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SPECIALE DELL’ASSOCIAZIONE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA GIUGNO 2009 ANNO I - EDIZIONE SPECIALE www.webalice.it/meridiano14 “Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne” S. Paolo Apostolo (2Corinti 4,17-18) PECIALE AN AOLO S S P 28/06-06/07 2009 Il 29 giugno, proprio nel cuore dell’estate, quando le persone per sottrarsi all’afa e al caldo ricercano luoghi di frescura, ristoro e svago, cade la ricorrenza della celebrazione in onore a San Paolo. Tra i luoghi del Mediterraneo nei quali si venera l’apostolo Paolo, la città di Palazzolo Acreide (Siracusa) lo ha proclamato patrono e da oltre cinque secoli e lo festeggia il 25 gennaio, giorno della conversione, e il 29 giugno, giorno del martirio. Un evento che immer- ge le radici nel territorio siciliano dal passaggio di Paolo a Siracusa, che dopo un naufragio nell’Isola di Malta, come annota Luca, suo compagno di viag- gio, negli Atti degli Apostoli: “Approdammo a Siracu- sa, dove rimanemmo tre giorni” ( atti 28,12). Quella sosta è stata fonte di testimonianza nella fede che si è propagata, certamente, in tutto il suo territorio. Il 29 giugno a Palazzolo Acreide la festa si colora di eventi che nella tradizione assumono aspetti rilevanti e ricchi di messaggi di fede e di testimonianze. E un evento religioso che conduce a far affluire numerosi devoti da paesi e città della Sicilia. Il Santo è forte- mente sentito nel cuore dei Palazzolesi, residenti ed emigrati, che avvertono la vicinanza dell’Apostolo manifestando testimonianza di fede. di Paolo Pirruccio IL PAESE IN FESTA PER L’EVANGELIZZATORE DEL TERZO MILLENNIO PHOTOGALLERY di Paolo Gallo

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PECIALE AN AOLO PHOTOGALLERY IL PAESE IN FESTA PER L’EVANGELIZZATORE DEL TERZO MILLENNIO S. Paolo Apostolo “Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne” SPECIALE DELL’ASSoCIAzIonE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA di Paolo Pirruccio (2Corinti 4,17-18) di Paolo Gallo

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SPECIALE DELL’ASSoCIAzIonE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA

GIUGNO 2009 ANNO I - EDIZIONE SPECIALEww

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“Le cose visibili sono d’un momento,quelle invisibili sono eterne”

S. Paolo Apostolo(2Corinti 4,17-18)

PECIALE AN AOLOS S P 28/06-06/07

2009Il 29 giugno, proprio nel cuore dell’estate, quando le persone per sottrarsi all’afa e al caldo ricercano luoghi di frescura, ristoro e svago, cade la ricorrenza della celebrazione in onore a San Paolo. Tra i luoghi del Mediterraneo nei quali si venera l’apostolo Paolo, la città di Palazzolo Acreide (Siracusa) lo ha proclamato patrono e da oltre cinque secoli e lo festeggia il 25 gennaio, giorno della conversione, e il 29 giugno, giorno del martirio. Un evento che immer-ge le radici nel territorio siciliano dal passaggio di Paolo a Siracusa, che dopo un naufragio nell’Isola di Malta, come annota Luca, suo compagno di viag-gio, negli Atti degli Apostoli: “Approdammo a Siracu-sa, dove rimanemmo tre giorni” ( atti 28,12). Quella sosta è stata fonte di testimonianza nella fede che si è propagata, certamente, in tutto il suo territorio. Il 29 giugno a Palazzolo Acreide la festa si colora di eventi che nella tradizione assumono aspetti rilevanti e ricchi di messaggi di fede e di testimonianze. E un evento religioso che conduce a far affluire numerosi devoti da paesi e città della Sicilia. Il Santo è forte-mente sentito nel cuore dei Palazzolesi, residenti ed emigrati, che avvertono la vicinanza dell’Apostolo manifestando testimonianza di fede.

