Storia Della Riforma Liturgica

download Storia Della Riforma Liturgica

of 259

Transcript of Storia Della Riforma Liturgica

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    1/259

    PONTIFICIUM ATHENAEUM S. ANSELMI DE URBE

    F a c u l t a s Sa c r a e L i t u r g i a e

    R o m a

    OISTl+U+O-r-

    Q- Ro mA - o

    S t o r i a d e l l a R i f o r m a L i t u r g i c a

    d e l C o n c i l i o V a t i c a n o II

    (C o r s o a s c e l t a )

    P r o f . M o n s . P i e r o M a r i n i

    Testi ad uso degli studenti

    A n n o A c c a d e m i c o 2 0 11 - 2 0 1 2

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    2/259

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    3/259

    I n d i c e d e i t e s t i

    - P. MARINI, Le premesse della grande riforma liturgica (ott.-dic. 63), in La Costituzione

    liturgica Sacrosanctum ConciliumAA.VV., Edizioni Liturgiche, Roma 1986

    - P. MARINI, La nascita del Consilium ad exsequendam Costituzionem de Sacra Liturgia

    (Gennaio-Marzo 1964)in Ephemerides Liturgicce,1992 nn. 4-5, p. 289-318: larticolo sul CE

    aiuta a comprendere la suddivisione del periodo dello studio e da alcune valutazioni globali

    utili.

    - Id., Il primo periodo di attivit del Consilium: prospettive e difficolt (Marzo-giugno 1964)in

    Ephemerides Liturgicce,1993 n.6, p. 401-439;

    - Id., L Istituzione Inter Oecumenici, una svolta decisiva (Luglio-Ottobre 1964)in

    Ephemerides Liturgicce,1994 n.3, p. 205-231;

    - Id., Il Consilium in piena attivit in un clima favorevole (Ottobre 1964 - Marzo 1965)in

    Ephemerides Liturgicce,1995 n. 2, p. 97-158;

    - Id., Attivit complessiva dei gruppi di Studio del Consilium ad exsequendam Costituzionem de

    Sacra Liturgia (Gennaio 1964 - Marzo 1965)in Ephemerides Liturgicce,1998 nn. 4-5, p. 289-

    309;

    - Id., Il Consilium ad exsequendam Costituzionem de Sacra Liturgia (Gennaio 1964- Marzo

    1965) Considerazioni generaliin Ephemerides Liturgicce,1999 n. 1, p. 3-30;

    * * *

    I testi di cui sopra, rivisti e corretti, sono stati pubblicati in lingua inglese nel volume: P. MARINI, A Challenging Reform. Realizing th Vision o f th Liturgical Renewal 1963-1975.Liturgical Press,Collegeville, Minnesota 2007, pp. 205.

    3

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    4/259

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    5/259

    COSTITUZIONE LITURGICASACROSANCTUM CONCILIUM

    STUDI

    a cura della

    Congregazione per ii Culto Divino

    C.L.V. - EDIZIONI LITURGICHE - 00192 ROMA Via Pompeo Magno, 21

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    6/259

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    7/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA (Ottobre-Dicembre 1963)

    I - INTRODUZIONE

    Il movimento liturgico e le riforme liturgiche parziali da una parte e la grand e rifo rm a dall 'a lt ra hanno come sp artiacque laSacrosanctum Concilium.Essa pu essere considerata come il puntodi arrivo di oltre mezzo secolo di rinnovamento liturgico nella Chiesacattolica e come punto di partenza per la realizzazione pratica dellagrande riforma conciliare. Il documento, punto centrale di riferimento nella storia del rinnovamento liturgico, non pu essere separato dallopera del Concilio. In realt fu come un cuneo che, penetrand o le resistenze e le oscurit, apr la stra da al Concilio a.1 Nonsolo, ma, se il rinnovamento portato dal Concilio nella Chiesa cattolica stato conosciuto, ci si deve in gran parte all'esperienza chei fedeli hanno avuto ed hanno con la liturgia restaurata.

    Il presente studio2ha come oggetto gli avvenimenti circa lattuazione della Sacrosanctum Conciliumche caratterizzarono gli ultimitre mesi del 1963. Esso si viene a collocare a ventanni dalla promul

    gazione del documento liturgico conciliare e vuol essere un contributo per la conoscenza della sto ria de lla ri form a litu rgic a nel suo insiem ee del rinnovamento del Vaticano II.

    1. L a C o s t i t u z i n e l i t u r g i c a d e l C o n c i l i o V a t i c a n o II

    La conoscenza storica non si ha con la semplice considerazionedi fatti o avvenimenti isolati) ma con lo studio degli avvenimenti nel

    1 Cf. l e d ic hia ra zio ni di M on s.G. M . Ga r r o n e , in AA.VV., La costituzione sulla sacra Liturgia. Genesi storico-dottrinale. Testo latino e traduzione italiana. Esposizione e commento . Norme di applicazione. Riforma liturgica nel mondo, Elle Di Cl, Torino 1967, p. 125.

    1 Sig le usa te ne l corso de l lo s tud io :S C - - = Sacrosanctum Concilium. Cost i tuz ione su l la sacra Li tu rg ia de l Con

    ci l io ecumenico Vat icano II .SRC = Sacr a Rituu m Congregatilo.

    7

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    8/259

    70 PIERO MARINI

    loro insieme al fine di individuare le linee logiche fondamentali delloro sviluppo.3

    Se da una parte, dunque, lo studio degli avvenimenti degli ultimitre mesi del 1963 costituisce, come gi ricordato, un contributo allaconoscenza della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, dall'altra

    per gli stessi avvenimenti non possono essere compresi nel lo ro significato pi profondo se non sono collocati nel periodo storico cuiappartengono.

    Questa prima parte dell'introduzione vuole dunque ambientarestoricamente il periodo oggetto del presente studio attraverso una sintesi dei principali avvenimenti che hanno accompagnato la Costituzio

    ne liturgica conciliare fino alla sua promulgazione, il 4 dicembre 1963.La sintesi degli avvenimenti stata compiuta sulla-base di studi picompleti e specifici sul documento conciliare.4

    Il periodo conciliare comprende sia il periodo preparatorio, com preso tr a l'annunc io del Concilio e il suo inizio (1959-1962); sia il periodo conciliare vero e proprio, dall'll ottobre 1962, data di inizio delConcilio, al 4 dicembre 1963, dat di promulgazione della Costituzioneliturgica.

    a) L'in izia tiva della Sacra Rituum Congregatio

    Durante il periodo preparatorio laSRC prese alcune iniziative chesuscitarono apprensione in tutti gli ambienti che avevano riposto nelConcilio la speranza di unautentica riforma liturgica.

    Il 26 luglio 1960 il Dicastero pubblic, a seguito del Motu proprio Rubrica ru m in structum,un nuovo codice delle rubriche per il Breviario e il Messale. Vennero poi pubblicate le nuove edizioni tipichedel Breviario (5 aprile 1961) e del Messale (23 giugno 1962).

    Il 13 aprile 1961 venne pubblicata anche la seconda parte delPontificale Romano, e il 16 aprile 1962 il Battesimo degli adulti. Loscopo di tale iniziativa era indica to nel Motu pro prio stesso: Dopolunga e matura riflessione siamo giunti alla decisione di sottoporre

    ai Padri nel prossimo Concilio ecumenico i grandi principi della

    3Cf. H e n r i -I r h n e M a r r o u , La conoscenza storica, Il Mulino, Bologna 197S, pp. 179, 184.

    4Cf. H. S c h m i d t , La costituzione sulla sacra liturgia. Testo - Genesi - Commento - Documentazione, Herder, Rom a 1966; A A .W . ,La costituzione sulla liturgia. Genesi storico-dottrinale. Testo latino e traduzione italiana. Esposizione e Commento . Norme di applicazione. Riforma liturgica nel mondo, Elle Di Ci, Torino 1967.

    8

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    9/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 71

    riforma liturgica, di non rimandare invece ulteriormente il gi menzionato emendam ento delle rubriche del Breviario e del Messale .

    vero che il Codice delle rubriche e gli altri libri erano in pre para zione da tempo, ma liniz iativa de lla lo ro pubblicazione, pro priomentre era in corso la preparazione dello schema liturgico da discutere in Concilio, fece sorgere il non infondato timore che al Concilio non potessero rimanere eventualmente che quei menzionati"grandi principi costretti in un quadro di rubriche ormai gi fissato... Volenti o nolenti si doveva vedere in questa pubblicazione un

    lavoro tendente a pregiudicare le future decisioni del Concilio e pitardi si sarebbe costatato quanto poco questa supposizione fossecampata in aria .s

    b) La prep araz ione dello schem a su lla Liturg ia

    - La Commissione anteprepara to ria

    Il 17 maggio 1959 venne resa nota l'istituzione di una Commissione antepreparatoria del Concilio istituita dal Papa allo scopo di tracc iare le linee generali degli argom enti da t ra tta re nel Conci

    lio , dopo aver ascoltato i suggerim enti delFEpiscopa to, dei Dicasteri della Curia romana e delle facolt teologiche e canoniche delleuniversit cattoliche.6 Presidente della Comm issione ante pre pa rator iaera il Card. Domenico Tardini; Segretario, Mons. Pericle Felici. Lerisposte pervenute vennero pubblicate negli anni 1960-1961 in ben16 volumi. La raccolta, dal titolo:Acta et Documenta Concilio Oecu- menico Vaticano II apparando.Series Praepa ratoria", venne stam patadalla Tipografia Poliglotta Vaticana. Le risposte in materia liturgicafurono assai numerose. Esse dimostravano la volont di ridare allaliturgia il suo vero valore didattico e formativo. L'auspicata semplifi

    cazione dei riti, l'introduzione largamente desiderata e saldamentemotivata della lingua vernacola, ladattamento ai diversi popoli, rincoraggiata partecipazione attiva dei fedeli... sono elementi atti a fa

    5 H . S c h m i d t , La costituzione sulla, sacra liturgia. Testo - Genesi - Commento - Documentazione, Herd er, R om a 1966, p. 104-,

    Cf. V. No, Il Cardinale Gaetano Cicognani {1881-1962). Note per una biografia, Studium, Roma 1983, pp. 247-248.

    4 Cf. G. Caprile, Cronistoria della Costituzione liturgica, in A A .W ., La costituzione sulla sacra liturgia. Genesi storico-dottrinale. Testo latino e traduzioneitaliana. Esposizione e Commento. Norme di applicazione. Riforma liturgica nel mondo, Elle Di Ci, Torino 1967, p. 53.

    9

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    10/259

    7 2 PIERO MARINI

    vorire la comprensione intima del mistero cristiano, rivissuto e presen tato ai fedeli attrav erso la litu rgia ..7

    L Commissione pre para to riaIl 5 giugno 1960 Papa Giovanni istituiva le Commissioni per la

    preparazio ne degli schemi di documen ti da pre senta re alla discussione.. conciliare. Tra queste commissioni vi era pu re quella pe r laliturgia. Presidente era stato nominato il Card. Gaetano Cicognani,in quanto Prefetto dellaSRC;3e Segretario il Padre Annibaie BugniniCjM che gi aveva svolto il ruolo di segretario della commissione

    per la ri fo rm a litu rg ica sotto Pio XII.La Commissione liturgica,9 che com prendeva anche mem bri e

    consultori, inizi le proprie riunioni a Roma il 12 novembre 1960. Inquella data furono istituite 13 sottocommissioni, a seconda dei diversitemi della materia. L'unica grossa difficolt nel lavoro di preparazione dello schema fu costituita dal problema della lingua volgare.Ci fu infatti una campagna a sostegno del latino come lingua dellaChiesa.10 A parte ci, il lavoro si svolse senza particolari difficolt.L'ultima sessione plenaria della Commissione si tenne dall'11 al 13gennaio 1962. Il testo definitivo dello schema, pronto il 22 gennaio,verme trasmesso dal Card. Cicognani il 1 febbraio alla Segreteriagenerale del Concilio. Quattro giorni dopo il Cardinale moriva. Il 22febbraio il Papa nominava come Pres iden te della Commissione ilCard. Larraona, che era anche il nuovo Prefetto dellaSRC.

