SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

7
GIORGIO PAOLUCCI l Meeting di quest’anno propone un viaggio verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Cavalca l’onda lunga che papa Francesco con- tinua ad alimentare con la sua predi- cazione e la sua testimonianza, fatta di parole ma soprattutto di gesti e di sguardi, di abbracci, mani tese, in- contri imprevedibili. E di poche, ri- petute parole, di frasi semplici ma che lasciano il segno. Un Papa che il 13 marzo dell’anno scorso si è presentato alla loggia di San Pietro, pochi minuti dopo la sua elezione, come uno che veniva anch’egli da una periferia, un posto "quasi alla fine del mondo". E che in più di un’occasione ha detto che la realtà si capisce meglio guar- dandola dalle periferie piuttosto che dal centro, spiazzando molti dentro e fuori la Chiesa. Già nel discorso fatto al collegio car- dinalizio durante il pre-conclave, a- veva detto che «la Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e ad andare ver- so le periferie, non solo quelle geo- grafiche, ma anche quelle esistenzia- li: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’i- gnoranza e dell’assenza di fede, quel- le del pensiero, quelle di ogni forma di miseria». A Rimini, dal 24 al 30 agosto, arrive- ranno molti "periferici" per testimo- niare quanto è vero che questa pro- spettiva aiuta a vedere e a giudicare in maniera più adeguata il reale. Non per il gusto demagogico del pauperi- smo o della marginalità fine a se stes- sa, ma perché abituati a cogliere e vi- vere l’essenziale, cioè quello che dav- vero serve a tenere in piedi l’esisten- za anche quando si campa nella pre- carietà, quello che aiuta a percepire I l’inestinguibile desiderio di compi- mento che abita il cuore di ogni uo- mo, a qualsiasi latitudine e in qual- siasi condizione. Quello che permet- te di intuire – come recita la seconda parte del titolo del Meeting, che non va considerata un’appendice ma ciò che lo rende provocatoriamente con- creto – che il destino non ha lasciato solo l’uomo, non lo ha condannato a una disperante solitudine, ma si è reso incontrabile, è diventato una compagnia concreta che genera uo- mini capaci di valorizzare ogni sin- cero tentativo di ricerca e desiderosi di costruire il bene comune. Lo rac- conteranno i testimoni provenienti dalle periferie geografiche ed esisten- ziali, lo faranno vedere le mostre e gli spettacoli, lo renderà evidente, come accade ogni volta da trentacinque an- ni, il popolo del Meeting, che per tan- ti osservatori esterni che ci vanno per la prima volta – ma anche a chi ne è diventato un abituale frequentatore – è il protagonista che colpisce di più. Giovani, tanti giovani, desiderosi di trovare risposte alle domande che si agitano nel cuore. Ma – sempre di più col passare del tempo – adulti e an- ziani con le stesse domande e lo stes- so desiderio che brucia dentro. Arri- vano a Rimini per conoscere da vici- no personaggi che possono dare una risposta alle loro domande. E per in- contrarsi tra di loro, per "essere po- polo" in un’epoca in cui l’individua- lismo detta legge e ci si occupa del- l’altro prevalentemente per trovarci un tornaconto personale. Papa Francesco continua a rilanciare la cultura dell’incontro come uno dei leit motiv del suo pontificato e come metodo privilegiato per animare i rapporti tra le persone e le genti. Lo ha fatto anche pochi giorni fa durante il viaggio in Corea: «Siamo figli del- lo stesso Padre. Questa capacità di empatia – ha detto ai vescovi dell’A- sia – conduce a un genuino incontro in cui il cuore parla al cuore. Siamo arricchiti dalla sapienza dell’altro e Il mondo visto dalle periferie per parlare al cuore dell’uomo I NUMERI 100 CONVEGNI 14 ESPOSIZIONI 17 SPETTACOLI 10 EVENTI SPORTIVI 4.000 VOLONTARI GIANNINI Le sfide dell’educazione per una scuola nuova Alla vigilia di un nuovo anno scolastico e nel pieno delle rinnovate sfide che investono la formazione dei ragazzi, il Meeting ospita il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. Tema dell’incontro, lunedì alle ore 15: «Educazione: dalla periferia al centro». L’appuntamento sarà introdotto da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. LORENZIN Investire nella ricerca un guadagno per il Paese Di «Ricerca in medicina: una utilità per tutti», parlano venerdì 29 Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, Pier Alberto Bertazzi, docente all’Università di Milano, Mario Giovanni Melazzini, assessore alle Attività produttive della Regione Lombardia e presidente di AriSla, e Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. Introduce Domenico Coviello, direttore del Laboratorio di Genetica umana all’Ospedale Galliera di Genova. MARTINA La cultura alimentare punto di forza per l’Italia Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, partecipa lunedì 25 all’incontro sul tema «La cultura alimentare italiana: una tradizione innovativa». Discutono con lui anche Oscar Farinetti, presidente di Eataly, Francesco Paolo Fulci, presidente di Ferrero Spa, e Mario Guidi, presidente di Confagricoltura. Introduce Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. FASSINO Il futuro delle città: quattro sindaci a confronto «Quale città per il nostro futuro?» è il tema dell’incontro in agenda martedì con quattro primi cittadini.Vi prendono parte Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), Dario Nardella, sindaco di Firenze, Giuliano Pisapia, sindaco di Milano e Flavio Tosi, sindaco di Verona. L’appuntamento è introdotto da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. diventiamo aperti a percorrere insie- me il cammino di una più propfon- da conoscenza, amicizia e solida- rietà». La kermesse riminese ce l’ha nel sangue, la cultura dell’incontro. Tanto è vero che ormai è diventata per antonomasia "il Meeting". Ma quello che le permette di essere luo- go di incontro dove ognuno si sente "a casa" è la sua origine, la sua iden- tità (termine troppo spesso brandito come un’alabarda da chi è sempre a caccia di nemici da combattere piut- tosto che di persone da incontrare). Ancora Papa Francesco: «Non pos- siamo impegnarci in un vero dialo- go se non siamo consapevoli della nostra identità. Dal niente, dal nulla, dalla nebbia dell’autocoscienza non si può dialogare (...). E, d’altra parte, non ci può essere dialogo autentico se non siamo capaci di aprire la men- te e il cuore con empatia e sincera ac- coglienza verso coloro ai quali par- liamo». L’identità che ha fatto del Meeting un luogo di incontro e dialogo con uo- mini e donne di culture e fedi così diverse nasce dentro l’alveo della Chiesa cattolica, che universale – cioè aperta a tutti – lo è per sua natura. E che ha trovato una gemmazione fe- conda nel carisma di don Giussani e di Comunione e liberazione, che que- st’anno celebra i sessant’anni anni dalla fondazione. Chi ha avuto la ven- tura di leggere la monumentale bio- grafia del fondatore di Cl scritta da Al- berto Savorana ha scoperto un uomo che ha incontrato persone d’ogni cul- tura e religione, arso dal desiderio di riconoscere in loro i segni della pre- senza di quel Cristo che fin da bam- bino aveva conquistato il suo cuore. Ed è interessante constatare che le de- cine di presentazioni di questa bio- grafia succedutesi nei mesi scorsi (u- na sarà ospitata anche al Meeting, con la partecipazione di un monaco bud- dista) hanno avuto tra i relatori per- sonaggi di diversa estrazione cultu- rale e religiosa, ma che hanno rico- nosciuto in quelle pagine qualcosa che interpella la loro umanità. Una febbre di vita contagiosa e che conti- nua ad ardere. Come quella portata nel mondo duemila anni da un uo- mo, in una periferia chiamata Be- tlemme. © RIPRODUZIONE RISERVATA Da domenica la 35ª edizione del Meeting di Rimini: «Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo». Nel segno di Papa Francesco e della cultura dell’incontro Bidonville, persecuzioni, esplorazioni, emergenza educativa e altro ancora: il Meeting propone un viaggio nelle periferie geografiche ed esistenziali. Dove l’uomo non smette di cercare risposte ai suoi bisogni materiali e spirituali. E dove può accadergli di incontrare le tracce del Mistero che si è reso incontrabile e tende la mano al suo desiderio di felicità. Una manifestazione che nasce con la vocazione al dialogo tra uomini appartenenti a culture e fedi religiose diverse Nella convinzione che l’identità non è un’arma da brandire contro il nemico ma la molla che permette di incontrare tutti A cura di GIORGIO PAOLUCCI Venerdì 22 Agosto 2014

description

L'inserto di Avvenire con gli appuntamenti, i temi, le interviste ai protagonisti della manifestazione in programma dal 24 al 30 agosto

Transcript of SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

Page 1: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

GIORGIO PAOLUCCI

l Meeting di quest’anno proponeun viaggio verso le periferie delmondo e dell’esistenza. Cavalca

l’onda lunga che papa Francesco con-tinua ad alimentare con la sua predi-cazione e la sua testimonianza, fattadi parole ma soprattutto di gesti e disguardi, di abbracci, mani tese, in-contri imprevedibili. E di poche, ri-petute parole, di frasi semplici ma chelasciano il segno. Un Papa che il 13marzo dell’anno scorso si è presentatoalla loggia di San Pietro, pochi minutidopo la sua elezione, come uno cheveniva anch’egli da una periferia, unposto "quasi alla fine del mondo". Eche in più di un’occasione ha dettoche la realtà si capisce meglio guar-dandola dalle periferie piuttosto chedal centro, spiazzando molti dentroe fuori la Chiesa. Già nel discorso fatto al collegio car-dinalizio durante il pre-conclave, a-veva detto che «la Chiesa è chiamataa uscire da se stessa e ad andare ver-so le periferie, non solo quelle geo-grafiche, ma anche quelle esistenzia-li: quelle del mistero del peccato, deldolore, dell’ingiustizia, quelle dell’i-gnoranza e dell’assenza di fede, quel-le del pensiero, quelle di ogni formadi miseria». A Rimini, dal 24 al 30 agosto, arrive-ranno molti "periferici" per testimo-niare quanto è vero che questa pro-spettiva aiuta a vedere e a giudicarein maniera più adeguata il reale. Nonper il gusto demagogico del pauperi-smo o della marginalità fine a se stes-sa, ma perché abituati a cogliere e vi-vere l’essenziale, cioè quello che dav-vero serve a tenere in piedi l’esisten-za anche quando si campa nella pre-carietà, quello che aiuta a percepire

