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In Italia ci sono 50mila estetiste, ma sono insufficienti a coprire i bisogni da parte delle 15mila aziende: nel 2009 hanno fatto 6.570 richieste di personale e solo 3.210 sono state soddisfatte Un mestiere che risente dell’alone del lavoretto o del ripiego, che non viene quasi mai fatto conoscere ai ragazzi Occorre mettere in conto almeno tre anni di studio o cinque di apprendistato prima di poter avviare un’attività in proprio, oltre a un capitale iniziale per l’acquisto dei macchinari DI CARMEN MORRONE e Grazia, alias Marina Massironi, nel film Pane e tulipani, è l’estetista che lavora in casa, Paola – sempre impersonata dalla donna del trio Aldo, Giovanni e Giacomo –, nel film Quasi quasi lavora invece in un centro benessere. Due personaggi che rappresentano il lavoro di estetista, con le sue luci e le sue ombre, come vedremo. Una professione svolta in Italia da 50mila operatori, ma insufficienti a soddisfare i bisogni da parte delle 15mila aziende (dati Confartigianato). Queste nel 2009 hanno fatto 6.570 richieste di personale e solo 3.210 sono state soddisfatte (dati Confartigiano- Unioncamere). Un mestiere che risente dell’alone del lavoretto o del ripiego, che non viene quasi mai fatto conoscere ai ragazzi in occasione delle tradizionali giornate di orientamento al lavoro e al proseguimento degli studi. Chi lo fa è soddisfatto dal punto di vista economico e professionale e lo consiglia, anche se avverte che è impegnativo sin dalla formazione. Occorre mettere in conto, infatti, almeno tre anni di studio o cinque di apprendistato, ma in questo modo si hanno buone possibilità di trovare subito lavoro. Lo conferma Anna Parpagiolla, presidente di Confartigianato Benessere: «Oggi la formazione è molto importante. L’estetista si prende cura del corpo e utilizza strumenti e macchinari che richiedono conoscenze tecniche molto S specializzate. Inoltre l’estetista deve avere buoni doti di comunicazione per informare il cliente. Nell’ultimo anno di scuola spesso gli allievi sanno già dove andranno a lavorare». Terminato il periodo di studio (vedi a acconciatura, integrato dal contratto regionale di categoria. Lo stipendio netto di un neo assunto come apprendista, per 13 mensilità, si aggira attorno ai 650 euro. Lo stipendio di chi è assunto per la prima volta come dipendente, spesso terminato il contratto di apprendistato, è di 900 euro netti al mese per 13 mensilità». Per chi è disoccupato da sei mesi c’è il contratto di stage. «È un modo per far tornare nel circuito lavorativo chi ha perso il lavoro. Il contratto di stage dura massimo 12 mesi, dopo si firma un contratto di apprendistato oppure il rapporto fra le due parti finisce». L’altra possibilità è quella di aprire un’attività o di fare un contratto di franchising. «Se non ci sono apparecchi per particolari cure l’investimento minimo si aggira attorno i 40mila euro. Se, invece, c’è anche un lettino abbronzante, si devono aggiungere 25-35mila euro. Per quanto riguarda gli adempimenti burocratici occorre aprire una partita Iva, iscriversi all’albo degli artigiani e nell’apertura del locale occorre attenersi a una serie di regole di igiene dettate dai regolamenti». Il 95% degli operatori è donna, ma il lavoro così come ora organizzato è a tempo pieno dal lunedì al sabato, spesso con orario continuato, con un riposo settimanale, ma non sempre turni agevoli. «È uno dei motivi di abbandono da parte delle giovanissime che sottovalutano l’impegno di questo lavoro, ma anche delle neomamme o delle donne che al lavoro posso dedicare solo una parte della giornata», considera Brigida Stomaci, coordinatrice nazionale estetiste Cna, che raggruppa 4.500 iscritti. «Per questo stiamo lavorando per introdurre più flessibilità, per esempio con la figura dell’estetista free lance e altre forme di collaborazione». L’estetista è un’artigiana, ma è nata l’Associazione nazionale centri estetici- Confestetica per affermare una specifica identità. «Nei Paesi dell’Est Europa l’estetista è una figura molto vicina a quella dell’infermiere e quindi gode di una adeguata attenzione da parte delle politiche formative – sostiene Roberto Papa, vicepresidente di Confestetica –. La nostra associazione che conta un migliaio di