Storia Degli Strumenti Musicali Aerofoni Nel XIX e XX Secolo

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 Giuliana Montanari – Storia e Tecnologia degli Strumenti Musicali 2008 – Istituto Musicale “A. Peri” Reggio Emilia  102 I LEGNI MODERNI IL FLAUTO TRAVERSO Durante il XIX secolo, i fl autisti europei e americani impiegano svariate tipologie strumentali. Gli esecutori viennesi prediligono i flauti a cameratura conica come quello rappresentato a destra (costruito da Euler, Frankfurt a.M., Collezione Dayton Miller ,  Library of Congress), dal suono penetrante ed esteso spesso fino al Sol2. Di questo tipo sono gli strumenti usati nelle prime esecuzioni delle sinfonie di Beethoven. I flauti inglesi imitano quelli usati dal famoso virtuoso Charles Nicholson (sotto, in alto); hanno un’estensione fino al Do e suonano meglio nelle tonalità bemolli, per esempio in Mib maggiore. Gli esecutori francesi, come Jean-Louis Toulou, impiegano strumenti con fori di diteggiatura più piccoli e una sonorità tr adizionalmente più morbida (sotto, in mezzo). I flautisti tedeschi, tra i quali spicca Anton Bernhard Fürstenau , preferiscono le tipologie che consentono una grande flessibilità sonora e la massima brillantezza all’interno della sezione orchestrale dei legni (sotto, in basso, un esemplare di Liebel). Anton Bernhard Fürstenau è il principale esponente della scuola flautistica romantica tedesca della prima metà del XIX secolo. Primo flautista dell’orchestra di Dresda, diretta da Carl Maria von Weber, resta fedele  per tutta la vita al flauto a chiavi tedesco tradizionale, che preferisce per la sua capacità di fondersi con gli altri legni e per la sua ampia ed emozionante potenzialità timbrica (  Modulationsfähigkeit ). Importanti per la conoscenza dello stile e del gusto tedesco e viennese dell’epoca sono i suoi articoli sulla tecnica esecutiva del flauto del 1825 e 1838 e i suoi metodi del 1826 e del 1844. Dopo la metà del XIX secolo il flauto tipo ‘Meyer’ (sotto, uno strumento di Ziegler), una tipologia mista tra il flauto a chiavi tradizionale e quello viennese, diventa que llo più utilizzato nell’Europa orientale e centrale e in America. Ha di solito 12 chiavi, il corpo in legno e, verso la fine del secolo, la testa di avorio con ghiere metalliche. A partire circa dal 1870 si diffondono, in misura maggiore nelle orchestre rispetto alle bande, i flauti Boehm modificati dai costruttori francesi e inglesi. Theobald Boehm (Monaco di Baviera, 1794-1881), personaggio centrale per la storia del f lauto moderno, musicista della corte bavarese, orafo, costruttore di flauti e inventore, nel 1832 e nel 1847 progetta tipologie del tutto nuove di flauti traversi. Il secondo modello del 1847, con i perfezionamenti e le modificazioni introdotti

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I LEGNI MODERNI 

IL FLAUTO TRAVERSO Durante il XIX secolo, i flautisti europei e americani impiegano svariate tipologiestrumentali. Gli esecutori viennesi prediligono i flauti a cameratura conica come quello

rappresentato a destra (costruito da Euler, Frankfurt a.M., Collezione Dayton Miller , Library of Congress), dal suono penetrante ed esteso spesso fino al Sol2. Di questo tiposono gli strumenti usati nelle prime esecuzioni delle sinfonie di Beethoven.I flauti inglesi imitano quelli usati dal famoso virtuoso Charles Nicholson (sotto, in alto);hanno un’estensione fino al Do e suonano meglio nelle tonalità bemolli, per esempio inMib maggiore. Gli esecutori francesi, come Jean-Louis Toulou, impiegano strumenti confori di diteggiatura più piccoli e una sonorità tradizionalmente più morbida (sotto, inmezzo). I flautisti tedeschi, tra i quali spicca Anton Bernhard Fürstenau, preferiscono letipologie che consentono una grande flessibilità sonora e la massima brillantezza all’internodella sezione orchestrale dei legni (sotto, in basso, un esemplare di Liebel).

Anton Bernhard Fürstenau è il principaleesponente della scuola flautistica romanticatedesca della prima metà del XIX secolo.Primo flautista dell’orchestra di Dresda,diretta da Carl Maria von Weber, resta fedele

 per tutta la vita al flauto a chiavi tedescotradizionale, che preferisce per la sua capacitàdi fondersi con gli altri legni e per la suaampia ed emozionante potenzialità timbrica( Modulationsfähigkeit ). Importanti per laconoscenza dello stile e del gusto tedesco eviennese dell’epoca sono i suoi articoli sullatecnica esecutiva del flauto del 1825 e 1838 e i

suoi metodi del 1826 e del 1844.Dopo la metà del XIX secolo il flauto tipo ‘Meyer’ (sotto, uno strumento di Ziegler), unatipologia mista tra il flauto a chiavi tradizionale e quello viennese, diventa quello più utilizzatonell’Europa orientale e centrale e in America. Ha di solito 12 chiavi, il corpo in legno e, verso lafine del secolo, la testa di avorio con ghiere metalliche.

A partire circa dal 1870 si diffondono, in misura maggiore nelle orchestre rispetto alle bande, iflauti Boehm modificati dai costruttori francesi e inglesi. Theobald Boehm (Monaco di Baviera,1794-1881), personaggio centrale per la storia del flauto moderno, musicista della corte bavarese,

orafo, costruttore di flauti e inventore, nel 1832 e nel 1847 progetta tipologie del tutto nuove diflauti traversi. Il secondo modello del 1847, con i perfezionamenti e le modificazioni introdotti

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 dai costruttori francesi – successivamente copiati da americani egiapponesi –, costituiscono la base del flauto moderno.Fino al 1831, Boehm costruisce e suona flauti a otto chiavi. Ma inoccasione di un viaggio a Londra incontra musicisti e costruttori

interessati alla ricerca di nuovi modelli acustici per il flauto eall’impiego di congegni meccanici per modificare la diteggiatura.Subito dopo Boehm progetta e realizza il modello illustrato sotto,servendosi di chiavi ad anello per trasmettere il movimento delle ditaa fori di diteggiatura lontani. Ciò gli consente rivedere radicalmentela struttura imposta dal disegno tradizionale del flauto.

L’anno seguente Boehm costruisce un altro flauto di legno a cameratura conica, illustrato sotto,secondo un disegno tratto dal testo dello stesso Boehm ( Della costruzione dei flauti).

 Nel progetto del nuovo flauto, Boehm applica sistematicamente i seguenti principi:-  una intera serie cromatica di fori grandi il più possibile e collocati il più possibile vicino alle

loro posizioni teoriche corrette;-  tutti i fori aperti per garantire per ciascuna nota la maggiore approssimazione possibile al

tubo aperto;-  conseguente trasformazione di tutte le chiavi chiuse in chiavi aperte;-  un nuovo sistema di diteggiatura atto a controllare la meccanica con nove dita (il pollice

destro serve a sostenere lo strumento);-  il ricorso alla chiave ad anello, che consente di chiudere, con un solo dito, il foro situato

direttamente sotto l’anello, e contemporaneamente azionare una chiave aperta situata aqualsiasi distanza, collegata alla prima tramite un sottile asse di trasmissione (il sistema adanelli è detto anche anneaux mobiles).

Lo schema seguente mostra l’influenza della larghezza dei fori di diteggiatura sull’altezza dellacolonna d’aria vibrante, che è alla base dei principi applicati da Boehm:

Altezza effettiva

L’altezza della colonnad’aria vibrante si accorcia conl’aumentare del diametro delforo; quando esso raggiungecirca i 2/3 del diametro deltubo, la colonna d’ariavibrante ha la stessa altezzadel centro del foro (nelloschema, l’insufflazione

avviene dal basso).

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Questo flauto “Boehm conico” inizia ad attirare l’attenzione generalequando viene adottato da alcuni rinomati esecutori a Parigi (1838) e aLondra (1840); i costruttori di flauti di Parigi, Londra e New Yorkmettono in produzione esemplari simili non brevettati. Essi sonocriticati da alcuni che ritengono che il suono, a causa della diversa

struttura dello strumento, sia più simile a quello della tromba che aquello del flauto.Un esempio di questa produzione è il bellissimo flauto di cristallo diClaude Laurent, costruito a Parigi nel 1844 e raffigurato a destra; asinistra si vede un particolare delle chiavi (Collezione Dayton Miller ,

 Library of Congress, Washington D.C.)Sulla base di un’intensa sperimentazione su tubi di ottone di variedimensioni, Boehm giunge alle seguenti conclusioni:

-  la forza, pienezza e chiarezza del timbro sono proporzionali alvolume dell’aria messa in vibrazione: un tubo cilindricocontiene più aria di un tubo rastremato;

le vibrazioni della fondamentale possono essere ottenute meglio in tubi ampicon una contrazione in corrispondenza al foro d’insufflazione;

-  mentre le fondamentali risultano migliori se la contrazione (che inizialmenteBoehm realizza in forma conica) inizia in corrispondenza al foro I, perottenere buone note acute occorre un tronco di cono più corto;

-  il suono migliora ancora se la contrazione segue un andamento curvilineo enon retto; la curvatura migliore si avvicina a una parabola.

