LE «RONDE» IN CITTÀ A Guidoni il «lungimirante» · pubblichiamo in anteprima, sarà centrato...

1
VITA APUANA - MASSA TOSCANA OGGI 1 marzo 2009 ? LE «RONDE» IN CITTÀ nche a Massa il via libera alle ronde ha scatenato la fantasia di chi aveva da tempo una voglia matta di scendere in strada per dire basta alla microcriminalità. Sarebbero già stati individuati anche i punti dove le ronde potrebbero lavorare: Ricortola, Bondano, Partaccia e la stazione ferroviaria. Effettivamente non si può negare che, negli ultimi tempi soprattutto, si assista a una escalation di furti che provoca nei cittadini un senso di insicurezza e di sfiducia verso le istituzioni, ritenute incapaci di garantire la protezione attesa. Addirittura pare che le prove tecniche di ronda siano già iniziate e forse a breve si potrebbero veder circolare le prime squadre «ufficiali» di vigilantes. Già «ufficiali», perché da tempo le ronde ci sono già, ma agiscono senza che nessuno se ne accorga. Insomma la voglia di ronda è tanta. Ma su cosa dovrebbero fare le ronde e se davvero i loro interventi potrebbero agevolare il lavoro di carabinieri e di polizia, c’è ancora tanta confusione. Forse meriterebbe riflettere un po’ di più sulla opportunità o meno di legittimare questa iniziativa e magari pensare a una soluzione più «soft», che non corra il rischio di tradursi in una forma di abdicazione dello Stato di diritto. Inoltre c’è il pericolo che le ronde intese in questo modo, possano scatenare una sorta di incontrollabile caccia al clandestino amplificando un clima di intolleranza preoccupante. Anche se viene sottolineato che le ronde non avrebbero armi, in realtà potrebbero cedere alla tentazione di usare un’arma ben più letale quale la xenofobia, l’odio razziale, la smania di vendetta se non addirittura la voglia di una giustizia sommaria. Di fronte a questo possibile risvolto, forse sarebbe opportuno ricorrere alla collaborazione della cosiddetta «cittadinanza attiva», offrendo ai cittadini la possibilità di dare un contributo «diretto» per aumentare la sicurezza della città, senza che questo venga usato per alimentare un clima di criminalizzazione delle persone, siano esse straniere o no. Dovremmo essere tutti uniti contro il crimine e vigilare tutti insieme sulla nostra sicurezza, recuperando così, quel «senso» del senso civico che dovrebbe appartenerci come patrimonio culturale e sociale, nonchè contraddistinguere la «normalità» della nostra vita quotidiana. Questo forse ci scuoterebbe anche, da quel torpore che troppo spesso ci «infagotta» nella nostra logora e comoda abulia istituzionale che finisce sempre per delegare qualcun altro a «toglierci le castagne dal fuoco». Il modello potrebbe essere quello già usato in altre città: «la sicurezza partecipata e di prossimità». Una evoluzione del poliziotto di quartiere. Sentinelle ovunque. E a ricoprire questo ruolo potrebbero essere tutti coloro che ogni giorno «animano» la città, magari alzando la saracinesca di un negozio o guidando un taxi o un bus, o andando a scuola. Si tratterebbe di una collaborazione stretta tra le categorie economiche e sociali e la questura. Con la questura potrebbero collaborare banche, albergatori, venditori ambulanti, edicolanti, tabaccai, gioiellieri, commercianti, autisti di bus, tassisti, farmacisti, insegnanti e alunni. Con questa iniziativa certamente aumenterebbe la percezione della sicurezza rafforzando i legami con le forze dell’ordine. Il clima che si respira oggi nel nostro Paese è sempre più teso. Crescono gli episodi di intolleranza e xenofobia, ma soprattutto le frasi fatte, gli insulti sugli autobus, l’insofferenza verso il diverso. Per fortuna il Sindaco di Massa Roberto Pucci, in consiglio comunale ha detto no alle ronde: «non vogliamo sminuire le nostre forze dell’ordine». Ben detto! Meno male che chi guida la città segue la retta via mostrando in questo caso, equilibrio e senso civico. Robinhuff USACLI: RINNOVO CARICHE SOCIALI Concluso il quinto congresso provinciale dell’Unione Sportiva ACLI (USACLI) di Massa Carrara durante il quale i rappresentanti di tutte le anime dell’associazione hanno rinnovato le cariche