Strade Nuove n. 30 - Aprile 2012

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STRADE NUOVE Redazione Strade Nuove: parrocchia San Giuseppe Artigiano. Via G.Rossa,1 71016 San Severo (FG). Anno III n. 30 - Aprile 2012

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Strade Nuove n. 30 - Aprile 2012

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COOMING SOON

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editorialeediteditCarlo del Buono

Salvatore GianniniPasqua è per noi la festa della gioia. È la prima volta che un vuoto anziché farci essere tristi ci ri-empie, e la pietra rotolata del sepolcro che oggi come allora ci sorprende. La gioia delle donne, dei discepoli diventa oggi anche la nostra, e ci in-vita ad uscire come loro dalle nostre paure, dal-le nostre soff erenze, dai nostri pesi. La gioia del risorto diventa vita, vita nella famiglia, vita tra gli amici, vita nella parrocchia, vita nei luoghi di lavoro, vita nella scuola. In questa quaresima sia-mo stati vicini ai detenuti nel penitenziario di San Severo e ai ragazzi che stanno scontando la loro pena attraverso il servizio nella Comunità “Il coc-codrillo”, con loro abbiamo condiviso la messa, l’eucaristia. Forse Gesù ci invita ad essere vicino a chi ha bisogno, e l’invito è per tutti sia religio-si, sia laici. Da questo numero inizia un dossier sul Concilio Vaticano II, perchè questo anno ricorre il cinquantesimo anniversario dalla sua apertura. È l’occasione per rifl ettere sul nostro ruolo, so-prattutto di laici impegnati nella chiesa e per la Chiesa, perchè davvero la gioia del risorto si tra-sformi in una testimonianza di vita quotidiana.

La Redazione Strade Nuove augura a tutti una

Santa Pasqua.

UNA GIOIA CHE SI FA VITA

Gabriele Camillo

Marisa Cipriani

Anna Sara del Buono

Davide del Buono

redazione

grafi ca

Luigi Perillo

Marco Florio

hanno collaborato

Norbert

Com. “Il Coccodrillo”

Don Francesco Armenti

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sommariosommarioContenuti

In Copertina

DALLA MORTE ALLA VITAin copertina Gesù Risorto e sul-lo sfondo le tre croci e il sepol-cro vuoto.

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EDITORIALE

COSA BOLLE IN PENTOLA??

PASQUA 2012

ACR...CHEF DA DIO

COMUNITA’ EDUCATI-VA PER MINORI “IL COCCODRILLO”

QUARESIMA IN PREGHIERA

GIOVANI, CANTO ED EDUCAZIONE ALLA FEDE

A

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PASQUA TRA LE CELLE

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sommarion.30PASQUA TRA LE CELLE

12INTERVISTA A NORBERT

10DOSSIER: IL CONCILIO

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GIOVANI

CANTO

Il 24-25 marzo si è tenuta a Roma la se-conda sessione del laboratorio di forma-zione al canto indetto dall’Uffi cio Litur-gico Nazionale e dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Ad aprire il labo-ratorio è stato mons. Vincenzo De Gre-gorio, consulente dell’Uffi cio Liturgico Nazionale, e seguito dall’intervento di mons. Giuseppe Busani, vicario episco-pale della diocesi di Piacenza – Bobbio e docente di Liturgia presso il Collegio Alberoni di Piacenza, che ha trattato di come la musica possa essere una risorsa educativa e dell’importanza del canto li-turgico nella formazione dei giovani, in quanto off re calore e unità, intrecciata alle acclamazioni. Ci sono state alcune testimonianze di gruppi e movimenti ec-clesiali sul canto. In particolare Vincenzo Lode, membro dei Gen Rosso e compo-sitore di uno dei più bei inni della GMG “Resta qui con noi”, ha parlato della sua vita e di come scrive i suoi testi. È stata una testimonianza emozionantissima, perché la sua persona trasmetteva gioia di vivere e amore in Cristo. Dopo è stata la volta dell’intervento di Daniele Bran-ca, scrittore e compositore all’interno