I

l’inestinguibile desiderio di compi-mento che abita il cuore di ogni uo-mo, a qualsiasi latitudine e in qual-siasi condizione. Quello che permet-te di intuire – come recita la secondaparte del titolo del Meeting, che nonva considerata un’appendice ma ciòche lo rende provocatoriamente con-creto – che il destino non ha lasciatosolo l’uomo, non lo ha condannatoa una disperante solitudine, ma si èreso incontrabile, è diventato unacompagnia concreta che genera uo-mini capaci di valorizzare ogni sin-cero tentativo di ricerca e desiderosidi costruire il bene comune. Lo rac-conteranno i testimoni provenientidalle periferie geografiche ed esisten-ziali, lo faranno vedere le mostre e glispettacoli, lo renderà evidente, comeaccade ogni volta da trentacinque an-ni, il popolo del Meeting, che per tan-ti osservatori esterni che ci vanno perla prima volta – ma anche a chi ne èdiventato un abituale frequentatore –è il protagonista che colpisce di più.Giovani, tanti giovani, desiderosi ditrovare risposte alle domande che siagitano nel cuore. Ma – sempre di piùcol passare del tempo – adulti e an-

ziani con le stesse domande e lo stes-so desiderio che brucia dentro. Arri-vano a Rimini per conoscere da vici-no personaggi che possono dare unarisposta alle loro domande. E per in-contrarsi tra di loro, per "essere po-polo" in un’epoca in cui l’individua-lismo detta legge e ci si occupa del-

l’altro prevalentemente per trovarciun tornaconto personale. Papa Francesco continua a rilanciarela cultura dell’incontro come uno deileit motiv del suo pontificato e comemetodo privilegiato per animare irapporti tra le persone e le genti. Loha fatto anche pochi giorni fa duranteil viaggio in Corea: «Siamo figli del-lo stesso Padre. Questa capacità diempatia – ha detto ai vescovi dell’A-sia – conduce a un genuino incontroin cui il cuore parla al cuore. Siamoarricchiti dalla sapienza dell’altro e

Il mondo visto dalle periferieper parlare al cuore dell’uomo

I NUMERI

100CONVEGNI

14ESPOSIZIONI

17SPETTACOLI

10 EVENTISPORTIVI

4.000VOLONTARI

GIANNINILe sfide dell’educazioneper una scuola nuovaAlla vigilia di un nuovo annoscolastico e nel pieno dellerinnovate sfide che investonola formazione dei ragazzi, ilMeeting ospita il ministrodell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca, StefaniaGiannini. Tema dell’incontro,lunedì alle ore 15:«Educazione: dalla periferia alcentro».L’appuntamento saràintrodotto da Giorgio Vittadini,presidente della Fondazioneper la Sussidiarietà.

LORENZINInvestire nella ricercaun guadagno per il PaeseDi «Ricerca in medicina: unautilità per tutti», parlano venerdì29 Beatrice Lorenzin, ministrodella Salute, Pier AlbertoBertazzi, docente all’Universitàdi Milano, Mario GiovanniMelazzini, assessore alle Attivitàproduttive della RegioneLombardia e presidente diAriSla, e Massimo Scaccabarozzi,presidente di Farmindustria.Introduce Domenico Coviello,direttore del Laboratorio diGenetica umana all’OspedaleGalliera di Genova.

MARTINALa cultura alimentarepunto di forza per l’ItaliaIl ministro delle Politicheagricole, alimentari e forestali,Maurizio Martina, partecipalunedì 25 all’incontro sultema «La cultura alimentareitaliana: una tradizioneinnovativa». Discutono con luianche Oscar Farinetti,presidente di Eataly,Francesco Paolo Fulci,presidente di Ferrero Spa, eMario Guidi, presidente diConfagricoltura. IntroduceBernhard Scholz, presidentedella Compagnia delle Opere.

FASSINOIl futuro delle città:quattro sindaci a confronto«Quale città per il nostrofuturo?» è il tema dell’incontroin agenda martedì con quattroprimi cittadini. Vi prendonoparte Piero Fassino, sindaco diTorino e presidente dell’Anci(Associazione nazionaleComuni italiani), DarioNardella, sindaco di Firenze,Giuliano Pisapia, sindaco diMilano e Flavio Tosi, sindaco diVerona. L’appuntamento èintrodotto da Giorgio Vittadini,presidente della Fondazioneper la Sussidiarietà.

diventiamo aperti a percorrere insie-me il cammino di una più propfon-da conoscenza, amicizia e solida-rietà». La kermesse riminese ce l’hanel sangue, la cultura dell’incontro.Tanto è vero che ormai è diventataper antonomasia "il Meeting". Maquello che le permette di essere luo-go di incontro dove ognuno si sente"a casa" è la sua origine, la sua iden-tità (termine troppo spesso branditocome un’alabarda da chi è sempre acaccia di nemici da combattere piut-tosto che di persone da incontrare).Ancora Papa Francesco: «Non pos-siamo impegnarci in un vero dialo-go se non siamo consapevoli dellanostra identità. Dal niente, dal nulla,dalla nebbia dell’autocoscienza nonsi può dialogare (...). E, d’altra parte,non ci può essere dialogo autenticose non siamo capaci di aprire la men-te e il cuore con empatia e sincera ac-coglienza verso coloro ai quali par-liamo».L’identità che ha fatto del Meeting unluogo di incontro e dialogo con uo-mini e donne di culture e fedi cosìdiverse nasce dentro l’alveo dellaChiesa cattolica, che universale – cioè

aperta a tutti – lo è per sua natura. Eche ha trovato una gemmazione fe-conda nel carisma di don Giussani edi Comunione e liberazione, che que-st’anno celebra i sessant’anni annidalla fondazione. Chi ha avuto la ven-tura di leggere la monumentale bio-grafia del fondatore di Cl scritta da Al-berto Savorana ha scoperto un uomoche ha incontrato persone d’ogni cul-tura e religione, arso dal desiderio diriconoscere in loro i segni della pre-senza di quel Cristo che fin da bam-bino aveva conquistato il suo cuore.Ed è interessante constatare che le de-cine di presentazioni di questa bio-grafia succedutesi nei mesi scorsi (u-na sarà ospitata anche al Meeting, conla partecipazione di un monaco bud-dista) hanno avuto tra i relatori per-sonaggi di diversa estrazione cultu-rale e religiosa, ma che hanno rico-nosciuto in quelle pagine qualcosache interpella la loro umanità. Unafebbre di vita contagiosa e che conti-nua ad ardere. Come quella portatanel mondo duemila anni da un uo-mo, in una periferia chiamata Be-tlemme.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da domenica la 35ª edizione del Meeting di Rimini: «Verso le periferie del mondo e dell’esistenza.Il destino non ha lasciato solo l’uomo». Nel segno di Papa Francesco e della cultura dell’incontro

Bidonville, persecuzioni,esplorazioni, emergenza educativa ealtro ancora: il Meeting propone unviaggio nelle periferie geografiche edesistenziali. Dove l’uomo nonsmette di cercare risposte ai suoibisogni materiali e spirituali. E dovepuò accadergli di incontrare letracce del Mistero che si è resoincontrabile e tende la mano al suodesiderio di felicità.

Una manifestazione che nasce con la vocazioneal dialogo tra uomini appartenenti a culture efedi religiose diverseNella convinzione chel’identità non è un’arma da brandire contro ilnemico ma la molla chepermette di incontrare tutti