    Lo schema sulla litu rg ia alla Com mission e centrale

    Lo schema pass quindi alla Commissione centrale che il Papaaveva istituito il 5 giugno 1960 allo scopo di rivedere il lavoro dellesingole Commissioni, per poi passarlo al Papa stesso e al Concilio.Questa Commissione centrale non prese alcuna decisione, ma trasm ise

    7G. C a pr i l e , ibid., p. 67. Cf. C. B r a g a , La Sacrosanctum Concilium nei lavori della Commissione Preparatoria: I . L' Antep rep ara toria , in Notitiae 20, 1984, pp . 87-91; vedi in q ues to s te sso v olum e, pp . 25-28.

    8Cf. V. No, Il Cardinale Cicognani e il rinnovamento liturgico dal 1953 al 1962, in AA.VV., Il Cardinale Gaetano Cicognani (1881-1962 ). Note per una biografia, Studium, Roma 1983, pp. 237-260.

    5 Cf. C. B r a g a , La Sacrosanctum Conciliu m nei lavori della Commissione Preparatoria, in Notitiae. 20, 1984, pp. 87-134; vedi in questo stesso volume, pp. 25-68.

    10 C f. I l latino, lingua della Chiesa, in L Osservatore Romano, 25 marzo 1961; la Cost i tuz ione Aposto l icaVeterum Sapientia del 22 febbraio 1962.

    10

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    11/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 73

    lo schem a con i relativi atti ad un a sottocommissione pe r lemendamento degli schemi. Fu in questa sede che il testo della Commissione

    Preparatoria venne modificato. Vennero tolte le cosiddette declara-tiones , cio le spiegazioni destinate a favorire la comprensione delloschema da parte dei Padri conciliari. Inoltre, diversi articoli eranostati anch'essi talmente annacquati da non potersi pi riconoscereaffatto o in minima parte il. loro originario contenuto .n Interessanteera la precisazione posta nel frontesp izio: Scopo esclusivo di questaCostituzione quello di offrire le norme generali e "i grandi principidella riforma generale della liturgia". La pratica attuazione dei singoii

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    12/259

    74 PIERO MARINI

    per una rifo rm a litu rg ica davvero pastora le . Il fa tto appar iva ancora pi grave e indicativo considerando che altre tren ta due persone dellaCommissione preparatoria non vennero annoverate tra i periti conciliari .13 Pe r la loro riabilitazione sarebbe stato neces sario attenderelelezione di Paolo VI, che, dopo aver annoverato Lercaro tra i moderatori del Concilio nel settembre 1963, alla fine dello stesso anno li

    pose, almeno nelle intenzioni, alla gu ida dell 'a ttuazio ne della riforma.

    Lo schem a su lla litu rgia al Concilio

    Lo schema di Costituzione liturgica fu il primo ad essere discussoin Concilio. Alcuni Padri nelle prime Congregazioni generali richieseroil testo originale preparato dalla Commissione preparatoria e le de-clarationes che erano state tolte dalla Commissione centrale (3a sot-tocommissione).

    La discussione dello schema inizi il 22 ottobre 1962 e da quelgiorno al 13 novembre ebbero luogo qu indici s edute plenarie.14 Gliinterv en ti dei Padri furono 685. La stragran de maggioranza si dichiar favorevole e concorde ai principi e alle proposte fatte, perchdettata da criteri pastorali. Chi espresse parere sfavorevole e talvolta negativo o apparteneva alla Curia romana e si mostrava attento a tutelare il potere giurisdizionale della Sede apostolica controle facolt concesse alle Conferenze Episcopali; o era un vescovo diocesano preoccupato di salvaguardare la tradizione liturgica vigente,

    13E . Ca t t a n e o , Il culto cr is tiano in occ idente . Note stor iche , Ed. Liturgiche, II edizione, Roma 1984, p. 528.Cf. A. G. M a r t i mo r t , La Cons titut ion su r la

    Li turg ie de Vatican II. Esq uiss e histo rique, in Bul letin de lit tra tu re ecclsia- stique, l x x x v / e Janvier-Mars 1984, pp. 67-68.

    14Sem bra che il lavoro della C om m issione conciliare s ulla s acra L iturgia, con la nuov a Direzione , no n pr oce de sse sem pre c on la do vu ta celerit. I l Card. Lercaro, in un pro-memoria inviato in data 11 novembre 1962 alla Segreteria di Stato, osservava tra laltro: La C om m issione con ciliare de re l i turgica sembra non funzionare adeguatamente: se i l r i tmo dei lavor i procede come f ino ad oggi proceduto, si arr iver all '8 dicembre senza aver approvato neppure lo Schema di Li turgia , ossia senza nul la di fa t to .

    Questo , o l t re deludere i Padr i che hanno lasciato con sacr i f ic io le loro sedi e i l mondo tut to che at tende come non mai dal Conci l io una parola che r ivel i la v i ta l i t perenne del la Chiesa e la sua capaci t d i adeguarsialla si tuazione stor ica avrebbe un al t ro effet to e q uan to m ai n egat ivo. I Padr i infat t i cer tamente a t t r ibui rebbero al la Cur ia la responsabi l i t del " fal l imento, ne ver rebbe una maggiore f ra t tura f ra la Cur ia s tessa e la per i fer ia , con conseguente ul ter iore di ff icol t nel governo del la Chiesa e col per icolo di uno spi r i to di f ronda assolutamente indesiderabi le: G.L e r c a r o , op. cit. , p. 104, nota 6 .

    12

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    13/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 75

    pe nsando che il verboinstaurare, spesso usato, toccasse principi dottrin al i a.15

    Terminati gli interventi, il 14 novembre 1962 venne sottopostaalla votazione dei Padri una dichiarazione generale che costituiva

    pra ticam ente laccettazione o meno dello sche ma liturg ico. Il risultato della votazione fu il seguente: pre sen ti vo tanti 2.215; maggioranza richiesta (2/3) 1.476; placet 2.162; non placet 46; voti nulli 7.

    Successivamente si esaminarono le singole parti della Costituzione. Ogni volta venne distribuito ai Padri, su due colonne, sia iltesto della Commissione centrale che quello originale della Commissione preparatoria.

    Anzi, il 17 novembre il Card. Lercaro annunci che la Commissione conciliare aveva ottenuto dalla presidenza il benestare per aggiungere al testo le decarationes oss ia le sp iegazioni dei testi

    presenti nella redazione de lla Com missione p reparato ria e tolte dallaCommissione centrale. Inoltre, la Commissione conciliare aveva giudicato non pertinente al testo la precisazione posta dalla Commissione centrale sul frontespizio dello schema.

    Era il prevalere della linea della maggior parte dei Vescovi delConcilio che volevano superare lesagerata centralizzazione della liturgia fissata dal Concilio di Trento, in vista di unazione liturgico-

    pastorale pi aperta alle necess it de l mondo contemporaneo.L8 dicembre 1962, Papa Giovanni chiuder la prima sessione del

    Concilio. Il 3 giugno 1963, egli moriva. Papa Paolo VI, eletto il21 giugno, dava inizio il 29 settembre 1963 alla seconda sessionedel Concilio. Le relazioni e le votazioni sulle singole parti continuarono fino alla fine di ottobre. Tutte le proposte di modifiche vennero studiate dalla Commissione conciliare e il 22 novembre lo schema venne sottoposto alla votazione definitiva: votanti 2.178; placet 2.158; non placet 19; voto nullo 1. Papa Paolo VI, tuttavia, pregavai Padri di voler ancora considerare il testo fino al 4 dicembre, datain cui avrebbe chiesto un'ultima votazione, prima della promulgazione solenne della Costituzione liturgicaSacrosanctum Concilium.Lultima votazione diede il seguente risultato: placet 2.147; non placet 4.

    La Costituzione liturgica era dunque promulgata.Aveva termine cos il lungo periodo di speranza e di attesa del

    movimento liturgico e si apriva la nuova fase dell'attuazione concreta delle decisioni conciliari. Il nuovo periodo si presentava pieno

    1SE. Ca t t a n e o , op. cit., p. 529.

    13

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    14/259

    76 PIERO MARINI

    di incognite e di difficolt. In alcuni ambienti pi conservatori lescelte del Concilio in campo liturgico erano considerate con sospetto. Ma alcuni fatti positivi facevano ben sperare. Anzitutto il nuovoPapa, che al Concilio era stato, tra i sosten itori p i convinti di unaliturgia aperta alle necessit del mondo contemporaneo e allusodella lingua volgare.18 Inoltre, la presenza in Roma dei Vescovi de]Concilio, anche se impegnati a trattare altri temi, rimaneva sempreun valido elemento di garanzia e quasi di controllo sul modo concui la riforma stessa veniva attuata.

    Con queste considerazioni siamo gi entrati nell'atmosfera degliavvenimenti che, ad iniziare dallottobre 1963, sono loggetto direttodella presente indagine.

    2. Il p e r i o d o o g g e t t o d e l p r e s e n t e s t u d i o

    curioso constatare che, mentre del Concilio Vaticano II si sa pra ticam ente tu tto, compresi gli in te rv enti e le opinioni dei singoliPad ri,17 degli avvenimenti e delle tensioni che hanno accompagnatol'attuazione della riforma liturgica post-conciliare se si eccettuail volume di A.B u g n i n i , La riform a liturg ica (1948-1975), pubblicato alla fine dellestate 1983 dalle Edizioni Liturgiche di Roma si sappia invece cos poco, e solo a livello di cronaca giornalistica.

    Le motivazioni alla base della mancanza di tali studi sono molte plici. Bas ta rico rdare , ad esempio, ch e l'at tenzio ne degli espert i finoad ora si concretata soprattutto sui risultati della riforma, comecommento dei nuovi libri liturgici pubblicati o del nuovo concettodi liturgia che ne alla base. Lo sforzo maggiore stato inoltrededicato al complesso lavoro di traduzione dei nuovi libri liturgicinelle varie lingue. Infine, non va dimenticata la difficolt di raccogliere insieme i dati, spesso frammentari, di avvenimenti non ancoracompletamente usciti dalla cronaca e non ancora definitivamente

    entrati nella storia.

    16 E. C a t t a n e o , op. cit., p. 531.17Cf. ad es. la docum entazione uffic iale gi pub blicata da lla Libreria Ed i

    trice Va ticana n ei volu m i degli Atti del C oncilio: Acta et Documenta Concilio Vaticano I I apparando e Acta Synodalia Sacrosancti C oncilii Oecum enici Vaticani II.

    Cf. G. C a p r i l e , I l Concilio Vaticano II . Annunzio e preparazione , 1959-1962, voi. I - Parte I: 1959-1960; voi. I - Parte II: 1961-1962;Primo periodo 1962-1963, voi. II ; Secondo periodo 1963-1964, voi . I I I ; Terzo periodo 1964-1965, voi. IV; Quarto periodo 1965, voi. V; Ed. La C ivilt Cattolica , Rom a1959-1965.

