Sound matching vs encoding meter dedicato vs smartphone
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Il sistema di rilevazione degli ascolti di TV e Radio di GfK Eurisko
Sound matching vs Encoding
Meter dedicato vs Smartphone
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Premessa
GfK Eurisko, prima con l’indagine EMM e poi con RadioMonitor, rileva da anni gli
ascolti TV e Radio degli Italiani attraverso sofisticati strumenti di rilevazione passiva
e obiettiva sviluppati ad hoc.
Il cuore di queste ricerche è basato su due concetti base: la tecnologia di sound
matching e la rilevazione del suono attraverso un meter dedicato.
Entrambe queste scelte sono state fatte da GfK Eurisko dopo attente analisi e dopo
avere scartato le alternative: il soundmatching al posto di un sistema di encoding, il
meter dedicato al posto di uno smartphone.
Questo documento spiega i motivi di queste scelte e le possibili evoluzioni per il
futuro.
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Sound matching vs Encoding
GfK Eurisko ha iniziato a studiare soluzioni per il riconoscimento delle trasmissioni radio e
televisive nel 2003. A quel tempo sul mercato erano già presenti soluzioni basate su
sound matching e soluzioni basate su encoding.
Sound matching: si basa sulla comparazione fra il suono rilevato da un meter (in
possesso di un panel) e quello trasmesso dalle stazioni TV e Radio rilevato
attraverso una centrale di registrazione.
Encoding: si basa sull’inserimento nelle trasmissioni attraverso un’apposita
macchina chiamata encoder di un segnale inudibile all’orecchio umano (codice),
ma rilevabile tramite un meter. Un apposito algoritmo compara questo segnale
con una libreria nella quale a ciascun segnale è assegnato un canale e altre
informazioni (es.: la piattaforma, il momento dell’emissione, ecc.).
Non disponendo GfK Eurisko – nel 2003 - di una tecnologia proprietaria e disponendo al
contrario di un team di sviluppo dedicato, l’approccio nella scelta della tecnologia è stato
del tutto neutrale.
Sono state valutate tutte le possibili soluzioni e sono stati effettuati numerosi test, che
hanno portato allo sviluppo dell’algoritmo di sound matching brevettato e anche ad un
sistema di encoding (anch’esso brevettato, chiamato MarkMatching).
Lo sviluppo del sistema di encoding è certamente più semplice e nasconde meno insidie
rispetto ad un sistema di sound matching.
Tuttavia è risultato presto chiaro che, nonostante le maggiori difficoltà di sviluppo, le
prospettive date dal sound matching erano decisamente più promettenti. Soprattutto in
considerazione del prevedibile sviluppo delle tecnologie informatiche che avrebbero reso
possibile in pochi anni la realizzazione di infrastrutture di elaborazione sempre più snelle.
Così è stato.
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Prima di procedere con un’analisi puntuale delle caratteristiche dei due sistemi a
confronto, diamo un rapido insight su uno dei principali punti di debolezza dell’encoding:
il fatto che l’inserimento del segnale inudibile è vincolato al realizzarsi di alcune
condizioni:
Perché sia effettivamente inudibile, il codice deve essere inserito in precisi momenti
della trasmissione secondo i principi della psicoacustica che definisce la possibilità di
inserire l’informazione codificata mascherandola con il contenuto della trasmissione.
Questa situazione si avvera con frequenze diverse durante i vari tipi di trasmissione.
Certamente trasmissioni musica rock, pop, disco e parlato o musica classica avranno
possibilità di inserimento del codice diverse.
Inoltre il codice è tanto più inudibile quanto più è “leggero”, cioè quante meno
informazioni contiene; all’atto pratico significa che, volendo inserire molte
informazioni, si appesantisce il codice che è più difficilmente nascondibile perché
trova più raramente occasioni di essere inserito.