A c

ura

di G

IOR

GIO

PAO

LU

CC

I

Venerdì22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

n queste settimane le cronache trasudano di vio-lenze perpetrate sui cristiani in Medio Oriente. Ilcalvario dei centomila in fuga dalla Valle di Nini-

ve, anzitutto. Ma anche la tragica situazione delle co-munità in Siria, vittime della disumana ideologia deimiliziani islamisti, le difficoltà di chi vive in TerraSanta, le vessazioni subite dai copti in Egitto, il san-gue che Boko Haram fa scorrere nella terra nigeria-na. Gli echi di queste notizie arrivano al Meeting, chegià l’anno scorso in difesa dei cristiani perseguitati a-veva lanciato un appello firmato da 70mila personee che all’argomento dedica quest’anno molto spazio.In una prospettiva che non si ferma alla denuncia dei"colpevoli", ma mette in evidenzala forza della fede che anima i per-seguitati (e che rappresenta unaprovocazione per la tiepidezza el’indifferenza di tanti cristiani inOccidente), il desiderio di rinasci-ta, le possibilità di incontro e didialogo che possono alimentare lacostruzione della pace, anche incontesti proibitivi. Per testimonia-re che, anche nelle periferie dellacristianità, il destino non ha la-sciato solo l’uomo. Non è un caso che il Meeting abbiariservato al tema l’incontro di apertura e quello con-clusivo. Domenica 24 ne darà testimonianza padrePierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, uno deifautori e dei protagonisti dello storico incontro di pre-ghiera per la pace ospitato l’8 giugno in Vaticano trapapa Francesco, Shimon Peres e Mahmoud Abbas. Altema della libertà religiosa è dedicato l’incontro dichiusura in programma sabato 31, che avrà come pro-tagonisti Paul Jacob Bhatti, fratello del ministro perle minoranze del governo pakistano assassinato daun commando di integralisti islamici il 2 marzo 2011,e Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidentedella Conferenza episcopale della Nigeria. Una mo-stra fotografica promossa dell’ambasciata dell’Arme-nia presso la Santa Sede propone con immagini mol-to evocative alcuni squarci di vita delle comunità cri-stiane in Iraq, Siria, Egitto, Palestina. Il secolo scorsoha inaugurato una tendenza che ha gradualmente

cambiato le regole della secolare coabitazione dei po-poli e delle fedi nel Medio Oriente: il numero dei cri-stiani è sceso dal 25% della popolazione agli inizi delNovecento all’attuale 6%. Con la crescita della diasporaverso l’Europa e le Americhe si accentua il tema del-la memoria, del legame fisico con le terre di origine.Ciò che resta di questa memoria sono luoghi di cul-to, abitazioni, scuole abbandonate e soprattutto unpatrimonio architettonico e artistico spesso lasciatoin mano a comunità numericamente così ridotte chenon sono in grado di curarne la manutenzione, e cherestano tuttavia attive e perciò bisognose di maggio-re tutela e attenzione.

Un’altra mostra ripercorre la mil-lenaria tradizione della Chiesa or-todossa di Etiopia: "L’Etiopia in-nalzerà a Dio le sue mani": in mo-stra circa 80 pezzi provenienti da u-na collezione privata comprendenticroci in bronzo, rame, tavole lignee,manoscritti, icone, tessuti, oltre aun video sulla vita sociale e liturgi-ca etiopica. Il professor GiorgioBuccellati, archeologo di famamondiale impegnato da decenniin campagna di scavi in Siria, testi-monierà le sorprese dell’incontro

con testimonianze antichissime della storia dell’u-manità e la possibilità di dare lavoro a personale lo-cale impegnato negli scavi, un piccolo ma significati-vo contributo per fermare l’esodo dei siriani verso l’e-stero che sta progressivamente svuotando il Paese.Nella sezione documentaristica, da segnalare venerdì29 il videoreportage di Gian Micalessin «Maaloula, ul-tima trincea. La lotta per la sopravvivenza dei Cristia-ni di Siria. Infine un’iniziativa per rendere partecipianche i bambini di quanto sta accadendo: al Villag-gio Ragazzi della Fiera, con una piccola donazione diun euro, potranno scrivere un messaggio tradotto ininglese e in arabo che sarà attaccato a dei palloncini,poi rilasciati in aria nelle giornate di mercoledì e sa-bato. La cifra raccolta viene destinata al Patriarcato diBaghdad in favore delle famiglie più bisognose.

Giorgio Paolucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

L’odissea dei cristiani in Medio Oriente, inAfrica e in Asia e il temadella libertà religiosa alcentro di incontri emostre. Tra gli ospitiPizzaballa, Bhatti,Kaigama e Warduni

L’omaggioai martiridel XXI secolo

Il salotto di Avvenire, le trasmissioni di Tv2000 e RadioinBluAvvenire, TV2000, SIR e RadioinBlu, sono presenti alMeeting presso il padiglione C3 di Rimini Fiera. Lo spazioespositivo offre ai visitatori la possibilità di incontrare imezzi di comunicazione della Conferenza EpiscopaleItaliana, in un ambiente interattivo, pensato anche perorganizzare incontri e dibattiti con giornalisti e ospiti. Lanovità più rilevante di quest’anno è infatti unappuntamento quotidiano, dalle 14.15 alle 14.45, in cuisarà possibile dialogare con alcuni dei protagonisti dellakermesse, rivolgere domande, conoscerli da vicino. Unmaxischermo annuncerà ogni giorno i nomi degli ospiti diquesto "salottino". La visita allo stand consente inoltre un incontro diretto conil quotidiano sia cartaceo che online, offrendo ai visitatorila possibilità di provare, gratuitamente per tre mesi,l’edizione cartacea e digitale del giornale. È possibileaderire all’offerta visitando lo stand di Avvenire,registrandosi con i coupon o i tablet presso la reception edirettamente dal proprio smartphone all’ingresso dellostand.Avvenire si propone come un sistema integrato diinformazione che coniuga alla mobilità e all’accessibilitàdell’edizione online, la lettura del quotidiano cartaceo:

ogni giorno, all’ingresso della fiera, famiglie e visitatoritrovano la copia del giornale e del "Quotidiano Meeting",distribuito in 10.000 copie in abbinamento per tutta ladurata dell’evento. Avvenire è inoltre media partner della mostra "Generarebellezza. Nuovi inizi alle periferie del mondo".Tv2000, emittente della Conferenza Episcopale Italiana(canale 28 piattaforma digitale terrestre, canale 140piattaforma Sky) seguirà con le sue telecamere tutta lasettimana del Meeting. Ogni giorno il Tg2000 (h. 18.30)ospiterà servizi sui temi principali al centro dell’evento,mentre due strisce quotidiane (la prima in onda nelpomeriggio intorno alle 15.20, la seconda in secondaserata), racconteranno e approfondiranno i temi attraversoi volti e le parole dei testimoni e dei protagonisti.Anche RadioInBlu seguirà con attenzione il Meeting. Allagiornata inaugurale e all’odissea dei cristiani in MedioOriente si darà risalto con il programma Zoom-Dentro laNotizia (ore 8.16) di lunedì 25 agosto. La collega RaffaellaFrullone, inviata a Rimini, da lunedì fino a sabatoracconterà gli eventi salienti con servizi ed intervisteproposti nelle principali edizioni del Giornale Radio (alle 13e alle 18) e nelle edizioni brevi del Gr, dalle 6 del mattinoalle 17. Contatti in diretta ed interviste con gli ospiti delMeeting troveranno poi spazio anche nel programmaPomeriggio InBlu, tutti i giorni dalle 15 alle 17.

I media Cei

L’orfanotrofio della Vergine Maria ad Al Qosh, al confine tra l’Iraq e la regione autonoma del Kurdistan (mostra «Parabole d’Oriente»)

II Venerdì22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

Scienziato, filosofo e teologo ortodosso, Aleksandr Filonenko terrà la relazione principale:«Quello che accade nel mio Paese richiama l’Europa ai valori della libertà e della dignità»ALESSANDRO ZACCURI

l bello delle periferie è che, primao poi, conquistano il centro dellascena. Come sta accadendo all’U-

craina, il Paese di Aleksandr Filonenko.Formatosi come fisico nucleare, oggiinsegna Filosofia della scienza all’U-niversità nazionale Karazin di Charkoved è docente presso l’Istituto di scien-ze religiose San Tommaso d’Aquino aKiev e presso gli Istituti teologici esti-vi di Minsk, Kiev e Mosca. Uno scien-ziato-teologo, dunque, figura non in-frequente nella tradizione ortodossa,ma anche un cristiano fortemente im-pegnato nella realtà sociale, come di-mostra l’esperienza di Emmaus, l’as-sociazione di cui Filonenko è fonda-tore e che opera con i suoi volontarinegli orfanotrofi ucraini. Già presen-te nelle scorse edizioni, quest’anno Fi-lonenko torna al Meeting da protago-nista. A lui – che con Aleksej Sigov haorganizzato la mostra Majdan: dallapazienza alla speranza – è stata affidatala relazione principale sul tema del2014, “Verso le periferie del mondo edell’esistenza. Il destino non ha la-sciato solo l’uomo” (l’incontro, intro-dotto da Emilia Guarnieri, si svolgeràlunedì 25 agosto alle ore 17 pressol’Auditorium Intesa Sanpaolo). «La pe-riferia si manifesta quando succede unevento inatteso – osserva Filonenko –. Nel momento in cui parliamo di pe-riferia, non intendiamo tanto un luo-go geografico ma un incontro. Un av-venimento può essere storico o esi-stenziale, ma sempre porta con sé lapossibilità e la sfida della novità».Vale anche per l’Ucraina?Il dato sorprendente è che il nomestesso, Ucraina, deriva etimologica-mente dalla parola “confine”, perife-ria. Milioni di persone nel mondo sisono chieste: dove si trova? Ma è an-cora più sorprendente il fatto che gliucraini stessi siano rimasti sorpresi daquando accadeva. Ancora l’autunnoscorso sembrava che da noi avesse vin-to l’apatia politica, e che, facendo ap-pello alla stabilità e alla sicurezza, il po-tere fosse riuscito a far sì che qualsia-si partecipazione della società alla vi-ta dello Stato fosse praticamente im-possibile. Ma il 30 novembre, quan-do le forze di sicurezza, per motivi an-cora incomprensibili, hanno picchia-to gli studenti che chiedevano al pre-sidente di firmare l’accordo di asso-ciazione all’Unione Europea, nellapiazza principale della capitale, il Maj-dan, sono scesi cinquecentomila cit-tadini. Erano pronti a sopportare qual-siasi decisione politica del governo,ma non ad accettare che i loro figli ve-nissero picchiati nel cuore del Paese.L’Ucraina, dalla periferia della co-scienza europea, si è spostata al cen-tro della discussione attuale sulla na-tura dell’Europa. E non grazie alleriforme politiche o a gesti di una nuo-va civiltà post-sovietica, ma per la ri-scoperta di un fatto sempre nuovo esorprendente, e cioè che alla base del-la vita politica sta l’umano desideriodi dignità.Quali sono le conseguenze?L’Europa del dopoguerra ha scopertola sua nuova identità a partire dallavittoria sul nazismo e in seguito, conla caduta del Muro di Berlino, ha ri-costituito la propria unità dicendo ad-dio al comunismo. La crisi attuale del-l’Europa dipende da una falsa conce-zione della libertà come “libertà da”.C’è bisogno di riscoprire il senso del-l’ideale, e di capire per che cosa siamoliberi. L’Ucraina attuale ha riscopertol’importanza della “libertà per”, e ne-

