storia.della.Fotografia

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La storia Gli anni Settanta e Ottanta sono caratte- rizzati da una contraddizione di fondo che vede contrapporsi in maniera drammatica la tecnologia ed il linguaggio. La tecnolo- gia si avvale dei contributi dell’elettroni- ca, diventa sempre più sofisticata e per- mette con semplicità sempre maggiore la realizzazione delle immagini fotografiche, che vengono ottenute in maniera sempre più efficiente e rapida. Ad una sovrappro- duzione di immagini fotografiche corri- sponde invece una crisi di mercato e di idee che diventa sempre più marcata. Il giornalismo basato sulle immagini foto- grafiche diffuse dalle riviste illustrate vie- ne messo duramente in crisi dalla sempre maggiore volgarizzazione del mezzo tele- visivo, che permette di seguire gli avveni- menti anche più remoti da vicino, quasi in diretta, stimolando nuovi livelli della co- municazione visiva. Il giornalista televisi- vo non scrive, ma parla in continuità riba- dendo concetti e commenti, dando e to- gliendo la parola ai protagonisti e ai testi- moni. A lui si affianca l’operatore dell’im- magine, che non è più un fotografo, ma un tecnico che riprende le scene dell’evento con la propria telecamera. La fotografia di informazione viene relegata agli archivi e viene utilizzata come ripiego in mancanza di immagini più fresche, mentre il mes- saggio è affidato di nuovo più alle parole del cronista che alle immagini in sé stesse. Al contrario, la fotografia di tipo commer- ciale continua ad espandersi in maniera de- cisiva nei settori della moda e della pub- blicità, avvantaggiandosi con gli strumen- ti sempre più raffinati e sofisticati della gra- DAGLI ANNI SETTANTA AD OGGI Foto di Angelo Cozzi: combattimenti nelle strade. Una mano ha gettato una granata: veden- do il gesto, Cozzi, gettandosi a terra, ha gridato un avvertimento. Troppo tardi: il ferito è il colonnello Loan, capo della polizia sudvietnamita. Viene portato in salvo dai suoi dopo che è stata arrestata un’emorragia alla gamba usando come laccio emostatico una cinghietta a tracolla di una Nikon del fotografo. Si corre mentre sparano. L’ottica da 35mm della fotoca- mera, nonostante tutto, riesce ancora a cogliere le espressioni deformate, la tensione nervo- sa del momento. Da Progresso Fotografico, febbraio 1975. STORIA DELLA FOTOGRAFIA

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S T O R I A D E L L A FOTOGRAFIA

DAGLI ANNI SETTANTA AD OGGILa storiaGli anni Settanta e Ottanta sono caratterizzati da una contraddizione di fondo che vede contrapporsi in maniera drammatica la tecnologia ed il linguaggio. La tecnologia si avvale dei contributi dellelettronica, diventa sempre pi sofisticata e permette con semplicit sempre maggiore la realizzazione delle immagini fotografiche, che vengono ottenute in maniera sempre pi efficiente e rapida. Ad una sovrapproduzione di immagini fotografiche corrisponde invece una crisi di mercato e di idee che diventa sempre pi marcata. Il giornalismo basato sulle immagini fotografiche diffuse dalle riviste illustrate viene messo duramente in crisi dalla sempre maggiore volgarizzazione del mezzo televisivo, che permette di seguire gli avvenimenti anche pi remoti da vicino, quasi in diretta, stimolando nuovi livelli della comunicazione visiva. Il giornalista televisivo non scrive, ma parla in continuit ribadendo concetti e commenti, dando e togliendo la parola ai protagonisti e ai testimoni. A lui si affianca loperatore dellimmagine, che non pi un fotografo, ma un tecnico che riprende le scene dellevento con la propria telecamera. La fotografia di informazione viene relegata agli archivi e viene utilizzata come ripiego in mancanza di immagini pi fresche, mentre il messaggio affidato di nuovo pi alle parole del cronista che alle immagini in s stesse. Al contrario, la fotografia di tipo commerciale continua ad espandersi in maniera decisiva nei settori della moda e della pubblicit, avvantaggiandosi con gli strumenti sempre pi raffinati e sofisticati della gra-

Foto di Angelo Cozzi: combattimenti nelle strade. Una mano ha gettato una granata: vedendo il gesto, Cozzi, gettandosi a terra, ha gridato un avvertimento. Troppo tardi: il ferito il colonnello Loan, capo della polizia sudvietnamita. Viene portato in salvo dai suoi dopo che stata arrestata unemorragia alla gamba usando come laccio emostatico una cinghietta a tracolla di una Nikon del fotografo. Si corre mentre sparano. Lottica da 35mm della fotocamera, nonostante tutto, riesce ancora a cogliere le espressioni deformate, la tensione nervosa del momento. Da Progresso Fotografico, febbraio 1975.

Antonio Galvez. Da Progresso Fotografico, marzo 1975.

Hideki Fujii. Da Progresso Fotografico, luglio-agosto 1975.

Janet Belden Beyda.Da Progresso Fotografico, marzo 1975.

Serge Lutens. Da Progresso Fotografico, febbraio 1975.

Asahi Pentax ES (1971) - Lo spartiacque fra le reflex meccaniche manuali e le reflex elettroniche automatiche.

Nikon F2 (1971) - Levoluzione dei sistemi fotografici professionali nel rispetto della tradizione.

Topcon DM (1973) - Dal motore come accessorio esclusivamente professionale al piccolo motore leggero di impiego universale.

fica e della riproduzione tipografica dei colori. Le riviste illustrate continuano a sopravvivere, ed a quelle tradizionali si aggiungono lussuose riviste specializzate in viaggi, natura, arredamento, moda, automobilismo, antiquariato ed altri generi, ma al loro interno sono sempre pi numerose le pagine pubblicitarie, curate con estrema attenzione, mentre le stesse riviste contengono sempre pi inserti pubblicitari staccabili. Al fotografo commerciale si affianca, con sempre maggiori poteri, la figura del creativo dagenzia che programma il lavoro del fotografo fin nei minimi dettagli, suggerendo lambientazione, lilluminazione, langolo di ripresa, e pianificando il risultato visivo complessivo. A livello pi generale si assiste ad un ripiegamento della fotografia su se stessa, alla ricerca di nuove definizioni, nuovi ambiti, nuove motivazioni, mentre la spinta verso la ricerca di nuovi moduli espressivi e linguistici sembra affievolirsi. Le nuove correnti artistiche basate pi sui percorsi mentali che sui risultati concreti della ricerca estetica rendono il confine fra fotografia e arte sempre pi labile. Mentre lazione del fotografare viene rivalutata come percorso mentale piuttosto che visivo, la stessa fotografia si tinge di connotazioni concettuali sempre pi accentuate. La figura dellartista concettuale, dellartista fotografo e dellartista tout court si fondono in una figura unica, quella del demiurgo dellimmagine ottica. Anche in questo caso le immagini che vengono registrate sono pianificate nella loro struttura narrativa, sono studiate in base alleffetto complessivo che risulta dagli accostamenti espliciti o ambigui di diversi soggetti, e sono caricate di simboli talvolta evidenti e talvolta nascosti. Il fotografo da interprete della realt diventa poco a poco interprete delle idee, dei sogni e degli incubi dellumanit. Mentre nel mondo si continuano a consumare tragedie immani, anche se spesso confinate a livello regionale, i fotoreporter con-

Olympus OM2 (1976) - Un nuovo metodo di misurazione della luce non pi intercettata ma riflessa dalla pellicola durante lesposizione stessa.

Contax RTS (1975) - Lingresso dellelettronica nella progettazione dei nuovi sistemi fotografici.

Leica R4 (1980) - Linarrestabile escalation dellelettronica anche fra i nomi pi tradizionalisti del 35mm.

Canon F1 (1970) - Linizio di un nuovo modo di progettare le fotocamere reflex 35mm sulla base delle esigenze professionali.

tinuano a produrre immagini documentarie agghiaccianti. Queste immagini rimangono incise come testimonianze nella memoria collettiva, ma non riescono pi a generare emozioni profonde, mischiate come sono fra una miriade di immagini di segno opposto e sopraffatte da queste ultime in una sorta di assuefazione visiva. La riflessione critica sul ruolo e sulle funzioni della fotografia travalica il dibattito fra specialisti, innestando un processo di approfondimento sociologico, antropologico e culturale che sembra destinato ad autoalimentarsi. Gisle Freund pubblica il suo saggio su Fotografia e societ, Susan Sontag pubblica il suo libro On Photography, il sociologo Pierre Bourdieu pubblica un libro sulla Fotografia come arte media ed infine Roland Barthes pubblica nel 1990 il suo saggio sulla fotografia intitolandolo La Chambre Claire. Alle immagini si sommano in maniera sempre pi determinante le parole, in un crescendo che vede capovolgersi il vecchio detto secondo il quale unimmagine vale pi di mille parole. Per spiegare unimmagine, scrittori, sociologi, filosofi e semiologhi, impiegano talvolta pi di diecimila parole.

La tecnicaA cavallo fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta le fotocamere reflex 35mm hanno gi sostituito le fotocamere a telemetro tipo Leica e Contax e parallelamente le reflex di medio formato hanno gi sostituito le biottica di medio formato e le fotocamere da studio per i formati maggiori. Nel corso del trentennio successivo si assiste alla sostituzione, dapprima graduale e poi generalizzata, delle fotocamere meccaniche con le fotocamere elettroniche. Nello stesso tempo si assiste alla sostituzione, per molti impieghi, degli obiettivi con focale fissa con gli obiettivi con focale variabile. Levoluzione nel campo degli obiettivi: nel 1971 la societ giapponese Asahi Pentax e la Carl Zeiss pubblicizzano un nuovo metodo di rivestimento delle lenti che sostituisce il vecchio trattamento anti-riflessi e che migliora notevolmente le caratteristiche di permeabilit alla luce degli obiettivi. Con il nuovo trattamento a strati multipli, che viene adottato ben presto da tutte le industrie ottiche tedesche e giapponesi, anche se con denominazioni diverse, diventa possibile limpiego di un numero sempre maggiore di lenti nella progettazione degli schemi ottici complessi. Leliminazione dei riflessi e la maggiore trasparenza dei vetri ottici rendono gli obiettivi fotografici pi incisi e restituiscono la gamma cromatica dei soggetti con maggiore fedelt. Limpiego delle lenti asferiche e dei nuovi vetri a basso potere di-

sperdente permette inoltre la realizzazione di obiettivi ancora pi luminosi e corretti. Lutilizzazione di gruppi ottici mobili allinterno degli obiettivi permette nello stesso tempo di ridurre gli ingombri e le masse in movimento. Limpiego generalizzato degli elaboratori elettronici nel calcolo e nella verifica degli schemi ottici permette inoltre la realizzazione di nuovi progetti ottici, con la creazione di obiettivi corretti e luminosi caratterizzati da una focale corta e cortissima, fino a 15mm o 14mm, surclassando lHologon. I nuovi super grandangolari con schema retrofocus permettono la visione reflex ed una messa a fuoco accuratissima fino a pochi centimetri di distanza. Fra i teleobiettivi si realizzano numerose costruzioni di tipo Apocromatico, con una correzione estrema delle aberrazioni cromatiche anche sulle lunghe e lunghissime focali. Fra gli obiettivi a focale variabile si raggiungono escursioni focali sempre pi ampie, passando dalle focali ultra grandangolari alle focali medie, oppure dalle focali medie alle focali lunghe e lunghissime, senza dover rinunciare n alla luminosit n alla correzione ottica. La meccanica stessa progredisce ancora, e con laiuto di nuove leghe metalliche ultra leggere si realizzano otturatori a tendina sottilissimi che utilizzano anche parti in materiali sintetici e raggiungono velocit di 1/4000 o di 1/8000, arrivando fino alla velocit di 1/12000 di secondo, sempre con il controllo elettronico della costanza dellesposizione. Lelettronica applicata alla fotografia permette del resto lautomatismo generalizzato del calcolo dellesposizione, con selezione e controllo della velocit di otturazione. Successivamente si passa allesposizione programmata con controllo sia delle velocit di esposizione, che del valore del diaframma. Dalle fotocamere con esposizione programmata si passa quindi alle fotocamere con programmi multipli, uno per ogni tipo di ripresa, statica, normale o dinamica, per arrivare ai programmi diversificati per ogni tipo di soggetto, dal paesaggio al ritratto, dalla fotografia ravvicinata alla fotografia in luce ambiente. Infine si arriva ai programmi flessibili, modificabili e personalizzati secondo lo stile di ogni fotografo. Per le fotografie in luce artificiale si moltiplicano gli scambi di informazioni fra fotocamera, obiettivo e flash, per arrivare alla determinazione dellesposizione corretta in ogni situazione possibile, con ogni combinazione e integrazione fra i diversi tipi di illuminazione naturale o artificiale. Gli automatismi dellesposizione non si fermano alla determinazione del-

Pentax MEF (1981) - La messa a fuoco assistita con le indicazioni luminose nel mirino come primo passo verso lautomatizzazione.

