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PRESERVARE LA BIODIVERSITÁ TESI DI LAUREA a cura di Desiree Sisto

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PRE S ER VARE L A B IOD I V ER S I T Á

TESI DI LAUREA

a cura diDesiree Sisto

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a Papà perchè ancora ci crede...

a Diego perchè ha tirato fuori il meglio di me

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INDICE

IL SEME Morfologia Lo stato di dormienza delle sementi

ANALISI DEL PROBLEMA L’erosione genetica L’agricoltura intensiva Il controllo del seme Interventi globali per la biodiversità Interventi italiani per la biodiversità L’INTERVENTO PROGETTUALE Dal macro al micro Il PROGETTO Concept Etica progettuale Riferimenti e ispirazioni Rapporto con la tradizione Testimonianze Tecnicha di conservazione dei semi da polpa

SEED CARE Studio della forma Sviluppo Funzionamento Componenti Scelta dei materiali Immagine coordinata

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Il seme è l’organo di propagazione delle spermatofite a cui è affidata la disseminazione delle piante.Deriva dalla trasformazione di un ovulo successivamente alla fecondazione. In genere si sviluppa sulla pianta madre e se ne distacca dopo la maturazione.

Il seme

MORFOLOGIA

Embrione: Riproduce in scala inferiore le parti principali della futura pianta.

Tegumento Nutritivo: Rappresentato dall’endosperma o albume, cellularizzato o meno, carico di sostanze nutritive di riserva. Contiene glucidi, lipidi e proteine.

Tegumento: Protegge le varie parti interne del seme dall’azione diretta degli agenti patogeni esterni, la durezza del tegu-mento varia a seconda delle specie.

Rappresentazione morfologica delle principali parti del seme.

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A maturità il seme entra in una fase di quiescenza o dormienza durante la quale sono sospese tutte le funzioni vitali per essere ripristinate quando si verificano le condizioni favorevoli per la germinazione.Il mantenimento della potenziale vitalità è detto germinabilità. Alcune specie sono in grado di mantenere la germinabilità anche per diversi anni, altre solo per un tempo brevissimo, dell’ordine di poche settimane.Il significato biologico della dormienza dei semi è quello di far superare le condizioni ambientali critiche, in modo che il seme mantenga la germinabilità fino al sopraggiungere delle condizioni favorevoli allo sviluppo della piantina.

LO STATO DI DORMIENZA DELLE SEMENTI

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Analisi del problema

L’EROSIONE GENETICA

La perdita di diversità genetica naturale, dovuta alla distruzione di territori come le foreste tropicali pluviali e all’industrializzazione delle pratiche agricole, costituisce la così detta erosione genetica.Per la metà del prossimo secolo le stime valutano attorno al 25% la perdita di specie vegetali presenti sul pianeta, a causa delle deforestazioni, delle pratiche di monocultura e di controllo delle acque, del superpascolo e dell’urbanizzazione.Inoltre, l’integrazione dei mercati agricoli, l’industrializzazione dell’agricoltura e l’uso di sementi ad alto rendimento hanno portato all’utilizzo di un numero estremamente limitato di varietà vegetali con conseguente perdita progressiva della gran parte delle varietà genetiche caratteristiche delle varie situazioni geografiche.

La ‘’rivoluzione verde’’ operata in paesi come India, Indonesia e Cina, in cui il fabbisogno alimentare costituiva il problema primario, ha permesso di risolvere in parte questo problema, ma il prezzo pagato in termini di e. g. è stato molto elevato: sono state coltivate solo le varietà ad alto rendimento, e tutte le altre, coltivate da millenni, sono state abbandonate e si sono quindi estinte.L’estinzione di tutte queste varietà naturali ha un impatto negativo non soltanto da un punto di vistanaturalistico ma anche da quello applicativo. Le sementi ad alto rendimento vengono prodotte conle tecniche della biotecnologia (in vitro).

Dalla nascita dell’agricoltura, nel Neolitico, circa 10.000 anni fa, fino alla cosiddetta ‘rivoluzione verde’, a partire dal 1944, si è assistito ad un crescente aumento del numero delle varietà coltivate. Di fatto, la ‘rivoluzione verde’ ha in qualche modo ‘modernizzato’ in pochi decenni l’agricoltura, sia facilitando con l’arrivo della meccanizzazione le pratiche agricole, come ad es. l’aratura, sia incrementando fortemente le produzioni con l’uso dei concimi minerali e con nuove varietà più produttive che hanno soppiantando le varietà coltivate nel corso dei secoli precedenti.