I

gli ultimi sei mesi ha percorso un cam-mino di ridefinizione di tale libertànel contesto dei valori europei. In que-sto modo la sua esperienza è diventa-ta importante non solo per capire larealtà post-sovietica, ma per far na-scere l’autocoscienza europea, basatasulla riscoperta della dignità umanacome valore fondamentale. Gli avve-nimenti di questo inverno sul Majdansono stati chiamati dagli stessi parte-cipanti: la rivoluzione della dignità.Come è nata l’avventura di Emmaus?Da due incontri. Il primo a Kiev conRosalba Armando, che in una confe-renza ha spiegato come in 15 anni diSiberia abbia percorso per intero ilcammino dell’italiana che inizial-mente non sapeva il russo, e poi hafondato a Novosibirsk l’Agenzia di ser-vizi socioculturali Maksora, e all’in-terno dell’Agenzia la Casa Colombaper ragazze madri che decidono che te-nere il bambino in circostanze diffici-li. La sua testimonianza mi ha così im-pressionato, che mi sono diventate im-mediatamente chiare due cose. Da u-na parte sembrava che quella realtàfosse bellissima, ma impossibile nel-le circostanze post-sovietiche. Dall’al-tra, la Casa Colomba esisteva e incita-va all’esempio. Il secondo incontro èstato con la storia di alcuni bambininostri amici, che recitavano presso ilteatro cristiano “Timur” di Charkov, e

rienza e mi offriva di conoscere il miodestino attraverso la devozione per ilcreato. La matematica e la fisica eranoappunto una forma di devozione. Lafilosofia è venuta poi, come possibi-lità di coltivare lo stupore non soloverso il creato ma verso il destino stes-so. La teologia è arrivata assieme allarealtà del cristianesimo, che ha fatto ir-ruzione nella cultura non appena loStato ha smesso di far guerra alla fede.Una volta ho letto le parole di donGiussani, il quale diceva che se vo-gliamo incontrare Cristo, bisogna checi impegniamo a incontrare la realtàstessa, oltre il paravento delle ideolo-gie. In queste parole ho riconosciutoil cammino che avevo fatto (dalla fi-sica attraverso la filosofia fino alla teo-

che vivevano il loro fare teatro comeun servizio, ma avevano poi una vitadavvero tragica. Essendo orfani e perdi più portatori di handicap erano de-stinati, una volta finita la scuola del-l’obbligo presso l’istituto, a essere tra-sferiti in un ospizio per anziani. Em-maus è nata come tentativo di ri-spondere al loro bisogno, aiutandolia scoprire nuove possibilità di conti-nuare gli studi dopo la scuola del-l’obbligo. Il nome stesso, Emmaus, sicollega per noi al villaggio citato nelVangelo, che è rimasto nella storia so-lo perché due persone disperate lì so-no tornate alla vita non per i proprisforzi, ma grazie all’Incontro che li haportati dalla disperazione alla speran-za.

Scienza, filosofia, teologia: quale a-spetto ha avuto per lei il destino?Una volta, annoiandomi a scuola du-rante una lezione di fisica, ho letto fi-no in fondo le parole di uno stranopersonaggio imparruccato che miguardava dalla parete del laboratorio,e che diceva di considerare se stesso co-me un bambino che cammina sullaspiaggia e osserva i sassolini e le con-chiglie, mentre ha davanti un oceanodi mistero che resta inesplorato. Quel-l’uomo era Isaac Newton e la sua sen-sazione era molto diversa dalla mia,ma mi affascinava. Se per me il mon-do era un oceano di noia, per lui quel-lo stesso mondo diventava un oceanodi appassionante mistero. La scienzami permetteva di rifare la sua espe-

La protesta a Piazza Majdan, Kiev. Immagine dalla mostra «Majdan: dalla pazienza alla speranza», curata da Aleksandr Filonenko e Aleksej Sigov

Filonenko con uno dei ragazzi ospiti di un orfanotrofio in Ucraina

«Emmaus, la nostraassociazione di volontariatoper gli orfani, prende nomedal villaggio nel quale due persone sono tornate alla vita grazie all’Incontroche li ha portati dalladisperazione alla speranza.In periferia si è più dispostiad accogliere il futuro»

Una voce dall’Ucrainasul confine dell’inatteso

ome scrive il filosofo Massimo Borghesi nelcontributo che apre il numero della rivistaAtlantide dedicato al tema del Meeting, la pe-

riferia «è la condizione dell’uomo contemporaneo,quella in cui la contraddizione tra povertà e ric-chezza è tragicamente acuita da una globalizza-zione senza scrupoli, quella in cui la secolarizza-zione ha desertificato l’animo al punto che il cen-tro, il cuore dell’Occidente, è di-venuto un’unica, enorme, ’peri-feria esistenziale’». In questo sen-so è significativo che il pedagogi-sta Giorgio Chiosso parli della«grande illusione o utopia del ’-crescere da sé» come di una peri-feria dell’esistenza, che, «colle-gandosi con il disarmo educati-vo del narcisismo adulto, è den-so di conseguenze», poiché «que-sta sostanziale fiducia nella vitanon è il prodotto dell’attuale cri-si, certo, economica nei suoi a-spetti più evidenti, ma è soprat-tutto l’esito della crisi di ideali, disenso della prossimità e del riconoscimento del-l’altro». Buenos Aires, Los Angeles, Dubai, Tokio,Seul, Dharavi, Il Cairo, Karkiv, sono le tappe di ungrande viaggio che ha come protagonista l’anelitoche attraversa la storia e la cambia. E così quelle chenel linguaggio comune sono realtà marginali, sicolorano di positività e rivelano la loro attrattiva inforza di quella possibilità di bene che incarnano,come esempi di una umanità migliore perché nonridotta alle ferree leggi del mercato e della riuscita.La rivista della Fondazione per la Sussidiarietà èleggibile gratuitamente sul sito de ilsussidiario.net.

C

Un numero specialedi «Atlantide»

PIZZABALLAIl potere del cuore e la ricerca della veritàDomenica 24 alle 15 padrePierbattista Pizzaballa,Custode di Terrasanta, è ilprotagonista dell’incontro «Ilpotere del cuore. Ricercatoridi verità», insieme con EmiliaGuarnieri, presidente dellaFondazione Meeting. Introduceil primo appuntamento dellaserie «Incontri», MonicaMaggioni, direttore diRaiNews24. Focus sull’odisseadei cristiani e la convivenza trauomini di diverse fedi eculture in Medio Oriente.

WEILERDibattito sull’Europa:ideale o idolatria?«Europa: ideale o idolatria?» èil tema al centro dell’incontrodi domenica 24 con AndreaSimoncini, docente di DirittoCostituzionale all’Universitàdegli Studi di Firenze, e ilgiurista Joseph H.H. Weiler,presidente dell’Istitutouniversitario europeo (nellafoto). Dialogo intornoall’intervento di Carrón«Europa 2014. È possibile unnuovo inizio?» svolto inoccasione delle elezioni perl’Europarlamento.

SANDRO GOZILa sfida dell’immigrazioneinterpella l’EuropaSu «Immigrazione e bisognodell’altro: Italia, Europa, mondo»,dialogano lunedì 25 ilsottosegretario alla Presidenzadel Consiglio, Sandro Gozi (nellafoto), l’arcivescovo Silvano MariaTomasi, osservatorepermanente della Santa Sedepresso l’Onu a Ginevra,l’arcivescovo di Monreale,Michele Pennisi, il capo di Statomaggiore della Marina Militare,ammiraglio Giuseppe De Giorgi,e Carla Trommino, presidentedell’associazione AccoglieRete.

FILONENKONelle periferie del mondoe dell’esistenza umanaLunedì 25 il professorAleksander Filonenko,docente di filosofiaall’Università nazionale diChar’kov, Ucraina, intervienesul tema che dà il titoloall’edizione di quest’anno:«Verso le periferie delmondo e dell’esistenza. Ildestino non ha lasciato solol’uomo».Filonenko viene introdotto daEmilia Guarnieri, presidentedella Fondazione Meeting perl’amicizia fra i popoli.

BUCCELLATINella storia, la compagniadel destino all’uomoMercoledì 27 Giorgio Buccellati,professore emerito di Storia eArcheologia del Vicino OrienteAntico alla Ucla (Stati Uniti) eIgnacio Carbajosa Pérez,docente di Antico Testamentonella Facoltà di Teologiadell’Università San Damaso diMadrid (nella foto),intervengono sul tema: «Nellastoria, la compagnia del destinoall’uomo». L’incontro èintrodotto da Alberto Savorana,portavoce di Comunione eLiberazione.

