Speciale Marmomacc 2014

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Speciale Interviste con: GIOVANNI MANTOVANI Direttore Generale Veronafiere FILIBERTO SEMENZIN Centro Servizi Marmo RENATO DAL CORSO Consorzio Marmisti Valpantena LEONELLO ZENATELLI As.Ma.Ve. MAURO FACCIOTTI Consorzio Pietra della Lessinia pubblicazione a cura di

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49esima edizione della fiera per eccellenza dedicata al lapideo. Uno speciale dedicato alla collaborazione tra Centro Servizi Marmo di Volargne (VR) e i tre consorzi Val di Pan, As.Ma.Ve e Pietra della Lessinia

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Interviste con:GIOVANNI MANTOVANIDirettore Generale VeronafiereFILIBERTO SEMENZINCentro Servizi MarmoRENATO DAL CORSOConsorzio Marmisti ValpantenaLEONELLO ZENATELLIAs.Ma.Ve.MAURO FACCIOTTIConsorzio Pietra della Lessinia

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Fane di Negrar - Loc. Croce dello Schioppo - VeronaTel. 045-7545033 Fax 045-5112003

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Lavorazione Pietra della Lessinia, Tufi e Marmi - Cave proprie

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Dalla materia primaai prodotti finiti

La nostra ditta con laboratoriomodernamente attrezzato epersonale di notevole esperienzanella lavorazione, è in grado disoddisfare qualsiasi richiesta direalizzazioni, tradizionali e moderne,per edilizia o arredamento.Produzione standard e su misura.

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val srl

di lavoro e tradizione

Direttore, siamo giunti alla 49ma edizione di Marmo-macc. Quali sono le novità

principali e come ci si avvicina a questo importante appuntamento internazionale?Nata nel 1961, Marmomacc si con-ferma ancora una volta leader mondiale indiscusso per tutta la fi-liera della pietra naturale: blocchi e lastre di marmo semi lavorati e finiti, macchinari, tecnologie e ac-cessori, prodotti chimici e utensili. La più importante novità per il 2014 è che Marmomacc è... cresciuta. Quest’anno per offrire a esposito-ri e visitatori nuove opportunità di business, la rassegna si svolge per la prima volta insieme ad Abitare il Tempo, salone dedicato alle in-dustrie del design, piccole e medie aziende sartoriali, laboratori di alto artigianato del settore arredo e re-altà fortemente indirizzate al con-tract e ai progetti su misura. Una scelta basata su comuni obiettivi: l’internazionalità, il periodo di svolgi-mento, ed i contenuti.Quali obiettivi si pone Veronafiere con la decisione di unire Abitare il Tempo a Marmomacc?L’Italia ha dalla sua un “saper fare” manifatturiero eccellente e conosce pochi rivali. Non a caso il made in Italy è sinonimo di qualità e stile ri-conosciuto in tutto il mondo. Il made in Veneto non fa eccezione, anche

nel settore lapideo guidato dal Di-stretto del marmo e delle pietre di Verona. La creatività applicata al prodotto è oggi imprescindibile per conquistare i mercati esteri. Lo con-fermano i dati e una ricerca dell’U-niversità Bocconi che ha evidenziato come le imprese italiane che inve-stono sul design arrivino a raddop-piare i volumi di export. Per questo Marmomacc da più di dieci anni ha deciso di coniugare il business alla cultura del prodotto: unire Marmo-macc ad Abitare il Tempo va proprio in questa direzione, rafforzandola.L’Italia è la 5a nazione al mondo per la produzione e lavorazione di mar-mi e graniti, dopo Cina, India, Tur-chia e Brasile. Cosa servirebbe se-condo Lei alle imprese veronesi per accrescere la loro competitività?L’industria lapidea italiana, dallo scoppio della crisi economica nel 2008 si è rivolta maggiormente verso i mercati stranieri. Nel 2013 l’export di marmi e graniti ha rag-giunto quasi 1,9 miliardi di euro e il Veneto ha contributo con ben 493 milioni. Puntare sul design e sull’e-stero non sono però requisiti suffi-cienti per conquistare i mercati ol-treconfine, servono i mezzi. Alcune grandi aziende veronesi hanno la forza economica, il know how e le strutture per farlo, a differenza di tante altre piccole e medie che, pur rappresentando eccellenza, difet-tano della capacità di fare massa critica. È qui che entra in gioco uno strumento fieristico come Marmo-macc, in grado di accompagnare le imprese italiane sugli scenari inter-nazionali. La nostra attività, infatti, non si esaurisce nei quattro giorni di fiera, ma continua negli Stati Uniti, Brasile, Qatar, Arabia Saudita, Egit-to e Marocco.

