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AREA FUNZIONALE DEL TERRITORIO Settore Tutela Ambiente C.so Nizza, 21 12100 Cuneo S.P.E.M.E S.r.l Sede legale: Reg. Pilone Rocche n. 35 12020 Venasca (CN) P.IVA: 00170090047 Sede operativa: Regione Pilone Rocche, n° 35 Comuni di Venasca e Piasco (CN) PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RECUPERO AMBIENTALE DEL SITO DI DISCARICA PER RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI SITA NEI COMUNI DI PIASCO E VENASCA (CN) IN LOCALITA' "PILONE ROCCHE". PIANO DI GESTIONE La vista "interna" del sito di discarica, dicembre 2014. Ottobre 2015 Gruppo di progettazione Coordinamento: ing. Francesco Melidoro Collaboratori: ing. Guido Anelli dott. Michele Melidoro geol. Michele Cima geom. Enrico Magnano p.i. Roberto Contotto

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AREA FUNZIONALE DEL TERRITORIO

Settore Tutela Ambiente C.so Nizza, 21 – 12100 Cuneo

S.P.E.M.E S.r.l Sede legale:

Reg. Pilone Rocche n. 35

12020 Venasca (CN)

P.IVA: 00170090047

Sede operativa:

Regione Pilone Rocche, n° 35

Comuni di Venasca e Piasco (CN)

PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RECUPERO AMBIENTALE DEL SITO DI DISCARICA PER

RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI SITA NEI COMUNI DI PIASCO E VENASCA (CN) IN

LOCALITA' "PILONE ROCCHE".

PIANO DI GESTIONE

La vista "interna" del sito di discarica, dicembre 2014.

Ottobre 2015

Gruppo di progettazione

Coordinamento: ing. Francesco Melidoro

Collaboratori: ing. Guido Anelli

dott. Michele Melidoro

geol. Michele Cima

geom. Enrico Magnano

p.i. Roberto Contotto

PIANO DI GESTIONE

1. LE MODALITÀ DI GESTIONE DELL’IMPIANTO

1.1 Procedure per l’accettazione dei rifiuti conferiti

L’Ente gestore dell’impianto (S.P.E.M.E. S.r.l.) è responsabile dello svolgimento delle

attività connesse con lo stoccaggio definitivo dei rifiuti in discarica che si svolgono

all’interno e nei pressi dell’impianto, ma mai sui bordi.

Sono state comunque prese tutte le precauzioni per evitare la perdita accidentale o

l’abbandono di rifiuti nei pressi dell’impianto o durante le fasi ed operazioni di scarico

autorizzate.

I rifiuti conferiti all’impianto vengono visionati dagli addetti; se accettati come

corrispondenti alle tipologie previste, saranno sottoposti a pesatura previo controllo del

formulario di identificazione.

I mezzi di trasporto su precisa ed esplicita indicazione dei responsabili potranno poi

scaricare nella zona operativa dell’impianto, ma mai sui bordi.

I veicoli in uscita vengono obbligatoriamente sottoposti alle procedure amministrative

necessarie per la quantificazione dei rifiuti conferiti e, in relazione alla tipologia del rifiuto

conferito e alle condizioni meteorologiche, alle operazioni igieniche di decontaminazione

(lavaggio ed eventuale rimozione di materiali incastrati nel mezzo).

Si precisa che l’accettazione dei rifiuti all’impianto è subordinata alle verifiche e ai

controlli analitici di laboratorio che vengono effettuati dai tecnici del laboratorio Gem

Chimica di fiducia del gestore sui materiali conferiti dalla ditta produttrice.

1.2 La metodologia adottata per lo smaltimento dei rifiuti e la coltivazione

dell'impianto.

I rifiuti autorizzati allo smaltimento dal gestore vengono posizionati all’interno

dell'invaso su una superficie la meno estesa possibile e su strati con un’altezza media di

1,5 2,20 m circa cadauno; al di sopra dello strato dei rifiuti si provvede, per il loro

ricoprimento, al posizionamento di materiale naturale di spessore non inferiore a 20 cm. Il

riempimento di ogni strato viene avviato lungo il lato corto per progredire gradatamente

in avanti e verso l’alto, in maniera di arrivare quanto prima al piano finale; ciò allo scopo

di poter iniziare quanto prima le opere di recupero della superficie.

Il personale addetto è periodicamente formato ed addestrato in merito ai seguenti aspetti:

misure operative gestionali;

misure igieniche dell’impianto;

misure igieniche e sanitarie di carattere personale;

misure per affrontare condizioni di emergenza.

I mezzi meccanici impiegati per la gestione riguardano essenzialmente:

1 compattatore Caterpillar 836 idoneo allo spandimento e alla compattazione dei

rifiuti;

1 pala gommata Hitachi LX 210 idonea per il caricamento e il trasporto degli inerti

nell’area di cantiere;

2 escavatori Fiat: Hitachi 200 e Hitachi 280 per spandimento giornaliero materiale

inerte sui rifiuti;

1 escavatore Doosan 340;

1 trattore Fiat 1100;

1 autocarro Astra BM304 (3 assi) per il trasporto dei materiali;

1 autocarro Fiat 330 (3 assi) per il trasporto degli inerti;

1 escavatore mini Komatsu;

1 muletto Ausa;

1 mezzo d'opera Iveco Eurotrakker.

Trattandosi di rifiuti con contenuto alto di umidità ( 100%) non si sono mai verificati nè si

possono manifestare fenomeni di inquinamento delle aree limitrofe all’impianto legate al

trasporto eolico.

Il percolato prodotto viene accumulato all’interno di due vasche di accumulo in c.a. a

tenuta stagna di capacità cadauna pari a 330 mc per il successivo trattamento chimico

fisico e biologico.

