Storia meddievale II - Undicesima lezione

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Pirati e mercanti giovedì 12 aprile 12

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Amalfi e il Levante nel Medioevo

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Pirati e mercantigiovedì 12 aprile 12

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Pirateria e commercioFenomeno reciproco: le navi bizantine tendevano agguati alle navi musulmane al largo delle coste della Siria e dell’Egitto; le navi toscane in pattugliamento catturano navi aghlabidi

la pirateria musulmana è diffusa e alimentata dalle strategie degli emiri;

esistevano minacce alla libera circolazione della navi a ciascun capo dei percorsi commerciali transmediterranei

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Pirateria e commercioMA almeno fino al secolo X è difficile e scorretto separare le attività commerciali dalla pirateria: le due attività erano praticate congiuntamente ed insieme hanno contribuito, in maniera diversa ma non distinguibile, a diffondere merci e tecnologie, conoscenze e manufatti. Il medesimo equipaggio si comportava da «pirata» all’andata e da «commerciante» al ritorno, razziando dapprima le imbarcazioni che la buona sorte gli faceva incontrare e andando a vendere successivamente il bottino preso.

Gli obiettivi dei raid sono spesso testimonianza della capacità del luogo rapinato di attrarre l’attenzione saracena

Lo sviluppo, a partire dalla metà del IX secolo, di alcune comunità di marinai-pirati sulla costa andalusa (Tortosa, Algeciras, Tudmîr, Pechina-Almeria) potrebbe costituire un forse segnale della ripresa di commerci marittimi.

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L’inizioCh. Wickham: nel IX secolo il Mediterraneo era un mare relativamente tranquillo, formato da un set di economie regionali con scarsi legami tra loro.

Probabilmente la Sicilia faceva da cerniera nel traffico Est-Ovest.

Dal punto di vista dei beni di massa, si trattava di un epoca di scambi interni in diverse parti del bacino; le regioni erano legate tra loro da uno strato sottile di traffico di beni di lusso e dal movimento costante di piccole imbarcazioni da un porto a quello vicino che non smise mai.

Il Mediterraneo orientale era più ricco con economie più complesse di quello occidentale. Dal punto di vista degli scambi marittimi la rotta più battuta era fuori del dominio islamico, tra Egeo e Tirreno meridionale (testimoniata dall’arrivo a Roma della glazed pottery e delle conoscenze per la sua produzione da Costantinopoli nel IX sec.)

Nel IX i traffici a lunga distanza rinacquero probabilmente a causa della ricchezza (e quindi domanda) dell’impero carolingio a ovest e del califfato abbaside a est. Questo diede innesco a Venezia e ad altre rotte MA SOLO PER I BENI DI LUSSO

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Amalfi e il tramite orientaleAmalfi e le città della costa campana: ducato di Gaeta, ducato di Napoli, principato di Salerno

Frequenti contatti con l’impero bizantino e con la costa settentrionale dell’Africa nei secoli VI-VIII testimoniati da influssi di tipo culturale: circolazione dei santi, architettura e arte religiosa

Porti frequentati: 722 o 723 parte da Napoli San Villibaldo di Eichstätt per la Terrasanta su una nave probabilmente egiziana: Reggio Calabria, Catania, Siracusa, Peloponneso, Bisanzio, Asia Minore

758-787, Arechi, principe longobardo di Benevento enumerava le immense ricchezze provenienti dal Levante

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Santa SofiaBenevento

1/2 VIIIscuola siro-palestinese

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La costa campana e i Saraceni

Spinta araba: nel corso del IX secolo si intensifica l’assalto saraceno (espansione aghlabide) con una contemporanea forte domanda di legno per costruzioni navali. Questo porta a una sostanziale collaborazione con i musulmani tra IX-X secolo. I saraceni sono molto presenti, sono percepiti come stranieri (talvolta nemici) ma mai discriminati e spesso alleati. Area di frontiera, regione cerniera (Spagna, Sicilia)

840 circa i duchi di Napoli si allearono con i Musulmani contro le mire tirreniche dei principi di Benevento. Forse aiuto napoletano alla conquista araba di Messisna (842?).