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America Centrale e Meridionale COTONE

Africa Meridionale e Orientale FORAGGERE ERBACEE

Regione Africana del Sudan ORIZA GLABERRIMA

Medio Oriente GRANO

Asia Sud-Orientale FRUTTI TROPICALI

Oceania YAM

Inoltre, l’integrazione dei mercati agricoli, l’industrializzazione La perdita di diversità genetica naturale, dovuta alla distruzione di territori come le foreste tropicali pluviali e all’industrializzazione delle pratiche agricole, costituisce la così detta erosione genetica.Per la metà del prossimo secolo le stime valutano attorno al 25% la perdita di specie vegetali presenti sul pianeta, a causa delle deforestazioni, delle pratiche di monocultura e di controllo delle acque, del superpascolo e dell’urbanizzazione.

Rappresentazione geografica delle zone del globo con un maggiore tasso di rischio di erosione genetica

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L’AGRICOLTURA INTENSIVA

L’agricoltura intensiva è la forma di agricoltura che, negli ultimi cinquant’anni, ha assicurato i livelli di produzione più alti al fine di soddisfare le esigenze di una popolazione mondiale in rapida crescita.

Nata nei paesi occidentali, dove erano disponibili i capitali e le tecnologie necessarie allo sviluppo della cosiddetta “Rivoluzione Verde”, ha soddisfatto il bisogno di cibo di molti popoli nel mondo.

Tuttavia si è oggi consapevoli degli elevati costi ambientali che questo tipo di agricoltura ha comportato, in termini di riduzione della biodiversità, degradazione del suolo, inquinamento delle acque e consumo di risorse non rinnovabili.Infatti l’agricoltura intensiva si basa principalmente su due fattori produttivi:• il consumo di ingenti quantità di concimi chimici e fitofarmaci;•l’utilizzo di cultivar selezionate da cui si ottengono piante ad elevata resa.

La diffusione di queste cultivar ha notevolmenteridotto la biodiversità presente nei precedenti sistemi agricoli e la loro uniformità genetica è alla base di una crescente vulnerabilitàalle malattie epidemiche che richiede un continuo utilizzo di presidi sanitari.È chiaro quindi come chi pratica agricoltura intensiva sia altamente dipendente dall’utilizzo di concimi, fitofarmaci e sementi acquistate nel mercato.

250 000 specie vegetali

50 000 specie commestibili

250 specie consumate

Gli effetti dell’agricoltura intensiva, riflesse sul consumatore ultimo.

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L’agricoltura moderna nei paesi sviluppati, ma non solo in quelli, si è basata sulla monocoltura e sulla uniformità: a fronte di un numero di specie vegetali che vivono sul pianeta, stimato intorno a 250.000, delle quali circa 50.000 commestibili, noi ne consumiamo solo circa 250, ma il 90% delle calorie che ingeriamo proviene soltanto da 15 specie e il 60% delle calorie solo da tre (frumento, riso e mais). In queste ultime tre colture il miglioramento genetico ha ridotto drasticamente la variabilità genetica sia tra, che entro varietà.

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l’ENSE impone la registrazione delle sementi, il costo tuttavia è spesso eccessivo.

Il contadino è cosretto ad abbandonare i propri semi, per adottare, sementi già registrate

IL CONTROLLO DEL SEME

Ad aggravare la situazione, vi è stata una progressiva concentrazione del controllo del seme delle colture piú importanti, relativamente, in poche mani: dati del 2008 indicano che 10 ditte controllano il 67% del mercato mondiale del seme, e di queste solo quattro ne controllano il 49%: le stesse quattro che controllano anche il 53% del mercato mondiale dei pesticidi.

Poichè ci sono indicazioni sempre piú frequenti del rapporto tra dieta e malattie nell’uomo, chi controlla il mercato del seme finisce per controllare anche la nostra salute. Infine, gran parte dei programmi di miglioramento genetico sono diventati privati 54 con il risultato che, non solo stiamo perdendo la diversità ma, stiamo perdendo anche il sapere contadino accumulato in migliaia di anni modificando le piante, portandosele dietro nelle loro migrazioni e favorendo il loro adattamento a climi, terreni e usi diversi.

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A causa delle esigenze di mercato e dell’impossibilità nel gestire troppe varietà, il numero delle cultivar si è via via ridotto.Questo processo, nel panorama europeo, è stato agevolato dall’Unione Europea stessa, con l’istituzione del registro dell’Ente Nazionale Sementi Elette (ENSE), nel quale le aziende agricole sono tenute a registrare le cultivar in loro possesso.Il prezzo altissimo dell’iscrizione ha fatto sì che molte imprese minori abbandonassero i propri semi per adottare sementi già registrate.

