ONOMASTICO Memoria e profezia l’eredità di Giovanni Paolo...

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N. 30 13 settembre 2009 0,90 Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Lo spirito di Assisi a Cracovia 8e9 SPECIALE Il carcere si apre al territorio 11 PRIMO PIANO CITTÀ Il 14 settembre, giorno del- la ricorrenza onomastica del Cardinale Crescenzio Sepe nella Chiesa Cattedrale, alle ore 8.30, verranno formulati gli auguri di tutta la Comunità ecclesiale all’Arcivescovo. Interpretando i sentimenti dell’intera Diocesi, Nuova Stagione rivolge filiali e affet- tuosi auguri. ONOMASTICO CARDINALE SEPE A Lourdes con il Cardinale Sepe 2e3 PRMO PIANO CHIESA Michele Borriello Doriano Vincenzo De Luca Salvatore Esposito Rosaria La Greca Francesco Mercurio M. Michela Nicolais Filomena Sacco Elena Scarici Antonio Spagnoli Antonio Terracciano. Gli interventi 16 settembre: il saluto a mons. Filippo Iannone 4 Una strada per don Agostino Cozzolino 5 Teologia morale per i sacerdoti 6 Il Curato d’Ars 10 Ronde ecologiche per il decoro urbano 12 Gli strumenti di Galileo in mostra 13 Un comune per Liternum 14 La stagione teatrale del Bellini 15 Memoria e profezia l’eredità di Giovanni Paolo II Crescenzio Sepe Credo che tra i compiti più impegnativi assegnati agli uomini di chiesa, di cultura, o agli storici, ma- in generale – all’intera umanità, vi sia quello di comporre, in qualche modo, l’eredità a noi lasciata dal lungo pontificato di Giovanni Paolo II. Tanto più se i termini sono quelli di “memoria e profezia”, ossia ciò che il passato ha già consolidato e ciò che, invece, è significativo in proiezione futura. Ci si trova di fronte, da ogni lato, a un compito immane: Papa Wojtyla è stato testimone e poi protagonista assoluto di un larghissimo tratto di storia dell’ultimo secolo del Duemila e ha accompagnato con paternità e dolcezza, l’umanità al varco della soglia del terzo millennio. Vorrei esprimere, innanzitutto, anche in questa occasione – nella sua terra d’origine – il privilegio che a noi tutti è toccato, per mano della Provvidenza, di aver potuto contare su una tale guida. segue a pagina 8

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N. 30 • 13 settembre 2009 • € 0,90

Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Lo spiritodi Assisi

a Cracovia

8 e 9

SPECIALE

Il carceresi apre

al territorio

11

PRIMO PIANO CITTÀ

Il 14 settembre, giorno del-la ricorrenza onomastica delCardinale Crescenzio Sepenella Chiesa Cattedrale, alleore 8.30, verranno formulatigli auguri di tutta la Comunitàecclesiale all’Arcivescovo.

Interpretando i sentimentidell’intera Diocesi, NuovaStagione rivolge filiali e affet-tuosi auguri.

ONOMASTICOCARDINALE SEPE

A Lourdescon

il Cardinale Sepe

2 e 3

PRMO PIANO CHIESA

Michele Borriello • Doriano Vincenzo De Luca •

Salvatore Esposito • Rosaria La Greca • Francesco

Mercurio • M. Michela Nicolais • Filomena Sacco •

Elena Scarici • Antonio Spagnoli • Antonio

Terracciano.

Gli interventi16 settembre: il saluto a mons. Filippo Iannone 4

Una strada per don Agostino Cozzolino 5

Teologia morale per i sacerdoti 6

Il Curato d’Ars 10

Ronde ecologiche per il decoro urbano 12

Gli strumenti di Galileo in mostra 13

Un comune per Liternum 14

La stagione teatrale del Bellini 15

Memoria e profezial’eredità di Giovanni Paolo IICrescenzio Sepe

Credo che tra i compiti più impegnativi assegnati agli uominidi chiesa, di cultura, o agli storici, ma- in generale – all’interaumanità, vi sia quello di comporre, in qualche modo, l’ereditàa noi lasciata dal lungo pontificato di Giovanni Paolo II.Tanto più se i termini sono quelli di “memoria e profezia”,ossia ciò che il passato ha già consolidato e ciò che, invece, èsignificativo in proiezione futura.Ci si trova di fronte, da ogni lato, a un compito immane: PapaWojtyla è stato testimone e poi protagonista assoluto di un

larghissimo tratto di storia dell’ultimo secolo del Duemila eha accompagnato con paternità e dolcezza, l’umanità al varcodella soglia del terzo millennio.Vorrei esprimere, innanzitutto, anche in questa occasione –nella sua terra d’origine – il privilegio che a noi tutti ètoccato, per mano della Provvidenza, di aver potuto contare suuna tale guida.

segue a pagina 8

Primo Piano Chiesa Nuova Stagione2 • 13 SETTEMBRE 2009

Famigliemodellodi virtù(e. s.) È il giorno dellapartenza, martedì 1 settembrequando si tiene la Messa per lefamiglie. Le coppie checelebrano l’anniversario sonosette: una in viaggio di nozze,due venticinquesimi, trequarantesimi, uncinquantesimo. A loro sirivolge il cardinale: «Sonostate date tante definizioni allaMadonna, una delle più belle è“Maria, via per Gesù, stradache conduce a Cristo”» che èpoi il significato che troneggiasull’altare della Basilica delRosario, dove si è tenuta lacelebrazione. «Maria -prosegue il vescovo - è laprima discepola del suo figlio,l’Immacolatata, la madreumana che come ognimamma si prende cura delsuo bambino. Così noiabbiamo questa immagine disemplicità e umiltà. Dobbiamosaper accogliere e indirizzare ilnostro agire secondo questomodello, le nostre famiglievivono tante difficoltà: come sifa a rimanere forti per educarei figli?», si è chiestol’arcivescovo. «La famiglia è il primofondamento della società, noidobbiamo rifarci all’esempiodi Nazaret, è da lì chetroveremo la forza percementare la famiglia, nonfacciamoci rubare l’amore,costruiamo insieme la Chiesadomestica sul fondamentodell’amore», ha concluso. Altermine della celebrazione ilsaluto di mons Punzo che haringraziato il cardinale, isacerdoti e i pellegrini per avercostruito insieme unpellegrinaggio ricco dispiritualità e di fede.

Lourdes capovolge i criteri del mondo.È un luogo dove non ci sono porte. Tuttipossono entrare. Ma il posto in prima filalo avranno sempre gli ammalati, i disabili,i poveri, le persone emarginate e sole, i pic-coli secondo i criteri del mondo. È questoanche il senso di ogni pellegrinaggio.L’obiettivo unico è ben chiaro: la conver-sione. In una società che schiaccia il sacro,gli uomini trovano nei santuari spazi di vi-ta e speranza.

Aveva ragione quel commissario di po-lizia che, interrogando duramenteBernadette Soubirous «per smascherarel’inganno delle apparizioni», la rimproveròdicendo: «Ma tu fai correre tutti qui!». E aLourdes continuano a venire tutti! A 150anni di distanza, questa grotta, questo luo-go rappresenta senza dubbio uno dei cen-

tri di spiritualità e di fede popolare (e nonsolo) più “intensi” di tutto il mondo cristia-no. Un luogo visitato ogni anno da più di 6milioni di persone. Cifre spaventose, gran-dissime, che non possono non interrogar-ci su quello che non si può liquidare comeun fenomeno di suggestione di massa.Neppure il sociologo più ateo e scettico,può esimersi dal confrontarsi con quelloche accade a Lourdes. Non tanto con i mi-racoli delle guarigioni, quanto con il “mi-racolo” di un luogo simbolico che è sapu-to diventare centro di fede e di religiosità,“motore propulsore” di esperienze di servi-zio, di scelte di vita, di consapevolezza cri-stiana adulta e responsabile.

Come cristiani è d’obbligo però con-frontarci con la “necessità” e la funziona-lità di questi luoghi, così suggestivi e - di

conseguenza - così soggetti al rischio del-l’incomprensione e della speculazione so-ciologica. C’è bisogno, per il cristiano, diluoghi come Lourdes? Ovviamente non miaddentro nella questione delle guarigioni.Il problema di Lourdes, non sono le guari-gioni in sè, ma ciò che “sociologicamente”avviene in quel luogo e - di conseguenza -ciò che di rilevante per la nostra fede puòessere percepito da chi lo frequenta e da chine sente parlare, anche attraverso i media.«Lourdes non è la fabbrica dei miracoli – haaffermato il Cardinale Crescenzio Sepe, altermine dell’incontro con i pellegrini –, èsoprattutto comunione, riscoperta di Dionella nostra vita, è dialogo costante colSignore, attraverso l’esempio e la testimo-nianza di vita della Madonna».

È utile Lourdes? È utile che i media ne

Dal 29 agosto al 1 settembre il pellegrinaggio guidato dal Cardinale Crescenzio Sepe. Organizzato dall’Opera napoletana pellegrinaggi, ha visto la presenza di circa 500 fedeli

«Lourdes non è la fabbrica dei miracoli»di Doriano Vincenzo De Luca

(d.v.d.l.) Il responsabile del Bureau me-dical di Lourdes, l’ufficio incaricato di accer-tare la natura delle guarigioni, dall’11 feb-braio di quest’anno è il dottor Sandro deFranciscis, 54 anni, napoletano. Già deputa-to della Margherita e presidente dellaProvincia di Caserta, volontario Unitalsi finda ragazzo, quando il vescovo di LourdesJacques Perrier gli ha proposto l’incarico, deFranciscis ha riflettuto a lungo. Poi ha chie-sto scusa ai suoi elettori, ha salutato Casertaed è partito. Da lui vanno i pellegrini che ri-tengono di essere guariti alla Grotta. A luispetta iniziare e seguire il lungo, spesso de-cennale e rigorosissimo iter che si concludecon la dichiarazione, da parte del Comitatomedico internazionale di Lourdes, di “gua-rigione eccezionale”.

E i miracoli? Come si giunge a dichia-rare una guarigione un fatto “ecceziona-le”?

La dichiarazione del miracolo spetta allaChiesa. Io sono un medico e ho l’obbligo diascoltare e vagliare la consistenza medicadelle storie. Solo dopo è possibile deciderese aprire o meno un dossier per iniziare unapprofondimento. È un processo lento, per-ché le situazioni vanno verificate nel tempo:né il Santuario di Lourdes né la Chiesa cat-tolica hanno ansia di costruire miracoli. C’ègrande serietà. E io stesso non parlo mai dimiracoli, piuttosto di guarigioni inspiegabi-li. E perché questo avvenga è necessario chesiano rispettati rigorosamente sette criteri.La malattia deve essere grave, di natura or-ganica, e con diagnosi certa. La guarigionenon deve essere ascrivibile ad alcuna terapia,dev’essere istantanea, completa e durevole

nel tempo. Il mio lavoro in sostanza consistenel cercare con la massima accuratezza ognipossibile spiegazione medica alle guarigioniche mi vengono sottoposte.

Dunque c’è una prevalenza della scien-za…

È così. Al Bureau lavoriamo con una coe-renza medica blindata. Qui il mio essere me-dico prevale sull’essere credente. Cerco inogni modo spiegazioni razionali. Quandonon le trovo, mi fermo. E devo dire che inquesti mesi mi è diventato chiaro che il rap-porto tra fede e scienza è assolutamente pos-sibile. Il terreno su cui si compie, è la ragio-ne umana.

Quest’anno qualcuno è venuto a dirleper la prima volta di essere guarito?

Ventidue pellegrini. In alcuni casi l’ipo-tesi di guarigione eccezionale decade subi-

to, in altri si va avanti. Benché ultimamen-te succeda che anche di fronte a un fatto chepotrebbe essere una guarigione, il pellegri-no non abbia voglia di divulgare la storia. Ese la tenga per sé, come se riguardasse sololui.

Cosa significa per lei lavorare aLourdes?

Lavorare a Lourdes è come partecipare,tutti i giorni, alle preghiere e alle processio-ni delle migliaia di visitatori. Di fatto, mi èstata offerta l’occasione di effettuare un pel-legrinaggio permanente e vivo, per essere alservizio di devoti, malati e medici. Qui si cre-sce, si prega, si condivide il dolore guardan-dosi negli occhi. Ai malati viene riservato unposto d’onore: è lo spirito che caratterizzaLourdes, dove viene spontaneo mettersi inrelazione con l’altro senza chiedersi perché.Lo dice anche Bernardette quando raccon-ta l’incontro con la Vergine: mi guardava co-me si guarda ad una persona. È questa laforma di rispetto che Lourdes offre a chiun-que: qui ci si guarda in faccia e ci si raccon-ta la vita.

Com’è che ha deciso di diventare me-dico?

A 17 anni sono venuto qui per la primavolta come volontario per l’Unitalsi. Mi han-no mandato alle piscine dei bambini. Ho vi-sto la sofferenza intollerabile dei bambini,quella che fa gridare a Dio: perché? E ho de-ciso di diventare pediatra. Ma non dimenti-co quei giorni alle piscine, da ragazzo.Perché adesso, quando vedo lo stesso sgo-mento e ribellione negli occhi di tanti mala-ti, so che cos’è. Ci sono passato, l’ho prova-to anche io.

Intervista al dottor Sandro De Franciscis, responsabile del Bureau medical di Lourdes,l’ufficio che si occupa della raccolta e del primo esame delle segnalazioni di presunte guarigioni

«Qui ci si racconta la vita»

Primo Piano ChiesaNuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 3

L’insegnamentodella Via Crucis(e. s.) «La Madonna ha sempreaccompagnato Gesù, giàquando la aveva in grembo, efino alla fine, sulla via delCalvario, così lei è con noiquando abbiamo dubbi,angosce, c’è sempre aconsolarci, dall’alba altramonto». Sono le parole chedanno inizio la mattina dilunedì 31 luglio alla Via Crucis.A pronunciarle è l’assistentespirituale dell’Operanapoletana pellegrinaggi, donAlfonso Punzo che hasaggiamente guidato nellospirito i pellegrini. E sono suele riflessioni anche quando ci siferma alla tredicesimastazione, quella cherappresenta l’Italia perché lestatue che illustrano iltredicesimo passo di Cristo,sono state donate dal nostroPaese. L’invito allora è rivolto apregare per la nostra nazione:«Preghiamo per l’Italia, perchèriscopra le proprie originicristiane e per Napoli che è cosìmassicciamente presente aLourdes».Le conclusioni invece spettanoall’arcivescovo: «Siamo arrivatifin qui - dice il porporatomentre accarezza una ragazzain carrozzella - percorrendo ilcammino doloroso di Cristo, ècome se avessimo calpestato ipassi del Signore, ricalcando lesue orme, Questo ci dà lacertezza che come Cristo hasofferto fino alla morte ma poi èrisorto, anche per noi c’è sempresperanza che ci dà conforto neimomenti di difficoltà per questochiediamo al signore di darci alforza per superarle, grazie ancheall’intercessione di Maria.Mettiamo tutto – ha concluso -nelle mani del Signore che no sidimenticherà di noi ma ciaiuterà nel difficile camminodella vita».

parlino? Ed in che modo? Il punto di par-tenza per poter dare una risposta a questedomande è quella della struttura cristo-sto-rica della nostra fede cristiana. La nostrafede si fonda su Cristo, ma non può esimer-si dal confrontarsi con la storia, nella qua-le “si realizza” la salvezza operata da Cristo.Cristo non è un Dio mitico, ma una perso-na storica, vissuta realmente, che ha por-tato “con la sua carne e la sua storia” la con-cretezza della salvezza cristiana. Una sal-vezza che non è attinente all’extrastoricoma che si realizza, seppur in una prospet-tiva escatologica, già all’interno della no-stra esistenza personale e sociale.

Una fede perciò senza segni sociali e sto-rici di “presenza” non può essere veramen-te incarnata. In questa prospettiva si puòcomprendere l’“utilità” di Lourdes: «Noi ve-

niamo a Lourdes – ha detto ancoral’Arcivescovo – perché vogliamo sentirci piùprofondamente cristiani, raccogliendo l’in-vito alla conversione. Siamo chiamati a fa-re la verità di Dio in noi, allargando gli oriz-zonti della carità». Lourdes rappresentauna manifestazione storica di ciò che la fe-de in Cristo può fare: una fede che aggre-ga, che raccoglie le persone, che muove ipopoli, una fede che “tocca” la nostra car-ne, il nostro corpo, facendoci sperimenta-re la concretezza della salvezza operata daCristo. Lourdes perciò, in funzione della fe-de che ha in Cristo e solo in lui il centro, èimportante nella funzione del “segno”;Lourdes è uno dei segni che rende presen-te l’opera sociale e storica della fede che è“fede di comunità” e non solo “fede perso-nale”. Ecco perché la fede è “aiutata” dai

segni che la rendono non solo “vera” (la ve-rità non è data dai segni) ma “rilevante” pernoi.