iscritti vuole che anche in Italia il lavoro dell’estetista diventi una professione, come è accaduto per il podologo, e sia quindi destinataria di una importante formazione e di sanzioni in caso di esercizio abusivo della professione». hi l’ha detto che l’estetista è un lavoro per sole donne? Maurizio Gatto, 46 anni, di Torino, è diventato estetista 22 anni fa. «Sono stato uno dei primi estetisti a frequentare una scuola, ero l’unico maschio. Oggi invece ci sono in media un paio di ragazzi per ogni classe e per ogni anno di corso», racconta. Un pioniere, visto che 20 anni fa era una rarità trovare un estetista che non fosse una donna. «Certo, ma la cura del corpo degli uomini si stava affacciando. Io mi sono specializzato nella epilazione». Come sceglie i suoi collaboratori? «Per me non è importante che siano bravissimi tecnicamente. A me interessa che abbiamo passione e dedizione al lavoro – spiega Gatto –. L’estetica del Terzo millennio non è il trucco del viso, richiede l’uso di apparecchiature e quindi conoscenza di anatomia e fisiologia quasi come un infermiere». Uno svantaggio del lavoro di estetista? «Lavori tutti i giorni anche 11 ore». Un vantaggio? «Il sorriso della cliente C che prima si copriva il mento con una sciarpa». Fresca di qualifica Jasmine Gasparini, 17 anni, di Padova. Jasmine lavora da due anni, ma si è iscritta al quarto anno per completare il corso di studi. «Era il lavoro che volevo fare sin da bambina. Dopo la scuola media mi sono iscritta alla scuola per estetisti di Padova, che però è privata e devo ringraziare la mia famiglia per i sacrifici economici». Un lato negativo del suo lavoro? «Aver molta pazienza con i clienti». Un lato positivo? «Mi piace far sentire bene le persone, migliorare il loro aspetto fisico anche con pochi interventi. La gente è distratta e ha poco tempo, l’estetista riesce a cogliere quello che nel tuo look non va, un trucco troppo pesante, un taglio sbagliato delle sopracciglia. E propone dei rimedi, anche semplici e quindi poco costosi». Fra cinque anni dove si vede? «Forse con un’attività mia. Ma devo imparare ancora molto». Avere un centro estetico è il traguardo di molte estetiste. Anche di Lilly Fusco, 44 anni, di Benevento, che ha aperto il secondo salone di estetica, e con piacere ricorda gli esordi e dà qualche consiglio alle aspiranti estetiste. «Arrivate in salone con alle spalle una buona scuola. Oggi si offrono molti servizi e i clienti sono sempre più esigenti, arrivano da noi molto informati». Onerosa l’apertura di uno studio. «Anche i centri estetici vengono considerati dei supermercati: devono offrire molti e diversi prodotti e servizi. Il cliente vuole scegliere in una rosa variegata di offerte. Per l’apertura di un centro ci vogliono almeno 100-200mila euro. Ci sono però buoni finanziamenti per le micro- imprese, per i giovani. È necessario chiedere alla Camera di commercio e alle associazioni di categoria. Per aprire il secondo salone io e la mia socia abbiamo chiesto e ricevuto fondi per la micro-impresa, un sistema di mutuo a tasso agevolato con la restituzione di metà della quota elargita nell’arco di sette anni». Carmen Morrone Anche gli uomini si stanno «affacciando» lle aziende iscritte che si occupano della cura del corpo, come si diceva attorno alle 15mila, va aggiunto un 40% di abusivi. Sono dati di Confartigianato Benessere, confermati anche dalle altre associazioni, che alzano il velo su di un fenomeno difficile da sradicare. Anche la pellicola di successo Pane e tulipani ammicca a questa situazione con il personaggio di Grazia, che fa l’estetista a casa A igienicamente adeguati e in regola con le normative relative alla sicurezza degli attrezzi e degli apparecchi», conclude Parpagiolla. «Ovviamente dissuadiamo i giovani a percorrere la strada del lavoro sommerso – dice Brigida Stomaci di Cna perché in questo modo non acquisiscono professionalità e perdono in identità, due cose che sono fondamentali per aver successo nella nostra professione». Roberto Papa, vicepresidente di Confestetica aggiunge: «Dobbiamo far sì che anche l’estetista diventi una professione con tanto di albo e in questo modo gli abusivi possono essere perseguiti dalla legge in maniera forte e efficace». (C.Mor.) indirizzi Confartigianato