Nikon FM2 (1982) - Il quattromillesimo di secondo come conquista della meccanica pi raffinata.

Minolta 7000 (1985) - La messa a fuoco automatica come prestazione di serie in una reflex dalle caratteristiche medio alte.

Canon F1 new (1981) - La rivisitazione del concetto di fotocamera professionale con aggiornamenti giocati sullelettronica e sulla flessibilit.

Nikon F4 (1988) - La professionalit, la robustezza e la modularit si sposano con lelettronica e con la messa a fuoco automatica.

lesposizione corretta, ma offrono anche la possibilit di esposizioni successive differenziate a forchetta, con una gamma programmabile di sottoesposizione o sovraesposizione intenzionale. Dalla messa a fuoco assistita con indicazioni luminose nel mirino si passa alla messa a fuoco automatica di tipo attivo o passivo, per mezzo di raggi infrarossi o della lettura del contrasto di fase del soggetto, fino ad arrivare alla messa a fuoco automatica dei soggetti in movimento con previsione del punto futuro. La tecnologia della messa a fuoco automatica arriva da una parte al blocco dello scatto nel caso di messa a fuoco non corretta, e dallaltra alla messa a fuoco comandata dallocchio del fotografo. Combinando insieme lesposizione automatica, la messa a fuoco automatica e lavanzamento automatico del film si possono ottenere prestazioni sofisticatissime e personalizzate. Combinando queste funzioni con il movimento automatico degli obiettivi zoom interfacciati con le unit centrali delle fotocamere si arriva a predeterminare il tipo di inquadratura desiderata. Dal canto suo la chimica offre continui miglioramenti, specialmente nel settore del colore sia negativo che invertibile. Dalla sensibilit massima di 160 ASA dellEktachrome High Speed degli ultimi anni Sessanta si passa a sensibilit di 200 e 400 ASA, ma si possono raggiungere con trattamenti forzati e senza eccessivi sbilanciamenti cromatici anche gli 800 e 1600 ASA. Nel settore del bianco e nero, accanto alle tradizionali pellicole ai sali dargento vengono proposte le pellicole a sensibilit variabile con sviluppo cromogeno, mentre sia nel bianco e nero che nel colore si fa strada la tecnologia dei cristalli piatti orientati che a parit di sensibilit offre una grana minore ed un dettaglio superiore. Dopo un breve periodo di entusiasmo per il formato 13x17mm su caricatori Pocket 110, i formati minimi vengono gradualmente abbandonati, e la stessa Minox si converte alla costruzione di fotocamere

35mm. Grazie ai progressi registrati nel campo delle emulsioni sensibili si propongono invece nuovi formati, come il formato APS Advanced Photo System, che si contrappone decisamente al formato classico 35mm pretendendo di sostituirlo. Il nuovo formato offre un negativo un poco pi piccolo di quello 35mm, ma incorpora una banda magnetica laterale su cui vengono registrate le informazioni necessarie per il servizio di sviluppo e stampa. Ogni negativo viene accompagnato da dati come le riquadrature da effettuare sul formato di partenza, il numero delle stampe o delle ristampe da eseguire, ed altri dati per lidentificazione rapida del negativo stesso. Molti fra i grandi nomi della fotografia, da Kodak a Fuji, da Nikon a Canon, si impegnano in questo nuovo settore fotografico, destinato pi ai fotoamatori disimpegnati che ai fotoamatori esigenti o ai professionisti, ma senza mettere in crisi il settore pi tradizionale del 35mm. Accanto allimmagine chimica nasce il settore della registrazione digitale delle immagini ottiche. La registrazione magnetica offre alcuni notevoli vantaggi, come la possibilit del controllo immediato dei risultati, la possibilit di trasmissione immediata delle immagini per posta elettronica e la possibilit di elaborazione tramite computer. Dallimmagine registrata magneticamente su supporto riutilizzabile si passa alla stampa tramite stampanti ad inchiostri colorati. Presentata quasi come un gioco, limmagine magnetica comincia a conquistare i propri spazi man mano che aumenta la qualit dellimmagine e man mano che si abbassano i costi relativi. Mentre le fotocamere professionali di grande o medio formato si equipaggiano con dorsi speciali attrezzati per la registrazione digitale, cominciano ad essere messe in commercio fotocamere piccole, compatte e tascabili, in grado di offrire risultati sempre pi accettabili. Ma per questa nuova tecnologia dellimmagine il termine fotografia forse poco indicato.

Danilo Cecchi

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:Canon EOS1 (1989) - Dalle reflex autofocus di classe media alle reflex professionali con prestazioni di altissimo livello e grande affidabilit.Nikon Compendium - HOVE Bob Shell - Canon Compendium - HOVE Richard Nordin - Hasselblad Compendium - HOVE Ghester Sartorius - Carta didentit della Leica - REFLEX Marco Antonetto - Topcon Story - NASSA WATCH Danilo Cecchi - Asahi Pentax e Pentax SLR cameras - HOVE Cecchi e Ghisetti - Zeiss fotocamere e obiettivi - REFLEX Hansen e Dierdoff - Japanese 35mm SLR Cameras - HOVE John Wade - Classic Cameras 1945-1985 - HOVE Scheibel - Minolta Kamera Technik - URBAN VERLAG

STORIA DELLA FOTOGRAFIA

DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI SESSANTA

Lo sviluppo tecnologico vede la maturazione di molte delle sperimentazioni compiute negli ultimi anni Trenta, ma senza nessuna innovazione rivoluzionaria. Pellicole a colori sempre migliori, progetti ottici pi luminosi e focali grandangolari, una meccanica pi raffinata mettono a disposizione di professionisti e fotoamatori strumenti molto affidabili.

Nel mondo lacerato dal pi grande conflitto di tutti i tempi e pieno di ferite ancora aperte il ruolo della fotografia sembra essere quello di uno strumento universale, capace di riavvicinare i popoli e le culture. Il lungo periodo di stasi produttiva dellindustria fotografica e ottica, monopolizzata quasi completamente dalle commesse militari, provoca una drastica riduzione nel numero delle tipologie e delle stesse industrie. La pi grande industria fotografica degli anni Trenta, quella tedesca, annichilita dalla guerra, ha subto danni incalcolabili, ed divisa in due zone di influenza politica che sembrano non avere pi nessun punto di contatto. Gli ultimi anni Quaranta e i primi anni Cinquanta sono caratterizzati da un vuoto che le singole industrie fotografiche nazionali cercano affannosamente di riempire. Mentre in Germania, Rollei, Zeiss Ikon e Leitz lavorano qua-

La Contax IIa il simbolo pi evidente della rinascita nel dopoguerra dellindustria fotografica tedesca. Conserva le caratteristiche tecniche, il nome e la sigla del modello prebellico ma viene completamente riprogettata dal punto di vista meccanico, offre pochissime differenze estetiche e viene presentata alla Photokina del 1950.

si esclusivamente per lesportazione, replicando gli ultimi modelli prebellici appena modificati, gli Stati Uniti applicano una politica tesa a non penalizzare i nemici sconfitti, tedeschi e giapponesi, assorbendo la loro produzione e favorendo la riconversione della loro industria bellica in industria di pace. In questa situazione le indu-

strie francesi, inglesi, svizzere, italiane, ma anche cche e ungheresi, vivono una breve stagione di gloria. La mancanza di materie prime e di materiali sensibili consiglia lindustria fotografica a prestare le maggiori attenzioni al formato 35mm, il cos detto piccolo formato, piuttosto che ai formati maggiori. Questa scelta viene addirittura imposta per un certo periodo dagli americani alla nascente industria fotografica giapponese. Se negli anni Trenta lindustria fotografica giapponese si era rivolta esclusivamente verso i consumi interni, negli anni Cinquanta cominciano a comparire, prima sul mercato statunitense, e poi anche su quello europeo, fotocamere dai nomi come Nikon e Canon, ma anche Minolta, Konica e Fuji. La produzione tedesca viene riavviata lentamente nelle due Germanie, assumendo caratteristiche diverse al di qua e al di l del muro, e gi nel 1950 viene celebrata a Colonia la prima fiera internazionale della fotografia, la Photokina. In un clima di rinascita a tutti i costi Rollei presenta le nuove Rolleiflex biottica, insieme alle pi economiche Rolleicord, Zeiss Ikon presenta il nuovo modello Contax, insieme alla riedizione delle Super Ikonta di medio formato, mentre Leitz continua per il momento a proporre le nuove versioni delle Leica a vite. Le Leica e le Rolleiflex diventano i modelli maggiormente imitati dalle numerose industrie tedesche e giapponesi che ricompaiono sul mercato, ma anche dalle industrie straniere che lavorano ancora prevalentemente per i propri mercati interni. Sui mercati internazionali si affaccia intanto il nome dellindustria svedese Hasselblad, che presenta una rivoluzionaria monoreflex 6x6 con mirini e magazzini intercambiabili. La maggior parte dellindustria fotografica si riorganizza attorno ai soli tre tipi di pellicola che sono sopravvissuti alla selezione bellica, il 35mm e le pellicole in rullo di tipo 120 e 127. Non mancano tuttavia i tentativi di lanciare nuovi standard e, mentre Agfa ripropone i caricatori Karat, il Giappone propone il formato 24x32mm e Kodak insiste con i rulli tipo 620, analoghi ai rulli 120, ma tutti questi tentativi sono destinati allinsuccesso. La produzione delle lastre in vetro viene definitivamente accantonata e limpiego delle pellicole piane rimane appannaggio di pochi specialisti, mentre per il film da 35mm si costruiscono apparecchi sempre pi sofisticati e costosi, ma anche apparecchi alternativi, sempre pi semplici ed economici.

Lindustria fotografica giapponese, gravemente compromessa dalla sconfitta militare, rinasce sotto la protezione americana e si qualifica per le proprie potenzialit, sintetizzate nella fotocamera a telemetro Nikon del 1948, che riunisce in un solo apparecchio le migliori caratteristiche di Leica e Contax.

Rolleiflex 2.8. Dopo gli eccessi prebellici con obiettivi di grande luminosit per le fotocamere di medio formato Ermanox e Ihagee, la luminosit massima degli obiettivi per reflex 6x6 nel dopoguerra si stabilizza su f/2.8, ottimo compromesso fra qualit e versatlit.

Hasselblad 1000F. Una delle realizzazioni fotografiche pi innovative del dopoguerra rappresentata dalle fotocamere reflex monoculari di medio formato Hasselblad, che vengono presentate nel 1948 e immesse sul mercato nel 1950 e introducono nel settore del medio formato il concetto di modularit, un concetto opposto a quello che aveva dominato il settore nel periodo prebellico, con la ricerca della fotocamera perfetta ma conclusa in s stessa.