del RnS, il quale ha preso in esempio il suo brano “Come tu mi vuoi” per spie-gare il suo modo di comporre i testi dei canti liturgici. Ci hanno lasciato con que-ste parole: << Non fermarti di dare, non fermarti di amare, non fermarti di vive-re>>. Poi siamo stati divisi in gruppi di la-voro dove abbiamo presentato le nostre esperienze in diocesi ed in parrocchia.Il secondo giorno il prof. Francesco Me-neghello e il prof. Gianmartino Duri-ghello hanno tenuto una lezione di for-mazione al canto e alla musica. Hanno trattato la direzione del coro e la scel-ta dei canti per le varie tipologie di ce-lebrazioni e hanno ribadito il servizio del coro come parte integrante all’in-terno dell’assemblea e l’importanza del compito del coro di far pregare al meglio il resto dell’assemblea e quin-di è necessaria la visibilità e l’integra-zione del coro con tutta l’assemblea. L’ultimo intervento è stato di don Mas-simo Palombella, docente presso la Pontifi cia Università Salesiana diret-tore della Cappella musicale Pontifi cia “Sistina”, il quale ha sottolineato che la partecipazione attiva alla liturgia è sia

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EDUCAZIONEALLA FEDE

un fondamento teologico che un’istan-za educativa. Infi ne ha concluso i lavori don Niccolò Anselmi, direttore del Ser-vizio Nazionale di Pastorale Giovanile.È stata davvero una bellissima esperien-za e per me e Libera, ha acceso in noi un nuovo entusiasmo che come ci hanno

detto signifi ca “Dio in noi”e tanta voglia di trasmettere ciò che abbiamo ascol-tato e portiamo con noi questa frase: “Le grandi acque non possono spegne-re l’Amore, né i fi umi travolgerlo, per-ché forte come la morte è l’Amore!”.

Anna Sara del Buono

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La Quaresima si sa, è un tempo per rivedere la nostra vita, met-tendoci in ascolto di Dio, avvici-nandosi in questo modo alla pre-ghiera. Nella nostra parrocchia come da qualche anno a questa parte ci sono due Via Crucis nei venerdì quaresimali, una prima della S. Messa vespertina e l’al-tra alle ore 21, per poter per-mettere anche ai lavoratori e a coloro che sono impegnati nel pomeriggio di poter rivivere in meditazione gli ultimi momen-ti della vita di Gesù. Inoltre or-mai da alcuni mesi ogni merco-ledì sempre alle ore 21 avviene la recita del S. Rosario, guidata dal nostro parroco don Salvato-re e da padre Cipriano De Meo, esorcista particolarmente im-pegnato nella preghiera per la santifi cazione del beato padre Matteo d’Agnone, cappuccino vissuto nel convento di Serraca-

priola nel XVII secolo che com-battè contro i ripetuti attacchi del demonio. Tra le intenzioni del rosario, oltre la santifi ca-zione di padre Matteo, vi è an-che la beatifi cazione del Servo di Dio don Felice Canelli, per il quale si recita un rosario anche ogni sabato sera presso la par-rocchia di Croce Santa, dove in vita operò. Infi ne ogni giovedì ancora alle ore 21 viene espo-sto il SS. Sacramento per un’o-ra di adorazione eucaristica. Bisognerebbe cercare di par-tecipare a questi momenti di preghiera che raff orzano la fede e rendono l’uomo vici-no a Dio, per poter avere una maggiore carica nella vita quo-tidiana, certi che di poter sem-pre contare sul Padre nostro.

Carlo del Buono

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La nostra comunità parrocchiale negli ultimi tempi si è arricchita di visi nuovi, spe-cie la mattina quando le attività sono solitamente ferme. Questi visi nuovi sono i ragazzi della Comunità Educativa per minori “Il Coccodrillo”, diretta dal dott. Felice Valentino, che vengono in parrocchia per svolgere lavori di utilità sociale per piccoli problemi con la giustizia. La comunità è nata nel giugno 2011 dall’esigenza di dare al nostro territorio un ambiente sano per i ragazzi. In media vi sono 10 minori, tra i 15 e i 21 anni coadiuvati da sei operatori, un coordinatore e una cuoca. I ragazzi oltre a svolgere attività nella nostra parrocchia, sono impegnati nella scuola e in laboratori. “Il Coccodrillo” sta iniziando a creare una rete sul territorio con altre realtà educative.

