Speciale European Jazz Expo 29 maggio
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NU-ASIAN SOUND NIGHT
Abbiamo un ricordo legato alla vicenda artistica di Sergio Cammariere, musicista tra
i più apprezzati e ricercati del panorama italiano. In un video registrato al festival di
Sanremo, presumibilmente a un dopofestival, lo vediamo intento scegliere con Alex
Britti con quale brano cominciare una jam, tra l’immancabile fl ash dei fotografi e la
curiosità dei presenti. Al cantautore di Crotone non è mai mancato l’interesse nei
confronti del jazz; anzi, si potrebbe dire che le sue band sono quasi sempre com-
poste da jazzisti, come il quintetto che lo accompagnerà questa sera: Olen Cesari
al violino, Daniele Tittarelli, tra i più interessanti sassofonisti contralti italiani, Luca
Bulgarelli al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano alla
batteria. Basta avere un po’ di confi denza con l’ambiente del jazz in Italia per prolun-
gare l’elenco. Limitiamo i nomi a quello di Fabrizio Bosso, che lo invitò in un brano
di «You’ve Changed», i sassofonisti Daniele Scannapieco e Javier Girotto, e tra i
chitarristi (oltre a Britti) Jimmy Villotti e Bebo Ferra. Eppure, nonostante uno stru-
mentismo che aderisce al jazz e un tocco delicato al pianoforte, la prima raccolta di
Cammariere porta un titolo che ne ribadisce lo status: «Cantautore piccolino». Non
può che essere un insieme di brani in cui parole e testi sono decisivi.
sergiocammariere.com
na serata dedicata alla commistione fra
tradizioni musicali asiatiche e piste da
ballo occidentali. Punto nodale sono i
TransGlobal Underground, dalla cui for-
mazione sono transitati sia Natacha At-
las sia Johnny Kalsi, anima della Dohl
Foundation. La musica dei TransGlobal
Undergorund è il prodotto delle svariate
infl uenze metabolizzate dai singoli mu-
sicisti della formazione: «dj culture, Indian classical,
reggae, bhangra, hip-hop, community politics, under-
ground art and eighties pop».
Natacha Atlas si è unita loro in una delle prime sedu-
te d’incisione: prima li ha lasciati di stucco cantando
• S P E C I A L E E U R O P E A N J A Z Z E X P O •
29www.musicajazz.it
DOMENICA
MAGGIO
Teatro dei SemiTigran Hamasyan
Teatro della FontanaMario Brai
Teatro dei SemiRoberta Alloisio
VillageSimona Severini
Teatro della FontanaJean Binta Breeze
VillageManel Camp
Teatro della FontanaNew York Contemporary Live
Teatro della FontanaSaba Anglana feat. Roy Paci
ArenaNu Asian Sound Night
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orte
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EJE
M U S I C A
e poi ha completa-
to l’opera con una
danza del ventre
in cabina di regia,
indossando una
copia del Daily Mir-ror. A ballare così
(e a parlare fran-
cese, spagnolo e
arabo) aveva impa-
rato nel quartiere
marocchino di Bru-
xelles dov’è nata
da mamma inglese
e papà sefardita.
Come cantante,
parrebbe porsi sul-
la lunghezza d’on-
da della leggenda-
ria diva egiziana
Umm Kulthum (al-
tresì nota come Oum Kalsoum e in mille altre traslitte-
razioni dall’arabo), riveduta però alla luce dell’odierna
elettronica da ballo. Ma chi volesse ridurla a quello per-
derebbe per strada troppi pezzi: dalle collabrazioni con
Jah Wobble alle interpretazioni di La nuit sur la ville di
Françoise Hardy e River Man di Nick Drake.
Non meno eclettiche sono le apparizioni di Johnny Kal-
si e del suo dohl, il tamburo tradizionale indiano di cui
è grande maestro e didatta: da Peter Gabriel a Gangs Of New York di Scorsese. La Dohl Foundation è com-
posta in gran parte da suoi allievi – percussionisti ma
non solo – ed è a sua volta dedita all’esplorazione e
mescolanza di varie culture musicali, sempre nella pro-
spettiva del ballo.Alessandro Achilli
SERGIO CAMMARIERE
ORE 20_PICCOLA ARENA
Un cantautore injazzato
CON TRANSGLOBAL UNDERGROUND, NATACHA ATLAS, DOHL FOUNDATION
Arenaore 22:20
DA NON PERDERE
ore 17
ore 19
ore 12
ore 11:10
ore 21
ore 22:20
101 microlezioni di jazz
«Quando pensi che una cosa sia impossibile, qualcuno arriva e la fa».