Levoluzione delle fotocamereNel corso degli anni Cinquanta la competizione fra la produzione tedesca e quella

giapponese si fa sempre pi diretta. Nel 1954 alle Leica a vite vengono affiancate le Leica M3 con innesto a baionetta, leva di carica rapida, mirino multifocale e selettore unico delle velocit accoppiabile ad un esposimetro esterno. Nello stesso anno Nikon presenta il suo modello Nikon S2 di formato standardizzato 24x36mm e nel 1957 presenta un nuovo modello Nikon SP, equipaggiato con un mirino multifocale e predisposto per limpiego di un motore elettrico. Nel 1957 Hasselblad sostituisce le sue fotocamere con otturatore a tendina con un nuovo modello con otturatore a lamelle Synchro Compur incorporato in ognuno degli obiettivi intercambiabili e nel 1958

Linhof presenta un modello per film in rullo con telemetro accoppiato. Nel 1959 Rollei risponde con un modello biottica con il teleobiettivo incorporato, a cui segue un modello grandangolare. La societ giapponese Mamiya supera in flessibilit la stessa Rollei, presentando una reflex biottica con coppie di obiettivi completamente intercambiabili. Nel campo delle monoreflex la Zeiss Ikon presenta nel 1954 un modello popolare, la Contaflex ad ottica fissa, a cui segue nel 1959 un modello professionale, la Contarex, con obiettivi e magazzini intercambiabili. Nel 1959 Nikon presenta un modello reflex, la Nikon F, con obiettivi e mirini in-

Nel 1957 la Nikon presenta un modello tecnologicamente molto avanzato, la Nikon SP con mirino multifocale e predisposta per laccoppiamento con il motore elettrico, toccando il vertice dello sviluppo delle fotocamere a telemetro.

Incalzata dal proliferare delle copie delle Leica a vite e dalle richieste del mercato, la Leitz nel 1954 mette sul mercato la Leica M3 con innesto a baionetta, con un telemetro a larga base accoppiato con il mirino e con la predisposizione per un esposimetro accoppiato di tipo clip-on.

Tele Rolleiflex. Dopo aver dominato il mercato internazionale le biottica Rolleiflex cominciano a mostrare i propri limiti, ma prima di dedicarsi a nuove tipologie la societ Franke & Heidecke tenta di modificare le biottica equipaggiandole con obiettivi tele e grandangolari.

tercambiabili e predisposta per limpiego del motore elettrico, e nello stesso anno Zenza Bronica presenta una reflex 6x6 con magazzini intercambiabili e otturatore a tendina. Altre reflex giapponesi 35mm, come le Asahi Pentax e le Miranda, conquistano spazi sempre maggiori, mentre la produzione delle 35mm a telemetro tipo Leica subisce una battuta darresto, con la sola eccezione della Canon, che continua a costruire fotocamere a telemetro fino alla fine degli anni Sessanta. Sul fronte delle fotocamere economiche si moltiplicano i modelli basati sulla semplicit costruttiva e operativa, come le molte reflex biottica che si ispirano alle Rolleiflex e le molte fotocamere che replicano i modelli prebellici tipo box, mentre nascono numerose fotocamere 35mm ispirate al-

la Leica, ma con obiettivo fisso e prive di telemetro. Accanto allindustria tedesca e allindustria giapponese, lindustria della DDR produce a livello di massa molte buone fotocamere, anche se prive di raffinatezze o di innovazioni particolari, come le reflex 35mm Exakta e Praktica, ma produce anche fotocamere originali come le reflex 35mm Praktina, modulari e motorizzabili, e le reflex di medio formato Praktisix e Pentacon Six.

Levoluzione tecnicaNel corso degli anni Sessanta si moltiplica il numero delle industrie fotografiche, mentre lindustria del materiale sensibile propone pellicole a colori negative o invertibili e nuove pellicole in bianco e nero dalla sensibilit sempre pi elevata, fino a 27 DIN, o, secondo la scala americana, 400

ASA. Negli ultimi anni Cinquanta gli esposimetri al selenio, incorporati nelle fotocamere di buon livello, sono diventati la norma, ma nei primi anni Sessanta questi vengono sostituiti da una nuova generazione di esposimetri, con fotocellula al Solfuro di Cadmio o CdS, pi piccola e sensibile. Nel 1964 nascono le prime fotocamere con esposimetro incorporato che legge la luce dietro lobiettivo: le giapponesi Asahi Pentax Spotmatic e le Topcon Re Super, che vengono seguite e imitate da tutte le altre industrie fotografiche, giapponesi, tedesche e tedesche dellest. Perfino Leitz nel 1964 presenta una reflex 35mm, la Leicaflex, sostituendola nel 1968 con la Leicaflex SL con esposimetro interno. Le produzioni nazionali italiane, francese, inglese e perfino quella americana sono nel

Nikon F. Con la Nikon F del 1959 si chiude idealmente la stagione delle fotocamere a telemetro e si apre la stagione delle reflex 35mm. La Nikon F segna lo spartiacque ideale fra i due sistemi.

Nel 1957 Hasselblad abbandona lotturatore a tendina a favore degli otturatori Synchro Compur incorporati negli obiettivi intercambiabili, senza rinunciare al concetto di modularit e stabilendo nuovi standard produttivi.

frattempo completamente uscite dal mercato e sopravvivono solo con produzioni economiche destinate a soddisfare una piccola fetta del mercato interno. La produzione sovietica, per quanto copiosa, rimane al di l della cortina di ferro. Mentre Hasselblad e Rollei monopolizzano il medio formato, Leica e Nikon continuano a rimanere i punti di riferimento della produzione di fotocamere 35mm, nonostante la numerosa schiera di imitatori. Lentamente il sistema fotografico reflex comincia a prevalere sul sistema a telemetro, grazie alla sempre maggiore diffusione dei teleobiettivi e grazie alla realizzazione di obiettivi grandangolari con schema retrofocus, che permettono la visione nel mirino reflex anche con obiettivi di corta e cortissima focale. Nascono le prime fotocamere con esposizione automatica, realizzata per mezzo del collegamento fra il galvanometro dellesposimetro e il selettore del diaframma. Se lautomatismo dellesposizione nasce su fotocamere relativamente economiche e destinate allimpiego amatoriale, come le Agfa Selecta e le Contaflex Super, ben presto gli automatismi cominciano ad essere applicati sulle reflex 35mm con obiettivo intercambiabile, come le Konica Autoreflex e Autoreflex T del 1966 e del 1968.

Con lincalzare degli anni Sessanta si assiste a due fenomeni diversi ma convergenti. Il primo di questi fenomeni la scomparsa delle fotocamere di medio formato di tipo economico, con una evidente nobilitazione del medio formato ai livelli professionali e larrivo sul mercato delle monoreflex professionali delle giapponesi Mamiya, Kowa e Asahi Pentax, ma anche della Rolleiflex SL 66. Il secondo fenomeno la diffusione delle fotocamere economiche di piccolo formato ad opera dei grandi produttori di pellicola. Kodak lancia nel 1963 i caricatori di tipo facilitato Instamatic, o 126, per il formato 28x28mm, e Agfa replica con i caricatori tipo Rapid, analoghi al tipo Karat, che utilizzano ancora film da 35mm. Per i caricatori tipo Instamatic vengono costruite fotocamere economiche ma anche fotocamere di buon livello, come le Kodak Instamatic Reflex, le Rollei 126 e le Contaflex 126 della Zeiss Ikon. Alla fine degli anni Sessanta le condizioni del mercato sono profondamente cambiate. Il sintomo pi appariscente della crisi rappresentato dallannuncio, fatto nel 1971, della chiusura del reparto fotocamere della Zeiss Ikon, che rappresenta la fine di unepoca.

Asahi Pentax Spotmatic. Con limpiego delle fotocellule al CdS poste allinterno delle fotocamere reflex con obiettivo intercambiabile si realizza il sistema di misurazione TTL. LAsahi Pentax presenta il suo prototipo Spot Matic nel 1960 e presenta definitivamente il modello di serie Spotmatic nel 1964 in occasione dei Giochi Olimpici di Tokyo.

Lepoca del coloreLo sviluppo tecnologico degli anni Cinquanta vede la maturazione e il compimento di molte delle sperimentazioni compiute negli ultimi anni Trenta, con laffinamento della chimica, dellottica e della meccanica, ma senza nessuna innovazione veramente clamorosa destinata a rivoluzionare il modo di fabbricazione delle immagini ottiche. Nel campo della chimica si registra il costante progresso della fotografia a colori, sempre pi apprezzata dalle redazioni delle riviste illustrate, mentre nel settore tradizionale del bianco e nero si punta verso il miglioramento delle emulsioni, con lo

Minox B. Linteresse per i mini formati fotografici viene sintetizzata nelle fotocamere Minox di formato 11x18 che vengono prodotte in Germania dal dopoguerra fino ai primi anni Settanta sviluppando il modello prebellico di Walter Zapp.

Voigtlaender Prominent con Ultron f/1.5 - Lindustria fotografica tedesca del dopoguerra sviluppa molte proposte originali, come la Prominent a telemetro con obiettivi intercambiabili e otturatore Compur.

scopo di ottenere una grana sempre pi fine e una scala di sensibilit sempre pi estesa. Lo scopo quello di favorire limpiego di formati sempre pi piccoli; mentre il 6x6 sostituisce nellimpiego professionale i formati maggiori, il 35mm assume sempre maggiore dignit e si arriva fino agli estremi rappresentati dal formato Minox 8x11mm ottenuto dalla pellicola cinematografica da 9.5mm. Lindustria del materiale sensibile cerca anche di assecondare la tendenza alle riprese in luce ambiente senza ricorrere ai flash, ritenuti da molti professionisti poco discreti e troppo artificiosi. Il grande protagonista dello sviluppo tecnico degli anni Cinquanta rimane tuttavia il colore, che comincia ad essere praticato da professionisti ed amatori, sia per la fotografia commerciale che per quella giornalistica, come per quella pi strettamente dilettantistica e salonistica. La diffusione del colore negli inserti delle riviste e nei settimanali illustrati accentua la corsa ad una riproduzione sempre pi fedele del colore, rimettendo in moto il genere fotogiornalistico legato al viaggio di esplorazione, e riproponendo i temi gi visti, interpretati alla luce della nuova tecnologia fotografica.

Obiettivi sempre pi luminosiNel corso degli anni Cinquanta e Sessanta anche lingegneria ottica riceve un nuovo impulso e propone nuovi prodotti. La scoperta del trattamento antiriflesso degli obiettivi, compiuta indipendentemente nel periodo prebellico da Smakula in Germania e da Strong negli Stati Uniti, ma sottoposta a vincolo dai militari, diventa di pubblico dominio e permette di aumentare il numero delle lenti degli obiettivi migliorandone la resa ottica. Per gli obiettivi standard e per i teleobiettivi si inseguono luminosit sempre mag-

giori, mentre per i grandangolari si cercano prestazioni legate ad un angolo di ripresa sempre maggiore. Mentre per il medio formato la luminosit massima degli obiettivi standard sembra fermarsi a f/2.8 con i Planar e gli Xenar da 80mm, per le fotocamere 35mm il limite della luminosit massima viene spostato continuamente. Nel periodo bellico, per fotografare gli schermi radioscopici fluorescenti, si sono costruiti obiettivi di grande luminosit, come il noto Xenon f/1.5 utilizzato da Leitz, i Serenar f/1.5 di Canon, e addirittura un Biotar 55mm f/0.85 della Carl Zeiss. Da queste esperienze nel periodo postbellico si passa a obiettivi luminosi per impieghi civili, e ai Sonnar e agli Xenar con luminosit massima f/2.0 o f/1.5 si affiancano nuovi obiettivi di lunghezza focale standard, tutti caratterizzati dalla luminosit elevata. Per la 35mm a telemetro Prominent la Voigtlaender propone fino dal 1952 gli obiettivi 50mm Ultron f/2.0 e Nokton f/1.5. Per le Nikon a telemetro vengono proposti nel 1950 gli obiettivi Nikkor da 50mm con luminosit f/1.5 e f/1.4, e nel 1956 viene presentato un Nikkor 50mm f/1.1. Canon nel dopoguerra comincia a costruire obiettivi Serenar f/1.5 per impieghi fotografici comuni, montandoli sulle Canon a telemetro, per arrivare nel 1956 al Canon 50mm f/1.4, seguito dal Canon 50mm f/1.2 e, nel 1960, dal Canon 50mm f/0.95. Nel 1949 la Leitz comincia a produrre su licenza per le Leica a telemetro il Summarit 50mm f/1.5, sostituito nel 1959 dal Summilux 50mm f/1.4. Nel 1966 la stessa Leitz mette in commercio il Noctilux 50mm f/1.2, sostituito pi tardi, nel 1976, dal Noctilux 50mm f/1.0. Fra gli obiettivi di focale media il record del Summarex 85mm f/1.5 del 1943 viene uguagliato nel 1951 da Nikon con il Nikkor

