Speciale Cronache Di Gusto Per Vinitaly

32
La Sicilia che ce la fa La Sicilia che ce la fa Andare oltre di Fabrizio Carrera P er la Sicilia è un Vinitaly della svolta, almeno nell’allesti- mento. Speriamo che lo sia anche nei risultati positivi per le tante cantine siciliane desiderose di portare a casa nuovi contatti commerciali e nuovi contratti di vendita. Tuttavia non possiamo nascondere che la crisi c’è e se ne sentono ancora gli effetti. La stessa pattuglia di aziende presente al padi- glione 2 è, bene o male, costante ma molte cantine quest’anno ci sono, aggre- gate sotto il nome di consor- zi, associazioni od enti locali. Mentre a sfogliare l’indice dei partecipanti balza agli occhi rispetto agli anni pas- sati l’assenza di qualche nome qui e là. Segno che il momento non è dei migliori. SEGUE A PAGINA 2 Supplemento al numero 160 dell’ 8.4.2010 di www.cronachedigusto.it settimanale on line di enogastronomia Direttore Fabrizio Carrera L’Irvv: “Spiragli di luce” Vini che sfidano il tempo Il decennio breve C he decennio è stato quello appena trascorso per il vino italiano? Il 44° Vinitaly a cui dedichiamo questo supplemento di Cronache di Gusto assieme al nostro primo evento all’interno di Veronafiere dedicato proprio al millesimo 2000, è l’occasione per tentare di tracciare un bilancio. SEGUE A PAGINA 3 Napolitano tra gli stand della fiera Zaia: l’Isola che piace Quelle 24 etichette da non perdere Il prezzo dei vigneti in Sicilia 4 9 15-18 PAGINA PAGINA PAGINE 5 11 24 PAGINA PAGINA PAGINE Nonostante la crisi, 250 aziende hanno prenotato un posto al Vinitaly. Le strategie per superare il momento difficile: puntare di più sulla qualità P AGINE 2-3, 6-7

Transcript of Speciale Cronache Di Gusto Per Vinitaly

La Siciliache ce la faLa Siciliache ce la fa

Andare oltredi Fabrizio Carrera

Per la Sicilia è unVinitaly della svolta,almeno nell’allesti-

mento. Speriamo che lo siaanche nei risultati positiviper le tante cantine sicilianedesiderose di portare a casanuovi contatti commerciali enuovi contratti di vendita.Tuttavia non possiamonascondere che la crisi c’è ese ne sentono ancora glieffetti. La stessa pattuglia di

aziende presente al padi-glione 2 è, bene o male,costante ma molte cantinequest’anno ci sono, aggre-gate sotto il nome di consor-zi, associazioni od enti locali.Mentre a sfogliare l’indicedei partecipanti balza agliocchi rispetto agli anni pas-sati l’assenza di qualchenome qui e là. Segno che ilmomento non è dei migliori.

SEGUE A PAGINA 2

Supplemento al numero 160 dell’ 8.4.2010 di www.cronachedigusto.it settimanale on line di enogastronomia Direttore Fabrizio Carrera

L’Irvv:“Spiraglidi luce”

Vini chesfidanoil tempo

Il decennio breve

Che decennio è stato quello appena trascorso per ilvino italiano? Il 44° Vinitaly a cui dedichiamo questosupplemento di Cronache di Gusto assieme al nostro

primo evento all’interno di Veronafiere dedicato proprio almillesimo 2000, è l’occasione per tentare di tracciare unbilancio.

SEGUE A PAGINA 3

Napolitanotra gli standdella fiera

Zaia:l’Isola chepiace

Quelle 24etichette danon perdere

Il prezzodei vignetiin Sicilia

4

9

15-18

PAGINA

PAGINA

PAGINE

5

11

24

PAGINA

PAGINA

PAGINE

Nonostante la crisi, 250 aziende hanno prenotato un posto al Vinitaly. Le strategie per superare il momento difficile: puntare di più sulla qualità PAGINE 2-3, 6-7

2 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Non una, ma di Sicilia que-st’anno al Vinitaly ve nesono tante quante sono le

Doc.Si volta pagina insomma in nomedel territorio, o meglio delle tantevarietà contenute in una stessaIsola. Il padiglione, il cui allesti-mento è stato anche rinnovato,resta sempre il 2 ma viene divisoin due grandi macroaree: SiciliaOccidentale e Orientale.All’interno di queste macroaree“c’è - spiega il direttore generaledell’Irvv, Dario Cartabellotta - unambito territoriale di riferimento,ovvero un’area in cui si vuoleessere inseriti ai fini della valoriz-zazione della propria identitàaziendale/territoriale da indicare”.Sono più di 250 le aziende vitivi-nicole siciliane che prendonoparte all’edizione 2010 delVinitaly di Verona, in programmadall’8 al 12 aprile, dove vino, turi-smo e cultura sono i protagonisti.“Un viaggio tra i vini di Sicilia, -commenta il presidente dell’Irvv,Leonardo Agueci - con il padiglio-ne che diventa una rappresenta-zione concreta, una vera e propriamappa, delle aree ad alta vocazio-ne vitivinicola. Eventi, seminari econvegni, sono ospitati in un set-tore del padiglione Sicilia”.Tra questi una novità, il“Taste&buy”.Si svolge l’8 aprile e consiste inundici incontri durante i qualitrenta buyer provenienti da tuttoil mondo incontrano novantaaziende siciliane. Intanto sonodiciassette i territori, divisi in sigle,in cui è stata divisa la Sicilia delvino. Et sta per Etna, M perMarsala, Ag per Agrigento Valledei Templi, Ml per Monreale, Srper Siracusa e Noto,V per Vittoria,Ts per Terre Sicane, As perSegesta, MM per Messina, E perErice, CS per Contea di Sclafani,CN per Castelli Nisseni, IE per IsoleEolie (accomunato a Messina), Pper Pantelleria, Pa per PiazzaArmerina, e poi ci sono gli itinera-ri di Mamertino e Malvasia.

Sandra Pizzurro

Un’Isola, tanti itinerariIl nuovo allestimento del padiglione 2 prevede la suddivisione in Sicilia Occidentale e Orientale e poi in diciassette percorsi che corrispondono ai territori del vino

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

Chi c’è insomma, ce l’hafatta. Ed è già un bel risul-tato. E c’è chi ha superato

alla grande il 2009, l’annus horri-bilis, e chi lo ha superato per unsoffio e soffre un po’.Non è questo il momento pertracciare i bilanci ma piuttostoper delineare aspettative. Anchein queste pagine registriamo lanovità di un allestimento total-mente nuovo che ha fatto mugu-gnare non poco i produttori eche segna una svolta nell’impo-stazione dell’immagine del vino:

non una Sicilia ma tante Sicilie,ben 17, tante quanti sono i terri-tori che sono stati individuati.Una decisione che non trascurapiù l’aspetto della zona e dellesue peculiarità. Forse per troppotempo si è puntato alla Sicilia ebasta.Oggi bisogna andare oltre eforse una scelta che oggi appareintempestiva, quella fattadall’Istituto regionale della Vite edel vino, domani sarà vista inve-ce come una scelta lungimiranteche ci troverà pronti ai nuoviappuntamenti con il mercatoglobale. In queste pagine dun-que la Sicilia dei territori, la Siciliache ce la fa, e tante aziende edetichette da non perdere. Ve neelenchiamo nelle pagine interne

ben 24, a simbolo delle tantesfaccettature enologiche di cuisiamo capaci. Oltre il Nerod’Avola, sicuramente. Bianchi,rosati e rossi, Doc e Docg, collinee montagne, bollicine e vini dameditazione. Ecumenici. Conqualche assenza necessaria edovuta. Perché non si può fare ditutta l’erba un fascio. Ma anchedando un’occhiata a nuove ten-denze, a chi persegue la filosofiadi produrre con interventi del-l’uomo in vigna e in cantina sem-pre più ridotti. Anche questo èun modo di andare oltre. E quel-lo che oggi sembra solo unamoda per pochi, siamo quasicerti, domani diventerà il solcoda percorrere per tutti. Notizie einterviste ai protagonisti, recen-

sioni, piccole inchieste. Comequella sul prezzo medio dei ter-reni vitati in Sicilia che fotografameglio di tante analisi economi-che la crisi della vitivinicoltura.Con qualche pregevole eccezio-ne che deve fare riflettere queiproduttori di vino troppo sicuridi se.Che è una categoria più diffusadi quel che pensiamo. Anche tra isiciliani, soprattutto tra i siciliani,che spesso ritengono ogni pro-prio vino come la cosa più buonaal mondo. Senza accorgersi diesagerare e di chiudere così pre-ventivamente le porte al con-fronto e alla voglia di migliorare.Andare oltre, dunque. Il futuro ciattende.

Fabrizio Carrera

Andare oltre>>>

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

CDieci anni fa eravamo quia brindare al vino e ai suoisuccessi - il momento era

euforico - i trend di crescita signi-ficativi, i consumi altrettanto, ifatturati alle stelle, l’immaginedelle cantine in grande spolvero,c’era nell’immaginario collettivola sensazione che finalmente ilvino italiano stava vivendo unastagione d’oro. Il padiglione 2,quello della Sicilia registrava ilpiù grande balzo in avanti infatto di aziende partecipanti.Eppure nel momento in cui lagloria sommergeva il mondo delvino, stava cominciando la crisi. Enel decennio successivo, adessolo possiamo dire, è accaduto ditutto. Un declino accentuatodall’11 settembre dell’annodopo, dalla considerazione checon quel disastroso attentatoalle Torri Gemelle nulla sarebbepiù stato come prima. E così èstato. In quel Duemila insomma

avevamo toccato il culmine enon ce ne siamo accorti. Gli annisuccessivi sono stati un lentoripiegarsi su se stessi. Quellavoglia di investire che aveva con-tagiato parecchie imprese delNord verso la Sicilia, per esempio,si è esaurita. Meno soldi in circo-lazione, più paura e forse menoconvenienza. Poi ci sono messipure l’avvio dell’euro che stravol-to il nostro senso del denaro, laSars (ricordate la malattia che sidiffuse ad Oriente?), il dollarogiù, e anche alle fiere, Vinitalycompreso, si cominciarono avedere meno stranieri. Lo svilup-po nel nome del vino cominciòad essere diseguale. Tutti un po’impauriti abbiamo guardatopoco al resto del mondo. Poi nel2008 sappiamo tutti così succes-so. La crisi si è fatta verticale, tuttigiù per terra a guardarci attonitie storditi. Come una bufera,come una guerra mondiale conmilioni di morti. Ma c’è chi haresistito e resiste per fortuna. E

sono tanti.In Sicilia ci sono anche altri pro-blemi: ci siamo innovati poco,abbiamo ignorato la comunica-zione, siamo stati distratti difron-te alle nuove sensibilità ambien-tali che giorno dopo giorno sta-vano affiorando. L’unica veràgrande novità siciliana di questodecennio è stata l’Etna. Che hafatto riscoprire l’importanza delterritorio; che ha acceso e accen-de l’interesse di giornalisti,addetti ai lavori e imprenditoricon voglia di investire sul vino.Perché l’Etna abbia avuto questogrande successo, secondo noi,non è difficile da spiegare: uncontesto unico, anche dal puntodi vista climatico; un territoriosconosciuto ai più; qualche bravoimprenditore bravo a sdoganareil vulcano più alto d’Europa; unvino da bere più elegante chepotente, assolutamente in lineacon il nuovo gusto prevalenteche ha detto basta conquell’America con cui Parker eseguaci ha dettato legge fino allafine del Duemila, per l’appunto.La storia dell’Etna che forse non

ha eguali nel resto d’Italia perinteresse e velocità di crescita ciimpone una riflessione su unaparola molto pronunciata e pocoapplicata nei fatti. La parola è ter-ritorio. Dopo questo decennio èl’unica parola che esce vincentee più forte che mai. In Italia. Masoprattutto in Sicilia. Alla facciadel vino in bric che si prende incantina come se fosse una gran-de bottiglia; alla faccia dellemasse critiche che dovrebberogovernare l’economia.Alla faccia di chi vuole relegare ilvino in un angolo come un pro-dotto senza identità. Non ce lafaranno. Il Territorio sarà più fortee non è un caso che la T sia maiu-scola.Accanto a queste si fanno sem-pre più spazio giorno dopo gior-no altre parole. Come innovazio-ne. E come sostenibilità. Lecomincino a studiare bene inostri amici produttori. Sarannoquelle che scandiranno i prossi-mi anni.E saranno quelle che farannodimenticare puiù in fretta questonostro decennio breve. F. C.

Il decennio breve>>>

Il padiglione

2 dedicato

alla Sicilia,

quest’anno

è rinnovato

(foto d’archivio

di una precedente

edizione)

3supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Si potrebbe dire che la crisi non le hafermate. Non ha fermato quelle oltre250 aziende vitivinicole siciliane che

hanno prenotato un posto all’edizione2010 del Vinitaly di Verona. Ed è la quaran-taquattresima volta che la fiera apre leporte al mondo del vino italiano.Quest’anno lo fa con un motto:“Guardareoltre la crisi”.E questa volta la presenza della Sicilia aVerona è all’insegna di quella che è statadefinita una strategia coordinata. Non solouna nuova organizzazione del padiglionee una rivisitazione di tutta la disposizione

degli stand, ma un sistema per evitarespese folli e garantire comunque alleaziende siciliane una vetrina importante.Non ci saranno più stand dei vari ramidella Regione, ma la cabina di regia saràunica, “un modo per evitare una promo-zione fine a se stessa - spiega TittiBufardeci, assessore regionale alle risorseagricole -.Al Vinitaly l’amministrazione regionale èpresente con un programma unico e coor-dinato. Così possiamo accoppiare cultura,arte, territorio al vino in modo razionale enon disarticolato come avveniva negli

anni scorsi. La nostra è una nuova filosofiache tiene fede alle linee guida dettatedalla cabina di regia per gli interventi inpromozione comunicazione, che puntanoa una razionalizzazione degli investimentie a una qualificazione complessiva del-l’identità siciliana”. Sono le aziende que-st’anno a dover far fronte ai costi di parte-cipazione, una spesa che nel totaleammonta a oltre 1,2 milioni di euro. Comedire: la crisi economica non ferma il setto-re vitivinicolo siciliano che, nonostante lacontrazione dei consumi, punta a unimmediato rilancio proprio dalla kermesse

veronese.Tra i momenti forti della manifestazione, lapresentazione de “Il circuito di Bacco-IlMito nei luoghi del vino”, organizzato dal-l’assessorato regionale al Turismo, nell’am-bito degli eventi del “Circuito del Mito”,insieme al Movimento turismo del vino el’associazione Amici dello spettacolo.“L’enoturismo - ha detto Strano - oggi nonè quindi più un comparto di nicchia, mauna risorsa trasversale e coniugabile conle altre forme di attrazione del turista, siaorganizzato che individuale”.

Gaetano La Mantia

La crisi non ferma le aziendesiciliane, che quest’anno hanno spesocomplessivamente 1,2 milioni per partecipare al VinitalyL’assessore Bufardeci: “Quest’announa strategia coordinata”

Sicilia, 250 posti a Verona Bottiglie di vino pronte per una degustazione

4 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Le amministrazioni devono com-prendere e non comprimere larealtà produttiva e imprenditoria-

le”. Ne è convinto Leonardo Agueci, pre-sidente dell'Istituto vite e vino dellaRegione siciliana che da sempre coordi-na la partecipazione delle aziendedell'Isola al Vinitaly di Verona. Secondoil presidente, “un grande segnale deveessere dato evitando di avviare iniziati-ve promozionali sovrapponibili conquelle di altre strutture regionali, cer-cando di scegliere un percorso di com-plementarietà”. Tra le proposte, una col-laborazione tra Irvv e assessorato regio-nale per le risorse agricole e alimentarinella formulazione dei bandi per lacomunicazione e la promozione. “Unacomunione di intenti”, precisa, “chediventi una fusione di carattere operati-vo”. Ed è proprio quello che accadràquest'anno: Irvv e assessorato uniti per

garantire una partecipazione costrutti-va alle imprese dell'Isola.Una partecipazione che, in netta con-trotendenza rispetto alle aspettativesuggerite dalla crisi dell'intero settoreagricolo, ha visto un aumento delnumero delle aziende siciliane e delledimensioni degli stand delle maggiori.“La crisi -, spiega Agueci - può essereun'oppportunità per capire in che dire-zione va il mercato”.E non dimentica il primo anello dellafiliera. “Un aiuto ai produttori devevenire dalla politica”, propone. “Si trattadell'anello più debole dove nascono icomitati spontanei e anche quellosenza il quale si perde il legame col ter-ritorio”, precisa, “e a loro dobbiamoricordare che la promozione del vinoviene fatta per fare acquistare maggio-re valore all'intera filiera, non solo aglianelli più a valle”.

Non solo. “Quest'anno abbiamo accoltola rivoluzionaria idea che il vino è lega-to al territorio”, spiega Agueci, “così ilpadiglione Sicilia sarà un percorsoragionato, un viaggio tra i nostri vini e illoro territorio, una vera e propriamappa delle aree ad alta vocazione viti-vinicola”. Saranno presentati, infatti,anche circuiti enogastronomici e per-corsi di promozione turistica che lega-no il vino siciliano alla fruizione del ter-ritorio. “Centro del padiglione saràun'area che ospiterà eventi, seminari econvegni”, prosegue, “perché se non sipunta in questo momento a promuove-re un settore così importante per l'eco-nomia della Sicilia si commette un gros-so errore”. “Per questo”, spiega, “abbiamovoluto confermare l'impegno presol'anno scorso con VeronaFiere per ilpadiglione che ci ospita ormai da anni eche rappresenta il secondo padiglione

più grande dell'intera struttura fieristi-ca”.Il limite più grande della Sicilia? Il presi-dente non ha dubbi: l'eccessiva buro-crazia. “In altre regioni d'Italia, ad esem-pio, i finanziamenti per la comunicazio-ne e la promozione vengono utilizzati esfruttati in maniera più efficace ed effi-ciente”, spiega, “un gap che va colmatoprima possibile”. Appena tornato dalProwein di Dusseldorf, in Germania,dichiara:“Alcuni dati sono incoraggiantie per il vino siciliano si inizia a intrave-dere qualche spiraglio di luce”.A dare un segnale sono le stesse azien-de. “Quest'anno il Vinitaly si fa quasi atotale carico delle aziende vitivinicole,che non si sono tirate indietro”, prose-gue, “con costi che ammontano a oltre1,2 milioni di euro”. Una sfida alla crisi?Certamente una forte risposta.

