CENTRALE DEL LATTE DI BRESCIA La rivoluzione in bottiglia · di Kw che consuma in un anno sono di...

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Eventi Lunedì 16 Maggio 2011 18 Agroalimentare d’eccellenza O ttant’anni molto ben por- tati. È riuscita ad essere strategicamente innovativa in un settore che più maturo non si può, quello del latte, puntando su tecnologia ed estetica che hanno trainato felici intuizioni, ancorandosi a solide basi: una materia prima di primissima qualità, rigoro- samente italiana. Così la Centrale del latte di Brescia è riuscita dal 1996 ad oggi a più che raddoppiare i ricavi netti, da 23 a 50 milioni, e a superare le “colonne d’Er- cole” dell’hinterland bresciano per essere oggi un marchio che per il 35% si proietta fuo- ri provincia, al Centro Nord e all’estero, con la produzione per esempio di mascarpone per conto terzi. Non che prima di quell’anno non avesse una storia di prestigio, tutt’altro, ma quella data segna il passag- gio da società “in economia” a società per azioni ancorché a capitale pubblico: il 93% lo de- tiene il Comune, il 3% la Cciaa e l’1% la Provincia di Brescia. La Spa regala una notevole au- tonomia anche se con l’onere di guadagnarsi sul mercato il proprio domani. La sfida ha funzionato, tanto che la Cen- trale distribuisce dividendi ai suoi soci. Insomma, un pubblico che funziona e che, per non la- sciarsi fagocitare tra quelli che erano allora due colossi limi- trofi in costante espansione, ha cercato di differenziarsi in orizzontale (oggi la commer- cializzazione delle insalate è il secondo prodotto di pun- ta dopo il latte), ma anche in verticale, dando nuovo valore al core business di sempre, il latte. “È nel 2000 che avviene la vera svolta - spiega il diret- tore generale, Andrea Barto- lozzi, entrato in Centrale nel momento della trasformazio- ne societaria -. Negli anni in cui imperava il contenitore di poliaccoppiati decidemmo che il luogo naturale per un liquido era la bottiglia, quella di Pet. Ciò significò una rivo- luzione copernicana, perché da acquirenti del contenitore diventammo produttori dello stesso, acquistando le soffiatri- ci per le bottiglie e creando in pratica un’azienda nell’azien- da”. A debuttare in bottiglia fu il latte fresco. Nel 2004 il passo successivo e cioè il tra- sferimento in bottiglia di Pet anche del latte a lunga conser- vazione. “Siamo stati i primi al mondo - ricorda Bartolozzi -. Ed anziché metterci sopra la semplice etichetta, ‘vestimmo’ l’intera bottiglia, regalando un bel colpo d’occhio”. La mossa fu apprezzata, visto che già in poco tempo le vendite sono salite del 20%. La capacità di investimento in tecnologia e di saper anticipare i tempi con scelte indovinate hanno fatto sì che la Centrale del latte di Brescia, oltre a produrre con il proprio marchio, si sia potuta dedicare alla produzione per conto terzi, che oggi riguarda un 40% del latte a lunga con- servazione. Il percorso evolutivo, però, non è terminato e solo un an- no dopo, nel 2005, la Centrale è partita con la produzione del latte microfiltrato. “Una pre- ziosa via di mezzo - sottolinea il direttore -, perché unisce la durata, quello della Centrale 20 giorni, alle proprietà inal- terate del latte fresco”. E ciò perché il latte, dopo essere pastorizzato, e cioè subire un trattamento termico delicato, è sottoposto al processo mec- canico, e non termico, di fil- traggio (elimina spore e batte- ri e lascia passare le molecole). Naturalmente anche questo prodotto ha la sua bottiglia di Pet. La Centrale le ha differen- ziate per consistenza, a secon- da del prodotto che debbono contenere. Latte, panna fresca, mascar- pone, “Yó Gelé” (uno yogurt gelato per le gelaterie) conno- tano la produzione della Cen- trale, che contribuisce al 70% del fatturato. La restante quota è data dalla commercializza- zione di insalate, uova, spre- mute, formaggi molli in una equilibrata differenziazione. La Centrale ha anche una li- nea biologica e tutti i 7 milioni di Kw che consuma in un anno sono di certificata provenienza verde, cioè prodotti con fonti rinnovabili. La tensione all’in- novazione tecnologica conti- nua anche nel 2011, puntando ancor di più all’affinamento in verticale. A dare cioè un valo- re aggiunto al latte, come un alto tasso di digeribilità, per arrivare a target mirati. Anche in questo caso, alle idee corri- sponderanno nuovi impianti per realizzarle. U n nuovo tassello nel mercato mondiale per Grandi Pastai