    14

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    15/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 7 7

    Se ci vero per la storia della grande riforma liturgica a partire dall'inizio del 1964' in poi, a maggior ragione vale per gli avvenimenti che si svolsero negli ultimi tre mesi del 1963. Tali avvenimenti, infatti, che avevano lo scopo di dare inizio alla fase di attuazione dellaSacrosanctum Concilium,si svolsero nella riservatezzae nel silenzio. Di essi non rimasta traccia in nessun documento e,se si escludono alcuni protagonisti ancora viventi, nessuno sospettal'esistenza di questo periodo e degli avvenimenti che lo hanno caratterizzato.

    sembrato quindi opportuno, in occasione del 20 anniversario

    dalla promulgazione del documento liturgico conciliare, fare unostudio approfondito sugli avvenimenti che si svolsero dal 10 ottobrealla fine di dicembre 1963. Tali avvenimenti rimangono legati pidi altri alla Sacrosanctum Concilium.Essi, infatti, si svolsero mentre ancora il Concilio si occupava della Costituzione litugica e, quindi, in qualche modo parteciparono strettamente a quel soffio inizialedi rinnovamento che lo Spirito Santo, attraverso il Concilio, stava

    portando alla Chiesa.Le poche indicazioni gi da te su quel periodo 18 sono il punto

    di partenza p e r . un indagine pi dettagliata.

    II - PRIMITIAE

    La Costituzione sulla sacra Liturgia doveva entrare in vigore la prim a do menica di quare sima de l 1964. In data 4 dicem bre 1963, infatti, avvenuta la promulgazione della Costituzione, il Segretario delConcilio diede lettur a del seguente Decreto: Il Santo Pa dre h astabilito che la Costituzione "De sacra Liturgia, ora approvata, entri in vigore il 16 di febbraio 1964, prima domenica di quaresima.

    Nel fr attem po lo stesso San to Pad re sta bil ir quando e in che modo

    i decreti di questa Costituzione si debbano attuare. A nessuno, quindi, lecito mettere in esecuzione le nuove disposizioni prima deltempo s tabilito, di pro pr ia a uto rit a.18

    P. M a r i n i , Elenco degli schemata del Consiliu m e della Congregazione per il Culto Divino (marzo 1964 - luglio 1975) in Notitiae 18 (1982), p. 458; Cf. C. B r a g a , Il lavoro del ConsUium . Nuovo spirito e nuovo volto alla liturgia, in La C ost i tuz ione "S acrosanctum Conci l ium a ven t 'ann i da l la sua prom ulgazione , in Ho Thelogos 3/1983, Fa colt T eologica, di S ici l ia , Palermo, pp. 23-48.

    A. B u g n i n i , Verso la riforma liturgica, Libreria Editrice Vaticana, 1965, p. 54.

    15

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    16/259

    78 PIERO MARINI

    Tuttavia, fino a poco pi di una settimana prima, venne portataavanti, per volont di Papa Paolo VI, la stesura di un documento,intitola to Prim itiae , che preved eva l'inizio dellattuazione dellaCostituzione a partire dal Natale 1963. Il lavoro si svolse dal 10 ottob re al 24 novembre 1963, quan do venne abbando nato .20

    In quel mese e mezzo sono compresi gli avvenimenti oggettodella prima parte del presente studio.

    1. L a p r e p ar a zio n e d e l lo s c h e m a

    Un semplice foglio di ca rta trovato nell'Archivio Consilium-Culto Divino 21 con alcune indicazioni s critte a mano del PadreBugnini ci fornisce la possibilit di intravedere gli inizi di quelloche sar po i il Consilium . Si t ra tta di alcune annotazioni di calendario su quanto avvenne tra il 10 e il 20 ottobre 1963:

    Calendario (o t tobre 1963)

    10 o t t . ( g io v e d ) . I l S a n t o P a d r e m a n i f e s t a a i q u a t t r o M o d e r a t o r ii l d e s i d e r io c h e s i t e r m i n i l a 2 a s e s s i o n e d e l C o n c i li o c o n u n a L e g g e - s t r a l c i o s u l l a l i t u rg i a e n e i n c a r i c a i l C a r d . L e r c a r o a .

    20 Cf. A. B u g n i n i , La riform a litur gic a 1948-1975, Ed. Liturgiche, Roma 1983, pp. 65-66. ,

    I l tentat ivo del l 'o t tobre-novembre 1963 venne poi sost i tu i to dal Motu Propr io Sacram Liturgiam del 25 gennaio 1964.

    21 Si t ra t ta d el lArchivio del Co nsi l ium ad ex sequen dam Con st itu t ionem de sacra L iturgia diventato: n el 1969 Arch ivio della Co ngregazione p er i l Culto Divino, nel 1975 Archivio della Sezione Culto Divino della Congregazione per i Sacramenti e i l Culto Divino, e i l 5 aprile 1984 Archivio della Congregazione per i l Culto Divino.

    22 La cosa r iferita dal Card. Lercaro stes so in. im a letter a scrit ta i l 10 ottobre 1964: Stasera po i i 4 ebb ero la co nsu eta u dien za d el S. Pad re, deila quale vi r i fer isco due cose a me mol to care , che debb on o pe r res tar e ancora

    riservate. I l Santo Padre c i d isse che alcune del le r i forme l i turgiche prospet ta te r i teneva oppor tuno fossero messe in a t to subi to , senza aspet tare la conclusione dei lavori dellOrgano postconciliare che ancora deve essere ist i tuito per lattuazione del la Cost i tuzione approvata; e d isse anche che i l lavoro compiuto da

    quel gruppo di Vescovi , del quale facevo io pure par te , sul la cosiddet ta Chiesa dei Poveri si doveva studiare per vedere che cosa potesse ent rarne nel le Cost i tuzioni e nei Decret i del Conci l io : e aff id quest i compi t i a noi quat t ro , insieme ad al t r i lavor i ; i due per che vi ho det to , in par t icolare a me. Egl i at tende che per la f ine di questa Sessione (4 Dicembre) s i possano gi promulgare le varianti proposte per la Liturgia; saranno naturalmente le pi. facil i , che non esigo no 'ul ter ior i s tudi , com e esigerebbe, ad es. la com posizione di . un Lezionario che por tasse per ogni g iorno le le t ture bibl iche del la M essa d iverse (G . L e r c a r o , Le tte re dal Concili 1962-1965, a cura di Giuseppe Bat te l l i , Ed. Deho- niane, Bologna 1980, p. 177).

    16

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    17/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 7 9

    11 ott. (ore 20). Sua Em. il Card. Lercaro convoca il P. Bugninimanifestando il desiderio del Santo Padre e pregandodi suggerire un gruppo di Periti, che possano aiutarlo inquesto lavoro.

    12 ott. (ore 8,30). P. Bugnini sottopone a Sua Em. la lista deiliturgisti.(ore 17). Sono convocati presso Sua Eminenza il Card.Lercaro, presso le Suore di Priscilla (Via Salaria 430) i"periti 23, cioP. Jungmann...E assegnato il lavoro.

    15 ott. Lettera di P. Bugnini ai periti . Da Sua Eminenzaal quale chiede che domandi al Papa il permesso dellaconcelebrazione.

    19 ott. A S. Gregorio al Celio, ore 16-20, adunanza. Si esaminanole proposte sui capp. I e II.

    20 ott. A S. Gregorio al Celio, ore 16-20. Si esamina il resto .

    Il prim o e lenco. di periti e la d istribuzio ne del lavoro era coscosti tuito:

    1) P. V a g a g g i n i Cipriano, OSB2) Mons. W a g n e r Giovanni

    3) Can. M a r t i m o r t Aim-Georges4) P. J u n g m a n n Giuseppe Andrea, SJ5) P. S c h m i d t H e r m a n , S J

    6) P. D i r k s Ansgario, OP7) Rev. M c M a n u s Frederic8) Mons. B o n e t Emmanuel

    P. B u g n i n i Annibaie .

    Lo scopo del lavoro era sta to in dica to dal Papa stesso: Unalegge-stralcio sulla Liturgia al term ine della 2a sessione del Concilio. Si dovevano fare delle proposte smplici e brevi, senza lasciarsi

    p re ndere dal la tentazione di andare o ltr e i lim it i voluti.Certo, non si perse tempo. Con lettera, in data 15 ottobre, P. Bu-

    gnini annunciava l'adunanza del 20 ott. a S. Gregorio al Celio. Per ladunanza era gi stato preparato un primo schema di documentodal titolo: Motu prop rio quo normae ac leges quaedam Constitutionis conciliars de sacra Liturgia statim exsequendae permittuntur. Si trattava di cinque pagine dattiloscritte.

    23 Cf. G. Lercako, op. cit., p. 182. Gli esp ert i di c ui parla Lercaro sono probabi lmente g l i s tess i indicat iinfra nel pr imo elenco di per i t i cu i verme distribuito il lavoro.

    S a c r a m e n t i ( c ap . I l i ) A r t e ( c a p . V I I I )M u s i c a ( c a p . V I I ) ( C a p i t o l o I )M e s s a ( c a p . I I )U f f i c i o ( c a p . IV )

    S u p p e l l e t t i l e e A n n o L i t u rg i c o ( c a p . V- VI ) S a c r a m e n t i ( c a p . I I I ) P a r t e g i u r i d i c a

    17

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    18/259

    80 PIERO MARINI

    Il primo vero schema di documento si ebbe' tuttavia il 22 ott.1963, in seguito all'adunanza del giorno 20. Lo schema, dopo 11titolo Motu pro pr io quo normae... , inizia con le parole Primi- tiae iam habentur O ecumenici Concilii Vaticani II . Al testo delMotu proprio seguiva un Adnexum de instaurationis liturgicae ele-mentis statini ad effectum add ucend is .

    Seguirono nel mese di novem bre altre due redazioni: una del1 e l'altra del 24 dello stesso mese. Lultima redazione venne presentata al S. Padre.

    Il progetto prevedeva la pubblicazione congiunta di due documenti: il Motu proprioPrimitiae, e una Istruzione annessa derivatada l precede nte Adnexum , dal titolo: In str ucto de instaura tionis liturgicae elementis statim ad effectum adducendis.L'Istruzione enu

    merava gli elementi della riforma liturgica che, a norma del Motu pro prio, si sa re bbero potu ti m ettere in pra tica a parti re da l 25 dicembre 1963.24

    L'Istruzione (4 pagine dattiloscritte) esamina i seguenti numeridella SC e indica le norme per la loro attuazione:

    De sacrosancto Eucharistiae mysterio: a rtt. 50; 53; 54; 57; De Sacramentis: a rtt. 63b; 66; 69; 71;74; 76; 78; 79; De Officio Divino: art. 89.La pubblicazione del Motu proprio e della Istruzione era pre

    vista per l'inizio del mese di dicembre. Era stata infatti indicata la

    da ta del 25 dicem bre quale inizio dell'attuazione ' delle norm e inessa contenute. Tuttavia, diPrimitiae e della relativa Istruzione nonsi parl pi.

    Non dato sa pere che cosa avvenne in seguito . Di certo si sache ci furono parecchie osservazioni fatte dal P. Bevilacqua e cheil gruppo di periti si riun per fornire una risposta alle singole osservazioni. Il Papa era tenuto costantemente informato.

    2. Le c o n s e g u e n z e d e l t e n t a t i v o

    Pu sembrare, a prima vista, chePrimitiae costituisca il fallimento del primo tentativo di iniziare l'attuazione della Costituzione

    2ACi. infra, p. 97-101. App end ice: Il M otu p rop rio Pr im itiae e lanness a Is t ruzione. Un accenno a var i schemi di r i forma preparat i in questo per iodo contenuto nel la nota 7 del la pubbl icazione G.L e r c a r o , Lettere dal Concilio 1962-1965, a cura di Giuseppe Battell i , Ed. Dehoniane, Bologna 1980, pp. 178-179. Nella nota viene dato anche un sunto del contenuto degl i schemi .