Annalisa Ricciardi

“I vini di Sicilia si bevono per ricordare maiper dimenticare”, questo lo slogan di DarioCartabellotta, direttore dell’Istituto regio-nale della vite e del vino, che presenta lospirito della nuova Sicilia del Vinitaly.“Abbiamo un’enologia che può incantare iconsumatori del mondo”, dichiara il diret-tore. E la Sicilia del vino lo fa con unanuova veste che mette in risalto tutto ilsuo splendore: 17 aree tradizionalmentevocate alla viticoltura, 17 percorsi tra lebellezze architettoniche, archeologiche,naturalistiche. “Così come da bambiniandavamo alla piccola Italia di Rimini percomprendere meglio il territorio italiano,così il padiglione offrirà una visione com-pleta dell’Isola. Questa nuova modalità diesposizione è la strada migliore per poteremettere in evidenza la differenza enologi-ca come la peculiarità che può renderegrande la Sicilia”. Una filosofia innovativache rafforza il legame imprescindibile tra ilterritorio vitivinicolo, la storia e la culturadell’Isola. “C’è sempre stata una rispon-denza tra la storia vitivinicola e le domina-zioni che si alternarono. Ai tempi degliangioini o degli spagnoli, la viticoltura subìun arresto. Invece con l’avvento di domi-

nazioni forti dal punto di vista culturale,produttive e ottimiste, la viticoltura visseun periodo florido”. La Sicilia che vedeCarabellotta è una Sicilia che ha cambiatoruolo e lo dimostrano anche le innovazio-ni con cui si presenta alla manifestazione,dagli spumanti ai vini dolci, come ilMoscato Zucco, riportato alla luce dopotrent’anni di assenza dal mercato.“Il settore del vino, gli imprenditori cihanno creduto. E’ così che la Sicilia ha fini-to di assolvere alla cura delle anemia altrui.Oggi si fa attività economica sul vino sici-liano”. Ma secondo Cartabellotta, deveessere fatto ancora tanto per sostenerla epromuoverla, non solo a causa del pesodella crisi ma anche perché si vive inun’epoca in cui è forte la campagna control’acool, che potrebbe influire e frenare ilcomprato. Così esorta a vedere il vino conuna diversa prospettiva:“Il vino non è alco-ol, dobbiamo fare capire che è un valoredel territorio. Questa è una differenza fon-damentale che dobbiamo riuscire a mette-re in evidenza nelle nostre strategie dimarketing”.La viticoltura andrebbe vista anche nel suovalore agroambientale. “Anche se non riu-

scissimo a rendere produttivi di quali-tà i 120.000 ettari coltivati a vite, una partedi questi può rimanere coltivata a vite pro-prio per la valenza ambientale che ha ilvigneto, che può avere lo stesso ruolo delbosco come polmone verde”.Un commento sul Vinitaly arriva anche dalvicpresidente dell’Irvv Giancarlo Conte: “Èla più importante kermesse per il vino sici-liano, ecco perché le aspettative dell’istitu-to sono molto positive. Abbiamo in pro-gramma numerosi incontri e dibattiti sulvino in generale ed in particolare sui distil-lati, grappe in particolar modo e sulMarsala, prodotto che necessita di unapromozione mirata perché fa parte dellastoria del trapanese”. M.L.-D.T.P.

Il presidente dell’Istituto della vite e del vinoAgueci: “Per il nostro vino dati incoraggiantiMa le amministrazioni devono comprendere la realtà imprenditoriale”

“Spiragli di luce”

“Qui si beve per ricordare”

Il direttore dell’Irvv Cartabellotta: “La nostra enologia ha le caratteristicheper incantare il mondo, dunque il vino non serve a dimenticare”. Conte:“Più attenzione per il Marsala”

Editoriale De Gustibus Italia

supplemento al numero 160

www.cronachedigusto.it

settimanale on line

di enogastronomia dell’8.4.2010

Direzione, redazione ed amministrazione:

via Domenico Scinà 28, 90139 Palermo, tel. +39 091 9824948, e-mail: [email protected] responsabile: Fabrizio CarreraCoordinamento editoriale:

Gaetano La Mantia e Marco VolpeTesti a cura di: Pasquale Buffa, Simona Cultrera, Laura Di Trapani, Manuela Laiacona, Francesco Pensovecchio, Paola Pizzo, Sandra Pizzurro, Aurora Pullara,Annalisa Ricciardi, Piera ZagoneFoto: Igor Petyx, Tullio Puglia, Salvo Foti archivio di Cronache di gustoImpaginazione: ConsoleDesign - PalermoTipografia: Mediagraf S.p.A. Noventa Padovana (Pd) (Edizione teletrasmessa)Autorizzazione del tribunale di Palermo

numero 9 del 26-04-07

Concessionaria per la pubblicità:

Publisette, 90141 Palermo, via Catania 14, tel. +39 091 7302750 [email protected]

Questo numero è stato chiuso

in redazione il 30-03-2010

Il vicepresidente Giancarlo ConteIl presidente dell’Irvv Leonardo Agueci

Il direttore Dario Cartabellotta

5supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Abraxas

Avide

Benanti

Ceuso

Duca di Salaparuta

Gulfi

Martinez

Murana

Planeta

Riofavara

Spadafora

Tasca d'Almerita

Abraxas Passito di Pantelleria Doc

Barocco Cerasuolo di Vittoria Doc

Serra della Contessa Etna Doc

Ceuso Custera

Duca Enrico

Neromaccarj

Marsala Vergine Riserva

Martingana

Chardonnay

Eloro Doc

Schietto Cabernet Sauvignon

Cabernet Sauvignon

Superare la barriera dellaqualità, che indiscutibil-mente c’è, e dimostrare

che la Sicilia è tra i migliori anchein termini di longevità. Cronachedi Gusto sbarca al Vinitaly e lo facon un grande evento dedicatoai vini siciliani, per trasmettere unnuovo messaggio su cui ancorac’è molto da dire. L´Isola mettealla prova i suoi vini d’annata eprovoca i palati di esperti e sem-plici appassionati, con un winetasting che vuole porre al centrodell´attenzione il gusto diun’enologia buona anche diecianni dopo.Così, in occasione del Vinitaly,giorno 8 aprile alle 14, presso laSala Argento del Palaexpo, laredazione del giornale on-line dienogastronomia organizzerà ladegustazione dal titolo “I vini sici-liani alla sfida del tempo: annata

2000”. Un´occasione, ideata incollaborazione con l´Istitutoregionale della Vite e del vino,che permetterà a giornalisti,buyers e addetti ai lavori, di assa-porare i prodotti delle dodiciaziende isolane Abraxas, Avide,Benanti, Ceuso, Duca diSalaparuta, Gulfi, Martinez,Murana, Planeta, Riofavara,Spadafora e Tasca d'Almerita."Vogliamo comunicare che laSicilia del vino non è solo qualità,ma anche longevità – spiega ildirettore di Cronache di Gusto,Fabrizio Carrera –. E, su questoversante, l´Isola ha ancora moltoda dire, sia attraverso le aziendestoriche che per mezzo di quelleemergenti. Quella del winetasting – continua – è una formu-la sperimentata con successo inoccasione di altri tre eventi orga-nizzati in Sicilia, con tipologie e

annate diverse. Adesso, con unapunta d'orgoglio, saremo dentroal Vinitaly, la più importante fieradell'enologia, a trasmettere unnuovo messaggio per la Siciliadel vino". L´appuntamento è fis-sato, dunque, per giorno 8 aprilealle 14, presso la Sala Argento delPalaexpo del Vinitaly, a Verona.

Paola Pizzo

L’8 aprile presso la sala argento del Palaexpo, una degustazione di dodici edichette del 2000organizzata dalla redazione di Cronache di gustoin collaborazione con l’Irvv

I vini siciliani sfidano il tempo

I partecipanti e le etichetteAzienda Vino

Calici pronti per un wine tasting

6 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

I l Vinitaly, promozione eimmagine del vino, ma anchemomento di riflessione sulla

crisi. La doppia faccia della meda-glia veronese si riflette sul padi-glione Sicilia, come in ogni altraregione. E così, facendo il puntosu chi c’è e chi non c’è quest’an-no si ritorna a doman-darsi da un lato qual èlo stato d’animo dei iproduttori siciliani, edall’altro quali sono lenovità.Partendo proprio dallacrisi, è stato l’IstitutoRegionale vite e vino adare la possibilità aiconsorzi di fare promo-zione del territorio. La“Misura 133” ha fatto sì chenumerose realtà rurali possanoentrare a pieno titolo all’internodel padiglione siciliano. Oltre aquesto la già lungamente citatasuddivisione in Doc di prove-

nienza ha suscitato entusiasmodi molti. Tra questi Salvo Foti, chepartecipa al Vinitaly con i Vigneri,il consorzio di produttori legatidall’amore per la vigna e dalletecniche vinicole rigorosamentebio. I Vigneri saranno presentianche in piccola parte alla fiera

organizzata dall’as-sociazione Viniveri,che promuove il vinobiologico.Tra gli espositori sici-liani anche GiustoOcchipinti dell’azien-da Cos che sarà aVino Vino Vino.Ma come si sentono iproduttori sicilianirispetto alla crisi? La

tempesta sembra essere ormailontana per i più. Michele DiDonato, dell’azienda Avide diRagusa racconta: “La nostraazienda si è difesa attaccando,ma è fondamentale investire in

marketing ed in qualità per poterandare avanti”.Dello stesso parere anche VitoCatania dell’azienda Gulfi:“Bisogna proporre qualità costan-te per superare le difficoltà”.Anche Marco de Grazia del-l’azienda Tenuta delle Terre Neredi Randazzo, spiega di non soffri-re la crisi, e di partecipare alVinitaly sia nel padiglione Siciliacon la propria azienda, che tra idistributori con la Marc De GraziaSelections, la società di promo-zione dei vini italiani nel mondo.Tante le novità di quest’anno,come il nuovo Marzaiolo diRiofavara (Ispica-Ragusa):“Abbiamo sperimentato una tec-nica tipica della zona dellaBorgogna per affinare il miobianco. L’idea è nata dalla recen-te collaborazione con PeterVinding” racconta il proprietarioMassimo Padova. Altra novitàRiofavara, è la sperimentazione di

uno spumante del Marzaiolo conqualche accenno di Moscato “E’solo una prova - spiega Padova -ma vogliamo testare i consensidel pubblico”. Novità anche per laAvide, che presenterà in antepri-ma alla fiera veronese il Frappatospumante, ultimo prodotto del-l’azienda ragusana.Anche Valentina Nicodemo, che

ha avviato la sua avventura conIudeka a Caltagirone (Catania), èpronta a confrontarsi con la crisi:"Nei momenti di difficoltà si tro-vano gli stimoli migliore e legrandi possibilità, noi ci confron-tiamo ogni giorno con la Serie Adel vino e devo dire che abbiamoanche delle belle soddisfazioni".

Laura Di Trapani

Le aziende della Sicilia orientale a Verona puntando sulle offerte dell’ultim’ora. Il giudiziocomune: “Per superare il momento difficile bisogna puntare di più sulla qualità”

Ma per moltiproduttoriil momento

più duroè ormai passatoEd ecco i vini

pronti al debuttoal Vinitaly

>>>

La prima volta di Michele Faro

Il produttore gestisce l’azienda Pietradolce a Solicchiata di Castiglione di Sicilia. “Sono a Verona conl’emozione del neofita”

Dall’Etna a Verona, passando perottomila bottiglie. È il primoVinitaly per Michele Faro, giovaneproduttore che con i familiarigestisce l’azienda Pietradolce aSolicchiata di Castiglione diSicilia, sul versante nord dell’Etna.Sarà a Verona, ma al padiglioneVeneto, nello stand di Cuzziol, lasocietà che distribuisce la sua -per ora - unica etichetta: il rossoEtna Doc Archineri.A Verona c’è con l’anteprima del-l’annata 2008. In tutto ottomilabottiglie e un consulente di fama

come Carlo Ferrini. «Sono alVinitaly con la passione e l’emo-zione del neofita - ammetteMichele Faro -. Per me e la miafamiglia quella del produrre vinoè un ritorno alle radici». I suoinonni, sia paterni che materni,producevano vino, la sua famigliaoggi è a capo di una delle princi-pali imprese vivaistiche del SudItalia con base tra Riposto edAcireale. E a Carruba di Ripostoda non molto tempo hannoanche inaugurato un eleganteresort dal nome Donna Carmela.

Insomma, agricoltura e acco-glienza, tutto nel nome del terri-torio. Aggiunge Michele Faro:«Quella di essere diventato unproduttore di vino è un’esperien-za esaltante ed impegnativa. Al dilà delle finalità commercialitengo a sottolineare che siamosempre alla ricerca della qualitànon trascurando mai il carattereartigianale dei nostri vini. PerchéFerrini? Ci serviva una guida tec-nica, abbiamo scelto lui perché cipiaceva lo stile, poi abbiamoapprezzzato anche le sue dosi di

umiltà e la totale passione per laterra». Faro con l’Archineri è allaseconda vendemmia. «Il 2007 èstata una vendemmia elegante,quella dell’anno dopo che abbia-mo portato qui a Verona direi cheè elegante ma con più carattere».L’azienda ha anche in progetto laproduzione di un bianco e di uncru, un rosso da un antico vigne-to con 70 anni di età sempre aSolicchiata.Ma bisognerà attendere perentrambi la vendemmia 2011.

F. C.

Vito CataniaMichele Di Donato Valentina Nicodemo

Nuove proposte contro la crisi

Un momento della vendemmia in un vigneto siciliano

Michele Faro

7supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

è chi spera di riuscire ainteressare gli importa-tori esteri, chi invece sivuole concentrare sul

mercato italiano, o chi ancorapunta sull'horeca piuttosto chesulla grande distribuzione. Conqueste scommesse arrivano alVinitaly di Verona le aziende piùo meno emergenti della Siciliaoccidentale.Diversi obiettivi ma da raggiun-gere con una unica strategia:puntare sul territorio. Per il Bagliodel Cristo di Campobello,nell'Agrigentino si tratta delprimo Vinitaly. “Un'occasione perpresentare i nostri vini e promuo-vere la nostra azienda”, spiega iltitolare, Carmelo Bonetta, “masarà anche un luogo di incontro edi confronto che speriamo ciporti nuove opportunità di mer-cato”.“Quest'anno arrivamo all'appun-tamento veronese con la consa-pevolezza di interpretare le esi-genze del mercato”, spiega PieroBuffa, responsabile commerciale

dell'azienda Castellucci Miano diValledolmo (Palermo),“un merca-to che cerca vini che sianoespressione del territorio da cuiprovengono”. Per questo l'azien-da punta tutto sugli autoctoni,producendo vini particolarmenteapprezzati in Germania, Svizzera,Austria e Stati Uniti.A definire la fiera “una vetrinautile per le aziende ma anche pergli importatori” è AnnamariaSala,che gestisce la TenutaGorghi Tondi di Mazara del Vallo(Trapani), assieme alla sorellaClara. “In molti, soprattutto dagliUsa e dalla Svizzera, ci hanno sco-perto grazie al Vinitaly”, spiega,“un momento di incontro per chiha un vero interesse nel vino enon si ferma ai soliti nomi”.Dall'azienda Centopassi di SanCipirello, nel Palermitano, arriva-no a Verona due prodotti nuovi,un bianco e un rosso Igt Sicilia.“Ilnostro è un approccio recente almercato, non siamo a regime”,spiegano dalla cantina, “ma spe-riamo di confermare i risultati

che abbiamo ottenuto nel 2009sull'horeca e sull'export”.Approda con un forte spirito diottimismo al salone parallelo deivini biodinamici che si terrà apochi chilometri da Veronafiere,Antonino Barraco, titolare del-l'omonima azienda di nicchia aMarsala (Trapani), che dal 2004punta sull'innovazione di produr-re bianchi di pianura da invec-chiamento. “I nostri non sonograndi numeri, curiamo molto ilprodotto e facciamo poche botti-glie, per cui ci basta che un paiodi operatori si affezionino a noiper ritenerci soddisfatti”, spiega.C'è poi chi ha deciso di non par-tecipare alla fiera nella manierastandard. “Cinque giorni sonotroppi”, precisa,“inoltre pensiamoche sia meglio per il nostro mer-cato obiettivo concentrarci sulterritorio e all'estero con iniziati-ve mirate”, spiega Salvo Ajello,dell'omonima azienda in contra-da Giudeo a Mazara del Vallo.“Perquesto abbiamo deciso di orga-nizzare un momento di incontro

con gli importatori venerdì sera aVerona”, precisa, “presentandocosì un nuovo prodotto, un Syrahin purezza, che completa lanostra gamma e sul quale abbia-mo lavorato negli ultimi anni,riscontrando una forte territoria-lità, forse più del Nero d'Avola”.Infine, c'è chi si presenterà comeespositore in uno stand comunecon altre aziende. É il caso della

cantina Bioviola di Alcamo, nelTrapanese. Colpa della crisi? Nonsembra.“Il nostro è un mercato dinicchia: produciamo solo due viniper un totale di 15 mila bottiglie.Non abbiamo sofferto moltodella crisi, che può essere lettacome un'opportunità: questo è ilmomento migliore per investirenel mercato vitivinicolo”.

Annalisa Ricciardi

Dalle province di Palermo e Trapani a Verona senza perdere la fiducia. I produttori: “Inun momento di crisi è un’occasione irrinunciabile per mettere in vetrina le nostre etichette”

“Il fascinodel Vinitaly”

Annamaria Sala titolare di Gorghi Tondi azienda di Mazara del Vallo

C’

8 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Con la nuova Sicilia del Vinitalyquest’anno va di scena un calen-dario ricco di eventi.

Degustazioni, workshop, conferenze,incontri, si susseguiranno per offrire adappassionati e addetti ai lavori spuntidi riflessione e curiosità sulle carte vin-centi della Sicilia, da quella turistica aquella gastronomica, da quella cultura-le a quella artistica. Non mancherannogli interventi di personaggi e autorità.Varcate le porte del padiglione n. 2, chideciderà di seguire le orme del vino siritroverà a scoprire molto altro.Già un assaggio di quello che riserva laSicilia del vino è stato dato in grandestile con la serata di gala di apertura delsalone. Uno spettacolo innovativo dipura energia, creatività e colore dovel’estro di Filippo La Mantia ha portatosui piatti le eccellenze e lo spiritodell’Isola. Partiti con la guest star delgusto made in Sicily, il testimone passa

ad un'altra di respiro internazionale:Mick Hucknall. Il leader dei Simply Red,debutterà nel padiglione Sicilia con lasua azienda Il Cantante. Assiemeall’enologo Salvo Foti, venerdì 9 aprile,alle 12, nell’area incontri del padiglione,Hucknall in conferenza stampa presen-terà una nuova etichetta, il CantanteBianco 2007 e il Cantante Etna Rosso2003. Seguirà poi la degustazione.Sempre venerdì 9 aprile sul red carpetdella Sicilia vi sarà anche VittorioSgarbi. Alle ore 14, in vista del 150°anniversario dell’Unità d’Italia, il sinda-co di Salemi, terrà la conferenza “Unitàd’Italia, Unità di Sapori”. Incontro sullegame tra la regione Piemonte e Siciliadal punto di vista geografico, enologicoe artistico, che si svolgerà alla presenzadei produttori delle due regioni. Glieventi della Sicilia proseguirannoanche la sera. Alle 21, è in programma,nel cuore di Verona, nella cornice sette-

centesca di Palazzo Verità Poeta, la cenadi gala “Un viaggio tra l’azzurro delmare”. Evento inaugurale facente partedel progetto per la promozione e valo-rizzazione del pesce azzurro di Sicilia,organizzato dall’Irvv e dall’assessoratoregionale alle Risorse agricole e alimen-tari. La cena prevede piatti a base diprodotti tipici siciliani e sarà commen-tata da Gaetano Basile, giornalista eno-gastronomico. Sabato 10 aprile, ore 13,presso lo stand Regionale dell’Istitutodella Vite e del Vino, sarà presentato ilprogetto. Verrà proiettato il documen-tario condotto da Tessa Gelisio sullafiliera del pesce, al termine del quale sidegusterà il pesce in abbinamento aivini siciliani. Interverranno: TittiBufardeci, assessore regionale alleRisorse agricole e alimentari; GianmariaSparma, dirigente generale del diparti-mentodegli interventiper la pesca;Dario Cartabellotta, direttore Irvv; Tessa

Gelisio, conduttrice del programmaPianeta Mare di rete 4; Gaetano Basile.Lo stesso giorno, alle ore 12, l'assessora-to regionale al turismo, ospite dell'Irvv,organizzerà una conferenza stampa sul“Turismo enogastronomico in Sicilia”.Ad aprire il dibattito sarà l’assessoreNino Strano. Nel corso dell'incontrosarà anche presentato “Il circuito diBacco - Il Mito nei luoghi del vino”, orga-nizzato dall'assessorato nell'ambitodegli eventi del "Circuito del Mito": pro-gramma di spettacoli di teatro, musica edanza che, da giugno a ottobre, si ter-ranno all’interno di 25 cantine siciliane.Nel corso della manifestazione inoltre sisusseguiranno gli appuntamenti delTaste&Buy esclusivamente dedicati allecantine.Organizzati dall’Irvv, si tratta di incontripersonalizzati per mettere in contattole aziende con i buyer.