sociali. La nuova presidenza risulta così composta Presidente provinciale il Sig. Mario Guidotti (fino ad oggi Coordinatore provinciale), Vice- presidente il dr. Carlo Vignali (già eletto nell’assemblea provinciale del CONI e nella Consulta comunale dello sport, e fino ad oggi Incaricato provinciale), Segretari di presidenza, cui verranno affidate le specifiche deleghe operative, i sigg.ri: Andreani Tommaso, Caldi Massimiliano, Del Sarto Pietro e Filosa Cecilia. Il nuovo Consiglio provinciale, oltre alla Presidenza, risulta composta dai sigg.ri: Battistini Pier Paolo (nuoto), Catella Giuseppe (lunigiana), Dell’Ertole Dante (scherma), Fruzzetti Giuseppe (eventi culturali), Zollini Marco (polisportiva). il Collegio dei Revisori dei conti, risulta composto da: Commercialista dr. Luigi Torre (R. ufficiale dei C. iscritto all’albo nazionale) Presidente, e dai sigg.ri Tornaboni Emilio Domenico e Tabanelli Sergio quali revisori effettivi. A DI LILIANO MANDORLI arlare del Sen. Giulio Guidoni è vivere contemporaneamente accadimenti personali e vicende di un secolo. Nella sua lunga vita di creatura umana e di uomo politico si sono difatti intrecciate la quotidiana esperienza dell’individuo e il divenire politico, sociale e culturale del ventesimo secolo: con le sue illusioni, i suoi isterismi, i conseguenti risvolti tragici: due guerre mondiali, una serie di dittature violente e sanguinarie, irriducibili contrapposizioni anteriori e susseguenti alla caduta del fascismo.Giulio Guidoni, seppur nella dimensione cittadina subì il coinvolgimento e il condizionamento di tutto il secolo breve. La sua formazione spirituale, sociale e politica ebbe a svilupparsi nel crogiolo di avvenimenti vissuti in prima persona, sovente da posizioni di responsabilità dirette e personali. A mo’ di esempio giova menzionare l’episodio da lui ricordato quando a dodici anni, facente parte del circolo cattolico giovanile «S.G.B. La Salle», ebbe ad assistere dal cortile della chiesa della Misericordia alla gazzarra scatenata dai laicisti durante la inaugurazione del monumento a Garibaldi nella piazza omonima. Afferma Guidoni: «…ne conseguì che diventammo soci attivissimi del circolo La Salle, il quale negli anni successivi divenne il centro da cui si ramificarono circoli giovanili in tutte le parrocchie».Non fa meraviglia, a questo punto, il trovare Giulio Guidoni attivissimo sostenitore e protagonista del nuovo partito popolare nel 1919, dopo la forte e attesa chiamata di Don Luigi Sturzo. Ma anche le vicende familiari imposero a Guidoni una precoce assunzione di responsabilità. La morte prematura del padre l’aveva messo a capo di una famiglia allargata, con fratelli più piccoli. Toccò allora al figlio maggiore Giulio assumere la funzione di padre di sostenitore di tutti. Il nuovo e inatteso peso non lo distolse tuttavia dal proseguire la sua militanza politica. Anzi dobbiamo credere ad un impegno molto attivo se lo troviamo nel direttivo della sezione e poi del comitato provinciale del Partito Popolare., di cui viene chiamato a fare il segretario provinciale in sostituzione del compianto avv. Carlo Perfetti, improvvisamente scomparso. Siamo alla fine del 1922 e cadono sul nuovo responsabile tutte le vicende di quegli anni turbinosi: la ripercussione degli avvenimenti nazionali e la diretta esperienza delle violenze prima socialiste e poi fasciste che si manifestano anche nelle nostre zone. Fare il segretario di un partito che ormai si oppone apertamente al regime mussoliniano diventa sempre più difficile e pericoloso fino ad arrivare al gennaio del 1925 in cui Guidoni è convocato in Questura ed obbligato a consegnare le chiavi del partito. I documenti sono stati fortunatamente bruciati nei giorni precedenti. Passano gli anni tristi e mortificanti del ventennio durante i quali il rifugio consolatorio comune rimane l’Aziona Cattolica dalla quale si è partiti. Ma in posizioni defilate per i protagonisti, segnatamente se devono assicurare la vita della propria famiglia mediante un pubblico impiego. La luce ritorna a seguito del rovinoso andamento della guerra: se ne prevede presto la fine e la sconfitta. Occorre prepararsi