Per codici pesanti (tante radio, momento di trasmissione, piattaforma, ecc.) ci si può
trovare di fronte a una scelta:
aspettare il momento propizio per inserire il codice, cioè attendere che si
verifichino le condizioni dove è possibile garantire l’inudibilità: può passare molto
tempo fra un codice e l’altro, rendendo più difficile l’attribuzione dell’ascolto (o
“perdendo” ascolti);
forzare l’inserimento anche quando non si realizzano le condizioni di inudibilità: in
questo caso molti ascoltatori della radio (i più sensibili oppure tutti, a seconda
della situazione) potrebbero sentire un rumore fastidioso, inaccettabile per
emittenti “di qualità”.
Tutto ciò ha conseguenze rilevanti sia sulle capacità di riconoscimento dell’emittente,
sia su quella della piattaforma, dell’ascolto ritardato e di eventuali altre variabili che –
teoricamente – l’encoding riuscirebbe a fornire.
Per le trasmissioni TV c’è poi anche un problema ulteriore: poiché il sistema deve
analizzare l’audio per decidere dove inserire il codice, è necessario che ritardi di
qualche istante l’effettiva trasmissione. Per la TV occorre perciò ritardare
conseguentemente anche l’emissione del segnale video, in modo che non vada fuori
sincrono.
Di seguito una sintesi delle altre motivazioni che ci fanno preferire il sound matching.
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Caratteristica Sound matching Encoding
Capacità di
riconoscimento
L’algoritmo di sound matching di GfK
Eurisko ha dimostrato in tutti i test
pubblici fino ad ora condotti di avere
una capacità di riconoscimento fino al
70% migliore in termini di identificazio-
ne dell’ascolto e di velocità di riconosci-
mento (si veda sotto “certificazione”).
Qualsiasi tecnologia di encoding fino a qui
valutata è molto sensibile alla presenza di
rumore esterno.
Le prestazioni in condizioni di ascolto non
perfetto sono estremamente problematiche.
Indipendenza
Solo una soluzione basata su sound
matching è totalmente indipendente
rispetto alla volontà delle emittenti di
essere monitorate.
L’encoding impone che tutte le emittenti
accettino di partecipare all’indagine.
Un’emittente insoddisfatta dei risultati
potrebbe in qualunque momento eliminare il
codice e falsare i risultati di tutta l’indagine.
Centrale di
registrazione
Il sound matching si fonda sulla
realizzazione di centrali di ascolto capaci
di registrare tutte le emittenti. Questo
aspetto è spesso indicato come uno dei
punti di debolezza dell’approccio sound
matching. In realtà le moderne
tecnologie informatiche e l’aver
sviluppato soluzioni hardware ad hoc
rendono queste strutture di
registrazione economiche e affidabili.
Non è peraltro vero che un serio sistema
basato su encoding sia privo di centrali di
ascolto. E’ fondamentale almeno un controllo
periodico della qualità del codice inserito
nelle trasmissioni; in caso contrario non c’è
modo di verificare che un codice sia inserito
in modo errato o non sia costantemente
inserito.
Monitorare le
stazioni remote
Quando non è possibile ricevere
un’emittente dalle centrali di ascolto di
GfK Eurisko è necessario inviare un
computer presso le emittenti locali, a cui
viene semplicemente chiesto di collegare
il computer a Internet e fornire l’audio
della trasmissione. Il computer viene poi
totalmente controllato dal sistema di
analisi centrale. Lo sforzo richiesto
all’emittente è minimo. La possibilità che
un malfunzionamento possa creare
problemi alla normale operatività della
radio è nulla.
Nei sistemi di encoding la dimensione e la
localizzazione geografica dell’emittente non
contano. Tutte le emittenti devono essere
dotate di uno o più codificatori.
Soprattutto le emittenti più piccole possono
aver problemi a mantenere un encoder
funzionante. Il malfunzionamento
dell’encoder può compromettere la possibilità
stessa della radio di trasmettere.