Manuela Laiacona

Degustazioni, workshop, conferenze, incontri:ecco tutti gli appuntamenti al padiglione 2Tra i momenti clou, anche i Taste&Buy dedicati alle cantine e organizzati dall’Irvv

Gli eventinell’evento Il sindaco di Salemi, Vittorio SgarbiL’assessore al Turismo, Nino Strano

9supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Én un primo tempo sembravauna voce senza fondamento.Poi però è arrivata la confer-

ma direttamente dal Quirinale.Salvo imprevisti, il presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitanoparteciperà al Vinitaly. Anche ladata ormai è certa: sarà a Veronaper due giorni, l’8 e il 9 aprile, seb-bene si pensa che solo il 9 metteràpieda alla fiera.Il presidente, infatti, secondo quan-to si apprende, arriverà in città lasera dell’8 aprile per dedicare ilgiorno successivo a incontri e visite.Probabilmente Napolitano e suamoglie saranno ospiti del prefettoPerla Stancari nella residenza cheun tempo fu degli Scaligeri.La visita alla fiera, invece, sarà un’oc-casione rara. E chissà che il presi-dente non degusterà anche i vinidel padiglione Sicilia. L’invito è arri-vato dallo stesso presidentedell’Istituto della vite e del vinoLeonardo Agueci, che a Palermo,nel corso della presentazione delVinitaly targato Sicilia, ha auspicatola presenza del capo dello Stato tragli stand dell’Isola. Un’ipotesi, chenon è infondata, anche perchéNapolitano dovrebbe aver già pre-visto un itinerario all’interno dellafiera.

L’obiettivo del Vinitaly è guardareoltre la crisi e la presenza del presi-dente della Repubblica apparecome un imput ad andare avanti.Intanto si punta ad internazionaliz-zare ulteriormente i visitatori diVinitaly, dice Giovanni Mantovani,direttore generale di Veronafiere,“così da aumentare le possibilita' diexport, abbiamo lavorato molto, giàa partire dalla chiusura di Vinitaly2009, sulla promozione all'esterodella manifestazione durante letappe del Vinitaly World Tour, che inun anno ha toccato due volte gliStati Uniti, la Russia, Cina, Giappone,Corea, India e Singapore”. G.L.M.

Napolitano al VinitalyIl presidente della Repubblica, come confermano dal Quirinale, il 9 aprile visiterà lafiera veronese. Possibile anche un suo tour tra gli stand del padiglione Sicilia

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Anche la "grande tiratura" è sinonimo di qualità. Andando controuna tendenza sempre più diffusa che vuole rintracciare la bontà delvino prevalentemente nelle bottiglie dei piccoli produttori, Civiltàdel Bere organizza al Vinitaly una degustazione di 12 etichette digrandi aziende italiane proprio per ribadire il concetto opposto, chela grande enologia sta anche nel lavoro dei produttori maggiori."L'Italia è patria di alcuni autentici capolavori a grande tiratura - spie-ga Alessandro Torcoli,caporedattore di Civiltà del bere -.Quest´annoal Vinitaly presentiamo quindi i 12 vini italiani che per numero dipremi ottenuti a livello nazionale e internazionale e per numero dibottiglie prodotte rappresentano davvero il nostro made in Italy nelmondo". L´appuntamento è fissato per venerdì 9 aprile alle 10.30, in

occasione della degustazione delle "12 Blue Chips" del tricolore eno-logico: quelle etichette che hanno ricevuto almeno due riconosci-menti di eccellenza dalle 5 principali Guide nazionali. Nell´Olimpodei migliori, anche due siciliani per eccellenza: l´azienda Firriato conHarmonium, Nero d'Avola Igt Sicilia 2007 e l´azienda Planeta conCometa, Igt Sicilia Bianco 2008. "In questo modo - concludeAlessandro Torcoli -, si dimostrerà all´autorevole pubblico interna-zionale del wine tasting (200 degustatori provenienti da oltre 40Paesi ndr) che in Italia, contrariamente a qualche giudizio mediatico,non solo il piccolo è bello. E anche che la globalizzazione ha spintoalcune griffes del vino verso confini un tempo impensati, replicandol´eccellenza in quantità apprezzabile". P.Pi.

Grandi produttori di qualità: la degustazione >>>

10 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

La crisi è al centro dei suoi pensieri.Risolverla è al centro dei suoi sogni. TittiBufardeci, che da pochi mesi regge l’asses-sorato regionale alle Risorse agricole, stu-dia soluzioni per contribuire alla ripresadell’agricoltura in Sicilia e dare una bocca-ta d’ossigeno alle imprese del settore.La Regione quali strade ha deciso diintraprendere?“Dobbiamo convincere il governo nazio-nale e l’Unione Europea a concedere lostato di crisi all’agricoltura siciliana. Stiamolavorando molto ad una rivisitazione delPsr. Il nostro obiettivo è riuscire ad ottene-re delle risorse e delle deroghe daBruxelles”.

La situazione è così drammatica?“La Regione sta facendo uno sforzo enor-me per far comprendere che stiamo attra-versando un momento di grande difficol-tà. Il settore sta soffrendo, abbiamo regi-strato una contrazione di oltre il 30 percento. Ma non abbiamo intenzione di starea guardare. In questi giorni riceviamo lavisita dei commissari europei dell’agricol-tura che visiteranno la nostra regione epotranno verificare quanto è stato realiz-zato con i fondi del Piano di Sviluppo rura-le. Ma sarà anche l’occasione per dimo-strare concretamente la drammatica situa-zione della nostra agricoltura, con redditiche sono stati drasticamente ridotti dallacrisi dei mercati”.Le imprese chiedono alla Regione unmaggiore sostegno, anche il presidentedell’Istituto vite e vino Leonardo Agueciha lanciato un appello. Voi, a vostravolta confidate in un aiuto da Roma oBruxelles. Non è forse un circolo vizio-so? “La crisi non ci permette di scegliere altrestrade. Posso dire che stiamo lavorando

con grande impegno per affrontare il pro-blema di fondo del settore, perché ilmondo del vino non può correre a duevelocità. E stiamo cercando di sfruttare almassimo le risorse economiche che abbia-mo e quelle paesaggistiche. Esiste forse almondo una regione che può vantare bel-lezze architettoniche, archeologiche, arti-stiche e culturali abbinate ad un territorioampiamente vocato dal punto di vistaenologico? Eppure gli agricoltori sonol’anello più debole della catena e vannosostenuti per gli sforzi che compionoanche in termini ambientali, nel mantene-re vivo il nostro panorama”.Ma il settore in Sicilia soffre solo la crisieconomica?“C’è anche un problema strutturale. La

dimensione delle cantine sociali è tropporidotta rispetto ai competitori nazionali einternazionali. Stiamo studiando dellemisure per agevolare processi di aggrega-zione tra le realtà del territorio. Questoragionamento va esteso a tutti i settoridella nostra agricoltura”.E la peronospora?

“Presenteremo un emendamento allalegge finanziaria con una dotazione stima-ta in circa 30 milioni di euro”.Con che spirito la Sicilia arriva a questoVinitaly?“Il numero delle aziende che hanno aderi-to e il fatto che la partecipazione sia quasitotalmente a loro carico è un segno evi-dente che c’è voglia di mettersi alle spalleil momento buio. Il Vinitaly, del resto è l’oc-casione propizia perché resta una vetrinaimportante. E non solo per le grandi azien-de che hanno la possibilità di rafforzarsi,ma anche e soprattuto per le piccole. I testand buy per esempio sono un’ottimaoccasione”.Doc Sicilia a cosa le fa pensare?“A un’arma in più, a maggiore qualità. Esoprattutto alla certezza che con la suanascita vincerà la logica dei controlli, deilaboratori accreditati, della sicurezza. È untema che mi sta molto a cuore”Vendemmia verde?“Non mi piace. Per fortuna riguarda solo il2010”.

Gaetano La Mantia

L’assessore regionale: “Il momento di difficoltà è tangibile, dobbiamo convincere il governo nazionale e l’UnioneEuropea a concedere lo stato di crisi all’agricoltura siciliana”

Bufardeci, pressing su Bruxelles

L’assessore alle Risorse agricole, Titti Bufardeci

“Peronospora? Pronti30 milioni. Doc Sicilia?Un’arma in più, vincerà la logica della qualità e della sicurezza”

11supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Il vino siciliano, la crisi economica inter-nazionale, i mercati di riferimento, gliOgm. Abbiamo intervistato il ministro

per le Politiche agricole Luca Zaia che èstato appena eletto governatore dellaregione Veneto.Zaia per il momento preferisce non pro-nunciarsi sulla Doc Sicilia.Ministro Zaia, come vede, oggi il mondodel vino italiano?“I vini sono la migliore sintesi dei nostriterritori. La varietà e la qualità delle nostreproduzioni regionali sono riconosciute intutto il mondo e sono sempre di più il trai-no per l’export nazionale all’estero. Il vinoè cultura, è tradizione, è storia, e, per l’Italia,è una garanzia assoluta di qualità”.La crisi come può incidere su questomercato d’eccellenza?“Ha ovviamente toccato anche il settore viti-vinicolo, che, tuttavia, ha saputo reagire. Inparticolare, le esportazioni hanno registratoun incremento dei volumi (+ 9,1%) rispettoall’anno precedente, seppure con un decre-mento in termini di valori (- 13,7%)”.Quali sono i mercati che guardate con

più interesse?“Naturalmente vanno incrementati glisforzi sui mercati tradizionali, senzadimenticare le nuove frontiere: penso allaCina, agli Stati Uniti, alla Russia”.Che idea ha della realtà vitivinicola sici-liana?“Rappresenta un tassello importante dellaproduzione totale del nostro Paese. Amomolto i vini siciliani, sono un appassionatodi tutte le produzioni di casa nostra, ognu-na di esse racconta un pezzo d’Italia. Èdiventato ormai un appuntamento fissoper me la vendemmia notturna presso latenuta di Donnafugata, a ContessaEntellina. Una maniera per rendere omag-gio proprio alla tradizione siciliana vinico-la”.Come governatore del Veneto, qualesarà la sua prima azione in campo eno-gastronomico?“Sicuramente continuerò ad occuparmi, incontinuità con la mia attività di ministrodelle Politiche agricole, della tutela e dellavalorizzazione dei prodotti tipici del terri-torio. Il Veneto è la prima regione per

numero di turisti ogni anno e io sono fer-mamente convinto che il turismo passianche attraverso l’enogastronomia e i per-corsi agroalimentari”.Ha recentemente firmato il decreto con-tro il mais Ogm in Italia. Crede che gliOgm siano dannosi per la salute?“Questa firma ha rappresentato unmomento storico per l’agricoltura italiana, èstato dato un segnale chiaro e in linea con ilvolere del popolo, che al 75% non vuole gliOrganismi geneticamente modificati”.Perché è contrario?“Il motivo della mia contrarietà non riguar-da semplicemente i danni per la salute, sucui gli scienziati restano divisi e su cui pro-cedono gli studi, ma anche e soprattutto ilfuturo della nostra agricoltura”.Quali possono essere le conseguenze?“Accettare la coltivazione degli Ogm,distruggendo così l’identità di ciascun pro-dotto, vuol dire mettere automaticamentein cantiere la fine dell’agricoltura”.Cioè?“Secondo il buon senso: 1. Siamo la culladella biodiversità, con 4500 prodotti tipici

frutto di secoli e secoli di storia; 2. dove sicoltivano gli Ogm, gli agricoltori non gua-dagnano di più; basti dire che oggi allaborsa di Chicago il mais è quotato a 101euro alla tonnellata, contro i 146 euro/tondelle borse europee; 3. il mais transgenico,la cui coltivazione è autorizzata da anni inEuropa, non copre più dell’1% della produ-zione totale; 4. il vero business delle multi-nazionali non sarebbe nella coltivazione,ma nel brevetto delle sementi e delleeventuali, successiva ibridazioni; in pocotempo la terra sarebbe nelle mani di pochiuomini, come è accaduto in India e come sista cercando di fare anche nel continenteafricano, dove la prima voce che si è levataa difesa degli africani è quella della Chiesa;5. gli Ogm non servirebbero a sfamare ilmondo perché non mi risulta che esista unpatto etico per regalare un’eventualesovrapproduzione a chi muore di fame; 6.dove si vendono gli Ogm, i ricchi mangia-no biologico, i poveri i cibi geneticamentemodificati. Non siamo oscurantisti, magente di buon senso, che rispetta il voleredel popolo”. Marco Volpe

“La Sicilia puntodi riferimento del vino”

Il ministro e neogovernatore del Veneto, Luca Zaia

Zaia, da ministro a neogovernatore del Veneto: “I mercati a cuiguardiamo sono Cina, Usa e Raussia”. E sugli Ogm: “Il mio nonon riguarda anche e soprattutto il futuro della nostra agricoltura”

12 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

è chi giurerebbe che èla nuova realtà emer-gente in Sicilia. C’è chiinvece sostiene che sia

sempre stata importante. Fattosta che la provincia vitivinicola diMessina sta improvvisamentedestando molta curiosità tra gliaddetti del settore. Con le sue treDoc, Faro, Malvasia delle Lipari ela più recente Mamertino, questazona della Sicilia si sta sempre piùricavando uno spazio importantenel panorama vitivinicolo sicilia-no.Stiamo parlando di un territoriovariegato, che si affaccia sul marTirreno e sullo Ionio, che rivolgele spalle ai monti Nebrodi ed aiPeloritani, e che comprendeanche le isole Eolie. Zone straor-dinariamente vocate per la pro-duzione di vino, benchè diversel’una dall’altra. Furnari ad esem-pio è fresca, ventilata ed asciutta,mentre Tindari è come se fosse aipiedi dell’Etna, e dalla montagnaeredita la mineralità. Le isole inol-tre, che sanno incantare con i vinidolci e non solo.Ma la zona del messinese non è

certo nuova al mondo dei vini.Proprio qui, infatti si è semprecoltivata la vite e la leggendavuole che proprio il Mamertinosia stato il vino preferito di GiulioCesare. Una storia controversaquella di questo territorio, che nel1900 comprendeva circa 40.000ettari vitati in tutta provincia conoltre 25.000 aziende, che si sonoridotti notevolmente nel tempo,basti pensare al comune diFurnari che dal 1984 ha visto unadiminuzione da 380 ai 60 ettari dioggi.“Qui si è sempre fatto vino diqualità. Solo nel 1900 quandosono nate le cantine sociali nellaSicilia occidentale è cominciato ilnostro declino – racconta AlessioGrasso dell’azienda Compagniadel vini –. Ma una dimostrazionedella qualità e della popolaritàdei nostri vini è il fatto che finoagli anni ’30 erano i francesi diBordeaux a venire ad acquistarevino nella piana di Milazzo alloscopo di fortificare i loro prodot-ti. Le navi francesi partivano infat-ti dal porto di Tindari e giungeva-no a Genova e Bordeaux”. Si dice

poi che un messinese, taleLucifero Zirilli, sia stato l’invento-re dell’innesto del piede america-no, e che nel mezzo della buferadella fillossera lui avesse la vignaintatta. Poco male per un sicilia-no.Da allora ad oggi la situazione èmolto cambiata, oltre alla dimi-nuzione degli ettari, quella pro-gressiva dei viticultori, che hannogettato la spugna. Non tutti però.C’è chi questa terra non l’ha mailasciata nemmeno per unmomento, come Nino Cambriadell’omonima azienda sorta nel1864, o come lo stesso Grasso. C’èinvece chi ha ereditato una cultu-ra, come Nicolas Gatti Russo, del-l’omonima azienda, e l’ha fattasua dal 2004 ad oggi. Nessuno diessi però è convinto che la pro-vincia di Messina sia un fenome-no passeggero, il nuovo terroir incui investire dopo l’Etna.“E’auspi-cabile che ci sia un po’ di atten-zione su ciò che facciamo, quelloche non credo è invece che siasolo una moda. Qui ci sono deivitigni antichissimi come ilNocera” spiega Alessio Grasso di

Compagnia dei vini. “La qualità èinimmaginabile sia con i vitigniautoctoni che con gli internazio-nali” spiega Nicolas Gatti Russo.“Io non direi che sia un fenome-no, ma soltanto l’appropriarsi diun territorio da sempre vocatosolo ed esclusivamente alla viti-coltura. Io dico, era ora che qual-cuno pensasse alla storia e allatradizione della viticoltura mon-diale” racconta accoratamenteNino Cambria.Insomma fenomeno o no, si èlavorato molto in queste zonenell’ultimo periodo, ed i risultati

non hanno tardato ad arrivare.Si è ripreso a produrreMamertino, si sta rivalutandol’uva Nocera ed i suoi possibiliutilizzi e si stanno sperimentan-do nuovi prodotti per testare ilpotenziale del terreno.Non resta che attendere l’assag-gio delle nuove annate e deinuovi prodotti del messinese,una terra che fino ad oggi non haricevuto l’attenzione che merita-va dagli appassionati del settore.E chissà che Giulio Cesare non ciavesse visto lungo...

