligenti e colti di cui ilregime abbia potuto disporre, il quale nel 1925 pubblicò su“L’Italia agricola” un articolo dal titolo emblematico Osser-vazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia.4

Più volte sottosegretario al Ministero di agricoltura conl’incarico dal 1929 di sovrintendere alla bonifica integrale,Arrigo Serpieri era dialetticamente legato al mondo del-l’agraria, soprattutto toscana,5 all’interno della quale racco-glieva la stima della parte più illuminata, mentre era guardatocon perplessità dalle frange più tradizionali e reazionarie,contraddizione, questa come altre, che stigmatizzarono il suoprofondo intreccio con le vicende dell’agricoltura italiana peroltre mezzo secolo, e che, come notava giustamente GiuseppeMedici, “…viste a distanza si presentano nella forma di unasorprendente “continuità”.6

La premessa è importante perché Serpieri tra il 1920 e il1925 si collocò come il più autorevole stratega della politicaagraria del fascismo, estrapolando, ed anche in questo inaperta contraddizione con il diniego del regime verso il libe-ralismo, numerosi teoremi paretiani, collocandoli a sorreg-gere sul piano teorico il suo ruralismo politico.

Quindi persona significativa, di certo la più autorevole,che poteva esprimersi sul fronte della politica cerealicola chesi stava sviluppando in quegli anni, prevalentemente incen-trata sulle opzioni genetiche della scuola reatina di Stram-pelli, e quelle della selezione genealogica della scuolabolognese di Todaro.

Nell’articolo Serpieri fa una disamina completa delquadro economico della granicoltura del Paese, sostenendotesi che di grande modernità, in ogni caso molto poco allineatea quelle concezioni fortemente propagandistiche del tempo.Egli era da sempre un sostenitore della piccola proprietàcontadina che poteva svilupparsi attraverso un modello libe-rista lontano dallo statalismo mussoliniano. In pratica occor-reva trovare il modo per aumentare il reddito della produzionedi grano per aumentarne la produzione, senza le strategiepianificatorie che intendeva mettere in atto Mussolini.

Nell’articoloArrigo Serpieri si mosse con grande cautela,fino a rasentare lo scetticismo rispetto alla prospettiva dellabattaglia del grano che da li a poco Mussolini avrebbe procla-mato, e della quale egli non poteva non essere informato.

Il fatto che nella postilla all’articolo egli precisò di averloscritto prima della proclamazione della battaglia del grano, èdavvero di scarsa importanza, e non tanto, e non solo perchéesso venne pubblicato nel numero di settembre della rivista,quindi più di due mesi dopo la proclamazione ufficiale fattada Mussolini, ma soprattutto perché è difficile immaginareche il duce possa aver intrapreso tale percorso senza essersiconfrontato con lui, da sempre punto di riferimento della poli-tica agraria del regime, se non altro perché ricopriva l’inca-rico di sottosegretario del Ministero di agricoltura.

Il ragionamento di Serpieri è ben lontano da quel coro dipolitici che sulla battaglia del grano scommettevano granparte della credibilità del regime.

E’ economicamente e sociologicamente avvertito;pacato, quasi scettico, non immune da atteggiamenti di difesadegli interessi di quelli che egli definiva come gliagricoltori-imprenditori, insomma di quell’agricoltura capi-talistica della quale si sentiva espressione:

Volendo sinteticamente prospettare le ragioni determinanti gliindirizzi e le modalità della granicoltura italiana, e trarne quindinorma per direttive di azione pubblica o privata, si può, per unaprima approssimazione, ragionare così. Essendo la produzioneattuata da privati agricoltori che agiscono in una economia discambio, allo scopo di realizzare un massimo di tornaconto, chediremomonetario troveremo nelle leggi di questo le ragioni cercate.7

Una bella differenza di approccio rispetto a chi avrebbefatto della battaglia del grano solo una questione di orgoglionazionale.

Per Serpieri dovevano essere le leggi economiche a rego-lare un aumento di produzione frumentaria, e avvertiva senzamezzi termini che era, o doveva essere, l’imprenditore agri-colo, viste determinate condizioni ambientali collegate alprezzo dei prodotti agrari, a stabilire la convenienza o menodi coltivare sul proprio fondo il grano, e in quale misura ecombinazione con altre coltivazioni.

Già con questo Serpieri metteva un preciso freno alleipotesi pianificatorie, da più parti caldeggiate, di aumentarela superficie cerealicola nazionale.

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In base agli indicati calcoli di tornaconto, l’agricoltore “uomoeconomico”, sceglie dunque la combinazione colturale nella qualeil grano è o non è ammesso, e, in caso affermativo, occuperà unaquota di superficie più o meno estesa.8

In tal modo si era da sempre determinata l’estensionecerealicola nazionale ma questo è solo uno dei due elementiche determina la produzione, in quanto l’altro è “l’intensità”,cioè a dire la produttività dei fondi agricoli destinati afrumento. La produttività di un ettaro ha per ovvie ragioniuna soglia massima non travalicabile, e Serpieri era benconsapevole che le rese massime che si ottenevano in Italiaerano molto lontane dal raggiungerla.

Tale ragionamento era strumentale per introdurre un altroconcetto, in quanto, sosteneva Serpieri, “…non è detto cheraggiungere questo limite assoluto sia conveniente.”

C’è una intensità di produzione alla quale convienefermarsi, ed egli lo sostenne con un concetto economica-mente elementare, ma espresso da lui, e in quel contesto,assumeva anche un preciso significato politico.

Per elevare il prodotto per ettaro, in un determinato fondo,occorre aumentare la quantità di mezzi impiegati (lavoro, concimiecc.): da una parte si ha quindi un aumento di costo, dall’altra unincremento di prodotto. Ciò sarà conveniente fino a quando ilvalore dell’incremento di prodotto superi, o, al limite, eguagli, l’in-cremento di costo.

Quindi chi voleva a tutti i costi aumentare la produzionecerealicola del paese doveva tener ben presenti i fattoridell’estensione, la quale doveva essere in funzione dellepotenzialità di ricavo rapportata ad altre possibili colture, edel rapporto tra il valore monetario del surplus del prodottoottenuto, e gli investimenti impiegati per ottenerlo.

Tali investimenti non erano solamente legati ad unmaggiore impiego di macchine agricole, manodopera e ferti-lizzanti, questo era ovvio, ma servì a Serpieri per porre unproblema di capitale importanza.

Si trattava del dualismo agricolo delle due italie, quellacentro-settentrionale dove l’adeguamento strutturale per unacerealicoltura intensiva era in qualche modo in fase avanzata,contrapposta al meridione dove era ancora presente:

…una granicoltura che si attua su terreni i quali si trovanoancora allo stato naturale, o quasi. E’ l’industria del menar lasemina, con la quale, in terre non sistemate, scarsamente provvistedi costruzioni, di strade ecc., si sparge il seme e si raccoglie, affi-dandosi al buon Dio sull’esito della coltura. Il fattore “natura” hail maggior peso: il fattore “uomo” ne ha uno assai piccolo. 9

Quindi, ribadiva Serpieri, se si voleva aumentare laproduzione frumentaria, non potevano non mettersi inbilancio tempi e costi per un miglioramento fondiario del sud.

Andava poi tenuto conto che la reale produzione cerea-licola italiana era leggermente superiore a quella riportatadai dati ufficiali, i quali non tenevano conto che, contraria-mente a quanto avveniva in altri paesi a prevalente esclusi-vità colturale, circa la metà della superficie cerealicolanazionale era di tipo promiscuo, con il risultato che lacompresenza colturale dilatava erroneamente il dato dellasuperficie cerealicola, facendo conseguentemente scendere iltasso medio di produttività.

L’incidenza venne stimata da Serpieri in circa 1/5, cosache riduceva la superficie reale destinata a frumento,portando la media produttiva unitaria a circa 14 q.li per ettaro.

Da questo deriva che il rendimento frumentario italianoera allineato a quello di altri paesi europei, e li dove le produ-zioni erano maggiori, andava considerata la superficie chequesti paesi destinavano al frumento.

In effetti la Germania, la cui produzione media superavai 20 q.li per ettaro, aveva una estensione complessiva infe-riore ai due milioni di ettari, meno della metà dell’Italia lacui superficie frumentaria era di circa quattro milioni e sette-centomila ettari.

Ancor più macroscopica è la differenza con altri paesicome il Belgio, la Svezia o la Danimarca, che avevano produ-zioni superiori anche ai 25 q.li, ma su superfici addiritturainferiori ai 150 mila ettari, quindi coltivati in modo estrema-mente intensivo, a differenza dell’Italia che per altro avevauna significativa percentuale di aree montano-collinari impie-gate nella coltivazione del grano.

Quindi secondo Serpieri la tanto declamata arretratezzadella granicoltura italiana era tale solo “…per chi non sa isti-tuire razionalmente tali confronti”.10

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Questo non vuol dire che in Italia non fosse possibile, onon si dovesse aumentare la produzione frumentaria, ma cheil percorso da seguire non era quello della superficie, ma duediversi fattori.

Il primo era il prezzo del grano in relazione ai mezziutilizzati per l’intensivazione colturale (manodopera, ferti-lizzanti, meccanizzazione ecc.), e di conseguenza, tanto piùalte sarebbero state le possibilità di ricavo da parte degliimprenditori agricoli, tanto più essi avrebbero effettuato inve-stimenti allo scopo di aumentare la resa.

L’altro fattore, che è quello che più ci interessa in questasede, era quello che egli chiamava il “sapere” inteso in duediverse direzioni. Da un lato c’era bisogno di avviare una fortecampagna propagandistica, e di incentivare l’istruzione agrariain modo che i “…migliori metodi di coltivazione già zona perzona attuati dagli agricoltori migliori, si estendano a tutti”.

Dall’altro c’era bisogno di introdurre una variabileesterna, e cioè che “…la sperimentazione scopra metodi piùvantaggiosi di quelli finora noti”.

Quindi nuovi frumenti da mettere a coltura, e certamenteSerpieri conosceva già quelli che Strampelli teneva ancoranei cassetti della Stazione sperimentale di Rieti, ma su questopunto egli rimase molto cauto, lasciando trasparire qualcheperplessità rispetto ai risultati ottenibili con essi.

Il “molto fermento di idee nuove”, riferendosi in tuttaevidenza alle ricerche di Strampelli, doveva trovare unriscontro pratico, scriveva Serpieri, “…con serietà di metodionde evitare che si possano seminare dannose illusioni,anziché favorire il progresso”.

Perplessità queste che, come abbiamo visto, erano proba-bilmente anche di Strampelli, ma che ormai egli non era piùin grado di gestire, nel momento in cui entrarono nel vorticedei tempi politici imposti da Mussolini per la battaglia delgrano.

Serpieri si pose il problema dei reali costi che si sareb-bero avuti per aumentare la produzione granaria, sia intermini di impiego di fertilizzanti, che delle superfici cherischiavano di essere sottratte ad altre coltivazioni, così comedi quelle destinate al pascolo e alle piante foraggiere, con laconseguente incidenza negativa sul patrimonio zootecnico.

Contestualmente sostenne che uno degli elementi cheincideva come voce negativa nel quadro dei fattori di produ-zione era il costo della manodopera soprattutto in quelle areedove era maggiormente presente un sistema di conduzione asalariati, il cui costo era superiore all’aumento del prezzo delgrano.

Egli colse puntualmente l’esasperazione di quegli anniverso la mitizzazione dell’indipendenza granaria che da li apoco sarebbe diventata la battaglia del duce, e nello stessotempo indicò la strada come eventualmente condurla, anchecon l’introduzione, con le dovute cautele, delle nuove varietàcome quelle di Strampelli.

Insomma, in questo articolo di Serpieri sembra vi siacontenuta sia l’idea della battaglia del grano, sia tutte lecritiche che successivamente si mossero ad essa, sia la difesadegli interessi degli agrari, sia il bisogno consapevole ditradurre l’investimento in sviluppo complessivo e duraturo,quasi ad avvertire e prendere le distanze dal pericolo di unaazione meramente propagandistica del regime.

La battaglia del grano

E che in parte fu così non c’è dubbio. Il ruralismo fascistatroverà nella battaglia del grano la sua apoteosi, così come èvero che risultati concreti si raggiunsero, ed è altrettanto veroe significativo che quando Mussolini lanciò la battaglia delgrano, lo fece tenendo presenti molte delle consapevolezzeche aveva manifestato Serpieri.11

Certo fu una battaglia tutta indirizzata verso fini produ-zionistici che, contrariamente a quanto aveva detto Serpieri,non si pose il problema di un miglior assetto fondiario,soprattutto del meridione, cosa che avrebbe consentito,magari con tempi più lunghi, di tradurre i risultati raggiuntiin sviluppo concreto e duraturo. 12

Che comunque Mussolini abbia tenuto conto delle osser-vazioni di Serpieri lo si intuisce fin dall’inizio.

Certo, è difficile scorgere le consapevolezze di Serpieridurante la seduta notturna della Camera dei deputati del 20giugno 1925 nel corso della quale Mussolini proclamò labattaglia del grano, con la retorica che gli era consueta.13

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Queste cominciarono ad emergere qualche giorno dopo, nelcorso della seduta in cui si insediò il Comitato permanentedel grano costituito con regio decreto del 4 luglio 1925.14

Del comitato, presieduto direttamente da Mussolini,facevano parte Giorgio Belluzzo, ministro per l’economianazionale, Alessandro Brizi, direttore generale dei servizidell’agricoltura, Gino Cacciari, Enrico Fileni, AntonioMarozzi, in rappresentanza della Confederazione nazionalefascista degli agricoltori, Franco Angelini, Novello Novelli,Luigi Razza, rappresentanti della Federazione nazionalesindacati fascisti dell’agricoltura, e quindi Antonio Bartoli,Emanuele de Cillis e Nazareno Strampelli.

In quella seduta d’insediamento Mussolini lasciò delleprecise consegne al superorganismo:15

1 - Non è strettamente necessario aumentare la superficie colti-vata a grano in Italia. Non bisogna togliere terreno ad altre coltureche possono essere più redditizie e che comunque sono necessarieal complesso dell’economia nazionale. E’ da evitare, quindi, ogniaumento della superficie coltivata a grano. A parere unanime lacifra di ettari raggiunta con le semine del 1924 può bastare.

2 - E’ necessario invece aumentare il rendimento medio digrano per ettaro. Un aumento medio anche modesto, dà risultatiglobali notevolissimi.

Posti questi capisaldi i lavori del Comitato permanente delgrano devono affrontare:

1° - Il problema selettivo dei semi2° - Il problema dei concimi e, in genere, dei perfezionamenti

tecnici3°- Il problema dei prezzi

Se è evidente l’inserimento di alcuni concetti, purmediati e ridimensionati, di Serpieri nelle consegne del duce,è altrettanto evidente che da questi venne del tutto disattesoquello dell’adeguamento fondiario del sud che costituirà unodei limiti principali della battaglia del grano.

Certo, il linguaggio di Serpieri era chiaro, e da esso nontraspare di certo entusiasmo verso l’avventura mussoliniana,cosa che con molta probabilità è alla base della sua esclu-sione dal Comitato, per essere relegato a presiedere laCommissione provinciale per la propaganda granaria diFirenze, dove egli poteva di certo trovare validi interlocutorialle sue teorie liberiste.

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Trebbiatura a Roma a piazza del Popolo e trebbiatura del grano daparte dei militari. Due dei tanti momenti propagandistici dellabattaglia del grano.

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Pressoché contestualmente alla riunione di insediamentodel Comitato permanente del grano, egli partecipò ad unaadunanza dell’autorevole Accademia dei georgofili, apposi-tamente riunita per affrontare il problema della granicolturaitaliana in relazione ai provvedimenti che stava assumendoil governo.

Qui Serpieri non fa altro che ribadire, anche con maggiorforza, i concetti che aveva espresso nell’articolo sull’Italiaagricola, rispetto al quale sembrava aver inizialmente preso ledistanze, sostenendo di averlo scritto precedentemente allaproclamazione della battaglia del grano.16

Nel resoconto del suo intervento si legge:

L’on. Prof. Serpieri ringrazia del saluto rivoltogli e si augurache dall’applicazione della legge sulle trasformazioni fondiarie siabbia l’effetto sperato del miglioramento di molte regioni dell’Italiameridionale e più specialmente del latifondo.

La nuova legge tende a trasformare queste terre che sono colti-vate a pascolo a granicoltura estensiva, e si trovano quasi allo statoselvaggio. La trasformazione incontra ostacoli nella natura maanche negli uomini. I latifondisti che non risiedono nelle loro terrenon possono interessarsi del loro miglioramento e le disposizionicirca l’espropriazione delle terre latifondistiche è naturale chetrovino in loro forti resistenze.

[…] Il problema del grano è soprattutto un problema di inten-sificazione della coltura e in questo senso deve svolgersi l’operadei dirigenti della battaglia ora iniziata.17

Poi, facendo riferimento ai colloqui che aveva avuto conil prof.Avanzi, sostenne che nell’Italia meridionale la colturaintensiva del grano potrebbe essere convenientemente intro-dotta solo in quelle aree dove le infrastrutture e la presenza dicentri abitati vicini lo consentono, trasformando le altre, dovela cerealicoltura è scarsamente remunerativa, in colture delleforaggiere ed altre più appropriate.

E aggiungeva:

Ciò permetterebbe forse di ottenere la stessa produzione digrano su minore superficie, attuando la coltivazione di foraggiereed altre piante in quelle terre che ora sono coltivate a grano, conscarso e aleatorio rendimento.

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Arrigo Serpieri

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Non bisogna dimenticare che oltre al grano, importiamo ancheper circa un milione di quintali di carne congelata, e lana ed altriprodotti animali.

Se Mussolini fece sue le tesi del mantenimento dellasuperficie granaria, e quelle del “sapere” agricolo nel sensodell’impiego di nuovi frumenti, e dello sviluppo dell’istruzioneagricola nelle campagne, glissò completamente l’aspetto dellasistemazione fondiaria del sud d’Italia, e soprattutto quellodell’esproprio dei latifondi per il quale sarebbe stato sufficienteapplicare quella stessa legge sulle trasformazioni fondiarie cheSerpieri stesso aveva elaborato nel 1923, annullando di fatto,e traslando all’interno della politica agraria del regime, tutta laprogettualità socialista e popolare sui temi del latifondo.

Per altro Serpieri pose come problema storico dell’arre-tratezza del sud d’Italia, quello dell’assenteismo dei latifon-disti meridionali, esprimendo un concetto che sarebbe statoripreso più tardi da Emilio Sereni, che insieme aManlio RossiDoria fu suo allievo e collaboratore.18

Riguardo alla composizione del Comitato permanentedel grano, è altrettanto chiaro un altro aspetto a cui abbiamogià fatto cenno, e cioè l’investimento di Mussolini neiriguardi delle razze elette di Nazareno Strampelli, e non soloperché Strampelli venne chiamato a far parte del Comitatomentre il suo antagonista Francesco Todaro venne incaricatodi presiedere il comitato provinciale di Bologna, cosa che,ovviamente, aveva un preciso significato di scelta di campoda parte del duce, ma soprattutto perché la problematica dellesementi elette venne posta al primo punto dei problemi che ilComitato avrebbe dovuto affrontare.

I grani che Strampelli aveva creato a Rieti erano quindila variabile esterna che pur con timidezza aveva indicatoSerpieri nel suo articolo sull’Italia agricola, individuandolicome fattore decisivo per sperare in un aumento di produ-zione frumentaria che non implicasse l’estensione dellasuperficie di coltivazione.

Lo testimoniano numerosi artefici e osservatori deltempo come Festa Campanile e Fittipaldi, autori della primasintesi della battaglia del grano scritta nel 1931.

Essi sottolinearono come il duce pose prima di ogni altroproblema quello delle sementi elette e aggiungevano:

Chi risalga indietro nella storia della granicoltura in Italia,troverà che giammai molta importanza fu accordata dagli agricol-tori a tale problema. 19

In effetti ogni qualvolta che si era tentato di sviluppare laproduzione granaria, l’unica attenzione che veniva rivolta alseme si risolveva nelle indicazioni di un suo corretto impiego,ubbidendo alla logica che un grano originario di una zona,dava generalmente maggiori produzioni in un’altra.

Poi i due autori ripercorsero tutta la vicenda scientifica diStrampelli fin dalla nascita della Cattedra ambulante di Rietinel 1903, sottolineando l’importanza del suo lavoro, e affi-dando alle nuove razze una “importanza capitale”, conside-randole “il fattore primo” del successo della coltura granaria.

Va detto che fin dall’inizio della battaglia del granoMussolini si rivolse direttamente a tutte le cattedre ambulantidella penisola chiedendo loro se, e in quale misura, sarebbestato possibile aumentare la produzione granaria nel loroterritorio.

Una azione più rivolta a coinvolgere e mobilitare terri-torialmente quelle che egli definiva “le truppe della batta-glia”, piuttosto che per avere un riscontro reale su quel tema.

L’undici ottobre 1925 al teatro Costanzi nel corso di unapremiazione di agricoltori così si esprimeva:

La battaglia è semplice perché l’obiettivo è preciso. […] Holetto con molto interesse tutte le risposte date dai direttori delleCattedre ambulanti di agricoltura i quali rispondevano alla miaprecisa domanda: “E’possibile nella vostra giurisdizione aumentareil rendimento agricolo?”. La risposta è stata unanime; dal monte alpiano, dalle regioni impervie alle zone fertili: dovunque è possi-bile aumentare il rendimento medio per ettaro del grano.Allora, sequesto è possibile, questo deve essere fatto!20

In realtà se le si va a leggere, le risposte date dai direttoridelle Cattedre furono fin troppo scontate e, tranne qualcunache appare piuttosto redatta per compiacere al duce, rassicu-randolo su un quantomai improbabile raddoppio di produ-zione, le altre furono tutte accompagnate da una lunga seriedi “se” e di condizioni.

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In effetti nessun direttore di cattedra disse che non sisarebbe potuta aumentare la produzione nel suo territorio, machi avrebbe osato farlo ricevendo quella richiesta dal duceche conteneva di fatto già la risposta.

Ovunque si sarebbe potuta aumentare la produzione, masolo a determinate condizioni.21

Così il direttore della Cattedra di Cremona rispondeva:“Cremona può produrre una maggiore quantità di

frumento ? Noi rispondiamo: si”, per poi aggiungere “ Tuttosta nei mezzi da mettersi in opera”.

Sattin, direttore della cattedra di Venezia, rispose che dicerto la produzione sarebbe aumentata ma solo se “…sianoeseguite da tutti gli agricoltori della provincia le più modernee razionali norme di coltivazione”, e nello stesso modorispose Zerbini da Bologna che assicurava una sovrapprodu-zione di 200 mila q.li “…con l’applicazione delle normecolturali dappertutto”, così come Beltrami di Genova cherassicurava il duce sul possibile aumento se però “..le normerazionali fossero applicate”, mentre quello di Mestre, Scal-vetti, pose il problema del credito agrario.

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Mussolini e Vittorio Emanuele, insieme a Strampelli visitano i campisperimentali dei frumenti impiegati per la battaglia del grano.

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Caldaia da Casteldepiano senza mezzi termini comunicòal duce che si sarebbe anche potuto lavorare per un aumentodi produzione “...tenendo presente il concetto del torna-conto”, mentre Rozzini da Ascoli Piceno pose il problemadell’impiego delle sementi elette e delle macchine semina-trici, e Veronesi da Civitavecchia quello dei “...latifondistiche affittano i terreni col divieto della semina”.

Chimetti da Velletri sosteneva che l’unico modo diaumentare la produzione era quello di “...obbligare i proprie-tari e gli enti morali a coltivare grano nei loro terreni oggi apascolo”, e gli fece eco Filesi da Matera che propose di esten-dere del 15% la coltura del grano.

Molto preciso fu Beninato da Nicosia anche lui convintoche potesse aumentarsi la produzione, ma solo se si attuasseroprogrammi di credito agrario, costruzioni stradali, impiego diconcimi chimici e sementi selezionate, e altrettanto preciso fuAlagna da Alcamo che subordinava le possibilità di aumentoproduttivo ai “…miglioramenti e trasformazioni fondiarie edambientali”, e il suo collega di Mazara, Sammartano, rinviavagli aumenti produttivi “…al giorno in cui la campagna verràarricchita di strade rotabili, di pubblica sicurezza e di boni-fiche”, e Scavone di Terranova suggerì di trasformare la pianadi Terranova in pianura irrigua costruendo un serbatoiomontano utilizzando le acque del fiume Gela.22

In altri termini più che la rassicurazione sul sicuro esitodella battaglia del grano, dalle risposte delle Cattedre ambu-lanti italiane Mussolini ricevette in realtà solo un quadro deiproblemi dell’agricoltura italiana, e soprattutto delle profondediversità tra nord e sud.

Un nord pronto ad aumentare la produzione già intensivaattraverso l’intervento pubblico in termini di migliori ferti-lizzanti e razionalizzazione delle colture, e un sud arcaico,ancora legato ai problemi del latifondo, dove, come soste-neva Serpieri, qualsiasi ipotesi di miglioramento non potevaprescindere da radicali interventi di trasformazione fondiaria.Insomma, le risposte dei direttori delle Cattedre ambulanti diagricoltura sembrano tratte dai questionari dell’inchiestaJacini e, più che un grido di guerra, in esse ci si scorge piut-tosto una richiesta di aiuto.

Il mosaico dei problemi presentati dai direttori dellecattedre era fin troppo noto ai membri del Comitato perma-nente del grano, che avviò subito i suoi lavori, e alla fine diquello stesso mese di luglio, presentò un primo pacchetto diprovvedimenti che furono subito trasformati in decretilegge.

Con il decreto 1229 del 26 luglio 1925, vennero ripristi-nati i dazi doganali della tariffa generale sul frumento, suicereali minori, e sui prodotti derivati, mentre con un altrodecreto (il n. 1258 sempre del 26 luglio), si approvò l’esen-zione dal dazio doganale e dalla tassa di vendita per il petroliodestinato ai motori agricoli.

Al fine di incrementare la propaganda e la sperimenta-zione agraria, furono poi elevati i finanziamenti per lecattedre ambulanti, aumentandone il numero soprattutto alsud, e affidando loro il compito di istituire nell’arco di undecennio campi dimostrativi di almeno un ettaro in ognicomune.23

Ulteriori finanziamenti vennero poi concessi alle regiestazioni agrarie, e ai vari istituti agrari, mentre in ogniprovincia venne istituita una commissione per la propagandagranaria.

Tra questo primo pacchetto di provvedimenti figuraanche il decreto legge 1314 del 29 luglio, indirizzato allaproduzione e diffusione delle sementi elette che rappresenta-vano uno dei fattori centrali su cui poggiò tutta l’impalcaturadella battaglia del grano.

In seguito a tale provvedimento nacque a Rieti l’Asso-ciazione riproduttori sementi che, come abbiamo già visto,esisteva già come Associazione reatina sementi, ed altri seistabilimenti simili in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basi-licata e Toscana, che beneficiarono di un contributo fino al50% per le strutture d’impianto.

Vennero poi assunti alcuni provvedimenti per il creditoagrario,24 per incoraggiare i dissodamenti e l’elettrocoltura,soprattutto per le aree a coltura estensiva del sud, e per quelledi brughiera da poco bonificate,25 mentre un altro decretointrodusse i concorsi a premi tra gli agricoltori per la produ-zione frumentaria.26

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Il 30 luglio, giorno successivo dell’emanazione dell’ul-timo decreto del primo pacchetto elaborato dal Comitatopermanente, Mussolini parlando alle rappresentanze sinda-cali agricole a palazzo Chigi , lanciò ufficialmente la battagliadel grano declamando: “L’agricoltura italiana ha forsebisogno di un ministro. Quel ministro sono io. Ha bisogno dimezzi: li avrà”.

PPrroodduuzziioonnee nnaazziioonnaallee,, ffaabbbbiissooggnnoo ee pprrootteezziioonniissmmoo

Quel primo provvedimento preso riguardo al prezzo delgrano e alla reintroduzione della tariffa doganale sulfrumento, aveva tutto il sapore di un messaggio rivolto agliagrari rassicurandoli sul conto economico della coltivazionefrumentaria.

Fu così reintrodotta una tassa d’importazione sulfrumento di 7,50 lire/oro, esattamente quella del 1915, e glieffetti si fecero subito sentire tanto che il prezzo del grano,che nel 1924 era stato di 124 lire al q.le, salì l’anno succes-sivo a 181 lire, per raggiungere le 200 lire nel 1926.

Nel 1927 il prezzo scese di nuovo a 114 lire, per poi risa-lire nel giugno1928 a 149,50, precipitando però nei mesisuccessivi al raccolto dello stesso anno a 120,50 lire.27

Il regime era fortemente intenzionato ad attuare una poli-tica di deflazione della quale, i provvedimenti protezionisticisul frumento e suoi derivati, non furono che un primomomento, anche se il punto di svolta in questa direzione siebbe nel 1926 con la cosiddetta “quota novanta”, una opera-zione di politica finanziaria che Mussolini fece abilmentecondurre da Giuseppe Volpi, che dal luglio 1925 aveva sosti-tuito De Stefani al ministero del tesoro.

Volpi, uomo proveniente e strettamente legato al mondodella finanza italiana, aveva il compito di compiere unamanovra drastica che il duce sapeva essere invisa al mondoeconomico italiano, e confidava sul fatto che se a condurlafosse stato un tecnico di grande autorevolezza piuttosto cheun uomo d’apparato, avrebbe evitato forti contraccolpi nelmondo finanziario del paese.28

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1900 40.100.000 24,48 26,401901 49.400.000 25,03 25,461902 41.000.000 23,59 24,801903 55.300.000 23,12 23,531904 50.300.000 23,12 22,871905 48.100.000 25,16 24,881906 52.900.000 23,96 26,231907 53.200.000 23,46 26,881908 45.700.000 26,68 30,771909 51.813.000 29,85 30,181910 41.740.000 27,54 28,251911 52.362.000 26,81 28,591912 45.102.000 31 341913 58.452.000 29 321914 46.153.000 29 341915 46.414.000 40 451916 48.044.000 38 421917 38.102.000 43 501918 49.885.000 56 651919 46.204.000 69 791920 38.466.000 90 1021921 52.482.000 115 1331922 43.992.000 118 1241923 61.191.000 102 1131924 46.306.000 121 1311925 65.548.000 181 1921926 60.050.000 200 2091927 53.291.000 140 1611928 62.215.000 135 1421929 70.795.000 130 1401930 57.173.000 127 1311931 66.520.000 101 1261932 75.367.000 111 1251933 81.003.000 93 1061934 62.000.000 86 1011935 76.317.000 105 1201936 61.119.000 116 1311937 80.636.000 127 1381938 81.308.000 140 1481939 79.710.000 145 1521940 71.043.000 153 189

ANDAMENTO DEL PREZZO DEL FRUMENTO DAL 1900 AL 1940

ANNO

FRUMENTOPRODOTTO

Q.LI

FRUMENTOTENERO

£. x QUINTALE

FRUMENTODURO

£. x QUINTALE

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L’operazione indirizzata a rivalutare e stabilizzare la lira,portò ad un cambio con il dollaro pari a 19 lire, e a 92,46 conla sterlina, moneta principale di riferimento del tempo (quotanovanta appunto).

Il problema che ebbe Mussolini era comune a gran partedegli altri paesi europei che adottarono misure simili, anchese strutturate in modo meno aggressivo e propagandistico diquanto accadde in Italia, la cui politica deflazionistica portòad una contrazione degli sconti e delle anticipazioni da partedella Banca d’Italia, e la cosa non poteva non riflettersisull’attività degli istituti di credito costretti ad una continuarincorsa di liquidità.

Chi ne fece le maggiori spese furono la borsa e i titoli distato, per i quali si richiesero immediati rimborsi, tanto che ilgoverno, nel 1926, attraverso l’operazione del cosiddettoprestito littorio, fu costretto a trasformare il debito fluttuantein consolidato.

Anche le industrie esportatrici del settore agricolo furonoduramente colpite, in modo particolare le imprese nate suiprogetti di bonifica, le quali negli anni precedenti avevanofatto largo ricorso al credito bancario e ipotecario.

Per quanto riguarda il tema che stiamo affrontando, ildazio stabilito nel 1925 non era chiaramente più sufficiente e,l’anno successivo alla quota novanta, il governo fu costrettoad elevarlo a 11 lire/oro per q.le (pari a 40,26 lire carta).29

Ma l’aumento del dazio non produsse un aumento delvalore del grano nazionale, che nei mesi successivi rimasepressoché stazionario, passando dalle 160 lire il q.le del 1927,alle 142 nel 1928, alle 140 nel 1929.

Contestualmente sul piano internazionale si ebbe unasovrapproduzione agricola, soprattutto negli Stati Uniti,massimo fornitore di grano dell’Italia, così come in Australia,Canada e Argentina, con un conseguente crollo dei prezzi,tanto che in base ai calcoli del Grifoni, l’indice del prezzoall’ingrosso del grano su base 100 (1925), scese a 72 nel1929, e la stessa sorte toccò ad altri prodotti come i bozzoliche scese a 54, l’olio a 65 e i limoni a 35.30

Questo voleva dire che il grano americano, il Manitoba n.3 (Winnipeg), largamente importato in Italia, e principale anta-gonista dei grani Strampelli soprattutto rispetto alle sue qualità

alimentari, era sceso da 158 lire nel 1928 a 100 lire nel 1929,con la conseguenza che il dazio di 40,26 lire, non era più suffi-ciente ad arrestarne l’introduzione sul mercato italiano dove ilprodotto nazionale aveva raggiunto le 140 lire.

Il decreto legge del 24 maggio 1929 elevò la misuraprotezionistica a 14 lire/oro per quintale, cioè a dire 51,24lire carta, e quindi a 75 lire nel 1931 quando i prezzi del granoamericano scesero ancora vorticosamente fino a toccare le 43lire nel 1935.

Quello del dazio doganale sul grano non era un problemanuovo, e aveva caratterizzato il dibattito tra liberisti e prote-zionisti dall’unificazione nazionale fino alla prima guerramondiale.31

Fino al 1887 il dazio di importazione era stato di 1,40(lire oro), che in quell’anno sali a 3, per aumentare ancora a5 nel 1888, e a 7,50 nel 1894.

Nel 1898 scese prima a 5 lire, per essere abolito nel mesedi maggio di quell’anno, e poi reintrodotto a 7,50 a luglio.

Restò più o meno immutato fino al 1914, quando scese a 3lire, per essere abolito all’inizio del 1915, e reintrodotto a 7,70lire nello stesso anno, e quindi di nuovo abolito fino al 1925.

Va anche detto che il decreto legge del 24 luglio 1925non riguardò solo il frumento, ma anche altri prodotti e deri-vati in base alla seguente tabella.

183

FRUMENTO 7,50SEGALE 4,50GRANTURCO 1,15FARINA DI FRUMENTO 11,50FARINA DI SEGALA 6,50FARINA DI AVENA 6,00FARINA DI GANTURCO GIALLO 3,15SEMOLINO 15,50PASTE DI FRUMENTO 16,00PANE E BISCOTTI DI AVENA 16,00AVENA 4,00CRUSCA 2,00

PRODOTTO DAZIO LIRE / OROPER Q.LE

Page 182: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

L’Italia non era mai riuscita a produrre grano sufficienteal proprio fabbisogno, e, nonostante i provvedimenti prote-zionistici ottocenteschi, quella dell’importazione rimase unavoce costantemente negativa della bilancia dei pagamenti.

Lo avevano messo già in luce Jacini, Valenti, Giglioli,denunciando il problema economico dell’arretratezza del-l’agricoltura italiana nei confronti di altri paesi.

Per altro, il trend di importazione di frumento fu costante-mente crescente, passando dai poco più di 3 milioni di quintalinel quinquennio 1881-1885, agli oltre 8 milioni in quellosuccessivo, per poi scendere a circa 6 milioni nel decennio1891-1900, per quindi risalire agli oltre 10 milioni nel primoquinquennio del Novecento, per arrivare ai 25 milioni nel quin-quennio antecedente alla dichiarazione della battaglia del grano.

Va anche sottolineato come nel rapporto produzione-fabbisogno interno, pesava fortemente il fatto che nell’ali-mentazione italiana, così come in quella francese, il frumentoe i suoi derivati entravano in modo decisamente superiore aquello di molti altri paesi. Se infatti nel XIX secolo ilconsumo medio procapite era intorno ai 100 Kg l’anno, persalire progressivamente nel Novecento fino a toccare i 188Kg nel 1924, in altri paesi era decisamente più basso, 155 Kgin Spagna, 124 in Olanda, 123 in Romania, 93 in Germania,59 in Portogallo, per non parlare di paesi come la Polonia, laFinlandia, l’Estonia che non raggiungevano neanche i 50 Kg.

L’aumento del fabbisogno individuale va ovviamentemesso in correlazione con le migliorate condizioni econo-miche e sociali del ‘900 rispetto a quelle del XIX secolo, edin modo particolare col crescente diffondersi dell’uso delpane bianco anche in quelle regioni caratterizzate da unaalimentazione maidica, o dal cosiddetto pane scuro.

Non va poi sottaciuta, soprattutto negli anni del fascismo,una restrizione di consumo di altri prodotti più nobili da partedel terziario, e quindi un maggior utilizzo di frumento.

Problema questo che venne notato anche da qualcheosservatore del tempo, ma che veniva puntualmente mini-mizzato o glissato, come fece Morandi sull’Italia agricola chedopo aver evidenziate le migliorate condizioni economichedella classe contadina grazie al fascismo, aggiungeva:

Forse s’è pure accresciuto il consumo di pane da parte delleclassi impiegatizie e, in generale, a reddito fisso, a compenso dellarestrizione di altri consumi. Su che, però, ci manca qualunque dato.32

Questo in ogni caso voleva dire che in funzione dell’au-mento della popolazione cresceva in progressione il fabbi-sogno granario e, restando pressoché costante la produzione,si elevava inevitabilmente la quota di prodotto da acquisirenei mercati esteri. Come si deduce dalla tavola seguente rela-tiva al periodo 1900-1925, che abbiamo elaborato accorpandodati provenienti da varie fonti, soprattutto nelle annate nega-tive di produzione, l’importazione raggiungeva cifre eleva-tissime, toccando i 25, 26 e anche 29 milioni di quintali,superando quindi il 50% della produzione interna.

184

Copertina della Domenica del Corriere con Mussolini che lavora alla treb-biatura. Una delle immagini più propagandistiche della battaglia del grano.

Page 183: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

185

1900-1901 4.954.234 40.100.000 9.881.000 8,1 32.475.253 136

1901-1902 4.820.000 49.400.000 9.267.000 10,2 32.643.299 162

1902-1903 4.750.000 41.000.000 12.523.000 8,6 32.845.790 145

1903-1904 4.850.000 55.300.000 7.780.000 11,4 32.996.427 173

1904-1905 5.396.997 50.300.000 8.587.000 9,3 33.282.710 157

1905-1906 5.315.304 48.100.000 12.196.000 9 33.441.484 161

1906-1907 5.229.860 52.900.000 11.482.000 10,3 33.640.705 173

1907-1908 5.107.600 53.200.000 4.928.000 10,2 33.911.468 152

1908-1909 4.756.000 45.700.000 11.135.000 8,9 34.269.856. 147

1909-1910 4.758.600 51.813.000 9.225.000 11 34.565.198. 160

1910-1911 4.738.000 41.740.000 14.933.000 8,8 34.860.540 146

1911-1912 4.751.600 52.362.000 11.323.000 11 35.160.000 165

1912-1913 4.737.400 45.102.000 18.775.884 9,5 35.239.000 164,9

1913-1914 4.777.100 58.452.000 11.129.362 12,3 35.597.800 179,4

1914-1915 4.769.300 46.153.000 14.948.544 9,7 36.120.100 152,5

1915-1916 5.059.500 46.414.000 20.248.506 9,2 36.669.700 166.4

1916-1917 4.726.300 48.044.000 17.874.585 10,2 36.758.200 165,3

1917-1918 4.272.100 38.102.000 13.681.044 8,9 36.563.100 127,2

1918-1919 4.365.700 49.885.000 18.917.844 11,4 35.993.900 176,8

1919-1920 4.286.600 46.204.000 20.782.120 10,8 36.147.400 170

1920-1921 4.570.500 38.466.000 26.213.870 8,4 36.584.000 161

1921-1922 4.766.700 52.482.000 26.535.095 11 38.738.000 189,7

1922-1923 4.649.500 43.992.000 29.767.447 9,5 39175.200 173,9

1923-1924 4.675.900 61.191.000 18.623.427 13,1 39.612.000 188,2

1924-1925 4.566.300 46.306.000 25.974.980 10,1 39.492.000 167

PRODUZIONE DI FRUMENTO IN ITALIA33

ANNOSUPERFICIEGRANARIA

PRODUZIONEQ.LI

IMPORTAZIONEQ.LI

PRODUZIONEPER ETTARO

Q.LI

POPOLAZIONEDEL REGNO

DISP. XABIT. KG.

Page 184: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Cosa accadde dopo l’introduzione del provvedimentoprotezionistico sull’importazione del frumento? Assoluta-mente nulla.

L’Italia continuò ad importare ingenti quantità difrumento e, almeno fino al 1931, quando iniziò una rapidadiscesa concomitante da un lato con l’aumento a 75 lire deldazio doganale, e dall’altro con una reale maggiore produ-zione, che solo in parte si spiega con un più razionale sfrut-tamento intensivo dei fondi grazie ad un maggiore impiegodella meccanizzazione agricola, al massiccio utilizzo di ferti-lizzanti chimici ecc., mentre a nostro avviso, come vedremomeglio, ha agito in modo determinante l’impiego delle varietàelette, di Nazareno Strampelli.

Come si può infatti vedere dalla tabella, l’importazionedi frumento tra il 1925, anno d’inizio della battaglia delgrano, e il 1931, si mantenne sostanzialmente costante.

Antecedentemente al primo conflitto mondiale, l’Italiasi riforniva prevalentemente dalla Russia che garantiva il58% del fabbisogno, e dalla Romania 17,93, mentre dagliStati Uniti arrivava solo il 5,54% del prodotto.

Nel dopoguerra la situazione si invertì completamente,e gli 881.000 quintali di grano importati dalla Russia nel 1913si ridussero ad appena 13.000 nel 1923, mentre i 153.000 q.liche importati dagli Stati Uniti nel 1913, salirono ad oltre1.700.000 nel1923.

Questo processo provocò per altro, notevoli contraccolpinell’industria alimentare che dal frumento duro russo basavagran parte della produzione delle paste alimentari, parte dellequali erano destinate all’esportazione, cosa che non potevaavvenire con il grano tenero americano, inadeguato a taleproduzione.

186

IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931

ANNO

SUPE

RFIC

IEGRA

NARI

A

PROD

UZIO

NEQ.

LI

IMPO

RTAZ

IONE

Q.LI

PROD

UZIO

NEPE

R ET

TARO

Q.LI

POPO

LAZI

ONE

DEL RE

GNO

DISP. X

ABI

T. K

G.

Nel 1932 a fronte di una produzione di 66,5 milioni diq.li di frumento, l’importazione scese da 19 a 14 milioni diq.li, per scendere a 4,5 milioni nel 1934, a fronte di unaproduzione di 81 milioni di q.li, per arrivare a soli 858.000q.li del 1942.

1925-1926 4.723.700 65.548.000 22.419.050 13,9 40.003.000 176,6

1926-1927 4.915.100 60.050.000 21.462.830 12,2 40.307.000 188,4

1927-1928 4.975.800 53.291.000 23.081.590 10,8 40.639.000 179,4

1928-1929 4.963.000 62.215.000 27.448.300 12,5 40.946.000 181,4

1929-1930 4.773.000 70.795.000 17.648.430 14,8 41.207.000 184,2

1930-1931 4.823.000 57.173.000 19.350.530 11,9 41.575.000 173,4

1931-1932 66.520.000 14.849.180 41.832.000 164,91932-1933 75.367.000 10.561.710 42.095.000 162,31933-1934 81.003.000 4.605.060 42.360.000 170,91934-1935 62.000.000 4.690.000 42.629.000 156,21935-1936 76.317.000 5.497.000 42.901.000 151,21936-1937 61.119.000 5.350.000 43.196.000 162,31937-1938 80.636.000 16.584.000 43.492.000 165,71938-1939 81.308.000 2.905.000 43.851.000 175,51939-1940 79.710.000 6.481.000 44.334.000 180,41940-1941 71.043.000 6.906.000 44.794.000 163,81941-1942 - 858,000 45.061.000 143,0

IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931

ANNOPRODUZIONE

Q.LIIMPORTAZIONE

Q.LIPOPOLAZIONE

DELREGNO

DISP.X

ABIT.

Page 185: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Come si vede dalla tavola seguente, l’Italia importava poi grano in modo significativo anche dall’Argentina, dal Canada edall’Australia.

187

1922 29.767.447 3.057.059.358 5,11 7,82 20,37 - 0,45 - 65,86 0,39

1923 18.623.427 3.039.068.994 8,94 13,38 13,98 0,72 0,08 - 61,66 1,24

1924 25.974.980 2.484.450.547 14,84 19,37 6,70 0,56 0,38 1,52 54,06 2,55

1925 22.419.050 3.843.026.288 12,69 9,34 18,44 0,86 0,33 0,71 55,11 2,52

1926 21.462.830 3.535.682.968 14,08 14,85 6,16 0,02 5,21 4,26 44,04 11,36

1927 23.081.590 3.001.759.297 11,17 22,04 15,24 0,02 1,06 5,45 43,00 2,07

1928 27.448.300 2.995.207.597 26,06 30,95 9,44 - 0,80 0,03 32,00 0,63

1929 17.648.430 1.718.024.203 24,79 37,13 8,78 - 0,22 - 23,76 5,32

1930 19.350.530 1.567.311.551 8,63 32,92 10,32 - 6,31 15,55 17,83 8,41

1931 14.849.180 835.774.434 10,76 19,21 17,98 - 4,79 27,23 18,80 1,22

1932 10.561.710 504.687.869 26,09 12,09 22,55 - 1,59 16,82 18,76 1,47

1933 4.605.060 205.751.390 14,66 12,55 12,56 - - 12,80 44,49 2,99

IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA 1922-1933 34

ANNO

FRUMENTOIMPORTATODALL’ESTERO

Q.LI

VALORELIRE

ARGENTIN

A%

CANADA

%

AUST

RALIA

%

ROMANIA

%

RUSS

IA% USA %

ALT

RI P

AESI

%

INDIA

BRITANNIC

AE CEYLON

%

Page 186: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Ma se di fatto si raggiunse l’autosufficienza granaria,come mai a questa non corrispose un saldo positivo dell’eco-nomia agricola del paese il cui tasso di crescita nel quindi-cennio 1925-1940 fu solo dello 0,5%, a fronte del 2,3% delventennio precedente?

I costi per raggiungere l’autosufficienza granaria furonocertamente alti, e chi si è cimentato a misurarli, sia pure subase teorica, ha rilevato una evidente prevalenza di questirispetto ai reali benefici.35

Per assurdo, chi più degli altri beneficiò degli investimentiin agricoltura legati alla battaglia del grano, fu il mondodell’industria, e non solo per un reinvestimento in questa dire-zione dei capitali accumulati, ma anche per la crescentedomanda di macchine agricole e fertilizzanti, tanto che ilsettore chimico e quello meccanico, proprio in questo periodo,acquisirono la leadership del settore industriale del paese.

Un primo soggetto a farne le spese fu il patrimonio zootec-nico che ne uscì largamente ridimensionato, sia per la elimi-nazione dei buoi da lavoro in seguito al consistente processo dimeccanizzazione, sia perché soprattutto nel meridione moltearee vennero sottratte al pascolo a favore della cerealicoltura.Il numero dei bovini tra il 1927 e il 1931 passò da 7.400.000capi a 6.890.000, mentre quello degli ovini scese da 12.350.000nel 1926 a 9.896.000 nel 1936, così come i caprini che inseguito ai provvedimenti indirizzati alla salvaguardia delle areeboschive, da 3.100.000 capi del 1926 scesero a 1.791.000 connotevole danno economico su molteplici derivati come la lanail cui prezzo da un indice 100 nel 1925, scese a 23 nel 1931.36

A rendersi conto del pericolo che stava correndo il patri-monio zootecnico fu lo stesso governo che nel 1930 emanòun decreto legge37 con cui si bandì il primo concorso triennalezootecnico con un finanziamento di otto milioni di lire.

Tra il 1926 e il 1931 il patrimonio zootecnico subì unaforte contrazione e, per tale settore, il deficit della bilanciacommerciale passò da 508 milioni del 1926 a 645 nel 1927,a 1168 nel 1928, fino a raggiungere i 1617 nel 1929. Ancorauna volta il problema si presentava in termini macroscopicinel meridione, e non fu di certo un caso che al primo concorsobandito dal regime il maggior numero di aziende iscritteproveniva dal centro-nord e non dal sud, verso il quale erastato particolarmente diretto quel provvedimento.38

Altro settore penalizzato fu quello delle colture pregiateper le quali però è necessario specificare che, contrariamentea quanto si è spesso sostenuto, non vale il discorso dell’ero-sione della superficie agraria a queste destinata a favore dellacerealicoltura, tanto che la superficie destinata agli ortaggiaumentò da 97.782 ha del periodo 1922-1925, a 112.283ettari nell’intervallo 1926-1929, mentre quella viticola sceseleggermente da 4.277.000 a 4.192.250.39

Ciò che diminuì significativamente fu la produzionemedia dei prodotti pregiati che, negli stessi intervalli ditempo, scese da 214,8 q.li a 190,7 per i pomodori, da 87,8 a54,2 q.li per i carciofi, da 304 a 174 per i cocomeri e da 18,2a 17,2 per la vite e questo è da mettere in correlazione piùche con la flessione della domanda estera conseguente allescelte deflazionistiche del governo, con una totale assenza diuna politica di sostegno, unicamente concentrata sul settorecerealicolo.

Vincere la battaglia del grano senza aumentare la super-ficie di coltivazione, era stata la consegna del duce e, pur condifferenze tra nord e sud, questo sostanzialmente avvenne.

Come si vede dalla tavola seguente, la superficiecomplessiva granaria non registrò modificazioni sostanziali,passando dai 4.723.700 ettari del 1925, anno di proclamazionedella battaglia del grano, ai 4.800.000 ettari del 1935, aumentoche in ogni caso non giustifica il surplus produttivo registrato,che, in base alle statistiche del Mitchell realizzate su base 100nel 1911, nel 1936 fu di 142, il più significativo in Europa.40

188

1925-1926 4.723.7001926-1927 4.915.1001927-1928 4.975.8001928-1929 4.963.0001929-1930 4.773.0001930-1931 4.823.0001931-1932 4.809.0001932-1933 4.931.1001933-1934 5.085.9001934-1935 4.800.000

SUPERFICIEGRANARIA HA.ANNO

Page 187: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

L’andamento non fu ovviamente unilaterale, e si presentòcon significative differenze tra il nord, dove la superficiegranaria rimase sostanzialmente immutata, e il sud e le isoledove questa aumentò in qualche caso in modo considerevole.

Infatti, come si deduce dalle tavole seguenti, ai 397.500ettari di nuova superficie granaria corrispose una diminuzionedi superficie a pascolo di 389.700.

Nel computo dell’aumento di superficie coltivata agrano, va comunque considerato che nel 1930 risultavanobonificati 304.291 ettari degli oltre 2,3 milioni soggetti abonifica idraulica, e parte di questi furono messi a coltura,così come vanno considerate le superfici granarie delle nuoveprovince della Venezia Giulia e Tridentina, non contemplatenei precedenti conteggi.41

Quindi, chi rispose meno degli altri alle direttive diMussolini fu il sud e le isole, che aumentarono in modo signi-ficativo la superficie granaria per complessivi 289.000, ettarisu un totale di aumento nazionale di 397.000 ettari.

