Spocchier e il cagnolino che voleva tanto

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K-Lab Education Elisa Bottignolo 388 1642198 [email protected] www.klab-education.it C.F. BTTLSE81M41L565P P.I. 04646320285 RACCONTO PER BAMBINI Spocchier – il bambino che pensava di sapere sempre tutto – e il cagnolino che voleva tanto Come forse già saprete, Spocchier era un bambino che pensava di sapere sempre tutto. Quella mattina Spocchier aveva tantissimo sonno. La maestra parlava e parlava e lui pensava solo a quanto sarebbe stato bene sotto le sue coperte con quel cane di peluche che, da quando è nato, tutte le notti gli fa compagnia. OPS!!!!!!Questo forse non dovevo dirlo perché Spocchier, che un po’ si vergogna di dormire con un cane di peluche, vuole che i suoi amici lo pensino forte e coraggioso e di sicuro non vorrebbe mai far sapere ai bambini della sua classe che senza quel cane di peluche gli incubi sono dietro l’angolo e proprio non se ne parla di dormire. Chissà…quel cane di peluche forse sarà magico, fatto sta che quando Spocchier lo stringe a sé prima di addormentarsi, è praticamente sicuro che niente gli potrà mai succedere. Spocchier ricorda ancora bene quando aveva quattro anni e aveva appoggiato il cane di peluche su un tavolino del bar centro commerciale dimenticandoselo: quanta paura, vero terrore. Poi, per fortuna, nonna Adele aveva rovesciato sotto sopra tutti i negozi del centro commerciale e, a dirla proprio tutta, anche le persone che ci lavoravano dentro, fino a trovare il cagnolino…un vero e proprio lavoro da investigatrice privata: ha passato a tappeto bar, supermercato, negozio dei vestiti, negozio delle scarpe, negozio dei fiori. Che sollievo per Spocchier quando nonna Adele ha suonato il campanello di casa con il cagnolino di peluche in mano! Da quel giorno nonna Adele è diventata un’eroina. Spocchier era appoggiato al suo banco con la testa tra le mani e pensava proprio al suo adorato cagnolino di peluche quando le parole della maestra si fecero finalmente interessanti: “Allora bambini un po’ d’attenzione! A casa ho quattro cuccioli che vorrebbero trovare una famiglia. Parlatene con i vostri genitori e poi fatemi sapere se qualcuno di voi è interessato ad averne uno!”. “Un cucciolo vero?” - pensò Spocchier - Uno con i peli veri? Di quelli che abbaiano, sbavano, giocano, corrono…insomma un cucciolo tutto per me?”. Quando Spocchier immaginò le sue corse sul prato insieme al nuovo amico a quattro zampe e tutti i giochi che avrebbero potuto fare insieme, il fatto di dover prima chiedere il permesso ai suoi genitori passò completamente in secondo piano. Spocchier, che sapeva sempre tutto, pensò che ormai la decisione era presa e che presto avrebbe portato a casa un cucciolo vero! Del resto, chi avrebbe mai avuto il coraggio di restituirlo…e poi, cosa ci voleva per prendersi cura di un cagnolino! I grandi, pensò Spocchier, fanno sempre tante storie e usano sempre quella parola: responsabilità; la usano quando parlano di scuola, di amici, di sport, insomma la usano un po’ dappertutto come il prezzemolo e poi chi ha mai capito di cosa si tratta davvero! Il giorno successivo Spocchier andò dalla sua maestra e le disse che i genitori gli avevano dato il permesso di portare a casa uno dei quattro cuccioli. La maestra all’inizio disse a Spocchier di voler parlare personalmente con i suoi genitori, ma poi si lasciò convincere dalle parole affettuose di Spocchier e da quel suo testone grande e luminoso che la guardava con gli occhi spalancati. E così, un cagnolino a macchie arrivò tra le braccia di Spocchier quel pomeriggio stesso: al suono della campanella la maestra consegnò il cucciolo al suo nuovo padrone.

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Responsabilità: quante volte abbiamo provato a spiegare ai nostri bambini cosa vuol dire. Spocchier lo scoprirà grazie al suo nuovo amico: il cagnolino Macchietta.