Le parole non di un teologo o di un cre-dente ma di un filosofo non credente, ci aiu-tano a comprendere il tutto: «È completa-mente errato l’atteggiamento di sufficienzadi certi che si definiscono laici. Che vi sianocentinaia di milioni di persone che daLourdes iniziano una strada di fede e dibontà nuova, è un miracolo che non si puònegare. Non riconoscere la presenza del se-gno, del prodigio è agnosticismo stupido,sciocco, del tutto irrealistico. Che 70milapersone, come quest’oggi si è registrato, va-dano a Lourdes per rafforzare la propria fe-de e tornino con un carico di bontà, questoè un vero miracolo e nessuno lo può nega-re». (Massimo Cacciari, l’11 febbraio 2008).

Organizzato dall’Opera napoletana pellegrinaggi, ha visto la presenza di circa 500 fedeli

a fabbrica dei miracoli»o Vincenzo De Luca

Quei segni che cambiano i cuoridi Elena Scarici

Il pellegrinaggio della Diocesi è comin-ciato alle ore 18,30 del 29 agosto con la tra-dizionale processione per l’offerta del ceroalla Madonna. E così è da subito suggesti-vo ritrovarsi “faccia a faccia” con lei, laVergine apparsa 151 anni fa alla piccolaBernadette a Massabielle. La grotta e l’in-cavo della roccia dove è contenuta la statuadella Vergine fanno venire la pelle d’oca. Èda qui che comincia il percorso che avvici-na a Maria.

«Il comandamento dell’amore e della ca-rità – ricorda il cardinale che presiede la ce-lebrazione - deve essere il principio ispirato-re della nostra vita. E infatti l’amore di Diosi rivela nella carità degli uomini. Se amateDio e il prossimo allora tutte le manifestazio-ni esteriori non hanno senso».

Massiccia la presenza alla Messa, com-mossa e sentita la partecipazione dei fede-li, giunti a Lourdes con due aerei per il tra-dizionale pellegrinaggio, predisposto comedi consueto e con indubbie capacità orga-nizzative, dall’Opera napoletana pellegri-naggi, diretta da Mario Russo Cirillo. «Solopoche fa eravamo nella nostra città – ha pro-seguito l’arcivescovo – questa sera siamoqui. Veniamo da famiglie diverse ma ora tut-ti insieme formiamo una sola famiglia» Poiil cardinale si è soffermato sul senso del pel-legrinaggio, dell’andare. «Perché ci siamomessi in cammino? Abbiamo voluto rispon-dere ad una voce, lasciare per qualche gior-no le nostre abitudini per venire qui ad in-contrare il Signore attraverso la guida lumi-nosa di sua madre, per vedere il volto di Gesùattraverso questa apparizione. Questo è ilsenso del nostro essere cristiano, rispondereall’invito del Signore: Esci dalla tua terra eva».

Il leggero venticello che si è alzato sullacittadina ai piedi dei Pirenei ha fatto da cor-nice alla riflessione, alla voglia di ritrovar-si, aspetto sottolineato anche dal Cardinale:«Quando si va, lo si fa per incontrare qual-cosa, cercando di individuare la strada giu-sta per potersi liberare da quei condiziona-menti che come pietre pesano sulla nostra vi-ta. Come pellegrini siamo venuti a Lourdesper chiedere qualcosa alla Madonna, ma co-sa vogliamo dalla nostra madre, la guarigio-ne fisica non è importante, la richiesta inve-ce deve essere quella di aiutarci a ritrovareCristo nel nostro cuore, venire a Lourdes ècome ritrovare un amico, e così grazieall’Opera napoletana pellegrinaggi siamo quiper aprirci all’altro, riconoscendoci e perchiedere a Dio di liberarci delle nostre debo-

lezze, vogliamo che il nostro volto rispecchiquello di Cristo. Il nostro cuore batte all’uni-sono con il Signore se ci immergiamo nell’a-more».

Se la celebrazione della sera alla grottaha permesso ai pellegrini di riflettere sullapropria vita, quella della mattina successi-va, 30 agosto, alle 9,30 presso la basilica sot-terranea di Pio X, la tradizionale Messa in-ternazionale che è stata presieduta dal no-stro arcivescovo, ha dato a tutti la sensazio-ne di un unico grande abbraccio, che uni-sce popoli e religioni, malati e sani, ricchi epoveri. Oltre 200 i sacerdoti concelebranti.

Un afflato che si è respirato anche il gior-no dopo con la processione eucaristica e labenedizione degli ammalati che ha attraver-sato l’esplanade per poi confluire nella ba-silica sotterranea. Un momento dedicatoagli ammalati, veri protagonisti a Lourdes,dove si vive una prospettiva al contrario pri-ma i malati, poi i sani. Dove senti con for-za che è difficile provare queste sensazioniin un altro posto. Se vieni a Lourdes nonpuoi aspettarti il miracolo nel senso di gua-rigione, ma piuttosto il prodigio vero, quel-lo della conversione dei cuori. A portarel’Eucaristia in processione l’arcivescovo diRouen, Jean-Charles Marie Descubes.

Fa fresco, il giorno dopo a Lourdes, 30

agosto, ma solo perché è presto: sono le 7,30e alla grotta si sta tutti vicini per la Messapresieduta dall’arcivescovo. «In Maria - di-ce il cardinale nell’omelia - trova attuazioneil disegno di Dio che ha aperto l’umanità aduna completa novità, siamo diventate cosìpersone nuove, la nostra fede cresce man ma-no che la testimoniamo. Per questo ci cibia-mo di Cristo, per irrobustirci, non dobbiamofarci distrarre dai rumori, ma ritrovarci nelsilenzio. Quante preoccupazioni, quante vol-te ci facciamo prendere dall’odio e dal ranco-re, come può Dio incarnarsi in noi se siamopresi da questi sentimenti? Per questo Mariapuò aiutarci a farci dimora di Gesù». E a se-ra è proprio un ritrovarsi nel silenzio per lafiaccolata. Per chi è venuto a Lourdes perla prima volta, non sembra possibile, vede-re una processione così lunga, così compo-sta e raccolta: «Non avrei mai potuto imma-ginare uno spettacolo simile – commenta lasignora Mariarosaria. «È un’esperienza in-credibile» – aggiunge Fabiana che porta lafiaccola alla Madonna. Un’esperienza checertamente rimarrà nel suo cuore. Propriocome il pellegrinaggio che lascia il segno atutti anche all’adolescente Nicola che èpreoccupato per il risultato della partita delNapoli o per l’anziana Emilia che pensa:«chissà se ce la farò a ritornare».

Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 13 SETTEMBRE 2009

Solidarietàper l’AbruzzoCarissimi, vi scriviamo percomunicarvi il progetto di sostegnoalle popolazioni terremotatedell’Abruzzo promosso dallaCaritas Italiana insieme allaPastorale Giovanile e all’AzioneCattolica a cui abbiamo aderitocome Arcidiocesi di Napoli. Siamoconvinti che in una situazione disofferenza e di emergenza comequella che stanno vivendo lepopolazioni dell’Abruzzo nonpossiamo non far sentire lavicinanza, la condivisione e ilservizio della Chiesa di Napoli.Il coordinamento per l’emergenzaAbruzzo, partito da alcuni mesi, èattualmente operativo e coinvolgel’intera diocesi dell’Aquila, divisa inzone operative affidate a variechiese d’Italia. Alla diocesi diNapoli è stata affidata la zonadenominata Roio Bagno che, dalpunto di vista dell’estensione, èuna delle zone più piccole ecomprende 5 parrocchie e varietendopoli. È collocata in zona collinare difronte alla città dell’Aquila. ComeChiesa di Napoli dobbiamoassicurare 10 volontari, giovani eadulti, per 15 giorni consecutivi osettimane singole dal 5 al 15ottobre.L’impegno richiesto ai volontari èsu tre livelli: ascolto delle famiglie edegli anziani, animazione giovanileper coinvolgere ragazzi, giovani eadolescenti e animazione liturgica.È opportuno che, quantidesiderano prestare questo serviziodi volontariato, abbiamoun’esperienza pastorale negliambiti indicati, capacità diadattamento, di condivisione ecollaborazione nel rispetto deidiversi ruoli.

Note tecnicheI volontari saranno ospitati nelletende, i servizi sono in comune e ipasti presso le mense del campo.Le spese di viaggio saranno acarico della Caritas diocesana. Sulposto i volontari, accompagnatida un capo gruppo della nostradiocesi, incontreranno uncoordinatore locale che guiderà leattività.Le disponibilità dei volontari, contutti i recapiti devono esserecomunicate entro il 15 settembreall’indirizzo [email protected] al recapito telefonico dell’ufficiodiocesano del servizio civilevolontario 081.557.42.64-65. Il gruppo dei volontari che saràdesignato per questo servizio saràpreparato attraverso alcuniincontri le cui date sarannocomunicate a loro direttamente.Certi della vostra attenzione, delsostegno e della partecipazione aquesta esperienza di solidarietà, Visalutiamo fraternamente erestiamo a disposizione perqualsiasi chiarimento ed ulterioriinformazioni.

Gaetano RomanoDirettore Caritas

Titti AmorePresidente Azione Cattolica

Antonio D’Ursoe Pasquale Incoronato

Direttori UfficioPastorale Giovanile

Il 16 settembre in Cattedrale con i sacerdoti diocesani,i diaconi permanenti e le comunità religiose

Il saluto a mons. Filippo IannoneCarissimi,

come sapete, il 19 giugno il Santo Padre ha nominato S. Ecc.za Mons. FilippoIannone Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo.

Il Cardinale Arcivescovo invita tutti, in particolare i sacerdoti, a partecipare

mercoledì 16 settembre alle ore 18,30 in Cattedrale

alla solenne celebrazione eucaristica, nella quale saluteremo Mons. Iannone eringrazieremo il Signore per i benefici che ci ha donato attraverso il ministero,da lui svolto nella nostra Chiesa diocesana, come Vicario Episcopale e soprat-tutto come Vescovo Ausiliare.

L’invito è esteso a tutte le Comunità parrocchiali e alle Associazioni eMovimenti ecclesiali.

Nell’attesa di incontrarci, accogliete il mio cordiale saluto.

@@ Antonio Di Donna Vescovo Ausiliare

Giubileo Leonardinoa Santa Maria in Portico

Domenica 13 settembre, ore 18, “UnSanto in mezzo a noi”. Chiesa di SanGiorgio Maggiore. Accoglienza delleReliquie del Santo e processione

Ore 18.30, “Gioia e salvezza”.Cattedrale di Napoli. SolenneConcelebrazione Eucaristica presiedutadal Card. Crescenzio Sepe. Giubileo deifarmacisti.

Lunedì 14 settembre, ore 8.30, “Fedeltàdi Cristo, fedeltà del sacerdote”. Cattedraledi Napoli. Giubileo dei Sacerdoti. SolenneConcelebrazione Eucaristica presiedutadal Card. Crescenzio Sepe. Ore 18, “Le trac-ce gloriose di Cristo”. Chiesadell’Ascensione a Chiaia e processione pervia G. Piscicelli. Ore 18.30, “Per la gloriadel Crocifisso Risorto”. Chiesa di SantaMaria in Portico a Chiaia. ConcelebrazioneEucaristica presieduta da padre FrancescoPetrillo, Rettore Generale omd.

Apertura Giubileo parrocchiale. Ore20.30, “Croce, pegno di resurrezione”.Celebrazione dei Vespri.

Martedì 15 settembre. Ore 8,Celebrazione delle Lodi. Ore 8.30,Celebrazione Eucaristica. Ore 11, “Un san-to amico dei sacerdoti”. Incontro con i sa-cerdoti del Decanato. Ora media. “Servire lachiesa. Una figura di santità sacerdotale”.Intervento di padre Francesco Petrillo,Rettore Generale omd. Ore 16.30, “Osare ilcambiamento. Per una incisività pastorale”.

Incontro con le Religiose e i Religiosi.Celebrazione. Presentazione del libro diSan Giovanni Leonardi “Criteri per unaRiforma dei religiosi”. Modera padreRosario Piazzolla omd, parroco e forma-tore. Ore 18.30, ConcelebrazioneEucaristica. Ore 20.30 Celebrazione deiVespri.

Mercoledì 16 Settembre, ore 8,Celebrazione delle Lodi. Ore 8.30,Celebrazione Eucaristica. Ore 10, Visitaagli ammalati. Giubileo dei Malati. Ore12.30, Benedizione Farmacia Sellitti, uni-ca nel territorio parrocchiale. Ore 16.30,Ora di spiritualità con Radio Maria. Ore18.30, “Chiamati per appartenere aCristo”. Celebrazione Eucaristica presie-duta da padre Luigi Piccolo, maestro deinovizi. Testimonianze Vocazionali. Ore20.30, “Compagno dei giovani e delle fa-miglie”. I giovani e le famiglie incontranoil Santo.

Giovedì 17 settembre. ore 8, Celebrazionedelle Lodi. Ore 8.30, CelebrazioneEucaristica. Ore 17, “Padre Giò. Amico deifanciulli”. Inizio dell’Anno catechetico. Ore18.30, Celebrazione Eucaristica. Ore 20.30,“Irresistibile bellezza”. Veglia di animazionee rito di affiliazione.

Venerdì 18 settembre. Ore 8,Celebrazione delle Lodi. Ore 8.30,Celebrazione Eucaristica. Ore 18, acco-glienza pellegrini. Parrocchie del IVDecanato. Ore 18.30, ConcelebrazioneEucaristica. Ore 20.30, “Santi per santifi-care”. Veglia di preghiera animata daiChierici Studenti omd.

Sabato 19 settembre, San Gennaro,Patrono della nostra Città. Ore 8,Celebrazione delle Lodi. Ore 8.30,Celebrazione Eucaristica. Ore 18.30,Celebrazione Eucaristica presieduta dapadre Davide Carbonaro, PostulatoreGenerale omd. Ore 20, Celebrazione deiVespri. Ore 21, Estrazione Giubilare. Ore22, Senza ostacoli. Suggestioni profetiche.

Domenica 20 Settembre. Ore 8,Celebrazione delle Lodi. Ore 8.30,Celebrazione Eucaristica. Ore 11.30, Partolasciandovi il cuore. ConcelebrazioneEucaristica Presieduta da mons. ArmandoDini, Arcivescovo Emerito diCampobasso. Chiusura Giubileo parroc-chiale. Saluto al Santo.

Sabato 26 settembre. Ore 20.30, “ConCristo misurate le cose”. Chiesa di SantaBrigida alla Galleria. Oratorio Musicalecomposto e diretto da Gianni Proietti.Coro e Orchestra della Diocesi di Roma.

A Ponticelliil Convegno Catechistico

diocesano

Dal Vangeloalla vita

Itinerari per unacatechesi incarnata

Lunedì 28 e martedì 29 settembre, nellaparrocchia dei Santi Pietro e Paolo aPonticelli, si terrà l’annuale Convegno cate-chistico diocesano.

Il tema di quest’anno è: “Dal Vangelo al-la vita: itinerari per una catechesi incarnata”.Relatore: don Andrea Fontana, direttore Udcdi Torino. Moderatrice: Monica Cusino, col-laboratrice Udc di Torino.

Lunedì 28, alle ore 17.30, l’incontro saràdedicato ai catechisti dei giovani e degliadulti.

Martedì 29, alle ore 17.30, appuntamen-to con i catechisti dei fanciulli e dei ragazzi.

Mercoledì 30, alle ore 18, nellaCattedrale di Napoli, il Cardinale CrescenzioSepe, presiederà la celebrazione solenne deiVespri, affidando il mandato ai catechisti eagli insegnanti di religione delle comunità.

Vita ecclesialeNuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 5

Casa dellaMissione“SanVincenzode’ Paoli”La Casa della Missione di SanVincenzo de’ Paoli, a Napoli, invia Vergini 51, è disponibile perospitare, a lungo o inpermanenza, sacerdoti di ognietà, come anche ospitare edaiutare, a richiesta del Vescovo,seminaristi per il periodo deglistudi.Piccoli gruppi o singoli,sacerdoti o seminaristi, cheintendono ritirarsi per motivispirituali, troveranno buonaaccoglienza per la presenza incasa di confratelli confessori eguide spirituali.Sacerdoti e laici a convegno,con pernottamento limitato,potrebbero usufruire di sale perincontri e vitto.Per ulteriori informazioni èpossibile rivolgersi direttamentealla Casa della Missione:081.45.48.11.

* * *Suore CrocifisseAdoratricidell’Eucaristia

Anniversariodi nascitadella BeataMaria dellaPassioneDa lunedì 14 a mercoledì 23settembre, presso l’Istituto delleSuore Crocifisse Adoratricidell’Eucaristia, in via SanGiorgio Vecchio 59/63 a SanGiorgio a Cremano, si terrannomomenti di preghiera inoccasione del 143°anniversario di nascita dellaBeata Maria della Passione.Tutti i giorni, alle ore 17,Adorazione Eucaristica, Vesprie Santo Rosario. Ore 18.30,Celebrazione Eucaristica.Mercoledì 23, alle ore 18.30,Concelebrazione Eucaristicapresieduta dal Rev.do padreAlberto Russo, Camilliano.

In ricordo di don Agostino Cozzolino

Testimone del Vangelo

sacerdoti si sono formati alla sua scuo««don Agostino come un santo ordinario, co-mune, un prete che ha testimoniato ilVangelo di Gesù con il suo stile personale an-zitutto di povertà, un prete autentico e fede-le al Vangelo».