Scomponendo il dato del sud, si nota come dei 289.000,ettari ben 111.900 sono collocati in Sicilia, 62.400 inSardegna, 59.100 in Puglia, aree dove era largamente concen-trato il latifondo, mentre l’aumento nelle altre regioni meri-dionali fu meno evidente.

189

SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A PASCOLO.CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;1936-1939; 1948-1951

NORD 1.184.900 1.018.200 1.082.300 166.700CENTRO 582.600 540.800 501.700 41.800SUD 1.160.600 1.077.500 1.008.000 83.100ISOLE 1.440.800 1.342,700 1.318.300 98.100ITALIA 4.368.900 3.979.200 3.910.300 389.700

11923-1928

21936-1939

31948-1951

DIFF. 1-2

SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTOCONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;1936-1939; 1948-1951

NORD 1.352.400 1.440.600 1.392.500 87.200CENTRO 1.082.100 1.101.400 1.109.700 19.300SUD 1.389.900 1.505.600 1.338.200 115.700ISOLE 865.700 1.040.000 870.200 173.300ITALIA 4.690.100 5.087.600 4.710.600 397.500

11923-1928

21936-1939

31948-1951

DIFF. 1-2

SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTOCONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;1936-1939; 1948-1951

ABRUZZI-MOLISE 352.100 352.900 334.100 800CAMPANIA 256.000 272.800 268.200 16.800PUGLIA 386.900 446.000 367.000 59.100BASILICATA 192.700 209.800 192.600 17.100CALABRIA 202.200 224.100 176.300 21.900SICILIA 677.600 789.500 674.300 111.900SARDEGNA 188.100 250.500 195.500 62.400

11923-1928

21936-1939

31948-1951

DIFF. 2-1

Page 188: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Nelle aree latifondiste della Sicilia, Sardegna e Puglia,la battaglia del grano si concretizzò quindi con un prevalenteaumento della coltura estensiva, e non con l’impegno per unamaggiore razionalizzazione colturale e a guadagnarci fuancora una volta quel mondo agrario parassitario che Serpieri,ma non Mussolini, aveva individuato come il reale problemache ostava allo sviluppo del meridione. E forse questo è unaltro tassello che spiega la relegazione di Serpieri ad un ruolomarginale all’interno della battaglia del grano.

Serpieri individuava nella lotta contro il latifondo unpercorso obbligato per la rinascita dell’agricoltura nazionale,mentre la battaglia del grano, consentendo a questo enormiguadagni senza investimenti, finì con il rafforzarlo

C’era bisogno di estendere al sud la policolturalità, soprat-tutto in relazione ai prodotti pregiati, gli unici che avrebberoconsentito all’Italia una forte competitività sul mercato inter-nazionale, ed invece altro non si fece che perpetuare una poli-tica agraria di tipo estensivo, fortemente arretrata, in gradosolo di aumentare il potere economico e politico degli agrariche vennero talmente rafforzati da tale operazione, fino alpunto da uscire dalla federazione delle bonifiche, per costi-tuire un loro proprio organismo che riuscì a far approvare unarticolo di legge che abrogò la norma della legge Serpieri cheprevedeva l’espropriazione per quei fondi in cui la proprietàsarebbe stata inadempiente rispetto alle opere di bonifica.42

Una situazione che ristagnò a lungo, affrontata solo neldopoguerra, e sulla quale tornò Serpieri nel 1947 in occasionedel Congresso nazionale per i provvedimenti di emergenzaper l’incremento della coltivazione del frumento.43

La coerenza del mosaico produttivo cerealicolo, secondoSerpieri, si sarebbe dovuta raggiungere restringendo la super-ficie cerealicola complessiva, all’interno della quale il granodoveva essere coltivato per non più di 4,5 milioni di ettari.

In tal modo, secondo le stime di Serpieri, si sarebbesoddisfatto il fabbisogno nazionale senza per altro escluderel’introduzione dall’estero di un parte residuale di prodotto e“…ove questa fosse giudicata ancora eccessiva, converrebbe[…] puntare verso produzioni unitarie ancora più alte, piut-tosto che verso estensioni di superficie”.44

Un’altra testimonianza del diverso andamento tra nord esud, ci viene proprio dall’argomento che stiamo trattando, ecioè dall’utilizzo dei grani Strampelli, e più in generale dellerazze elette rispetto alle sementi tradizionali.

Il sud non sfruttò al meglio l’ampia superficie che avevagià a disposizione, non realizzò opere di trasformazionefondiaria, e ridusse al minimo anche l’investimento per l’in-troduzione di nuove varietà maggiormente produttive comeerano le razze elette, tanto che queste, se ad esempio già nel1932 incidevano per il 64,1% al nord, erano impiegate soloper il 22,3% al sud, e appena per il 7,2% nelle isole, e, quandonel 1934 queste erano salite al 93,3% al nord, raggiunseroappena il 44% al sud e il 23,5 nelle isole.

La conseguenza fu che le alte possibilità produttive delsud consentirono un notevolissimo aumento di produzionequantitativa che, come abbiamo visto, rappresentò un note-vole guadagno per i latifondisti, ma la produzione media perettaro che passò da 8,9 q.li del 1922-23 a 11,2 nel 1933-35,non è di certo confrontabile con i risultati del nord d’Italiadove nello stesso intervallo di tempo si passò da 15,8 a 21,7q.li per ettaro.

190

AUMENTO DEL RENDIMENTO MEDIO PER ETTARO NEL PERIODO DELLA BATTAGLIADEL GRANO – q, x h. 45

NORD 15,8 17,4 17,7 19,4 21,7 20,9CENTRO 10,9 10,8 11,1 12,5 14,3 12,9MERIDIONE 8,9 9,4 10,3 10,4 11,2 11,4ISOLE 8,2 9,8 10,3 10,2 9,5 11,8ITALIA 11,2 12,1 12,7 13,6 14,6 14,6

1923-1924

1924-1926

1927-1929

1930-1932

1933-1935

1936-1938

Page 189: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

I grani Strampelli nella battaglia del grano

Al di là di ogni interpretazione, il dato inconfutabile èche in Italia nel periodo della battaglia del grano la produ-zione media annua passò da 55 milioni di q.li nel 1922-23, ai75 milioni di q.li nel 1936-39.

Abbiamo visto come l’aumento della superficie cereali-cola non può aver inciso in modo determinante in taleprocesso, tanto che, considerando la produzione media nazio-nale, e l’aumento di superficie granaria, è stimabile unainfluenza non superiore ad 1/4 del surplus produttivo.

Meccanizzazione, aumento dei fertilizzanti chimici, ealtre forme di razionalizzazione colturale, hanno avutoanch’essi un ruolo di sostegno, ma di certo non tale da spie-gare l’aumento complessivo.

L’altra variabile che è stata largamente ignorata, è stataquella delle razze elette che proprio in quegli anni trovaronoun loro progressivo impiego fino ad assumere la leadershiptra i prodotti coltivati.

Più che di maggiore aumento, possiamo parlare, soprat-tutto per quanto concerne il nord, di vera e propria sostitu-zione globale delle sementi tradizionali con quelle elette.Resta da chiarire l’incidenza dei grani creati da NazarenoStrampelli in tale processo.

I risultati della nostra indagine in tal senso, che ci haportato ad accumulare dati per ogni provincia d’Italia, e perognuno dei grani Strampelli utilizzati, non lascia dubbi inproposito.

Parlare di razze elette vuol dire parlare sostanzialmentedei frumenti che Nazareno Strampelli aveva creato presso ilsuo laboratorio di Rieti, e che in questa occasione trovaronola loro applicazione pratica.

I grani Strampelli e le altre varietà minori elette, nonentrarono subito nel vivo della battaglia del grano.

Strampelli, come abbiamo visto, aveva creato le suevarietà nell’arco del quindicennio precedente alla battagliadel grano, ma i suoi frumenti fissati e riprodotti, erano utiliz-zati solo marginalmente.

Al momento dell’inizio della battaglia del grano, sullecampagne italiane si coltivava su una superficie di appena175.000 ettari solo l’Ardito, mentre per il resto, come sideduce dalla tavola seguente relativa al 1927, dominavanopressoché esclusivamente le vecchie razze di frumento.

191

PRINCIPALI GRANI COLTIVATI IN ITALIA NEL 192746

TIPO DI GRANI SUPERFICIEHa.

% SULLASUPERFICIEGRANARIA

GRANI TENERI

GRANI DURI

Gentil Rosso 999.201 21,32Todaro 48 270.298 5,77Bianchetta 121.708 2,60Maiorca 129.612 2,77Carosella 170.572 3,64Inallettabile e razze derivate (5 entità) 169.118 3,61Cologna e razze derivate(4 entità) 243.172 5,15Rieti e razze derivate (2 entità) 271.014 5,78Ardito Strampelli 175.807 3,75Rosetta (Maiorca rossa) 60.730 1,30Risciola 72.770 1,55Romanello 200.877 4,29

Saragolle (4 entità) 200.097 4,27Russie (2 entità) 174.501 3,72Realforte (siciliano) 83.605 1,78Samartinara (siciliano) 105.346 2,25

Page 190: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

192

Superficie coltivata a sementielette in Italia nel 1932 Ha2.10.000 dei quali 1.777.000,cioè a dire l’81,1% erano ifrumenti Strampelli

Page 191: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

193

PRINCIPALI VARIETÀ DI FRUMENTO COLTIVATE NELLE DIVERSE REGIONI NEL 192747

DATI % SULLA SUPERFICIE GRANARIA REGIONALE

GENTIL

ROSS

O

TODARO 48

BIA

NCHETTO

MAIO

RCA

CAROSE

LLA

INALLETTABIL

EE DERIV.

COLOGNA E DERIV.

RIE

TI E DERIV.

ARDIT

O STRAMPELLI

ROSE

TTA

RISCIO

LA

ROMANELLO

SARAGOLLE

RUSS

IE

REALFORTE

SAMMARTIN

ARA

PIEMONTE 38,16 5,54 - - - 1,74 25,05 9 5,5 - - - - - - -

LIGURIA 23,28 5,25 - - - 2,80 - 18,26 0,72 - - - - - - -

LOMBARDIA 32,40 18,71 - - - 12,85 16,09 6,07 - - - - - - -

VENETO 42,28 13,27 - - - 5,65 15,59 14,95 - - - - - - -

VEN. TRIDENTINA 10 5 - - - 3 12 3 3 - - - - - - -

VENEZIA GIULIA 9,37 33,81 - - - 2,57 9,05 2 5,24 - - - - - - -

EMILIA 27,80 15,28 - - - 18,89 11,10 9,24 14,52 - - - - - - -

TOSCANA 57,33 1,99 - - - 1,35 0,67 6,70 0,73 - - - - - - -

MARCHE 57,06 6,39 - - 21,84 4,56 - 5,10 1,76 - - - - - - -

UMBRIA 55 5 - - - - 25,05 - - - - - - -

LAZIO - 15,06 - - - - 15,06 8,09 - - 30 8 - -

ABRUZZI E MOLISE 8 3,25 1,28 - 10,26 - - 18 - - 5,50 33,30 - -

CAMPANIA 3,19 - - - 3,52 - - 2,08 0,81 5 6,35 45,79 12,55 - -

PUGLIA - - 28,52 23,05 3,62 - - - - 5,83 5,57 - 6 6 -

BASILICATA - 1,11 10,26 - 8,09 - - - - 8,52 10 - 8 11,43 -

CALABRIA - - - 11,91 19,87 - - - 0,57 6 - - - 38,43 -

SICILIA - - - 3,44 - - - - - - - - - 8,85 12,33 15,53

SARDEGNA - - - - - - - - - - - - - - - -

Page 192: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

La mossa vincente di Strampelli, in qualità di membrodel Comitato permanente del grano, fu quella del decretolegge del 29 luglio 1925 n. 1314, indirizzato appunto agliincoraggiamenti economici per la produzione e diffusionedelle sementi elette.

Strampelli da sempre si era preoccupato della diffusionedei suoi frumenti, consapevole che non era sufficiente la lorocreazione se poi non se ne fossero seguite tutte le diversefasi che andavano dalla moltiplicazione alla diffusione, perfinire con le tecnologie di trasformazione.

Egli aveva compreso che il solo lavoro scientifico, aldi là degli apprezzamenti che generava, era ben poca cosase poi i suoi grani non si fossero conquistati uno spazionel mondo produttivo reale del Paese, e di certo va accre-ditata a lui la stesura del decreto legge con cui si impian-tarono sette stabilimenti per la produzione e distribuzionedi sementi elette, uno dei quali fu appunto l’ARS diRieti.

Il decreto prevedeva un contributo del 50% da partedello stato per l’impianto di tali strutture, mentre un contri-buto del 25% fu concesso per l’impianto di stabilimentisostanzialmente simili indirizzati specificatamente ad areenon coperte dai primi sette, come quelli che sorsero aVenezia e Firenze.

Venne quindi avviata su larga scala una operazioneche assunse il nome di “cambio delle sementi”, cioè a direuna distribuzione agli agricoltori di sementi elette con laclausola di seminarle, e con un accordo con i singoli agri-coltori, che avrebbero dovuto versare una uguale quantitàdi grano comune a quello ricevuto, o acquistarlo pagandola differenza di prezzo tra le sementi elette e quelle tradi-zionali.

La legge, dopo un minimo di rodaggio iniziò ad inci-dere, e negli anni successivi, come si può dedurre dallatavola seguente, i frumenti eletti Strampelli, iniziarono aconquistare spazi sempre più significativi della superficiegranaria nazionale.

Quando si parla di razze elette si parla prevalentementedi grani creati da Nazareno Strampelli come si evince dallaloro percentuale sul complesso delle varietà elette coltivatenelle singole regioni.

Nel 1932, ad esempio, la percentuale dei grani Stram-pelli sul totale delle varietà elette coltivate in Sardegna eradel 100%, 99,3% in Calabria, 98,1% in Basilicata, 96,6% inLombardia, 94,6% in Puglia, 94,4% nella Venezia Euganea ecosì via, come si può vedere dalla tavola seguente, nella qualeappare evidente come, a differenza del 1927, quando in Italiaerano coltivati meno di 200 mila ettari con il frumento Ardito,i grani creati a Rieti si erano già conquistati un posto di stra-ordinario significato sulla superficie complessiva granariadelle singole regioni.49

194

ANDAMENTO DELLA PERCENTUALE DIUTILIZZO DELLE SEMENTI ELETTE DAL 1930 AL 193448

1930 64,1 23,4 22,3 7,2 37,51931 74,7 34,6 21,6 10,8 46,01932 82,4 48,5 28,7 22,1 54,91933 93,0 66,8 34,0 25,1 58,21934 93,3 76,6 44,0 23,5 61,7

NORD CENTRO SUD ISOLE TOTALE

Page 193: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

195

Per ogni regione la cifra in altoindica la percentuale dei frumentiduri Strampelli sul totale dellasuperficie granaria. La cifra in basso indica la percentuale dei frumenti duriStrampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette.Dati riferiti al 1932

Page 194: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Anche incrociando i dati con la produzione media perettaro, si nota come questa sia cresciuta nettamente infunzione dell’introduzione dei grani Strampelli, che è difficileconsiderare come uno degli elementi che concorsero all’au-mentata produttività, quanto come la vera variabile che laprodusse.

196

% DI IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLINEL 1932

SUL TOTA

LE

DELLA SUPERFIC

IEGRANARIA

SUL TOTA

LE

DELLA SUPERFIC

IEA RAZZE ELETTE

REGIONI

PIEMONTE 52,4 85LOMBARDIA 87,5 96,9VENEZIA TRIDENTINA 27,3 37,4VENEZIA EUGANEA 79,6 94,9VENEZIA GIULIA 37,7 65LIGURIA 17 59,5EMILIA 72,1 88,3TOSCANA 15,6 39,2UMBRIA 26,2 60MARCHE 19,1 47,1LAZIO 22,9 48,6ABRUZZI E MOLISE 21,3 89,5CAMPANIA 18,1 80,1PUGLIA 31,7 94,6BASILICATA 22,5 98,1CALABRIA 32,9 99,3SICILIA 16 80,9

SARDEGNA 16,5 100

AUMENTO DELLA PRODUZIONE MEDIA PER ETTARODEL FRUMENTO IN ITALIA IN RELAZIONE ALL’INTRODU-ZIONE DEI GRANI STRAMPELLI. CONFRONTO 1926-193250

ITALIA DEL NORD 9,8 16,2 70,4 22,5ITALIA CENTRALE 1,6 10,6 20,4 12,8ITALIA MERIDIONALE 0,3 10,5 27,2 11,3SICILIA 0 9,7 16 11,7SARDEGNA 0 10 16,5 11,10

1926 1926 1932 1932

GRANI S

TRAMPE

LLI

PREC

OC I %

SULL

ASU

PERFICIE

TOTA

LE

PRODUZI

ONE

MED

IA X ETT

ARO

Q.LI

GRANI S

TRAMPE

LLI

PREC

OC I %

SULL

ASU

PERFICIE

TOTA

LE

PRODUZI

ONE

MED

IA X ETT

ARO

Q.LI

Page 195: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

197

AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ PER ETTARO IN ITALIA GRAZIE AI FRUMENTI STRAMPELLI.CONFRONTO TRA IL 1926 E IL 1932

Page 196: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Strampelli era del tutto consapevole di questo, tanto chenel 1937 ebbe a sostenere:51

E qui, chi scrive, per quanto parte in causa, non può (fare) a menodi parlare sia pur brevissimamente, dei progressi e delle conquiste chenel campo della genetica applicata alla cerealicoltura si erano frattantogià andati affermando, e di ulteriori si preparavano, per dare alla grani-coltura italiana quali armi sempre più perfezionate, costituite dallenuove varietà di frumento, che si sono poi via via dimostrate (e, sututte, quelle precoci), il fattore dominante del progresso produttivo.

E più oltre:

Dopo undici anni di Battaglia del Grano, e di risultati inoppu-gnabili, non sarà giudicata immodesta l’affermazione che, per farfare un salto alla produzione granaria italiana, occorrevano le nuovevarietà che essa ha avuto ed ha a disposizione, e che, nella scaladei valori da attribuirsi ai vari fattori tecnici, determinanti ilprogresso raggiunto, il primo posto va assegnato alle varietàprecoci di frumento.52

D’altra parte che i frumenti Strampelli avrebbero recitatoun ruolo determinante nella battaglia del grano, lo testimo-niano i risultati che ottenevano nei diversi concorsi e gare chesi moltiplicarono nel Paese, come quello bandito dalla Cassadi risparmio delle province lombarde nel quale, le prime ottoaziende classificate ubicate nelle province di Brescia, Pavia,Cremona e Bergamo, avevano utilizzato tutte frumenti Stram-pelli, e precisamente il Villa Glori, il Mentana e l’Ardito,raggiungendo produzioni di oltre i 50 q.li per ettaro.53

E con i frumenti Strampelli fu vinta la gara per lamaggiore produzione unitaria che si tenne tra le province diBrescia e Cremona, sulla quale si concentrò l’attenzione dinumerosi agronomi del tempo.

Alla fine risultò vincitore Alessandro Cremonesi di S.Zeno sul Naviglio che riuscì ad ottenere una produzione di60,90 q.li per ettaro con il Mentana, e di 61,35 con il VillaGlori.54

Tutta la pubblicistica del tempo mise in evidenza ilfondamentale ruolo dei frumenti Strampelli.

Alessandro Rota così si esprimeva nel 1929:

Sono le varietà precoci quelle che tengono trionfalmente lapalma, [ ….] raggiungono produzioni che hanno in alcuni casi delmiracoloso. Le varietà precoci, e fra queste, in ordine di merito,Villa Glori, Mentana, Ardito, se è vero che sono capaci dei più altiredditi, è altrettanto vero che hanno esigenze speciali e voglionoessere trattate con criteri e con mezzi molto diversi da quelli finqui prevalsi per le varietà comuni55.

Nel 1940 le razze elette avevano pressoché ovunquesostituito le vecchie varietà di frumento, e sempre piùmassiccia era la percentuale dei frumenti Strampelli tanto cheormai, in base ai dati che abbiamo elaborato, oltre il 51%della superficie granaria nazionale era coltivata con i frumenticreati dallo scienziato reatino, e il dato è certamente da rite-nersi sottodimensionato se si tiene conto che molti ispetto-rati agrari risposero all’indagine condotta dal Ciferri sullevarietà cerealicole coltivate in Italia, rinviando alla voce“altri” notevoli percentuali di territorio coltivate con varifrumenti, gran parte dei quali, elencati nelle risposte, eranoancora grani Strampelli, senza che però se ne possa misurarela percentuale non essendo estrapolabili dagli altri.

Il dato diventa ancor più macroscopico se lo si scomponenelle diverse realtà italiane, e quel 51,8% medio, diventa 96%nel Veneto, 89% in Lombardia, 85% in Emilia Romagna, percitare solo le regioni dove i frumenti Strampelli ebberomaggiore utilizzo, così come se ci si addentra nelle singolerealtà provinciali, appare evidente come i frumenti creati aRieti erano utilizzati sulla stragrande maggioranza dellasuperficie a vocazione granaria della penisola.

Le differenze regionali mettono in evidenza un dato giàampiamente dimostrato, e cioè il ritardo del sud rispetto alnord, che si attesta sui valori già registrati nei primi annitrenta, migliorandoli in alcune aree come la Liguria dove igrani Strampelli passarono dal 17% del 1932 al 28% del1940, o il Piemonte che passò dal 52 al 78%, così come ilLazio che passò dal 22 al 54%.

Anche nel sud l’introduzione dei frumenti Strampelli fuelevatissima, ma scontando i ritardi storici del territorio, nonsi riuscì a raggiungere i livelli del centro-nord, anche se nonpuò non essere rilevato come la Puglia passò dal 31% al 44%,la Basilicata dal 22 al 49%, e la Sardegna dal 16 al 61%, graziesoprattutto all’utilizzo del frumento duro Senatore Cappelli. 6

198

Page 197: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

199

PERCENTUALE DEI GRANI STRAMPELLI SUL TOTALE DELLA SUPERFICIE GRANARIA ITALIACONFRONTO 1932-1940

1932 %

1940%

REGIONI

PIEMONTE 52,4 74,97LIGURIA 17 28,13LOMBARDIA 87,5 89,13VENEZIA TRIDENTINA 27,3 37,5VENEZIA EUGANEA 79,6 96VENEZIA GIULIA 37,7 52,95EMILIA 72,1 85,85TOSCANA 15,6 38,6MARCHE 19,1 40,5UMBRIA 26,2 24,25LAZIO 22,9 54,25ABRUZZI E MOLISE 21,3 43,3CAMPANIA 18,1 38,9PUGLIA 31,7 44,47BASILICATA 22,5 49,7CALABRIA 32,9 34,5SICILIA 16 25,2

SARDEGNA 16,5 61,3 Gli stand dell’ARS e degli Istituti diretti da Strampellialla Mostra del Grano del 1934

Page 198: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

200

DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932

Per ogni regione la cifra in altoindica la percentuale dei frumenti Strampelli sul totaledella superficie granaria. La cifra in basso indica lapercentuale dei frumenti Strampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette.

Page 199: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

201

IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1939-40VALORI %

RAZZE ELETTE

VECCHIE

RAZZE

DAMIANO

CHIESA

MENTA

NA

ARDITO

LITTORIO

EDDA

DAUNO

CARLOTTA

ROMA

TERMINILLO

SENATORE

CAPPELLI

VIRGILIO

VILLA GLORI

NORD 15,44 84,56 63,11 22,25 29,38 5,90 3,53 1,66 1,52 0,20

CENTRO 5,84 94,16 48,69 7,2 12,09 8,42 6,01 2,89 5,18 0,1 0,45 5,96 0,3

SUD 37,38 62,62 42,17 0,55 6,48 0,44 0,78 30,3 1,1 0,34 0,4 1,5 0,8

ISOLE 41,4 58,6 43,25 1,5 29,7 0,04 0,5 11,95

ITALIA 22,30 77,70 51,80 9,71 15,12 4,43 3,08 12,51 0,56 2,30 0,19 1,40 0,11 2,07 0,16

TOTALE G

RANI

STRAMPELLI

Page 200: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

202

VECCHIE

RAZZE

SUDDIVISIONEREGIONALE

RAZZE

ELETTE

DAMIANO

CHIESA

SENATORE

CAPPELLI

TERMINILLO

ROMA

CARLOTTA

DAUNO

EDDA

LITTORIO

ARDITO

MENTA

NA

VILLA GLORI

VIRGILIO

TOTALE

GRANI

STRAMPELLI

NORD

CENTRO

SUD

ISOLE

PIEMONTE 4,35 95,65 74,97 31,88 24,87 14,31 0,7 3,21

LIGURIA 32,5 67,5 28,13 1 17,25 2,7 5,93 1,25

LOMBARDIA 1,8 98,2 89,13 57,4 26,7 3,33 1,7

VENETO 1 99 96 36,31 35,5 16,7 7,5

VEN. TRIDENTINA 28 72 37,5 30 7,5

VENEZIA GIULIA 25 75 52,95 8,75 42 1,1 1,1 10

TOTALE NORD 15,44 84,56 63,1 22,25 29,38 5,90 3,53 1,66 1,52 0,20

EMILIA 1 99 85,85 34,5 9,5 39,6 0,75 1,5TOSCANA 7,2 92,8 38,6 1,5 14,2 10,5 3,2 7,9 1,3MARCHE 2,4 97,6 40,5 22 2,5 1,25 14,75UMBRIA 1 99 24,25 2,5 14 3,75 4LAZIO 57 17,6 82,4 54,25 12,25 6 11,25 12,25 0,5 2,25 8,25 1,5

TOTALE CENTRO 5,84 94,16 48,6 7,2 12,09 8,42 6,01 2,89 5,18 0,1 0,45 5,96 0,3

ABRUZ. E MOLISE 24,2 75,8 43,3 4 0,9 2,4 25,6 3,2 7,2CAMPANIA 57 36,6 63,4 38,9 10,1 1,1 25,5 0,8 1,4PUGLIA 46,2 53,8 44,47 2,5 5,37 35 1,6LUCANIA 21 79 49,7 0,25 0,25 48,3 0,6 0,3CALABRIA 58,9 41,1 34,5 12,7 1,3 0,4 17,1 0,1 0,9 2TOTALE SUD 37,38 62,62 42,1 0,55 6,48 0,44 0,78 30,3 1,1 0,34 0,4 1,5 0,8

SICILIA 55,1 44,9 25,2 0,7 24,5 0,08 0.8SARDEGNA 37,7 62,3 61,3 2,3 34,9 1 23,1

TOTALE ISOLE 41,4 58,6 43,2 1,5 29,7 0,04 0,5 11,95

Page 201: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicolturaitaliana tra le due guerre

L’escalation dei frumenti Strampelli fu davvero straordi-naria, e non ebbe esempi confrontabili nel mondo.

E’ sufficiente ricordare che all’inizio della battaglia delgrano i frumenti Strampelli erano coltivati su meno del 3%della superficie nazionale, dato che già nel 1932 salì ad oltreil 30%, e nel 1939-40 superò il 50%.

In poco più di un decennio Strampelli rivoluzionòcompletamente la granicoltura nazionale, e il dato diventaancor più macroscopico se si tiene conto che nel contraltaredel circa il 42% di superficie coltivata in altro modo, sonocontenute sia le vecchie varietà frumentarie, che ancora nel1930 erano utilizzate su circa il 63% della superficie nazio-nale, sia le varietà create a Bologna da colui che tra le dueguerre fu l’antagonista di Strampelli, e cioè Francesco Todaroche seguiva il metodo della selezione genealogica, sia altrifrumenti prodotti dalle decine di istituti di ricerca e speri-mentazione che operavano sul territorio nazionale, ed inultimo, anche molte varietà create sulla base della scuola dipensiero di Strampelli.

Come scrisse più tardi Ugo De Cillis, l’esperienza diStrampelli fu unica sia per i risultati raggiunti, sia per i tempicon cui furono raggiunti, in aperta contraddizione con ilnormale trend dell’introduzione dei risultati ottenuti attra-verso la ricerca genetica che presuppongono tempi di adegua-mento e adattamento decisamente più dilatati.58

Strampelli e Mussolini

Malgrado che il reale impiego dei suoi grani avvennedurante il fascismo, sarebbe fuorviante collocare il suo lavoroesclusivamente nel contesto del regime se non altro perchétutta la fase dell’evoluzione della sua ricerca, ivi inclusi iconsistenti mezzi per concretizzarla, appartengono al periodogiolittiano.

Abbiamo visto come Strampelli non abbia semplice-mente fornito un contributo all’interno di un preesistenteapparato strutturale della ricerca scientifica italiana.

Egli ha creato, e fatto crescere le strutture collegate allasua ricerca, partendo da quella semplice Cattedra ambulantedel 1903, trasformata in Stazione sperimentale nel 1907, equindi l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura del1919, così come le stazioni fitotecniche di Cagliari, Foggia,Badia Polesine, Montagnana, Leonessa.

Tutto questo avvenne prima del fascismo durante il qualeStrampelli non modificò in alcun modo il suo operare, tantoche perfino i ben noti grani della vittoria, vero e propriosimbolo dell’autarchia fascista, furono pensati, realizzati efissati da Strampelli molti anni prima. Questo non vuol direche il fascismo non sia stato utile a Strampelli, o che Stram-pelli non sia stato utile alla politica economica del regime, nétantomeno che Strampelli non sia stato fascista.

Strampelli era uno scienziato puro, ma si pose sempre suun piano fortemente innovativo che, per essere affermato,necessitava una altrettanto valida capacità di gestione poli-tica della sua ricerca. Ciò che egli intendeva fare non esistevaprima di lui, ed è fin troppo logico che per realizzarlo egliabbia dovuto sempre convincere qualcuno, dal ministroGuido Baccelli, all’apparato del Maic che operava durante ilgoverno Calandra, fino a quello che prendeva ordini daMussolini. Il fascismo dette molto a Strampelli, non tanto intermini di strutture perché queste già esistevano, quanto inmezzi per farle funzionare.

Mussolini investì molto su di lui, facendo fuoriuscire lesue creazioni dal piano della sperimentazione per una appli-cazione pratica su vasta scala, in tempi che non hanno avutoconfronti in nessuna altra parte del mondo.

Forse non fu neanche un caso che Strampelli si iscrisseal partito nazionale fascista solo nel 1925, proprio l’anno diinizio della battaglia del grano.59

I rapporti tra Strampelli e Mussolini furono sempre stretticome testimoniano le frequenti richieste di appuntamentoche il duce gli fissava,60 così come appare in tutta evidenzal’interesse di Mussolini per il lavoro di Strampelli fino alpunto che voleva essere egli stesso a scegliere, e in ogni casoad approvare, i nomi che venivano dati ai grani creati aCampomoro.61

Viene anche da chiedersi chi sia stato il vero ideatoredella battaglia del grano, Strampelli o Mussolini.

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DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932

Per ogni regione la cifra in altoindica la percentuale dei frumentiprecoci Strampelli sul totale della superficie granaria. La cifra in basso indica lapercentuale dei frumenti precociStrampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette.Dati riferiti al 1932

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Di certo fu una occasione nella quale il duce non si affidòa quella mente pensante dell’agricoltura italiana del tempo cheera Arrigo Serpieri, ed è difficile immaginare che egli si siapotuto lanciare in una simile sfida senza avere un punto diriferimento preciso. E’ certo che Strampelli si poneva conforza l’obiettivo dell’autosufficienza granaria dell’Italia moltotempo prima della battaglia del grano, e il suo lavoro scienti-fico era pressoché unicamente indirizzato a questo scopo.

I grani della vittoria che egli teneva da anni ben celatinel suo laboratorio di Rieti, furono forse l’elemento checonvinse Mussolini a lanciarsi in questa impresa. Una sortadi vera e propria arma segreta da mettere in campo perraggiungere l’obiettivo. Abbiamo visto come tutta l’espe-rienza di Strampelli in Argentina potrebbe avere avuto sullosfondo la battaglia del grano. E forse non fu un caso se egliproprio a Buenos Aires confessò a Robert Godoy un impegnoverso l’autosufficienza granaria italiana, ben tre anni primadella proclamazione della battaglia del grano.62

Di certo il fascismo fu riconoscente a Strampelli, cometestimoniano quelle onoranze nazionali che gli furono tribu-tate nel 1933. L’iniziativa la prese il sindacato dei tecnici agri-coli, ma dietro l’operazione si intuisce la volontà di Mussolinidi rendere gratitudine allo scienziato che stava brillantementeconducendo una battaglia che egli voleva trasformare in unfiore all’occhiello del regime. Si formò un comitato nazio-nale che il 4 dicembre a Roma, nell’aula magna del Collegioromano, tributò le onoranze nazionali allo scienziato reatino.

Era presente tutto il mondo dell’agricoltura italiana, dalministro Acerbo ai due sottosegretari, Serpieri e Marescalchi,i rappresentanti ufficiali della Camera e del Senato, numero-sissimi parlamentari, il presidente dell’Istituto internazionaledi agricoltura. Da tutta Italia giunsero oltre tremila rappre-sentanti di tutte le istituzioni agrarie, dai sindacati agli ispet-torati provinciali, alle cattedre ambulanti, a tutti gli istitutiscientifici e accademici del Paese, e il giorno successivo aRieti gli venne conferita la cittadinanza onoraria.63

Egli dal fascismo aveva già ricevuto un’altra gratifica-zione, quella di essere nominato senatore per i suoi alti meritiscientifici. Fu la federazione italiana dei sindacati fascistidell’agricoltura a fare includere il nome di Strampelli tracoloro che il gran consiglio e Mussolini stesso avrebberoscelto per essere nominati senatori.

Un riconoscimento decisamente ambito, che in realtàturbò Strampelli fino al punto da fargli scrivere una lettera aMussolini nella quale, dopo aver ovviamente ringraziato chilo aveva indicato per l’alta onorificenza, sottolineava che“… per natura, carattere, attitudini e occupazioni sono asso-lutamente negato alla funzione di deputato”.64

E nel chiedere scusa per il suo ardire concludeva:

Mi permetto, quindi, rivolgere alla E.V, preghiera perché voglia,nel fare eliminazioni, tener presente anche le mie dette qualità asso-lutamente negative e lasciare il posto che potrebbe essere assegnatoad altri che, avendo più tempo e più capacità di me possa più degna-mente e più efficacemente rappresentare la Federazione in Parlamentoed essere nel Campo politico, maggiormente utile al nostro Paese.

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Diffusione del frumento Cappelli in Italia nel 1939-40 (R. Ciferri, Inchiestapreliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia, Roma, 1940)

Page 204: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

NOTE

1 G. ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (acura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969.

2 Sul problema granario nel periodo fascista, ed in modo partico-lare sulle questioni legate alla battaglia del grano si vedano: A. COSTA,Gli sviluppi economici della battaglia del grano. Studio monograficodi una azienda agraria toscana condotta a mezzadria, con particolareriguardo alla coltura granaria, Pisa 1934; DE BONIS, L’agricoltura ela coltura granaria in relazione alla economia nazionale. Velletri1925; R. DELLA VOLTA - P. FERRARI, - A. MARTELLA - G. D’ANCONA,La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia dei Geor-gofili”, s. V, XII (1925), f, IV, pp. 226-252; G. ESMENARD, La batta-glia del grano. Scopi, possibilità, notizie statistiche, note colturaliRoma 1926 (2. Ed.); R. FESTACAMPANILE, L’opera del governo nazio-nale per la battaglia del grano, Roma 1927; R. FITTIPALDI - R. FESTACAMPANILE, Mussolini e la battaglia del grano, Roma 1931; E. FILENI,La battaglia del grano in Italia. Relazione disposta dal Ministero diAgricol tura e Foreste, Roma 1930; F. GUARNERI, Battaglie economichetra le due grandi guerre, Roma 1953 (2 voll.); G. GUERRAZZI, La batta-glia del grano. Il problema del grano è il problema di tutta l’agricol-tura nazionale, Roma 1926; C. MARANI, Per la battaglia del grano.La coltura del grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condi-zioni di incremento, Alessandria 1929; Marescalchi, Agricoltura Italica1930-1931, Casale Monferrato 1931; MAIC, Le comunicazioni del capodel governo e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitatopermanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932;Ministero dell’economia nazionale, Provvedimenti per l’incrementodella coltivazione granaria. Fasc. 1. Roma 1925; MAIC - direzionegenerale di agricoltura, La battaglia del grano in Italia, Roma 1930;MAIC, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illu-strative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura diBudapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incre-mento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID, Provvedimenti perl’incremento della coltivazione granaria. Fasc.1, Roma 1925; E.MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, in “L’Italia Agri-cola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia delgrano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926),f. 1, pp. XXI-XLII; A. T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suopane, Casale Monferrato 1933; G. RAINERI, Di alcune questioni chetraggono all’incremento della produzione granaria, in “L’Italia Agri-

cola”, 62 (1925) n. 1, pp. 1-10; V. RIVERA, Battaglie per il grano,L’Aquila 1925; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano 1929;A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano inItalia, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443-458-472; SNTAF,Prima mostra nazionale del grano. Catalogo della mostra, Roma1927; ID, I progressi della granicoltura italiana, Roma 1939; ID, Iprogressi della granicoltura italiana, Roma 1928; D. SINISCALCO,Sviluppo e direttive della battaglia del grano nell’anno VII, Foggia1929; N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, in, Dal regnoall’Impero. 17 marzo 1861-9 maggio 1936 Roma, Reale, Acc. Naz.lincei 1937; G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933.

3 Si veda su questo aspetto G. CANDELORO, Storia dell’Italiamoderna, v. IX, Il fascismo e le sue guerre, Milano 1981.

4 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione delgrano in Italia in, “L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9 pp. 458-472.

5 Cfr. E. SERENI, L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regimefascista e l’opera di Arrigo Serpieri, in La Toscana nel regime fascista(1922-1939), Firenze 1971.

6 G. MEDICI, Stato e problemi degli studi di economia agraria inItalia, in “Rivista di economia agraria”, 1946 n. 2, p. 126. Su questoaspetto si veda in particolare C. FUMIAN, Modernizzazione, tecno-crazia, ruralismo: Arrigo Serpieri, in “Italia Contemporanea”, XXXI(1979), n. 137, pp. 3-3.

7 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione delgrano in Italia…cit., p. 1.

8 Ibid., p. 460.9 Ibid., p. 461.10 Ibid., p. 467.11 Su questo aspetto cfr. R. DE FELICE, Mussolini il fascista. L’or-

ganizzazione dello stato fascista 1925-1929, Torino 1968, p. 378.12 Sulla complessa figura di Serpieri si vedano: L. D’ANTONE, Poli-

tica e cultura agraria: Arrigo Serpieri, in “Studi Storici”, 1979, n. 3;G. SANTOMASSIMO, Una lettera di Arrigo Serpieri a Mussolini, in “Italiacontemporanea”, XXVIII (1976), n. 123, pp. 115-122; E. SERENI,L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regime fascista e l’opera diArrigo Serpieri, in, La Toscana nel regime fascista (1922-1939),Firenze 1971; S. LEPRE, Arrigo Serpieri, in F. CORDOVA (a cura di).Uomini e volti del fascismo, Roma 1980.

13 “Io ho preso formale impegno di condurre la Battaglia del Granoe ho già preparato lo stato maggiore, il quale stato maggiore dovràagire sui quadri rappresentati dai tecnici dei Consorzi agrari, delle

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Cattedre ambulanti di agricoltura e dei Consigli agrari provinciali; ecostoro dovranno muovere l’esercito, la truppa degli agricoltori”.

14 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministrodell’Agricoltura…cit., p. 9. Sulla battaglia del grano si vedano: L. SEGRE,La “battaglia” del grano, Milano, CLESAV 1982; S. LA FRANCESCA, Lapolitica economica del fascismo, Bari 1972; A. ARABINI, I risultatidella battaglia del grano, In “Lo stato operaio”, n. 5, 1934; G.ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (a cura di),Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969; G. TATTARA, Cereali-coltura e politica agraria durante il fascismo, in G. TONIOLO (a curadi), Lo sviluppo economico italiano 1861-1940, Bari 1973; D. PRETI,La politica agraria del fascismo, in “Studi Storici”, 1973, n. 4; P. L.PROFUMIERI, La “Battaglia del grano: costi e ricavi, in “Rivista diStoria dell’Agricoltura”, XI (1971), n. 2, pp. 153-172; E. FANO,Problemi e vicende dell’agricoltura italiana tra le due guerre, in“Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 468-496; A. CADEDDU - S.LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo nel settore agricolo italiano(1918-1939), in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 497-518;P. CORNER, Considerazioni sull’agricoltura capitalistica durante ilfascismo, in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 519-529;A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo, in, Istituto AlcideCerci. Annali 1/1979, Bologna 1979, pp. 349-380; P. CORENER,Rapporti tra agricoltura e industria durante il fascismo, in A. AQUA-RONE, M. VERNASSA, Il regime fascista, Bologna 1974; D. SCARDAC-CIONE, Indirizzi di politica agraria del fascismo, in “Il nuovoosservatore”, n. 50, 1966; E. SANTARELLI, Storia del fascismo, Roma1973; Agricoltura e sviluppo del capitalismo, Roma 1968; G. TONIOLO,L’economia dell’Italia fascista, Bari 1980.

15 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta …cit. Riguardoalle iniziative e ai provvedimenti assunti a sostegno della battaglia delgrano cfr. G. ESMENARD, La battaglia del grano…cit N. DE BONIS,,L’agricoltura e la coltura granaria…cit ; R. DELLAVOLTA - P. FERRARI- A. MARTELLI - G. D’ANCONA, La questione del grano in Italia…cit.;R. FESTA CAMPANILE, L’opera del governo nazionale per la battagliadel grano…cit.; C. MARANI, Per la battaglia del grano. La coltura delgrano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incre-mento, Alessandria 1929; MAIC, Le comunicazioni del capo delgoverno e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitatopermanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932;Maic, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illu-strative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di

Budapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incre-mento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID., Provvedimenti perl’incremento della coltivazione granaria. Fasc. 1,Roma 1925; E.MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, In “L’Italia Agri-cola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia delgrano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926),f. 1, pp. XXI-XLII; T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suo pane,Casale Monferrato 1933; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria,Milano 1929; A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazionedel grano in Italia, In “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443-458-472.

16 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione delgrano in Italia in, “L’Italia agricola”…cit.

17 La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia deigeorgofili”, s. V, v. XXII (1925), disp. IV, p. 249.

18 E. SERENI, Il capitalismo nelle campagne, Torino 1947 (1^ ed.). 19 R. FESTA CAMPANILE, R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del

grano… p. 41.20 P. ORANO (a cura di), Consegne e direttive del duce sui problemi

della vita italiana ed internazionale, v. 5° - Agricoltura e Bonifiche,Roma 1940, p. 48.

21 Fa eccezione il direttore della cattedra di Lanciano, Gentile cherispose: “Non è opinione azzardata il dire, anzi l’affermare, che laproduzione granaria in questo circondario dovrebbe come mediaraddoppiare ed anche salire senza sforzo da 5-6 quintali a 14-15”.

22 Le risposte parziali delle cattedre sono riportate in J. BOSSI, Versol’indipendenza granaria, Intra 1925.

23 d.l. 29 luglio n. 1313.24 d.l. 29 luglio n. 1317.25 d.l. 29 luglio n. 1315.26 d.l. 29 luglio n. 1316.27 Fonte: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 1861-

1955, Roma 1958.28 Sulla “quota novanta” si vedano in particolare: F. A. REPACI, La

finanza pubblica italiana nel secolo 1861-1960, Bologna 1962; G.FALCO, M. STORACI, Fluttuazioni monetarie alla metà degli anni ’20:Belgio, Francia e Italia, in “Sudi Storici” 1975, n. 1, pp. 57-101; R. DEFELICE, I lineamenti politici di “quota novanta” attraverso i documentidi Mussolini e di Volpi, in “ Il nuovo osservatore”, maggio 1966; G. C.MIGONE, La stabilizzazione della lira: la finanza americana e Musso-lini, in “Rivista di Storia contemporanea”, 1973, n. 2.

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29 Decreto legge 12 settembre 1928.30 P. GRIFONE, Il Capitale finanziario in Italia, Torino 1971 (2^).31 Cfr. L. MUSELLA, La valutazione storica del dazio sul grano nel

dibattito tra liberisti e protezionisti a cavallo fra otto e novecento, in“Archivio Storico Italiano”, CXXXIX (1981), n. 509, Disp. III, pp.479-496.

32 E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in“L’Italia agricola”, 62 (1925), n. 9, p. 457. Sul consumo del frumentoin Italia in relazione all’alimentazione cfr. A. VIVENZA, La culture descéréales au point de vue economique et social en Italie. Rapporto auXIII Congrès International d’Agricolture, in, Atti del XIII congressointernaziona di agricoltura, Roma 1927.

33 Fonti: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 1861-1955,Roma 1958; MAIC, Uff. di statistica agraria, La coltivazione delfrumento in Italia. Studi e cenni illustrativi, Roma 1913; E. MORANDI,Questioni frumentarie, in “L’Italia agricola” 61 (1924), n. 7, pp. 329-343; E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in“L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; E. BASSI, Il grano,Roma 1935.

34 Fonte: E. BASSI, Il grano, Roma 1935.35 P. L. PROFUMIERI, La “Battaglia del grano”: costi e ricavi. In

“Rivista di storia dell’agricoltura” XI (1971), n. 2, pp. 153-172.36 Cfr. R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia

del grano, cit. p. 146.37 d.l. 11 gennaio 1930 n. 17.38 R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del

grano, cit. p. 151.39 A. CADEDDU - S. LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo…cit.

p. 507.40 B.R. MITCHELL, European historical statistics, Agricolture.

London 1975.41 Fonte: nostra elaborazione sulla base dei dati SVIMEZ, Statistiche

sul mezzogiorno d’Italia, Roma 1954.42A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo…cit, p. 354.43 M. ROSSI DORIA, I problemi delle trasformazioni fondiarie nel

Mezzogiorno e nelle isole, in “Rivista di economia agraria”, I (1946)n. 3, pp. 195-216.

44 A. SERPIERI, Relazione introduttiva al Congresso nazionale peri provvedimenti di emergenza per l’incremento della coltivazione delfrumento, Roma 1947, p. 9.

45 Fonte: G. TATTARA, cit., p. 379.

46 Fonte: Nostra elaborazione sulla base dei dati riportati da E. DECILLIS, I grani d’Italia, Roma 1927.

47 Ibid.48 Fonte: G. TATTARA, cit. p. 381, n. 20.49 Nostra elaborazione sui dati INGA Origini, Sviluppi…op. cit.50 Idem.51 N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, cit. p. 16.52 Ibid., p. 17.53 Sulla gara tra Brescia e Cremona cfr. La sfida granaria Cremona

- Brescia, in “La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministrodell’Agricoltura e delle Foreste”, Roma 1930,

54 La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministrodell’Agricoltura e delle Foreste cit. pp. 90-91.

55 A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano s.d. (1929).Sull’utilizzo dei frumenti Strampelli all’interno della battaglia delgrano si vedano: F. ANGELICI, Quindici anni di sperimentazionegranaria in Agro Romano, Roma 1938; E. AVANZI, Qualche notiziacirca alcuni grani vecchi e nuovi, Trento 1930; ID., Stato attuale eprospettive dell’impiego delle razze elette, in, Atti del convegno perl’autarchia nel settore granario, Roma 1938, p. 91 e seg.; ID., Studi eprogressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento1930; E. BASSI, La vittoria granaria e le razze precoci, in “Giornale diagricoltura della domenica”, 15 agosto 1937; ID., Un triennio di espe-rimenti sui grani Strampelli, Piacenza 1927; ID., Granicoltura laziale.Affermazione meravigliosa per produttività e resistenza dei frumentiprecoci del Sen. Strampelli, in “Giornale di agricoltura della dome-nica”, 3 novembre 1940; ID., Se e entro quali limiti sia possibileaumentare la produzione granaria nazionale, in “L’Italia Agricola”,6a (1923) n. 5, pp.193-204; N. BOCHICCIO, Le varietà elette e la batta-glia del grano, in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 9, pp. 531-533; A.DONÀ, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Gior-nale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; A.TRAGHETTI, Il carattere “precocità” nei nuovi frumenti. Osservazionisperimentali, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 493-502; E.AVANZI, Studi e progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette digrano, Trento 1930, E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi deifrumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6dicembre 1931; E. FILENI, La battaglia del grano in Italia. Relazionedisposta dal Ministero di Agricol tura e Foreste, Roma 1930; ID., Lostato presente dell’agricoltura italiana, Roma 1929; A. FOLLONI, Razzeelette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; E. LANDI,

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Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale diagricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; C. MARANI, Per labattaglia del grano. La coltura del grano nell’economia agricolaitaliana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; MAIC,2° quadriennio di sperimentazione per la cerealicoltura, Portici 1934;ID., I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illu-strative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura diBudapest, Roma 1934; ID., Relazione sul 2° quadriennio di sperimen-tazione per la cerealicoltura (1929-1933), Portici 1934; C. NEPPI, Labattaglia del grano dall’inizio a oggi nel ferrarese, Ferrara 1927; T.POGGI, Le più alte produzioni di frumento nell’anno 1938 e i loroammaestramenti, Roma 1938; V. RIVERA, Battaglie per il grano,L’Aquila 1925; ID., Oro di Puglia, Firenze 1928; A. SUCCI, Prove diorientamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali,in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto suprove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e1924-25), in“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; R. TOMA, La grani-coltura nell’agro romano. (in part. “Gli ibridi Strampelli”, Roma. s.d.;B. TOMEI, Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia1925; A. VOLPE, I progressi della granicoltura, in “L’Italia Agricola”,62 (1925), n. 9, pp. 443-451, 472-482; G. BELLINI, Sulle varietà digrano che nell’attuale momento occorre richiamare l’attenzione degliagricoltori della Maremma, Grosseto 1929; Cassa di risparmio per leprovincie lombarde, Contributo alla battaglia del grano. Cinquantaquintali per ettaro, Milano s.d. (1928); CPPG, I primi quattro anni dellabattaglia del grano nella provincia di Roma, Roma 1930; C. MANCINI,Granicoltura meridionale, Casale Monferrato 1929; G. MORASSUTTI,La battaglia del grano in Umbria 1926-1927, Perugia 1928.

56 Fonte: nostra elaborazione sui dati riportati in R. CIFERRI,Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel1939-1940 in “Atti della Regia Accademia dei Georgofili”, s. sesta,(1940), v. VI, pp. 438-548.

57 La media relativa al Lazio è stata calcolata su 4 provincie inquanto Viterbo non comunicò i dati scorporati, così come Napoli equindi anche in quel caso abbiamo considerato solo tre provincie.

58 U. DE CILLIS, Miglioramento e produzione delle sementi difrumento, in Atti del Convegno Nazionale sulle sementi elette, Lonigo1959.

59 ACS, SPD, C.O, f. 518186, Partito nazionale fascista. Fascicolipersonali senatori e consiglieri. F. 470 Nazareno Strampelli. 16gennaio 1931. Strampelli dichiara di essersi iscritto al partito il 7settembre 1925 al fascio di Rieti.