Thelonious Monk
ULTIM’ORA
Umbria Jazz ha appena fi rmato un contratto con Prince, che il 15 luglio sarà tra le star del festival perugino.
a cura di F.Bi.
G. S
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DAILY
www.musicajazz.it
TIGRAN
Armeno di nascita (come Geor-ges Gurdjieff, un suo punto di riferimento), Tigran Hamasyan vive tra Stati Uniti e Francia ma continua a coltivare le proprie ra-dici: le canzoni popolari raccolte da Komitas, la poesia e gli inni re-ligiosi medievali, una visione del mondo che si situa al centro di molteplici infl ussi, dalla cultura europea a quella indiana. Musicalmente, ciò signifi ca ap-prezzare la musica classica in-diana di Hariprasad Chaurasia e Zakir Hussain ma anche i labo-ratori interculturali frequentati da quegli stessi grandi, come gli Shakti di «A Handful Of Beauty». Sarebbe diffi cile tenere il conto delle infl uenze e delle passioni musicali di questo enfant prodi-ge, che a tre anni imparava a me-moria tutte le canzoni che ascol-tava e le ricantava al pianoforte, a sette ha iniziato a suonare jazz e oggi sembra muoversi tra i vari linguaggi della musica con una
sorta di superiore libertà. Nel suo bagaglio fi gurano giganti del No-vecento pianistico: da Prokof’ev a Ravel, fi no a Thelonious Monk. Ma tra le sue passioni fi gura an-che il gruppo death metal dei Me-shuggah. Nella sua musica il jazz ama confondersi con l’impronta etnica e lo standard affrontato in modo non banale si affi anca alla composizione originale. Su tutto, un gesto pianistico im-perioso che non ha paura dell’en-fasi lirica (in certi brani lo ascol-terete canticchiare estatico, e qui la differenza con Jarrett sta nel fatto che Tigran si amplifi ca spavaldamente, fa del suo canto non un piccolo vizio privato ri-dotto a rumore di fondo, ma un elemento del discorso musicale). Tempi dispari e composti, metri-che irregolari e composizioni che contengono più spunti tematici arricchiscono il suo vocabolario di giovin virtuoso.
Fabrizio Versienti
Il graffi o della tigre
DOMENICA 29 MAGGIO 2011 M U S I C A
ORE 11:10_TEATRO DEI SEMI
Vah
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nzo, com’è nato questo quar-tetto a tuo nome? Arrivato a un certo punto della mia vita musicale sentivo l’esi-genza di investire su di me. In genere mi piace collaborare con i musicisti e suonare con gente del mio livello, com’è accadu-
to per molti anni con Doctor 3. Nel tempo è diventato però sempre più difficile, per-ché i musicisti della mia età maturano certe convinzioni e ambizioni che non sempre ri-escono a conciliarsi con quelle del gruppo. Perciò ho pensato di varare un progetto a mio nome. Non è il primo ma lo vedo come l’inizio di un nuovo discorso.
Con Fulvio Sigurtà e Julian Mazzariello avevi già suonato; e con Alessandro Pa-ternesi?Una volta in cui sostituì Gatto: in quell’oc-casione scoprii un talento grandissimo, un musicista che mentre suona ti sorride e ti fa capire che è contento di suonare con te. Con il gruppo attuale siamo andati in India che, come si può immaginare, non è un Paese facile e suonarci è ancora meno semplice.
Queste difficoltà ci hanno unito tantissimo anche dal punto di vista umano; ho cpsì scoperto una grande sintonia e un’adesio-ne sincera al progetto.
E il repertorio?Brani che ho scritto appositamente, con una venatura blues ma non il blues di John Lee Hooker: semmai più un colore, un sen-timento. E poi, come mia consuetudine, un po’ di rivisitazioni: Wild Horses dei Rolling Stones, Pour que l’amour me quitte di Ca-mille, Quella cosa in Lombardia di Fiorenzo Carpi e poi un pezzo dalla colonna sonora di un film indiano di successo e uno di Ai-mee Mann dal film Magnolia.