Per sottolineare la stima di cui godevain Diocesi ha svelato un segreto: era statoeletto Vescovo. Solo la malattia e repenti-na morte ne hanno bloccato la proclama-zione pubblica. L’intitolazione di una stra-da è segno che la sua memoria è viva pres-so la comunità di Ponticelli, e questa vuo-le che resti viva perché don Agostino anchein seguito resti un punto di riferimento.

Nella piazza antistante la basilica, dovesi è svolta la cerimonia civile, erano pre-senti oltre al Vescovo Ausiliare, i parroci diPonticelli, diversi sacerdoti, ed esponentidelle autorità civili.

Franco Migliorato, presidente delComitato dei festeggiamenti in onore di“Maria SS. Della Neve” ha ricordato quan-to lungo e difficile, è stato l’iter burocrati-co. Anche alcune autorità civili hanno da-to la loro testimonianza: l’assessore AlfredoPonticelli, Anna Cozzino presidente dellaVI Municipalità, il Consigliere ComunaleSaverio Cilenti e il Consigliere ProvincialeMassimo Cilenti.

Tutti hanno espresso soddisfazione per

la decisione di rendere vivo nel quartieredon Agostino che ha dato la sua vita perPonticelli. L’augurio è quello di rafforzarela propria identità di comunità unita nellasolidarietà e nella corresponsabilità.

Commovente e solenne il momento incui è stato scoperto l’epitaffio. Quattro ma-ni: la signora Lucia, sorella di donAgostino, l’assessore alla Toponomastica,don Ciro Cocozza e la dott.sa Cozzino han-no tirato la cordicella. Applausi, occhi lu-cidi, commozione. Un desiderio nonespresso, ma evidente: “è solo il primo pas-so?”.

Ponticelli è grata così al parroco diSanta Maria della Neve, amico ed esecuto-re del testamento di don Agostino, che nontralascia occasione per sottolineare la sta-tura umana e spirituale del compianto con-fratello. Da lui ha ereditato una linea pa-storale che si basa sulla devozione allaMadonna, fondamento del cammino ver-so la Santità.

Il desiderio di tutti è che la fama di san-tità di don Agostino sia riconosciuta dallaChiesa Universale. Ponticelli quartiere di-scusso per i fatti di cronaca è anche terre-no dove nascono e crescono germi diSantità. Questo ci fa sperare per il futuro.

Filomena Sacco

Don Agostino Cozzolino è considera-to un santo sacerdote, una personache ha saputo vivere una vita degna

della chiamata del Signore, e fare della suavita pane spezzato per ogni fratello che in-contrava. Oggi a 21 anni dalla sua diparti-ta il ricordo è ancora vivo nel cuore di chilo ha conosciuto. Padre Amedeo Riccardi,giovane formatosi alla sua scuola, oggi sa-cerdote dell’ordine Cistercense, che la se-ra del 25 luglio ha tracciato la figura di donAgostino presentandolo come uomoprofondamente innamorato di Dio, dellaMadonna santissima, del gregge che Diogli aveva affidato.

Sull’esempio di Cristo è stato un uomodi preghiera. Un uomo dedito al serviziodei fratelli. Ha aderito a Cristo povero, hasempre vissuto nella parrocchia, si è ac-contentato dello stretto necessario per di-sporre di tutti i mezzi possibili per aiutaregli altri. Servo obbediente della Chiesa: èstato il parroco che ha attuato il ConcilioVaticano II, specie nella partecipazione deifedeli laici.

Una vita intensa di vicinanza a Gesùsofferente. Nel momento della passione,ha seguito il suo maestro fino sulla croce.Un tumore in breve tempo lo strapperà al-la sua comunità.

I tratti della personalità e della spiritua-lità di don Agostino, descritti da padreAmedeo, sono stati da introduzione all’e-vento del giorno successivo, domenica 26luglio: un mostra fotografica, tenutasipresso la basilica di Santa Maria dellaNeve. Numerose foto hanno mostrato mo-menti importanti della sua vita e del suoministero presbiterale.

I due intensi giorni di sabato e domeni-ca sono stati di preparazione al grandeevento di lunedì 27 luglio: una strada, cor-so Ferrovia è stata rinominata, via donAgostino Cozzolino, parroco. Alle 11 in ba-silica è stata celebrata una Messa Solenneper la santificazione dei sacerdoti, presie-duta dal decano don Ciro Miniero, cui han-no partecipato numerosi sacerdoti. Tra glialtri, mons. Armando Dini, ArcivescovoEmerito di Campobasso, il quale pur im-pegnato in altre attività, ha dichiarato «bel-lo, gioioso e doveroso»di essere presente,anche se per poco tempo.

Il Vescovo ausiliare di Napoli mons.Antonio Di Donna, intervenuto in piazza,compiacendosi per la presenza di molti sa-cerdoti ha detto di ricordare ««donAgostino oltre ad essere Parroco ha avuto di-versi compiti in diocesi, tra cui quello di pa-dre spirituale nel Seminario Maggiore. Molti

Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto l’Anno Sacerdotale. Perle manifestazioni a livello mondiale, nazionale e diocesano, si con-siglia di seguire gli appuntamenti sui siti www.clerus.org e www.an-nussacerdotalis.org.

Molti presbiteri, sia diocesani sia religiosi, hanno proposto diorganizzare degli esercizi spirituali sulla vita dei presbiteri, tenen-do presente che nella Diocesi di Napoli esiste la figura del BeatoVincenzo Romano, parroco a Torre del Greco.

Ha accettato di tenerci gli Esercizi Spirituali, con la sua espe-rienza di Pastore, S.E. Mons. Armando Dini, Arcivescovo Emeritodi Campobasso-Bojano. Egli tratterà della spiritualità del presbite-ro, tenendo presente l’Anno Sacerdotale e la figura del BeatoVincenzo Romano.

Gli Esercizi si terranno presso la Casa dei Padri Gesuiti a Napoliin viale Sant’Ignazio, a Cappella Cangiani, da lunedì 23 a venerdi27 novembre, settimana in cui si tiene tutta una serie di celebrazio-ni per la festa liturgica del Beato del 29 novembre; si consiglio divisitare il sito www.vincenzoromano.org .

La quota di partecipazione è stabilita in 220 euro.Durante gli esercizi si terrà un pellegrinaggio sacerdotale pres-

so la Basilica di Santa Croce a Torre del Greco, ove riposano le spo-glie mortali del Beato Vincenzo Romano. Le prenotazioni si accol-gono fino al prossimo 20 settembre

Per le adesioni è sufficiente inviare un fax al numero081.45.17.97. Per ulteriori informazioni si può far riferimento ai nu-meri 081.739.45.90 – 339.315.32.15.

Esercizi spirituali per sacerdoti

Nuova Stagione6 • 13 SETTEMBRE 2009 Vita ecclesiale

Oratori estiviInvitiamo i parroci, i sacerdoti, iresponsabili degli istitutireligiosi maschili e femminili aparlarci delle attività oratorialiestive, indicando magari ilnumero di ragazzi coinvolti, letematiche affrontate, le modalitàe il luogo di svolgimento(ambienti della parrocchia,strutture religiose della Diocesio campi scuola residenziali) einviando, se disponibili, foto efilmati. Tutto il materialepervenuto servirà a preparareun dossier, d’intesa con ildelegato arcivescovile donPasquale Langella, che serviràa testimoniare il lavoropastorale svolto dalla Chiesa diNapoli a favore dei ragazzi, cosìcome ha sempre auspicato ilCardinale Crescenzio Sepe. Nonsi mancherà, comunque, dipubblicare appositi servizi sulnostro settimanale e sul sitodella Diocesi.

* * *

ChiesadelGesùNuovoTerzo mercoledì del mese,incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimoappuntamento è permercoledì 16 settembre, apartire dalle ore 16. Alle ore17, celebrazione della SantaMessa, i padri sonodisponibili ad accogliere ifedeli che desiderano ricevereil Sacramento dellaPenitenza.

Le unità pastorali, le comunità pastorali, il“coordinamento strutturato” tra le parrocchie.Sono alcune scelte delle Chiese locali che, ne-gli ultimi anni, hanno cambiato la “geografiapastorale” del nostro Paese. Per riflettere su“quali cambiamenti nella figura sacerdotalevengono richiesti da questa nuova geografiapastorale e quali mutamenti ciò comporta neiprocessi formativi dei nuovi presbiteri”, il Cop(Centro di orientamento pastorale) ha organiz-zato la IV Assemblea dei pastoralisti italiani, inprogramma a Roma il 17 settembre sul tema:“Nuove figure di Chiesa. Nuove relazioni pa-storali”. I risultati che scaturiranno dall’incon-tro - informa il Cop - saranno il contributo del-l’associazione all’Anno sacerdotale indetto perquest’anno da Benedetto XVI. “Quali nuove fi-gure ministeriali laicali” e “quali percorsi for-mativi avviare per gli operatori pastorali”, le al-tre domande a cui cercheranno di rispondere ipartecipanti, a partire dalla consapevolezzache questi “cambiamenti” auspicano la cresci-ta di “nuove ministerialità” viste “non comesupplenza alla carenza di sacerdoti, ma comeattenzioni pastorali nuove e come stimolo perl’incremento di una ministerialità articolata ediffusa”. Abbiamo rivolto alcune domande adon Riccardo Tonelli, dell’Università PontificiaSalesiana, tra i relatori del Forum.

Come si è arrivati alla scelta di riflette-re su questa nuova “geografia pastorale”?

“Il Forum di quest’anno si pone in conti-nuità con quello precedente, durante il quale cisiamo resi conto di due cose: sotto la dizionedi unità pastorale viene spesso compreso tuttoe il contrario di tutto, sintomo di un larghissi-mo pluralismo esistente sul territorio; niente diqueste nuove scelte vorrebbe mettere in crisi lastruttura tradizionale delle parrocchie, ma of-fre elementi di approfondimento o di ripresa.L’intenzione del Forum di quest’anno vuole es-sere quella di comprendere il senso di una co-munità ecclesiale fedele al cammino della tra-dizione, ma nello stesso tempo attenta ai tem-pi cambiati, con le amplissime possibilità dispostamento che hanno comportato il supera-mento dei confini fisici della parrocchia per fa-vorire un approccio più personale”.

Ciò che cambia, dunque, è il senso del-la “appartenenza” ad una comunità…

“Precisamente, ed è proprio su questo cheintendiamo riflettere tramite il Forum.L’appartenenza, intesa come realtà che abbiaqualcosa da dire in concreto per la qualità divita delle persone, è il tema più urgente da af-

frontare, e comporta la necessità di affrontareil problema della formazione personale. Nellavita concreta della comunità, la dimensionedell’appartenenza richiama la collaborazionetra le diverse persone e istituzioni presenti sulterritorio, ed esige un’attenzione critica e ac-cogliente ai cambiamenti culturali. Troppe vol-te, invece, la formazione è esercitata nell’am-bito di una pastorale eccessivamente indivi-dualistica, o al massimo si traduce in collabo-razione tra sacerdoti e laici, senza riuscire adiventare - come dovrebbe - corresponsabilità.Questo perché l’attenzione è ancora troppo le-gata ai confini fisici del territorio, più che allepersone che lo attraversano”.

Come suscitare nelle nostre comunitàecclesiali più “missionarietà”?

“Innanzitutto chiedendoci quale tipo diformazione occorra oggi per un ministro ordi-nato, chiamato a vivere la sua ministerialitàdentro alla realtà istituzionale - parrocchia ounità pastorale - che ha bisogno di essere unacomunità vera, cioè capace di assicurare ap-partenenza, coniugando la qualità della tradi-zione e l’attenzione alla contemporaneità.Tutto ciò, però, non tramite operazioni inge-gneristiche giocate a tavolino: l’importante èfar ricrescere la passione missionaria dentrola comunità, nel cuore delle persone che vi so-no impegnate, solo in un secondo tempo ci sipotrà chiedere se ci siano, e quali siano, lestrutture capaci di assicurare la realizzazionedi tale obiettivo”.

Un capitolo importante è quello della“corresponsabilità” tra sacerdoti e i laici. Apiù di 40 anni dal Concilio, non sembra an-cora pienamente scoccata, nelle nostre par-rocchie, l’”ora del laicato”…

“È vero che i 40 anni trascorsi dal Concilionon hanno ancora trasformato la sensibilità suquesto tema: ci sono persone che l’hanno sen-tito intensamente, soffrendo per le cose chenon sono state fatte e per quelle che vi sareb-bero da fare, e c’è chi ha manifestato una cer-ta resistenza che viene da una maturazioneteologica scarsa sui nuovi luoghi in cui è oggipossibile tradurre la vita di una comunità. Seci si rende conto che il centro non è tanto laparrocchia, ma la comunità ecclesiale cheprende corpo in questa comunità, tutta l’atten-zione è volta a suscitare questa corresponsa-bilità ecclesiale tra sacerdoti e laici, superan-do le resistenze dall’una e dall’altra parte”.

a cura di M. Michela Nicolais

Azione Cattolica

«Lo accolsecon gioia»

Weekend per responsabiliassociativi ed educativi

Sabato 26 e domenica 27 settembre, pres-so l’Istituto Internazionale Vesuviano perl’Archeologia e le Scienze Umane “Campus” inlocalità Scanzano, via Salario 12 aCastellammare di Stabia (081.87.17.114).

Destinatari: responsabili associativi: presi-denti parrocchiali, vicepresidenti parrocchia-li, responsabili Acr, Consiglieri parrocchiali eresponsabili educativi: Animatori degli adul-ti, Educatori dei giovani, dei giovanissimi edEducatori dell’Acr con esperienza educativa.

Per i nuovi educatori Acr il programmadiocesano prevede un weekend formativo davenerdì 30 ottobre a domenica 1 novembre. Laquota di partecipazione è di 40 euro.

Per prenotazioni ed informazioni contat-tare la segretaria diocesana Bianca Solimeno(339.295.89.80)

Sabato 26 settembre Ore 8: accoglienza e sistemazione; 9: Santa

Messa presieduta da don Giuseppe Rinaldi, as-sistente settore adulti; 10: presentazione delweekend e del programma diocesano 2009-2010 a cura della Presidente diocesana TittyAmore; 11: lavori a cura dei settori “La propo-sta formativa dell’Ac 2009-2010”. 13.30: pran-zo; 15.30: inizio lavori; 16: tavola rotonda:“Quale Ac per la Chiesa di Napoli?”.Intervengono: S.E. Mons. Antonio Di DonnaVescovo Ausiliare di Napoli. Franco MianoPresidente nazionale Ac. Modera: VitoGurrado Vice-presidente Adulti. 18: confron-to e dibattito; 18.45: presentazione dei labora-tori; 19: Vespri con presentazione dell’icona bi-blica dell’anno; 20: Cena; 21.30: “Prete chi sei”Spettacolo musicale a cura dei seminaristi diNapoli. 23: Compieta; 23.30: buona e santanotte.

Domenica 27 settembreOre 8: colazione; 9: Lodi; 9.30: laboratori

“Per un’Ac in e out”. 13: pranzo; 15: lavori acura dei settori; 17: Santa Messa; 18: saluti.

Fedeltà e creativitàCop: forum sulle “nuove figure di Chiesa”

Aggiornamento di Teologia morale per i sacerdoti di NapoliDa lunedì 21 a martedì 23 settembre i pre-

ti di Napoli saranno impegnati, al Seminariodi Capodimonte, in tre mattinate di studio perl’aggiornamento teologico-pastorale previstodagli Orientamenti diocesani della formazionepermanente del clero. Per quest’anno vieneproposto l’aggiornamento in Teologia moralecon particolare attenzione a tre are tematiche:la fondazione della morale cristiana (Teologiamorale, esperienza filiale, ecclesialità); l’areadella dottrina sociale (Alle radici del male socia-le: riflessioni sul peccato); l’area dell’etica dellavita (Etica della vita e etica sociale).

L’aggiornamento sarà guidato dal profes-sor Ignazio Schinella, docente di Teologia mo-rale nella Facoltà Teologica dell’ItaliaMeridionale, e avrà un’essenziale struttura se-minariale, proponendosi di coinvolgere i par-tecipanti nell’elaborazione dei temi di studioattraverso uno spazio ampio di dialogo e diconfronto guidati dal docente.

Speriamo che gli argomenti proposti e l’e-sperienza del professor Schinella suscitino neipresbiteri interesse e attenzione. Per questaprima esperienza ci proponiamo un obiettivominimo, che non dovrebbe essere difficile rag-giungere con l’aiuto dei Decani e la buona vo-lontà da parte di tutti: la partecipazione di al-meno tre/quattro presbiteri da ogni Decanato.

Antonio Terracciano

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 7

13 settembre: XXIV Domenica del Tempo Ordinario

Il soffriredi Francesco Mercurio

La sofferenza non risparmia nessunuomo ed è presente nella vita di ciascu-no, dalla nascita fino all’ultimo istantedel nostro esistere nel tempo. Piange illattante perché ha fame o perché senteche qualcosa disturba la sua fisicità, an-che se non ha la capacità di compren-derne la causa e con il pianto avverte l’a-dulto del proprio disagio.