 Nel 1847 Boehm progetta un secondo modello a cameratura cilindrica e corpometallico (a sinistra, un esemplare costruito da Boehm a Monaco intorno al 1850,Collezione Dayton Miller , Library of Congress, Washington D.C.). Il flautometallico cilindrico è immediatamente brevettato e ceduto per la fabbricazione, informe modificate, a Parigi (Godfroy & Lot) e a Londra (Rudall & Rose), benchéalcuni flautisti, particolarmente in Germania, ritengano il suo suono ancora meno‘flautistico’ di quello del flauto conico. In parte per questa ragione, fino all’inizio delXX secolo il flauto cilindrico Boehm è stato costruito più spesso in legno che inmetallo.In Francia, i flauti in argento guadagnano favore rispetto a quelli in legno e icostruttori francesi adottano il flauto Boehm cilindrico apportando alcune modifichedella meccanica e adattando la sonorità al gusto francese. Così il flauto metallicocilindrico Boehm modificato dai costruttori francesi, adottato ufficialmente dalConservatorio di Parigi quando Louis Dorus succede a Jean-Louis Tulou nel 1860, diventa il

flauto standard della scuola francese di flauto, che avrà influenza internazionale al volgeredel secolo. Louis Lot, il fornitore ufficiale di flauti del Conservatorio, diventa il costruttore più famoso, ma anche altri, tra i quali Auguste Bonneville, Claude Rive, Louis Léon JosephLebret e J. Daufresne sono rinomati per la qualità professionale dei loro flauti. Si veda sottoun flauto metallico Godfroy & Lot.

La ditta londinese Rudall & Rose, più tardi chiamata Rudall, Carte & Co., costruisce flauti progettati da diversi inventori inglesi che combinano in nuovi modi alcune caratteristiche delflauto Boehm: la cameratura cilindrica, la diteggiatura, parti della meccanica. Il maggiore

successo è raggiunto dal “Carte & Boehm’s Systems Combined ”, brevetto del 1867 (illustratonella pagina seguente), che può essere suonato sia con una diteggiatura molto simile a quelladell’antico flauto a chiavi, sia con la diteggiatura Boehm. Questi strumenti, costruiti in legno,

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ebanite o argento, vengono impiegati in alcune orchestre inglesi fino a dopo laSeconda Guerra Mondiale.

In America, dove il flauto Boehm non era brevettato, i flautisti e costruttori di NewYork lo promuovono con entusiasmo, suonando per lo più strumenti dello stessoBoehm o copie fedeli di fabbricanti locali. Nella decade 1880-90 William S. Haynesfonda una ditta di costruzione di flauti e inizia a copiare i flauti metallici Boehm instile francese di proprietà di esecutori della Boston Symphony Orchestra. Altre dittedi Boston ed Elkhart, Indiana, promuovono le proprie versioni degli stessi modellidurante la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Si veda a sinistra il flauto in orocostruito da Dayton Miller, Cleveland, Ohio, 1905 (Collezione Dayton Miller ,

 Library of Congress, Washington D.C.).Tuttavia, alcuni flautisti continuano a sollevare obiezioni relative ad alcuni aspetti del

flauto Boehm, in particolare la diteggiatura e il suono. Il flautista MaximilianSchwedler di Lipsia sviluppa un flauto conico a chiavi per estendere l’impiego delflauto tradizionale alla musica orchestrale di Richard Strauss e altri compositoricoevi, cercando al contempo di conservare il suono tradizionale. Questi strumentivengono suonati in alcune orchestre tedesche fino a dopo la Prima Guerra Mondiale.A destra è illustrato un flauto “riformato” di Schwedler & Kruspe, Lipsia, 1899(Collezione Dayton Miller , Library of Congress, Washington D.C.).

Claude-Paul Taffanel (1844-1908) è considerato il fondatore della scuola francese diflauto. Quando, nel 1893, diventa professore di flauto al Conservatorio di Parigi,riforma il repertorio e la didattica, introducendo opere di compositori stranieri eantichi (Bach). Scrive una storia del flauto e un metodo, entrambi completati dopo lasua morte dagli allievi Louis Fleury e Philippe Gaubert. Gli allievi di Taffanel, chegiocano ruoli principali nelle orchestre, nella didattica e nelle prime registrazioni,esercitano una forte influenza in Europa e in America all’inizio del secolo XX. Lascuola francese, come si è detto, impiega flauti metallici (sistema Boehm modificatoda Lot e altri) ed è caratterizzata dallo stile morbido e rilassato, dalla sonorità leggerae accuratamente modulata e dal leggero vibrato, in palese contrasto rispetto ai flautidi legno e al suono intenso, pieno e tenuto delle scuole tedesca e inglese.

La costruzione di flauti in Europa declina durante la prima metà delXX secolo, mentre i costruttori americani, con William S. Haynes &Co. di Boston in testa, produce copie di flauti Boehm modificati daLouis Lot. Quando la ditta inglese Rudall, Carte & Co. chiude dopola Seconda Guerra Mondiale, i flauti metallici tipo Lot saranno gliunici regolarmente costruiti nel mondo. Al contempo il movimentodelle bands stimola molti a imparare a suonare i legni. Queste sonole ragioni per cui lo strumento di tipo francese diventa il fondamentodello stile internazionale, dominato dall’America dal 1970 in poi.

A sinistra, caricatura di Claude-Paul Taffanel.

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 Il sistema Boehm è standard a eccezione di un

 particolare importante, la chiave del Sol#, e di altri particolari di minore importanza. Boehm intendeva lachiave di Sol# come chiave aperta, chiusa dal dito

mignolo dal Sol naturale in poi. Questo sistema èstato accettato in Inghilterra, ma rifiutato daifrancesi. Questi ultimi utilizzano una chiave chiusa,come nel flauto più antico, in modo che il ditomignolo la preme solo per ottenere il Sol# e perquelle note del registro superiore che richiedonoquesto foro aperto. Attualmente la chiave di Sol#chiusa è la più diffusa, anche in Inghilterra.Il disegno originale di Boehm prevede solo una levadel pollice, che si chiude per ottenere il Si; per il Sibsi abbassa anche il dito IV (.oo/.oo). Oggi questa

diteggiatura è ancora possibile, ma è stata aggiunta lachiave Briccialdi, che prevede una leva per il pollice

 per ottenere il Sib senza l’intervento della manodestra, e questa è oggi la diteggiatura più usata. In un

 passaggio che contiene sia il Si naturale sia il Sib il pollice può scivolare da una chiave all’altra, oppureresta sulla chiave più bassa e il Sib si ottiene con ildito IV come intendeva Boehm.

Altre modifiche al sistema Boehm riguardano i meccanismi speciali per il Fa#. Utilizzando laditeggiatura di Boehm .../o.o, con la chiave del Mib aperta, il Fa# suona troppo opaco. Per rimediareall’inconveniente si usano diverse soluzioni, la più comune delle quali è detta chiave di Brossa, cheduplica l’azione della chiave IV rispetto al Fa# (.../oom). Continuando verso il Mi, il dito IV puòrestare su m, e così si ottiene un ottimo trillo Mi-Fa#.

Il flauto moderno è di solito in tre sezioni: l’elemento di testa con il foro di insufflazione, il corpo oelemento intermedio con i fori e le chiavi principali, e il trombino o piede, con le chiavi per il ditomignolo. Gli ultimi due pezzi talvolta possono essere uniti, ma la testa è sempre separata perché allagiunzione si trova una pompa semplice, cioè un prolungamento interno scorrevole.

Quando il pezzo di testa è in metallo o legnosottile, intorno al foro d’insufflazione si hauna sopraelevazione o “camino” affinché il

foro abbia la giusta profondità; all’estremitàopposta alla pompa si trova un tappo disughero (raffigurato sopra a destra) o altro materialeduro avvolto in sughero, coperto da un discometallico (sotto a destra). Il tappo è collocato nella

giusta posizione dal costruttore, ma può essere spostato ruotando il coperchio o capsulaterminale che ha una filettatura. Questo zaffo mobile è stato introdotto da J.J. Quantznel 1726. Quando lo zaffo si trova fuori luogo, le ottave non sono intonate.Il corpo del flauto può essere a cameratura cilindrica o conica rastremata; oggi la cameratura conicaè utilizzata quasi esclusivamente negli ottavini e nei flauti da banda. Nel flauto a cameraturacilindrica – introdotto da Boehm nel 1847 – la testa si restringe verso il tappo in una curva

 parabolica; il corpo e il piede sono cilindrici e la loro cameratura ha lo stesso diametro della testa diun flauto conico (circa 19 mm). Questa cameratura oggi è standard e usata in tutto il mondo assieme

Diagramma della meccanica di un flauto Boehm. Asinistra: con la chiave del Sol# aperta; al centro: con lachiave del Sol # chiusa; a destra: idem., con il “Midiviso”; n e m sono le chiavi Rockstro e Brossa.

