Stare bene, stare in salute Lorganizzazione e lofferta dei servizi sanitari, assistenziali e...

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Stare bene, stare in salute” L’organizzazione e l’offerta dei servizi sanitari, assistenziali e sociali, in FVG, nel programma del PD

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“Stare bene, stare in salute” L’organizzazione e l’offerta dei servizi sanitari, assistenziali e sociali, in FVG,

nel programma del PD

 

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Scendono i redditi delle famiglie: -2,9%

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Ancora troppi tumori

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Incidenti e infortuni: prima causa di morte nei giovani

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  2006 2011 2021 2031 2041 2051

Popolazione ≥ 65 anni prevista 271.281 285.143 315.643 357.907 398.998 373.858

Almeno 3 IADL perdute

27.671 29.085 32.196 36.507 40.698 38.134

Una ADL perduta 18.718 19.675 21.779 24.696 27.531 25.796

Due ADL perdute 2.713 2.851 3.156 3.579 3.990 3.739

Almeno 3 ADL perdute 5.154 5.418 5.997 6.800 7.581 7.103

Totale dipendenti (≥ 65 anni)

54.256 57.029 63.128 71.582 79.800 74.772

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La realtà del Friuli Venezia Giulia

Caretaker e aged dependency ratio

0.00

0.50

1.00

1.50

2.00

2.50

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

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2019

2021

2023

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2027

2029

2031

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2037

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2041

2043

2045

2047

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2051

Rat

ios

caretaker ratio aged dependency ratio

Indice di dipendenza del Caregiver VS indice di dipendenza degli anziani

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Per governare un sistema complesso come il SSR

• Strategia

• Sistema di finanziamento

• Governo del sistema

• Gestione del sistema

• Capacità individuali

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LA SALUTE NON E’ ASSENZA DI MALATTIA;

INTERVENIRE SUI DETERMINANTI SOCIALI • La bassa natalità, il peso sulle famiglie della non-

autosufficienza, la diffusa precarietà tra i giovani, la frammentazione del sistema socio-sanitario pur capillare ma ridondante su taluni aspetti rappresentano le questioni che rischiano di pregiudicare il futuro della comunità regionale. L’insicurezza sulle prospettive e sulle possibilità di mantenere un raggiunto stile di vita, la paura di non poter accedere a servizi adeguati nel momento del bisogno e di scivolare ai margini della vita della comunità, l’ansia di non poter provvedere in modo adeguato alle necessità e ai desideri dei propri figli, sono tra gli elementi che più profondamente minano la qualità della vita

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1.Ripensare alla sanità e al welfare come sistema integrato

Strategia• Sostegno alla natalità, all’infanzia, promuovere la famiglia e

l’occupazione femminile• Più accompagnamento nella cronicità e più cure a lungo termine• Più prevenzione sociale e sanitaria• Contrastare gli effetti della precarietà e investire sui giovani• Valorizzare la cultura scientifica e spingere sulla ricerca di base

e applicata; più ricerca e innovazione• Creare opportunità di lavoro attraverso la promozione

dell’imprenditoria sociale• Migliorare l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, nel

rispetto dei diritti e dei doveri• Valorizzare il terzo settore, in particolare la cooperazione

sociale, chiamato a svolgere un ruolo attivo e responsabile nel sistema integrato di interventi e servizi sociali

• Maggiore complementarietà nella gestione delle acuzie e delle tecnologie aumentando il coordinamento tra le funzioni specialistiche, sviluppando l’integrazione tra assistenza, didattica e ricerca, perseguendo un’organizzazione del lavoro che distingua e valorizzi le responsabilità nell’attività clinica da quella assistenziale

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2-Valorizzare la sanità pubblica

• Noi vogliamo una sanità in grado di dare tutto ciò che è necessario a chi ne ha davvero bisogno. Questo significa però anche interventi rigorosi per garantire l’efficienza e la sostenibilità finanziaria del sistema. In questo contesto, legalità e trasparenza non sono solo parte della questione morale. Come per il resto delle attività sociali, per la Sanità questi sono principi indispensabili per garantire efficienza, qualità, vera attenzione ai bisogni dei pazienti e in futuro per avviare riflessioni sul tema della tenuta del Welfare. Più in particolare, puntiamo su una rete di assistenza basata su:

• meno ospedali altamente tecnologici per affrontare casi acuti e emergenze;

• rete di assistenza a media intensità di cura per rispondere a fragilità, anziani, malati cronici; massima integrazione tra ospedale e medicina territoriale.

• I medici e tutti gli operatori sanitari vanno valorizzati ma soprattutto coinvolti nei processi decisionali e nel governo clinico di aziende e ospedali.