Laura Di Trapani

Con le sue tre Doc, il Messinese è la nuova realtà emergente. Vitigni antichi riscoperti, aziende in ascesa

C’

Nancy Astone e Nino Cambria dell’azienda di Furnari

Costa del Tirrenostella nascente

13supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Concorso di Bruxelles,conto alla rovesciaPalermo si prepara ad accoglie-

re la diciassettesima edizionedel Concours Mondial de

Bruxelles. L’edizione 2010, che vedeper la prima volta l’Italia come sede,sceglie la Sicilia che batte il Veneto ela Toscana nelle selezioni come loca-tion più appropriata. L’Isola è infattila regione italiana che negli ultimianni ha visto il maggiore incrementonella ricerca di qualità nel settoreenologico, ma è anche al primoposto per numero di nuove etichettepresentate negli ultimi anni.Il Concorso Mondiale si svolgerà dal23 al 25 aprile in collaborazione conl’Istituto regionale della Vite e delVino: 54 le nazioni partecipanti, 7.300i vini. La giuria sarà composta da due-centocinquanta esperti tra giornalistidi settore, tecnici, ed enologi che,oltre alle degustazioni per le selezio-ni, avranno modo di partecipare a unworkshop sulle regioni vitivinicoled'Italia, e alle visite guidate organiz-zate lungo le vie del vino in Sicilia. Ilprogramma si aprirà giorno 23 con lavisita della città di Palermo e la cenadi Gala al Palazzo dei Normanni.Scegliere la Sicilia ha un significatomolto ampio.

Otre al valore commerciale che puòavere, infatti, un distretto regionalevitivinicolo di successo in unmomento di crisi mondiale, la Siciliarappresenta, dal punto di vista eno-logico, una sorta di continente dascoprire. Per le sue peculiarità clima-tiche, essa garantisce, infatti, la pro-duzione di tipologie di vino moltodiverse: dai liquorosi agli etnei, dai

bianchi ai rossi in diverse declinazio-ni ancora mai provate.L’attesa della gara e dell’assegnazio-ne d’ importanti premi e medaglie siaffianca, così, all’occasione di farconoscere l’ampio complesso di tra-dizioni enogastronomiche, storiche eterritoriali siciliane, e riportare laSicilia al centro del mondo dell’eno-logia. Simona Cultrera

La manifestazione si svolgerà a Palermo dal 23 al 25 aprile in collaborazione conl’Istituto regionale della Vite e del Vino: 54 le nazioni partecipanti, oltre settemila vini

Degustazioni,workshop e visite guidate

>>>

Al Concours Mondial de Bruxelles saranno chiamati acomporre la giuria 250 esperti: scrittori, giornalisti e cro-nisti del vino di grandi teste, nonché i migliori enologi. Ilprogramma delle quattro giornate dell’evento, dal 22 al25 aprile, è stato ufficializzato e prevede oltre alle degu-stazioni di selezione anche workshop e visite guidatenei territori dei vini siciliani. Si partirà con un workshopalla scoperta delle regioni vitivinicole d’Italia. Giorno 23,dopo la prima seduta di degustazione, vi sarà una visitaguidata per mostrare a tecnici e giudici i tesori diPalermo. Tra questi anche la sede del parlamento regio-nale, Palazzo dei Normanni, dove sarà organizzata lacena di gala. Giorno 24 sarà la giornata dedicata allacittà del vino per antonomasia della Sicilia: Marsala.Dopo la seconda valutazione dei vini in gara, è previstoun itinerario alla scoperta del vino Marsala. Giorno 25sarà annunciata la candidatura del Concours Mondialde Bruxelles 2001 e Palermo sarà nuovamente prota-gonista delle visite guidate in programma. M.L.

Ecco il programma della manifestazione: parteciperanno 250 giurati, tra scrittori, enologi e giornalisti

Calici di vini in una degustazione

14 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

O ltre lo Stretto. Non solo padi-glione 2. La Sicilia del vinoapproda anche in altri spazi

della maxi-fiera veronese. Quasi unadecina di aziende da anni scelgonoaltre location, vuoi perché legate asocietà di distribuzione, vuoi per sceltepiù strettamente commerciali, vuoianche per marcare la differenza.Sempre al Vinitaly ma con altre colloca-zioni.Per esempio c’è Pietradolce, l’aziendadella famiglia Faro che sarà al padiglio-ne Veneto presso il grande stand dellaCuzziol, società che ha in portafoglioautorevoli cantine italiane e straniere.Un debutto in grande stile (ne parliamoanche in altra pagina). Non è un debut-to ma un’ulteriore conferma la presen-za di Salvatore Ajello, titolare dell’omo-nima azienda nelle colline mazaresi chesarà presente a Verona in una mega-festa a Palazzo Giusti, la sera del 9(ingresso rigorosamente ad inviti).

L’evento è organizzato da Classica, lasocietà di distribuzione che ha in porta-foglio quasi una decina di cantine spar-se in tutta Italia e che da poco tempo èadesso nelle mani di imprenditori belgi.Un modo per cambiare la filosofia dipartecipazione alla fiera, in tempi certa-mente non facili, «ma sarà anche unmodo - come spiega Ajello - per presen-tare tutte le nuove annate dei miei vinie la prima uscita de La Méta, un nuovoSyrah in purezza». Salvatore Geraci, tito-lare di Palari e produttore di un rinoma-to Faro Doc sarà presente al Vinitaly nelpadiglione 6, stand D 6, assieme ad altricolleghi vignaioli a presentare la nuovaannata del Rosso del Soprano e del FaroPalari.Giacomo d’Alessandro, patron del-l’omonima azienda di Agrigento conuna cantina in costruzione a pochissi-ma distanza dalla Valle dei Templi e unenologo di talento come Tonino Guzzo,sarà nello spazio ideato e gestito da

Luca Maroni, padiglione 7 B area«Trendy oggi, big domani».D’Alessandro porta le nuove annate e,in anteprima, l’Insolia, vitigno agrigen-tino per eccellenza e il Catarratto.«Abbiamo grandi aspettative, vogliamovedere come si muove il mercato italia-no e speriamo di avere buoni riscontridal mercato internazionale», spiegaancora d’Alessandro.Per la prima volta sarà al padiglione 2ma il suo quartiere generale resta alpadiglione Piemonte, stand B 2 e C 2dove c’è la sua Marc de Grazia selec-tions con oltre ottanta aziende rappre-sentate dal punto di vista comemrcialein tutto il mondo. «Quest’anno saròanche in Sicilia, al padiglione 2 e sarà laprima volta, è vero. Volevo rendereTenuta delle Terre Nere completamenteindipendente dal resto, desidero checammini con i suoi piedi, mi piace che sifaccia strada in nome del territorio». DeGrazia porterà le nuove annate, per i

base il 2009 e per i cru il 2008 e lenuove annate delle Vigne di Eli, i vinidedicati alla piccola figlia Elena. «Ungiudizio sulle annate? Il 2008 un’annatada gentiluomini, il 2009 invece un mille-simo difficilissimo che distinguerà gliuomini dai bambini». Altro siciliano chesarà in un altro padiglione è Renato DeBartoli, nome importante dell’enologia(il padre Marco sarà a Villa Favorita, aVinnatur) che sarà al padiglione 7 B,stand H 6. «È il debutto al Vinitaly dellamia azienda Terzavia - spiega RenatoDe Bartoli - starò insieme ad altre cin-que cantine, due toscane, un piemonte-se, un friulano e un trentino. A questaaggregazione abbiamo dato un nome,”Originae, viticoltori artigiani”.Un’aggregazione nel nome della quali-tà e delle caratteristiche aziendali.Presenterò un Catarratto in purezza chesi chiama Lucido, millesimo 2009 oltreal bianco Occidens e al rosso Amada».

F.C.

Non solo padiglione 2 per le aziende dell’Isolaal Vinitaly. È il caso di Pietradolce, Palari,Ajello, d’Alessandro, Tenuta delle Terre Nere,Terzavia, che in questa edizione della kermessesono ospiti tra gli stand di altre regioni

La Sicilia oltre lo StrettoTonino GuzzoGiacomo d’Alessandro

15supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Dalle bollicine etnee, metodo classico, al vino dolce prodotto in unariserva naturale. Una Sicilia da assaggiare quella che proponiamo inqueste quattro pagine che rappresentano una sorta di guida, di mini

inserto dedicato alle bottiglie da provare. Un viaggio enologicoattraverso 24 etichette, con bianchi, rossi e vini dolci. Uno spacca-to di una regione che non ha ancora finito di stupire. Non è uncaso che quest’anno per la prima volta il padiglione 2 si offre aisuoi visitatori con un nuovo allestimento in nome dei territori,ben 17.

Nel mare magnum del Vinitaly e del padiglione 2, quel-lo che ospita le circa 250 cantine, abbiamo così prova-to a darvi qualche indicazione, un po’ di suggerimenti.Vini diversi tra di loro ma tutti con almeno una pecu-liarità che ci riconduce talvolta al territorio e qualchealtra volta al vitigno, talvolta allo stile enologico (c’èanche quello, come nel mondo della moda) e qual-che altra alle tecniche di produzione (i cosidettivini naturali). E ancora: piccole cantine e grandiaziende, vignaioli e colossi del vino. Il Trapanese e

l’Etna, l’isola minore e la collina col vigneto aperdita d’occhio. C’è di tutto.In alcuni casi le etichette che vi consiglia-mo sono prodotte da cantine che non sitrovano al padiglione 2 ma in altre zonedel Vinitaly o, addirittura, presso le fierealternative che si svolgono nei dintorni di

Verona. Tutto ciò per tentare di dare unquadro il più possibile esaustivo dellaSicilia da bere. Recensioni, dati azien-dali, caratteristiche organolettiche,una cronaca di profumi e sapori affi-data a due esperti come PasqualeBuffa e Francesco Pensovecchio. E poila collocazione dello stand e alcuneinformazioni di servizio. Il tutto perrendere più piacevole la sosta di eno-fili, buyers e giornalisti tra gli standsiciliani. Tra calici, gomitate, un po’ diragionevole caos e voglia di berebene e di scoprire nuove chicche.Ecco la Sicilia del vino che ci piace.Tanti buoni sorsi a tutti.

C. d. G.

Dalle bollicine dell’Etna al vino dolce di una riserva naturale, dalle isole minori alla collina, ecco la Sicilia raccontata attraverso i prodotti di piccole cantine e grandi aziende

Ventiquattro vini da assaggiare

Recensioni, informazioni sulle bottiglie e dati aziendali a cura degli esperti di Cronache di gusto

Le degustazioni e le recensioni sono a cura di Pasquale Buffa e Francesco Pensovecchio

16 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Shiarà Catarratto 2008Castellucci Miano10 euro

Una bella storia, quella di una cantina cherisorge e uno splendido vino, questoCatarratto che cresce su alberelli di oltre40 anni a 900 metri d’altitudine; a curarnel’allevamento e la vinificazione c’è uno deimigliori uomini del vino siciliano, ToninoGuzzo. Spazza via molti pregiudizi sui bian-chi isolani incantando con una finezza sor-prendente dai toni verdi e minerali; inbocca è ricco di frutto e fresco di un’acidi-tà che sostiene una struttura di razza; pro-mette meraviglie a chi avrà la pazienza difarlo affinare in bottiglia.

Castellucci Miano

Via Sicilia, 1 - Valledolmo (Pa)

tel. +39 0921.542385 - fax +39 0921.544270

www.castelluccimiano.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 94/E

Degustando la Sicilia

Noblesse Metodo ClassicoBenanti 35 euro

Non poteva mancare in casa Benanti unMetodo Classico che lascia trasparire, giàdal nome, notevoli ambizioni: la base è diCarricante in purezza, mantenuto sui lievi-ti per oltre 18 mesi. Il degorgement del2008 si veste di un brillante paglierino dairiflessi verdolini, con un perlage fine e per-sistente; al naso comunica l’austera nobiltàdel vitigno con rarefatte note di fiorid’agrumi e mela; in bocca è fresco e armo-nico, la mineralità vulcanica fa da sottofon-do e assicura un finale lungo e cristallino.

Azienda Vinicola Benanti

via Garibaldi, 475 - Viagrande (Ct)

tel. 0957893677

www.vinicolabenanti.it/

Vinitaly: padiglione 2 - stand 94/E stand 10/A

Il Cantante Bianco 2007Il Cantante28 euro

Star che vive una storia d’amore con la“Muntagna”, Mick Hucknall si affida al con-sorzio I Vigneri per la cura dei propri vigne-ti in varie zone dell’Etna. Questo bianco èfrutto dell’assemblaggio di Carricante,Minnella, Malvasia e Grecanico.Emozionante il bouquet, con belle note dierbe aromatiche e frutta a polpa biancaben matura, esaltate da piccanti sfumatureminerali; in bocca la freschezza si armoniz-za con una carezzevole e morbida rotondi-tà. Un bianco dell’Etna di esemplare finez-za, oseremmo dire… Simply white.

Il Cantante

via Cavour 42 - Sant’Alfio (Ct)

tel. +39.095.968203 fax +39.095.7164820

[email protected]

Vinitaly: padiglione 2 - stand 47/C

MandrarossaGrecanico 20096 euro

Dalla più grande e sana realtà associativadella Sicilia, le Cantine Settesoli di Menfi,un bianco autoctono da manuale, piccolocapolavoro d’equilibrio e piacevolezza dal-l’entusiasmante rapporto prezzo/qualità:ha un naso fragrante e intenso di frutta apolpa gialla con screziature agrumate evegetali; in bocca si esprime con gioiosagenerosità, freschezza e sapidità sono inpiena armonia con una morbidezza alcoli-ca che non prevale sull’insieme, assicuran-do una bevibilità felicemente affabile.

Cantine Settesoli

SS 115 – 92013 Menfi (Ag)

tel. 092575037

http://www.mandrarossa.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 108/E

Girgis Extra Catarratto 2007Azienda Agricola Guccione14 euro

Naturale è bello e possibile: l’agricolturabiodinamica ha trovato in Manfredi eFrancesco Guccione due ambasciatori for-midabili. Fatto con la varietà Extralucidodel diffuso vitigno autoctono a baccabianca, ha un colore carico appena velato,al naso spiccano note definite d’agrumimaturi, macchia mediterranea e una mine-ralità argillosa di grande eleganza; l’assag-gio conferma e amplifica le sensazioniolfattive, racchiuse in una struttura di sola-re espressività.

Azienda Agricola Guccione

Contrada Cerasa - Monreale (Pa)

tel. 0916090465 - 0916116686

[email protected]

Manifestazione: Vino Vino Vino 2010

(fuori Vinitaly) AreaExp di Cerea (Vr)

8-9-10 aprile Stand: Renaissance Italia

Carricante 2009Planeta12,50 euro

Solo 6.000 bottiglie, tutte numerate. IlCarricante, il bianco del vulcano di Planeta,fa il debutto al Vinitaly. Il versante è quellonord di Castiglione di Sicilia, 7 gli ettarivitati a 900 metri di altezza in contradaSciara Nuova. Niente legno. Alla vista ègiallo paglierino molto scarico, brillante econ riflessi verdi. Frutta a polpa bianca alnaso, fiori, agrumi. Sapido e fresco inbocca, ha uno stile elegante tipico deibianchi del nord con, in più, l’inconfondibi-le nota minerale e “nera” del territorio.

Aziende Agricole Planeta

Contrada Dispensa - Menfi (Ag)

Tel. 091327965

www.planeta.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand107/E

Dalila 2008Feudo Arancio10 euro

Novità assoluta che integra la produzionedel gruppo Mezzacorona, presente inSicilia con 950 ettari di vigneti fra Sambucadi Sicilia e Acate. Si tratta di un blend diGrillo e Viognier, quest’ultimo vinificato inbarrique: ha un bel colore paglierino dora-to con riflessi verdolini; i profumi fruttati efloreali di delicata finezza sono impreziosi-ti da sfumature di nocciola e intrigantinote minerali marine; in bocca è morbido,ben sostenuto da acidità e sapidità e ter-mina con una piacevole coda amarognola.

Feudo Arancio

C.da Portella Misilbesi - Sambuca di Sicilia (Ag)

Tel. 0925 579000

www.feudoarancio.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 106/E

Vinudilice 2008I Vigneri22 euro

Rispetto per l’ambiente, le tradizioni localie la biodiversità: è il manifesto de I Vigneri.È fatto con Alicante, Grecanico e Minnelladi un vigneto all’incredibile quota di 1300metri e vinificato au naturel: dal bel colorecerasuolo carico, ha un naso che con fran-chezza impertinente regala deliziose sen-sazioni di frutti e fiori rossi; le ritroveremoin bocca, sostenute da una fragrante acidi-tà e da una sottile vena zuccherina, fruttodella spontaneità della fermentazione.Imprevedibile e affascinante.

I Vigneri di Salvo Foti

L.go Signore Pietà, 17 – Randazzo (Ct) Italy

Tel. +39 - 0933 982942 - Fax 0933.983264

e-mail: [email protected]

Vinitaly: padiglione 2 - stand 47/C

17supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Consigli per non sbagliare

Cerasuolo Vittoria Class. Manene 2007Paolo Calì9 euro

I vigneti della famiglia Calì si trovano inContrada Salmè a Vittoria, nel cuore delterritorio del Cerasuolo, che qui può fre-giarsi dell’attributo di “Classico”. Nel 2001Paolo Calì decide di riprendere la tradizio-ne familiare legata alla produzione di vinoe pone le basi dell’attuale azienda, chevede in questo rosso il suo prodotto piùimportante: fatto con un 60% di Nerod’Avola e Frappato, è felicemente espressi-vo nelle note di composta di fragole emarasche; in bocca spicca la fragranza diun frutto assai piacevole e croccante.

Az. Agricola Paolo Calì

via Cancellieri, 48 - Vittoria (Rg)

Tel./Fax 0932 510082

www.vinicali.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 42/C

DOC Cerasuolo di Vittoria, Barocco 2003Avide20 euro

Il Barocco 2003 proviene da Bastonaca,uno dei migliori cru della Docg Cerasuolodi Vittoria. L’uvaggio ricalca il disciplinare,60% Nero d’Avola e 40% di Frappato. Per illungo affinamento, il Barocco arriva sulmercato dopo quasi 7 anni dalla vendem-mia e ha il pregio di essere rotondo e gen-tile, di avere conquistato con il tempoquell’armonia che i produttori spessodimenticano di valorizzare. Le caratteristi-che del Cerasuolo di Vittoria sono qui con-centrate e hanno avuto giustamente biso-gno dell’adeguato affinamento.

Avide

Corso Italia, 131 - Ragusa (Rg)

Tel. 0932 967456 - Fax 0932 731754

www.avide.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 52/C

Nero d’Avola Nerojbleo 2007Gulfi14 euro

Al centro della filosofia dell’azienda di VitoCatania c’è il Nero d’Avola, capace di espri-mere personalità assai diverse nell’univocarelazione con il territorio in cui viene alle-vato. Dai preziosi cru di Pachino agli Iblei, lavigna Coste di Chiaramonte Gulfi, regalaquesto rosso dal carattere varietale incon-fondibile: ha finezza e piena maturità frut-tata al naso, esaltate da sfumature minera-li marine e di macchia mediterranea; inbocca si apre con asciutta autorevolezza,mostrando con felicità espressiva la suaappartenenza al terroir ibleo.