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al sistema di chiavi e diteggiatura Boehm, eccettuati alcuni sistemi ancora in uso in Inghilterra(sistema Rudall Carte del 1867, sistema Radcliff, ecc.).Attualmente esistono trombini in Si e in Do (a sinistra). Quelloin Si ha una chiave in più ed è standard perché il Si è richiestoda molte partiture dalla seconda metà dell’800 in poi; i flauti con

questo trombino sono più lunghi di circa 5 cm eraggiungono il Si2; con il trombino in Doviceversa la nota più grave è il Do3. Il trombino inSi rende più pesante lo strumento aumentando laresistenza, ciò che rende il suono più scuro,

rispetto al quello più chiaro e brillante del flauto con trombino in Do. Il trombino in Si, inoltre,migliora l’intonazione della terza ottava; mentre il trombino in Do facilita l’esecuzione del registrograve.Il flauto, tenuto lateralmente verso la destra del suonatore, è sorretto in tre punti: dalla falangeinferiore del dito I, dalla mandibola e dalla mano destra. Il bordo del foro d’insufflazione ècollocato centralmente contro il bordo carnoso del labbro inferiore. Le labbra sono parzialmente

chiuse, la lingua viene mossa per l’articolazione e il fiato è sempre diretto verso il bordo esterno delforo d’insufflazione. Per ottenere le note acute, il principio è quello di restringere l’apertura dellelabbra, tendendo le labbra o comprimendole ai lati e dirigendo la corrente del fiato più verso l’alto –cioè più direttamente verso il bordo opposto – mediante un movimento delle labbra stesse e nonruotando il flauto verso l’esecutore. Ogni esecutore ha una sua particolare tecnica, perciò esistonodiverse scuole. Tuttavia, i flautisti generalmente accettano la distinzione grossolana tral’“impostazione tesa” e l’“impostazione rilassata”: queste tecniche sono storicamente associaterispettivamente ai flauti in legno e in metallo.Il flauto in legno, un tempo diffuso in Inghilterra, Germania ed Europa Orientale, è costruitogeneralmente con legno di ebano di Giamaica, chiamato kokra, dal colore che varia tra il marronechiaro e il nero e spesso rinforzato alle giunzioni con argento. Rinomati produttori sono la RudallCarte, unitasi a Boosey e & Hawkes in Inghilterra; laMönnig e Hammig in Germania, ecc.). Il flauto in legno haun suono più denso e potente di quello in metallo e richiedeun attacco e un’insufflazione più energici; la brillantezza ela delicatezza del controllo si ottengono con lo studio e la

 pratica. Da ciò deriva la necessità di una impostazione tesa,che tiene le labbra in certo senso allargate lateralmente, manon rivolte in dentro. Il flauto è ben premuto contro illabbro inferiore e spesso gli angoli della bocca sono rivoltiall’insù, formando il noto “sorriso del flautista” (in

 proposito, si osservi il dipinto a destra). Con questa tecnica,il suono diventa molto pieno e le note basse possono esseremolto potenti. Per gli esecutori che prediligonoun’insufflazione più leggera, i costruttori produconostrumenti di compromesso, come il flauto in legno con testametallica, o con una testa di legno sottile, o assottigliati intutta la lunghezza. Oggi gli esecutori inglesi e tedeschi

 preferiscono il flauto in metallo, utilizzato anche dai principianti per via del costo assai economico dei flautimetallici di fabbrica.Il flauto in metallo è generalmente costruito in una lega di rame, nichelio e zinco, detta argentone o

argentana; nei modelli più economici si usa anche l’acciaio inossidabile, in modelli molto costosisono impiegati metalli più densi e più preziosi come l’argento, l’oro a 18 carati e il platino. I principali costruttori oggi sono americani e giapponesi.

Johann Kupetzky, Il flautista Ferdinand

 Joseph Lemberger , Vienna, circa 1710.

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Un flauto metallico può essere suonato con impostazione tesa,ottenendo un suono molto simile a quello del flauto di legno,

 benché tendenzialmente più leggero e limpido, ma risponde bene a un attacco più leggero e all’impostazione rilassata. Lascuola francese coltiva in particolare quest’impostazione,

curando meno la potenza del suono e di più il controllo finedelle sfumature timbriche. Le labbra sono rivolte in fuori e piùo meno rilassate, specialmente il labbro superiore, ottenendoun’apertura arrotondata, controllata dalla compressione lateraledelle labbra e movimenti in fuori e in dentro della mandibola.

 Nelle note basse il suono è piuttosto cavo e povero dicomponenti armoniche e perciò tende a scomparirenell’insieme orchestrale, anche se per esempio i francesi siaiutano col vibrato. Ma gli acuti possono essere molto

 penetranti; inoltre vi sono vantaggi tecnici come un più facilediminuendo fino al pp negli acuti e un legato molto morbido in

intervalli ampi.Il flauto soprano (a sinistra, in mezzo) ha un’estensione di tre ottave(Si2)Do3-Do6 con due semitoni superiori che difficilmente sonorichiesti. I fori di diteggiatura vengono chiusi da piattine foderate da untampone, sono larghi quanto consente il diametro della cameratura (circa13 mm) e sono posizionati sulla base del temperamento equabile. Le

 piattine sono allineate su un unico asse longitudinale; le due medianetuttavia possono essere collocate su un proprio asse mediano corto. Moltimodelli possiedono chiavi ad anello (preferite dai francesi), che possonoavere i vantaggi di consentire piccole correzioni all’intonazione

mediante pressione laterale sull’anello, di produrre il glissando tra nota e nota, di permettere la produzione di quarti di tono (altrimenti ottenibili solo mediantel’impostazione).L’ottavino (a sinistra) ha metà della lunghezza del soprano, un’estensione di treottave a partire dal Re4 (anche se, per esempio, Verdi ha scritto parti per ottavinocon un Do4) e la stessa diteggiatura; di solito è senza piede. In orchestra ènormalmente suonato dal terzo flauto che è in genere uno specialista dell’ottavino,ma molti flautisti lo possiedono e lo suonano perché alcune partiture richiedonodue o, più raramente, tre ottavini. Nelle orchestre piccole con un solo flauto ilflautista talvolta deve continuamente cambiare strumento.

Gli ottavini attuali adottano il sistema di chiavi Boehm ma hanno una cameratura

conica rastremata, che ne ammorbidisce il timbro.Il flauto contralto (a sinistra) è lungo circa 86 cm, ha una cameratura di 26 mm didiametro, la sua estensione inizia una quarta sotto al soprano, quindi a partire dal Sol2. Il flauto basso (a destra) è all’ottava bassa rispetto al soprano (Do2), è lungo circa 130cm, ha una cameratura di 32 mm di diametro e grande potenza sonora, ma è difficile dareggere. Modelli recenti hanno una testa con due gomiti affinché lo strumento possa essere sorrettocome un fagotto.

FLAUTI DIRITTI Tra i molti flauti diritti impiegati nella musica popolare occidentale, ricordiamo il flagioletto

doppio, che ha un beccuccio sottile, seguito da una camera che comunica con entrambe le canne,

dove trova posto una spugna che ha la funzione di assorbire la condensa che si forma in abbondanza perché le canne sono piuttosto sottili. I flagioletti doppi sono strumenti ottocenteschi di origineinglese. Possono produrre bicordi (terze), ma esiste una chiave o otturatore che può chiudere il

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 passaggio a una delle due canne. È uno strumento molto sonoro e molto efficacenell’accompagnamento alla danza.Come si può osservare nelle illustrazioni afianco, nello stesso XIX secolo sono anchestati costruiti flagioletti monocalami di

fattura simile a quelli doppi.

Un flauto diritto sperimentale, chiaramente ispirato al flauto traverso coevo, è quello inventato daC. T. Giorgi nel 1888, e che consiste in un tubo del tutto cilindrico di ebanite nel quale sono

 praticati undici fori, e di una testata costituita dal solo portalabbro o boccola, a cui è fissato un cortotubo metallico e cilindrico che consente l’innesto delle due parti. Sopra è rappresentato unesemplare di Maino e Orsi, Milano, nel cui corpo è impresso il nome dell’inventore, attualmente

 presso il Museo degli strumenti musicali del Conservatorio “L. Cherubini”, a Firenze. Sono staticostruiti anche esemplari sperimentali con meccanica a chiavi del genere di quelle applicateall’oboe Schaffner (si veda il paragrafo sull’oboe).

IL CLARINETTO  Nelle prime decadi del XIX secolo i clarinettistiutilizzano prevalentemente i modelli settecenteschi acinque chiavi. Le sinfonie di Beethoven sono

 probabilmente state suonate con gli strumenti a cinquechiavi, almeno fino a circa il 1835. Beethoven compone

 per il clarinetto in Do, sviluppando, a partire dalla IV

sinfonia, una scrittura idiomatica propria dellostrumento e parti solistiche rilevanti. Un altrocompositore importante per lo sviluppo del clarinetto èCarl Maria von Weber, che scrive il Concerto n° 1 in

 Fa minore, il Concerto n° 2 in Mib e il Concertino in

 Mib, tutti del 1811, e l’ouverture del Freischütz  per ilvirtuoso tedesco Heinrich Baermann (1784-1847).

 Nel 1806 Ivan Müller inizia le sue sperimentazioni, che porteranno all’invenzione del clarinetto a 13 chiavi nel1812. Le innovazioni più importanti introdotte daMüller, oltre al sistema di chiavi, riguardano l’intaglio

dei fori di diteggiatura, che vengono sopraelevati e poiforati, in modo da facilitare la diteggiatura, e l’uso, per itamponi delle chiavi, di lana ricoperta di budello o pelle

A sinistra: flagioletto doppio e flagioletto,William Bainbridge, Londra, inizio del XIXsecolo ( Musée de la Musique, Parigi).A destra: flagioletti doppi di Hérouard père etfils, Parigi, fine del XIX secolo e di F.Besson, Parigi, fine del XIC secolo ( Musée

de la Musique, Parigi).

B. Vincent, Suonatore di clarinetto, 1801.

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in luogo dell’antico feltro: ciò le rende più stabili e più impermeabili.Il clarinetto Müller, malgrado i suoi notevoli vantaggi, viene rifiutato dal Conservatoriodi Parigi nel 1815, con la motivazione che la varietà timbrica dei clarinetti tradizionali,

 per ragioni musicali, doveva essere preservata ad ogni costo.Tuttavia, Hector Berlioz ha impiegato quasi certamente un clarinetto Müller tagliato in

Re nel 1830 quando ha diretto la sua Symphonie fantastique.