85mm f/1.5, mentre Carl Zeiss di Jena propone nel 1950 un Biotar 75mm f/1.5 con innesto per le reflex 35mm. Per le fotocamere reflex 35mm laumento della luminosit degli obiettivi standard pi moderato e comporta un aumento della lunghezza focale. Il Sonnar 50mm f/2.0 diventa gi nel 1948 il Biotar 58mm f/2.0, mentre nel 1959 con la Nikon F nasce il Nikkor 58mm f/1.4. Gli obiettivi con luminosit f/1.8 e focale compresa fra 55 e 58mm diventano lo standard per molte monoreflex. LAsahi Pentax K e la Minolta SR2, entrambe del 1958, vengono equipaggiate rispettivamente con un Takumar 55mm f/1.8 e con un Rokkor 55mm f/1.8. Nel 1962 lobiettivo standard della Minolta SR7 diventa il Rokkor 58mm f/1.4 e nel 1964 lobiettivo standard della Spotmatic diventa il Super Takumar 50mm f/1.4, dalla formula ottica particolarmente compressa. Nel 1967 Nikon presenta il Nikkor 55mm f/1.2 e la Minolta presenta il Rokkor 58mm f/1.2. Per le Contarex Carl Zeiss propone nel 1958 un Planar 50mm f/2.0 e nel 1961 un Planar 55mm f/1.4, mentre Leitz per la Leicaflex propone nel 1964 un Summicron 50mm f/2 e solo nel 1970 presenta un Summilux 50mm f/1.4.

Grandangoli pi cortiPer gli obiettivi grandangolari si impiegano schemi ottici simmetrici modificati, con la lente tergale vicinissima al piano focale. Per questo motivo gli obiettivi di corta e cortissima focale vengono montati quasi esclusivamente sulle fotocamere a telemetro. Nel 1954 Carl Zeiss realizza un obiettivo Biogon da 38mm di focale per la Hasselblad SW priva di specchio mobile. Lobiettivo abbraccia un angolo di novanta gradi e la Hasselblad SW rappresenta per il

Litaliana GaMi rappresenta la pi geniale proposta italiana nel settore delle fotocamere di piccolissimo formato 16mm.

La fine degli anni Sessanta simboleggiata dalla presentazione da parte della Zeiss Ikon della fotocamera Hologon, con obiettivo super grandangolare da 15mm di focale. Lobiettivo non intercambiabile, non focheggiabile e non diaframmabile, ma costituisce un primato dal punto di vista ottico.

medio formato 6x6 lunica vera alternativa ai formati maggiori. Per le fotocamere da 35mm viene realizzato dalla stessa Carl Zeiss un Biogon da 21mm di focale con innesto Contax, che permette per la prima volta anche sul piccolo formato riprese grandangolari estreme. Leitz replica nel 1958 con lobiettivo Super Angulon di identica focale, mentre Nikon propone un grandangolare da 25mm nel 1953 e un grandangolare da 21mm nel 1959. Il limite viene raggiunto nel 1969 da Carl Zeiss con lobiettivo Hologon da 15mm che privo di diaframma e di movimento di messa a fuoco ed montato su una fotocamera 35mm speciale, battezzata anchessa Hologon. Nel 1972 lobiettivo Hologon viene realizzato anche in montatura speciale a baionetta per le fotocamere Leica della serie M. Sulla scia di queste esperienze altri costruttori ottici realizzano obiettivi analoghi, cercando di trasferire queste costruzioni anche sulle reflex 35mm, ma solo ricorrendo al blocco dello specchio in posizione sollevata e ad un mirino ottico aggiuntivo. Questa soluzione viene adottata dalla stessa Nikon sulla Nikon F e da Zeiss Ikon sulla Contarex, per montare rispettivamente il Nikkor 21mm e il Biogon 21mm, ma anche da Minolta per montare il Rokkor 21mm del 1962 e da Canon per montare il Canon 19mm del 1964 sulle proprie reflex. Solo con ladozione dello schema retrofocus inventato dallottico Pierre Angenieux diventa possibile realizzare obiettivi grandangolari compatibili con lo specchio mo-

bile delle reflex 35mm. Nel 1953 Angenieux realizza un grandangolare retrofocus da 28mm e nel 1957 realizza un 24mm. La lezione viene imparata rapidamente anche dalle altre industrie ottiche, che si spingono ancora pi lontano. Carl Zeiss di Jena realizza un Flektogon 25mm nel 1961 e un Flektogon da 20mm nel 1963, mentre Carl Zeiss di Oberkochen realizza per le Contarex un Distagon 25mm nel 1963, un Distagon 18mm nel 1967 e perfino un Distagon 15mm nel 1972. Nikon realizza un primo grandangolare retrofocus da 28mm nel 1960, e nel 1967 ne realizza uno da 24mm e uno da 20mm. Obiettivi analoghi vengono realizzati nello stesso periodo anche da Asahi Optical per le Pentax e da Minolta, mentre Carl Zeiss realizza gi nel 1954 per le Hasselblad i grandangolari con schema retrofocus da 60mm, arrivando successivamente a 50mm e a 40mm nel 1964, ma mettendo in produzione il 40mm solo nel 1967.

presto nel corredo delle reflex pi prestigiose si cominciano a contare uno o pi obiettivi Zoom. Nel 1963 Nikon mette in commercio una piccola reflex 35mm con otturatore centrale a lamelle equipaggiata con un obiettivo zoom non intercambiabile con focale da 43 a 86mm, destinata ad un pubblico non specializzato; gli obiettivi zoom sono destinati ad uno sviluppo particolarmente rapido ed a conoscere grossi successi commerciali anche nel settore professionale. Carl Zeiss realizza i suoi primi obiettivi Zoom Vario-Sonnar per la Contarex allinizio degli anni Settanta, quasi in concomitanza con la chiusura del reparto fotocamere, ma non rinuncia alla progettazione e alla realizzazione di costruzioni ottiche per il piccolo e per il medio formato.

Gli strumentiIn maniera ancora pi accentuata che negli anni Trenta, negli anni Cinquanta e Sessanta si assiste alla diversificazione dei settori amatoriale e professionale. Laltissimo grado di precisione raggiunto nelle lavorazioni meccaniche permette di produrre fotocamere altamente affidabili per il medio formato, che con le Rolleiflex biottica e con le monoreflex Hasselblad eclissa definitivamente i formati pi grandi, almeno per la maggior parte della produzione fotografica commerciale e giornalistica e per le riprese in studio. Ma mentre per il medio formato, tradizionale per definizione, non si registrano innovazioni n molto rapide n particolarmente significative, per il piccolo o piccolissimo formato si assiste

Lapparizione dello zoomDal punto di vista ottico una seconda rivoluzione prende il via alla fine degli anni Cinquanta, con la presentazione nel 1959 da parte di Voigtlaender dellobiettivo Zoomar con focale variabile fra 36 e 82mm. Gli obiettivi con focale variabile per impieghi fotografici erano noti, ma lo Zoomar di Voigtlaender il primo obiettivo di questo tipo progettato specificamente per limpiego fotografico su una reflex 35mm. Lesempio di Voigtlaender viene seguito da altri costruttori ottici, tedeschi e giapponesi, ma anche dallo stesso Angenieux, e ben

Leicaflex SL. Anche la pi tradizionale delle industrie fotografiche tedesche legata ai sistemi a telemetro, la Leitz, mette in produzione nel 1964 una reflex 35mm targata Leica e piena di idee innovative, almeno per la casa da cui proviene.

Contax S. La presentazione nel 1949 della Contax S significa il rilancio dellindustria tedesca con un prodotto inedito e limpiego del mirino pentaprismatico che apre la strada al trionfo della tipologia reflex 35mm, destinata a sostituire le fotocamere a telemetro.

La reflex italiana Rectaflex, insieme alla Contax S, una delle prime fotocamere equipaggiata con un mirino pentaprismatico e viene presentata a livello di prototipo alla Fiera di Milano nel 1948.

La Nikkorex la prima reflex 35mm che monta di serie un otturatore a lamelle metalliche con scorrimento verticale Copal Square, un otturatore destinato ad un enorme successo commerciale ed a sviluppi determinanti per il sistema reflex.

ad una vera e propria proliferazione di tipi e modelli di fotocamere. Nascono fotocamere di piccolissimo formato per film da 16mm come le giapponesi Minolta e Yashica, le tedesche Rollei ed Edixa, le francesi Sfomax e le italiane GaMi. Nascono fotocamere panoramiche con obiettivi rotanti per il piccolo ed il medio formato, nascono fotocamere subacquee come le Calypso e nascono perfino fotocamere biottica 35mm firmate da Agfa. Alle Leica e alle Contax si affiancano e si contrappongono numerose fotocamere 35mm con telemetro e obiettivi intercambiabili. In Francia conquistano successo e notoriet le Foca con otturatore a tendina e innesto a vite, che vengono costruite in numerose varianti tecniche e commercia-

li; in Inghilterra lo stesso successo arride alle Reid, quasi identiche alle Leica prebelliche, mentre in Italia vengono costruite numerose fotocamere ispirate alla Leica, dalla Gamma alla Ianua, dalla Sonne alla Iso, tutte costruite per un periodo limitato in poche centinaia di esemplari, ma tutte dotate di soluzioni tecniche originali. In Giappone Canon costruisce numerosi modelli di fotocamera a telemetro con innesto a vite e Nikon comincia a costruire fotocamere a telemetro ispirate alle Contax, ma con otturatori a scorrimento orizzontale come le Leica. In Germania, ad eccezione delle Prominent Voigtlaender, caratterizzate da un otturatore a lamelle Synchro Compur ma con la possibilit di sostituire gli obiettivi, non vengono costruite fotocamere a telemetro

in grado di rivaleggiare con Leica e Contax. Mentre Zeiss Ikon non compie nessun tentativo per modificare le Contax, che rimangono invariate fino al 1958, Leitz affianca e poi sostituisce alle Leica con innesto a vite le Leica con innesto a baionetta, la cui produzione inizia nel 1954 con la Leica M3 per culminare nel 1967 con la Leica M4. Mantenendo una filosofia produttiva tradizionale Leitz non propone varianti sostanziali alle sue Leica e considera la motorizzazione delle fotocamere come qualcosa di anomalo, arrivando a modificare solo pochi esemplari di Leica M2 e M4 per limpiego del motore elettrico. Viceversa i costruttori giapponesi si dimostrano pi fantasiosi e coraggiosi. Nel 1957 inizia la produzione delle Nikon SP predisposte per il motore elettrico e la stessa ca-

La Minolta SRT 101 una reflex con esposimetro TTL che ha ottenuto un grosso successo commerciale ed ha contribuito alla diffusione di massa del nuovo sistema esposimetrico.

Alla fine degli anni Cinquanta anche la Zeiss Ikon abbandona la tipologia Contax e presenta una reflex 35mm di alta classe, la Contarex con esposimetro incorporato ed accoppiato.

ratteristica si ritrova nel modello pi economico Nikon S3 del 1958. Canon non arriva alla motorizzazione elettrica delle sue fotocamere a telemetro, ma adotta un fondello modificato con leva di carica rapida manuale, e con il modello Canon 7 del 1961 inserisce nel corpo della fotocamera un esposimetro accoppiato. La velocit di ripresa e la determinazione esatta dellesposizione diventano due esigenze irrinunciabili nella fotografia degli anni Sessanta, ma la risposta a queste esigenze dei fotografi di azione non si trova nelle fotocamere 35mm a telemetro, che a met degli anni Sessanta sono gi superate tecnologicamente dalle reflex 35mm.