60 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 22 dicembre 1933, Lettera di Stram-pelli ad Alessandro Chiavolini, segretario particolare del duce per unappuntamento. Ibid., 2 ottobre 1932, Strampelli chiede di essere rice-vuto dal duce; Ibid., 12 giugno 1935, Richiesta di Strampelli per unaudienza con il duce; Ibid., lettera 18 aprile 1935; Ibid., 13 marzo 1937;Mussolini convoca Strampelli per il 27 marzo; Ibid., 20 gennaio 1936,Lettera di Strampelli al duce; Chiede protezione per la carriera scien-tifica di Benedetto; Ibid., 12 settembre 1935, Lettera di Strampelli alduce. Il motivo è sempre Benedetto; Ibid., Mussolini fissa l’appunta-mento a Strampelli per il 18 settembre 1935; Ibid., 9 marzo 1937;Fonogramma di Strampelli che chiede un appuntamento al duce.

61 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 29/1/(1942), Lettera di Strampelli alsegretario particolare del Duce. Trasmette la pubblicazione delfrumento al Duce; Ibid., 3 marzo 1937, Lettera di Strampelli a Musso-lini. Lo informa sui risultati del frumento Littorio; Ibid., 18 aprile1935; Appunto del Ministro di agricoltura riguardo al nome da darsi adun nuovo frumento creato da Strampelli. Si riferisce al Littorio.Appunto “Il duce ha detto si”; Ibid., b. 2144, f. 539.957; Ibid., f.518186, Lettera del ministro Raineri al duce. Presenta le ultime duevarietà di frumenti realizzate da Strampelli. Vengono pubblicate dopola sua morte e probabilmente è lo stesso Raineri a dargli il nome diEia e Alala. ACS, SPD, C.O, B.2144 f. 518186; Ibid., Foto di congres-siste italiane in visita a Rieti ad un campo sperimentale davanti alfrumento Edda (1927).

62 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); “La mayor aspiraciòn deeste generoso y fecundo obreo de la prodocion es … lograr que Italiaconsiga suprimir la importacion de cereales, mediante el aumento desus rendimentos.

63 Sulle onoranze nazionali a Strampelli cfr. (n.d.r), Le solennionoranze nazionali al Senatore Nazareno Strampelli, in “AgricolturaFascista”, 10 dicembre 1933, p. 3; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen.Strampelli a Rieti, in “Il Giornale d’Italia”, 6 dicembre 1933, p. 5;(n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in “Il Popolo diRoma”, 6 dicembre 1933; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Stram-pelli, in “L’Unità Sabina” VIII (1933), n. 48, p. 2; (n.d.r), Le solennionoranze al senatore Strampelli, in “Il Messaggero”, 4 dicembre 1933;(n.d.r), Onoranze al Sen. Strampelli, in “Il giornale d’Italia”, 10dicembre 1933; G. STOPPANI, Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Stram-pelli, in “Bollettino Agricolo Mensile”, V (1933), n. 11/12, p. 1-2;(n.d.r), I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933.

64 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 17 febbraio 1929, Lettera di Stram-pelli a Mussolini.

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Stand reatino alla Mostra Nazionale del Grano del 1932

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Se per l’Italia è stato possibile ricostruire con esattezzal’incidenza dei grani Strampelli è molto più difficile effet-tuare lo stesso percorso per quanto riguarda il resto delmondo.

I dati che siamo riusciti a reperire sono solo parziali e laricerca è stata resa ancor più difficoltosa dalle modifiche deinomi che questi hanno subito una volta esportati, senza tenerconto dei successivi incroci che questi hanno subito con levarietà locali.

Solo una attenta ricerca sui genotipi delle specie colti-vate potrebbe darci una risposta, ma questo, ovviamente,esula dal nostro campo disciplinare che altro non può fare cheraccogliere i dati disponibili auspicando appropriate indagininel campo dell'attuale genetica agraria, e contestualmente puòoffrire un contributo attraverso l’ausilio della documenta-zione storica dalla quale è possibile dedurre i luoghi in cui ifrumenti creati a Rieti sono stati sperimentati, almeno finoalla prima metà del novecento.

Di certo negli anni cinquanta, ad oltre un decennio dellasua morte 2.375.000 ettari, cioè a dire oltre il 50% del totaledella superficie granaria italiana, era ancora coltivata con ifrumenti Strampelli ma, come ha notato giustamente ViscardoMontanari, se a tale superficie si somma quella coltivata confrumenti creati dagli allievi di Strampelli, e che hanno utiliz-zato i suoi genotipi, tale superficie è stimabile in oltre tremilioni di ettari per una percentuale di circa il 66%.1

E che non si sia trattato di certo di un fatto di "moda"come sosteneva Francesco Todaro negli anni venti, lo testi-monia il fatto che, come abbiamo visto, la produttività mediaper ettaro in Italia è cresciuta in funzione diretta all'impiegoconcreto dei frumenti Strampelli, passando dai meno dei 10q.li per ettaro nel triennio 1919-22 ai 12,6 come media del

sessennio 1926 -1931, anni delle prime applicazioni concretedei suoi frumenti, per salire ancora a 14,75 q.li nel periodo1936-1939, e a 15,3 nel periodo 1949-51.

Si tratta di dati evidenti che, come abbiamo visto, sipresentano con diverse sfaccettature regionali, soprattutto perquanto riguarda le differenze tra nord e sud, ma che mettonoin chiara luce un elemento, e cioè che è facile stimare chegrazie ai frumenti Strampelli si sono prodotti in media oltre20 milioni di quintali in più di frumento all'anno.2

Se Strampelli ebbe la fortuna di avere a disposizione isuoi grani da proporre al momento giusto in funzione dellabattaglia del grano, non possiamo dire che fu altrettanto fortu-nato nell'aver operato in quel contesto per un concreto succes-sivo riconoscimento dei suoi meriti.

Non c'è dubbio che egli anticipò di decenni la ricercascientifica italiana, e valga per tutti il dato che dopo oltre unventennio che la genetica agraria era stata alla base della rivo-luzione granaria del paese, solo nel 1948 venne bandito unconcorso universitario a cattedre di genetica, e occorreràattendere il 1968 perché se ne bandisse uno specificatamentededicato al miglioramento genetico delle piante.

Non pochi genetisti negli ultimi decenni hanno sottoli-neato che la ben nota rivoluzione verde messicana condottadal Cimmyt (Centro internacional de mejoramento de maizy trigo), che nel 1970 fruttò il premio Nobel a NormanBorlaug che colse l'obiettivo dell'autosufficienza granaria inquel Paese, l'aveva realizzata Strampelli un quarto di secoloprima, e che quindi il suo non fu altro che il proseguo dellavoro scientifico che si era svolto fin dall'inizio del secoloa Rieti.3

Se si tiene conto che Norman Borlaug ebbe a disposi-zione mezzi finanziari e strutture di ben altro spessore di

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Dalla battaglia del grano alla rivoluzione cinese di Mao.I grani Strampelli nel mondo

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quelle su cui Strampelli potette disporre a Rieti, e che i risul-tati che egli ha ottenuto in Messico furono solo temporanei,ci si può rendere conto della genialità dell'opera dello scien-ziato reatino.

Si notava di recente nel mondo della genetica agraria:

"Il Cimmyt in sostanza ha ripercorso le tappe di Stram-pelli con vari decenni di ritardo, ma non solo! Certe acquisi-zioni come la bassa taglia, l'insensibilità al fotoperiodo el'incrocio sistematico tra varietà invernali e varietà primave-rili, sono maturate nel corso di diversi anni. Nel caso diStrampelli invece, il vero segreto, l'autentico colpo di genio,sta proprio in quell'incrocio (capolavoro) triparentale (megliochiamarlo forse pentaparentale…Si tratta di un incrociochiave, un vero "crogiolo genetico" (melting pot)".4

Lo ha ricordato il genetista americano Warren Kronstadnel corso della quinta conferenza internazionale sul frumentoche si è tenuta ad Ankara nel 1996, sottolineando come Naza-reno Strampelli fu il primo studioso al mondo ad utilizzarevarietà giapponesi come l'Akakomughi.

Lo fece fin dai primi anni del novecento con l'obiettivodi ridurre l'altezza del frumento e aumentarne la produttività,esattamente lo stesso percorso seguito molto tempo dopo daNorman Borlaug.

Strana situazione quella della genetica agraria italianadegli ultimi decenni che sembra essere affetta da una estero-filia, e soprattutto da un americanismo esasperato, dimenti-cando il suo principale maestro, e dallo stesso mondo a cuiessa guardava come l'unica luce possibile, sono arrivati atte-stati di riconoscimento verso Nazareno Strampelli comequello recente di Warren Kronstad.

Non ci competono giudizi nei riguardi di una importantedisciplina come la genetica, ma crediamo francamente chel'opera di Strampelli vanti crediti non solo sul terreno dellastoria agraria per la quale questo lavoro tenta in parte diporre rimedio, ma anche all'interno della specificità disci-plinare che egli ha contribuito a far nascere e sviluppare inItalia e nel mondo.

Slavko Borojevic, professore di genetica presso l'uni-versità di Novi Sad, e uno dei personaggi più accreditati dellagenetica agraria internazionale, ha da sempre sottolineato lastraordinarietà scientifica dell'opera di Strampelli,5 così comealtri studiosi italiani del dopoguerra6 tra cui il suo principaleallievo Bernardino Giovannelli, ma anche Cirillo Maliani,Giuseppe Tallarico, Viscardo Montanari,7 mentre solo pochidell'ultima generazione ne seguono le orme dimenticandocome grazie a Strampelli la genetica agraria italiana è stataper lungo tempo maestra nel mondo.8

Se c'è un limite nell'esperienza di Strampelli, fu quello diaver comunicato poco con il resto della comunità scientifica.Le sue pubblicazioni sono scarse. Nessun volume, ma solouna certa quantità di articoli in larga misura solo schede deisuoi grani, quasi dovessero essere essi a parlare per lui.9

Tale disattenzione appare ancor più ingiustificata se sitiene conto che i frumenti Strampelli non appartengono alpassato, ma continuano a vivere sia nei genotipi che egliha creato incrociati oggi con altri frumenti, sia nelle formeche egli stesso ha fissato a Rieti, tanto che alcune varietàcome il Senatore Cappelli, Damiano, Aziziah, Mentana,Roma, Salto, S. Pastore, Villa Glori e Virgilio, figuravanoiscritte nel 1963 nel Registro nazionale delle specie evarietà coltivate10 e ancora nel 1981 vi figuravano ilCappelli e S. Pastore.11

Il genetista Angelo Bianchi ha indagato in questo sensosulle specie coltivate in Italia dal 1972 al 1995 e i risultatisono sorprendenti.

Il frumento tenero S. Pastore, una delle ultime creazionidi Strampelli, negli anni settanta era ancora il frumentomaggiormente coltivato in Italia, e in numerose altre parti delmondo. E quando all'inizio degli anni novanta si riduce lapercentuale di superficie su cui viene coltivato, ciò avviene afavore di altri frumenti come il Libellula, Marzotto, Irnerio,Mec ecc., i quali hanno la caratteristica comune di possederealmeno un genotipo dei frumenti Strampelli come il VillaGlori, L'Ardito, il S. Pastore e il Damiano.

E per quanto riguarda i grani duri, tra i maggiori coltivatiancora oggi sono il Capeiti, il Patrizio, l'Appulo, il Crescoecc., ma nota Bianchi, in questo caso "…la dipendenza da

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Strampelli è anche più stretta, peraltro per così dire mono-tona: nessuna delle varietà, prime o seconde nella gradua-toria, ha potuto evitare di risultare generata, in una maniera oin un'altra, dal Cappelli", il ben noto grano duro che Stram-pelli diffuse nel contesto della battaglia del grano.12

Difficile dire quanto e quali siano stati, e, quanto ancoraoggi, sono coltivati i frumenti Strampelli nel resto del mondo.Abbiamo provato a seguire le tracce delle diverse sperimen-tazioni in altri paesi, e i risultati sono sorprendenti, tanto chei frumenti creati nel laboratorio di Campomoro, in grandi opiccole quantità, sono stati introdotti in ogni Paese al mondoche avesse terra adeguata a questa coltivazione.

Le porte internazionali si aprirono con Strampelli dopo ilsuccesso del Carlotta, e soprattutto dopo il prestigioso premioSantoro ricevuto nel 1919 dall'Accademia dei Lincei.

All’inizio fu Strampelli che cercò di sperimentare ilCarlotta in altre parti del mondo offrendone una piccolaquantità agli istituti sperimentali di diversi paesi,13 ma manmano la fama dei risultati di tale frumento raggiunse granparte del mondo agrario internazionale, e perfino da Cubagiunse una richiesta da parte del governo di quel paese chechiedeva di sperimentarlo tramite la propria Estaction expe-rimental agronomica.14

Successivamente, Strampelli non ebbe più bisogno dioffrire il suo grano per farlo sperimentare in altre nazioni, mafurono esse stesse a rivolgersi costantemente a lui per riceverei grani creati a Rieti e valutarne l'applicazione.

Che i frumenti Strampelli fossero utilizzati nel lavoro dibonifica agraria delle colonie italiane è cosa ovvia.

Nel 1924 si iniziarono prove colturali in Abissinia,15mentre tra il 1924 e il 1926 in Cirenaica vennero sperimentatii grani Ardito, Luigia, Apulia, Cervara, Potenziani, Riccio, Ber-sagliere,16 e la stessa cosa accadde in Libia dove a dirigere iservizi agrari della colonia venne chiamato Emanuele de Cillis,da sempre attento osservatore della ricerca di Strampelli.17

Nell’annata 1926-27 venne istituito un campo di provadall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica a Bendasi, el’anno dopo altri ne furono impiantati in Somalia nei pressi diMogadiscio gestito dall’ufficio agrario locale, in Eritrea neipressi di Asmara, a Rodi, gestito dalla Direzione dell’agricol-tura del governo di quel paese, in Libia a Toera, e a Tripoli.18

Va anche detto che non poche furono le sperimentazionidei frumenti Strampelli in altri paesi africani come quelleattuate nel 1924 nella Colonia Meknes in Marocco con ifrumenti Dauno, Cappelli, Ardito, Apulia, Luigia e Cervaro,19quelle realizzate con gli stessi frumenti dal servizio botanicodel Ministero dell'agricoltura tunisino,20 e quelle della Stazionesperimentale di Bathurst in Sud Africa con il Carlotta, l'Ar-dito il Varrone e il Rieti.21

L'ambiente agrario italiano era orgoglioso dei risultatiche Strampelli otteneva nel mondo, tanto che il direttoredell'Italia Agricola nel 1924 gli scrisse per comunicargli cheil Departement of Agricolture del Goouvernement of WesternAustralia, lo aveva portato a conoscenza che il frumentoArdito aveva dato risultati eccezionali, e altrettanto positivierano stati i risultati ottenuti con gli altri grani Strampellisperimentati in quel Paese.22

Nel 1923 il dipartimento di botanica dell'università diManitoba in Canada iniziò a sperimentare la coltivazione delRieti 745,23 mentre nel 1925 nella Stazione agronomica diHaina, del Ministero dell'agricoltura di Santo Domingo, siiniziò a sperimentare il frumento duro Cappelli.24

Sempre nel 1925 nel Tewfik Fahmy-Micologist del Mini-stero dell'agricoltura egiziano si provarono diverse varietà,25e la stessa cosa accadde nella Estaciòn Central de Ensayo deSemillas di Madrid.26

In Romania prima il prof. Jean Titzu, direttore dellaStation Metereologique Agricole-Copou, poi l'agronomo N.Laulescu sperimentano il Carlotta, l'Ardito, il Cervaro, ilMarrone, il Rieti che Strampelli gli spediva da Rieti.27

Anche in Uruguay le sperimentazioni dei grani Stram-pelli avvennero per iniziativa ministeriale, e devono avereavuto una notevole risonanza se nel 1924 Jose Roina, dele-gato uruguayano dell'Istituto internazionale di agricoltura,scrisse a Strampelli: "Il suo nome, illustre professore, è notis-simo nel nostro Pese", e si propone di collaborare con lui perdiffondere ulteriormente i suoi grani in Uruguay.28

In Cile Negretti e Zambia, rappresentanti cileni dell'Isti-tuto internazionale di agricoltura, avevano introdotto datempo i frumenti Strampelli e, come Pacifico Toscano perl'Argentina, tendevano a proporsi come suoi agenti inAmerica Latina, e, anche attraverso la legazione cilena a

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Roma, facevano forti pressioni a Strampelli perché inviassei suoi frumenti in Cile.29

Di certo tra il 1924 e il 1926, come riferisce un rapportodell'Istituto Biologico de la Sociedad nacional de agricolturadel Cile, iniziò la sperimentazione dei grani Carlotta, Ardito,Cervaro Strampelli, Potenziani e Varrone.30

In Grecia l'introduzione dei grani Strampelli avvennetramite la Società ellenica di agricoltura, e lo stesso Mini-stero dell'agricoltura greca, con risultati notevolissimi tantoda far scrivere a J. Papandreus che nel campo di Geraka inAttica, l'Ardito rese 660 Kg per ettaro, contro i 350 dellarazza locale Del Deve, mentre in Tessaglia il rapporto fu 566Kg. contro 356.31

Già negli anni venti in Francia i frumenti Strampellivinsero un concorso internazionale al quale parteciparono230 concorrenti da ogni parte del mondo con 600 diversevarietà.32

L'Istituto di patologia vegetale del Ministero dell'agri-coltura francese iniziò la sperimentazione del Carlotta, laScuola nazionale di agricoltura di Grignon quella deifrumenti Mendel, Ardito, Varrone, Riccio, Apulia, Cervaro,Dauno, mentre il Laboratorio di botanica dell’università diToulose, il Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres,i servizi agricoli del Bouches du Rhone e lo StabilimentoDenaiffe, di Carignan si concentrarono prevalentementesull'Ardito.33

Anche la stampa specializzata francese si interessò larga-mente ai frumenti Strampelli, e il Jurnal d'AgricolturePratique, riportò i risultati di una sperimentazione effettuatadalla Società centrale di agricoltura nella quale il Carlottaaveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con un rendi-mento di 14, 80 quintali per ettaro contro i 12,20 delBordeaux.34

La Revue Agricole dedicò un apposito articolo alle crea-zioni di Strampelli, e alle applicazioni in Aquitania dovevennero impiegati il Carlotta, l'Ardito, il Varrone e il VittorioVeneto,35 e il Bolletin Mensil du Comice Agricole de Castressi soffermò specificatamente sul frumento Carlotta.36

Nel 1924 arrivò a Rieti una delegazione di studiosi fran-cesi, della quale facevano parte M. Rouart, presidente dell'Of-fice agricole du Sud-Ouest, M. Nicolas, professore di agraria

all'università di Toulose, M. Séverac, responsabile dei servizicommerciali della Compagnie du Midi, il prof. Serin, e M.Maylin, Prèparteur a la Station d'essais de semences di Parigi,e di questa esperienza venne pubblicato un lungo resocontonegli Annales de la Science Agronomique française et etran-gère.37

Nel 1930 alcuni imprenditori italiani che operavano nelsettore agricolo in Francia richiesero a Strampelli l'esclusivaper l'importazione dei suoi frumenti per quel paese e per laSpagna.

Essi riferivano come, specialmente nel sud-ovest dellaFrancia, i frumenti precoci creati a Rieti avevano conquistatouno spazio di tutto rilievo andando spesso a soppiantare ifrumenti distribuiti dalle ditte Villemorin, Tourneur e Frèresche gestivano in qualche modo il monopolio frumentariofrancese.

Era quindi necessario costituire una apposita società cheprovvedesse a coordinare l'importazione e a diffondere capil-larmente i frumenti Strampelli in Francia dove potevanoconquistarsi uno spazio di mercato decisamente rilevante.38

In Messico gli esperimenti sui grani Strampelli si dovet-tero interrompere a causa della rivoluzione che impedì di riti-rare il carico partito da Rieti,39 ma ripresero subito dopo periniziativa dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del Poderejecutivo federal,40 e quindi della Direzion general de agri-coltura dell'estado de Coahila de Zaragoza, che avviò la speri-mentazione dei frumenti Carlotta, Varrone, Ardito, GregorioMendel, Baionette, Apulia, e Cervaro.

In Brasile, come testimonia una relazione dell'agronomoJoao Grochowalski, il Carlotta era stato sperimentato fin dal1923,41 mentre l'Istituto cantonale di Mazzana nel CantonTicino sperimentò a lungo l'applicazione dell'Ardito.42

L'Istituto per l'allevamento delle piante dell'Università diZagabria sperimentò tutte le varietà che Strampelli riuscì adinviargli da Rieti,43 così come l'Istituto nazionale turco diselezione44 mentre l'Institute of applied botany & newcultures bureau of introdution di Leningrado, propose all'isti-tuto reatino una collaborazione sperimentale sul mais.45

Nel 1934 i frumenti Strampelli erano tra i più coltivatidel Portogallo, soprattutto nei distretti di Portalegre e Evora,

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dove si faceva largo uso delle varietà Mentana, Ardito,Carlotta Strampelli, Vittorio Veneto, e, anche in modo signi-ficativo, del Rieti.46

In modo particolare la Estación agronómica nacional,nata nel 1936, e la Estación para la mejora de plantas di Elvas,realizzarono nel 1942 diverse altre ibridazioni utilizzando ifrumenti Strampelli come il Villa Glori e l'Ardito, incrociatirispettivamente con il Precoce e il Manshots.47

Ancora più evidente è stato questo processo in Spagnadove i frumenti Mentana, Damiano Chiesa, Villa Glori,Ardito, Zara ed altri, sono stati incrociati con frumentilocali e africani dando vita a numerosi altri tipi largamenteimpiegati.48

Slavko Borojevic, riferisce come tra il 1956 e il 1957furono importate in Jugoslavia campioni di ben trenta varietàitaliane, e decine di altre provenienti dalla Francia, Grecia,Austria ed altre parti del mondo.

L'obiettivo era quello di verificare quale fosse il frumentomigliore per un clima freddo come quello dell'ex Jugoslavia.

Tra tutte primeggiò il S. Pastore che Strampelli avevacreato molti anni prima tanto che "…in pochi anni divenne lavarietà leader del paese" e altrettanto successo questofrumento ebbe in Ungheria, Romania e Bulgaria.49

Zhou Xiangchun ha di recente riferito riguardo all'uti-lizzo dei grani Strampelli in Cina dove furono introdotti neglianni trenta in occasione di una mostra agraria allestita aPercival.50

Vi furono esposti i famosi "grani della vittoria", il VillaGlori, il Mentana e l'Ardito che, successivamente moltipli-cati, furono messi a coltura.

Il primo che trovò largo impiego fu il Villa Glori che,sotto il nome cinese di Zhongnong 28, venne impiegato findal 1938 nella provincia sud-occidentale di Sichuan, seguitodalle altre due varietà nelle medie e basse aree del fiumeAzzurro.

Ma la vera applicazione su larga scala i frumenti Stram-pelli l'ebbero dopo il 1949, quando nel contesto della rivolu-zione maoista, la superficie granaria della Repubblicapopolare venne aumentata del 30% coprendo una superficiedi oltre 30 milioni di ettari.

I frumenti Strampelli, insieme ad alcuni altri italiani che,come abbiamo visto, derivano in ogni caso geneticamente daquelli di Strampelli, contribuirono a far sì che la produzionemedia per ettaro in Cina aumentasse di ben cinque voltepassando dai 7 ai 35 q.li.51

Così i grani che in Italia erano stati gli artefici della batta-glia del grano, vero e proprio simbolo della propagandafascista, in Cina furono al servizio della rivoluzione maoista.

Dalla provincia di Sichuan le varietà Strampelli già intro-dotte, alle quali si aggiunse successivamente il S. Pastore, sidiffusero progressivamente nelle vallate del fiume Azzurro,quindi in quelle del fiume Giallo e in quelle del fiume Huai,in un territorio vasto circa dieci volte l'Italia.

Il frumento Mentana che in Cina ha assunto il nome diNanda 2419, nel 1961 era ancora coltivato su una superficiedi oltre 70 milioni di Mu, cioè a dire circa 4.666.000 ettari,all'incirca l'intera superficie granaria italiana, e dalle opera-zioni di breeding effettuate successivamente, scaturirono ben110 diverse nuove qualità di frumento: 31 derivaronodall'Ardito, 28 dal Virgilio e 20 dal S. Pastore.

Complessivamente ben 189 diverse qualità di frumentocoltivate in Cina derivano direttamente dai frumenti cheStrampelli creò a Rieti, e il numero è di certo approssimatoper difetto se si tiene conto che una indagine del 1992 delgenetista Zheng, ha messo in luce che oltre 600 qualità difrumento con pedigree noto, coltivate attualmente in Cinapossiedono almeno un genotipo italiano, ed è facile immagi-nare quanti di questi derivino direttamente e indirettamentedai grani Strampelli.

Così, come sottolinea ancora una volta Zhou Xiangchun,altre varietà introdotte in Cina fino alla metà degli anni '70,come i frumenti cileni Orofen e Rulofen altro non sono che lecreazioni in linea diretta del Mentana.

E se a questo si aggiunge che le varietà Strampelli sonostate largamente utilizzate nel breeding cinese, sia in terminidi incrocio con altre razze, che di selezione diretta, ha di certoragione chi ha sostenuto che “…per la Cina il vero e unico"Cimmyt" è stato il breeding italiano grazie a NazarenoStrampelli e ai breeders venuti dopo di lui”.52

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Negli anni venti si impiantarono numerosi campi diorientamento e di prova all’estero tra i quali quelli francesi diValence sur Rhone, quello della Station d’essais de semencesdi Parigi diretta da Emile Schribaux, e di Roye, quest’ultimoper iniziativa del Roaul Lamaire, e quello della Station centrald’amemoration del plates de grand cuture nei pressi diVersailles, oltre a due in Corsica, il primo per iniziativa dellaDirezione dei servizi agricoli della Corsica, e l’altro gestitodalla Scuola d’agricoltura di Ajaccio.

In Romania un campo di orientamento era curato dalProf. Saulescu, e un altro, nei pressi di Bucarest, fu impian-tato per iniziativa dell’on. Alexsander Algin dell’AccademiaNazionale di agricoltura.

In Germania un campo venne impiantato e curato dalProf. Roemer a Halle Saale, e un altro dal dott. Bausse, cheper altro era delegato dell’Istitut international d’agricolture.

In Turchia ne esisteva uno nei pressi di Adona, un altroin Lettonia curato dalla Sole Kcijas Staxija, e un altroancora in Spagna a Pamplona, curato da Don Carlos EuguiBarricola.

In Grecia abbiamo trovato notizie di almeno tre campi diorientamento e prova, uno a Larissa per iniziativa dellaStazione di miglioramento delle piante diretta dal Prof. Papa-dakis, l’altro nei pressi di Atene curato dal dott. Parastevo-pulos, e l’ultimo curato dal Prof. Stravros, Direttore dellaScuola superiore di agricoltura di Atene. In Olanda l’inizia-tiva di istituire un campo di orientamento dei frumenti Stram-pelli l’assunse l’Istitut pour l’amelioration des plantes neipressi di Wageninghen, mentre il Prof. Egidio Gaetano Rebo-nato ne impiantò uno a Saltillo Coah in Messico.

Il conte Brettan fece lo stesso a Tangeri, e il dipartimentoagricolo australiano ne impiantò uno nei pressi di Sidney, cosìcome quello indiano che fece lo stesso nei pressi di Burna,mentre in Sud Africa se ne impiantò uno per iniziativa delCommissariato agricolo.53

Va poi detto che una notevole quantità di frumenti Stram-pelli furono esportati direttamente dall'Associazione ripro-duttori sementi di Rieti, per altro in quantità notevoli come sideduce dalla tabella seguente relativa al riepilogo per la quan-tità esportata dei diversi frumenti, anche se non se ne conoscela destinazione.54

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QUANTITÀ DI FRUMENTO DA SEME ESPORTATO DALL’ARS DAL 1924 AL 1940. DATI IN Q.LI

‘24 ‘25 ‘26 ‘27 ‘28 ‘29 ‘30 ‘31 ‘32 ‘33 ‘34 ‘35 ‘36 ‘37 ‘38 ‘39 ‘40

ARDITO 367 2134 943 700 464 315 301 161 9 161 16

CARLOTTA 597 1287 483 441 852 368 188 61 213 273 139 110 23 18 124

VIRGILIO 48 33 121 384 229 104 856 1865 1576 2697 1408 2256 1784 3760 3748

VARRONE 376 239 395 141 149

ATTILIO 1

BAIONETTE 3 2

CERVARO 15 22 56 17

DANTE 6 18 4

FAUSTO 26 43 75 154 110 40 7

ITALO 8 19 5

MENTANA 57 169 1194 2825 2589 3269 2334 3069 6871 7030 9564 6039 9672 6933 13259 10056

VITTORIO VENETO 33 69 53 34 5

VILLA GLORI 15 73 92 122 297 1283 433 33 314 232 181 102 157 251 197 176

RIETI ORIGINARIO 1742 1693 3026 1038 703 353 606 676 1392 1016 1690

RIETI 11 35 54 3543 2240 1841 469 443 124 238 340

DAMIANO 16 249 805 787 1977 1128 1267 934 1924 892 836 746

TILIA 10

OBERDAN 15 3

EDDA 46 97 250 125 17 21 32 256 1286 4899

ZARA 94 31 7

RIETI 75 606 1509 762

MENTANA NUTICO 62 109 472

TERMINILLO 32 67 36

ROMA 1664 965 1179 599 1227 1673

LITTORIO 87 72 863 898 2502 9453

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Perfino se seguiamo questo percorso in periodi piùrecenti appare in tutta la sua forza l’incidenza dei graniStrampelli.

Nell'ex Yugoslavia nel periodo dal 1958 al 1968 la produ-zione media dl grano tenero è passata da 12,5 a 41,9 q/ha inseguito all'introduzione di varietà derivate dal S. Pastore odai suoi discendenti Libellula e Leonardo. Queste stessevarietà hanno contribuito in maniera significativa all'incre-mento della produzione granaria in Ungheria, Slovacchia,Bulgaria e Romania.

L'Australia ricevette nel 1926 da Strampelli la varietàArdito. Questa conteneva il gene per la bassa taglia RhtB,importante per l’Australia in quanto riduce l'altezza dellapianta senza accorciare la lunghezza del coleoptile, e quindiconsentendo una emergenza uniforme delle plantule anche incondizioni di siccità. Complessivamente, Strampelli inviò inAustralia 104 varietà di grano tra le quali "Mentana", utiliz-zata per produrre la varietà "Gamenya", coltivata dal 1962fino al 1997.

Le idee rivoluzionarie di Strampelli erano note in Russiasin dalle sue prime sperimentazioni reatine. Utilizzando lesue varietà il prof. Sapegin creò la varietà Odessa 3, coltivataper oltre mezzo secolo su milioni di ettari nell'ex UnioneSovietica. La varietà Ardito fu utilizzata da Lukyanenko percreare la famosa Bezostaya 1 presente nella genealogia dioltre 200 cultivar di grano tenero e grano duro attualmentecoltivate in decine di paesi.

In sud America Strampelli e le sue varietà hanno avutouna fortissima influenza dopo l’introduzione degli anni ventie le sue varietà si sono continuate a coltivare almeno fino aglianni ’60 del novecento. In Brasile si è fatto largo uso divarietà precoci derivate da Mentana, mentre in Argentina eUruguay sono state coltivate varietà a bassa taglia e precociderivate da Ardito, Mentana o da entrambe. Come abbiamovisto Strampelli ebbe un ruolo centrale nella politica cereali-cola in Argentina dove per altro fece da maestro al prof. Blac-khouse che sviluppò due importanti varietà argentine, 38MAe Lin Cele, ampiamente coltivate e progenitrici delle modernevarietà argentine.

Anche in Francia, Cile, Messico, Spagna e Portogallo siè fatto largo uso di varietà strampelliane. Ad esempio, inquest'ultimo paese nei 1934 le varietà Mentana, Ardito,Carlotta Strampelli e Vittorio Veneto erano tra le più colti-vate nei distretti di Portalegre e Evora,

Le moderne tecniche di analisi molecolare consentonodi comprendere le basi genetiche del successo dei grani diStrampelli. Nelle varietà Ardito, Damiano e Villa Glori siritrovano tre importanti geni, Ppd-D1, Rthe e Yr16 , portati daun segmento del cromosoma 2D ereditato dalla varietà giap-ponese Akakomughi. Il gene Ppd-D1 conferisce insensibilitàal totoperiodo, consentendo a queste varietà di fiorire preco-cemente ed evitare la stretta. Inoltre ne riduce indirettamentel'altezza, collaborando con il gene Rth8, il quale abbassa l'al-tezza della pianta di altri 8 cm. II terzo gene Yr16 conferisceresistenza alla ruggine gialla ed è strettamente associato a altrigeni che aumentano la fertilità della spiga. Questo segmentocromosomico critico è stato trasmesso alle moderne varietàitaliane ed ha svolto un ruolo fondamentale nella granicol-tura sudeuropea, sudamericana e cinese.

Va detto in conclusione che oggi tutto il miglioramentogenetico vegetale si basa sul trasferimento di geni utili ed èsorprendente osservare come cento anni fa Nazareno Stram-pelli, senza conoscere il lavoro di Mendel, avesse già benchiaro questo concetto e cercasse questi geni utili anche inspecie diverse dal frumento coltivato. Già nel 1902 fece unincrocio tra la segale e il grano Rieti, da cui ottenne la varietàTerminillo. Incrociò il Rieti" e l’Akakomughi con il Trillavillosum ottenendo varietà di successo come il Cantore e ilRoma, e tentò anche incroci con Aegilops Agropyron epersino mais.55

Abbiamo già detto che non è di nostra competenza darconto dell'impiego dei frumenti Strampelli nel mondo, soprat-tutto perché, in tale percorso d’indagine, l’attestazione docu-mentaria dell’introduzione di un determinato frumento, è solouno degli anelli al quale occorrerebbe aggiungere quelli delsuccessivo impiego delle specie coltivate dopo le fasi speri-mentali e di moltiplicazione.

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Ancor di più il discorso si pone all’esterno del nostrocampo di ricerca quando si tratta di indagare sulle operazionidi breeding effettuate in loco, sia tra i frumenti Strampelli ele razze locali, sia tra queste ed altri frumenti importati daaltri paesi, ma che a loro volta altro non sono che il risultatodi incroci con i grani dello scienziato reatino.

Quanto abbiamo esposto è solo il primo livello di atte-stazione, utile comunque a testimoniare lo straordinario ruoloavuto dai frumenti Strampelli nella granicoltura mondiale.

Un ruolo sul quale varrebbe forse la pena indagare, e nontanto, o quantomeno non solo, per misurare quanto queifrumenti italiani creati in quella fucina di Campomoro,abbiano contribuito allo sviluppo della cerealicoltura di altripaesi, ma anche per apporre un altro tassello in quel mosaicodi crediti che la figura di questo scienziato riteniamo possaancora legittimamente vantare.

NOTE

1 V. MONTANARI, Un grande agronomo italiano. Nazareno Stram-pelli, in "L'agricoltura delle Venezie", n. 7, 1952, pp. 3-16.

2 G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942.3 V. MONTANARI, Un grande…cit. ; C. MALIANI, Nazareno Stram-

pelli, in "Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro", s. III (1979),v. X.

4 Z. XIANGCHUN - B. GIORNI - ROSSI, L'utilizzo dei frumenti italianiin coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B. GIORNI,O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietramiliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario distudio, Pollenza 1997, p. 45.

5A. BIANCHI, Genetica agraria. Missione di vita, Verona 1997: ID.,Nazareno Strampelli. Quarant'anni di sperimentazione genetica; ilquarantennio della successiva sperimentazione genetica; le quattrodecadi future a cavallo del 2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21,pp. 33-42; L'opera di N. Strampelli e i nuovi orientamenti della gene-tica del frumento, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro",s. III (1985), v. 15, pp. 109-112; Nazareno Strampelli: weat breederextraordinary and father of Italy's "green revolution" in "Diversity"

11 (1995), n. 1-2, pp. 135-136; Il ruolo dei frumenti di NazarenoStrampelli: passato e presente, in B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di),I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicol-tura italiana e mondiale…cit., pp. 17-27; A. BIANCHI, C. MALIANI,Nazareno Strampelli a forerunner in green revolution, in "Geneticaagraria", v. 33, 1979.

6 Tra gli studi di Slavko Borojevic cfr. The effect irradiation andselection after irradiation on the number of Kernels per spike in wheat,in The Use of Induced Mutations in plant Breeding, Oxford 1965;Genetics, environment and modeling in breeding of organisms, in"Savremena poljoprivreda", 26 (1978), n. 11-12, pp. 5-27; S. BORO-JEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi dell'Est Europa, inB. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli.Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit. , pp.28-36.

7 C. MALIANI, Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Acca-demia Agraria di Pesaro", s. III (1979), v. X; V. MONTANARI, Ungrande…cit.; B. GIOVANNELLI, Nazareno Strampelli, in "GeneticaAgraria", v. I, f. 1, 1946; ID., Commemorazione di Nazareno Stram-pelli, in Atti del convegno di genetica agraria, Roma 1950; G. TALLA-RICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942; B. STRAMPELLI, Un grandereatino di elezione: Nazareno Strampelli, in "Sabina. Periodicodell'EPT di Rieti, II (1957), n. 3, pp. 8-14; ID., Nazareno Strampellicome pioniere e scienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, etecnica eseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche genetiche,esposte dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docente nella R.Università, Roma 1944.

8 Va sottolineata l'opera che sta svolgendo in questa direzione ilgenetista Benito Giorgi cfr. in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), Ifrumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicol-tura italiana e mondiale…cit.

9 Su tale aspetto cfr. IST. NAZ. GEN., I miei studi i miei lavori, cit.10 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro isti-

tuito con decreto ministeriale 28 ottobre 1963 e successive modifichee integrazioni, Roma s.d.

11 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro isti-tuito dalla legge n. 1096 del 25-11-1971 e con d. p. r. 24-11-1972(Aggiornato al 31-12-1981), Roma 1981. Sulle teorie scientifiche rela-tive all'ibridazione nel periodo successivo a Strampelli cfr. H.K.HAYES, F.R. IMMER, Methods of plant breeding, London 1942; ID.,I nuovi metodi per la selezione delle piante, Milano 1954.

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12A. BIANCHI, Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli: passatoe presente, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Naza-reno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana emondiale…cit., pp. 17-27.

13 ASSGRi, b. 25 (n. p.), f. 2, Lettera dell'ambasciata francese aStrampelli del 3 nov. 1918. Ibid. Lettera del capitano L. Miège, da Fezin Marocco del 23 0ttobre 1918.

14 Ibid. Lettera di Mario Calvino, direttore de la Estacion Experi-mental Agronomica di Santiago de Las Vegas a N. Strampelli del 31gennaio 1919. Sui rapporti con Cuba si vedano anche la corrispon-denza con di R. Falco direttore della rivista "La Cultura latina", Ibid.

15 Si veda ad esempio la corrispondenza tra Strampelli e agronomiche operavano in Abissinia ASSGRi, b. a. 1924, f. 5.

16 T. PASSALACQUA, Possibilità agricole della Cirenaica. Due annidi sperimentazione agricola a Cirene, Palermo 1928.

17 Sulle problematiche dell'agricoltura nelle colonie italiane cfr. C.MORETTI, La Colonia eritrea. Considerazioni Economico - agrarie,Bene Vigienna 1923; L. CAVALIERI, Giornate tripoline, Terni 1928;Governo della Tripolitania - direzione dell'agricoltura, I servizi agrariin Tripolitania, Tripoli 1923; G. LEONE, Le coltivazioni sperimentaliasciutte delle foraggiere in Tripolitania nell'anno agrario 1917-1918,in "Bollettino di informazione del Ministero delle colonie ", 1919, n.1;ID., Saggio di bonifica agraria in Tripolitania. Azienda Leone - Ortu,Firenze 1930; ID., La difesa dal vento nella bonifica agraria dellesteppe tripolitane, Firenze 1930; ID., Agricoltura e colonizzazionedella Tripolitania settentrionale e nel sud tunisino, in "Bollettino diInformazione del Ministero delle Colonie", 1922 n. 5; H. SCAETTA,Rilievo agrologico della regione di Tocra, Bengasi 1924; G. SOLVETTI,L'agricoltura in Tripolitania, s.l. 1927; E.M. TASCHDJIAN, Sguardosulle possibilità agricole dell'Abissinia, Firenze 1936; DE CILLIS,Cinque anni di sperimentazione agraria in Tripolitania, Firenze 1921;ID., Saggio di fenicigrafia libica. Roma 1923; S. ADORNO, De Cillis,Emanuele, in “Dizionario biografico degli italiani”, Roma Istituto dellaEnciclopedia italiana, 1960, Vol. 33 (1987), p. 542-544.

18 ASSGRi, b. (n. provv.) 30, f. 7, Elenco dei campi territoriali diorientamento istituiti nell’annata agraria 1927-1928; Ibid. f. 8, Elenco deicampi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929.

19ASSGR, b. a. 1924, f. 5, Corrispondenza con la Colonia Meknes-Medina, 12 settembre, 1924.

20 Ibid. Corrispondenza con la Direzione generale dell'agricoltura.Servizio botanico, 2 ottobre e 9 agosto 1924.

21 Ibid. Corrispondenza con la Stazione Sperimentale di Bathurst,16 marzo 1924.

22 ASSGR, b. anno 1924, f. 5, lettera del direttore dell'Italia Agri-cola del 21 gennaio 1924.

23 Ibid. lettera del direttore del dipartimento di botanica dell'Uni-versità di Manitoba del 9 dicembre 1923.

24 Ibid. lettera del direttore della Stazione agronomica di Haina,8 giugno 1925.

25 Ibid. lettera del direttore del Tewfik Fahmy - Micologist del 10settembre 1925.

26 Ibid. lettera del direttore della Estaciòn Central de Ensayo deSemillas di Madrid del 25 settembre 1925.

27 Ibid. lettera del Prof. Jean Titzu direttore della Station Metereo-logique Agricole-Copou del 9 settembre 1924; Ibid. b. a. 1925, f. 5,lettera del prof. N. Laulescu di Bucarest s.d. (agosto 1925). I frumentisperimentati furono: Carlotta, Ardito, Cervaro, Varrone, MendelLuigia, Potenziani, Baionette, Apulia, Rieti.

28 Ibid. lettera di Jose Roina del 19 gennaio 1924 si veda anche,Ibid. lettera di Nicolas Fantini, Inspector de defensa Agricola -Paysandru del 22 ottobre 1924 che chiede a Strampelli di fornirgli ifrumenti Rieti 745, Carlotta, Luigia, Ardito e Apulia. Cfr. anche A.BORGER, Osservaciones sobre agricoltura quince anos de trabaios fito-tecnicos en el Uruguay,Montevideo 1928.

29 Lettera della Legazione cilena a dell'11 gennaio 1924. Si richie-dono i frumenti Ardito, Riccio, Potenziani, Varrone, Mendel, Carlotta,Apulia, Cervaro, Luigia, Dauno, Francesco.

30 ISTITUTO BIOLOGICO DE LA SOCIETAD AD NACIONAL DE AGRICOL-TURA DEL CILE, Memoria de los trabajos realizados en el año 1924,Santiago de Chile 1925.

31 Ibid. lettera di J. Papandreus, direttore della Societè Ellenicad'Agricolture 7 gennaio 1925. Si veda anche la relazione del genetistaJean Papadakis del 16 agosto 1924 e la corrispondenza con il Ministerodell'agricoltura greco del settembre 1924.

32 Ibid. si veda la lettera del Prof. Fontet La Reole Gironde del 5dicembre 1924; Ibid. Lettera del Ministero dell'Agricoltura - ScuolaNazionale di Agricoltura di Grignon, 30 novembre, 1924; Lettera delProf. Edoardo Serin, Chaire d'Agricolture, Villefranche de Lauragais,6 ottobre 1924; Lettera del Ministero dell'Agricoltura - Scuola Nazio-nale di Agricoltura di Grignon, 29 settembre 1924; Lettera del Mini-stero dell’Agricoltura. Istituto di Patologia Vegetale, 22 ottobre 1924;Lettera del Università di Toulose. Laboratorio di botanica, 17 ottobre

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1924; Lettera del Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres, 21marzo 1924; Lettera dello Stabilimento Denaiffe, di Carignan, 11febbraio 1924.

34 L. ROLLAND, Expériences sur variétés de blè dans l'aveyron en1923-1924, in "Jurnal d'Agricolture Pratique", 89 (1925), n. 11, pp.216-217.

35 R. SEVERIN, Les blès du Pr. Strampelli in Aquitaine, in "RevueAgricole", 1924.

36 C. DE CARBONNIÈRES, Le blè Carlotta Strampelli, in "BolletinMensil du Comice Agricole de Castres", 1924, n. 10, pp. 75-77; Cfr.anche C. CREPIN, Observations sur les rouilles del cereales en 1923 aGrignon, Paris 1924.

37 M. MAYLIN, La station expèrimentale de granicolture de Rieti, in"Annales de la Science Agronomique française et etrangère", v. 1924,pp. 339-351.

38 ASSGRi, b. 1930, f. 5, Lettera del 7 luglio 1930; Ibid. b. anno1924, f. 5 - 1924; Ibid. b. n. anno 1925 f. 5, 1925; Ibid. b. n. anno 1930,f. 5.

39 Ibid. lettera del 17 luglio 1924 della Direzion General de Agri-coltura dell'Estado de Coahila de Zaragoza.

40 Ibid. lettera dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del PoderEjecutivo Federal 18 settembre 1924.

41 ASSGRi, b. 32, f. 14 Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr.Miguel Calmon Du Pin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura,industria i commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski,sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, realizadosdurante o anno 1922. Rio de Janeiro 11 gennaio 1923. Dattiloscritto.

42 Ibid. b.a. 1925, f. 5, Corrispondenza con l'Istituto Cantonale diMezzana, 4 ottobre 1924, e 7 dicembre 1925.

43 Ibid. lettera del direttore dell'Istituto dell'allevamento delle piantedell'università di Zagabria 1 agosto 1924.

44 Lettera del direttore dell'Istituto Nazionale Turco di Selezione, 28giugno 1925.

45 Ibid., b. a. 1930, Lettera del direttore dell'Institute of appliedbotany & new cultures bureau of introdution di Leningrado 16 febbraio1930.

46 Estação agraria central, A cultura do trigo na Regiâo do AltoAltentio, Lisbona 1934 p. 189 e tav. p. 190-19. Cfr. anche A. DACUNHAMONTEIRO, Trigos Portugueses, Lisbona 1935.

47 E. SALAROCCA, El problema mundial del trigo y el problema deltrigo en España, Barcellona 1948, p. 145.

48 ID., El problema mundial del trigo y el problema del trigo enEspaña cit., p. 151-152. In Spagna si faceva per altro largo uso delRieti originario.

49 C. BOROJEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesidell'Est Europa, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di) I frumenti diNazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana emondiale…cit. pp. 28-36.

50 Z. XIANGCHUN - B. GIORGI - L. ROSSI, L'utilizzo dei frumentiitaliani in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B.GIORNI - O. PORFIRI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli.Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti delseminario di studio, Pollenza 1997.

51 ZHENG D.S. - ZHUANG Q.S., Utilization of Italian wheat varietiesin China, Report of the Institute of Crop Germplasm Resurces, 1992.

52 Z. XIANGCHUN …cit., p. 44.53 ASSGRi, b. 30 (n. p.), f. 8, Elenco dei campi territoriali di orien-

tamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929; Ibid. f. 9, Elenco deicampi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1929-1930.

54 ASSGRi, b. 31, f. 33, Dati relativi all’esportazione del frumentoda parte dell’ARS dal 1924 al 1940, s.d. (1940?).

55 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde diNazareno Strampelli, in “L’Informatore Agrario” , 2000, 32: pp. 31-33.

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Scritti di Nazareno Strampelli

1. Scritti di Nazareno Strampelli nella fase precedenteall’inizio della sua attività a Rieti. Si tratta perlopiù di breviarticoli pubblicati sul bollettino del Comizio agrario di Came-rino del quale Strampelli fu infaticabile animatore.1

1 Il rhus cotinus e la sua coltura nel camerunese, Pisa 1896.2 Chimica e microscopia, in «L'Appennino. Gazzetta Came-

rinese», 14 maggio 1898.3 Note sulla difesa contro la Peronospora, in “Bollettino del

Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio Giugno 1896.4 La Lupinella o crocetta (Hedysarum onobrychis L.) sui

monti del Camerinese in “Bollettino del Comizio Agrario Came-rinese”, Luglio. Dicembre 1896.

5 Fillossera e viti americane, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896.

6 La fertilizzazione del suolo, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896.

7 La fertilizzazione del suolo a mezzo di concimi chimici. In“Chienti e Potenza”, Camerino 9 gennaio 1897.

8 Fillossera e viti Americane (I parte). In “Chienti e Potenza”,Camerino 19 Gennaio 1897.

9 Fillossera e viti Americane" (II parte). In “Chienti ePotenza”, Camerino 9 Febbraio 1897.

10 Esperimenti di concimazioni chimiche sul frumento. In“Chienti e Potenza”, Camerino 5 Ottobre 1897.

11 Questioni Agricole, in “Chienti e Potenza”, Camerino 5Gennaio 1898.

12 Chimica e microscopia, in “L'Appennino Gazzetta Came-rinese”, 14 Maggio 1898.

13 I concimi chimici non impoveriscono il suolo in “Bollettinodel Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1899.

14 Tavole di Chimica Analitica qualitativa. Camerino Tipo-grafia Savini, 1898.

15 Come risanare il frumento attaccato dal Cladioporiumerbarium, Università di Camerino 1898.

16 La formalina nelle valvole idrauliche per la chiusura dellebotti, Camerino 1898.

17 Per la lotta contro la peronospora, Camerino 1898.18 Nitrato sodico in “Bollettino del Comizio Agrario Came-

rinese”, Febbraio 1899.19 Memoriale dell'agricoltore (Marzo) in “Bollettino del

Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1899.20 Memoriale dell'agricoltore (Aprile), in “Bollettino del

Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1899.21 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario

Camerinese”, Marzo 1899.22 Granturco e concimi chimici, in “Bollettino del Comizio

Agrario Camerinese”, Aprile 1899.23 Alcune norme per la buona fabbricazione del formaggio,

“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899.24 Memoriale dell'agricoltore (Maggio), in “Bollettino del

Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899.25 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario

Camerinese”, Aprile 1899.26 Memoriale dell'agricoltore (Giugno), in “Bollettino del

Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1899.27 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario

Camerinese”, Maggio 1899.28 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario

Camerinese”, Giugno 1899.29 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Came-

rinese”, Giugno 1899.30 Notizie Tariffa di trasporto pel solfato e acetato di rame, in

“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899.

222

Fonti Bibliografiche

Page 221: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

31 Stallatico e concimi chimici in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Luglio 1899.

32 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, I parte in “Bollet-tino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899.

33 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Came-rinese”, Luglio 1899.

34Memoriale dell'agricoltore (Settembre), in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Agosto 1899.

35 L'allettamento del grano, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Settembre 1899.

36 Risposte a quesiti in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Ottobre 1899.

37 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, II parte, in“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre 1899.

38 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Came-rinese”, Novembre 1899.

39 Parole rivolte alle alunne nella prima festa degli alberi dalprofessore d'agraria Dott N. Strampelli, Camerino 1899.

40 Le malattie della vite ed i concimi, in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899.

41 Notizie, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”,Dicembre 1899.

42 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Came-rinese”, Dicembre 1899.

43 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Dicembre 1899.