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Monsanto (USA)

DuPont (USA)

Syngenta (Svizzera)

Groupe Limagra (Francia)

Land O’ Lakes (USA)

KWS AG (Germania)

Bayer (Germania)

Sakata (Giappone)

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Bayer (Germania)

Syngenta (Svizzera)

BASF (Germania)

Dow AgroSciences (USA)

Monsanto (USA)

DuPont (USA)

Makhteshim Agan (Israele)

Nufarm (Australia)

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GRANDI DITTE SEMENTIERE67% del mercato mondiale

GRANDI DITTE DI PESTICIDI89% del mercato mondiale

Dati percentuali delle quote di mercato mondiali

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INTERVENTI GLOBALI PER LA BIODIVERSITÁ

L’approccio delle politiche di intervento pubblico verso l’agro-biodiversità, scaturisce dalla interpretazione che di essa ne dà la teoria economica. L’agrobiodiversità è definita come un bene pubblico al pari del suolo, l’acqua, il clima, ma anche la salute pubblica, il paesaggio, il benessere degli animali, la qualità della vita, ecc. e, quindi, in quanto tale, appartiene a tutta la collettività e non ha un mercato: chi produce agro biodiversità non ne percepisce una remunerazione e chi la richiede non è riconoscibile e non mostra disponibilità a pagare per assicurarsene il consumo. Essa quindi è un bene irrinunciabile, beneficio per l’intera collettività. Nonostante le distorsioni di mercato è oltremodo importante quindi tutelarla così come si fa verso tutti i beni pubblici.

Le Istituzioni Pubbliche, infatti, possono superare le inefficienze del mercato ponendo in essere politiche e strumenti a sostegno della produzione di queste cultivar, azione fondamentale per evitarne la scomparsa.

Con l’avvento delle biotecnologie durante il secolo scorso si è fatta sempre più impellente la necessità da parte dei singoli governi e delle organizzazioni internazionali di stabilire delle norme di regolamentazione atte alla tutela della biodiversità, sia animale e sia vegetale. In particolare, la biodiversità agro-alimentare di molte culture si riteneva potenzialmente minacciata dall’irruzione incontrollata sul mercato degli organismi geneticamente modificati, per i quali la legislazione varia di paese in paese, e in alcuni casi è deregolamentata.

Gli anni novanta del secolo scorso sono stati un decennio importante dal punto di vista della tutela della Biodiversità: il decennio dell’ambiente.Le Nazioni Unite e la Comunità europea hanno adottato diverse iniziative per la salvaguardia delle specie viventi e degli habitat naturali, anche se le basi erano state poste già a partire dai decenni precedenti;

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Convenzione di Ramsar

Convenzione di Washington

Convenzione di Barcellona

Convenzione di Berna

Convenzione di Bonn

Commissione per le risorse genetiche per il cibo e l’agricoltura

Convenzione sulla diversità biologica

Direttiva Habitat 92/43/CEE

Protocollo di Cartagena

1971

1973

1978

1979

1983

1983

1992

1992

2003

le principali iniziative internazionali a favore della biodiversità sono state:

Nell’ambito dei trattati sviluppati dalle Nazioni Unite esiste anche la Convenzione sulla Diversità Biologica, o CBD, adottata a Nairobi, Kenya, il 22 maggio 1992 e che è stata ratificata ad oggi da 192 paesi; Successivamente è stata aperta alla firma dei paesi durante il Summit Mondiale dei Capi di Stato tenutosi a Rio de Janeiro nel giugno 1992 insieme alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ed alla Convenzione contro la Desertificazione, per questo denominate le tre Convenzioni di Rio.

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La problematica della biodiversità ha acquisito via via, negli ultimi decenni anche in Italia, la necessaria considerazione, accompagnata dall’urgenza di definire un’impostazione organica, finalizzata all’elaborazione di una strategia ad hoc. Questa presa di coscienza ha avuto nella Convenzione di Rio de Janeiro e successivamente nel Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura due motori propulsivi fondamentali, che hanno segnato l’inizio di un percorso per la definizione di specifici strumenti di tutela.

Gli step successivi alla Convenzione di Rio de Janeiro,realizzati dall’Italia sono stati:- Ratifica della Convenzione con la Legge n. 124/1994 del 14 febbraio 1994;- impostazione di Linee strategiche e Programma preliminare per l’attuazione della Convenzione in Italia;- vari tentativi di definire un Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse agrario:nel 1996, 1998, 2008;-definizione di una Strategia Nazionale sulla Biodiversità, 2010.