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3. Governo del sistema

Governance regionale “forte” con funzioni di guida e regia, non lesiva dell’autonomia dei territori, delle Istituzioni, delle Aziende

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Contenuti normativi 2008-2011

• LR 7/2009 (liste d’attesa)• Modifica LR 6/2006 (modifica criteri di accesso alle

prestazioni e servizi sociali)• Modifica LR 23/2004 (abolizione intese con

Conferenze sindaci; chiusura ARS)• LR 24/2009 (art.13:blocco turn over)• PSSR 2010-2012…..• Cure palliative……• LR riduzione aziende dal 2014

Quasi tutte le norme sono state impugnate…..questo è il governo del fare….

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Governance del sistema di welfare FVG

• REGIONE

Gestisce SSR

ASS

• COMUNI

Servizio sociale dei Comuni

DISTRETTI AMBITI

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GLI STRUMENTI REGIONALI DI PROGRAMMAZIONE SOCIALE

(ART. 7 L.R. 23/2004)

•Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali

•Piano sanitario e sociosanitario

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GLI STRUMENTI LOCALI DI GLI STRUMENTI LOCALI DI PROGRAMMAZIONE SOCIALEPROGRAMMAZIONE SOCIALE

(ART. 7 L.R. 23/2004)(ART. 7 L.R. 23/2004)

Piano di zonaPiano di zona

Programma di attività territoriale Programma di attività territoriale

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4.Più cure primarietrasformare il Distretto socio-sanitario; punto di riferimento di tutto il sistema delle cure

primarie, rafforzando autonomia istituzionale, strumenti per il governo clinico

sviluppare le forme associative e mettere in rete i medici di medicina generale; aumentare gli orari di accessibilità degli ambulatori, valorizzare il ruolo delle cure

primarie e creare aggregazioni di assistenza primaria aperte ai cittadini h 24, coinvolgere i MMG nel governo territoriale, nei Pdz e nella gestione delle strutture intermedie e protette;valorizzare il ruolo di tutte le professioni sanitarie; l'obiettivo è di estendere ulteriormente l’assistenza domiciliare integrata e l’infermiere di comunità;semplificare le procedure; si tratta di rafforzare ancora di più il lavoro integrato tra Strutture sanitarie e sociali, tra medici, infermieri, assistenti sociali, educatori e gli altri operatori;proseguire il Piano hospice e potenziare in ogni Distretto le unità per le cure palliative; introdurre nelle prestazioni ordinarie di assistenza le misure per la prevenzione delle carie; potenziare la rete dei consultori familiari e gli interventi a favore dei minori.

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Strutturare il territorioAssetto istituzionale del Distretto socio – sanitario Assetto istituzionale del Distretto socio – sanitario (L.R. 23/2004, L.R. 6/2006)

Distretto Sanitario

Servizio sociale dei Comuni

Popolazione media 62.000 abitanti

Assemblea dei Sindaci

Direttore Distretto

UCADDirigente Servizio sociale Comuni

PAT - PDZ

Ente gestoreComune capofilaAzienda servizi sanitariASP

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Organizzazione territoriale(L.R. 23/2004, L.R. 6/2006)

Servizio sociale del Comune

MMG gruppo

CSM Consultorio Associazioni di volontariato

•Direttore Distretto

•Responsabile Servizi Sociali

- UCAD - UDMG

- UVD – EMH

Ospedali di comunità

Casa Salute

ADI

SRD

MMG singolo

Strutture residenziali e

semiresidenziali

RSA

Farmacie

CEFORMED

Guardia med.

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Sperimentazione delle Unità di cure primarie h 24

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La rete e la qualità delle strutture protette della nostra Regione

• bisogna ribadire la necessità di considerare il ricorso alle case di riposo come l’ultima risorsa a disposizione. Emerge quindi la necessità di indirizzare le risorse verso lo sviluppo dei servizi alternativi all’istituzionalizzazione, con particolare riferimento a quelli finalizzati a sostenere la domiciliarità, la realizzazione di tutte le altre modalità assistenziali intermedie personalizzate e innovative (Centri diurni, servizi family friendly, abitare possibile ecc.), sostenere al meglio le famiglie nelle loro scelte, favorendo la domiciliarità e contrastando l’istituzionalizzazione;

• bisogna dar corso al processo di riqualificazione e riautorizzazione della case di riposo esistenti che è pronto e giace da oltre quattro anni e mezzo nei cassetti della Regione, per graduare l’assistenza al fabbisogno individuale, compresa l’attivazione dei servizi di vigilanza, l’ampliamento e la qualificazione dei percorsi di formazione del personale delle case di riposo, l’introduzione progressiva di elementi di omogeneità e di equità nel sistema;

