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VITA APUANA - MASSATOSCANA OGGI1 marzo 2009?

LE «RONDE» IN CITTÀnche a Massa il via libera alle ronde hascatenato la fantasia di chi aveva da

tempo una voglia matta di scendere in stradaper dire basta alla microcriminalità. Sarebberogià stati individuati anche i punti dove le rondepotrebbero lavorare: Ricortola, Bondano,Partaccia e la stazione ferroviaria.Effettivamente non si può negare che, negliultimi tempi soprattutto, si assista a unaescalation di furti che provoca nei cittadini unsenso di insicurezza e di sfiducia verso leistituzioni, ritenute incapaci di garantire laprotezione attesa. Addirittura pare che le provetecniche di ronda siano già iniziate e forse abreve si potrebbero veder circolare le primesquadre «ufficiali» di vigilantes. Già «ufficiali»,perché da tempo le ronde ci sono già, maagiscono senza che nessuno se ne accorga.Insomma la voglia di ronda è tanta. Ma su cosadovrebbero fare le ronde e se davvero i lorointerventi potrebbero agevolare il lavoro dicarabinieri e di polizia, c’è ancora tantaconfusione. Forse meriterebbe riflettere un po’di più sulla opportunità o meno di legittimarequesta iniziativa e magari pensare a unasoluzione più «soft», che non corra il rischio ditradursi in una forma di abdicazione delloStato di diritto. Inoltre c’è il pericolo che leronde intese in questo modo, possanoscatenare una sorta di incontrollabile caccia alclandestino amplificando un clima diintolleranza preoccupante. Anche se vienesottolineato che le ronde non avrebbero armi,in realtà potrebbero cedere alla tentazione diusare un’arma ben più letale quale laxenofobia, l’odio razziale, la smania di vendettase non addirittura la voglia di una giustiziasommaria. Di fronte a questo possibile risvolto,forse sarebbe opportuno ricorrere allacollaborazione della cosiddetta «cittadinanzaattiva», offrendo ai cittadini la possibilità didare un contributo «diretto» per aumentare lasicurezza della città, senza che questo vengausato per alimentare un clima dicriminalizzazione delle persone, siano essestraniere o no. Dovremmo essere tutti uniticontro il crimine e vigilare tutti insieme sullanostra sicurezza, recuperando così, quel«senso» del senso civico che dovrebbeappartenerci come patrimonio culturale esociale, nonchè contraddistinguere la«normalità» della nostra vita quotidiana.Questo forse ci scuoterebbe anche, da queltorpore che troppo spesso ci «infagotta» nellanostra logora e comoda abulia istituzionale chefinisce sempre per delegare qualcun altro a«toglierci le castagne dal fuoco». Il modellopotrebbe essere quello già usato in altre città:«la sicurezza partecipata e di prossimità». Unaevoluzione del poliziotto di quartiere. Sentinelleovunque. E a ricoprire questo ruolo potrebberoessere tutti coloro che ogni giorno «animano»la città, magari alzando la saracinesca di unnegozio o guidando un taxi o un bus, oandando a scuola. Si tratterebbe di unacollaborazione stretta tra le categorieeconomiche e sociali e la questura. Con laquestura potrebbero collaborare banche,albergatori, venditori ambulanti, edicolanti,tabaccai, gioiellieri, commercianti, autisti dibus, tassisti, farmacisti, insegnanti e alunni.Con questa iniziativa certamenteaumenterebbe la percezione della sicurezzarafforzando i legami con le forze dell’ordine. Ilclima che si respira oggi nel nostro Paese èsempre più teso. Crescono gli episodi diintolleranza e xenofobia, ma soprattutto le frasifatte, gli insulti sugli autobus, l’insofferenzaverso il diverso. Per fortuna il Sindaco di MassaRoberto Pucci, in consiglio comunale ha dettono alle ronde: «non vogliamo sminuire lenostre forze dell’ordine». Ben detto! Menomale che chi guida la città segue la retta viamostrando in questo caso, equilibrio e sensocivico.