Quest’anno per la prima volta i consorzi del marmo della nostra provincia si presenteranno a Mar-momacc insieme in un padiglione condiviso con il Centro Servizi di Volargne. Un messaggio molto im-portante per dare fiducia e creare squadra È d’accordo con questo punto di vista?È un segnale sicuramente positivo. L’idea di costituire una “squadra” del marmo veneto sotto l’egida di Cen-tro Servizi di Volargne non può che essere vincente. Soprattutto è lun-gimirante, in ottica di raggiungere quella massa critica che permette-rebbe di superare meglio le sfide del mercato globale e comunicare me-glio la specificità del nostro prodotto locale, sull’esempio del distretto del marmo della Toscana. Collabora-zione e sinergia sono ormai parole d’ordine per essere competitivi. Di questo siamo convinti, dal momen-to che già con Marmomacc e Sa-moter partecipiamo a Verona World Made, realtà che mette in rete gli attori della filiera delle costruzioni veronese. Un’ultima domanda. L’anno prossi-mo, cinquantesima edizione, il pri-

Un’edizione... in crescitaIl Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, presenta così la 49ma edizione di Marmomacc, per la prima volta abbinata al salone di Abitare il Tempo.

Giovanni Mantovani

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Speciale Marmomaccallegato al numero 53 diPantheon - Magazine di Verona

Direttore responsabileMatteo Scolari

Foto di copertinaMarmomacc2013Veronafiere press office

Testi e intervistea cura della redazione diPantheon - Magazine di Verona

Progetto graficoFlavio Brutti, Matteo Bellamoli

Materiale iconograficoPantheon, Veronafiere press office

Contatti [email protected]

Stands segnalatidalla redazione

Centro Servizi Marmo(con As.Ma.Ve, Val di Pan e Pietre della Lessinia)Galleria “Arena” tra i padiglioni 6 e 7

Iseppi Srl.Area A, Stand 5

DomosHall 6, stand D1

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mo traguardo storico. Come imma-gina il Marmomacc del futuro?Il 2015 sarà un anno veramente im-portante e coinciderà con Expo 2015, dove Veronafiere sarà protagonista con il Padiglione del Vino organizza-to da Vinitaly. Anche se non diretta-mente collegato all’Expo, il 50° Mar-momacc intercetterà una parte dei flussi degli oltre 20 milioni di visitatori che arriveranno in Italia per l’esposi-zione universale. Il Marmomacc del futuro? Proseguirà semplicemente quello fatto finora: innovazione conti-nua del format, nel solco di una solida tradizione. Quindi sempre più spazio a internazionalità, tecnologia, mondo della formazione e del design. Con la speranza che il mercato interno del-le costruzioni si riprenda presto, ci auguriamo che Marmomacc possa avere in futuro tutte le carte in regola per diventare il marchio “ombrello” del sistema marmo-lapideo italiano per le iniziative istituzionali e promo-com-merciali del settore all’estero, come successo ad Expo con Vinitaly.

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Sold out e trend positivo per l’exportLa 49ma edizione di Marmomacc apre i battenti dal 24 al 27 settembre assieme ad “Abitare il tempo”. Formula rinnovata, pienone di espositori e molta attesa.

Edizione numero 49 di Marmo-macc. Come ogni anno è ine-vitabile fare i conti per capire

se effettivamente a distanza di do-dici mesi dall’edizione precedente il mercato del lapideo ha registrato qualche ripresa. La ripresa, se non altro, è nell'interesse che questa fie-ra riveste in ambito internazionale. L'edizione numero 49 ha già regi-strato oltre 1400 espositori, prove-nienti da quasi 60 nazioni diverse con new entry come Malta, Messico, Thailandia, Ucraina e Zimbabwe. Saranno 75mila i metri quadrati a disposizione di spazi commerciali e special show, e quest'anno l'appeal della rassegna sarà amplificato an-che dalla concomitanza di Abitare il Tempo, il salone dedicato alle fini-ture d'interno e arredi. Un segnale, questo, che testimonia la direzione del mercato lapideo, sempre più specializzato nella fornitura di pro-

dotti di qualità per soluzioni di de-sign e di stile.Ma secondo i dati elaborati dall'Os-servatorio Marmomacc (su base Istat), il primo quadrimestre 2014 avrebbe registrato un +5,3% sulle esportazioni, per un giro d'affari di 574 milioni di Euro. All'estero il Made in Italy è ricercato, e la tenacia dei nostri marmisti, unita alla cura ar-tigianale con cui si sono dedicati al loro lavoro per decenni, fa del mar-mo italiano qualcosa di molto raro. È chiaro che, dovendo indirizzarsi al mercato mondiale a seguito della forte contrattura del mercato inter-no, sono molte le criticità che incon-trano le nostre aziende. La necessità di una preparazione, la concorrenza spietata di Cina e India, l'impossibili-tà di essere notati se non in rete con qualche altro “collega”.Ecco perché quest'anno, in occa-sione di Marmomacc, i tre principali