Il Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agrario (PNBA) è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 14 febbraio 2008. Esso nasce con la consapevolezza che in Italia mancano gli strumenti operativi che permettano di:- definire un quadro comune di riferimento nazionale per l’individuazione di criteri, metodologie, definizioni per la tutela delle razze animali e delle varietà vegetali locali o autoctone a rischio di erosione genetica;- rendere confrontabili i risultati ottenuti dalle azioni di identificazione e caratterizzazione;- definire strategie comuni per la conservazione “in situ”, “on farm” ed “ex situ”;- definire e quantificare criteri e indicatori per considerare una razza o varietàlocale “a rischio di estinzione”.

Nella pagina successiva, sono stati riportati gli interventi italiani.

INTERVENTI ITALIANI PER LA BIODIVERSITÁ

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Convenzione di Rio de Janeiro

Piano nazionale sulla Biodiversità

Ratifica della Convenzione di Rio(Legge n. 124/1994)

Conferenza Fao - Roma 3 novembre

Piano nazionale sulla Biodiversità

La Regione di Trento e Bolzano attua il Trattatocon la Legge n. 131/2003

Lo Stato italiano Ratifica del Trattatocon la Legge n. 101/2004

Piano Nazionale sulla Biodiversità Agraria

Definizione di una Strategia Nazionalesulla Biodiversità

1994

1996

1998

2001

2003

2004

2008

2010

1992

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DAL MACRO AL MICRO

L’intervento progettuale

Il problema dell’erosione genetica è stato a lungo dibattuto a livello globale e tutt’ora coinvolge piani d’azione europei, nazionali e regionali. Lo scambio di sementi non è attualmente vincolato dalla legislazione italiana. L’intervento alla base del progetto coinvolge il nucleo familiare, il singolo: preservare la biodiversità e le sementi autoctone con l’introduzione di un artefatto in grado di semplificare queste procedure a livello domestico.

L’opportunità di conservare sementi indoor consentirebbe: - di non acquistare sementi già registrate,

- preservare particolari tipologie di semi caratteristiche del territorio,

- accorciare la filiera agroalimentare, in un processo che coinvolge: conservazione d sementi, autoproduzione, consumo diretto.

- scambiare tali sementi con altri nuclei produttivi, generando vere e proprie comunità indipendenti e autosufficienti.

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Una problematica dibattura a libello globale. Gli interventi compiuti riguardano le banche del seme e le norme di tutela della biodiversità.

L’intervento progettuale proposto coinvolge il singolo nucleo domestico.

Ne consegue l’attivazione di un’attività comunitaria.Una vera piattaforma di scambio: dal micro...si ritorna al macro.

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CONCEPT

Il progetto

Il progetto scaturisce da un’analisi attenta deiI procedimenti adottati in passato per la conservazione dei semi. Tali procedimenti fanno parte infatti di una pratica tradizionale, svolta solitamente nelle antiche fattorie e abitazioni rurali. Le tecniche, che includono pulizia, essiccazione, conservazione e scambio di sementi, vengono ancora oggi praticate da contadini e vivaisti. Ciò che il progetto propone è riportare la tradizione all’interno dei moderni nuclei abitativi con un oggetto semplice da utilizzare.

SeedCare contiene al suo interno, tutto ciò che occorre all’utente per mettere in pratica queste tecniche tradizionali. Così la tradizione e l’autenticità dei prodotti, tornerebbero a far parte dell’ambiente domestico, attivando probabilmente un processo di autoproduzione (dalla conservazione del seme, alla piantumazione, fino al diretto consumo del prodotto), e di una vera e propria rete di scambio.

Seed Care accompagna l’utente verso una corretta conservazione dei semi da polpa, attraverso le fasi di pulitura in umido, essiccazione e catalogazione.

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ETICA PROGETTUALE

Secondo Paolo Tamborrini, autore del libro “Design sostenibile”, l’utilizzo di oggetti che comunicano sostenibilità suggerisce comportamenti più responsabili, e d’altra parte l’oggetto entra nelle nostre vite nel momento in cui c’è una certa sensibilità ad accoglierlo e agisce come agevolatore di quel comportamento.

L’acquisto di un oggetto come Seed Care, non corrisponde all’acquisizione di uno “status symbol”. L’oggetto comunica sostenibilità e semplifica delle azioni, che richiederebbero esperienza e attenzione.