• bisogna garantire la qualità del sistema anche generalizzando alcune buone pratiche già previste dalla legislazione vigente come l’elezione dei Consigli di rappresentanza degli ospiti e dei parenti, la definizione della Carta dei servizi, la messa al bando della contenzione fisica o farmacologia e l’adozione generalizzata della scheda Val.Graf in tutte le strutture autorizzate, pubbliche o private;

• bisogna introdurre chiarezza e trasparenza sul riparto del costo delle rette. Occorrono nuove regole che assegnino alle Aziende sanitarie, l’intero costo degli oneri sanitari, nonché parte degli oneri sociosanitari, da collegare alla gravità del caso e ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). L’abbattimento della retta a carico del bilancio regionale, deve essere finalizzato a sgravare le famiglie di una parte dei costi del cosiddetto albergaggio e degli eventuali oneri sociosanitari residui. L’intervento della Regione va collegato alla gravità del caso come del resto prevedeva il processo di riclassificazione e riqualificazione delle case di riposo. Va avviato un percorso condiviso finalizzato a definire un Atto di indirizzo che disciplini, in modo uniforme sul piano regionale, ai sensi dell’art. 42 della LR 6/2006, la compartecipazione degli utenti.

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5.Più prevenzione

promuovere buoni stili di vita;

proseguire gli screening oncologici;

garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro;

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5.Prevenzione• I dati epidemiologici prodotti dal SSR servono per far crescere il

sistema di prevenzione ambientale della nostra Regione La riduzione della esposizione di tutta la popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili, è un obiettivo a cui concorre in maniera primaria il SSR,considerando fondamentale che il diritto ad un ambiente salubre diventi una delle priorità improrogabili della sanità pubblica regionale. L’azione di contrasto sarà affidata ad un sistema integrato che vede attori oltre al SSR, IRCCS, l’ARPA, gli Enti Locali e le Università.

• I settori di intervento sono due: uno legato alla valutazione degli esiti di salute rispetto alle condizioni ambientali esistenti, l’altro di carattere proattivo, dedicato a stimare possibili modificazioni degli stati di salute in rapporto alle attività in progetto che impattino sull’ambiente.

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OSSERVATORIO AMBIENTE E SALUTEFRIULI VENEZIA GIULIA (OAS-FVG)

(delibera ARS n.79/2008, “Osservatorio ambiente e salute Friuli Venezia Giulia- in applicazione LR 30/2007 - Protocollo operativo per il triennio 2008-2010”)

In Friuli Venezia Giulia manca una valutazione estesa a tutta la regioneche affronti in modo multidisciplinare la stima delle esposizioniambientali, i rischi posti alla popolazione residente e leconseguenze per la salute in termini quantitativi. A tale scopo, vienepromossa l’istituzione di un Osservatorio Ambiente e Salute delFriuli Venezia Giulia (OAS-FVG) con il concorso di un gruppo dilavoro appositamente costituito e composto da professionistioperanti nelle seguenti istituzioni: Agenzia Regionale della Sanità(ARS), Direzione Centrale Regionale dell’Assessorato alla Salute,Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia (RT FVG), AgenziaRegionale per la Prevenzione Ambientale (ARPA), l’Università degliStudi di Udine (UNIUD), l’Azienda Ospedaliero-universitaria S.M.M.di Udine (AOUD), la SOC Epidemiologia e Biostatistica, CRO,Aviano. La Direzione dell’OAS-FVG è istituita presso l’ARS.

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5. Gestione del sistema

• Meno aziende ma maggiore omogeneità nella composizione socio-demografica delle stesse

• Razionalizzazione delle modalità di gestione delle attività tecnico-amministrative e degli acquisti su scala sovraziendale e regionale per perseguire economie di scala e di gamma e conseguire miglioramenti dell’organizzazione e dell’efficienza

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2 IRCCS 2 IRCCS 3 Aziende Ospedaliere3 Aziende

Ospedaliere

-AO S.M. Misericordia

-AO Ospedali Riuniti

-AO S. Maria degli Angeli

-ASS 1 Triestina

-ASS 2 Isontina

-ASS 3 Alto Friuli

-ASS 4 Medio Friuli

-ASS 5 Bassa Friulana

-ASS 6 Friuli Occidentale

SSRSSR

6 Aziende per i Servizi Sanitari6 Aziende per i Servizi Sanitari

1 Policlinico Universitario 1 Policlinico Universitario

20 Distretti20 Distretti

-IRCCS Burlo Garofalo

-IRCCS CRO di Aviano

-Policlinico di Udine

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Area vasta e organizzazione del lavoro

• La programmazione operativa, in particolare delle funzioni ospedaliere, si fa per area vasta, l’unica che permette di incrociare domanda e offerta, qualità e casistica, razionalità e capillarità in maniera adeguata.