Benessere Via San Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma Tel.: 0670374212 Fax: 0677202872 E-mail: [email protected] Sito: www.confartigianato.it Cna Benessere e Sanità Via G. A. Guattani, 13 00161 Roma Tel.: 06441881 Fax: 0644249516 E-Mail: [email protected] Sito: www.cna.it/benesseresanita/ Associazione Centri Estetici-Confestetica Viale Tripoli, 12 int.2 47900 – Rimini Tel.: 0541718873 Fax: 0541787801 E-mail: [email protected] Sito: www.confestetica.it la formazione PIÙ DI 500 SCUOLE PRIVATE MA MANCA IL CONTROLLO n Italia ci sono oltre 500 scuole private che offrono corsi per diventare estetista. Per sapere se la scuola è valida ci si può rivolgere alle organizzazioni di categoria, ma manca un controllo oggettivo sui contenuti dei singoli corsi. «Noi avvertiamo di diffidare da quei corsi in cui, per esempio, le lezioni di anatomia sono condotte da chi non è medico. Un altro consiglio che diamo è quello di escludere i corsi sponsorizzati dalle ditte che vendono apparecchi e macchinari. Questi ultimi corsi servono per un eventuale aggiornamento», afferma Roberto Papa di Confestetica. Il percorso formativo di queste scuole si articola in tre anni, a cui eventualmente si aggiunge un quarto anno. «I tre anni di scuola comprendono anche stage lavorativi che permettono agli allievi di fare subito pratica e applicare le tecniche imparate. Il quarto anno è facoltativo e prevede 300 ore di lezione e 600 ore di tirocinio non retribuito in centri estetici. In questo anno si completa la formazione, ma soprattutto si studiano le normative e le pratiche burocratiche per promuovere l’auto-imprenditorialità», spiega Anna Parpagiolla, presidente di Confartigianato Benessere. «A seconda delle politiche formative regionali ci sono borse di studio e voucher formativi a favore degli allievi minorenni», aggiunge Parpagiolla. Ci sono scuole professionali accreditate dalle Regioni. «Sono gratuite o con rette popolari. Purtroppo, però, non ci risulta che diano una preparazione adeguata nella maggioranza dei casi», considera Papa. Chi preferisce imparare lavorando, può cercare di farsi assumere come apprendista. In questo caso ha davanti a se cinque anni in cui le ore di lavoro sono inframmezzate da ore di formazione a opera del titolare del centro. Alla fine del quinto anno di apprendistato si deve sostenere un esame per ottenere la qualifica. Per questo occorre frequentare un corso di formazione, generalmente sono 300 ore, ma la durata varia a seconda dei regolamenti regionali. Questo panorama formativo potrebbe cambiare, come spiegano i rappresentanti delle organizzazioni di categoria. Per tutti Brigida Stomaci, coordinatrice nazionale estetiste Cna. «Stiamo lavorando affinché gli estetisti abbiano una formazione in un istituto professionale, come avviene già per altri mestieri come il meccanico e il falegname. Con la riforma della scuola secondaria superiore questa proposta potrebbe passare. Avremo ragazzi che possono uscire dalla scuola al terzo anno, ma anche che scelgono di proseguire e quindi di sostenere l’esame di maturità e approdare nel mondo del lavoro con competenze tecniche affinate e con la giusta consapevolezza». (C.Mor.) I propria. «Chi inizia a studiare o a fare questo mestiere deve sapere che incontrerà la concorrenza sleale di queste persone – afferma Anna Parpagiolla presidente di Confartigianato Benessere –. Siamo impegnati a denunciare il fenomeno. I danni che un abusivo può recare a un cliente sono diversi: si tratta d’interventi non affidabili che possono recare danni alla salute». Confartigianato lancia annualmente una campagna, soprattutto nei mesi estivi, contro la pratica dei massaggi in spiaggia. «I vantaggi che un cliente ha affidandosi a un’impresa regolarmente iscritta sono molti. La certezza di affidare il corpo a operatori qualificati, la certezza di entrare in luoghi IL CASO Gli abusivi sono ancora troppi lato) il neoestetista può diventare lavoratore subordinato o aprire una sua attività. «Prima dei 29 anni, generalmente, è proposto il contratto di apprendistato, che dura sino a cinque anni, regolato dal contratto nazionale di estetica e mercoledì 11 novembre 2009 3 JASMINE GASPARINI LILLY FUSCO MAURIZIO GATTO Al servizio della b e l l e le esperienze La professione