di Paolo Pirruccio

IL PAESE IN FESTA PER L’EVANGELIZZATORE DEL TERZO MILLENNIO

PHOTOGALLERY di Paolo Gallo

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TORNA A SPLENDERE LA BASILICA DI

SAN PAOLOSPECIALE

AOLOPAN

Questo forte sentimento si manifesta anche quando l’emigrato è impossibilitato a vivere

l’evento della festività, (come a volte accade anche a chi scrive). Da lontano si avverte un forte impulso alla festa che si percorre nella memoria gli eventi di antiche tradizioni. Una forte emozione si avverte la sera del 28 giugno, quanto tra le implorazioni dei de-voti si attende il momento della svelata dalla nicchia. La festa ha così inizio e rende vivo il centro montano dei Monti Iblei, luogo dove è ubicata la città di Pa-lazzolo. Giorno 29 i festeggiamenti assumono un’ atmosfera di grande giubilo ed hanno inizio fin dalle prime ore del mattino, con la raccolta del pane (cud-duri) con il tradizionale carro che percorre le vie del paese, preceduto da bandiere e stendardi e seguito dalla banda musicale. Al rientro in basilica, il pane viene benedetto dal sacerdote e distribuito ai fedeli. Così il palazzolese e “sanpaolese” vive la festa e mentre l’emigrato rivive, nella memoria, le celebra-zioni in onore al Santo che hanno il forte impatto, alle ore 13,00 nel tradizionale evento della “Sciuta”. Il suo simulacro, portato da devoti a spalla nuda e seguito dalle donne a piedi nudi in segno di penitenza o di riconoscenza, si presta a compiere lungo le strade della Palazzolo medievale, la processione del giorno che è preceduta da stendardi e bandiere da colora-ti drappi. Sentimenti di devozione si concretizzano lungo il percorso con l’elevazione di bambini, spo-gliati nudi e issati verso il Santo per impetrare grazia e protezione. Sono momenti di grande emozione e di partecipazione. La festa è anche attrazione d’im-magine per gli sfavillanti e colorati ‘nzareddi, folate di carta di mille colori che dalla facciata della Basili-ca si irradiano sul simulacro al momento dell’uscita della chiesa, mentre i fuochi d’artificio arricchiscono l’atmosfera intrecciandosi con le note delle bande musicali ed il suono festoso delle campane. La fe-sta di San Paolo assume quest’anno particolare ri-levanza per la memoria del bi-millenario della nascita del Santo. Il 29 giugno 2009 ha termine l’ Anno Paolino, indetto da Be-nedetto XVI, che dal 28 giugno 2008, ha permesso di far scoprire, attraverso convegni di studi, speciali pubblicazioni e pellegrinaggi sulla tomba dell’Apostolo, il fascino dell’ Evangelizzatore del terzo millennio ed al quale ogni devoto si affida per la sua protezione. Paolo Pirruccio

Cda Serrascimone a 1,5 Km da Palazzolo Acreide

Tel. 0931.883100 0931.882200

Mobile 3899805040

Torna a s p l e n d e -

re il prospetto della basilica di San Paolo che dopo un anno di re-stauro viene restituita alla comunità paolina. Si rende onore così a un vero e proprio gioiello di architettura sacra, un manufatto rappresentativo della coesione di una comunità che, in un dato momento della storia, ha voluto esprimere la propria devozione a San Paolo, con la costruzione della bellissima chiesa. Negli ultimi decenni l’edificio aveva registrato un rilevante e pro-gressivo stato di degrado. Ma grazie all’impegno con-giunto di vari soggetti pubblici è stato possibile avviare le operazioni di recupero e consolidamento strutturale. A pochi giorni dalla festa, la sempre disponibile e at-tenta ditta esecutrice dei lavori, ha permesso alla co-munità di poter usufruire interamente della basilica e del prospetto, sfondo della spettacolare “Sciuta” delle ore 13,00. All’interno della basilica sono stati conso-lidati alcuni intonaci, ma per gli altri, si attende l’ap-provazione di un progetto di restauro degli affreschi e delle strutture interne. Attualmente sono stati posizio-nati dei tiranti in ferro per migliorare la resistenza della struttura in caso di sisma ed è stata ultimata proprio in questi giorni la pulizia dell’artistica facciata barocca, annerita dallo smog e dalla presenza di funghi e licheni. I volontari della parrocchia e il comitato hanno invece ripulito i locali, i lampadari e addobbato la chiesa per i festeg-giamenti patronali. “Sono contento - afferma l’assessore al turismo, alla cultura e vicesinda-co Paolo Sandalo - sul risultato di questi lavori di restauro. Adesso stiamo lavorando affinché sia possibile ripristinare alcune parti mancan-ti del prospetto, senza compromettere però i