• Sviluppare ulteriormente la revisione dell’organizzazione del lavoro con la distinzione dell’attività clinica da quella assistenziale in modo da migliorare l’organizzazione multiprofessionale del lavoro.

• Incrementare i posti postacuti e di RSA, già previsti dal Piano della riabilitazione, riconvertendo alcuni posti letto per acuti (l’obiettivo sensato, equilibrato, utile e raggiungibile è di riconvertire ulteriori 300 posti nei prossimi 3 anni).

• Bisogna prevedere inoltre un’accoglienza per le situazioni di urgenza o criticità relative ai disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva che necessitano di cure in regime semiresidenziale o residenziale.

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Dotazione pl per acuti e post-acuti per 1000 abitanti

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rigidità nell’assetto organizzativo con duplicazioni e ridondanza

scarsa integrazione dell’attività, dei percorsi di accesso e di dimissione forte polarizzazione delle priorità di impiego delle risorse sull’incremento dell’attività chirurgica e specialistica (tempi di attesa, richieste indotte)

sovraffollamento dell’area medica e necessità di sviluppo della post acuzie

ruolo della linea clinica e di quella assistenziale ruolo limitato della programmazione per area vasta dotazione tecnologica spesso non programmata insoddisfazione del personale livelli di performance (compresi i tempi di attesa) da migliorare

MAGGIORI CRITICITA’ OSPEDALI FVG

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Gli indirizzi di allineamento della rete ospedaliera

sviluppare le eccellenze e l’integrazione tra assistenza, didattica e ricerca;

aumentare la complementarietà tra le funzioni specialistiche; rafforzare l’attività dipartimentale aziendale e interaziendale; sviluppare la programmazione operativa su area vasta.

sviluppare ulteriormente la revisione dell’organizzazione del lavoro;

garantire la continuità assistenziale; facilitare i percorsi di cura dei pazienti e le dimissioni protette in tutti gli ospedali; incrementare i posti di RSA, lungodegenza e riabilitazione; potenziare l’offerta di day hospital e day surgery; introdurre un Sistema di archiviazione e diffusione delle immagini diagnostiche per via digitale (PACS)

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• Riguardo gli ospedali di rete, è opportuno tenere conto che esercitano funzioni che assumono un rilievo importante per la continuità di cura nel territorio (medicine, servizi) e che spesso sono indispensabili come supporto alle attività domiciliari o alle strutture intermedie. Se l’obiettivo è quello di garantire la continuità del percorso clinico-terapeutico, il ruolo degli ospedali di rete e quello delle Aziende ospedaliere variano; è necessario mantenere l’osmosi diretta tra ospedale di rete e servizi territoriali. Perciò si ritiene indispensabile che l’attività degli ospedali di rete sia ricondotta nell’ambito del governo della sanità territoriale.

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L’innovazione del sistema di approvvigionamento

• Il sistema degli acquisti, approvvigionamenti e logistica va aggredito come uno dei nodi strategici fondamentali per la sostenibilità futura del sistema. Conseguire economie di scala e di gamma, razionalizzando i processi tecnico-amministrativi è un obiettivo essenziale per tutto il sistema.

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6.Formazione• Troppo slegata dalle attività del sistema e dai fabbisogni del SSN,

formazione specialistica svincolata dagli ospedali • Occorre unire i vertici del triangolo delle competenze (Ministeri,

Regioni, Università) che significa mettere d’accordo offerta didattico-formativa, fabbisogni del sistema, domanda di lavoro.

• Occorre migliorare la produzione di nuove competenze per il territorio (modifica lauree brevi, masters e corsi di perfezionamento più coerenti con le linee strategiche regionali, rendere obbligatorio il tirocinio pre-laurea per la medicina generale)

• Portare la specializzazione postlaurea nelle corsie di tutti gli ospedali (come in tutti i Paesi europei), migliorare la formazione continua, introdurre nella formazione curriculare alcune conoscenze indispensabili: la comunicazione, l’economia sanitaria, la conoscenza del sistema….

• Nella ns Regione la situazione era molto avanzata e positiva (regolarizzazione rapporti Università-SSR, Aziende miste come base di partenza per un autentico ospedale di insegnamento, autoorganizzazione della formazione continua e della formazione specifica per le cure primarie) ma ora si rischia di rompere tutto.