44 Il trionfo dei cannoni, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Giugno 1900.

45 La barbabietola da zuccaro, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Ottobre 1900.

46 Patate di gran reddito, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Dicembre 1900.

47 A chi acquista semi dal commercio, in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1901.

48 L'innesto secondo le varie piante, in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Marzo 1901.

49 A proprietari di boschi, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Aprile 1901.

50 Ai viticoltori I parte, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Maggio 1901.

51 Spigolature e notizie agrarie, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Maggio 1901.

52 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Maggio 1901.

53 Alcune faccende di Giugno, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Giugno 1901.

54 Ai viticoltori II parte, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Luglio 1901.

55 Ai contadini, in “Bollettino del Comizio Agrario Cameri-nese”, Luglio 1901.

56 Le principali faccende di Settembre, in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Settembre 1901.

57 La fillossera ci circonda, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Settembre 1901.

58 Le principali faccende del mese di Ottobre, in “Bollettinodel Comizio Agrario Camerinese”, ottobre 1901.

59 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Ottobre 1901.

60 Attenti negli acquisti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Novembre.Dicembre 1901.

61 Perfosfati e scorie, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Novembre-Dicembre 1901.

62 La Cocciniglia del Gelso o Diaspis pentagona, in “Bollet-tino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902.

63 Appunti di stagione, concimazione di prati, in “Bollettinodel Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902.

64 Ancora attenti agli acquisti, in “Bollettino del ComizioAgrario Camerinese”, Febbraio 1902.

65 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Febbraio 1902.

66 I panelli nell'alimentazione delle pecore, in “Bollettino delComizio Agrario Camerinese”, Aprile 1902.

67 Innesti estivi, in “Bollettino del Comizio Agrario Cameri-nese”, Giugno 1902.

68 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Giugno 1902.

69 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Agosto-Settembre 1902.

70 Una pianta foraggera poco conosciuta presso di noi, in“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1902.

223

Page 222: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

71 Il seme grano Italia, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Agosto-Settembre 1902.

72 I frumenti selezionati, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Agosto-Settembre 1902.

73 Per la prossima semina, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Agosto-Settembre 1902.

74 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio AgrarioCamerinese”, Agosto-Settembre 1902.

75 Intorno all'azione postuma del Nitrato sodico, in “Bollet-tino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto 1903.

2. Scritti di Nazareno Strampelli dopo il suo arrivo a Rieti

76 Esperienze di inoculazione con preparati di Moore, in«Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria ecommercio», v. 1906.

77 Esperienze intorno alla malattia del frumento dovutaall'Ustilago Carbo, in "Rendiconti della R. Accademia nazio-nale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e natu-rali", v. XV (1906), s. 5^, f. 3°.

78 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettino uffi-ciale del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1906.

79 Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed alla sele-zione del frumento, in Atti del VI Congresso internazionale dichimica applicata, Roma, Bertero, 1907.

80 Di una speciale azione elettrica sulle piante, in Atti del VICongresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero,1907.

81 Azione dei diversi composti di manganese ed in particolaredel minerale manganesifero del Monte Argentario, usati nellaconcimazione delle piante, in Atti del VI Congresso internazio-nale di chimica applicata, Roma, Bertero, 1907.

82 Alcune esperienze intorno alla coltura della barbabietolada zucchero, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura,industria e commercio", v. 1907.

83 Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sulgranoturco, in "Rendiconti dell'Accademia dei Lincei. Classe discienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°.

84 Alcune anomalie di forma nelle infiorescenze del frumento,in "Le stazioni sperimentali agrarie italiane", v. LX (1907), f.2°, pp. 121-127.

85 Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento amezzo dell'ibridazione, Roma 1907.

86 Studi e ricerche di selezione e di ibridazione nel camposperimentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della societàagraria italiana", XIII (1908), n. 7.

87 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo speri-mentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della società degliagricoltori italiani, XIII (1908), n. 9-10.

88 Come rendere più produttiva la coltura del grano, in Attidel IV Congresso agrario marchigiano, Macerata 1908, pp. 39-49.

89 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo speri-mentale di granicoltura di Rieti, Rieti 1909.

90 Varietà di mais ottenuta nella stazione di granicoltura diRieti, Rieti 1910.

91De l'étude des caractéres anormaux présentés par les plantules pour la recherche des varietés nouvelles, in Atti della IVConferenza internazionale di genetica, Parigi 1911.

92 La regia stazione sperimentale di granicoltura di Rieti allamostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914.

93 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Stram-pelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario1914-1915, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria ecommercio", v. 1916.

94 Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" neicampi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916, Rieti, Trinchi 1916.

95 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Stram-pelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario1915-1916, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria ecommercio", v. 1917.

96 Breve riassunto dei lavori della R. stazione di granicol-tura sperimentale di Rieti, in "Bollettino degli agricoltoriitaliani" (1918), n. 10/11.

97 Il frumento "Carlotta Strampelli" nell'anno agrario 1916-1917, Terni, Alterocca 1918.

98Genealogia del frumento "Carlotta Strampelli", in "Rendi-conti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche,matematiche e naturali", v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°.

99 Su di alcuni risultati conseguiti mediante l'ibridazione ela selezione di piante agrarie, in Atti del XLVIII Congressodegli agricoltori italiani, s.l. s.d. (1918).

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Page 223: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

100 Esperienze intorno alla carie (Tilletia caries) del frumento,in "Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienzefisiche, matematiche e naturali", v. XXVII (1919), s. 5^, f. 4°,Nota del dott. N. Strampelli presentata dal socio G. Cuboni.

101 Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura diRieti, Piacenza 1919.

102 Altre varietà di frumenti ottenute nella stazione di grani-coltura di Rieti, Piacenza 1920.

103 Il funzionamento dell'Istituto nazionale per la cerealicol-tura nell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S.E. il Ministro dell'economia nazionale, in "Nuovi Annali delMinistero per l'agricoltura", II (1922), n. 2.

104 Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'anno agrario1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione (dell'Isti-tuto nazionale di genetica per la cerealicoltura), Roma 1923.

105 I più recenti grani Strampelli, in "L’Italia Agricola", 1923.106 Elenco dei frumenti Strampelli presentati alla prima

Mostra romana dell'agricoltura, dell'industria e dell'arte appli-cata, 21 aprile-30 giugno 1923, Rieti, Trinchi 1923.

107 Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cereali-coltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione al S.E. il Mini-stro dell'economia nazionale, Rieti, Faraoni 1924.

108 Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italianecon i cereali Strampelli nell'anno 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924.

109 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'annoagrario 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924.

110 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'annoagrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925.

111 Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumentimutici ed aristati (Triticum folliculosum), in "Rendiconti della R.Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, mate-matiche e naturali", v. I (1925), s. 6^, f. 4°.

112 Rapporto al XII Congresso internazionale di agricolturaa Varsavia, in Atti del XII Congresso internazionale di agricol-tura di Varsavia, Varsavia 1925.

113 Novità 1926, Rieti, Faraoni, 1926.114 Nuovi frumenti 1927, Rieti 1927.115 Ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a Rieti,

a Roma e a Foggia, Roma 1927.116 Alcune osservazioni sull'impiego del manganese, Roma

1927.

117 Alcune produzioni raggiunte in annata agraria avversa(1927), con frumenti di razze elette, Roma, Danesi 1928.

118 Breve sguardo alla cerealicoltura italiana e ai suoiproblemi, in "Nuova antologia", 16 dicembre 1931.

119 La cerealicoltura, in I problemi attuali dell'agricoltura inItalia, Bologna 1933, pp. 121-126.

120 I miei lavori:origini e sviluppi. I grani della vittoria, in“Istituto nazionale per la cerealicoltura”, Origini, sviluppi erisultati, Roma 1932, pp. 49-112.

121 Agricoltura e battaglia del grano, in Dal regno all'Impero.17 marzo 1861-9 maggio 1936, Roma, Reale Accademia Nazio-nale dei Lincei, 1937.

122 I frumenti "Italo Balbo", "Comandante Baudi", “Coman-dante Novaro" che hanno conseguito la iscrizione al R. RegistroNazionale delle varietà elette di frumento nell'anno 1940,Roma, Istituto Naz. di genetica agraria, R. Stazione Sperimen-tale di Granicoltura di Rieti, 1941.

123 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettinoufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio,estr. s.d.

124 Per la lotta contro la peronospora, s.l., s.d.

3 . Il lavoro scientifico di Nazareno Strampelli

125 Il miglioramento genetico dei cereali. Celebrazione del40° anniversario della morte di Nazareno Strampelli, Roma,Accademia dei Lincei 1982.

126ARS, Nazareno Strampelli. Commemorazione celebrata aRieti il giorno 8 giugno 1952, Rieti, s.d. (1952).

127 AVANZI E., Contributo al progresso agrario nazionale deigenetisti italiani scomparsi, in "Rivista di storia dell'agricol-tura", 1962, nn. 3 e 4.

128 BENEDETTIA., Nazareno Strampelli, in "L’Italia agricola"104, 1967, pp. 515-530.

129 BIANCHI A., L'opera di N. Strampelli e i nuovi orienta-menti della genetica del frumento, in "Esercitazioni dell'Acca-demia agraria di Pesaro" s. III (1985), v. 15, pp. 109-112.

130 BIANCHI A., Nazareno Strampelli. Quarant'anni di speri-mentazione genetica; il quarantennio della successiva speri-mentazione genetica; le quattro decadi future a cavallo del2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21, pp. 33-42.

225

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131 BIANCHI A., Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli.Passato e presente, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), Ifrumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella grani-coltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio,Pollenza 1997, pp. 17-27.

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138 GIOVANNELLI B., Nazareno Strampelli, in "GeneticaAgraria",v. I, £ 1, 1946.

139 GIOVANNELLI B., Commemorazione di Nazareno Stram-pelli, in Atti del Convegno di genetica agraria, Roma 1950.

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141 LORENZETTI R., La sperimentazione agraria in Italia. Ilcaso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’operadi Nazareno Strampelli, in M. G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a curadi), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998.

142 MALIANI C., Nazareno Strampelli, in "Esercitazionidell'Accademia agraria di Pesaro”, s. III (1979), v. X.

143 MARINPIETRI L., TIRELLI M., Il chicco di grano. Strutturafisiologia, chimica, parassiti, conservazione, Roma 1947.

144 MONTANARI V., Un grande agronomo italiano. NazarenoStrampelli, in "L'agricoltura delle Venezie", rt. 7, 1952, pp. 3-16.

145 MORESCHI B., La granicoltura italiana e gli esperimentiStrampelli, in "L'agricoltura italiana illustrata" 1 (1919), n. 3,pp. 11-17.

146 MOSCIATTI M., Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Stram-pelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903),Camerino 2009.

147 Per il senatore Strampelli, in "Il Popolo Sannita", 1933.148 PASQUETTI S., Un cittadino benefattore Nazareno Stram-

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149 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzioneverde di Nazareno Strampelli, in “L'Informatore Agrario” (n.32) 2000.

150 SALVI S., Quattro passi nella scienza di Nazareno Stram-pelli, Pollenza 2009.

151 SALVI S., Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli,Pollenza 2008.

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153 SALVI S., Uno scienziato da riscoprire: Nazareno Stram-pelli. Rivista di diritto agrario 68 (n. 2) 2010, pp. 66-71.

154 SALVI S., PORFIRI O., Il papà del grano. “Storia in rete” (n.60), 2010, pp. 54-59.

155 SCARASCIA MUGNOZZA T., The contribution of Italianwheat geneticists: From Nazareno Strampelli to FrancescoD'Amato. Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL s.d.

156 STRAMPELLI B., Un grande reatino di elezione NazarenoStrampelli, in "Sabina. Periodico dell’E.P.T. di Rieti", II (1957),n. 3, pp. 8-4.

157 STRAMPELLI B., Nazareno Strampelli come pioniere escienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, e tecnicaeseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche geneticheesposte e dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docentenella R. Università, Roma 1944.

158 TALLARICO G., Nazareno Strampelli, Roma 1942.159 ZAGANELLA M., Rivoluzione verde. L’incredibile epopea

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226

Page 225: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

4. La Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti, l’Isti-tuto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, le stazionifitotecniche, le altre strutture

160 Una stazione di sperimentale granicoltura stabilita aFoggia, in "Il Rinnovamento. Giornale politico democraticodella Capitanata", VIII (1919), n. 16, p. 1.

161 CASALINI M., Le istituzioni create dallo stato per l’agri-coltura, Roma 1937.

162 CUBONI G., L'esperimentazione agricola in Italia eall'estero, in "Bollettino della società degli agricoltori italiani",XII (1908) n. 9-10.

163 FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO,L’Istituto nazionale di Genetica per la Cerealicoltura in Roma,Roma 1939.

164 GIOVANNELLI B., L'Istituto nazionale di genetica per lacerealicoltura N. Strampelli. Roma, La Stazione sperimentaledi granicoltura di N. Strampelli - Rieti. Alle mostre attivitàromane 1946, Rieti 1946.

165 ISTITUTO NAZIONALE DI GENETICA PER LA CEREALICOL-TURA, Leggi, decreti, regolamento, Roma s.d.

166 RAINERI L., La stazione di granicoltura di Rieti, in"L’Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12.

167 SINDACATO NAZIONALE TECNICI AGRICOLI, Prima mostranazionale del grano. I progressi della granicoltura italiana.In modo particolare si vedano i capitoli Provincia di Rieti,pp. 217- 218, e L'Istituto Nazionale di genetica per la cereali-coltura di Roma e la R. Stazione sperimentale di granicoltura diRieti, pp. 322-332.

168 VITTORANGELI R., Stabilità delle cattedre e problemamorale, in "L’Italia Agricola", XLVI (1909), n. 3, pp. 49-50.

169 MAILIN M., La Station expèrimentale de granicolture deRieti, in "Annales de la science agronomique française et etran-gère", v. 1924, pp. 339-351.

5. Le fonti statistiche

170 Indici delle condizioni economiche e finanziarie dell'Italiadal 1922 al 1938, Roma 1940.

171 BANCAD’ITALIA, L'economia italiana nel sessennio 1931-1936, Roma 1938.

172 CONFEDERAZIONE FASCISTADEI LAVORATORI DELL’AGRICOL-TURA, Compendio di statistica agraria, Roma 1935.

173 DE POLZER A., Statistiche agrarie, Milano 1942.174 ERCOLANI P., Documentazione statistica di base, in G. FUÀ

(a cura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969,pp. 380-460.

175 INSTITUT INTERNATIONAL D’AGRICOLTURE, Annuaire Inter-national de statistique agricole 1913 et 1914, Roma 1915.

176 INSTITUT INTERNATIONAL D’AGRICOLTURE, Annuaire Inter-national de statistique agricole 1915 et 1916, Roma 1917.

177 ISTAT, Annuario statistico dell'agricoltura italiana 1936-1938, Roma 1940.

178 ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 1861-1955, Roma 1958.

179 LEMMI C., ORSI A., Le rilevazioni statistiche in Italia dal1861 al 1956. Statistiche dell'attività produttiva. Statisticheeconomiche generali, in "Annali di statistica", 87 (1958), V. 7.

180 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni I(1910-11), Roma 1911.

181 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni II(1912-13), Roma 1913.

182 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni III(1913-14), Roma 1914.

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237

Page 236: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

10. I grani Strampelli. Ardito

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548 BONAVOGLIA F., Pro granicoltura. Risultati di prove coltu-rali, Macerata 1924.

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550 CATTEDRA DI AGRICOLTURA PER LA PROVINCIA DI AREZZO,Contributo allo studio della granicoltura. Relazione sui risul-tati ottenuti nei campi sperimentali istituiti nel 1924, Arezzo1924.

551 CONSOLANI G., I nostri campi di grano nel 1923-24, Cone-gliano 1924.

552 COSSOLANI G., L'Ardito Strampelli, in "Il Coltivatore", 70(1924), n. 23, pp. 135-137.

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555 FOLLINI L., Dopo l'Ardito il tabacco, in "Giornale di agri-coltura della domenica", XXXIV (1924), n. 50, 14 dicembre,p. 445.

556 Follini L., I nuovi frumenti alla prova, in "L'Agricolturapiacentina", XVII (1924), n. 7, pp. 105-107.

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559 L'Ardito si fa onore, in "Rivista agricola romagnola" II(1924), n. 15, pp. 162-163.

560 NICOLAI L., I nuovi frumenti Strampelli alla prova, in"Il Coltivatore", 70 (1924), n. 30, pp. 362-364.

561 NICOLAI L., L'Ardito Strampelli, in "Il Coltivatore", 69(1923), n. agosto 30, p. 174.

562 POZZOLOA., In tema di frumento. Varietà e razze colturali,in "L'agricoltura friulana", III (1924), n. 23, p. 1.

563 ZANNONI I., Razze elette e coltivazioni razionali nell'ales-sandrino, in "Giornale di agricoltura della domenica", XXXIV(1924), n. 32, p. 285.

564 ZANNONI I., Il problema della cerealicoltura nazionale,in "La vita rustica", II (1924), n. 10, p. 3.

11 . I grani Strampelli. Carlotta

565 Il frumento Carlotta Strampelli. Una grande scopertaitaliana, in "Il Giornale di Ascoli", III (1919), n. 3, pp. 2.

566 Il rifornimento del grano e l'importanza di una scopertascientifica, in "Il Corriere della Sera", 3 febbraio 1919.

567 Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italiana cheassicura il fabbisogno annuale del grano, in "Il Corriere diCanelli", XIII (1919), n. 6, pp. 1-2.

568 CONSOLANI G., Successi del Carlotta Strampelli nell'altoPolesine, in "Il Coltivatore", 65 (1919), n. 3, pp. 511-52.

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12. Il fascismo e la battaglia del grano

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1928.675 TODARO F., Grani “ibridi” e “precoci” dell’Istituto bolo-

gnese di cerealicoltura, Bologna 1929.676 TODARO F., Sulle possibilità di alte produzioni nella

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241

Page 240: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

13. I grani Strampelli fuori dall’Italia

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684 CAVALIERI L., Giornate tripoline, Terni 1928.685 CREPIN C., Observations sur les rouilles del cereales en

1923 a Grignon, Paris 1924.686 DA CUNHA MONTEIRO A., Trigos Portugueses, Lisbona

1935.687 DE CARBONNIERES C., Le blè Carlotta Strampelli, in

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689 DE CILLIS E., Saggio di fenicigrafia libica. Roma 1923.690 DUCELLIER L., Especes et varietes de cereales cultivees

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do Alto Altentio, Lisbona 1934.692 GOVERNO DELLATRIPOLITANIA. DIREZIONE DELL’AGRICOL-

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694 ISTITUTO BIOLOGICO DE LA SOCIETAD NACIONAL DE AGRI-COLTURA DEL CILE, Memoria de los trabajos realizados en el año1925, Santiago de Chile 1926.

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701 MORETTI C., La Colonia eritrea. Considerazioni Econo-mico agrarie, Bene Vigienna 1923.

702 PASSALACQUA T., Possibilità agricole della Cirenaica. Dueanni di sperimentazione agricola a Cirene, Palermo 1928.

703 ROLLAND L., Expériences sur variétés de blè dansl'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'agricolture pratique", 89(1925), n. 11, pp. 216-217 (Riporta i risultati di una sperimen-tazione effettuata dalla Società Centrale di Agricoltura. IlCarlotta aveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con unrendimento di 14,80 quintali per ettaro contro i 12,20 delBordeaux).

704 ROLLAND L., Expériences sur variétés de blè dansl'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'agricolture pratique", 89(1925), n. 11, pp. 216-217.

705 SCAETTA H., Rilievo agrologico della regione di Tocra,Bengasi 1924.

706 SEVERIN R., Les blès du Pr. Strampelli in Aquitaine, in"Revue Agricole", 1924.

707 SILVETTI G., L'agricoltura in Tripolitania, s.l. 1927.708 TASCHDJIAN E.M., Sguardo sulle possibilità agricole

dell'Abissinia, Firenze 1936.709 XIANGCHUN Z., GIORGI B., ROSSI L., L'utilizzo dei frumenti

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14. Il lavoro di Strampelli in Argentina

710 Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all'ospite illustre,in "La Scena Illustrata", XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre,p. 7.

711 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in "L'Italia delPopolo", 6 dicembre 1922.

712 Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio, in"Giornale d'Italia", 17 gennaio 1923.

242

Page 241: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

713 L'arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in "L'Italiadel popolo", 6 dicembre 1922, p. 2.

714 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli, in "IlGiornale d'Italia", 17 gennaio 1923 (giornale italiano di BuenosAires).

715 Las investigaciones del profesor Strampelli, in "LaNation", 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires).

716Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in"La Nuova Provincia", 22 dicembre 1922

717 El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayertrenel. Impresiones recogidas en su jra por copetonas e irene, in"La Nuova Provincia", 23 dicembre 1922.

718 Il Prof. Nazareno Strampelli, in "In Cammino", 3 marzo1923 (settimanale di Camerino).

719 Il professore Strampelli nella nostra casa, in "La Patriadegli Italiani", 14 gennaio 1923.

720 Per l'arrivo del prof. Strampelli, in "Il secolo XIX", 6dicembre 1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires).

721 Cultivo y rendiniento del trigo, in "La Nation", 1 febbraio1923.

722 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa.El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realizapour aquella zona, in "La Nation", 24 febbraio 1922.

723 En honor del professor Strampelli, 17 de enero 1923.724 CLOS E., Ensayo de classificacion de los trigos de "pedi-

grée" cultivados en la Argentina, in "Alm. Del Min. de Agr.",1934, pp. 331-330.

725 CONTI M., Mecànica agricola, Motores i maquinarias. 2.Voll, Buenos Aires 1913.

726 CONTIM., Studi e ricerche sui sistemi di raccolta del grano.Risultati di una inchiesta in Argentina, in "L'Italia Agricola", 65(1928), n. 6, pp. 719-724.

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731 GREGORI A., Con il mago dell'agricoltura. Le impressionidel Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l'interno (dell'Ar-gentina), in "Il giornale d'Italia", 28 dicembre 1922 (Giornaleitaliano di Buenos Aires).

732 HIRSCHHORN J., Identificación colorimétrica de las varie-dades de trigo mediante el ácido fenico, in "Rev. De la fac. DeAgr. De La Plata" XX (1934), n. 1.

733 HOROVITZ N., Descripción de variedades agricolas detrigo por sus caracteres morfológicos, in "Granos", 1939,dicembre.

734 JAMES SCOBIE R., Revolucion en las Pampas: historiasocial del trigo argentino, 1860-1910, Buenos Aires 1962.

735 KLEIN C., Estudio sobre las carcteristicas de 12 varie-dades de trigo de pedigrée y la posibilidad de identificarlas perel grano, in "Bol. Min. Agr.", XXVIII (1929), n. 2, pp. 151-162.

736 LABORATORIO EXPERIMENTAL DE MOLINERIA Y PANIFICA-CION, Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigoshibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentes desiembra, Buenos Aires 1925.

737 MIATELLO U., Tratado de Agricoltura Cereales, BuenosAires, 1921.

738 MIATELLO H., Cultivo del Maiz en la zona de secanoSantiagueña, Buenos Aires 1922.

739 MIATELLO H., Cultivo del trigo en la provincia de Santiagodel estero, Buenos Aires 1922.

740 MINISTERO DEAGRICOLTURADE LAREPUBBLICAARGENTINA,Informe sobre la conferenzia internacional del trigo realizada inRoma en el mes de apbril 1927, Buenos Aires 1927.

741 PASINI N., Conversando con donna Regina Pacini deAlvear (Moglie del presidente dell'Argentina), in "La Patria degliItaliani", 17 dicembre 1922, p. 1 (Buenos Aires).

742 RUSSO PTRON N., Descripción de trinta y cinco variedadesde trigo del pais con observaciones sobre la costancia delagunos caracteres morfólogicos, Buenos Aires 1939.

743 SALA ROCA E., El problema mundial del trigo y elproblema del trigo en España, Barcellona 1948.

243

Page 242: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

15. Il premio dell’Accademia dei Lincei e le onoranze nazio-nali del 1933

744 I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933.745 Il gran premio Santoro al Prof. N.Strampelli, in "Chienti

e Potenza. Periodmico settimanale Camerinese" XXXIII (1919),n. 3, pp. 1-2.

746 STOPPANI G., Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Stram-pelli, in "Bollettino Agricolo Mensile", V (1933), n. 11-12,p. 1-2.

747 Le solenni onoranze al senatore Strampelli, in "Il Messag-gero", 4 dicembre 1933.

748 Le solenni onoranze nazionali al Senatore NazarenoStrampelli, in "Agricoltura Fascista", 10 dicembre 1933, p. 3

749 Onoranze al Prof. Strampelli, in "L'Unione Liberale" XL(1919), n. 6, p. 2.

750 Onoranze al sen. Strampelli, in "Il Giornale d'Italia", 10dicembre 1933.

751 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli, in "L'UnitàSabina" VIII (1933), n. 48, p. 2.

752 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "IlGiornale d'Italia", 6 dicembre 1933, p. 5.

753 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "IlPopolo di Roma", 6 dicembre 1933.

754 Onore alla scienza, in "L'Unione Liberale" XL (1919),n. 5, p. 2-3.

1 Devo la segnalazione degli scritti camerinesi a MarioMosciatti, che li riporta nella sua pubblicazione: Là dove tuttoebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamentoe ricerca (1891-1903), Camerino 2009.

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Le condizioni dell’archivio prima del riordino

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LE CARTE DEL LAVORO DINAZARENO STRAMPELLI

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Premessa

L’ Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti si compone di due parti ben distinte. Della prima fa parte uncorpus di documenti che impropriamente, e solo per comodità, abbiamo definito come Archivio Privato e Scientifico Strampelli.

E’ costituito da un insieme di carte rintracciate prevalentemente nella stanza di lavoro di Nazareno Strampelli in modo disor-dinato, prive di ogni tipo di condizionamento e di ordinamento, in larga misura recuperate in terra e in due armadi.

Evidentemente furono lasciate lì dallo stesso Strampelli, certamente non nel disordine in cui le abbiamo trovate, il quale ècertamente da addebitarsi ai vari lavori di spostamento avvenuti dopo la sua morte.

Le carte in questione fin dal 1994 furono progressivamente trasferite presso l’Archivio di Stato di Rieti dove chi scrive haprovveduto ad una loro catalogazione in larga misura analitica, per poi ricomporle in unità archivistiche quanto più omogenee.

Le carte riguardano aspetti prettamente privati della vita di Strampelli, dalle lettere di sua moglie Carlotta, ai quaderni univer-sitari, ai suoi testamenti, ma anche appunti scientifici, relazioni, corrispondenza prevalentemente legata alla sua attività di ricerca.

In quello spazio abbiamo trovato anche i verbali del Consiglio di Amministrazione della Stazione Sperimentale e numerosealtre carte che dovrebbero far parte dell’archivio propriamente amministrativo e che evidentemente erano conservate da Stram-pelli nel suo studio per motivi di organizzazione del lavoro.

In alcuni casi si sono trovati documenti già raggruppati i quali risultavano per altro essere anomali rispetto alla definizionedell’attività di Strampelli, come nel caso di un gruppo di carte riguardanti l’attività professionale del figlio Benedetto che abbiamoschedato nell’insieme senza procedere ad una loro descrizione analitica.

Di questa parte dell’archivio fanno parte anche un considerevole numero di lastre fotografiche in vetro che, pur essendo statetrovate nello studio di Nazareno Strampelli, vista la loro fragilità, sono state lasciate presso l’ex sede della Stazione Sperimen-tale di Cerealicoltura.

Più complesso è il discorso per quanto concerne l’archivio vero e proprio della Stazione Sperimentale di Granicoltura per ilquale a suo tempo siamo riusciti a realizzare solo un elenco di consistenza che deve essere letto con tutta la provvisorietà del caso,ma che potrà tornare utile per ulteriori approfondimenti di indagine.

Anche in questo caso le carte sono state rintracciate in una condizione fortemente degradata. In larga misura a terra e insacchi della spazzatura. L’unica forma di condizionamento era fasci di carte legati con dello spago o incartati probabilmente dopola soppressione dell’Istituto nel 1967. In ogni caso la documentazione non era condizionata in faldoni.

Contestualmente alla realizzazione dell’elenco di consistenza, abbiamo provveduto a condizionare il materiale in appositifaldoni e a ricollocarlo nella scaffalatura lignea originale.

D’intesa con la Soprintendenza Archivistica per il Lazio, non si è trasferita alla documentazione presso l’Archivio di Statodi Rieti in quanto, proprio in quegli anni, era in fase di progettazione un museo-centro di documentazione dedicato allo scienziatodel quale avrebbero fatto parte integrante sia l’archivio che la biblioteca.

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L’Archivio della Cattedra Ambulante, poi Stazione Sperimentale di Granicoltura “Nazareno Strampelli”

Page 245: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

In realtà questo, per i più disparati motivi, non si è mai concretizzato e d’intesa con l’Amministrazione Provinciale di Rietiabbiamo provveduto a realizzare un museo virtuale, tutt’ora consultabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti.

Questa parte dell’archivio si compone complessivamente di 575 faldoni e 257 registri a cui abbiamo assegnato un numero dicorda da 1 a 832. Va specificato che allo stato attuale non si è proceduto ad un ordinamento dei singoli faldoni e questo perché siera in attesa di un trasferimento dell’archivio in locali più idonei e in una scaffalatura maggiormente adeguata.

Pertanto il numero di riferimento per l’individuazione dei faldoni è il secondo che si legge nell’elenco che corrisponde aquello assegnato nel momento della catalogazione iniziale.

Va in primo luogo detto che l’Archivio segue l’evoluzione dell’istituto reatino, e in questo senso abbiamo cercato di suddi-viderlo cronologicamente nelle diverse fasi delle sue trasformazioni.

Esiste quindi un archivio dell’originaria Cattedra Ambulante di Granicoltura che dal 1903 va fino al 1907.L’organizzazione del carteggio è estremamente elementare e si compone delle due sole categorie “posta in entrata” e “posta

in uscita”. In modo separato erano tenuti: 1 - Ricevute entrate e uscite, 2 - documentazione e registri relativi alle macchine agrarie,3 - registri protocollo, 4 - registro delle somme incassate.

Dal 2 giugno 1907 la Cattedra ambulante venne trasformata in Stazione sperimentale ma, almeno nei primi anni, l’organiz-zazione del carteggio rimase sostanzialmente immutata.

Soltanto a cominciare dal 1915 l’archivio iniziò ad articolarsi con una suddivisione della corrispondenza in funzione dell’at-tività dell’ente, soprattutto in relazione della nascita dei campi sperimentali di Leonessa e Foggia.

Nascono così delle specifiche categorie da I a V con diverse suddivisioni interne attivate all’occorrenza in specifici fascicoliindicati alfabeticamente.

Dal 1920, dopo la nascita dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, l’organizzazione dell’archivio si evolseulteriormente in relazione alle nuove funzioni che l’istituto si trovò a svolgere.

L’archivio venne organizzato in base a sei grandi categorie: 1 - V Varie , 2 - V.P Vendita prodotti, 3 - E.F Esperienze frumenti,4 - E.M Esperienze mais, 5 - I.G Istituto di Genetica, 6 D, Regio Deposito.

La prima categoria V, è a sua volta suddivisa in 7 classi: cl.1 Corrispondenza con vari ministeri, cl. 2 Corrispondenza conRegie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa e uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioniagrarie, cl. 4 Corrispondenza con privati, cl. 5 Corrispondenza con fornitori, cl. 6 Corrispondenza campi sperimentali, cl. 7Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo. Dal 1930 viene aggiunta la cl. 8, Corrispondenza con l’estero.Mostre,fiere ecc. La seconda categoria V.P., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con ministeri, cl. 2 Corrispondenza con RegieStazioni Agrarie e uffici governativi ecc., cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl.4 Corrispondenza con privati. La categoria3 E.F. in 7 classi: cl. 1 Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, cl.2 Corrispondenza con associa-zioni, cl. 3 Corrispondenza con privati, cl. 4 Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazione di frumenti, cl. 5 Regi-stro della distribuzione dei frumenti nei campi di orientamento e campi di prova, cl. 6 Quadro riepilogativo dei campi diorientamento per frumento, cl. 7 Relazioni sui risultati ottenuti.

Dal 1924 la cl. 6 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria 4 E.M., in otto classi: cl. 1 Corrispondenza con Mini-steri, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenzacon privati, cl. 5 Articoli di giornale, cl. 6 Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo, cl. 7 Quadro dei campi di orientamentogranturchi, cl. 8 Indirizzario spedizione granturchi.

Dal 1924 la cl. 5 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria I.G., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con Ministeri, cl.2 Campo sperimentale di Foggia, cl. 3 Campo sperimentale di Roma, cl. 4 Corrispondenza varia.

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Dal 1922 la cl.4 diventa: Stazione fitotecnica siciliana e viene aggiunta la cl. 5 Varie. L’ultima categoria D, Regio Depositosi divideva in 4 classi, cl. 1 Corrispondenza con l’estero, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenza con fornitori.

Dal 1934 si aggiunge la categoria S.P, Sperimentazione prodotti, con quattro classi (Corrispondenza con il Ministero di Agri-coltura e altri ministeri, Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, Corrispondenza con associazioni,Corrispondenza con privati) che inglobò le categorie E.F. e E.M.

Dal 1939 viene aggiunta la categoria Z.T. Zona Tipica, dove veniva raccolta in una unica classe la documentazione relativaalla Zona Tipica della pianura reatina. Contestualmente e anche negli anni successivi, vennero riarticolate le classi all’interno dellecategorie in funzione dell’evolversi dell’azione dell’Istituto. Un’ultima annotazione va fatta rispetto agli estremi cronologici.

Come si noterà spesso la documentazione supera il 1967, anno della soppressione della Stazione Sperimentale di cerealicol-tura. Questo si deve al fatto che aldilà della soppressione i fondi agricoli dell’istituto così come il personale continuarono adoperare, così come vennero portate a compimento alcune indagini che erano state avviate precedentemente.

Nel momento in cui va in stampa questo volume i due archivi sono conservati in due sedi distinte, l’Archivio di Stato e l’exIstituto Sperimentale di Cerealicoltura che, dopo aver ospitato l’ex Istituto per lo studio e la difesa del suolo, e dopo essere statoannoverato tra i centri del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (C.R.A), nel prossimo futuro dovrebbeospitare un altro ente istituzionale.

Confidiamo nella prossima destinazione, possa finalmente trovare spazio una struttura espositiva e di ricerca dedicata a Naza-reno Strampelli all’interno della quale i due archivi potranno essere riuniti e conservati in un ambiente adeguato.

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Le condizioni dell’archivio prima del riordino

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Inventario

Il primo numero corrisponde alla busta, il secondo in corsivoal fascicolo.

1, 1Attestato della Scuola superiore di agricoltura di Portici.1890, dicembre 6Si certifica che Nazareno Strampelli ha frequentato il triennionella scuola ed è stato licenziato avendo sostenuto tutti gliesami.

1, 2Attestato della Regia Università di Pisa.1891, luglio 21Si attesta che Nazareno Strampelli si è laureato con ilpunteggio di 130/130.

1, 3Statuto della società agricolo-operaia di mutuo soccorso diCrispiero costituita il 25 marzo 1891.1891A stampa, Matelica, tipografia Tonnarelli 1891. 10x14, pp. 16.Strampelli era stato il fondatore della Società e primo presi-dente.

1, 4Relazioni su esami chimici di acque probabilmente fatte daNazareno Strampelli nel periodo in cui lavorò come direttoredei laboratori chimici del Monte Argentario. cc.12

1893Le minute di relazioni manoscritte non sono firmate. Nelfascicolo si trova un appunto su carta intestata “Fratelli Rae.Miniere del Monte Argentario” del 25 agosto 1893 intestato“Analisi della torba del padule di Burano. Con timbro “dott.Nazareno Strampelli”

1, 5Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentario.1896 febbraio 24Si attesta l’attività prestata da Nazareno Strampelli nei labo-ratori chimici dal 1893 al 1894 in qualità di direttore. Ildocumento, dattiloscritto, è in inglese. Sotto traduzione mss.

1, 6Attestato del prof. A. Fabrini dell’Università di Camerino.1896, marzo 6Si attesta che Nazareno Strampelli negli anni 1894-95, e1895-96 ha tenuto il posto di aiuto alle cattedre di Chimicagenerale e Chimica farmaceutica presso l’università diCamerino.

1, 7Attestato dell’attività prestata da Nazareno Strampelli comeprofessore di scienze naturali nel ginnasio di Camerino neglianni 1895-96.1896, marzo 6

1, 8Elenchi di titoli, attestati vari relativi all’attività di NazarenoStrampelli1896

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PRIMA PARTE

L’Archivio Personale e Scientifico di Nazareno Strampelli

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Si tratta di vari elenchi di titoli manoscritti e e a stampa conrelativi attestati. cc.20 .

1, 9Minuta della perizia giudiziaria redatta da Nazareno Stram-pelli circa la qualità di alcune farine. cc 8 .1898La perizia fu redatta per incarico del tribunale di Camerino.S.d. L’incarico della perizia è dell’11 febbraio 1898. All.“Estratto del verbale di perizia 11 febbraio 1898” c.1. All. ilgiornale “L’Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l’articolo“Chimica e microscopia” di Nazareno Strampelli. riguar-dante la sofisticazione di farine

1, 10Attestato del presidente del Comizio agrario di Camerino.1899, marzo 14Si attesta che Nazareno Strampelli dal 1894 in poi ha fattoparte della direzione del Comizio ed è stato redattore delbollettino

1, 11Attestato dell’Istituto tecnico G. Antinori.1899, dicembre 14Si certifica l’attività di Nazareno Strampelli come insegnantedi agraria e computisteria agraria nel 1899.

1, 12Attestato della Scuola normale femminile di Camerino.1899, marzo 7Si attesta l’attività di insegnamento di agronomia di Naza-reno Strampelli nell’anno 1898-1899.

1, 13Lettera del Provveditorato agli studi di Roma a NazarenoStrampelli.1900, gennaio 18Si comunica che nel concorso per l’insegnamento agrario nellescuole normali di Roma, la commissione giudicatrice ha am-messo solo dieci candidati. Strampelli occupava il quinto posto.

1, 14Partecipazione di Nozze tra Carlotta Parisani e NazarenoStrampelli. 1900, aprile 28

1, 15Polizze assicurative varie di Nazareno Strampelli1901

1, 16Attestato della Cattedra Ambulante di agricoltura di Rimini.1901, novembre 7Si attesta l’attività svolta da Nazareno Strampelli come assi-stente volontario presso la Cattedra Ambulante di Agricol-tura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898

1, 17Attestato del Comandante della divisione militare di Ancona.1902, ottobre 11Certifica che Nazareno Strampelli ha tenuto conferenze diagraria ai militari nel biennio 1901-1902.

1, 18Lettera di nomina di Nazareno Strampelli a direttore dellaCattedra Ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto.1902, dicembre 5.

1, 19libretti bancari intestati a Nazareno Strampelli in quanto diret-tore della Cattedra ambulante e della Stazione Sperimentaledi granicoltura 1903-19231906-1923Si tratta di 4 libretti datati 1906, 1920, e due del 1923.

1, 20Corrispondenza e carte private varie cc. 281908-37Lettere, ricevute di pagamento, biglietti di viaggio ecc.Contiene anche documenti relativi al figlio Benedetto.

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1, 21Lettere di Carlotta Parisani a Nazareno Strampelli.1918Si tratta di 4 lettere

1, 22Corrispondenza riguardante una consulenza data da Naza-reno Strampelli relativamente ad una vertenza per alcunestime di fondi di proprietà della famiglia Potenziani. cc.101919

1, 23Lettera della Società Italiana per la Fabbricazione delloZucchero Indigeno a Nazareno Strampelli che attesta la colla-borazione avviata fin dal 1908 sul tema della selezione dellebietole da seme.1920, giugno 23.

1, 24Ministero della pubblica istruzione. Stato di servizio di Naza-reno Strampelli.1921, marzo 3.

1, 25Università di Pisa. Scuola superiore di agraria. Certificato distudi di Nazareno Strampelli. 1891, luglio 1921, marzo 3.

1, 26Documenti vari relativi all’acquisto da parte di NazarenoStrampelli di una motocicletta.1921Si trattava della motocicletta Frera con carrozzino che Stram-pelli acquistò usata dal principe Lodovico Potenziani.

1, 27Documenti vari relativi all’acquisto da parte di NazarenoStrampelli di un autovettura Fiat 5011923Contratto, libretto di circolazione, ecc.

1, 28Manifesto a stampa del municipio di Rieti relativo alleonoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933.1933 dicembre 2.

1, 29Manifesto a stampa del Comitato provinciale di Rieti per leonoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933.1933, dicembre 1.

1, 30Giornali relativi alle “onoranze nazionali” tributate a Naza-reno Strampelli nel 1933 a Roma e a Rieti.1933“Il Giornale d’Italia Agricolo 10 dicembre 1933; “Il Messag-gero” 4 dicembre 1933; “Agricoltura Fascista” 10 dicembre1933; “L’Unità Sabina” 10 dicembre 1933; “Il Giornaled’Italia.” 10 dicembre 1933; “Bollettino Agricolo mensile”Novembre-Dicembre 1933; “Il Popolo di Roma” 6 dicembre1933.

1, 31Testamenti di Nazareno Strampelli.1937-1940.Si tratta di 5 documenti, 3 dattiloscritti e 2 manoscritti datati1937, gennaio 3, e 1940, agosto 29. Su una delle due busteappunto di Strampelli “Scritto a Roma nel Senato del Regno”.

1, 32Lettera con cui Nazareno Strampelli affida al comune di Rieti“..l’artistico , prezioso dono offertomi nel 1933 dagli agri-coltori di tutta Italia”s.d. 1937(?).

1, 33Documenti vari successivi alla morte di Nazareno Strampelli1942.Contiene l’elenco delle corone di fiori inviate al funerale,dichiarazioni degli eredi, corrispondenza tra Luigi Troini,

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cognato di Benedetto Strampelli e Tartarini, circa alcuniproblemi di natura fiscale successivi alla morte di NazarenoStrampelli.

2, 1Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli inte-stato “Agricoltura IV. Portici 88-89. II corso”1888-1889.

2, 2Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli inte-stato “Agricoltura II. II corso”1888.

2, 3Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli inte-stato “Agricoltura fascicolo IV. “s.d.

2, 4Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli inte-stato “Periodo Produttivo del terreno. Andamenti periodici”s.d.Su un foglio sciolto, e anche all’interno delle pagine delquaderno sono presenti numerosi disegni di attrezzi agricoli.

2, 5Quaderno non datato di appunti universitari di NazarenoStrampelli intestato “Pozzi assorbenti”.s.d.Vari disegni all’interno del quaderno

2, 6Quaderno non datato di appunti universitari di NazarenoStrampelli intestato “Arboricoltura…vite”s.d.

2, 7Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno

Strampelli intestato “Importanza ed effetti dei terreniprofondi”s.d.

2, 8Quaderno non datato di appunti universitari di NazarenoStrampelli intestato “Chimica agraria”s.d

2, 9Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli inte-stato “Agricoltura VI. Portici R. Scuola Superiore di Agri-coltura 1888.1889. fasc.VI”Il quaderno è diviso in capitoli Sesamo, arachide, papavero,Ricino, Girasole, Piante Tintorie, Robbia, Cartamo, Zaffe-rano, Guaderella, Indaco ecc.

2, 10Quaderno non datato di appunti di Nazareno Strampelli inte-stato “Appunti non di scuola presi per mio uso in Biblioteca.Varietà”.s.d.L’argomento degli appunti è quello degli innesti.

2, 11Quaderno non datato di appunti universitari di NazarenoStrampelli intestato “Silvicoltura” .

2, 12Libretto d’iscrizione di Nazareno Strampelli alla facoltà diFarmacia di Camerino.1896.

2, 13Quaderni scolastici di Augusta Strampelli relativi all’anno1918.Si tratta di 7 quaderni di appunti scolastici di Augusta, figliadi Nazareno Strampelli. Un quaderno appartiene a talVittorio Mazzilli.

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3Documentazione relativa al dott. Benedetto Strampelli.1919-1924Si tratta di registri di appuntamenti, ricette, corrispondenzavaria riguardante l’attività di Benedetto, figlio di Nazareno,oculista.

4, 1Concorso a premi per la selezione del grano da seme orga-nizzato dalla Cattedra sperimentale di granicoltura. Schededi domande di ammissione al concorso.cc.28, 1904.Le schede riportano l’indicazione del proprietario, del colti-vatore e della localizzazione del fondo agricolo.

4, 2“Nota dei soci del Comizio agrario di Rieti ed altri proprie-tari produttori di grano da seme”1904.

4, 3Appunti e schede varie relative al concorso “La spiga d’oro”.cc.8, 1904.

4, 4Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del terri-torio reatino, organizzato dal Comizio Agrario di Rieti e dallaCattedra Sperimentale di Granicoltura. Lettera di invito eschede di adesione.cc.48, 1906-1908.

4, 5Regolamento del concorso a premi fra i migliori coltivatoridiretti del territorio reatino. Bozza manoscritta.19064, 6Corrispondenza tra il Ministero di Agricoltura e la Cattedrasperimentale di granicoltura relativa al Concorso a premi trai coltivatori dell’agro reatino.cc.7, 1906.

4, 7Quadro riepilogativo con allegate domande di ammissione alconcorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorioreatino.cc.45, 1906.

4, 8Elenco dei campi dimostrativi ministeriali impiantati neglianni 1903-4.1904.

4, 9Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del terri-torio reatino. Registro dei concorrenti. S.d.Registro di 52 pagine, 1906(?).

4, 10Concorso a premi la spiga d’oro. Schede di partecipazioneper gli anni 1911-1912.cc. 38, 1911-1912.

4, 11Documenti vari relativi al concorso per direttore dellaCattedra ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto.cc. 30, 1908.Contiene le schede individuali dei partecipanti, verbali dellacommissione della quale Strampelli fu membro in rappre-sentanza del Ministero di agricoltura, la relazione di Stram-pelli al ministro sugli esiti del concorso ecc.

4, 12Ricevute di pagamento rilasciate a Nazareno Strampelli pergli operai impiegati nel campo sperimentale della Torrettanella piana reatina.cc. 3, 1906.

5, 1Minuta di lettera di Lodovico Potenziani al ministro GuidoBaccelli.

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1903.Lo informa della costituzione del Consiglio direttivo dellaCattedra ambulante di granicoltura di Rieti.

5, 2“Note delle indennità di missione dovute al Sig. Prof. Naza-reno Strampelli Autunno 1903; Primavera 1904”cc.2, 1903-1904.Le missioni erano state effettuate per la direzione dei lavoriin 17 campi dimostrativi ministeriali

5, 3Lettere di G. Brucchietti a Nazareno Strampelli.cc.9, 1903-1904.Brucchietti, segretario particolare del ministro di Agricoltura,era anche il direttore del giornale L’Avvenire della Sabina,che per un periodo divenne l’organo ufficiale della Cattedrasperimentale di Rieti. Tra le lettere c’è una minuta di rispostadel 12 ottobre 1903 a firma di Lodovico Potenziani.

5, 4Lettera del presidente del Comizio Agrario di Rieti, EmilioMaraini, a Nazareno Strampelli. 1903 novembre 6.1903.Maraini propone a Strampelli una collaborazione tra ilComizio agrario e la nuova Cattedra sperimentale.

5, 5Manifesto a stampa della Cattedra Sperimentale di granicol-tura di Rieti, a firma del presidente Lodovico Potenziani.19 giugno 1904.Il manifesto è relativo al concorso a premi per la selezionefisiologica del frumento “Rieti”. Il concorso si sarebbeconcluso nel 1908.

5, 6Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e T. Pasqui, Ispet-tore generale del Ministero dell’agricoltura.cc.3, 1904.

Nella minuta di lettera Strampelli manifesta a Pasqui le diffi-coltà ad utilizzare la mietitrice legatrice Deering già conse-gnata dal Ministero al Regio deposito di macchine agrarie diRieti. Le difficoltà secondo Strampelli, che parla addiritturadi impossibilità, risiedevano nella sua preoccupazione diconseguenti scioperi che avrebbe provocato l’utilizzo di talemacchina. Fa anche riferimento ad una analoga situazionescaturita in seguito al tentativo del principe Potenziani diintrodurre una macchina simile nelle sue tenute.

5, 7Circolare e questionario diffuso dal Ministero di AgricolturaIndustria e Commercio.cc. 4, 1904.Si tratta dell’inchiesta ministeriale sulle cattedre ambulantidi agricoltura in Italia. Contenente i vari quesiti, e la minutadelle risposte relative alla cattedra di Rieti redatte in data 14aprile 1904 da Nazareno Strampelli. Il documento fotografala situazione della Cattedra ambulante (finanziamenti, atti-vità scientifica ecc.) ad un anno dalla sua nascita.

5, 8Carteggio relativo all’impianto di un osservatorio meteoro-logico e geodinamico presso la Cattedra ambulante di Rieti.cc.7, 1904.L’osservatorio era fortemente voluto da Strampelli che peròsi incontrò con la reticenza del Ministero di agricoltura chelo riteneva superfluo esistendone un altro a Rieti presso illiceo classico. Dalle lettere dell’Ufficio Centrale di Meteo-rologia e Geodinamica e da un appunto manoscritto dellostesso Strampelli, alla fine si riuscì ad ottenere quanto desi-derato grazie anche all’impegno del prof. Federico Braghiche cedette alla cattedra di Rieti le attrezzature scientifichedella stazione termoendiometrica da lui diretta.

5, 9Lettere del Ministro di agricoltura, G. Brucchietti e E.Marainia Strampelli.cc.4, 1904.

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Le lettere si riferiscono al concorso che Strampelli intendevaindire per la selezione fisiologica del frumento “Rieti origi-nario”.

5, 10Lettera del presidente della Società Agricolo-Operaia diMutuo Soccorso di Crispiero a Nazareno Strampelli.1904, marzo 28.Si comunica a Strampelli la sua nomina a consigliere dellaSocietà.

5, 11“Istanza inviata all’on. Casciani per la Commissione Parla-mentare che esamina il disegno di legge a favore dei profes-sori delle scuole serali e pratiche di agricoltura”.1908, dicembre 19.L’istanza è a firma del personale degli oleifici e delle cantinesperimentali.

5, 12Documenti vari relativi al concorso a premi per la selezionedel Rieti originario.cc.3, 1909.Contiene l’avviso di concorso, il verbale della commissionegiudicatrice e una minuta di relazione al Ministero di agri-coltura probabilmente dello stesso Strampelli.

5, 13Concorso a premi fra ibridatori e selezionatori di granoturco.Regolamento s.d.1910

5, 14Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla Stazione Speri-mentale di granicoltura di Rieti e alla sua attività di ricerca.s.d 1911(?).cc.15, 1911.Allegati alla minuta di relazione si trovano sette fogli conte-nenti l’elenco delle sperimentazioni effettuate dal 1909 al1911 a Rieti e Leonessa.

5, 15Documenti vari relativi alla coltivazione delle barbabietoleda seme a Leonessa.cc.65, 1916-1917Si tratta per lo più di documenti contabili, paghe degli operai,contratti di affitto di terreni, ricevute di pagamento, fatture ecc.

5, 16Quinterno intestato “Conto spese per la coltura delle barba-bietole da seme” .cc.16, 1917(?).Contiene anche il “Conto della stazione con la fabbrica dizucchero di Rieti per la coltura delle barbabietole da seme”.