Gulfi

C.da Patria sn - Chiaramonte Gulfi (Rg)

Tel. 0932 921654

www.gulfi.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 30/B

Kaid Syrah 2007Alessandro di Camporeale 14 euro

Tra le migliori interpretazioni siciliane delSyrah spicca questo rosso in purezza, pro-dotto nell’agro di Camporeale dalla fami-glia Alessandro. Affidabile e assai conve-niente, va assumendo di annata in annatauna personalità sempre meglio definita,pur in vendemmie non facili come il 2007:belli i toni pienamente maturi di frutti dibosco e spezie, che dialogano elegante-mente con un legno distinguibile, ma maiprepotente; in bocca è morbido e sostan-zioso, con una lunga persistenza dal finalepiacevolmente amarognolo.

Alessandro di Camporeale

C/da Mandranova Camporeale (Pa)

Tel./Fax: +39 0924 37038

www.alessandrodicamporeale.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 167/H

Sagana 2007Cusumano16 euro

Le colline ricche di sedimenti di Buterasono uno dei territori d’elezione del Nerod’Avola; da qui proviene il rosso-top autoc-tono di Cusumano: dal colore impenetra-bile, scorre denso nel bicchiere emanandoprofumi di inedita concentrazione e inten-sità; un vortice sensoriale che lascia quasistorditi, note di frutti rossi maturi e speziedolci si fondono a nuances balsamiche etostate; in bocca è monumentale, unastruttura possente e pervasiva che lasciaun lungo ricordo nel finale, nettissimo.

Cusumano

Contrada San Carlo - Partinico (Pa)

Tel.: 091 890 8713 - 091 890 0589

www.cusumano.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 165/H

Feudo Montoni Selezione Vrucara 2007Feudo Montoni20 euro

Una delle zone con la vocazione più anticaper il Nero d’Avola è quella che ricade nelladenominazione Contea di Sclafani, al con-fine tra le province di Palermo, Agrigento eCaltanissetta; qui il nostro vitigno autocto-no più celebre viene interpretato congrande rispetto e passione da Fabio Sirecidi Feudo Montoni; la sua Selezione Vrucaraè un rosso di classe eccelsa, fine e austeronel bouquet, con nobili sfumature di cuoioe tabacco; in bocca è altrettanto autorevo-le, setoso, incisivo e persistente nel finale.

Feudo Montoni

Largo Val di Mazara 2 - Palermo

Tel . 091. 513106 Fax. 091.6704406

www.feudomontoni.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 93/E

Duca Enrico 2005Duca di Salaparuta 40 euro

Questo rosso non cessa di riservare sorpre-se ed emozioni. Il nuovo corso della storicaazienda di Casteldaccia non dimentica leradici e il grande Nero d’Avola Duca Enricoè uno splendido punto di partenza: l’anna-ta 2005 offre un naso di aristocratica com-plessità che fonde sensazioni di fruttatopienamente maturo a suggestioni spezia-te e balsamiche; in bocca è regale nel-l’esprimere una struttura di mirabili pro-porzioni, tannini vellutati e un finale lunga-mente persistente.

Duca di Salaparuta

Via Nazionale s.s. 113 - Casteldaccia (Pa)

tel. 091945201

www.duca.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 103/R

Don Pietro Rosso 2007Spadafora10 euro

L’azienda propone un vino che sintetizzal’espressività del territorio di Monreale, ilgioco tra vitigni autoctoni ed internazio-nali, e il rapporto qualità/prezzo. Il DonPietro 2007 è un blend di nero d’Avola,cabernet sauvignon e merlot, bilanciato edi ottima beva. Il colore è rosso rubino ten-dente al viola. In bocca è armonico, equili-brato, pieno. Le note di freschissimi frutti dibosco, di viola e confettura di prugna tro-vano una perfetta rispondenza naso-bocca. Morbido ed elegante in chiusura.

Azienda Agricola Spadafora

Via Ausonia, 90 - Palermo

tel. +39 091514952 - 0916703322

www.spadafora.com

Vinitaly: padiglione 2 - stand 137/G

18 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Etichette da non perdere

Nero d’Avola 2008Azienda Agricola d’Alessandro 7,50 euro

L’azienda, sorta nel 2006, è al centro di unaserie di creatività che la renderà nei prossi-mi anni una realtà di fascino. La nuova can-tina di circa 2100mq, progettata dallo stu-dio Fontanesi di Roma sulla base del tradi-zionale baglio siciliano, è a pochi chilome-tri dalla Valle dei Templi su una superficiedi 2,5 ettari. L’enologo è Tonino Guzzo. Ilnero d’Avola 2006 ha un taglio profumato,accattivante, pulito. Varietale e definito ilnaso. La struttura procura una sensazionedi piacevole morbidezza. Equilibrio com-plessivo dinamico. Ottimo il prezzo.

D'Alessandro - Dalmin S.r.l.

Zona Ind. (ASI) Centro Direzionale S. Benedetto

Agrigento

Tel. 06 42142640 www.dalmin.it

Vinitaly: padiglione 7B - stand F7-G9

Lu Patri 2007Baglio del Cristo di Campobello di Licata 30 euro

A due anni dall’uscita, la cantina di Angelo,Domenico e Carmelo Bonetta vanta unportfolio di tutto rispetto, forti anche di unenologo del calibro di Riccardo Cotarella.Lu Patri è un nero d’Avola proveniente dal-l’omonimo vigneto esteso 5 ettari. Dalcolore rosso rubino cupo, ha un nasoimpetuoso che propone, oltre a nobili notevarietali tipiche del vitigno, un’elegantespeziatura e sentori di tabacco, carruba epiante officinali. Sapido, è accattivateanche per il suo tannino rotondo e piace-vole. Un vino che farà parlare di sé.

Baglio del Cristo di Campobello

C/da Favarotta S.s. 123 KM 19+200 Campobello

di Licata (Ag)

Tel. 0922 877709 - Fax 0922 883788

www.cristodicampobello.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 35/B

Kuddia del Moro 2007Abraxas 19 euro

“Non solo Zibibbo”: il terroir vulcanico diPantelleria non si limita ad ospitare questoprezioso vitigno, materia prima di grandis-simi bianchi dolci, ma anche varietà abacca nera come Carignano, Grenache eovviamente Nero d’Avola; interessante lascelta, in questo singolare caso, di impian-tare un clone le cui caratteristiche si avvici-nano a quelle della Mondeuse e delNebbiolo. Il risultato è un rosso di caratte-re, con evidenti note di macchia mediterra-nea e prugne mature, dal bel palato morbi-do e sensuale, ricco e persistente.

Abraxas Vigne di Pantelleria

Contrada Kuddia Randazzo - Pantelleria (Tp)

Tel. +39 091.6116832 • Fax 091.6121798

www.abraxasvini.com

Vinitaly: padiglione 2 - stand 150/G

Etna Rosso Archineri 2008Pietradolce 20 euro

La storia di Michele Faro e della sua azien-da riassume quanto di più entusiasmantel’Etna sta regalando. Dopo la sorpresa del-l’esordio, ecco la seconda annata delPietradolce, fatto con Nerello Mascaleseproveniente da viti di età venerabile efranche di piede, distribuite su tre vignetitra i 600 e gli 800 metri sul versante nord-est del vulcano, in territorio di Solicchiata.Il naso è di una finezza incantevole tra sen-sazioni fruttate, accenni balsamici e unafiera mineralità; in bocca è aristocratico,solare, serico e lungamente persistente.

Pietradolce

Contrada Moganazzi - Solicchiata,

Castiglione Di Sicilia (Ct) tel +39 348 4037792

www.pietradolce.it

Vinitaly: padiglione 7 - stand B5

Feudo di Mezzo Il Quadro delle Rose 2007Tenuta delle Terre Nere Etna Rosso 33 euro

Questo vigneto di un ettaro e trentacin-que con impianti di Nerello Mascalese eNerello Cappuccio datati tra il 1927 e il1947, regala un rosso inconfondibile perfinezza e personalità: dal bel colore rubinocon riflessi granato, ha un bouquet digrande profondità e austera compostezza;in bocca rivela una stoffa dal piglio deciso,con tannini ben definiti che fanno da con-trappunto alla morbidezza complessivafino al finale, lungo e pulitissimo.

Tenuta delle Terre Nere

C.da Calderara - Randazzo (Ct)

Tel. 055200311

www.marcdegrazia.com

Vinitaly: padiglione 2 - stand 24/B

Doc Etna Rosso, Zero1 2005Rocca d’Api18 euro

Passione, entusiasmo e un tocco di visio-nario ottimismo sono le armi vincenti del-l’azienda di Eugenio Castorina. QuestoEtna Rosso è fatto con uve biologiche col-tivate in contrada Verzella, sul versantenord-est del vulcano: il profilo sensorialesegue la tradizione già dal colore granato,che preannuncia i sentori di piena e auste-ra maturità del bouquet, decisamente vira-to su toni autunnali; in bocca non si smen-tisce, rivelando morbidezza, calore, unapunta di dolcezza struggente.

Azienda Vinicola Etna Rocca D’Api

via Rocca d’Api n°72 - Zafferana Etnea (Ct)

Tel. +39 095 7082594

www.etnaroccadapi.it

Vinitaly: padiglione 2 - stand 6/A

Azienda agricola Caravaglio Antonino

Via Provinciale, 33 Malfa - Isola di Salina (Me)

Tel. 090 9844368 - Fax 090 9844368

[email protected]

Vinitaly: padiglione 2 - stand 4/A

Oro di Dora V. Tardiva Grillo 2007Gorghi Tondi 17 euro

Tra le meraviglie dell’oasi dei laghi diPreola e Gorghi Tondi, l’azienda di Clara eAnnamaria Sala propone la rara Vendem-mia Tardiva di Grillo dedicata alla bisnonnaDora. Uniche condizioni pedoclimatichedei vigneti, affacciati sul mare, permettonolo sviluppo della Botrytis Cinerea, la muffanobile che marca con una nota inconfon-dibile il bouquet di questo vino, ben fusa asentori di datteri e fichi secchi; in boccarivela una struttura elegante e pieno equi-librio fra la dolcezza e l’acidità.

Tenuta Gorghi Tondi

Mazara del Vallo (Tp)

Tel. 0923 719741

www.tenutagorghitondi.it/ Vinitaly: stand

147/G

Malvasia delle Lipari Passito 2008Caravaglio24 euro

Tra i protagonisti del ritorno ai fasti di untempo della Malvasia delle Lipari c’èAntonino Caravaglio, che produce uno deimigliori passiti, coltivati in regime biologi-co. Il Passito 2008 ha un bel colore doratodai riflessi ambrati; al naso è seducente esolare, con belle note di ginestra, erbemedicinali e la tipica mineralità vulcanicadel terroir eoliano; in bocca la dolcezza èben armonizzata alla freschezza dell’acidi-tà; morbido e carezzevole, ha un finale dinotevole lunghezza e pulizia.

Un viaggio tra gli oli extravergine di oliva d’Italia.Cinque giorni, dall'8 al 12

aprile 2010, in cui il re della cuci-na mediterranea sarà protagoni-sta a Sol, Salone Internazionaledell'olio extravergine di qualità.La manifestazione giunta alla XVIedizione è aperta a tutti gli ope-ratori del settore, per poter scam-biare esperienze pro-fessionali, incontrare ileader del mercato, ibuyer nazionali edesteri e ricercare solu-zioni innovative nelrispetto della più stori-ca e consolidata tradi-zione olearia. Graziealla concomitanza conVinitaly e AgrifoodClub, Sol diventa piùinteressante anche per i visitatoriesteri, che possono entrare incontatto con tutto il meglio dellaproduzione agroalimentare ita-liana, presente a Verona nelle suemille sfaccettature. L’incontro digusti e sapori si realizza piena-mente oltre che al Sol Goloso,

anche al Ristorante d’Autore, alSelf Service d’Autore gestitodall’Associazione GiovaniRistoratori Europei e in tutte leCittadelle della Gastronomia,dove vengono proposti piattidella tradizione culinaria italianapreparati da chef di fama interna-zionale, in abbinamento con imigliori vini delle aziende esposi-

trici di Vinitaly. Sitratta di una straordi-naria possibilità divalorizzare e pro-muovere la culturaalimentare italiananel mondo, aumen-tando nel contempole occasioni di con-tatto commerciale.Un’occasione cheanche la Sicilia del-

l’olio e l’assessorato regionaledelle Risorse agricole e alimenta-ri dell’Isola non vuole farsi sfuggi-re. A partecipare alla rassegnasaranno le imprese più qualifica-te del settore con l’esposizionedelle più note etichette siciliane.Secondo quanto riferisce il

Dipartimento interventi infra-strutturali per l’agricoltura, checura l’organizzazione della mani-festazione, si prevede un’edizio-ne tra le più importanti degli ulti-mi anni. Infatti, nonostante la dif-ficile fase congiunturale che staattraversando l’agricoltura e ilsettore oleario siciliano, in parti-colare, la manifestazione partecon i più buoni auspici.Trentaduegli espositori, tra imprese indivi-duali e Consorzi di tutela dell’ex-tra vergine a Dop che occuperan-no un’area di circa cinquecentometri quadrati all’interno delpadiglione C di Verona fiere. Ilprogramma di comunicazioneprevede diverse iniziative acominciare dalle degustazionipubbliche, dedicate all’olio extravergine e ai più noti prodottiagroalimentari siciliani, alla degu-stazione guidata comparativa diuna selezione dei migliori oli dialta qualità riconosciuta che siterrà alle ore 10 di venerdì 9 apri-le presso la sala Mantegna (inter-na al padiglione C), alla distribu-zione di materiale informativo

sull’olivicoltura siciliana, sul riccopatrimonio genetico autoctono,sulla variabilità sensoriale deglioli monocultivar e blend a deno-

minazione di origine protetta eda agricoltura biologica.

Piera Zagone

Alla fiera di Verona anche il Salone internazionale dell’olio extravergine di qualità: 32 espositori dell’Isola occuperanno un’area di 500 metri quadrati nel padiglione C

Splende il Sol per la Sicilia

La manifestazionegiunta alla sedicesima

edizione. Tante le iniziative

tra cui degustazioni guidate dei

migliori prodotti

19supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Olio siciliano, sarà protagonista al Sol

20 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Non solo Vinitaly, in occasione della44esima edizione del salone enolo-gico più importante d’Italia, che

aprirà le porte del suo Palaexpo il prossi-mo 8 aprile per richiuderle cinque giornidopo.Il consorzio Viniveri insieme a LaRenaissance des Appellations,per il settimo anno consecutivo,propongono infatti un eventoche mira a raggruppare il mag-gior numero possibile di piccoleaziende che “credono in una pro-duzione genuina, dove quellodell’uomo è soltanto un lavoro disupporto al naturale processo disviluppo”. Così, con il titolo“VinoVinoVino 2010 – Vini secondo natu-ra”, dall’8 al 10 aprile l'area espositiva LaFabbrica del comune di Cerea – a circa 20minuti da Verona – si animerà di profumi,sapori, colori provenienti da tutte le partidel Belpaese, ma anche da Francia,Slovenia e Austria.Centoquaranta cantine, insieme ad unadecina di produttori alimentari, esporran-

no i frutti del loro lavoro e della loro dedi-zione. E tra queste, saranno 10 le aziendesiciliane che non mancheranno l’appunta-mento con il gusto: Rizzuto Guccione,Porta del Vento, Arianna Occhipinti,Bonavita, Romeo del Castello, Barraco, Cos,

Tridente Pantalica, Il Censo e IVigneri di Salvo Foti.Accanto a loro, anche la FattoriaScirinda con i prodotti del pro-prio frantoio e Donna Elvira con ipropri cioccolati. “Il denominato-re comune delle aziende chepartecipano – spiega GianpieroBea, presidente del consorzioViniveri – è la semplicità del-l’operare. La filosofia dei vini che

presentiamo è quella che ci deve spingerea cercare di ottenere, ogni volta, delle bot-tiglie non fatte dall’uomo ma direttamen-te generate dalla natura.A partire dalla vigna – conclude – quelloche noi facciamo è un lavoro di assistenzaalla natura e ai suoi processi naturali,senza che ci siano incisivi interventiumani”. Paola Pizzo

Non solo Vinitaly a Verona. Il consorzio Viniveri insieme a La Renaissance des Appellations, per il settimo anno consecutivo, proprone la manifestazione “VinoVinoVino 2010”

Quei prodotti secondo natura

Salvo Foti,

sarà a Vino

Vino Vino

con i Vigneri

In esposizione quelle produzioni

nelle quali il lavoro

dell’uomo è solo un supporto

Partecipano 140 cantine,

dieci siciliane

L’Italia in Cina per creare nuovi assaggiatori di vinoL'Italia sarà ambasciatrice del vinoin Cina: l'Organizzazione naziona-le assaggiatori di vino (Onav) èstata incaricata dall'UniversitàBeida di Pechino di formare glioperatori del settore, cioè ristora-tori, enotecari, agenti. Lo rendenoto la stessa organizzazione allavigilia dell'impegno di Vinitaly,dove sarà presente con iniziativee degustazioni per diffondere laconoscenza del vino di qualità.

Export del Prosecco:boom negli UsaBollicine italiane a stelle e strisce.Periodo effervescente per ilProsecco di ConeglianoValdobbiadene. Dopo il recenteottenimento della Docg, le bollici-ne venete confermano il trend increscita sui mercati internazionali.Primo tra tutti quello statuniten-se, che sembra particolarmentesensibile al fascino del nostrovino. Nel 2003 le bottiglie diProsecco che volavano oltreocea-no erano poco più di 500.000.L'anno scorso sono state oltre1.600.000 e le prospettive per ilfuturo appaiono rosee.

Riapre a Pompei il bar più antico del mondoNel 79 dopo Cristo era il posto piùalla moda di Pompei. Lì, gli antichiromani si ritrovavano per incon-trare gli amici e dividere unospuntino fatto di formaggio. Oggi,a circa due mila anni di distanza,riapre al pubblico il posto piu'trendy della città.

Arianna

Occhipinti,

anche lei

a Verona

Gocce

21supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Qual è il segreto dei vini delle 120aziende che, nei giorni del Vinitaly,parteciperanno alla settima edi-

zione della manifestazione parallelaVinnatur, organizzata nella settecentescaVilla Favorita di Sarego (in provincia diVicenza) l´11 e il 12 aprile? Semplicementela natura, niente di più,come spiega AngiolinoMaule, presidente dell’as-sociazione Vinnatur."Il nostro obiettivo – diceMaule - sono i vini del ter-ritorio, l´enologia che pri-vilegia zero uso di chimicasia in campagna che incantina". Ad essere pre-sentati saranno, dunque, ivini di 120 aziende prove-nienti da 8 diversi paesidel mondo: accanto agli80 produttori italiani, infatti, anche le eti-chette di 40 cantine arrivate da Francia,Austria, Slovenia, Stati Uniti, Spagna eGrecia.Non mancherà neppure una rappresen-tanza siciliana, con le aziende agricoleCornelissen Frank, La Moresca, Marco DeBartoli e Porta del Vento. "Ci sono aziende

biologiche, emodinamiche e biodinami-che - continua Angiolino Maule - e la rispo-sta del pubblico è sempre crescente,soprattutto nei giovani di età compresa trai 25 e i 35 anni".Vinnatur punta, però, anche alla ricerca esperimentazione: "Con i soldi che guada-

gneremo - spiega il presiden-te dell´associazione - in partefaremo beneficenza, in parteinvece li destineremo allaricerca. Per ogni azienda chepartecipa, ad esempio, è pre-vista un´analisi dei pesticidiresidui dei vini. Lo scorsoanno - sottolinea Maule - su99 aziende partecipanti 9erano un po’ inquinate e lanostra regola è che chi sba-glia due anni di seguito vafuori dal nostro gruppo".