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7. Liste d’attesa• proseguire nella realizzazione del piano di contenimento delle liste

d’attesa varato nel 2006 (che stava dando buoni risultati) con l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini tempi di accesso alle prestazioni certi e proporzionati ai problemi clinici presentati: attraverso l’implementazione del sistema di priorità legate al bisogno, il miglioramento dell’appropriatezza, la razionalizzazione organizzativa dell’offerta (call center unico, accordi con gli erogatori privati, sistema di prenotazione e pagamento più accessibile…); il potenziamento mirato di alcune attività di erogazione (vedi screening mammografico, screening per il tumore del colon-retto, ecc.).

• “I tentativi di far fronte al problema delle attese incrementando l’offerta sono falliti se non si agisce parimenti anche sulla domanda. Il solo aumento dell’offerta tende solo a incrementare la richiesta di prestazioni”. Questa affermazione dell’OMS dà l’idea di quanto superficiale sia la discussione attuale.

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7. Liste d’attesa

unico Call center e un unico Centro di prenotazione;

prenotazioni e pagamenti più snelli;

analisi dell’offerta di prestazioni.

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8. Alcuni punti specifici• La Partecipazione e Responsabilizzazione del

cittadino, degli operatori, dei professionisti sono essenziali così come la trasparenza del sistema:

– programmi di audit civico (per fare in modo che le segnalazioni dei cittadini siano utili per ridurre gli errori e per migliorare i servizi socio sanitari)

– maggior coinvolgimento degli operatori attraverso la modifica dei compiti e della composizione del Collegio di direzione e l’introduzione di ulteriori elementi di coinvolgimento e responsabilizzazione nel governo delle attività cliniche.

• I rapporti con l’Università

• Sviluppo della tecnologia della comunicazione e informazione

• La ricerca e innovazione a tutti i livelli

• Il ruolo degli erogatori privati

• Le regole del sistema e il quadro nazionale di riferimento

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Le principali misure nel breve-medio periodo

abolizione del ticket di 10 euro nelle prestazioni sanitarie; creare 7.500 posti negli asili nido pubblici e privati entro il 2013; intensificare la prevenzione sociale e sanitaria; reintroduzione del reddito di cittadinanza; integrare e qualificare gli interventi sanitari con quelli sociali; sostenere i progetti di vita indipendente e consolidare il Fondo per l’autonomia

possibile; potenziare il sistema di cure a lungo termine e di supporto alla non autosufficienza,

riclassificare le strutture protette per anziani; quest'opera va accompagnata al finanziamento dei Centri diurni, dei Centri Alzheimer e delle strutture dedicate “all’abitare sociale”;

promuovere la medicina di genere, predisporre la legge sull'invecchiamento attivo migliorare l’integrazione sociale dei cittadini stranieri: promuovere l’imprenditoria sociale: favorendo in ogni modo l’inserimento lavorativo delle persone disabili;

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Ticket• La proposta di abolizione del ticket aggiuntivo di 10 euro non è una

sparata demagogica ma una necessità assoluta per riequilibrare l’offerta di cure del nostro SSR. Con l’attuale sovra-ticket infatti qualsiasi accertamento strumentale, di laboratorio, specialistico rischia di arrivare a cifre proibitive per molte famiglie e molti ammalati: pensate che ogni ricetta produce un ticket di 46 euro! Inoltre la popolazione maggiormente esposta è quella degli adulti non ancora arrivati a 65 anni (quando si può richiedere l’esenzione dal ticket per motivi di reddito) che comprende quindi molte persone con problemi di lavoro, con il mutuo da pagare, i figli da mantenere ecc. Inoltre la nostra Regione non solo ha subito passivamente questo ulteriore tassa, ma non l’ha nemmeno graduata come hanno fatto altre Regioni cosi ché siamo all’assurdo paradosso che per molti esami il ticket è superiore al costo della prestazione! Uno studio recente dimostra che questa situazione è frequentissima è sta dirottando numerose prestazioni sul sistema privato con ulteriore danno al SSR!!! Quindi un’ingiustizia tanto palese quanto inutile per migliorare le finanze del sistema sanitario.