YVES COPPENSDal particolare al tutto:il fascino di ricercareDe «Il fascino della ricerca: dalparticolare al tutto» si parlamercoledì 27 con YvesCoppens, paleontologo e paleo-antropologo, professoreonorario del Collegio di Francia,Laurent Lafforgue, professoreall’Istituto francese di Alti StudiScientifici e Christopher Impey,vice direttore del Dipartimentodi Astronomia all’Universitàdell’Arizona (Usa). IntroduceMarco Bersanelli, docente diAstrofisica all’Università diMilano.

LINUSChe cosa rimane quandofinisce una canzone?Mercoledì, alle 21.45, il fittociclo di «Incontri» dellagiornata si chiuderà con ildirettore di Radio DeeJay, epopolare conduttore difortunati programmiradiofonici e televisivi, Linus. Iltema scelto perl’appuntamento è «Cosarimane quando finisce unacanzone».Linus sarà introdotto daMarco Bardazzi, digital editordel quotidiano La Stampa diTorino.

PADRE SPADAROE se l’autentica veritàfosse un incontro?Giovedì 28 «La verità è unincontro»: il gesuita AntonioSpadaro, scrittore, teologo edirettore de La Civiltà Cattolica,la rivista della Compagnia diGesù, dialoga con AlbertoSavorana, portavoce diComunione e Liberazione, apartire dalla sua "storica"intervista a Papa Francesco,ripercorrendo il primo anno emezzo di pontificato che hascosso la Chiesa cattolica econtinua a suscitare curiositàe interesse anche tra i laici.

logia) come il cammino dallo stupo-re di fronte al reale al giudizio re-sponsabile sulla presenza di Cristo nel-la storia, nella cultura e nel cuore u-mano.Come vive, da ortodosso, il dialogocon la Chiesa cattolica?In giugno la Pentecoste ha coincisocon il giorno del pellegrinaggio da Ma-cerata a Loreto. Mi avevano invitatoperché facessi una testimonianza sul-la dimensione cristiana del Majdan eassieme agli altri pellegrini ho potutoascoltare il messaggio telefonico di pa-pa Francesco ai giovani, nel quale ri-cordava che il nostro Dio è il Dio del-le sorprese, e chiedeva di non smette-re di sognare e di essere aperti a ciò cheaccade. Chiedeva anche di non esseremediocri e grigi, perché Dio non hacreato un mondo grigio. Il camminocompiuto insieme da ortodossi e cat-tolici alla luce di queste parole com-pota l’essere aperti all’imprevedibilepresenza di Cristo, e rende misere lenostre pretese di elaborare progetti e-cumenici; richiede invece il coraggiodi invocare la novità della Presenza diCristo, che può trasformare il maledella divisione nella festa della testi-monianza, diversa ma corale, di cat-tolici e ortodossi.Quali saranno le periferie con cuidovremo confrontarci nel futuro?Vorrei distinguere tra futuro e mondoche verrà, come tra due forme di tem-po futuro. Nel primo caso abbiamo ache fare con un progetto manifesto,nel secondo con qualcosa di impre-vedibile che giunge a noi e che non so-lo ci rivela una nuova prospettiva delmondo, ma anche una nuova profon-dità di noi stessi. Vivere alla periferiavuol dire guardare qualcosa di mai vi-sto, attendere l’inatteso, chiedere nonla sicurezza e la stabilità, ma di esserevulnerabili di fronte al mondo ventu-ro, e alla novità che esso porta con sé.(Ha collaborato Caterina Dell’Asta)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IIIVenerdì22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 4: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

OTELLO CENCI

na fame che ci vedo!» è il titolo dellanuova produzione internazionale diteatro acrobatico che debutterà al

Meeting di Rimini lunedì 25 agosto. La trama èsemplice. In Africa un piccolo villaggio viene at-taccato e dato alle fiamme. I superstiti cercanodi salvarsi scappando nel deserto dove la famee la sete diventano i nuovi nemici da sconfigge-re. La scoperta di un albero straordinario donanuova speranza ed energia al gruppo che deveperò arrendersi davanti ai ripetuti fallimenti ot-tenuti nel tentativo di conquistarne i frutti. Do-po lotte interne e aiuti dall’e-sterno, la soluzione giunge inmodo del tutto inaspettato sca-tenando reazioni differenti. Ladifficile prova svela gli animidi ciascuno ponendo le basi perun nuovo inizio fondato su piùsolide basi.Il soggetto è nato leggendo ilracconto della Torre di Babele,del tentativo fatto da personedi diversa lingua e cultura diraggiungere con le proprie for-ze e la propria intelligenza levette del cielo, di cogliere il Mistero ultimo del-le cose e con esso guadagnarsi, con i propri mez-zi, la soluzione di tutti i problemi e di tutti i bi-sogni. Il Destino non ha lasciato solo l’uomo, re-cita il titolo del Meeting, perché qualsiasi essereumano di qualsiasi periodo e/o popolo nasce emuore con una fame di senso, di compimento,e si cimenta quotidianamente per raggiungerequesti obiettivi. Ma quante sono le persone di-sposte ad accettare una risposta che giunge inmaniera differente da quanto previsto nei pro-pri progetti e calcoli?

Gli artisti coinvolti per la spettacolo, 7 acrobati e4 musicisti, vengono da Chivuli, un quartiere nel-l’estrema periferia di Nairobi, in Kenya, dove so-no stato insieme all’attore Giuseppe Chirico chein scena interpreterà il tecnico ingegnere che, sen-za conoscere una sola parola di swahili, dovràcoordinare i lavori del gruppo di sopravvissuti.L’incontro con i ragazzi e le prove sono state e-sperienze belle ed emozionanti che si sono svol-te presso Kivuli Centre, uno dei sette centri cheaccolgono, curano e educano i bambini di stra-da, realizzato grazie all’opera di Padre Kizito, pre-te comboniano in missione in Africa dagli anni’70. Il centro si trova in una delle tante baracco-

poli di Nairobi, lungo KabiriaRoad, una strada fatta di terrarossa con buche profonde quan-to i bambini di pochi anni chevi giocano correndo in mezzo acarretti di legno, biciclette e mo-tociclette cinesi anni ’70 che tra-sportano divani, letti, bomboledel gas e altissime pile di cas-sette di plastica.Quasi tutti i ragazzi coinvoltinello spettacolo vengono daquesta esperienza. Hanno otti-me doti atletiche, un talento na-

turale, che in alcuni casi sviluppano poi autono-mamente o con l’aiuto di professionisti fino a di-ventare acrobati professionisti. Qui a Rimini ab-biamo lavorato con Marco Baldazzi, coreografo,Massimo Ottoni che ha realizzato i contributi vi-deo con la tecnica della sand art e Tommaso Mor-gantini autore del prodigioso albero. Il frutto ar-tistico di tutto ciò lo vedremo il 25 e il 26 agostoalle ore 20 al Meeting di Rimini, la bellezza di que-sti incontri e di questa avventura abbiamo già i-niziato a viverla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Una fame che civedo!»: da Nairobiarriva uno spettacolo cheprende spunto dallavicenda della Torre diBabele. Ed esalta le dotiatletiche e il patrimonioumano di chi vive in unaperiferia africana

Il teatrodegli acrobati nigeriani

Fellini, Fratel Ettore,rock, funky e bluesLa ricca rassegna di spettacoli siinaugura domenica con unomaggio a Fellini "Io,un sassettotra le stelle". Protagonista lamusica: l’orchestra del Festivalpianistico internazionale diBrescia e Bergamo, incollaborazione con EmiliaRomagna Festival, eseguirà lasuite musicale di Rota tratta dalfilm che vinse l’Oscar nel 1957.Francesca Fellini introdurrà laserata svelando alcuni aneddotilegati allo zio e alla pellicola.L’Orchestra Filarmonica Armenapropone martedì 26 unrepertorio di opere tradizionalie alcuni brani internazionali. Alteatro Novelli mercoledì 27 vain scena uno spettacolo sullaPrima Guerra mondiale,«Attaccato alla vita. Ungaretti eLussu. Frammenti della GrandeGuerra", con Ugo Pagliai.Giovedì 28, «Matteo. ragionieredi Dio. L’uomo che non avevamai messo in conto di scrivere ilprimo Vangelo», il raccontodell’apostolo Matteo scritto daGiampiero Pizzol. Mercoledì 27«Sabatino», spettacolo teatralevisionario e di grande intensitàemotiva che racconta la storiadi uno dei primi e più grandiamici di Fratel Ettore. Ognigiorno presso l’InternationalArena FS, alle 20, musiche eballi dal mondo: porteranno illoro contributo artistico eumano ospiti dall’Africa, dallontano Oriente, dall’Est Europae dalle periferie della nostraItalia. Sul palco delle PiscineOvest Edition, da lunedì agiovedì a partire dalle 22, sipotrà ballare al ritmo dellabuona musica, dal funky alblues, dal rock al folk. Venerdì29 grande festa finale in cuisarà protagonista la band diFrankie Gavin all’insegna dellamusica folk e celtica di DeDannan, gruppo irlandesefondato negli anni Settanta.

La rassegna

Sopra, gli attori-acrobati kenyotiprotagonisti dellospettacolo «Una fameche ci vedo!». Molti diloro provengono da uncentro che si trova inuna delle tantebaraccopoli di Nairobie accoglie e educa iragazzi di strada,realizzato grazieall’opera di PadreKizito, pretecomboniano inmissione in Africa daglianni ’70.A fianco, una scena delcapolavoro di Fellini«La strada»; sotto, unodei tanti momenti difesta a base di musicaospitati dal Meeting.