consorzi veronesi del lapideo, ovve-ro As.Ma.Ve., Consorzio Val di Pan e Pietra della Lessinia, si presente-ranno in fiera assieme, all'interno dello stand istituzionali del Centro Servizi. È la prima volta che succede in quasi mezzo secolo, e qualcuno inizia già a ventilare l'ipotesi di una prossima nascita del marchio del distretto del marmo veronese. Se così fosse, questo significherebbe un bel passo in avanti per le nostre aziende, che potrebbero condivide-re esperienze e forza di volontà per formare giovani, dare spazio alle idee, aggiornare i propri processi per il mercato internazionale.Questo perché se l'Italia del mar-mo continua a piacere agli stranieri, anche Verona ha il suo ruolo. Sem-pre secondo l'Osservatorio Mar-momacc, la crescita di esportazioni verso l'Europa è cresciuta del 6,6%, con 46 milioni di Euro diretti verso le nazioni ad Est, su tutte l'Ucraina. Buono anche l'interscambio con gli USA, che hanno importato marmo italiano per 105,3 milioni (+3,9%). Piccola perla il Medio Oriente, dove il Quatar in modo particolare sta stringendo sempre più rapporti con il Belpaese. E stiamo parlando di esportazioni per lo più di marmo lavorato, quindi pronto all'uso. Per quanto riguarda i blocchi di pietra grezza, l'aumento dell'export è stato del 13% (125 milioni) mentre l'import è crescituo di 84,9 milioni, con in te-sta la Cina.Il valore dell'artigianato lapideo italiano è confermato anche dalle importazioni di materia prima (pie-tre grezze) che le nostre aziende, per differenziare i prodotti, hanno attivato con India (+21,1%), Brasile (+7,7%), Zimbabwe (+26,5%) e Su-dafrica (+14,6%).

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Presidente, sappiamo che in occasione di questa edizione di Marmomacc il Centro Ser-

vizi riunirà sotto la propria ala alcu-ni dei consorzi storici del territorio veronese. È davvero la prima volta che accade? Quali sono gli obiettivi che vi ponete con questa iniziativa?La Verona del marmo, della pietra e dell’agglomerato, rappresentata dalle locali associazioni territoriali della Valpantena, della Valpolicella e della Lessinia, vogliono presen-tarsi ai visitatori stranieri in forma unitaria rafforzando così l’immagine di un distretto veronese che sa par-lare di filiera, di complementarietà, di collaborazione. È la prima tap-pa di un percorso di aggregazione e collaborazione che, a mio avviso, sfocerà nel marchio unico di distret-to veronese. Simili i problemi, simili gli obiettivi, simili le linee guida per mantenere quel livello di leadership che ci è sempre stato riconosciu-to nel mondo, oggi interessato da

competitors sempre più aggressivi e preparati. Non possiamo attar-darci sul passato, dobbiamo invece guardare e pensare al futuro che può ancora riservarci buone soddi-sfazioni per tutti.Relativamente al Distretto del marmo e delle pietre del Veneto si parla di 800 aziende, quasi 7000 occupati e un fatturato di circa 1,5 miliardi di Euro. Quanto pesa nu-mericamente il Sistema Verona e come giudica lo stato di salute at-tuale del settore?Circa 500 aziende con 4000 occu-pati fanno parte del distretto ve-ronese costituito da una rete che coinvolge l’estrazione, la trasforma-zione, la produzione di macchine per la lavorazione e di prodotti per la manutenzione e la posa. Una vera e propria filiera in grado di offrire un servizio chiavi in mano. Dobbiamo insistere su questa strada tenendo conto che la competenza e l’innova-zione saranno il vero valore aggiun-to che ci distinguerà rispetto a chi possiede la materia prima. Questo è il vero tallone d’Achille. Siamo prin-cipalmente un distretto di trasfor-mazione vincolato, anche in termini di costi, a chi ha la proprietà della materia prima. Una situazione che deve far riflettere sulla necessità di investire per cercare nuovi prodotti, nuovi Paesi, nuove opportunità. Il “si è sempre fatto così”, non stimola.Tra le principali attività del Centro Servizi spicca la formazione con corsi professionali di scuola del marmo. Ci sono ancora opportunità per le nuove generazioni all'interno del settore?L’export è il vero traino del settore e la cosa che ci conforta è che si tratta di un mercato estero di qualità e di

fascia medio alta. Da questo punto di vista il tema della formazione e dell’informazione ha una centralità indiscutibile. Formazione superiore, formazione universitaria e aggior-namento professionale. Un’attivi-tà che trova nel Centro di forma-zione professionale del marmo di Sant’Ambrogio un punto di riferi-mento riconosciuto da tutti. Ma allo stesso tempo vi è tutta una serie di attività formative che, come Centro Servizi, di concerto con Verona Fie-re, da anni portiamo avanti con le Università e gli ordini professionali di architetti ed ingegneri sui temi della conoscenza del materiale, dell’in-formazione dei sistemi di lavorazio-ni con visite alle aziende. Formare il mondo della progettazione e del design vuol dire formare il mercato. Non dimentichiamoci che un giova-ne formato è un giovane che ha si-curamente una chance in più.Come immagina il Centro Servizi da qui a cinque anni? Iniziative, propo-ste, linee guida...Il Centro Servizi Marmo, struttura vo-luta dalla Camera di Commercio di Verona e dalle associazioni datoria-li, ha la mission principale di coordi-nare missioni esplorative, incoming, incontri business to business, par-tecipazioni a fiere all’estero in base alle indicazioni del mercato e delle aziende, oltre a organizzare appun-tamenti istituzionali a sostegno del settore. Ulteriore elemento di valore e di forza che Verona sa mettere sul panorama internazionale è Marmo-macc, la nostra fiera che vorremmo appunto sentire sempre più nostra e il Laboratorio prove del Centro che rafforza ulteriormente la centralità e l’importanza della competenza del nostro territorio.