5, 17Appunti di Nazareno Strampelli relativi all’attività dellaStazione sperimentale di Rieti. S.d. 1920(?).cc.12, 1920.Gli appunti iniziano con la sintesi del lavoro eseguito daStrampelli a Rieti: “Nella stazione di granicoltura di Rietisono stati eseguiti sino ad oggi ben 306 incroci su frumenti,da essi per il fenomeno della disgiunzione dei caratteri checomincia alla 2^ generazione, di ciascun ibrido sono stateisolate parecchie migliaia di tipi, dei quali fino al 1914 nefurono fissati 4776…”

5, 18Appunti di una relazione del presidente del comizio agrario(di Rieti) relativa all’inaugurazione di una esposizioneagraria. s. d.cc.7, 1925(?).

5, 19Elenco delle autorità di Rietis.d.(anni -’20).

5, 20Quaderni e registri contenenti gli elenchi degli acquirenti deifrumenti della Stazione Sperimentale di Rieti.Doc. n. 5, 1919-1922.

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6Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R.Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti.1911-1949.v.1 – 26 novembre 1911 – 5 febbraio 1929v.2- 28 dicembre 1929 – 27 maggio 1949

7Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R.Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti.1956-1966.v.3 19 dicembre 1956 – 17 dicembre 1966

8, 1Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Adamo Tartarini.cc.109, 1919-1920.Adamo Tartarini era il responsabile della Stazione fitotecnicadi Foggia. La corrispondenza riguarda prevalentemente ledisposizioni impartite da Strampelli per l’attività dellastazione.

8, 2Documentazione prevalentemente di carattere contabile rela-tiva alla stazione fitotecnica foggiana.1919-1920.Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti, ecc.

8, 3Ricevute di spedizione e varie relative alla Stazione diFoggia.1910-1920.

8, 4Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”.1919.

8, 5Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentalee Campo di moltiplicazione. Foggia”.1918.

8, 6Quaderno intestato “prodotti moltiplicazioni Foggia”.1918.

8, 7Quaderno intestato “Semine 1917”.1917.

8, 8Quaderno “Distribuzione semenza 1917”.1917.

8, 9Quaderno intestato , “Granturchi”.1917.

8, 10Riepiloghi dattiloscritti intestati “Gestione Sementi. Foggia”.1920.

8, 11Conto dei lavori eseguiti nel casale del campo sperimentale(di Foggia) per ordine della R. Stazione Sperimentale diGranicoltura di Rieti”.1920.

9, 1Corrispondenza variacc.7, 1917-1919.Carteggio con la Società agricola Cella di Cerignola, conl’Ufficio agrario di Capitanata, con la Station d’Avirtisse-ments Agricoles di Montpellier. Allegata pagina del giornale“I Campi” s.d.

9, 2Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole.cc.20, 1919.Contiene anche una relazione di cc.4 mss., sulla selezionedella barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli.

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9, 3Carteggio vario relativo al campo sperimentale di Roma.cc.9, 1919.Contiene lettere di Giuseppe Cuboni, Edoardo Monaco,Francesco Boncompagni Ludovisi, principe di Piombino eGiuseppe Maoli.

9, 4Fascicolo intestato “Ricerche per la sede dell’Istituto inRoma”cc.7, 1919.Contiene corrispondenza, appunti ecc.

9, 5Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia.cc.38, 1918-1919.Contiene carteggi relativi all’acquisizione della masseriaManfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Stram-pelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativaal campo sperimentale di Foggia.

9, 6Rimborsi spese dovuti a Nazareno Strampelli dall’Istituto digenetica.cc.3, 1919-1920.

9, 7Appunti vari sui campi regionali e su quelli privati.cc.7, 1919.

9, 8“Abbozzo di contratto fra l’istituto genetico di Roma e laFederazione dei Consorzi agrari di Piacenza per la moltipli-cazione industriale delle sementi”cc.3 datt., 1922(?).Allegato foglio mss intestato “Prodotti moltiplicazione. Anno1922”.

9, 9Carteggio con la Società agricola suburbana di Roma perl’acquisizione della tenuta Inviolatella.

cc.5, 1919.Si tratta delle lettere indirizzate a Nazareno Strampelli dallaSocietà Agricola Suburbana, dal dott. Arnaldo Vanissi edall’Istituto di Fondi Rustici.

9, 10Carteggio e normative per la requisizione del grano.cc.27. 1917

9, 11Carte intestate, schede moduli in bianco.s.d.

10, 1Minuta di lettera del presidente della Cattedra sperimentale digranicoltura al sindaco di Rieti. cc.1.1903, novembre.Potenziani chiede al sindaco la concessione di un ortoannesso al palazzo della Corte d’assise, per le sperimenta-zioni in vaso che voleva impiantare Nazareno Strampelli.

10, 2Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Carlo Knoblauch.cc.2, 1903.La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte dellaStazione di Rieti di un aratro “Apollo”.

10, 3Corrispondenza tra Strampelli e la ditta Bales & Fdward.cc.15, 1903.La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte dellaCattedra di Rieti di varie macchine agrarie.10, 4“Copia della lettera di Nazareno Strampelli al Ministero diAgricoltura industria e Commercio” e lettera di risposta delMinistro.cc.2, 1903, settembre 28; 1903, ottobre 12.Si tratta della richiesta e dell’autorizzazione all’acquisto divarie macchine agrarie per l’istituto reatino.

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10, 5Minuta della “nota del mobilio necessario per i locali degliuffici”.cc.5, 1904, marzo 8.La lettera e la relativa nota furono probabilmente trasmessida Nazareno Strampelli al comune di Rieti. Nel fascicoloaltra “nota del mobilio necessario per gli uffici dellaCattedra Sperimentale di Granicoltura” con allegati schizzia matita e penna probabilmente dello stesso Strampelli.

10, 6Carteggio tra Nazareno Strampelli e G. Del Pelo Pardi.cc.3, 1904.Si riferisce all’utilizzo di alcune macchine agrarie da partedell’Istituto di Rieti

10, 7Minuta di una lettera del principe Lodovico Potenziani indi-rizzata al sindaco di Rieti, Presidente della Cassa diRisparmio, Presidente della Banca agricola, Presidente dellaCassa di sovvenzione.cc.2, 1904.Potenziani richiedeva fondi per il funzionamento dellaCattedra sperimentale di granicoltura.

10, 8Relazione dattiloscritta del Genio Civile al Ministero deiLavori Pubblici sull’inondazione del Velino a Rieti nel 1905.cc. 6 datt., 1905, dicembre 5.L’inondazione provocò forti danni ai campi sperimentalidell’Istituto di Rieti.

10, 9Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Comune di Rieti.s.d. 1905(?).Strampelli fa riferimento all’inadeguatezza del localeconcesso dall’amministrazione per il deposito di macchineagrarie.

10, 10“Studio dei frumenti siciliani e reatini”.cc.2, 1905(?).Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R.Scuola pratica di agricoltura di Caltagirone.

10, 11Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di agri-coltura (?)cc.1, 1905(?).Nella lettera Strampelli scrive:“Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti sondovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e diquesto suolo, l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare diaumentarne i pregi mentre con accurata selezione fisiologicae metodica si potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti ilmigliore dei frumenti da seme con grande vantaggio di tuttala granicoltura nazionale. A condurre questi agricoltori all’ot-tima pratica della selezione credo essere loro indispensabileil miraggio del possibile conseguimento di qualche premio”.Quindi chiede di istituire un premio per la selezione fisiolo-gica del grano da seme e poi aggiunge: “Mi permetto inoltrefar notare all’E.V. che stando ai si dice, il commercio delgrano da seme di Rieti lascia molto a desiderare per l’onestàe lealtà con cui viene esercitato tantochè il discredito rispettoalla genuinità d’origine del prodotto venduto su questapiazza… 2 - che io volendo disciplinare detto commerciofondando un sindacato fra questi produttori di grano da seme,ho incontrato ostacoli attualmente insormontabili, per il fattoche molti si sentono lesi, e non lievemente nei loro interessi.”

10, 12“Inventario degli oggetti acquistati presso la ditta WallachNachfolger per esperienze di concimazione per favorire l’au-mento della produzione frumentaria”.cc.3, 1907.Contiene anche una relazione dattiloscritta in lingua tedescaintestata “Gebrauchsanweisung zum Heinsdorf schen Korn-pru: fer.

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11, 1Relazione di Nazareno Strampelli sulla situazione finanziariadella Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”.cc.2 datt., 1907(?).Dattiloscritto. Allegata “Dotazione fissata con legge 6 giugno1907 per la Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”.

11, 2“Totale delle spese incontrate pel campo sperimentale negliesercizi 1907-08 e 1908-09”cc.4.1907-1909.Allegata “Ripartizione mensile e settimanale del numerooperai e giornate settimanali e relativa opera occorsa pelcampo sperimentale negli esercizi 1907-08 e 1908-09”.

11, 3Appunti vari per la stesura di una relazione sulla situazionecomplessiva della Stazione sperimentale di granicoltura.cc.7, 1908.Stato finanziario, spese per il campo sperimentale, promemoria relativo ai contributi ministeriali ecc.

11, 4Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di Agri-coltura.1910, luglio 19.L’oggetto della lettera è: “Campi sperimentali necessari perla costituzione di razze di frumenti atte alle diverse regioniitaliane”Tra l’altro Strampelli torna sulla questione di affiancare allastazione di Rieti alcune stazioni fitotecniche e scrive:“L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hannoclimi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavo-rando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevolifrumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra peni-sola.Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedidi lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo ai campisperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavolieredelle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a

circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello diLeonessa, che dista poche ore da Rieti.”Strampelli voleva istituire a Rieti “un grande campo giar-dino per le colture pure o pedigree. Tre campi di compara-zione e moltiplicazione uno in un terreno siliceo argillosocalcareo; il 2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed ilterzo in terreno calcareo argilloso arido?”A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di compa-razione e moltiplicazioneA Leonessa un piccolo campo giardino e due campi dicomparazione e moltiplicazione.“Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razzee varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolcicolline dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli diLeonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte edi alte colline, e con quelli di Foggia si cercherebbero ifrumenti ed altri cereali resistenti alle siccità estive dei variterreni dell’Italia Meridionale”.

11, 5Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricolturasull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui risul-tati ottenuti.cc.16 datt. e 14 mss., 1910, marzo.Nella relazione Strampelli descrive l’attività scientifica finoad allora svolta e le condizioni finanziarie dell’Istituto.

11, 6Minuta di lettera di Nazareno Strampelli. (al direttore gene-rale del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio?)cc.2, 1917, agosto 3.E’ uno dei tanti momenti di conflitto tra Strampelli e l’appa-rato ministeriale.Nella lettera Strampelli scrive: “Egregio Sig. Commendatore,La sua scomposta esasperazione per la decisione mia dicorrere a rassegnare le dimissioni al Ministro, mi fece intuiresubito a quale brutta figura verso il Ministro stesso e verso ilPaese, io la esponevo, e , vile mai, per non dovere esporre leragioni che mi inducevano a tal passo desistei sul momentodal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significai

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subito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addolo-rava maggiormente per la stima e devozione che ho per Lei,la cui gentilezza per me era stata ordinariamente tanto lusin-ghiera da ritenersi affettuosa. Dato però che Ella non sacontenere gli irritabili nervi quando peroro nell’interessedella mia Stazione e chieggo i mezzi che permettono diritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favore dell’eco-nomia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che lamigliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe esserequella di lasciare la mia Stazione. E se non mando le miedimissioni come dissi avrei fatto, non è per incostanza dipensiero, ma per quei sentimenti altruistici e per quella bontàd’animo che costantemente albergano in me.Dimettendomi e non volendo esporre le ragioni determinantiquale figura poco simpatica farei io agli occhi del Paese?I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di direche cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggioriguadagni non ho avuto ritegno di farmi parricida?Quindi lealmente non mando le dimissioni tantopiù che ellami ha dichiarato di rimandarmele indietro ed io sento sind’ora l’animo mio incapace di resistere alle esortazioni diritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Si finirebbein una commedia poco seria per me, e per quanto io mante-nessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbenel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosascena che io cerco di far passare al più presto possibile neldimenticatoio. E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, seElla crede, resteranno di sincera e affettuosa cordialità, e daparte mia questa è innegabile prova, ma di interessi del mioufficio …non mi permetterò più intrattenerla che con lettereufficiali. Con distinti cordiali saluti”.

11, 7Documentazione varia relativa al fondo agricolo di Campo-moro prima acquisito in affitto, e poi acquistato per il Camposperimentale di Rieti.cc.33, 1909-1913.La documentazione è costituita per lo più da appunti mano-scritti e dattiloscritti, minute di lettere, schemi di contratto

ecc. relativi al fondo agricolo di proprietà di Eugenio Palme-giani avuto dal 1909 in affitto e poi acquistato, nel 1912, dalMinistero dell’Agricoltura per il campo sperimentale di Rieti.Il fascicolo contiene anche la copia autentica dell’atto sotto-scritto il 20 marzo 1913 davanti al sottoprefetto di RietiGiuseppe Fea con cui nel 1913 venne modificato l’acquistodel fondo inizialmente acquisito direttamente dall’IstitutoSperimentale di Cerealicoltura (atto del notaio Brandi diRieti del 20 ottobre 1912 ), e quindi traslato direttamente alMinistero di Agricoltura Industria e Commercio da cui venneceduto in uso gratuito alla Stazione Sperimentale.

11, 8Minuta di verbale del Comitato per la statistica agraria delCircondario di Rieti.cc.6, 1910, febbraio 26.Il Comitato era composto dall’Ing. Basilio Giovannelli, daNazareno Strampelli e da tal G. Gorni

11, 9Minuta del programma dei lavori di ricerca della StazioneSperimentale di Rieti inviata al Ministero di Agricolturacc.8, 1910 (?).Il documento riporta le ipotesi finanziarie per i campi speri-mentali di Rieti, Leonessa e Foggia e le superfici necessarieper l’impianto dei campi giardino, di comparazione, molti-plicazione ecc.

11, 10Minute e dati per l’acquisto di prodotti chimici, macchineagrarie ecc.cc.14, 1910 (?).

11, 11“Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale diFoggia per la coltura delle barbabietole.1916” .cc.3, 1916.Contiene anche una lettera del responsabile del campo diFoggia a Nazareno Strampelli del 28 marzo 1920.

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11, 12Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale diFoggia.cc.14, 1919-1920.Contiene anche lettere a Strampelli di Egidio Nevola diLucera, Nicola Sbano-Vitale di Foggia, l’Istituto fondi rusticidi Lucera, l’Azienda agricola di Capitanata.

12, 1Regolamento dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerea-licoltura. S.d.cc.21 datt., 1920(?)Si tratta di tre copie, la prima con annotazioni a matita.

12, 2Relazione preventiva e consuntiva dell’Istituto Nazionale diGenetica per la Cerealicoltura.1919-1920cc.17 datt., 1919-1920.Si tratta delle prime due relazioni preventive e consuntivedell’Istituto nato nel 1919. Allegata anche minuta della Rela-zione tecnica di Nazareno Strampelli fatta al consiglio diamministrazione durante la seduta del 30 ottobre 1920.

12, 3Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Geneticaper la Cerealicoltura.1920-1921.cc.6 datt., 1920-1921.Contiene anche la relazione dei sindaci Panfili e Serangeli.

12, 4Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Geneticaper la Cerealicoltura.1921-1922.cc.13 datt., 1921-1922.

12, 5Appunti, relazioni, schemi relativi alla situazione contabiledell’istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura dal1925 al 1927.cc.36, 1925-1927.

Il fascicolo contiene anche una minuta di relazione all’on.Giovanni Raineri in qualità di presidente del Consiglio diamministrazione dell’Istituto, e documenti contabili vari specifi-catamente riguardanti l’azienda S. Pastore inclusi due quader-netti intestati “Misure superfici S. Pastore 1925” e “S. Pastore.Semine 1925” al cui interno si trova anche una pianta ripie-gata dell’azienda.

12, 6Affitto della tenuta di S. Pastore di proprietà dell’IstitutoNazionale di Genetica per la Cerealicoltura alla SocietàItaliana per l’industria dello zucchero indigeno.1926-1928.Il fascicolo contiene l’atto di consegna con l’inventario e lapianta dell’azienda di 112 cc. rilegato, il “Bilancio fra gliinventari di consegna e riconsegna della tenuta S. Pastore interritorio di Rieti” di 48cc., la “Nota degli oggetti sacri chesi trovano nella chiesa di S. Francesco al colle S. Pastore”,l’ipotesi di trasformazione di alcuni fabbricati ruralidell’azienda S. Pastore e note e corrispondenza varia.

12, 7Corrispondenza con la “Secretaria de Agricoltura Commercioy trabayo del a Repubblica de Cubacc.10, 1918-1918.I rapporti tra Strampelli e Cuba erano mediati da F. Falco,direttore de “La Cultura Latina. Rivista scientifica interna-cional”.

12, 8Corrispondenza tra Strampelli e Giovanni Rossi .cc. 5, 1919.La corrispondenza si riferisce alle ipotesi di sperimentazionedei cereali Cartons propugnate dall’agronomo Giovanni Rossi.

12, 9Corrispondenza tra Strampelli e l’ambasciata francese.cc.2, 1918.La corrispondenza si riferisce alla sperimentazione dei graniStrampelli in Francia.

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12, 9Lettera del presidente della Società degli Agricoltori Italiania Nazareno Strampelli.1919, gennaio 4.Il prof. Azzi comunica tra l’altro a Strampelli la nomina avicepresidente della Sezione di geografia e meteorologiaagraria, presieduta dal prof. Grassi.

12, 10Lettera dell’On. Raineri a Nazareno Strampelli.1919, gennaio 17.Raineri comunica a Strampelli le difficoltà avute per le speri-mentazioni a Piacenza a causa della guerra.

12, 11Lettere del direttore della Stazione agraria di Modena a Naza-reno Strampelli.cc.3, 1918-1919.La corrispondenza riguarda soprattutto richieste di materialida pubblicare soprattutto per l’Enciclopedia Agraria Alpe eZecchin.

12, 12Corrispondeza varia.1918-1919.Contiene lettere e biglietti della Federazione Italiana deiconsorzi agrari, dell’Orto botanico di Roma, telegrammi,biglietti ecc.

13, 1Lettera del presidente dell’Associazione fra i proprietari eagricoltori dell’agro reatino a Nazareno Strampelli.1920, giugno 28.Si comunica la nomina di Strampelli a consulente onorariodell’associazione.

13, 2Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidentedell’Istituto Internazionale di Agricoltura.1920 (?).

Nazareno Strampelli lamenta il fatto che il Sig. E. Coquidènel suo volume “Amèlioration des plates cultivèes et duBètail” pubblicato dall’editore Baillière di Parigi, “…a p.424attribuisce a Giovanni Patanè quanto io ho potuto conseguirecon i miei lavori di ibridazione e selezione”

13, 3Lettera della Société international de géographie et météro-logie agricoles a Nazareno Strampelli 1920, febbraio 10,1920.Si invita Strampelli a far parte del Comitato Italiano per l’in-cremento degli studi di geografia e meterologia agraria.Il comitato nazionale italiano era presieduto da Mario Cerme-nati, sottosegretario di stato per l’agricoltura. E di esso face-vano parte Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanicodell’università di Roma, Vittorio Alpe, della scuola superioredi agricoltura di Milano, Antonio Bartoli in rappresentanzadella Società degli agricoltori italiani, Oreste Bordiga, dellaScuola di agricoltura di Portici, Alessandro Brizi, Direttoregenerale del Ministero dell’agricoltura, Andrea Cravino, Soc.degli agricoltori italiani, Enrico Fileni, dell’Unione dellecattedre ambulanti, Italo Giglioli, Università di Pisa, VittorioPeglion, Università di Bologna, Luigi Raineri, Federazionedei consorzi agrari, Vittorio Stringher, Ispettore generale delMinistero di agricoltura, Alessandro Vivenza dell’istitutoagrario di Perugia, e Nazareno Strampelli.

13, 4Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e la Cassa diRisparmio di Rieti.cc.2, 1937.Riguarda le dimissioni di Strampelli da membro del Consigliodi amministrazione della Cassa di risparmio di Rieti permotivi di salute.

13, 5Lettera del direttore dell’Italia Agricola a Nazareno Stram-pelli.1919, febbraio 25.

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Si trasmettono le bozze dell’articolo di Francesco Todaro“Ibridatori e selezionatori” il quale sarebbe stato pubblicatonel numero successivo del “Giornale di agricoltura delladomenica”, invitando Strampelli ad una replica.

13, 6Minuta di lettera di Strampelli a Francesco Maluetani, eminuta di lettera indirizzata a tal Fornari.cc.2, 1915, giugno 15.Le due lettere riguardano la candidatura del principe Lodo-vico Potenziani al senato e l’appoggio datogli dallo stessoStrampelli.

13, 7Lettera della Società degli agricoltori italiani a NazarenoStrampelli.1908, novembre 30.Si invita Strampelli, su indicazione di Giuseppe Cuboni, atenere una conferenza nel corso della prossima assembleagenerale della Società, dopo quella di Cuboni steso cheavrebbe riferito sul suo recente viaggio a Svalöf.

13, 8Lettera del ministro di agricoltura F. Cocco a NazarenoStrampelli.1906, novembre 5.Fa riferimento alla proposta dell’On. Marchese Cappelli diistituire un campo sperimentale di granicoltura in provinciadi Foggia nel suo podere “Feudo della Puglia”. Si invitaStrampelli ad assumere la direzione del campo sperimentale.Le spese sostenute sarebbero state a carico del ministero.

13, 9Lettere del ministro di agricoltura F. Cocco a NazarenoStrampelli.cc.2, 17 luglio 1909; 12 febbraio 1910.La corrispondenza si riferisce alle esperienze di concima-zione indiretta del frumento nell’Italia meridionale, e allacommissione tecnica della quale venne chiamato far parteStrampelli con l’incarico “dell’alta vigilanza” degli esperi-

menti condotti a L’Aquila, Bari, Chieti, Campotosto, Teramoe Perugia.

13, 10Corrispondenza varia proveniente prevalentemente dalcampo sperimentale di Foggia e indirizzata a NazarenoStrampelli e Bernardino Giovannelli.cc.7, 1918-1927.

13, 11Appunti di Nazareno Strampelli relativi al suo progetto dicostituzione dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerea-licoltura.cc. 47, 1919Il fascicolo contiene anche due copie di un dattiloscritto di 7cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” con annotazionia penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minutadi lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25febbraio 1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più particome carte sciolte e riuniti nel fascicolo che contiene anchela G.U che riporta il decreto istitutivo dell’Istituto. Nel loroinsieme testimoniano in modo evidente che a pensare eprogettare l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cereali-coltura fu lo stesso Strampelli.

13, 12“Determinazione dello zucchero nelle barbabietole del prof.Strampelli”. Analisi chimica.1910-1910.L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico dellafabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti.

13, 13“Analisi delle barbabietole da seme”cc.5, 1913.

13, 14“Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti.Analisi delle barbabietole da seme.”1915-1915.

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13, 15Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti.Analisi delle barbabietole da seme.1916-1916.

13, 16“Esperienze dell’annata 1932-1933. Raccolto e determina-zioni su di esso”.cc.3, 1933 (?).

13, 17“Relazione riassuntiva del lavoro svolto e da svolgersi”cc.6, 1941 (?).Relazione manoscritta, probabilmente di Bernardino Giovan-nelli sull’attività svolta dalla Stazione sperimentale e suiprogrammi futuri.

13, 18Documenti vari, lettere, appunti ecc. relativi alle sperimenta-zioni collegiali nel 1941.cc. 17, 1941-1941.

13, 19Quadro riepilogativo del numero delle diverse colture nei varicampi sperimentali nell’anno agrario.1942-1943.

13, 20Corrispondenza tra Bernardino Giovannelli, direttore dellaStazione sperimentale di granicoltura e le diverse stazionifitotecniche relative alle varie sperimentazioni.cc.38, 1942.

13, 21Relazione del responsabile della stazione fitotecnica diFoggia a Bernardino Giovannelli, direttore dell’IstitutoNazionale Di Genetica per la Cerealicoltura.1943, gennaio 10.

13, 22Relazione del responsabile della stazione fitotecnica sarda aBernardino Giovannelli, direttore dell’Istituto Nazionale DiGenetica per la Cerealicoltura.1943, gennaio 10.

13, 23Relazione del responsabile della stazione fitotecnica per leprovince lombarde. Fondazione Conte G.G. Morando Bolo-gnini a Bernardino Giovannelli.1943, gennaio 4

13, 24Appunti, dattiloscritti e manoscritti, probabilmente di Bernar-dino Giovannelli.cc.50, 1941(?).

13, 25Quaderno, probabilmente di Nazareno Strampelli, contenenteuna serie di riassunti di articoli e testi di conferenze.cc.36 , 1911(?).In modo particolare il quaderno contiene:1 - “Sopra l’origine delle specie per mutamento del sig. A.W.Sutton”.2 - “Quarta conferenza inter.le di genetica (Parigi dal 18 al23 settembre 1911) La legge della uniformità degli ibridi èassoluta? Riassunto del rapporto del sig. Gard, dottore inscienze nella facoltà di scienze di Bordeaux.3 - “Sul principio della coalescenza dei sieri viventi e sul-l’origine delle razze e delle specie. Riassunto della memoriadel Sig. Armando Gantier dell’Istituto”4 - “inerviate nuovamente tra loro due specie che si sonosvincolate d’un ibrido, non obbediscono più alla leggemendeliana della qualità di ciò che è dominante. (Riassuntodelle comunicazioni del sig. G. Bellair, Giardiniere capo delpalazzo nazionale)5 - Esame della teoria dei fattori per incrociamento metodicodegli ibridi. (Riassunto della memoria del professorTschermak di Vienna)

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6 - Sull’origine delle avene coltivate. Riassunto della comuni-cazione del signor L. Trabut, capo del servizio botanico delgoverno generale d’Algeria. Conseguimento di varietà dipiante resistenti alle malattie. Riassunto della comunicazione diW.A. Orton Patologista riparto dell’Agricoltura Waschington.7 - Conseguimento di una varietà a fiori doppi. Riassuntodella comunicazione di Miss E.R. Sanders, NevverthanCollege, Cambridge)8 - Mutazioni delle linee pure dei fagioli. Riassunto dellacomunicazione di W. Johnsen.

13, 26“La coltura dell’incrocio sulle piante da podere. Esperimentie risultati del Sig. Garbon”.mss. s.d cc.24, 1911(?).

13, 27“Guardiola. Resoconto analitico di quattro sorgenti acqua”.1912, luglio 11L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico dellafabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti.

13, 28Relazione dattiloscritta probabilmente di Nazareno Stram-pelli relativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “MinistroRaineri” e “Maraini”cc.4, 1912(?).

13, 29Lettere del Ministero di Agricoltura1913Si tratta di 3 lettere relative agli esperimenti di dry-farmingda effettuare nella stazione fitotecnica di Foggia

13, 30Relazione sull’attività della Stazione sperimentale di grani-coltura di Rieti. Dattiloscritta. cc.31908(?)

13, 31Ricevute di pagamento e carte contabili varie. cc. 181917La documentazione è relativa alla moltiplicazione delfrumento Carlotta nella piana reatina

13, 32Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cc.71916Si tratta di lettere indirizzate dal guardiano del campo speri-mentale di Leonessa a Nazareno Strampelli

13, 33Lettere varie indirizzate a Nazareno Strampelli.cc. 18, 1916-1920.Si tratta per lo più di lettere di presidenti di Istituti di ricerca,Cattedre ambulanti, ricercatori ecc.

13, 34“Corrispondenza con l’estero”.cc.5, 1919.Contiene la lettera di Marco Dutto dell’Uruguay, del 12ottobre 1919, una della legazione italiana in Uruguay,9/2/1920; di P. Guex del 26/2/1920 e dell’Every Jersey del4/10/1919

13, 35Miscellanea di ricevute di pagamento e carte contabili varierelative all’Istituto.cc. 113, 1911-1933.

14, 1“Collezione Sementi. Catalogo”cc.48, 1919-1925.Contiene appunti, promemoria, elenchi, schede relative allacollezione delle sementi. La parte omogenea del fascicolo ècostituita da schede in ognuna delle quali vengono indicati itipi originari da cui è scaturita l’ibridazione, il numero d’or-dine (assente), il numero del tipo, lo scaffale e il ripiano dicollocazione.

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14, 2Quaderni relativi agli “Elenchi delle spighe nelle collezionidei scaffali”. Si tratta di 4 quaderni realizzati manualmentenumerati da II a V, manca il n. I, di pp. 60, 48, 52 e 56.1905-1925Riporta l’indicazione delle spighe della collezione con ladescrizione del percorso dell’ibridazione, l’anno di realizza-zione ecc.

14, 3Registro delle ibridazioni eseguite suddivise in ordine alfa-betico.Registro di 84 pp., 1904-1932.Il registro riporta il numero dell’ibridazione, i due frumentiincrociati e l’anno di realizzazione.

14, 4Quaderno a rubrica, probabilmente di Nazareno Strampelli,con appunti vari di carattere bibliografico suddivisi per argo-mento.1909(?)

14, 5“Schizzo della credenza e sistema di divisioni” s.d.1936(?)Lo schizzo riproduce l’organizzazione dello spazio dellacredenza d’archivio interna alla stanza di lavoro di NazarenoStrampelli.

14, 6Rubrica per il reperimento della documentazione dell’ar-chivio della Stazione Sperimentale.1943(?)La rubrica venne realizzata probabilmente nel 1943, l’ultimoanno che indica, e riporta l’indicazione delle voci d’archiviocon una corrispondenza numerica, probabilmente riferitaalle caselle della scaffalatura in cui era conservato l’ar-chivio. In due fogli staccati si riporta l’indicazione dellacollocazione dei fascicoli di corrispondenza e di contabilitàall’interno delle “caselle”.

15, 1“Risultati di alcune esperienze colturali nella barbabietola dazucchero”.cc.8, 1906(?).Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incom-pleto e in fase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione delcloruro sodico e del biossido di manganese. Un foglio riportail disegno di un campo sperimentale.

15, 2Prove di concimazione per i campi sperimentali di barbabie-tole.cc.19, 1906-1907.Contiene prove di concimazione, schede, appunti, corrispon-denza con la Società Suisse pour l’industrie du sucre, ecc.

15, 3Carte contabili relative all’attività di ricerca.cc.28, 1903-1905.Rimborsi, preventivi, consuntivi, schemi contabili vari,crediti, spese postali ecc.

15, 4Schede di lavoro di Nazareno Strampelli1903(?).Schede evidentemente estratte dallo schedario di lavoro diStrampelli. Il primo gruppo riguarda la viticoltura, il secondoi concimi e il terzo materie varie. In molti casi si trovanoritagli di giornale incollati alle schede.

16, 1Campi dimostrativi ministeriali.cc.5, 1903.Contiene: “Nota del gesso acquistato ed adoperato nellaconcimazione dei campi dimostrativi impiantati per conto delSuperiore Ministero. 1903”.“Ditte e case commerciali che a quanto assicurano, dispon-gono del vero Pioppo del Canada”.“Nota delle indennità di missione dovute al Prof. Nazareno

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Strampelli per essersi recato a dirigere i lavori, lo spandi-mento e la semina nei nuovi 17 campi dimostrativi concessinel 1903 dal Sup.re Ministero”. Elenco delle visite effettuatecon il chilometraggio percorso.

16, 2Documenti vari, carteggi, elenchi, preventivi, relativi all’ac-quisto di prodotti chimici.cc.16, 1903-1904.Corrispondenza con le ditte Martinin Wallch Nachofolger,Carlo Erba, Società Italiana per la fabbricazione dei prodottiazotati.

16, 3Lettera del direttore della R. Stazione di chimica agrariasperimentale di Roma a Nazareno Strampelli.1904, marzo 24.Fa riferimento a sperimentazioni “con le api” e al bisogno diStrampelli di acquistare della “nitragina” difficilmente repe-ribile in Italia.

16, 4Lettera di Giuseppe Cuboni, direttore della R. Stazione dipatologia Vegetale di Roma a Nazareno Strampelli.1904, maggio 3.Cuboni comunica a Strampelli i risultati microscopici dellefoglie di frumento esaminate.

16, 5Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla prove di conci-mazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti con osenza stallatico.cc.2, 1904-1904.

16, 6”Azione olodinamica del frumento”cc.4, 1904(?).Manoscritto di mano dello stesso Strampelli in prima stesuracon varie correzioni.

16, 7Quaderno intestato “Varietà servite per gli ibridi.1904”.1904.E’ numerato sul recto con timbratura da 1 a 71 e contiene ladescrizione di 71 varietà utilizzate da Strampelli per la realiz-zazione di ibridazioni nel 1904

16, 8“Peso specifico dei prodotti ottenuti in ciascuna aiuola otte-nuti nel campo di Setteponti”.cc.7, 1904-1905.Riporta il numero e il peso specifico di ogni aiuola del camposperimentale di Setteponti che Strampelli aveva ricevuto atitolo gratuito dal principe Potenziani.

16, 9Quaderno intestato “Campi dimostrativi ministeriali”.1906.In molti casi oltre ai dati di rilevamento, viene riprodotto unoschizzo del fondo agricolo.

16, 10Due lettere di Giuseppe Cuboni a Nazareno Strampelli.1904, agosto 1; 1904 ottobre 5.Il prof. Cuboni , Direttore della R. Stazione di Patologia Vege-tale di Roma, fu tra i primi ad individuare la portata scienti-fica del lavoro di Strampelli.

16, 11Quinterno relativo ai primi esperimenti di selezione fatti aRieti. “Semina varietà al campo sperimentale - Torretta”.1904(?).Nel quinterno sono riportate le varietà seminate al camposperimentale della Torretta suddivise per Teneri mutici,Teneri aristati, Duri e Turgidi. Le specie sperimentate inaiuole provenivano dalla Francia, Inghilterra, Boemia, PaesiBassi, Russia, Italia, Svizzera, Africa, Stati Uniti, Canada,Australia. Ad ogni varietà è assegnato un numero di aiuolasperimentale.

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16, 12Corrispondenza tra Strampelli e il prof. Girarard presidentedel Sindacat agricole de la regione de Sertif. cc.2, 1904.Strampelli richiede varietà di grano per effettuare provecomparate.

16, 13Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e il prof. IsaiaBaldrati, responsabile dell’Ufficio agrario sperimentale dellaColonia Eritrea.1904.

16, 14Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e James Macdonald,segretario della Higland & Agricoltural Society - Scotland,di Edinburgh.1904.Nella minuta di Strampelli, si trova anche analoga lettera dirichiesta di varietà di frumento indirizzata alla Real Societyof Agricolture di Londra.

16, 15Lettera della Statskonsulten i Plntekultur di Lingby a Naza-reno Strampelli.1904, ottobre 4

16, 16Lettera del prof. Westermann a Nazareno Strampelli da Cope-naghen.1904, settembre 9.

16, 17Lettera di Nazareno Strampelli a Ugo De Vries. 1904,settembre 8.1904Gli richiede varietà di frumenti olandesi e belgi.

16, 18Lettera della Agricoltur-Botanische Landes Versuchs undSamencontrol Station in Troppau a Nazareno Strampelli.1904, ottobre 7

16, 19Lettera della Royak Agricoltural Society of England a Naza-reno Strampelli.1904 settembre 4.

16, 20Lettera della Societè Anonime pour le developpement de laSericolture Serbe di Belgrado a Nazareno Strampelli.1904 settembre 29.

16, 21Lettera del direttore del Jardin Imperial de Botanique di St.Petersborg a Nazareno Strampelli.1904 settembre 22.

16, 22Lettere della Station Agronomique dell’Etat di Vageningen aNazareno Strampelli. cc.2, 1904.

16, 23Fattura della ditta Valmorin Andriex &C. intestata a Naza-reno Strampelli.1904, ottobre 12.La fattura riguarda l’acquisto da parte di Strampelli di 58varietà di frumento.

16, 24Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidente delCommissariato italiano per l’esposizione di S. Luis.1904, settembre 24.Strampelli presenta la sua ipotesi di studio delle varietà digrano di tutto il mondo e chiede collaborazione per acqui-sire le varietà americane.

16, 25Carteggio tra Nazareno Strampelli all’abate Luigi Rhagensuperiore del Collegio Siro Maronita di Romacc.2, 1904.Gli chiede collaborazione per ottenere alcune varietà difrumento dal Libano.

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16, 26Minuta di lettera di Nazareno Strampelli a Thomas Allsops diReading1904, settembre 27.

16, 27Documentazione varia relativa all’impianto di un laboratoriochimico nell’Istituto di Rieti.cc.6, 1904.

17, 1Quinterno contenente in uno schema le varietà di frumento,il Paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazionese si trattava di varietà originarie o riprodotte.1904(?).

17, 2Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti” .1904(?).

17, 3“Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incrocisperimentati da Strampelli nel campo di Setteponti.1905.Prevalentemente si tratta di ibridazioni effettuate tra il Rietioriginario, segnato con la lettera “R” e le centinaia divarietà di frumenti che Strampelli si era procurato in ogniparte del mondo.

17, 4“Varietà frumenti 1905”.1905.Elenchi, appunti vari.

17, 5“Concimazioni 1905” .1905.Appunti, elenchi , combinazione delle diverse tipologie diconcimazione effettuate nelle varie aiuole sperimentali.

17, 6“Autunno 1905. Semina delle varietà a Setteponti.”1905Si tratta dell’elenco delle 216 varietà di frumenti provenientida vari paesi europei ed extraeuropei sperimentate nel campodi Setteponti.

17, 7“Ibridi raccolti nel 1905” .1905.

17, 8Registro delle prove di concimazione effettuate nel camposperimentale di Rieti.1905-1906.

17, 9Composizione delle formule di concimazione utilizzate neicampi sperimentali di Rieti.1905-1906.

17, 10Schema dei risultati delle semine delle aiole riportante laproduzione delle singole parcelle e quella riferita ad ettaro.1905-1905.

17, 11“Varietà di frumenti già servite per fare ibridi. Varietà chefunzionano da maschio”Elenco su foglio di 2 pp. 1905(?).

17, 12“Varietà che debbono ancora servire per dar polline”Elenco su foglio singolo. 1905(?).

17, 13Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti,con la suddivisione delle sperimentazioni in atto.1905(?).

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17, 14“Elenco delle varietà di frumento coltivate nel campo di S.Pastore”1905(?).Nel quinterno vengono riportate le varietà, il paese di prove-nienza, il nome dello spedizioniere, l’indicazione se si trat-tava di varietà originarie o riprodotte e il numero dellaparticella dove era stata impiantata la sperimentazione.

17, 15Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti,con la suddivisione delle sperimentazioni in atto e gli appuntidei risultati relativi alle varie particelle e combinazioni deifrumenti.1905(?).

18, 1“Ibridi 1904 raccolto 1908”.1908.Elenco con appunti.

18, 2“Ibridi 1905 raccolto 1908”1908Elenco con appunti.

18, 3“Notizie sull’oleificio sperimentale e convenienza di conver-tirlo in stazione di oleificio e di olivicoltura”.1908(?).

18, 4Schemi delle rese di ogni particella sperimentata1908(?).

18, 5“Esperienze colturali di 3 campioni di frumento RIETIeseguite nelle sottoindicate località”1908(?).

La tabella riporta l’elenco di 39 località italiane in cui fueffettuata la sperimentazione, il nome dello sperimentatore ei risultati ottenuti dal 1904 al 1908.

18, 6Quaderno intestato “Semine 1909, Ibridi 1905, sdoppi nel1908, figli nel 1909”. S.d.1909.Quaderno contenente le descrizioni di diverse ibridazioni.

18, 7Minuta di relazione di Nazareno Strampelli probabilmenteindirizzata al Ministro di agricoltura.1910, luglio 17.Strampelli relazione circa le condizioni dei campi dimostra-tivi e di prova.

18, 8Relazione di Nazareno Strampelli sullo studio “...dei Sig.riLa Marca” relativo al trapianto del frumento.1910(?).

18, 9Documenti vari relativi al viaggio di studio effettuato daNazareno Strampelli nel 1911 in Francia, Belgio, Olanda,Inghilterra, Scozia, Norvegia.1911 .Il programma di viaggio fu preparato fin dal 1903 dal prof.Giglioli. E sarebbe durato 12 settimane.

18, 10Quinterni con appunti riepilogativi in tabella relativi alleproduzioni dei frumenti sperimentati.1911-1922.

18, 11Dattiloscritto firmato da Nazareno Strampelli intestato: “Lepiante emettono dalle loro radici sostanze tossine? che accu-mulate nel terreno riescono dannose alle colture immediata-

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mente successive di piante della stessa specie o di specieaffini ?” Allegata una fotografia.1912(?).

18, 12Quaderno riportante l’elenco delle 108 varietà di patateprovate nel campo sperimentale di Leonessa.1912-1913.

18, 13Relazione di Nazareno Strampelli sulle tossine emesse dallepiante e sugli effetti dannosi alle colture successive di specieuguali o affini. La relazione, parte dattiloscritta e parte mano-scritta, è priva di data e riporta la descrizione di una speri-mentazione effettuata dal 1909 al 1912.1912(?).

18, 14“Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con partico-lare riguardo ai terreni” Relazione ms. s.d e s.f. probabilmentedi Nazareno Strampelli.1912(?).

18, 15Appunti per una relazione, probabilmente di Nazareno Stram-pelli circa l’attività scientifica della Stazione di granicolturadi Rieti.1914(?).Molte pagine sono schede di frumenti con la foto allegata.

19, 1Registro delle ibridazioni.Mss. pp.26, 1914(?).Il registro riporta i dati di 254 ibridazioni con l’indicazionedel “numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabiliraggruppamenti di caratteri antagonistici dei genitori”, il“numero dei tipi studiati e coltivati”, e il “numero dei tipistudiati, coltivati e poi scartati” e il “numero dei tipi restantiallo studio e alla prova nell’anno corrente”.

19, 2“Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumentoCarlotta Strampelli”.cc.10, 1914(?).Relazione, s.f. probabilmente di Nazareno Strampelli relativaalla commercializzazione del Carlotta da parte dell’Unioneproduttori grano da seme. Allegati anche due moduliprestampati per le ordinazioni del frumento. Due copie deldattiloscritto di pp. 3 e una copia mss.

19, 3Appunti di Nazareno Strampelli non firmati relativi al suolavoro scientifico.cc.20, 1915(?).Gli appunti sono su fogli parzialmente numerati di varianatura e grandezza. Si tratta degli appunti redatti probabil-mente per una relazione o una pubblicazione. Strampelliparla del suo metodo di lavoro scientifico esordendo “ Leleggi di Mendel ed i successivi studi compiuti sotto la lorodirettiva, costituiscono quella nuova scienza che va sotto ilnome di Genetica. “Strampelli a porla poi del suo metodo dilavoro e dei suoi primi esperimenti con i grani giapponesi.“Ebbi dal Giappone mercè la cortesia del Dott. Ingegnoli unfrumento L’Akagomughi alto appena 60-65 cm.”

19, 4“Breve sunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. StazioneSperimentale di granicoltura di Rieti”Manoscritto e dattiloscritto, s.d 1915(?). cc.2 datt. e 2 mss.1915(?).

19, 5Scheda dell’orzo “Emilio Maraini” firmata da NazarenoStrampelli.1915.

19, 6Quaderno con dati vari relativi ai risultati delle sperimentazionipp.76, 1916-1919.

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Il quaderno contiene dati di varia natura relativi sia allediverse sperimentazioni di varietà che probabilmente Stram-pelli intendeva utilizzare, Tra queste il granoturco “Hopi”coltivato dagli indios del nuovo messico.

19, 7“Nota di collezioni, modelli e tavole murali interessantil’agricoltura” e elenco di piante dattiloscritto in duplice copia.cc.3, 1917(?).Nel fascicolo si trova anche una minuta di lettera di Naza-reno Strampelli datata 7 agosto 1917 e appunti riguardantiuna mostra di ortaggi.

19, 8Fascicolo contenente dati e appunti relativi alla sperimenta-zione dei granturchi .cc.10, 1918.Molte carte riportano come intestazione “Fotografie gran-turchi” e riportano elenchi delle ibridazioni sperimentate daStrampelli con dati dal 1910 al 1917.

19, 9Studio scientifico del dott. Roberto Savelli sulla Nicotina e leesperienze di ibridazione.cc. 17 datt., 1918(?).In testa alla relazione si riporta la seguente dicitura: “Rela-zione sugli studi compiuti dal dott. Roberto Savelli nell’anno1917-1918 presso il R.Istituto superiore sperimentale diPerugia con borsa di studio di perfezionamento conferitagliper decreto ministeriale 23 maggio 1917”.

19, 10Corrispondenza tra Strampelli e la Società Italiana per laproduzione dello zucchero indigeno. Allegata relazione mss.e “Norme per la coltura delle bietole porta seme”.cc. 11, 1919-192.In una relazione mss. Strampelli fa riferimento al suo lavorodi ricerca sulle bietole da zucchero iniziato fin dal 1908 e cheprodusse notevoli vantaggi durante il primo conflitto

mondiale. “ Ora che la ragione del mio lavoro cessa, do quisotto descrizione del metodo di selezione da me adottato eche chiamo genealogico-metodico.”

19, 11“Distribuzione dei frumenti Ardito”e Riccio”nell’anno1920.”Registro di pp. 12, 1920-1922.Lo schema riporta l’elenco delle aziende agrarie e delle loca-lità di prova dei frumenti Ardito e Riccio.

19, 12Quaderno riportante i dati relativi alla moltiplicazione deigranoturchi fatta a Rieti.pp. 28, 1920.

19, 13Quaderno dove sono riportati i dati delle “Moltiplicazioni alCasaletto” a Romapp.28, 1920-1921.

19, 14“Prodotti e medie di vari anni di alcune delle principalivarietà di frumenti. 1930”.Quaderno . di 16 pp., 1920-1931.Vi sono sintetizzati i dati relativi al prodotto per ettaro dellediverse varietà di frumenti sperimentati dal 1920 in poi e lamedia degli anni. Contiene anche un altro quaderno privo di.indicazioni ma con gli stessi dati.

19, 15“Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnicafoggiana”.cc. 4.datt., 1921(?).

19, 16Relazione di Nazareno Strampelli relativa ai risultati ottenutinell’annata agraria 1920-21.cc. 13, 1921.

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19, 17Registro intestato “ Nuovi frumenti in moltiplicazioni” Anno1921-1922; 1922-1923.pp. 12, 1921-1923.Il registro riporta l’indicazione dei vari frumenti sperimentatia Rieti, Foggia e Roma con l’indicazione delle produzioni perettaro in q.li.

19, 18Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario 1922-1923.cc. 5, 1922-1923.Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle provecolturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ genera-zione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.

19, 19“Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr. Miguel Calmon DuPin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura, industriai commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski,sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, reali-zados durante o anno 1922”.cc. 50 datt., 1923, gennaio 11.Relazione sulle sperimentazioni di grano in Brasile dove tragli altri, era stato importato anche il Carlotta.

19, 20Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delleprove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.1923-1924.

20, 1Minuta della relazione di Nazareno Strampelli al Prof. Dome-nico Lo Monaco, direttore dell’istituto di chimica fisiologicadell’università di Roma.cc.6, 15 giugno 1924.La relazione riporta i risultati di alcune ricerche indirizzatea studiare l’azione esercitata da sostanze chimiche sullagerminazione di alcune piante.

20, 2Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibri-dazioni.cc. 18, 1923-1924.I documenti sono privi di indicazioni. Due soli documentisono datati.

20, 3Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delleprove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.cc.6, 1924-1925.

20, 4Relazione di Nazareno Strampelli in lingua francese sull’at-tività della Stazione sperimentale di Rieti.cc.7 datt., 1925.

20, 5Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delleprove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.cc.6, 1925-1926.

20, 6“Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene,orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’annoagrario 1925-1926”.cc.5, 1925-1926.Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia,Sardegna, Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioniottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e inprove colturali, in prima e seconda generazione. All. Schemaridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi simili.

20, 7Schema delle superfici utilizzate nei campi di Rieti, Roma,Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzo e S. Pietro per

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le prove colturali, allevamento, fissazione, moltiplicazioneiniziale, campo catalogo, moltiplicazione in seconda genera-zione e ibridi.cc.3, 1925-1926.

20, 8Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentaledell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”.pp.80, 1925.

20, 9Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentaledell’Inviolatella. “Campo sperimentale di colle”.pp.80, 1926.

20, 10“Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumentimutici ed aristati (Triticum follicolosum)”.Relazione dattiloscritta di Nazareno Strampelli (non firmata).cc. 6, 1925(?).Si tratta di due copie del testo della relazione pubblicata daNazareno Strampelli nei “Rendiconti della R. AccademiaNazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, matematchee naturali”, v.I (1925), s.6^, f. 4°.

20, 11Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delleprove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.cc.6, 1926-1927.

20, 12“Calendario per la coltura del grano d’inverno” cc.1. 1925(?)Riporta i periodi di coltivazione dei grani nei diversi paesidel mondo.

20, 13Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentaledell’Inviolatella. “Campo sperimentale di piano” pp. 36.1926.

20, 14Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delleprove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia eLeonessa.cc.6, 1927-1928.

20, 15Quaderno che riporta i dati relativi ai risultati dei raccolti aRoma nelle singole aiuole.pp. 122, 1927.

20, 16“Risultati delle aiole trebbiate ieri”. 1927, giugno 30 cc.5 .cc.4, 1927.Riporta i dati del seme impiegato per ha e del prodotto otte-nuto per i diversi frumenti.

21, 1Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’annoagrario.cc.6 scritte a matita, 1928-1929.Le tabelle riportano il numero degli allevamenti, delle provecolturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ gene-razione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa eCagliari (indicata come “Sardegna”).

21, 2“Superfici seminate e frumento delle colture nei diversi campi”Quaderno di 16 pagine. 1930-1931.Riporta i dati dei risultati ottenuti nei campi sperimentali diRieti, Foggia, Roma, Leonessa, e Sardegna sia per quantoriguarda i frumenti che gli orzi e la segale.

21, 3Varietà seminateQuaderno di 8 pagine, 1930-1931.Riporta i risultati ottenuti nei diversi campi sperimentali.Rieti, Foggia, Leonessa, Cagliari, S. Pastore.

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21, 4Prove SperimentaliQuaderno di 18 pagine, 1930-1931.Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi scelti per i qualierano in corso anche le prove di molitura, glutine, azoto ecc

21, 5“Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre 1930”Quaderno di 16 pagine1930-1931In fondo al quaderno, più volte ripiegata, si trova la “Piantadelle semine fatte sotto la gabbia a Roma”

21, 6Quaderno con intestazione “Famiglie 1939”Quaderno di 122 pagine, 1939.All’inizio del quaderno si trova sciolto lo schema di un camposperimentale suddiviso in 624 particelle numerate.Nelle pagine si riportano le indicazioni delle ibridazioni effet-tuate nelle singole particelle, e i dati relativi ai risultati.

21, 7Quaderno intestato “Colture e superficie. Anno agrario 1931-32”Quaderno di 48 pagine, 1931-1932.Il documento riporta l’elenco delle colture e le relative super-fici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma e Cagliari,con un riepilogo finale delle colture e delle superfici inve-stite. Alla fine si riporta lo schema delle “Produzioni e mediedi più anni delle principali varietà in coltivazione” dal 1920al 1931.

21, 8Quaderno intestato “Anno agrario 1932-1933. Riepilogodelle colture e delle superfici”44 pagine, 1932-1933.Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e lerelative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,Cagliari e Leonessa.

21, 9“Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfatiche eazotate sulle qualità panificabili del grano”.1933-1934Due relazioni dattiloscritte non firmate relative la prima al1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17 paginenumerate) che riportano le prove effettuate sui frumentiMentana, Damiano, Rieti 11, Cappelli e Ardito su 98 campionidi frumento provenienti da stazioni sperimentali varie diMilano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania e Vercelli.