Sotto tal profilo occorre ribadire che non vi é né vi potrà essere battente idraulico di

percolato sul fondo della discarica, posto che le pompe che rilanciano il percolato nelle

suddette vasche di accumulo esterne alla discarica sono posizionate all’interno del pozzo

di raccolta, in posizione più depressa rispetto al piano d’imposta della discarica: esse,

quindi, consentono di assolvere in pieno alla funzione prescritta dal p.to 2.3 dell’allegato 1

del d.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 in ordine alla quale il “sistema di raccolta del percolato deve

essere progettato e gestito in modo da minimizzare il battente idraulico sul fondo della discarica al

minimo compatibile con i sistemi di sollevamento e di estrazione”.

1.3 Tipologia dei rifiuti ammessi in discarica.

Le tipologie dei rifiuti ammessi in discarica sono i seguenti:

RIFIUTI AUTORIZZATI CODICE C.E.R.

Scarti di ghiaia e pietrisco 01.04.08

Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra 01.04.13

Fanghi derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta 03.03.05

Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti e cartone 03.03.07

Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati 03.03.08

Fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio 03.03.09

Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati

dai processi di separazione meccanica 03.03.10

Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla

voce 03.03.10 03.03.11

1.4 Le caratteristiche dei rifiuti smaltiti e dei terreni utilizzati come copertura

giornaliera.

I rifiuti che vengono conferiti in discarica sono accompagnati da un formulario che li

individua, specificando il produttore e/o detentore, il destinatario, il trasportatore, le

caratteristiche del rifiuto, la destinazione, le modalità e il mezzo di trasporto.

Per l’ammissibilità e la caratterizzazione dei rifiuti in discarica, il gestore si avvale del

laboratorio GEM CHIMICA S.n.c. di Busca (Cn).

I rapporti di prova per la determinazione delle concentrazioni vengono effettuate secondo

i dettami del d.lgs. n. 36 del 13/01/03 e della tabella 5 del decreto ministeriale 27/09/2010,

pubblicato sulla G.u. n. 281 del 01/02/2010 (limiti nell'eluato per rifiuti non pericolosi).

Anche il terreno utilizzato come infrastrato viene preliminarmente sottoposto ad analisi

chimiche e chimico-fisiche in conformità alla tabella 4.1, allegato 4, del decreto 10 agosto

2012, n. 161.

Dai rapporti sino ad oggi elaborati e prodotti agli Enti di controllo (Provincia di Cuneo e

Arpa) arrivano precise informazioni e garanzie sulla “non pericolosità dei rifiuti” che

sono stati smaltiti in discarica.

Sui rifiuti in ingresso dei produttori vengono da ultimo determinati altresì i rispettivi

poteri calorifici inferiori. In particolare nell'anno 2014 i valori del PCI sui rifiuti in ingresso

sono stati i seguenti:

DENOMINAZIONE CARTIERA

RAPPORTO DI PROVA N.

DATA POTERE CALORIFICO INFERIORE (KJ/Kg)

BURGO GROUP SPA 307/14 24/10/2014 2.687

4.206/14 18/07/2014 < 700 COLOGNO SPA 3.164/14 05/06/2014 6630

844/14 19/02/204 8.367 VALLI SPA 608/14 10/02/2014 7.177

4.209/14 18/07/2014 19.840 SONOCO ALCORE DE MOLLI SRL

4.208/14 18/07/2014 7.110

607/14 10/02/2014 5.741 TIVOLI SPA 4.205/14 18/07/2014 11.996

306/14 24/01/2014 1.263

4.210/14 18/07/2014 < 700

305/14 24/01/2014 12.058 TORRE MONODVI' SPA 4.961/14 18/08/2014 7.180

304/14 24/01/2014 6.163 ADDA SPA 4.211/14 18/07/2014 5.893

308/14 24/01/2014 7.756 BOSCO MARENGO SPA 4.207/14 18/07/2014 24.528

309/14 24/01/2014 12.365 CONFALONIERI SPA 494/14 04/02/2014 2.094 VESCOVO ROMANO 6888/14 28/10/2014 6.862 SMITH PACKAGING SPA 303/14 24/01/2014 < 700 R. REGUZZONI 7.185/14 07/11/2014 21.504

1.5 Le quantità dei rifiuti smaltiti

Nell’anno 2014 presso l’impianto di “Pilone Rocche” sono state smaltite le seguenti

quantità:

RIFIUTI AUTORIZZATI

CODICE C.E.R.

QUANTITA’ (espresse in tonn.)

Scarti di ghiaia e pietrisco 01.04.08 -

Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra 01.04.13 -

Fanghi derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta

03.03.05 -

Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti e cartone

03.03.07 53.636,300

Scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati

03.03.08 -

Fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio 03.03.09 -

Scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica

03.03.10 721,110

Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 03.03.10

03.03.11 14.486,560

Sommano 68.843,970

2. SULLA DETERMINAZIONE VOLUMETRIA RESIDUA DISPONIBILE.

Per determinare la volumetria residua disponibile teorica, al netto cioè del volume dovuto

ai cedimenti di compattazione, di consolidazione secondaria e a quelli dovuti alla posa in

opera dello strato di copertura finale, Speme Srl procede ad effettuare semestralmente un

rilievo plano-altimetrico spinto in altezza sino alla quota massima di copertura finale

autorizzata.

L'ultimo rilievo plano-altimetrico é stato eseguito con GPS marca Geomax, doppia

frequenza, partendo dal caposaldo individuato con un chiodo fisso alla quota 570,720

m.s.l.m.

La strumentazione della postazione di base del GPS e l'individuazione del caposaldo fisso.

L'ubicazione del caposaldo a quota 570,720 m.s.l.m.

Esso ha interessato tutto l'ambito della discarica comprendendo anche una fascia esterna

all'invaso.