tempi previsti per la conse-

gna.” Dopo la festa di giugno infatti, speriamo di aver la possibilità di intervenire ulteriormente sulla facciata della basilica, al fine di ripristina-

re l’antico fregio in pietra del campanile, rimosso in passato e su cui era raffigurato lo stemma del

Santo Patrono.” Quest’ultimo intervento è al vaglio de-gli esperti del genio civile e della soprintendenza che hanno realizzato un progetto che è stato già finanzia-to. L’antico fregio in pietra attualmente si trova nei lo-cali adiacenti alla chiesa ed è stato ricomposto dai vo-lontari della parrocchia con la collaborazione dell’ing. Messina. Dopo i festeggiamenti di giugno, dovrà es-sere ripulito da personale tecnico specializzato che dovrà anche ricostruire alcune parti mancanti e rimon-tarlo sul livello più alto dell’antica basilica patronale. M.A.

L’ombra che segna il tempo

MER

IDIA

NO14 PROPRIETARIO ED EDITORE

Associazione “Meridiano 14”.PRESIDENTE Luca BongiovanniVICE-PRESIDENTESalvatore GuglielminoDIRETTORE RESPONSABILERoberto RubinoSEDE LEGALE – DIREZIONE E REDAZIONEvia Milano 2 - 96010 Palazzolo Acreide (SR)

STAMPATORITipolitografia Geny S.n.c., via Canale 75, 96010 Canicattini Bagni (SR)

Per Pubblicità contattare lo 0931881893/3337236336 email: [email protected]

Registrazione Tribunale di Siracusa n. 15 del 05-12-2008Numero chiuso in tipografia il 05/06/2009Gli articoli originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono

UFFICIO STAMPAe-mail: [email protected] Serena GuglielminoPROGETTO GRAFICOGiulio Cordischi, Salvo Guglielmino, Marco PalazzoloGRAFICA E IMPAGINAZIONEGiulio CordischiFOTOGRAFIAPaolo Gallo

...da un’idea di Cettina Angelico, Luca Bongiovanni,Giulio Cordischi, Ivana Ferla, Antonello Giliberto, Salvo Guglielmino, Serena Guglielmino, Sebastiano Infantino, Luca Russo

Sopra: la Basilica in fase di restauo

Sinistra: la ricostruzione dell’antico fregio

Una meridiana ad ore italiche sarà collocata nella parete declinante di circa 10° a sud est della canonica della chiesa. Realizzata dall arch. Ficara di Canicattini è incisa su lastra di pietra calcarea bianca successivamente colorata, dotata di un’asta chiamata “Orto-stilo” che è l’elemento utile per la lettura di

questo tipo di orologio. E’ l’estremità dell’ombra dell’ortostilo, che percorrendo le linee orarie, fornisce le indicazioni delle ore trascorse

dal tramonto del sole della sera precedente, delle stagioni, del mez-zogiorno solare e della durata dell’arco diurno. Quando l’ombra della punta dello stilo percorrerà la linea solsistare vicina al simbolo del ca-pricorno è il 21 dicembre. Il 21 giugno essa percorrerà invece quella prossima al simbolo del cancro. I giorni dell’equinozio, 21 marzo e 23 settembre, sono identificati dalla linea retta inclinata di colore rosso ai cui estremi sono presenti i simboli dell’ariete e della bilancia. La linea orizzontale superiore rappresenta l’orizzonte: Nessuna ombra potrà essere generata dal sole sopra di essa.