L’idea alla base del progetto nasce dalla proiezione di nuovi nuclei abitativi multifunzionali e autonomi, attenti all’ambiente e all’autenticità del territorio. Un apporto concreto e non radicalista, che suggerisca un nuovo modo di concepire la ricchezza e le risorse dell’ambiente.

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RIFERIMENTI ED ISPIRAZIONI

La forma dell’involucro esterno, caratterizzata da un design organico e sinuoso, riprende la forma dai baccelli naturali all’interno dei quali vengono custodite le sementi. Alcuni baccelli sono caratterizzati da una struttura composta da gusci concentrici, i quali circondano il seme proteggendolo.

La scocca inferiore e le parti interne sono costituite da plastica riciclata opaca. I semi infatti, durante l’esecuzione delle varie fasi, dovranno essere schermati dalle fonti di luce diretta.

La scocca superiore invece è trasparente. tale accorgimento consente all’utente di percepire con immediatezza l’insieme delle parti interne scomponibili. La trasparenza consente inoltre di avere accesso visivo diretto allo stato dei sali riposti nel serbatoio: quando i sali avranno assorbito l’umido all’interno di SeedCare, dovranno essere cambiati.

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RAPPORTO CON LA TRADIZIONE

Sintetizza in un unico oggetto, gli strumenti adoperati per eseguire pratiche di conservazione tradizionali, con lo scopo di incentivare il passaggio

Masserie, abitazioni rurali, all’interno delle quali tali tecniche venivano usate per preservare i raccolti dell’anno successivo.

Nuovo nucleo vitale, autonomo. Autosufficente e sede di autoproduzione. Come una cellula autonoma, all’interno di una piattaforma intelligente.

Dall’antico nucleo rurale

Al moderno nucleo domestico

Il recupero delle vecchie varietà tradizionalmente nasceva dall’opportunità di poter attingere ad un bagaglio culturale enorme che permetteva, come ad esempio per il pomodoro, di ritrovare varietà, la cui coltivazione richiedeva un minor impiego di risorse e energie rispetto alle varietà più commerciali.

Attualmente queste pratiche vengono ancora utilizzate; anche lo scambio di sementi è di vitale importanza per chi conduce un’ attività di produzione agraria. La qualità e la biodiversità vengono preservate dunque da un attività di carattere partecipativo e solidale.

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TESTIMONIANZE

Un breve estratto dell’intervista fatta al sig. Flavio Polo agricoltoredi Presicce, in provincia di Lecce, proprietario dell’azienda agricola “Campolisio”.

Da dove recuperate i semi?

[F.P.] Li stiamo recuperando da altri contadini. Facciamo un minimo di ricerca storica, cioè chiediamo da dove vengono, chi li aveva, se li aveva il nonno, il bisnonno, se per caso li hanno persi e poi li riprendano, non da un altro contadino ma dai negozi che vendono piantine, quindi manca la certezza della varietà. Per fortubiodiversità, semi e identità del territorio 47na, il recupero dei semi era radicato nelle vecchie generazioni, nella generazione di mia nonna in particolare, pertanto si vanno a trovare tutti i contadini che hanno 70, 80 anni, alcuni di loro riescono ad andare ancora in campagna e riescono a conservare e coltivare la loro selezione di semi. Con questo sistema siamo riusciti a ritrovare il contadino di San Nicola di Lecce che ci ha fornito i ‘piselli di San Nicola’, un altro i ‘cucumarazzi’, che voi a Bari chiamate ‘caroselli’, un altro i ‘mugnoli’. È un lavoro di passaparola, si chiede e si arriva al recupero dei semi, si fa una vera e propria ricerca in questo campo. Per fortuna c’è ancora qualcuno che ha messo da parte i semi.

Chi ha i semi, li cede?

[F.P.] Si. I contadini sono abituati a darli. La generazione vecchia è abituata a scambiare i semi, li hanno sempre scambiati, nessuno ha mai difficoltà a regalarteli. Anche perché non costa niente darli. E poi, il fatto di scambiarli e di moltiplicarli dà la possibilità di evitare la perdita dei semi stessi; se io ti cedo il seme, tu l’anno prossimo ne produci in quantità doppia o tripla, e garantisci un minimo del tuo seme anche a me. Se succede che a me va male, o a te va male, c’è altra gente che ha questa risorsa genetica, quindi, il rischio di perderlo è minore.