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• Per questi motivi nel 2007 il ticket introdotto dal governo Prodi era stato bloccato nella nostra Regione e poi, grazie anche alla nostra azione comune con le altre Regioni, in tutta Italia. Ricordo rapidamente le fasi salienti di quella vicenda:

– la legge 296/2006 introduceva il super-ticket di 10 euro su tutte le prestazioni specialistiche e di laboratorio e obbligava tutte le regioni ad adeguarsi;

– stante l’obbligo, la nostra Regione deliberava il ticket provvisoriamente introducendo nel contempo un sistema di graduazione della compartecipazione che almeno faceva si che chi effettuava prestazioni per costi inferiori al valore del ticket non fosse costretto a pagare tutto il ticket (come sta succedendo ora contrariamente a molte altre molte regioni….): vedi Delibera della GR n.235 del 8 febbraio 2007;

– nel contempo si iniziava la trattativa con Roma per la modifica della normativa fino ad arrivare alla Delibera della GR n.1231 del 25 maggio 2007 con cui si aboliva definitivamente il ticket! In quel periodo i cittadini del FVG hanno sopportato un peso minimo e di brevissima durata, grazie al pronto lavoro della nostra Regione sempre presente, contrariamente a quello che sta succedendo ora, nelle trattative nazionali importanti.

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• L’abolizione del ticket nel 2007 non ha prodotto nessun problema finanziario al SSR che ha chiuso l’esercizio in perfetto equilibrio (e con forte attivo) perché appare ovvio a tutte le persone che conoscono il SSR che un sistema di compartecipazione alla spesa è necessario e in alcuni casi anche utile,  ma non così iniquo e squilibrato (si pagano 46 euro di ticket anche per fare prestazioni che costano qualche euro!!!). Inoltre pensare di ricavare ulteriori risorse risparmiando e razionalizzando in settori dove non solo lo si può fare ma è anche utile al sistema di cure della nostra Regione è una cosa giusta e lungimirante e non usare il solito metodo di scaricare tutto sui cittadini.

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La sostenibilità economico-finanaziaria e le principali criticità

• Progressivo invecchiamento della popolazione• Aumento della patologia cronico-degenerativa• Riduzione del ruolo fornitore di cure della famiglia• Esigenza del cittadino di partecipare attivamente al

processo decisionale• Cambiamento del concetto di salute e aumento

della pressione della domanda• Modificazione degli usuali percorsi e processi

clinico-diagnostici e terapeutici e diffusione nuove tecnologie

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Se non si tiene conto dei costi assistenziali alla fine della vita si rischia di sovrastimare laspesa futura (Fuchs 1986)

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Finanziamento• L’appropriatezza al centro del sistema di offerta• Stabilità finanziaria del SSR • Reinventare il sistema di approvvigionamento, distribuzione e

logistica• Ampliamento del Fondo per la non autosufficienza: questo è il

momento di avviare una reale personalizzazione dell’assistenza per le persone anziane e non autosufficienti, anche attraverso forme di assistenza complementari da parte dei Fondi sanitari integrativi con tariffe e costi controllati, che consenta di mettere in campo nuove risorse e spinga verso modalità collettive per far fronte a grandi bisogni sociali in un Paese che invecchia, con un enorme debito pubblico che pesa sulle generazioni future.

• Mantenendo il carattere universalistico del sistema pensare a forme integrative di finanziamento (revisione LEA) e a forme di compartecipazione ispirate a criteri di equità (prestazioni non per la salute, prestazioni a rischio di inappropriatezza…), alla collaborazione con il privato

• Finanziamento investimenti infrastrutturali e tecnologici

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I tre fattori di tenuta attuali

• Avanzo di gestione precedente e fondo cassa

• Rallentamento turn over

• Sospensione senza possibilità di recupero delle procedure contrattuali del personale dipendente e convenzionato

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Spending review

“È indubitabile che quella sperimentata in questi anni dal settore sanitario rappresenti l’esperienza più avanzata e più completa di quello che dovrebbe essere un processo di revisione della spesa (spending review)”.

Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti (2012)

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9.Le risorse• semplificazione del servizio sanitario regionale e delle aziende;• attivazione della gestione unitaria e condivisa del sistema di acquisti, approvvigionamento, logistica;• sviluppo delle potenzialità offerte dalla nuova tessera sanitaria e più in

generale dai servizi offerti dalle reti informatiche;• individuazione dei nuovi criteri più equi e oggettivi nella distribuzione

dei fondi per le politiche sanitarie e sociali;• promozione dell’Health technology assessment:; disciplina tesa ad

imporre un metodo, fatto di diverse tecniche, nella valutazione, sia sul piano clinico che sul piano economico, delle possibili alternative;

• collaborazione sui grandi obiettivi di salute con l’industria;• investimento sulla risorsa umana e sulla formazione curricolare e

continua;• potenziamento del lavoro interdisciplinare e coinvolgimento dei

professionisti e degli operatori.

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Le possibili proposte per una seria spending

review 1 –Il quadro nazionale di riferimento, le “regole” nazionali, le modalità

di quantificazione del nostro contributo al risanamento generale sono negoziabili e le regioni possono contribuire a definirli: ma noi in questo quadro nazionale e nei punti chiave non ci siamo ormai da tempo.