Comunità “IL COCCODRILLO”

Il gruppo giovani di AC il 4 aprile è stato invitato da don Andrea Pu-pilla ad animare la S. Messa in carcere, celebrata da mons. Lu-cio Renna, vescovo di San Severo, alla presenza delle autorità civili.I nostri giovani, pronti sempre a nuove esperienze, hanno detto SÌ alla chiamata. Una volta entrati lì si sono trovati in un ambiente particola-re, simile a quello dei fi lm; avevano paura nel vedere quelle celle così pic-cole, la luce che entrava tra le sbarre metteva tanta tristezza, poi duran-te la celebrazione hanno notato che molti dei detenuti erano anche giovani! Il vescovo nella sua omelia ha ricordato che stare lì non deve essere soltanto scon-tare la propria pena, ma rifl ettere anche sulla propria vita. Questa esperienza ha fatto capire quelle parole di Gesù con cui invita ad essere vicino ai poveri, i soff e-renti e i peccatori perché in loro c’è Dio. La speranza è che in futuro si possa con-tinuare a vivere queste esperienze che aiutano a crescere nella vita e nella fede.

Il gruppo giovani di AC

PASQUA TRA LE CELLE

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DOSSIER

Il Concilio

11 Ottobre 1962, cinquant’anni fa, si apre il Concilio Vaticano II, un momen-to di innegabile ringiovanimento della Chiesa . Il Santo Padre in occasione del Giubileo dell’apostolato dei laici, ha invitato i fedeli laici a ritornare al Concilio e all’Angelus li ha esortati in questi termini: “Studiate il Concilio, approfonditelo, assimilatene lo Spirito e gli orientamenti. Troverete in esso luce e forza per testimoniare il Vangelo in ogni campo dell’umana esistenza”.Noi, in questo anniversario importantissimo, vogliamo riscoprire ciò che il Concilio ha detto alla vita della Chiesa, e soprattutto alla no-stra vita. Il Concilio è davvero un tesoro da riscoprire e da moltiplicare!! Lo faremo attraverso la storia del Concilio, le 4 costituzioni, i decreti e alcuni documenti che sono stati importantissimi per il rinnovamento della Chiesa.

UN PO’ DI STORIAGiovanni XXIII ha avuto il merito storico di convocare il Concilio annunciandolo il 25 gennaio 1959 nella Basilica di San Pa-olo fuori le mura alla conclusione della settimana per l’unità dei cristiani. Nes-suno si aspettava quelle parole. Fu un annuncio che colpì e prese di sorpresa anche personaggi autorevolissimi. Per esempio, Giovanni Battista Montini, ve-scovo di Milano, appena lo seppe tele-fonò a padre Bevilacqua, l’oratoriano di Brescia che era il suo maestro spirituale, rivelando tutto il suo stupore: “Ma che ne sara?” Forse Giovanni XXIII pensa-

va ad un Concilio di breve durata, forse non prevedeva fi no a quali risultati sa-rebbe giunto, ma la sua limpida fede e la sua profonda disponibilità ad ascolta-re la voce dello Spirito –quella voce che si manifesta anche nel succedersi degli eventi – lo mantengono fi duciosamen-te aperto agli sviluppi del Concilio an-che oltre i limiti inizialmente previsti. A chi non poteva essere allora pre-sente narrano che il Vaticano II fu il primo Concilio raccontato al grande pubblico tramite la stampa: le crona-che delle sedute, non più totalmente