al dopo e Guidoni è ancora in prima fila. Militante della Resistenza, gli viene conferita la nomina a sub commissario del Comune di Apuania per la zona di Massa, dove un residuo di popolazione vive poverissimamente, in balia delle bombe e della fame dopo lo sfollamento obbligatorio del settembre 1944. Viene richiamato subito in servizio attivo dopo la Liberazione: nuovamente a reggere la segreteria provinciale della Democrazia Cristiana nell’ottobre 1945; è eletto Sindaco di Massa alle prime elezioni amministrative dell’aprile 1946; diventa Presidente dell’Amministrazione provinciale alla prima ricostituzione del nuovo organismo democratico nel 1951 mentre deve contemporaneamente sobbarcarsi l’attività di segretario provinciale del partito. È infine eletto senatore della Repubblica alle elezioni politiche del 1958 e lo resta fino alla scadenza del 1963, quando per misere umane gelosie, perde l’elezione per la riconferma. Fatti noti a molti, vissuti ormai da pochi, per sentito dire dai più, pressoché sconosciuti alle giovani generazioni. Chi era, chi è stato Giulio Guidoni? Questo signore sempre preciso, puntuale, con una figura asciutta, uomo di grande decoro, sempre affabile, cortese, sorridente, disponibile? Uno dei pochi «single» allora a Massa e tale sempre rimasto dopo la forzata paternità familiare e l’impegno da celibe nella politica. Cosa è stato il politico e l’amministratore Guidoni per la sua città e per questa provincia? Per rispondere a queste domande non basterebbe una biografia. Forse occorrerebbe la possibilità, il tempo e l’amore per andare a sfogliare e meditare la numerose carte del suo lascito.Qui, adesso, ne possiamo dare soltanto un piccolo accenno, l’impressione radicata nel cuore di chi ha avuto l’occasione e la fortuna di viverci vicino per qualche tempo e di praticarlo episodicamente dopo. Ebbene, un signore mite e discreto ma generoso, con un amore sviscerato per questa terra, le sue bellezze, le sue risorse, le sue possibilità, le sue montagne, le Apuane, verso le quali l’aveva condotto la passione giovanile comune a tutti i giovani cattolici di quel tempo. Apuania, Apuania! Il nome scandito per dare una denominazione ad un nuovo assetto di questo territorio gli è rimasto sempre nel cuore. Il desiderio per una diversa convivenza tra due città viciniori e i suoi abitanti, per un avvenire dalle prospettive meno consuetudinarie. «Ci fu un accordo tra Betti e Chiesa per due grandi opere atte ad aprire le comunicazione di questa terra con quelle circonvicine: il porto a Marina di Carrara e il traforo della Tambura per avvicinare la Garfagnana. Una è stata realizzata, vedete di portare a termine anche l’altra!» Questo il suo lamento. Nelle istituzioni e nel partito non si è mai accontentato dei programmi di legislatura ma li ha sempre accompagnati a progetti di medio e lungo periodo. Cosa potrebbero essere questa città e questi luoghi tra quindici, vent’anni? Cosa potrei fare, suggerire, inventare per farli diventare più attraenti, più ricchi, più utili? Ecco le sue ambizioni! Da ragazzo, da giovane, da uomo, chi scrive non ha avuto la ventura di conoscere altri che provassero questi aneliti e manifestassero questi sentimenti.Giulio Guidoni ha impersonato la nobiltà della politica. Un politico cristiano che fa del disinteresse e della generosità, uno stile di vita e uno stimolo incalzante e creativo per il bene del proprio paese.Peccato che il piccolo cabotaggio della politica non l’abbia saputo riconoscere e meglio utilizzare. P Prosegue il viaggio tra i politici cattolici locali impegnati per il bene comune Guidoni il «lungimirante» GESÙ, UOMO DEL SACRIFICIO niziano in Cattedrale i «Venerdì di Quaresima». Questa settimana sarà presente l’unità pastorale di Montignoso. Il pensiero del Vescovo, che pubblichiamo in anteprima, sarà centrato sulla seconda lettura, tratta dalla lettera di S.Paolo ai Corinzi (9, 15-27). l tempo santo della Quaresima, tempo di preparazione alle celebrazioni pasquali, ci addita Gesù tentato, messo alla prova, per certi versi fortemente provato. La sua sembra una sfida ... ma è solo un servizio d’amore per noi. Gesù non