Italiani, leader nella produzione di gnocchi di patate, che rafforza il suo posizionamento anche nel mondo della pasta fresca con la recente acquisizione del Raviolificio Bertarini di Se- sto Cremonese, azienda spe- cializzata nella produzione di pasta ripiena fresca e sec- ca, liscia e surgelata. Un Gruppo dalla costitu- zione societaria recente, ma con un’esperienza trentenna- le alle spalle, oltre 50 milio- ni di euro di fatturato, più di 250 addetti impiegati su tre stabilimenti a ciclo continuo, a Correggio e San Martino in Rio, in provincia di Reg- gio Emilia, ed a Sesto ed Uni- ti, in provincia di Cremona; oltre 100 marchi forniti in private label, commercializ- zati in 60 paesi dislocati nei cinque continenti, in Euro- pa, Americhe, Medio Orien- te, Oceania e Nuova Zelan- da ed alcuni paesi dell’Africa. Una forza di Gruppo attual- mente impegnata per il 60% del fatturato sui mercati in- ternazionali e per il restante 40% su territorio nazionale. L’acquisizione del Raviolifi- cio Bertarini e l’incremen- to di valore nel mercato del- la pasta fresca non arriva per caso: “È l’azione necessaria per un rafforzamento pro- duttivo del gruppo nel ri- spetto della specifica visio- ne strategica di allargamento del mercato, enucleata circa cinque anni fa con obiettivo di crescita e miglioramento - spiega Vanes Fontana, am- ministratore delegato del Gruppo -. Con le azioni con- dotte negli ultimi anni ed in modo particolare nell’ulti- mo periodo, si deve dare atto che il Gruppo ha, con la re- cente acquisizione, compiu- to un ulteriore e importante passo avanti nel consolida- mento dei propri obiettivi, dimostrando tangibilmen- te l’impegno, le volontà di- chiarate e le forti potenziali- tà che sta esprimendo; oggi si conferma player di prima- rio rilievo nel proprio setto- re e rafforza la sua posizione di importanza internaziona- le anche nel comparto del- la pasta fresca. “Il segreto del successo sta nella forza del Gruppo, nella qualità dei no- stri prodotti, nel servizio at- tento e puntuale ed, in modo particolare, nella dedizione delle persone che ci lavorano e lo costituiscono - afferma Fontana -. Forte di 30 anni di storia, il Gruppo Grandi Pastai Italiani produce, di- stribuisce e vende una pro- fonda gamma di referenze che vanno dalla famiglia del- le paste fresche ripiene, alle paste lisce; dalle paste di se- mola agli gnocchi; ai primi piatti pronti. Il tutto sotto l’egida di un serrato controllo di cia- scuna fase di produzio- ne, della selezione accurata delle materie prime, dell’uti- lizzo di attrezzature tecno- logiche d’avanguardia; con particolare attenzione ad una sviluppata e competen- te Ricerca&Sviluppo costan- temente finalizzata a trova- re soluzioni innovative che rispondano ai gusti dei con- sumatori d’oggi ed alle ri- chieste della distribuzione moderna sempre più esigen- ti. Innovazione e capacità di ricettare prodotti in gra- do di soddisfare tutte le fa- sce di consumatori, un ser- vizio a tutto tondo che nasce dall’ascolto delle singole ri- chieste e necessità, la capaci- tà di rispondere on demand in maniera efficiente e tem- pestiva. Un modo operativo suffragato dalle certificazio- ni di Processo e Qualità, ri- gide e severe, riconosciute a livello internazionale. Tutto quanto sta dimostrando qua- li siano i tratti distintivi con cui Grandi Pastai Italiani si muove nel mercato mondia- le, che comunque si presen- ta articolato e complesso. Il Gruppo è riuscito, negli ulti- mi anni, ad ottenere risultati di eccellenza in un settore di mercato che ha portato la pa- sta fresca, tradizionalmente esclusiva dell’area nazionale, ad operare in un’area globa- lizzata, superando le tradi- zionali barriere di qualità, di prezzo, di logistica; divenen- do un vanto della produzio- ne italiana. Ex raviolificio Bertarini La sede del gruppo Grandi Pastai Italiani Il gruppo leader nella produzione di gnocchi è sulle tavole di tutto il mondo Grandi Pastai Italiani prosegue la sua strategia di crescita con l’acquisizione del Raviolificio Bertarini Da sinistra, il latte fresco Alta Qualità intero, il latte Microfiltrato pastorizzato parzialmente scremato a ridotto contenuto di lattosio e il latte Uht a lunga conservazione parzialmente scremato La Centrale del latte di Brescia ■■ CENTRALE DEL LATTE DI BRESCIA / Un realtà in crescita che distribuisce dividendi ai soci La rivoluzione in bottiglia I contenitori sono differenziati per consistenza in base al prodotto