La meridiana realizzata dall’arch. Ficara

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PER LA CHIUSURA DELL’ANNO PAOLINO UN OTTAVARIO RICCO DI INCONTRI

Ray Bondin: “Sfruttare tutte le feste per un turismo sostenibile.”

Giorno 29 giugno 2009 Mons. Salvatore Pap-palardo riceverà dalle mani del Papa il pallio

vescovile. La comunità parrocchiale insieme

all’intera città, sarà vicina con il pensiero e la preghiera all’Arcive-

scovo che parteciperà alla celebrazione eucaristica

con Benedetto XVI nella Basilica di

San Pietro in Vaticano

In occasione della chiusura dell’Anno Paolino, il par-roco padre Michele Boccaccio ha programmato una serie di incontri di preghiera e celebrazioni liturgiche che offriranno molti spunti di riflessione e crescita all’intera comunità cittadina. Anche quest’anno la par-tecipazione di importanti personalità ecclesiastiche sarà occasione di approfondimento e confronto sul pensiero di San Paolo. Giorno 23, 24 e 25 si terrà un triduo di preparazione con i Padri Paolini di Catania, che interverranno alle celebrazioni vespertine e ter-ranno incontri di approfondimento. Il 29 giugno sarà l’arciprete Padre Frankie Bajada di Gozo – Malta a celebrare la solenne messa con panegirico delle ore 11,00, mentre alle 18,30 sarà Mons. Alfio Rapisarda,

Nunzio Apostolico in Bolivia e Portogallo a celebrare la santa messa serale. Giorno 1 luglio alle 18,30 la mes-sa dedicata alle famiglie sarà celebrata da Mons. Carmelo Ferraro, Arcivescovo Emerito di Agrigento. Sabato 4 luglio,in occasione della giornata dell’evangeliz-zazione sarà Mons. Giuseppe Costan-zo, Arcivescovo emerito di Siracusa a celebrare la messa delle ore 18.30. Giorno 5 luglio , alle 18,30 sarà invece il nostro Arcivescovo, Mons. Salvatore Pappalardo a celebrare la messa delle ore 18,30, dedicata al ringraziamento per il dono del sacerdozio e alle vocazioni.

Anche quest’anno in occasione dei festeggiamenti patronali, il commissario dell’Unesco dott. Ray Bon-

din sarà a Palazzolo insieme a un gruppo di maltesi. Ci racconta

del suo legame con la città e con la festa di San Paolo:Ancora una volta visite-rà Palazzolo. Cosa la af-fascina di questa festa

e di questa città?Sopra t tu t to

l’autenticità della città e della festa patronale. Ma anche la gente che è di una bontà incredibile con un grande amore per la terra e per le tradizioni.Quali azioni secondo lei bisogna intrapren-dere affinché il riconoscimento Unesco per Palazzolo diventi realmente un occasione di rilancio economico e soprattutto lavorativo per i giovani?Non si è ancora iniziato a sfruttare idoneamente que-sta grande occasione. La provincia e la regione de-

vono fare più pubblicità. Per me è sempre un grande occasione ritornare per la festa e ritrovare gli amici e spero che con un nuovo gruppo di maltesi la pubblici-tà per questa grande festa continui a crescere. Ma io spero di più. Auspico veramente un lavoro profondo tra tutti i soggetti interessati, in modo da sfruttare tut-te le feste per un turismo sostenibile e per un periodo molto più lungo dell’ anno. Palazzolo ha tutto: archeo-logia, architettura, feste, tradizione, il buon mangiare e la natura.

