Storia delle istituzioni politiche Modulo 2: La democrazia Lezione 2... · John Stuart MILL....

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Università degli studi di Bergamo a.a. 2012-2013 Corso di laurea in Filosofia Storia delle istituzioni politiche Modulo 2: La democrazia Lezione seconda : LIBERTA’, DEMOCRAZIA, RAPPRESENTANZA. Benjamin Constant. John Stuart MILL

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Università degli studi di Bergamo a.a. 2012-2013

Corso di laurea in Filosofia

Storia delle istituzioni politiche Modulo 2: La democrazia

Lezione seconda: LIBERTA’, DEMOCRAZIA,

RAPPRESENTANZA. Benjamin Constant. John Stuart MILL

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Libertà degli antichi e libertà dei moderni.

BENJAMIN CONSTANT sul tema della rappresentanza

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De la liberté des anciens comparée à celle des modernes (1819)

“Signori, mi propongo di sottoporre al vostro giudizio alcune distinzioni, ancora abbastanza nuove, fra due tipi di libertà, le cui differenze sono passate fino ad oggi inosservate, o sulle quali perlomeno ci si è troppo poco soffermati. L’una è la libertà il cui esercizio era caro ai popoli antichi; l’altra, quella il cui godimento è particolarmente prezioso per le nazioni moderne. Questa indagine sarà interessante, se non erro, sotto un duplice aspetto.

“In primo luogo, l’aver confuso questi due tipi di libertà è stato per noi, in periodi fin troppo noti nella nostra rivoluzione, causa di molti mali. La Francia è stata stordita da inutili esperimenti di autori che, inaspriti dal loro scarso successo, hanno cercato di costringerla a godere di un bene presunto che essa non voleva, privandola del bene che essa realmente voleva.

“In secondo luogo, chiamati dalla nostra felice rivoluzione (la chiamo felice, malgrado i suoi eccessi, perché pongo mente ai suoi risultati) a godere dei benefici di un governo rappresentativo, è utile e interessante studiare perché questo regime – il solo che sappia oggi garantire un po’ di libertà e di pace – era quasi del tutto sconosciuto alle nazioni libere dell’antichità.”

[da Carlo Galli (a cura di), I grandi testi del pensiero politico, Il Mulino, Bologna

2003]

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Constant, De la liberté … (parte finale)

“Da ciò deriva, Signori, la necessità del sistema rappresentativo. Il sistema rappresentativo non è altro che una organizzazione attraverso la quale una nazione affida ad alcuni individui ciò che essa non può o non vuol fare da sé. Le persone povere fanno da sé i propri affari; gli uomini ricchi prendono degli amministratori. E’ la storia delle nazioni antiche e delle nazioni moderne. Il sistema rappresentativo è una procura data a un certo numero di uomini dalla massa del popolo, che vuole che i suoi interessi siano difesi e che tuttavia non ha il tempo di difenderli sempre da solo. Ma a meno che non siano insensati, i ricchi che hanno degli amministratori esaminano con attenzione e severità che questi amministratori facciano il loro dovere, che non siano negligenti o corruttibili, o incapaci; e per giudicare della gestione di quei mandatari, i committenti che hanno qualche prudenza si mettono bene al corrente degli affari di cui gli affidano l’amministrazione. Parimenti, i popoli che, per godere la libertà a loro più conveniente, ricorrono al sistema rappresentativo, devono esercitare una sorveglianza attiva e costante sui loro rappresentanti, e riservarsi, a scadenze non troppo ampie, il diritto di metterli da parte se hanno deluso le loro speranze e di revocare loro i poteri di cui avessero abusato.

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Constant, De la liberté … (parte finale /2)

“Poiché dal fatto che la libertà moderna si diversifica da quella antica deriva che è anche minacciata da un pericolo di diversa specie.

“Il pericolo della libertà antica era che gli uomini, attenti unicamente ad assicurarsi la partecipazione al potere sociale, vendessero a troppo poco prezzo i diritti e le soddisfazioni individuali.

“Il pericolo della libertà moderna è che, assorti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguire i nostri interessi privati, rinunciamo troppo facilmente al nostro diritto di partecipare al potere politico.

“I depositari dell’autorità non mancano di esortarci a tale rinuncia. Sono così ben disposti a risparmiarci qualsiasi pena, eccettuata quella di obbedire e di pagare! Ci diranno: qual è in fondo il fine dei vostri sforzi, il motivo delle vostre attività, l’oggetto di tutte le vostre speranze? Non è forse la felicità? Ebbene, questa felicità, lasciateci fare e noi ve la daremo. No, Signori, non lasciamo fare; per quanto commovente sia un sì tenero interessamento, preghiamo l’autorità di rimanere nei propri limiti; che si limiti ad essere giusta. Noi ci incaricheremo di essere felici.