2– Riduzione di circa 300 pl per acuti (problema ostetricia, alcuni posti chirurgici che non produrrebbero nessuna conseguenza sui LEA) e riconversione in 2 anni di 300 pl da acuti a post-acuti

3 - Definizione dei bacini di utenza per le grandi tecnologie. Ci sono molte apparecchiature costose sia dal punto di vista finanziario che da quello tecnico-scientifico sottoutilizzate o utilizzate male.

4 – Rifare immediatamente le Intese (ora convenzioni) con le Università già scadute (febbraio TS, maggio UD) in maniera da garantire il coordinamento interateneo nei programmi di formazione post-laurea e di procedere con la razionalizzazione delle funzioni assistenziale (tanti parlano a sproposito di doppioni, senza mai fare esempi: la cosa più importante per programmare con giudizio e realismo la chiusura di doppioni è l’intesa con l’Università).

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Le possibili proposte per una seria spending review

5– Avvio determinato del programma PACS (invio telematico delle immagini digitalizzate) rimasto incredibilmente al palo in questi anni

6 – Proseguire con la razionalizzazione delle funzioni diagnostiche (in particolare Laboratori): bisogna sostenere il lavoro fatto da alcuni professionisti che hanno solo bisogno della spinta finale.

7 - Sviluppo della programmazione di area vasta su specifiche funzioni: oncologia e chirurgia oncologica, cardiologia e cardiochirurgia, ortopedia e traumatologia, aree di emergenza, dialisi. Sviluppo e definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) per le più importanti malattie croniche.

8 - Revisione del prontuario terapeutico con obiettivi puntuali e realistici; lavoro di supervisione serio e indipendente sui farmaci ad alto costo in particolare oncologici, ematologici, reumatologici.

9 - Revisione delle tariffe regionali ospedaliere e specialistiche e predisposizione di accordi pluriennali con i privati in cui da una parte si da garanzia di entrata certa e quindi di investimenti per il settore privato, dall’altro si vincola una parte della quota destinata ai privati al raggiungimento di alcuni obiettivi utili al SSR.

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Le possibili proposte per una seria spending review

10 - Promozione e sviluppo della cultura della mediazione/conciliazione per le controversie in materia di responsabilità professionale, miglioramento delle coperture assicurative a carico del SSR, miglioramento delle norme giuridiche: il tutto finalizzato a limitare la medicina difensiva che ci sta facendo spendere un sacco di soldi in procedure ed esami inutili.

12 - Ridefinizione, attraverso un confronto con le categorie interessate, di criteri e modalità di utilizzo del personale medico e infermieristico: affrontare le modalità di turnazione degli infermieri; la guardia festiva e notturna di chirurghi e ortopedici; eliminare forme di semplice privilegio per alcune categorie…..

13 – Fondi integrativi: argomento non semplice, ma questo è il momento di avviare una reale personalizzazione dell’assistenza per le persone anziane e non autosufficienti, anche attraverso forme di assistenza complementari da parte dei Fondi sanitari integrativi con tariffe e costi controllati, che consenta di mettere in campo nuove risorse e spinga verso modalità collettive per far fronte a grandi bisogni sociali in un Paese che invecchia, con un enorme debito pubblico che pesa sulle generazioni future.

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Le possibili proposte per una seria spending review

14– Aggredire il sistema di approvvigionamento e logistica per conseguire economie di scala e di gamma, razionalizzando i processi tecnico-amministrativi. La soppressione del CSC ha fatto perdere milioni di euro di mancati risparmi ma soprattutto ha arrestato la volontà di approfondire, innovare e aggredire il complesso mercato degli approvvigionamenti in sanità.

15 – riprendere in mano in maniera seria il programma di investimenti (DGR 901/2006): stiamo perdendo soldi da Roma, buttando via soldi su progetti che avranno ritardi e aumenti di spese incredibili (vedi PN) e che molto probabilmente quando saranno realizzati non risponderanno alle esigenza del sistema. Riprendere in mano il sistema informativo e della comunicazione del SSR.

16- Investimenti sulla prevenzione: se mirati e ben programmati portano a risultati sicuri anche in termini economici.