Natura e disciplina, dunque, per dei vini diqualità che del rapporto con la scienzavogliono fare il loro punto forte: "Nel 2010- conclude il presidente di Vinnatur -, noveaziende partiranno in via sperimentalecon un monitoraggio scientifico della qua-lità delle fermentazioni spontanee".

P.Pi.

Nella settecentesca Villa Favorita di Sarego (in provincia di Vicenza) l´11 e il 12 aprilela manifestazione parallela Vinnatur dedicata ai vini realizzati senza sostanze aggiuntive

Zero in chimica

Hanno aderito 120 aziende che vendoono anche

da Francia,Austria, Slovenia,

Stati Uniti, Spagnae Grecia.

Presenti anche 4 produttori

siciliani

Un momento della vendemmia siciliana

22 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Un giovane imprenditore trenten-ne diventa protagonista del pac-kaging in legno in Sicilia. Si chia-

ma Antonio Schiavo, la sua aziendaProgetto Legno e si trova a TerminiImerese.Milleduecento metri quadrati di stabili-mento con una produzione annua di 80mila confezioni, numeri che attestanoun successo imprenditoriale che inpochi anni ha tolto il monopolio delpackaging da sempre appannaggiodelle aziende del Nord.Oggi di questa fornitura made in Sicilyne usufruisce il gotha della viticolturasiciliana come anche molte cantineesordienti. “Il connubio vino-legno ènaturale, e nel mio caso si può dire, èd’obbligo. Sempre più produttori scel-gono questo tipo di packagnig, perchédà il giusto valore aggiunto al propriovino. È un materiale naturale e soprat-tutto proviene dalla stessa terra. Sicilianel contenuto e nel contenitore”, spiegaSchiavo. Nonostante il periodo di crisiper la giovane azienda la crescita ècostante, tanto da consentirle di di

stare a testa alta tra molte analogheaziende del resto d’Italia, e l’imprendi-tore spiega il motivo di tale successo:“E’ stato un guadagno per le cantinesiciliane ritrovarsi un fornitore sulluogo. Un abbattimento di costi a van-taggio della qualità dei loro vini. Anchese c’è crisi comunque gli ordini conti-nuano ad aumentare, anche perchédiamo la possibilità di fare piccole tira-ture”.Un intuizione imprenditoriale premiata

anche dalle esportazioni. InfattiProgetto Legno fornisce anche le regio-ni al di là dello stretto, tra cui lo stessoPiemonte, patria del confezionamentoin legno. Dietro a questo start up ingrande c’è però una solida tradizione difamiglia. “Ho ereditato questa passioneda mio nonno che lavorava nel campodel legno. L’azienda invece l’ho eredita-ta da mio padre, dedita alla produzionedi imballaggi e pallet. Poi nel 2005 hodeciso di dare questa ulteriore specia-

lizzazione”.Per l’imprenditore trentenne adesso lamission è quella di contribuire a far cre-scere ancora di più il comparto vitivini-colo, che necessita in loco anche diaziende produttrici di altri componentidel packaging, come le vetrerie:“Mancano aziende che producono bot-tiglie, sarebbe un punto di forza pertutti, se si sviluppasse interamente lafiliera del packaging in Sicilia”.

M.L.

Antonio Schiavo, imprenditore trentenne, con la sua aziendadi Termini Imerese è il leader in Sicilia nel settore degliimballaggi in legno. Ogni anno produce 80 mila confezioni

Dove ti metto labottiglia

L’imprenditore Antonio Schiavo

Le famiglie italiane in difficoltà, e ancora una volta sono costret-te a stringere la cinghia. La crisi economica, a leggere i dati dif-fusi dall'Istat sulle vendite del commercio al dettaglio, non èancora alle spalle e si affronta riducendo gli acquisti, a partire daquelli alimentari.A gennaio - sottolinea l'Istituto di statistica - le vendite comples-sive sono diminuite dello 0,5%, per i prodotti alimentari il calo èancora più forte con un -1% su dicembre (il dato peggiore daaprile 2007) e un -3,3% su gennaio 2009, il dato tendenziale peg-

giore da marzo 2009, mese considerato di picco per la crisi. Ladiminuzione degli acquisti alimentari non ha risparmiato nessu-no con un calo tendenziale delle vendite della grande distribu-zione del 3,5% e una diminuzione per i negozi più piccoli del3,1%. Per il comparto non alimentare il calo complessivo dellevendite è stato rispettivamente dello 0,3% su dicembre e del2,3% su gennaio 2009 con una sofferenza maggiore per la gran-de distribuzione (-2,9% a fronte del -2% delle imprese operantisu piccole superfici).

Crisi, in calo gli acquisti alimentari>>>

23supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Ametà tra uno spettacoloteatrale e un elogio delgusto, ecco la serata di

gala, apertura della quaranta-quattresima edizione del Vinitaly,palco dello chef siciliano FilippoLa Mantia e, insieme a lui, di tuttal’Isola a tre punte.L’organizzazione del più grandesalone del gustoenologico italianoha infatti scelto laTrinacria (attraversol’Istituto regionaledella Vite e del Vino)con i suoi sapori, isuoi colori e i suoiprofumi, per aprire lasettimana veronesededicata ai vini delBelpaese, e non solo.“Quando mi hanno contattato –racconta lo chef Filippo La Mantia– ho detto loro che organizzarequesto evento era una cosa a cuitenevo tantissimo e che per me èun vero onore ricevere questocompito arduo ma stimolante altempo stesso”. Così, a respirarel’aria di Sicilia sono state le stanzedi Palazzo della Gran Guardia e i330 invitati alla cena che si è svol-

ta mercoledì. “Ho pensato ad unevento scoppiettante – aggiungelo chef – che non somigli affattoalle tradizionali cene monotone econ un’infinità di portate”.Per lui, dunque, il restyling di unasala di circa 900 metri quadraticolorata di nero e di bordeauxdove, dall’alto di un palcoscenico

lungo 7 metri ecreato per l’occa-sione, sono arri-vati i piatti realiz-zati dal vivo daoffrire ai com-mensali. “E’ unesperimento cheho portato ingiro per ilmondo, da NewYork a Milano, un

progetto a cui lavoro da 5 anni eche adesso desidero realizzare aVerona – aggiunge Filippo LaMantia –. Sono contento che laSicilia abbia deciso di appoggiar-mi in questa avventura che vuoleandare un po’ oltre gli schemiordinari”. La cena preceduta da unaperitivo interamente giocato sulmoderno concetto di finger food:“A base di caponata – spiega lo

chef –, ecco una mousse dipomodoro e capperi, alla menta,al limone, al finocchio. Ma anchealla ricotta e cannella”. Durante lacena, al bando i secondi piatti,per privilegiare paste e couscous, oltre agli immancabili dolcidella tradizione isolana. “L’idea èquella di una cucina estempora-nea che si moduli sulla base deiprodotti che trovo sul posto”, diceLa Mantia. Prodotti rigorosamen-te made in Sicily e a presidio Slowfood: dalla lenticchia di Ustica alcappero di Pantelleria, dall’oliodella Valle del Belice alle fave lar-ghe di Leonforte. Chicca dellaserata di apertura della quaranta-quattresima edizione del Vinitaly,la volontà dello chef palermitanodi coinvolgere la gente durante lapreparazione dei piatti: “E’ bellopersonalizzarli – conclude –, siaaccontentando i loro gusti chechiedendo loro di cucinare insie-me a me davanti a tutti i presentiin sala”.E il ruolo della Sicilia nella cena diapertura della manifestazioneenologica riempie di orgoglioLeonardo Agueci, presidentedell’Istituto regionale della Vite e

del vino:“Alla Sicilia quest’anno èstato offerto il grande onore diorganizzare la serata inauguraledi gala – dichiara – e per noi èun’occasione importante. Offrire

il meglio di quello che la nostraterra ci offre è una grande chanceper far sapere che patrimoniopossiede la Sicilia”.

Paola Pizzo

Al Palazzo della Gran Guardia la cena d’apertura del Vinitaly firmata Filippo La Mantia.Lo chef siciliano ha messo in mostra i sapori dell’Isola coinvolgendo gli oltre 300 invitati

Lo chef Filippo La Mantia

Alla serata di gala Siciliaospite d’onore

“Ho pensato ad un evento scoppiettante diverso dalle tradizionali

cene monotone e con un’infinità

di portate”

24 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Da un minimo di 25 milaeuro a un massimo di 100mila euro ad ettaro. Sono

questi i prezzi dei vigneti inSicilia, prezzi che variano daOriente a Occidente in relazionea molti parametri. A farli crescerela presenza di acqua, di fabbricatio la vicinanza ai centri abitati. Main ogni caso, a parte piccole ecce-zioni, questo sembra il momentogiusto per acquistare. “Ci trovia-mo in un momento di mercato incui la crisi in agricoltura è fortissi-ma”, spiega Tonino Guzzo, enolo-go di molte cantine nell’Isola, “siassiste ad una perdita di valore ditutto il sistema e, dunque, anchedel vigneto”.In generale i prezzi sono scesi da20 al 30% negli ultimi anni. Mavediamoli in dettaglio.Nel Trapanese possiamo partireda 30 mila euro per arrivare a 70mila, compresi i diritti di reim-pianto. “Ciò ovviamente dipendedal tipo di terreno”, spiega Renatode Bartoli dell’azienda Tagliaviadi Marsala, “ma se si considerache il prezzo di un seminativo si

aggira intorno ai 10-15 mila eurola differenza è significativa”.Per un ettaro di vigneto non sisuperano i 45 mila euronell’Agrigentino. “Si parte da unminimo di 30-35 mila euro anchese nella zona le transazioni sonoridotte al minimo”, spiegaSalvatore Li Petri, direttore dellaSettesoli,“in questo momento chiha un vigneto lo sta coltivando,non lo vende”.I prezzi scendono a 25 mila eurocompresi i diritti di reimpiantonel Palermitano. “I soli diritti siaggirano intorno ai 3 mila euro”,spiega Nino Alessandro, diCamporeale, “un terreno senzavigna può costare anche 15 milaeuro”.Proseguiamo il nostro viaggio trai vigneti di Sicilia spostandoci aOriente.Qui ci troviamo di fronte a situa-zioni di nicchia, come quella dellaDoc Faro o della Doc Etna.“Stiamo parlando di una Doc lacui superficie è limitata a 20 etta-ri”, spiega Enza La Fauci,“inoltre lazona negli ultimi anni ha assistito

ad un risveglio incredibile e adun incremento del valore dei ter-reni che è sicuramente fuori mer-cato, difficile da determinare, cer-tamente però in controtendenzarispetto alla situazione generale”.Passando ai vigneti del Vulcano iprezzi passano dai 30 ai 50 milaeuro, con costi di diritti di reim-pianto che si aggirano intorno ai5-6 mila euro.“Spesso parliamo di terreni in cuiinsistono fabbricati rurali e diffi-cilmente, anche senza vigna, siscende sotto i 20 mila euro”, spie-ga l’enologo Salvo Foti, che pro-prio sull’Etna ha la sua azienda IVigneri.A fare la differenza, secondoMassimo Padova dell’aziendaRiofavara di Ispica è anche il siste-ma di allevamento. “Nella nostrazona i prezzi passano da 45 milaeuro per un vigneto ad alberelloa 65 per la spalliera”, spiega,“men-tre per un seminativo scendiamoa 20-24 mila euro”.A registrare i prezzi più alti inassoluto sembra essere l’Isola diPantelleria, dove si può arrivare

anche a 100 mila euro ad ettaro.“In generale qui i vigneti costanoesattamente il doppio rispetto alresto della Sicilia”, spiegaSalvatore Ferrandes,“o si fa l’affa-re o l’asta, ma di certo non si parladi mercato agricolo bensì turisti-co”. “Il prezzo sale anche perchéc’è una elevata frammentazione”,

spiega l’enologo NicolaCentonze, consulente diAbraxas,“inoltre i panteschi sonomolto ricchi, anche grazie all’arri-vo dei Vip che hanno strapagatoterreni e case, e non hanno biso-gno di svendere i propri fondi peravere liquidità immediata”.

Annalisa Ricciardi

Da un minimo di 25 mila euro a un massimo di 100 mila ad ettaro: ecco i prezzi dei terreni in Sicilia. I più cari a Pantelleria. Ma negli ultimi anni le cifre sono calate

Vigneto, quanto mi costi?

>>>

“Questo Etna è musica”

Mick Hucknall, voce storica del gruppo inglese dei Simply Red, produce da 10 anni vini sul vulcano nel suo vignetodi cinque ettari. “Sono innamorato di questa terra, ma i vini devono rispecchiare di più i territori siciliani”

Tra un concerto e un'esibizionetrova anche il tempo per produr-re del vino, del buon vino sicilia-no.Mick Hucknall, voce storica delgruppo inglese dei Simply Red,ha scovato la sua isola di Paradisonelle pendici dell'Etna, in unacantina-palmento del 1760 adibi-ta a museo vitivinicolo e saladegustazione nella zona diSant'Alfio e in un vigneto di circa5 ettari che si trova ad Alberello.Novemila viti per ettaro, con unaselezione di vitigni autoctonietnei (nerello mascalese, nerellocappuccio, carricante, minnella egrecanico) perfetti per la produ-zione dell'Etna Doc, ma ancheventicinquemila bottiglie annueconfezionate.Sono questi i numeri della suatenuta, dalla quale provengonol'Etna rosso, estratto dalla vignaultra centenaria di Castiglione di

Sicilia, e l'Etna bianco che ha ori-gine a Sant'Alfio.Cronache di Gusto ha intervistatoMick Hucknall, per parlare dellaSicilia e della sua enologia con unproduttore che ha prestato il suoestro anche alla musica.Dopo 10 anni dal tuo investi-mento in Sicilia, sei ancora con-tento?“Più che contento io direi chesono ancora innamoratodell'Etna, dei miei vini e delle miebellissime vigne ad alberello”.Cosa pensi del vino siciliano ingenere?“In Sicilia ho avuto modo diassaggiare tanti bei vini, ma solopochi vini buoni veramente sici-liani”.Quando bevi il tuo vino?“Nei momenti importanti, quan-do devo condividere un piacere ouna ricorrenza con i miei collabo-ratori o i miei amici.

Alcune volte quando sono solo edesidero essere sull'Etna”.Nel Regno Unito come hannoaccolto la notizia che sei unproduttore di vino?“Direi senza tanto clamore, per-chè ho cercato sempre di comu-nicare questa mia passione, que-sto mio hobby, nell'assoluta nor-malità: un'attività mia privata enon legata al mio lavoro di musi-cista”.Ci puoi suggerire uno sloganper promuovere la Sicilia ol'Etna del vino?“Di fare dei vini veramente e cul-turalmente siciliani!”Cosa ne pensi della cucina sici-liana?“Dico spesso che la cucina fran-cese, che amo molto, è la cucinadella domenica, mentre la cuci-na quotidiana è quella sicilia-na!”

P.Pi.Mick Hucknall, il leader dei Simply Red che produce vino sull’Etna

Un vigneto in una campagna sicilianaUn vigneto in una campagna siciliana

25supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Se si guarda il passato si vedono 500bottai che, in giro per la Sicilia, realizza-no le “culle” per il vino. Cinquecento

artigiani impegnati in un’arte antica, quelladi conservare, far invecchiare, migliorare congli anni il vino.Oggi a mandare avanti una tradizione è sol-tanto Girolamo Li Causi, l’ultimo bottaio sici-liano. Un passato da dirigente della Regionee un futuro da bottaio a Marsala, dove vie elavora ancora, un futuro scritto nel Dna. LiCausi, infatti, ha ereditato il testimone dellecinque generazioni di mastri bottai che lohanno preceduto.“A metà degli anni Novanta mio padreGiuseppe decise di fermarsi – racconta LoCausi – prima di andare in pensione, però,decise di fare un giro in Europa e negli StatiUniti, si rese conto che il mercato delle bottiandava ancora avanti, che c’era tanto da fare.Mi disse come stavano le cose, ci pensai unpo’ e poi decisi di lasciare il mio lavoro allaRegione e lanciarmi nell’attività di famiglia”.Nella famiglia Li Causi si parla di botti daiprimi decenni dell'800 e nel 1925 mastroFrancesco fondò la ditta di Li Causi, portandoavanti l'arte di famiglia. Nel laboratorio della

ditta nasce mastro Giuseppe che muove iprimi passi tra cerchi e arnesi.L'apprendistato di Giuseppe viene direttodal padre, che lo obbligava a rifare la stessabotte non appena il ragazzo terminava dicostruirla fino al raggiungimento della perfe-zione. Da qui il motto dei Li Causi: due secolidi esperienza in ogni botte.I numeri della Marsalbotti sono di tuttorispetto, ogni anno vengono prodotte dieci-mila botti in castagno, duemila fra barrique etonneaux, 150 grandi botti da venti a centoettolitri. “Eppure molti imprenditori sicilianidel vino – dice con un filo di amarezzaGirolamo Li Causi – preferiscono andare

all’estero a comprare le loro botti. Abbiamolo stesso rovere francese, la stessa tecnolo-gia, la stessa affidabilità, siamo la terza azien-da d’Italia, la prima da Roma in giù. Eppurecontinuiamo a vendere più all’estero e oltrelo stretto che in Sicilia. Sono d’accordo conchi ci giudicaz malati di esterofilia”.Un passato da grandi, un presente da artigia-ni d’esperienza, e il futuro? “Non lo vedomale. In fondo finché ci sarà vino servirannoanche le botti”dice l’ultimo bottaio, che haun sogno nel cassetto: "Ritornare a produrrebotti per la cantina Florio. Un'azienda impor-tante per la storia del vino in Sicilia, per me ela mia famiglia". Marco Volpe

L’esperienza di Girolamo Li Causi, un passato da dirigente dellaRegione, ora ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, a Marsala. “Finché ci sarà vino serviranno anche i contenitori”

L’ultimo bottaio: ecco la mia Sicilia

Vino rosso e attività fisica il segreto dei super centenariPer i super centenari, che hannosuperato i centodieci anni, l'attivi-tà fisica e un'alimentazione riccadi antiossidanti, tra cui anche unbuon bicchiere di vino rosso, sonola chiave per mantenersi sani eattivi il più a lungo possibile. Loassicura Mariano Mala-guarnera, del Dipartimento diMedicina interna dell’universitàdegli studi di Catania, che ha lavo-rato a lungo con i pazienti cente-nari.