Dei Doctor 3 che rimane? Doctor 3 ha avuto un ciclo meraviglioso di soddisfazioni. Se penso che siamo stati in-sieme per undici anni mi meraviglio, perché un gruppo jazz senza leader non dura mai così a lungo e in quel gruppo c’era davvero un rapporto paritario. Per quanto riguarda il futuro, mai dire mai…
Andrea Scaccia
E
A cosa stai lavorando, Stefano? A un disco in cui ogni brano è ispirato a una fi gura femminile che per un motivo o per l’altro ha acceso
la nostra fantasia. La scintilla è stata la nascita di mia fi glia.
Come prendono forma queste composizioni? Tutti i brani sono stati scritti tra una chiacchierata con Gino Castaldo (che pure ha due fi glie) e un giro
con Flora nel passeggino. Il primo elemento che risalta è la cantabilità: stando sempre con la bimba
è stato naturale. Sono stati composti in situazioni e momenti diversi, Uno è venuto fuori mentre ero
in motorino: l’ho registrato in corsa con il telefonino!
Quali musicisti ti accompagnano in questo lavoro? Alla batteria, Jeff Ballard dà quel contributo sanguigno che desideravo: è un grande comunicatore di
ritmi e di colori, come pure lo trepitoso Jonathan Kreisberg, indispensabile al progetto benché la chi-
tarra sia per me una novità. Mi piacciono la sua pulizia, le frequenze mai invadenti (sia nel clima rock
sia in quello più jazzy) e l’eleganza negli assoli. Al basso c’è Francesco Puglisi, al quale sono legato
da anni. Poi i pianisti, Julian Oliver Mazzariello e Roberto Tarenzi: impossibile scegliere tra loro. Gino
ha portato immagini, visioni, suggestioni spesso lontane dal linguaggio con il quale i musicisti hanno
normalmente a che fare. Magari sente nella musica qualcosa che non lo convince ma non saprebbe
spiegarlo tecnicamente e così lo suggerisce da un punto di vista non musicale. E noi riprendiamo gli
strumenti e suoniamo qualcosa che mai avremmo immaginato senza quel confronto.
Antonio Iammarino
STEFANO DI BATTISTA
www.musicajazz.itDOMENICA 29 MAGGIO 2011
La femminilità sospesa tra jazz e letteratura
Cort
esia
EJE
UN NUOVO QUARTETTO E UN NUOVO DISCO
Cort
esia
EJE
www.musicajazz.itSupplemento a Musica Jazz, anno LXVI, n. 5 (726), maggio 2011
Direttore responsabileFilippo Bianchi
VicecaposervizioAlessandro [email protected]
Assistente di redazioneAlessandra [email protected]
Progetto grafi coPier Paolo Pitacco per Cento per Cento, MilanoGraphic designer: Silvia Rappini
Musica Jazz Daily Speciale European Jazz Expo 2011
RedazioneLuca Civelli e Alessandro Achilli
TestiLuca Civelli, tranne quando diversamente indicato
EditingAlessandro Achilli
22publishing s.r.l.
Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • Distribuzione esclusiva Italia: m-Dis distribuzione media spa • via Cazzaniga 1 • 20132 Milano • tel. 02/2582.1 • fax 02/25825306 • email: [email protected] • stampa: Tiemme offi cine grafi che srl, Assemini (CA) • Registrazione Tribunale di Milano n. 711 del 1948. sped. in a.p. - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Dcb Milano.
Musica Jazz Daily e la Jazzine allegata sono stampatisu carta riciclata.Non disperdere nell’ambiente.