Hyacinthe Klose e Auguste Buffet collaborano per adattare i principi del sistema Boehmal clarinetto, creando una meccanica a chiavi brevettata da Buffet nel 1844. Da allora ilclarinetto francese non è molto cambiato: il cosiddetto clarinetto “Boehm” ha, ancoroggi, 17 chiavi e 6 anelli.Il costruttore di clarinetti tedesco Oskar Oehler di Berlino adotta una meccanica costituitada 22 chiavi e 5 anelli, basata sul sistema Müller. Il maggior numero di chiavi migliora laqualità del suono e l’intonazione; di conseguenza le richieste tecniche dei compositori

aumentano: per questo strumento sono state scritte le sonate per clarinetto di J. Brahms(1894).Oggi i clarinetti sono costruiti in bosso di Turchia o in ebano africano; molto usata èanche l’ebanite,1 che produce un suono più dolce ma più debole rispetto al legno. Ilmetallo non sembra offrire la necessaria resistenza: il suono ottenuto è per lo piùconsiderato scipito e poco interessante, per cui non viene utilizzato negli strumenti diqualità.

Gli ampi intervalli della sovrinsufflazione nel clarinetto – una dodicesima, poi una sesta, dovutial comportamento da canna tappata – fanno sì che questo strumento abbia un’estensione moltoampia e una differenziazione timbrica molto marcata tra i registri, in confronto agli altri legni. Nellezone di unione, i registri si miscelano senza asprezza, ma in modo evidente.Il registro principale è quello superiore, espresso dalla sovrinsufflazione alla dodicesima. Questoregistro è, rispetto al registro di clarino della tromba, più morbido e dolce; per esso sono stati scrittii principali assolo orchestrali, soprattutto in epoca classica e romantica. Il registro basso, il primo adessere imparato dai principianti, è tradizionalmente noto come chalumeau, secondo il nome delcitato “antenato” dello strumento attuale. Per oltrepassare agevolmente il punto di congiunzione trai registri chalumeau e clarino, quest’ultimo viene suonato fino alla nota inferiore (Si3), mentre sitrapassa dal registro basso a quello superiore mediante piccole chiavi chiuse. Questo accorgimento èspecifico e unico tra i legni e fa apparire la diteggiatura piuttosto difficile al primo approccio,tuttavia funziona tanto bene da rendere il clarinetto capace di notevole agilità: tutte le proposte voltea semplificare il passaggio dei registri sono state rifiutate dagli esecutori, in passato come di

recente.Sopra il registro superiore si trova il registro acuto, nel quale si ha un progressivo deterioramentoqualitativo della sonorità. Le note sopra il Sol5 e fino al Do6 sono dure e stridule e poco utilizzate,se non negli assolo di bravura o a piena orchestra.Il clarinetto più comune è quello in Sib, presente nelle bande militari e nei complessi di fiati. Perl’uso orchestrale, l’esecutore deve possedere anche un clarinetto in La (sopra, un esemplare Buffet).In partitura è specificato lo strumento richiesto. Poiché i due strumenti hanno la stessa cameratura,anche il bocchino e il barilotto sono uguali e vengono utilizzati per entrambe le taglie. La musica in

1 L’ebanite o vulcanite è un materiale solido di colore scuro, ottenuto vulcanizzando caucciù con zolfo e altri minerali.La vulcanizzazione è un trattamento chimico-fisico della gomma naturale mediante riscaldamento in presenza di zolfo,

che determina la formazione di legami trasversali tra le molecole di per sé lineari, trasformando la gomma da materiale plastico a materiale elastico e resistente all’azione dei solventi organici. È stata inventata da C. Goodyear nel 1839, edha costituito il presupposto all’impiego su larga scala della gomma. L’ebanite si ottiene impiegando un eccesso di zolfo(25-30%) nel trattamento.

A sinistra, clarinetto Buffet-Crampon & Cie, Parigi, metà del XIX secolo ( Museo del Conservatorio

“L. Cherubini”, Firenze); a destra, clarinetto in La Buffet-Crampon, dal catalogo on-line della ditta.

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tonalità con bemolli ricorre al clarinetto in Sib, quella in tonalità con diesis utilizza lataglia in La. La differenza timbrica non è molto evidente, quindi accade che in alcuni

 paesi, come per esempio in Italia e in Spagna, molti esecutori usino solo lo strumento inSib trasponendo a vista (di un semitono) le parti scritte per il clarinetto in La. In questicasi lo strumento ha una chiave addizionale (chiave del Mib2) che consente di

raggiungere la nota più bassa del clarinetto in La. L’uso di un solo strumento vienemotivato anche dalla maggiore facilità nel mantenere l’accordatura durante un concerto.Gli esecutori di Oltralpe preferiscono avere lo strumento in La e utilizzarlo talvolta anche

 per le parti scritte in Sib, quando richiedono, come Bizet nell’ultimo atto della Carmen,un trillo sul Fa#4, virtualmente impossibile nel clarinetto in Sib, ma estremamente facilenel clarinetto in La, dove diventa un trillo sul Sol4. Per i due quintetti e il concerto diMozart, inoltre, lo strumento in La è praticamente indispensabile.In Inghilterra fino a circa il 1900 i clarinettisti hanno impiegato lo strumento in Do, maoggi queste parti vengono lette, mediante trasposizione, sulle altre taglie. Lo strumento inDo è stato abbandonato per la qualità più dura del suono e per il fatto che richiede unapposito bocchino, a causa della diversa cameratura. Tuttavia, in Germania e Austria,

Mahler e Strauss hanno recuperato il clarinetto in Do come strumento dal timbrocaratteristico, e oggi questa taglia, assieme ai clarinetti in Re e Mib, forma parte deiclarinetti di taglia inferiore, suonati in genere da strumentisti specializzati.Particolarmente importante è il loro ruolo nei complessi di fiati della Germaniameridionale e della Svizzera, per l’esecuzione di musiche di derivazione popolare come i

 Ländler .

La lunghezza totale del clarinetto in Sib discendente al Re2 è di 0,655 m; discendente al Do# è di 0,695 m. Togliendo gli ultimi 5 cm della campana, che non hanno influenza sul suono, e i 37 mm del

 bocchino, si ha una colonna vibrante lunga 0,605 e 0,645 rispettivamente.L’interno del clarinetto, dal barilotto alla campana, è cilindrico per la maggior parte dellacameratura e conico alle estremità. La conicità dell’estremità superiore è stata introdotta perequilibrare l’intonazione del registro medio, in genere molto crescente. Nel punto ove vieneinnestato il bocchino, il diametro interno è di 1,152 cm; alla fine del barilotto è di 1,5 cm, e restacostante per circa 32 cm (foro della chiave IV). Da questo punto fino alla campana la cameratura

 prende andamento conico (17 cm di lunghezza), e all’innesto della campana il diametro è di 2,3 cm;alla fine della campana di circa 5,57 cm. Queste misure rispecchiano una media dei tipi incommercio.

Il clarinetto è costituito da cinque pezzi: bocchino, barilotto, pezzo

superiore, pezzo inferiore e campana, ma si usa costruirloanche in quattro parti riunendo i due pezzi del corpo.Il barilotto è un pezzo aggiuntivo di tubo. Si costruisceanche con una pompa interna, in modo che, estraendolo

 per abbassare l’intonazione, l’incastro sia sempre a perfetta tenuta d’aria.Il bocchino è il supporto dell’ancia e può essere fatto di

caucciù, ebanite, ebano, granatiglio, bosso, cristallo, galatite2, avorio,metallo. Oggi si adopera l’ebano per gli strumenti a minore prezzo e

il caucciù, l’ebanite e il cristallo per gli strumenti più fini. Il cristallo, molto impiegato in Italia (ma poco nel resto del mondo), rispetto agli altri materiali ha i vantaggi di conferire un suono più

 brillante in tutta la gamma e di essere meno sensibile al calore.2 Galatite o galalite è il nome commerciale di un materiale sintetico ottenuto dalla caseina per riscaldamento, usatocome isolante e per la fabbricazione di svariati oggetti.

Camera

Collo

Tavola

Ancia

Fascetta

 bietta

Clarinetto Barlassina, Milano, inizio del XX secolo, con i fori a sinistra e un particolare sistema di chiavi ( Museo Teatrale alla Scala, Milano).