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Ma accanto alla diffusione bisogna considerare la selezione. Non si è sicuri che tutti quelli a cui si dà il seme riescano a fare una selezione accurata del prodotto, cioè in definitiva del seme. Si possono commettere errori, come ad esempio avere incroci indesiderati, spesso perché non si hanno le conoscenze adeguate per fare questo tipo di riproduzione da soli. Alcune specie di ortaggi sono più semplici da questo punto di vista, altre molto più complicate.

Con il PSR (Il Programma di Sviluppo Rurale per la Puglia 2007-2013. n.d.r.) si sta facendo un bando per progetti integrati per la biodiversità, che facciano lacaratterizzazione genetica, la conservazione, ma anche la ricerca storica e l’esplorazione nelle campagne, una serie di attività che servono per far conoscere molte altre varietà che oggi esistono sul territorio pugliese, con l’obiettivo di avere una maggiore conoscenza ed una idea più precisa di una strategia che si può realizzare per tutelare le varietà antiche a rischio di estinzione.

[F.P.] Va bene, siamo d’accordo, ma è giusto anche parlare della fruizione di questa mappatura da parte degli agricoltori che vogliono, recuperare, conservare questa biodiversità.

In conclusione, è importante e urgente per territori come il mio recuperare le vecchie tradizioni e farle passare come sono, pure in un contesto attuale.L’azienda agricola era un piccolo nucleo polifunzionale dove c’era tutto. I sistemi dell’iper-confezionato, dell’iper-specializzato, non più aperti e connessi al territorio, ma chiusi e dipendenti dalla distribuzione, hanno fatto scomparire questo nucleo polifunzionale. Noi percorriamo questa strada, quella di una battaglia culturale per riproporre la biodiversità dei prodotti,delle tradizioni, delle identità.

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TECNICA DI CONSERVAZIONE PER I SEMI DA POLPA

Nella fase estrattiva è necessario raccogliere i semi dal frutto maturo tagliandolo a metà con un coltello, utilizzando solitamente un opportuno cucchiaino da caffè.Rimuovere la polpa, togliendo sia i semi che la sostanza gelatinosa che li circonda.

Riporre il tutto in una tazza o altro contenitore pulito. Non c’è bisogno di separare i semi dalla gelatina dato che questo avverrà naturalmente più tardi durante il processo di fermentazione.

Versare dell’acqua nel contenitore fino a ricoprire completamente i semi.

Necessario è successivamente coprire il contenitore con un tovagliolo di carta, un canovaccio o della pellicola trasparente per alimenti, lasciando una piccola fessura in modo che l’aria circoli liberamente attivando la fase di fermentazione.

Durante questa fase i semi si separeranno naturalmente dalla polpa circostante. I semi marci, o non più in grado di germinare saliranno a galla. I semi in grado di germinare si raccoglieranno invece in un corpo di fondo.

Utilizzando lo stesso canovaccio o tovagliolo di carta, setacciare i semi, eliminando l’acqua all’interno del boccaccio.

Asciugare i semi, eliminando l’acqua in eccesso, tamponandoli con della carta. Per eliminare del tutto l’umidità in essi contenuta, lasciare essiccare i semi per qualche giorno, in un luogo fresco e asciutto.

Pronti per la conservazione i semi dovranno essere etichettati e riposti in un luogo non esposto a fonti dirette di luce.

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SeedCare

STUDIO DELLA FORMA

PROTEZIONE

AREAZIONE

IMPERMEABILITÁ

OPACITÁ-TRASPARENZA

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ERGONOMIA

STABILITÁ DEL CONTENUTO

LEGGEREZZA

FORMA ORGANICA

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SVILUPPO

SeedCare

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C 34 M 28Y 50 K 0

C 50 M 38Y 41 K 3

C 26 M 15Y 36 K 0

Scocca inferiore e parti interne

Scocca superiore esterna

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FUNZIONAMENTO

La prima fase è quella di estrazione. Utilizzando l’apposito beccuccio sarà possibile estrapolare dall’ortaggio i semi e la gelatina circostante.

Raccolti i semi all’interno del contenitore centrale, si potrà proseguire con la fase successiva. Ricoprendo i semi prelevati con dell’acqua, è possibile attivare la fase di fermentazione;

L’oggetto è suddiviso in parti smontabili, ciascuna delle quali è adibita ad una determinata funzione nel procedmento di estrazione, pulitura e conservazione delle sementi.

Le componenti Estrazione Fermentazione

0.1L’oggetto è completamente smontabile e lavabile.

1.1 Per estrarre i semi, è necessario prima, separare il tappo-setaccio dall’ampolla sottostante congiungere ad essa il beccuccio.