Si soffre per tante cause, secondol’età e con modalità e reazioni diverse,secondo le caratteristiche e l’esperienzadi ciascuno; si soffre per la malattia, perla solitudine, per l’incomprensione de-gli altri, per la perdita di una personacara e così via.

Noi abbiamo il diritto e il dovere dicombattere la sofferenza, con costanza,

fermezza e serenità ma quando controdi essa non possiamo far nulla, non ser-ve ignorarla né esorcizzarla, bisogna ac-cettarla e viverla da uomini prima an-cora che da cristiani.

In quanto cristiani abbiamo un mo-tivo molto più valido; la croce e la sof-ferenza che Cristo ha voluto per salvar-ci per il Suo amore e nel Suo amore, ese abbiamo la capacità e l’intelligenzadi associare la nostra sofferenza allaSua croce, daremo un valore immensoal nostro soffrire.

La Liturgia della Parola di questadomenica ci parla della sofferenzanelle parole del profeta Isaia che so-stiene il dolore avendo in Dio la forzae l’aiuto, è la solidarietà verso i fratel-

li con le opere della fede di cui ci par-la San Giacomo nel passo della sua let-tera ed è infine il vangelo di Marco incui Gesù chiede ai discepoli se hannocompreso che Lui è il Messia atteso eda Pietro ha quella risposta: «Tu sei ilCristo».

La vera affermazione dell’Apostolocede alla debolezza ed all’amore dell’uo-mo per il Maestro con il rifiuto della sof-ferenza fisica e morale che Gesù diceche Egli dovrà subire e che merita aPietro il rimprovero.

Le parole di Gesù, con cui si chiudeil Vangelo di questa domenica, sono unachiara affermazione del valore della sof-ferenza che, se unita alla croce di Cristo,è dolore che salva.

Fedeltà di Cristo,fedeltà del sacerdote

di Salvatore Esposito

ANNO SACERDOTALE

Beni della terradi Antonio Spagnoli

«Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti isuoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno. È qui la radice del-l’universale destinazione dei beni della terra. Questa, in ragione della suastessa fecondità e capacità di soddisfare i bisogni dell’uomo, è il primo do-no di Dio per il sostentamento della vita umana».

Così Papa Giovanni Paolo II, nella “Centesimus annus”, al n. 31, siesprime sul tema della destinazione universale dei beni della terra, untema che rappresenta un principio fondamentale costantemente pre-sente nell’insegnamento sociale della Chiesa.

Questo principio si deve intendere nella giusta ottica: non si trattasemplicemente di distribuire a tutti in parti esattamente uguali i beniesistenti, al di fuori da una logica di produzione, di lavoro e di svilup-po.

In altre parole, non si tratta di porre tutti sullo stesso punto di arri-vo, quanto di agire perché tutti godano dello stesso punto di partenza.Ciò significa, ad esempio, che non si tratta tanto o solo di dare il sussi-dio di disoccupazione a chi non ha il lavoro ma di attivare interventi ca-paci di creare posti di lavoro.

Ed è proprio il lavoro il mezzo più ordinario per favorire la parteci-pazione di ogni persona ai beni della terra: «Ora, la terra non dona i suoifrutti senza una peculiare risposta dell’uomo al dono di Dio, cioè senza illavoro: è mediante il lavoro che l’uomo, usando la sua intelligenza e la sualibertà, riesce a dominarla e ne fa la sua degna dimora» (“Centesimus an-nus”, n. 31).

È chiaro allora che la destinazione universale dei beni è promossadagli interventi che favoriscono il lavoro, come gli sgravi fiscali alle im-prese che investono in aree sottosviluppate, l’aumento della formazio-ne professionale e dell’istruzione dei giovani, gli interventi capaci dicreare posti di lavoro e di scoraggiare il cumulo di lavori, gli incentivialla cooperazione e all’imprenditorialità giovanile, la lotta contro il la-voro nero e lo sfruttamento minorile.

Favoriscono la destinazione universale dei beni anche le politichesociali a sostegno della famiglia, come gli aiuti economici e fiscali allefamiglie numerose e a basso reddito, l’assistenza sanitaria e le forme diintervento sociale e statale a sostegno dei più deboli, dei poveri e deglianziani.

Più in generale, le politiche economiche dovrebbero essere sempreorientate dal principio della destinazione universale a favorire la demo-crazia economica e ad evitare forme di sfruttamento palese od occulto.

ALFABETO SOCIALE

Abbi fiduciaQuesto semplice libretto vuole testimoniare che la fiducia in Dio è sia

dono sia scelta, sia grazia sia sforzo. La fiducia non è un portafortuna re-ligioso, ma può donarci la chiarezza del capire, il coraggio di cogliere leopportunità, la serenità di aspettare quando l’attesa è tutto ciò che pos-siamo fare. Aiuta così a comprendere che più pratichiamo la “terapia”della fiducia in Dio, più ci rafforziamo spiritualmente e all’impegno nelquotidiano. Soffermandosi su ogni pensiero di questo libro si può prati-care “un esercizio dello spirito”.

Destinatari i giovani, e tutte le persone che desiderano migliorare laloro vita attraverso un processo di auto-aiuto, che non si riferisca solo al-l’aspetto psicologico, sociale e relazionale, ma anche a quello spirituale.

Carol Ann Morrow, Abbi fiduciaEdizioni Paoline 2009 - Euro 9,00

RECENSIONE

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminilidella Diocesi

Varietàdi Carismiin un soloSpiritoSuore di Caritàdel Buono ePerpetuo Soccorso

La Fondatrice, Madre MariaAgostina, al secolo FrancescaAdelaide Lanferna de Laresles,nacque nel 1824 nell’isola diMaurizio, nell’Oceano Indiano,da genitori oriundi di Francia.Dopo alcune difficoltà, lavolontà di Dio le si fece chiara esi manifestò attraverso ilvescovo. Così, dopo aver preso ivoti nel convento delle Dame diLoreto nelle mani del vescovoMons. Collier, si insediò conalcune consorelle in una casapresa in affitto dai benefattori.Nel giro di pochi anni l’Istitutocontava già circa un centinaiodi suore. Nacque così laCongregazione religiosa delleSuore di Carità del BuonSoccorso e, poi, del Buono ePerpetuo Soccorso. Unacongregazione missionaria, natain terra di missione, che hacome fine la gloria del regno diDio nell’aiuto ai fratelli piùbisognosi e abbandonati,assistendoli nel corpo,nell’istruzione e soprattuttonello spirito. Sin dalle origini,ospedali, ambulatori,orfanotrofi, lebbrosari, scuolafurono i primi impegni vissutinella carità, nella povrtà, nellapenitenza, nell’amore fraterno,nella fiducia in Dio. Le primeregole furono approvate dalvescovo nel 1854 ed alcuni annidopo la Serva di Dio era aRoma. A Roma comprò unostabile nei pressi della Madonnadel Perpetuo Soccorso deiRedentoristi. Qui si trasferì nel1878, e qui vide approvare daPapa Leone XIII nel 1882 leregole definitive. Il 28 gennaio1900 la Serva di Dio rese la suaanima a Dio, amata e chiamatada tutti coloro che fanno lavolontà di Dio. Il 9 gennaio1928 Mons. Leen, vescovo diPorto Luigi (Maurizio),introdusse la causa dibeatificazione e canonizzazionedi Maria Agostina.

Carisma, spiritualità, opereCarità verso il prossimo tra i piùpoveri per una spiritualità attivae contemplativa. La casa diMugnano di Napoli fu aperta il21 ottobre 1957 da SuorLorenzina Conte, allora MadreProvinciale e da Suor CaterinaRuggiero. L’ambiente era freddoed ostile ma ben presto potéospitare un collegio per bambiniabbandonati, un asilo nido, unascuola materna ed elementare.Oggi l’Istituto “Maria Agostina”è conosciuto non solo daiMugnanesi nel cui territorio èubicato, ma da tutti gli abitantidei paesi circostanti.

Il Cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi,ordinando dieci sacerdoti, ri-volgendo loro la parola hadetto: «Dobbiamo misuraremeglio il ruolo insostituibiledel prete nella missione dellaChiesa. Dobbiamo desiderareche numerosi uomini rispon-dano alla chiamata di Cristo.Dobbiamo pregare per soste-nere la loro risposta.Dobbiamo chiedere a Dio dichiamare fra i giovani dellenostre famiglie, e non solo del-la famiglia accanto, ma nellenostre famiglie».

Il Santo Curato d’Ars avràl’amabilità, durante quest’an-no, di tracciare per tutti i sa-cerdoti un itinerario di san-tità presbiterale offrendo co-me modello la sua esperienzasacerdotale vissuta nellaumiltà, nella povertà e nellafedeltà alla grazia. Un aiutoulteriore ci è offerto dall’enci-clica di Giovanni XXIII“Sacerdotii nostri primordia”datata 1 agosto 1959 e pubbli-cata in occasione del suo giu-bileo sacerdotale. UnaLettera intensa e ricca di sug-gestioni spirituali e pastorali,troppo presto dimenticata.La Lettera inizia così: «Le pu-rissime gioie che accompagna-rono copiosamente le primiziedel Nostro sacerdozio sono persempre legate, nella Nostramemoria, alla emozioneprofonda che Noi provammol’8 gennaio 1905 nella BasilicaVaticana, in occasione dellagloriosa beatificazione di quel-l’umile prete di Francia che fuGiovanni Battista Vianney.Noi pure elevati al sacerdozioda alcuni mesi appena, fum-mo colpiti dall’ammirabile fi-gura sacerdotale che il Nostropredecessore San Pio X, l’anti-co parroco di Salzano, era tan-to felice di proporre come mo-dello a tutti i pastori di anime.

E, a tanti anni di distanza, nonpossiamo richiamare questoricordo senza ringraziare an-cora come di un’insigne graziail Nostro Divino Redentore,per lo slancio spirituale im-presso in tal modo, fin dall’ini-zio, alla Nostra vita sacerdota-le».

Con queste semplici ri-flessioni settimanali, deside-ro entrare insieme con i mieiconfratelli del presbiteriodiocesano nel santuario del-la nostra vita, che è la cele-brazione del sacramentodell’Ordine, la nostra ordina-zione. Desidero insieme farequesta sorta di pellegrinag-gio attraversando il giornodella nostra Ordinazione. Ènecessario, di tanto in tanto,tornare in questo santuarioper gustare la grazia, la fre-schezza, la gioia e l’entusia-smo di quel giorno, riviverela gratitudine e lo stupore peril capolavoro di amore che ilSignore ha realizzato in noi,per noi e con noi. Di certo, do-po il Battesimo, il giorno del-la nostra Ordinazione prece-de ogni altro giorno della no-stra vita. Quel giorno segnaindelebilmente tutta la no-stra vita, contiene tutta la no-stra esistenza condita di gioiee di amarezze, di successi e diinsuccessi, di rotture e di ri-cerca della comunione con ilSignore e con il nostro popo-lo. Attraverso la rilettura delRito di Ordinazione desiderorivivere la gioia, la sorpresa,la gratitudine e la misericor-dia di Dio per averci chiama-ti a seguirLo. La rilettura delRito di Ordinazione potrà ri-velarsi anche come una sortadi verifica del nostro ministe-ro, sempre generoso in rispo-sta agli impegni assunti di-nanzi alla Chiesa per le manidel nostro Vescovo.

(2. continua)

Speciale Nuova Stagione8 • 13 SETTEMBRE 2009

A settant’anni dallo scoppio della seconda guerra mondiale “Religioni e culture in dialogo”. Lo Spirito di Assisi a Cracovia, dal 6 all’8 settembre.Presente anche il Cardinale Sepe: l’intervento di lunedì 7 settembre incentrato su Papa Wojtyla

Memoria e profezia: l’eredità di Giovanni Paolo IISEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Mai nessuno, forse, ha attirato a sé tan-te definizioni come Giovanni Paolo II; se daun lato è stata sempre viva e forte la vo-lontà di approfondirne l’opera, dall’altro,proprio la molteplicità dei suoi doni e delsuo carisma, ha spinto molti verso la ricer-ca di sintesi – o anche di qualche frase adeffetto- in grado di cogliere gli aspetti piùparticolari di una personalità di così largospessore.

Dal Papa “grande comunicatore” , alPapa “globe-trotter”, dal Papa “filosofo”, alPapa “atleta di Dio”: ogni definizione, tra letante, centrava una parte di verità, e mette-va a fuoco un aspetto particolare e specifi-co.

Ma su tutte vorrei porre in risalto quel-la che, a mio avviso, non va considerata unasemplice definizione, ma qualcosa – o, for-se, - molto di più: una verità. Giovanni PaoloII è stato prima di tutto e innanzitutto un“uomo di Dio”. E’ da questa verità che de-riva tutto il resto; ed è questa verità che, piùdi ogni altra, io credo, contribuisce a illu-minare una persona e lo stesso pontificato.

Karol Wojtyla “uomo di Dio”: è la radi-ce che spiega come il nostro amatissimoPapa, nostro padre nella fede, sia diventa-to anche padre di un’umanità alla ricercadi senso. Un’umanità smarrita, sulla qualeè parso calare, a un tratto, tutto il peso del-la storia complessa e tragica dell’ultimo se-colo del millennio; un secolo di martiri, acausa delle grandi scorrerie di violenze chel’hanno segnato da un capo all’altro. Un se-colo che, dopo le sbornie di devastazioni e

le folli ventate di odi e di distruzioni, quasireclamava, come contropartita di giustizia,l’avvento di una figura capace di imprime-re il segno di una storia totalmente diversa.Giovanni Paolo II è stato, in larga misura,il punto e a capo di un tempo nuovo. La spe-ranza è tornata a prendere respiro tra gliuomini. Ma non in senso semplicementeemotivo: Papa Wojtyla ha dato conto di que-sta speranza e, dal primo atto del suo pon-tificato, non ha smesso di indicarla per no-me: «aprite, anzi spalancate, le porte aCristo» è ricordata come la sua splendidafrase d’esordio, ed è stato esattamente daquel momento che la speranza si è fatta con-creta e ha preso spessore, non solo per lachiesa, ma per il mondo.

Il mondo, non meno della chiesa, quasimostrava l’attesa per un Papa capace diprendere in mano, prima di tutto in sensospirituale, le redini di un secolo scosso dal-la violenza, e tuttavia segnato da profondirivolgimenti culturali e sociali. In pochi de-cenni, a partire dagli anni Sessanta, più checambiamenti si erano succedute vere e pro-prie “rivoluzioni”, tali da stravolgere i linea-menti del pianeta. Il crollo del Muro diBerlino, considerato lo spartiacque tra ivecchi assetti e la nuova e ancora inesplo-rata realtà della globalizzazione, può esse-re considerato, oggi, come la conseguenzainevitabile dei molti processi già in atto. Sela libertà è riuscita a farsi strada e a venirefinalmente a capo dei molti suoi ostacoli,non è stato certo per il solo prodigarsi del-le cancellerie politiche.

Gli anni di pontificato di Giovanni PaoloII hanno fatto vedere, quasi in senso fisico,come le esigenze di libertà abbiano preso arespirare e a riempire delle loro attese, ilmondo intero.

Parlare (e sperare) di libertà – come digiustizia e di pace – in quegli anni significa-va volgere lo sguardo alla finestra di PiazzaSan Pietro.

Il magistero di Papa Wojtyla è stato dav-

Noi, uomini e donne di religioni differenti ci siamodati appuntamento nell’antica città di Cracovia,in Polonia, a settanta anni dall’inizio della

Seconda Guerra Mondiale: per pregare, per dialogare, perfar crescere un umanesimo di pace. Rendiamo omaggioalla memoria di Giovanni Paolo II, figlio di questa terra.È stato maestro di dialogo e testimone tenace della san-tità della pace, capace di donare una visione in tempi dif-ficili: lo spirito di Assisi.

Quello spirito ha soffiato in tanti cambiamenti paci-fici del mondo. Così, nel 1989, vent’anni fa, la Polonia el’Est europeo hanno ritrovato la loro libertà. Proprio nelsettembre 1989, a Varsavia, uomini e donne di religionediversa, riuniti dalla Comunità di Sant’Egidio, hannodetto forte il loro amore per la pace: “Mai più la guer-ra!”.

A quello spirito ci siamo mantenuti fedeli, nonostanteche, negli anni trascorsi, troppi hanno creduto che la vio-lenza e la guerra potessero risolvere i problemi e i conflit-ti del nostro mondo.

Spesso si è dimenticata l’amara lezione della SecondaGuerra Mondiale. Eppure è stata una immane tragediadella storia umana. Ci siamo recati pellegrini adAuschwitz, consapevoli dell’abisso in cui l’umanità è sce-sa. Bisognava tornare in questo abisso del male per capi-re meglio il cuore della storia! Non si può dimenticaretanto dolore!

Bisogna guardare ai dolori del nostro mondo: i popo-li in guerra, i poveri, l’orrore del terrorismo, le vittime del-l’odio. Abbiamo ascoltato il grido dei tanti che soffrono.Interi popoli sono ostaggi della guerra e della povertà, tan-ti lasciano le loro case, tanti sono scomparsi e rapiti o vi-vono nell’insicurezza.