    18

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    19/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 81

    conciliare. Di fatto il testo non venne pubblicato. Ma il tentativoebbe il merito di mettere in evidenza gli elementi e le persone che

    poi sa re bbero diventati il su pporto di tu tta la ri form a:A) La vastit, la complessit della riforma stessa;B) La necessit di costruire e organizzare una Commissione

    pi num ero sa di quanto in un prim o momento si pot prevedere;C) La capacit e lo spirito organizzativo di alcuni uomini,

    come il Card. Lercaro e P. Bugnini, su cui si poteva fare affidamento per un'a ttuazio ne sicu ra e aperta.

    a) Complessit della materia

    Nel te sto diPrimitiae si era cercato di stare in un giusto mezzo:n particolarit troppo minute, n proposte troppo spinte non adattealla psicologia del clero e dei fedeli ancora impreparati.

    I cambiamenti indicati dalla Istruzione erano i seguenti:

    Messa

    I. Art. 50a) I canti del Proprio e dell'Ordinario della Messa, se effettiva

    mente cantati, non venivano letti privatamente dal celebrante.b) Allinizio della Messa, nelle preghiere ai piedi dell'altare, si

    ometteva il salmo 42.c) Lorazione sulle offerte doveva essere cantata o detta ad alta

    voce.d) Il testo del Canone della Messa daQui pridie fino a Caliceni

    salutis perpetuaepoteva essere detto a voce alta. Inoltre, venivanocambiate le rubriche concernenti la dossologia del Canone.

    e) Nel distribuire la Comunione si doveva usare la formulaCorpus Christi.

    f) Alla fine della Messa,Vite, missa est si doveva dire dopo la bened iz ione del sacerdote. Lult im o Vangelo e le pre ghie re leon iane

    dovevano essere omesse.II. Art. 53

    Prima delToffertorio si poteva fare la Oratio communis seufidelium .

    III. Art. 54La lingua volgare si poteva usare nelle letture della Messa, che

    dovevano essere proclamate versus po pu lum e pos sibilmen te al-

    19

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    20/259

    82 PIERO MARINI

    lambone. Il testo volgare po teva essere app rovato ad interim dal Vescovo.

    In lingua volgare si doveva dire anche la preghiera dei fedeli;il Padre nostro si diceva in volgare solo nelle Messe lette.IV. Art. 57

    La Concelebrazione si sarebbe potuta fare, nei casi previsti dallaCostituzione, solo dopo la pubblicazione del relativo rito.

    Sacramenti

    V. Art. 63 b 'Venivano date disposizioni sull'uso dei Rituali bilingui gi ap

    provat i.VI. e VII. Art. 66, 69

    Venivano date disposizioni sullomissione di alcuni esorcismi nelrito del Battesimo.

    VIII. Art. 71Era consentito celebrare la Confermazione nella Messa, dopo

    lomelia.IX. Art. 74

    Quando erano celebrati congiuntamente, lUnzione degli infermidoveva precedere il Viatico.

    X. Art. 76 Nella consacrazione del Vescovo, tu tti i Vescovi pre senti pote

    vano imporre le mani.

    XI. Art. 78Il Matrimonio si doveva celebrare abitualmente nella Messa,

    dopo l'om elia. Nellorazione sug li sposi, dopo il Pa te r si potevausare la lingua volgare.

    XII. Art. 79Ad eccezione di alcune benedizioni, tutte quelle previste nel

    tit. IX, cap. 9, 10, 11 del Rituale Romano potevano essere date ancheda ogni sacerdote.

    Ufficio divino

    XIII. Art. 89In attesa della riforma di tutto il Breviario, si davano le se

    guenti disposizioni:

    2 0

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    21/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 8 3

    1) LOra di Prima poteva ssere omessa, anche se si consigliavala celebrazione dellOra per non omettere del tutto alcuni salmi e preghiere;

    2) fuori del coro, si poteva dire una sola delle tre Ore minori,Terza, Sesta, Nona, nellora pi opportuna.

    Vennero inoltre segnalate alcune proposte escluse dal Documento,ma che avrebbero dovuto in seguito essere risolte, come ad esempio:

    a) Messa la riduz ione delle preghiere de ll 'offertorio

    luso pi var io dei pre fazi b) Sacramenti

    linvito al clero missionario a stu dia re gli elementi locali adattabili

    la lingua la tina e la vo lgare nei sac ramenti.

    c) Ufficio divino indicaz ioni del tempo in cui celebrare le Ore pro blema della possibil it di commuta re lUfficio di

    vino con altra Azione liturgica, come nella SettimanaSanta.

    d) Cerimonie abolizione de lla pate na sostenuta dal suddiacono nella

    Messa in canto abolizione di inch ini e di vari segni di croce.

    Inoltre, per laConcelebrazioneera stato preparato un progettodi rituale, ma esso non poteva essere di soddisfazione completa.Dato che la Concelebrazione era un fatto cos importante e di responsabilit, si voleva nellapplicazione una pi attenta considerazione. Il Gruppo di studio fu del parere di far precedere un tempo

    di sperimentazione del nuovo rito in tre o quattro Abbazie (venneroindicate: Montserrat, Solesmes, En-Calcat, Maria Laach) sotto laguida di un membro del gruppo. Solo dopo alcuni mesi si sarebbe

    potu to fo rmula re e promulgare il rit o per tu tta la Chiesa.Se a questa problematica toccata dall'istruzione si aggiunge

    quella del Motu Proprio concernente la regolamentazione provvisoria dell'art.2 2 , 2 della SC, e cio che cosa si dovesse intendere

    per assemblee ep iscopa li te rrito ria li , si ha una visione com ple tadelle innovazioni che i due documenti avrebbero dovuto rendere operanti dal Natale 1963.

    21

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    22/259

    84 PIERO MARINI

    Non sembra perta nto azzardato rit enere che i due documenti,se fossero stati pubblicati cos com'erano, avrebbero sollevato unaserie di problemi non indifferenti. Le disposizioni pratiche, infatti,avrebbero dovuto essere maggiormente chiarite e soprattutto inserite in un contesto pi ampio di riforma. Si sarebbe potuto averelimpres sione di una mini-riforma affrettata, che avrebb e cer to disilluso coloro che attendevano una riforma pi profonda e meditataquale era prospettata dai principi fissati dal Concilio. Per comprendere quanto il tentativo della fine del 1963 fosse limitato, basti pensare che il Consilium dovette lavora re pe r b uo na pa rte del 1964al fine di preparare un'istruzione, la In ter Oecumen icidel 26 sett.1964, contenente le linee essenziali per l'applicazione dei Decretidella Costituzione Conciliare.

    Fu dunque saggia la decisione di non pubblicarePrimitiae. Iltentativo ebbe per il merito di gettare un colpo docchio sullam

    piezza e la vasti t della ri fo rm a che si vo leva attuare. E questo fuuno degli aspetti positivi del Documento.

    b) Necess it di costitu ire una CommissioneLidea di ima commissione di periti (cf.SC 25), indipendente,

    internazionale e.molto pi numerosa era gi presente in coloro chelavoravano per la preparazione diPrimitiae,25

    Si stava ancora lavorando al primo schema del documento quando si pose concretamente il problema della costituzione di una Commissione postconc iliare per la riform a liturg ica . Era logico infatti

    prevedere che, appena pubblicato il Motu Proprio e l'annessa Istruzione, sarebbero stati sollevati vari dubbi sullattuazione delle disposizioni date.

    Quale organismo avrebbe dovuto risolvere i dbbi e dare op portu ne indicaz ioni?

    La Sacra Rituu m Congregati no n sem brav a p rop rio lorganismo a datto. Si faceva infatti no tare che. essa considerava con uncerto sospetto alcu ne innovazioni della Costituzione conciliare.26

    Inoltre, si voleva evitare il ripetersi della situazione creatasi dal1948 al 1959 tra la Pontificia Commissione Piana pe r la riformaliturgica e la stessaSRC. Se infatti dal 1948 al 1959 fu fatto un lavoro relativamente modesto, ci si dovette in gran parte ai seguentimotivi:

    25C er tamente l idea di una ta le Com missione era pr esente in Lercaro e probabi lmente anche nel Papa. Cf . G.L e r c a r o , op. cit., p. 177.

    26 Cf. infra, p. 90.

    2 2

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    23/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 85

    1) Il lavoro di riforma fu affidato alle stesse persone che nellaSRC avevano altri incarichi impegnativi; per conseguenza, di fronteall'urgenza quotidiana del lavoro di ufficio, il lavoro della riforma

    passava necessa riamente in se condordine.2) Il Presidente e il Relatore della Commissione erano rispet

    tivamente il Prefetto dellaSRC e il Relatore della Sezione storicadella medesima Congregazione. I loro molteplici impegni rendevano

    pi difficile fa re adunanze e ra llentavano il procedim ento .3) Vari problemi dellaSRC, che richiedevano uno studio pi

    serio e approfondito, venivano demandati alla Commissione e anche pe r questo il lavoro della Riform a andava a ri lento .

    4) Infine, da aggiungere la mancanza di una sufficiente orga

    nizzazione del lavoro e la ristrettezza del numero dei collaboratori.Questa situazione, con le difficolt elencate, era ben nota al P.

    Bugnini, che era stato Segretario della menzionata Pontificia Commissione Piana .

    Fu cos che proprio nel periodo della stesura diPrimitiae matur e venne portata avanti l'idea di istituire una Commissione postconciliare per lattuazione della riforma liturgica, indipendente dallaSRC. Vi motivo di ritenere che Papa Paolo VI fosse favorevole allidea di una nuova Commissione. Infatti, nello schema diPrimitiae dell'inizio di novembre troviamo unaggiunta interessante concer

    nente proprio la istituenda Commissione: Incepti vero operis absolutio, generalis nempe liturgica in-

    stauratio, quae a peculiari Pontificia Commissione a Nobis Ipsiscitius instituenda peragetur, quaeque publicum Ecclesiae culturacongrue renovabit, non nisi grad atim . atque ex ordine ad optatimiexitum pervenire poterit ac proinde, ex ipsa rerum natura, texn-

    pus non breve expostulabit .

    Se la Commissione postconc iliare pe r la r ifo rm a liturgica sidoveva costituire, quali erano le prospettive concrete d realizzazione?

    P. Bugnini prospett tre possibili soluzioni:

    Prima soluzione

    Istituire ex novo la Commissione.La soluzione presentava ilvantaggio di poter scegliere libera

    mente i membri, secondo le competenze e con ampie facolt. Ciavrebbe favorito un lavoro dinamico e sicuro.

    La Commissione avrebbe potuto trovare la propria sede nel palazzo di Santa Marta in Vaticano, dove si trovavano gi gli uffici

    23

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    24/259

    86 PIERO MARINI

    delle Commissioni conciliari. Una sede distinta da quella dellaSRC avrebbe facilitato lo svolgimento del lavoro e lo avrebbe reso piindipendente.

    La soluzione aveva per losvantaggio di creare inevitabilmenteun dualismo, che avrebbe senza dubbio portato a incomprensioni,sospetti e spiacevoli situazioni.

    Seconda soluzione

    Confermare la Pontificia Commissione per la riforma liturgica istituita da Pio XII, e la cui attivit rimase sospesa due anni primacon l'inizio del Concilio.

    La soluzione aveva ilvantaggio di non suscitare scalpore negliambienti interessati, e avrebbe reso efficiente un organismo gi esistente.

    Ma gli svantaggi erano -evidenti:a) La Commissione era legata allaSRC .b) I componenti erano, allora, quasi tutti impossibilitati. In

    fatti, si trattava di persone gi oberate di lavoro in altri settori:ci avrebbe fatto ristagnare il lavoro della riforma liturgica.

    La soluzione, quindi, sarebbe stata possibile solo ad alcune condizioni:

    1) Alla Commissione si doveva da re uno sta tuto , che mai ave

    va avuto: le cose erano sempre s tate fa tte in famiglia ;- 2) La si doveva rendere autonoma , se si voleva che fosse

    dinamica e che si arrivasse in porto con la riforma entro un breveninner di anni;

    3) La si sarebbe dovuta pote nzia re con altr i elementi effettivi , eliminando dal settore esecutivo tu tti coloro che erano giimpiegati stabilmente in altri uffici.