Verso il marchio del Distretto VeroneseFiliberto Semenzin, presidente del Centro Servizi Marmo di Volargne, punta deciso verso la collaborazione tra tutti i consorzi territoriali. Dopo Marmomacc occorre continuare a fare squadra assieme.

Filiberto Semenzin

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VENETA MARMIAmore per il marmo naturaleVia Pernisa, 10 - Lugo di Grezzana (VR)Tel 045.8801154 - Fax [email protected] - www.venetamarmi.it

Quando negli anni Sessanta il marmo divenne per la Valpantena la prima risorsa in termini di occupazione, la vallata iniziò a sentire sempre

più distanti i periodi di difficoltà, diminuì l'emigrazione e gli abitanti sentirono sempre più forte l'amore per la loro terra d'origine.Era il miracolo del “boom economico”.Fu proprio in quel periodo, nel 1962, che nacque la Veneta Marmi, oggi azienda leader nella lavorazio-ne di marmi, travertini, limestones ed agglomerati di cemento e resina, che ha da poco spento le prime cinquanta candeline della sua storia. Di origine fami-liare, come molte delle realtà della zona, la Veneta ha saputo però interpretare i cambiamenti racco-gliendo i segnali del mercato e rispondendo ai gusti dei clienti, insistendo su una continua ricerca della qualità.L'azienda, oggi, è gestita dalla famiglia Ferrari, che ha raccolto una vera e propria missione di vita. Papà Rino è l'Amministratore Unico, ma assieme a lui ci sono anche i figli Matteo e Chiara, rispettivamente respon-sabile commerciale e responsabile qualità. Guidata da questo esperto team, l'azienda ha specializzato il proprio lavoro su forniture di grande pregio e oltre alla grandissima varietà di marmi che sono presenti nel listino, Veneta Marmi ha anche allargato la propria offerta ad una serie di soluzioni molto interessanti. Si inseriscono in questo filone i lavorati finali per l'edilizia, come scale, davanzali e quant'altro, le lastre per pa-vimentazioni e piastrelle, ma anche la realizzazione di moderni spaccati rustici, oggi soluzione molto utilizza-ta per l'edilizia di stile. Si tratta di un rivestimento per superfici verticali ottenuto dalla spaccataura di pezzi

di marmo precedentemente tagliati. L'effetto di su-perficie irregolare che si ottiene mescola la bellezza del rustico con il calore della pietra naturale. Tutti i prodotti della Veneta Marmi sono infatti lavorazioni di pietre naturali e godono del marchio CE di qualità.«Per noi è davvero molto importante cercare di con-segnare un prodotto perfetto» hanno sottolineato i titolari, «perché il mercato di oggi, in modo partico-lare quello straniero e dei Paesi emergenti, è sì affe-zionato al Made in Italy, ma pretende un grado di qualità molto alto». La Veneta Marmi lavora oggi sia con il mercato italiano che con il mercato estero, i marmi sono importanti anche dall'estero ma lavora-ti esclusivamente nella sede di Lugo di Grezzana, in Valpantena.È proprio qui, nel cuore dell'azienda, che ogni giorno si lavora per lo sviluppo dei prodotti e per il perfezio-namento delle tecniche, grazie anche all'innovazio-ne costante dei macchinari di lavorazione. Il mercato del marmo, infatti, è oggi molto più selettivo. «Il lavoro oggi è di precisione. Collaboriamo direttamente con gli architetti e gli interior designer che cureranno le realizzazioni con i nostri prodotti, e quindi dobbiamo essere in grado di seguire tutte le fasi del lavoro. Per questo motivo siamo vicino al cliente anche come consulenti, dalla scelta del materiale in base al lavo-ro in cui sarà utilizzato, dalla posa al trattamento fina-le, niente può essere lasciato al caso». Professionali-tà, competenza tecnica e innovazione. Tutto questo è Veneta Marmi.

Matteo, Rino e Chiara Ferrari

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Spec iale speciale marmomacc 2014 - 8 8 - speciale marmomacc 2014Spec iale

CINQUANT’ANNI DI TRADIZIONE SCOLPITA SULLA PIETRA

È nel 1964 che nel cuore della Lessinia, a pochi pas-si da Prun, dove la pietra è nata, Antonio Quin-tarelli fonda la Quintarelli Pietre&Marmi, spinto

dalla passione per la Pietra della Lessinia. Fu proprio Antonio, coraggioso pioniere, a farsi promotore della Pietra della Lessinia fuori dalla provincia di Verona in quei primi anni Sessanta, cercando di unire gli artigia-ni dell’epoca in un consorzio per la valorizzazione di questo straordinario prodotto. La sua capacità ed esperienza, oltre che il rispetto per la particolarità e le caratteristiche uniche di que-sto elemento naturale (non è semplice trovare il buo-no, sano ed esteticamente bello nei 70 strati caratte-ristici della pietra) gli ha permesso negli anni di dare

forma a progetti piccoli e poi, mano a mano, sem-pre più grandi. Amava ripetere che: «la pietra non è marmo, e se non la rispettiamo e la usiamo come veniva usata una volta, se ci lasciamo travolgere dal mercato della produzione forsennata senza regole e scrupoli, sarà destinata a morire».La Quintarelli Pietre&Marmi ha fatto di questa visione una vera e propria filosofia, anche durante la natu-rale evoluzione del mercato di questi anni. L’aggior-namento è sempre stato in primo piano, quando nei primi anni Novanta, notando che il mercato richiede-va maggiore quantità e diversificazione dei prodotti offerti, l’azienda aprì l’unica cava oggi rimasta sulle colline di Trento, per l’estrazione del Marmo Rosso e