Dal rilievo é possibile inoltre tracciare delle sezioni rappresentative dell'intera area

investigata su cui riportare i profili dello stato di fatto e quello di progetto autorizzato.

3. IL MONITORAGGIO DELLE MATRICI AMBIENTALI.

3.1 Considerazioni preliminari.

Preliminarmente occorre riferire che in merito alla struttura degli acquiferi e alla

circolazione idrica nel sottosuolo e in superficie e, in particolare alle orientazioni e alla

natura delle fratture presenti negli ammassi rocciosi, gli ordini di grandezza della

conducibilità idraulica "misurata in superficie" per i seguenti litotipi affioranti dell'area,

secondo l'elaborazione dei dati geostrutturali raccolti in sito dagli Autori di cui al capitolo

precedente, sarebbero i seguenti:

10-7 ÷ 10-8 m/s per le serpentiniti;

10-9 ÷ 10-10 m/s per i micascisti e i calcescisti.

Le "misurazioni in profondità", sempre secondo i citati Autori, portano, invece, ad una

costante riduzione dei valori di conducibilità idraulica di uno o due ordini di grandezza

rispetto a quelli osservati in superficie. Questo fenomeno, che avviene naturalmente nei

primi metri di profondità, evidenziato anche in studi effettuati in vallate limitrofe, è

spiegato come "effetto del progressivo ripulimento delle fratture da parte dei prodotti di

alterazione delle rocce affioranti, veicolati dall'acqua durante il suo movimento".

Si è, insomma, in presenza di ammassi rocciosi che delimitano serbatoi idrici modesti, con

un volume d'acqua immagazzinato dai sistemi acquiferi fessurati generalmente ridotto. Si

può, infatti, affermare che "la pioggia che cade sul bacino, non alimenta acquiferi del substrato

cristallino"; esso mostra, piuttosto, la tendenza a defluire rapidamente nel denso reticolo

idrografico o ad essere drenata dalla coltre dei depositi quaternari superficiali.

In sintesi, in merito alla circolazione idrica nel sottosuolo, possiamo osservare che la coltre

delle "alteriti" superficiali può contenere degli accumuli d'acqua, i quali per loro natura

tendono a svuotarsi velocemente nei mesi siccitosi attraverso le numerose sorgenti che

orlano i loro bordi.

3.2 Sulle metodiche di rilevamento adottate.

In ottemperanza a quanto prescritto dall'allegato tecnico 2 - piano di monitoraggio e

controllo - di cui alla citata autorizzazione Suap , Speme Srl in data 24/07/2013 ha

trasmesso alla Provincia di Cuneo e all'Arpa le metodiche di rilevamento che si intendono

adottare ai fini degli autocontrolli delle acque sotterranee, superficiali e di ruscellamento,

del percolato, delle emissioni da discarica, dei dati meteo, del bilancio di materia, dei

rifiuti in ingresso, sui rifiuti in ingresso, sui materiali da utilizzare come copertura

infrastrato, sul trattamento del percolato, sull'utilizzo dell'acqua e dell'energia e, infine,

sulle emissioni sonore.

A tali metodiche occorre dunque fare riferimento per un'analisi di dettaglio.

3.3 Il monitoraggio delle acque.

Premesso quanto riportato nel capitolo precedente, si rileva come annualmente vengono

prodotti per ogni trimestre i rapporti di analisi riferiti alle acque relative al piezometro n.

1, piezometro n. 2, acqua di pozzo(area servizi), al percolato, al rio Serravalle, alle acque di

ruscellamento superficiali lato Piasco e Venasca.

Dai certificati delle analisi chimico-fisiche redatte per il 2014 e riferite alle acque

sotterranee, si é constatato come tutti i valori dei parametri esaminati rientrassero

ampiamente sia nei limiti fissati dalla tab. 2 dell'allegato 5 alla parte IV del d.lgs. 152/06,

G.u. n. 88 del 14/04/2006, sia in quelli di soglia di attenzione (tab. B dell’allegato tecnico 2

dell’autorizzazione integrata ambientale e dal provvedimento provinciale n. 553/2011).

Anche per il percolato tutti i valori dei parametri esaminati per l'anno 2014 sono risultati

raffrontabili con quelli fissati dalla tab. 3 dell'allegato 5 alla parte III del d.lgs. 152/06, G.u.

n. 88 del 14/04/2006.

Relativamente al pozzo ad uso ufficio ed officina, il consumo annuo uffici (dicembre 2014 -

dicembre 2013) è risultato pari a 111 mc, mentre quello medio giornaliero é risultato pari a

circa 0,30 mc/d; il consumo annuo officina è stato invece pari a 373 mc, quello medio

giornaliero è risultato pari a circa 1,02 mc/d.

3.4 Il monitoraggio delle emissioni. Circa le emissioni in atmosfera relative alle esalazioni del biogas e alla qualità dell’aria,

precise rassicurazioni in merito all’assenza di odori caratteristici di rifiuti arrivano dalle

letture mensili eseguite dalla Speme con apposita attrezzatura. Dette misurazioni hanno

confermato la non rilevabilità di idrogeni solferati (H2S) e ammoniaca (NH3) in tutti i punti

osservati sia sotto che sopra vento

Anche in ordine alla produzione del biogas è stata osservata l’assenza di impatto olfattivo

sull’ambiente circostante.

Dal mese di settembre 2013 è iniziato un periodo di prova sperimentale per i pozzi n.ri 6, 7

e 8 (unici punti di esalazione dotati di flusso) con l'applicazione di n. 3 biofiltri per

l'eventuale abbattimento di CH4.

I biofiltri in dotazione ai pozzi 6, 7 e 8.