Il nostro mondo è disorientato dalla crisi di un merca-to che si è creduto onnipotente, e da una globalizzazio-ne spesso senz’anima e senza volto. La globalizzazione èun’occasione storica, anche se spesso si è preferito viver-

la in una logica di scontro di civiltà e di religione. Non c’èpace per il mondo, quando muore il dialogo tra i popoli.Nessun uomo, nessun popolo è un’isola!

Le nostre tradizioni religiose, nelle loro differenze, di-cono assieme con forza che un mondo senza spirito nonsarà mai umano. Esse indicano la via del ritorno a Dio,che è origine della pace.

Spirito e dialogo daranno animo a questo mondo glo-balizzato! Un mondo senza dialogo sarà schiavo dell’odioe della paura dell’altro. Le religioni non vogliono la guer-ra e non vogliono essere usate per la guerra. Parlare diguerra in nome di Dio è una bestemmia. Nessuna guerraè mai santa. L’umanità viene sempre sconfitta dalla vio-lenza e dal terrore.

Spirito e dialogo indicano la via per vivere insieme inpace. Abbiamo scoperto con più chiarezza che il dialogolibera dalla paura e dalla diffidenza verso l’altro. E’ lagrande alternativa alla guerra. Non indebolisce l’identitàdi nessuno e fa riscoprire il meglio di sé e dell’altro. Nullaè mai perduto con il dialogo. Il dialogo scrive la storia mi-gliore, mentre lo scontro apre abissi. Il dialogo è l’arte delvivere insieme. Il dialogo è il dono che vogliamo fare alXXI secolo.

Ripartiamo allora dalla memoria della SecondaGuerra Mondiale, dalla profezia di Giovanni Paolo II, co-me pellegrini di pace, costruendo con pazienza e audaciauna nuova stagione di dialogo, che unisca nella pace chisi odia e chi si ignora, tutti i popoli e tutti gli uomini.Conceda Dio al mondo intero, a ciascun uomo e a ciascu-na donna il meraviglioso dono della pace!

Cracovia, 8 settembre 2009

L’appello finaleL’appuntamento per il meeting del prossimo anno è a Barcellona

Speciale Nuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 9

e culture in dialogo”. Lo Spirito di Assisi a Cracovia, dal 6 all’8 settembre.di lunedì 7 settembre incentrato su Papa Wojtyla

redità di Giovanni Paolo IIA PAGINA

come «il più grande statista del secolo».Statista, si badi bene: la fede non limitava,né ottenebrava la sua visione politica, ben-sì ne ampliava gli orizzonti; faceva in mo-do che lo sguardo fosse più lucido e pene-trante.

Anche in questa dimensione l’elementoda richiamare è quello costitutivo di KarolWojtyla “uomo di Dio”.

Il suo segreto – svelato senza neppurebisogno di annunciarlo, tanto era connatu-rato alla sua persona – era la preghiera; lasua familiarità con il Signore. Vorrei dire lasua “confidenza”, maturata nel corso di col-loqui ininterrotti, e di un affidamento tota-le e senza riserve.

Papa Giovanni Paolo II aveva, tra gli al-tri, il dono di rendere quasi viva e palpabi-le, proprio attraverso questa sua estremafamiliarità, la presenza del Dio-accanto. Alsuo cospetto si viveva immersi nella dimen-sione di una spiritualità spontanea e natu-rale.

Ogni qualvolta si ritorna a parlare diGiovanni Paolo II è difficile dire se il cam-po è quella della memoria o della profezia:la grandezza e l’attualità del servo di Dio èanche in questa straordinaria complemen-tarietà che porta al di là del tempo, laddo-ve la memoria diventa vita concreta e la pro-fezia si manifesta come storia già in atto.

Ora che, sotto la guida illuminata e pa-terna di Papa Benedetto XVI, stiamo pertoccare il primo decennio del terzo millen-nio, il pensiero corre, in maniera del tuttonaturale, alla “Novo Millennio Ineunte”, la

Lettera con la quale, a conclusione delGrande Giubileo dell’Anno Duemila, PapaWojtyla ha indicato all’umanità il cammi-no per un nuovo futuro.

La consegna di Giovanni Paolo II è sta-ta – ed è – quella di «ripartire da Cristo» edessere «testimoni dell’amore» (NMI, III, IV)puntando sulla santità, sulla preghiera, sul-la riscoperta dei sacramenti, sulla Parola esul primato della Grazia.

«Un nuovo millennio si apre – scrivevail Santo Padre Giovanni Paolo II – davantialla Chiesa come oceano vasto in cui avven-turarsi, contando sull’aiuto di Cristo. (…) Ilnostro passo, all’inizio di questo nuovo se-colo, deve farsi più spedito nel ripercorrere lestrade del mondo»…

È su questa strada che, anche in suo no-me, Papa Benedetto sta conducendo conmano ferma cuore generoso la Chiesa deldopo Giubileo e del dopo- Concilio.Memoria e profezia sono, allo stesso tem-po, l’eredità e la ricchezza che scaturisco-no dall’inesauribile deposito di una fedesempre giovane e perennemente alimenta-ta dalla speranza.

Da quella speranza che Papa Wojtyla,nella Messa di inaugurazione del Pontifi-cato, chiamò per nome: «Non abbiate pau-ra. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!».

Sempre più quel grido appartiene almondo intero.

@@ Crescenzio Card. Sepe Arcivescovo Metropolita di Napoli

Le religioni e la rinascita dell’AfricaL’intervento dell’Arcivescovo alla tavola rotonda del pomeriggio di lunedì 7 settembre

vero a tutto campo, poiché è stato svoltoavendo di mira l’uomo. E l’uomo concretodella storia del suo tempo; colui che opera eagisce nel campo della cultura, nel lavoro,nell’imprenditoria, nella politica.

Mi piace ricordare, in questa occasione,una definizione che il Presidente dellaRepubblica italiana, Giorgio Napolitano,diede di Papa Giovanni Paolo II. Il PresidenteNapolitano non esitò a indicare Papa Wojtyla

«Amici, io credo che oggi un com-pito particolarmente urgente della re-ligione è di rendere manifesto il vastopotenziale della ragione umana, che èessa stessa un dono di Dio ed è eleva-ta mediante la rivelazione e la fede».Questo frammento del discorso diPapa Benedetto XVI nel corso delsuo viaggio in Africa, in vista delSinodo di ottobre in Vaticano, credosia il punto fondamentale dal qualefar partire ogni discorso sul ruolodelle religioni nella rinascita del con-tinente africano. Le religioni chia-mate a rendere manifesto il «vastopotenziale della ragione umana»: ol-tre che un programma per l’Africa,una tale affermazione può valere co-me chiave interpretativa di tutto ilpontificato di Papa Benedetto. Le re-ligioni sono un culto rivolto a Dio,ma, in quanto tale, devono servireanche l’uomo. Il Papa indica, in par-ticolare, la dimensione fondamenta-le della ragione, poiché è da essa chepuò scaturire, al livello più alto, ogniforma di dialogo che chiama in cau-sa la fede.

Nessun continente comel’Africa reclama l’urgenza di un ta-le dialogo; e, occorre aggiungere,oggi più che mai dal momento chela crisi mondiale e i venti di una for-te recessione economica continua-no a soffiare e a scuotere le certez-ze e gli agi del cosiddetto primomondo. E, di riflesso, aggravano ul-teriormente le condizioni di vita inmolte parti del continente nero.Aggravano, soprattutto, le condi-zioni di giustizia, poiché diventasempre più intollerabile il divarioesistente: un vero e proprio scanda-

lo di fronte al quale ogni silenzio sitrasforma in complicità.

Dunque, la ragione: il primo ele-mento che può aiutare per una pre-sa d’atto responsabile e cosciente.Le religioni sono chiamate a svolge-re il proprio ruolo a partire da unarealtà che, sempre Papa Benedetto,ha indicato con molta chiarezzaproprio sull’area che lo conducevaper la prima volta in Africa: «rico-nosciamo tutti che in Africa il pro-blema dell’ateismo quasi non si po-ne, perché la realtà di Dio è così pre-sente, così reale nel cuore degli afri-cani che non credere in Dio, viveresenza Dio non appare una tentazio-ne». Non va sottovalutato poi lostretto legame che la religione hacon la vita (anche politica) di ognigiorno. La gente non ha difficoltà adinvocare l’aiuto di Dio con la pre-ghiera nelle più svariate occasioni.Dovunque c’è vita esiste un rappor-to con ciò che trascende la vita stes-sa. Questa capacità africana diesprimere la propria fede in ogniaspetto della vita sociale è un valo-re che noi occidentali abbiamo per-so e che l’Africa può orgogliosamen-te riproporre al mondo intero

Spesso, parlando dell’Africa, ilriferimento, anche in ambito catto-lico, corre alle cifre. La Chiesa nonparla attraverso di esse, ma è inne-gabile che in Africa, oggi, i cattoli-ci, raggiungono il 17 per cento del-la popolazione. Sono oltre 150 mi-lioni. Se si pensa che all’inizio delsecolo essi erano appena due mi-lioni, si ha il quadro di come l’evan-gelizzazione abbia trovato terrenofertile. Sono cresciute anche le

strutture della chiesa continentale:rispetto al Sinodo del 1994, i vesco-vi sono oggi il 18 per cento in piùe i sacerdoti sono addirittura rad-doppiati. Del resto, come non pen-sare che siamo nella terra diAgostino, di Origene, Atanasio,Cirillo, Cipriano, i grandi padri del-la chiesa africana, ai quali occorreaffiancare una serie di grandi testi-moni dell’era moderna. Il primo no-me che viene in mente è quello del-la schiava, suor Bakita, diventatasanta, e beatificata da GiovanniPaolo II proprio nel corso del suoviaggio in Sudan. Nel suo comples-so, anche il prossimo Sinodo di ot-tobre, oltre che un evento della chie-sa africana, promette d’essereun’ulteriore tappa di approfondi-mento sul ruolo che tutte le religio-ni sono chiamate a svolgere per larinascita del continente.

Approfondendo sempre più lapropria natura e ponendosi inascolto, davanti alla grande assem-blea dei vescovi continentali si fa-ranno vivi e concreti tutti i proble-mi e i veri e propri drammi di inte-ri popoli che aspirano alla giustizia,alla pace e a condizioni di vita de-gne dell’uomo.

Proprio per questo, il tema delSinodo: «La chiesa in Africa al ser-vizio della riconciliazione, della giu-stizia e della pace. “Voi siete la luce ilsale della terra… voi siete la luce delmondo”» (Mt 5, 13,14) - è estrema-mente esplicito.

Riconciliazione, giustizia e pa-ce sono i capisaldi per una nuovapagina di storia per tutto il conti-nente africano. Dove non c’è pace

e la parola passa alle armi non sipuò sperare in nessuna forma diprogresso.

Ma i conflitti, molto spesso, na-scono da situazioni di ingiustizia edalla sfrenata sete di potere cheprende chi ha poca cura della di-gnità e del futuro di ogni singolapersona. Anche la povertà vienenon soltanto dalla mancanza di ri-sorse ma dalla stessa radice in cuiallignano molti mali, come la so-praffazione e l’egoismo. La chiesaguarda in faccia alla realtà senza in-fingimenti e la denuncia dei maliche viene dai suoi vescovi, dai suoisacerdoti e da molti suoi fedeli è se-vera e senza sconti. Ma occorresempre ricordare, che essa – comeil Sinodo che ci prepariamo a cele-brare – ha motivazioni essenzial-mente pastorali. Ecco perché iLineamenta (il testo base di prepa-razione all’incontro, già pubblicatonel giugno del 2006) ha un tagliofortemente cristologico. E’ Cristo,infatti, il nostro riconciliatore, lanostra giustizia, la nostra pace.

È a partire da questa verità es-senziale, che la chiesa è in grado diportare il proprio contributo e diporsi in dialogo con le altre religio-ni, mettendo insieme le risorse ne-cessarie per aiutare il continente arisorgere. In questa visione è del tut-to esclusa ogni forma di sincreti-smo. L’identità di ognuno serve achiarire meglio a tutti il tratto distrada da compiere.

Quando Dio trova posto nellarealtà africana il dialogo, si può di-re, è già in atto. E la rinascita già av-viata.

Attualità Nuova Stagione10 • 13 SETTEMBRE 2009

MessepropriedellaChiesadi NapoliCostituitoil gruppodi lavoroper la revisione

Il Cardinale Arcivescovo hanominato il gruppo di lavoroper la revisione delle Messeproprie della Chiesa diNapoli e della Liturgia delleOre:

Mons. Salvatore Esposito(liturgista);

Don Gaetano Di Palma(biblista);

Mons. Antonio Illibato(storico);

Mons. Domenico Felleca(segretario).

Il lavoro per la revisione deitesti liturgici della nostraChiesa è iniziato già daalcuni mesi. Agli Ordini ealle Congregazioni religiosesono stati richiesti i Testipropri della Santa Messa edella Liturgia delle orerelativi ai Santi e alle Santepresenti nel Proprionapoletano.Per ogni Santo, inoltre, èstata chiesta una brevescheda biografica. Percompletare il lavoro siattende la nuova edizioneitaliana del Messale Romanoe il Legionario dei Santi diprossima pubblicazione. Dopo l’approvazione delcardinale Arcivescovo, iltesto deve essere sottopostoalla “recognitio” da partedella Congregazione checoncede il nulla osta per lapubblicazione.In attesa, mancando di testipropri, nelle celebrazioniutilizzeremo il “Comune” deiSanti.

12 delegazioni di diverse religioni a Scala per partecipareall’incontro interreligioso organizzato nel segno dellapace. Il messaggio inviato dall’Arcivescovo di Napoli

«La forza del dialogo»Tra i tanti momenti importanti dell’evento, come la giornata dell’11 settembre, volta alla com-

memorazione delle vittime del terrore, ha spiccato l’incontro interreligioso che l’Arcivescovo diAmalfi – Cava de’Tirreni, Mons. Orazio Soricelli, ha voluto promuovere nell’ambito della rassegna“Scala incontra New York” come una “Giornata di Preghiera per la Pace nelle nostre Città”, a cuihanno partecipato ben 12 delegazioni provenienti da diversi Paesi.

“La giornata del 3 settembre, che ha visto a a Scala la rappresentanza delle religioni più rile-vanti del nostro pianeta, è stato certamente un appuntamento molto significativo – dichiara Mons.Soricelli – per la costruzione della pace nelle nostre comunità. Sulla scia dell’incontro voluto daGiovanni Paolo II, nel 2002 ad Assisi, i credenti delle diverse religioni hanno testimoniato l’urgen-za di pregare e di lavorare per la costruzione della pace e della concordia, eliminando le contrap-posizioni esistenti. L’incontro ha favorito il clima di fiducia e di solidarietà”.

* * *

Illustri rappresentanti delle Chiese e Comunità Cristiane e delle grandi Religioni Mondiali,Amici e Fedeli tutti, il Signore vi dia pace!In questo evento così significativo, che si svolge in un luogo simbolo e a me caro dell’ama-

ta Costiera amalfitana, oggi vogliamo dare corpo alla speranza di un dialogo che apre nuovisentieri di fratellanza universale e lancia una coraggiosa sfida di senso all’uomo contempora-neo, perché faccia della mitezza, della bontà e dell’amicizia la sua armatura. Pregherete insie-me, e io con voi in comunione di affetto e di spirito; insieme percorrerete sentieri che, rispet-tosi della differenza e dell’originalità di ognuno, arricchiranno tutti della bellezza delle singolestorie, delle differenti passioni per la vita, per la fede e per amore verso un’umanità definitiva-mente pacificata.

Questo incontro è nato dalla beatitudine della mitezza, dalla forza del dialogo, dal coraggiotitanico della non violenza. E la Chiesa di Napoli, assieme alle Chiese sorelle che sono inCampania, oggi avverte che questa beatitudine dimora in tanti uomini e donne di buona vo-lontà e che la pace è possibile perché essa è patrimonio universale di una umanità senza fron-tiere di razza, religioni e culture; è l’unica speranza di cieli nuovi e terre nuove.

L’essere e l’agire dei pacificatori non è debolezza, non è fuga dalla lotta, non è acquiescen-za contro lo strapotere della prepotenza. È, invece, scegliere armi diverse per combattere ognisopruso e ogni forma di violenza; è usare un’altra strategia per costruire i rapporti umani; è in-ventare parole nuove che abbiano le tonalità della pace; è affondare il proprio destino nella ter-ra del dialogo.

Questo è quanto tenta di costruire e realizzare l’odierno incontro interreligioso a Scala, Terrabenedetta, città perla di una Diocesi dal nobile passato e aperta al futuro dei popoli mediterra-nei. Il nostro impegno è, soprattutto, una tenace lotta che si ingaggia contro le resistenze che sinascondono nel cuore dell’uomo. La pace è molto più che un’invenzione di un linguaggio o diuna filosofia. È volontà di estirpare le radici del male che serpeggia nelle nostre città, nei nostriPaesi. È sforzo di superare la prepotenza, scegliendo la passione, la forza e il calore dell’amore.