Inoltre un sistema serio di encoding non può
prescindere da avere i singoli encoder
collegati alla rete. Non si può quindi dire che
l’encoding elimini la difficoltà di disporre nelle
Radio di una connessione di rete, condizione
questa che a volte presenta qualche
difficoltà.
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Caratteristica Sound matching Encoding
Riconoscimento
della
piattaforma
Punto di forza del sound matching è
quello di rilevare gli ascolti
indipendentemente dalla piattaforma
utilizzata per l’ascolto. Che sia la
modulazione di frequenza, il digitale
terrestre, il satellite o lo streaming tutti
gli ascolti vengono rilevati. E’ possibile
utilizzare dei ritardi di trasmissione
(congeniti o artificiosi) per distinguere le
piattaforme di interesse.
Teoricamente i sistemi basati sull’encoding
sono in grado di inserire codici diversi per
piattaforme diverse. Tuttavia questo
approccio presenta un duplice problema. Da
una parte sono necessari più sistemi di
codifica, uno per ogni piattaforma. Dall’altra
parte si richiede l’adozione di un codice più
complesso, diminuendo ancora l’efficacia di
riconoscimento.
Ascolti ritardati
Fino a qualche anno fa il rilevamento
degli ascolti ritardati era un problema
per i sistemi basati sul sound matching
in quanto la potenza di calcolo
necessaria per ripercorrere l’emesso
degli ultimi 7 giorni in cerca del possibile
match era un compito proibitivo.
Attualmente, il sistema di cluster
computing sviluppato da GfK Eurisko è
in grado di effettuare queste ricerche in
tempi del tutto affrontabili, anche su un
gran numero di emittenti.
In teoria un sistema basato su encoding è in
grado di riconoscere una trasmissione
registrata con la stessa efficienza con la
quale è in grado di riconoscere una
trasmissione in diretta. Tuttavia se un
sistema basato su encoding è utilizzato in un
mercato dove gli ascolti ritardati sono una
fetta importante, sarà necessario inserire nel
codice anche data e orario. In caso contrario
si correrebbe il rischio di confondere ascolti
ritardati con ascolti in diretta. Come già
ricordato, più numerose sono le informazioni
da inserire nel codice, maggiore la difficoltà
di inserimento e minore l’efficacia di
riconoscimento.
Riconoscimenti
streaming
Il sound matching di GfK Eurisko, in tutti
i test effettuati, non ha dimostrato
alcuna differenza di efficacia di
riconoscimento qualora gli ascolti
avvengano in streaming.
Non è stato effettuato alcun test scientifico
pubblico relativamente alla capacità di un
sistema di encoding di resistere alla
compressione audio richiesta dai moderni
sistemi di streaming.
Inoltre le tecniche di compressione e
buffering si fanno sempre più sofisticate e
non c’è garanzia che il sistema, qualora
funzioni oggi, rimanga funzionante anche in
futuro in tutti i tipi di ascolto, per esempio
anche con banda minima per la fruizione di
contenuti audio via cellulare.
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Caratteristica Sound matching Encoding
Certificazione
La tecnologia di Sound Matching di GfK
Eurisko è stata collaudata in test di
laboratorio e in field test da numerosi
enti terzi. Il più noto è il famoso test
condotto da Rajar (stravinto da
Eurisko), i cui risultati sono pubblicati
sul sito
http://www.rajar.co.uk/docs/news/2005
_02_validation_results.doc
Sono a disposizione anche tutti i risultati
delle prove di laboratorio condotte. La
certificazione più probante è però quella
del mercato: dal 2005 l’EMM è il punto
di riferimento di Investitori, Centri
Media, e Media Owners per la
multimedialità in Italia.
Non siamo al corrente di esiti di prove di
sistemi di encoding effettuate in tempi
recenti, su campioni ampi e rappresentativi,
con le effettive difficoltà di un field vero, e
non da fase pilota o da laboratorio. In ogni
caso le prove effettuate in passato hanno
rilevato livelli di efficienza non del tutto
soddisfacenti.