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ORE 18_PICCOLA ARENA
ENZO PIETROPAOLI
M U S I C A
Italiani su ECM
Ottobre, nuovo disco diGianluigi Trovesi - Gianni Coscia
ECM 2217
Ottobre, nuovo disco diStefano Battaglia Trio
ECM 2151
EC
M 2
203
Gianluigi Trovesi all'Opera
Profumo di Violetta
Gianluigi Trovesi, sassofonoMarco Remondini, violoncello - electronicaStefano Bertoli, batteria - percussioniFilarmonica Mousiké Orchestra
Savino Acquaviva, direttore
clarinetti e
EC
M 2
068
EC
M 1
907
Gianluigi Trovesi - Gianni Coscia
Round about Weill
Gianluigi Trovesi, clarinetti Gianni Coscia, fisarmonica
EC
M 1
827Gianluigi Trovesi Ottetto
Fugace
Gianluigi Trovesi, clarinetti e saxBeppe Caruso, tromboneMassimo Greco, trombaMarco Remondini, violoncelloRoberto Bonati, contrabbassoMarco Micheli, bassoFulvio Maras, percussioniVittorio Marinoni, batteria
EC
M 1
703
www.ecmrecords.com
Gianluigi Trovesi Ottetto
In cerca di cibo
Gianluigi Trovesi, clarinettiGianni Coscia, accordion
EC
M 1
933-3
4
Stefano Battaglia
Raccolto
Stefano Battaglia, pianoforteGiovanni Maier, contrabbasso (CD 1)Michele Rabbia, percussioni Dominique Pifarély, violino (CD 2)
EC
M 1
998-9
9
Stefano Battaglia
Re: Pasolini
Stefano Battaglia, pianoforteCd1: Michael Gassmann, trombaMirco Mariottini, clarinettiAya Shimura, violoncelloSalvatore Maiore, contrabbassoRoberto Dani, batteriaCd2: Dominique Pifarély, violinoVincent Courtois, violoncelloBruno Chevillon, contrabbassoMichele Rabbia, percussioni
EC
M 2
120
Stefano Battaglia
Pastorale
Stefano Battaglia, pianoforte, pianoforte preparato Michele Rabbia, percussioni, electronics
Paolo FresuA Filetta Vocal EnsembleDaniele di Bonaventura
Mistico Mediterraneo
Paolo Fresu, tromba, flugelhornDaniele di Bonaventura, bandoneonA Filetta Vocal Ensemble:Jean-Claude AcquavivaPaul GiansilyJean-Luc GeronimiJosé FilippiJean SicuraniMaxime VuillamierCeccè Acquaviva
EC
M 2
085
Paolo Fresu
Chiaroscuro
Ralph Towner, chitarrePaolo Fresu, tromba, flugelhorn
Ralph Towner -
osa intende Eduardo Galeano quando afferma che «dal-
la schiavitù nacque la più libera delle musiche»? In che
senso interazione e improvvisazione ne sono elementi
costitutivi?
Come tutti i linguaggi, il jazz presuppone l’interazione
tra interlocutori che condividono un retroterra, all’inter-
no del quale improvvisano un discorso su un tema speci-
fico. Comunicazione, interazione ma anche e soprattut-
to libertà e sostenibilità: come in un dibattito, prima ci si mette d’accordo
sugli argomenti da affrontare, in merito ai quali ciascuno è poi libero di
dare la propria opinione. Libertà di espressione, libertà di improvvisare in
tempo reale un discorso musicale che deve tener conto degli argomenti e
degli stimoli dei musicisti implicati.
Massima libertà e tranquillità all’interno di un sistema di regole condiviso;
ricerca di un equilibrio e quindi estrema attenzione al contributo di ogni
interlocutore cui democraticamente sono lasciati dagli altri interpreti lo
spazio e il momento di esprimersi: il jazz è dunque sostenibilità: elementi
eterogenei che coesistono armonicamente senza rinunciare alla propria
individualità.
Perciò, il jazz non può prevedere la passività o l’acquiescenza del musici-
sta: si può suonare solo se, all’interno di qualunque formazione, l’elemen-
to della partecipazione attiva – come l’ascolto dell’altro, la reazione ai suoi
stimoli, l’esigenza di dare il proprio punto di vista – diventa l’asse portante
della condivisone volontaria di un discorso musicale comune, in un siste-
ma integrato in cui ognuno «sostiene» l’altro.
Il jazz è sostenibile: è libertà, è evoluzione, è multiculturalità, è equilibrio,
è sensibilità massima, è integrazione, sentimento, creatività e cooperazio-
ne. È sostenibile per chi lo fa e anche per chi lo ascolta. Libertà sostenibi-
le: un miracolo culturale che si chiama jazz.