I valori in ingresso e in uscita dai suddetti biofiltri sono i seguenti:

DATA RILIEVO

POZZO N° 6 POZZO N° 7 POZZO N° 8 Ingresso

filtro Uscita filtro

Ingresso filtro

Uscita filtro

Ingresso filtro

Uscita filtro

Anno 2013

30.09.2013 44,7 0,0 16,0 0,0 45,6 0,0

31.10.2013 45,3 1,4 14,4 0,0 46,7 0,0

29.11.2013 46,3 0,0 12,7 0,9 47,2 0,0

27.12.2013 43,2 2,3 12,9 0,0 46,6 0,0

31.01.2013 44,2 1,4 40,1 2,6 44,7 0,4

Anno 2014

31.01.2014 44,2 1,4 40,1 2,6 44,7 0,4

28.02.2014 45,9 3,6 37,4 2,2 45,8 0,0

31.03.2014 46,2 0,5 41,5 3,2 45,1 0,3

30.04.2014 46,5 0,3 46,4 2,6 43,5 1,9

30.05.2014 44,5 2,1 46,3 1,6 45,8 1,6

30.06.2014 45,0 1,5 44,0 0,3 42,3 4,1

Nel mese di luglio 2014 sono stati applicati ai pozzi n. 2 e 10 i biofiltri per l'abbattimento eventuale del CH4 Data rilievo Pozzo 2 Pozzo 6 Pozzo 7 Pozzo 8 Pozzo 10 31.07.2014 48,1 - 12,8 45,1 - 06,8 45,7 - 1,5 45,5 - 1,5 44,5 - 12,2

29.08.2014 38,6 - 8,1 46,1 - 2,4 45,2 - 1,6 44,0 - 3,5 46,2 - 13,1

30.09.2014 11,6 - 0,9 44,5 - 1,2 46,6 - 1,7 45,2 - 9,6 44,1 - 2,0

31.10.2014 6,8 - 1,2 45,8 - 2,5 45,5 - 7,2 43,9 - 9,4 44,8 - 2,5

Nel mese di novembre 2014 é stato applicato anche al pozzo n. 3 il biofiltro per l'abbattimento eventuale del CH4 Data rilievo Pozzo 2 Pozzo 3 Pozzo 6 Pozzo 7 Pozzo 8 Pozzo 10

28.11.2014 10,4 - 1,4 43,7 - 8,1 43,2 - 3,1 44,6 - 2,1 45,6 - 1,1 44,8 - 2,1

30.12.2014 20,1 - 3,0 44,0 - 2,4 43,6 - 2,0 45,1 - 1,7 44,3 - 1,6 44,1 - 3,0

Sulla base delle osservazioni delle recenti indagini svolte dal consulente Speme (Emendo

s.r.l.) e convalidate dai rilievi svolti dai tecnici Arpa, si conferma che le modeste quantità

di biogas osservate rendono difficile l’applicazione di un impianto di aspirazione

forzata e termo-combustione controllata. Si ricorda infatti che gli impianti più piccoli

hanno una portata minima di 100 – 150 Nm3/h di biogas LFG50 e che il limite minimo

standard di metano per assicurare una adeguata combustione in torcia corrisponde al 25-

30%.

Come evidente la combustione presso una torcia ad alta temperatura (>850°C conforme al

d.lgs. 36/03) è garantita solo con una concentrazione di metano superiore al 30%.

Poiché la dotazione di fiaccole statiche (piccole torce senza aspirazione forzata da

posizionarsi sui pozzi) è da sconsigliarsi in quanto la combustione svolta è incompleta

(basse temperature e basse turbolenze) ed il rischio rappresentato dalle fiamme libere

delle fiaccole è sicuramente maggiore del potenziale beneficio apportato, si è fatto

ricorso all'unica soluzione attualmente applicabile per il trattamento dei soli punti di

esalazione dotati di flusso, ovvero alla bio-ossidazione.

L’ossidazione biologica di gas di discarica con basso potere calorifico prevede una

trasformazione a mezzo di microrganismi specifici del metano in anidride carbonica ed

acqua.

Sono state create piccole unità bio-ossidanti (circa 1000 litri) in corrispondenza degli

esalatori più attivi, senza pertanto dover “centralizzare” l’unità di trattamento.

Il flusso di esalazione è stato fatto confluire entro tali volumi con lo scopo di ridurre le

quantità di metano (trasformandola in anidride carbonica ed acqua) emessa in atmosfera.

Il biofiltro n. 10

Il monitoraggio dei biofiltri relativi all'anno 2014 ha evidenziato i seguenti risultati.