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EventiLunedì 16 Maggio 201118 Agroalimentare d’eccellenza

Ottant’anni molto ben por-tati. È riuscita ad essere

strategicamente innovativa in un settore che più maturo non si può, quello del latte, puntando su tecnologia ed estetica che hanno trainato felici intuizioni, ancorandosi a solide basi: una materia prima di primissima qualità, rigoro-samente italiana. Così la Centrale del latte di Brescia è riuscita dal 1996 ad oggi a più che raddoppiare i ricavi netti, da 23 a 50 milioni, e a superare le “colonne d’Er-cole” dell’hinterland bresciano per essere oggi un marchio che per il 35% si proietta fuo-ri provincia, al Centro Nord e all’estero, con la produzione per esempio di mascarpone per conto terzi. Non che prima di quell’anno non avesse una storia di prestigio, tutt’altro, ma quella data segna il passag-gio da società “in economia” a società per azioni ancorché a capitale pubblico: il 93% lo de-tiene il Comune, il 3% la Cciaa e l’1% la Provincia di Brescia. La Spa regala una notevole au-tonomia anche se con l’onere di guadagnarsi sul mercato il proprio domani. La sfida ha funzionato, tanto che la Cen-

trale distribuisce dividendi ai suoi soci. Insomma, un pubblico che funziona e che, per non la-sciarsi fagocitare tra quelli che erano allora due colossi limi-trofi in costante espansione, ha cercato di differenziarsi in orizzontale (oggi la commer-cializzazione delle insalate è il secondo prodotto di pun-ta dopo il latte), ma anche in verticale, dando nuovo valore

al core business di sempre, il latte. “È nel 2000 che avviene la vera svolta - spiega il diret-tore generale, Andrea Barto-lozzi, entrato in Centrale nel momento della trasformazio-ne societaria -. Negli anni in cui imperava il contenitore di poliaccoppiati decidemmo che il luogo naturale per un liquido era la bottiglia, quella di Pet. Ciò significò una rivo-luzione copernicana, perché

da acquirenti del contenitore diventammo produttori dello stesso, acquistando le soffiatri-ci per le bottiglie e creando in pratica un’azienda nell’azien-da”. A debuttare in bottiglia fu il latte fresco. Nel 2004 il passo successivo e cioè il tra-sferimento in bottiglia di Pet anche del latte a lunga conser-

vazione. “Siamo stati i primi al mondo - ricorda Bartolozzi -. Ed anziché metterci sopra la semplice etichetta, ‘vestimmo’ l’intera bottiglia, regalando un bel colpo d’occhio”. La mossa fu apprezzata, visto che già in poco tempo le vendite sono salite del 20%. La capacità di investimento in tecnologia e di saper anticipare i tempi con scelte indovinate hanno fatto sì che la Centrale del latte di Brescia, oltre a produrre con il proprio marchio, si sia potuta dedicare alla produzione per conto terzi, che oggi riguarda un 40% del latte a lunga con-servazione. Il percorso evolutivo, però, non è terminato e solo un an-

no dopo, nel 2005, la Centrale è partita con la produzione del latte microfiltrato. “Una pre-ziosa via di mezzo - sottolinea il direttore -, perché unisce la durata, quello della Centrale 20 giorni, alle proprietà inal-terate del latte fresco”. E ciò perché il latte, dopo essere pastorizzato, e cioè subire un trattamento termico delicato, è sottoposto al processo mec-canico, e non termico, di fil-traggio (elimina spore e batte-ri e lascia passare le molecole). Naturalmente anche questo prodotto ha la sua bottiglia di Pet. La Centrale le ha differen-ziate per consistenza, a secon-da del prodotto che debbono contenere.Latte, panna fresca, mascar-pone, “Yó Gelé” (uno yogurt gelato per le gelaterie) conno-tano la produzione della Cen-trale, che contribuisce al 70% del fatturato. La restante quota è data dalla commercializza-zione di insalate, uova, spre-mute, formaggi molli in una equilibrata differenziazione. La Centrale ha anche una li-nea biologica e tutti i 7 milioni di Kw che consuma in un anno sono di certificata provenienza verde, cioè prodotti con fonti rinnovabili. La tensione all’in-novazione tecnologica conti-nua anche nel 2011, puntando ancor di più all’affinamento in verticale. A dare cioè un valo-re aggiunto al latte, come un alto tasso di digeribilità, per arrivare a target mirati. Anche in questo caso, alle idee corri-sponderanno nuovi impianti per realizzarle.