GLI S

PETT

ACOL

IIV Venerdì

22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 5: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

L’astrofisico Bersanelli: sulla Terra non c’è un metro quadrato che non sia stato scandagliato.Non è più il tempo delle caravelle, oggi si naviga su Google Earth. Ma nello spazio interstellare...GIORGIO PAOLUCCI

è un’immensa periferia in-torno alla Terra: si chiamaspazio. Il Meeting di que-

st’anno le dedica una delle mostrepiù affascinanti, e da molti anni ilprofessor Marco Bersanelli, chair delcomitato scientifico della mostra, neesplora le profondità. Ordinario diAstrofisica all’Università degli Studidi Milano, Bersanelli si occupa di co-smologia osservativa, in particolaredi misure del fondo cosmico di mi-croonde, la prima luce dell’universo.È fra i principali promotori della mis-sione spaziale Planck dell’Agenziaspaziale europea (Esa) lanciata nel2009, che sta ottenendo risultati fon-damentali per lo studio dell’univer-so primordiale.In che senso lo spazio è una peri-feria?È la nuova periferia geografica delnostro tempo. Sappiamo da secoliche la Terra è rotonda: viviamo suun pianeta la cui superficie è finita.Di quella superficie i nostri antena-ti conoscevano solo una piccola par-te. I grandi navigatori come MarcoPolo, Colombo, Magellano, hannoespanso i confini del mondo cono-sciuto, scoperto nuovi continenti, ci-viltà che non erano mai entrate incontatto con il resto del mondo. Fi-no a pochi decenni fa esistevano an-cora piccole zone della Terra total-mente inesplorate. Ma chi nasce og-gi si trova a vivere su un pianeta delquale non c’è più un solo metro qua-drato che non sia stato in qualchemodo esplorato, scandagliato. Ogginon si naviga sulle caravelle, ma suGoogle Earth. Non c’è più "Terra In-cognita" ai margini delle nostre car-te geografiche. Ma c’è una nuova pe-riferia, nella terza dimensione. L’uo-mo può riscoprire di avere intornoa sé un immenso territorio inesplo-rato, una periferia lontana, e questoè lo spazio che ci circonda. Quanto di questo spazio esterno èstato esplorato finora?Diverse sonde robotiche interplane-tarie si sono avvicinate ai pianeti gi-ganti esterni del sistema solare, co-me la sonda Cassini-Huygens, rea-lizzata con un fondamentale contri-buto italiano, che ha studiato Satur-no e il suo satellite Titano. Il Voya-ger dopo un viaggio di 36 anni harecentemente varcato i confini delsistema solare. Gli astronauti 45 an-ni fa hanno messo piede sulla Luna,e per decenni hanno condotto e-sperimenti dalla Stazione SpazialeInternazionale. Questi risultatistraordinari sono stati ottenuti conprogetti di enorme impegno tecno-logico, scientifico e umano. D’altraparte bisogna rendersi conto che lanostra esplorazione diretta, rispettoalla vastità dello spazio interstellare,assomiglia molto al "gattonare" diun bimbo nel giardino di casa. Ba-sti pensare che la distanza della Lu-na è un miliardesimo di miliardesi-mo rispetto alle dimensioni dell’u-niverso osservabile che riveliamocon il telescopio Planck.

’C

Il titolo del Meeting sottolinea che"il destino non ha lasciato solol’uomo". Che esperienza ne fa unocome lei, che per mestiere esploral’universo?Non credo che l’esplorazione spa-ziale o il progresso della scienza pos-sano dimostrare che "il destino nonha lasciato solo l’uomo". Credo peròche possano mettere davanti ai no-stri occhi degli indizi interessanti einediti. L’uomo è spinto a esplorarela natura dal presentimento di unabellezza e di una utilità ancora dascoprire, dalla promessa di un beneignoto. Noi esploriamo per l’intui-zione che anche ciò che ancora nonconosciamo abbia un senso per noi.E il fatto è che la realtà non ci tradi-sce. A ogni nuovo livello di cono-scenza, nell’infinitamente grande enell’infinitamente piccolo, emergo-no nuove forme di bellezza nel mo-do in cui la natura è compaginata. Avolte penso che le nuove generazio-ni di artisti dovrebbero essere mag-giormente esposte a certi risultati del-la scienza moderna. E soprattuttotrovo stupefacente che, per qualchemotivo profondo e misterioso, noi,che siamo polvere nella vastità del-

Viaggiare verso altri pianeti ci por-terà a imbatterci in altre forme divita? Fino a cent’anni fa la grande mag-gioranza degli scienziati avrebbescommesso che su pianeti vicini co-me Marte e Venere avremmo trova-to forme di vita. Oggi nonostantetutti gli sforzi non sono ancora sta-te scoperte tracce di vita nel sistemasolare, neppure le più elementari. Lavita sembra essere un affare raro nel-l’universo. D’altra parte sappiamoche quasi tutte le stelle hanno siste-mi planetari, il che moltiplica enor-memente la possibilità di ambientiinteressanti per la complessità e la vi-ta. La missione Kepler della Nasa harivelato migliaia di pianeti extraso-lari, e la futura missione dell’Esa Pla-to potrà studiarne più a fondo le ca-ratteristiche. Ma è arduo fare contiprobabilistici. Dobbiamo infatticonfessare la nostra ignoranza sumolti aspetti, compreso quello cheè accaduto qui sulla Terra, come lavita si sia formata inizialmente, checosa abbia segnato certi passaggi cri-tici della sua evoluzione. L’esplorazione di altri mondi ar-ricchisce le conoscenze dell’uma-

nità sulla realtà, ma aiuta anche aconoscere di più chi siamo?Lo spazio ci dà un’angolatura inte-ressante con cui riguardare noi stes-si. Papa Francesco suggerisce che os-servare la realtà dalle periferie piùlontane può rappresentare un pun-to di vista vantaggioso dal quale ilcentro, il luogo da cui veniamo, puòessere meglio considerato e com-preso. Questo è vero anche in sensogeografico. Ad esempio, l’immaginedella Terra che sorge dall’orizzontedalla Luna è un’icona della moder-nità, non si può più dire qualcosasenza tenerne conto. Inoltre l’uomoha bisogno di percepire, anche fisi-camente, la presenza dell’immensitàintorno a sé. Dostoevskij ne «I de-moni» scriveva che "l’immenso e l’in-finito è altrettanto indispensabile al-l’uomo come quel piccolo pianetasul quale egli abita."La sonda spaziale Voyager 1 portacon sé un disco registrato di ramee placcato d’oro che contiene im-magini e suoni della Terra. Le i-struzioni per accedere alle regi-strazioni sono incise sulla custo-dia del disco, nel caso "qualcuno"lo trovasse. Si esplora per trovarema anche per essere trovati?Non vedo possibilità realistiche chequel disco venga raccolto e decifra-to. Ma la sua presenza testimoniache l’esplorazione esprime il desi-derio di entrare in rapporto con ciòche è "altro" da noi, che si tratti diun nuovo continente, di un nuovopianeta, oppure di un lontanissimostraniero. Come ogni tipo di cono-scenza, anche l’esplorazione è ulti-mamente un incontro. E l’uomo èfatto per incontrare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

l’universo, siamo messi in grado dicomprendere la natura a livelli cosìprofondi. Come diceva Einstein, "lacosa più incomprensibile dell’uni-verso è il fatto che l’universo sia com-prensibile". Forse allora il destinodell’uomo ha a che fare, in qualchemodo, con il destino del cosmo in-tero.Lei parlava anche di "utilità". Cheimpatto hanno i programmi di e-splorazione sulla nostra vita quo-tidiana? La ricerca spaziale ha prodotto unaquantità di ricadute sulla vita quoti-diana di miliardi di persone, prima

sperimentando e poi mettendo a di-sposizione tecnologie che sono en-trate nell’uso comune. Le telecomu-nicazioni, il Gps, il monitoraggiodell’ambiente terrestre, lo sviluppodi materiali innovativi sono alcuniesempi. La storia dell’astronomia èpiena di questo: per esempio le no-stre macchine fotografiche digitalisono i pronipoti dei ccd (charge-cou-pled device) ottimizzati come detectorsper i grandi telescopi. Naturalmen-te l’utilizzo positivo di ciò che si sco-pre non è automatico, coinvolge lalibertà e la responsabilità degli uo-mini, scienziati e non.