MONITORAGGIO BIOFILTRI 2014

DATA CAMINO CH4

INGRESSO CH4 CO2 O2 BAL

PRESSIONE PRESSIONE STATICA

USCITA BAROMETRICA INGRESSO USCITA

6 46,8 0,8 1 19,8 78,4 0 0

07/01/2014 7 18,9 0 10 13,7 76,3 943 0 0

8 45,7 0 0,7 19,8 79,5 0 0

6 45,2 1 1,6 19,6 77,8 0 0

14/01/2014 7 17,8 0 13,7 10,5 75,8 942 0 0

8 44,9 0 0,5 19,7 79,8 0 0

6 45,5 2,2 3,2 18,5 76,1 0 0

20/01/2014 7 13,4 0 22 1,6 76,4 944 0 0

8 44,9 0 0,5 19,5 80 0 0

6 44,2 1,4 3,1 17,8 77,7 0 0

31/01/2014 7 40,1 2,6 4,5 16,2 76,7 938 0 0

8 44,7 0,4 0,8 20,5 78,3 0 0

6 45,3 1,8 2,4 18,6 77,2 0 0

13/02/2014 7 29,1 0,5 5,1 17,1 77,3 939 0 0

8 45,8 0,7 0,9 18,4 80 0 0

6 45,9 3,6 3,6 18,2 74,6 0 0

28/02/2014 7 37,4 2,2 3 17,1 77,7 957 0 0

8 45,8 0,5 0,8 19,6 79,1 0 0

6 46,6 3,1 2,7 18,7 75,5 0 0

13/03/2014 7 33,5 0 0,,2 19,8 80 958 0 0

8 45,8 0 0,8 19,3 79,9 0 0

6 46,2 0,5 0,8 19,8 78,9 0 0

31/03/2014 7 41,5 3,2 3,8 17,9 75,1 952 0 0

8 45,1 0,3 1,5 19 79,2 0 0

6 44,1 1,1 1,5 18,6 78,8 0 0

14/04/2014 7 16,8 1 2,1 17,9 79 958 0,13 0

8 46,3 0,5 0,8 18,7 80 0 0

6 46,5 0,3 0,7 19,4 79,6 0 0

30/04/2014 7 46,4 2,6 3,1 17,9 76,4 943 0 0

8 43,5 1,9 2,2 18,6 77,3 0 0

6 45,8 1,9 2,2 18,3 77,6 0 0

14/05/2014 7 33,2 2,4 2,5 18,5 76,6 953 0 0

8 46,2 1,8 2,1 18,1 78 0 0

6 44,5 2,1 2,6 18,3 77 0 0

30/05/2014 7 46,3 1,6 1,9 19,1 77,4 947 0 0

8 45,8 1,6 1,7 19,4 77,3 0 0

6 48,5 1,9 1,5 18,4 78,2 0 0

13/05/2014 7 28,8 1,7 4,6 19 74,7 956 0 0

8 45,9 1,9 2,8 18,1 77,2 0 0

6 0,3 0,2 19,5 dati acquisiti dall'ente

23/06/2014 7 5 6 17 958 ARPA

8 12 10 16,5

6 45 1,5 2,5 18,2 77,8 0 0

30/06/2014 7 44 0,3 0,5 19,1 80,1 947 0 0

8 42,3 4,1 5,4 17,6 72,9 0 0

6 46,2 0,6 0,8 18 80,6 0 0

16/07/2014 7 46,6 0,9 2,4 16,8 79,9 957 0 0

8 44,4 4,3 5,9 16,1 73,7 0 0

2 48,1 12,8 14,4 12,6 60,2 0 0

6 45,1 0,8 1 18,6 79,6 0 0

31/07/2014 7 45,7 1,5 2,3 17,5 78,7 943 0 0

8 45,5 0,8 1,5 18,1 79,6 0 0

10 44,5 12,2 13,2 12 62,6 0 0

2 20,2 8,8 18,9 9,7 62,6 0 0

6 45 0,9 0,8 18,7 79,6 0 0

19/08/2014 7 45,7 1,5 2 18,5 78 949 0 0

8 45,6 2,1 2,5 18,1 77,3 0 0

10 44,6 7,9 8,2 15,8 68,1 0 0

2 38,6 8,1 9,3 14,5 68,1 0 0

6 46,1 2,4 2,5 17,6 77,5

0 0

29/08/2014 7 45,2 1,6 1,9 18,2 78,3 957 0 0

8 44 3,5 4 15,1 77,4

0 0

10 46,2 6,5 7,2 13,1 73,2 0 0

2 45,4 1,5 2,5 17 79 0 0

6 44,3 1,9 2 16,8 78,7

0 0

15/09/2014 7 46,4 2,5 2,8 15,9 78,8 952 0 0

8 45,2 1,7 2,1 16,3 79,9

0 0

10 44,8 2,7 3,1 15,4 78,8 0 0

2 11,6 0,9 3,7 16,6 78,8 0 0

6 44,5 1,2 1,5 17,1 80,2 0 0

30/09/2014 7 46,6 1,7 2,5 18 77,8 963 0 0

8 45,2 9,6 9,7 15,8 64,9 0 0

10 44,1 2 2,3 17 78,7 0 0

2 18,3 1,5 2,1 17,1 79,3 0 0

6 44,3 1,4 1,8 18,2 78,6 0 0

13/10/2014 7 44,9 2 2,4 15,9 79,7 949 0 0

8 45,2 3,5 4 15,1 77,4 0 0

10 44,1 1,1 3,2 15,4 80,3 0 0

2 6,8 1,2 5 12,6 81,2 0 0

6 45,8 2,5 2,1 18 77,4

0 0

31/10/2014 7 45,5 7,2 6 12,8 74 960 0 0

8 43,9 9,4 10,2 13,1 67,3

0 0

10 44,8 2,5 9,1 6,4 82 0 0

14/11/2014

2 15,1 3,5 14,3 6,7 75,5

952

0 0

3 44,2 26,5 35,6 2 35,9 0 0

6 44,4 7,8 3,4 18,7 70,1 0 0

7 45,8 8,5 3,3 17,1 71,1 0 0

8 45,4 18,6 22,4 10,2 48,8 0 0

10 44,1 4 13,3 11,2 71,5 0,11 0

28/11/2014

2 10,4 1,4 12,2 5 81,4

950

0 0

3 43,7 8,1 9 17 65,9 0 0

6 43,2 3,1 2,9 19,2 74,8 0 0

7 44,6 2,1 4 18,1 75,8 0 0

8 45,6 1,1 1,2 19,7 78 0 0

10 44,8 2,1 4,3 13 80,6 0 0

12/12/2014

2 25,6 2,1 7,3 6,2 84,4

954

0 0

3 44,1 6,5 7 9,3 77,2 0 0

6 44,4 2,8 2,5 18,2 76,5 0 0

7 45 2 3,7 18,2 76,1 0 0

8 44,3 1,7 1,9 18,7 77,7 0 0

10 44,7 2,3 3,4 14,2 80,1 0 0

30/12/2014

2 20,1 3 8,3 8,4 80,3

958

0 0

3 44 2,4 2,5 9,9 85,2 0 0

6 43,6 2 2,9 16,8 78,3 0 0

7 45,1 1,7 2,6 17,9 77,8 0 0

8 44,3 1,6 2,4 18 78 0 0

10 44,1 3 6,5 13,9 76,6 0 0

In merito all'efficienza dei biofiltri, calcolata sul rapporto tra la differenza della

concentrazione di metano secondo la seguente formula:

EffBF = (%CH4 prima BF - %CH4 dopo BF) / %CH4 prima BF ,

i risultati ottenuti hanno evidenziato prestazioni medie superiori al 96%. Si ritiene che la

condizione di flusso molto modesta, come verificato nel corso dei rilievi, contribuisca ad

incrementare l'azione di adsorbimento della massa filtrante.