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DOSSIER

Il Concilio tesoro da

riscoprire

moltiplicarecoperte dal segreto conciliare, erano rese note non solo dai documenti eccle-siastici uffi ciali, ma anche dalle colonne dell’ “Avvenire d’Italia”. Mentre la Chie-sa si riconosceva nel destino della fami-glia umana, nella storia e non al di fuori di essa, mentre i vescovi mettevano in discussione i testi sui quali si erano for-mati in seminario, mentre si avviava un ripensamento sulla morale economica, mentre si iniziava a smontare il concet-to di “guerra giusta”, mentre molte al-tre fondamentali questioni venivano aff rontate, all’esterno delle sale vati-cane, la novità macroscopica era che “il Concilio accadeva per tutti”, perché se ne dava notizia. Sebbene non tut-ti avessero gli strumenti per compren-dere a fondo quanto stava accadendo.Dopo il 1965, forse ascoltando la prima messa, non recitata in latino, uomini e donne del tempo s’interrogarono con più coscienza sui cambiamenti radicali che anche nella vita quotidiana della sin-gola persona i lavori conciliari avevano signifi cato. Da allora fi no ai nostri giorni, numerose ed effi caci sono state le ener-gie profuse per non far rimanere solo sulla carta le sincere istanze di rinnova-mento del Concilio; tuttavia non sono

mancate le diffi coltà a recepire la novità della Chiesa, tanto il là si era spinto il suo sguardo. (da “Il Concilio davanti a noi” a cura della Presidenza Nazionale FUCI)

COS’E’ UN CONCILIO?

Il Concilio è un’assemblea di ve-scovi, chiamati a discutere di temi dottrinali o di problemi di-sciplinari. Può essere di vari tipi: regionale, nazionale ed infi ne c’è il Concilio ecumenico, che è un concilio universale: raccoglie i vescovi di tutto l’orbe cattoli-co. Il Concilio Vaticano II, che si è svolto dal 1962 al 1965, rientra in questa categoria. I concili ecu-menici nella storia della Chiesa sono stati ventuno, ma il Con-cilio Vaticano II è stato il primo ad aver avuto una ecumenicità sostanziale: infatti era la prima volta che erano presenti i Ve-scovi di tutte le parti del mondo.

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La costituzione dogmatica “ Lumen Gen-tium”, con i suoi legami con gli altri do-cumenti conciliari che descrivono i vari ambiti della vita della comunità cristia-na, resta l’espressione essenziale e più autorevole del magistero del Concilio sulla natura della Chiesa. La Lumen e Gentium si articola in otto capitoli. I pri-mi due (il mistero della Chiesa e Il po-polo di Dio) defi niscono la natura divi-no-umana della Chiesa e quindi ciò che accomuna tutti i suoi membri defi nen-do la loro identità di discepoli di Cristo. Il terzo tratta della Costituzione gerar-chica della Chiesa e del ruolo specifi co dei Vescovi; il quarto dei Laici; il quinto dell’Universale vocazione alla santità, il sesto dei Religiosi, il settimo dell’indo-le escatologica della Chiesa e l’ottavo della Beata vergine Maria madre di Dio.La Lumen Gentium si apre con un’af-fermazione bella e forte allo stesso tempo, che riassume la vita di ognu-no di noi e la vita della stessa Chiesa:“Cristo è la luce delle genti.” Da questa aff ermazione vogliamo col-legarci al Capitolo IV relativo a“I lai-ci”. Questo capitolo si apre con il de-fi nire, innanzitutto, chi sono i Laici:“Col nome di laici si intende qui l’insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell’uf-fi cio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nel-la Chiesa e nel mondo, la missione pro-pria di tutto il popolo cristiano.” (Art. 30)