    Terza soluzione

    Dividere la SRC in due settori distinti: primo settore, untribunale De c aus is Beatficationis seu Canon izationis Sancto rum ,com prende nte la Sezione storica e la Sezione II pe r le Cause deiSan ti ; second o settore: Dicasterium de S ac ra Litu rgia .

    Era la soluzione pi radicale e definitiva e anche la pi logicae soddisfacente. Poich laSRC occupava allora due piani del PalazzoPio (Piazza Pio XII, 10: 3 e 4 piano), i due enti avrebbero potutoavere ciascuno un intero piano a propria disposizione.

    24

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    25/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 87

    La proposta di soluzione sembrava allora matura. Si faceva notare che gi nel 1953 si era prospettata la necessit di unufficio per la Liturgia. La cosa torn a galla qualche anno pi tardi. Infine,quando fu eletto Papa Giovanni XXIII sembr che la divisione dellaSRC fosse ormai cosa sicura; ma, ancora una volta, il progetto nonsi pot realizzare. Si pensava, inoltre, che la cosa potesse rientrarenella visione pi generale del riordinamento dei Dicasteri romaniannunciato di recente.

    facile notare che in queste proposte era contenuta la storiadell'istituendo Consilium e della futura Congregazione per il Culto divino. Il Consilium , infa tti, fu la realizzazione della prima

    proposta di soluzione e port con s i vantaggi e gli svan tagg i pro

    spettati gi nel 1963: lavoro d inamico e sicuro, ma osteggiato daincomprensioni e sospetti. La Congregazione per il Culto divino, poi,istituita nel 1969, fu la realizzazione della terza soluzione, che siattu anche nella divisione dei locali prospettata alla fine del 1963.

    In sintesi si prospettava allora una Pontificia Commissione per la riforma liturgica, con le seguenti caratteristiche:

    1) Doveva essereautonoma ed occuparsi solamente della riforma. Per questo avrebbero dovuto essere escluse dalla Commissione tutte le persone gi impegnate stabilmente in uffici e incarichi,come quelli dei Sacri Dicasteri.

    2) Doveva esseredinamica, in modo da realizzare la riformain un tempo ragionevole. Si faceva notare che la riforma liturgicadel Concilio di Trento dur 51 anni, anche se il gruppo fondamentale dei libri liturgici Breviario-Messale prese otto ^rmi di lavoro.Anche per la riforma del Vaticano II si poteva prevedere un lavorodi otto anni, ma ci dipendeva dal dinamismo e dallorganizzazionedella Commissione.

    3) Doveva avere carattereintemazionale,condizione indispensabile per esprimere e interpretare le necessit di tutta la Chiesa efare una riforma gradita a tutti.

    4) Avrebbe dovuto essere composta:a) da una Segreteria;b) da un gruppo numeroso di periti, suddivisi in varie sot

    tocommissioni (almeno sei per i libri liturgici, e unaltra serie per i vari elementi della riforma);

    c) da un gruppo di Vescovi e Cardinali (una trentina).Si prevedeva, tra laltro, che gli schemi, dopo i vari esami della

    Commissione, avrebbero dovuto essere inviati alle Conferenze Episco pali e successivamente al Santo Pad re .

    25

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    26/259

    88 PIERO MARINI

    c) Un gruppo di uominiIl tentativo diPrimitiae diede loccasione ad alcuni uomini di

    incontrarsi e di lavorare insieme per lattuazione della riforma.Anzitutto iniziarono i colloqui e gli incontri tra il Card. Lercaro eP. Bugnini. Gli incontri furono di carattere riservato, per lo pia Priscilla, presso l'abitazione romana del Card. Lercaro. Proprio allora si stabil tra i due uomini quel clima d'intesa e di fiducia chesarebbe poi continuato negli anni seguenti. Non solo, ma anche Lercaro e Paolo VI ebbero occasione di intrattenersi spesso sui pro

    blem i della rifo rm a, soprattutto dopo le regolari riunio ni tra il Papae i quatt ro m od era tori del Concilio dei quali Lercaro facev a parte.27Si pu dire che in occasione diPrimitiae si stabil tra il Papa, Lercaro e Bugnini quella intesa che, inmezzo a tante difficolt, avreb

    be portato avanti la rifo rm a.Ma la figura che emerse maggiormente nel tentativo diPrimitiae

    fu quella di P. Bugnini. Anzitutto, si trattava di una riabilitazione.In secondo luogo, lintraprenden za e lo spirito organizzativo che eglimise in evidenza in quella occasione costituirono un elemento difiducia e, quindi, il segreto del suo immediato successo.

    E non da dimenticare che accanto a Bugnini e Lercaro si ritrovarono in varie riunioni alcuni uomini come Vagaggini, Martimorte Wagner, che sarebbero stati gli uomini di maggior responsabilitnella riforma. Vagaggini, infatti, fu il relatore di documenti fonda-mentali,. quali il Ritus servandus in concelebra tione Missae, il Ritus , Communionis sub utraque specie,listruzione Eucharisticum Myste- rium, e a lui si deve la stesura di alcune delle nuve anafore del Messale romano.28 M artimo rt fu il responsabile della revisione del Breviario e Wagner del Messale Romano.

    In occasione diPrimitiae, dunque, un primo gruppo di uominisi trov a lavorare insieme per l'attuazione della riforma con lostesso entusiasmo e gli stessi ideali. Si trattava gi del nucleo piimportante di quello che sarebbe stato poi il Consilium .

    27A lcuni accenni a q uest i incontr i s i t rovano nel volum e di G,L e r c a r o , Lettere dal Concilio 1962-1965, a cura di Giuseppe Bat te l l i , Ed. Dehoniane, Bologna 1980.

    28Per latt ivit del P. Vagag gini nel C onsil ium , ve di A.B u g n i n i , Lettera allEditorer in Lex Orandi - Lex Credendi. Miscellanea in onore di P. Cipriano Vagaggini, a cura di Gerardo Bks e Gius t ino Famedi , Ed . Anse lmiana , Roma 1980, pp. 11-15.

    26

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    27/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 8 9

    Primitiae rimane, inoltre, nella storia della grande riforma liturgica una delle testimonianze pi evidenti dell'interesse, dell'apertura e deH'amore che Papa Paolo VI ha sempre avuto durante il suo

    pontificato per la litu rg ia . Non dunque possibile comprendere a fondo il Consilium e

    la riforma liturgica del Vaticano II, se non si conosce il tentativoche ebbe inizio nell'ottobre 1963. Esso, anche se non riusc nellintento di pubblicare un documento di riforma, fu importante perchdiede l'esatta dimensione della complessit e vastit del lavoro emise in evidenza gli uomini adatti allo scopo.

    Ili - PROGETTI PER LORGANIZZAZIONE DELLA RIFORMA

    Primitiae in realt fu un punto di partenza. Si pu dire che allora si perse una battaglia ma si vinse la guerra. Il Documento nonvenne pubblicato, ma gli uomini e le idee in esso contenute ebberosuccessivamente la possibilit di affermarsi.

    Siamo dunque verso la met di dicembre 1963. ormai chiaroche per attuare la riforma necessario predisporre un piano organico di lavoro e pensare ad un organismo capace di realizzarlo.

    Probabilmente gi allora la linea da- seguire era gi stata scelta.Sembra tuttavia che Paolo VI facesse preparare due progetti diriforma: uno da P. Bugnini, l'altro da un esperto dellaSR C.29In am bedue i pro gett i veniva affronta to sia il problema dellorgan izzazionedel lavoro in se stesso, sia il problema dell'organismo cui affidarlo.

    1. P r o g e t t o A

    Si trattava di un progetto ben strutturato. Dopo un'introduzione

    nella quale si insisteva sulla necessit di suddividere il lavoro pre para to rio in vari gru ppi di persone, ciascuno dei quali fosse in caricato di un determinato settore di lavoro, si passava ad elencare ivari gruppi di studio:

    1) Revisione definitiva del testo del salterio (art. 91, 2 della SC);2) Revisione del Calendario universale della Chiesa (art. I l i della SC);3) Distribuzione del Salterio in due sett imane (art. 91 della SC);4) Revisione delle letture bibliche del Breviario (art. 92 a) della SC);

    25 Cf. A. Bugnini, La riforma, litur gica (1948-1975 ), Ed. Liturgiche, Roma 1983, pp. 71-72.

    27

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    28/259

    90 PIERO MARINI

    5) Revisione delle letture patristiche del Breviario (art. 92 b della SC);6) Revisione delle letture storiche del Breviario(art 92 c della SC);7) Revisione degli irmi del Breviario (art. 93 della SC);8) RevisionedelOrdo Missaecon l'aggiunta dei Prefazi e dellaOratio

    communis(art. 50 e 53 della SC);9) Distribuzione delle pericopi dellEpistola e del Vangelo nella Messa,

    in triplice serie (art. 51 della SC);10) Nuovo rito della concelebrazione e rubriche per la comunione sotto

    le due specie (art. 55, 57, 58 della SC);11) Revisione del Pontificale Romano (art. 76, 80 della SC);12) Revisione del Rituale Romano (art. 63 b della SC);13) Completamento della edizione. tipica dei libri di canto gregoriano(art. 117 della SC);14) Revisione del Martirologio Romano (cf. art. 25 della SC).

    La II p arte del Progetto A, dal titolo: Organizzazione del lavoro , affrontava d irettamente il problema d u n organismo, al disopra dei vari gruppi di studio, che determinasse i compiti, fornissedei criteri, risolvesse gli eventuali dubbi.

    Come doveva essere composto tale organismo? Anzitutto si riconosceva che, nel clima del Concilio, non sembrava opportuno affidare la funzione direttiva allaSRC come tale, anche se alcuni ele

    menti di detta Congregazione potevano essere utilizzati per conoscenza ed esperienza in materia.

    Non sem brava neanche consigliabile affidare la direzione dei lavori alla Commissione conciliare della Sacra Liturgia tale e quale, sia perch molti mem bri di essa senza voler mancare lo ro d ris petto non avevano una preparazione specifica per tali lavori, sia

    perch, data la sua composizione numericam ente alta e topograficamente dislocatissima, sarebbe stato molto difficile poterla convocaree praticamente non avrebbe potuto funzionare.

    D'altra parte, per, si riconosceva che proprio i membri e i periti di questa Commissione, avendo seguito tutte le discussioni, conoscevano pi di ogni altro i problemi, le difficolt, i limiti e lefinalit della riforma liturgica.

    Dopo queste considerazioni si proponeva di affidare la direzionedei lavori della riforma ad imaCommissione ridotta,composta di persone che, avendo fa tto parte come membri o come peri ti dellaCommissione conciliare, conoscevano i problemi nella concretezzadei risultati delle discussioni conciliari.

    Il primo nome che veniva indicato era quello del Cardinale Larraona, Prefetto dellaSR C e Presidente della Commissione conciliare.Seguiva il Card. Lercaro con tre Vescovi: Mons. Grmshaw, Arciv.

    28

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    29/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 9 1

    di Birmingham; Mons. Martin, Vescovo di Nicolet in Canada, e Mons.Zauner, Vescovo di Linz. Ai Cardinali e Vescovi si sarebbero dovutiaffiancare alcuni tecnici: Martimort, Wagner, Borella, Frutaz, Bugni

    ni, Vagaggini, Dirks Antonelli.Interessante era la nota con cui si chiudeva la presentazione del-

    l'Organism o: La Seg reteria de lla Commissione Conciliare della S.Liturgia, che ha sottomano tutto il materiale,, pu funzionare facilm ente come Segreteria di ques ta Commissione .