Inoltre, in data 23 giugno 2014 l'ARPA Piemonte ha eseguito un rilievo sugli stessi punti

osservati nel corso della indagine e del monitoraggio esposto.

Dalle osservazioni eseguite, ARPA il 23/06/2014 ha rilevato come:

nei pozzi dotati di biofiltro (6-7-8) le emissioni a valle del trattamento siano

risultate minime;

presso alcuni pozzi non ancora dotati di biofiltro (2-3-10) le concentrazioni siano

state superiori al 10%.

A tal proposito si osserva come le determinazioni condotte dall'ARPA siano state

caratterizzate dall'approfondimento della sonda di rilievo all'interno delle tubazioni

emergenti dal terreno.

Tuttavia, sulla base delle valutazioni dell'ARPA, confermate in parte (pozzo 10) dei rilievi

eseguiti in data 3/7/2014, e degli ottimi risultati fino ad ora evidenziati dai biofiltri,

Speme, come abbiamo visto, ha ritenuto di ampliare la dotazione di trattamento

(biofiltri) anche ai restanti pozzi mantenendo la stessa tipologia costruttiva e gestionale.

In definitiva la situazione aggiornata in ordine alla posizione dei biofiltri attuale é

illustrata nello schema seguente.

4. L'IMPIANTO DI TRATTAMENTO PERCOLATO.

Con determinazione n. 146 del 19/01/2010 il Dirigente del Settore Tutela Ambiente della

Provincia di Cuneo ebbe ad autorizzare la realizzazione e gestione di un impianto di

trattamento del percolato prodotto dalla discarica e l'attivazione dello scarico in corpo

idrico superficiale delle acque reflue industriali.

L'impianto è entrato in esercizio il 01/06/2010 e sino al 26/08/2010 si è protratta la fase di

avviamento e di messa a regime.

Le analisi chimiche e chimico-fisiche delle acque di percolazione in uscita dall'impianto di

trattamento vengono analizzate mensilmente dal Laboratorio Gem Chimica di Busca (Cn)

con riferimento alla tabella 3, all. 5, parte III, d.lgs. 152/06.

Il fango di risulta dell'impianto di trattamento del percolato viene smaltito all'interno

della discarica. Anche per il suddetto fango vengono effettuate le analisi chimiche e

chimico-fisiche di laboratorio e la determinazione del potere calorifico inferiore. I risultati

delle analisi vengono posti a confronto con i valori di cui alla tabella 5 del D.m.

27/09/2010, G.u. n. 281 del 01/12/2010 (limiti nell'eluato per rifiuti non pericolosi). Il

potere calorifico inferiore accertato sino ad oggi varia da 2.243 a 3.986 KJ/Kg.

Il consumo totale di energia è stato pari a 27.890 Kw - 21.186 Kw = 6.704 Kw, quello medio

giornaliero, invece, è risultato pari a 6.704 Kw/235 d = 28,53Kw/d.

Durante la fase di esercizio, l'impianto subirà dei fermi macchina di routine necessari per

l'effettuazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La descrizione,

la data e il nominativo dell'operatore che effettuerà l'intervento saranno riportati nel

registro di conduzione dell'impianto di depurazione del percolato, al pari della

descrizione degli interventi da attuarsi durante la fase di gestione.

5. LA MANUTENZIONE E LE AZIONI CORRETTIVE DEI SISTEMI DI TRASPORTO

DEL PERCOLATO.

Perdite di percolato

In caso (improbabile) di trasudamento di percolato attraverso il corpo della discarica si

procederà al ripristino dell’integrità della stessa.

Nel contempo si dovrà intensificare l’estrazione del percolato, valutando la possibilità di

perforare un pozzo in prossimità della perdita.

Dati di produzione

Se a causa di anomalie allo stato non ipotizzabili, i dati di produzione evidenziassero

un’eccessiva formazione di percolato con formazione di battenti idraulici pericolosi per la

stabilità della massa dei rifiuti con rischio di contaminazioni, verranno attuati gli

interventi necessari ad aumentare l’efficienza di estrazione del liquido, quali ad esempio:

Verifica accurata della funzionalità del sistema di estrazione e della necessità di

integrazione dello stesso attraverso l’esecuzione di ulteriori pozzi di estrazione;

Aumento della frequenza di emungimento.

Intasamento delle tubazioni principali

In caso di intasamento delle tubazioni principali, si procederà al lavaggio del tubo

mediante l’invio di getti d’acqua in pressione o di siluri disintasanti.

6. DRENAGGIO ACQUE DI PIOGGIA

Lungo tutto il perimetro della discarica sono presenti canalizzazioni di gronda per la

raccolta e l’allontanamento delle acque di pioggia, realizzate sia con elementi

prefabbricati e/o in c.a. sia mediante fossi in grado di smaltire anche le piogge intense di

breve durata che investono la superficie della discarica, e per le quali è stato calcolato un

tempo di ritorno di almeno 10 anni. Tali canalizzazioni durante tutta la fase di gestione

confluiscono nella rete di drenaggio superficiale naturale della zona.