Successivamente se ne defi nisce la mis-sione:“L’apostolato dei laici è quindi partecipa-zione alla missione salvifi ca stessa della Chiesa; a questo apostolato sono tutti de-stinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione. Dai sa-cramenti poi, e specialmente dalla sacra eucaristia, viene comunicata e alimenta-ta quella carità verso Dio e gli uomini che è l’anima di tutto l’apostolato. Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere pre-sente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo [113]. Così ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa « secondo la misu-ra del dono del Cristo » (Ef 4,7).”(art.33)Verso la conclusione si parla del rapporto dei Laici con i pastori:“I laici, come tutti i fedeli, hanno il dirit-to di ricevere abbondantemente dai sa-cri pastori i beni spirituali della Chiesa, soprattutto gli aiuti della parola di Dio e dei sacramenti [117]; ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro de-sideri con quella libertà e fi ducia che si addice ai fi gli di Dio e ai fratelli in Cristo. […] I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la dignità e la responsa-bilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fi ducia affi dino loro degli uffi ci in servizio della Chiesa e lascino loro liber-tà e margine di azione, anzi li incorag-gino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa. Considerino attentamente e con paterno aff etto in

LUMEN GENTIUM

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Cristo le iniziative, le richieste e i deside-ri proposti dai laici e, infi ne, rispettino e riconoscano quella giusta libertà, che a tutti compete nella città terrestre.”Il capitolo si chiude con l’essenza vera del laico e di quello che rappre-senta nella vita della Chiesa e di Dio:Ogni laico deve essere davanti al mondo un testimone della risurrezione e del-la vita del Signore Gesù e un segno del Dio vivo. Tutti insieme, e ognuno per la sua parte, devono nutrire il mondo con i frutti spirituali (cfr. Gal 5,22) e in esso diff ondere lo spirito che anima i poveri, miti e pacifi ci, che il Signore nel Vange-lo proclamò beati (cfr. Mt 5,3-9). In una parola: « ciò che l’anima è nel corpo, que-sto siano i cristiani nel mondo » [120].

Quest’anno l’ACR parrocchiale come nuova iniziativa ha tenuto ogni ultimo sabato del mese i laboratori di cucina, in cui gli acierrini si sono trasformati in piccoli cuochi e si sono sporcati le mani di farina e con nuovi ingredienti, amore, gioia e tanta allegria, hanno preparato tante cose buone da mangiare: pizza, bi-scotti, cavatelli! Un ringraziamento spe-ciale va a tutte le mamme che hanno dato una mano alla riuscita del laborato-rio. Buona Pasqua a tutta l’ACR! Ci vedia-mo sabato prossimo sempre dalle 17,30 alle 18,30 per puntare in alto verso Gesù!

La responsabile ACR, Anna Sara

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PASQUA 2012ULLA SOGLIA DEL SEPOLCRO

« Entrate nel sepolcro, vi

dero…» (Mc 16,5)

Quel mattino il passo delle donne era sostenuto; svelte si recavano al sepolcro per ungere ed imbalsamare il corpo del Nazareno. A sospingerle non era il freddo ma il cuore, il cuore di chi ama l`Amore, il cuore di chi vuol profumare ed imprezio-sire il corpo dell’Amore. Giunte al sepol-cro quel cuore iniziò a battere forte: la pesante pietra era rotolata via…Ed esse, timorose, « Guardando, videro…». E` bello pensare a queste donne che impau-rite si fermano sulla soglia della Tomba vuota e lì, vedendo, scoprono la novità` di Dio: « E` risorto, non è qui » (Mc 16,6). Pasqua è guardare dalla soglia delle nostre tombe per vedere la vera Vita, per vedere la Luce che acceca le te-nebre e apre alla Verità dell’amore. Pasqua è guardare per vedere la nuo-va vita del Risorto e desiderare di en-trarvi per andare oltre la soglia delle nostre morti quotidiane. Il mattino di Pasqua non è la celebrazione della pietà dell`uomo che vuole imbalsamare il corpo del Nazareno ma è forza della Vita divina che vince la morte e sconfi gge esisten-ze mummifi cate dalla mancanza d’amo-re. Il sepolcro vuoto è la sconfi tta di un “Dio imbalsamato” che fa comodo alle inerzie e agli egoismi umani e spirituali. Pasqua è grazia per guardare dentro la fede, per morire ad una “fede imbal-