M.A.

il commissario dell’Unesco Ray Bondin

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I SEGNI DEL TEMPO FESTIVO NEGLI IBLEI

1949-2009:I sessant’anni di sacerdozio di Padre Teodoro

“ …Chi attraversa la Sicilia in piena estate, va inevi-tabilmente incontro a paesi ornati da arcate e trofei di lampade, a lunghe file di bancarelle e mercati impo-nenti di animali a bande musicali, orchestre e cantanti di grido, al rimbombo di mortaretti e splendidi fuochi di artifici…” Tra le numerose feste di cui scrive il famoso etnoantropologo Giuseppe Pitrè, va sicuramente evi-denziata la grandiosa festa di San Paolo a Palazzolo Acreide, con le sue processioni, i riti arcaici e avvolta ancor oggi da un velo di mistero con la figura dei “Cia-rauli”. La tradizione trae origine dal noto passo degli Atti degli Apostoli in cui si narra che Paolo, naufrago a Malta, raccogliendo una fascina di legna, venne morso da una vipera, rimanendo miracolosamente indenne. Nati la notte di S. Paolo, i ciarauli hanno un segno distintivo del loro misterioso potere: una vena-tura biforcuta sotto la lingua o un segno somigliante ad una tarantola. Giuseppe Pitrè descrive i ciarauli come persone coraggiose che non temono il contatto con le vipere, scorpioni e rettili velenosi. Guariscono dai mor-si di serpi e tarantole e non si curano dei lupi mannari e dei cani arrabbiati. I ciarauli in passato godevano di fama e attribuivano la loro discendenza direttamente al Santo Apostolo, ripetendo che “San Paulu fu lu pri-mu ciaraulu”. Altre descrizioni di fine ‘800-inizio ‘900 narravano di ciarauli vagabondi per le campagne che vivevano di elemosina e operavano tra lo stupore dei contadini increduli. Con il passare degli anni l’operato dei ciarauli è stato trascurato, ma di ciarauli ne esisto-no ancora e continuano ad esercitare gratuitamente e senza clamore il loro misterioso potere. La tradizione sopravvive, avvolta tra mistero, leggenda e tradizione. Evidentemente non si può negare l’esistenza di ciò che razionalmente non si riesce a spiegare.

Virgilio Nitto

SPECIALE

AOLOPAN

Il 29 giugno, Padre Teodoro, festeggerà sessant’an-ni di sacerdozio. La sua lunga vita è trascorsa quasi

interamente dedicata a Dio e al prossimo. Alla giovane età di 11 anni entrò in seminario e a 24 fu ordinato sacerdote. Molte sono state in questi anni le vicende e le esperienze che lo hanno segnato. Oggi le racconta con entusiasmo e orgoglio.Qual è il ricordo più bello di tutti questi anni?La missione in Germania, per più di otto anni. Sono stato nella zona di Munster, nella diocesi del Cardinale Clemens von Galen, beatificato nel 2005 da Benedet-to XVI.Ero il parroco degli italiani, li andavo a trovare e ce-lebravo la messa nelle comunità italiane che erano dislocate nel territorio.Fin da bambino ho desiderato partire in missione. Sa-rei voluto andare in Africa e nel sud America.In questi anni di sacerdozio, ha mai avuto mo-menti di crisi?Chi è che nella vita non ha avuto crisi? Diceva Pascal: “Il dubbio è compagno dell’uomo per tutta la vita”.Le crisi si superano, con i consigli di persone sagge. Sono sempre stato devoto alla Madonna e affidandomi a Lei ho risolto sempre i miei problemi.Quale passo del Vangelo è per lei più profon-do?La frase più consolante che Gesù ha detto: “Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, quindi qualun-que cosa accada il Signore ci darà la grazia di supera-re ogni ostacolo. Un’altra frase molto profonda è quella che Gesù disse ai suoi apostoli: “Lo Spirito Santo vi insegnerà la Verità”, perché il mondo è pieno di mezze

verità e di menzogne.Chi è per lei Gesù?Per me è tutto. Non sarei prete se non avessi cre-duto fermamente in questa Persona che come ha chiamato gli apostoli, ha chiamato anche me tra-mite i miei genitori, il parroco e il buon esempio.Sono convinto che se dovessi rinascere rifarei tut-