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 Nel bocchino si distinguono il piano, la tavola e la bietta, che è la parte frontale del bocchino.L’ancia poggia sul piano, che in Italia è lungo circa 15 mm e alla punta si distacca dall’ancia di 1,1mm circa. Il piano oggi ha una forma ricurva diversa da quella piatta del passato: così l’anciaaderisce solo in determinati punti al bocchino, ed è possibile utilizzare un ancia più morbida esottile, avere una sonorità più dolce e ridurre lo sforzo delle labbra dell’esecutore.3 

L’ancia è fissata sul piano del bocchino da un congegno a vite detto fascetta o legatura, cheabbraccia l’ancia e la parte cilindrica del bocchino. I clarinettisti tedeschi, russi, svizzeri, dei PaesiBassi e della Scandinavia adoperano invece un robusto filo che avvolgono molte volte attorno al

 bocchino e all’ancia; per evitare che il filo scivoli sul bocchino quest’ultimo è dotato di tante sottiliscanalature trasversali.L’esecutore colloca poco più di 1 cm di bocchino tra le labbra, con l’ancia rivolta in basso; il labbroinferiore è rivolto in dentro ricoprendo i denti inferiori onde formare un appoggio morbido perl’ancia. Il labbro superiore può essere avvolto nello stesso modo attorno ai denti superiori, ma moltiesecutori appoggiano i denti direttamente sul bocchino. Le labbra circondano lateralmente il

 bocchino. Per l’attacco si usa un’articolazione leggera.La scuola francese utilizza un clarinetto sistema Boehm con una cameratura relativamente stretta

(14,9 mm). L’espansione della campana inizia poco al di sotto del foro più basso. Latradizione francese propende verso piani corti e ance morbide, di conseguenza il suono tendea essere più sottile e spesso nasale nel registro superiore, dove si hanno anche difficoltà adeseguire le messe di voce. Da altri punti di vista, lo stile francese è assai musicale edespressivo, e attualmente prevale in Italia e America. In Inghilterra spesso viene usato un tipodi clarinetto molto simile ma con un piano più lungo e un ancia più dura: il suono è più nitidoe tenuto.Il clarinetto tedesco, utilizzato anche in Austria, Russia e Olanda, ha un sistema di chiavi

complesso e vario (non-Boehm), una lunghezza maggiore della sezionecilindrica della cameratura e una campana meno svasata. Il bocchino è piùstretto e appuntito, l’ancia piccola e dura; la sonorità è più vicina a quelladel clarinetto di epoca classica. I migliori esecutori riescono ad ottenereun suono molto pastoso e voluminoso, con un cambiamento di colore tra iregistri forse più marcato rispetto al clarinetto francese; ma capace ditenere testa al suono intenso dei fagotti tedeschi, dei corni e di un’ampiasezione di archi.Molto spesso composizioni francesi, inglesi e americane sono più difficilio addirittura impossibili da eseguire su un clarinetto tedesco (Oehler), lastessa considerazione è vera nell’altro senso. La differenza tra la sonoritàclarinettistica francese e tedesca è anche in larga misura imputabile almetodo e alla tecnica esecutiva impiegati dalle due diverse scuole.

Tra i clarinetti piccoli, il principale è quello in Mib, l’unico utilizzato inInghilterra nelle bande militari. Berlioz lo impiega in orchestra nellaSymphonie fantastique, poi è poco usato fino a Mahler – Prima Sinfonia –dove due clarinetti in Mib procedono per terze come i legni classici. Daallora molti altri compositori lo hanno incluso nell’organico orchestrale.Più antico è lo strumento in Re, utilizzato in Germania per esempio daWagner nella Walküre; successivamente è stato impiegato da Strauss:molti compositori tedeschi lo preferiscono a quello in Mib.I clarinetti acuti in Lab sono utilizzati in molte bande e complessi di fiati

 per l’esecuzione dei passaggi acuti nelle trascrizioni di composizioniorchestrali. La nota più bassa coincide con quella del flauto, mentre la

nota più acuta è il Mib6.

3 Si confronti l’approfondimento sul bocchino nel paragrafo relativo al sassofono.

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Molti clarinetti bassi sono invenzioni francesi del XIX secolo, dalla cameratura più larga in proporzione alla lunghezza dello strumento. I clarinetti contralti e bassi sono nati dalla necessità diraggiungere suoni bassi con un timbro pieno nelle bande militari, dove questi strumentisostituiscono i rispettivi strumenti ad arco.I clarinetti alti o contralti sono sempre stati esclusivamente strumenti da banda, solitamente in Mib,

anche se alcuni esemplari tedeschi e francesi più antichi sono in Fa. Nei complessi di fiatifunzionano come le viole nell’orchestra. Ultimamente sono stati sostituiti dal più potente sassofonotenore, anche se sono ancora presenti nelle maggiori bande in America, Spagna e Italia.Il corno di bassetto è un’invenzione settecentesca ed è diverso dai precedenti. È intonato in Fa (unaterza maggiore sotto il clarinetto in La), tradizionalmente ha la stessa cameratura del clarinetto in Lao Sib e viene suonato con lo stesso bocchino (in seguito in diversi paesi la cameratura è stataallargata). Lo strumento tradizionale è un clarinetto lungo (nella pagina precedente, a destra), daltimbro assai simile a quello del clarinetto in La nel registro superiore. Dal Mi2 (che suona La1) siraggiunge il Do2 (che suona Fa1) mediante quattro chiavi aggiuntive, che in Germania sono per il

 pollice destro, mentre in Francia sono due per il pollice destro e due per i mignoli. Il barilotto curvoserve a posizionare lo strumento in modo più comodo per il suonatore, come in tutti i moderni

clarinetti bassi. Qualche volta il barilotto è di legno e altre volte di metallo. Gli strumenti francesihanno una campana metallica rivolta in su (nella pagina precedente, a sinistra); quelli tedeschi, chein passato avevano una campana di legno rivolta in giù come nel clarinetto, oggi hanno una

campana metallica rivolta in su, ma alla base del tubo diritto vi è un largoforo: la lunghezza aggiuntiva della campana non modifica la lunghezzadella colonna d’aria ma serve soltanto a proiettare e riflettere il suono in sue in avanti invece che verso il pavimento. I compositori più importanti percorno di bassetto sono Mozart ( Requiem e diverse opere quali la Serenata

in Sib per tredici strumenti a fiato) e R. Strauss (che lo utilizza in quasitutte le sue opere da Elektra in poi).I moderni clarinetti bassi (a sinistra, clarinetto basso Buffet) derivano daldisegno di Sax del 1838, che prevede un pezzo di giunzione a U simile allaculatta del fagotto. Il clarinetto basso è in Sib, un’ottava sotto il clarinettocomune in Sib. In Francia e Inghilterra, in particolare i pregiati strumenti diBoosey & Hawkes hanno una cameratura larga, circa di 23 mm. Glistrumenti tedeschi hanno una cameratura più stretta (circa 20 mm) e

 bocchini più piccoli, un suono meno potente ma non meno penetrante, digrande brillantezza nel registro superiore. La principale differenza rispettoalla diteggiatura del clarinetto comune risiede nell’uso molto diffuso di duechiavi di risonanza per il pollice sinistro, che hanno lo scopo di migliorarel’intonazione di certe note del registro superiore, soprattutto nell’ambito

Mi3-Sol#3.La nota più bassa:1) in molti antichi strumenti per bande militari è Mi1 (che suona Re1).2) per orchestra tuttavia è necessaria una chiave per il Mib basso perraggiungere il Mi delle parti scritte per il clarinetto basso in La, oggiestinto: nelle opere di Wagner, per esempio, questa nota è troppoimportante per potere essere omessa nelle esecuzioni.3) in Germania i clarinetti bassi sono stati costruiti normalmente fino alRe1 (che suona Do1)4) un’abitudine da lungo tempo instauratasi in Europa Orientale è quella diestendere il clarinetto basso, alla maniera del corno di bassetto, fino al Do

 basso. Questo giustifica la frequente presenza di Re1 e Do1 nelle partiorchestrali russe. I Berliner Philarmoniker  per esempio usano questo tipodi clarinetto basso. Il clarinetto basso è uno strumento da specialisti,

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difficile da suonare bene, ma la sonorità che può raggiungere un buon esecutore è di grande effetto.Mentre il registro acuto dei legni è retto a sufficienza dall’ottavino, altrettanto non si può dire delregistro grave, dove la sonorità del controfagotto non va oltre il mezzo-forte. Una soluzione, talvoltaadottata nelle grandi bande, può essere quella di accoppiare al controfagotto il clarinettocontrabbasso. Alcuni fabbricanti moderni hanno potuto dimostrare che il clarinetto contrabbasso è

uno strumento che possiede buone qualità sonore ed è flessibile in tutta l’estensione. Lo strumentoin Mib ha come nota più grave il Sol0, col vantaggio che può essere letto con facilità immaginandola chiave di violino in luogo della chiave di basso. Esiste anche il contrabbasso in Sib0, due ottave

 più grave del clarinetto comune, che, come i precedenti, è costruito nelle versioni diritta e ricurva.Si stanno attualmente sperimentando anche clarinetti sub-contrabbassi in Sib-1.

IL SASSOFONO Adolphe Sax (dal vero nome di battesimo Antoine-Joseph), natonel 1814 a Dinant (Belgio) e morto nel 1894 a Parigi (ritratto adestra), figlio del costruttore di strumenti a fiato (clarinetti e ottoniin generale) e clarinettista Charles-Joseph Sax, inventa il sassofono

durante il secondo quarto del XIX secolo. Lo strumento è ilrisultato dell’applicazione dei principi fisici dell’acustica notiall’epoca, delle tecniche costruttive coeve dei legni e degli ottoni,assieme a quelle derivate dal mestiere del calderaio, e delle estesecompetenze di Adolphe Sax, che conosce profondamente lalavorazione sia del legno sia dei metalli ed è inoltre un eccellenteflautista e clarinettista.