    I com piti della Commissione era no cos sintetizza ti: fissare i criteri generali di lavoro e distribuirlo ai vari gruppi di studio. Inoltre,avrebbe potuto essere riimita di volta in volta quando ci fosserostate questioni importanti. Avrebbe potuto dare risposte a dubbi sull'interpretazione della Costituzione.

    La II I pa rte del documento er a dedica ta alla composizione deivari gruppi di studio gi elencati nella I parte.

    Non sembra difficile esp rimere un giudizio su l Progetto A. Lasp etto pi importante per la futura attuazione della riforma conciliarenon consisteva tanto nei programmi di lavoro o nel numero deigruppi di studio, quanto piuttosto nella composizione dellOrganismoche tale lavoro doveva svolgere e tali gruppi di studio doveva costituire e far funzionare.

    Con il Progetto A si dava l'impressione di costituire qualchecosa di nuovo che non era n laSRC , n la Commissione conciliare

    per la li tu rgia . Ma, a ben considera re le pro poste , ci si pu ch iederese l'Organismo direttivo quale era presentato fosse veramente unOrganismo nuovo. Anzitutto, in esso erano previsti alcuni elementidella SRC. Inoltre, la responsabilit direttiva in primo luogo avrebbedovuta essere affidata al Card. Larraona, Prefetto dellaSRC e giPresidente della Commissione conciliare per la Liturgia. Infine, equi l'aspetto meno innovativo del progetto, la Segreteria del nuovoOrganismo avrebbe dovuto essere la stessa della Commissione con-ciliare della S. Liturgia: prprio quella Segreteria legata allaSRC eche non aveva la propria sede nel Palazzo S. Marta, dove si trovavano le altre segreterie delle Commissioni conciliari. Lorganismo,

    cos concepito, si sarebbe venuto sicuramente a trovare sotto la totale direzione dellaSRC.

    2. P r o g e t t o B

    Il progetto Bugnini si presentava pi come un insieme di annotazioni a uso personale che non un progetto ben organizzato, steso

    29

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    30/259

    92 PIERO MARINI

    per una presen tazione ufficiale. in teressante comunque' conoscerequal era il p iano di lavoro del fu turo Segretario del Consilium ela struttura del nuovo Organismo.

    da notare anzitutto che il Progetto B si limitava essenzialmente a presentare un piano di lavoro. Il problema dei nomi di coloro che avrebbero potuto far parte della Commissione, sia Vescoviche periti, non era presente. Quasi certamente Bugnini aveva gi inmente i nomi dei Vescovi e degli esperti che avrebbero potuto realizzare il lavoro di riforma, anche se ancora non sapeva con certezzaquali uomini sarebbero stati posti alla direzione della Commissine.Sta di fatto che il progetto B, in uno specchietto a tutta pagina,

    presentava al vertice il San to Padre, seguivano le Conferenze Episco pali, poi la Com missione al cui centro em ergevano tre posizioni particolari, seguiva la Segreteria, e poi un primo gruppo di libri liturgicida riformare: Breviario, Messale, Pontificale, Rituale (prima fase).Seguiva un secondo gruppo di libri: Cerimoniale dei Vescovi, il Codice di diritto liturgico e il Martirologio (seconda fase). Tra un grup

    po e lalt ro erano collocate varie sezioni: teolog ica, pasto rale , stilistica, per il canto, storica.

    Ma vediamo pi da vicino quale era il piano di lavoro del progetto B.30

    Prima fase:BreviarioMessalePontificaleRituale

    Seconda fase'.Caeremoniale EpiscoporumCodex Iuris liturgici

    Martirologio? .P r i m a f a s e

    Si svolger in quattro tempi:1) Lavoro di struttura tecnica da parte delle varie Sottocom

    missioni e Sezioni.2) Lavoro di rifinitura per parte delle Sottocommissioni: teo

    logica, pastorale, stilistica, di canto, e della Sezione storica dellaSRC.

    3) Esame da parte dellaCommissione.

    30 L e i n d ic a z io n i ch e s eg u on o , s u l p ro g e tt o B , s o n o d e r iv a te d i r et ta m e n t e d a l proget to prepara to da Bugnin i .

    30

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    31/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 93

    4) Se il Santo Padre lo riterr opportuno, ogni schema sar poi inviato alle Conferenze Episcopali.

    Qualche indicazione'.La divisione in due fasi normale. Cosfu dopo Trento, la cui riforma, scaglionata in 47 anni, segu l'or

    dine: Breviario (1567), Messale (1570), Martirologio (1584), Pontificale (1596), Caeremoniale Episcoporum (1600), Rituale (1614).

    Cos era previsto anche nella Memoria per la Riforma liturgicagenerale , Roma, 1948, pp. 316-317.

    Base della Riforma infatti ilCalendario, che interessa Breviario e Messale. Nellattuale riforma un secondo elemento sardi massima importanza per i due libri: le letture . Sono perci

    previste, affinch il lavoro proceda organico e dinamico, pi sezioni che procedano simultaneamente, e cio:1. Per il B r e v i a r i o

    a) Sezione per il Salteriob) Sezione per le letture biblichec) Sezione per le letture patristiched) Sezione per le letture storiche ) Sezione per gii inni.

    2. P er il M e s s a l ea) Sezione per lOrdo Missaeb) Sezione per le letturec) Sezione per l'Oratio fideliumd) Sezione per il Proprium Sanctorum e) Sezione per le Messe votive.

    3. Sezioni comuni alB r e v i a r i o e al M e s s a l ea) Sezione per il Calendariob) Sezione per i cornimic) Sezione per le rubriche.

    4. P er il P o n t i f i c a l e e R i t u a l eSi costituiranno subito le rispettive Sottocommissioni, e se ne

    seguir il lavoro. Ma la pubblicazione avverr dopo quella delBreviario e del Messale, per armonizzare tra di loro questi libriliturgici.

    S e c o n d a f a s e

    Caeremoniale Episcoporum e Codex Iuris LiturgiciQuando la prima fase sar delineata nelle sue essenziali acqui

    sizioni si awier questa seconda fase, che dipende essenzialmentedalla prima.

    MartirologioPoich Prima, viene soppressa, ci si domanda se vale la pena

    di procedere alla riforma del Martirologio. In caso positivo, questo lavoro, a rigor di termini, dovrebbe precedere ogni altro, inquanto interessa il Calendario del Breviario e del Messale, ciotutta la zona del Proprium Sanctorum. Ma anche in questo caso,

    31

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    32/259

    94 PIERO MARINI

    non sembra che la riforma del Martirologio sia cos urgente. Tutt'al pi pu interessare la celebrazione pubblica dellUfficio, e il lavoro pu perci posporsi- ad altri .

    Il Progetto B, come gi stato notato sopra, si limitava allorganizzazione del lavoro. Le altre questioni inerenti il progetto come ad es. i nomi dei componenti la Commissione, il suo carattereintemazionale, i suoi rapporti con laSRC, la dislocazione della sede

    era no gi sta te ampiamente il lu str ate in occasione della ste suradi Primitiae ed erano certamente oggetto di discussione nei frequenti contatti tra il Card. Lercaro e P. Bugnini presso le Suore d Priscilla, sulla Via Salaria, ove il Cardinale risiedeva durante il Concilio.

    I due progetti A e B fanno parte ancora del primo periodo in

    cui matur lidea del Consilium o meglio, come si diceva allora,di una Commissione per la riforma liturgica del Concilio.II 1963 si chiudeva con un avvenimento fondamentale nella sto

    ria della liturgia della Chiesa: l'approvazione da par te del Conclio,nella III sessione pubblica il 4 dicembre 1963, della Costituzionesulla Sacra Liturgia. In quello stesso mese la liturgia rinnovata avevaconosciuto il suo primo tentativo inPrimitiae. Come il seme evangelico, era stato seminato nel silenzio e nel nascondimento. Nessunoavrebbe potuto allora immaginare lo sviluppo che quel seme avreb

    be avuto e i fru tt i che avre bbe porta to . Ma gi qualche cosa si muo

    veva. Alcuni uomini cominciavano a ritrovarsi. Si cominciava a pensare con entusiasmo al futuro.

    IV - CONCLUSIONE

    Gli ultimi tre mesi del 1963 rimangono uno dei periodi pi sconosciuti nella storia dell'attuazione liturgica del Concilio Vaticano II.I nomi delle persone che lavorarono insieme, i testi e i progetti chevennero preparati rimasero riservati. Del lavoro allora compiuto nonrimase traccia in nessun documento ufficiale.

    E tuttavia quel periodo, pur non avendo dato alcun risultatodi carattere ufficiale, rimane fondamentale per comprendere la futurastor ia del Consilium e della riform a liturgica. P roprio in queimesi si ritrovarono alcune persone e vennero messi a fuoco alcuni pro ble mi che avrebbero costi tu ito la base del futu ro organismo edella futura riforma.

    I problemi che emersero in quel periodo furono essenzialmeni seguenti:

    32

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    33/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 95

    complessit della rifo rm a litu rg ica da attuare; piano generale di rifo rm a;

    Com missione in temazionale cu i affidare la ri fo rm a stessa.

    1. U n g r u p p o d i u o m i n i p r e p a r a t i

    Il fatto pi importante fu costituito dagli uomini che si incontrarono in quel periodo per studiare lattuazione della riforma litur gica. Essi, con loro contatti, costituirono allora il nucleo e lo spirito del fu tu ro Consilium e della riforma.

    La scelta fondamentale si dovette a Papa Paolo. La designazionedi Lercaro e Bugnini fu fatta certo con discrezione, senza ufficialit,ma quella indicazione di partenza, confermata poi ufficialmente all'inizio del 1964, si rivel essenziale ai fini della riforma. Lercaro eBugnini erano allora considerati, non solo in Italia, ma anche incampo intemazionale, uomini aperti e adatti ad una riforma liturgica secondo le esigenze del mondo contemporaneo. Ma, oltre adessere una scelta di apertura, quella di Paolo VI fu anche una sceltacoraggiosa. Lercaro godeva maggior prestigio in campo intemazia-nale che non in Italia, e in qualche ambiente era considerato unuomo troppo avanzato, sia in campo politico che in quello liturgico.Quanto a Bugnini, si trattava di una vera e propria riabilitazione.Da quel m om ento fino al 1975 egli sarebb e rim as ta alla guida della

    riforma liturgica del Vaticano II. Lindividuazione di quei due uomini costituiva gi ima premessa e un indirizzo per la futura riforma.In quei mesi si ritrovarono a lavorare, con Lercaro e Bugnini,

    alcuni altri uomini come Martimort, Vagaggini e Wagner, che avreb bero svolto unjruo lo im portante ne l lavoro di ri form a. Gli uominichiave della futura riforma erano dunque gi presenti.

    2. U n p i a n o d i r if o r m a

    a) Consapevolezza della complessit della riforma

    Lidea del Papa di pubblicare una legge-stralcio sulla liturgia port alla preparaz ione im media ta di un pro getto di M otu Proprioe di un'annessa Istruzione.