Inoltre, a discarica colmata, è prevista la possibilità di raccolta delle acque di pioggia sulla

sommità della discarica tramite canalizzazioni prefabbricate per evitare un’eccessiva

erosione durante la fase iniziale del recupero della superficie della discarica. Va ricordato

che le acque di provenienza esterna, non venute a contatto coi rifiuti o con la zona

operativa, sono esenti da contaminazione.

7. VIABILITÀ A SERVIZIO DELL’IMPIANTO ED AREE DI SERVIZIO

La funzionalità della discarica è anche garantita da una buona mobilità dei mezzi di

trasporto; a questo scopo sono state previste aree e piazzali di manovra.

La sicurezza per l’ingresso e l’uscita dei mezzi dell’impianto è garantita da uno svincolo

in fregio alla strada di accesso, unicamente a servizio dell’impianto.

Il cancello principale è posizionato, rispetto alla linea di confine, in maniera tale da evitare

che i mezzi in attesa di essere ammessi all’impianto ingombrino lo svincolo.

Per quanto detto sopra gli accessi e la viabilità sono forniti di opportune segnalazioni e di

un impianto di illuminazione adeguato.

Grazie al sistema viabilità-gestione previsto per quest’impianto il movimento dei mezzi al

di fuori dell’area di servizio sarà estremamente limitato, riducendo così l’effetto della

discarica vista come un cantiere permanente durante tutto il periodo della gestione.

Lo spazio di movimento dei mezzi nell’area servizi è inoltre asservito da un impianto di

irrigazione artificiale per limitare l’eccesso di polvere e fango, favorire il deflusso delle

acque superficiali naturali e/o di lavaggio e rendere conseguentemente più celere ed

efficiente la gestione.

8. SISTEMI DI MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI.

Al fine di ridurre le emissioni originate dalla dispersione eolica del rifiuto e le emissioni di

polveri, sono previste le seguenti misure:

Evitare di tenere inutilmente accesi i motori degli automezzi e degli altri

macchinari;

I mezzi circolanti all’interno della rete viaria dovranno rispettare una velocità

molto bassa;

Le strade di accesso alle zone di coltivazione saranno, in condizioni di bassa

umidità e in periodi siccitosi, periodicamente innaffiate;

I rifiuti conferiti saranno coperti al termine di ogni giornata con strati di terreno.

9. STABILITÀ DEI RIFIUTI E CALCOLO DEI CEDIMENTI.

In ordine alla determinazione del grado di stabilità in cumulo del materiale oggetto di

stoccaggio, v.si relazione “Le analisi di stabilità” allegata. Ad essa si rimanda per un esame

di dettaglio. Alla stessa relazione si rimanda il lettore in ordine ai cedimenti: da essa

arrivano precise indicazioni in merito alla stima degli stessi.

10. SIGILLATURA SUPERFICIALE, RECUPERO AMBIENTALE E PROCEDURA DI

CHIUSURA.

Dopo la deposizione dell’ultimo strato si provvederà a sigillare la sommità della discarica

in modo da impedire l’infiltrazione di acque di pioggia e da favorire lo sviluppo della

vegetazione. La pendenza minima delle falde della copertura sarà non inferiore al 2%.

Nel corso dell’assestamento della discarica si provvederà al controllo della regolarità della

stratificazione superficiale, effettuando, nel caso, eventuali ricarichi per la

regolarizzazione dei cedimenti.

Il recupero ambientale si completa con l’inerbimento dell’intera superficie della discarica

e delle relative scarpate, mediante semina o, se del caso, idrosemina, nonché con la messa

a dimora di arbusti ed alberi di medio fusto rispondenti ai tipi vegetazionali del loco.

Sul punto v.si il “Piano di recupero ambientale” allegato.

Al termine della fase di coltivazione, si procederà alla chiusura della discarica che

comporta la realizzazione delle seguenti opere:

Opere generali di sistemazione viaria e di distribuzione dell’energia elettrica;

Opere per la raccolta ed il collettamento del biogas (biofiltri);

Opere di impermeabilizzazione e drenaggio superficiale (raccolta e

convogliamento delle acque piovane);

Opere di ripristino ambientale.

La procedura di chiusura della discarica verrà attuata secondo quanto previsto e

concordato con gli Enti competenti e sarà composta sia da atti di tipo burocratico-

amministrativo sia di tipo tecnico.

In particolare, dal punto di vista tecnico sarà tra l’altro verificata la conformità della

morfologia della discarica e la capacità di allontanamento delle acque meteoriche rispetto

a quanto previsto in progetto.

Sulle modalità e sulle caratteristiche del recupero ambientale è stato elaborato nello

specifico un “Piano di recupero”; ad esso e ai suoi allegati si rimanda per una visione

d’assieme.

11. RISORSE NECESSARIE PER L’INTERVENTO MANUTENTIVO

Per una discarica, in genere, gli interventi di manutenzione e le azioni correttive da

attuarsi sulla base dei controlli effettuati possono consistere , specialmente in caso di

condizioni anomale o di emergenza, in interventi di entità considerevole e richiedere

coperture finanziarie rilevanti.

Nel presente piano sono stati indicati solo alcuni dei possibili interventi di ripristino della

funzionalità del sistema in caso di perdita di efficienza: nella maggioranza dei casi ,

infatti, la scelta dell’intervento tecnicamente ed economicamente più idoneo non può

essere definita a priori ma deve, necessariamente, essere valutata caso per caso, in base

alle risorse disponibili e, comunque, commisurata alla gravità della disfunzione accertata

a seguito dei controlli.