Nel suo profetico discorso pronunciato l’11 maggio 2009 a Gerusalemme, in occasione del-l’incontro con le organizzazioni per il dialogo interreligioso, Benedetto XVI ha affermato: «Lafede religiosa presuppone la verità. Colui che crede è colui che cerca la verità e vive in base adessa. Benché il mezzo attraverso il quale noi comprendiamo la scoperta e la comunicazione del-la verità differisca in parte da religione a religione, non dobbiamo essere scoraggiati nei nostrisforzi di rendere testimonianza al potere della verità. Insieme possiamo proclamare che Dioesiste e che può essere conosciuto, che la terra è sua creazione, che noi siamo sue creature eche egli chiama ogni uomo e donna a uno stile di vita che rispetti il suo disegno per il mondo».

Il nostro vissuto di fede deve influire sulla società civile, soprattutto per quanto riguarda itemi della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato. Sono, questi, ambiti molto im-portanti per i quali impegnarsi – nei prossimi anni – all’interno delle nostre realtà ecclesiali eche lo stesso Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture ha preso a cuo-re da lungo tempo.

In continuità con Assisi, lo spirito di Scala sarà lievito di pace e di fratellanza per tutti.Francesco, uomo riconciliato e capace di pacificare i cuori delle persone e delle società di ognitempo, parla attraverso ciascuno di noi, lì dove ci sono uomini e donne di buona volontà chesanno fare del perdono, del dialogo, dell’accoglienza e della giustizia il proprio stile di vita.Diviene possibile, nell’ottica del carisma francescano, infatti, lavorare per una fratellanza uni-versale, dove i popoli e le nazioni, le culture e le fedi più differenti, sono in grado di vedere nel-le diversità una grande risorsa per l’umanità e non una minaccia per la propria identità. La pa-ce, dunque, è possibile se i cuori delle persone sono riconciliati e aperti al dono di Dio e allasua Luce!

Vi sono riconoscente e immensamente grato di aver scelto la Terra campana per questo in-contro e di averla abitata, anche se per poche ore, come terra vostra. Sappiate che le nostre cittàsaranno sempre vostre ogni qualvolta le cercherete e, se pure lontani nello spazio, se lo vorre-te, vi basterà alzare gli occhi al vostro cielo per ricordare il nostro.

Beati i miti perché erediteranno la terra; beati voi che amate il cielo e la terra; beati tutti glioperatori di pace e di giustizia. Vi saluto fraternamente in Cristo, Verbo della vita, Parola fattacarne, dialogo del Padre nel cuore della storia e dell’umanità tutta, per la potenza dello Spirito.

@@ Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

Presidente della Conferenza Episcopale Campana

San Giovanni Maria Vianney

Un semplice Curatodi Michele Borriello

Dallo scorso 19 giugno e fino alla stessa datadel 2010, viene celebrato l’Anno Sacerdotale, in-detto da Papa Benedetto XVI per «favorire la ten-sione spirituale dei sacerdoti verso la perfezione spi-rituale, dalla quale dipende l’efficacia del loro mini-stero». Ispiratore e Protettore dell’AnnoSacerdotale è stato dichiarato, come pare sia giu-sto, il Santo Curato d’Ars.

Probabilmente molti ignorano il cognome dicolui che fu semplice parroco in una oscura par-rocchia di Francia, ma nessuno ignora che ilCurato d’Ars è uno dei più grandi Santi dellaChiesa. Egli è stato prete, prete e nient’altro cheprete. Per anni e anni folle intere di tutti i ceti so-ciali ed ecclesiali si sono dirette verso quella mo-destissima parrocchia, ai margini di una paludedove, grazie a lui, brillava la luce dei Signore.

Tutti i pellegrini verso Ars erano affascinati dalSanto Curato e da lui inviati ai piedi del Maestroe non perché ripeteva originali dottrine, né le sueomelie erano splendenti, né per prodigi straordi-nari (ne fece ma non è questo l’essenziale) bensìper la sua santità, per la sua anima luminosa, apo-stolica, per le sue virtù squisitamente sacerdotali.Un Curato, un semplice Curato. Di questo termi-ne, cui l’ironia e talvolta la volgarità danno unasprezzante inflessione nella voce, egli ne ha fattoil più bello degli attributi, l’espressione stessa del-le sue nobilissime virtù.

Nel suo “Catechismo sul prete”, riguardante lamissione soprannaturale dei sacerdoti, scrive: «Ilprete è qualcosa di grande. Non si comprenderà senon in Paradiso. Il prete non è prete per se stesso, loè per tutti. Dopo Dio, il prete è tutto». Queste paro-le pronunciate da qualche altro prete potrebberosembrare vanitose, sulla sua bocca acquistano unaverità così solare da apparire l’espressione di in-confutabile verità.

Una vita, la sua, tutta intera sta a dimostrarlo. Sidice che il Santo Curato d’Ars non conoscesse la teo-logia e che in Seminario non fosse tra i migliori stu-denti. Dicono pure che le sue prediche non fosseroaltro che un pedissequo commento al Catechismo eche non avesse il dono di comunicare. Ma la fiam-ma dell’Amore di Dio aveva conquistato tutto il suocuore. Il suo Vescovo, a chi denigrava il Curato, ri-spondeva con un ritornello: «Io non so se egli sia col-to o meno, ma so che è illuminato».

È questa è la verità. La sua superiorità era dialtro calibro. Quella in cui risplende la luce, in cuila Parola si fa messaggio ed il dono di sé diventasacrificio redentivo. Inchiodato per giornate inte-re al confessionale, non faceva altro che il suo la-voro di prete, pienamente. E lo faceva con quellainesauribile generosità che gli veniva dalla costan-te e incessante unione con Dio.

Che ci manchino preti colti, moderni, “alla mo-da”, pronti a rispondere alle domande che pongo-no i media, è innegabile, ma forse la vera esigen-za è più profonda. L’efficacia della missione sacer-dotale dipende più dall’ardore che emana da luiche dalla sottigliezza della sua dialettica, dalle suemani sempre pronte ad accogliere anziché dal suospirito critico.

Il Curato d’Ars esercita una potente attrattivanei sacerdoti, egli autentico seguace dell’unicoSommo Sacerdote. La forza della sua santità è di-rompente, il suo carisma di prete affascina, la suadedizione totale alle anime è esempio entusia-smante per tutti i consacrati al servizio dell’amo-re di Dio e dei fratelli.

Ad aprire il suo “Commento” al catechismo,l’unico scritto che ci ha lasciato, quasi appunti disemplice espressione di unione con Cristo, ne re-stiamo incantati. Quell’assenza di artificioso e diretorico guadagnava l’uditorio per la sua fortissi-ma personalità; capace di dire “cose” e non paro-le si risolveva in una singolare sobrietà, che con-sentiva al Santo Curato di raggiungere momentilirici di profonda umanità.

Riproporre il suo “magistero concreto” si ren-de necessario per i sacerdoti, in primo luogo, per-ché sul suo esempio imparino a pascere il greggedi Dio con timore e tremore, ansiosi soltanto diguidarlo verso la mèta comune.

Quale uomo, infatti, ha spinto più avanti di luiil disprezzo delle preoccupazioni del mondo, lamortificazione del corpo ed il dono delle lacrime,di cui era costantemente inondato? E la medita-zione, come diceva, dell’ammirevole essenza diDio e della Sua certa verità, la preghiera forte e pu-ra, la gioia in Dio, l’ardente desiderio del cielo?

Tutto ciò è una sua caratteristica peculiare:«Egli si era avanzato verso la luce, e la luce era sce-sa da sola nel suo cuore. Egli aveva sollevato il pro-prio cuore per donarlo a Colui che gli parlava» equesti era il Verbo divino, la Parola increata di Dio,che lo colmò durante tutto il suo percorso terre-no, di divini splendori.

L’incontro interreligioso a Napoli nell’ottobre 2007

Primo Piano CittàNuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 11

Sabato 26 settembre la presentazione alla stampa del movimento “UomoNuovo”, formato da detenuti ed ex detenuti. Sarà presente l’Arcivescovo

Reclusi ma non esclusiservizio a cura di Elena Scarici

Parte la quinta edizione della rassegna teatrale promossa dall’associazione“Ilcarcerepossibileonlus”. Il presidente denuncia le gravi condizioni delle carceri napoletane

La libertà nell’arte

Sarà presentato sabato 26 settembre il Movimento unito dete-nuti ed ex detenuti “Uomo Nuovo”. L’appuntamento è per le ore 11,nella Sala conferenze in via Santa Sofia 30, Napoli.L’organizzazione sarà illustrata alla stampa, al mondo dell’infor-mazione, alla società civile, alle forze politiche e sindacali, alle isti-tuzioni. L’iniziativa si avvale del patrocinio morale della Provinciadi Napoli.

La relazione del presidente, don Francesco Esposito, cappella-no presso il carcere di Poggioreale, spiegherà cosa è il movimento.Dopo il saluto e l’intervento del Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovodi Napoli, seguiranno le testimonianze del volontariato, rappresen-tato da Antonio Mattone, responsabile della Comunità diSant’Egidio.

Le finalità, gli obiettivi e le proposte saranno indicate da NicolaTrisciuoglio, vice presidente di “Uomo Nuovo”. Seguiranno inter-venti, confronti e dibattito.

L’incontro sarà preceduto, alle ore 10, da un concerto dell’acca-demia musicale “Enrico Caruso” diretta da Giuseppe Schirone.

Nell’occasione verranno presentate alcune proposte di legge peril miglioramento della vivibilità nelle carceri. Innanzitutto quellariguardante le misure alternative obbligatorie, per le persone chedevono scontare una pena fino a quattro anni di reclusione; il be-neficio della liberazione anticipata nella misura di 60 giorni perogni sei mesi di buona condotta e ancora, nuove soluzioni per af-frontare la disciplina dei rapporti affettivi sul problema “amore ecarcere”. Per questo ultimo punto, si può tenere conto di esperien-ze già attuate in altri Paesi, che tendono a riprodurre ambienti divita familiare e domestica in ampi spazi di tempo per un sereno ri-trovarsi tra marito e moglie.

L’evento sarà anche l’occasione per presentare il progetto “Nonpiù legami” dell’Ufficio diocesano di Pastorale carceraria che ha loscopo di favorire l’adozione di detenuti da parte delle parrocchie.

Si terrà dal 22 al 25 settembre al teatroMercadante di Napoli la quinta edizionedella rassegna teatrale promossa dall’asso-ciazione “Il carcerepossibileonlus”, dallaCamera penale di Napoli in collaborazio-ne con il teatro Mercadante e l’amministra-zione penitenziaria regionale. Gli spetta-coli sono rappresentati all’esterno del car-cere dai detenuti che seguono i laboratoriteatrali all’interno dei penitenziari.Quest’anno la kermesse prevede 7 spetta-coli ad ingresso gratuito e coinvolge gli isti-tuti penitenziari di Poggioreale,Secondigliano, Pozzuoli, l’Ospedale psi-chiatrico giudiziario di Aversa, l’istitutopenale minorile di Nisida, gli istituti diBenevento e Lauro.

Tutte le rappresentazioni si terranno alMercadante, teatro stabile della città, tran-ne l’ultimo che verrà messo in scena pres-so la casa circondariale di Pozzuoli.

«Siamo contenti di essere riusciti an-che quest’anno a realizzare la rassegna –sottolinea il presidente di Carcerepossibi-leonlus Riccardo Polidoro – nonostante lenotevoli difficoltà che il mondo carcerariosta attraversando, problemi che attengonosia al sovraffollamento sia alle condizioniigienico-sanitarie. Peraltro a Napoli abbia-mo denunciato le condizioni di vita diPoggioreale alla Procura della Repubblicae chiesto di conoscere i risultati delle ispe-zioni che due volte all’anno le Asl effettua-no nei penitenziari. Con le attuali condi-zioni igienico sanitarie ci chiediamo come

mai gli istituti siano ancora aperti. Per noil’unica alternativa possibile rimangono lemisure alternative alla detenzione che pe-raltro hanno una prospettiva di recidivabassissima rispetto alla normale detenzio-ne che invece ne produce il 70%».

La rassegna prende il via martedì 22 al-le 20 con lo spettacolo “La giostra, l’ecce-zione è la regola”, di Brecht con la regia diGesualdi/Trono. Preparato con gli ospitidell’ospedale psichiatrico giudiziario diAversa, vuole porre l’attenzione di chi sitrova ai margini e non rientra in nessunacategoria sciale sicura, e pur volendo ri-scattare dai propri errori, si trova solo adaffrontare un deserto di diffidenza e so-spetto. Si prosegue il 23 alle 18,30 con“Ragazzi di vita”, liberamente adattato al-l’opera di Pasolini con i ragazzi dell’istitu-to di Airola, insieme all’associazione tea-trale “I Refrattari”. Il dramma, ruota intor-no a un gruppo di amici che vivono il pas-saggio dall’adolescenza alla prima gio-ventù, vivendo di espedienti, di truffa e dipaura. Sempre mercoledì 23, alle ore 20,organizzato dalla casa Circondariale diPoggioreale, “E non si era d’autunno…Libertà un po’”, un progetto a cura diPatrizia Giordano.

In programma, giovedì 24, alle ore18.30, “O cunto d’o quatto ‘e coppe”, unprogetto firmato da Pino Turco e rappre-sentato dai ragazzi dell’Istituto di Eboli.Dopo una prima parte in cui i gli attori rac-contano in modo drammatico le loro sto-

rie personali, gli stessi diventano voce dichi non c’è più come gli oltre 600 passeg-geri di un treno uccisi dalle esalazioni dimonossido di carbonio il 3 marzo del 1944e che solo oggi vengono ricordati da ragaz-zi che provengono dalle stesse zone di quel-le vittime dimenticate.

Alle ore 20, ancora di giovedì 24,l’Istituto di Benevento e l’associazioneAgita Teatro presenterà “Angeli”, un pro-getto di Salvatore Guadagnuolo per coro,voci e letture dall’Odissea di Omero e UbuRe di A. Jarry, per parlare di libertà, volu-ta, inseguita, tradita, omessa o inganna-ta.

Venerdì 25, alle ore 20, l’Istituto di lau-ro e la Compagnia “I Liberanti”, in “Otelloo Jago. Viaggio in mare di uomini nellatempesta”, un progetto di AntonellaMonetti realizzato con l’aiuto di ToniaGarante e Rosario Esposito La Rossa. Dueuomini in navigazione persi nella tempe-sta che raccontano le proprie storie e an-cora non sanno se e quando potranno ap-prodare in porto.

Ultimo appuntamento lunedì 28, alleore 15.30, nella Casa Circondariale diPozzuoli. Gli Istituti di Pozzuoli e diSecondigliano e Maniphesta Teatro pre-sentano “Maria Stuarda”, liberamenteispirato all’omonima opera di DaciaMaraini. A cura di Alessandra Di Castri eGiorgia Palombi per due regine, una li-bera, l’altra prigioniera ma entrambe so-le.

Una strutturasportivaa PoggiorealeLa giunta regionale dellaCampania, su propostadell’assessore alle Politichesociali Alfonsina De Felice, haapprovato un finanziamentodi 120.000 euro per larealizzazione di una strutturasportiva polivalente nel carceredi Poggioreale.«La casa circondariale diPoggioreale - ha dichiaratol’assessore De Felice - èl’istituto con il più alto tassodi sovraffollamento dellanostra regione. Per questomotivo abbiamo raccoltol’esigenza dei detenuti di avereuna struttura sportivaall’interno del carcere, chesicuramente renderà piùsopportabile la condizione didetenzione. «Questa iniziativa rientra negliobiettivi del Piano SocialeRegionale e della Leggeregionale n. 11/2007 sulladignità sociale. Per chi è privodella libertà personale l’attivitàsportiva, oltre che un sollievo,può essere un efficacestrumento di rieducazione. Larealizzazione di questa opera sifonda sulla collaborazione traistituzioni pubbliche secondouna strategia consolidata edefficace che, soprattutto per lepolitiche sociali, riesce a darerisultati apprezzabili», haconcluso l’assessore De Felice.

Nuova Stagione12 • 13 SETTEMBRE 2009 Città

Ronde ecologiche contro il degrado(e.s.) Ronde ecologiche persalvare Napoli dal degradourbano. È la proposta che leassociazioni “Napoli punto aCapo” e “Napoliberal” hannopresentato all’assessore al Decorourbano del Comune di Napoli.La costituzione delle Decor..onde,secondo i suoi sostenitori, sirende necessaria vista ladrammatica situazione dellestrade, delle piazze, deimonumenti del capoluogopartenopeo e nasce dalla volontàdi tanti cittadini che voglionodare il proprio contributo percontrastare l’attuale degrado.«È noto a tutti che la sensibilitàcivica e la partecipazione attivadei cittadini nella nostra città èassai scarsa – precisa ilpresidente di “Napoli punto e acapo” Sergio Fedele - proprio perquesto le istituzioni locali hannouna responsabilità maggiorefinalizzata a mettere in campoazioni sistematiche disensibilizzazione e di confrontocon le associazioni. Alla luce diquesto – continua il presidente -e in considerazione siadell’inefficacia attuale deirappresentanti istituzionali che simuovono in modo disarticolatosia dell’inefficacia delle denunce“spot” dei singoli cittadini,avanziamo la nostra proposta».Le Decor...onde consentiranno aicittadini di poter trasmettere aprecisi riferimenti istituzionalisegnalazioni e situazioni didegrado urbano, che verrannoregistrate da un call center epubblicate su un sitoistituzionale specifico. I cittadinipotrebbero quindi fungere dacontrollori per verificare laraccolta differenziata dei rifiuti,segnalare eventuali discaricheabusive o situazioni noncompatibili con il regolamento diigiene pubblica, dare la cacciaalle irregolarità da sanzionare einformazioni sul sistema delconferimento dei rifiuti. La scelta del nome Decor..ondenon è casuale. «Vogliamo utilizzare unaterminologia diversa rispetto alleronde per la sicurezza e dare aicittadini e alle loro associazioniun ruolo di sensori civici prontia segnalare situazioni cherichiedono l’intervento delleistituzioni», conclude Fedele.L’appello dunque è di trasformarele ronde in onde civiche per ildecoro con la richiesta alComune di definire un metodoche consenta l’individuazionedelle associazioni disponibili acollaborare e un riferimentotelefonico e telematico cui farpervenire le segnalazioni.