    Fu proprio il progettoPrimitiae, con lannessa Istruzione concernente gli elementi della riforma che si sarebbero potuti metterein pratica a partire dal 25 dicembre 1963, a determinare ima visione

    paro nam ica su quas i tu tti gli aspett i del la riform a: la Messa, lUffi

    33

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    34/259

    96 PIERO MARINI

    ci e i Sacramenti. I punti di riforma ivi indicati erano stati volutamente limitati nel numero, per non compromettere il futuro lavo

    ro. Tuttavia la preparazione del progetto diede la prima chiara visione della vastit e complessit della futura riforma. Probabilmente, il documento non venne pubblicato proprio per la complessit dei problemi emersi.

    b) Progetto di un nuovo organismo

    Coloro che lavoravano al progetto di Motu Proprio e, in particolare, P. Bugnini si ponevano concretamente il problema della costituzione di una Commissione postco nciliare p er la rifo rm a liturgica .La Pontifcia Commissione allo ra p ro sp ettata doveva essere auto

    noma dalla tutela dellaSacra Rituum Congregano, occuparsi solamente della riforma ed avere carattere internazionale.Veniva indicata anche la struttura interna del nuovo organismo:

    gruppo di Vescovi, Segreteria e gruppo di periti.I progetti di riforma elaborati dalla Commissione avrebbero do

    vuto essere sottoposti alle Conferenze Episcopali e poi al Papa.

    c) Due proget ti di riform a

    II Papa stesso volle che fosse preparato un progetto generale diriforma. L'incarico venne affidato a due distinte persone, espressio

    ni di ambienti e di indirizzi diversi: Bugnini (progetto B) e un esperto della SR C (progetto A). I due progetti, molti simili per ci cheriguardava la revisione e la suddivisione della materia liturgica daaffidare a vari gruppi di studio, si differenziavano invece sulla concezione dell'organismo cui affidare la riforma e sulle persone cheavrebbero dovuto dirigere l'organismo stesso. Il Progetto B insistevamaggiormente sullaspetto intemazionale e sullindipendenza del nuovo organismo dallaSRC; il progetto A, invece, voleva una Commissione ridotta nel numero e sotto la direzione della Congregazionedei Riti. Essenzialmente le pro spettiv e eran o due: affidare la rifo rma alla SRC, tramite un organismo da essa dipendente, oppure ad

    un organismo nuovo indipendente dal Dicastero. Il problema sarebbestato chiarito, in via di fatto, durante il 1964.

    Non vanno infine dim entica te le divergenze gi allora pre sentisulla concezione e sul modo di attuare la riforma, che successivamente si sarebbero manifestate con maggior evidenza. Da una parte,la SR C desiderava restare alla guida della riforma; dallaltra, Lercaro e Bugnini avevano prospettive pi aperte e non nutrivano trop

    34

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    35/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 97

    pa fiducia nell azione del Dicastero . L'aver affidato , oltre a Bugnini,anche ad una persona dellaSRC il compito di stendere un progettogenerale di riforma, probabilmente indicava la volont di non escludere del tutto laSRC dallopera di riforma e di tendere ad un com

    promesso de lle due tendenze, che si sarebbe poi dim ostrato, alla prova dei fa tt i, molto difficile.

    Gli ultimi tre mesi del 1963 possono dunque essere consideratiin sin tesi come il periodo in cui si form l'id ea del Consilium edella futura riforma liturgica conciliare. Due fatti caratterizzarono il per iodo: l'indicazione di due uomini nuov i : Lercaro e Bugnini,che avrebbero poi costituito l'anima del Consilium , e il tentativodi stesura di un primo documento di riforma, che consent una visione complessiva del lavoro da compiere e, quindi, del tipo di organismo cui poteva essere affidata.

    Erano state poste le premesse della grande riforma liturgica.

    Congregazione per il Culto Divino Citt del Vaticano

    P i e r o M a r i n i

    APPENDICEIL MOTU PROPRIO PRIMITIAE E L'ANNESSA ISTRUZIONE

    P r e m e s s a

    Il testo del Motu proprio Primitiae e della annessa Istruzione,che vengono qui riportati, costituiscono l'ultima redazione di vari progetti preparati nelTottobre-novembre 1963.

    I testi dei due progetti di documento non hanno la stessa data.II testo del Motu proprioporta una annotazione a mano di P. Bugnini: Con le correzioni del P. Dirks - 2.XI.1963 .Il testo della Istruzione porta due annotazioni di Bugnini:

    a) Questo testo in 5 copie al Card. Lercaro il 21 .XI. Egualetesto scritto appositamente (copia appresso) per il Santo Padre .

    b) 2 redazione dopo le aggiunte (in rosso) concordate con ilCard. Lercaro 31.

    31 L e a g g iu n t e v e n n er o co n c or d a te c o n il C a rd . L er ca r o m o l t o p r ob a b il m en t e domenica 24 novembre, secondo quanto afferma lo s tesso Lercaro in una le t tera scrit ta pro prio il 24 nov em bre 1963: . ..poi un lavoro con P. Bu gnin i per preparare a l Sa nto Padre le innovazioni li turgiche p oss ib i l i a fars i su bi to : G.L e rc a r o , Lettere dal Concilio 1962-1965, a cura d i Giuseppe Bat te l l i , Ed. Dehoniane, Bologna 1980, p. 234.

    I tes t i indicat i in rosso nel l or ig inale son o qui contrassegn at i dal carattere cors ivo.

    35

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    36/259

    98 PIERO MARINI

    T E S T O

    LITTERAE APOSTOLICAE MOTU PROPRIO OATAE

    QUIBUS NORMAE AC LEGES QUAEDAM CONSTITUTIONIS CONCILIARIS DE SACRA LITURGIA

    STATIM EXSEQUENDAE DICUNTUR

    PRIMITIAE iam habentur Oecumenici Concilii Vaticani II in Constitutione de Sacra Liturgia ab eodem sacrosancto Concilio approbata, eta Nobis in fine Sessionis secundae sollemniter sancita ac feliciter promulgata.

    Incepti vero operis absolutio, generalis nempe liturgica instauratio ,quae a peculiari Pontificia Commissione a Nobis Ipsis. citius instituenda

    peragetur, quaeque publicum Ecclesiae cultum congrue renovabit, nonnisi gradatim atque ex ordine ad optatum exitum pervenire poterit ac

    proinde, ex ipsa rerum natura, tempus non breve expostulabit. Qua- propte r quamplures Patres Conciliares enixe ad nos preces detuleruntut eiusdem Constitutionis normae, quarum exsecutio iam nunc possibilissit, statini ad rem adduci possint. Re attente ac mature perpensa, quomaiori provideatur fidelium bono atque sacrorum pastorum efficacitatiministerii, opportuno atque nobili proposito satisfacere statuimus.

    Apostolico enim quo fungimur munere, Nobis maxime cordi est utLiturgia, hodiemis ovium Christi necessitatibus accommodata, fiat cul-men ad quod actio Ecclesiae tendit ac simul fons unde omnis eius virtusemanat (cf.Const. art. 10).

    Ideoque, Motu proprio, certa scientia atque ex Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, quae seqmmtur statuimus:

    I. Principia biblica, theologica ac pastoralia, quibus totius Constitutionis fundamenta reguntur ac firmantur, Episcopi omnesque sacri pastores satagant incunctanter opportunis ac congruis mediis christifi-delibus imbuere ac illis actionem pastoralem inspirare.'

    II. Ex tota Constitutione ea generalis nstaurationis elementa excerpta sunt, quae statim ad effectum adduci possunt. Hisce ergo Litterisvim legis tribuimus Documento Adnexo, quod illa continet.

    III. Editiones typicae librorum Ikurgicorum suum valorem retinent,usquedum debita eorum recognitio perficiatur; additiones tamen seuvariationes, de quibus supra, iam nunc uti authenticae habendae sunt.

    IV. Apprime servetur Constitu tionis art. 22 1: Sacrae Liturgiaemoderatio ab Ecclesiae aucto ritate unice pendet: quae quidem est apud

    Apostolicam Sedem et, ad normam iuris, apud Episcopum . Proinde, nemo omnino alius, etiamsi s it sacerdos, quidquam proprio m arte inLiturgia addat, demat, aut m utet (Const. art. 22 3).

    V. Coetus territoria les competentes, de quibus in Constitutioneart. 22 2,interim tantumhabeantur:

    a) Conferentiae Episcoporum provinciales vel regionales, ad nomam can. 292 Codicis Iuris Canonici constitutae;

    36

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    37/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 99

    b) alae Conferentiae Episcopales, quarum membra sunt singuliterritoriales Episcopi quaeque legitima agnitione Apostolicae Sedis po-tiuntur.

    VI. Quae bisce Litteris Apostolicis sta tuuntur a proxima die NatalisDomini vini legis habere incipient.

    Sedulo provideant locorum Ordinarii, Statuum perfectionis utrius-que sexus Praepositi atque pastores curam animaruxn gerents, ut clerici, religiosi ac fideles omnes piane edoceantur de sensu liturgico ac

    pastorali proposito Constitutionis de Sacra Liturgia. Diuturna ac instanticatechesi instruantur de novis formis liturgicis quae inducuntur, ita utnon tantum rei novitate alliciantur, sed conscie et fructuose, mente acspiritu actionis liturgicae participes fiant.

    {Adnexum)i n s t r u c t o

    DE INSTAURATIONIS LITURGICAE ELEMENTIS STATIM AD EFFECTUMADDUCENDIS

    Ad normam Motu Proprio supra relati, instaurationis liturgicae eie-menta a die 25 huius mensis decembris anni 1963 in praxim adducenda,haec numerantur:

    D e S a c r o s a n c t o E u c h a r i s t i a e M y s t e r i o

    I. Ad art. 50a) Cantus Proprii et Ordinarii Missae si concinuntur, a celebrante

    privatim non leguntur; excepto Sanctus , quod a celebrante vel unacum adstaatibus cantatur, vel sine cantu dicitur.b) In precibus ad pedes altaris, initio Missae, psalmus 42 omittitur,'

    ut fit in Missis tempore Passionis.c) Oratio Secreta seu Super oblata cantetur, vel clara voce

    dicatur.d) In Canone Missae clara voce dicantur verba aQui pridie usque

    ad .Calicem salutis perpetuati.Item, in fine Canonis, post verbabenedicis et praestas nobis,rubrica

    ita mute tur : Discooperit calicem, genuflectit, et elevans calicem cumhostia, omissis signis crucis, clara voce dicit:Per ipsum usque ad per omnia saecula saeculorum.Dicto a populo Amen, reponit hostiam, calicem palla cooperit, genuflectit, surgit, et, iungens manus, dicit intelligibilivoce, vel cantat:Oremus. Praeceptis .

    e) In distribuenda sacra Communione, omisso signo crucis cumhostia, adhibetur formula: Corpus Chrsti, cui communicans respon-dit: Amen.

    N.B. - Quae rubro co lore s ignantur, ve l novi te r addi tasunt, vel varia t iones subierun t re la te ad praecedens schema.

    37

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    38/259

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    39/259

    LE PREMESSE DELLA GRANDE RIFORMA LITURGICA 1 0 1

    V i l i . Ad art . 71 a) C o n f ir m a t i o , p r o p p o r t u n i t a t e , i n t r a M i s s a m c o n f e r r i p o te s t,

    s t a t im p o s t l e ct io n e m E v a n g e li i e t h o m i li a m .

    b) I p s u m r it u m C o n f i rm a t io n i s la u d a b i l it e r p r a e c e d a t , p r o p p ort u n i t a t e , r e n o v a t i o p r o m i s s io n u m b a p t i s m a t is , iu x t a r i t u m v i g i l ia e p a sc ha - l is , e x c e p t a i n s t ru c t i o n e p r a e p a r a t o r i a , q u a e a d c o n c l u s i o n e m t er n p or is q u a d r a g e s i m a l i s p e r t in e t , v e l iu x t a r i tu m in s i n g u l i s r e g i o n i b u s l eg it im e v i g e n t e m ,

    c) A d v e r b a I n n o m i n e P a t r is e t F i li i e t S p i r i t u s S a n c t i , q u a e s e q u u n t u r fo r m u l a m S i g n o t e s i g n o c r u c i s , e t c o n f i r m o t e c h r is m a t e s a l u t i s , u n i c u m f ia t s i g n u m c r u c is .