ha scelto sempre il peggio. Volta per volta ha accettato di affrontare i costi della nostra libertà. Redimere dal latino, vuol dire : ricomprare. Redentore è colui che ricompra un bene perduto. Gesù ci ha ricomprati Quello di Gesù, dunque, non è il gusto del sacrificio cercato per sé stesso. Non ha amato le cose difficili per sé stesse; ha solo voluto sempre far piacere al Padre (Rm 15,3.8). Paolo, discepolo fedele del Signore dirà che anche lui non aveva la «voglia matta» di tribolare, ma quando si era dato una meta era anche pronto a tutte le fatiche pur di raggiungerla (1Cor 9,27); proprio come gli atleti nello stadio. Noi siamo la meta di Gesù, l’unica. Egli si avvicina ad ogni uomo da parte di Dio. Non c’é bisogno di mettersi in ordine per incontrarLo; l’incontro con Lui risana (es indemoniato di Gerasa Lc 8,26-39). Di fatto quella di Gesù risulta una vita di sacrificio: Gesù dormiva per terra semplicemente perché non aveva materasso. Morirà in croce perché quella si dimostrò la via più credibile del giudizio di Dio sul peccato. Sembra che nei campi di sterminio dell’ultima guerra, intorno alla sofferenza ci si riconoscesse e ci si ritrovasse meglio che nell’euforia godereccia e artificiale. Nel travaglio culturale che la nostra epoca stà vivendo, le sperequazioni esistenti generano una cattiva coscienza montante. L’uomo si sente sempre di più chiamato a guardare a chi soffre e a interessarsi di chi non riesce a trovare una collocazione soddisfacente nella competizione sfrenata. La fuga dalla realtà del dolore e della morte appare sempre di più quello che realmente é: una infantile evasione dalla verità dell’esistenza e della condizione umana. La «passione» di Dio, il suo totale coinvolgimento nella creazione implicito nel suo essere il Padre, la sofferenza di Dio, si fa sacrificio di redenzione sulla croce di Gesù il Figlio dell’amore, a cui guardiamo con amore ricambiato, in questo tempo santo di Quaresima. + Eugenio Binini, vescovo Venerdì 27 febbraio 2009 I I I VENERDÌ DI QUARESIMA PROFILO UMANO E SPIRITUALE DI ALDO TERRENI n occasione del trigesimo della morte del maestro Aldo Terreni - lunedì 2 marzo alle ore 18 nella chiesa di san Sebastiano - vorrei tracciarne un breve ritratto umano e spirituale. Figura di spicco del mondo cattolico e della Chiesa locale, ci ha lasciati, ultranovantenne, all’inizio del mese scorso. Cofondatore in Diocesi e, per tanti anni, presidente dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), nonché zelante collaboratore e benefattore del Seminario, il suo ritorno alla casa del Padre, ha suscitato profondo cordoglio in chi lo ha conosciuto, amato ed apprezzato. A me, da sempre a lui legato da fraterna amicizia, se da una parte la sua dipartita, ha prodotto, umanamente parlando, un nostalgico vuoto, dall’altra mi ha causato un sincero rammarico, per essermi trovato nella assoluta impossibilità di partecipare ai suoi funerali, ai quali sono potuto essere presente solo in spirito, con la preghiera. Aldo, fino al termine della sua vita è stato un grande esempio per quanti gli sono stati vicini ed hanno potuto seguirlo. Accompagnato sempre dalla «badante» signora Antonietta o dalle sue colleghe, di origini albanese, sempre fedeli nel loro servizio di assistenza, ogni giorno partecipava alla santa Messa vespertina nella chiesa della Misericordia a Massa, e fino a pochi giorni prima della sua morte non è mai mancato alla riunione mensile dell’AIMC, presso i locali di San Sebastiano, naturalmente fatto oggetto di particolare affetto e attenzione da parte dei colleghi partecipanti, che hanno sempre visto in lui un fulgido esempio di fede e di attaccamento alla vita associativa della Chiesa. Grazie, Aldo, per il bene che hai sempre profuso nella tua vita e per la testimonianza di fede e di attaccamento alla Chiesa: preziosa eredità che ci hai donato. Ricordandoti, ti sentiremo ancora presente in mezzo a noi e non potremo mai dimenticarti. Dal cielo, ove sarai unito alla tua fedele sposa, che ti ha preceduto, prega per chi è rimasto quaggiù a proseguire l’opera che ha avuto in te un infaticabile costruttore. l’amico don Corrado Giorgetti I