“Potremo noi esserlo con dei godimenti, se questi godimenti fossero separati dalle garanzie? E dove potremmo noi trovare queste garanzie, se rinunciassimo alla libertà politica? Rinunciarvi, Signori, sarebbe una follia simile a quella di un uomo, che, per il fatto di abitare solo al primo piano, pretendesse di costruire sulla sabbia un edificio senza fondamenta.

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Constant, De la liberté … (parte finale /3)

“D’altra parte, Signori, è proprio vero che la felicità, di qualsiasi genere essa sia, è il fine unico dell’umanità? In tal caso, il corso della nostra vita sarebbe ben limitato, e ben poco nobile il nostro destino. Non v’è alcuno di noi che se volesse abbassarsi, limitare le sue facoltà morali, degradare i suoi desideri, rinunciare all’attività, alla gloria, ai sentimenti generosi e profondi, non possa abbrutirsi ed essere felice. No, signori, io chiamo a testimone questa parte migliore della nostra natura, questa nobile inquietudine che ci persegue e ci tormenta, quest’ansia di estendere il nostro sapere e di sviluppare le nostre facoltà; non è solo alla felicità, è al perfezionamento che il nostro destino ci chiama; e la libertà politica è il mezzo più potente, più energico di perfezionamento che il cielo ci abbia donato.

“La libertà politica sottomettendo a tutti i cittadini, senza eccezione, l’esame e lo studio dei loro interessi più sacri, allarga il loro spirito, nobilita i loro pensieri, stabilisce fra tutti loro una specie di eguaglianza intellettuale che fa la gloria e la potenza di un popolo”.

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John Stuart Mill. Il Regno Unito a metà Ottocento

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John Stuart Mill (Londra 1806 – Avignone 1873)

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Influenze

James Mill Jeremy Bentham UTILITARISMO - interesse collettivo considerato come somma degli interessi

individuali - Criterio della “massima felicità per il maggior numero”

[formulato in origine da Francis Hutcheson, filosofo scozzese, prima metà XVIII secolo; ripreso da Bentham]

→ allargamento della rappresentanza per una più fedele integrazione degli interessi individuali in quello collettivo

LIBERISMO

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Inghilterra. Riforma elettorale 1832

“The Representation of the People Act” Governo whig di lord Charles Grey Avversato dalla Camera Alta, infine approvato con l’immissione di nuovi lord

- Riforma delle circoscrizioni elettorali [aumento delle

circoscrizioni – a collegio uninominale - nelle aree urbane]

- Aumento dei seggi nella Camera dei Comuni - Estensione del suffragio, sempre però con soglia

censitaria [diritto di suffragio a 5,5 % della popolazione / inclusione di tutta l’area sociale della proprietà fondiaria]

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Cartismo

“People’s Charter” (1838)

→ rivendicazione di suffragio maschile universale

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Ulteriori riforme elettorali XIX secolo

“Reform Act” 1867 / riforma proposta dal governo guidato dal tory Benjamin Disraeli

→ suffragio allargato a includere le fasce superiori delle categorie

operaie e artigiane urbane → l’elettorato passa da 1 milione abbondante a quasi 2 milioni e

mezzo 1884 / riforma proposta dal governo whig di William Ewart Gladstone → suffragio allargato a includere i lavoratori agricoli

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Altri riferimenti di Mill

Tocqueville

- 1840: attenta recensione alla Democrazia in America

[tema del dominio della maggioranza in relazione al principio di libertà]

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John Stuart Mill On Liberty

Londra 1859

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La società come soggetto politico

- Governo - Individui - Società

Società organizzata in classi / superamento del concetto

olistico di popolo / necessità di una tutela dell’individuo non solo dal governo, ma anche dalla società

→ ricerca di equilibrio fra la libertà dell’individuo e la

democrazia

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Libero sviluppo dell’individualità

“Se tutti sentissero che il libero sviluppo dell’individualità è uno degli elementi essenziali al benessere umano; che non si tratta solo di uno dei vari aspetti coinvolti in ciò che va sotto il nome di civiltà, istruzione, educazione, cultura, ma è in sé la condizione necessaria di tutte queste cose, allora non ci sarebbe il rischio di sottovalutare la libertà”.