21, 10Quaderno intestato “Anno Agrario 1933-1934”. All’internoa matita “ Colture e superfici”.34 pagine, 1933-1934.Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e lerelative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,Sardegna con riepilogo delle colture e superfici distinte inautunnali e primaverili, le varietà coltivate nei campi dimoltiplicazione ecc.

21, 11Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1934-1935”.1934-1935Sono riportati l’elenco delle colture e le relative superficiimpiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna. Allafine foglietto allegato con l’elenco delle superfici impiegatecon l’esclusione dei fossi e degli argini.

21, 12Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1935-1936”.1935-1936.Oltre all’elenco delle colture e delle relative superfici impie-gate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna, si riporta unquadro riepilogativo delle specie sperimentate.

21, 13Sperimentazione del granoturco.cc.7, 1936.

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Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazionidel granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro dellediverse varietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936.Alcuni appunti riportano la data del 1920, altri del 1941.

21, 14Quaderno Intestato “VII. Riepilogo colture e superfici. Annoagrario 1936-1937”.40 pagine, 1936-1937.Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e lerelative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,Sardegna.

21, 15Sperimentazione del grano.cc.4, 1938-1938.Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni delfrumento “Damiano” effettuate nella stazione fitotecnica diS. Angelo Lodigiano.

21, 16Sperimentazione del grano.cc.4, 1938-1938.Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni delgrano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine

21, 17Relazione di Michele Meletti sulla situazione e l’attività dellastazione fitotecnica sarda.cc.8 datt., 1943, febbraio 14.

22, 1Quaderno intestato “Ricino. Semine 1938”pp. 16, 1938-1938.Quaderno di appunti relativo alle sperimentazioni del ricinoa Rieti e Badia Polesine. Riporta le prove genetiche, quelle diconfronto per l’isolamento dei tipi, schemi delle coltivazioniecc.

22, 2Quaderno intestato “ Semine 1938. Granturchi a Rieti” 1938.All’interno del registro si trovano foglietti di appunti varirelativi alle sperimentazioni e un foglio a stampa delConsorzio Enti Agrari del Friuli intestato “Alcune varietà digranoturco adatte alle diverse condizioni ambientali dellanostra provincia” pp. 4 s.d.

22, 3Quaderno intestato “Masse 1939”196 pagine, 1939.Il quaderno contiene all’inizio uno schema di un camposperimentale suddiviso in 624 particelle numerate.Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effet-tuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi.

22, 4Sperimentazione granturchi precoci.1939.Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di gran-turchi “precoci” sperimentati nella stazione fitotecnica diBadia Polesine.

22, 5Sperimentazione granturchi “cinquantini”. Quadro riepiloga-tivo relativo alle rese delle varietà di granturchi “cinquantini”sperimentati nella stazione fitotecnica di Badia Polesine.1939.Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di gran-turchi “cinquantini” sperimentati nella stazione fitotecnicadi Badia Polesine.

22, 6Registro intestato “Semine granoturco 1938. Rieti, S. Angelo,Badia”.62 pagine, 1939.

22, 7Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricinoM.6cc.19, 1940-1940.

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22, 8Quaderno con intestazione “Famiglie 1940”36 pagine, 1940.Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effet-tuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi ai risultatiottenuti.

22, 9Quaderno con intestazione “Ricino. 1940. Comune piccoloed M.G.A. cassa C. Anno 1940”28 pagine, 1940.Riporta i risultati della sperimentazione del ricino del tipo“Comune Piccolo e M.G.A.

22, 10Registro intestato “Produzioni e medie di più anni dellenostre principali varietà in coltivazione”.20 pagine, 1940.Il registro riporta le produzioni medie dei frumenti Mentana,Damiano, Villa Glori, Roma, Littorio, Tiriamo Dritto, Tevere,Abulia Precoce, registrati nei campi sperimentali di Roma,Rieti, Foggia, Cagliari, S. Angelo, Leonessa, Badia Polesine,Montagnana e Urbino. I dati si riferiscono alle produzioniad ettaro negli anni 1930-1940.

23, 1Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dalfrumento “Carlotta Strampelli”.1918-1919.Contiene: L’importanza del grano e l’importanza di unascoperta scientifica. Il frumento Carlotta Strampelli, Corrieredella Sera 3 febbraio 1919 (rit); P. Ranieri, Un trionfo dellascienza agraria italiana, in L’Eco di Bergamo, 5 febbraio1919 (rit.), Il gran premio Santoro al prof. Nazareno Stram-pelli, in “Chienti e Potenza”, 1 febbraio 1919; Il nuovofrumento Carlotta Strampelli. Una grande scoperta italiana,in “Il Giornale di Ascoli”, 1-15 febbraio 1919; Per la produ-zione granaria, in “Il Martello 23 febbraio 1919; f.f. Risul-tati del Carlotta Strampelli al secondo anno di prova, in“L’Umbria verde”, n. 9-11, 1918; D. Orzi, Un pregevolis-

simo frumento italiano per terreni fertili, in “La nuova agri-coltura del Lazio”, 16 luglio 1918; M. Fantozzi, Esperimentidi varietà di grano, in “La nuova agricoltura del Lazio”, 16ottobre 1918; A. Gidda, Il frumento Carlotta Strampelli, in“Il Coltivatore”, n.5 1919; A. Tizzi, Carlotta Strampelli eGentil Rosso x Noe n. 46, in “Agricoltura Senese”, n. 101918; G. Grezzi, Risultati del frumento Carlotta Strampelli,in “Rivista Agraria Polesana”, n. 19 1918; V. De Carolis “Ilfrumento Strampelli nel Cremonese, in “La sentinella agri-cola”, n. 18 1918; V. De Carolis Il C. Strampelli e le prossimesemine , in “La sentinella agricola”, n. 19 1918; G. Conso-lani, Successi del frumento Carlotta Strampelli nell’AltoPolesine, in “Il Coltivatore”, n. 3 1919; Il frumento CarlottaStrampelli. Una scoperta italiana che assicura il fabbisognoannuale di grano, in “Il Corriere di Canelli”, n.6, 1919.

23, 2Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dalfrumento “Ardito”.1924.Contiene: Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltiva-zione nell’agro Piacentino, in “Libertà”, n. 220 1924; L.Follini, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di Agricolturadella domenica”, n. 50 1924; A. Pozzolo, In tema di frumento.Varietà e pratiche colturali, in “l’Agricoltura friulana”, n. 231924; I. Zannoni, Razze elette e coltivazioni razionali nell’ales-sandrino, in “Giornale di agricoltura della domenica”, n. 321924; L. Follini, I nuovi frumenti alla prova, in “l’Agricolturapiacentina”, n. 7 1924; m. L’Ardito si fa onore, in “Rivistaagricola romagnola”, n. 15 1924; D. Libertini, “I grani elettied il problema granario italiano”, in “Giornale di agricolturadella domenica”, n. 39 1924; L.C.Nicola, I nuovi frumentiStrampelli alla prova, in “ Il Coltivatore”, n. 30 1924; G.Consolani, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, n.23, 1924.

24, 1“Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria”.Relazione sulla situazione granaria mondiale con riguardo aquella Argentina.cc.10, 1905.

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Riporta in calce la dicitura “Minutata dal dott. OresteNarduzzi 17/11/905”.

24, 2Lettera di Carlo Meschini, segretario della Società degli Agri-coltori italiani.Sezione della Repubblica Argentina, a Naza-reno Strampelli.6 cc. datt., 1919, maggio 8.E’ il primo contatto avuto da Strampelli con l’ambiente italo-argentino.

24, 3Lettera del prof.Marcello Conti, dell’università di BuenosAires a Pacifico Toscano.1924, febbraio 2.Marcello Conti insegnava agraria presso l’Università diBuenos Aires ed era membro della American Society of Agri-coltural Engineers. La lettera è indirizzata all’imprenditoreitalo-argentino Pacifico Toscano che diventerà il punto diriferimento dell’esperienza di Strampelli in Argentina.

24, 4Lettere di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli.1923Si tratta di 32 lettere, spesso di più pagine, e di 5 telegrammiinviati da Pacifico Toscano a Strampelli. Allegate anche dueminute di lettere indirizzate da Toscano a Mario Bresaoladirettore della Stazione di praticoltura di Lodi e a AlbertoWieimaier di Lipsia. Il carteggio si riferisce all’esperienzadel “Campo experimental y escretorio de la Tritica Stram-pelli” nato ad Olivos.

24, 5Relazione di Pacifico Toscano all’ambasciatore italiano aBuenos Aires sull’esperienza argentina di Strampelli1923, luglio 10.Toscano relaziona sul centro sperimentale di Olivos e sulruolo avuto da Strampelli in Argentina.

24, 6Minute di lettere di Nazareno Strampelli a P. Toscano. 1923.Si tratta di due sole lettere inviate da Strampelli a Toscano.

24, 7“Note delle spese di viaggio da Rieti a Buenos Aires e vice-versa”.1922.Biglietto di viaggio, ricevute, elenchi di spese ecc.

24, 8“Nota dei frumenti da me inviati a S.E. il Ministro di Agri-coltura a Buenos Aires”s.d-(1923 ?).Appunto non firmato ma probabilmente di Nazareno Stram-pelli.

24, 9Nota dei risultati delle prove dei frumenti Strampelli colti-vati nel campo sperimentale di Olivos. La nota è diretta aPacifico Toscano.1924(?).I grani Strampelli sperimentati erano: Ardito, Luigia, Riccio,Dauno, Cervaro, Francesco, Carlotta, Potenziani, Abulia,Calatafimi, Marrone e Baionette. La nota riporta anche irisulati di alcune varietà argentine.

24, 10Lettere della Legazione argentina a Nazareno Strampelli. 30e 19 luglio 1923.cc. 2, 1922, ottobre 30; 1923, luglio 19.

24, 11Telegrammi del Ministro dell’agricoltura argentino Le Bretona Nazareno Strampelli.2 telegrammi, 1923.

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24, 12Quaderno di appunti utilizzato da Nazareno Strampellidurante il suo giro nelle province interne dell’Argentina.1922.Il quadernetto si compone di 37 pagine di cui 26 numerate e6 bianche. Riporta dati e appunti presi da Strampelli nel suoviaggio nelel province argentine Les Andes, Buenos Aires,Catamerea, Chaco, Chubut, Cordoba, Carientes, Entrerios,Formosa, Jujuj, Mendozza, Missiones, Neuquen, PampaCentral e La Rioja.

24, 13Pagine di giornali vari argentini che riportano notiziedell’esperienza di Nazareno Strampelli.1922-1923.Contiene pagine e ritagli di giornali argentini nei quali siparla della visita di Strampelli in Argentina:Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in“La Scena Illustrata”, XVI (1922), nn.50-51, 10-17 dicembre,p.7; Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia delPopolo”, 6 dicembre 1922; Visita del prof. Strampelli allaborsa del commercio, in “Giornale d’Italia”, 17 gennaio1923; L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in “L’Italiadel popolo”, 6 dicembre 1922, p.2 ; Il banchetto di ieri sera inonore del prof. Strampelli. in “Il Giornale d’Italia”, 17gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires); Las inve-stigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); Dr. NazarenoStrampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in “La NuovaProvincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Nazareno Stram-pelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en sujra por copetonas e irene, in “La Nuova Provincia”, 23dicembre 1922; Il Prof. Nazareno Strampelli, in “InCammino”, 3 marzo 1923; Il professore Strampelli nellanostra casa, in “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923;Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6dicembre 1922, p.1; Cultivo y rendiniento del trigo, in “LaNation”, 1 febbraio 1923; Hay variedades de trigo que no sonaptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ecuna jira que realiza pour aquella zona, in “La Nation”, 24febbraio 1922; En honor del professor Strampelli, 17 de enero

1923; GREGORI A., Con il mago dell’agricoltura. Le impres-sioni del Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno(dell’Argentina), in “Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922 .

24, 14Avviso di spedizione di frumenti da Rieti a Buenos Aires.(altri moduli in bianco)cc.8, 1924, marzo 8.

24, 15Ordine di acquisto di 700 sacchi dallo Jutificio Centurini diTerni per la spedizione dei grani in Argentina.1924, febbraio 11.

24, 16“Conto esposizione Argentina. Spese pagate dal professore”.cc.11, 1923.Contiene ricevute delle spese sostenute da Strampelli per lapreparazione della mostra ad Olivos.

24, 17Lettere varie relative alla questione argentina.cc.5, 1924.

24, 18Alcune pubblicazioni relative alla granicoltura in Argentina1922. Laboratorio experimental de molineira y panificacion,1 - Laboratorio experimental de molineira y panificacion,Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigoshibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentesde siembra, Buenos Aires 1925.2 - H. Milatello, Cultivo del trigo en la provincia de Santiagodel estero, Buenos Aires 1922.3 - Rivista “GRANOS” dicembre de 1939.

25, 1“Premio Santoro” 1919- Lettere, telegrammi, biglietti diauguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da partedell’Accademia dei Lincei.cc. 253, 1919.

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25, 2Minute di risposte di ringraziamento di Nazareno Strampelliad alcuni messaggi ricevuti per il conferimento del premioSantoro.cc. 10, 1919.

26, 1Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura di Ascoli Piceno.cc. 5, 1914-1915.Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova delfrumento “Carlotta”.

26, 2Corrispondenza proveniente dalla Scuola di Viticoltura eEnologia di Avellinocc. 9, 1914-1915.Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova delfrumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati delfrumento “Gregorio Mendel”.

26, 3Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura per la provincia di Padova riguardo alla sperimentazionedei grani Strampelli.cc. 9, 1914-1915.Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova delfrumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati delfrumento “Gregorio Mendel”. Allegata Pianta delle speri-mentazioni dei frumenti Carlotta ed altri della Scuola agrariain Brusegana.

26, 4Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura in Caltagirone riguardo alla sperimentazione dei graniStrampelli.cc. 6, 1914-1915.

26, 5Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura di Caluso (Torino) riguardo alla sperimentazione deigrani Strampelli.cc. 23, 1914-1915.

26, 6Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante diAgricoltura di Castrovillari.cc. 5, 1914-1915.Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale di provadei grani Strampelli.

26, 7Corrispondenza proveniente dall’ Azienda Valle Felici diCesenatico riguardo alla sperimentazion dei grani Strampelli.cc. 5, 1914-1915.

26, 8Corrispondenza proveniente dalla Fattoria di Stato per laproduzione del tabacco in Castelnuovo-Cilento riguardo allasperimentazione dei grani Strampelli.cc. 6, 1914-1915.

26, 9Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricolturadi Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.cc. 16, 1915-1916.

26, 10Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricolturadi Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.cc. 12, 1915-1916.

26, 11Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricolturadi Lecce riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.cc. 7, 1914-1915.

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26, 12Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura “G. Garibaldi” di Macerata riguardo alla sperimentazionedei grani Strampelli.cc. 13, 1915-1916.Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale diprova. Contiene anche la relazione “Alcune note sulle colti-vazioni di frumenti della R. Stazione di Granicoltura di Rietifatta alla Scuola Agraria di Macerata” a firma di P. Bandi.cc.4 mss. In modo specifico si relaziona sulle sperimentazionidei frumenti Carlotta e Gregorio Mendel.

26, 13Corrispondenza proveniente dalla R. Cattedra di Agricolturadi Matera riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.cc. 12, 1915-1916.

26, 14Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante diAgricoltura per la Provincia di Piacenza riguardo alla speri-mentazione dei grani Strampelli.cc. 4, 1915-1916.

26, 15Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricol-tura, Istituto Stefano Sabatini in Bozzolo del Friuli.cc.15, 1915-1916.

26, 16Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimen-tale di Bieticoltura di Rovigo riguardo alla sperimentazionedei grani Strampelli.cc. 18, 1915-1916.

26, 17Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante diAgricoltura per la provincia di Siena riguardo alla sperimen-tazione dei grani Strampelli.cc. 6, 1915-1916.

26, 18Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante diAgricoltura del Circondario di Rimini riguardo alla speri-mentazione dei grani Strampelli.cc. 5, 1915-1916.

26, 19Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimen-tale di Risicoltura di Vercelli riguardo alla sperimentazionedei grani Strampelli.cc. 11, 1915-1916.

26, 20Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di Agricol-tura di Voghera riguardo alla sperimentazione dei graniStrampelli.cc. 11, 1915-1916.

26, 21Registro intestato “Anno agrario 1914-1915. Campi regio-nali di prova dei nostri nuovi frumenti”pp.8, 1914-1915.

26, 22Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di AgricolturaIndustria e Commercio 1915, agosto 23.cc.11 datt., 1915.“Relazione sui risultati del nuovo frumento “CARLOTTASTRAMPELLI” conseguiti nei campi regionali di prova”.

26, 23Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di AgricolturaIndustria e Commercio.cc. 43, 1917, marzo 5.“II relazione sui campi regionali di prova del nuovo frumentoCarlotta Strampelli (Anno agrario 1915-16)”Due copie della relazione dattiloscritta indirizzata da Stram-pelli al Ministro di Agricoltura.

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26, 3Registro dei coltivatori del Carlotta.1914(?).

26, 1Corrispondenza aziende agrarie relativa alla coltivazione delfrumento Carlotta Strampelli.1917-1919.

27, 1Registro di vendita del frumento “Carlotta Strampelli”.1918.

27, 2“Libro magazzino benzina” 1916.La benzina veniva venduta in latte e risulta impiegata soprat-tutto per la trebbiatura del frumento“Carlotta Strampelli”.

27, 3Registro dei risultati del Carlotta Strampelli nelle diverseregioni d’Italia.1918(?).

27, 4Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano daseme relativo alle vendite del Carlotta Strampelli. 1917.

27, 5Registro delle vendite relative alle vendite del Carlotta daparte della Stazione sperimentale.1916-1917.

27, 6Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Stram-pelli.1916.

27, 7Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Stram-pelli. 1917.

27, 8“Registro delle richieste del nuovo frumento Carlotta Stram-pelli.1916.

27, 9Schede di richiesta del nuovo frumento Carlotta Strampelli.1916.

27, 10“Registro delle prenotazioni del Carlotta Strampelli perl’anno 1919”1919.

27, 11Notizie e risultati sul frumento Carlotta Strampelli.1917-1918.Contiene le relazioni sull’impiego e sui risultati ottenuti conil frumento “Carlotta Strampelli”provenienti da: SocietàAnonima Cooperativa per l’esportazione dei prodotti agri-coli di Jesi, Azienda agricola Marenghi di Jesi, Societàanonima cooperativa di Osimo, Amministrazione CensiBuffarini di Montemarsciano, Amministrazione GiuseppeVilla di S. Marino, Scuola pratica di agricoltura di Todi,Cattedra ambulante di agricoltura di Trevi, Istituto SuperioreAgrario di Perugina, Cattedra ambulante di agricoltura diMassa, Azienda Paci di Cetona, Tenuta Pentolina di Frosoni(Siena), Azienda Maoli di Roma, Consorzio agrario Sabino diPoggio Mirteto, Azienda Brunetti di Bologna, Azienda Guar-zoni di Ravenna, Azienda Spalletti di Macerata, AziendaMarchetti di Roma, Azienda Miliani di Fiorano, AziendaZampini di Formigana, Azienda Maciga di Ferrara, AziendaFerrarsi di Ostra, Azienda Di Giacomo di Affida, AziendaPoch di Roma, Azienda Novelli Fara Sabina, AziendaMauguri di Collescipoli, Azienda Marchesini di Cantalupo,Azienda Vecchi di Revere, Unione agraria di Sesto Fioren-tino, Azienda Montanari di S. Arcangelo di Romagna,Azienda Gardini di Gatteo, Azienda “Le Perogole” di BorgoS. Lorenzo, Azienda Ravanelli di Ferrara, Azienda Bovi di

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Guarda ferrarese, Azienda Forti di Migliarino (Ferrara),Azienda Passerini di Copapri (Ferrara), Azienda Santini diCesena, Azienda Mazzocchi di Cesena, Azienda Piragnoli diCastelbolognese, Azienda Fasanelli di Cassino, AziendaBordelli di Ganzate, Azienda Sinibaldi di Osimo. Federazioneagraria Casalese, Succursale di Alessandria, Azienda Bochir-chio di Caluso, Azienda Muzzioli di Perugina, Azienda Pier-marini di Montenano, Azienda Bolusco di Atina, AziendaNisionna di Nibionno, Azienda Belloni di Buti (Pisa).

28, 1Registro dei risultati raggiunti dal Carlotta Strampelli neidiversi campi di prova italiani.28 pagine, 1916-1918.Il registro è diviso per regioni, e riporta i dati relativi allaproduzione raggiunta per ettaro nei singoli campi e la mediadella provincia sia nel caso del seme originario che riprodotto.

28, 2Appunti, elenchi vari, ricevute di spedizioni relativi alCarlotta Strampelli.1916-1917Contiene anche un quadernetto intestato “Denaro da rimbor-sare dalla gestione Carlotta Strampelli”.

28, 3Corrispondenza proveniente da istituti agrari relativa allasperimentazione del Carlotta.cc.18, 1918-1919.Contiene carteggi provenienti dal Consorzio agrario Bolo-gnese, R. Scuola Pratica di Agricoltura di Imola, ConsorzioAgrario cooperativo di Frosinone, Scuola Pratica di Agri-coltura di Ancona, Consorzio Agrario Cooperativo diBergamo, Consorzio delle Cattedre Ambulanti di Agricolturaper la provincia di Alessandria, Società Italiana per lafabbricazione dello zucchero indigeno di Roma, ComizioAgrario di Conselve, Società per la Bonifica dei terreniFerraresi, Mobilitazione agraria della provincia di Parma,Consorzo agrario cooperativo di Parma, Cattedra Ambulantedi agricoltura di Ferrara.

28, 4Corrispondenza proveniente aziende agrarie private relativaai risultati della sperimentazione del Carlotta Strampelli.cc.31, 1918-1919.Contiene carteggi provenienti dalle aziende: Principe Aldo-brandini di Roma, Amministrazione Torlonia di Bologna,conte Arcelli Fontana di Piacenza, Triossi di Bologna, Briandi Felino (Parma), Mazzetti di Collecchiello di Collecchio(Parma), Calducci di Cesena, Tosi di S. Mauro di Romagna,Brunetti di Bologna, Sostegno di Budrio, Turina di Croata,Cavallara di Guarda Ferrarese, Mion di Carrara, Mecenatidi Adria, Cotti di Grazzano Monferrato, Frascara di Sezzadio(Alessandria), Salvatori di Chianti (Pisa), Calmieri Nuti diSovicille, Corsano di Monteroni D’Abbia, Goisis di Comun-nuovo, Meroni di Milano, Trua di Soriano del Cimino, Ciuccidi Terni, Rossetti di Foligno, Paoli di Cingoli, Gentili di S.Angelo in Vado, Isacco di Rogeno Brianza.

28, 5Corrispondenza varia relativa ai risultati delle sperimenta-zioni del frumento Carlotta Strampelli.cc. 43, 1918-1919.

28, 6Cartoline pre indirizzate per la risposta alla Stazione Speri-mentale di Rieti diffuse tra aziende agrarie e privati che ripor-tano sinteticamente i risultati delle sperimentazioni delfrumento Carlotta.cc. 251, 1918-1919.

28, 7“Esperimento di coltivazione del frumento Carlotta Stram-pelli nella tenuta di Lispida dei Sig. Conti Corinaldi” 1918,settembre 11. 1918.La relazione è allegata alla lettera di trasmissione del-l’Amministrazione dei conti Corinaldi del 21 settembre 1918.

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28, 8“Relazione su prove di coltivazione con frumento CarlottaStrampelli di I riproduz.”Relazione a cura del Comizio agrario del circondario diMondovì.1918, novembre 1.Allegata minuta di risposta.

28, 9“Resoconto sull’esperimento della coltura del CarlottaStrampelli”.Relazione mss a firma di A. Cavallotti.1918, settembre 24.

28, 10Relazione di D. Bruni sui risultati ottenuti presso la ScuolaPratica di Agricoltura di Pesaro nella sperimentazione delCarlotta Strampelli.cc.2, 1919, maggio 5.Allegato il ritaglio di un articolo pubblicato a firma dellostesso Bruni “Il frumento Carlotta Strampelli sperimentatonella nostra Scuola Agraria” in “L’ idea”, 20 luglio 1918.

28, 11Pagina del giornale “L’Agricoltore Ferrarese” 1918 settembre 30.1918.Riporta l’articolo “Frumento Carlotta Strampelli”

29, 1“Risultati del Carlotta Strampelli” - Appunti, lettere, elenchiecc.1918-1919.

29, 2Copia delle relazioni e segnalazioni più significative relativeai risultati del Carlotta Strampelli nei diversi campi di provaitaliani.cc.252 datt., 1918-1919.

30, 1“Vari trattamenti del seme. Affondatura sistema giapponese.Diverso orientamento delle file. Diversa distanza tra le file ediversa quantità di seme. File abbinate. Selezione Haiser”.cc.2, 1906-1910.

30, 2“Barbabietole.Selezione iniziata nel 1908. Raccolto del1910.Radici”.Registro di 34 pp., 1910.

30, 3Appunti vari relativi alla coltivazione delle barbabietole.cc.10, 1911-1919.Contiene anche una lettera della Società Italiana per l’indu-stria dello Zucchero Indigeno del 16 gennaio 1919.

30, 4“Tipi che si sono distinti per produttività a Rieti” (e Leonessa)e dati vari sui raccolti in pagine di registro”.cc.40, 1912.

30, 5“Produzioni anno 1912 e medie anni precedenti nei campisperimentali di Foggia - Cagliari - Roma”Registro di 26 pagine, 1912.

30, 6Registro delle vendite dei fagioli ed altri cereali.pp.5, 1916-1917.

30, 7“Nota delle spese incontrate per i lavori di selezione e relativecolture eseguite nel giardino e nell’orto dell’abitazione delsottoscritto (Nazareno Strampelli) negli anni 1917-1918”.1917-1918.

30, 8Schede intestate: “Rilievi alla raccolta”.cc.8, 1917(?).

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30, 9Appunti e grafici vari privi di altre indicazioni.cc.11, 1918(?).

30, 10Carteggio tra Nazareno Strampelli e Guglielmo Iosa, diret-tore della Cattedra ambulante di agricoltura di Campobasso.cc.10, 1922.

30, 11“Sardegna. Raccolto 1927”.Registro di 16 pagine, 1927.

30, 12Disponibilità del frumento da seme a Rieti, Roma, Leonessa,Foggia e CagliariRegistro di 24 pagine e più fogli sciolti, 1928.

30, 13“Prodotti unitari e medie delle principali razze di cereali”.Registro di 14 pagine, 1929-1930.

30, 14“Richieste di frumento passate all’ARS”.Registro di 2 pagine, 1932.

30, 15Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate aRieti, Leonessa e Badia PolesineRegistro di 2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938.

30, 16Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti eLeonessa.Registro di 14 pagine, 1936.

30, 17Appunti, schemi vari sulla sperimentazione delle patate aRieti, Leonessa e Badia Polesine.cc.13, 1937-1939.

30, 18Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti eLeonessa.Registro di 14 pagine, 1937.

30, 19Risultati dei campi di orientamento.Registro di 18 pagine, 1937.

30, 20“Produzioni e medie di più anni delle nostre principalivarietà”Registro di 18 pagine, 1937.

30, 21Schemi dei risultati della sperimentazione delle patate aBadia Polesine.cc.2, 1938-1939.

30, 22Risultati dei campi di orientamento e prova.Registro di 24 pagine. Allegate 3 lettere, 1938.

30, 23“Osservazioni sulle patate”.Registro di 5 pagine. 1939.

30, 24Frumenti in prova per l’iscrizione nel registro delle varietàelette.cc. 14, 1940-1941.

30, 25Dati relativi all’esportazione del frumento da parte dell’ARSdal 1924 al 1940.1940.

30, 26Dati, relazioni e notizie relative al trattamento elettrico dellesementi con il sistema Riccioni.cc.22, 1941-1942.

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30, 27Relazione relativa alle prove collegiali effettuate dallaStazione sperimentale di risicoltura e delle colture irrigue diVercelli.cc.7 datt., 1941-1942.

30, 28Decreto del Ministro dell’Agricoltura relativo all’inscrizionenel registro delle varietà elette di frumento in base all’art.6della legge 28 aprile 1938 n. 512.cc.2 datt., 1942.

30, 29Quadro riassuntivo dei risultati del campo di orientamentodei Lini di Badia Polesine.1942

30, 30“Attività svolte dalla stazione fitotecnica di Badia dalla suafondazione”cc.6 datt., 1942.

30, 31“Relazione riassuntiva sui risultati finora conseguiti dallasperimentazione collegiali fini della battaglia del grano”.Relazione redatta dall’Istituto Nazionale di Genetica per laCerealicoltura. Agosto 1942 “cc.42 datt., 1942.

30, 32“Prove sperimentali delle varietà di grano Strampelli. Annata1941-1942”. Sperimentazioni effettuate dalla Stazione speri-mentale di risicoltura e delle colture irrigue di Vercelli.cc.4 datt., 1942.

30, 33Dati relativi alle sperimentazioni effettuate nella stazione fito-tecnica di Urbino.Registro di 16 pagine, 1942.

30, 34Miscellanea, stampe, circolari, lettere varie ecc.1920-1942.

31, 1Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orien-tamento del frumento Villa Glori.1926.Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cremona,Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indicazione delleaziende agrarie, la superficie coltivata, il prodotto ottenutoper h., e nelle note spesso il confronto con le produzioni otte-nute con l’inalettabile 96.

31, 2Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orien-tamento del frumento Mentana.1926.Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo,Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna,Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno,Pesaro, Grosseto, Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riportal’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, ilprodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto conle produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inaletta-bile, ecc.

31, 3Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orien-tamento del frumento Ardito.1926.Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo,Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso,Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza,Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riportal’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, ilprodotto, medio minimo e massimo ottenuto per ha, e nellenote spesso il confronto con le produzioni ottenute con altrifrumenti, Cologna, Inalettabile, ecc.

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31, 4Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1924-1925.1924-1925.Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia,Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basili-cata e Sicilia.

31, 5Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1925-1926.1925-1926.Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia,Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise, Toscana,Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

31, 6Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1926-1927.1926-1927.Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo e Molise,Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna.

31, 7Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1927-1928.1927-1928.Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto,Venezia Giulia e Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche,Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana,Calabria, Sicilia, Colonie. Per le Colonie il campo di provaera gestito dall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica aBengasi.

31, 8Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1928-1929.1928-1929.

Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto,Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazioe Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basi-licata, Sicilia, Colonie, e Estero.Colonie: Ufficio Agrario di Mogadiscio (Somalia); UfficioAgrario dell’Eritrea (Asmara); Colonia Libica. Fascio mila-nese Alfredo Banfi di Toera; Conte Ulderico Sottacasa diTripoli; Direzione di Agricoltura del Governo di Rodi; Amm.Principe Paternò di Tripoli; Barone Saverio Polcra Bengasi(Cirenaica). Estero: Valence sur Rhone - Francia; Direzionedei servizi agricoli della Corsica; Prof. M. Saulescu, Accademiadi Agricoltura della Romania; Prof. Basilio Desmirau. IstitutInternational d’agricolture; Prof. T. Roemer, Halle, Saale(Germania); Vice console d’Italia – Adona (Turchia); On. Alex-sander Algin di Bucarest (Romania); Prof. Roaul Lamaire Roye(Somme) Francia; Dott. W. Bausse, Germania (delegato all’Isti-tuto Internazionale di Agricoltura; SoleKcijas Staxija - Stendè(Lettonia); Don Carlos Eugui Barricola - di Pamplona(Spagna); Scuola d’agricoltura di Aiaccio, Corsica; Stazione dimiglioramento delle piante - Prof. Papadakis - Larissa(Grecia); Commissariato per il Sud Africa Dott. A. Parastevo-pulos - Ipector de Colonisation - Atene (Grecia) Istitut pourl’amelioration des plantes - Wageninghen (Olanda); Prof.Egidio Gaetano Rebonato, Saltillo Coah (Messico); Conte N.Brettan di Tangeri; Station d’essais de semences, Prof. EmileSchribaux di Parigi; Dipartimento agricolo di Sidney(Australia); Dipartimento agricolo di Burma (India).

31, 9Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1929-1930.1929-1930.Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Triden-tina, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio eSabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania,Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e EsteroColonie: Governo delle isole Egee - Rodi; Ufficio Agrario diMogadiscio (Somalia); Ufficio Agrario dell’Eritrea (Asmara);Colonia Libica. Fascio milanese Alfredo Banfi - Toera; Ufficio

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Agrario di Tripoli; Direzione di Agricoltura del Governo diRodi; Prof. Stravros, Direz. Scuola Sup. di Agricoltura diAtene; Station central d’Amemoration del Plates de GrandCulture - Versailles (Francia)

31, 10Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1930-1931.1930-1931.Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina,Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina,Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania, CalabriaPuglie, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Colonie, e Estero.

31, 11Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’an-nata agraria 1935-1936.1935-1936.Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, VeneziaTridentina, Veneto, Venezia Giulia, Emilia, Marche, Toscana,Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, Toscana, Calabria,Campania, Puglie, Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna.

31, 12“Date di raccolta e prodotto per ettaro di alcune delle nostreprincipali varietà degli ultimi dieci anni”1925-1934.Lo schema riporta il prodotto per ettaro e la data di raccoltaa Roma, Rieti, Foggia e Cagliari delle varietà, Mentana,Damiano, Villa Glori, Fanfulla, Roma, Terminillo, Carlotta,Virgilio, Catria, Cambio, Baionette, Nuria, Rieti 11, Cappelli,Aziziah 17-45, Dauno III, Roma B.

31, 13Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti perproduttività. Anno Agrario 1936-1937.1936-1937.Il quaderno riporta i risultati di 17 ibridazioni definite con inomi dei “genitori” con le località di semina e le produzionidal 1927 al 1935.

31, 14Registro delle “Masse autunnali”.1930.

31, 15“Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al 1936-37”.1927-1937.Per ogni varietà coltivata, selezioni, ibridi, orzi, segale ecc.,viene riportato il numero di riferimento nel registro con ilrelativo anno.

31, 16Dati riassuntivi dei raccolti delle diverse varietà sperimen-tate nei campi di orientamento di Rieti, Roma, Foggia.1932.

31, 17Risultati dei campi di orientamento del triennio 1932-1934.1932-1934

31, 18Riepilogo per regioni dei risultati dei vari campi di orienta-mento del triennio 1932-34.1932-1934.

31, 19Registro delle disponibilità dei frumenti.1931.Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle dispo-nibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa.

31, 20“Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà”.1936.Il registro riporta le produzioni dal 1926 al 1936 con la rela-tiva media per ettaro di 27 varietà di frumenti e orzi.

31, 21Relazione delle prove con sitosfero.1933.

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31, 22Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti perproduttività. Anno Agrario 1933-1934.1933-1934.

31, 23Registro delle disponibilità dei frumenti.1934.Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle dispo-nibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa.

31, 24Riepilogo del raccolto nei diversi campi. Anno agrario 1924-1935.1934-1935.

31, 25Registro delle disponibilità dei cereali da seme.1935-1936.Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle dispo-nibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa,S. Angelo.

31, 26Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti perproduttività. Anno Agrario 1934-19351934-1935.

31, 27“Assegnazione di sementi per le colture (anno 1935-1936) difrumento da sottoporre al controllo per l’applicazione delmarchio.1935-1936.

31, 28Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccoltiecc.1936.

31, 29Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccoltidel 1937 ecc.1937.

31, 30Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccoltidel 1938 ecc.1938.

32Schede relative alle produzioni di grani.1932-1940.Le schede, probabilmente conservate in origine in uno sche-dario, riportano oltre all’indicazione del nome del prodottosperimentato, la produzione per ettaro e le date di raccoltasuddivise per i campi sperimentali di Rieti, Roma, Foggia,Cagliari, Leonessa e S. Angelo.

33, 1Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazionisul ricino.1934-1935.

33, 2Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazionisul ricino.1936.

33, 3Nuove linee, appunti e schemi riepilogativi relativi alle speri-mentazioni sul ricino.1937.

33, 4Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazionisul ricino.1938.

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33, 5Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazionisul ricino.1940.

33, 6Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazionisul ricino.1945.

33, 7Lettere di Cirillo Maliani, responsabile della Stazione fito-tecnica di Badia Polesine a Nazareno Strampelli.1938-1941.Le lettere si riferiscono alle sperimentazioni sul Ricino che sisvolgevano a Badia Polesine. Allegata “Relazione sugli studie sulle ricerche eseguite dall’Istituto Nazionale di Geneticaper la Cerealicoltura, sul Ricino”. La relazione dattiloscritta,di 8 pagine con varie tabelle manoscritte, non è firmata ma,come si deduce in una lettera conservata nel fascicolo, è diCirillo Maliani e fu redatta presumibilmente nel 1941.

33, 8Tabelle riassuntive relative alle semine e raccolta del Ricinoa Rieti e Badia Polesine.1938-1939.

33, 9“Riepilogo delle produzioni delle varietà` di orzi coltivati neinostri campi sperimentali”.1936.

33, 10Appunti vari, schemi riepilogativi raccolti, rese degli ibridiecc.1940-1943.

33, 11Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a S. AngeloLodigiano1938.

33, 7Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a Rieti.1936.

33, 8Specchio riassuntivo dei risultati della sperimentazione dellevarietà di granturchi.1937.

33, 9Appunti, elenchi e documenti vari relativi alla sperimenta-zione dei granturchi.1937(?).

33, 10Foglio intestato “Le distanze indicate per i seguenti nuovigranturchi”2 copie datt., 1937(?).Riporta le indicazioni per la semina dei vari tipi di granturchiprodotti dalla Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti.

34, 1Sperimentazione ricino.1938-1939.

34, 2Vendita prodotti, rimanenze ecc.1930-1938.

34, 3Elenchi di operai e appunti vari.1930(?).

34, 4Quadri riepilogativi dei risultati delle colture nei diversicampi sperimentali (Badia Polesine, S. Angelo ecc.).1938-1939.

35, 1Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale.1942-1949.

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35, 2Corrispondenza varia.1912-1951.

35, 3Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria”1912(?).

35, 4Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo.1947.

36, 1Relazioni sulla diffusione dei grani Strampelli in Italia nel 1932.1933.Il fascicolo contiene le relazioni, generalmente delle CattedreAmbulanti d’Agricoltura relative alle superfici occupate dallediverse qualità di frumenti Strampelli nelle province italiane.In modo specifico sono presenti le relazioni delle seguentiCattedre Ambulanti di Agricoltura: Provincia di Genova,Provincia dell’Istria, Treviso, provincia di Belluno, provinciadi Gorizia, Firenze, Parma, Vicenza, Frosinone, Trento,Cremona, Vercelli, Torino, Brescia, Alessandria, Imperia,Bergamo, Savona, La Spezia, Milano, Bolzano, Como, Enna,Catanzaro, Teramo, Terni, Pesaro, Siena, Pistoia, Pisa, Livorno

36, 2Corrispondenza relativa all’inchiesta sulle superfici occupatedai grani Strampelli in Italia nel 1932.1933.

36, 3Foglio con appunti a matita relativo ad una sintesi dei datiraccolti circa la superficie occupata dai frumenti Strampelli inItalia.1934(?).

36, 4Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumentiStrampelli nella provincia di Aosta.

1934.Si tratta di 5 relazioni alle prove effettuate in Alta Montagna,fondovalle, alta collina dell’anfiteatro morenico eporediese,pianura delle alluvioni terrazzate, e pianura diluvionale. Leprove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 periniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura dellaProvincia di Aosta.

36, 5Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumentiStrampelli nella provincia di Como.1934.Si tratta di una relazione relativa a due campi di orienta-mento impiantati in provincia di Como a Novate e Olmeda.Le prove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 periniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura dellaProvincia di Como.

36, 6Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumentiStrampelli effettuate dall’Istituto tecnico agrario di Todi.1934.Le prove furono effettuate nel “campo catalogo” dell’istitutodi Todi nell’anno agrario 1933-1934.

36, 7Relazione di G. Nicolas, professeur de la Facultè de Sciencese direttore dell’Istituto agricolo dell’università di Toulose,circa la sperimentazione di frumenti in Francia. S.d.1934(?).Della relazione in 6 pagine dattiloscritte, manca la primapagina.

36, 8Inchiesta sulle varietà di frumento coltivate in Italia. Rela-zioni degli Ispettorati provinciali di Agricoltura inviateall’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Rieti.1947.L’iniziativa assunta dall’Istituto di Rieti era indirizzata a rile-vare le varietà di frumento coltivate in Italia, misurando l’in-

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cidenza delle varietà Strampelli. Nel fascicolo si trovano lerelazioni degli Ispettorati Provinciali di Agricoltura di: Ales-sandria, Firenze, Ancona, Massa, L’Aquila, Arezzo, AscoliPiceno, Asti, Avellino, Belluno, Benevento, Bergamo,Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Caltanisetta, Campo-basso, Como, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Forlì, Frosi-none, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Lecce, Livorno,Lucca, Mantova, Matera, Milano, Modena, Napoli, Novara,Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugina, Pesaro, Pescara,Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Ragusa, Ravenna, ReggioCalabria, Roma, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Siracusa,Taranto, Teramo, Terni, Trento, Treviso, Udine, Varese,Vercelli, Verona, Vicenza, Viterbo.

36, 9Elenco manoscritto degli Ispettorati Provinciali dell’Agri-coltura.1941.In rosa sono indicate le province da cui si erano ricevuti idati, in giallo quelle di Foggia e Cagliari, in cui eranopresenti stazioni fitotecniche dell’Istituto Nazionale di Gene-tica per la Cerealicoltura, in verde la provincia di Rieti, e inbianco quelle che non avevano inviato relazioni.

36, 10Piantina dell’Italia suddivisa per province con l’indicazionedi quelle che nona vevano risposto all’inchiesta sulle varietàdi frumento.1947(?).

36, 11Lettera di Ernesto Grifoni a Alviero Dionigi.1947, marzo 12.Allegata la relazione di sintesi dell’inchiesta sulle varietà difrumento in Italia. Grifoni, al tempo responsabile dellastazione fitotecnica di Foggia, trasmette a Alviero Dionigi aRieti i risultati della sua elaborazione dei dati dell’inchiestasulle varietà di frumento italiane e sull’incidenza che suqueste avevano nel 1947 le varietà Strampelli. Il tentativo

dell’inchiesta era quello di misurare a un quindicennio deidati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Genetica per laCerealicoltura e a quelli riferiti dall’Inchiesta del Ciferrirelativa al 1940 e pubblicata negli atti dell’Accademia deiGeorgofili, le modificazioni avvenute nel campo della grani-coltura nazionale. La relazione di Ernesto Grifoni, corredatada vari grafici, è di 25 pagine e rappresenta solo una primasintesi dei materiali raccolti.

36, 12Appunti contenenti uno schema di temi da trattare probabil-mente redatto per la stesura di una relazione. cc.5. Le cartesono numerate da 3 a 10.1937.

36, 13Registro contenente le schede di fondi agricoli della vallereatina con le indicazioni del proprietario, del colono e dellecaratteristiche del fondo.1941.

37Documentazione varia relativa ai ricoverati del terremoto del1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione dei profughiecc.1915.Il presidente del comitato reatino era l’ on. Domenico Raccuini.Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato.

38“Cattedra Sperimentale di granicoltura di Rieti. Riassunto deirisultati ottenuti durante il periodo quadriennale 1903-1904della rotazione fissata nel campo dimostrativo per la conci-mazione indiretta del frumento”.1903-1913.Schede individuali nelle quali è indicato il comune, il voca-bolo e il nome del proprietario del fondo e i risultati dellesperimentazioni. Le schede vanno dal n. 1 al n. 55

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39Schede relative ai campi dimostrativi di concimazionechimica indiretta al frumento.1903-1904.Le schede riportano la localizzazione del fondo, il proprie-tario, le spese sostenute per la coltivazione, il metodo seguitoe i risultati ottenuti.

40, 1Registro contenente l’elenco delle formule di concimazioneper gli anni agrari 1903-1904 e 1904-1905.1903-1905.

40, 2Registro contenente l’elenco delle formule di concimazioneper gli anni agrari 1905-1906 e 1906-1907.1905-1907.

40, 3Registro relativo alle foraggere leguminose.1908-1918.Registro per ogni varietà riporta i dati dei termini del periododi germinazione, dell’accestimento, della tallitura, della fiori-tura e della germinazione.

40, 4Registro intestato “Appunti diversi di Dall’Aglio”.1918-1922.Riporta dati relativi alle concimazioni e fogli con appunti sucarta intestata dell’Associazioen Reatina Sementi.

40, 5Tre registri intestati “Concimazioni 1903-1904”.1903-1904.I registri, al fianco del n. dell’aiuola speriemtnale, riportanoi dati e della formula di concimazione, dell’area uraniferadell’aiuola, e dei prodotti ottenuti con la proiezione ad ettaro.

40, 6Registro intestato “Campo sperimentale di (Setteponti)Concimazioni. Anno agrario 1904-1905.1904-1905.

40, 7Registro intestato Campo Sperimentale (S. Pastore) Conci-mazioni 1905-1906.1905-1906.

40, 8Registro intestato “Campo Sperimentale. Concimazioni”.1905-1906

40, 9Due registri intestati“Comparazione delle medie. Azione del Manganese”.1904-1906.

40, 10Registro intestato “Anno agrario 1904-1905. Azione Potassica”.1904-1905.

40, 10Registro intestato “Medie delle produzioni per ciascunaformula. Anno agrario 1904-1905”.1904-1905.

40, 11Registro intestato “Anno 1904-05. Azione della calce di defe-cazione, del gelso, del silicato sodico e del carbonato dimagnesio”.1904-1905.

40, 12Registro intestato. “Stallatico e concimazioni chimichecomplete. 1904-1905”.1904-1905.

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40, 13Tre registri intestati “medie delle produzioni per ciascunaformula”.1904-1907.

41Registri vari relativi ai dati della raccolta dei granturchi aRieti, Leonessa e Foggia dal 1913 al 1927.1913-1927.

42Quattro registri relativi alle produzioni per ettaro delle diversequalità di frumenti dell’Istituto.1913(?).I registri riportano i dati della produzione ottenuta dall’annodell’introduzione in poi con la suddivisione dei dati relativialla varie stazioni fitotecniche.

FOTOGRAFIE

43, 1Frumento Alalàn. foto 5 cm. 18x24.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 2Frumento Augustan. foto 3 cm. 13x22.

43, 3Frumento Apulian. foto 2 cm. 19x26 - 6,5x25.

43, 4Frumento Arditon. foto 9 cm. 12,5x25.

43, 5Frumento Attilin. foto 2 cm. 19x26 - 11x18.

43, 6Frumento Arnaldon. foto 2 cm. 14x23Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 7Frumento Ausonian. foto 5 cm. 17x21 - 9,5x21 -13x21.

43, 8Frumento Aziziak 17 45.n. foto 4 cm. 14x23.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 9Frumento Baionetten. foto 1 cm. 20,5x26,5.

43, 10Frumento Balbo (Italo)n. foto 5 cm. 17,5x25.

43, 11Frumento Balillan. foto 2 cm. 11x20.

43, 12Frumento Bersaglieren. foto 1 cm. 10x24.

43, 13Frumento Baudi (Comandante)n. foto 4 cm. 17x24.

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Page 293: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

43, 14Frumento Brunon. foto 5 cm. 16x20.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 15Frumento Cancelli (Senatore)n. foto 5 cm. 16x26,5.

43, 16Frumento Cantoren. foto 1 cm. 16,5x25.

43, 17Frumento Cambion. foto 1 cm.16,5x25.

43, 18Frumento Capreran. foto 3 cm. 11x24.

43, 19Frumento Catrian. foto 1 cm. 13x21.

43, 20Frumento Carlottan. foto 5 cm. 19x26 - 11x22.

43, 21Frumento Capreran. foto 1 cm. 19x26.

43, 22Frumento Castelfidardon. foto 2 cm. 19x26 - 15x24,5.

43, 23Frumento Calatafimin. foto 4 cm. 19x26 - 12x22.

43, 24Frumento Catone e Columellan. foto 7 cm. 19x26.

43, 25Frumento Cervaron. foto 3 cm. 19x26 - 11x25.

43, 26Frumento Catrian. foto 3 cm. 13x21.Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico Cav. Luigi Leonardi. Rieti.

43, 27Frumento Cubonin. foto 7 cm. 19x26 - 6,5x21.

43, 28Frumento Damianon. foto 7 cm. 10x24.

43, 29Frumento Danten. foto 15 cm. 7x17 - 19x26.

43, 30Frumento Dauno I - VIn. foto 6 cm. 19x26 - 12x25.

43, 31Frumento Eddan. foto 3 cm. 14x23.

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Page 294: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

43, 32Frumento Eian. foto 5 cm. 16x24.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 33Frumento Fabrini A.n. foto 1 cm. 18x24.

43, 34Frumento Fanfullan. foto 3 cm. 13x19.

43, 35Frumento Fauston. foto 4 cm. 9x21.

43, 36Frumento Fieramoscan. foto 3 cm. 9x21.

43, 37Frumento Fiumen. foto 9 cm. 19x26 - 14x22,5.

43, 38Frumento Francescon. foto 2 cm. 19x26.

43, 39Frumento Luigian. foto 1 cm. 19x26.

43, 40Frumento Littorion. foto 2 cm. 10x18.

43, 41Frumento Gariglianon. foto 3 cm. 119x26 - 7x26.

43, 42Frumento Goiton. foto 2 cm. 18x25 - 13,5x21

43, 43Frumento Italon. foto 3 cm.19x26 - 5x23.

43, 44Frumento Liberon. foto 1 cm. 13x18.

43, 45Frumento Littorion. foto 3 cm. 8,5x21 - 10x18.

43, 46Frumento Luigian. foto 1 cm. 13x18.

43, 47Frumento Marsalan. foto 3 cm. 8,5x24,5 - 19x24.

43, 48Frumento Mendeln. foto 5 cm. 8x20.

43, 49Frumento Mentanan. foto 3 cm. 17x26 - 8x26.

43, 50Frumento Mentana Muticon. foto 7 cm. 14x23.

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Page 295: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

43, 51Frumento Novaro (Comandante)n. foto 5 cm. 16x24

43, 52Frumento Nurian. foto 4 cm. 13x22.

43, 53Frumento Palestron. foto 2 cm. 19x26 - 9x20.

43, 54Frumento Razza (Luigi)n. foto 2 cm. 18x24,5.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

43, 55Frumento Riccion. foto 2 cm. 18x26 - 6x17,8.

43, 56Frumento Rieti 745n. foto 5 cm. 14, 5x22.

43, 57Frumento Roman. foto 4 cm. 11x17,5.

43, 58Frumento Sabaudian. foto 3 cm. 19x26 - 8x26.

43, 59Frumento Saprin. foto 2 cm. 6,5x27 - 18x27.

43, 60Frumento Stamuran. foto 3 cm. 16x17

43, 61Frumento Terminillon. foto 4 cm. 16x26.

43, 62Frumento Teveren. foto 3 cm. 11x18.

43, 63Frumento Tilian. foto 3 cm. 15x24.

43, 64Frumento Tiriamo Dritton. foto 1 cm. 14x23.Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico Cav. Luigi Leonardi”. Rieti.

43, 65Frumento Enrico Totin. foto 2 cm. 17x24 - 9x20.

43, 66Frumento Triesten. foto 3 cm. 17x24 - 6x22.

43, 67Frumento Tripolinon. foto 4 cm. 18x27 - 9x27.

43, 68Frumento Trenton. foto 1 cm. 19x26.

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Page 296: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

43, 69Frumento Varronen. foto 1 cm. 18x27 - 9x21.

43, 70Frumento Vettoren. foto 3 cm. 13x21.

43, 71Frumento Villa Glorin. foto 2 cm. 11,5x17, 5.