Lepoca delle reflexLe reflex 35mm del dopoguerra sono le Exakta che continuano ad essere costruite a Dresda, e che nel 1951 vengono equipaggiate con un mirino pentaprismatico intercambiabile, sviluppato in base ad un progetto prebellico della Zeiss Ikon battezzato Pentagon, a cui si affiancano le Praktica e le Contax S, tutte costruite a Dresda ma con un semplice mirino a pozzetto le prime e con mirino a prisma non intercambiabile le seconde. Accanto alle reflex di Dresda, nel dopoguerra nascono le reflex 35mm italiane Rectaflex e le svizzere Alpa, entrambe con mirino pentaprismatico, seguite dopo pochi anni dalle inglesi Wrayflex e dalle tedesche Edixa, tutte con obiettivo intercambiabile ed otturatore a tendina. Le reflex 35mm dei primi anni Cinquanta sono macchinose e lente, hanno dei mirini

poco luminosi, devono essere ricaricate dopo ogni scatto per poter inquadrare di nuovo il soggetto e, pur essendo molto versatili con limpiego degli obiettivi standard, con i teleobiettivi e con i lunghi fuochi, sono limitate nellimpiego degli obiettivi grandangolari a causa della presenza dello specchio mobile. Alla fine degli anni Cinquanta lo specchio con ritorno istantaneo presentato da Asahi Optical fino dal 1954 diventato la norma, e i primi grandangolari retrofocus rendono possibile anche la fotografia grandangolare di azione con le reflex 35mm. Le reflex sostituiscono le fotocamere a telemetro nei corredi di molti professionisti e di molte agenzie giornalistiche. Dopo il 1965 le reflex vengono equipaggiate con esposimetri precisi e sensibili incorporati dietro lobiettivo in modo da poter leggere lesposizione relativa alla sola scena inquadrata dallobiettivo, e questo comporta un salto di qualit permettendo riprese pi rapide ed esposizioni pi precise anche con pellicole a colori. Quasi tutte le industrie fotografiche tradizionali si adeguano a questa tendenza, anticipata in Giappone da Asahi Optical con la Spotmatic e da Topcon con la Topcon Re Super. Per non essere escluse dal mercato le altre industrie fotografiche sono costrette ad adeguarsi velocemente. Zeiss Ikon presenta le Contarex S, Nikon modifica la Nikon F nella Nikon Photomic, Voigtlaender presenta le Bessamatic CS, Pentacon presenta le Praktica Mat, Minolta presenta la SRT-101 e la stessa Leitz presenta la Leicaflex SL.

Mentre molte reflex 35mm adottano il sistema di misurazione della luce con il diaframma chiuso, altre adottano sofisticati simulatori di diaframma che permettono la misurazione con il diaframma alla massima apertura, vincolandosi per allimpiego di obiettivi predisposti specificamente per questo impiego. Per le reflex pi sofisticate, come la Leicaflex SL, si sceglie un sistema di misurazione molto selettivo, sulla sola area centrale del fotogramma, mentre altri fabbricanti preferiscono il metodo di misurazione medio su tutta larea ed altri ancora scelgono un metodo misto, su tutta larea ma con prevalenza alla zona centrale. Solo poche fotocamere, come la Mamiya DTL, permettono la commutazione fra i due diversi sistemi di lettura esposimetrica. Sulle reflex economiche vengono montati otturatori a tendina con velocit massima di 1/500 di secondo, mentre sulle reflex pi prestigiose si arriva al millesimo di secondo. Con la Canonflex R 2000 e con la Leicaflex si arriva a 1/2000 di secondo. Nel 1962 Nikon presenta una fotocamera reflex battezzata Nikkorex F ed equipaggiata con un originale otturatore fornito dalla societ Copal, battezzato Copal Square, e costituito da lamelle metalliche incernierate e caratterizzate dallo scorrimento in senso verticale in prossimit del piano focale. Si tratta del primo otturatore di questo tipo, destinato ad uno sviluppo inarrestabile, fino a sostituire negli anni Settanta gli otturatori a tendina tradizionali in stoffa. Accanto alle reflex con ottica intercam-

biabile ed otturatore a tendina nascono, ad imitazione delle Contaflex, alcune reflex con otturatore centrale a lamelle e con obiettivi fissi, scomponibili, e talvolta completamente intercambiabili. Fra queste fotocamere, generalmente di tipo economico, vi sono anche fotocamere prestigiose, come le Kodak Retina Reflex, le Bessamatic Voigtlaender, le giapponesi Kowa e Topcon Unirex. Nonostante le loro prestazioni interessanti, fra le quali la sincronizzazione totale con il flash, queste reflex sono destinate a non sopravvivere oltre la fine degli anni Sessanta.

Le medio formatoUn tipo di evoluzione tecnologica analoga a quella delle reflex di piccolo formato si registra tra le fotocamere di medio formato, dove vengono accantonati i modelli biottica e a telemetro a favore delle monoreflex. Alla svedese Hasselblad, alla tedesca Pentacon Six e alla giapponese Bronica si affiancano nel corso degli anni Sessanta le giapponesi Kowa e Mamiya e le tedesche Rolleiflex SL 66. Al mirino a pozzetto si sostituiscono sempre pi spesso i mirini pentaprismatici intercambiabili, dotati di un moderno esposimetro incorporato per la lettura della luce sul vetro smerigliato. Nel 1966 viene presentata la monoreflex di medio formato Asahi Pentax 6x7, con un otturatore a tendina controllato elettronicamente sulle velocit, ma ancora comandato manualmente. Otturatori analoghi vengono montati su alcune reflex 35mm come la Pentacon Electronic, sulla Contarex Super Electronic e sulla Yashica TL Electro X, tutte realizzate fra il 1966 e il 1968. Si tratta di una novit che passa quasi inosservata, ma che modificher profondamente il modo di costruire le fotocamere nel decennio successivo.Mamiya C 330. La tipologia biottica viene messa in crisi dalle reflex monoculari, molto pi flessibili e capaci di prestazioni pi sofisticate. Solo la giapponese Mamiya propone una serie di biottica con gruppi di obiettivi intercambiabili, aumentandone le possibilit di impiego, ma sempre entro limiti piuttosto ristretti.

Danilo Cecchi

Hasseblad SWC. Nel 1954 nasce la fotocamera grandangolare 6x6 di Hasselblad, costruita attorno ad un obiettivo Biogon da 38mm di focale, un obiettivo che rimarr inalterato per oltre quarantanni.

BIBLIOGRAFIA:Michel Auer - Histore illustre des appareils photographiques - Ed. Denoel Michel Auer - 150 ans dappareils photographiques (150 Years of cameras) - Camera Obscura Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sothebys John Wade - The Camera - Jessop I. Matanale - Collecting and using Classic Cameras - Thames & Hudson Clement Aguila e Michel Rouah - Exacta cameras 1933-1978 Hove Foto Books Richard Hummel - Spiegelreflexkameras aus Dresden James Lager - Leica, an illustrated History Ghester Sartorius - Carta di identit della Leica - Ed. Reflex Richard Nordin - Hasselblad System Compendium - Hove Books Danilo Cecchi - Asahi Pentax and Pentax SLR 35mm cameras - Hove Foto Books Marco Antonetto e Mario Malavolti - Made in Italy - Ed. Fotocamera Robert Rotoloni - Nikon rangefinder cameras - Hove Foto Books Bernard Vial - Histoire des appareils franais Roger Hicks - A History of 35mm Still Cameras - Focal Press Angelo Derqui - Rollei - Ed. del Grifo Marco Antonetto - Topcon Story

STORIA DELLA FOTOGRAFIA

FRA LASTRE E PELLICOLA IN ROTOLIGLI ANNI FRA LE DUE GUERRE

La storiaIl passaggio del supporto meccanico delle negative dal vetro alla celluloide, o nitrato di cellulosa, poi sostituita dallacetato di cellulosa, non infiammabile, si dimostra fondamentale per lo sviluppo della fotografia di massa o dilettantistica. Se il primo apparecchio Kodak del 1888 con struttura rigida utilizza ancora rotoli di carta sensibilizzata, gi nel 1889, grazie alla scoperta di Herny Reichenbach, possibile caricare le Kodak con rotoli di pellicola dalla grande autonomia. Dalle Kodak rigide a quelle pieghevoli, fino alle Folding Pocket Kodak del 1899 tutto un fiorire di fotocamere per pellicola in rullo, economiche e leggere, e destinate soprattutto ai fotografi cos detti della domenica. Le fotocamere economiche di cui ogni famiglia di un certo livello non pu pi privarsi sostituiscono il lavoro di molti fotografi professionisti. Per immortalare av-

venimenti particolari, ma non eccezionali, come gite e picnic, feste in giardino, visite di parenti e di amici o i giochi dei bambini, si ricorre alla abilit fotografica del capofamiglia, mentre si ricorre allo studio o al fotografo professionista ormai solo per gli avvenimenti irripetibili, come il matrimonio, la foto ufficiale di famiglia, il ritratto

in posa, o in altre occasioni di rilievo. Le pellicole in rullo vengono impiegate sugli apparecchi Kodak gi caricati in stabilimento, hanno una autonomia fino a cento pose, e devono essere trattate solo da laboratori specializzati. Solamente le fotocamere Kodak Daylight del 1891 permettono il caricamento in luce diurna della pellicola, che contenuta in apposite scatole a tenuta di luce. Nel 1892 Samuel Turner comincia a proteggere il film con della carta nera, rendendo semplice e agevole il caricamento alla luce delle fotocamere, e comincia ad utilizzare questo sistema sulle fotocamere Bulls Eye di formato 89x89mm costruite dalla Boston Camera Manufacturing Company, poi assorbita dalla Eastman. Nel periodo fra il 1895 e il 1935 vengono messi sul mercato non meno di trenta tipi diversi di pellicola in rullo, con altezza e lunghezza diversa, per diversi formati e di-

La Kodak del 1888 con la confezione del primo film in rullo disponibile commercialmente.

Kodak Folding Pocket del 1900, segna il passaggio del secolo con il passaggio dalle lastre alla pellicola in rullo anche sulle fotocamere pieghevoli e tascabili.

verso numero di pose. La pellicola di Eastman da 70mm di larghezza permette lesecuzione di negative rotonde da 64mm di diametro, ma nella Kodak n. 2 del 1889 viene usata una pellicola pi alta per immagini ancora circolari ma con 89mm di diametro. Per ogni tipo di fotocamera la societ Eastman mette in produzione diversi modelli, con formati sempre maggiori. Dal formato 89x114mm si passa nel 1890 ai formati 102x127mm e 130x180mm, fino ad arrivare nel 1893 al formato 165x216mm, ancora su pellicola in rotolo, nel tipo da ventiquattro o da quarantotto pose. La produzione del film in rullo viene praticamente monopolizzata dalla Eastman, almeno nel primo periodo, e il suo impiego viene confinato allambiente domestico e familiare. Nei primi anni del nuovo secolo e negli anni Dieci i formati vengono drasticamente ridotti, grazie alla diffusione di fotocamere in rullo tascabili, come la Ensignette di Hughton del 1909 per il formato 57x38mm e la Kodak Vest Pocket del 1912 per il formato 41x64mm, pi noto come formato Vest Pocket 4x6.5cm. In particolare le fotocamere Vest Pocket Kodak ottengono un successo commerciale clamoroso, e vengono vendute fino al 1926 in circa due milioni di esemplari. Nonostante limpegno di altre industrie fotografiche, come le inglesi Lancaster e Butcher o la tedesca Rietzschel, che producono fotocamere di buon livello tecnico, limpiego della pellicola negativa in rullo per quasi trentanni non riesce ad assumere una dimensione professionale. Chi utilizza la fotografia per lavoro o come

espressione artistica continua a preferire le lastre su vetro, assolutamente rigide e indeformabili, o le pellicole piane, leggere ma di dimensioni ancora sufficientemente ampie paragonabili a quelle delle lastre. Solo nella seconda met degli anni Venti e allinizio degli anni Trenta grazie a fotocamere come le Rolleiflex, le Exakta e le Leica, la pellicola in rullo del tipo 120, del tipo 127 e del tipo 35mm comincia a vivere una stagione improntata allimpiego professionale.