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USACLI: RINNOVOCARICHE SOCIALIConcluso il quinto congresso provincialedell’Unione Sportiva ACLI (USACLI) diMassa Carrara durante il quale irappresentanti di tutte le animedell’associazione hanno rinnovato lecariche sociali. La nuova presidenzarisulta così composta Presidenteprovinciale il Sig. Mario Guidotti (fino adoggi Coordinatore provinciale), Vice-presidente il dr. Carlo Vignali (già elettonell’assemblea provinciale del CONI enella Consulta comunale dello sport, e finoad oggi Incaricato provinciale), Segretaridi presidenza, cui verranno affidate lespecifiche deleghe operative, i sigg.ri:Andreani Tommaso, Caldi Massimiliano,Del Sarto Pietro e Filosa Cecilia. Il nuovoConsiglio provinciale, oltre allaPresidenza, risulta composta dai sigg.ri:Battistini Pier Paolo (nuoto), CatellaGiuseppe (lunigiana), Dell’Ertole Dante(scherma), Fruzzetti Giuseppe (eventiculturali), Zollini Marco (polisportiva). ilCollegio dei Revisori dei conti, risultacomposto da: Commercialista dr. LuigiTorre (R. ufficiale dei C. iscritto all’albonazionale) Presidente, e dai sigg.riTornaboni Emilio Domenico e TabanelliSergio quali revisori effettivi.

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DI LILIANO MANDORLI

arlare del Sen. Giulio Guidoni èvivere contemporaneamenteaccadimenti personali e vicende diun secolo. Nella sua lunga vita di

creatura umana e di uomo politico sisono difatti intrecciate la quotidianaesperienza dell’individuo e il divenirepolitico, sociale e culturale del ventesimosecolo: con le sue illusioni, i suoiisterismi, i conseguenti risvolti tragici: dueguerre mondiali, una serie di dittatureviolente e sanguinarie, irriducibilicontrapposizioni anteriori e susseguentialla caduta del fascismo.Giulio Guidoni,seppur nella dimensione cittadina subì ilcoinvolgimento e il condizionamento ditutto il secolo breve. La sua formazionespirituale, sociale e politica ebbe asvilupparsi nel crogiolo di avvenimentivissuti in prima persona, sovente daposizioni di responsabilità dirette epersonali. A mo’ di esempio giovamenzionare l’episodio da lui ricordatoquando a dodici anni, facente parte delcircolo cattolico giovanile «S.G.B. LaSalle», ebbe ad assistere dal cortile dellachiesa della Misericordia alla gazzarrascatenata dai laicisti durante lainaugurazione del monumento aGaribaldi nella piazza omonima. AffermaGuidoni: «…ne conseguì che diventammosoci attivissimi del circolo La Salle, ilquale negli anni successivi divenne ilcentro da cui si ramificarono circoligiovanili in tutte le parrocchie».Non fameraviglia, a questo punto, il trovareGiulio Guidoni attivissimo sostenitore eprotagonista del nuovo partito popolarenel 1919, dopo la forte e attesa chiamatadi Don Luigi Sturzo. Ma anche le vicendefamiliari imposero a Guidoni unaprecoce assunzione di responsabilità. Lamorte prematura del padre l’aveva messoa capo di una famiglia allargata, confratelli più piccoli. Toccò allora al figliomaggiore Giulio assumere la funzione dipadre di sostenitore di tutti. Il nuovo einatteso peso non lo distolse tuttavia dalproseguire la sua militanza politica. Anzidobbiamo credere ad un impegno moltoattivo se lo troviamo nel direttivo dellasezione e poi del comitato provinciale delPartito Popolare., di cui viene chiamato afare il segretario provinciale insostituzione del compianto avv. CarloPerfetti, improvvisamente scomparso.Siamo alla fine del 1922 e cadono sulnuovo responsabile tutte le vicende diquegli anni turbinosi: la ripercussionedegli avvenimenti nazionali e la direttaesperienza delle violenze prima socialistee poi fasciste che si manifestano anchenelle nostre zone. Fare il segretario di un