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Spending review• rinegoziare su scala nazionale; • ridurre e riconvertire posti letto; • definire bacini d'utenza per le grandi attrezzature;• rifare le Intese; rivedere le convenzioni con le Università • avviare il programma PACS; invio telematico delle immagini digitalizzate• razionalizzare le funzioni diagnostiche; • sviluppare la programmazione di area vasta; • revisionare il prontuario terapeutico; • revisionare le tariffe; • promuovere la cultura della mediazione/conciliazione; • ridefinire i criteri di utilizzo del personale; • personalizzare l'assistenza;• organizzare un sistema efficace di approvvigionamento e logistica;• programmare gli investimenti; • investire sulla prevenzione

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Disavanzi cumulati nel periodo 2001-2008

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Conclusioni e proposta1- La sanità deve restare pubblica:ciò non pregiudica

l’apporto della componente privata profit e la diffusione di una vera sussidiarietà con il settore no profit.

2- Le politiche sociali non possono essere smembrate a

livello di direzione politica: l’Assessorato competente deve mantenere tutte le deleghe in materia sanitaria e sociale (vedi sistema informativo, vedi investimenti)

3- Le politiche per la salute e la cittadinanza sociale sono fondate sull’integrazione: vanno ripristinate pertanto le norme sulla partecipazione attiva degli Enti locali alla programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale. Vanno semplificate le attuali Conferenze dei sindaci e rafforzato il sistema di delega responsabile.

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4 - E’ indispensabile il rafforzamento delle cure primarie e il consolidamento del Distretto sociosanitario. Bisogna prevedere in legge almeno 3 cose: la sperimentazione dell’assistenza h 24, il coinvolgimento dei MMG nel governo territoriale, la responsabilità del Distretto nella gestione dei percorsi di continuità assistenziale, nei Pdz e nella gestione delle strutture intermedie e protette. E’ dannoso prevedere in legge obblighi relativi alla distrettualizzazione e assolutamente disastroso far cessare la coincidenza Distretti-Ambiti. Al massimo la proposta di legge può contenere una delega alle Aziende sanitarie per ritoccare alcuni distretti previa intesa con le Assemblee distrettuali dei Sindaci, mantenendo sempre la coincidenza socio-sanitaria.

5- L’area vasta è la sede della programmazione operativa in particolare per le funzioni ospedaliere. L’esperienza di questi anni dimostra che la programmazione operativa non si riesce a fare con troppi confini aziendali. La proposta di 1 azienda territoriale con dentro gli ospedali di rete per ogni area vasta appare quanto mai la più equilibrata, realizzabile e utile. E’ necessario mantenere l’osmosi diretta tra H di rete e territorio. Per ogni area vasta rimane un’ azienda ospedaliera o ospedaliero universitaria. Si distribuiscono meglio le funzioni ospedaliere e la loro attività, funziona meglio la logistica, si organizzano meglio i posti letto e si rafforza il territorio.

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6 - Il sistema degli acquisti, approvvigionamento e logistica va aggredito come uno dei nodi strategici per la sostenibilità futura ( amministrazione, finanza, assicurazioni, locazioni, utenze, appalti, consulenza fiscale, approvvigionamento e logistica,risorse umane e sistemi informativi, farmaci e dispositivi medici ad alto costo….)

7- I dati epidemiologici prodotti dal SSR non sono a sè stanti, ma servono per far crescere il sistema di prevenzione ambientale della nostra Regione. L’azione di contrasto sarà affidata ad un sistema integrato che vede attori oltre al SSR, IRCCS, l’ARPA, gli Enti Locali e le Università.

9 - Utile la modifica del Collegio di Direzione, le re-introduzione dell’audit civico per poter essere ancora più vicini agli operatori e ai cittadini.

10 -La spinta alla ricerca e alla collaborazione con l’Università, in particolare nella programmazione del fabbisogno formativo del SSR e nella formazione post laurea: la Regione promuove e incentiva l’integrazione funzionale dei due Atenei di Trieste e Udine. In particolare riguardo alla formazione specialistica e post-laurea, vengono privilegiati i programmi inter-ateneo.

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12-Il concentrarci sulla sanità come sistema di protezione sociale nulla toglie all’importanza che la sanità sia vista anche sotto il profilo industriale

13-Il sistema di welfare della nostra Regione non ha bisogno di conservatorismo e chiusura, ma di innovazione: ma questa si fa in maniera documentata, trasparente, competente e non a slogans.

Solo così si garantisce innovazione e stabilità del sistema

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Conclusione: molti numeri ma …

“alla Conservatoria interessa sapere solo

quando nasciamo, quando moriamo e

poco più, se siamo rimasti vedovi, se ci

siamo risposati; per le Conservatorie è

indifferente se, in tutte queste vicende,

siamo stati felici o infelici”

J Saramago, Tutti i numeri

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Mortalità generale per tutte le cause

ass 1 1,049891ass 2 1,004797ass 3 1,126619ass 4 0,992027ass 5 0,990462ass 6 0,925696

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