samata” da gesti, abitudini, ritualismi, tradizioni ripetitive, stanche e senz’a-nima; l’alba dell’ottavo giorno è nuova linfa per una fede viva, per una Chie-sa rinata nella Vita Vera, per una Chiesa che aiuti a tornare alla Vita e all`Amore.Pasqua è guardare dalla soglia per es-sere risucchiati dal vortice della potenza della Risurrezione, è aff ogare nell’Amore per amare e amando vivere, è lasciarsi ri-succhiare dal bisogno d’ amore di uomini e donne mummifi cati dal non-amore, dal dolore, dal non-senso, dal peccato, dall’e-goismo, dalla violenza, dall’indiff erenza … Pasqua è uscire dai sepolcri per amare. Se non amiamo, difatti, « come potrà Cristo farsi carico del nostro soff rire, se non riu-sciamo a godere dell’essere al mondo, se non esistiamo agli altri, se non abbiamo coscienza della vita, proprio a partire dal-la fatica del desiderio e del sacrifi cio che essa comporta? » (Salvatore Martinez). Pasqua è guardare l`altro per vedere ed entrare nella sua storia e permettere a Cristo di farsi carico dell’uomo; Pasqua è lasciare che il povero, l’emarginato, l’in-felice, il cercatore di senso e di verità, gli uomini e le donne di ogni tempo entrino nel tuo mondo per udire e vedere la Vita, la Speranza e l’Eternità: « E` risorto…».

Francesco Armenti , diacono

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LCRO

INTERVISTA A NORBERT

Nome:- N’Guessan Norbert.

Da dove vieni?- Costa d’Avorio.

Quanti anni hai?- 22

Frase preferita- Tutt a po’?

Cosa farai stasera?- Vado prima a giocare a pallone con gli amici verso le sette, poi sarò battezzato stanotte!

E poi?- Vado in discoteca a festeggiare con gli amici!!!

Come ti senti a poche ore dal ricevere i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana?- Sono molto emozionato.

Perché hai scelto di diventare cristia-no?- Perché voglio diventare libero e saper perdonare come Gesù e non mi piaccio-no le persone cattive. Vorrei aiutare e dare libertà a tutti i popoli africani e che siano più rispettati e considerati.

Qual è la prima cosa che hai imparato in Italia?- Conoscere Gesù e divertirmi giocando a pallone!Squadra del cuore?- Inter.

Calciatore preferito?-Thuram.

Ma Thuram giocava nella Juventus…- Ahahah, non c’entra niente, il giocato-re è un conto, la squadra un altro!

Sogno nel cassetto:- Poter giocare a calcio come professio-nista, anche in una piccola squadra!

A poche ore dalla Solenne Veglia Pasquale, Strade Nuove intervista Norbert, un ragazzo 22enne della Costa d’Avorio, che stanotte dopo 3 anni di Catecumenato, riceverà i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana nella nostra Comunità parrocchiale! Siano rese grazie a Dio! Preghiamo e gioiamo per lui e con lui.

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Ingredienti:500 g di farina tipo “00”30 g di lievito di birra250 g di latte intero50 g di zucchero90 g di burro1 uovo20 g di rum100 g di nocciole tritate200 g di gocce di ciocco-lato1 pizzico di sale1 uovo per spennellareProcedimento:Sciogliere il lievito nel latte tiepido insieme allo zucchero e poi disporre la farina a fon-tana e unire al centro burro, uovo, rum e sale. Impastare fi no ad ottenere un compo-sto liscio e morbido. Far lievitare fi nchè sarà raddoppiato il volume. Lavorare di nuovo la pasta energicamente e unire le nocciole e il cioccolato e poi lasciare riposare per 10 minuti. Dividere la pasta in tre parti e confezionare una treccia e infi ne chiudere a corona, spennellare con l’uovo sbattuto e lasciar riposare per altri 20 minuti circa.Cuocere in forno a 180° C per 35 minuti circa.

Buon appetito!Felicia Marchitto

COSA BOLLE IN PENTOLA???

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero.Le collaborazioni gratuite a questo giornalino sono sempre gradite.La redazione si riserva il diritto di sintetizzare gli articoli e le rubriche proposte in base agli spazi disponibili.

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