43, 72Frumento Virgilio.n. foto 4 cm. 11,8x22.

43, 73Frumento Vittorio Veneton. foto 1 cm. 19x26.

43, 74Frumento Zaran. foto 3 cm. 19x26 - 12,5x20.

43, 75Frumenti vari non identificatin. foto 38 misure varie.

44, 1Mais Luigia Strampellin. foto 2 cm. 23x33,5.5 foto incollate su cartoncino.

44, 2Mais Pionieren. foto 1 cm. 23x33,5.2 foto incollate su cartoncino. Contiene anche una pagina de“L’Italia Agricola” con due immagini a colori del maisPioniere con la didascalia “Varietà di mais ottenute nella R.Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”.

44, 3Mais Potenziani (Principe)n. foto 1 cm. 23x33,5.3 foto incollate su cartoncino.

44, 4Mais Saverio e Idealen. foto 2 cm. 19,8x25,5.

44, 5Mais Saverio Strampellin. foto 1 cm. 23x33,5.3 foto Foto incollate su cartoncino.

44, 6Foto di varietà di mais non identificaton. foto 19 misure varie

44, 7Fotografie di piante di maisn. foto 29 misure varie.

44, 8Orzi Alba e 24 maggion. foto 2 cm. 19x26.

44, 9Orzo Auroran. foto 6 cm. 16x26.

44, 10Orzo Cappellin. foto 4 cm. 19x26 - 9x26.

44, 11Orzo Leonessan. foto 7 cm. 9x26.

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Page 297: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

44, 12Orzo Milazzon. foto 7 cm. 19x26 - 9x26.

44, 13Orzo Sabaudian. foto 1 cm. 19x26.Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti.

44, 14Orzo Sirenten. foto 9 cm. 19x24 - 13x21,5.

44, 15Orzi Valle Olina e Avanguardian. foto 2 cm. 19x26.

44, 16Varietà di cotonen. foto 24 cm. 17x24 - 12x17,5.Foto varie di piante di cotone e del prodotto.

44, 17Varietà di pomodori.n. foto 9 cm. 13x19,5.Si tratta delle varietà Fundania e Marrone. Sull’esterno dellabusta dello studio fotografico Leonardi, è riportata la scritta“Pomodori a forma di mela”.

45, 1Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura aCampomoro. L’edificio, vedute dall’esterno.n. foto 2 cm. 25x12,5 - 13x18.Foto Sansaini e Leonardi.

45, 2Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura aCampomoro. Laboratori. Esterni e interni.n. foto 14 cm. 18x26.In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti.

45, 3Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura aCampomoro. La collezione delle spighe.n. foto 8 cm. 18x26.

45, 4Rieti. Sede dell’Associazione Reatina Sementi, poi Ripro-duttori Sementi.n. foto 2 cm. 18x26.

45, 5Rieti. Il campo sperimentale vicino alla sede dell’Istituto.n. foto 20 cm. 18x26 - 13x18.In due casi si tratta di prove di pagine di una pubblicazionecon didascalie in lingua francese.In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti.

45, 6Rieti. Campo sperimentale di Piedifiume.n. foto 52 cm. 18x26.

45, 7Rieti campi sperimentali della Torretta e di Terria.n. foto 5 cm. 18x26 - 13x18.In un caso una foto riporta la data 30 giugno 1924 e raffiguraun campo coltivato con il “Carlotta Strampelli”.

45, 8Rieti. Campo sperimentale danni subiti dall’alluvione delVelino.n. foto 16 cm. 18x26 - 13x18 - 7,5x3,5.Le immagini raffigurano il campo sperimentale sotto alla sededi Campomoro sommerso dalle acque in seguito ad una allu-vione del Velino !923(?) Foto dello studio Fallerini di Rieti.

46, 1Roma Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.Foto dell’edificio.n. foto 3 cm. 18x24.Ristampe recenti.

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46, 2Badia Polesine. Stazione fitotecnica. Campi vari (gano, ricinoecc.).n. foto 46 cm. 18x26 - 7x10.

46, 3Foggia. Stazione Fitotecnica. Campi coltivati con il Mentana,Cappelli, Damiano, Villa Glori.n. foto 22 cm. 10,5x18.Le foto riportano sul verso la data del 1938.

46, 4Località Varie. Leonessa, Pisa, Beneventon. foto 13 cm. 18x26 - 9x13.Alcune foto riportano date comprese tra il 1924 e il 1939.

46, 5Microfotografien. foto 36 cm. 6x9 - 13x18.

47, 1Cartoncini e foto distribuiti in occasione delle OnoranzeNazionali a Nazareno Strampelli nel 1933.n. foto 4 cm. 25x35.Le foto sono stampate tipograficamente. Nei 4 esemplari delfascicolo, non sono incollate sul cartoncino.

47, 2Fotografia della pergamena con cui il comune di Rieti concessenel 1933 la cittadinanza onoraria a Nazareno Strampelli.n. foto 2 cm. 13x18.Una delle due foto è una stampa tipografica.

47, 3Cartolina dell’A.R.S, Associazione Reatina Sementi.n. foto 1 cm. 9x14.La scritta “Reatina” è cancellata con un timbro che indica lanuova dizione “Riproduttori”.

47, 4Foto di gruppo del sindacato lavoratori agricoli.n. foto 1 cm. 18x24.La foto riporta la data del 10 aprile 1927 e fu scattata in occa-sione della prima festa degli alberi a Poggio Fidoni (Rieti).

47, 5Foto di Nazareno Strampelli.n. foto 9 cm. 10x24 - 7x10.Ritratti di Strampelli, Argentina, Castelporziano con il Re eMussolini. (Tranne che in due casi si tratta di ristampe recenti).

47, 6Foto dei funerali di Nazareno Strampelli.n. foto 13 cm. 18x24 - 9x13.

47, 7Biglietti funebri ricordo di Luigia Ottaviani in Strampelli.n. foto 4 cm. 7,5x11.Luigia Strampelli era nata a Camerino nel 1843 e morì aRieti nel 1914.

47, 8Annuncio funebre e foto di Carlotta Strampelli sul letto dimorte.n. foto 5 cm. 19x26 su cartoncino 25x31.Carlotta Parisani Strampelli morì il 12 marzo 1926.

47, 9Foto con dedica a Strampelli di O. Correns.n. foto 1 cm. 11x16.La foto riporta come località Portici e la data 10 febbraio1917.

47, 10Foto studio Gino Caccia di Intra.n. foto 1 cm. 5,5x8,5.Montata su cartoncino.

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47, 11Foto della tomba di Nazareno Strampelli nel cimitero di Rieti.n. foto 3 cm. 9x13.Le foto sono custodite dentro una busta dello studio Leonardidi Rieti.

47, 12Foto varien. foto 106Foto varie non identificate.

48, 1Campo sperimentale di Rieti.n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 33x46,5.

48, 2Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino adaltre varietà allettate”Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.

48, 3Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.Didascalia manoscritta “A sinistra Carlotta e a destra altrevarietà alettate”Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.

48, 4Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.

48, 5Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.Didascalia manoscritta “Ardito ritto a confine con altrevarietà allettate”Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.

48, 6Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 29x24 su cartone 36x45.Didascalia manoscritta “Reparto sud del campo sperimen-tale (dopo la mietitura)”Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.

48, 7Rieti Piana reatina Campo di grano.n. foto 1 cm. 24x30 su cartone 38x33.Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino adaltre varietà alettate”.Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.

48, 8Rieti Piana reatina Campi di grano.n. foto 2 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.

48, 9Foto di una stele con l’indicazione. Rieti. Unione ProduttoriGrano da Seme.n. foto 1 cm. 22x32 su cartone 36x48,5.

48, 10Foto di Gruppon. foto 1 cm. 36x27 su cartone 64x47,5.Sul retro indicazione manoscritta: “Prof. Strampelli. Diret-tore Stazione di Agricoltura di Rieti”.

48, 11Foto dello studio di Nazareno Strampelli a Rieti.n. foto 3 cm. 40x60.Foto Rinaldi e Bernardinetti di Rieti (anni ’60).

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LASTRE FOTOGRAFICHE di vari formati dal 10x15 al 20x30

49-66Lastre fotografiche di vetroSi tratta di foto dei grani ripresi in laboratorio con lastre chepoi venivano stampate a contatto

CARTE TOPOGRAFICHE E VARIE

67, 1Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Parte a sud della stradadi colle. Varietà.

67, 2Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 8. Semine a diverse epochee profondità e diverso orientamento delle file ecc.

67, 3Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 7. Selezione.

67, 4Pianta del Campo sperimentale - Torrettacm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 5. Masse 1904.

67, 5Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 6. Ibridi e varietà di gran-turchi. Parte a nord.

67, 6Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Pianta generale.

67, 7Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 6.Parte a sud. Masse ibridi1905.

67, 8Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Varietà. Parte a norddella strada di colle.

67, 9Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1907-1908. Reparto 2. Selezioni.

67, 10Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1907-1908. Reparto 4. Semina differenti specie.Spighe ibridi 1906. Cesti Herisson x Rieti 1904.

67, 11Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1907-1908. Reparto 6. Masse ibridi 1904.

67, 12Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 3. Spighe e masse Herissonx Rieti 1904.

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67, 13Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 9-10-11, Consociazioni,Concimazioni, Rotazioni, Culture elettriche. Pianta policroma

67, 14Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 2. Ibridi 1906. Spighe emasse Rieti x Herisson. Spighe ibridi 1905. Messe Herissonx Rieti. Frumenti inviatici e vari.

67, 15Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1907-1908. Reparto 5. Ibridi 1907 da 1 a 22.Masse ibridi 1906 da 1 a 30. Cesti ibridi 1904 da 25 a 30.Cesti ibridi 1905 da 43 a 82. Cesti Herissono x Rieti (1904).

67, 16Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1907-1908. Reparto 1. Lungo il fosso martino.Cesti ibridi 1904. e 1905.

67, 17Pianta del Campo sperimentale - Torretta.cm. 66x48.Anno agrario 1906-1907. Reparto 4. Spighe ibridi 1904.Pianta firmata da G. Dall’Aglio.

67, 18Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.cm. 66x48Foglio 1.

67, 19Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.cm. 66x48.Foglio 2.

67, 20Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.cm. 66x48.Foglio 3.

67, 21Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.cm. 66x48.Foglio 4.

67, 22Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.cm. 66x48Foglio 5

67, 23Pianta del campo sperimentale della tenuta Comunali.cm. 66x48.Campo sperimentale di concimazione su barbabietole.

67, 24Campo sperimentale istituito al feudo della Puglia pressoFoggiacm. 66x48.Anno agrario 1911-12. Ripartizione del fondo.

67, 25Pianta della masseria Manfredini di Foggia.cm. 66x48.Suddivisione del fondo.

67, 26Pianta del Campo sperimentale di Roma.cm. 32x24Anno agrario 1921-1922. Pianta delle semine. Pianta ripie-gata con copertina,

67, 27Pianta catastale di Campoloniano (Rieti).

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Page 302: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

cm. 66x48.Con l’indicazione della “… parte che intende acquistare la R.Stazione”.

67, 28Pianta del campo sperimentale di S. Gemiliano. 1933-1934.cm. 67x35.Nello stesso foglio pianta del Campo catalogo S. Michele.1933-34.

67, 29Planimetrie, cianografie e piante varie relative all’Azienda S.Pastore (Rieti).Riporta anche la suddivisione dell’azienda in base al sistemadi conduzione. All. documenti del 1964.

67, 30Pianta dell’azienda agraria di Foggia.cm. 42x30.Piano delle Semine 1941-42. Pianta policroma.

67, 31Fascicolo con piante varie del Campo sperimentale di Rieti.Piante di vari anni fino al 1948.

67, 32Piante di vari fondi non identificati.Spesso si tratta di schizzi appena abbozzati.

67, 33Disegno raffigurante il percorso scientifico dell’ibridazione.cm. 66x48.

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Elenco di consistenza

Il primo numero è quello progressivo, il secondo indica la busta

CATTEDRA AMBULANTE DI GRANICOLTURA

n. Busta n.1 715 f. 1 Corrispondenza in partenza 19031 715 f. 2 Corrispondenza in arrivo 19031 715 f. 3 Corrispondenza in partenza 19041 715 f. 4 Corrispondenza in arrivo 19042 8 f. 1 Corrispondenza in arrivo 19052 8 f. 2 Corrispondenza in partenza 19053 716 f. 1 Corrispondenza in arrivo 19063 716 f. 2 Corrispondenza in partenza 19063 716 f. 3 Corrispondenza in arrivo 19073 716 f. 4 Corrispondenza in partenza 19073 716 f. 5 Copialettere 19074 717 f. 1 Ricevute di pagamento 1903

Contiene tra l’altro una fattura dell’Ufficio tecnico romano per l’acquisto di 4 qualità di frumenti dell’8 novembre 1903 e un’altra della ditta Vilmorin Andrieux di Parigiper l’acquisto di 57 varietà diverse di grano da 1 Kg. Ciascuna del 4 novembre 1903

5 718 f. 2 Ricevute di pagamento 19045 718 f. 3 Ricevute di pagamento 19055 718 f. 4 Ricevute di pagamento 19065 718 f. 5 Ricevute di pagamento 19076 720 f. 1 Minuta di regolamento della 1903

Cattedra Sperimentale diGranicoltura di Rieti s.d.

6 720 f. 2 Registro delle “somme incassate” 19036 720 f. 3 Registro delle entrate e uscite 1903

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PARTE SECONDA

L’Archivio della Cattedra Ambulante, poi Stazione Sperimentale di Granicoltura

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6 720 f. 4 Libro giornale delle spese 19036 720 f. 5 Protocollo della corrispondenza 19036 720 f. 6 Protocollo della corrispondenza 19066 720 f. 7 Protocollo della corrispondenza 19077 721 f. 1 Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito 19047 721 f. 2 Registro delle domande delle macchine e degli strumenti agrari 19047 721 f. 3 Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito 19057 721 f. 4 Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito 19057 721 f. 5 Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito 19068 291 f. 1 Registri di carico e scarico dei beni mobili 1906

STAZIONE SPERIMENTALE DI GRANICOLTURA

9 6 f. 1 Corrispondenza in arrivo 19089 6 f. 2 Corrispondenza in partenza 190810 7 f. 1 Corrispondenza in arrivo 190910 7 f. 2 Corrispondenza in partenza 190911 5 f. 1 Corrispondenza in arrivo 191011 5 f. 2 Corrispondenza in partenza 191012 150 f. 1 Corrispondenza in arrivo 191112 150 f. 2 Corrispondenza in partenza 191112 150 f. 3 Copialettere (r) 191113 151 f. 1 Corrispondenza in arrivo 191213 151 f. 2 Corrispondenza in partenza 191214 10 f. 1 Corrispondenza in arrivo 191314 10 f. 2 Corrispondenza in partenza 191315 2 f. 3 “Magazzino di Leonessa” Appunti a matita sul magazzino di Leonessa s.d 1913?15 2 f. 4 Pratica relativa alle “pecore di Frisia” 191315 2 f. 5 Appunti relativi allo statuto dell’Unione Grano da Seme di Rieti s.d.15 2 f. 6 Concessione di una medaglia d’oro per meriti agrari all’Unione Grano da seme 1910

di Rieti. Corrispondenza con l’on. Solidati15 2 f. 7 Vendita del Trifoglio Alessandrino 191115 2 f. 8 Contratti per la coltivazione del frumento Carlotta Strampelli 1918

nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordeponti ecc.)15 2 f. 9 Bollette e ricevute varie 191715 2 f. 10 Pratiche esonero servizio militare 1917-191815 2 f. 11 Corrispondenza non protocollata 191816 4 f. 1 Corrispondenza in arrivo dal n. 2800 a 3271 1914

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16 4 f. 2 Corrispondenza in partenza dal n. 2217 al n. 2800 191417 44 f. 1 Corrispondenza in partenza 191418 722 f. 1 “Repertorio degli atti stipulati dalla R. Stazione Sperimentale di granicoltura 1915

di Rieti eretta in ente autonomo con la legge dell’8 giugno 1911”Registro di 19 ff. numerati.

18 722 f. 2 Registri delle macchine e strumenti agrari. 19105 registri

18 722 f. 3 Biblioteca. Registro d’ingresso dei libri, schede, elenco libri s.d (1910)non inventariati, appunti vari.

19 19 CAT. I f. 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura 191519 19 CAT. I f. 2 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura 191519 19 CAT. II - A f. 3 Corrispondenza varia 191519 19 CAT. II - A f. 4 Corrispondenza varia 191519 19 CAT. II - B f. 5 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. 191519 19 CAT. II - B f. 6 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. 191519 19 CAT. II - C f. 7 Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita 191519 19 CAT. II - C f. 8 Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo 1915

“Ministro Raineri” prodotto a Leonessa19 19 CAT. II - D f. 9 Acquisto - attrezzature – arrivi 1915

Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie19 19 CAT. II - D f. 10 Acquisto - attrezzature - partenze 191519 19 CAT. II - E f. 11 Contiene corrispondenza con vari istituti agrari, 1915

ordini di frumento, lenticchie ecc.19 19 CAT. II - E f. 12 Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e 1915

con i comuni del circondario di Rieti19 19 CAT. III - A B f. 13 Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari 1915

relative alle sperimentazioni di frumento.19 19 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia 191519 19 CAT. IV A f. 15 Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate al 1915

Campo sperimentale di Foggia19 19 CAT. IV A f. 18 Campo di Foggia 191519 19 CAT. IV B f. 17 Corrispondenza in partenza 191519 19 CAT. V - ABCDE f. 18 Miscellanea 191519 19 CAT. V - ABCDE f. 19 Miscellanea 191519 19 CAT. V - AB f. 20 Miscellanea 191519 19 CAT. V - AB f. 21 Campo sperimentale di Leonessa. Contabilità 191520 1 CAT. I f. 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 1916

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20 1 CAT. I f. 2 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze 191620 1 CAT. II - A f. 3 Corrispondenza varia - arrivi 191620 1 CAT. II - A f. 4 Corrispondenza varia - partenze 191620 1 CAT. II - B f. 5 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi 191620 1 CAT. II - B f. 6 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze 191620 1 CAT. II - C f. 7 Corrispondenza con privati - arrivi 1916

Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita20 1 CAT. II - C f. 8 Corrispondenza con privati - partenze 191620 1 CAT. II - D f. 9 Acquisto - attrezzature – arrivi 1916

Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie20 1 CAT. II - D f. 10 Acquisto - attrezzature - partenze 191620 1 CAT. II - E f. 11 Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. 1916

Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi20 1 CAT. II - E f. 12 Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. 1916

Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze20 1 CAT. III - A - B f. 13 Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari 1916

relative alle sperimentazioni di frumento.20 1 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia - arrivi 1916

Lettere provenienti da Scuole pratiche di agricoltura. Generalmente contengono richieste del frumento “Carlotta”per poterlo sperimentare. Allegata una copia del giornale “La Sesia. Giornale della città e del circondario di Vascelli” del 13 ottobre 1916 che riporta l’articolo di N. Novelli “Il frumento Carlotta Strampelli” nei terreni irrigui - risicali. Riporta anche una relazione della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Siena sui risultati del frumento “Carlotta” messo a confronto con altri frumenti

20 1 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia - partenze 1916Minute di lettere di richiesta di invio dei risultati delle sperimentazioni del frumento “Carlotta” effettuate da varie Cattedre ambulanti di agricoltura italiane.

20 1 CAT. III C f. 15 Corrispondenza varia - arrivi 1916Richieste di acquisto del frumento “Carlotta” provenienti da aziende agrarie, Comizi agrari, Cattedre ambulanti ecc.

20 1 CAT. III C f. 16 Corrispondenza varia - partenze 1916Lettere indirizzate a istituzioni varie. Contiene la minuta della relazione inviata il 6 luglio 1916 all’Unione produttori grano da seme, con cui l’Istituto fissa le condizioni per la moltiplicazione del frumento “Carlotta”.

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20 1 CAT. III C f. 17 Corrispondenza varia - arrivi 1916Corrispondenza proveniente da enti e organismi agrari vari.

20 1 CAT. III C f. 18 Corrispondenza varia - partenze 191620 1 CAT. IV A f. 19 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - Arrivi 1916

Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia. Relazioni e note del responsabile del campo, Adamo Martellucci.

20 1 CAT. IV A f. 20 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze 191620 1 CAT. IV B f. 21 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi 1916

Relazioni e documentazione contabile proveniente dal campo sperimentale di Leonessa. In modo particolare si tratta di brevi relazioni e note del guardiano del campo Chiaretti.

20 1 CAT. IV B f. 21 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze 191620 1 CAT. V B f. 22 Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - arrivi 1916

Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani della RegiaStazione Sperimentale di Granicoltura. In particolare le relazioni si riferiscono alla sperimentazione del frumento Carlotta Strampelli.- Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli 31-8-1916. - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” di Voghera 26-8-1916. - Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli 28-8-1916. - Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura della provincia di Ancona in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10 agosto 1916.(all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate). - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Torino, in Calluso sul frumento Carlotta Strampelli 31-7-1916. - Relaz. della Scuolapratica di viticoltura e enologia in Avellino 4-7-1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola. 18-7-1916. - Rel. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena 24 luglio 1916. - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova 21-7-1916. - Relaz della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino 28 luglio 1916. - Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo 29-7-1916.- Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi di Siena 19 luglio 1916.- Relaz. della scuola pratica di agricoltura di Imola 18 luglio 1916.- Relaz della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ferrara 17 maggio 1916

20 1 CAT. V B f. 23 Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - partenze 1916Richieste dei risultati delle prove sperimentali del frumentoCarlotta Strampelli indirizzate a vari istituti agrari italiani.

21 3 CAT. I f. 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 191721 3 CAT. I f. 2 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze 191721 3 CAT. II - A f. 3 Corrispondenza varia - arrivi 1917

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Page 308: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

21 3 CAT. II - A f. 4 Corrispondenza varia - partenze 191721 3 CAT. II - B f. 5 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi 191721 3 CAT. II - B f. 6 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze 191721 3 CAT. II - C f. 7 Corrispondenza con privati - arrivi 1917

Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita21 3 CAT. II - C f. 8 Corrispondenza con privati - partenze 1917

Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo “Ministro Raineri” prodotto a Leonessa

21 3 CAT. II - D f. 9 Acquisto - attrezzature - arrivi 191721 3 CAT. II - D f. 10 Acquisto - attrezzature - partenze 191721 3 CAT. II - E f. 11 Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. 1917

Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi21 3 CAT. II - E f. 12 Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. 1917

Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze21 3 CAT. III - A B f. 13 Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari 1917

relative alle sperimentazioni di frumento.21 3 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia - arrivi 191721 3 CAT. III C f. 15 Corrispondenza varia - partenze 191721 3 CAT. IV B f. 16 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi 191721 3 CAT. IV B f. 17 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze 191721 3 CAT. IV B f. 18 Corrispondenza varia non protocollata 1917

Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani22 9 CAT. I f. 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 191822 9 CAT. I f. 2 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze 191822 9 CAT. II - A f. 3 Corrispondenza varia - arrivi 191822 9 CAT. II - A f. 4 Corrispondenza varia - partenze 191822 9 CAT. II - B f. 5 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi 191822 9 CAT. II - B f. 6 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze 191822 9 CAT. II - C f. 7 Corrispondenza con privati - arrivi 1918

Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita22 9 CAT. II - C f. 8 Corrispondenza con privati - partenze 1918

Concessione per distribuzione grano Strampelli eorzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa

22 9 CAT. II - D f. 9 Acquisto - attrezzature - arrivi 1918Corrispondenza prevalentemente di caratterecontabile relativa ad attrezzature agricole.

22 9 CAT. II - D f. 10 Acquisto - attrezzature - partenze 191822 9 CAT. II - E f. 11 Corrispondenza varia - arrivi 1918

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22 9 CAT. II - E f. 12 Corrispondenza varia - partenze 1918Contiene corrispondenza con vari istituti agrari econ alcuni comuni del circondario di Rieti

22 9 CAT. III - A B f. 13 Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle 1918sperimentazioni di frumento: Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento.In particolare: relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma“Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia.

22 9 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia - arrivi 1918Contiene richieste di acquisto dei grani della Stazione Sperimentale

22 9 CAT. IV A f. 15 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi 191822 9 CAT. IV A f. 16 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze 191822 9 CAT. IV B f. 17 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi 191822 9 CAT. IV B f. 18 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze 191823 15 CAT. I f. 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 191923 15 CAT. I f. 2 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze 191923 15 CAT. II - A f. 3 Corrispondenza varia - arrivi 191923 15 CAT. II - A f. 4 Corrispondenza varia - partenze 191923 15 CAT. II - B f. 5 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi 191923 15 CAT. II - B f. 6 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze 191923 15 CAT. II - C f. 7 Corrispondenza con privati - arrivi 1919

Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita23 15 CAT. II - C f. 8 Corrispondenza con privati - Concessione per distribuzione 1919

grano Strampelli e orzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa23 15 CAT. II - D f. 9 Acquisto - attrezzature - arrivi 1919

Corrispondenza prevalentemente di caratterecontabile relativa ad attrezzature agricole.

23 15 CAT. II - D f. 10 Acquisto - attrezzature - partenze 191923 15 CAT. II - E f. 11 Corrispondenza varia - arrivi 191923 15 CAT. II - E f. 12 Corrispondenza varia - partenze 1919

Contiene corrispondenza con vari istituti agrari econ alcuni comuni del circondario di Rieti

23 15 CAT. III - A B f. 13 Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari 1919relative alle sperimentazioni di frumento.Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrarirelative alle sperimentazioni di frumento.

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Page 310: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

In particolare relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma“Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampellinell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica ecaseificio di Reggio Emilia.

23 15 CAT. III C f. 14 Corrispondenza varia - arrivi 191923 15 CAT. IV A f. 15 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi 191923 15 CAT. IV A f. 16 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze 191923 15 CAT. IV B f. 17 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi 191923 15 CAT. IV B f. 18 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze 191924 16 f. 1 Corrispondenza varia 191925 17 f. 1 Corrispondenza varia 191926 18 f. 1 Corrispondenza varia 1919

Corrispondenza in arrivo senza protocollo e protocollata fino al n. 698726 18 f. 1 Corrispondenza varia 1919

Corrispondenza in arrivo dal n. 7801 al n. 841926 18 f. 1 Corrispondenza varia 1919

Corrispondenza in arrivo dal n. 6988 al n. 780027 11 Categoria “V” f. 1 cl.1 - Corrispondenza con vari ministeri 1920

Varie 27 11 Categoria “V” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, 1920

Varie campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi27 11 Categoria “V” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1920

Varie 27 11 Categoria “V” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1920

Varie27 11 Categoria “V” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1920

Varie28 12 Cat. “VP” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con ministeri 1920

Vendita prodotti28 12 Cat. “VP” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, 1920

Vendita prodotti Uffici governativi ecc.28 12 Cat. “VP” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1920

Vendita prodotti28 12 Cat. “VP” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1920

Vendita prodotti28 12 Cat. “VP” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con ministeri 1920

Vendita prodotti

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Page 311: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

29 13 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni, 1920Esperienze Cattedre ambulanti e associazioniFrumenti

29 13 Cat. “E.F” - f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con associazioni 1920EsperienzeFrumenti

29 13 Cat. “E.F” - f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con privati 1920EsperienzeFrumenti

29 13 Cat. “E.F” - f. 4 cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle 1920Esperienze sperimentazioni di frumentiFrumenti

29 13 Cat. “ E.F” f. 5 cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei 1920Esperienze campi di orientamento e campi di provaFrumenti

29 13 Cat. “E.F” f. 6 cl. 6 - Quadro riepilogativo dei campi di orientamento per frumento 1920EsperienzeFrumenti

29 13 Cat. “E.F” f. 7 cl. 7 - Relazioni sui risultati ottenuti: 1920Esperienze Relazioni sui risultati ottenuti nei campi sperimentali:Frumenti sf. 1 - Provincia di Padova, sf. 2 - Province di Bergamo e Brescia,

sf. 3 - Province di Pesaro, Ascoli Piceno e Macerata, sf.4 - Provincia diAncona, sf. 5 - Provincia di Rovigo, sf. 6 - Provincia di Mantova, sf. 7 - Provincia di Forli, sf. 8 - Provincia di Ravenna, sf. 9. Provincia di Como, sf. 10 - Provincia di Alessandria, sf. 11 - Province di Siena e Pisa, sf. 12 - Provincia di Piacenza, sf. 13 -Provincia di Verona, sf. 14 - Province di Firenze, Arezzo e Lucca, sf. 15- Provincia di Pavia, sf. 16 - Provincia di Perugia, sf. 17 - Provincia di Grosseto, sf. 18 - Rimini, sf. 19 - Provincia di Reggio Emilia, sf. 20 - Provincia di Genova e Porto Maurizio, sf. 21- Provincia di Livorno e Lucca, sf. 22 - Provincia di Milano, sf. 23 - Provincia di Treviso e Venezia, sf. 24 - Provincia di Modena, sf. 25 - Provincia di Parma, sf. 26 - Provincia di Bologna, sf. 27- Provincia di Ferrara, sf. 28 - Provincia di Torino, sf. 29 - Provincia di Cremona, sf. 30 - Provincia di Roma, sf. 31- Provincia di Udine, sf. 32 - Provincia di Vicenza

30 14 Cat. “E.M.” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1920Esperienze Mais

313

Page 312: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

30 14 Cat. “E.M.” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 5 cl. 5 - Articoli di giornale 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 6 cl. 6 - Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 7 cl. 7 - Quadro dei campi di orientamento granturchi 1920Esperienze Mais

30 14 Cat. “E.M.” f. 8 cl. 8 - Indirizzario spedizione granturchi 1920Esperienze Mais

30 14 Cat.”I.G.” f. 9 cl. 1 - Corrispondenza e documentazione varia relativa 1920Istituto di Genetica all’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura

30 14 Cat. “D” f. 10 cl. 2 - Corrispondenza con Ministeri 1920Regio Deposito

30 14 Cat. “D” f. 11 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1920Regio Deposito

30 14 Cat. “D” f. 12 cl. 4 - Corrispondenza con associazioni 1920Regio Deposito

30 14 Cat. “D” f. 13 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1920Regio Deposito

31 12 Cat. “V” - varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con vari ministeri 192131 12 Cat. “V” - varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, 1921

campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi31 12 Cat. “V” - varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192131 12 Cat. V f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192131 12 Cat. “V” - varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192131 12 Cat. “V” - varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192131 12 Cat. “V” - varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192132 20 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con ministeri 1921

Vendita Prodotti32 20 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, 1921

Vendita Prodotti Uffici governativi ecc.32 20 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1921

Vendita Prodotti32 20 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1921

Vendita Prodotti

314

Page 313: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

32 20 Cat. “E.F” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni, 1921Esperienze Cattedre ambulanti e associazioniFrumenti

32 20 Cat. “E.F” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con associazioni 1921EsperienzeFrumenti

32 20 Cat. “E.F” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con privati 1921EsperienzeFrumenti

32 20 Cat. “E.F” f. 8 cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle 1921Esperienze sperimentazioni di frumentiFrumenti

32 20 Cat. “E.F” f. 9 cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei 1921Esperienze campi di orientamento e di provaFrumenti

33 21 Cat. “E.M” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1921Esperienze Mais

33 21 Cat. “E.M” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1921Esperienze Mais

33 21 Cat. “E.M” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1921Esperienze Mais

33 21 Cat. “E.M” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1921Esperienze Mais

33 21 Cat. “I.G” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1921Istituto di Genetica

33 21 Cat. “I.G” f. 6 cl. 2 - Campo sperimentale di Foggia 1921Istituto di Genetica

33 21 Cat. “I.G” f. 7 cl. 3 - Campo sperimentale di Roma 1921Istituto di Genetica

33 21 Cat. “I.G” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza varia 1921Istituto di Genetica

33 21 Cat. “D” f. 9 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1921Regio Deposito

33 21 Cat. “D” f. 10 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1921Regio Deposito

33 21 Cat. “D” f. 11 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1921Regio Deposito

33 21 Cat. “D” f. 12 cl. 4 - Corrispondenza con fornitori 1921Regio Deposito

315

Page 314: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

34 29 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922EsperienzeFrumenti

34 29 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, 1922Esperienze Cattedre ambulanti e associazioniFrumenti

34 29 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1922EsperienzeFrumenti

34 29 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922EsperienzeFrumenti

34 29 Cat. “E.M” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922Esperienze Mais

34 29 Cat. “E.M” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1922Esperienze Mais

34 29 Cat. “E.M” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1922Esperienze Mais

34 29 Cat. “E.M” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922Esperienze Mais

34 29 Cat. “E.M” f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1922Esperienze Mais

34 29 Cat. “I.G” f. 10 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922Istituto di Genetica

34 29 Cat. “I.G” f. 11 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1922Istituto di Genetica

34 29 Cat. “I.G” f. 12 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1922

34 29 Cat. “I.G” - f. 13 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1922Istituto di Genetica

34 29 Cat. “I.G” f. 14 cl. 5 - Varie 192235 30 Cat. “D” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1922

Regio Deposito35 30 Cat. “D” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1922

Regio Deposito35 30 Cat. “D” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1922

Regio Deposito35 30 Cat. “D” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con fornitori 1922

Regio Deposito

316

Page 315: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

35 30 Cat.”V.P” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922Vendita Prodotti

35 30 Cat.”V.P” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1922Vendita Prodotti

35 30 Cat.”V.P” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1922Vendita Prodotti

35 30 Cat.”V.P” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922Vendita Prodotti

36 61 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192236 61 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192237 31 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923

EsperienzeFrumenti

37 31 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1923EsperienzeFrumenti

37 31 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1923EsperienzeFrumenti

31 37 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923EsperienzeFrumenti

37 31 Cat. “E.M” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923Esperienze Mais

37 31 Cat. “E.M” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1923Esperienze Mais

37 31 Cat. “E.M” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923Esperienze Mais

37 31 Cat. “E.M” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923Esperienze Mais

37 31 Cat. “E.M” f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1923Esperienze Mais

37 31 Cat. “I.G” f. 10 cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923Istituto di Genetica

317

Page 316: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

37 31 Cat. “I.G” f. 11 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1923Istituto di Genetica

37 31 Cat. “I.G” f. 12 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1923Istituto di Genetica

37 31 Cat. “I.G” f. 13 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 192337 31 Cat. “I.G” f. 14 cl. 5 - Varie 192338 32 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri

Vendita Prodotti38 32 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1923

Vendita Prodotti38 32 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923

Vendita Prodotti38 32 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923

Vendita Prodotti39 33 Cat. “D” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1923

Regio Deposito39 33 Cat. “D” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1923

Regio Deposito39 33 Cat. “D” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1923

Regio Deposito39 33 Cat. “D” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con fornitori 1923

Regio Deposito40 64 Cat.”V.P” f. 1 cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923

Vendita Prodotti40 64 Cat.”V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1923

Vendita Prodotti40 64 Cat.”V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923

Vendita Prodotti40 64 Cat.”V.P” - f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923

Vendita Prodotti41 69 Cat.”V.P” - f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923

Vendita Prodotti41 69 Cat.”V.P” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1923

Vendita Prodotti41 69 Cat.”V.P” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923

Vendita Prodotti41 69 Cat.”V.P” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923

Vendita Prodotti42 27 Cat. “E.M” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924

Esperienze Mais

318

Page 317: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

42 27 Cat. “E.M” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1924Esperienze Mais

42 27 Cat. “E.M” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1924Esperienze Mais

42 27 Cat. “E.M” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924Esperienze Mais

42 27 Cat. “E.M” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1924Esperienze Maisf

42 27 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924Istituto di Genetica

42 27 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1924Istituto di Genetica

42 27 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1924Istituto di Genetica

42 27 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1924Istituto di Genetica

42 27 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1924Istituto di Genetica

43 28 Cat.”V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924Vendita Prodotti

43 28 Cat.”V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1924Vendita Prodotti

43 28 Cat.”V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1924Vendita Prodotti

43 28 Cat.”V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924Vendita Prodotti

44 152 Cat. “V” - Varie f. 1 1 - Corrispondenza con ministeri vari 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 2 2 - Corrispondenza con Istituti, cattedre ecc 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 3 3 - Corrispondenza con Associazioni, uffici governativi ecc, 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 4 4 - Corrispondenza con privati 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 5 5 - Fornitori 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 6 6 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 7 7 - Campo di Leonessa 192444 152 Cat. “V” - Varie f. 8 8 - Estero 192444 26 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924

EsperienzeFrumenti

44 26 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1924EsperienzeFrumenti

319

Page 318: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

44 26 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1924EsperienzeFrumenti

44 26 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924EsperienzeFrumenti

44 26 Cat. “E.F” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1924EsperienzeFrumenti

45 22 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.F” f. 5 cl. 5 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazioni di frumenti 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.F” f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con l’estero 1925EsperienzeFrumenti

44 22 Cat. “E.M” f. 7 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925Esperienze Mais

44 22 Cat. “E.M” f. 8 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1925Esperienze Mais

44 22 Cat. “E.M” f. 9 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1925Esperienze Mais

44 22 Cat. “E.M” f. 10 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925Esperienze Mais

44 22 Cat. “E.M” f. 11 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1925Esperienze Mais

44 22 Cat. “I.G” f. 12 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925Istituto di Genetica

320

Page 319: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

44 22 Cat. “I.G” f. 13 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1925Istituto di Genetica

44 22 Cat. “I.G” f. 14 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1925Istituto di Genetica

44 22 Cat. “I.G” f. 15 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1925Istituto di Genetica

44 22 Cat. “I.G” f. 16 cl. 5 - Varie 1925Istituto di Genetica

46 23 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricolturae altri ministeri 1925Vendita Prodotti

46 23 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1925Vendita Prodotti

46 23 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1925Vendita Prodotti

46 23 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925Vendita Prodotti

47 24 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192547 24 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192547 24 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192547 24 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192548 25 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192548 25 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192548 25 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192549 34 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926

EsperienzeFrumenti

49 34 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1926EsperienzeFrumenti

49 34 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1926EsperienzeFrumenti

49 34 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1926EsperienzeFrumenti

49 34 Cat. “E.M” - f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926Esperienze Mais

49 34 Cat. “E.M” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1926Esperienze Mais

321

Page 320: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

49 34 Cat. “E.M” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1926Esperienze Mais

49 34 Cat. “E.M” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1926Esperienze Mais

49 34 Cat. “E.M” f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1926Esperienze Mais

49 34 Cat. “I.G” f. 10 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926Istituto di Genetica

49 34 Cat. “I.G” f. 11 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1926Istituto di Genetica

49 34 Cat. “I.G” f. 12 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1926Istituto di Genetica

49 34 Cat. “I.G” f. 13 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1926Istituto di Genetica

49 34 Cat. “I.G” f. 14 cl. 5 - Varie 1926Istituto di Genetica

50 35 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926Vendita Prodotti

50 35 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1926Vendita Prodotti

50 35 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1926Vendita Prodotti

50 35 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1926Vendita Prodotti

51 37 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192651 37 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192651 37 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192651 37 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192652 38 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192652 38 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192652 38 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192653 55 Cat. “E.F” f. 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1927

EsperienzeFrumenti

53 55 Cat. “E.F” f. 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1927EsperienzeFrumenti

53 55 Cat. “E.F” f. 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1927EsperienzeFrumenti

322

Page 321: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

53 55 Cat. “E.M” f. 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1927Esperienze Mais

53 55 Cat. “E.M” f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1927Esperienze Mais

53 55 Cat. “E.M” f. 6 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1927Esperienze Mais

53 55 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1927Istituto di Genetica

53 55 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1927Istituto di Genetica

53 55 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1927Istituto di Genetica

53 55 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 192754 56 Cat.”V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1927

Vendita Prodotti54 56 Cat.”V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1927

Vendita Prodotti54 56 Cat.”V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1927

Vendita Prodotti54 56 Cat.”V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1927

Vendita Prodotti55 57 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 10 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192755 57 Cat. “V” - Varie f. 11 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192756 40 Cat. “I.G” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928

Istituto di Genetica56 40 Cat. “I.G” f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1928

Istituto di Genetica56 40 Cat. “I.G” f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1928

Istituto di Genetica56 40 Cat. “I.G” f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1928

Istituto di Genetica56 40 Cat. “I.G” f. 5 cl. 5 - Varie 1928

Istituto di Genetica

323

Page 322: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

57 39 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928EsperienzeFrumenti

57 39 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1928EsperienzeFrumenti

57 39 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1928EsperienzeFrumenti

57 39 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928EsperienzeFrumenti

57 39 Cat. “E.M” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928Esperienze Mais

57 39 Cat. “E.M” f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1928Esperienze Mais

57 39 Cat. “E.M” f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1928 Esperienze Mais

57 39 Cat. “E.M” f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928Esperienze Mais

57 39 Cat. “E.M” f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1928Esperienze Mais

58 41 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928Vendita Prodotti

58 41 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1928Vendita Prodotti

58 41 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1928Vendita Prodotti

58 41 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928Vendita Prodotti

59 42 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192859 42 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192859 42 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192859 42 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192860 43 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192860 43 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192860 43 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192861 58 Cat. “E.F” f. 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1929

EsperienzeFrumenti

324

Page 323: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

61 58 Cat. “E.F” f. 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1929EsperienzeFrumenti

61 58 Cat. “E.F” f. 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929EsperienzeFrumenti

61 58 Cat. “E.M” f. 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1929Esperienze Mais

61 58 Cat. “E.M” f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929Esperienze Mais

61 58 Cat. “E.M” f. 6 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1929Esperienze Mais

61 58 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1929Istituto di Genetica

61 58 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1929Istituto di Genetica

61 58 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1929Istituto di Genetica

61 58 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1929Istituto di Genetica

61 58 Cat. “I.G” f. 11 cl. 6 - Estero 1929Istituto di Genetica

62 59 Cat.”V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1929Vendita Prodotti

62 59 Cat.”V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1929Vendita Prodotti

62 59 Cat.”V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1929Vendita Prodotti

62 59 Cat.”V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929Vendita Prodotti

63 60 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 192963 60 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 192964 52 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1930

325

Page 324: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

64 52 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193064 52 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc. 193065 62 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930

EsperienzeFrumenti

65 62 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1930EsperienzeFrumenti

65 62 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1930EsperienzeFrumenti

65 62 Cat. “E.F” f .4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930EsperienzeFrumenti

65 62 Cat. “E.F” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1930EsperienzeFrumenti

65 62 Cat. “E.M” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930Esperienze Mais

65 62 Cat. “E.M” f. 7 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1930Esperienze Mais

65 62 Cat. “E.M” f. 8 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1930Esperienze Mais

65 62 Cat. “E.M” f. 9 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930Esperienze Mais

65 62 Cat. “E.M” f. 10 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1930Esperienze Mais

65 62 Cat. “I.G” f. 11 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930Istituto di Genetica

65 62 Cat. “I.G” f. 12 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1930Istituto di Genetica

65 62 Cat. “I.G” f. 13 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1930Istituto di Genetica

65 62 Cat. “I.G” f. 14 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1930Istituto di Genetica

326

Page 325: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

65 62 Cat. “I.G” f. 15 cl. 5 - Varie 1930Istituto di Genetica

65 62 Cat. “I.G” f. 16 Stazione fitotecnica di Cagliari 1930Istituto di Genetica

66 63 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930Vendita Prodotti

66 63 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1930Vendita Prodotti

66 63 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1930Vendita Prodotti

66 63 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930Vendita Prodotti

67 45 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931EsperienzeFrumenti

67 45 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1931EsperienzeFrumenti

67 45 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1931EsperienzeFrumenti

67 45 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1931EsperienzeFrumenti

67 45 Cat. “E.M” f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931Esperienze Mais

67 45 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931Istituto di Genetica

67 45 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1931Istituto di Genetica

67 45 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1931Istituto di Genetica

67 45 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1931Istituto di Genetica

67 45 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1931Istituto di Genetica

68 46 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931Vendita Prodotti

68 46 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1931Vendita Prodotti

327

Page 326: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

68 46 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1931Vendita Prodotti

68 46 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1931Vendita Prodotti

69 47 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193169 47 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193170 48 Cat. “E.F” f. 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1932

EsperienzeFrumenti

70 48 Cat. “E.F” f. 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1932EsperienzeFrumenti

70 48 Cat. “E.F” f. 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1932EsperienzeFrumenti

70 48 Cat. “E.M” f. 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1932Esperienze Mais

70 48 Cat. “E.M” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1932Esperienze Mais

70 48 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1932Istituto di Genetica

70 48 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1932Istituto di Genetica

70 48 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1932Istituto di Genetica

70 48 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1932Istituto di Genetica

70 48 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1932Istituto di Genetica

71 49 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1932Vendita Prodotti

71 49 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1932Vendita Prodotti

328

Page 327: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

71 49 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1932Vendita Prodotti

71 49 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1932Vendita Prodotti

71 49 Cat. “V.P” f. 5 cl. 5 - Richieste di frumenti dall’estero 1932Vendita Prodotti

72 50 Cat. “V.P” f. 1 cl. 6 - Vendita prodotti. Richieste varie 1932Vendita Prodotti

73 51 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193273 51 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193274 53 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193374 53 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc. 193375 65 Cat. “I.G” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1933

Istituto di Genetica75 65 Cat. “I.G” f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1933

Istituto di Genetica75 65 Cat. “I.G” f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1933

Istituto di Genetica75 65 Cat. “I.G” f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1933

Istituto di Genetica75 65 Cat. “I.G” f. 5 cl. 5 - Varie 1933

Istituto di Genetica75 65 Cat. “I.G” f. 6 Stazione fitotecnica di Cagliari 1933

Istituto di Genetica76 54 Cat. “E.F” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1933

EsperienzeFrumenti

329

Page 328: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

76 54 Cat. “E.F” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, 1933Esperienze Cattedre ambulanti e Uffici governativi Frumenti

76 54 Cat. “E.F” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1933EsperienzeFrumenti

76 54 Cat. “E.F” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1933EsperienzeFrumenti

76 54 Cat. “E.F” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1933EsperienzeFrumenti

77 66 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 8 - Corrispondenza con l’estero 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193477 66 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193478 67 Cat. Sp - f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934

Sperimentazioneprodotti

78 67 Cat. “S.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1934SperimentazioneProdotti

78 67 Cat. “S.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1934SperimentazioneProdotti

78 67 Cat. “S.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1934SperimentazioneProdotti

78 67 Cat. “S.P” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1934SperimentazioneProdotti

78 67 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934Istituto di Genetica

78 67 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1934Istituto di Genetica

330

Page 329: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

78 67 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1934Istituto di Genetica

78 67 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1934Istituto di Genetica

78 67 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 193479 68 Cat. “V.P” f. 11 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934

Vendita Prodotti79 68 Cat. “V.P” f. 12 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1934

Vendita Prodotti79 68 Cat. “V.P” f. 13 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1934

Vendita Prodotti79 68 Cat. “V.P” f. 14 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1934

Vendita Prodotti80 70 Cat. “S.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935

SperimentazioneProdotti

80 70 Cat. “S.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1935SperimentazioneProdotti

80 70 Cat. “S.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1935SperimentazioneProdotti

80 70 Cat. “S.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1935SperimentazioneProdotti

80 70 Cat. “S.P” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1935SperimentazioneProdotti

80 70 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935Istituto di Genetica

80 70 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1935Istituto di Genetica

80 70 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1935Istituto di Genetica

80 70 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1935Istituto di Genetica

80 70 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1935Istituto di Genetica

81 71 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935

331

Page 330: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

81 71 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193581 71 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193581 71 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193581 71 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193581 71 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193581 71 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193582 72 Cat. “V.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935

Vendita Prodotti82 72 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1935

Vendita Prodotti82 72 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1935

Vendita Prodotti82 72 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1935

Vendita Prodotti83 73 Cat. “S.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936

SperimentazioneProdotti

83 73 Cat. “S.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1936SperimentazioneProdotti

83 73 Cat. “S.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1936SperimentazioneProdotti

83 73 Cat. Sp f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1936Sperimentazioneprodotti

83 73 Cat. Sp f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1936Sperimentazioneprodotti

83 73 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936Istituto di Genetica

83 73 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1936Istituto di Genetica

83 73 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1936Istituto di Genetica

83 73 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1936Istituto di Genetica

83 73 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1936Istituto di Genetica

332

Page 331: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

84 74 Cat. “V.P” f. 1 cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936Vendita Prodotti

84 74 Cat. “V.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1936Vendita Prodotti

84 74 Cat. “V.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1936Vendita Prodotti

84 74 Cat. “V.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1936Vendita Prodotti

85 75 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193685 75 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193686 76 Cat. “S.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937

SperimentazioneProdotti

86 76 Cat. “S.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1937SperimentazioneProdotti

86 76 Cat. “S.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1937SperimentazioneProdotti

86 76 Cat. “S.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1937SperimentazioneProdotti

86 76 Cat. “S.P” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1937SperimentazioneProdotti

86 76 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937Istituto di Genetica

86 76 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1937Istituto di Genetica

86 76 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1937Istituto di Genetica

86 76 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1937Istituto di Genetica

86 76 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1937Istituto di Genetica

333

Page 332: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

86 76 Cat. “V.P” f. 11 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937Vendita Prodotti

86 76 Cat. “V.P” f. 12 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1937Vendita Prodotti

86 76 Cat. “V.P” f. 13 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1937Vendita Prodotti

86 76 Cat. “V.P” f. 14 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1937Vendita Prodotti

86 76 Cat. “V” - Varie f. 15 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193787 77 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193788 78 Cat. “S.P” f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1938

SperimentazioneProdotti

88 78 Cat. “S.P” f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1938SperimentazioneProdotti

88 78 Cat. “S.P” f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1938SperimentazioneProdotti

88 78 Cat. “S.P” f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1938SperimentazioneProdotti

88 78 Cat. “S.P” f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1938SperimentazioneProdotti

88 78 Cat. “I.G” f. 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1938Istituto di Genetica

88 78 Cat. “I.G” f. 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1938Istituto di Genetica

88 78 Cat. “I.G” f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1938Istituto di Genetica

88 78 Cat. “I.G” f. 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1938Istituto di Genetica

88 78 Cat. “I.G” f. 10 cl. 5 - Varie 1938Istituto di Genetica

334

Page 333: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

89 79 Cat. “S.P” f. 1 cl. 6 - Cartelle colture sotto controllo 1938SperimentazioneProdotti

89 79 Cat. “V.P” f. 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1938Vendita Prodotti

89 79 Cat. “V.P” f. 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1938Vendita Prodotti

89 79 Cat. “V.P” f. 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1938Vendita Prodotti

89 79 Cat. “V.P” f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1938Vendita Prodotti

90 80 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193890 80 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193891 88 Cat. “S.P” f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1939

SperimentazioneProdotti

91 88 Cat. “S.P” f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1939SperimentazioneProdotti

91 88 C at. “S.P” f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1939SperimentazioneProdotti

91 88 Cat. “S.P” f. 4 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1939SperimentazioneProdotti

91 88 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie,Uffici governativi ecc. 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 9 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 10 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 193991 88 Cat. “V” - Varie f. 11 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 193992 89 Cat. “I.G” f. 1 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1939

Istituto di Genetica

335

Page 334: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

92 89 Cat. “I.G” f. 2 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1939Istituto di Genetica

92 89 Cat. “I.G” f. 3 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1939Istituto di Genetica

92 89 Cat. “I.G” f. 4 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1939Istituto di Genetica

92 89 Cat. “I.G” f. 5 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1939Istituto di Genetica

92 89 Cat. “I.G” f. 6 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1939Istituto di Genetica

92 89 Cat. “I.G” f. 7 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 193992 89 Cat. “I.G” f. 8 f. 9 cl. 9 - Varie 193992 89 Cat. “Z.T” f. 9 cl. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia 1939

Zona Tipica92 89 Cat. “V.P” f. 10 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1939

Vendita Prodotti92 89 Cat. “V.P” f. 11 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1939

Vendita Prodotti92 89 Cat. “V.P” f. 12 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1939

Vendita Prodotti92 89 Cat. “V.P” f. 13 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1939

Vendita Prodotti93 90 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 194093 90 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 194094 91 Cat. “S.P” f. 1 f.1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1940

SperimentazioneProdotti

94 91 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1940SperimentazioneProdotti

94 91 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1940SperimentazioneProdotti

336

Page 335: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

94 91 Cat. “S.P” f. 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1940SperimentazioneProdotti

94 91 Cat. “I.G” f. 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 7 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 8 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 9 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 10 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 11 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “I.G” f. 12 f. 9 cl. 9 - Varie 1940Istituto di Genetica

94 91 Cat. “Z.T” f. 13 f. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia 1940Zona Tipica

94 91 Cat. “V.P” f. 14 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1940Vendita Prodotti

94 91 Cat. “V.P” f. 15 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1940Vendita Prodotti

94 91 Cat. “V.P” f. 16 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1940Vendita Prodotti

94 91 Cat. “V.P” f. 17 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1940Vendita Prodotti

95 81 Cat. “S.P” f. 1 Controllo campi di orientamento e schede impegni vendite prodotti 1941SperimentazioneProdotti

95 81 Cat. “S.P” f. 2 - Certificati relativi al premio di conferimento, 1941Sperimentazione - liste dei conferenti,Prodotti - Certificati di spedizione dell’Unione produttori grano da Seme di Rieti

96 82 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1941SperimentazioneProdotti

337

Page 336: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

96 82 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 6 f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali, parastatali, 1941Sperimentazione regi ispettorati dell’agricoltura, enti provinciali e comunaliProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 7 f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 8 f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “S.P” f. 9 f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero 1941SperimentazioneProdotti

96 82 Cat. “V.P” f. 10 f. 1 cl. 1 - Vendita ricini (Ric) 1941Vendita Prodotti

96 82 Cat. “V.P” f. 11 f. 2 cl. 2 - Uffici statali, parastatali, provinciali e comunali 1941Vendita Prodotti

96 82 Cat. “V.P” f. 12 f. 3 cl. 3 - Consorzi, associazioni agrarie, sindacali ed altri enti 1941Vendita Prodotti

96 82 Cat. “V.P” f. 13 f. 4 cl. 4 - Vendita prodotti a privati 1941Vendita Prodotti

96 82 Cat. “V.P” f. 14 f. 5 cl. 5 - Vendita prodotti all’estero 1941Vendita Prodotti

97 83 Cat. “I.G” f. 1 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 2 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 3 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1941Istituto di Genetica

338

Page 337: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

97 83 Cat. “I.G” f. 4 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 5 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 6 . f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 7 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 8 f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “I.G” f. 9 f. 9 cl. 9 - Varie 1941Istituto di Genetica

97 83 Cat. “V” - Varie f. 10 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 11 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 12 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 13 cl. 4 - Corrispondenza con privati 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 14 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 15 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 194197 83 Cat. “V” - Varie f. 16 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 194198 84 Cat. Sp f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1942

Sperimentazione98 84 Cat. Sp f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1942

Sperimentazione98 84 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1942

SperimentazioneProdotti

98 84 Cat. “S.P” f. 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1942SperimentazioneProdotti

98 84 Cat. “S.P” f. 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1942SperimentazioneProdotti

98 84 Cat. “S.P” f. 6 f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali, 1942Sperimentazione parastatali, regi ispettorati dell’agricoltura,Prodotti enti provinciali e comunali

98 84 Cat. “S.P” f. 7 f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1942SperimentazioneProdotti

339

Page 338: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

98 84 Cat. “S.P” f. 8 f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati 1942SperimentazioneProdotti

98 84 Cat. “S.P” - f. 9 f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero 1942SperimentazioneProdotti

98 84 Cat. “V” - Varie f. 10 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 11 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 12 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 13 cl. 4 - Corrispondenza con privati 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 14 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 15 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 194298 84 Cat. “V” - Varie f. 16 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 194299 85 Cat. “Z.T” f. 1 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1942

Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti, l’Unione produttori grano da seme di RietiCertificati relativi al premio di conferimento. Lista dei conferenti e certificati di spedizione dell’ARS.