Uno studio: sì a uno o due bicchieri di vino durante i pastiBere alcolici senza eccessi, rivelauno studio italiano che ha guada-gnato le pagine del 'Journal of theAmerican College of Cardiology',fa bene al cuore, anche se si trattadi un cuore malconcio. Lo studiocondotto dai laboratori di ricercadell'università Cattolica diCampobasso rivela che uno o duebicchieri di vino al giorno, o l'equi-valente in birra o altre bevandealcoliche, riducono il rischio dimorte per qualsiasi causa.

Mediobanca: il vino in Borsa ha raddopiato il capitaleIn dieci anni, investire nelle socie-tà del settore vinicolo quotate inBorsa ha portato quasi a raddop-piare il capitale contro un mode-sto +5% della media dei listiniinternazionali. Si tratta di uno deidati più significativi dell'Indaginesul settore vinicolo pubblicatadall'Ufficio studi di Mediobanca.

Gocce

Girolamo Li Causi, l’ultimo bottaio siciliano

26 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Rappresenta un nomeimportante, un´ideaimportante: quella di Slow

Food. Un´idea, un concetto, il"buono, pulito e giusto", cheapplica al vino e alla guida al"Vino quotidiano", curata conFabio Giavedoni. Ed è così cheGiancarlo Gariglio "legge" ancheil mondo del vino siciliano.Gariglio, come viene percepitala realtà del vino siciliano dachi vive oltre lo Stretto? "Non è più una novità parlaredell´alta qualità dei prodotti pro-venienti dalla Sicilia. Negli ultimidieci anni questo vino è diventa-to di moda. Soprattutto il Nerod´Avola. Ma, essendo un com-plesso variegato, ci sono zone piùconosciute e altre più di moda,l´ultima delle quali è l´Etna".Ma è soltanto una moda?"Non nel senso di moda-commer-ciale, ma come prodotto di cuitutti parlano.Dietro la produzionedell´Etna c´è una realtà importan-te. Non so quanto ancora sia per-cepita dai consumatori, piuttostoche da esperti e giornalisti, ma

posso dire che sicuramente cre-scerà, d´altra parte anche i `pro-duttori dei grandi numeri´ stannoinvestendo da quelle parti, que-sto non va tralasciato".Faceva riferimento al Nerod´Avola, è stata un´occasionepersa?"Credo di no, quello della svendi-ta di alcune produzioni autocto-ne molto diffuse è un fenomenocomune a molte delle denomina-zioni più importanti. Quando c´è il business spesso avvengonocose di questo genere. Un fattolegato anche al fatto che le azien-de agricole magari non riesconoa vendere tutto il vino, da qui ibassi costi".Se un produttore siciliano lechiedesse un consiglio, lei cosagli direbbe?"Come Slow Food tendenzial-mente cercherei di non dar consi-gli. Però credo che il vino sicilianoabbia bisogno di essere cono-sciuto attraverso le sue diversità.E serve anche diversificazionenella comunicazione. Allo stesso tempo bisognerebbe investire

sui vitigni autoctoni, cercando dipersonalizzare la produzione deivitigni internazionali, senza stan-dardizzare le produzioni".Cosa ne pensa del dibattitosulla Doc Sicilia?"A mio avviso le Doc regionalifunzionano bene nelle piccolerealtà, vedi Val d´Aosta e Trentino,male in quelle più grandi, comeavviene in Piemonte".Cosa c´è nel futuro del vino sici-liano?"È un territorio interessante,superata la crisi ha tutte le cartein regola per potersi riprendere erimettersi in piedi".Cosa va fatto per superare lacrisi?"Uno dei punti fondamentali èquello di recuperare il consumoquotidiano, lasciando stare i vinicommerciali che magari costanoquanto quelli di piccoli produtto-ri che mettono sul mercato chic-che molto interessanti".Qual è il vino che preferisce?"Quello che esprime bene il terri-torio e il vitigno, regalando gran-di emozioni". Marco Volpe

Il curatore della guida Slow Food, Giancarlo Gariglio: "Ai produttori dico: il vino siciliano ha bisogno di essere comunicato attraverso le sue diversità"

“Vino vuol dire territorio”

Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Food

27supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Se nell’800 l’essenza del viaggio eral’esplorazione, oggi è il gusto, soprat-tutto in Sicilia. Qui sapori e territori si

offrono come nuovi itinerari al gastronautavenuto per scoprire il patrimonio dell’Isola,così come natura e architetture accolsero aitempi i grandi viaggiatori come Goethe.Sono le tappe dell’associazione le Soste diUlisse, percorsi portatori di un nuovo mododi viaggiare: divertirsi attraverso il gusto.Nata nel 2002 con un progetto di valorizza-zione alternativo dell’Isola, oggi l’associazio-ne coinvolge ben venti ristoranti, quindicialberghi e una delle pietre miliari della tradi-zione dolciaria siciliana, la PasticceriaBonajuto di Modica. Sono i luoghi che

meglio raccontano e rappresentano le diver-se aree della Sicilia, di cui proprio il gusto neè il file rouge. Pubblicata ogni anno in 60.000copie reperibili all’interno delcircuito, è diventata in pochianni un vademecum da por-tarsi sempre con sé nell’esplo-razione. “Quando ci siamoassociati volevamo promuo-vere il volto gastronomicodell’Isola, selezionando soloquei ristoratori che megliorappresentavano l’eccellenzadi tutto il territorio – dice Pino La Rosa,patron de La Locanda di Don Serafino aRagusa e segretario dell’associazione -.Abbiamo puntato i riflettori sul meglio dellaproduzione dell’Isola, da quella vinicola aquella casearia. Condizione sine qua non diuna cucina a chilometro zero e di alta qualità”.Una nuova chiave di viaggio che ha trovatosubito il consenso del turista tanto da porta-re l’associazione ad inserire nel progettoanche le strutture ricettive. “La selezione deisoci avviene seguendo una procedura bendefinita. Abbiamo uno statuto che prevededei requisiti e standard qualitativi ben preci-si - spiega La Rosa -. Si procede con un’ispe-zione nell’anonimato, condotta da commis-

sari nominati dall’associazione e che sonoristoratori e chef. Si verificano se vi sono lecondizioni rispondenti ai nostri parametri, e

cioè la predisposizione aparlare di Sicilia”. Modusoperandi che rappresenta ilbrand di Soste di Ulisse.“Pernoi Soste di Ulisse è un mar-chio che deve fare sistemaper far parlare di Sicilia nelmondo. Per questo siamoseveri nella selezione deisoci. Il nostro è un grande

contenitore di qualità, una garanzia per ilturista”. Se da un lato è nata per far vivere alturista la Sicilia come avveniva nei gran tourdell’800, dall’altro soste di Ulisse ha fatto fareanche un passo avanti all’imprenditoria turi-stica. “Per noi significa l’antitesi dell’indivi-dualismo siciliano”, dice La Rosa. Ad avere perprimi scoperto questo nuovo modo di assa-porare la Sicilia sarebbero stati proprio i sici-liani. Obiettivo dell’associazione è raggiun-gere da qui a tre anni i cinquemila soci intutto il mondo, ai quali presto sarà dedicatoun nuovo strumento, la fidelity card. Unacarta spedita direttamente a casa che con-sente sconti ed agevolazioni nel circuito.

Manuela Laiacona

Ecco Le Soste di Ulisse, associazione che racconta la Sicilia attraverso lagastronomia. Ne fanno parte 20 ristoranti, 15 alberghi e una pasticceria

Il segretario dell’associazione Giuseppe La Rosa

La Rosa, patron dellaLocanda di Don Serafino

di Ragusa e segretario dell’associazione:

“Il nostro obiettivo è essere una garanzia

per il turista”

Quando il viaggiovuol dire gusto

Confagricoltura: necessarie misure straordinarie dall’Ue"Le misure straordinarie Ue sononecessarie e dovranno coinvolge-re numerose filiere italiane ingrande sofferenza, dal vino allatte, dai cereali all'olio". Lo hadetto il presidente diConfagricoltura, FedericoVecchioni, commentando la pre-disposizione di un pacchetto dimisure immediate dall’Ue in favo-re del settore agricolo. "Purtroppole regioni italiane - ha aggiuntoVecchioni - rischiano di perdere1,3 miliardi di euro di risorse nonspese nei Piani di sviluppo rurale:risorse che devono essere ricana-lizzate in favore della tenuta delleimprese agricole in questo diffici-lissimo momento”.

Sicilia, più controlli sugli alimentiper la sicurezzaPiù controlli sugli alimenti pergarantire la sicurezza dei cittadini.Èquanto previsto dal "Pianoregionale di controllo ufficiale sullapresenza di residui di fitosanitarinei prodotti alimentari per il trien-nio 2010 - 2012", elaborato dall'as-sessorato alla Salute della RegioneSiciliana. I fitosanitari sono prodottiche vengono utilizzati in agricoltu-ra per difendere le piante coltivateda attacchi parassitari e per elimi-nare le piante spontanee cheandrebbero a danneggiare le spe-cie coltivate e il piano di controllomira a "programmare e coordinare,nella Regione Siciliana, le attivitàmirate alla verifica della presenzadi residui".

Gocce

28 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Nato in Val d’Aosta, giral’Italia in lungo e in largo,ma scommette sull’Etna.

Federico Curtaz, agronomo, pro-prietario assieme a SilviaMaestrelli di Tenuta di Fessina,quindici anni trascorsi in Gaja, poiuna società di consulenza, oggilavora in proprio girando per isuoli di tutta l’Italia e contribuen-do alla nascita di grandi vini.Sarebbe forse più facile elencarele regioni dove non lavora, vistoche quelle in cui presta consulen-za: sono 12 per un totale di circatrentatré aziende. Eppure tra tuttii territori, è la Sicilia ad attrarlo, inparticolare l’Etna dove ha acqui-stato alcuni ettari e dove da alcu-ni anni è patron di Tenuta diFessina.“Il lavoro mi ha dato la fortuna didover viaggiare molto, ma in ogniluogo io respiro un’aria diversa,emozioni differenti” spiegaCurtaz. Gli abbiamo chiesto diraccontarcela quest’Italia delvino, tra vizi e virtù, tra grandiaspettative e cultura millenaria. E’così che nasce una mappadell’Italia che narra se stessaattraverso il vino di ogni regione.Il Piemonte, la scuola“E’ lì che ho imparato tutto diquesto mestiere, ed è sicuramen-te la regione che conosco meglioin termini di suolo, perché holavorato in tutte le zone. I vini pie-montesi sono un gesto di serietà,austeri, seri ed educati, sannomantenersi a lungo e non delu-dono mai”.L’Alto Adige, terra di sfide“E’ la forza di aver conquistato lamontagna, l’ostinazione contadi-na che strappa alla natura un

immenso tesoro. I vini di quellaterra sono longevi ed eleganti,ma sono il risultato di anni disfide, sfide tra l’uomo e la natura”.Il Veneto, la semplicità“Credo che il Veneto abbia avutoil grande merito di non contrad-dirsi mai. I vini sono semplici,lineari e piacevolissimi, La lorobevibilità ne è una dimostrazio-ne. Sia il Soave, che la Valpolicellasono zone dove le cose si fannoper bene, e come tutte le cosefatte bene, hanno successo. Lasemplicità è la chiave interpreta-tiva dei vini veneti”.La Liguria, terra di confine“Non è altro che una lingua diterra, un nastro adesivo che uni-sce mare e monti. Ha dei suolimeravigliosi, varietà autoctoneeccellenti e vini fini ed eleganti.Ha un solo difetto, è una terrapigra, pigra come la Maccaja, ilvento caldo che spira in quellezone. Lavorare la terra è unmestiere dove non può esisterela pigrizia. Ad ogni modo hagrandi potenzialità”.L’Emilia Romagna, il vino popo-lare“Qui si produce soprattuttoSangiovese, il vino della gente,del popolo, quello che si bevequando ci si diverte. E’ questo illoro punto di forza reale, anche seancora non l’hanno capito.Avranno successo se saprannogiocare questa carta”.Toscana, la bellezza persa neglispecchi“Una regione splendida, che pro-duce vini interessantissimi mache è un po’ troppo innamoratadi se stessa per confrontarsi conaltri territori. Ha costruito il suo

successo sull’immagine ed oggisi è persa guardandosi allo spec-chio. Pecca insomma di narcisi-smo, ma potrebbe crescere moltodi più, soprattutto se i produttorila gestissero meglio”.Le Marche, lo show dei bianchidi domani“E’ la terra del più grande vitignobianco, il Verdicchio, ecco perchèdico che il grande futuro delbianco italiano è qui. SoprattuttoMatelica, è una terra di viniimportanti, longevi e che nonhanno paura di invecchiare”.Umbria, il cuore“Ha un enorme potenziale. Sonopiccole gocce di vino stillate daun cuore pulsante. Orvieto ed ingenerale tutta la zona nord aconfine con la Toscana è un terri-torio che ci riserverà piccolegrandi sorprese”.Il Lazio, terra di ricostruzioni“Se pensiamo che il Lazio è unodei primi luoghi dove i romanihanno piantato la vigna, dovrem-mo solo pensare a ricostruire len-tamente la qualità di quei vini. E’necessario risalire riacquistandoil potenziale che abbiamo perdu-to. La zona dei colli può daremolto in futuro”.La Puglia, il mistero“E’ una regione in fieri, un tram-polino che non è stato ancorasfruttato. La Puglia è la terra delmistero, non ne è stato rivelato ilpotenziale. Tra l’altro, si vivemolto bene da quelle parti”.La Campania, la ricchezza dasvelare“I suoli campani, sono certamen-te la miniera per il futuro del vinoitaliano. Ho ragione a dire questo,perchè la genetica e la moltitudi-

ne di vitigni che possiede laCampania è davvero una ricchez-za. Posso dire con certezza che hatutte le carte per produrre grandivini e forse ha anche in mano ilfuturo del vino italiano”.Ed infine la Sicilia, il fascino“Non posso spendere due paroleper spiegare la Sicilia perchè èuna terra speciale. Il mio rapportocon questa regione è cambiatonel tempo e oggi posso dire dinon venire qui solo per il vino,sarebbe riduttivo. La Sicilia èmolto di più, è un luogo in cui lanatura si avverte molto, esatta-mente come nei paesi dell’emi-sfero australe. La luce e la qualitàdel terreno sono superiori. Qui siavverte una forza primordialeche ti attira a sé, ed è per questoche è stata terra di conquiste e distratificazioni di civiltà. La Sicilia è

il fascino a cui non resisto. E’ laprofondità e la diversità sul voltodi chi vi è nato, è qualcosa disuperiore. Inoltre, è un continen-te a sè, perchè c’è molto differen-za tra un suolo ed un altro.Ecco spiegato come mai ho inve-stito in prima persona sull’Etna,perchè credo molto nel successodi questa terra”. Alla fine di questacarrellata, sorge spontanea lacuriosità di sapere dove vivrebbeFederico Curtaz, tra tutte le regio-ni del vino italiano. E’ proprio luiallora a rivelarci “Vivrei per pro-fessione a Bordeaux, per passio-ne in Campania, ma la verità èche mi piacerebbe accompagna-re i turisti del vino in giro perl’Italia per trasmettere loro ilfascino di ogni tipicità”. Insommain nessun posto e ovunque.

Laura Di Trapani

Agronomo, nato in Val d’Aosta, ma oggi al lavoro in dodici regioni della Penisola “La Sicilia? Una terra piena di fascino. Ho investito sull’Etna perché credo nel suo successo”

Il giro d’Italiadi Curtaz

L’agronomo valdostano Federico Curtaz

29supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

Aconiugare tradizione edinnovazione è il nuovoobiettivo delle Strade del

Vino e dei Sapori della Sicilia.Nate per affermare e far conosce-re l’identità storica, culturale,ambientale e gastronomica e perpromuovere le produzioni vitivi-nicole e le attività agroalimentari,le specialità enogastronomiche ele produzioni dell’economia eco-compatibile, ma anche le attratti-ve naturalistiche, storiche, cultu-rali e ambientali presenti sul terri-torio siciliano, da anni sono metàdi numerosi turisti, esperti delsettore enogastronomico o sem-plicemente curiosi e avventurieri

alla ricerca di gusti genuini emete inesplorate.Ed è proprio a loro che è dedica-to il nuovo progetto di inseri-mento delle strade tra gli itinera-ri Gps, una mappa interattiva dapoter portare in auto e consulta-re in ogni momento, che indiche-rà i sentieri e le vie che porteran-no al gusto.Un progetto già in itinere checome annuncia Angela Salvo,direttore della Strada del Vino edei Sapori dei Castelli Nisseni eFederazione delle Strade del Vinoe dei Sapori di Sicilia, “porteràfinalmente le strade siciliane alpasso di quelle del Nord, offren-

do una proposta più vasta e aportata di mano, un tom tomdegli itinerari per rilanciare il turi-smo dell’Isola”. Inoltre sarannoinstallati dei totem in corrispon-denza dei centri d’accoglienzaturistici dove sarà possibile poteraggiornare il proprio Gps con lenuove informazioni.Ma non finiscono qua le novità,infatti saranno presentati anchedei pacchetti con delle caratteri-stiche del tutto nuove, spiegasempre Angela Salvo:“Noi abbia-mo elaborato dei menu a km 0rigorosamente stagionali e con ilsupporto di un sommelier giudi-ce internazionale. Cibo, vino, cul-tura e tradizioni in un tutt'unoofferto a viaggiatori esigenti mache, trattandosi di un turismomedio-alto, sono capaci di porta-re ricchezza alla nostra Terra”. Esottolinea: “Per queste ragioniabbiamo deciso insieme con laStrada del Vino del Val di Noto,che si estende lungo le localitàdel famoso barocco siciliano, diessere presenti non soltanto aiworkshop ma anche con unostand, affiancando così localitànote ad altre da scoprire, in un’of-ferta completa e variegata. Ciattendiamo adesso non solo unarisposta positiva da parte deiTour Operators, ma anche daparte delle istituzioni affinchépossano darci il necessario sup-porto per contribuire alla crescitadella Sicilia come meta del turi-smo di qualità”.

