Sordità e integrazione a scuola

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Sordità Integrazione a scuola Dott.ssa Paola Serio

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Sordità

Integrazione a scuola

Dott.ssa Paola Serio

MA QUANTI SONO I SORDI?

Sordi preverbali: 0,1% della popolazione;

Uno su mille!

“Handicap nascosto”

E’ bene però fare una distinzione tra ragazzi sordi, figli di genitori

sordi o figli di genitori udenti.

Genitori udenti

• Solitamente educati principalmente all’oralismo; • Spesso sottoposti all’impianto cocleare. • In rari casi, o solo quando altri metodi educativi

hanno fallito, vengono esposti alla lingua dei segni (il genitore la conosce molto poco; più facilmente viene appresa dalla madre che si dedica maggiormente al figlio ma spesso è estranea al padre e agli altri membri della famiglia).

Da un punto di vista psicologicoRischi:

• Dover sopperire a un suo deficit o a una sua mancanza.

• Non frequenterà altri ragazzi sordi come lui per rincorrere una normalità che gli è stata negata.

• Farsi accettare dai coetanei udenti• L’identificazione nei confronti del genitore dello

stesso sesso, tipica dell’evoluzione dell’adolescenza, sarà più difficile a causa del fatto che il figlio percepisce il genitore udente come diverso da lui e inarrivabile con conseguenze negative sulla costruzione dell’identità.

I ragazzi sordi figli di genitori sordi

• Crescono in un ambiente dove la sordità è una condizione naturale e vengono esposti a una lingua (la lingua dei segni) che viene appresa spontaneamente dal bambino sordo fin dalla nascita;

• La sordità non viene quindi percepita come un deficit ma come una caratteristica che li contraddistingue dalla maggioranza.

Da un punto di vista psicologico• Il rapporto con i genitori sarà più disteso • Per ciò che concerne il mondo degli udenti

permangono difficoltà di integrazione. • L’adolescente sordo sarà da sempre immerso

nella comunità sorda frequentata dai genitori; avrà sviluppato amicizie e relazioni con i pari che non lo faranno sentire isolato. Nella comunità, il ragazzo sordo avrà sempre una sua collocazione e spesso potrà ricoprire anche ruoli di prestigio, all’interno della comunità stessa, che gli permetteranno di sentirsi gratificato.

Questo naturalmente, avrà delle ripercussioni positive sull’immagine di sé.

Sia i ragazzi sordi figli di genitori sordi che figli di genitori udenti avranno comunque difficoltà nella relazione con i pari udenti sia per le difficoltà di comunicazione, sia per la difficoltà di accettazione della diversità e sia per il senso di estraneità che il

sordo vive nei confronti della realtà degli udenti che, non essendo da lui mai sperimentata, fatica a

comprendere.

Criteri elencati dai terapisti per un inserimento nella scuola dell’obbligo:

• Valutazione individuale di ogni caso• Disponibilità dei genitori• Linguaggio• Livello cognitivo• Disponibilità regionale• Protesi• Inserimento nella scuola materna• Grado di sordità• Assenza di disturbi collaterali• Personalità

Le domande dei docenti di fronte ad un bambino o ragazzo sordo

• Quanto e come sente il bambino?• Cosa implica questa perdita uditiva? Cosa capisce? Come

bisogna parlargli?• A chi posso rivolgermi per ricevere informazioni complete?• Quali sono le cause della sua perdita uditiva?• Di che tipo è questa perdita?• Quando è subentrata la perdita?• Che tipo di rieducazione e scolarizzazione ha già ricevuto il

bambino?• Quali informazioni ho ricevuto? Sono sufficienti?• Come affronto gli scambi verbali?• Quale pedagogia devo usare?• Come posso accettare la sordità e farla accettare ai compagni

senza pietismo?• Cosa devo pretendere da lui e fino a dove devo accettare le

conseguenze della sua diversità?• Quali sono i criteri importanti per decidere l’opportunità di un

inserimento?• Il bambino sordo che ho in classe, o mio figlio, assomigliano

al vecchio sordo che abita al piano di sopra?

STRATEGIE PER FAVORIRE LA BUONA COMUNICAZIONE IN CLASSE

• Controllare che il locale sia ben illuminato e che il viso del docente sia sempre in luce

• Evitare il tono della voce troppo alto perché deforma l’articolazione

• Parlare con un ritmo rallentato ma non scandito, prolungando il suono delle vocali

• Esporre il pensiero in maniera chiara ed ordinata,scegliendo il lessico in maniera appropriata

• Evitare l’uso troppo frequente di subordinate• Essere disponibili a riformulare messaggi ambigui• Durante la spiegazione, ricorrere all’uso di uno schema

del discorso,scritto sulla lavagna, facendo riferimento ad esso ogni volta che si introduce un nuovo argomento

• Usare materiale illustrato• Spiegare al ragazzo ciò che avviene in classe anche in

sua assenza

Progettare l’attività didattica

• Tenere in considerazione le conoscenze culturali e la competenza linguistica dell’alunno rispetto all’argomento

• Evidenziare il glossario dei nuovi termini• Anticipare all’insegnante di sostegno gli argomenti che

verranno trattati in classe per consentirle di munirsi preventivamente del materiale che consenta di favorire l’attenzione e la partecipazione dell’alunno in classe

• Adattare il testo alle capacità dell’allievo: ricompattare, integrare con immagini o schemi, evidenziare concetti chiave

• Ove necessario semplificare il testo evidenziando i concetti nuovi o complessi.

Per i compagni di classe

• Porsi di fronte e mai in controluce per permettergli di leggere le labbra.

• Muovere le labbra né troppo velocemente, né troppo lentamente, né tenendole chiuse, né tenendole esageratamente aperte.

• Evitare di avere sciarpe, foulard o altro che coprano la bocca.

• Se il ragazzo non riesce a comprendere ciò che viene detto, ripetere provando a cambiare vocaboli simili.

• Non impressionarsi per la voce strana. Si tratta solo di abituarsi alla comprensione.

Il ruolo dell’assistente alla comunicazione.

È una nuova figura professionale che opera

in ambito scolastico accanto al bambino sordo ed

ha “semplicemente“ il compito di facilitare la

comunicazione nel contesto di apprendimento tra

docenti (curricolari e di sostegno), compagni e alunno sordo e di rendere accessibile all’alunno i

contenuti scolastici e le informazioni che lo riguardano, fungendo così da ponte

comunicativo.

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