partito che ormai si oppone apertamenteal regime mussoliniano diventa semprepiù difficile e pericoloso fino ad arrivareal gennaio del 1925 in cui Guidoni èconvocato in Questura ed obbligato aconsegnare le chiavi del partito. Idocumenti sono stati fortunatamentebruciati nei giorni precedenti. Passano glianni tristi e mortificanti del ventenniodurante i quali il rifugio consolatoriocomune rimane l’Aziona Cattolica dallaquale si è partiti. Ma in posizioni defilateper i protagonisti, segnatamente sedevono assicurare la vita della propriafamiglia mediante un pubblico impiego.La luce ritorna a seguito del rovinosoandamento della guerra: se ne prevedepresto la fine e la sconfitta. Occorreprepararsi al dopo e Guidoni è ancora inprima fila. Militante della Resistenza, gliviene conferita la nomina a subcommissario del Comune di Apuania perla zona di Massa, dove un residuo dipopolazione vive poverissimamente, inbalia delle bombe e della fame dopo losfollamento obbligatorio del settembre1944. Viene richiamato subito in servizioattivo dopo la Liberazione: nuovamente areggere la segreteria provinciale dellaDemocrazia Cristiana nell’ottobre 1945; èeletto Sindaco di Massa alle primeelezioni amministrative dell’aprile 1946;diventa Presidente dell’Amministrazioneprovinciale alla prima ricostituzione delnuovo organismo democratico nel 1951mentre deve contemporaneamentesobbarcarsi l’attività di segretarioprovinciale del partito. È infine elettosenatore della Repubblica alle elezionipolitiche del 1958 e lo resta fino allascadenza del 1963, quando per misereumane gelosie, perde l’elezione per la

riconferma. Fatti noti a molti, vissutiormai da pochi, per sentito dire dai più,pressoché sconosciuti alle giovanigenerazioni. Chi era, chi è stato GiulioGuidoni? Questo signore sempre preciso,puntuale, con una figura asciutta, uomodi grande decoro, sempre affabile, cortese,sorridente, disponibile? Uno dei pochi«single» allora a Massa e tale semprerimasto dopo la forzata paternitàfamiliare e l’impegno da celibe nellapolitica. Cosa è stato il politico el’amministratore Guidoni per la sua cittàe per questa provincia? Per rispondere aqueste domande non basterebbe unabiografia. Forse occorrerebbe lapossibilità, il tempo e l’amore per andarea sfogliare e meditare la numerose cartedel suo lascito.Qui, adesso, ne possiamodare soltanto un piccolo accenno,l’impressione radicata nel cuore di chi haavuto l’occasione e la fortuna di vivercivicino per qualche tempo e di praticarloepisodicamente dopo. Ebbene, un signoremite e discreto ma generoso, con unamore sviscerato per questa terra, le suebellezze, le sue risorse, le sue possibilità,le sue montagne, le Apuane, verso le qualil’aveva condotto la passione giovanilecomune a tutti i giovani cattolici di queltempo. Apuania, Apuania! Il nomescandito per dare una denominazione adun nuovo assetto di questo territorio gli èrimasto sempre nel cuore. Il desiderio peruna diversa convivenza tra due cittàviciniori e i suoi abitanti, per un avveniredalle prospettive meno consuetudinarie.«Ci fu un accordo tra Betti e Chiesa perdue grandi opere atte ad aprire lecomunicazione di questa terra con quellecirconvicine: il porto a Marina di Carrarae il traforo della Tambura per avvicinare laGarfagnana. Una è stata realizzata, vedetedi portare a termine anche l’altra!»Questo il suo lamento. Nelle istituzioni enel partito non si è mai accontentato deiprogrammi di legislatura ma li ha sempreaccompagnati a progetti di medio e lungoperiodo. Cosa potrebbero essere questacittà e questi luoghi tra quindici,vent’anni? Cosa potrei fare, suggerire,inventare per farli diventare più attraenti,più ricchi, più utili? Ecco le sueambizioni! Da ragazzo, da giovane, dauomo, chi scrive non ha avuto la venturadi conoscere altri che provassero questianeliti e manifestassero questisentimenti.Giulio Guidoni haimpersonato la nobiltà della politica. Unpolitico cristiano che fa del disinteresse edella generosità, uno stile di vita e unostimolo incalzante e creativo per il benedel proprio paese.Peccato che il piccolocabotaggio della politica non l’abbiasaputo riconoscere e meglio utilizzare.

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Prosegue il viaggio tra i politici cattolici locali impegnati per il bene comune

Guidoni il «lungimirante»

GESÙ, UOMO DEL SACRIFICIOniziano in Cattedrale i «Venerdì di Quaresima». Questa settimana saràpresente l’unità pastorale di Montignoso. Il pensiero del Vescovo, che

pubblichiamo in anteprima, sarà centrato sulla seconda lettura, tratta dallalettera di S.Paolo ai Corinzi (9, 15-27).