100 92 Cat. “Z.T” f. 1 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1943Zona Tipica Consorzio agrario provinciale l’Unione produttori grano da seme di Rieti

100 92 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1943100 92 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1943101 93 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1943

SperimentazioneProdotti

101 93 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1943SperimentazioneProdotti

101 93 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1943SperimentazioneProdotti

101 93 Cat. “S.P” f. 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1943SperimentazioneProdotti

340

Page 339: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

101 93 Cat. “I.G” f. 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 7 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 8 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 9 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 10 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 11 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1943Istituto di Genetica

101 93 Cat. “I.G” f. 12 f. 9 cl. 9 - Varie 1943101 93 Cat. “V.P” f. 13 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1943

Vendita Prodotti101 93 Cat. “V.P” f. 14 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1943

Vendita Prodotti101 93 Cat.”V.P” f. 15 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1943

Vendita Prodotti101 93 Cat.”V.P” f. 16 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1943

Vendita Prodotti102 94 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1944

SperimentazioneProdotti

102 94 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1944SperimentazioneProdotti

102 94 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1944SperimentazioneProdotti

102 94 Cat. “S.P” f. 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1944SperimentazioneProdotti

102 94 Cat. “I.G” f. 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1944Istituto di Genetica

341

Page 340: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

102 94 Cat. “I.G” f. 7 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 8 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 9 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 10 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 11 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “I.G” f. 12 f. 9 cl. 9 - Varie 1944Istituto di Genetica

102 94 Cat. “Z.T” f. 13 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1944Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti

102 94 Cat. “V.P” f. 14 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1944Vendita Prodotti

102 94 Cat. “V.P” f. 15 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1944Vendita Prodotti

102 94 Cat. “V.P” f. 15 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1944Vendita Prodotti

102 94 Cat.”V.P” f. 17 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1944Vendita Prodotti

102 94 Cat. “V” - Varie f. 18 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1944102 94 Cat. “V” - Varie f. 19 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1944103 86 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1945

SperimentazioneProdotti

103 86 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1945SperimentazioneProdotti

103 86 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1945103 86 Cat. “V” - Varie f. 9 Corrispondenza con l’estero 1945103 86 Cat. “I.G” f. 10 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1945

Istituto di Genetica

342

Page 341: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

103 86 Cat. “I.G” f. 11 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 12 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 13 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 14 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 15 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 16 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 17 f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “I.G” f. 18 f. 9 cl. 9 - Varie 1945Istituto di Genetica

103 86 Cat. “Z.T” f. 19 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1945Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti 1945

103 86 Cat. “V.P” f. 20 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1945Vendita Prodotti

103 86 Cat.”V.P” f. 21 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1945Vendita Prodotti

103 86 Cat. “Z.T” f. 22 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1945Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti

104 95 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1946SperimentazioneProdotti

104 95 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1946SperimentazioneProdotti

104 95 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1946SperimentazioneProdotti

104 95 Cat. “S.P” f. 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1946SperimentazioneProdotti

104 95 Cat. “I.G” f. 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1946Istituto di Genetica

343

Page 342: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

104 95 Cat. “I.G” f. 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 7 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 8 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 9 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 10 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 11 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1946Istituto di Genetica

104 95 Cat. “I.G” f. 12 f. 9 cl. 9 - Varie 1946104 95 Cat. “Z.T” f. 13 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1946

Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti104 95 Cat. “V.P” f. 14 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1946

Vendita Prodotti104 95 Cat. “V.P” f. 15 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1946

Vendita Prodotti104 95 Cat.”V.P” f. 16 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1946

Vendita Prodotti104 95 Cat.”V.P” f. 17 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1946

Vendita Prodotti104 95 Cat. “V” - Varie f. 18 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 19 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 20 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 21 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 22 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 23 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1946104 95 Cat. “V” - Varie f. 24 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1946105 96 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1947

Sperimentazione105 96 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1947

SperimentazioneProdotti

105 96 Cat. “I.G” f. 3 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 4 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1947Istituto di Genetica

344

Page 343: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

105 96 Cat. “I.G” f. 5 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 6 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 7 f. 5 cl .5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 8 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 9 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “I.G” f. 10 f. 9 cl. 9 - Varie 1947Istituto di Genetica

105 96 Cat. “Z.T” f. 11 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1947Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti

105 96 Cat.”V.P” f. 12 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1947Vendita Prodotti

105 96 Cat.”V.P” f. 13 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1947Vendita Prodotti

105 96 Cat.”V.P” f. 14 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1947Vendita Prodotti

105 96 Cat.”V.P” f. 15 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1947Vendita Prodotti

105 96 Cat. “V” - Varie f. 16 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 17 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 18 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 19 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 20 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 21 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1947105 96 Cat. “V” - Varie f. 22 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1947106 97 Cat. “V” - Varie f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 6 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1948106 97 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1948107 98 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1948

Sperimentazione

345

Page 344: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

107 98 Cat. “S.P” f. 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1948SperimentazioneProdotti

107 98 Cat. “S.P” f. 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1948SperimentazioneProdotti

107 98 Cat. “S.P” f. 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1948SperimentazioneProdotti

107 98 Cat. “S.P” f. 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1948SperimentazioneProdotti

107 98 Cat. “I.G” f. 6 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 7 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 8 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 9 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 10 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 11 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 12 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1948Istituto di Genetica

107 98 Cat. “I.G” f. 13 f. 9 cl. 9 - Varie 1948107 98 Cat. “Z.T” f. 14 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1948

Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti107 98 Cat. “V.P” f. 15 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1948

Vendita Prodotti107 98 Cat. “V.P” f. 16 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1948

Vendita Prodotti107 98 Cat. “V.P” f. 17 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1948

Vendita Prodotti107 98 Cat.”V.P” f. 18 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1948

Vendita Prodotti108 99 Cat. “S.P” f. 1 f. 1 Miscellanea 1949

Sperimentazioni

346

Page 345: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

108 99 Cat. “I.G” f. 2 f. 1 - Miscellanea 1949Istituto di Genetica

108 99 Cat. “Z.T” f. 3 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1949Zona Tipica Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti

108 99 Cat. “V.P” f. 4 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1949Vendita Prodotti

108 99 Cat. “V.P” f. 5 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1949Vendita Prodotti

108 99 Cat. “V.P” f. 6 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1949Vendita Prodotti

108 99 Cat. “V” - Varie f. 7 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 9 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 10 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 11 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 12 cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa 1949108 99 Cat. “V” - Varie f. 13 cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1949

347

L’Archivio dopo il riordinocon la numerazione provvisoriain attesa di una sistemazione definitiva

Page 346: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

SPERIMENTAZIONI - DOCUMENTAZIONE NON INSERITA NEL CARTEGGIO

109 533 Varie f. 1 Osservatorio meteorologico e geodinamico. 1923-1935Schede di rilevazione

110 138 Sperimentazione f. 1 Schede colture sotto controllo 1937111 143 Sperimentazione f. 1 Bollettari vari 1937-1966112 705 Sperimentazione f. 1 Relazione di G.B. Bottazzi al direttore dell’Istituto 1942

Nazionale di Genetica per la Cerealicolturasull’utilizzo del castello Morando Bolognini comesede della stazione fitotecnica delle provincelombarde. 29 ottobre 1942

112 705 Sperimentazione f. 2 “Programma di attività per il miglioramento genetico 1943dell’erba medica”. Relazione di G.B. BottazziReggente della Stazione fitotecnica di S. AngeloLodigiano 23 marzo 1943

112 705 Sperimentazione f. 3 Registro delle moltiplicazioni in corso 1946-1947112 705 Sperimentazione f. 4 Manoscritto di A. Dionigi, “Il miglioramento genetico 1948

dell’olivo” s.d. ma 1948Il manoscritto è stato redatto utilizzando il retro deifogli del “registro delle licenze delle trebbie. 1942” La data del 1948 si ricava dal fatto che l’autore fariferimento ad un suo articolo, “Le pienate sumisura”, pubblicato “…qualche giorno fa”,sulla rivista “l’Italia Agricola” n. 2 1948.

112 705 Sperimentazione f. 5 Relazione sull’attività svolta dall’Istituto Nazionale di 1955Genetica per la Cerealicoltura. Relazione deldirettore Prof. Ugo De Cillis 12 aprile 1955

113 712 Sperimentazione f. 1 Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura 1942per l’esonero dall’ammasso del frumento per semedell’anno 1942

114 710 Sperimentazione f. 1 Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale 1942-1949114 713 Sperimentazione f. 1 Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura per 1943-1944

l’esonero dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942115 539 Varie f. 1 Domande dei coltivatori con fondi nella “zona tipica” 1944

al Ministero di Agricoltura per l’esonerodall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942

116 324 Sperimentazione f. 4 Trebbiatrici. Reg. delle utilizzazioni 1945116 324 Sperimentazione f. 1 Colture sotto controllo 1940116 324 Sperimentazione f. 2 Zona tipica 1940

348

Page 347: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

116 324 Sperimentazione f. 3 Libro stalla 1943117 43 Sperimentazione f. 2 Corrispondenza varia 1946-1951117 43 Sperimentazione f. 3 Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria” 1946118 43 Sperimentazione f. 4 Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo 1947119 178 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione patate 1947-1949120 706 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione patate a Leonessa 1947-1949120 706 Sperimentazione f. 2 Sperimentazione trifogli 1948-1951121 210 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1950121 210 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1966122 203 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1951123 206 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1951123 206 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1955124 208 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1952124 208 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1967125 535 Varie f. 2 Centro Fecondazione artificiale 1952-1953125 535 Varie f. 1 Carteggio con il dott. Volpe per una serie di lezioni 1953

agli operatori agricoli126 207 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1953127 714 Sperimentazione f. 1 Registri entrata e uscita beni mobili 1953 - 1954 1953-1954128 535 Varie f. 3 Cantiere rimboschimento 1953129 44 Sperimentazione f. 2 Prove di concimazione 1954-1956130 202 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1954131 205 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1956131 205 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1960132 708) Sperimentazione f. 1 Sperimentazione orzi, barbabietole e avena 1956-1976

Relazioni, schemi riepilogativi, iscrizioni al registro,prove colturali ecc,

133 517 Sperimentazione f. 1 Dati relativi alla Sperimentazione patate a Leonessa 1957134 711 Sperimentazione f. 1 Prove colturali con acido gibberellico 1958135 280 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione. Quaderni da campo 1961-1971136 525 Sperimentazione f. 1 Quaderni da campo per le rilevazioni colturali 1961-1971137 526 Sperimentazione f. 1 Quaderni da campo per le rilevazioni colturali 1961-1971138 201 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1962138 200 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1963139 214 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni, documenti contabili, 1963-1973

bollette di scarico ecc.140 211 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1964141 211 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1970142 209 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1965

349

Page 348: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

142 209 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1972143 239 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione foraggere 1966-1968144 238 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione foraggere. Appunti e dati vari 1967-1972144 238 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione foraggere. Registri da campo 1970145 245 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione foraggere. Appunti, quaderni da campo ecc. 1967-1974146 207 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1968147 243 Sperimentazione f. 1 Schede di accertamento dei caratteri morfologici e 1968-1970

fisiologici del trifoglio148 248 Varie f. 1 Eliografie varie 1968-1973149 204 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1969149 204 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1971150 707 Sperimentazione f. 1 Appunti, relazioni scientifiche, dati, fotografie relative 1969-1970

(258) allo studio sugli orzi condotto da Eugenio Margaritelli151 226 Sperimentazione f. 2 Frumenti utilizzati a Rieti e Piacenza 1970-1972151 226 Sperimentazione f. 2 Sperimentazione frumenti 1971-1972151 226 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione pomodori 1971151 226 Sperimentazione f. 1 Sperimentazioni varie 1973151 226 Sperimentazione f. 1 Sperimentazioni varie 1974152 244 Sperimentazione f. 4 Sperimentazione foraggere. Dati registrati. 1970-1972153 271 Sperimentazione f. 1 Schede semine 1970-1975153 242 Sperimentazione f. 1 Cerealicoltura, frumenti 1972-1973154 246 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione frumenti 1972-1975155 153 Sperimentazione f. 1 Bollettari fecondazioni artificiali. Monte taurine ecc. 1973156 212 Sperimentazione f. 1 Bollettari schede valutazioni 1973156 212 Sperimentazione f. 2 Bollettari schede valutazioni 1974157 241 Sperimentazione f. 3 Sperimentazione frumenti 1973-1974158 709 Sperimentazione f. 1 Analisi chimiche delle varietà degli orzi sperimentati 1973159 240 Sperimentazione f. 1 Sperimentazione foraggere. Appunti, registri da campo ecc. 1974-1975

AMMINISTRAZIONE E BILANCI CONTABILI

160 286 Amministrazione f. 1 Verbali del consiglio di amministrazione 1960-1973161 287 Amministrazione f. 1 Verbali del consiglio di amministrazione 1954-1960162 399 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1911-1912163 400 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi 1911-1912

sperimentali di Leonessa, Rieti e di Foggia164 289 Bilanci f. 4 Quaderni di prima nota allegati al bilancio 1912-1913164 289 Bilanci f. 2 Libro cassa allegato al bilancio 1913-1914

350

Page 349: STRAMPELLI. La rivoluzione verde

165 401 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1912-1913166 289 Bilanci f. 3 Bilancio preventivo 1913-1914166 289 Bilanci f. 1 Allegati contabili 1914-1915167 402 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1913-1914168 403 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1913-1914169 404 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi 1913-1914

sperimentali di Leonessa, Rieti e di FoggiaSpese per il materiale scientifico e di laboratorio ecc.

170 288 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1914-1915171 317 Bilanci f. 1 Mandati di pagamento, registro prima nota 1914-1915172 311 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1915-1916173 318 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1915-1916174 290 Bilanci f. 1 Bilancio consuntivo 1916-1917175 295 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1916-1917176 294 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1917-1918177 309 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1917-1918178 325 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1918-1919179 327 Bilanci f. 1 Fascicoli contabili allegati al bilancio 1918-1919180 292 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1919181 293 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio del 1919 1919

Registro contabilità, registro cassa182 346 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1920183 391 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1921184 392 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1921185 393 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1921186 299 Bilanci f. 1 Bilancio. Entrate 1922187 300 Bilanci f. 1 Bilancio. Uscite 1922188 296 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e allegati contabili 1923189 298 Bilanci f. 1 Bilancio consuntivo 1923190 302 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1924191 303 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1924192 301 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1925193 331 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1925-1926194 332 Bilanci f. 1 Fatture, mandati di pagamento, matrici, contabilità generale 1925-1926195 335 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1926196 336 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1926197 337 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1926198 338 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1926198 338 Bilanci f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1926

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198 338 Bilanci f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1926198 338 Bilanci f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1926198 338 Bilanci f. 4 Spese per la biblioteca 1926198 338 Bilanci f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1926198 338 Bilanci f. 6 Spese per il mobilio 1926198 338 Bilanci f. 7 Spese per l’ Intensificazione dello studio dei problemi 1926

che interessano l’aumento della produzionecerealicola. (battaglia del grano)

199 339 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1927200 340 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1927201 341 Bilanci f. 2 Allegati contabili al bilancio 1927202 342 Bilanci f. 3 Allegati contabili al bilancio 1927203 343 Bilanci f. 8 Disponibilità frumenti per la vendita 1927203 343 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1927203 343 Bilanci f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1927203 343 Bilanci f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1927203 343 Bilanci f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1927203 343 Bilanci f. 4 Spese per la biblioteca 1927203 343 Bilanci f. 5 Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio 1927203 343 Bilanci f. 6 Spese per il mobilio 1927203 343 Bilanci f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1927

che interessano l’aumento della produzionecerealicola. (battaglia del grano)

204 344 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1928205 345 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1928206 347 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1928207 348 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1928207 348 Bilanci f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1928207 348 Bilanci f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1928207 348 Bilanci f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1928207 348 Bilanci f. 4 Spese per la biblioteca 1928207 348 Bilanci f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1928207 348 Bilanci f. 6 Spese per il mobilio 1928207 348 Bilanci f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1928

che interessano l’aumento della produzionecerealicola. (battaglia del grano)

208 313 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1929209 315 Bilanci f. 1 Allegati al bilancio (bollettari, ordini di spedizioni, 1929

registro spese postali ecc.)

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210 316 Bilanci f. 1 Allegati al bilancio, Copie entrate ecc. 1929211 305 Bilanci f. 1 Fascicoli contabili relativi al bilancio preventivo e consuntivo 1930212 307 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1930213 437 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1930214 349 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1931215 350 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1931216 351 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1931217 444 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1931218 445 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1931219 353 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1932220 354 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1932221 355 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1932222 438 Bilanci f. 1 Documenti contabili allegati al bilancio. Magazzino, 1932

libro mastro, mandati di pagamento ecc.223 357 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1933224 358 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1933225 359 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1933226 443 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1933227 361 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1934228 362 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1934229 363 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1934230 480 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1934231 481 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1934232 364 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1935233 365 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1935234 366 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1935235 462 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1935236 463 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1935237 451 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1936238 452 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1936239 453 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1936240 370 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1937241 371 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1937242 372 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1937243 367 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1938244 368 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1938245 369 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1938246 418 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1938247 419 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1938

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248 460 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1938249 461 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1938250 373 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1939251 374 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1939252 375 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1939253 476 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1939254 376 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1940255 377 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1940256 458 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1940257 459 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1940258 378 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1941259 379 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1941260 455 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1941261 456 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1941262 457 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1941263 380 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1942264 381 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1942265 470 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1942266 382 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1943267 383 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1943268 384 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1944269 385 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1944270 394 Bilanci f. 1 Bilancio e allegati contabili 1944271 386 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1945272 387 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1945273 486 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1945274 388 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1946275 389 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1946276 390 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1946277 487 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1946278 395 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1947279 396 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1947280 420 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1947281 421 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1947282 442 Bilanci f. 1 Libro mastro, magazzino elenco entrate 1947-1950283 423 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1948284 479 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1948285 431 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1949286 432 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1949

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287 424 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1950288 425 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1950289 426 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle entrate 1950290 427 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle uscite 1950291 508 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1950292 428 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1951292 428 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1951293 430 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1951294 433 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1952295 434 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1952296 439 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1952297 440 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1953298 464 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1956299 465 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1956300 490 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1956301 466 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1957302 467 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1957303 473 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1960304 158 Bilanci f. 1 Bilancio consuntivo e carte contabili varie 1961305 441 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1962306 498 Bilanci f. 1 Allegati contabili 1962307 448 Bilanci f. 1 Documenti contabili vari, mandati di pagamento, 1963-1964

ricevute allegati al bilancio308 449 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1963-1964309 450 Bilanci f. 1 Documenti contabili vari, mandati di pagamento, 1964

ricevute allegati al bilancio310 472 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1964311 488 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1967312 489 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1967313 496 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1968314 160 Bilanci f. 1 Bilancio, ricevute ecc. 1969315 492 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1970316 328 Bilanci f. 1 Fascicoli spese mensili. 1° Semestre 1973317 329 Bilanci f. 1 Fascicoli spese mensili. 2° Semestre 1973318 330 Bilanci f. 1 Allegati contabili al bilancio 1973319 493 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1973320 259 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo dell’Istituto Nazionale di Genetica 1975-1977

per la Cerealicoltura321 521 Bilanci f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1975

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322 197 Contabilità f. 1 Rendiconti Regio deposito 1904323 304 Contabilità f. 1 Rendiconti contabili 1904324 312 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1915-1916324 312 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1915-1916324 312 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1915-1916324 312 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1915-1916324 312 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1915-1916324 312 Contabilità f. 7 Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione 1915-1916325 527 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1915-1925326 408 Contabilità f. 1 Libro cassa e mandati di pagamento 1916-1917327 310 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1917-1918327 310 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1917-1918327 310 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1917-1918327 310 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1917-1918327 310 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1917-1918327 310 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1917-1918327 310 Contabilità f. 7 Spese per l’impianto e conduzione del campo di 1917-1918

moltiplicazione S. Lorenzo a Foggia328 312 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1917329 326 Contabilità f. 8 Spese per il campo di moltiplicazione di Foggia dei nuovi Cereali 1918-1919329 326 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1918-1919329 326 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1918-1919329 326 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1918-1919329 326 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1918-1919329 326 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1918-1919329 326 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1918-1919329 326 Contabilità f. 7 Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione 1918-1919330 219 Contabilità f. 1 Contabilità varia, registri ecc. 1920331 220 Contabilità f. 1 Contabilità varia, ricevute, bollette 1920332 297 Contabilità f. 1 Contabilità. Mandati di pagamento 1923333 333 Contabilità f. 1 Fascicoli delle uscite 1925334 334 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1925334 334 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1925334 334 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1925334 334 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1925334 334 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1925334 334 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1925334 334 Contabilità f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che 1925

interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano)

356

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335 398 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1927336 415 Contabilità f. 1 Contratti scaduti (assicurazioni varie) 1925-1927337 500 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1928-1940

Conti consuntivi e inventari338 281 Contabilità f. 3 Quaderni prima nota cassa 1928-1936338 281 Contabilità f. 1 Blocchi fatture 1931-1936338 281 Contabilità f. 6 Verifiche vendita grani 1936338 281 Contabilità f. 4 Libro stalla 1937338 281 Contabilità f. 5 Contratti con lo zuccherificio 1937338 281 Contabilità f. 2 Spese postali 1939339 319 Contabilità f. 1 Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali 1928339 319 Contabilità f. 2 Azienda S. Pastore. Conti con i coloni 1928339 319 Contabilità f. 3 Azienda S. Pastore. Libro cassa 1928339 319 Contabilità f. 4 Azienda S. Pastore. Macchine agrarie 1928339 319 Contabilità f. 5 Azienda S. Pastore. Scorte morte 1928339 319 Contabilità f. 6 Azienda S. Pastore. Conti diversi 1928339 319 Contabilità f. 7 Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame 1928339 319 Contabilità f. 8 Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale 1928339 319 Contabilità f. 9 Azienda S. Pastore. Miglioramenti dondiari 1928339 319 Contabilità f. 10 Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni 1928340 314 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1929340 314 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1929340 314 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1929340 314 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1929340 314 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio 1929340 314 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1929340 314 Contabilità f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1929

che interessano l’aumento della produzione cerealicola(battaglia del grano)

341 528 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1929-1934342 320 Contabilità f. 1 Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali 1929342 320 Contabilità f. 2 Azienda S. Pastore. Conti con i coloni 1929342 320 Contabilità f. 3 Azienda S. Pastore. Libro cassa 1929342 320 Contabilità f. 4 Azienda S. Pastore. Macchine agrarie 1929342 320 Contabilità f. 5 Azienda S. Pastore. Scorte morte 1929342 320 Contabilità f. 6 Azienda S. Pastore. Conti diversi 1929342 320 Contabilità f. 7 Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame 1929342 320 Contabilità f. 8 Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale 1929342 320 Contabilità f. 9 Azienda S. Pastore. Miglioramenti fondiari 1929

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342 320 Contabilità f. 10 Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni 1929343 397 Contabilità f. 1 Spedizioni grani. Registro ricevute 1929343 397 Contabilità f. 2 Libro mastro 1929344 306 Contabilità f. 1 Spese per materiale scientifico e di laboratorio 1930344 306 Contabilità f. 2 Spese per il Campo sperimentale di Leonessa 1930344 306 Contabilità f. 3 Spese per il Campo sperimentale di Rieti 1930344 306 Contabilità f. 4 Spese per macchine agrarie 1930344 306 Contabilità f. 5 Spese per manutenzione fabbricati 1930344 306 Contabilità f. 6 Spese per acquisto beni patrimoniali 1930344 306 Contabilità f. 7 Allegati contabili vari, bollettari fatture, 1930

libro magazzino, reversali ecc.345 435 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1930346 352 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1931346 352 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1931346 352 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1931346 352 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1931346 352 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1931346 352 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1931346 352 Contabilità f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1931

che interessano l’aumento della produzione cerealicola(battaglia del grano)

357 356 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1932357 356 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1932357 356 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1932357 356 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1932357 356 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1932357 356 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1932357 356 Contabilità f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1932

che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano)

358 436 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1932359 263 Contabilità f. 1 Spese postali 1932-1939360 103 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1933361 104 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti al n. 1 al n. 100 1933362 105 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 393 1933363 360 Contabilità f. 1 Spese per campo sperimentale di Foggia 1933363 360 Contabilità f. 2 Spese per campo sperimentale di Rieti 1933363 360 Contabilità f. 3 Spese per campo sperimentale di Leonessa 1933363 360 Contabilità f. 4 Spese per la biblioteca 1933

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363 360 Contabilità f. 5 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1933363 360 Contabilità f. 6 Spese per il mobilio 1933363 360 Contabilità f. 7 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1933

che interessano l’aumento della produzione cerealicola(battaglia del grano)

364 475 Contabilità f. 1 Amministrazione dell’azienda S. Pastore 1933365 101 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1934

Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti366 102 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 398 1934367 112 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1934368 107 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1935369 108 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1935370 109 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1935371 110 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n.1 al n. 100 1935372 111 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1935373 116 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1936

Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti374 117 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1936375 118 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1936376 119 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1936377 106 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1937378 113 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101 1937379 114 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1937380 115 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1937381 174 Contabilità f. 1 Vendita prodotti 1937382 529 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1937-1947383 123 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1938384 126 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1938385 127 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1938386 128 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1938387 130 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 401 al n. 490 1938388 416 Contabilità f. 1 Registri spese eseguite, mandati di pagamento 1938-1949389 100 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 200 1939390 133 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1939391 135 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1939392 136 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 404 1939393 414 Contabilità f. 1 Brogliardi di cassa, registri presenze 1939-1944394 484 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1939395 129 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 383 1940

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396 131 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100 1940397 132 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1940398 134 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1940399 536 Contabilità f. 1 Commissione di controllo del governo militare alleato. 1940-1944

Rendiconto finanziario, indennità di bombardamento, corrispondenza varia

400 264 Contabilità f. 1 Spese postali 1940-1943401 120 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1941402 121 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1941

Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti403 122 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100 1941404 180 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1941405 532 Contabilità f. 1 Libri delle famiglie coloniche 1941-1959406 124 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 102 al n. 200 1942407 125 Contabilità f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101 1942408 468 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1943409 285 Contabilità f. 1 Sindacato impiegati 1946-1947410 447 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari, mandati di pagamento, ricevute ecc. 1948-1956411 514 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1949412 272 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento, fatture ecc. 1949413 285 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1949-1951414 187 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1950415 191 Contabilità f. 1 Documenti e allegati contabili 1950416 308 Contabilità f. 1 Stati patrimoniali 1950-1953417 524 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1951418 230 Contabilità f. 1 Elenchi debiti da pagare 1952-1970419 137 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1953420 183 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1953421 192 Contabilità f. 1 Bilancio preventivo e allegati contabili 1953422 193 Contabilità f. 1 Amministrazione 1953422 193 Contabilità f. 2 Personale 1953423 217 Contabilità f. 1 Registri contabili vari 1953-1965424 146 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1954-1955425 170 Contabilità f. 1 Contabilità. Copie contabili 1954426 171 Contabilità f. 1 Amministrazione 1954426 171 Contabilità f. 2 Personale 1954426 171 Contabilità f. 3 Sperimentazioni varie 1954427 502 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1954428 168 Contabilità f. 1 Registri conto cassa segretario e bollettari vari 1955-1968

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429 175 Contabilità f. 2 Amministrazione 1955?429 175 Contabilità f. 1 Contabilità. Copie contabili 1955430 184 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie, fatture ecc. 1955-1957431 530 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1955-1957432 144 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1956-1958433 179 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1956434 148 Contabilità f. 1 Reversali 1957-1964435 185 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento, reversali ecc. 1957436 188 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1957437 189 Contabilità f. 1 Amministrazione 1957437 189 Contabilità f. 2 Personale 1957437 189 Contabilità f. 3 Sperimentazioni varie 1957438 531 Contabilità f. 1 Conto cassa segretario, registro compensi a terzi ecc. 1957-1961439 164 Contabilità f. 1 Carte contabili varie 1958-1970440 503 Contabilità f. 1 Libro cassa e documenti contabili 1958441 504 Contabilità f. 1 Documenti contabili 1958442 175 Contabilità f. 3 Copie entrate 1959?443 195 Contabilità f. 1 Amministrazione 1959443 195 Contabilità f. 4 Entrate 1959443 195 Contabilità f. 5 Rendiconti finanziari 1959443 195 Contabilità f. 6 Registri vitelli 1959443 195 Contabilità f. 2 Personale 1959443 195 Contabilità f. 1 Sperimentazioni varie 1959444 196 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1959445 216 Contabilità f. 1 Colonie, bestiame, stalle ecc. 1959445 216 Contabilità f. 2 Rubrica fatture pagate 1959-1968446 417 Contabilità f. 1 Contratti vari, moduli lavoro straordinario personale ecc. 1959447 501 Contabilità f. 1 Documenti contabili relativi alla documentazione delle bietole e vari 1959448 510 Contabilità f. 1 Documenti contabili 1959449 145 Contabilità f. 1 Bollettari di fatture 1960-1964450 147 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1960-1966451 172 Contabilità f. 1 Corrispondenza 1960452 482 Contabilità f. 1 Libro cassa e altri documenti contabili 1960453 483 Contabilità f. 1 Documenti contabili 1960454 258 Contabilità f. 1 Contabilità, stampe, corrispondenza varia 1960-1970455 139 Contabilità f. 1 Blocchi fatture 1961-1966456 141 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1961-1965457 142 Contabilità f. 1 Reversali 1961-1966458 172 Contabilità f. 2 Corrispondenza 1961

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459 181 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1961460 182 Contabilità f. 1 Bollettari, ricevute varie 1961461 156 Contabilità f. 1 Contabilità - Rendiconti e documenti contabili vari 1962-1964462 172 Contabilità f. 3 Contabilità. Registri contabili 1962-1963463 406 Contabilità f. 1 Versamenti cassa mutua dipendenti e fascicoli contabili vari 1962464 512 Contabilità f. 1 Documenti contabili relativi al 1 e 2 semestre 1963465 513 Contabilità f. 1 Documenti contabili 1963466 140 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento 1965-1966467 149 Contabilità f. 1 Miscellanea di carte contabili 1965468 519 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari 1965469 520 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari relativi al 1 e 2 semestre 1965470 279 Contabilità f. 1 Registri dei conti colonici 1965-1977471 412 Contabilità f. 1 Fascicoli contabili vari 1966-1974472 494 Contabilità f. 1 Libro magazzino e libro cassa, documenti contabili 1966-1968

vari relativi al 1° semestre473 495 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari relativi al 2° semestre 1966474 277 Contabilità f. 1 Mandati di pagamento, reversali ecc. 1966-1970475 165 Contabilità f. 2 Copie del consuntivo 1967476 177 Contabilità f. 1 Valutazione e liquidazione colonie 1967-1977477 413 Contabilità f. 1 Reversali, mandati di pagamento 1967478 157 Contabilità f. 2 Carte contabili varie, ricevute, mandati ecc. 1969479 405 Contabilità f. 1 Corrispondenza e fascicoli contabili 1969480 162 Contabilità f. 1 Contabilità - Bollettini, ricevute ecc. 1970481 224 Contabilità f. 1 Carico e scarico bestiame delle aziende agrarie 1970-1973482 222 Contabilità f. 1 Contabilità, ricevute, allegati, trattamento del personale ecc. 1971483 223 Contabilità f. 1 Contabilità. Fascicoli e allegati vari 1971484 491 Contabilità f. 1 Documenti contabili vari e protocollo di corrispondenza 1971485 251 Contabilità f. 1 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1972485 251 Contabilità f. 2 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1975486 409 Contabilità f. 1 Contabilità. Movimento bestiame, Azienda sementi, 1972

documentazione ricevute varie487 410 Contabilità f. 1 Macchine agrarie, bestiame, servizio meteorologico ecc. 1972488 321 Contabilità f. 1 Mandati, fatture, ricevute e altra documentazione contabile 1972489 322 Contabilità f. 1 Grani c/o ARS, Azienda Sementi ecc. 1972490 250 Contabilità f. 1 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1973491 249 Contabilità f. 1 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1974492 232 Contabilità f. 1 Contabilità, corrispondenza, allegati contabili vari 1974493 233 Contabilità f. 1 Contabilità 1974494 469 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1974495 275 Contabilità f. 1 Contabilità. 1° Semestre 1974

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496 276 Contabilità f. 1 Contabilità. 2° Semestre 1974497 323 Contabilità f. 1 Documento contabili vari 1974498 474 Contabilità f. 1 Amministrazione dell’azienda S. Pastore 1975499 274 Contabilità f. 1 Ricevute, fatture, mandati ecc. 1975500 235 Contabilità f. 1 Schede dei buoni utilizzati per i fornitori 1976-1978501 252 Contabilità f. 1 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1976-1977502 228 Contabilità f. 1 Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 1° semestre 1977503 229 Contabilità f. 1 Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 2° semestre 1977504 522 Contabilità f. 1 Amministrazione azienda S. Pastore 1977505 523 Contabilità f. 1 Documenti contabili 1977506 159 Contabilità f. 1 Contabilità 1978507 161 Contabilità f. 1 Contabilità - Bollettini, ricevute ecc. 1979

CORRISPONDENZA

508 282 Corrispondenza f. 1 Bollettari di carico delle macchine agrarie 1922508 282 Corrispondenza f. 2 Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale 1926

di Genetica per la Cerealicoltura508 282 Corrispondenza f. 3 Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale 1926

di Genetica per la Cerealicoltura508 282 Corrispondenza f. 4 Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale 1926

di Genetica per la Cerealicoltura508 282 Corrispondenza f. 5 Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale 1926

di Genetica per la Cerealicoltura509 506 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1948510 190 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza. Registro protocollo corrispondenza, 1950

Amministrazione511 167 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1951512 166 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1952513 194 Corrispondenza f. 4 Buoni di prelevamento 1952513 194 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1950513 194 Corrispondenza f. 2 Registro protocollo corrispondenza 1950513 194 Corrispondenza f. 3 Registro protocollo corrispondenza 1951514 518 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1952515 186 Corrispondenza f. 2 Corrispondenza 1953515 186 Corrispondenza f. 1 Acquisto campo di Leonessa 1953516 218 Corrispondenza f. 2 Registro protocollo corrispondenza 1953516 218 Corrispondenza f. 3 Registro protocollo corrispondenza 1954516 218 Corrispondenza f. 4 Registro protocollo corrispondenza 1956

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516 218 Corrispondenza f. 1 Bollette movimento bestiame 1962-1963517 176 Corrispondenza f. 2 Corrispondenza 1955517 176 Corrispondenza f. 1 Bollettini vari e “prontuari vecchi” 1950-1955518 446 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1957519 199 Corrispondenza f. 3 Ricevute e allegati contabili vari 1958519 199 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1958510 199 Corrispondenza f. 2 Registro protocollo corrispondenza 1958520 499 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1959521 515 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1960522 173 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1962-1966523 497 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1962524 511 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1963525 169 Corrispondenza f. 2 Corrispondenza 1964525 169 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1963525 169 Corrispondenza f. 3 Corrispondenza 1965526 507 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1964527 198 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1965528 505 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1966529 165 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1967530 471 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1967531 157 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1968532 509 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1968533 516 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza e protocollo di corrispondenza 1969534 227 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1971535 254 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1972-1975536 270 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1976537 273 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza in partenza 1976538 253 Corrispondenza f. 1 Corrispondenza 1977-1978539 273 Corrispondenza f. 2 Corrispondenza in arrivo 1976539 273 Corrispondenza f. 3 Corrispondenza in partenza 1977539 273 Corrispondenza f. 4 Corrispondenza in arrivo 1977

PATRIMONIO

540 454 Patrimonio f. 1 Magazzino centrale 1937541 163 Patrimonio f. 1 Controllo trebbie. Bollettari. Zona tipica 1939542 538 Patrimonio f. 1 Polizze in vigore 1940-1947543 215 Patrimonio f. 1 Bestiame delle aziende. Registri, bollette ecc. 1946-1970544 538 Patrimonio f. 2 Progetto elettrificazione Colle S. Pastore, Ara grange e Piedifiume 1947

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544 538 Patrimonio f. 3 Appalto lavori di costruzione di due fabbricati colonici 1947a Colle S. Pastore

545 422 Patrimonio f. 1 Riparazione nuova serra 1948-1952545 422 Patrimonio f. 1 Progetti vari 1949-1951545 422 Patrimonio f. 1 Progetto e pratica per il consolidamento di un argine 1951

del fiume Velino 545 422 Patrimonio f. 1 Progetto per la riparazione di una casa colonica dell’azienda 1952545 422 Patrimonio f. 1 Progetto per l’adattamento a due alloggi dell’abitazione del direttore 1952545 422 Patrimonio f. 1 Pratica acquisto terreno a Sella di Corno 1959546 485 Patrimonio f. 2 Progetto per il completamento della costruzione della 1949

nuova serra annessa alla stazione sperimentale547 537 Patrimonio f. 3 Corrispondenza varia 1949547 537 Patrimonio f. 2 Giornale magazzino 1949547 537 Patrimonio f. 1 Inventario beni mobili 1950547 537 Patrimonio f. 4 Gara d’appalto per l’elettrificazione del Colle S. Pastore, 1951

Ara Grande e Piedifiume547 537 Patrimonio f. 5 Pratica impianto di irrigazione 1951547 537 Patrimonio f. 7 Progetto di trasformazione di due casali di colle S. Pastore 1953547 537 Patrimonio f. 8 Statuto del Consorzio provinciale tra conduttori monta taurina 1954547 537 Patrimonio f. 6 Personale delle case coloniche 1957-1958548 231 Patrimonio f. 1 Schede movimento bestiame 1956-1968548 247 Patrimonio f. 1 Relazioni varie dell’azienda agricola di Rieti 1959-1974549 485 Patrimonio f. 1 Progetto per la costruzione della chiesa 1967

“S. Francesco” sul colle S. Pastore550 719 Personale f. 1 Documenti vari riguardanti Alfredo Simeoni, ricevute, 1912

agende, fotografie, corrispondenza e registri.Simeoni fu dipendente della Stazione sperimentale fin dal 1912prima come sottocapo coltivatore e quindi come contabile

551 221 Personale f. 1 Indennità di missione 1919-1938552 269 Personale f. 1 Contabilità. Pratiche varie 1919553 268 Personale f. 1 Contabilità. Mandati di pagamento 1920554 478 Personale f. 1 Libretti settimanali degli operai dell’azienda S. Pastore 1927-1937555 256 Personale f. 1 Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli 1929-1932556 257 Personale f. 1 Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli 1933-1943557 262 Personale f. 1 Personale. Note spese operai 1933-1940558 534 Personale f. 1 Stato famiglia operai, composizione famiglie coloniche, 1936-1956

libri paga operai e libro matricola559 265 Personale f. 1 Personale. Schede individuali, fascicoli vari 1942-1950560 225 Personale f. 1 Azienda S. Pastore. Gestione personale, bestiame, 1947

macchine agrarie ecc.

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561 477 Personale f. 1 Libretti di lavoro e libretti delle famiglie coloniche 1950-1970562 260 Personale f. 1 Indennità di missione, pratiche varie personale 1952-1960563 261 Personale f. 2 Richieste mensili di autorizzazione alle spese 1957-1969563 261 Personale f. 1 Personale. Contributi SCAU. 1965-1970564 234 Personale f. 1 Schede individuali del personale avventizio 1961-1964

impiegato nelle aziende agrarie565 213 Personale f. 1 Personale. Indennità di missioni 1962-1968566 407 Personale f. 1 Personale e contabilità varia 1966-1969567 154 Personale f. 1 Fascicoli e documenti vari relativi al personale 1968568 155 Personale f. 1 Fascicoli e documenti vari relativi al personale 1968569 266 Personale f. 1 Contabilità. Mandati di pagamento 1968570 267 Personale f. 1 Contabilità. Conto consuntivo 1968571 236 Personale f. 3 Tariffe operai 1974571 236 Personale f. 2 Posizioni assicurative 1978-1984572 255 Personale f. 1 Pratiche varie operai 1975573 284 Personale f. 1 Contabilità personale e varia 1975574 411 Personale f. 1 Personale e fascicoli contabili 1975575 236 Personale f. 1 Domande di affitto delle colonie dell’azienda. 1976-1983

Vertenze Gentile - Leoni ecc.576 237 Personale f. 1 Personale 1976577 283 Personale f. 1 Contabilità personale e varia 1976

REGISTRI

578 582 Reg. Libro mastro 1912579 696 Reg. Giornale di cassa Stazione Sperimentale di Rieti 1912-1913580 583 Reg. Libro mastro 1913-1916581 584 Reg. Libro mastro 1915-1918582 598 Reg. Libro giornale di cassa 1916-1922583 577 Reg. Libro mastro 1918584 578 Reg. Libro mastro 1 1919-1920585 678 Reg. Libro magazzino di Rieti 1920-1922586 646 Reg. Libro magazzino di Rieti 1921-1929587 679 Reg. Libro magazzino di Rieti 1923-1925588 576 Reg. Libro mastro 1924-1926589 645 Reg. Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa 1926-1945690 648 Reg. Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa 1926-1945691 680 Reg. Libro magazzino di Rieti 1926-1927

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692 550 Reg. Libro giornale di cassa 1927-1928693 658 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1927694 601 Reg. Spese generali 1928695 604 Reg. Registri contabili dell’azienda S. Pastore 1928696 681 Reg. Libro magazzino di Rieti 1928-1930697 688 Reg. Libro magazzino Centrale 1928-1929698 560 Reg. Libro mastro 1929699 581 Reg. Libro mastro 1929-1931700 605 Reg. Registri contabili dell’azienda S. Pastore 1929701 659 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1929702 563 Reg. Libro mastro 1930703 647 Reg. Libro magazzino di Rieti 1930-1939704 668 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1930705 689 Reg. Libro magazzino Centrale 1930-1931706 551 Reg. Libro giornale di cassa 1931-1932707 649 Reg. Libro magazzino di Rieti 1931-1935708 660 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1931709 669 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1931710 682 Reg. Libro magazzino di Rieti 1931-1933711 670 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1932712 690 Reg. Libro magazzino Centrale 1932-1933713 552 Reg. Libro giornale di cassa 1933714 652 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1933-1936715 671 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1933-1934716 553 Reg. Libro giornale di cassa 1934717 683 Reg. Libro magazzino di Rieti 1934-1936718 691 Reg. Libro magazzino Centrale 1934-1935719 554 Reg. Libro giornale di cassa 1935720 672 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1935-1936721 555 Reg. Libro giornale di cassa 1936722 692 Reg. Libro magazzino Centrale 1936-1937723 556 Reg. Libro giornale di cassa 1937724 653 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1937-1938725 673 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1937-1938726 684 Reg. Libro magazzino di Rieti 1937-1938727 561 Reg. Libro mastro 1938728 693 Reg. Libro magazzino Centrale 1938-1939729 698 Reg. Libro mastro 1938730 557 Reg. Libro giornale di cassa 1939

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731 654 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1939-1940732 674 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1939-1940733 685 Reg. Libro magazzino di Rieti 1939-1941734 558 Reg. Libro giornale di cassa 1940735 650 Reg. Libro magazzino di Rieti 1940-1945736 694 Reg. Libro magazzino Centrale 1940-1942737 559 Reg. Libro giornale di cassa 1941738 655 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1941-1942739 675 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1941-1942740 569 Reg. Libro mastro 1942741 686 Reg. Libro magazzino di Rieti 1942-1943742 568 Reg. Libro mastro 1943743 656 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1943-1944744 676 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1943-1945745 695 Reg. Libro magazzino Centrale 1943-1945746 562 Reg. Libro mastro 1944747 687 Reg. Libro magazzino di Rieti 1944-1945748 570 Reg. Libro mastro 1945749 565 Reg. Libro mastro 1946750 657 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1946751 566 Reg. Libro mastro 1947752 677 Reg. Prima nota magazzino centrale di Rieti 1947753 572 Reg. Libro mastro 1948754 661 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1948755 573 Reg. Libro mastro 1949756 662 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1949757 575 Reg. Libro mastro 1950758 600 Reg. Registro delle spese eseguite sulle aperture di credito 1950-1958759 663 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1950760 571 Reg. Libro mastro 1951761 664 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1951762 697 Reg. Libro spese 1951-1952763 574 Reg. Libro mastro 1952764 665 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1952765 567 Reg. Libro mastro 1953766 666 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1953767 564 Reg. Libro mastro 1954768 667 Reg. Prima nota azienda S. Pastore 1954769 594 Reg. Libro magazzino Centrale 1955-1972

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770 595 Reg. Libro giornale di cassa 1955-1960771 636 Reg. Libro anticipazioni e spese 1955-1960772 639 Reg. Libro anticipazioni e spese 1955-1960773 593 Reg. Libro magazzino Centrale 1956-1965774 596 Reg. Libro giornale di cassa 1956-1961775 597 Reg. Partitari 1958-1964776 579 Reg. Libro mastro 1961-1963777 607 Reg. Libro prima nota 1961-1970778 635 Reg. Registro dei conti entrata fecondazione artificiale 1961-1972779 637 Reg. Libro anticipazioni e spese 1961-1966780 640 Reg. Libro anticipazioni e spese 1961-1966781 580 Reg. Libro mastro 1965782 642 Reg. Registri contabili dell’azienda S. Pastore 1967-1974783 643 Reg. Registri contabili dell’azienda S. Pastore 1967784 638 Reg. Libro anticipazioni e spese 1969785 641 Reg. Libro anticipazioni e spese 1970786 599 Reg. Libro paga 1973787 644 Reg. Registri contabili dell’azienda S. Pastore 1973-1977788 700 Reg. Libro magazzino di Rieti 1973-1975789 701 Reg. Registro acquisti 1973790 611 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1912-1915791 612 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1917792 699 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1919793 613 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1920-1921794 614 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1922-1923795 615 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1924796 616 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1925797 628 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1927-1928798 629 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1929799 630 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1930800 632 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1931801 627 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1932802 603 Reg. Protocolli riservati 1932-1942803 626 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1933804 625 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1934805 631 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1935806 624 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1936807 633 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1936808 623 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1938

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809 617 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1939810 618 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1940811 619 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1941812 620 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1942813 621 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1943-1945814 622 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1946-1949815 703 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1954816 609 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1959-1961817 610 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1963-1966818 634 Reg. Registro di protocollo della corrispondenza 1972-1978819 585 Reg. Registri osservazioni pluviometriche 1904-1939820 586 Reg. Registri osservazioni pluviometriche 1910-1912821 591 Reg. Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione 1922-1927822 587 Reg. Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento 1926-1930823 608 Reg. Registri delle sperimentazioni delle patate a Rieti e Leonessa 1928824 592 Reg. Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione 1928-1937825 589 Reg. Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione 1931-1932826 588 Reg. Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento 1931-1939827 590 Reg. Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione 1933-1941828 606 Reg. Registri delle sperimentazioni delle bietole a Rieti e Leonessa 1953-1963829 602 Reg. Giornale di entrata e uscita dei beni mobili 1953830 651 Reg. Registro sperimentazioni patate Rieti e Leonessa 1955-1966831 704 Reg. Sperimentazione orzo e avena 1959-1961832 702 Reg. Libro Sperimentazione Mais 1973

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