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In Italia ci sono50mila estetiste,ma sonoinsufficientia coprire i bisognida parte delle15mila aziende:nel 2009hanno fatto6.570 richiestedi personalee solo 3.210 sonostate soddisfatteUn mestiereche risentedell’alonedel lavorettoo del ripiego,che non viene quasimai fatto conoscereai ragazzi

Occorre mettere in conto almeno treanni di studio o cinque di apprendistatoprima di poter avviare un’attivitàin proprio, oltre a un capitale inizialeper l’acquisto dei macchinari

DI CARMEN MORRONE

e Grazia, aliasMarina Massironi,nel film Pane e

tulipani, è l’estetista chelavora in casa, Paola –sempre impersonata dalladonna del trio Aldo,Giovanni e Giacomo –,nel film Quasi quasi lavorainvece in un centrobenessere. Due personaggiche rappresentano illavoro di estetista, con lesue luci e le sue ombre,come vedremo. Unaprofessione svolta inItalia da 50mila operatori,ma insufficienti asoddisfare i bisogni daparte delle 15milaaziende (datiConfartigianato). Questenel 2009 hanno fatto6.570 richieste dipersonale e solo 3.210sono state soddisfatte(dati Confartigiano-Unioncamere). Unmestiere che risentedell’alone del lavoretto odel ripiego, che non vienequasi mai fatto conoscereai ragazzi in occasionedelle tradizionali giornatedi orientamento al lavoroe al proseguimento deglistudi. Chi lo fa èsoddisfatto dal punto divista economico eprofessionale e loconsiglia, anche se avverteche è impegnativo sindalla formazione. Occorremettere in conto, infatti,almeno tre anni di studioo cinque di apprendistato,ma in questo modo sihanno buone possibilitàdi trovare subito lavoro.Lo conferma AnnaParpagiolla, presidentedi ConfartigianatoBenessere: «Oggi laformazione è moltoimportante. L’estetista siprende cura del corpo eutilizza strumenti emacchinari cherichiedono conoscenzetecniche molto

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specializzate. Inoltrel’estetista deve averebuoni doti dicomunicazione perinformare il cliente.Nell’ultimo anno discuola spesso gli allievisanno già dove andrannoa lavorare». Terminato ilperiodo di studio (vedi a

acconciatura, integratodal contratto regionale dicategoria. Lo stipendionetto di un neo assuntocome apprendista, per 13mensilità, si aggiraattorno ai 650 euro. Lostipendio di chi è assuntoper la prima volta comedipendente, spessoterminato il contratto diapprendistato, è di 900euro netti al mese per 13mensilità». Per chi èdisoccupato da sei mesic’è il contratto di stage. «Èun modo per far tornarenel circuito lavorativo chiha perso il lavoro. Il

contratto di stage duramassimo 12 mesi, dopo sifirma un contratto diapprendistato oppure ilrapporto fra le due partifinisce». L’altra possibilitàè quella di aprireun’attività o di fare uncontratto di franchising.«Se non ci sonoapparecchi per particolaricure l’investimentominimo si aggira attorno i40mila euro. Se, invece,c’è anche un lettinoabbronzante, si devonoaggiungere 25-35milaeuro. Per quanto riguardagli adempimenti