to perché la mia vita non è stato un fallimento. Sono contento di quello che ha fatto, ho lavorato molto.Come ricorda l’evento dell’arrivo della reliquia del braccio di San Paolo da Malta nel 1990?Fu un grande avvenimento. Fui io a far portare la reli-quia di San Paolo a Palazzolo.Nel 1990 cadeva il centenario dalla dichiarazione pon-tificia di Patrono di Palazzolo. Per questa occasione chiesi se fosse stato possibile portare da Malta la reli-quia. L’avambraccio del Santo fu portato in processio-ne, la chiesa e la piazza erano gremite di gente.Chi è per lei San Paolo?San Paolo è il più grande personaggio del Cristianesi-mo. Colui che ha capito l’universalità del messaggio di Cristo. Egli ha abbracciato tutto lo scibile cristiano.Se non ci fosse stato l’apostolo Paolo il messaggio cristiano sarebbe rimasto negli angusti spazi della Pa-lestina. Qual è l’insegnamento che vorrebbe far pas-sare ai giovani?I ragazzi di oggi sciupano la loro vita con stupidag-gini. Il cristianesimo ha dato degli ideali enormi che trasformano la vita di un uomo. San Paolo è un grande esempio. Egli quando conobbe Cristo scelse di segui-re la Verità senza risparmiarsi.Un augurio alla comunità palazzolese e in particolare a quella sanpaolese.La gente non deve solo gridare “viva San Paolo”, ma deve leggere e studiare gli atti dell’Apostolo. Questo Santo ci ha lasciato un insegna-mento nuovo.

Ivana Ferla

Padre Teodoro in una foto d’epoca; accanto alcune vecchie “glorie” del comitato S.Paolo: lo storico cassiere Paolo Nitto (quarto da sinistra)e il Prof. Francesco Valvo (primo da destra)

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SPECIALE

AOLOPAN

Siamo al magico mese di Giugno e la febbre aumenta giorno dopo giorno, specialmente per chi vive all’este-ro, perché saremo pochissimi i palazzolesi che potre-mo rivivere i brividi della maestosa festa di S.Paolo. Noi Palazzolesi d’Australia qualche anno fa abbiamo avuto la fortuna di arrivare a Palazzolo con 50 emigrati

ed assistere alla festa. All’arrivo al piazzale Marconi, in tanti, baciarono a terra, in rispetto di quella terra che lasciarono oltre mezzo secolo fa. A nome della numerosa comunità Palazzolese d’Australia, auguro una serena festa a tutti i miei cari amici e concittadini.Sam Liistro (comunità Palazzolese in Australia.)

Il saluto carico di ricordi dei devoti oltreoceano . . .

LA FESTA DI SAN PAOLO : CHANCE PER LO SVILUPPO LOCALEIl mese di Giugno porta con se l’inconfondibile odore di lavanda e la grande festa del Patrono San Paolo. Un evento che suscita una attenzione costante della stampa e delle TV che dedicano ampio spazio alla spettacolare “SCIUTA” del 29 Giugno e ai riti legati al mondo agricolo. La città deve molto a San Paolo e alle feste dei Santi, perché in questo periodo di recessione economica per le amministrazioni locali, sono le uniche a proporre cultura, folclore e rievocazione di particolari costumi e tradizioni. Ogni giorno, con l’impegno di tanti volontari e fedeli, i comitati cercano di trasmettere ai più giovani l’importanza di questi riti, impedendo così che questo immenso patrimonio culturale si dissolva. In occasione della festa patronale, si registra un tasso

di presenze turistiche molto elevato e la città diventa “appetibile” dal punto di vista turistico. Dimostrare che è possibile vivere di turismo non è semplice, ma la festa di San Paolo riesce a mettere in moto un meccanismo che gli economisti chiamano “del moltiplicatore”: se si spendono soldi da qualche parte, questi vanno in circo-lo, attivando altre attività e producendo altro reddito. Se in occasione della festa arriva il turista ed un albergo è in condizione di acquistare le sue provviste, che vanno dalla carta igienica, alla saponetta, ai prodotti tipici lo-cali, al buon vino, alla colazione, in zona probabilmente si attiverà un circuito che ancora da noi non è stato ben recepito. Di fronte al progressivo allontanamento delle nuove generazioni dalla pratica e dal culto delle pro-