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Libertà individuale – libertà sociale

“Nessuna società sarà mai libera, quale che sia la forma del suo governo, se non rispetta complessivamente queste libertà; e nessuna società è libera completamente, se tali libertà non sono assolute e senza riserve. L’unica libertà che merita questo nome è quella di perseguire a modo nostro il nostro bene, sempre che non cerchiamo di privare gli altri del loro, o di intralciare i loro sforzi per raggiungerlo”.

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Indice

Capitolo I: Introduzione Capitolo II: La libertà di pensiero e di discussione (v. p. 125) Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo Capitolo V: Applicazioni [Edizione italiana con testo a fronte, a cura di G. Mollica,

Bompiani, Milano 2000]

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Capitolo I: Introduzione

- Si occupa di libertà civile e sociale - Questione è quella della LIMITAZIONE DEL POTERE

DELLA SOCIETA’ SULL’INDIVIDUO - Excursus storico, dall’antichità alla recente ‘tirannia

della maggioranza’ - Con il prevalere del principio democratico si crede

non più necessario limitare l’autorità del governo a tutela della libertà individuale [37]

- L’esempio degli Stati Uniti e il dominio della maggioranza [rif. a Tocqueville]

→ resta necessario un limite, anzi ancor più necessario perché la tirannide della maggioranza è ancora più temibile, perché più forte

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Capitolo I: Introduzione / 2

- Nella democrazia non vi è solo il dominio della maggioranza nella sfera politica, ma anche nella sfera sociale

- La tirannia sociale è anzi più pericolosa dell’oppressione politica [41]

→ “pertanto, proteggersi dalla tirannide del magistrato non è sufficiente: ci si deve proteggere anche dalla tirannide dell’opinione e del sentimento prevalenti, dalla tendenza della società ad imporre, con mezzi diversi dalle sanzioni civili, le proprie idee e le proprie pratiche a coloro che dissentono da essa, a ostacolare lo sviluppo – e, se possibile, a prevenire – la formazione di qualsiasi individualità non in armonia con i suoi schemi, e a costringere tutti i caratteri a uniformarsi ai propri modelli.”

“C’è UN LIMITE ALLA LEGITTIMA INTERFERENZA …

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Capitolo I: Introduzione / 3

“C’è UN LIMITE ALLA LEGITTIMA INTERFERENZA DELL’OPINIONE COMUNE SULL’AUTONOMIA DELL’INDIVIDUI; trovare questo limite e difenderlo dai tentativi d’invasione è altrettanto indispensabile per il buono stato dei rapporti umani quanto la difesa dal dispotismo politico.

“Tuttavia, per quanto tale tesi risulti in termini generali difficilmente contestabile, la questione pratica di dove porre il limite – di come realizzare l’equilibrio migliore tra l’autonomia individuale e il controllo sociale – rimane una questione ancora quasi interamente da definire” [43]

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Capitolo I: Introduzione / 4

In che modo si è provveduto a fissare il limite? - Regole di condotta - Abitudine - Interesse della classe dominante e suo sentimento di

superiorità / servilismo degli inferiori SCOPO DEL PRESENTE SAGGIO E’ LA FORMULAZIONE DEL

PRINCIPIO DELL’AUTOPROTEZIONE DELLA SOCIETA’ DALL’ARBITRIO INDIVIDUALE LESIVO DELLA LIBERTA’ ALTRUI [55]

in modo che esso regoli completamente “i rapporti di coartazione e di controllo tra società e individui”

- sia che venga impiegata la forza fisica sottoforma di sanzioni legali

- sia che venga impiegata la pressione morale della pubblica opinione

→ il profilo giuridico non è prevalente

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Capitolo I: Introduzione / 5

- il solo aspetto della condotta per cui l’individuo è responsabile di fronte alla società è quello che concerne gli altri

- per ciò che riguarda solo lui stesso, l’individuo [nel pieno delle sue facoltà] ha diritto a una indipendenza assoluta: “SU SE STESSO, SUL PROPRIO CORPO E SULLA PROPRIA MENTE L’INDIVIDUO E’ SOVRANO”

Ambito specifico della LIBERTA’ UMANA: a) la sfera della coscienza (il pensiero e il sentire sulle

questioni pratiche e speculative) [61] b) libertà del gusto e della ricerca, di progettare e di

agire c) libertà di associarsi con altri per perseguire dei fini

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Capitolo II: libertà di pensiero e di discussione

- Reprimere l’opinione è sempre un delitto contro l’umanità, sia che l’opinione sia falsa, sia che sia vera