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Qui Antonio Quintarelliimpegnato al lavoro,

nelle altre foto alcune realizzazioni di Quintarelli Pietre&Marmi

Quintarelli Pietre&Marmi Srl.Via Croce dello Schioppo, 2A

Sant'Anna d'Alfaedo (VR)Tel. 045.7545182 - Fax. 045.7545283

[email protected]

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del Verdello di Trento, materiali di ottima qualità che hanno permesso la realizzazione di lavori anche par-ticolari e di classe.Aiutato sino dagli anni Ottanta dalla figlia Fede-rica, Antonio ha continuato a lavorare in azienda fino alla sua scomparsa, nel 2006, contribuiendo al raggiungimento di questi primi cinquant’anni di vita dell’azienda. La sua tenacia è rimasta, tanto che la sua famiglia sta ancora portando avanti la filosofia di ricerca ed attenzione per affermare la Quintarelli Pietre&Marmi sul mercato nazionale ed internazio-nale.Ricerca, professionalità, moderne tecnologie e cura artigianale sono gli elementi che da sempre la ca-ratterizzano. Dopo una severa selezione, la pietra e il marmo vengono lavorati tenendo conto delle caratteristiche, della composizione, della resistenza

al gelo, delle esigenze territoriali e conservative dei luoghi dove andrà posato il materiale, in modo da poter fornire, per ogni progetto, il materiale più adat-to in grado di mantenere inalterata nel tempo la sua bellezza.La cultura, basata sul rispetto dei luoghi e dei territo-ri, unita alla manualità artistica degli artigiani e alla collaborazione degli architetti, sono il segno distinti-vo dell’azienda, che ha il proprio punto di forza nei restauri conservativi di edifici, grazie alla realizzazione di lavorati sagomati e pezzi unici che permettono di recuperare, impreziosire e valorizzare ogni ambiente interno ed esterno unendo passato e presente sempre all’insegna della tradizione. Quintarelli Pietre&Marmi è oggi in grado di mettere a disposizione personale specializzato in ogni fase della lavorazione, partendo dall’estrazione dalle cave di proprietà, passando dall’ufficio tecnico che studia le soluzioni ottimali per ogni progetto, fino ad arrivare al laboratorio dove si incontrano le più moderne tecno-logie e l’abilità artigianale di tutto il team.

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Presidente Dal Corso, quest’an-no ricorre un anniversario particolare, ovvero i trent’an-

ni dalla fondazione del Consorzio, nato in origine per risolvere il pro-blema dello smaltimento dei limi e degli inerti. Da allora ad oggi, gli obiettivi rimangono gli stessi?Il traguardo dei trent’anni è sicura-mente una tappa importante per la nostra realtà consortile. Vorrei ringraziare, innanzitutto, coloro che hanno fondato nel 1984 il Consorzio Val di Pan, poi gli imprenditori che hanno dato il loro contributo alla causa e le aziende che in questi de-cenni hanno creato benessere sul territorio della Valpantena. In effet-ti, l’obiettivo primario del Consorzio

era, ed è, quello di ridurre i costi per le imprese relativi allo smaltimento degli inerti della lavorazione, trovan-do delle soluzioni più consone al ri-spetto di tutte le regole ambientali previste dalla legislazione. In secon-do luogo, non meno importante, quello di creare una rete di comu-nicazione che potesse, e che possa, favorire il dialogo tra le aziende della vallata.Tra le iniziative più importanti degli ultimi anni, finalizzate a dare una risposta alla criticità rappresenta-ta dallo smaltimento dei limi, pos-siamo citare la cava di Orsara, fra-zione di Grezzana. Non è così? La cava di Orsara è stata una man-na dal cielo. Nel 2009 è arrivato fi-

nalmente l’ok per il ripristino del sito che si trova sopra la frazione di Lugo, dal quale estraiamo marmo rosso Verona. Man mano che estraiamo, andiamo a compensare con ma-teriale naturale inerte ripristinando il volume originario della montagna e permettendo, in un secondo mo-mento, il rinverdimento della stes-sa. Una procedura, questa, che ha contribuito a farci ottenere, nel luglio 2013, un risultato per noi molto ri-levante che la è Certificazione am-bientale ISO 14001. Tornando alla cava, secondo una stima dei nostri

Tanti progetti in cantieresoprattutto per i giovaniIl presidente del Consorzio Marmisti “Val di Pan” della Valpantena è sicuro: “ai nostri ragazzi servirà maggiore rappresentatività rispetto a quella che abbiamo avuto noi” Renato Dal Corso