2-1E’ possiile riporre il contenitore interno direttamente sotto il getto d’acqua, separandolo dall’ampolla esterna

SeedCare

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Applicando all’ampolla l’apposito tappo-setaccio, è possibile passare alla fase successiva, durante la quale verranno eliminate l’acqua e la gelatina, trattenendo nel contenitore i semi raccolti.

Successivamente i semi raccolti, dovranno essere praparati alla conservazione, eliminando il tasso di umidità in essi contenuto.Per velocizzare la deumidificazione dei semi, è necessario riporre all’interno dell’ampolla esterna del sale da cucina.

In seguito alla completa deumidificazione, i semi sono pronti per essere conservati in un luogo fresco e riparato dalle fonti luminose dirette. I semi verranno dunque riposti negli appositi dischetti, dotati di etichetta per la catalogazione.

Setacciatura Deumidificazionei Conservazione

3.1 Durante questa fase avviene anche l’eliminazione delle muffe e dei semi che non hanno più possibilità di germinare.

5.1Tali contenitori sono impilabili, e consentono non solo di risparmiare spazio, sfruttando la disposizione verticale, ma anche di avere accesso immediato alle informazioni sui semi conservati.

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LE COMPONENTI

SeedCare

6

5

4

3

2

1

Dischetto impilabile; Conservazione semi

Tappo scocca esterna; Circoscrive il volume d’aria da deumidificare

Beccuccio; Estrazione sementi dall’ortaggio

Tappo setaccio;Setacciatura delle sementi immerse

Ampolla interna; Fermentazione, essiccazione sementi

Base scocca esterna; Serbatoio sali deumidificatori

30

SEZIONE

31

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SeedCare

SCOCCA INFERIORE ESTERNA

SCALA 1:2

1

32

La base di Seed Care è caratterizzata da linee organiche e sinuose. La parte inferiore trae spunto dall’impilabilità delle scatole di uova. Al suo interno è presente una guarnizione circolare, utilizzata per posizionare la beuta centrale. Questa componente di Seed Care ha la funzione di serbatoio per i sali, necessari per la deumidificazione delle sementi.

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SeedCare

AMPOLLA INTERNA

SCALA 1:5

2

34

L’ampolla centrale è necessaria al processo di fermentazione delle sementi. Sostituisce il tradizionale boccaccio utilizzato dai vivaisti e dagli addetti al settore. La base circolare di raggio inferiore, consente di posizionare l’ampolla centralmente rispetto al serbatoio precedentemente descritto.

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TAPPO SETACCIO

SCALA 1:5

SeedCare

3

36

Il tappo setaccio, applicato all’ampolla centrale, permette non solo di setacciare il contenuto dell’ultima, ma anche di isolare i semi da eventuali insetti o agenti esterni. Il setaccio si compone principalmente di una cornice di Pla e di una rete zincata, intercambiabile a seconda del volume dei semi da setacciare.

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BECCUCCIO ESTRAZIONE

SCALA 1:5

SeedCare

4

38

Il beccuccio estrattore è la parte di Seed Care adibita all’estrazione delle sementi dalla polpa del frutto o ortaggio in questione. La forma richiama quella del tradizionale cucchiaino da caffè, utilizzato solitamente per eseguire questa procedura. I semi scivoleranno in seguito nell’ampolla sottostante.

39

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SCOCCA SUPERIORE ESTERNA

SCALA 12

SeedCare

5

40

La scocca esterna superiore è trasparente, per consentire all’utente di percepire la presenza di parti smontabili all’interno di Seed Care. La sua funzione è quella di circoscrivere il volume d’aria da deumidificare per agevolare il processo di deumidificazione delle sementi, custodite al suo interno.

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DISCHETTO CONTENITORE

SCALA 1:5

SeedCare

6

42

I dischetti contenitori sono collezionabili. Si tratta di contenitori impilabili che sfruttano la disposizione verticale e consentono all’utente di avere un accesso visivo più immediato rispetto alle etichette adesive di catalogazione incollate sul bordo.

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LA SCELTA DEI MATERIALI

SeedCare suggerisce un comportamento eticamente corretto ed impegnato nella salvaguardia della biodiversità, apparendo tuttavia(per forme e materiali) parte integrante della lunga serie di oggetti quotidiani legati ai bisogni primari.

Si tratta di un oggetto a contatto diretto con acqua e altre sostanze umide, che deve poter essere costantemente lavato dall’utente dopo l’utilizzo.