Transcript of LE «RONDE» IN CITTÀ A Guidoni il «lungimirante» · pubblichiamo in anteprima, sarà centrato...

VITA APUANA - MASSATOSCANA OGGI1 marzo 2009?

LE «RONDE» IN CITTÀnche a Massa il via libera alle ronde hascatenato la fantasia di chi aveva da

tempo una voglia matta di scendere in stradaper dire basta alla microcriminalità. Sarebberogià stati individuati anche i punti dove le rondepotrebbero lavorare: Ricortola, Bondano,Partaccia e la stazione ferroviaria.Effettivamente non si può negare che, negliultimi tempi soprattutto, si assista a unaescalation di furti che provoca nei cittadini unsenso di insicurezza e di sfiducia verso leistituzioni, ritenute incapaci di garantire laprotezione attesa. Addirittura pare che le provetecniche di ronda siano già iniziate e forse abreve si potrebbero veder circolare le primesquadre «ufficiali» di vigilantes. Già «ufficiali»,perché da tempo le ronde ci sono già, maagiscono senza che nessuno se ne accorga.Insomma la voglia di ronda è tanta. Ma su cosadovrebbero fare le ronde e se davvero i lorointerventi potrebbero agevolare il lavoro dicarabinieri e di polizia, c’è ancora tantaconfusione. Forse meriterebbe riflettere un po’di più sulla opportunità o meno di legittimarequesta iniziativa e magari pensare a unasoluzione più «soft», che non corra il rischio ditradursi in una forma di abdicazione delloStato di diritto. Inoltre c’è il pericolo che leronde intese in questo modo, possanoscatenare una sorta di incontrollabile caccia alclandestino amplificando un clima diintolleranza preoccupante. Anche se vienesottolineato che le ronde non avrebbero armi,in realtà potrebbero cedere alla tentazione diusare un’arma ben più letale quale laxenofobia, l’odio razziale, la smania di vendettase non addirittura la voglia di una giustiziasommaria. Di fronte a questo possibile risvolto,forse sarebbe opportuno ricorrere allacollaborazione della cosiddetta «cittadinanzaattiva», offrendo ai cittadini la possibilità didare un contributo «diretto» per aumentare lasicurezza della città, senza che questo vengausato per alimentare un clima dicriminalizzazione delle persone, siano essestraniere o no. Dovremmo essere tutti uniticontro il crimine e vigilare tutti insieme sullanostra sicurezza, recuperando così, quel«senso» del senso civico che dovrebbeappartenerci come patrimonio culturale esociale, nonchè contraddistinguere la«normalità» della nostra vita quotidiana.Questo forse ci scuoterebbe anche, da queltorpore che troppo spesso ci «infagotta» nellanostra logora e comoda abulia istituzionale chefinisce sempre per delegare qualcun altro a«toglierci le castagne dal fuoco». Il modellopotrebbe essere quello già usato in altre città:«la sicurezza partecipata e di prossimità». Unaevoluzione del poliziotto di quartiere. Sentinelleovunque. E a ricoprire questo ruolo potrebberoessere tutti coloro che ogni giorno «animano»la città, magari alzando la saracinesca di unnegozio o guidando un taxi o un bus, oandando a scuola. Si tratterebbe di unacollaborazione stretta tra le categorieeconomiche e sociali e la questura. Con laquestura potrebbero collaborare banche,albergatori, venditori ambulanti, edicolanti,tabaccai, gioiellieri, commercianti, autisti dibus, tassisti, farmacisti, insegnanti e alunni.Con questa iniziativa certamenteaumenterebbe la percezione della sicurezzarafforzando i legami con le forze dell’ordine. Ilclima che si respira oggi nel nostro Paese èsempre più teso. Crescono gli episodi diintolleranza e xenofobia, ma soprattutto le frasifatte, gli insulti sugli autobus, l’insofferenzaverso il diverso. Per fortuna il Sindaco di MassaRoberto Pucci, in consiglio comunale ha dettono alle ronde: «non vogliamo sminuire lenostre forze dell’ordine». Ben detto! Menomale che chi guida la città segue la retta viamostrando in questo caso, equilibrio e sensocivico.