Nicola Pirina (movirindi.com)
C
Jazz e (è) sostenibilitàlibertà all’interno di regole condivise
www.musicajazz.itDOMENICA 29 maggio 2011
Cort
esia
EJE
Un caldo intenso non ha impedito a qualche spettatore di conoscere
il sax contralto di Mattia Cigalini, che dimostrava tutte le sue doti im-
provvisative sul palco del teatro dei Semi, presentando «Res nova»
(My Favorite). Rispetto al disco, Mauro Battisti rimpiazzava Yuri Golou-
bev senza che il suono d’insieme perdesse compattezza, legato dalla
batteria di Arco.
Buone impressioni sono giunte dai Kb Connection, quintetto spagnolo
(Marcos Salcines Gómez, sassofono contralto; Diego Lipnizky Manperl-
Perelman, chitarra; Ernesto Larcher Del Rio, contrabbasso; Miguel
Gonzálvez Román, batteria) vincitore del secondo Certamen de Jazz
di Palma di Maiorca. Dotati tutti di un bel suono (su tutti Lipnizky Man-
perl-Perelman, che parrebbe il leader del gruppo, e Gonzálvez Román,
con le sue pulsioni vicine al rock), i cinque si sono mossi nei territori di
un jazz contemporaneo mettendo in luce buoni dote solistiche e com-
positive (singolare in tal senso Dodecablues).
SHEILA JORDAN
JOHN PATITUCCI
DANILOPEREZ
DAVELIEBMAN
LAGELUND
JOE LA BARBERA
2011
Jazz workshop internazionali
11 - 17 luglio
www.jazzscool.it
Ales
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MEZZOGIORNO DI FUOCO Giovani musicisti italiani e spagnoli crescono
m u s i c a
Criteri di selezioneLa presente selezione è operata sulla base dei dischi recensiti sulle pagine di Musica Jazz dal febbraio 2001 – esordio di Filippo Bianchi alla direzione – al dicembre
2010. Sono stati solamente presi in considerazione [1] il disco del mese e [2] i
dischi contrassegnati dal bollino, che non è previsto per le ristampe. Elenchiamo i
dischi riportando: [1] titolare del disco; [2] titolo; [3] casa discografica; [4] anno di
registrazione; [5] mese e anno di pubblicazione della recensione.
AND THE WINNER IS...(continuate a seguirci su musicajazz.it)
www.musicajazz.itDOMENICA 29 maggio 2011
_taylor-dixon-oxley, «Cecil Taylor Bill Dixon Tony Oxley», Victo 2002 | gennaio 2003
_Fred HersCH, «Live At The Village Vanguard», Palmetto 2002 | luglio 2003
_steVe turre, «One4J: Paying Homage To J.J. Johnson», telarc data scon. | luglio 2003
_eVan Parker, «Memory/Vision», ecm 2002 | marzo 2004
_sHePP-Waldron, «Left Alone Revisited», enja 2002 | aprile 2004
_salVatore BonaFede, «Journey To Donnafugata», Cam Jazz 2003 | giugno 2004
_lieBman-mossBlad, «The Season Reflected», soul note 2003 | agosto-settembre 2004
_kenny Barron, «Images», Gitanes 2003 | ottobre 2004
_World saxoPHone Quartet, «Experience», Justin time 2003 | ottobre 2004
_steFano di Battista, «Parker’s Mood», Blue note 2004 | novembre 2004
_keitH Jarrett, «Radiance», ecm 2002 | agosto-settembre 2005
_tiziano tononi, «Peace Warriors. Ornette Coleman Revisited - Volume One: Acoustic», Black saint
2004 | agosto-settembre 2005
_kate e mike WestBrook, «Art Wolf», altrisuoni 2004 | agosto-settembre 2005
_manu katCHé, «Neighbourhood», ecm 2004 | novembre 2005
_traCey-Parker, «Crevulations», Psi 2004 | novembre 2005
_CHarlie Haden - liBeration musiC orCHestra, «Not In Our Name», Verve 2004 | ottobre 2005
_montellaniCo-Pieranunzi, «Danza di una ninfa», egea 2005 | dicembre 2005
_GeorGe russell, «The 80th Birthday Concert», Concept 2003 | gennaio 2006
_derek Bailey, «Carpal Tunnel», tzadik 2005 | febbraio 2006