Dal 1838 al 1840 Sax perfeziona il clarinetto basso(disegno a sinistra), strumento che, dal lato visivo, hanotevoli affinità con il sassofono: le ricerche volte a potenziare il suono del clarinetto

 basso lo portano a concepire un nuovo strumento in metallo dalla risonanza intensa,ch’egli chiamerà saxophone.Durante l’esposizione di Bruxelles del 1841 Sax presenta il sassofono in modo semi-ufficiale: per proteggere la sua invenzione da plagi, effettua audizioni nascosto al

 pubblico da una tenda. Nel brevetto,registrato a Parigi il 21 marzo 1846,l’inventore spiega i concetti di fondo: «Èrisaputo che gli strumenti hanno unasonorità troppo dura o troppo morbida. Ioho voluto creare uno strumento che, per ilcarattere della sua voce, potesse

avvicinarsi agli strumenti a corde, ma che possedesse più forza e intensità di questiultimi».Il principio acustico fondamentale su cui si

 basa la nuova invenzione è enunciato dallostesso Sax per primo nel modo seguente:

«Il timbro d’uno strumento è determinato non dallanatura del materiale impiegato, ma dalle proporzioniconferite alla colonna d’aria». Egli constata infatti cheingrandire il diametro della cameratura incorrispondenza a un ventre di pressione abbassa la

nota corrispondente e che, viceversa, diminuire talediametro in corrispondenza allo stesso ventre aumental’altezza della stessa nota. Giocando su i diametri,

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Sax mette a punto una cameratura parabolica come perfezionamento di quella conica, che correggela tendenza a calare dei registri acuti. Del resto, la forma parabolica compare comunque a livello deigomiti conici. Sax aveva infatti compreso che un tubo piegato non suona come un tubo diritto –soprattutto se il raggio del gomito è piccolo – perché il gomito produce sulla pressione e la velocitàdella colonna d’aria l’effetto di un tubo più ampio, dunque a cameratura parabolica (anche altri

strumenti che impiegano gomiti conici rispondono alla denominazione “parabolici”). La piegaturadel sassofono a livello della culatta è molto stretta, e ciò consente anche di guadagnare inlunghezza: quando il sassofono è diritto, deve essere più lungo per avere la stessa fondamentalegrave.

Adolphe Sax applica estesamente il trasferimento disvariati aspetti tecnologici da una famiglia strumentale aun’altra. Per esempio, nel sassofono egli adotta il sistemadi chiavi Boehm, messo a punto per il flauto, e il

 bocchino del clarinetto. Per fare ciò deve superare certiostacoli, come quello, dipendente dalla conicità dellacameratura, di dovere coprire fori molto larghi – fino a 4

o 5 cm di diametro – con chiavi altrettanto grandi.D’altronde il sistema di chiavi Boehm non è applicatofedelmente, perché alcuni fori sono azionati da chiavichiuse. Rispetto al bocchino, la cameratura conica èresponsabile del fatto che occorra inserire il tubo nel

 bocchino e non viceversa, cosicché il bocchino deveessere completamente riprogettato.Sullo schema di un sassofono contralto sono riportati, alla

 pagina precedente, i nomi delle parti.Il tubo è fatto il leghe metalliche quali l’ottone,

eventualmente placcato in nichelio, odi leghe più prezionecontenenti argento eoro; eccezionalmente

di plastica (si veda oltre lo strumento Grafton). I fori diditeggiatura, di dimensioni variabili, sono in rilievo. Si ha un“collo” intorno al foro, detto camino. Un tempo, i camini eranoriportati sul corpo, ma ora sono trafilati. Nell’ottone vengono

 praticati fori ellittici; il corpo (per esempio) è calzato su unacolonna in acciaio. La colonna è provvista di sfere, che

vengono forzate dentro ai fori. Così avviene la trafilatura deicamini, dopodiché si effettua una fresatura su un piano perpendicolare ai fori. Il diametro dei fori e l’altezza dei caminihanno grande importanza, anche se tutto ciò resta molto empirico. Il sassofono impiega chiaviaperte e chiuse. Inoltre, la meccanica delle chiavi è varia.La campana ha la funzione di ultimo “foro di diteggiatura”, cioè produce la nota più grave quandotutti i fori sono chiusi, e non ha quella di amplificazione del suono propria del padiglione delletrombe e dei corni (che rappresenta l’unica apertura verso l’esterno, oltre al bocchino, della colonnad’aria vibrante).Il bocchino del sassofono, fondamentale per il timbro e l’altezza del suono, può essere in diversimateriali, legno di granatiglio, ebano, bosso, ebanite, plexiglas, metallo (acciaio inossidabile,

ottone, bronzo), vetro, cristallo.

Sassofono contralto, Adolphe Sax, Parigi,fine del XIX secolo; sassofono tenore,Presteau, Parigi, fine del XIX secolo( Musée de la Musique, Parigi).

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I parametri che influenzano la qualità del suono prodotto possono essere osservati su un bocchinodato. Il piano del bocchino determina la lunghezza della parte vibrante dell’ancia, dunque influenza

la forma d’onda. Una sporgenza più lungadell’ancia produce una sonorità più scura.Determinante è anche l’apertura, ovvero la distanza

tra la punta del bocchino e la punta dell’ancia, asua volta determinata dalla forma della curva. Ilmateriale di cui è fatto il bocchino incide sul“rimbalzo” dell’ancia. Fondamentale è anche laconformazione interna del bocchino in quantodetermina le riflessioni acustiche. Quanto menoinclinato è il tetto, tanto più il timbro è ricco di

 parziali, come nel caso dei bocchini jazz.

Sul bocchino, l’ancia funziona come una molla, aprendo e chiudendo rapidamente l’apertura; ilnumero di movimenti ciclici dell’ancia è pari alla frequenza fondamentaledel suono prodotto.L’ancia è fatta di una particolare varietà di canna, l’arundo donax,coltivata in particolare nella regione di Var, nella Francia meridionale.

 Numerose ricerche hanno cercato di individuare altri materiali.Esistono tre tipi di ance sintetiche sul mercato: un ancia di cannaricoperta di plastica; un’ancia interamente di plastica (il suono è duro,ma non reagisce alle variazioni termo-igrometriche) e un’ancia conuna parte interna di diverse sostanze, immersa in una resina che imitala tessitura della canna.Le ance di canna invecchiano in fretta e spesso in una scatola da diecisolo due o tre sono suonabili, ma è possibile lavorarle per recuperarle.La leggera limatura dello spillo dell’ancia permette di modificarenotevolmente il timbro, ma tale manipolazione deve essere riservata acasi estremi perché, quando lo spillo dell’ancia è distrutto, l’ancia è da

 buttare. Una diminuzione dello spessore dei bordi permette di diminuireleggermente la durezza dell’ancia, ottenendo un suono meno “soffiato” e piùintenso. L’anima (parte dell’ancia che si vede più scura per trasparenza) ingenere non si lavora direttamente: la limatura dell’anima non si giustifica senon nel caso di un’ancia eccessivamente dura e non produce evidenti

miglioramenti della qualità del suono. La riduzione del tallone si effettua con una punta dura, praticando delle scanalature nella tavola o parte che poggia sul piano del bocchino (dalla metà versol’esterno) in modo superficiale e tale da marcare appena la parte brillante della canna, procedendosimmetricamente per non squilibrare l’ancia (una o due bastano). Questa operazione incrementa ilvolume e rende più flessibile l’ancia. Il taglio della punta incrementa la durezza di un’ancia vecchiao troppo morbida, e consiste nell’eliminare, una porzione fine della punta.La famiglia completa dei sassofoni è formata da:

-  sopranino in Mib (Reb3-Lab5) [raro];-  soprano in Sib (Lab2-Mib5);-  contralto in Mib (Reb2-Lab4);-  tenore in Sib (Lab1-Mib3);

 baritono in Mib (Reb1-Lab3);-   basso in Sib (Lab0-Mib2);-  contrabbasso in Mib (Reb0-Lab2);

Diversi tipi di bocchino per sassofono.

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-  subcontrabbasso o subbasso in Sib-1 [molto raro].Per tutte le taglie si ricorre alla trascrizione in chiave di violino e alla trasposizione nell’ambitoSib2-Fa5.

Dal 1835 in Francia il dibattito sulla musica militare è acceso, perché la consuetudine di organizzaregrandi manifestazioni all’aperto spingono le orchestre militari a sostituire gradualmente gli ottoni ailegni. Nel 1845 per decisione ministeriale è promulgata la riorganizzazione delle musiche militari,con introduzione del sassofono in tutte le bande dei reggimenti. Mentre in precedenza solo 22 % dei

musicisti delle orchestre militari suonavano strumenti a bocchino, dopo la riforma del 1845, tra i 55musicisti che compongono un’orchestra, si rilevano le seguenti

 proporzioni strumentali: 40% di legni, 51% di ottoni, 9% di percussioni. Nel 1848, a causa del cambiamento di regime, gli strumentimusicali di Sax sono ritirati, ma reintrodotti alla restaurazionedell’impero.Il successo del sassofono nelle bande militari è dovuto in buona

 parte al fatto che, mentre gli strumenti a fiato più antichimancano di omogeneità, sono complicati da portare in marcia acausa delle loro forme disparate, e presentano una grande varietàdi diteggiature, il sassofono unifica forme e diteggiature, èrelativamente facile da suonare e comodamente trasportabile.Le esposizioni universali europee nell’800 sono il veicolo didivulgazione delle invenzioni tecnologiche: per quanto riguardail sassofono, sono decisive l’esposizione nazionale del 1849 aParigi, dove una famiglia intera di sassofoni è presentata al

 pubblico, e la prima esposizione universale del 1851 a Londra alCrystal Palace, dove gli strumenti a fiato di Sax sono apprezzatial punto da favorire il moltiplicarsi delle fanfare o brass bands (complessi di ottoni) in Inghilterra. Verso il 1860 infattil’Inghilterra, che rappresenta una quantità di colonie e direggimenti del mondo, è il primo paese importatore di strumentimusicali francesi. Dopo la metà delsecolo l’esportazione negli Stati Uniti Sassofono basso della ditta Selmer, Parigi, dal sito on-line della ditta.