Robinhuff

USACLI: RINNOVOCARICHE SOCIALIConcluso il quinto congresso provincialedell’Unione Sportiva ACLI (USACLI) diMassa Carrara durante il quale irappresentanti di tutte le animedell’associazione hanno rinnovato lecariche sociali. La nuova presidenzarisulta così composta Presidenteprovinciale il Sig. Mario Guidotti (fino adoggi Coordinatore provinciale), Vice-presidente il dr. Carlo Vignali (già elettonell’assemblea provinciale del CONI enella Consulta comunale dello sport, e finoad oggi Incaricato provinciale), Segretaridi presidenza, cui verranno affidate lespecifiche deleghe operative, i sigg.ri:Andreani Tommaso, Caldi Massimiliano,Del Sarto Pietro e Filosa Cecilia. Il nuovoConsiglio provinciale, oltre allaPresidenza, risulta composta dai sigg.ri:Battistini Pier Paolo (nuoto), CatellaGiuseppe (lunigiana), Dell’Ertole Dante(scherma), Fruzzetti Giuseppe (eventiculturali), Zollini Marco (polisportiva). ilCollegio dei Revisori dei conti, risultacomposto da: Commercialista dr. LuigiTorre (R. ufficiale dei C. iscritto all’albonazionale) Presidente, e dai sigg.riTornaboni Emilio Domenico e TabanelliSergio quali revisori effettivi.

A

DI LILIANO MANDORLI

arlare del Sen. Giulio Guidoni èvivere contemporaneamenteaccadimenti personali e vicende diun secolo. Nella sua lunga vita di

creatura umana e di uomo politico sisono difatti intrecciate la quotidianaesperienza dell’individuo e il divenirepolitico, sociale e culturale del ventesimosecolo: con le sue illusioni, i suoiisterismi, i conseguenti risvolti tragici: dueguerre mondiali, una serie di dittatureviolente e sanguinarie, irriducibilicontrapposizioni anteriori e susseguentialla caduta del fascismo.Giulio Guidoni,seppur nella dimensione cittadina subì ilcoinvolgimento e il condizionamento ditutto il secolo breve. La sua formazionespirituale, sociale e politica ebbe asvilupparsi nel crogiolo di avvenimentivissuti in prima persona, sovente daposizioni di responsabilità dirette epersonali. A mo’ di esempio giovamenzionare l’episodio da lui ricordatoquando a dodici anni, facente parte delcircolo cattolico giovanile «S.G.B. LaSalle», ebbe ad assistere dal cortile dellachiesa della Misericordia alla gazzarrascatenata dai laicisti durante lainaugurazione del monumento aGaribaldi nella piazza omonima. AffermaGuidoni: «…ne conseguì che diventammosoci attivissimi del circolo La Salle, ilquale negli anni successivi divenne ilcentro da cui si ramificarono circoligiovanili in tutte le parrocchie».Non fameraviglia, a questo punto, il trovareGiulio Guidoni attivissimo sostenitore eprotagonista del nuovo partito popolarenel 1919, dopo la forte e attesa chiamatadi Don Luigi Sturzo. Ma anche le vicendefamiliari imposero a Guidoni unaprecoce assunzione di responsabilità. Lamorte prematura del padre l’aveva messoa capo di una famiglia allargata, confratelli più piccoli. Toccò allora al figliomaggiore Giulio assumere la funzione dipadre di sostenitore di tutti. Il nuovo einatteso peso non lo distolse tuttavia dalproseguire la sua militanza politica. Anzidobbiamo credere ad un impegno moltoattivo se lo troviamo nel direttivo dellasezione e poi del comitato provinciale delPartito Popolare., di cui viene chiamato afare il segretario provinciale insostituzione del compianto avv. CarloPerfetti, improvvisamente scomparso.Siamo alla fine del 1922 e cadono sulnuovo responsabile tutte le vicende diquegli anni turbinosi: la ripercussionedegli avvenimenti nazionali e la direttaesperienza delle violenze prima socialistee poi fasciste che si manifestano anchenelle nostre zone. Fare il segretario di un