_rosario Giuliani, «Anything Else», Fdm 2006 | marzo 2007
_FaBrizio Bosso, «You’ve Changed», Blue note 2006-2007 | giugno 2007
_Pieranunzi-JoHnson-Baron, «Live In Japan», Cam Jazz 2006 | novembre 2007
_antonio sanCHez, «Migration», Cam Jazz 2007 | marzo 2008
_Hall-Frisell, «Hemispheres», artistshare 2007-2008 | marzo 2009
_Jazz triBe, «Everlasting», red 2007 | ottobre 2009
_GioVanni Guidi, «The Unknown Rebel Band», Cam Jazz 2009 | novembre 2009
10/100: i cento migliori dischi del decennio
IN QUATTRO PUNTATE, MUSICA JAZZ DAILY VI ElENcA I cENTO MIGlIORI DIScHI JAZZ DEl
DEcENNIO SUllA BASE DEllE REcENSIONI UScITE SUllA RIVISTA DAl 2001 Al 2010
LuIgI PomATA: JAzz KITcHENla ricetta della domenica
ingredienti per quattro persone:• 800 gr di filetto di tonno
• 300 gr di cipolla rossa
• 1 bottiglia di Cannonau
• olio, sale, pepe quanto basta• 20 cl aceto di vino rosso
• 1 bottiglia di Vermentino
• 2 cucchiai + 2 di miele di cardo
• 1 rametto di timo
• 100 gr di zucchero
ProcedimentoParare il filetto e metterlo in ac-qua e ghiaccio per 15 minuti; asciugarlo e avvolgerlo in carta di riso per 30 minuti.Eliminare la carta e asciugarlo nuovamente; tagliarne 4 filetti; salare e pepare.In un pentolino, mettere il Can-nonau e il timo, e far consumare
per tre quarti; finire con il miele di cardo (2 cucchiaini); correggere di sale.Pulire le cipolle eliminando le fo-glie esterne; tagliarle in 8 spic-chi; far dorare in un tegame uno spicchio d’aglio e lo zucchero; sfu-mare con il Vermentino e l’aceto; coprire e far cuocere per altri 7 minuti; spegnere il fuoco e lasciar finire la cottura con il coperchio.Togliere le cipolle e far consuma-re la salsa aggiungendo il miele restante.In una padella molto calda, far do-rare il tonno; toglierlo dalla padel-la e tenerlo al caldo.Sistemare al centro del piatto le cipolle; mettervi il tonno; finire il piatto con la salsa.
Filetto di tonno rosso di CarloForte sCottato in padella Con Cipolla rossa brasata e salsa al Cannonau
MATTIA CIGALINIRES NOVA
ROBERTO CECCHETTOSOFT WIND
UN'AUTENTICA RIVELAZIONE. Con Mario Zara, Yuri Goloubev, Tony Arco.Management & Booking: Rat Pack Music / Giulio Vanninicell. +39 3457902481 / Tel. e Fax +39 059 395508email: [email protected]
UN CAPOLAVORO DI STILE. Con Giovanni Guidi, Giovanni Maier e Michele Rabbia.Booking & management: US cooperativa per l'arte (giovanna mascetti)+39 (333) 79 59 076 mail: [email protected]
SIMONA SEVERINILA BELLE VIE
UNA VOCE SENSAZIONALE.Con Antonio Zambrini, Alex Orciari, Antonio Fusco. Ospite: GabrieleMirabassi.Per concerti: My Favorite Booking cell. +39 3291125272 / Tel. +39 02 36561025 / email: [email protected]
WWW.MYFAVORITE.IT
P R E S E N T A
m u s i C a
ominciamo dal tuo nuovo lavoro discografico, Filomena… «Jester Of Jazz» origina dalla collaborazione con il bassista Dudley Phillips e il piani-
sta Steve Lodder, che hanno scritto le musiche per i miei testi. L’idea del giullare jazz
deriva dalle motivazioni del premio Nobel a Dario Fo, «che nella tradizione dei giullari
medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati». Esploro la voce e l’im-
provvisazione come un grammelot, a volte usando maschere o il naso rosso da clown.
Alcuni testi sono ispirati da opere di Stefano Benni, di Franca Rame e dello stesso Fo:
esempi di impegno civile, necessario in un momento in cui, come dice Franca, «ridere
non basta più».