    IX . Ad art . 74Q u a n d o U n c ti o in f i rm o r u m e t Vi a ti cu m s im u l a d m i n is t r a n t u r , pra e-

    m i s s a , si n e c e s s a r iu m s i t , c o n f e s s i o n e , p r iu s s a c r a U n c t i o c o n f er a tu r , d e i n d e Vi a t ic u m , p r a e t e r m i s s is v e r s ic u l is e t p r e c i b u s , q u a e s e c u s e s se n t

    i t e r a n d i , u t i v. g r. b e n e d i c t i o i n i n g r e s s u s a c e r d o t i s ,Confiteor, etc . , quae s e m e l r e c it a r i p o s s u n t .X. Ad art . 76

    I n C o n s e cr a tio n e E p i s c o p i im p o s i ti o m a n u u m f i e r i li c e t a d o m n ib u s E p i s c o p i s p r a e s e n t i b u s .

    X I. Ad a r t. 78M a t ri m o n i u m , e x m o r e , i n tr a M i ss a m , s t a t i m p o s t l e c t io n e m E v a n ge lii

    e t h o m i li a m c e le b r e tu r. S i v e r o s in e M i s sa c e le b r a t u r , E p i s t o l a e t Ev an - g e l iu m p r s p o n s is l eg a n t u r li n g u a v e m a c u l a i n i n i ti o r i tu s .

    O r a t io n e s s u p e r S p o n s o s p o s t P a t e r n o s t e r e t a n t e f i n a l e m b e ne - d i c ti o n e m d i ci p o s s u n t l in g u a v e m a c u l a , v e r s i o n e a b E p i s c o p o a p p ro b at a.X I I . Ad art . 79

    B e n e d i c ti o n e s h u c u s q u e r e s e r v a t a e , q u a e i n R i t u a l i r o m a n o , tit . IX , c a p p . 9 , 1 0 e t 11 c o n t i n e n t u r, a b o r n il i s a c e r d o t e i m p e r t i r i p o s s u n t , e x c e p t is b e n e d i c ti o n ib u s c a m p a n a e a d u s u m e c c le s ia e b e n e d i c t a e v e l o r at or ii ( c a p . 9 , n . 11 ) , p r i m a r i i l a p i d i s p r e c c l e s i a a e d i f i c a n d a ( i b i d . , n . 1 6 ) , n o v a e e c c l e s i a e s e u o r a t o r i i p u b l i c i ( ib ic L, n . 1 7 ), n o v i c o e m e t e r i i (i b id ., n . 2 2 ) , e t e x c e p t i s b e n e d i c t io n i b u s p a p a l ib u s ( c a p . 1 0, n n . 1 -3 ).

    D e O f f i c i o D i v i n o

    X I I I . Ad a rt . 89C o n g r u a O f fi ci i d i v in i p a s t o r a l ib u s c l e r i e x i g e n t i is a c c o m m o d a t i o ,

    i n t eg r a m B r e v i a r ii r o m a n i i n s t a u r a t io n e m r e q u i ri t, i n q u a t e x tu u m n o v a

    d i s p o s i t io l ec t io n m n q u e s i v e s a c ra e S c r i p tu r a e s i v e s a n c t o r u m P a tr u m u b e r i o r a t q u e a p t io r s e le c t i o d i v i n i O f f ic i i c e l e b r a t i o n e m e f f ic a c i o r e m r e d d a t . I n t e r i m :

    a) H o r a P r im a o m i tt i p o t es t ; a t ta m e n d u m O f f ic i i o r d o a l it e r dis p o- n a t u r , la u d a b i li te r d ic it u r, n e e g r e g ia p s a l m o r u m a c s e l e c t a r u m p r ec u m p a r s p e n i t u s n e g l i g a t u r ;

    b) e x t ra c h o r u m , e tr ib u s H o r i s m i n o r i b u s , Te r t i a , S e x t a e t N o n a , u n a m s e li g e r e li ce t , d ie i t e m p o r i m a g i s c o n g r u e n t e m .

    39

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    40/259

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    41/259

    ' -ISSN 0013-9505

    C.L.V. - EDIZIONI LITURGICHE - VIA POMPEO MAGNO, 21 - 00192 ROMA

    41

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    42/259

    EPHEMERIDES LITURGICAECOMMENTARIUM BIMESTRE DE RE LITURGICA

    CURA ET STUDIO PRESBYTERORUM CONGREGATIONIS MISSIONIS

    D i r e c t i o : Alessandro Pistoia, C.M., tel. 3221047 Ad m in i s t r a t i o : Giuseppe Piccoli, C.M., tel. 3216114 I 00192 ROMA v i a p o m p e o m a g n o , 21

    f a x 3221078 c/cp . 36072007e p h e m e r i d e s l i t u r g i c a e

    Consiglio di Redazione: C. B r a g a , C.M. - L. B r a n d o l i n i , C.M. - A. P i s t o i a , CAI. - A..M. T r i a c c a , S.D.B. - A. W a r d , S.M. - C. J o h n s o n , O.S.B. - C. L e c h o c k i , C.M.

    Direttore responsabile: A l e s s a nd r o P i s t o i a , C.M.

    Autorizzazione del Tribunale di Roma, Decr. n. 18217 del 1 agosto 1980 Sped. Abbonamento Posta le Gruppo IV (70%)

    Tipografia Giammarioli - Via E. Fermi, 10 - Frascati

    S U M M A R I U M

    DISSERTATIONES

    P. M a r i n i , La nascita del Consilium ad exsequ end am C onstitution em de Sacra Liturgia (Gennaio-Marzo 1964), 289.

    A. P i s t o i a , C.M., Dal Movimento Liturgico alla riforma conciliare: un cammino da rileggere, 319.

    M . M i l a n i P u e r a r i , La f is ionomia de l le fes te e de i tempi l i turg ic i maggior i ne l la Chiesa Torinese durante lepiscopato di San Massimo (IV-V secolo) (II), 381.

    NOTAE

    T. P i c c a r i , O.P., LIstituto Superiore Be ato A ngelico di Rom a: ima pag ina di storia, 407.

    S. H u m p h r e y , The Ecclesiological Society and Its Predecessors, 422.

    A. W a r d , S.M., Eleventh International Conference on Patristic Studies (Oxford, 19-24 August 1991), 423.

    RECENSIONES (v. in III involucri pagina), 425.

    Quil ibe t auctor, qu i in nostro per iodico d isser ta t ionem, notam, ve l recen- s ionem aut re la t ionem edider i t , ipsemet , non vero Direc t io , de sua d isser ta t ione , re la t ione e t iud ic io sponsor er i t .

    Quae vero non subsignantur, per iodic i Redact ioni adscr ibenda sunt .

    Consociationis annuum pretium (1992)In Italia L. 33.500 - extra Italiam L. 44.500 ($ USA 38,00).

    Pretium voluminum annorum praecedentium: 65.000.Fasciculus singularis: In Italia L. 8.000 - Extra Italiani L. 10.000. Fasciculi annorum praecedentium: pre t ium duplica tur.

    42

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    43/259

    LA NASCITA DEL CONSILIUM AD EXSEQUENDAM CONSTITUTIONEM

    DE SAC RA LITURGIA

    (Gennaio-Marzo 1964)

    Praesens s tud ium ag i t de event ibus qu ibus connota tum fu i t exord ium Con- s i l i i ad exsequendam Const i tu t ionem de S acra L i tu rg ia , in p r io r ibu s duobus mensibus a . 1964 . St r ic te in ter se conexi , h i eventus re ferun tur tum ad matura- t ionem, anno 1963 exeunte , p roposi t i ins t i tuendi a l iquem organismum qui un i - versae ins taura t ion i l itu rg icae a ttendere t , tum ad concre tar ti e iusdem organism i inst i tut ionem a. 1964 ineunte. Hae igi tur paginae ut i continuati lo haberi debent antecedentis inquisi t ionis ab uctore al ibi peractae (cf. infra, nota 1): utroque

    enim s tud io un iversa recense tur ac tuosi tas ips ius Consi l i i ad pr imum annum inde ab e ius exord io quod a t t ine t . In vo t i s e t iam es t publ ic i iu r i s p rox ime faciendi singulas partes inquisi t ionis de eodem argumento anno 1979-1980 expletae. Co m p ara ti o n e i n d u c t a cu m v o l u mi n e H. Bu g n i n i ,La riforma liturgica (1948-1975 ), praesens s tud ium connota tur p raec is io r i necnon in tegrior i documenta t ione , p rae- t e r d i l igen t io rem curam adhib i tam in event ibus f ide l i ta t i chronologicae r i te res t i - tuendis .

    Alla fine del 1963, nel progetta denominatoPrimitae 1 era statoinserito un capoverso che prevedeva l'istituzione di un particolareorganismo per lattuazione della riforma conciliare. Ma solo dopoaver preso visione della complessit della materia attraverso i due

    progett i di ri form a generale ch e Paolo VI aveva fa tto p reparare sicominci a pensare seriamente all'istituzione dellorgainsmo cheavrebbe guidato la riforma.

    All'inizio del 1964 il problema della realizzazione concreta venneaffrontato dai massimi responsabili della Santa Sede senza unidea

    pre cisa di ci che si intendeva, realizzare . Solo poc hi uom in i que lliemersi alla fine del 19632 conoscevano bene la struttura e le caratteristiche che avrebbe dovuto avere il futuro organismo.

    Principali sigle ricorrenti nel presente studio: EDIL = En chi r id ion docu- mentorum ins taura t ion is l i tu rg icae , I (1963-1973).Co mp o su i t e t i n d i ce au x i t Reiner K a c z y n s k i , Ed. Mariet t i , Torino 1976; M P = M o t u Pro pr io ; SR = Sac ra Rituum Congregat io .

    1 S i tr a t ta d el M P c h e, c on a n n e s sa Is t ru z i o n e , a v re b b e do v u to , n e l l e i n te nz ion i d i Pao lo VI, cost i tu i re l in iz io de l l a t tuaz ione effe t t iva de l la Cost i tuz ione l i tu rg ica , a par t i re da l Nata le 1963 . I l t en ta t ivo venne po i abbandonato ne l novembre de l lo s tesso anno: c f . P.M a r i n i , Le premesse della grande riforma liturgica (Ottobre - Dicembre'1963), in : C o n g r e g a z i o n e d e l C u l t o D i v i n o (a cura del la), Costituzione liturgica Sacrosanctum Concilium . Studi, C.L.V. - Edizioni Liturgiche, Roma 1986, pp. 69-101 (i l ri ferimento qui inteso al la p. 77 e ss.), con an n essa Ap p en d i ce co n t en en t e i l t e s t o d e l M PPrimitiae e de l la re la t iva Is t ruzione: pp. 97-101.< Vedi e lenco ibid., p. 79.

    19 - Ep he m. Ut. 1992

    43

  • 7/28/2019 Storia Della Riforma Liturgica

    44/259

    29 0 PIERO MARINI

    Fu questo il motivo fondamentale per cui la nascita del nuovoorganismo dovette maturare attraverso varie fasi, in mezzo a diffi

    colt e polemiche. Nei pochi studi che tr a ttano del Consilium non mai statoaffrontato seriamente fino ad ora il problema della sua istituzione.E sintomatica, al riguardo, la confusione circa la ste ssa da ta di istituzione deH'organismo.

    Le date che ricorrono pi frequentemente sono il 13 gennaio, il25 gennaio e il 29 febbraio 1964. Significativo a tale proposito quanto scrisse lo stesso P. Bugnini:

    Il 29 febbraio 1964, nasceva il "Consilium ad exsequendamConstitutionem de Sacra Liturgia: denominazione, se si vuole, disapore barocco, ma che indica bene la fisionomia della istituzione:la riforma liturgica pi ardimentosa e fondamentale di tutti i tempi,voluta dal Concilio Vaticano II, rester legata a questo organismo,nato dalla volont, dalla intelligenza, dalla circospezione attenta clungimirante del Santo Padre Paolo VI.

    Organismo dagli i