Marco Bersanelli

«È stupefacente che perqualche motivo profondo emisterioso noi, polvere nellavastità dell’universo, siamoin grado di capire la naturaa livelli così profondi. Comediceva Einstein: la cosa più incomprensibiledell’universo è che l’universosia comprensibile»

Lo spazio? È la nuovaperiferia geografica

nche quest’anno il cinema è protagonista alMeeting. Al padiglione D3, da lunedì 25 a gio-vedì 28 con inizio alle 21.30, quattro grandi

film della stagione legati al tema delle periferie delmondo e dell’esistenza. Si comincia lunedì (dopo lapremiazione, alle 19, dei vincitori del concorso di cor-tometraggi Meeting Rimini Film Festival), con Gra-vity di Alfonso Cuaron, con Sandra Bullock nei pan-ni di un ingegnere medico che dopo un incidente alsuo Shuttle si ritrova sola nel cosmo a combattereper la sopravvivenza e per risvegliare un’umanità an-nichilita da un dolore profondo. Il film, vincitore di7 Oscar, è tanto spettacolare quanto umanissimo. Siprosegue martedì 26 con Locke: un uomo da solo,in auto, per un viaggio decisivo per la sua vita; pre-so dalle telefonate da fare alle persone che gravita-no attorno a lui e da mille pensieri, per una sceltache può cambiare l’esistenza. Un film avvincente co-me un thriller e profondo. I sogni segreti di WalterMitty (mercoledì 27), diretto e interpretato da BenStiller, mescola commedia, sentimento e avventuraper raccontare le vicende di un uomo "mediocre"chiamato a una grande impresa che lo porta in ca-po al mondo. Giovedì 28 Still Life di Uberto Paso-lini: un uomo grigio, un funzionario comunale cheha preso su di sé la missione di dare una storia a per-sone morte in solitudine. Il suo ultimo caso sarà sor-prendente. Finale commovente, che conferisce unvalore eterno a vite dimenticate. Antonio Autieri, direttore di Sentieri del Cinema

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A

Quattro capolavorida gustare al cinema

VIOLANTENella vita pubblicacon giustizia e gratuità

«Vita pubblica: giustizia egratuità»; questo il temadell’incontro di giovedì 28(ore 17). Vi parteciperannoJavier Prades López, rettoredell’Università San Dámaso diMadrid e Luciano Violante,presidente emerito dellaCamera dei Deputati. I duerelatori saranno introdotti daLorenza Violini, docente diDiritto Costituzionaleall’Università di Milano.

BASSETTINelle sfide planetariedell’«Evangelii Gaudium»

«La Evangelii Gaudium: le sfide.Dall’America Latina all’Italia»: èil titolo dell’appuntamento inprogramma venerdì 29, incollaborazione con il il Progettoculturale Cei. Partecipanol’arcivescovo di Perugia,cardinale Gualtiero Bassetti e ilsegretario della PontificiaCommissione America Latina,Guzmán Carriquiry, introdottida Roberto Fontolan, direttoredel Centro Internazionale di Cl.

HABUKAWAL’attualità di don Giussaniper vivere la fede oggi

Anche il monaco buddistagiapponese Shodo Habukawaprende parte venerdì 29all’incontro «Come vivere la fedenel mondo contemporaneo?Attualità della vita di donGiussani». Con lui MassimoBorghesi, docente di Filosofiamorale all’Università di Perugia eMauro Magatti, docente diSociologia alla Cattolica di Milano.Introduce il portavoce di ClAlberto Savorana.

I TESTIMONICon i cercatori di libertàsulle tracce della pace

Sabato 30 il presidente dellaShahbaz Bhatti Memorial Trust(Pakistan) Paul Jacob Bhatti,l’arcivescovo di Jos e presidentedei vescovi della Nigeria, IgnatiusKalgama, il vescovo ausiliare delPatriarcato di Babilonia deiCaldei (Iraq) Shlemon Warduni(nella foto) e l’inviato de LaStampa Domenico Quirico,parlano di «Testimoni di libertà».Introduce Monica Maggioni,direttore di RaiNews24.

BONANNICosì le imprese italianesfidano i mercati globali

Il segretario generale della Cisl,Raffaele Bonanni, partecipa lunedì25 all’incontro sul tema: "Leimprese italiane e la sfida deimercati globali". Con lui, BrunelloCucinelli, presidente e ad dellaCucinelli Spa, Mauro Moretti,amministratore delegato diFinmeccanica, Flavio Valeri, chiefcountry officer del GruppoDeutsche Bank in Italia. Introduceil presidente della Compagniadelle Opere, Benhard Scholz.

POLETTICreare occupazione:con quali garanzie?

Sul tema «Creare occupazione.Quali garanzie?», siconfrontano, giovedì 28, ilministro del Lavoro, GiulianoPoletti, l’ad di Teddy Spa,Alessandro Bracci, il presidentedi Ferrovie dello Stato,Marcello Messori, il presidentedi Obiettivo Lavoro, AlessandroRamazza, l’ad di Sky Italia,Andrea Zappia. IntroduceBernhard Scholz, presidentedella Compagnia delle Opere.

GIORGIO SQUINZIRiformare l’Italiaimpegna la società civile

Il tema in programma venerdì29, alle ore 11.15, è tantocomplesso quanto affascinanteperché investe tutti gli attorisociali chiamati ad una svoltaepocale: «Riformare l’Italia: laresponsabilità della societàcivile». Ne parlerà ilpresidente di Confindustria,Giorgio Squinzi, che saràintrodotto dal presidente dellaCompagnia delle Opere,Bernhard Scholz.

MARCHIONNEEssere competitivinella globalizzazione

Di «Globalizzazione ecompetitività» parlerà sabato30 l’amministratore delegatodi Fiat e presidente e ad diChrysler Group Llc, SergioMarchionne. L’incontro èorganizzato in collaborazionecon Invitalia (Agenzianazionale per l’attrazione degliinvestimenti e lo sviluppo diimpresa) e sarà introdotto dalpresidente della Compagniadelle opere, Bernhard Scholz.

VVenerdì22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 6: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014
TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 7: SPECIALE MEETING DI RIMINI 2014

I percorsi dove il destinoè venuto incontro all’uomo

DI ALESSANDRA VITEZ

elle mostre di quest’anno viene documentato sotto molte-plici punti di vista in che modo il destino non ha lasciatosolo l’uomo. Il lavoro con i curatori è partito dall’iniziale con-

traccolpo al tema delle periferie, da quelle esistenziali a quelle deltempo, da quelle dello spazio a quelle della cristianità. Lungo il per-corso di costruzione delle singole esposizioni, ci si è accorti che piùsi va alle periferie più si viene attratti al centro, verso il cuore del-l’uomo.Le mostre della XXXV edizione del Meeting saranno sette, più duepercorsi espositivi denominati "Uomini all’opera": uno dedicato aSan Giuseppe Freinademetz, conosciuto quasi esclusivamente inAlto Adige, fulgido esempio di missione in Cina; l’altro rivolto alletestimonianze delle opere di carità (Banco Alimentare, Banco Buil-ding, Banco Farmaceutico, Banco Informatico, Tecnologico e Bio-medico). In più, una novità: quattro spazi chiamati "Esperienze e

Percorsi" dove la parola espe-rienza prende forma. Incon-treremo i testimoni della storiaattuale dell’Ucraina, il gruppostudentesco Swap (Share WithAll People) nato dal desideriodi mostrare le sofferenze dellapopolazione egiziana attraver-so storie di speranza dove il va-lore della diversità diventa unbene che unisce; il pittore fran-cese Jean François Millet checolpito dal lavoro quotidianodi uomini e donne ci ha do-nato tele colorate di inconfon-dibile ed evocativa bellezza. E

infine immagini piene di commozione dal Mondo Piccolo di Gua-reschi e la Roba Minima di Jannacci che ci introducono nelle pe-riferie di uomini e donne, figure apparentemente marginali che den-tro la loro normalità semplicemente "stanno", vivendo dei loro bi-sogni e desideri e che, non cercando il proprio riconoscimento, inrealtà mostrano la chiave per aprire la conoscenza di tutto, per ve-dere l’uomo e il mondo. I visitatori, quando entreranno nella mostra Explorers, a cura del-l’Associazione Euresis, compiranno un ideale viaggio interplaneta-rio con la navicella spaziale Voyager che, lanciata nel 1977, dopo 36anni ha varcato il confine del nostro sistema solare, rivoluzionan-do la nostra conoscenza dello spazio e aprendo la strada a una se-rie di missioni successive. È il primo oggetto prodotto dall’uomo adessere entrato nello spazio interstellare. L’esperienza dell’esplora-zione è un’attività di ricerca che è una caratteristica dell’uomo: an-dare, espandersi, capire. Il percorso della mostra non ha la finalitàdi dare risposte ma di far vivere fino in fondo le domande circa ildesiderio di capire il proprio destino. Far sorgere molte domande e non distribuire risposte sarà la notadominante della mostra curata da John Waters e Fondazione AvsiGenerare bellezza. Nuovi inizi alle periferie del mondo. Ci tro-veremo davvero dentro le periferie di tre Paesi – Kenya, Ecuador eBrasile – in cui l’esperienza della rinascita della persona non è unafrase o un pensiero ma qualcosa che si tocca. Sarà possibile incon-trare i testimoni diretti che vivono in alcuni dei posti più poveri al