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RACCONTO PER BAMBINI

Spocchier – il bambino che pensava di sapere sempre tutto – e il cagnolino che voleva tanto

Come forse già saprete, Spocchier era un bambino che pensava di sapere sempre tutto. Quella mattina Spocchier aveva tantissimo sonno. La maestra parlava e parlava e lui pensava solo a quanto sarebbe stato bene sotto le sue coperte con quel cane di peluche che, da quando è nato, tutte le notti gli fa compagnia.

OPS!!!!!!Questo forse non dovevo dirlo perché Spocchier, che un po’ si vergogna di dormire con un cane di peluche, vuole che i suoi amici lo pensino forte e coraggioso e di sicuro non vorrebbe mai far sapere ai bambini della sua classe che senza quel cane di peluche gli incubi sono dietro l’angolo e proprio non se ne parla di dormire. Chissà…quel cane di peluche forse sarà magico, fatto sta che quando Spocchier lo stringe a sé prima di addormentarsi, è praticamente sicuro che niente gli potrà mai succedere. Spocchier ricorda ancora bene quando aveva quattro anni e aveva appoggiato il cane di peluche su un tavolino del bar centro commerciale dimenticandoselo: quanta paura, vero terrore. Poi, per fortuna, nonna Adele aveva rovesciato sotto sopra tutti i negozi del centro commerciale e, a dirla proprio tutta, anche le persone che ci lavoravano dentro, fino a trovare il cagnolino…un vero e proprio lavoro da investigatrice privata: ha passato a tappeto bar, supermercato, negozio dei vestiti, negozio delle scarpe, negozio dei fiori. Che sollievo per Spocchier quando nonna Adele ha suonato il campanello di casa con il cagnolino di peluche in mano! Da quel giorno nonna Adele è diventata un’eroina.

Spocchier era appoggiato al suo banco con la testa tra le mani e pensava proprio al suo adorato cagnolino di peluche quando le parole della maestra si fecero finalmente interessanti: “Allora bambini un po’ d’attenzione! A casa ho quattro cuccioli che vorrebbero trovare una famiglia. Parlatene con i vostri genitori e poi fatemi sapere se qualcuno di voi è interessato ad averne uno!”. “Un cucciolo vero?” - pensò Spocchier - “Uno con i peli veri? Di quelli che abbaiano, sbavano, giocano, corrono…insomma un cucciolo tutto per me?”. Quando Spocchier immaginò le sue corse sul prato insieme al nuovo amico a quattro zampe e tutti i giochi che avrebbero potuto fare insieme, il fatto di dover prima chiedere il permesso ai suoi genitori passò completamente in secondo piano. Spocchier, che sapeva sempre tutto, pensò che ormai la decisione era presa e che presto avrebbe portato a casa un cucciolo vero! Del resto, chi avrebbe mai avuto il coraggio di restituirlo…e poi, cosa ci voleva per prendersi cura di un cagnolino! I grandi, pensò Spocchier, fanno sempre tante storie e usano sempre quella parola: responsabilità; la usano quando parlano di scuola, di amici, di sport, insomma la usano un po’ dappertutto come il prezzemolo e poi chi ha mai capito di cosa si tratta davvero!

Il giorno successivo Spocchier andò dalla sua maestra e le disse che i genitori gli avevano dato il permesso di portare a casa uno dei quattro cuccioli. La maestra all’inizio disse a Spocchier di voler parlare personalmente con i suoi genitori, ma poi si lasciò convincere dalle parole affettuose di Spocchier e da quel suo testone grande e luminoso che la guardava con gli occhi spalancati. E così, un cagnolino a macchie arrivò tra le braccia di Spocchier quel pomeriggio stesso: al suono della campanella la maestra consegnò il cucciolo al suo nuovo padrone.

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Spocchier si ritrovò con un cagnolino vero all’entrata della scuola. Pochi minuti dopo arrivò mamma e, come al solito, parcheggiò l’auto e scambiò qualche parola con le altre mamme: “Veronica, mia figlia mi ha detto che Spocchier ha adottato uno dei cuccioli della maestra e che lo porterà a casa già oggi! Molto coraggioso da parte vostra prendersi la responsabilità di un cucciolo dal momento che siete tutti molto impegnati”. Prima di correre dalla mamma, Spocchier si fermò ad ascoltare le chiacchiere dei genitori e pensò: “E rieccola! Ancora questa parola! Responsabilità…ci avrei giurato che qualcuno l’avrebbe detto prima di sera”. Quando la mamma di Spocchier si voltò e lo vide con il cucciolo in braccio diventò rossa fuoco in viso e ci mancò davvero poco che non le uscisse il fumo dalle orecchie. Non disse una parola, aprì la portiera della macchina e fece salire Spocchier.