l tempo santo della Quaresima, tempo di preparazione allecelebrazioni pasquali, ci addita Gesù tentato, messo alla prova, per

certi versi fortemente provato. La sua sembra una sfida ... ma è soloun servizio d’amore per noi. Gesù non ha scelto sempre il peggio.Volta per volta ha accettato di affrontare i costi della nostra libertà.Redimere dal latino, vuol dire : ricomprare. Redentore è colui chericompra un bene perduto. Gesù ci ha ricomprati Quello di Gesù,dunque, non è il gusto del sacrificio cercato per sé stesso. Non haamato le cose difficili per sé stesse; ha solo voluto sempre far piacereal Padre (Rm 15,3.8). Paolo, discepolo fedele del Signore dirà cheanche lui non aveva la «voglia matta» di tribolare, ma quando si eradato una meta era anche pronto a tutte le fatiche pur di raggiungerla(1Cor 9,27); proprio come gli atleti nello stadio. Noi siamo la metadi Gesù, l’unica. Egli si avvicina ad ogni uomo da parte di Dio. Nonc’é bisogno di mettersi in ordine per incontrarLo; l’incontro con Luirisana (es indemoniato di Gerasa Lc 8,26-39). Di fatto quella di Gesùrisulta una vita di sacrificio: Gesù dormiva per terra semplicementeperché non aveva materasso. Morirà in croce perché quella sidimostrò la via più credibile del giudizio di Dio sul peccato. Sembrache nei campi di sterminio dell’ultima guerra, intorno alla sofferenzaci si riconoscesse e ci si ritrovasse meglio che nell’euforia goderecciae artificiale. Nel travaglio culturale che la nostra epoca stà vivendo, lesperequazioni esistenti generano una cattiva coscienza montante.L’uomo si sente sempre di più chiamato a guardare a chi soffre e ainteressarsi di chi non riesce a trovare una collocazionesoddisfacente nella competizione sfrenata. La fuga dalla realtà deldolore e della morte appare sempre di più quello che realmente é:una infantile evasione dalla verità dell’esistenza e della condizioneumana. La «passione» di Dio, il suo totale coinvolgimento nellacreazione implicito nel suo essere il Padre, la sofferenza di Dio, si fasacrificio di redenzione sulla croce di Gesù il Figlio dell’amore, a cuiguardiamo con amore ricambiato, in questo tempo santo diQuaresima.

+ Eugenio Binini, vescovoVenerdì 27 febbraio 2009

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I VENERDÌ DI QUARESIMAPROFILO UMANO E SPIRITUALE DI ALDO TERRENI

n occasione del trigesimo della morte del maestroAldo Terreni - lunedì 2 marzo alle ore 18 nella chiesa

di san Sebastiano - vorrei tracciarne un breve ritrattoumano e spirituale. Figura di spicco del mondocattolico e della Chiesa locale, ci ha lasciati,ultranovantenne, all’inizio del mese scorso.Cofondatore in Diocesi e, per tanti anni, presidentedell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC),nonché zelante collaboratore e benefattore delSeminario, il suo ritorno alla casa del Padre, hasuscitato profondo cordoglio in chi lo ha conosciuto,amato ed apprezzato. A me, da sempre a lui legato dafraterna amicizia, se da una parte la sua dipartita, haprodotto, umanamente parlando, un nostalgico vuoto,dall’altra mi ha causato un sincero rammarico, peressermi trovato nella assoluta impossibilità dipartecipare ai suoi funerali, ai quali sono potuto esserepresente solo in spirito, con la preghiera. Aldo, fino altermine della sua vita è stato un grande esempio perquanti gli sono stati vicini ed hanno potuto seguirlo.Accompagnato sempre dalla «badante» signoraAntonietta o dalle sue colleghe, di origini albanese,sempre fedeli nel loro servizio di assistenza, ognigiorno partecipava alla santa Messa vespertina nellachiesa della Misericordia a Massa, e fino a pochi giorniprima della sua morte non è mai mancato alla riunionemensile dell’AIMC, presso i locali di San Sebastiano,naturalmente fatto oggetto di particolare affetto eattenzione da parte dei colleghi partecipanti, chehanno sempre visto in lui un fulgido esempio di fede edi attaccamento alla vita associativa della Chiesa.Grazie, Aldo, per il bene che hai sempre profuso nellatua vita e per la testimonianza di fede e di attaccamentoalla Chiesa: preziosa eredità che ci hai donato.Ricordandoti, ti sentiremo ancora presente in mezzo anoi e non potremo mai dimenticarti. Dal cielo, ovesarai unito alla tua fedele sposa, che ti ha preceduto,prega per chi è rimasto quaggiù a proseguire l’opera cheha avuto in te un infaticabile costruttore.

l’amico don Corrado Giorgetti

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