La tecnicaLa pellicola in rullo protetta da carta nera a tenuta di luce, presentata nel 1892, facilita il caricamento delle fotocamere e garantisce loro una certa autonomia anche nel caso di rotoli di lunghezza modesta. Da una parte questo semplifica la costruzione delle fotocamere, che diventano pi leggere e maneggevoli, soprattutto quelle destinate ad impieghi non specialistici da parte di fotografi non professionisti. Dallaltra parte la necessit di far scorrere con precisione la pellicola allinterno della fotocamera, da un rocchetto allaltro, finisce per far aumentare il numero degli ingranaggi e dei pezzi in movimento, costringendo le industrie fotografiche ad una costruzione meccanica pi rigorosa. La maggiore precisione meccanica degli apparecchi, del resto, favorisce il processo di riduzione delle dimensioni degli apparecchi stessi. Negli anni Dieci e Venti si assiste al fenomeno delle fotocamere convertibili, che possono impiegare indifferentemente lastre in vetro o dorsi porta-

rulli, per ottenere in ambedue i casi negative di formato analogo. Sulle pellicole in rullo si possono ottenere immagini di dimensioni ancora notevoli, 102x127mm o 127x179mm, ma la tendenza quella di migliorare il materiale sensibile per diminuire le dimensioni del formato. Nel 1900 la societ Eastman lancia sul mercato la fotocamera economica Brownie, destinata in maniera specifica ai ragazzi, per il formato 57x57mm, vendendone nel pri-

A sinistra: Vest Pocket Kodak del 1912 per il formato 6.4x4 su pellicola in rullo tipo 127. Leggerissima ed economica, stata un enorme successo commerciale.

Exakta 6x6 del 1938.

Rolleiflex Standard del 1930, prima biottica per pellicola in rullo, imitata da tutte le maggiori industrie fotografiche degli anni Trenta.

Ikonta costruita dalla Zeiss Ikon in diverse varianti per pellicole in rotolo, nella versione 6x4.5 del 1932.

Leica Elmar, la fotocamera 35mm che ha maggiormente contribuito allaffermazione del formato 35mm in fotografia.

Kodak Brownie n. 1 del 1904, progettata per una utilizzazione facile da parte dei bambini. Formato 24x36 su film da 35mm.

mo anno di produzione circa centomila esemplari. Il formato tipo delle fotocamere per film in rullo si stabilizza negli anni Dieci in 57x83mm, il cos detto formato 6x9cm, analogo a quello delle lastre di dimensioni medio piccole, ottenuto dai rulli di tipo 120 messi sul mercato gi dal 1901. Nel 1912 viene messo sul mercato il film in rulli di tipo 127, pi stretto, da cui si ricava il formato 6.5x4, detto Vest Pocket. I film tipo 120 e 127 hanno un successo ampio e duraturo, che arrivato fino ai giorni nostri. Nei primi anni Trenta, sotto la spinta della miniaturizzazione sempre pi di moda, dal formato 6x9 viene fatto derivare il mezzo formato 6x4.5cm utilizzato su fotocamere come la Dallmeyer Duo, la Ikonta 520, la Kodak Duo e la Soho Tuon, tutte presentate fra il 1931 e il 1933. Una delle prime fotocamere a permettere limpiego di entrambi i formati, quello intero 6x9 e quello dimezzato 6x4.5 la Inos della Voigtlaender, che nasce nel 1931 e viene seguita nel 1935 dalla Bessa e dalla Certo Super Sport che offrono la stessa caratteristica. Lo stesso formato Vest Pocket viene dimezzato per arrivare al formato 3x4cm, concorrenziale con il gi popolare formato 24x36mm ottenuto su pellicola cinematografica da 35mm. Nel 1934 la societ Eastman mette in commercio confezioni di pellicola da 35mm in caricatori universali da trentasei pose, denominati caricatori tipo 135 o DLC, dalle iniziali delle parole Daylight Loading Cartridge. Ma la Eastman dimostra di non credere fino in fondo nel 35mm, e gi nel 1935 presenta una linea di fotocamere in bachelite per limpiego di un nuovo formato, con negative di 28x40mm ottenute su un film in rotolo non perforato battezzato con il nome Bantam. Limpiego fotografico della pellicola cinematografica a doppia perforazione si rivela tuttavia vincente, e viene ampiamente uti-

lizzato in fotografia per il formato cinematografico 18x24mm, per il formato quadrato 24x24mm e per il formato doppio, o formato Leica, 24x36mm. Ladozione del film da 35mm, insieme alla miniaturizzazione delle fotocamere, richiede lavorazioni pi fini, tolleranze meccaniche inferiori, una maggiore costanza nellavanzamento e nel blocco del film, e naturalmente richiede obiettivi pi incisi e otturatori pi veloci. Soprattutto sono i sistemi di mira e di messa a fuoco che devono diventare pi precisi ed affidabili. Anche se gli obiettivi di focale corta, come quelli da 75mm utilizzati per il formato Vest Pocket e soprattutto quelli da 50mm utilizzati per il formato 3x4cm e per il 24x36mm, offrono una grande profondit di campo, lesigenza di una messa a fuoco perfetta anche con il diaframma alla massima apertura diventa prioritaria per la fotografia, che sta diventando sempre pi

di moda, con riprese in luce ambiente. La sensibilit delle pellicola aumenta costantemente, e in quindici anni raddoppia, passando dal massimo di diciotto gradi Scheiner, corrispondenti a 8 gradi DIN, della Agfa Spezial del 1914, ai ventuno gradi Scheiner, corrispondenti a undici gradi DIN della Agfa Ukltra Spezial e delle Perutz Superrapid del 1929. Nel corso degli anni Trenta la scala DIN sostituisce la scala Scheiner e nascono la Agfa Superpan da 20 DIN e la Agfa Isopan F da 17 DIN, ma anche la Kodak Supersensitive, la Perutz Peromnia e la Schleusser Tempopan, tutte con la sensibilit della Ispoan. Nel 1936 il ricercatore dellAgfa Robert Koslowski scopre che, aggiungendo allemulsione classica un certo quantitativo di oro, migliorano sia la grana che la sensibilit del materiale. Nascono cos la Isochrom F e la nuova Isopan F da 17 DIN e la Isopan ISS da ventuno DIN, men-

tre la stessa Agfa e la Kodak mettono a punto le prime emulsioni negative a colori.

Gli strumentiLa fotocamere commercializzate dalla Eastman e da altre societ americane ed europee per limpiego della pellicola in rullo negli ultimi anni del secolo, come la svizzera Escopette, linglese Luzo, la tedesca Prizma Detective, la francese Cristallos o le americane Kamarette, sono destinate ad un impiego amatoriale, ma con il nuovo secolo si comincia a pensare ad un impiego pi serio del nuovo materiale sensibile, mentre per i corpi macchina dal legno delle Kodak e dal cartone delle Brownie si comincia a passare allalluminio, al lamierino di acciaio e pi tardi alla bachelite. La protagonista indiscussa della rivoluzione tecnologica che cambia il mondo della fotografia nel periodo fra le due guerre lindustria fotografi-

Kodak Bantam Special del 1936, fotocamera prestigiosa di formato 28x40mm, equipaggiata con un obiettivo Ektar f/2.0, telemetro e otturatore Compur, contenuta in una carrozzeria raffinatissima con chiusura a sportello, rappresenta la sfida impossibile della Kodak al successo commerciale del formato 24x36 su film da 35mm.

Bessa Voigtlaender costruita a partire dal 1938, permette lesecuzione di foto di formato 6x9 o 4.5x6 su film in rullo tipo 120.

Esco, costruita da Seischab nel 1926 per il film da 35mm ma ancora per il formato cinematografico 18x24mm, si caratterizza per la grande autonomia di cui dispone, oltre quattrocento pose.

A destra e sotto: Leica I e Leica Compur, costruite contemporaneamente da Leitz nella seconda met degli anni Venti, con otturatore a tendina la prima e con otturatore a lamelle la seconda.

Autographic Kodak del 1915, permette di scrivere i dati direttamente sulla pellicola attraverso una piccola finestra praticata sul dorso.

Contax I del 1932, una fotocamera 35mm a telemetro molto originale e tecnicamente avanzatissima.

Leica II del 1932 con telemetro accoppiato allobiettivo ma separato dal mirino.

Rolleiflex biottica del 1929 per il formato 6x6 su film in rullo, capostipite di una lunga generazione di fotocamere e di una folta schiera di imitazioni.

A destra: Plaubel Makina per lastre 6.5x9 costruita con una particolare attenzione alla precisione meccanica nel 1937, equipaggiata con telemetro, otturatore Compur e obiettivo luminoso Anticomar 100mm f/2.9.

ca tedesca. Nel primo dopoguerra la Germania sconfitta trova nellesportazione del materiale fotografico una delle tante chiavi per la rinascita economica. Dalla Germania continuano a provenire i migliori vetri ottici, gli otturatori pi affidabili, i materiali sensibili pi raffinati. Le industrie fotografiche inglesi e francesi, ancora floride e piene di iniziativa, sembrano ripiegarsi sui rispettivi mercati interni e sulle loro colonie, e sembrano incapaci di proporre qualcosa di nuovo, mentre la gi affermata industria americana sembra continuare a basarsi sui grandi numeri ma su una qualit tutto sommato ancora mediocre. In Germania continuano ad operare le ditte dai nomi prestigiosi, come Carl Zeiss a Jena, Voigtlaender a Braunschweig, Ernemann a Dresda, Goerz a Berlino, Nagel a Stoccarda, e cos via. Ma accanto a queste aziende di fama mondiale stanno nascendo nuovi nomi, e sono destinati a cambiare il mondo della fotografia. Le officine Leitz di Wetzlar mettono in commercio nel 1925 una piccola fotocamera per pellicola cinematografica da 35mm, la Leica, equipaggiata con un obiettivo tipo Tessar e con un mirino ottico galileiano. Dopo soli cinque anni di vita la Lei-

ca si evolve nel modello Leica II con obiettivo intercambiabile e telemetro accoppiato. Il telemetro di precisione accoppiato alla messa a fuoco, presentato per la prima volta dalla Eastman su un modello folding Kodak Autographic nel 1916 permette lesattezza della focheggiatura anche a distanze brevi, in condizioni di luce scarsa e con il diaframma alla massima apertura. Il telemetro accoppiato viene utilizzato anche su altre fotocamere di medio formato, come le Roland 6x4.5 costruite da Paul Rudolph nel 1934 per la pellicola in rotolo e le Plaubel Makina II del 1933, costruite invece per pellicole piane di formato 6x9. Un altro metodo di messa a fuoco di precisione impiegato dalle fotocamere per pellicola in rullo il mirino reflex, con messa a fuoco sul vetro smerigliato, che viene adottato sulle monoreflex e sulle reflex biottica, mentre altre industrie ancora preferiscono ricorrere a sistemi originali ma privi di un seguito, come il mirino ottico Okula. Nel 1920 viene fondata a Braunschweig la societ Franke & Heidecke, che nel 1928 presenta la fotocamera biottica 6x6 Rolleiflex per pellicola in rullo di tipo 117, poi abbandonata in favore del tipo 120. La Rolleiflex sviluppa in modo originale il princi-

pio della fotocamera biottica gi utilizzato per le fotocamere a lastre con magazzino e diventa ben presto un modello imitato da numerose altre industrie fotografiche tedesche e straniere. Nel 1926 viene costituita con sede in Dresda la societ Zeiss Ikon, che nasce dalla forzata fusione di alcune industrie fotografiche esistenti, fa capo alla Fondazione Carl Zeiss e rappresenta la pi forte concentrazione industriale fotografica del periodo fra le due guerre. La Zeiss Ikon mette in produzione numerose fotocamere per film in rullo, dalle folding con telemetro accoppiato Super Ikonta alle biottica 6x6 Ikoflex. A partire dal 1932 inizia anche la produzione delle fotocamere 35mm Contax con obiettivo intercambiabile e telemetro accoppiato. Nel 1933 la societ Ihagee di Dresda mette in produzione la reflex monoculare Exakta Vest Pocket di formato 4x6.5, seguita nel 1936 dalla monoreflex 35mm Kine Exakta. Nel 1936 viene messa in produzione da Fritz Kaftanski a Berlino una piccola fotocamera, battezzata Minifex, che utilizza la pellicola cinematografica da 16mm gi presente sul mercato da una decina di anni. Nel volgere di poco pi di un decennio viene

Exakta Vest Pocket del 1933, una delle pi popolari reflex per pellicola in rullo di medio formato dei primi anni Trenta.