partito che ormai si oppone apertamenteal regime mussoliniano diventa semprepiù difficile e pericoloso fino ad arrivareal gennaio del 1925 in cui Guidoni èconvocato in Questura ed obbligato aconsegnare le chiavi del partito. Idocumenti sono stati fortunatamentebruciati nei giorni precedenti. Passano glianni tristi e mortificanti del ventenniodurante i quali il rifugio consolatoriocomune rimane l’Aziona Cattolica dallaquale si è partiti. Ma in posizioni defilateper i protagonisti, segnatamente sedevono assicurare la vita della propriafamiglia mediante un pubblico impiego.La luce ritorna a seguito del rovinosoandamento della guerra: se ne prevedepresto la fine e la sconfitta. Occorreprepararsi al dopo e Guidoni è ancora inprima fila. Militante della Resistenza, gliviene conferita la nomina a subcommissario del Comune di Apuania perla zona di Massa, dove un residuo dipopolazione vive poverissimamente, inbalia delle bombe e della fame dopo losfollamento obbligatorio del settembre1944. Viene richiamato subito in servizioattivo dopo la Liberazione: nuovamente areggere la segreteria provinciale dellaDemocrazia Cristiana nell’ottobre 1945; èeletto Sindaco di Massa alle primeelezioni amministrative dell’aprile 1946;diventa Presidente dell’Amministrazioneprovinciale alla prima ricostituzione delnuovo organismo democratico nel 1951mentre deve contemporaneamentesobbarcarsi l’attività di segretarioprovinciale del partito. È infine elettosenatore della Repubblica alle elezionipolitiche del 1958 e lo resta fino allascadenza del 1963, quando per misereumane gelosie, perde l’elezione per la

riconferma. Fatti noti a molti, vissutiormai da pochi, per sentito dire dai più,pressoché sconosciuti alle giovanigenerazioni. Chi era, chi è stato GiulioGuidoni? Questo signore sempre preciso,puntuale, con una figura asciutta, uomodi grande decoro, sempre affabile, cortese,sorridente, disponibile? Uno dei pochi«single» allora a Massa e tale semprerimasto dopo la forzata paternitàfamiliare e l’impegno da celibe nellapolitica. Cosa è stato il politico el’amministratore Guidoni per la sua cittàe per questa provincia? Per rispondere aqueste domande non basterebbe unabiografia. Forse occorrerebbe lapossibilità, il tempo e l’amore per andarea sfogliare e meditare la numerose cartedel suo lascito.Qui, adesso, ne possiamodare soltanto un piccolo accenno,l’impressione radicata nel cuore di chi haavuto l’occasione e la fortuna di vivercivicino per qualche tempo e di praticarloepisodicamente dopo. Ebbene, un signoremite e discreto ma generoso, con unamore sviscerato per questa terra, le suebellezze, le sue risorse, le sue possibilità,le sue montagne, le Apuane, verso le qualil’aveva condotto la passione giovanilecomune a tutti i giovani cattolici di queltempo. Apuania, Apuania! Il nomescandito per dare una denominazione adun nuovo assetto di questo territorio gli èrimasto sempre nel cuore. Il desiderio peruna diversa convivenza tra due cittàviciniori e i suoi abitanti, per un avveniredalle prospettive meno consuetudinarie.«Ci fu un accordo tra Betti e Chiesa perdue grandi opere atte ad aprire lecomunicazione di questa terra con quellecirconvicine: il porto a Marina di Carrarae il traforo della Tambura per avvicinare laGarfagnana. Una è stata realizzata, vedetedi portare a termine anche l’altra!»Questo il suo lamento. Nelle istituzioni enel partito non si è mai accontentato deiprogrammi di legislatura ma li ha sempreaccompagnati a progetti di medio e lungoperiodo. Cosa potrebbero essere questacittà e questi luoghi tra quindici,vent’anni? Cosa potrei fare, suggerire,inventare per farli diventare più attraenti,più ricchi, più utili? Ecco le sueambizioni! Da ragazzo, da giovane, dauomo, chi scrive non ha avuto la venturadi conoscere altri che provassero questianeliti e manifestassero questisentimenti.Giulio Guidoni haimpersonato la nobiltà della politica. Unpolitico cristiano che fa del disinteresse edella generosità, uno stile di vita e unostimolo incalzante e creativo per il benedel proprio paese.Peccato che il piccolocabotaggio della politica non l’abbiasaputo riconoscere e meglio utilizzare.

P

Prosegue il viaggio tra i politici cattolici locali impegnati per il bene comune

Guidoni il «lungimirante»

GESÙ, UOMO DEL SACRIFICIOniziano in Cattedrale i «Venerdì di Quaresima». Questa settimana saràpresente l’unità pastorale di Montignoso. Il pensiero del Vescovo, che

pubblichiamo in anteprima, sarà centrato sulla seconda lettura, tratta dallalettera di S.Paolo ai Corinzi (9, 15-27).