prie tradizioni è doveroso rinnovare la memoria delle tradizioni che resistono nel tempo e promuoverne la co-noscenza. Apprendere ed amare la cultura tradizionale e “festaiola” della nostra città,valorizzarla e proporla al di fuori della nostra realtà locale, può diventare un’oc-casione di rilancio per Palazzolo. E’ doveroso quindi ringraziare i tanti giovani che lavorano per mesi ai pre-parativi, perpetuando le antiche tradizioni. Ma alla fine, per loro, per noi, la festa rimane soprattutto un pretesto per stare insieme, crescere ed assaporare la soddisfa-zione di collaborare a un progetto collettivo che unisce tanti devoti “sanpaulisi.”

Maurizio Aiello

San Paolo si è fermato qui. E’ “condiviso” da So-larino, dove la tradizione vuole che in contrada San Demetrio, placidamente adagiata ai piedi dei Climiti, si sia visto predicare alle genti del Meri-diano. I suoi scritti, gravidi di significati attuali, impegnano ancora oggi studiosi, teologi, religiosi nella interpretazione del suo aver percepito l’Es-senza. Le tradizioni devozionali sono secolari, si perdono nel tempo. Si ripetono, vorrebbero rin-novare una fede che stentiamo (so di suscitare polemiche) a veder crescere. Non mi sembra di vedere le chiese più piene rispetto a un decen-nio fa. Anzi. Eppure il suo messaggio è attuale: parla del cristianesimo vero, non di quello “inter-pretato” dai nostri (più o meno) coetanei. Parla di una fede fatta di coraggio, di rispetto, di sacrificio. Esprime la volontà, dalle Lettere, di percorrere la via più difficile per arrivare al risultato migliore. Che spesso non è quello che noi possiamo pen-sare. Ed allora ci chiediamo ancora: quanto di quella “regola”, quanto di quel profondo signifi-cato evangelico è ancora realmente vivo dentro di noi? Si, proprio così. Noi che non pratichiamo, noi che ci autoassolviamo, noi che crediamo, solo perché siamo giunti integri fino al terzo mil-lennio, sia possibile “farci una religione su misu-ra”. Attenzione, il discorso si fa più complesso. Mettiamo per ipotesi che per la vicina festa non fossero stati programmati i botti, gli spari, i fuochi d’artificio, il cantante famoso…Ebbene, la gente si chiederebbe: ”Ma che festa di San Paolo è?”. E se questo accadesse in paesi vicini, legati a san-ti i cui fedeli siano assolutamente contrapposti? Per esempio San Sebastiano o San Bartolomeo, sì innescherebbe la medesima reazione. La do-manda, a questo punto, “nasce spontanea”. Die-tro tutto questo “battage” di fuochi, parate a festa, bandiere, fuochisti, dov’è la vera fede? C’è an-cora? Chiediamocelo davvero. Senza scambiare il santo che ha attraversato il mare, come oggi fanno tanti poveri cristi alla ricerca della Speran-za, per qualcuno di reale che possa intercedere per i nostri bisogni materiali di ogni giorno. Forse, dico forse, ne guadagneremmo in termini di una effettiva crescita interiore: non delegheremmo al santo dalla barba lunga il nostro destino. Perché di quello siamo “patroni” noi stessi. Senza inter-mediari. “Gaudeamus igitur”. Rompiamoci i tim-pani coi botti, facciamo la gara coi paesi vicini a chi lo spara più grosso. Andiamo in processione per chiedere, solo per chiedere. Poi, alla fresca brezza della sera di Palazzolo, ascoltiamo pure la musica a volumi insopportabili. Ma non restiamo sordi, da lunedì, alle esigenze di chi ha meno di noi. Altrimenti, tutto ciò, che senso avrebbe?

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IL PUNTO di Roberto Rubino

Controcorrente