Costi
I costi del sistema di monitoraggio
utilizzato per EMM e per RadioMonitor
sono stati ammortizzati da anni di
utilizzo.
L’encoding, oltre a richiedere in Italia ancora
test e fasi di sviluppo industriale, prevede
l’adozione di almeno un encoder per ciascuna
emittente e per ciascuna piattaforma.
Strutture complesse che spostano il segnale
da una piattaforma all’altra (es.: il segnale
del satellite utilizzato per trasmettere via
Internet) possono richiedere un numero di
impianti talmente elevato da risultare
proibitivo.
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Soluzione hardware dedicata (il meter)
vs soluzione hardware commerciale
Premesso che la soluzione di sound matching di GfK Eurisko può funzionare su tutti i
dispositivi cellulari basati su Android ed è in avanzata fase di testing il porting su iPhone
e Blackberry, GfK Eurisko ritiene che, per indagini che richiedano la presenza di un panel
rappresentativo della popolazione generale, l’utilizzo di tali piattaforme sia al momento
da sconsigliare rispetto all’utilizzo di un hardware dedicato.
Prima ancora di motivazioni tecniche, è sulla stessa rappresentatività statistica che si
basa la scelta dell’Istituto. Si dice infatti che, essendo la diffusione degli smartphone
elevatissima, di fatto è sufficiente reclutare un panel di possessori di smartphone per
ottenere un campione rappresentativo. In realtà le cose stanno molto diversamente, e
basta fare due conti:
A oggi gli smartphone venduti in Italia dalla loro “nascita” sono circa 10 milioni.
Se si calcola che l’universo dei possessori di telefono cellulare in Italia è di circa 50
milioni di persone, la penetrazione massima dello smartphone è di circa il 20%.
Considerando che una parte dei 10 milioni di smartphone venduti non sono più in
circolazione (perché ogni anno una quota si guasta o viene semplicemente
sostituita), la penetrazione è sicuramente inferiore al 20%; diciamo dal 15% al
18%. O forse meno, considerati i possessi multipli (telefono aziendale e privato).
È evidente che queste persone sono, dal punto di vista sociodemografico,
culturale, di stile di vita e quindi di esposizione ai mezzi molto diverse da quelle
che non hanno acquistato uno smartphone. Quindi, per definizione, non possono
comporre un campione rappresentativo. Un campione basato unicamente su
possessori di smartphone sarebbe per definizione sbilanciato.
Se la soluzione fosse quella di fornire uno smartphone fornito dall’Istituto a tutti
panelisti che non l’hanno acquistato, si vanificherebbe il principale vantaggio di
optare per lo smartphone invece del meter dedicato. Inoltre ricordiamoci che uno
smartphone è anche un sistema di consumo dei mezzi (Internet, TV, Radio) o un
disturbatore di consumo (posso ad esempio decidere di giocare o usare altre
applicazioni invece di leggere o sentire la radio): consegnare uno smartphone a
una persona che non lo possiede significa indurla a esporsi in maniera diversa
rispetto alle sue abitudini, falsando la ricerca.
In futuro, quando la penetrazione dello smartphone sarà sufficiente, questa soluzione
potrà essere esplorata, sempre che si siano risolti i problemi elencati nelle pagine
seguenti e che al momento ci fanno preferire il meter dedicato.
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Caratteristica Hardware dedicato Smartphone
Qualità del riconoscimento
Il microfono e i circuiti di amplificazione inseriti all’interno di
un apparecchio appositamente progettato, sono studiati e certificati
per ottenere la qualità e la sensibilità richieste per ottenere il livello di riconoscimento corretto.
Con la sempre maggiore commercializza-zione di dispositivi smartphone a basso costo, la qualità dei microfoni e dei circuiti audio è diminuita. Molto spesso i microfoni dei telefoni cellulari sono predisposti per captare audio a
corta distanza, eliminando il più possibile l’audio dell’ambiente, che è l’esatto contrario di
quello che serve a un meter. Come conseguenza pratica, solo alcuni smartphone sono in grado di restituire la totalità dell’ascolto, mentre altri rischiano di perdere dati, e quindi di restituire metriche di ascolto penalizzanti.