Recuperatesei fontanecittadine

Sono stati ultimati i lavori ed effettuati i relativicollaudi di sei fontane cittadine. Lo ha reso notol’Assessorato ai Parchi e Giardini del Comune. Cinquerestituite alla fruizione della cittadinanza, ricadononell’area Est di Napoli, la sesta invece nell’area Ovest.

Nello specifico sono state rese funzionanti le fon-tane di piazza Aprea, piazza de Franchis, piazzaSpinelli, piazza Salvemini, viale Fratelli Grimm e viadell’Epomeo.

«Sono interventi che restituiscono vivibilità allacittà – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente RinoNasti – gli interventi continueranno anche per recupe-rare i cosiddetti beverini, ossia punti acqua dove so-prattutto con questa calura è possibile trovare un po’di refrigerio».

Finanziati 240 milioniper la Metropolitana regionale

«Abbiamo ottenuto oggi dal Cipe circa 240 milioni di eurodi fondi del Fas nazionale per finanziare quattro interventi del-la metropolitana regionale. Un impegno significativo, che pre-mia la nostra azione in tema di infrastrut-ture, in un periodo non facile di crisi eco-nomica: queste opere sono state infatti fi-nanziate perché sono tutte immediata-mente cantierabili, e perché sono state in-serite tra gli interventi strategici di priori-tario interesse nazionale con l’accordo traGoverno e Regione sulla Legge Obiettivodell’anno scorso. Naturalmente questi fi-nanziamenti sono solo un primo piccolopasso rispetto a quanto previsto dall’inte-sa dove, per quanto riguarda la metropo-litana regionale, le risorse promesse am-montano a più di tre miliardi di euro finoal 2013».

Così l’assessore ai Trasporti dellaRegione Campania, Ennio Cascetta, suifondi stanziati dal Cipe per la realizza-zione di importanti opere del sistema dimetropolitana regionale.

«Il Cipe – spiega Cascetta – ha finan-ziato con 26,4 milioni il consolidamentodella galleria Camaldoli, che consentirà dipotenziare i servizi metropolitani sulla

tratta Piave-Pianura della Circumflegrea; ha poi erogato 121,2milioni per la tratta Parco San Paolo-Terracina della bretella diMonte Sant’Angelo, già in corso di realizzazione da Soccavo al

campus universitario; la terza opera fi-nanziata con 58,6 milioni è l’interramen-to della Circumvesuviana a Pompei, nel-l’ambito dei lavori di raddoppio della li-nea; infine, il Cipe ha assegnato altri 33milioni per le nuove tecnologie sullaPiscinola-Aversa di MetrocampaniaNordest».

«Ancora una volta – conclude Cascetta– la credibilità e concretezza dei nostri pro-getti si dimostrano decisive, in un periodonon facile per l’Italia, e in particolare peril Mezzogiorno, sia dal punto di vista eco-nomico che politico, tanto è vero che solola Campania tra le regioni del sud – oltrealla Sicilia – ha ottenuto risorse dal Cipe.Si conferma così la positività di un meto-do che abbiamo avviato nel 2000 e che ciha consentito di ottenere risorse da gover-ni di tutti i colori politici e di realizzare fi-nora 50 km di linee e 37 stazioni sull’inte-ro territorio regionale, con effetti beneficisull’economia e l’occupazione, oltre cheovviamente sulla mobilità».

Nuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 13Città

Al Museo Archeologico Virtuale di Ercolano la IV edizione di Eruzioni Festival

Catturati dal futuroUn luogo di pensiero, di progetto, di

confronto e trasmissione di esperienze allependici del Vesuvio. Eruzioni Festival –Indipendent Performing Art, dal 14 al 20settembre a Ercolano (Napoli), proporrà inanteprima nazionale e per il Sud Italia spet-tacoli-performance, visioni, workshop emusica assolvendo al compito di ricercamultidisciplinare e raccordo tra le culturecontemporanee che s’incontrano sul pianoetico/estetico.

Il Festival nelle edizioni precedenti si ècontraddistinto come labora-torio ed insieme vetrina, unosservatorio che incoraggia efavorisce lo sviluppo del tea-tro, della danza, della musica,e dell’arte contemporanea in-dipendente. Forum perma-nente di soggettività proget-tuali ed artistiche, spazio del-l’incontro fortuito e dell’ab-bandono nel quale lasciarsicatturare e trasportare dallemanifestazioni del mondo,che si vestono, anche solo perun giorno, di promesse e di al-lusioni tanto incerte quanto ir-resistibili. Eruzioni è ancheluogo concreto di incontro tragenerazioni, addetti ai lavori,maestri più o meno celebrati egiovani talenti, tra fasce dipubblico diverse per età e for-mazione.

Sul tema “Futuri futurismi - il limite del-la performance”, convinti di questo fine, gliartisti che hanno aderito alla IV edizionedel festival ideato e diretto da AgostinoRiitano presenteranno esibizioni, scritturee messinscena che favoriscono l’intrecciofra teatro, danza, musica, arte e cinema (co-me i film di Von Trier, Cassavetes , Herzog, Solondz e Ophuls). Rigorosamente indi-pendenti.

no abiti di Resina quelli indossati nei film«I cento passi», «La meglio gioventù»,«Prima dammi un bacio», solo per citare ipiù recenti.

In quattro sezioni, ecco le opere createe realizzate: Lenz Rifrazioni (La grande ci-catrice_Exilium 02, prima nazionale),Socìetas Raffaello Sanzio (Flatlandia, pri-ma in Campania), Ascanio Celestini (Radioclandestina), Pathosformel (La timidezzadelle ossa, Premio Ubu 2009, PremioScenario 2007, prima in Campania),

Ricci/Forte (Macadamia nutbrittel, prima in Campania),Canio Loguercio (Passione,prima in Campania), EffettoLarsen (Tuo-Out, prima inCampania), Zaches Teatro (Ilfascino dell’idiozia), NaifHerin, i dj-set di UèCervone(SanGennaroBar 2009) e Jeko.

Un cartellone che si prefig-ge di tenere a bada le chiavi in-terpretative di alcuni caratteridelle nuove tecnologie e inparticolar modo dell’agireumano favorito dagli stru-menti mediatici digitali, perriflettere sull’idea stessa diperformance come praticacorporea e potenziale non-luogo.

Eruzioni Festival –Independent Performing Art è

anche spazio concreto di incontro tra gene-razioni, addetti ai lavori, maestri più o me-no celebrati e giovani talenti, tra fasce dipubblico diverse per età e formazione. Laquarta edizione rientra nel “Circuito deiFestival della Campania”, sostenuto nel-l’ambito del progetto “SeiViaggi” dallaComunità Europea e dalla RegioneCampania e interpreta a pieno la missiondell’Anno europeo dedicato alla Creativitàe all’Innovazione.

Il Festival si svolgerà nei luoghi miticidelle diverse eruzioni e in spazi espositivicontemporanei: Mav - MuseoArcheologico Virtuale di Ercolano, che ol-tre ad essere uno dei più grandi centri po-lifunzionali dell’area Vesuviana rappre-senta anche il nuovo motore di innovazio-ne tecnologica a servizio dell’area metro-politana, una struttura di 5000 metri qua-drati; la cima al Vesuvio in piena Area delParco Nazionale del Vesuvio; lo storicomercato degli Stracci a Resina che da qua-

rant’anni attrae da ogni dove registi, stili-sti, attori e fashion victim, che ha dettatomoda negli anni Sessanta e Settanta,creando un business da duecento miliardidi vecchie lire. Il “mercato degli Stracci”di via Pugliano, meta culto di tutta una ge-nerazione di attori e registi, alla ricerca delpezzo stravagante, rigorosamente usato ecomprato per pochi soldi. In queste botte-ghe ancora si aggirano in sordina stilisti incerca di idee e i costumisti di Cinecittà: so-

Dal 28 settembre al 10 dicembre si terrà, presso il Museo diFisica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimentodi Scienze Fisiche, in via Mezzocannone 8, «Il Laboratorio diGalileo» mostra interattiva dedicata agli strumenti utilizzati daGalileo Galilei durante il suo cammino intellettuale e la sua forma-zione scientifica. Infatti, prima di giungere ad osservare la volta ce-leste con il suo cannocchiale, all’epoca chiamato perspicillum, non-chè di descrivere la sua esperienza pionieristica nel SidereusNuncius portando l’uomo sulla strada che dalla terra conduce alcielo, lo studioso pisano condusse esperimenti puntualmente de-scritti nei «Discorsi e Dimostrazioni matematiche sopra due nuo-ve scienze» con innumerevoli strumenti. Alcuni di questi sarannoesposti, nell’unico Museo di Fisica del Sud stabilmente aperto alpubblico, grazie alla ferrea volontà di Edvige Schettino direttricedel Museo dal 2005, che oltre a insegnare Fisica al corso di laureain Scienze biologiche è una insigne studiosa di storia della Fisicariconosciuta a livello internazionale.

Il 2009 è l’anno dedicato alle celebrazioni dedicate a Galileo el’International Year of Astronomy - Unesco ovvero é il quarto cen-tenario del primo utilizzo del cannocchiale da parte dello scienzia-to; possiamo solo immaginare, a tal proposito, lo stupore di coluiche per la prima volta vide crateri e montagne lunari, satelliti diGiove e fasi di Venere, macchie solari e stelle della Via Lattea.

La novità che rende la mostra interattiva davvero interessanteper un pubblico di studenti oltre che di studiosi consiste nel fattoche gli strumenti, tutti di pregevole fattura e accuratamente rico-struiti dal prof. Roberto Vergara Caffarelli professore di Storia del-la Fisica presso l’Ateneo di Pisa e messi a disposizione dalDipartimento di Fisica A.Volta della stessa Università, verranno ge-stiti dagli studenti di una rete, appena costituita e il cui protocollod’intesa è stato firmato lunedì scorso, di cinque scuole distribuitesul territorio: L’Istituto Magistrale Statale Virgilio di Pozzuoli, ilLiceo Scientifico G.Bruno di Arzano , il Liceo Ginnasio A.Genovesie L’Istituto Tecnico Industriale Statale M.Curie entrambi di Napolie il Liceo Scientifico Statale E.Segrè di Marano i cui rispettiviDirigenti scolastici: R. Scala, S.Malinconico, S.Lettieri,

M.Filippone e A. Compagnone hanno entusiasticamente rispostoall’iniziativa della direttrice del Museo Schettino. Ciò potrà consen-tire agli allievi di diventare explainer di una materia che altrimen-ti è giudicata dai più ostica e difficile e offre l’opportunità di inca-merare crediti formativi estremamente importanti non solo per chivoglia approfondire studi scientifici ma anche, a nostro avviso, perchi voglia affrontare studi umanistici.

Il 28 settembre saranno presenti all’inaugurazione GuidoTrombetti Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II,Roberto Pettorino Preside della Facoltà di Scienze matematiche fi-siche e naturali e Francesco Cevenini Direttore del Dipartimentodi Scienze fisiche. Le visite individuali potranno essere svolte sen-za prenotazione e ogni singolo sarà dotato di un itinerario esposi-tivo, mentre le visite da parte delle scolaresche dovranno essere con-cordate su prenotazione telefonando a “Le Nuvole” 081/24.28518oppure inviando mail a lenuvole@cittadella scienza.it.

Fino al 10 dicembre presso il Museo di Fisica della Federico IImostra interattiva dedicata allo scienziato pisano

Il Laboratorio di Galileo

Regione Campania

Aiuti a studentidisagiati per l’acquistodei libri Su proposta dell’assessoreall’Istruzione, alla Formazione eal Lavoro, Corrado Gabriele, laGiunta Regionale ha stanziato17,5 milioni di euro persostenere l’acquisto dei libri ditesto degli studenti campanidelle scuole medie inferiori esuperiori provenienti da famigliein condizioni di disagioeconomico. I contributiverranno erogati attraverso gliappositi sportelli dei Comuni diresidenza che provvederannoalla definizione delle graduatoriesulla base del reddito familiaredello studente nel corsodell’anno 2008.«Dopo le misure di ieri asostegno dei precari, oggifacciamo un altro passo avantiper il miglioramento del sistemascolastico campano. Attraversoquesto provvedimento verràgarantito il diritto allo studio eall’istruzione a tante ragazze eragazzi che vengono dallefamiglie dove maggiormente siavverte in questo momento ilpeso della crisi economica»,dichiara il presidente dellaRegione Campania AntonioBassolino. «La scuola èl’istituzione più importante cheabbiamo. È la fabbrica dove sicostruisce il futuro dellaCampania e dell’intero Paese. Enoi lavoriamo, giorno dopogiorno, per renderla sempre piùmoderna e aperta a tutti»,conclude Bassolino. «Il numero degli alunni ‘poveri’in Regione Campania è ancoratroppo elevato. Secondo i datidel Miur, nell’anno scolastico2008/2009, l’indice di povertà edisagio è pari al 27.5% dellapopolazione campana», spiegal’assessore Gabriele. «Ènecessario un impegno sempremaggiore perché le forze vive diquesto territorio non divenganonuova manovalanza per lacriminalità organizzata.L’esercito degli insegnanti, lescuole aperte sul territorio el’accessibilità a tutti dei libri ditesto sono armi fondamentaliper contrastare la dispersione eil disagio», conclude Gabriele.

Provincia Nuova Stagione14 • 13 SETTEMBRE 2009

Nuova StagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Un comitato civico per rendere il territorio di Lago Patria, Licolae Varcaturo Comune autonomo

In cerca di identitàdi Elena Scarici

Hanno costituito un Comitato e pro-mettono battaglia. I suoi agguerriti e mo-tivati componenti chiedono la costituzio-ne di un Comune autonomo, quello diLiternum, che dovrebbe identificarsi con iconfini delle ex Circoscrizioni Lago Patria,Licola e Varcaturo. L’iter da seguire è quel-lo della raccolta firme per ot-tenere il referendum.

«Un territorio che– denun-cia il coordinatore Marco DiVaio – soffre di varie forme didegrado: mare reso inaccessi-bile da un irresponsabile ed in-controllato abusivismo edili-zio, mancanza di una rete dicollegamenti di mezzi pubbli-ci, viabilità insostenibile cau-sata dal traffico non control-lato, semafori trappola e malfunzionanti, strade incolte ric-che di erbacce selvatiche dis-sestate e pericolosissime perauto, moto, biciclette ma so-prattutto per i pedoni che nonhanno alcuna possibilità ditransitare su regolari marcia-piedi». Senza contare chel’avvento della pioggia provo-ca collassi in tutta la zona. Lestrade diventano enormi la-ghi artificiali ostacolando l’accesso ai via-li e provocando allagamenti e reflussi ma-le odoranti del sistema fognario. Senza di-menticare la presenza di tre impianti dismaltimento dei rifiuti (Cava riconta,Taverna re, Sette cainate).

Con i suoi 114mila abitanti Giugliano

stanzialmente diversa dalla popolazionedel Comune di Giugliano.

«Target di ogni amministrazione – di-ce Gino Giglio - dovrebbe essere quella digarantire uguali opportunità di crescita atutti i residenti. Purtroppo nel nostroComune questo non avviene a causa del-

l’estensione e della particola-re forma del territorio».

L’area in questione oggisembra non appartenere anessun comune, è abbando-nata e vive una sorta di de-grado che contribuisce adostacolare ogni minimo se-gnale di volontà al cambia-mento che al contrario sem-bra essere in atto da partedella popolazione residente.