“Pensi di sapere sempre tutto vero? Uno: hai detto una grave bugia alla tua maestra dicendo che avevi il nostro permesso. Due: hai preso in giro mamma e papà e per questo avrai un castigo molto severo che deciderò insieme a papà questa sera. Tre: un cane vero non è un cane di peluche. Un cane vero va pulito, educato e amato come una persona. Pensi di sapere come si fa a fare tutte queste cose?”. Spocchier dentro di sé sorrideva perché pensava che la mamma avrebbe già restituito il cucciolo se non avesse voluto tenerlo…era fatta! E poi cosa poteva mai volerci? Con i cani basta giocare, poi si ricordava di aver visto alla tv che al resto pensano tutto da soli.

Quella sera mamma e papà parlarono a lungo della punizione di Spocchier e se tenere o meno il cucciolo. Anche nonna Adele disse la sua sparecchiando la tavola: "Se teniamo il cucciolo, Spocchier forse imparerà che non è così facile prendersi cura di qualcuno e che, anche se pensa di sapere tutto, deve imparare molte cose sugli animali e sull’amicizia, anche a fare delle rinunce". Mamma e papà non erano del tutto convinti ma alla fine il cucciolo poté restare. Spocchier ebbe una punizione memorabile: niente computer, tv, amichetti al parco, praticamente in esilio fino a data da destinarsi.

Spocchier non era affatto triste, avrebbe fatto di tutto per tenere il suo cucciolo. I primi giorni furono indimenticabili ma ben presto le cose cambiarono: il cagnolino abbaiava di frequente, mordicchiava scarpe e magliette preferite di Spocchier e rubava l’attenzione di mamma e papà, sempre a fargli un milione di coccole.

Così nonna Adele, che aveva capito che qualcosa non andava, tra un bicchiere di latte al cacao e una fetta di torta chiese a Spocchier: “Con il tuo cagnolino nuovo va tutto bene?”. Spocchier soffiò: “Sì..sì..sì. Solo che abbaia e non capisco cosa vuole e poi la mamma la sera prende lui in braccio invece che guardare i miei compiti. E poi c’è tantissima pipì da pulire in camera mia ma nessuno lo fa, mamma e papà fanno finta di non vederla ma non ha un buon odore…”. “Accidenti Spocchier! Con quel testone, pensavo sapessi che i cagnolini abbaiano per dirci qualcosa, per esempio che hanno fame e sete – ti sei ricordato di dargli le cose giuste da mangiare e non solo le porcherie che mangi spesso tu? Oppure vogliono dirci che hanno bisogno di uscire perché non credo proprio che a loro piacciano i video giochi, o almeno non solo. E poi pensavo sapessi che un cucciolo va istruito, gli si deve insegnare dove fare la pipì e bisogna avere anche parecchia pazienza, del resto lo hanno insegnato anche a te quando avevi circa due anni. E ancora, pensavo sapessi che un cucciolo è parte della famiglia e che quindi tutti gli vorranno bene e che dovrai imparare a dividere con lui gli spazi e l’amore delle persone a te care e dovrai anche imparare a pensare a lui quando non ne hai proprio tanta voglia. Insomma, avere un cucciolo richiede anche qualche piccolo sacrificio ma ben ripagato secondo me, richiede responsabilità”.

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Spocchier si fece serio e salì in camera, ancora quella parola. Cercò il suo cucciolo ma era scomparso. Lo ritrovò dopo qualche ora che correva nel parco insieme ad altri bambini. Quando lo vide fu felice e sollevato e lo riportò a casa: “Piccolo cane disobbediente - gli disse – io sapevo tutto quello che volevi dirmi. Sei fortunato ad avere Spocchier come padrone…prometto che ti laverò, ti insegnerò tante cose e ti darò da mangiare cose buone…però un po’ di mamma stasera me la devi lasciare!!!Capito??????Spocchier, il tuo super padroncino, è molto responsabile sai????Macchietta sei proprio un cagnolino adatto a me…! Anche io sono un disobbediente, ma alla fine tutti mi vogliono bene lo stesso…”.

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