Sopra: sassofono contralto, Adolphe Sax, Parigi, 1867( Musée de la Musique, Parigi)A destra: sassofoni soprano, tenore e baritono, AdolpheSax, Parigi, rispettivamente del 1849, del 1854 e del1856 usée de la Musi ue, Pari i .

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di merci europee, favorita dallasottoscrizione di trattati commerciali,fa dell’America del Nord un grandeimportatore di strumenti musicalifrancesi, almeno fino alla Guerra di

Secessione (1861-1865).Tra il 1843 e il 1860 Sax costruiscecirca 950 sassofoni, una media di 50 a60 strumenti all’anno. Egli fabbricaanche un’altra famiglia strumentale disua invenzione, i labiofoni saxhorn,che hanno grande successo nelle

 bande e contribuiscono anche alladiffusione dei sassofoni, con il suonodei quali si amalgamano felicemente.Dopo la guerra di Secessione si

sviluppa la musica dei minstrels, sidiffondono le orchestre di ottoni,nascono il cake-walk , il ragtime e ilblues, correnti che si riuniscono nellanuova musica dell’inizio del XXsecolo, il jazz , nella quale il sassofonosarà strumenti protagonista.Con i soldati americani checombattono al fronte durante la Prima

Guerra Mondiale il jazz sbarca in Europa. Quilo strumento aveva fino a quel momentoavuto un impiego relativamente modesto nellamusica classica, anche se Hector Berlioz lo

 prende seriamente in considerazionescrivendo alcune composizioni persassofoni; lo strumento tuttavia nonacquisisce un posto stabile nell’orchestrasinfonica, anche se le taglie del contralto edel tenore sono utilizzati da diversicompositori del XX secolo.L’uso nel jazz ha portato a un

allargamento della cameratura e allamodificazione del bocchino, che da unacerta ampiezza in grado di produrre unsuono dolce atto a fondersi coi legni eottoni dei complessi sinfonici, restringe la luce interna per favorire unasonorità più squillante. Durante l’epoca classica del jazz (anni Venti eTrenta), ogni taglia accentua peculiari caratteristiche timbriche a opera diesecutori di eccezione: il tenore diventa la taglia più amata, mentre il sopranoè poco utilizzato (con l’eccezione di Bechet e pochi altri).Sax ha costruito anche serie alternative in Fa e Do, in luogo di Mib e Sib. Ilclarinetto tenore in Do (detto C melody saxophone) ha avuto una certa

fortuna nelle orchestrine da hotel e caffè perché l’esecutore può leggeredirettamente dallo spartito per pianoforte senza bisogno di trasportare.

In alto a sinistra: clarinettosubcontrabbasso in Sib della ditta Orsi;l’ingombro in altezza è di 2,5 m.Sopra: un sassofono mostruoso, costruitoa fini pubblicitari intorno al 1920. È inrealtà l’ingrandimento di un sassofonocontralto.A sinistra: il tubax, uno strumentocontrabbasso in Mib affine al sassofono(bocchino) e al sarrusofono (cameratura

 più stretta del sassofono), costruito dalladitta Eppelsheim/Konus, Monaco,Germania.

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In orchestra, i sassofoni alto e tenore sono utilizzati da compositoridel XX secolo.

OBOE MODERNO Generalmente è costruito in ebano dell’Africa centrale o del Madagascar, ma esistonomodelli anche in palissandro (particolarmente impiegato nei corni inglesi) e, più recenti,in plastica.

L’oboe è composto di tre parti: pezzo superiore, pezzo centrale (o inferiore) ecampana. La cameratura è conica, perciò lo strumento ottavizza come il flauto.L’estensione più ristretta degli altri legni (Sib2-Sol5) è compensatadall’espressività del timbro e dall’ampia escursione dinamica.Per suonare l’oboe occorre bagnare l’ancia, sia in bocca, sia in una piccolaciotola apposita con acqua che l’esecutore tiene solitamente sul leggio. Lostrumento è sostenuto dal pollice destro mediante un apposito supporto fissato al

 pezzo inferiore. L’ancia è introdotta tra le labbra che si curvano all’indietroricoprendo i denti superiori e inferiori; gli angoli della bocca si chiudono intorno

all’ancia per evitare la fuoriuscita dell’aria. La lingua articola contro l’ancia. Larespirazione è caratterizzata da un consumo d’aria molto basso, perciòl’esecutore deve avere cura di svuotare i polmoni dell’aria residua prima diinspirare nuovamente, onde evitare ai polmoni uno sforzo nocivo. Alcunisuonatori di oboe praticano la respirazione circolare.Il modello di oboe oggi più diffuso è quello francese (a sinistra), sviluppato nelsecolo scorso da Triébert e al quale è stata adattato il sistema di chiavi Boehm.La qualità del timbro dipende molto dall’ancia; ogni scuola sviluppa diconseguenza determinate caratteristiche timbriche – e sceglie corrispondentiforme d’ancia. Diverse orchestre austriache impiegano ancora l’oboe tedesco (adestra, oboe di Antonio Piana, costruito circa nel 1840 su modello viennese del

tipo Küss, Museo Teatrale alla Scala, Milano), un poco più corto, caratterizzatoda una cameratura con variazioni nella conicità, più simile a quella dellostrumento di epoca beethoveniana, dall’ancia più larga e rigida e dal ricorso alladiteggiatura a forchetta nel registro acuto. La diffusione dello strumento francese nelmondo è oggi tuttavia assolutamente preponderante.Sono state elaborate anche altre tipologie, quale quella raffigurata nella pagina seguente a

sinistra, progettata a Firenze da Pupeschi e Schaffner nel 1889, che si propone di raggiungere lamassima omogeneità timbrica mediante fori di diteggiatura quadrati aventi dimensione e distanzereciproche calcolati scientificamente, coperti da un sistema di chiavi collegate tra loro (l’esemplareè conservato presso il Museo Teatrale alla Scala, Milano). Sono stati progettati anche un flauto e unclarinetto applicando gli stessi principi e lo stesso sistema.

A sinistra: sassofono Grafton in plastica, costruito in Inghilterra verso lafine della Seconda Guerra Mondiale quando scarseggiava il metallo,impiegato a fini bellici. È stato utilizzato per esempio anche da Charlie

Parker. I pregi sono la leggerezza e la facilità dei movimenti dellameccanica.A destra: clarinetto di bambù della ditta Elephant Lightfoot TM , checostruisce in questo materiale diversi strumenti a fiato. È privo di chiavie rappresenta un esempio della sperimentazione di nuovi materiali edell’ibridazione con strumenti di altre culture.

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 Gli austriaci continuano anche oggi a difendere strenuamente la tipologia del cosiddettooboe viennese. Recenti ricerche acustiche hanno constatato che la principale differenza disonorità tra i due strumenti risiede nella maggiore o minore presenza di

 parziali acuti. Nello strumento francese si ha un abbattimento dei parziali

acuti con la conseguenza di un peso maggiore dellafondamentale nello spettro sonoro; il peso della fondamentale è più accentuato ancora nel registro grave; i parziali acuti hanno untempo di estinzione relativamente breve. Viceversa, lo strumentoviennese è molto più ricco di parziali acuti che inoltre siestinguono in un tempo relativamente superiore. A titolo diconclusione, risulterebbe che, a parità di intensità sonora, l’oboeviennese, grazie appunto alla natura e qualità dei parzialisuperiori, risulta più udibile nell’orchestra, mentre lo strumentofrancese è costretto a ricorrere al vibrato per non scomparirenell’amalgama orchestrale. Rovesciando il discorso, l’oboe

viennese può suonare più piano pur rimanendo perfettamenteindividuabile e in tal modo favorirebbe la trasparenza dellatimbrica orchestrale.Oboi di taglie più acute non sono mai entrati nell’uso, anche sein Francia sono stati costruiti oboi in Reb3 e Mib3 per le bande ei complessi di fiati.

Le taglie più gravi sono l’oboe d’amore, in La2,tagliato una terza minore sotto l’oboe soprano (asinistra oboe d’amore Lorée) e il corno inglese, in Fa2.Quest’ultimo, che sarebbe più corretto definire oboecontralto, può avere forma angolata fino alla fine delXIX secolo, in seguito prende l’attuale forma diritta (asinistra). Questi strumenti hanno cannelli metallicid’imboccatura e campane a bulbo.Esiste inoltre uno strumento più grave detto oboe

 baritono, in Do2, che suona un’ottava sotto l’oboesoprano, costruito per la prima volta nel 1825 daTriébert e Brod (hautbois baryton) con la campanarivolta in alto. Nel 1889 Lorée lo costruisce in formadiritta, molto somigliante al corno inglese anche nelsuono, e lo chiama oboe basso (la nota più grave è

Si1).L’oboe basso rispetta le proporzioni tra altezza dellacolonna d’aria vibrante e area della sezione dellacameratura (per esempio, l’area della cameraturadell’oboe in corrispondenza al foro VI è all’incirca lametà dell’area della cameratura dell’oboe basso incorrispondenza al foro VI). Questa proporzioneassicura l’omogeneità timbrica, ma uno strumentograve che rispetti tale proporzione viene a mancare di

 potenza e penetrazione sonora. Nel 1904 Heckel, una ditta tedesca rinomata per la costruzione dei fagotti,

sviluppa un modello di oboe basso, lo Heckelphone, tagliato in Do2, un’ottavasotto all’oboe soprano. La sua cameratura mantiene l’angolo della conicitàdell’oboe per tutta la lunghezza: in corrispondenza al foro VI dello strumento

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 basso si ha in tal modo un diametro doppio rispetto a quello dell’oboe comune, perciò l’areacorrispondente è molto maggiore rispetto all’oboe basso (si vedano a destra, nella pagina

 precedente, i due strumenti a confronto). Lo Heckelphone ha un timbro baritonale pieno e ricco diarmonici, simile a quello del fagotto. È diritto e lungo 1,2 m, costruito in acero. La campana ha un

 bulbo largo circa 10 cm con un’apertura alla base di 5 cm e un foro laterale di 2,5 cm. L’estensione

raggiunge il La1. Questo strumento ha incontrato un discreto successo, debuttando nella Salomé diR. Strauss (1905).