Ikoflex biottica 6x6 costruita dalla Zeiss Ikon sulla scia del successo della Rolleiflex, fotocamera dalle ottime prestazioni ma dal successo commerciale limitato.

Sopra: Super Ikonta 6x6 della Zeiss Ikon del 1938, incorpora i pi raffinati strumenti di controllo dellepoca, dal telemetro accoppiato allesposimetro incorporato, ed utilizza il nuovo formato quadrato 6x6 ormai diventato di moda alla fine degli anni Trenta.

A destra: Kine Exakta, reflex per pellicola da 35mm con obiettivi intercambiabili e otturatore dalle prestazioni sofisticate.

Primarflex costruita da Curt Bentzin nel 1935, una reflex 6x6 con obiettivo intercambiabile e caratteristiche tecniche di avanguardia.

Korelle 35, costruita da Franz Kochmann nel 1932 in bachelite per il formato 18x24mm su film da 35mm.

Robot costruita nel 1934 da Otto Berning per il formato 24x24mm su film da 35mm, si caratterizza per un otturatore rotante sul piano focale e per gli obiettivi intercambiabili, ma soprattutto per un motore a molla per lavanzamento del film esposto in rapida sequenza.

Rolleiflex del 1939, in cui viene sviluppato il concetto di fotocamera biottica con numerosi accorgimenti tecnici che la rendono ineguagliabile.

Welta Superfekta, biottica 6x9 con soffietto estensibile, una delle risposte pi originali alla Rolleiflex di Heidecke.

Zecaflex biottica 6x6 degli anni Trenta, una risposta originale ma poco fortunata alle biottica di Braunschweig.

tracciata una nuova strada che vede il film in rullo uscire dallo stadio poco pi che amatoriale e dilettantesco per assumere gi nel periodo prebellico, almeno in Europa, un ruolo altamente professionale. I modelli si moltiplicano e si replicano in una vorticosa successione. Alle Rolleiflex e alle Ikoflex si affiancano altre fotocamere biottica, come la Zecaflex, la Superfekta e la francese Ontoflex, che sono dotate

di soluzioni originali, ma che non riescono a superare in popolarit i modelli a cui si ispirano. Alle Super Ikonta si affiancano altre folding di medio formato dalle prestazioni sofisticate, come le Bessa e le Prominent della Voigtlaender. Alle Exakta Vest Pocket si affiancano altre monoreflex per pellicola in rullo 120, come le Primarflex e le Reflex Korelle. Alle Leica e alle Contax si affiancano altre fotocamere 35mm pi

modeste, dalle Kodak Retina alle Baldina, dalle Peggy alle Super Nettel, dalle Agfa Karat fino alle Vito Voigtlaender. Quasi tutte queste fotocamere sono caratterizzate dalla presenza di otturatori a lamelle tipo Compur e di obiettivi fissi montati su un soffietto pieghevole come sulle folding di medio formato. Non mancano le fotocamere assolutamente originali, come le Robot 35mm con avanzamento a molla del film, o come le

Kodak Retina costruita a Stoccarda nel 1934, rappresenta lingresso della Kodak nel mondo del 35mm con una fotocamera folding ancora abbastanza economica. Contemporaneamente la Kodak mette in commercio la confezione di pellicola 35mm precaricata in caricatori standard a tenuta di luce.

Sopra: Contax I del 1932 e a sinistra Contax III del 1936. In solo quattro anni la Zeiss Ikon perfeziona la sua fotocamera 35mm aggiungendo un telemetro accoppiato alloculare, un esposimetro incorporato sul tettuccio e migliorando le prestazioni dellotturatore portando la velocit massima a 1/1250 di secondo.

A sinistra: Kodak Super Six 20 del 1938 per il formato 6x9. stata la prima fotocamera con esposizione automatica comandata dallesposimetro accoppiato ma stata poco fortunata, anche a causa dellimpiego del rullo tipo 620 che non mai riuscito a sostituire il pi popolare rullo tipo 120. A destra: Contaflex biottica per formato 35mm del 1934, con mirino reflex di dimensioni generose, otturatore a tendina con velocit rapide ed un sistema di esposimetro incorporato, obiettivi di ripresa completamente intercambiabili. Una sintesi fra le prestazioni della Rolleiflex e quelle della Contax.

biottica 35mm Contaflex della Zeiss Ikon, con obiettivo di mira fisso ed obiettivo da ripresa intercambiabile. Gli otturatori diventano pi veloci, pi sicuri e pi affidabili e vengono costruiti da societ specializzate. Fra gli otturatori a lamelle eccelle il Compur della societ Deckel, con velocit fino a 1/300 di secondo, mentre per le Leica si impiegano otturatori a doppia tendina scorrevole in stoffa con ve-

locit fino a 1/500 o 1/1000 di secondo. La Contax del 1932 utilizza un otturatore a lamelle metalliche con scorrimento verticale che offre la velocit di 1/1000 di secondo ed sostituita nel 1936 dalla Contax II con un otturatore analogo, che raggiunge 1/1250 di secondo e monta un telemetro a base larghissima accoppiato alloculare di mira. La contemporanea Contax III offre le stesse prestazioni e monta sul tettuccio un esposi-

metro fotoelettrico incorporato, per una valutazione esatta della luce. Lo stesso esposimetro incorporato viene montato sul frontale della Contaflex biottica e sul tettuccio della Super Ikonta 533 del 1937, ma si tratta di esposimetri non accoppiati. Nel 1938 viene presentata la Kodak Super Six, una folding di formato 6x9 equipaggiata con un esposimetro incorporato e accoppiato, che comanda automaticamente il selettore del

A destra: Obiettivo di grande luminosit Olympia Sonnar 180mm f/2.8 su cassetta reflex per Contax, probabilmente il miglior teleobiettivo costruito nel periodo fra le due guerre, sintesi della ricerca ottica pi avanzata del tempo.

Night Exakta di formato 6.5x4, con obiettivo molto luminoso Meyer Primoplan 80mm f/1.9.

Ermanox costruita da Ernemann nel 1924 per lastre 4.5x6 caratterizzata da un obiettivo Ernostar molto luminoso e tale da permettere riprese a mano libera in interni illuminati artificialmente.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:Sulla storia della fotografiaHelmut e Alison Gernsheim - Storia della fotografia - Frassinelli Michael Langford - The story of Photography - Focal Press Jean Claude Lemagny / Andr Rouill - Storia della fotografia - Sansoni Diego Mormorio - Storia della fotografia - Newton Beaumont Newhall - The History of Photography - Secker & Warzburg Beaumont Newhall - Storia della Fotografia - Einaudi Peter Pollack - The picture history of photography - Thames & Hudson Wladimiro Settimelli - Storia avventurosa della fotografia - Fotografare Aaron Sharf - Arte e fotografia - Einaudi Volker Kahmen - Fotografia come Arte - Goerlich Italo Zannier - Storia della fotografia italiana - Laterza

Sulle fotocamereMichel Auer - Histore illustre del appareils photographiques - Edita Denoel Michel Auer - 150 ans dappareils photographiques (150 Years of cameras) - Camera Obscura Brian Coe - La macchina fotografica (The Camera) - Garzanti Prince R. de Croy-Roelux - Macchine fotografiche - BE-MA Paul Henry Van Hasbroeck - 150 Classic Cameras - Sothebys Jiri Janda - Camera Obscuras - National Museum of Technology - Prague Peter Langner e Hans Kleffe - Historische Kameras - Fotokinoverlag John Wade - The Camera - Jessop John Wade - Breve storia della macchina fotografica - Fotografare Robert White - Discovering Old Cameras - Shire Johann Wilsberger - Alte Kameras - Harenberg

diaframma, realizzando il primo esempio di fotocamera con calcolo automatico dellesposizione. Per le fotocamere di nuova progettazione vengono realizzati nuovi obiettivi, pi incisivi e pi luminosi, alcuni dei quali derivano dallintramontabile Tessar, che viene portato alla luminosit f/2.8, mentre altri utilizzano formule ottiche inedite con un maggiore numero di lenti. Nel 1924 la societ Ernemann di Dresda mette in produzione la fotocamera Ermanox per lastre di formato 4.5x6cm, equipaggiandola con un obiettivo Ernostar da 100mm di focale con luminosit f/2.0, che gi nel 1925 viene sostituito da un obiettivo da 85mm con luminosit f/1.8. Lindustria ottica Hugo Meyer mette in produzione per le Exakta Night gli obiettivi Primoplan con luminosit f/1.9 e realizza perfino un obiettivo Plasmat da 90mm con luminosit f/1.5. Nello stesso periodo lindustria ottica Schneider mette in produzione gli obiettivi Xenon con luminosit f/2.0 e la Carl Zeiss di Jena mette in produzione i Biotar con la stessa luminosit. Per le Contax la Carl Zeiss di Jena mette in produzione gli obiettivi standard da 50mm Sonnar con luminosit f/2.0 e f/1.5, mentre per le Leica vengono messi in produzione gli obiettivi da 50mm Hektor con luminosit f/2.5 e gli Xenon con luminosit f/1.5 forniti da Schneider. Fra i teleobiettivi di media focale la Leitz propone nel 1931 un Hektor 73mm f/1.9 e la Carl Zeiss propone nel 1932 un Sonnar 85mm f/2.0, seguito nel 1936 da un Sonnar 180mm f/2.8. Il limite massimo della luminosit viene segnato dalla societ Astro di Berlino che propone i teleobiettivi Pan Tachar 150mm con luminosit f/2.3 e f/1.5, mentre per le piccole Minifex 16mm arriva a proporre un obiettivo Pan Tachar 25mm con luminosit f/1.8 e un obiettivo Astro Tachon con luminosit f/0.95.

Danilo Cecchi

STORIA DELLA FOTOGRAFIA

LA FOTOGRAFIA NEGLI ANNI FRA LE DUE GUERRE MONDIALINasce il fotogiornalismo moderno e il racconto fotografico acquista un valore autonomo; la stampa illustrata di informazione raggiunge livelli di diffusione mai visti prima. Contemporaneamente si sviluppa un processo di crescita simbiotico fra la fotografia e le altre arti figurative.

Jacques Henri Lartigue: Bottega di illustrazioni e pellicole fotografiche (1907).