- Perché? Perché la verità nasce dal confronto e dalla confutazione

- Questa libertà di pensare e di confrontare le proprie opinioni con quelle degli altri è necessaria a tutti, non solo a un’elite

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Capitolo II: libertà di pensiero e di discussione / 2

Lettura del paragrafo: “Nelle più importanti questioni pratiche, la verità di

un’opinione dipende dalla scoperta del punto di equilibrio tra due serie di ragioni contrastanti” [p. 125]

Inoltre v.: “E’ necessario mantenere vitale ed efficace un’opinione

vera attraverso strumenti idonei, quali erano per esempio la dialettica socratica e le dispute scolastiche, e come ancora è la logica negativa” [p. 145]

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Capitolo II: libertà di pensiero e di discussione / 3

Riassunto del capitolo II sulla libertà di pensiero e di espressione [p. 173]

Ragioni per cui è necessaria la libertà di opinione e quella di espressione:

1) Un’opinione costretta al silenzio potrebbe essere vera [negarlo = presumere di essere infallibili]

2) Un’opinione erronea messa a tacere potrebbe comunque contenere una parte di verità: questa più emergere solo dal confronto con un’opinione contraria

3) Anche un’opinione accettata e vera interamente necessità del confronto con opinioni diverse, perché altrimenti sarà sostenuta solo alla stregua di un pregiudizio

4) Un’opinione vera acquisita come dogma non è vitale e frena lo sviluppo di “ogni autentica e profonda convinzione derivante dalla ragione o dall’esperienza personale”.

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere

- L’individuo deve essere libero di avere opinioni

- L’individuo deve essere libero di dare attuazione alle sue opinioni, dunque di agire

- Il LIMITE è costituito dal dovere di non arrecare danno ad altri

- la DIVERSITA’ delle opinioni e dell’agire individuale è un bene per la collettività

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere / 2

LIBERTA’ individuale → diversità → felicità

individuale e PROGRESSO SOCIALE [p. 183] Rinvio a Wilhelm von Humboldt, Sfera e doveri del

Governo, : “Il fine dell’uomo … consiste nello SVILUPPO più alto e più armonioso delle sue capacità in una unità completa e coerente” [186]

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere / 3

Il conformismo non va incoraggiato; lo sviluppo dell’individualità tramite libertà e responsabilità sì:

“chi sceglie da sé il proprio piano di vita impiega … tutte le sue facoltà … la natura umana non è una macchina da costruire sulla base di un modello” [191]

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere / 4

“Adesso … la società ha preso decisamente il sopravvento sull’individualità; e la minaccia che incombe sulla natura umana non è l’eccesso, ma la carenza di impulsi e preferenze personali” [197]

Solo la promozione delle peculiarità individuali può produrre uomini nobili [201]

L’uomo libero, e ancora di più il genio, insegna con l’esempio ai conformisti la libertà [205]

Non solo l’eccentrico, ma soprattutto l’UOMO MEDIO DEVE ESSERE LIBERO [209]

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere / 5

La MASSA:

“nell’epoca presente … gli individui si perdono nella massa” [211]

“il principale pericolo del nostro tempo è costituito dal fatto che solo in pochi oggi osano essere eccentrici”.

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Capitolo III: L’individualità come uno degli elementi del benessere / 6

‘PEDAGOGIA dell’uomo-massa’: - non imporre modelli precostituiti di pensiero e di

comportamento - lasciare libertà al massimo grado possibile, compatibilmente

con la tutela degli altri e della società nel complesso [215] - dalla LIBERTA’ nasce pensiero e azione originale → PROGRESSO [223]

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo

Dimostrato il beneficio che individuo e collettività traggono dalla libertà di pensare [cap. II] e di agire [cap. III]:

Dove deve essere collocato il LIMITE che l’autorità pone alla libertà? [cap. IV]

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo / 2

Due regole generali: - L’individuo non deve danneggiare gli interessi [= diritti]

altrui - L’individuo deve accollarsi i sacrifici comuni per

difendere il corpo sociale [237] NB il limite sarà corredato di sanzione [o giuridica, o

morale]

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo / 2

Puntualizzazione 1:

i diritti degli altri e della collettività non si spingono fino al punto di poter esigere alcunché dall’individuo circa le sue scelte riguardo esclusivamente a se stesso [239].