Tali caratteristiche hanno condotto il progetto verso la scelta di materiali innovativi, dunque non appartenenti alla tradizione, che non necessitano di trattamenti particolari per la manutenzione.

Seed Care è composto da Pla

CH

O

O

O

O

O

HOOH

3

CH3

CH 3

n

Le principali proprietà del PLA sono:- reologiche- meccaniche- di biodegradabilità

La scelta di una plastica biodegradabile, rispetto ad altri materiali, è stata condotta coerentemente con i valori associati all’artefatto.

L’utente che utilizza Seed Care, acquista uno strumento concreto per salvaguardare la biodiversità nel suo piccolo. E’ inoltre un utente cosciente e sensibile rispetto a determinate problematiche ambientali.

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TARGET DI RIFERIMENTO

Il target cui Seed Care fa riferimento non è un target di utenti specializzati nel settore.L’oggetto ha come intento quello di reinserire nel contesto domestico, una pratica tradizionale ormai inusuale, o circoscritta a settori specializzati nella conservazione delle sementi.

Adatto ad un contesto domestico, familiare. Oppure a contesti didattici o legati all’infanzia.

Non fa riferimento all’ambito settoriale specifico.

Oltre al contesto domestico, quello preso in esame è il contesto legato all’infanzia e all’ambito didattico. Seed Care potrebbe essere infatti utilizzato nelle scuole dell’infanzia per educare il bambino alla biodiversità e alla cura delle sementi, considerate fonte di ricchezza e di cultura, tradizione e modernità. Come G. Rifkin suggeriva nel suo libro “La Terza Rivoluzione Industriale”: “ I veri cambiamenti scaturiscono dall’educazione delle nuove generazioni”.

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L’IMMAGINE COORDINATA

Ho ipotizzato due tipi di packaging per Seed Care:- Il primo per contenere il prodotto completo di tutti gli accessori;- Il secondo per contenere i dischetti contenitori per sementi collezionabili.

Codici Cromatici

C M Y K

C M Y K

51 59 96 65

13 0 44 0

Tipografia: Gill Sans GILL SANS CONDENSED

Materiale: Cartone

SeedCare

46

La scelta è stata effettuata considerando che l’utente acquisterà una sola volta l’oggetto completo e potrà decidere di acquistare separatamente il numero di dischetti contenitori desiderato, in base alla propria collezione. L’etichetta adesiva, contenuta nel packaging verrà incollata sui dischetti per catalogarli.

PRESERV ARE LA BIODIVERSITÁ

PRESERV ARE LA BIODIVERSIT Á

PRESERV ARE LA BIODIVERSITÁ

SEME:

DATA:

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Fonti

Gilles Clement, “Giardini, paesaggio, genio naturale”, Quodibet editore 1995

Jhon Budd, “Aperta Campagna, Sulla rete dei seed saver” , Milano 1998

Paolo Tamborrini ,“Design Sostenibile”, Milano 2012

Michel e Jude Fanton, “Manuale pratico per salvare i semi e difendere la biodiversità”, Il Filo Verde di Arianna editore, Roma 2013

Geremy Rifkin, “La Terza Rivoluzione Industriale. Come il potere laterale sta trasformando l’’energia, l’economia, il mondo”, Milano 2013

Vandana Shiva, “La libertà dei semi. Rapporto di Navdanya” , Ottobre 2012.

Autori di Wikipedia, ‘La Biodiversità’, Wikipedia, L’enciclopedia libera, 9 aprile 2011, 08:53 UTC, <http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=biodiversità

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RINGRAZIAMENTI

Il lavoro realizzato, che è stato reso possibile dalla disponibilità, competenza e ‘memoria’ di alcune persone, potrà contribuire a rendere i lettori consapevoli dello straordinario patrimonio che ancora tutti noi possediamo, di cui è indispensabile evitare ulteriormente l’impoverimento. Un ‘bene comune’ da custodire, salvaguardare e anche valorizzare, per poter tracciare, grazie ad esso, nuovi percorsi di sviluppo nei nostri territori.

Un ringraziamento particolare va a Luigi Trotta, Dirigente Ufficio Innovazione e Conoscenza in Agricoltura - Regione Puglia;

Ai docenti dell’Università degli Studi di San Marino, per l’infinita disponibilità;

Al Sig. Flavio Polo agricoltore di Presicce, provincia di Lecce, proprietario dell’azienda agricola “Campolisio”, per i preziosi consigli;

Alle mie amiche Tania e Virginia, per avermi accompagnata in questo percorso, senza alcun capriccio.

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