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tecnici e alle condizioni attuali, essa può rappresentare una soluzione per almeno 20/25 anni. Presidente, parliamo di squadra: lei è uno dei maggiori sostenitori del motto “l’unione fa la forza”. Crede che il settore sia pronto per trova-re sinergie e visioni strategiche co-muni che vadano al di là della bella iniziativa dello stand istituzionale condiviso per questa edizione di Marmomacc?Il momento per le nostre aziende ri-sulta particolarmente difficile. Basti pensare che i volumi di produzione rispetto agli anni Novanta si sono dimezzati, così come gli impieghi diretti e nell’indotto. Nonostante questo, il mercato c’è. Dobbiamo attrezzarci per andare ad aggre-dirlo, meglio se insieme, trovando sinergie e partnership importanti. È il momento di investire di più in ri-cerca e in tecnologia. Alcune azien-de si sono già attrezzate da tempo e stanno impiegando molte risorse in tal senso. L’iniziativa di questa edi-zione di Marmomacc di presentarci

assieme ad As. Ma.Ve. e Consorzio Pietra della Lessinia sotto un unico cappello rappresentato dal Centro Servizi Marmo, a mio avviso, è un messaggio molto significativo.Sappiamo che avete in cantiere alcuni progetti che coinvolgono i giovani. In che modo questi ultimi possono essere protagonisti di un rilancio del settore lapideo verone-se?Aiutando le vecchie generazioni a leggere un mercato sempre più vo-lubile e di difficile interpretazione. In-troducendo elementi di marketing e innovazione. Noi cercheremo di for-nire loro il know-how necessario per affrontare i decenni che verranno e che vivranno da protagonisti. In che modo? Innanzitutto puntando sulla formazione. Ci sono alcuni proget-ti in cantiere che vanno dallo stage interno all’azienda finalizzato a un periodo all’estero di tre anni per co-noscere da vicino le realtà dei paesi emergenti, ai corsi specifici (proprio a ottobre ne partirà uno su Auto-Cad, ndr) o ai periodi di apprendi-

stato in azienda. Sappiamo che ci sono anche dei contributi regionali da utilizzare a questo scopo, tutta-via ribadisco che la vera sfida fu-tura rimane proprio quella di avere maggiore visibilità a livello politico/istituzionale. Abbiamo poche tutele e poche voci in capitolo. I giovani do-vranno ottenere una maggiore rap-presentatività rispetto a quella che siamo riusciti ad avere noi fino ad ora, nell’interesse loro e di un settore che, pur che se ne dica, ha dato tan-to, e potrà dare ancora moltissimo alla comunità.

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C'è bisogno di sinergieIl presidente dell'As.Ma.Ve., Leonello Zenatelli, traccia il quadro sul settore lapideo a pochi giorni dal via della 49ma edizione di Marmomacc.

Lo si legge anche sulla presen-tazione ufficiale: “l'As.Ma.Ve. vuole fare in modo che le

aziende associate possano au-mentare la loro visibilità in ambito internazionale, forti della loro tra-dizione secolare”. A pochi giorni dal via di una delle edizioni di Marmo-macc più internazionali di sempre (57 nazioni rappresentate, ndr), il presidente As.Ma.Ve. Leonello Ze-natelli analizza l'attuale stato di salute del settore marmo a Vero-na, immaginando le strade da per-correre per il prossimo futuro.Presidente, in queste settimane di attesa per la 49ma edizione di Marmomacc, sono usciti i dati nazionali relativi al primo quadri-mestre 2014. Trend positivi per l'export (+5,3%) e crescita anche dell'import di materiale grezzo. Sono dati che fotografano una ri-presa generale del settore?Sono dati positivi ma è ancora presto per dire se si tratta di vera ripresa, dobbiamo infatti conside-rare che veniamo da diversi anni di contrazione del mercato, quindi una ripresa marginale era attesa. Pur in presenza di una ripresa della domanda nei mercati internazio-nali registriamo ancora molte in-certezze e ripensamenti nel settore

edile, e le attuali turbolenze politi-che in molti paesi potenzialmente ricettivi per i nostri prodotti non ci danno certezze per il prossimo fu-turo.In virtù del Suo ruolo, Lei conosce molto bene le aziende veronesi, le esigenze che sono sorte in questi ultimi anni, ma anche i punti di for-za. Che ruolo può avere il sistema Verona all'interno del contesto globale?Le imprese veronesi come tutte le aziende italiane risentono dei limi-ti strutturali del nostro Paese che pesano ancor di più per coloro che si trovano a competere con pro-duttori dei Paesi con bassi costi di produzione. Il distretto produttivo di Verona gioca un ruolo molto im-portante a favore delle imprese in quanto forte del numero di azien-de che lo compongono, della loro estrema specializzazione e della tecnologia avanzata che dispo-ne, riesce ad imporsi sui mercati di tutto il mondo con la capacità di affrontare progetti anche molto impegnativi.Si parla molto di innovazione del settore lapideo. Nell'inevitabile rapporto con i Paesi emergenti, tra cui India, Cina, Brasile, Nord Africa... che tipo di approccio de-

vono avere le nostre aziende per poter essere ancora competitive?L’ innovazione non è solo nella tec-nologia. Le aziende italiane per pri-meggiare sono obbligate a esplo-rare tutti i campi dell’innovazione dal disegn in collaborazione con architetti e progettisti, alla scoper-ta di nuovi materiali, a nuovi modi di lavorare la materia prima, fino alla fornitura di un sistema inte-grato di servizi al cliente che com-prende tutte le fasi del progetto: consulenza, fornitura, posa in ope-ra, trasporti, manutenzione ecc.Che tipo di evoluzione potrebbe avere il comparto nel breve e nel lungo periodo? Iniziative, propo-ste, linee guida...Le aziende devono adeguarsi alle esigenze dei mercati per cui sarà sempre più necessario agire in si-nergia tra aziende stesse e altri autori quali il mondo finanziario e quello della ricerca. Ritengo inoltre che si debba spingere molto sul-la flessibilità del mondo del lavoro in Italia e all’incentivo per gli inve-stimenti per un continuo adegua-mento tecnologico, che saranno le armi vincenti per la crescita e lo sviluppo del nostro comparto.