Un nuovo tassello nel mercato mondiale per

Grandi Pastai Italiani, leader nella produzione di gnocchi di patate, che rafforza il suo posizionamento anche nel mondo della pasta fresca con la recente acquisizione del Raviolificio Bertarini di Se-sto Cremonese, azienda spe-cializzata nella produzione di pasta ripiena fresca e sec-ca, liscia e surgelata.Un Gruppo dalla costitu-zione societaria recente, ma con un’esperienza trentenna-le alle spalle, oltre 50 milio-ni di euro di fatturato, più di 250 addetti impiegati su tre stabilimenti a ciclo continuo, a Correggio e San Martino in Rio, in provincia di Reg-gio Emilia, ed a Sesto ed Uni-ti, in provincia di Cremona; oltre 100 marchi forniti in private label, commercializ-zati in 60 paesi dislocati nei cinque continenti, in Euro-pa, Americhe, Medio Orien-te, Oceania e Nuova Zelan-da ed alcuni paesi dell’Africa. Una forza di Gruppo attual-mente impegnata per il 60%

del fatturato sui mercati in-ternazionali e per il restante 40% su territorio nazionale.L’acquisizione del Raviolifi-cio Bertarini e l’incremen-to di valore nel mercato del-la pasta fresca non arriva per caso: “È l’azione necessaria per un rafforzamento pro-duttivo del gruppo nel ri-spetto della specifica visio-ne strategica di allargamento del mercato, enucleata circa

cinque anni fa con obiettivo di crescita e miglioramento - spiega Vanes Fontana, am-ministratore delegato del Gruppo -. Con le azioni con-dotte negli ultimi anni ed in modo particolare nell’ulti-mo periodo, si deve dare atto che il Gruppo ha, con la re-cente acquisizione, compiu-to un ulteriore e importante passo avanti nel consolida-mento dei propri obiettivi,

dimostrando tangibilmen-te l’impegno, le volontà di-chiarate e le forti potenziali-tà che sta esprimendo; oggi si conferma player di prima-rio rilievo nel proprio setto-re e rafforza la sua posizione di importanza internaziona-le anche nel comparto del-la pasta fresca. “Il segreto del successo sta nella forza del Gruppo, nella qualità dei no-stri prodotti, nel servizio at-tento e puntuale ed, in modo particolare, nella dedizione delle persone che ci lavorano e lo costituiscono - afferma Fontana -. Forte di 30 anni di storia, il Gruppo Grandi Pastai Italiani produce, di-stribuisce e vende una pro-fonda gamma di referenze che vanno dalla famiglia del-le paste fresche ripiene, alle paste lisce; dalle paste di se-

mola agli gnocchi; ai primi piatti pronti. Il tutto sotto l’egida di un serrato controllo di cia-scuna fase di produzio-ne, della selezione accurata delle materie prime, dell’uti-lizzo di attrezzature tecno-logiche d’avanguardia; con particolare attenzione ad una sviluppata e competen-te Ricerca&Sviluppo costan-temente finalizzata a trova-re soluzioni innovative che rispondano ai gusti dei con-sumatori d’oggi ed alle ri-chieste della distribuzione moderna sempre più esigen-ti. Innovazione e capacità di ricettare prodotti in gra-do di soddisfare tutte le fa-sce di consumatori, un ser-vizio a tutto tondo che nasce dall’ascolto delle singole ri-chieste e necessità, la capaci-

tà di rispondere on demand in maniera efficiente e tem-pestiva. Un modo operativo suffragato dalle certificazio-ni di Processo e Qualità, ri-gide e severe, riconosciute a livello internazionale. Tutto quanto sta dimostrando qua-li siano i tratti distintivi con cui Grandi Pastai Italiani si muove nel mercato mondia-le, che comunque si presen-ta articolato e complesso. Il Gruppo è riuscito, negli ulti-mi anni, ad ottenere risultati di eccellenza in un settore di mercato che ha portato la pa-sta fresca, tradizionalmente esclusiva dell’area nazionale, ad operare in un’area globa-lizzata, superando le tradi-zionali barriere di qualità, di prezzo, di logistica; divenen-do un vanto della produzio-ne italiana.

Ex raviolificio Bertarini

La sede del gruppo Grandi Pastai Italiani

Il gruppo leader nella produzione di gnocchi è sulle tavole di tutto il mondoGrandi Pastai Italiani prosegue la sua strategia di crescita con l’acquisizione del Raviolificio Bertarini

Da sinistra, il latte fresco Alta Qualità intero, il latte Microfiltrato pastorizzato parzialmente scremato a ridotto contenuto di lattosio e il latte Uht a lunga conservazione parzialmente scremato

La Centrale del latte di Brescia

■■■ CENTRALE DEL LATTE DI BRESCIA / Un realtà in crescita che distribuisce dividendi ai soci

La rivoluzione in bottigliaI contenitori sono differenziati per consistenza in base al prodotto