burocratici occorre aprireuna partita Iva, iscriversiall’albo degli artigiani enell’apertura del localeoccorre attenersi a unaserie di regole di igienedettate dai regolamenti».Il 95% degli operatori èdonna, ma il lavoro cosìcome ora organizzato è atempo pieno dal lunedì alsabato, spesso con orariocontinuato, con un ripososettimanale, ma nonsempre turni agevoli. «Èuno dei motivi diabbandono da parte dellegiovanissime chesottovalutano l’impegnodi questo lavoro, maanche delle neomamme odelle donne che al lavoroposso dedicare solo unaparte della giornata»,considera BrigidaStomaci, coordinatricenazionale estetiste Cna,che raggruppa 4.500iscritti. «Per questo stiamolavorando per introdurrepiù flessibilità, peresempio con la figuradell’estetista free lance ealtre forme dicollaborazione».L’estetista è un’artigiana,ma è nata l’Associazionenazionale centri estetici-Confestetica per affermareuna specifica identità.«Nei Paesi dell’Est Europal’estetista è una figuramolto vicina a quelladell’infermiere e quindigode di una adeguataattenzione da parte dellepolitiche formative –sostiene Roberto Papa,vicepresidente diConfestetica –. La nostraassociazione che conta unmigliaio di iscritti vuoleche anche in Italia illavoro dell’estetistadiventi una professione,come è accaduto per ilpodologo, e sia quindidestinataria di unaimportante formazione edi sanzioni in caso diesercizio abusivo dellaprofessione».

hi l’ha detto che l’estetista èun lavoro per sole donne?Maurizio Gatto, 46 anni, di

Torino, è diventato estetista 22anni fa. «Sono stato uno deiprimi estetisti a frequentare unascuola, ero l’unico maschio. Oggiinvece ci sono in media un paiodi ragazzi per ogni classe e perogni anno di corso», racconta.Un pioniere, visto che 20 anni faera una rarità trovare un estetistache non fosse una donna. «Certo,ma la cura del corpo degliuomini si stava affacciando. Iomi sono specializzato nellaepilazione». Come sceglie i suoicollaboratori? «Per me non èimportante che siano bravissimitecnicamente. A me interessa cheabbiamo passione e dedizione allavoro – spiega Gatto –. L’esteticadel Terzo millennio non è iltrucco del viso, richiede l’uso diapparecchiature e quindiconoscenza di anatomia efisiologia quasi come uninfermiere». Uno svantaggio dellavoro di estetista? «Lavori tutti igiorni anche 11 ore». Unvantaggio? «Il sorriso della cliente

C che prima si copriva il mento conuna sciarpa». Fresca di qualificaJasmine Gasparini, 17 anni, diPadova. Jasmine lavora da dueanni, ma si è iscritta al quartoanno per completare il corso distudi. «Era il lavoro che volevofare sin da bambina. Dopo lascuola media mi sono iscritta allascuola per estetisti di Padova, cheperò è privata e devo ringraziarela mia famiglia per i sacrificieconomici». Un lato negativo delsuo lavoro? «Aver molta pazienzacon i clienti». Un lato positivo?«Mi piace far sentire bene lepersone, migliorare il loroaspetto fisico anche con pochiinterventi. La gente è distratta eha poco tempo, l’estetista riesce acogliere quello che nel tuo looknon va, un trucco troppo pesante,un taglio sbagliato dellesopracciglia. E propone deirimedi, anche semplici e quindipoco costosi». Fra cinque annidove si vede? «Forse conun’attività mia. Ma devoimparare ancora molto». Avereun centro estetico è il traguardodi molte estetiste. Anche di Lilly

Fusco, 44 anni, di Benevento, cheha aperto il secondo salone diestetica, e con piacere ricorda gliesordi e dà qualche consiglio alleaspiranti estetiste. «Arrivate insalone con alle spalle una buonascuola. Oggi si offrono moltiservizi e i clienti sono sempre piùesigenti, arrivano da noi moltoinformati». Onerosa l’apertura diuno studio. «Anche i centriestetici vengono considerati deisupermercati: devono offriremolti e diversi prodotti e servizi.Il cliente vuole scegliere in unarosa variegata di offerte. Perl’apertura di un centro civogliono almeno 100-200milaeuro. Ci sono però buonifinanziamenti per le micro-imprese, per i giovani. Ènecessario chiedere alla Cameradi commercio e alle associazionidi categoria. Per aprire il secondosalone io e la mia socia abbiamochiesto e ricevuto fondi per lamicro-impresa, un sistema dimutuo a tasso agevolato con larestituzione di metà della quotaelargita nell’arco di sette anni».