«Combattiamo da annicon le difficoltà di una peri-feria abbandonata e maltrat-tata e credendo fino in fondoche, con la volontà e la tena-cia di tutti quelli che ci cre-dono come me, questo terri-torio, che ha numerose pos-sibilità e potenzialità di svi-luppo, potrà diventare unComune, quello di Liternum,modello per tanti altri, di vi-

vibilità a dimensione umana, diritto diogni cittadino», è l’auspicio diMariarosaria Scarici, membro delComitato e cittadina che vive ogni gior-no il disagio urbano. Info e suggerimen-ti per il nome da dare al Comune, sul si-to www.comunediliternum.it.

in Campania è il più popoloso tra i co-muni italiani non capoluoghi di provin-cia è inoltre il secondo comune dellaProvincia di Napoli per popolazione e su-perficie territoriale (94,19 kmquadrati).Nell’arco degli anni l’incessante aumen-to delle unità abitative ha causato un no-

tevole incremento demografico, soprat-tutto per la presenza di giovani coppie,provenienti da Napoli e dalle varie cittàdell’interland partenopeo; la nascita diquesta nuova popolazione, quindi, staassumendo un’identità sociale, politica eculturale completamente inedita e so-

Dopo tre mesi di attività, in cui sono state raggiunte oltre dieci-mila presenze lunedì 7 settembre si è concluso il progetto “Adottaun Monumento”. L’iniziativa che è stata proposta per il secondoanno consecutivo dall’associazione Peninsula Felix diretta da LuigiDi Prisco, dal 15 giugno al 7 settembre, in collaborazione con al-cuni ragazzi del liceo scientifico Salvemini di Sorrento ha consen-tito di tener aperta la chiesa parrocchiale della Cattedrale diSorrento, importante monumento sia per l’aspetto storico che re-ligioso.

La Cattedrale di Sorrento per tutta la durata del progetto dal lu-nedì al venerdì dalle ore 12,30 alle 16, è restata aperta grazie aduno staff di volontari, i quali oltre a svolgere una mansione di con-trollo, hanno dato informazioni ai tanti turisti che si sono recati avisitare la chiesa.

L’iniziativa, quest’anno, giunta alla sua seconda edizione, orga-nizzata dall’associazione Peninsula Felix e nata da una intuizionedel parroco della Cattedrale di Sorrento don Luigi Di Prisco, ha go-duto oltre al patrocinio morale della Regione Campania anchedall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Sorrento –Sant’Agnello e dal sostegno da parte del CSV per il volontariato diNapoli.

Durante i sessanta giorni di esecuzione del progetto sono arri-vati anche i risultati. Le presenze hanno superato le diecimila unità,risultato questo di gran lunga superiore alla scorsa edizione in cuigrazie ad un progetto sperimentale a visitare la Cattedrale diSorrento furono circa tremila persone. All’iniziativa hanno parte-cipato sia alcuni volontari dell’associazione che un nutrito gruppodi alunni del liceo scientifico Salvemini che ha appoggiato e soste-nuto questa iniziativa nella persona del preside Giuseppe Montellacon l’ausilio della professoressa Teresa Golisano.

«L’eccellente risultato ottenuto – dichiara Luigi Di Prisco, presi-dente dell’associazione Peninsula Felix - è la riprova di come ini-ziative svolte dai giovani possono essere uno stimolo all’intera citta-dinanza e possono dare impulso all’immagine turistica all’altezza del-la fama internazionale di Sorrento. In tutti questi mesi – continuaLuigi Di Prisco - sono rimasto davvero colpito dalla grande dedizio-ne ed impegno profuso da tutti i ragazzi coinvolti in questo progetto,

ai quali va la mia più profonda gratitudine. Altri ringraziamenti vo-glio porgerli a tutti coloro che ci hanno dato una mano tra cui donLuigi, il preside del liceo scientifico e il corpo docenti che ci ha sup-portato nella realizzazione di questo progetto. Dopo questo eccellen-te risultato – ribadisce Luigi Di Prisco – la mia associazione già stapensando per la prossima estate di estendere questo progetto ad altrimonumenti presenti nel territorio della città di Sorrento in modo dapoter assistere i numerosi turisti che visitano la nostra città, che perlimiti di tempo, mi riferisco principalmente ai croceristi, non posso-no ammirare il nostro patrimonio culturale perché chiuso. Inoltre giàad ottobre prossimo – conclude il presidente di Peninsula Felix – at-tività di sensibilizzazione del patrimonio storico–religioso saranno ef-fettuate in occasione della Sagra dell’Uva presso la chiesa parrocchia-le di Priora dedicata al Santo Vescovo sorrentino Atanasio».

In ricordodimons.EreditàVenerdì 25 settembre, alle ore19, nella Parrocchia di SantaMaria del Popolo in Torre delGreco, sarà celebrata unaMessa solenne per ricordareil parroco emerito, Mons.Filippo Eredità, nel primoanniversario della sua morte.Sacerdote sempre entusiastadella sua vocazione, apertoai problemi della vitacontemporanea, attento allenecessità spirituali emateriali di chi si rivolgeva alui nel pieno rispetto delmessaggio evangelico, finoall’ultimo istante della suavita terrena si è affidato allaVergine Maria come allaMadre che accoglie ognifiglio ed a Maria noi oggi loraccomandiamo affinché lotenga sempre sotto il suodolce manto.

Concluso il progetto “Adotta un Monumento” che ha toccato oltre 10.000 presenze

I giovani diventano guide turistiche

CulturaNuova Stagione 13 SETTEMBRE 2009 • 15

La ricca stagione del Bellinidi Rosaria La Greca

Su il sipario al Bellini per la stagioneteatrale 2009-2010. Alla sua XXII stagio-ne ,dal teatro classico di prosa a quello co-mico, passando per la sezione musicale, Ilteatro propone un cartellone ricco ed ar-ticolato dove si leggono nomi di spicco delmondo dello spettacolo tra cui OrnellaMuti, Tato Russo, Teo Teocoli, MassimoRanieri.

«Il Bellini non abbassa il livello quali-tativo e quantitativo della sua pro-duzione nonostante il momento dicrisi che attraversa il mondo del tea-tro,- dice il regista Gabriele Russo-e cerca nel contempo di dare largospazio ai giovani che provano a far-si strada in questo mondo».

Tra le produzioni del Bellini Ilpaese degli idioti. Divertente e in-quietante spettacolo di Tato Russoper la regia di Alvaro Piccardi, trat-to dal romanzo umoristico diDostoevskij “Il villaggio diStepancikovo e i suoi abitanti”. DiTato Russo anche Avanvarietà, conla regia di Gabriele Russo,

È di Giuseppe Patroni Griffi,per la regia di Andrée RuthShammah, Persone naturali estrafottenti, commedia tragicomi-ca che riporta a galla il tema quan-to mai attuale dell’omofobia.

La Classe Libera, RaccontandoRodari e Molto rumore per nullasono gli spettacoli che la produzio-ne della compagnia dei giovani delteatro Bellini dedica in modo par-ticolare ai ragazzi. Un progetto chepermetterà ai ragazzi delle scuoledi entrare in sala durante le provecoinvolgendoli come parte attiva o addi-rittura creativa del progetto stesso, conl’intento di avvicinare questo giovane pub-blico al mondo del teatro.

A dare il via ai lavori sarà MassimoRanieri che, a partire dal 9 ottobre, per la se-zione musicale, si esibirà nel suo spettacoloideato con Gualtiero Peirce Chi nun tene co-raggio nun se cocca co e femmene belle.

ro interpreta una sfaccettatura diversadella realtà femminile nei diversi contestistorici dagli anni 40 ai giorni nostri.

Ancora per la prosa, si esibiranno LucaBarbareschi e Chiara Noschese in Il casodi Alessandro e Maria. Ugo Pagliai e PaolaGassman saranno in scena con Enrico IV.

Interprete e regista,l’istrionico FrancoBranciaroli porterà sul palcoscenico, dal16 febbraio, Don Chisciotte.

Sulla scena dal 2 marzo,Patrizia Milani, Carlo Simoni,Maurizio Donadoni interpreteran-no Il Gabbiano di Anton Cechov.

Per gli eventi internazionali siattendono gli Stomp che con ritmosuono e musica travolgeranno ilpubblico dal 24 novembre con Theshow.

Mitica icona per grandi e picci-ni, approda sul palco Hello Kitticon Hello Kitti the show che per laregia di Toto Vivinetto, dal 6 apri-le sarà il musical di una favola mo-derna.

Il teatro comico dal 28 ottobreè di Teo Teocoli, con La compagniadei giovani ,il simpatico attore, traun monologo e l’altro, sarà affian-cato da Armando Celso, ToniDallara e Mario Lavezzi che si av-vicenderanno sul palco nelle vestidi improbabili comici.

Scusa sono in riunione ti pos-so richiamare? Grande successodella passata stagione, è una com-media scritta e diretta da GabrielePignotta, basata sull’equivoconella trama di una storia di ami-cizia.

Personaggio nella rassegna teatraledel Bellini, dal 26 febbraio, VittorioSgarbi sale sul palco con Sgarbi, L’altro eimpartisce ai suoi spettatori, che invita asedersi tra i banchi di scuola,una lezionedi storia dell’arte sui monumenti della no-stra città, divagando spesso su argomen-ti diversi come le donne, la politica, il pae-saggio.

Con uno spettacolo di GianniMesturino per la regia di GirolamoAngione proseguirà il teatro musicaleL’Asino D’Oro il musical,spettacolare fa-vola carica di mistero interpretata daMario Acampa e Silvia Barbero in scenadal 17 novembre.

Una coppia insolita fra musica e di-vertimento chiuderà il 2 febbraio la se-zione musicale del Bellini. Sono Marisa

Laurito e Enzo Gragnaniello che si esibi-scono nel “L’erba cattiva...”spettacolo diFilippo Ascione e Maria Griffo per la re-gia di Bruno Colella.

Il teatro di prosa assume una fisiono-mia “rosa”. Ornella Muti, MariangelaMelato, Ludovica Modugno saranno pro-tagoniste di grandi opere. L’ebreo, Il do-lore, La badante, lavori dove ognuna di lo-

(d.v.d.l.) La compagnia teatrale “Le Maschere” ha vinto laprima Rassegna di Teatro Amatoriale organizzata dal Teatro Totòed ha riproposto, nel Cortile del Maschio Angioino, nell’ambitodel Festival “Ridere”, la commedia in due atti «Ditegli sempre disì», scritta da Eduardo De Filippo nel 1927. Il testo è uno dei me-no noti del grande commediografo anche perché è stata pocorappresentata sebbene lo stesso Eduardo ne abbia registrato unaversione televisiva in bianco e nero.

In questo testo di Eduardo de Filippo, scritto in pieno regi-me fascista e dunque fortemente “politico”, è evidente la tesi mo-rale: la società ottusa, ipocrita e conformista mette inesorabil-mente all’indice chi è “diverso”, estromettendo quindi inevitabil-mente i pazzi “veri”, come Michele, ma anche gli estrosi, gli stra-vaganti, come il giovane e spiantato artista Luigi, che non po-tendo proteggersi neppure dietro la facciata della patologia me-dica è il vero escluso.

Dopo un lungo susseguirsi di gag e nonsense, che trasporta-no il lavoro su un piano di puro divertissement, il finale vira re-pentinamente al drammatico con un effetto inaspettato e stra-niante. Negli ultimi minuti di rappresentazione si squarcia il ve-lo della comicità, la situazione si capovolge ed improvvisamen-te appare la verità vera dei fatti: la follia emerge in tutta la suaumana pietà trovando l’unica possibile definizione nella patolo-gia, mentre la gioiosa e creativa vena poetica di Luigi non riescea trovare alcuna collocazione sociale sensata, e rimane, soltan-to lui, «a capa sotto».

La regia, di Peppe Balzamo, è stata molto fedele al testo diDe Filippo, con alcune accentuazioni comiche di personaggi edun rafforzamento del sentimento di ironia sull’attore che perva-de tutto il testo eduardiano. La compagnia ci è apparsa ben amal-gamata di bravi attori per dar vita ad uno spettacolo dove, comequasi sempre in Eduardo, la comicità nasconde la miseria uma-

na per la quale si ride, è vero, ma si prova anche una sincerapietà. La mimica facciale di Eduardo e dei suoi eredi e la musi-calità di quel dialetto che è una lingua tragicomica, teatrale, so-no stati riprodotti con sapiente intelligenza. Bravi tutti gli atto-ri: Antonella Spinosa, Adele Grasso, Franco D’Agostino, GaetanoTortora, Salvatore Lentino, Claudia Benvenuto, Riccardo Citro,Lello Valese, Giusy Colle, Rosaria Cerrito, AnnamariaBarbagallo, Genny Cirillo, Franco Pandolfi Antonio Cozzi. I co-stumi di Helios, le scene di Sax, le musiche di Flavia Balzamo el’aiuto regia di Francesca Pantuso completano i titoli di uno spet-tacolo che ha giustamente riscosso notevole e apprezzato suc-cesso.

Successo per la compagnia teatrale “Le Maschere” alla rassegna al Maschio Angioino

Ridere “seriamente”

Un francobollo per San GennaroUn francobollo per SanGennaro: lo emetterà Posteitaliane, per il giorno 17settembre 2009, e appartienealla serie tematica “Ilpatrimonio artistico eculturale italiano” dedicato alMuseo del Tesoro di SanGennaro di Napoli, nel valoredi 60 centesimi.Il francobollo è stampatodall’Officina Carte Valoridell’Istituto Poligrafico eZecca dello Stato S.p.A., inrotocalcografia, su cartafluorescente, non filigranata;formato carta: mm 40 x 48;formato stampa: mm 36 x 44;dentellatura: 13 x 13; colori:quadricromia più oro;tiratura: quattro milioni diesemplari; foglio: venticinqueesemplari, valore “15 euro”.La vignetta riproduce ildipinto realizzato dal pittoreFrancesco Solimena nel 1701ed esposto nel Museo delTesoro di San Gennaro diNapoli.Completano il francobollo leleggende “Museo del Tesoro diSan Gennaro” e “Napoli”, lascritta “Italia” e il valore “60centesimi”.Bozzetto: a cura del CentroFilatelico dell’IstitutoPoligrafico e Zecca dello StatoS.p.A.A commento dell’emissioneverrà posto in vendita ilbollettino illustrativo conarticolo a firma del Dott.Paolo Iorio, Direttore delMuseo del Tesoro di SanGennaro di Napoli. Il Negozio “Spazio Filatelia”Via Monteoliveto 46 - Napoliutilizzerà, il giorno diemissione, l’annullo specialerealizzato a cura dellaFilatelia di Poste Italiane.Il francobollo e i prodottifilatelici saranno posti invendita presso gli UfficiPostali, gli Sportelli Filatelicidel territorio nazionale, iNegozi “Spazio Filatelia” diRoma, Milano, Venezia,Napoli e sul sito internetwww.poste.it.

Nuova Stagione16 • 13 SETTEMBRE 2009

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SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Da giovedì 10 a venerdì 18 settembre: Novenario dipreparazione. Tutti i giorni, alle ore 18, Santo Rosarioe Santa Messa presieduta da un Canonico dellaCattedrale. Tema delle meditazioni omiletiche: “SanGennaro e l’Anno sacerdotale”.Questi i turni dei Canonici per il Novenario: giovedì 10,mons. Salvatore Esposito; venerdì 11, mons. DomenicoFelleca; sabato 12, mons. Francesco Di Paola; lunedì14, mons. Pasquale Ascione; martedì 15, mons. LuigiRinaldi; giovedì 17, mons. Gennaro Iavarone.

Venerdì 18 settembre, alle ore 18.30: Rito Vigilare.Celebrazione dei Primi Vespri della Solennitàpresieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe. Accensionedella lampada votiva con l’olio offerto dalla Diocesi diAcerra.

Sabato 19 settembre: ore 8, Santa Messa. Ore 9.30,Esposizione della Sacre Reliquie e Celebrazione dellaparola presieduta dal Cardinale Arcivescovo. Ore 11,Solenne Concelebrazione dell’Eucaristia presieduta dalCardinale Arcivescovo. Ore 19, Concelebrazionedell’Eucaristia presieduta da Mons. Antonio Di Donna,Vicario Generale e Vescovo Ausiliare.Sabato 19 il sangue prodigioso del Santo MartireGennaro sarà offerto alla venerazione dei fedeli dalleore 16 alle ore 18.30.

Da domenica 20 a sabato 26 settembre: Giornidell’Ottavario. Tutti i giorni, alle ore 9, Esposizione delleSacre Reliquie e Celebrazione eucaristica nella Cappelladel Tesoro. Venerazione in Cattedrale della Reliquiadalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16.30 alle 18.30.Sante Messe in Cattedrale alle ore 10; 12 e 18.30.La Santa Messa delle 18.30 sarà presieduta dai parrocidel Primo Decanato con le loro Comunità, secondo ilseguente calendario: domenica 20, S. Onofrio deiVecchi, S. Gennaro all’Olmo; lunedì 21, S. Egiziaca, S.Giorgio Maggiore, SS. Annunziata Maggiore; martedì22, SS. Apostoli, S. Giovanni a Carbonara, S. Lorenzo;mercoledì 23, Maria SS.ma del Carmine Maggiore, S.Eligio, SS. Cosma e Damiano; giovedì 24, S. ChiaraVergine, Immacolata al Gesù Nuovo; S. Maria diCostantinopoli al Museo; venerdì 25, S. GiovanniEvangelista a Porta S. Gennaro, S. Maria La Scala, S.Caterina a Formiello. in sabato 26, San GennaroVescovo e Martire di Cervinara, provincia di Avellino.

Cattedrale di Napoli

Solennità di San GennaroPatrono principale dell’Arcidiocesi e della Regione Campania