Durata della batteria
Un apparecchio dedicato può avere
una batteria in grado di durare anche 5 giorni. L’apparecchio è progettato per rimanere
costantemente spento ed accendersi ogni sei secondi, per acquisire l’audio ambientale.
I telefoni hanno batterie con capacità diverse. Le persone usano il telefono in modo diverso. Può perciò capitare che il telefono esaurisca la carica, anche a causa del software di metering (che riduce la durata della batteria), e si
spenga durante la giornata, con il doppio
risultato negativo di un incomodo per il penelista e la perdita di dati di rilevazione. Il risultato è che ogni apparecchio avrà capacità di riconoscimento diverse.
Effetto del meter
sull’intervistato
Avere un apparecchio dedicato non influenza in alcun modo i comportamenti dell’intervistato che non deve far altro che portarlo con sé.
Un software di metering installato su un telefono cellulare lo rallenta, diminuisce la durata della batteria e aumenta il traffico telefonico e quindi il costo per il panelista. Molti panelisti potrebbero reagire negativamente e rifiutare la partecipazione, il che ridurrebbe la qualità del reperimento.
Effetto dell’intervistato sul meter
I comportamenti dell’intervistato non possono in alcun modo influenzare il funzionamento del meter.
Lo smartphone non può funzionare come meter durante le telefonate. Un utilizzatore intenso
del telefono inibisce il funzionamento del meter per tutto il tempo delle conversazioni. Anche la navigazione internet e la trasmissione di messaggi disturba la rilevazione del codice, diminuendo l’efficacia del sistema. Un utente
che fa un intenso uso di applicazioni e di telefonate, riduce la durata della batteria.
Localizzazione degli ascolti
Il meter di GfK Eurisko dispone di un sistema GPS a bassissimo consumo in grado di funzionare per giorni che garantisce di distinguere tra ascolti
domestici, in ufficio, in mobilità.
Attivare la funzione di localizzazione GPS degli smartphone (per quelli che ne sono provvisti) riduce a poche ore il funzionamento del telefono.
Ampliamento della base campionaria a costi
marginali ridotti
Il sistema basato su meter proprietario e sound matching richiede l’acquisto di un meter nuovo per ogni punto, ma garantisce la totale uniformità del campione.
Usare dispositivi di proprietà dell’utente non
determina costi di acquisto di hardware per ampliare il campione tuttavia la qualità della dotazione hardware del campione è in gran parte incontrollabile. E’ richiesta un’attività continua di certificazione dei modelli che via
via si rendono disponibili sul mercato.
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Un ultimo aspetto, tutt’altro che trascurabile.
Uno strumento di rilevazione non deve assolutamente influenzare il
comportamento delle persone intervistate.
Il meter di GfK Eurisko, dotato di GPS, è presentato alle persone intervistate con
l’obiettivo di monitorare vari aspetti dello stile di vita delle persone: gli spostamenti, la
velocità degli stessi, le distanze percorse, i touch point con i quali la persona entra in
contatto (banche, punti vendita della GDO, stazioni di servizio, ecc.), i suoni ai quali la
persona è esposta (l’intensità, la durata, il tipo). In altri termini, l’indosso del meter, non
essendo collegato ad una specifica funzione, in nessun modo può influenzare i
comportamenti. Le persone vengono poi rassicurate sul totale anonimato.
Qualsiasi altro strumento - un diario, o un meter dedicato, o un software dedicato -,
deputato all’analisi di uno specifico comportamento non necessariamente ricorrente o
costante, influenza obbligatoriamente la persona intervistata: sentendosi “osservata” per
quel comportamento specifico, e sapendolo a priori, ha alta probabilità di non seguire più
un comportamento naturale.