→ Verso chi danneggia se stesso può esservi solo sanzione morale

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo / 2

Puntualizzazione 2: Nel valutare gli effetti delle scelte dell’individuo circa se

stesso la società deve tollerare i “danni impliciti” [cioè eventuali conseguenze negative di un atto su altri, che però non comportino violazione di un obbligo] 253

Per il danno implicito è ammissibile solo la sanzione

morale, e l’educazione di fanciulli e ragazzi come intervento preventivo

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo / 2

Puntualizzazione 3:

L’adulto non va trattato come un minore →

RIFIUTO DEL PATERNALISMO (passim, es. 311)

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Capitolo IV: I limiti dell’autorità della società sull’individuo / 2

Puntualizzazione 4:

Sulle regole di condotta individuale non deve valere il principio di maggioranza [261]

V. vari esempi di limitazioni di carattere morale e religioso

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Capitolo V: Applicazioni

- Propone ‘modelli di applicazioni’

- Riassunto di quanto detto p. 289

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Capitolo V: Applicazioni / 2

CONCORRENZA, LIBERO MERCATO

- i delusi e gli sconfitti dalla concorrenza hanno diritto a qualche risarcimento? [291]

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Capitolo V: Applicazioni / 3

FUNZIONI DI POLIZIA E LIBERTA’ INDIVIDUALE

- Polizia e fine di prevenzione

- I vincoli devono essere limitati allo stretto necessario, a pericoli evidenti e prossimi

- Non imporre divieti, ma piuttosto imporre procedura di ‘accertamento preventivo’

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Capitolo V: Applicazioni / 3

Diritto dello stato a scoraggiare comportamenti autolesionistici, laddove esso non può imporre divieti (307)

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Capitolo V: Applicazioni / 4

La schiavitù volontaria non deve essere ammessa (313)

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Capitolo V: Applicazioni / 5

Dove lo Stato deve imporre limiti e obblighi?

- Obbligo dello Stato di vigilare su chi esercita potere. Esempio: sui padri e sui mariti

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Capitolo V: Applicazioni / 6

L’ISTRUZIONE (319)

- No istruzione di Stato

- Si pluralità di sistemi e enti educativi

- Si a controllo statale su istruzione [tramite esami periodici]

- Si a obbligo istruzione

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Capitolo V: Applicazioni / 6

LA LIMITAZIONE DELLE NASCITE (329)

- Non è una violazione della libertà

- E’ auspicabile e anche doverosa perché l’aumento demografico incontrollato danneggia la società e gli individui

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Capitolo V: Applicazioni / 7

- AUTONOMIE LOCALI → principio di sussidiarietà

- LIBERA INIZIATIVA INDIVIDUALE a fini di autogoverno

- Antidoto a attitudine totalizzante della burocrazia

- Limitazione della crescita della burocrazia

- Benessere della società

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On liberty: conclusione

“Il valore di uno Stato, a lungo andare, coincide con il valore dei singoli individui che lo costituiscono; e uno Stato che pospone gli interessi della loro crescita ed elevazione intellettuale a qualcosa di appena superiore all’abilità amministrativa, o a quanto di essa si esprime nel disbrigo degli affari ordinari, e che rimpicciolisce i suoi cittadini per renderli docili strumenti nelle sue mani, sia pure a fini utili, scoprirà che, con piccoli uomini, niente di grande può essere effettivamente realizzato: scoprirà pure che la perfezione della macchina, cui ha sacrificato tutto, alla fine non gli servirà a nulla, proprio per il venir meno di quella forza vitale che esso, per far andare la macchina più speditamente, ha preferito bandire”.

[ed. Bompiani 2000, p. 349]

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J.S. Mill, Considerazioni sul governo rappresentativo, 1861

Opzione per sistema rappresentativo → necessità che la rappresentanza sia specchio fedele della realtà da

rappresentare “In una democrazia in cui i cittadini sono uguali ogni parte dovrebbe

raccogliere una rappresentanza proporzionale alla sua reale forza. La maggioranza degli elettori dovrebbe accaparrarsi sempre la maggioranza di deputati. La minoranza di elettori dovrebbe esprimere sempre la minoranza di parlamentari. Uomo per uomo, la minoranza deve essere rappresentata per intero così come accade per la maggioranza”.

→ CONTRO IL PRINCIPIO ESCLUSIVAMENTE MAGGIORITARIO / PER IL

SISTEMA PROPORZIONALE → a favore del SUFFRAGIO UNIVERSALE [da raggiungere

gradualmente]

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J.S. Mill, Sulla servitù delle donne (1861), 1869

Sulla necessità che sia riconosciuta alle donne la piena eguaglianza giuridica con il genere maschile