N

mondo. Come risolviamo il dramma dell’uomo moderno? Tolstoj. Il gridoe le risposte (a cura di Giovanna Parravicini) affronta l’interrogati-vo. Figlio del razionalismo ma anche consapevole del suo falli-mento, incapace di piegarsi ad accettare il "Tu" di Cristo ma domi-nato dalla percezione di un Mistero inspiegabile, il grande scrittorerusso è costretto continuamente a riaprire la ferita, fino all’ultimogiorno di vita. Il mondo moderno è dominato dall’uso ridotto della ragione e diquesto era ben cosciente Charles Péguy, a cui è dedicata la mostracurata da Pigi Colognesi). A cent’anni dalla sua morte, in mezzo al-l’enorme mare dei suoi scritti, qual è il punto che riteniamo essen-ziale? La parola "avvenimento". Péguy ci prende per mano e ci aiu-ta a ricordare che la dinamica dell’avvenimento è essenziale per o-gni autentica conoscenza. Quando conosco come la tradizione rimane viva? Riandare alla sto-ria è sempre utile per non subire le circostanze del presente. Dalprofondo del tempo. All’origine della comunicazione e della co-munità nell’antica Siria, curata dagli archeologi Marilyn e GiorgioBuccellati, ci porterà ai confini del tempo e all’inizio della civiltà tragli spettacolari ritrovamenti nel sito paleolitico di Dmanisi e i mo-numenti di Urkesh, una delle prime città della storia. Fino alla Si-ria di oggi ed allo sforzo di preservare l’eredità culturale in mezzoal dramma che si sta consumando nella regionee. Rimanendo inMedio Oriente visiteremo Parabole d’Oriente. Il cristianesimo al-la sfida del nuovo millennio, una mostra fotografica sulle comu-nità cristiane promossa dall’Ambasciata della Repubblica d’Arme-nia presso la Santa Sede. Questo progetto desidera documentare larealtà odierna della c cristianità orientale, riflettendo su futuro eruolo di queste comunità e portando all’attenzione la salvaguardiadel ricco patrimonio artistico ed architettonico, testimonianza del-le comunità cristiane. Infine, ma non perché ultima, una esposizione di circa 100 oggettioriginali di tradizione etiope, icone e croci. Con l’ausilio di video etesti narrativi: Dalle periferie della cristianità l’Etiopia innalzeràa Dio le sue mani. Immagini di una tradizione millenaria e sor-gente di dignità in terra. Le icone piene di colore e le eleganti cro-ci fanno risaltare la duplice funzione che hanno avuto e continua-no ad avere nella società che li ha prodotti: la glorificazione di Dioe il sostegno della dignità della persona al di là delle circostanze li-mitanti in cui si trova.Alle periferie dei padiglioni fieristici, le mostre, per sperimentare lapossibilità di un nuovo inizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Jannacci e Guareschi, la grandezza della marginalitàDI GIORGIO VITTADINI*

se proprio quella nostra normalità così fa-stidiosa, di esseri umani punto e basta,senza altri aggettivi, contenesse la chiave

per attraversare tutti i mari in tempesta?La nostra umanità, fatta di bisogni e desideri, èqualcosa che abbiamo ma che non possediamo,e per questo cerchiamo di censurare, almenonei suoi punti più scomodi, aiutati dalla men-talità dominante. Eppure, è proprio di fronte atipi magari strani, "marginali" ma autentici, checi si sente visti e guardati. Come accade con ipersonaggi raccontati da Enzo Jannacci, il ge-niale e poetico medico-cantante milanese, e daGiovannino Guareschi, l’autore di don Camil-lo e Peppone, lo scrittore italiano più tradottonel mondo. Storie diverse, come quella del bar-bone con le scarpe da tennis, che parla da soloper strada, ma non gli serve essere "normale"

per sentirsi qualcuno quando incontra l’amo-re. O come Vincenzina, davanti alla fabbrica,alla fatica del lavoro e del quotidiano che stron-ca: sente "odor di pulito" e per questo non saràmai un numero, un ingranaggio… E i perso-naggi guareschiani, come don Camillo e Pep-pone, irriducibili nel confrontarsi con la lorocoscienza e per questo uniti: Giobà, che non sipiega agli interessi economici perché quello chesa è per la sua soddisfazione, non per il succes-so o i soldi, e il pittore della Celestina del fa-giano, che rappresenta il volto della Madonnacon quello di una ragazza bellissima ma da tut-ti considerata "senzadio".Questi personaggi in apparenza marginali, mainfinitamente reali, a differenza della gran par-te di noi, non cercano il riconoscimento socia-le, difficilmente cedono all’interesse, al como-do, alla massa; tutti obbediscono a qualcosache viene dettato loro direttamente dal di den-

tro. Il loro cuore è come una periferia che rimetteal centro il sé di tutti, l’"io" messo a nudo. Quel-lo che rimane quando tutto sembra crollare. Enon sovrappongono alla realtà le solite bolse a-nalisi, ma "guardano", come fanno gli zingaridell’omonima canzone di Jannacci di fronte al-l’imponenza del mare. Libertà e ironia sono par-te della grande eredità dei due autori. Ironia,come quella contenuta in "Ho visto un re" diDario Fo e Jannacci, che smaschera e deride ilsopruso di ogni potere; e libertà profonda, co-me quella del contadino de "Il Canalaccio" diGuareschi che, vittima di gravi ingiustizie, dicedel suo aguzzino: "Ho pietà della sua carne ma-ledetta".Incontrare questi personaggi è lo scopo di "Mon-do Piccolo Roba Minima. Le periferie esisten-ziali di Giovannino Guareschi e Enzo Jannac-ci", percorso espositivo con video, foto, dise-gni, fumetti realizzato da un gruppo vario di

appassionati. Per l’occasione saranno pubbli-cati due inediti: il dialogo tra Enzo Jannacci e iragazzi del centro di aiuto allo studio Porto-franco, e l’episodio "Il campione" della serie"Don Camillo a fumetti" dell’editrice RenoirComics).Guareschi e Jannacci: diversi ma profondamentesimili, ironici ma mai cinici, sempre complicidi ogni piega dell’umano. Non hanno alcuna i-deologia da difendere, non fanno la predica,non parlano "sopra" i loro personaggi, ma leg-gono il mondo attraverso sguardi liberi, non acaso entrambi emarginati dai potenti di turno.Guardare alle "periferie esistenziali" delle vicen-de raccontate da Guareschi e Jannacci significascoprire il centro dell’esistenza umana, quello sucui tutto il potere del mondo non può nulla. Roba minima e Mondo piccolo… o no?

*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà© RIPRODUZIONE RISERVATA

E

Viaggio in alcune dellezone più povere delmondo, dentrol’immensità dello spazioe nei misteri che abitanoil cuore dell’uomo, incompagnia di due geniletterari come Tolstoj ePèguy. Più si va alleperiferie, più si vieneattratti al centro

Uno studente nello slum di Kibera, periferia di Nairobi. Foto dalla mostra «Generare bellezza» promossa da Avsi

I GIOVANI DI SWAPA proposito di universitàed educazione alla libertà

Domenica alle 19 si parla di«Università ed educazione allalibertà, l’esperienza del gruppoSwap», con Usamah Elabed, docentedi Diritto e legge islamica della Al-Azhar University (Egitto), WaelFarouq, visiting professor di linguaaraba alla Cattolica di Milano, MarioGatti direttore di sede di Milanodella Cattolica. Intervengono alcunigiovani del gruppo Swap (Share withall people), egiziani di secondagenerazione.

GERALD MAHONL’essere umano vale di piùdella sua malattia

Gerard Mahon, pastor of theChurch of St. John theEvangelist in Rochester(Usa), nella foto, e MartaScorsetti, responsabiledell’Unità operativa diRadioterapia dell’Istitutoclinico Humanitas diRozzano (Milano),intervengono lunedì 25 sultema. «Testimonianze dalleperiferie: l’uomo vale di piùdella sua malattia».

BONFANTI E MEDINAL’educazione introducealla lettura della realtà

Scuola, giovani generazioni enon solo. Il presidente delcentro di aiuto allo studio«Portofranco» di Milano,Alberto Bonfanti (nella foto), e ildocente americano José Medinasono i protagonisti, martedì 26,dell’incontro sul tema«Testimonianze dalle periferie:educazione, introdurre allarealtà». Introduce EmiliaGuarnieri, presidente dellaFondazione Meeting.

BUCCELLATISiria, dall’archeologiaun progetto per la pace

«L’archeologia in Siria oggi: unprogetto per la pace».All’incontro in programmamartedì 26, saranno presentiGiorgio Buccellati, professoreemerito di Storia e archeologiaalla Ucla (Usa); MaamounAbdulkarim, direttore generaledelle Antichità di Siria; ZiadHilal, del Jesuit Refugee ServiceHoms (Siria); Paolo Matthiae,docente emerito alla Sapienzadi Roma.

BRAMBILLATestimonianze di libertàanche dietro le sbarre

«Testimonianze dalle periferie:libertà dietro le sbarre»:mercoledì 27 con ilmagistrato di sorveglianza delTribunale di Milano, GuidoBrambilla, la responsabile diprogetto della CooperativaHomo Faber nella Casacircondariale di Bassone(Como), Patrizia Colombo, e ildirettore della seconda Casadi reclusione di Milano-Bollate, Massimo Parisi.

J. ECHEVARRÍAIl cammino per Emmausda tutte le strade del mondo

Per la prima volta al Meetingè presente il prelatodell’Opus Dei, il vescovospagnolo Javier EchevarríaRodríguez. Interviene giovedì28, alle ore 15. Temadell’intervento, introdottodal direttore del CentroInternazionale di Comunionee Liberazione, RobertoFontolan, «In cammino versoEmmaus, per tutte le stradedel mondo».

FAMLONGAE se lo sviluppo partissedalle periferie?

Giovedì 28, alle ore 15,nell’ambito della rassegna«Testimonianze dalleperiferie», l’appuntamento sultema «Un soggetto per losviluppo». Partecipano laresponsabile dell’Avsi inEcuador, Stefania Famlonga(foto), e il giornalista JohnWaters. Introduce DavidePerillo, direttore del mensiledi Comunione e LiberazioneTracce.

«CHARLY»I preti alla fine del mondo:i curas villeros di Bergoglio

Giovedì sera vienepresentato il libro di SilvinaPremat, giornalista de LaNación di Buenos Aires,«Preti dalla fine del mondo.Viaggio tra i curas villerosdi Bergoglio» (edizioniEmi). Con l’autore, saràpresente Carlos «Charly»Olivero, parroco a Virgende los Milagros deCaacupé, Villa 21, BuenosAires.

LE M

OSTR

E

VIIVenerdì22 Agosto 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30