1/2 IX: i Saraceni sono stanziati a Napoli tra il porto e le mura; a Salerno coltivano la terra e influenzano il modo di vivere nella città

915, gli abitanti di Gaeta ospitarono l’esercito saraceno diretto a Roma e si liberarono della dipendenza dai funzionari bizantini

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Amalfi e i Saraceni

Stimolata da un contatto quasi quotidiano e spinta dalla collaborazione con gli arabi Amalfi allarga il raggio di azione ed elimina la concorrenza degli ebrei.

Conquista la sua libertà da Napoli negli anni 40 del sec. IX

appoggia gli arabi nelle loro incursioni sulla costa italiana durante i secoli IX e X ottenendo in cambio concessioni e privilegi nel mondo arabo (969 aiuto ai Fatimidi nella conquista dell’Egitto)

metà X, attesati scambi frequenti con l’Ifriquiya e 959 al Cairo c’è un mercato dei Rûm) -->probabilmente solo a seguito della conquista fatimide dell’Egitto e della oace tra Fatimidi e Bizantini.

996 strage al Cairo di mercanti Rûm (per una fonte Amalfitani) violentemente repressa dal Califfo

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Il crocevia fatimide

Il disegno perseguito di conquistare il califfato abbaside fallì per la resistenza delle tribù stanziate in Siria, ma il dominio fatimide raggiunse comunque un'espansione tale da divenire crocevia indispensabile nei traffici tra l'Oceano Indiano e il Mediterraneo.

Data la matrice religiosa ismailita e i progetti di conquista, l'imanato fatimide si distaccò politicamente e religiosamente dal resto del mondo islamico sunnita.

Le cariche politiche e religiose più importanti furono date a ismailiti fedeli al regime.

La tradizionale tolleranza verso i «protetti» favorì le attività commerciali, specialmente quelle ebraiche, di cui è rimasto un portentoso archivio nelle carte della Geniza del Cairo.

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La Geniza del CairoArchivio scoperto alla fine del XIX secolo nell’antica sinagoga Ben Ezra a Fustat (Cairo medievale)

Collezione di più di 200.000 testi ebraici frammentari dall’XI (ma alcuni esemplari sono al XIX secolo

Un “geniza” è un archivio-magazzino che tiene testi autorevoli con errori o danneggiati o non utilizzabili vengono conservati fino a che non possono essere ritualmente sepolti. Il clima arido ha contribuito alla loro conservazione.

I testi sono scritti in diverse lingue, specialmente ebraico, arabo e aramaico, principalmente su pergamena e carta, ma anche su papiro

A parte i testi religiosi, l'archivio della Geniza fornisce un quadro dettagliato della vita economica e culturale del Nord Africa e delle regioni orientali del Mediterraneo X e XIII (note, affitti, matrimoni, lettere private, contratti commerciali).

I documenti descrivono le relazioni tra i membri delle comunità cristiane, islamiche e musulmane e il ruolo vitale che gli ebrei giocarono nel circuito economico medievale

Progetto di digitalizzazione: The Friedberg Genizah Project

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Amalfi

Sei lettere dell’XI secolo contengono poche ma preziose informazioni sul commercio marittimo amalfitano.

La più antica (metà dell’XI secolo) è di un giovane che aveva lasciato la sua città natale nell’Italia meridionale. Ad Amalfi, due ebrei, probabilmente residenti, gli presentarono dei mercanti con cui entrò in rapporti commerciali. Raggiunta Palermo, l’autore s’imbarcò per Alessandria su di una nave con circa 400 passeggeri (probabilmente amalfitana), che affondò. Si salvò o e si imbarcò su di un’altra nave che lo condusse nel porto egiziano. (seta e miele)

Seconda lettera spedita da Amalfi ad al-Mahdiyya. L’autore lamenta i problemi dell’imbarcazione sulla quale aveva viaggiato da Alessandria. Dopo aver attraversato il Mar Egeo, a ovest di Creta fu bloccata nella sua rotta verso Amalfi da una o più navi pirata bizantine e costretta a procedere verso nord, cioè verso Costantinopoli. Effettuate alcune riparazioni, ritornò a Creta e di lì proseguì per Amalfi. Il viaggio durò settanta giorni. Qui non riesce a vendere subito e si trattiene.

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Rete di Amalfi

Trasporti regolari col Medio Oriente e l’Ifriquiya

Dall’Egitto: pepe, spezie e articoli di lusso (tessuti, arazzi); da Amalfi seta siciliana, miele, prodotti della terra e soprattutto legno; all‘inizio certamente anche schiavi.