Aurora Pullara

Tradizione e innovazione nel segno del territorio e dei prodotti enologici. Il progettogià avviato nella zona dei Castelli Nisseni. Angela Salvo: “Una proposta per chi amala Sicilia, ecco un tom tom dei percorsi per rilanciare il turismo”

Strade del vino, itinerari a prova di Gps >>>

Gemellaggio traVal di Mazara e Riva del GardaDal nord al sud un solo comu-ne denominatore: il turismoenogastronomico. Da Riva delGarda alle spiagge mazaresiper una corrispondenza digusti e prodotti tipici. E’ ilnuovo progetto di gemellag-gio turistico tra le Strade delvino e dei Sapori Val diMazzara e quelle trentine, inparticolare Riva del Garda.Uno scambio di profumi,odori, sapori e tradizioni eno-grastronomiche tra loro moltodistanti, non solo geografica-mente. Due terre con impor-tanti terroir enologici sarannoprotagoniste di un gemellag-gio gustativo che cercherà diconciliare le delizia del palatoalla cultura, storia e le nume-rose attrattive turistiche delterritorio.“Cercheremo di offri-re al turista – spiega SalvatoreAjello, presidente delle Stradedel vino e dei Sapori Val diMazzara – un territorio chepossa offrire non solo attratti-ve enogastronomiche, versouna direzione che porta al set-tore vinicolo e oleario, maanche verso le tradizioni e l’ar-tigianato della nostra terra,come le ceramiche, o un sog-

giorno che possa coccolare ilnostro ospite, in strutturebenessere e resort”.Perché è importante puntaresulla qualità piuttosto che laquantità per poter rilanciarel’immagine della Sicilia, e deisuoi prodotti, come il vino, chein questo momento di crisigenerale, è stato un po’ offu-scato.“Per poter rimanere bensaldi sul mercato e nell’univer-so vitivinicolo bisogna punta-re su una produzione di quali-tà piuttosto che ai numeri –sottolinea sempre Ajello – leaziende che rappresentanol’immagine della Sicilia nelmondo, se è necessario, devo-no avere il coraggio di ridurrela produzione a favore di unaqualità di livello medio alta, adifferenza di tante cantine chea prezzi veramente bassi pro-ducono quantità maggiori madi qualità molto discutibile”;ed è anche per questa ricercadi prodotti originali e genuiniche nell’ultimo periodo si èvisto un forte incremento delturismo enogastronomicoindividuale proveniente dalresto d’Italia.

Au.P.

La mappa interattiva da portare in auto e consultare in ogni momento, che indicherà i sentieri e le vie che portano al gusto siciliano

Angela Salvo, direttore della Strada del Vino dei Castelli Nisseni

30 supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

T ra tutti i vitigni rossi del mondo èritenuto il più nobile, sensuale edelegante, ed anche il più difficile.

Per il produttore è una vera croce, indo-mabile, per il consumatore un ginepra-io sia sotto il profilo delladegustazione sia sotto ilprofilo del prezzo. Daipochi euro dellaCalifornia e del Sud-Africa si può passare allecentinaia, se non miglia-ia, della Borgogna, suaantica zona di origine. Tratutti, basta ricordareRomanée-Conti, Gevrey-Chambertin,Richebourg.Il pinot noir è di casa anche nellaChampagne, soprattutto a Reims, dallaquale nascono emozionanti Blanc deNoir. In Italia, esigendo comunque ilvitigno un clima duro, il Blauburgunderha trovato buona dimora in Alto Adige(qui è chiamato così) con risultati sod-disfacenti, anche se non infrequente-mente criticati.Insomma con pinot nero non si scherzae forse proprio per questo, nell’immagi-nario del produttore ambizioso, costi-tuisce un richiamo irresistibile, unasfida da cogliere per dimostrare che ilproprio suolo o microclima, o terroir ingenerale, è senza eguali.Parlare di pinot nero sull’Etna, mettia-mo da parte la premessa e andiamo alpunto, colpisce non poco. Come reagiràil vitigno alla montagna, alle diverse e

notevoli altitudini, alle ceneri, alle sab-bie nere, agli infiniti strati diversi dilava ed alle escursioni di temperature adue cifre? Un passo mai compiuto daalcuno.

Duca di Salaparuta ciprova a Vajasindi su unavecchia idea di GiacomoTachis. La tenuta, nellafrazione di Passopisciaropresso Castiglione diSicilia (versante nord), siestende su 8,30 ettari edue terrazzamenti, ilprimo a quota a 700 mt.,

il secondo a 650 mt. Il suolo, dal colorebruno scuro, è leggero e ricco di schele-tro, pietra pomice, sali minerali. Leescursioni termiche arrivano a superarei 22°C. All’acquisto, avvenuto nel 2002, èseguito a distanza di un anno l’impian-to della vigna con una densità di 5.500ceppi per ettaro e con una produzionemediacalcolata sulle ultime tre vendemmie dicirca 1,0-1,2 kg per pianta. Le operazio-ni di vinificazione avvengono quasitotalmente in modo manuale, a partiredalla vendemmia. Dopo una lievemacerazione a freddo, il mosto fermen-ta ad una temperatura tra i 26 ed i 27°C.Segue la seconda fermentazione (malo-lattica) in modo naturale. A fermenta-zione completata il vino affina in legnopiccolo di 3° e 4° passaggio per un annocirca. Prima annata imbottigliata il2007, per un totale di 4.000 bottiglie

che approderanno sul mercato nelmaggio del 2010. Prezzo allo scaffale:25 euro circa.Il vino si presenta di colore rosso rubinovivo. Il naso non è deciso, ma piacevol-mente fragrante e fruttato. Ribes, lam-poni, mora, ciliegia, cenni frutta scirop-pata. Terziari in evoluzione. In boccapredominano le sensazioni sapide e di

rotondità. Col passare del tempo dalbicchiere si accentuano le sensazioniodorose. Buone le probabilità di lungoinvecchiamento: il tempo tra l’altrosvolgerà un ruolo fondamentale met-tendo in evidenza luci e smussando spi-goli. Un vino da provare e riprovare traqualche anno.

Francesco Pensovecchio

Duca di Salaparuta tenta la strada del pinot nero sull’Etna, con il Nawari 2007 La tenuta è nella frazione di Passopisciaro nel territorio di Castiglione di Sicilia

Vino nobile ad alta quota

Buone le probabilità

di lungo invecchiamento

Un prodotto da riprovare

tra qualche anno

>>>

Un bordolese alla corte di MilazzoNicolas Pejoux, giovane enologo francese nell’azienda di Campobello di Licata. “La Sicilia? Più attenti alle vendemmie”

Cosa hanno in comune Bordeauxe Campobello di Licata?Probabilmente nulla in fatto diterroir, ciò che condividono peròè la passione per la Sicilia di ungiovane enologo francese, pas-sione che lo ha portato all’azien-da Milazzo, per la quale prestaconsulenza da alcuni anni.Nicolas Pejoux lavora a Margaux,presso lo Chateau Rauzan –Gassies, ma sembra essere unappassionato di vini siciliani. Eccoperchè quando gli è stato propo-sto di venire a prestare la sua pro-fesionalità sull’Isola, non solo nonsi è tirato indietro, ma si è ancheinnamorato di questa terra.Cosa pensi dei vini siciliani?“Dal 1999 sono in grande cresci-ta, non solo in termini quantitati-vi, perché ci sono più aziende epiù impianti di vigneti, ma anchein termini di qualità, perché l’Isolaè cresciuta in esperienza e dun-que in qualità”.Che consigli daresti ai produt-

tori siciliani?“Di produrre dei rossi morbidi,eleganti e setosi. Si trovano moltivini rossi spessi in giro per laSicilia, carichi di tannini e surma-turi. Proprio la maturazione è ilsegreto del buon vino, bisognavendemmiare al momento giu-sto. Per far questo è necessarioassaggiare gli acini zona perzona, perchè ci potrebbero esse-re parti di vigneto che maturanopiù tardi e se non si vinificano almomento giusto si rischia di rovi-nare tutto”.Da francese cosa pensi dellebollicine prodotte dall’aziendaMilazzo?“Il signor Milazzo è per me unpioniere. I suoi spumanti sonomolto interessanti perchè riman-gono giovani e freschi anche sesono invecchiati, resta la morbi-dezza, ma anche profumi. Inoltrenon è facile reggiungere il perla-ge dei suoi spumanti”.Come giudichi l’annata 2009 di

Milazzo?“È stata una grande annata quicome in Francia. I rossi sono pro-mettenti nei profumi ed hannotannini soffici e setosi. Credo chesiano stati vendemmiati nelmomento giusto”.Cosa producete a ChateauRauzan – Gassies?“Facciamo due Second Cru, unodi prezzo medio sui 15-20 euro,l’altro tra i 35 ed i 45”.Cosa pensano dei vini siciliani aBordeaux?“Non li conoscono perchè si con-centrano sull’enorme produzio-ne locale.A Bordeaux non si beve quasinemmeno vino di Borgogna”.Quanto vino si beve a Bordeaux?“Diciamo che non manca mai labottiglia sulla tavola delle fami-glie bordolesi. Ma quello che fa ladifferenza è che sono disposti aspendere di più per vini di quali-tà,anche se devo ammettere cheil livello è molto alto, dunque la

spesa è medio bassa”.Come sta reagendo Bordeauxalla crisi?“Gli unici ad avere problemi sonostati i produttori di bassa qualità,quelli che vendono il vino a cin-que euro. Per il resto, gli chateaufamosi non hanno avuto proble-mi, hanno sempre venduto tuttoo quasi tutto en primeur”.Come funziona questo tipo divendita?“I compratori assaggiano lenuove annate dalla botte e sevogliono acquistare devonopagare anticipatamente un terzodella somma totale, alcuni mesidopo la seconda parte, fino allaprimavera, che è il momento incui devono saldare tutto”.Cosa ne pensi dell’agricolturabiologica?“Sarebbe bello poterla svilupparedalle mie parti, invece è moltodifficile e rischioso con l’umiditàche c’è in vigna. In passato abbia-mo provato ad eliminare i tratta-

menti, ma con scarsi risultati. Quiin Sicilia è invece possibile confacilità”.Che vini bevi?“Amo molto i rosati della Loira, gliicewine tedeschi, i vini di Bandole qualche etichetta californianadi Napa Valley prodotta da fran-cesi”.Quale cibo siciliano ami di più?“Il pesce spada, il merluzzo, masoprattutto l’olio extravergined’oliva”. Laura Di Trapani

L’enologo Nicola Pejoux

Il Nawari, la nuova etichetta di Duca Salaparuta, un pinot nero dell’Etna

31supplemento al numero 160 dell’8.4.2010

L ’Istituto della vite e del vinomette in valigia le speri-mentazioni più interessanti

e le porta al Vinitaly. Il nuovoassetto dell’Irvv, fortemente volu-to dal direttore DarioCartabellotta, comprende oggi:un settore laboratori per le anali-si dei vini, un settore vitivinicolostrettamente sperimentale conuna cantina nel territorio diMarsala, e una unità operativa dibiotecnologia. Quest’ultima, cherappresenta un’evoluzione insenso scientifico dell’originariastruttura di sperimentazione, sipropone d’individuare, attraversole biotecnologie applicate allaviticoltura, strade alternative aquelle che oggi nel nome dellaricerca tendono a snaturalizzare ilvino.I tre progetti principali, seleziona-ti per il Vinitaly dal responsabiledi settore Vincenzo Melìa, confer-mano l’ indirizzo del’Istituto. Illavoro dei tecnici è di altissimolivello e i vini sperimentali chesaranno portati al Vinitaly sono ilfrutto di questa equipe che vedein primo piano l’enologoGiuseppe Genna, AntonioSparacio e Daniele Oliva.Il primo vino conferma l’opportu-nità di sostituire i coadiuvanti diorigine animale comunementeusati in enologia al fine di chiari-

ficare i mosti prima del filtraggioe, principalmente nei bianchi, perabbassare il contenuto di flavo-noidi ossidabili. Con la vendem-mia 2008 di uve Catarratto si èavuta la possibilità di trattare ilmosto in sei differenti test e valu-tare i risultanti dei rispettivi coa-diuvanti scelti: animali, vegetali edi sintesi. I problemi legati all’usodi sostanze d’origine animalesono di diversa natura, uno diquesti è la possibilità che questepossano trasferire allergeni nelvino. Le due annate, 2008 e 2009,costituiscono una buona occa-sione per valutare anche l’evolu-zione delle caratteristiche gusto-olfattive del vino così trattato, esoprattutto attestare la suabuona conservazione dopo unanno di affinamento in bottiglia.Un altro interessante contributodell’istituto al calendario enolo-gico del Vinitaly è il recuperato“Moscato Zucco”. In questo casol’intervento dei ricercatori si èarricchito di spunti storici chevanno dall’identificazione delceppo originario, al recupero del-l’ambiente ampelografico tradi-zionale. “Quello del MoscatoZucco è un progetto a cui tenia-mo molto – dice Melìa – in quan-to riprende un legame col territo-rio, proprio com’è stato fatto per iprogetti portati avanti a Linosa, a

Pantelleria e a Mozia”. In contradaZucco, nei pressi di San GiuseppeJato, nel Palermitano, si trovavanell’800 la tenuta di Enrico Luigid’Orleans duca d’Aumale, pro-duttore del famoso moscatoZucco che esportava poi in tuttaEuropa. La ricerca del clone diquesto antico ceppo è durata treanni. In un campo sperimentalesono state messe a confronto levarietà più similari, come il M.Bianco, il M. Rosa, il M.Fiord’Arancio e il M. Ottonelle.Adesso, riconosciuto il “MoscatoBianco Zucco” e recuperatal’identità ambientale ampelogra-fica, l’ultimo passo sarà quello diregistrare un marchio collettivocon relativo disciplinare che lotuteli.Il terzo vino che l’Irvv porterà alVinitaly è un Merlot da lievitiselezionati. Il progetto è partitodue anni fa sull’onda di una pro-blematica tipica dell’enologiaisolana. “In Sicilia abbiamo sem-pre avuto il problema di vini daltenore alcolico elevato a causadelle condizioni climatiche –spiega Oliva – ma da un po’ dianni è diventato un tema d’inte-resse mondiale a causa dell’effet-to serra”. La ricerca di Oliva si èbasata sulla selezione di lievitinon-saccharomyces che potesse-ro abbattere in modo naturale il

tenore alcolico sviluppato dallafermentazione, in alternativa allesoluzioni fin’ora adottate chevedono l’uso di ipertecnologie. “Ilieviti non-saccaromyceus sonoda sempre considerati dei cattivifermentatori – continua Oliva –noi li abbiamo utilizzati con suc-cesso: alcuni di questi riescono arendere i vini meno alcolici e conun valore elevato di glicerolo, unadelle sostanze che rendono ilvino più morbido al gusto. IlMerlot 2009 ha lo 0,25% in menodi alcol e il doppio di glicerolo.Inoltre, dall’analisi gas-cromato-grafica, questi vini sono risultatiaddirittura più complessi”, ciò

vuol dire che la fermentazionecon questo tipo di lieviti favoriscela naturale formazione di sostan-ze volatili che li rendono com-plessi ed eleganti al naso.“Nelle nostre sperimentazioni ciconfrontiamo con i principali Entiscientifici del mondo enologicocome quello di Conegliano –aggiunge Melia dopo aver pre-sentato i suoi vini – ma almomento del confronto direttonon portiamo progetti: soloprove tecniche. Al Vinitaly non cipresentiamo con il «faremo», masoddisfatti del nostro «abbiamofatto»”.

Simona Cultrera

L’Istituto della vite e del vino porta a Verona tre progetti selezionati per l’occasione dagli espertiTra questi il recuperato Moscato di Zucco dopo tre anni di ricerca del clone dell’antico ceppo

Voglia di sperimentare

La sperimentazione dell’Irvv riguarda anche i bianchi

>>>

Il dolce vino del GolfoÈ una delle novità principali alpadiglione 2, quello del vinosiciliano. Tappa d’obbligo per ivisitatori.Un sorso che vale una sosta. È ilvino dolce del Golfo, quandoper golfo intendiamo quello diCastellammare.Il territorio è quello quasi ai con-fini tra le province di Palermo eTrapani. È il Moscato dello Zuccoche propone l’aziendaCusumano. Un bianco da des-sert ottenuto da un vitigno checresce in una piccola area com-presa tra i comuni di Partinico,Giardinello e Montelepre.Zucco è infatti una contrada diquest’area geografica non trop-po distante dal mare. ICusumano ci lavorano da anni,anche grazie a una ricerca sulvitigno condotta parallelamen-te dall’Istituto regionale dellaVite e del vino.E ora lo tirano fuori in anteprimaal Vinitaly. «Il nome ancora non

c’è ma l’importante è farloassaggiare - dice con una puntadi orgoglio Diego Cusumanoche col fratello Alberto gestiscela cantina -. È da quasi dieci anniche lo studiamo, ora siamopronti. L’annata è il 2007, uvaappassita in cassette da tre chili,affinamento per due anni inbarrique, dodici gradi, un vinoda meditazione da un vitignodimenticato e da un territorioche non finisce mai di stupire».

Diego Cusumano poi snocciolaun po’ di storia, il lavoro certosi-no e prezioso del duca Henryd’Orleans duca d’Aumale, figliodi Luigi Filippo re di Francia e diMaria Amelia di Borbone.Che finì in Sicilia e diventò pro-prietario di ben 3.300 ettari e simise a produrre questo vinodolce, detto per l’appunto delloZucco, che piaceva molto ai suoiconcittadini francesi.«Ne abbiamo prodotto 6.600bottiglie da mezzo litro -aggiunge Cusumano -.Un piccolo quantitativo, peradesso, che però ha una pecu-liarità: il suo vitigno madre è ilmoscato bianco ma ha un fortis-simo legame con un territorio.Per noi questo è un valoreaggiunto.Un assaggio in anteprima ciregala profumi di pera e grandeeleganza e pulizia al palato. Saràin enoteca a circa 26-27 euro.

F.C.

Ecco il Mamertino“Ho sempre sognato di produrreun vino così e finalmente ci sonoriuscito”. A parlare è Nino Cambria,viticoltore da una pluricentenariagenerazione che nella sua tenutadi Furnari produce un Nocera inpurezza. Un vitigno particolare,poco diffuso se non in quella lin-gua di terra che si affaccia sulleEolie e che è coperta dalla coltredei monti Nebrodi, la cui effigerappresenta un levriero con trerose rosse. Un’uva molto rara cheanticamente veniva usata perprodurre il Mamertino, il vino pre-ferito di Giulio Cesare.“Alcuni anni fa durante l’espiantodi vigneti ormai veterani, mi sonoaccorto che insieme al classicoNero d’Avola vi erano tantissimepiante di Nocera che fino a quelmomento venivano vinificateinsieme ed usate come vino rossoclassico di Furnari - spiega NinoCambria - Il Nocera, caratterizzatoda un colore porpora e da unapersistente morbidezza, mi spin-

se a studiare il clone, dopo qual-che anno e dopo aver ricevuto lacertificazione lo abbiamo prodot-to”. Oggi in contrada Mastronicolai cloni di Nocera sono tutti certifi-cati poichè solo qualche anno fal’Istituto regionale vite e vino loha certificato.Dopo l’impianto e la coltivazione,le uve hanno cominciato a dare iprimi risultati, così che Cambria,non ancora soddisfatto dai risul-tati raggiunti, decide di buttarsi acapofitto nell’idea di produrreNocera in purezza.Cambria produrrà circa 30.000bottiglie di Nocera, di cui non èstato deciso ancora il nome.Il vino, che sarà pronto a fineanno, sarà l’unico ad essere affi-nato in barrique e verrà presenta-to in anteprima al prossimoVinitaly. Gli appassionati dovran-no attendere fino ad allora perassaporare questo antichissimovino.

L. D. T.

ANTEPRIME. Il Moscato dello Zucco di Cusumano dall’oblio a Verona. E il Nocera di Cambria tutto da assaggiare

Diego Cusumano