l tempo santo della Quaresima, tempo di preparazione allecelebrazioni pasquali, ci addita Gesù tentato, messo alla prova, per

certi versi fortemente provato. La sua sembra una sfida ... ma è soloun servizio d’amore per noi. Gesù non ha scelto sempre il peggio.Volta per volta ha accettato di affrontare i costi della nostra libertà.Redimere dal latino, vuol dire : ricomprare. Redentore è colui chericompra un bene perduto. Gesù ci ha ricomprati Quello di Gesù,dunque, non è il gusto del sacrificio cercato per sé stesso. Non haamato le cose difficili per sé stesse; ha solo voluto sempre far piacereal Padre (Rm 15,3.8). Paolo, discepolo fedele del Signore dirà cheanche lui non aveva la «voglia matta» di tribolare, ma quando si eradato una meta era anche pronto a tutte le fatiche pur di raggiungerla(1Cor 9,27); proprio come gli atleti nello stadio. Noi siamo la metadi Gesù, l’unica. Egli si avvicina ad ogni uomo da parte di Dio. Nonc’é bisogno di mettersi in ordine per incontrarLo; l’incontro con Luirisana (es indemoniato di Gerasa Lc 8,26-39). Di fatto quella di Gesùrisulta una vita di sacrificio: Gesù dormiva per terra semplicementeperché non aveva materasso. Morirà in croce perché quella sidimostrò la via più credibile del giudizio di Dio sul peccato. Sembrache nei campi di sterminio dell’ultima guerra, intorno alla sofferenzaci si riconoscesse e ci si ritrovasse meglio che nell’euforia goderecciae artificiale. Nel travaglio culturale che la nostra epoca stà vivendo, lesperequazioni esistenti generano una cattiva coscienza montante.L’uomo si sente sempre di più chiamato a guardare a chi soffre e ainteressarsi di chi non riesce a trovare una collocazionesoddisfacente nella competizione sfrenata. La fuga dalla realtà deldolore e della morte appare sempre di più quello che realmente é:una infantile evasione dalla verità dell’esistenza e della condizioneumana. La «passione» di Dio, il suo totale coinvolgimento nellacreazione implicito nel suo essere il Padre, la sofferenza di Dio, si fasacrificio di redenzione sulla croce di Gesù il Figlio dell’amore, a cuiguardiamo con amore ricambiato, in questo tempo santo diQuaresima.

+ Eugenio Binini, vescovoVenerdì 27 febbraio 2009

I

I

I VENERDÌ DI QUARESIMAPROFILO UMANO E SPIRITUALE DI ALDO TERRENI

n occasione del trigesimo della morte del maestroAldo Terreni - lunedì 2 marzo alle ore 18 nella chiesa

di san Sebastiano - vorrei tracciarne un breve ritrattoumano e spirituale. Figura di spicco del mondocattolico e della Chiesa locale, ci ha lasciati,ultranovantenne, all’inizio del mese scorso.Cofondatore in Diocesi e, per tanti anni, presidentedell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC),nonché zelante collaboratore e benefattore delSeminario, il suo ritorno alla casa del Padre, hasuscitato profondo cordoglio in chi lo ha conosciuto,amato ed apprezzato. A me, da sempre a lui legato dafraterna amicizia, se da una parte la sua dipartita, haprodotto, umanamente parlando, un nostalgico vuoto,dall’altra mi ha causato un sincero rammarico, peressermi trovato nella assoluta impossibilità dipartecipare ai suoi funerali, ai quali sono potuto esserepresente solo in spirito, con la preghiera. Aldo, fino altermine della sua vita è stato un grande esempio perquanti gli sono stati vicini ed hanno potuto seguirlo.Accompagnato sempre dalla «badante» signoraAntonietta o dalle sue colleghe, di origini albanese,sempre fedeli nel loro servizio di assistenza, ognigiorno partecipava alla santa Messa vespertina nellachiesa della Misericordia a Massa, e fino a pochi giorniprima della sua morte non è mai mancato alla riunionemensile dell’AIMC, presso i locali di San Sebastiano,naturalmente fatto oggetto di particolare affetto eattenzione da parte dei colleghi partecipanti, chehanno sempre visto in lui un fulgido esempio di fede edi attaccamento alla vita associativa della Chiesa.Grazie, Aldo, per il bene che hai sempre profuso nellatua vita e per la testimonianza di fede e di attaccamentoalla Chiesa: preziosa eredità che ci hai donato.Ricordandoti, ti sentiremo ancora presente in mezzo anoi e non potremo mai dimenticarti. Dal cielo, ovesarai unito alla tua fedele sposa, che ti ha preceduto,prega per chi è rimasto quaggiù a proseguire l’opera cheha avuto in te un infaticabile costruttore.

l’amico don Corrado Giorgetti

I