Quanta Sardegna c’è nel tuo jazz? Negli ultimi tempi ho trovato la voglia di riscoprire le radici negli antichi canti sardi, nelle armonie, nei
suoni meravigliosi delle voci. Nel disco ci sono tra l’altro una bellissima poesia di Maria Carta e la canzo-
ne sarda No potho reposare in un arrangiamento singolare di Dudley Phillips. È una delle antiche poesie
in sardo che la mia splendida nonna cantava o recitava a memoria nei suoi ultimi anni di vita, quando
non parlava quasi più. Ora sono io che la canto per lei.
Quali sono stati i tuoi incontri jazzistici più intensi? Il vibrafonista Orphy Robinson, che nel 2002 mi portò in tour con alcuni dei migliori jazzisti inglesi
aprendomi un mondo che mi accolse e mi spinse a migliorare, a rischiare, a improvvisare, ad ascoltare
la mia creatività e trovare la mia voce. Anche il lavoro con la London Improvisers Orchestra è stato
fondamentale in tal senso. E poi Evan Parker, Pat Thomas, Byron Wallen, Andreas Schmidt, Laurent De
Wilde, Cleveland Watkiss.
Guido Michelone
C
FILOMENA CAMPUSA LONDRA L’AMBIENTE IDEALE PER CANTARE LE TRADIZIONI DELL’IsOLA
www.musicajazz.itDOMENICA 29 MAggIO 2011
Cort
esia
EJE
GRAZIE CAGLIARI!Musica Jazz ringrazia tutto lo staff di Eje e in particolare Massimo e Michele Palmas per la disponibilità e la passione con cui ci hanno se-guiti, Mirella Ferro, Gio Piras, Paola Cireddu, Cristina Cossu, che non ci hanno mai lasciati soli e hanno consentito alla nostra redazione la chiu-sura puntuale di questo quotidiano. Rodolfo Roberti per averci dato la possibilità di dare un volto alle nostre interviste con i suoi cameraman.L’editore di Musica Jazz ringrazia tutta la redazione e tutti i collabo-ratori per il grande sforzo e la grande professionalità dimostrati nella realizzazione di questo quotidiano. Grazie a Luigi Pomata e Stefania Spiga per averci dato tanto jazz anche a tavola.Ringraziamo infine tutti quelli che ci siamo dimenticati di ringraziare, che sono sicuramente tanti, oltre alla città di Cagliari e alla Provincia per la splendido contesto in cui ci hanno permesso di lavorare. Grazie ad Alessio Trois di Grafiche Tiemme, Dino Lecca di Servizi Stampa Sar-degna e a tutti gli edicolanti di Cagliari per aver permesso la produzione e la diffusione di questo freepress.
L’editore
oRE 21 : 15village
Saint LouisRoma - 06.48.70.017Brindisi - 0831.52.93.52
Non era un nome di primo piano ed è arrivato al festival in sordina.
Quando è salito sul palco del Village non possiamo certo dire che sia
stato accolto da un folto pubblico. La gente si è accumulata pian pia-
no incuriosita da un gruppo in cui i suoni si duplicavano di continuo.
Affiancato da un quartetto dove rimbalzano idee come in un flipper
impazzito, Pascal Schumacher (vibrafono) ha decisamente convinto i
presenti. Con Franz Von Chossy (pianoforte), Raphael Junker (contrab-
basso) e Jens Düppe (batteria) ha tracciato linee coinvolgenti, stacchi
precisi, assoli mai banali. La programmata presentazione dei brani di
«Bang My Can» (Enja, 2011) ci ha introdotti nel piccolo mondo del grup-
po musicale che, giunto al quinto album, ci ripromettiamo di seguire da
più vicino. Il progetto Mind The Gap di Maria Pia De Vito (sul palco del
Teatro della Fontana) si pone interrogativi sempre nuovi e alla fine di
ogni concerto pare proprio trovare nuove risposte. La capacità di sa-
persi ritrovare ogni volta dipende da un manipolo di musicisti (Roberto
Cecchetto, chitarra; Claudio Filippini, pianoforte; Luca Bulgarelli, con-
trabbasso; Walter Paoli, batteria) dall’indubbia preparazione tecnica e
dalla grande fantasia esecutiva. Succede allora che un classico di Jimi
Hendrix come If 6 Was 9 divenga un nuovo brano rock in mano a degli
ispirati jazzisti.
Lo SChumAChER dEL vIbRAfonoLa novità Pascal Schumacher e la conferma De Vito
M u S i C A