Leonello Zenatelli

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La loro storia professionale e personale, con un po’ di immaginazione, potrebbe ispirare un moderno romanzo scritto sulla falsa riga dei celeberrimi “I Tre

Moschettieri” dello scrittore francese Alexander Dumas, in cui risuona famoso il motto “Tutti per uno, uno per tut-ti”. Loro sono Emanuel, Patrick, Riccardo e il più giova-ne Giacomo Iseppi. I primi figli di Luigi, i secondi di Paolo Iseppi, fratelli fondatori dell’azienda di carpenteria me-tallica medio leggera nata in Valpantena esattamente quarant’anni fa, nel 1974.Quattro ragazzi appassionati del loro lavoro, uniti e com-plici nelle varie mansioni aziendali, cresciuti tra le mura

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La nuova generazione che avanza

dell’officina metalmeccanica avviata e gestita per tanti anni, e con tanto impegno, dai genitori. Anni in cui i quat-tro giovani hanno potuto imparare il mestiere a fianco dei rispettivi padri, affinando la tecnica e carpendo i se-greti di una professione artigianale che richiede profon-da conoscenza dei materiali e grande abilità manuale.Dal 2010 sono loro i titolari della ditta, anche se Luigi e Paolo continuano a sorvegliare da vicino e con una pic-cola partecipazione societaria, l’operato dei figli. «Si è trattato di un passaggio di consegne con i nostri ge-nitori» spiegano i quattro Iseppi «di gavetta ne abbiamo fatta tanta anche se, in questo lavoro, non si finisce mai di imparare».«La nostra produzione si concentra in particolar modo sulla costruzione di contenitori per marmi e carrelli per lavorati, quindi operiamo principalmente nel settore la-pideo (marmi e graniti) con la realizzazione di attrezza-ture per il movimento a terra» proseguono i titolari della Iseppi Srl, che aggiungono «I nostri mercati di riferimento si trovano all’estero per un 70% circa dell’intero fatturato e i Paesi con i quali collaboriamo maggiormente sono, in Europa, Inghilterra, Francia e Germania, mentre al di fuori del Vecchio Continente abbiamo molte commissioni dai paesi arabi».«Grazie alle fiere come Marmomacc riusciamo ad avere una visibilità internazionale e a farci conoscere al di fuori dei confini nazionali dove la richiesta di buoni manufatti non manca. Abbiamo anche un crescente riscontro nel mercato locale veronese, con nuovi ordini anche da aziende storiche e molto importanti. Risentiamo dei co-sti aziendali, è vero, legati soprattutto all’approvvigiona-mento delle materie prime, il ferro e l’acciaio, in costante aumento di prezzo, tuttavia pensiamo di possedere quel know-how in più rispetto ai paesi cosiddetti emergenti che ci permette di rimanere sul mercato anche con un prezzo leggermente superiore».L’azienda Iseppi Srl possiede un ampio catalogo prodotti standard, ai quali si aggiunge una produzione su misura, studiata ad hoc per il cliente, in grado di soddisfare qual-siasi tipo di richiesta.«Abbiamo fiducia nel futuro perché siamo consapevoli di quello che possiamo fare» concludono, «sappiamo che il mercato è volubile, cambia molto rapidamente. Noi cer-chiamo di rimanere aggiornati con i tempi e di metterci tutta la passione e la professionalità che abbiamo acqui-sito in questi anni di grande lavoro».

Patrick,Emanuel,

Giacomo eRiccardo.

Al centro unodei due

fondatori,Paolo Iseppi

Siamo presenti in fieraArea Esterna A, Stand 5

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Pietra della Lessiniaverso uno storico cambiamentoMomento importante per la Pietra della Lessinia, che proprio in occasione di Marmomacc presenterà il “Consorzo di tutela”. Ne abbiamo parlato con uno dei promotori, Mauro Facciotti.

La 49ma edizione di Marmo-macc sarà un momento storico per uno dei prodotti lapidei con

la più grande tradizione, la Pietra della Lessinia. Grazie alla volontà di alcuni dei suoi portavoce impegnati nella valorizzazione di questo stra-ordinario materiale, sta per nasce-re il “Consorzio di tutela della Pietra della Lessinia”, che si assumerà l’in-carico di trainare un prodotto come questo anche verso gli attenti e se-lettivi mercati internazionali.