Non ci sono colonie amalfitane fino a buona parte dell’XI. Poi basi a Durazzo, Palermo, Alessandria e Gerusalemme. Commercio avviato da mercanti, contrabbandieri e pirati. Spesso semplice e diretto: scambi bilaterali chiusi.

Mauro di Maurone comite fonda a proprie spese (metà XI) due ospedali per i pellegrini uno ad Antiochia e l’altro a Gerusalemme che si alimentavano di elemosine

Decrescita intorno al XII secolo per l’affermarsi di concorrenti forti: Venezia, Pisa e Genova

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Influssi culturaliOnomastica: Antiochia, Rodia, Babilonia

Elementi lessicali nel dialetto

Gusto artistico-architettonicoe decorativo

Impianto urbanistico

Paliotto di Salerno XII

S. Giovanni del Toro - Ravello

Pulpito con ceramiche siriane

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Influssi culturali

Scuola medica salernitana: tramite culturale conl’Oriente ebraico e islamico; studiati in lingua originaletesti arabi poi riscoperti in Europa un secolo dopo

Leggenda dei 4 dotti: latino, greco, arabo, ebreo

Costantino l'Africano traduce dall'arabo gli Aphorismae i Prognostica di Ippocrate, Tegni e Megategni diGaleno, il Kitāb-al-malikī (ossia "Liber Regius", o Pantegni) di Alī ibn ˁAbbās (Haliy Abbas), il Viaticum di al-Jazzār, il Liber divisionum e il Liber experimentorum di Rhazes (Razī), il Liber dietorum, il Liber urinarium e il Liber febrium di Isacco da Toledo. Stefano di Antiochia pisano traduce altri testi medici

Uso dei Bagni arabi

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Influssi culturali-economici

Moneta amalfitana dalla prima metà del secolo X al 1222, quando Federico II vietò il conio alla zecca di Amalfi. I Tarì furono di oro e argento con parti di rame (colore rossiccio.

Grazie ai commerci svolti da Amalfi e alla bontà della lega metallica fu accreditata, quale ottimo mezzo di pagamento.

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La koinéIbn Hawqal: nel X e XI Amalfi è «la città più ricca della Longobardia, la più nobile e la più illustre per le sue condizioni, la più frequentata e la più opulenta».

Parte integrante e organica del mondo mediterraneo (koinè); area di cerniera, mediatrice tra le varie componenti del mondo mediterraneo e il blocco romano germanico dall’altro.

mediterranean mind: sorta di tolleranza, consapevolezza della diversità e condivisione di tratti comuni, minimo comune denominatore che consente la comunicazione (in parte anche a Pisa, ma non a Genova)

scarsa risposta agli appelli di lotta contro il nemico lanciati da Giovani VIII nel corso del IX; idea di “crociata” solo con l’arrivo dei Normanni insieme alla pratica di pellegrinaggio--> scelta politica normanna

non ci sono xenodochia, scarsissima l’attestazione di reliquie

1021-1186: a Napoli epigrafi funerarie con caratteri cufici, defunti da penisola iberica, Maghreb, Egitto

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Complessità interna

I testi della Geniza mostrano che un ricco commercio di tessuti, con la Tunisia e la Sicilia, è iniziato intorno al Mille

La ricchezza di alcune aree del Mediterraneo che abbiamo visto mantenersi tra tarda antichità e alto medioevo (Egitto) non era particolarmente focalizzata sul Mediterraneo come area marittima

Quello che porta al commercio di beni di massa, ad esempio con l’Egitto, secondo Wickham non è stato l’aumento del traffico dei beni di lusso, ma la crescita di complessità del sistema economico interno e parallelamente anche quello di altre regioni: questo consente il cambiamento della tipologia e della dinamica degli scambi (anche se rimangono simili le rotte)

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Lunga e breve distanza

Il traffico a lunga distanza è, in genere, economicamente meno importante che il traffico all’interno delle regioni economiche. Per le grandi regioni economiche mediterranee, lo scambio interno era il cuore dell’attività commerciale; il commercio a lunga distanza si genera, come uno spin-off, dalla coerenza strutturale e dall’intensità dello scambio intra-regionale

Le rotte dei commerci a lunga distanza semplicemente collegano queste scale interregionali raggruppandole assieme; sono poche le navi che vanno da un capo all’altro del Mediterraneo. Di conseguenza le grandi rotte possono anche essere altamente complesse e variabili, già nel IX secolo.

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