SARRUSOFONO Il sarrusofono è uno strumento a fiato in ottone, ad ancia doppia, ideato da M. Sarrus (da cui derivail nome), maestro di una banda militare, e realizzato nel 1856 dal costruttore parigino P. L. Gautrot.È stato appositamente creato per le bande militari allo scopo di sostituire oboi e fagotti e prodotto intutte le taglie dal sopranino in Mib al contrabbasso in Sib0, anche se il contrabbasso più diffusosembra essere quello in Mib1. Tutte le taglie hanno un’estensione di tre ottave. Il sarrusofono, nelletaglie gravi, entra i competizione con i sassofoni bassi e spesso viene preferito ad essi, perché lacameratura a conicità meno pronunciata lo rende più leggero e comodo da trasportare.

Lo strumento soprano è diritto (si veda sotto un esemplare), mentre le taglie del contralto e deltenore hanno un gomito e la campana rivolta verso l’alto, come nel fagotto. Il baritono e il bassohanno altri due gomiti – i gomiti sono in numero dispari affinché la campana resti rivolta versol’alto. Il sistema di chiavi è molto simile a quello del sassofono.In orchestra è stato quasi del tutto ignorato, e anche la sua diffusione nelle bande è stata relativa.

Sopra a destra: sarrusofoni soprano, contralto,tenore e basso di Gautrot-Marquet, Parigi, metàdel XIX secolo ( Musée de la Musique, Parigi).Sopra a sinistra: sarrusofono contrabbasso inMib1 costruito da Gautrot nel 1920, confrontatocon un comune flauto traverso.A sinistra: lo stesso strumento, particolare dellechiavi per il pollice sinistro.

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È qui illustrata un’altra famiglia di “oboi metallici”, a dimostrazione dell’intensa sperimentazioneintorno agli strumenti per banda che ha luogo nella seconda metà del XIX e l’inizio del XX secolo.

Famiglia dei rothfoni, da Ruth-Bottali, Piccolo metodo pratico per rothfono, 1911.

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IL FAGOTTO Il fagotto è un aerofono a cameratura conica e ancia doppia,intonato una dodicesima sotto l’oboe, ma il suo suono ha untimbro completamente diverso. La cameratura si espande a unangolo che è circa la metà di quello dell’oboe; il tubo è lungo circa

2,50 m ed è ripiegato su se stesso a U. Inoltre, diversi fori diditeggiatura sono scavati con andamento obliquo (circa 45°)attraverso un notevole spessore di legno (fino a 5 cm), in modo daraggiungere la colonna d’aria del tubo in punti tra loro piùdistanziati di quanto non siano le aperture esterne, adeguateall’estensione delle dita. Il loro effetto sulla colonna d’ariavibrante è piuttosto debole e grandi quantità di energiaraggiungono la parte inferiore del tubo, creando potenti risonanzeche rafforzano il suono e conferiscono il caratteristico timbromorbido e oscuro. La piega a U, situata press’a poco a metàlunghezza, asseconda la formazione in tal luogo di un nodo di

 pressione; inoltre la luce interna in media non è abbastanza grandeda favorire la formazione del suono fondamentale. Ne risulta una

 presenza molto pronunciata del primo parziale che, in rapporto allafondamentale, è più intenso di quello degli altri legni. Questacaratteristica accomuna il timbro del fagotto a quello delle vociumane di tenore e baritono, rendendolo particolarmenteaccattivante.

Il registro solistico coincide conl’estensione della voce del tenore,mentre nell’insieme dei legni assumela funzione del basso. L’estensionecomplessiva è Sib0-Re4, raramenteMi4.

Il fagotto è formato da cinque pezzi:cannello d’imboccatura o esse – uncannello metallico ritorto dove èinserita l’ancia –; l’aletta – tratto

discendente di tubo –; la culatta – o piede o stivale, con la parte del tuboripiegata a U –; il corpo – tratto ditubo ascendente –; e la campana (infigura non è rappresentato il laccioche, avvolto al collo dell’esecutore,regge lo strumento). I tre diversisegmenti e la campana sono ricavatida altrettanti masselli di legno (pero,acero, palissandro, ebano ecc.). I seifori di diteggiatura principali

Edgar Degas, L’orchestra dell’Opéra,1868. Il fagottista è Desirée Dilhau, unvirtuoso dell’epoca amico di Degas.

A sinistra: fagotto tipo tedesco con indicazione delle parti costitutive.A destra: fagotto francese Triébert, Parigi, 1862; sistema di chiavi tipoBoehm ( Musée Instrumental ; Bruxelles).

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comunicano con il tubo discendente, mentre la parte ascendente è controllata principalmente dalmignolo destro (chiave del Fa) e dai due pollici.L’impostazione è simile a quella dell’oboe: le labbra sono curvate indietrosopra i denti e gli angoli della bocca sono racchiusi intorno all’ancia;l’impostazione, rispetto agli altri legni, è ancora più delicata e difficile da

 padroneggiare. Oltre all’impostazione, i fagottisti usano correntemente lechiavi basse per rettificare l’intonazione o per riempire il suono di una notadebole, ecc.Per regolare l’intonazione generale di un fagotto si può sostituire l’esse conuna di lunghezza diversa.Tradizionalmente esistono due tipi di fagotto, detti “francese” e “tedesco”, dalsuono radicalmente diverso (cfr. pagina precedente).La cameratura e i fori di diteggiatura del fagotto francese hanno subitosoltanto leggere modifiche dai tempi di Beethoven. Lo strumento èsolitamente di palissandro (talvolta ebanite per l’uso in zone climatichetropicali); la cameratura conica cessa di espandersi nella campana, che è

 praticamente cilindrica. Il costruttore principale è Buffet-Crampon di Parigi.Ormai è utilizzato solo in Francia (ma molti francesi preferiscono lostrumento tedesco).

Il fagotto tedesco, oggi il più diffuso nel mondo, è ilrisultato di un drastico rimodellamento, ideato dal direttoredi banda Carl Almenraeder (circa 1824) e perfezionatosuccessivamente da Heckel, che consiste nella revisioneapprofondita del posizionamento dei fori e delle chiavi. Ècostruito principalmente in acero europeo; la conicità dellacameratura è mantenuta lungo tutto il tubo. La campana porta quasisempre un anello d’avorio in alto, un’antica caratteristica tedesca.I grandi vantaggi dello “Heckel”, rispetto al fagotto francese, sono che intutta l’estensione, e dal piano al forte, la sonorità è efficace nell’orchestra,e che lo strumento è meno sensibile alla qualità dell’ancia. Per contro, laqualità sonora dello strumento francese è più raffinata e vocale(naturalmente molto dipende dall’esecutore).Sordine per fagotti: per ottenere un pianissimo si può introdurre nellacampana un fazzoletto, ma bisogna con questa sordina evitare di suonare ilSi e il Sib. Altrimenti esiste un tipo di sordina usata in Germania: un tubod’ottone lungo circa 7-8 cm e di diametro (di 3/8 inferiore a quello dellacameratura della campana). Intorno al tubo è avvolto sufficiente feltro o

lana affinché poggi con leggerezza sull’apertura terminale della campana,metà dentro, metà fuori: con questa sordina le note basse suonano consicurezza e buon timbro anche nel pp.

CONTROFAGOTTO Il controfagotto è il bordone dell’orchestra sinfonica: raggiunge il Sib-1 oil La-1, un quinta sotto i contrabbassi. È capace di grande agilità, quasiquanto il fagotto.Lo sviluppo del controfagotto moderno è lento e si svolge durante il XIXsecolo. Si veda, a destra, un controfagotto viennese Ziegler della primametà del XIX secolo, dalla forma simile a quella del fagotto e dal lungo

cannello di insufflazione ripiegato in giù ( Museo del Conservatorio “L.Cherubini”, Firenze). Per molto tempo in Francia e Italia è stato preferitoil sarrusofono contrabbasso (p. 20) e in Inghilterra il contrabassophone 

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(raffigurato a destra in alto) perché questi strumenti avevano una migliore intonazione e un volumemaggiore del controfagotto dell’epoca. Il contrabassophone, uno strumento dalla cameratura larga,grandi fori di diteggiatura ricoperti da piattine con tamponi, un sistema di chiavi derivato da quelloBoehm ed estensione fino al Do0, è stato inventato verso la metà dell’800 dal costruttore tedescoHeinrich Joseph Haseneier espressamente allo scopo di sostituire il controfagotto, ma dopo poche

decadi è scomparso, lasciando il posto a quest’ultimo. Nel 1879 Wilhelm Heckel progetta il controfagotto moderno, in grado di soddisfare i requisiti postidall’orchestra sinfonica (pagina precedente a sinistra). Assieme a Friedrich Stritter costruisce ancheuna taglia ridotta per diminuire l’ingombro e rendere lo strumento utilizzabile dalle bande inmarcia.

P.S. Germain, Sala dei concerti del Conservatorio, incisione, « L’Illustration», 15 aprile 1843,Parigi ( Bibliothèque Nationale de France).