Abbiamo intervistato Mauro Fac-ciotti, tra i promotori dell’iniziativa.Sig. Facciotti, il Consorzio Pietra del-la Lessinia, a differenza di altre re-altà associative, sostiene anche la difesa di un patrimonio storico e cul-turale, ovvero la Pietra della Lessi-nia. Come viene riconosciuto questo prodotto dal mercato estero?So che alcune aziende hanno avuto rapporti di vendita anche continua-tivi all’estero, soprattutto in Europa, ma essendoci una produzione limi-tata del nostro prodotto, che veniva assorbita per l’80% del mercato in-terno, non abbiamo mai veramente sentito il bisogno di imporci all’e-stero, cosa che adesso riteniamo fondamentale, magari anche con la collaborazione di As.Ma.Ve, Val di Pan e Centro Servizi Marmo.Sappiamo che state lavorando per costituire un unico consorzio di ri-ferimento. Quali vantaggi potrà avere un unico soggetto istituzio-nale? In realtà ci siamo già molto vicini. In occasione di Marmomacc infatti ci presentiamo già uniti come “Con-sorzio Tutela Pietra della Lessinia” e crediamo che questo possa por-tare molti vantaggi. Infatti il nostro prodotto esiste solo qui in Lessinia e vista la crisi degli ultimi anni, pen-siamo sia indispensabile unirsi per fare un lavoro di rivalutazione e valorizzazione del nostro prodotto, che purtroppo nel corso degli anni è stato molto screditato.In un settore così fortemen-te collegato alla tradizione, alla cura per il dettaglio e alla sensi-bilità artigiana c’è spazio per un ricambio generazionale orienta-

to verso il futuro?L’esperienza di chi ha lavorato pri-ma di noi è sicuramente alla base anche del nostro lavoro. Ovvia-mente bisogna guardare avanti lasciando spazio a nuove idee ma sempre mantenendo la cura e l’ar-tigianalità del nostro lavoro. Noi, infatti, non puntiamo a fare gran-di numeri diventando industrie, ma piuttosto crediamo nella qualità del prodotto e del nostro operato.Sarete a Marmomacc insieme al Consorzio Val di Pan e all’As.Ma.Ve. Crede che le sinergie che si svilup-peranno intorno a questa positiva collaborazione possano prosegui-re anche una volta che i riflettori sulla 49ma Fiera Marmomacc si saranno spenti?Penso che questo sia un bel passo avanti. Una collaborazione di questo tipo credo non sia mai stata azzar-data, ma grazie al lavoro del Centro Servizi Marmo, per la prima volta ci presentiamo come unico comparto e credo che, visti i tempi di crisi, ci sia la necessità, anche per noi stessi, di dare un’immagine a livello nazionale ed internazionale di essere uniti più che mai. Credo che sia nei momenti di difficoltà che nascono le miglio-ri idee e quindi sono convinto che questa collaborazione vada tenuta viva anche nei prossimi anni perché potrà portare sicuramente delle no-vità molto positive.

Mauro Facciotti

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Se c’è un valore aggiunto che le aziende ita-liane impegnate nella lavorazione della pietra naturale possono vantare rispetto alle imprese

dei Paesi cosiddetti emergenti, beh, questo è senza dubbio l’occhio di riguardo nei confronti del design, della lavorazione specializzata e su misura, della grande esperienza acquisita in decenni di presenza nel settore. Domos, azienda nata nel maggio del 2010 a Lugo di Valpantena dalle consolidate esperienze azien-dali Marmobon e Idealmarmi, si fa interprete, con le sue lavorazioni e con il suo approccio al mercato internazionale, di un nuovo cambiamento culturale che pone al centro di tutto proprio il design e l’alta qualità del prodotto. «Domos rappresenta l’evoluzione strategica di un’a-zienda che vuole avvicinarsi sempre di più alle esi-genze del proprio cliente proponendo ad un’ampia committenza di imprese di costruzioni, professionisti e privati, italiani ed esteri, soluzioni innovative e ori-ginali per le proprie realizzazioni» spiega il direttore commerciale Daniele Dal Corso «Ci occupiamo della gestione di progetti standard e di lusso con la

formula “chiavi in mano”, dalla consulenza al rilievo alla fornitura e l’eventuale finitura in opera».«Selezioniamo la materia prima italiana o straniera e la lavoriamo qui in Valpantena; è proprio su que-sto che possiamo fare la differenza come aziende italiane e veronesi» prosegue Dal Corso «Il mercato internazionale ci richiede soluzioni di qualità e ci ri-conosce la capacità di fornire prodotti ricercati ed esclusivi con estrema versatilità e professionalità».«Domos realizza progetti con diverse destinazioni d’uso in Italia e all’estero, in particolare: residenze private, hotels, grandi magazzini, negozi di lusso. Realizzazioni importanti e prestigiose che nascono non solo dalla passione per il nostro lavoro ma an-che grazie ad una costante presenza sul mercato e un forte impegno sul fronte della comunicazione (a Lugo, nella sede aziendale è presente il nostro showroom, ndr)» conclude Daniele «Il nostro obietti-vo è dare forma, con la collaborazione di una rete di professionisti quali architetti e interior designers, alle idee del cliente e personalizzarle in base alle sue esigenze. In questo possiamo dire di avere una marcia in più e grazie ad essa possiamo essere fidu-ciosi per un prossimo rilancio del settore».

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