La fotografia darte e la fotografia documentaria, due forme espressive gi ampiamente rappresentate allinizio del secolo, e perseguite ancora quasi essenzialmente con fotocamere a lastre, pesanti e impegnative, ma altrettanto robuste e affidabili, vengono affiancate dalla fotografia oc-

casionale, praticata da dilettanti che ricorrono a fotocamere pi leggere e meno complesse per registrare i momenti della loro vita quotidiana. Fra questi dilettanti provvisti di una ottima cultura generale e visiva e di buone capacit di osservazione spiccano le figure del

conte italiano Giuseppe Primoli e del francese Jacques Henri Lartigue. Le opere di questi autori, del tutto assenti dal dibattito sul linguaggio e dalle dispute sulla artisticit della fotografia, dimostrano una notevole libert compositiva e intellettuale, priva di condizionamenti. Le loro immagini,

per quanto diverse per stile e profondit, rappresentano in maniera spontanea e non viziata da ideologie o schemi interpretativi una realt dinamica, che si articola in un mondo dorato, frivolo e leggero, lontano dai conflitti sociali, ma pervaso da una genuinit che accentua il lato ludico della fotografia stessa. La presentazione sul mercato di fotocamere portatili di precisione, equipaggiate con obiettivi estremamente luminosi come le Ermanox, ma soprattutto di fotocamere portatili dotate di una certa autonomia (ad esempio le Rolleiflex da dodici pose, oppure le Leica e le Contax da trentasei pose) e nonostante questo dotate di caratteristiche professionali come la robustezza, lottima qualit degli obiettivi e lampia gamma di velocit di otturazione, cambia anche il mondo del professionismo. Molti fotografi professionisti si convincono a rinunciare alle fotocamere per lastre di costruzione classica, in legno o in metallo, pesanti ed ingombranti. Questa tendenza non viene seguita da tutti i professionisti, molti dei quali rimangono affezionati alle loro fotocamere da studio o al grande formato, n trova uguale spazio in tutti i paesi, ma nel corso degli anni Trenta cominciano ad operare, spesso ai margini degli ambienti ufficiali, molti nuovi fotografi. Si tratta nella maggior parte dei casi di fotografi che viaggiano molto e che preferiscono essere equipaggiati con fotocamere leggere e con nientaltro, ad eccezione di una buona scorta di rullini. Ne derivano immagini dinamiche, spesso colte allinsaputa del soggetto, o comunque indipendentemente dalla sua collaborazione, delle vere e proprie tranches de vie registrate su una pellicola sempre pi sensibi-

Erich Salomon: Voil! Le roi des indiscrets (1931).

le da obiettivi sempre pi luminosi. Il giornalismo illustrato con fotografie tocca il suo culmine, fotografi specializzati e informati vengono spediti ai quattro angoli del mondo a coprire ogni sorta di avvenimento, dalle elezioni politiche alle rivolte di piazza, dalle piccole guerre locali ai disastri naturali, dalla inaugurazione di nuove linee ferrate e nuove strade agli avvenimenti sportivi. Rispetto alle immagini incise e dettagliate, ma posate e spesso arte-

fatte del periodo prebellico i nuovi strumenti permettono la realizzazione negli anni Trenta di immagini forse pi frettolose, meno definite, ma estremamente pi eloquenti e coinvolgenti. La stampa illustrata di informazione raggiunge livelli di diffusione mai visti prima, e il materiale fotografico disponibile per lillustrazione degli avvenimenti viene manipolato, impaginato e montato con una estrema abilit e fantasia compositiva. Il racconto fotografico non viene pi utilizzato come arricchimento del testo, ma acquista un valore autonomo, e spesso rappresenta il vero fulcro della narrazione. Non ci si accontenta pi di registrare le conseguenze visibili degli avvenimenti raccontati, ma si vogliono raccontare gli avvenimenti dallinterno, durante il loro accadimento.

Il nuovo fotogiornalismoI capofila di questa nuova scuola di fotogiornalismo, anticipata in qualche modo da Erich Salomon con le sue immagini di personaggi politici ripresi in interni senza limpiego del flash, sono il francese Henri Cartier-Bresson e lungherese naturalizzato Andrei Friedman, pi noto con il nome darte Robert Capa. Cartier-Bresson teorizza limpiego della

Cartier-Bresson: Bruxelles (1932).

Robert Capa: Il miliziano colpito a morte, Spagna (1938).

fotografia per catturare lattimo fuggente, registrando in una frazione di secondo il momento culminante dellazione in corso, e lascia una testimonianza impareggiabile dei paesi che visita, mentre Capa, durante la guerra di Spagna, coglie momenti drammaticamente irripetibili, come luccisione di un miliziano colpito dal fuoco nemico. Grazie a questi fotografi, e a molti altri della stessa generazione, il giornalismo fotografico vive il suo momento magico. Vie-

ne teorizzato che una singola immagine pu valere pi di mille parole, e proliferano, negli Stati Uniti come in Francia e in Germania, le riviste che si basano sempre di pi sul documento fotografico esclusivo. Il fotoreporter non viaggia pi per registrare e testimoniare lesistenza di paesi esotici, ma vive con la fotocamera perennemente al fianco cercando di condividere la vita stessa di quelle popolazioni lontane, registrando il loro modo di essere, le loro abi-

tudini e le proprie emozioni. Fotografare non pi larte di registrare, diventa larte di cercare e di trasmettere la conoscenza. Se Henri Cartier-Bresson viaggia a lungo in Europa e in Oriente, e lamericana Margaret Bourke White realizza i suoi reportages in ogni angolo del mondo per conto della rivista Life, altri fotografi non hanno bisogno di spostarsi molto per scoprire realt poco note e affascinanti.

Margareth Bourke White. Sopra: Minatori doro in Sudafrica (1950); a destra: Hamilton, Alabama (1937).

Dorothea Lange: Raccoglitore di cotone, Eloy, Arizona (1940).

Brassa: Bijou al bar de la Lune, Montmartre, Parigi (1932).

Ben Shahn: Cliente del programma di riabilitazione, Arkansas (1935).

Il transilvano naturalizzato francese Brassa fotografa le notti di Parigi con amore e dedizione, alla tenue e cruda luce dei lampioni, mostrando angoli e personaggi di una realt quotidiana ma invisibile durante il giorno. Dorothea Lange, insieme a Walker Evans, a Ben Shahn e ad altri fotografi, percorre le campagne americane durante gli anni della Grande Depressione economica documentando le condizioni di vita della popolazione rurale. Non si tratta quasi mai di documentazioni asettiche e impersonali, ma di immagini sapientemente costruite, con una opportuna scelta del punto di vista, dellangolazione, del momento esatto della ripresa, dellatteggiamento e dellespressione dei personaggi ritratti. Il fotografo cessa di essere un testimone attento ma passivo, e nella scelta del soggetto e dellinquadratura fa pesare tutto il bagaglio della propria cultura e della propria emozione estetica, rendendo universali i suoi valori espressivi individuali.

La fotografia artisticaAnche la fotografia artistica o comunque la fotografia praticata dai puristi che non hanno come scopo finale n la documentazione n la diffusione per mezzo della stampa periodica, pur rimanendo ancorata a strumenti pi tradizionali e ai formati maggiori, subisce una lenta ma decisiva trasformazione in senso linguistico ed estetico. Le sfocature, le indeterminatezze e le nebbie pseudo-romantiche vengono abbandonate definitivamente per un ritorno tanto vigoroso quanto puntiglioso alla nitidezza estrema. In Europa Albert Renger Patzsch scopre il fascino delle forme pure anche negli og-

Edward Weston: Shell (1927).

Albert Renger Patzsch: Sempervivium percarneum (1926).

Karl Blossfeldt: Impatiens glandulifera (1927).

Ansel Adams, Mount Williamson, California (1943).

getti comuni e negli oggetti industriali, mentre Karl Blossfeldt scopre nelle forme vegetali simmetrie e disegni dallimpensabile eleganza. Negli Stati Uniti operano artisti come Edward Weston, attento alla dinamica interna delle forme della natura e del corpo umano, alla trama dei materiali, alla concretezza delle superfici, alla capacit modellatrice della luce. Forme di realismo esasperato vengono raggiunte con limpiego di pose lunghissime e di diaframmi chiusi al massimo, per aumentare fino al possibile la nitidezza e la profondit dellimmagine. Ansel Adams diventa uno dei pi grandi interpreti del paesaggio americano, riprendendo con gusto moderno il cammino iniziato pi di mezzo secolo prima da OSullivan e Jackson e fermandosi con maggiore attenzione sui particolari e sui giochi di luce e di ombre offerti dagli elementi naturali.

Dalla fotografia allarte figurativaNel corso degli anni Venti e Trenta, grazie alla libert acquistata dai fotografi, ed in conseguenza della crisi sempre pi acuta e sempre pi diffusa dei valori tradizionali, vissuta con una particolare intensit nellEuropa lacerata dalla Grande Guerra, si sviluppa un processo di crescita simbiotico fra la fotografia e le altre arti figurative. Grazie a movimenti artistici come il futurismo, il simbolismo, il dadaismo, il cubismo e gli altri movimenti che sovvertono i criteri estetici ottocenteschi, sopravvissuti fino ai primi anni del Novecento, la fotografia assume una nuova dignit e non rifiuta di contaminare la propria purezza con la pittura, la grafica e la poesia, mentre i pittori della corrente tedesca della Nuova Oggettivit vengono fortemente ispirati nelle loro opere dalle immagini e dalle composizioni pi puramente fotografiche. Nel periodo a cavallo della guerra Anton

Giulio Bragaglia aveva invece spezzato il legame fra il soggetto e la sua fedele registrazione con il fotodinamismo futurista, registrando sulla pellicola non tanto la forma del soggetto quanto la traccia luminosa del suo rapido passaggio. Negli anni del dopoguerra artisti come Man Ray e Laszo Moholy Nagy, accanto a riprese pi tradizionali, cominciano ad utilizzare creativamente la fotografia liberandola dai legami della prospettiva, della istantaneit e della oggettivit. Essi operano sulla superficie sensibile con la stessa libert con cui altri artisti operano sulla tela, reinventando con spirito nuovo la fotografia senza obiettivo e sfruttando creativamente il fenomeno della solarizzazione chimica. Altri fotografi giocano al surrealismo con doppie esposizioni intenzionali perfettamente calibrate, mentre lungherese Andr Kerstz, che pure opera anche in maniera tradizionale, comincia a sperimen-

Man Ray: Rayograph (1923).

Man Ray: Le violon dIngres (1924).

Raoul Hausmann: Giochi di luce (1931).

Laszlo Moholy-Nagy: Fotogramma (1925-1927).

Anton Giulio Bragaglia: Salutando (1911).

tare le distorsioni ottiche, mediante le immagini riflesse ad esempio in specchi curvi, e piega la riproduzione meccanica della realt a fini estetici. Partendo da soggetti reali e utilizzando tecniche fotografiche ancora tradizionali, egli arriva a sfiorare le pi alte vette dellastrattismo. Si tratta di artisti che si pongono comunque dietro la fotocamera e continuano a lavorare e ad elaborare immagini in camera oscura, mentre la stessa fotografia, intesa come prodotto estetico, viene utilizzata come materiale artistico per composizioni pittoriche anche da un altro tipo di artisti che riconoscono la forza espressiva dellimmagine ottica. La fotografia viene utilizzata largamente per i fotomontaggi politici di John Heartfield e per i manifesti di Aleksandr Rodcenko, lui stesso un fotografo, ma viene anche inserita nei collages di Raoul Hausmann oppure viene utilizzata, anche se pi raramente, per degli accostamenti surreali da Salvador Dal. Questi artisti, che non disdegnano di utilizzare le immagini ottiche in vista di risultati estetici, anticipano in qualche modo le tendenze estetiche che verranno consolidate con il successo della pop art nel secondo dopoguerra.

La fotografia commerciale e celebrativaParallelamente allo sviluppo delle riviste illustrate, nel corso degli anni Venti e Trenta assume un ruolo sempre maggiore limpiego commerciale della fotografia nella pubblicit dei prodotti industriali, dando vita ad una vera e propria nuova professione, quella del fotografo pubblicitario, che trover ampi spazi e caratterizzazione nel periodo postbellico. Ma gli anni Trenta sono anche gli anni in cui si affermano in Europa le grandi dittature, e la fotografia, in virt della sua grande potenza rappresentativa ed evocativa, comincia ad essere utilizzata sempre pi spesso come strumento di propaganda asservito ai diversi regimi. Nasce un tipo di fotografia celebrativa, di man