12. LA GESTIONE DI EVENTUALI INCIDENTI.

La corretta gestione dell’impianto di smaltimento controllato sino ad oggi effettuata a

cura della S.p.e.m.e. S.r.l. non ha fatto registrare alcun incidente degno di menzione, nè

francamente essi sono ipotizzabili ove si consideri la particolare configurazione

geomorfologica dell’anfiteatro che ospita la discarica, l’assenza di falda freatica e/o di

confinamento a quote ragionevoli, la composizione merceologica dei rifiuti smaltibili,

l’assenza di battente idraulico di percolato sul fondo discarica nonchè la scrupolosa

attenzione e la professionalità messa in campo dai tecnici addetti alle operazioni

gestionali.

Ciò non di meno ogni possibile evento pericoloso che in ipotesi si dovesse manifestare è

stato attentamente considerato e valutato, ponendo in atto le relative misure cautelative

riassunte nel prospetto seguente

EVENTO MISURA ADOTTATA

Rischio di infiammabilità nel contorno degli

esalatori

Innalzamento dei camini

Segnaletica

divieto di fumare all’interno delle aree di

cantiere

delimitazione delle zone circostanti ai

pozzi mediante l’apposizione di paline e

nastri segnaletici

Interventi di manutenzione in zone a

ventilazione limitata (torrino di raccolta e

sollevamento percolato)

imbracatura dell’operatore

presenza di almeno due persone all’esterno

della zona a rischio per il recupero

d’emergenza dell’operatore

divieto di operazioni che utilizzino fiamme

libere o utensili elettrici

segnalatore portatile per l’accertamento di

presenza di gas infiammabili

inondazione nell’area di discarica per effetto

della bassa permeabilità dei rifiuti conferiti

le acque in eccesso vengono captate a

mezzo idrovera installata su una gru con

sbraccio L= 18 mt e collegata alle vasche di

raccolta del percolato e/o ad un mezzo

semovente(botte)

Incendio in area di discarica soffocamento immediato mediante

copertura di materiale terroso

13. IL RAGGIUNGIMENTO DEI LIVELLI DI GUARDIA DI INDICATORI DI

CONTAMINAZIONE.

La società S.P.E.M.E. S.r.l., come da prescrizione provinciale, è dotata di un programma di

analisi ambientali allo scopo di verificare:

eventuali fughe di percolato nella sottostante falda con conseguenti fenomeni

d’inquinamento;

emissioni dannose in atmosfera (essenzialmente metano e anidride carbonica).

Per quanto riguarda le emissioni liquide, in caso di raggiungimento dei livelli di guardia,

la procedura da seguirsi è la seguente:

rifacimento dell’analisi nel punto incriminato al fine di escludere eventuali errori di

determinazioni analitica.

In caso di conferma dei risultati si procede a ricostruire, nel raggio di azione del

punto incriminato , il plume d’inquinamento tramite rilievo elettromagnetico. Esso

opera in relazione alla teoria dell’induzione elettromagnetica ed alla conseguente

valutazione della conducibilità del terreno o di materiali sepolti, misurando la

risposta del suolo ad un campo magnetico indotto. In tal modo si può individuare

dove la dispersione di sostanze “attive” dal punto di vista ionico crea un aumento

della conducibilità elettrica. Così facendo si individuano i punti critici nei quali

intervenire.

L’intervento di risanamento può essere sostanzialmente di due tipi:

scavo e ripristino del telo di protezione in HDPE;

realizzazione di un ulteriore pozzo di raccolta del percolato e suo convogliamento

alle cisterne di accumulo;

Continuo monitoraggio ambientale.

Nel caso di eccessive dispersioni di metano e anidride carbonica in atmosfera, l’impianto

verrà immediatamente dotato di una centrale d’estrazione e combustione del biogas,

provvedendo nel contempo ad incrementare l’aspirazione agendo sulla regolazione delle

singole valvole che verranno installate sulla testa dei nuovi pozzi duali.

Se ciò non fosse sufficiente, così come analizzato per l’aspetto percolato, si provvederà

alla realizzazione di nuovi camini in modo da aumentare le zone di raccolte del biogas

evitando l’eccessiva dispersione corticale.

14. DISPERSIONI ACCIDENTALI DI RIFIUTI NELL’AMBIENTE.

Poiché la dispersione eolica dei rifiuti non si può materialmente manifestare in

conseguenza della natura tipologica degli stessi, l’unica dispersione accidentale di rifiuti

nell’ambiente che potrebbe in ipotesi eventualmente verificarsi è quella relativa alla

perdita di materiale da parte dei mezzi conferitori. Nel caso in cui ciò dovesse succedere,

si interviene mediante mezzi meccanici (pale meccaniche, ragni caricatori) coadiuvati, se

necessario, da manodopera protetta da appositi DPI al fine di rimuovere il materiale

disperso, conferendolo nelle zone di abbancamento dei rifiuti.

15. I CONTROLLI DELL'ARPA.

Annualmente l'Arpa effettua un sopralluogo finalizzato alla “verifica delle modalità di

gestione della discarica per rifiuti speciali e monitoraggio acque sotterranee, superficiali, percolato

ed emissioni in atmosfera”.

Nel 2014 l'Arpa ha effettuato due sopralluoghi: il primo è avvenuto in data 23 giugno,

mentre il secondo è stato effettuato in data 30 settembre 2014.

In tali occasioni l'ARPA ebbe a prelevare rispettivamente campioni delle acque di scarico

dell'impianto di depurazione dei campioni delle acque sotterranee e superficiali, nonché

ad effettuare, come abbiamo visto, misure delle concentrazioni di CH4, O2 e CO2 dei pozzi

esalatori in dotazione alla discarica.

All'esito di tali sopralluoghi é stata redatta in data 26 novembre 2014 la Relazione Tecnica

RT 1115/CN.

In esito ai campionamenti effettuati Arpa ha constatato come le prescrizioni autorizzative

del provvedimento AIA - SUAP n. 43/2013 fossero state in generale rispettate.