Carmen Morrone

Anche gli uomini si stanno «affacciando»

lle aziende iscritte chesi occupano della curadel corpo, come si

diceva attorno alle 15mila, vaaggiunto un 40% di abusivi.Sono dati di ConfartigianatoBenessere, confermati anchedalle altre associazioni, chealzano il velo su di unfenomeno difficile dasradicare. Anche la pellicoladi successo Pane e tulipaniammicca a questa situazionecon il personaggio di Grazia,che fa l’estetista a casa

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igienicamente adeguati e inregola con le normativerelative alla sicurezza degliattrezzi e degli apparecchi»,conclude Parpagiolla.«Ovviamente dissuadiamo igiovani a percorrere la stradadel lavoro sommerso – diceBrigida Stomaci di Cna –perché in questo modo nonacquisiscono professionalità eperdono in identità, due coseche sono fondamentali peraver successo nella nostraprofessione». Roberto Papa,vicepresidente diConfestetica aggiunge:«Dobbiamo far sì che anchel’estetista diventi unaprofessione con tanto di alboe in questo modo gli abusivipossono essere perseguitidalla legge in maniera forte eefficace».

(C.Mor.)

indirizzi✱

● Confartigianato BenessereVia San Giovanni in Laterano,152 - 00184 RomaTel.: 0670374212Fax: 0677202872E-mail:[email protected]: www.confartigianato.it

● Cna Benessere e SanitàVia G. A. Guattani, 1300161 RomaTel.: 06441881Fax: 0644249516E-Mail:[email protected]:www.cna.it/benesseresanita/

● AssociazioneCentri Estetici-ConfesteticaViale Tripoli, 12 int.247900 – RiminiTel.: 0541718873Fax: 0541787801E-mail: [email protected]: www.confestetica.it

laformazionePIÙ DI 500 SCUOLE PRIVATEMA MANCA IL CONTROLLO

n Italia ci sono oltre 500scuole private che offronocorsi per diventare estetista.

Per sapere se la scuola è valida cisi può rivolgere alleorganizzazioni di categoria, mamanca un controllo oggettivosui contenuti dei singoli corsi.«Noi avvertiamo di diffidare daquei corsi in cui, per esempio, lelezioni di anatomia sonocondotte da chi non è medico.Un altro consiglio che diamo èquello di escludere i corsisponsorizzati dalle ditte chevendono apparecchi emacchinari. Questi ultimi corsiservono per un eventualeaggiornamento», affermaRoberto Papa di Confestetica. Ilpercorso formativo di questescuole si articola in tre anni, acui eventualmente si aggiungeun quarto anno. «I tre anni discuola comprendono anchestage lavorativi che permettonoagli allievi di fare subito praticae applicare le tecniche imparate.Il quarto anno è facoltativo eprevede 300 ore di lezione e 600ore di tirocinio non retribuito incentri estetici. In questo anno sicompleta la formazione, masoprattutto si studiano lenormative e le praticheburocratiche per promuoverel’auto-imprenditorialità», spiegaAnna Parpagiolla, presidente diConfartigianato Benessere. «Aseconda delle politicheformative regionali ci sono borsedi studio e voucher formativi afavore degli allievi minorenni»,aggiunge Parpagiolla. Ci sonoscuole professionali accreditatedalle Regioni. «Sono gratuite ocon rette popolari. Purtroppo,però, non ci risulta che dianouna preparazione adeguata nellamaggioranza dei casi», consideraPapa. Chi preferisce impararelavorando, può cercare di farsiassumere come apprendista. Inquesto caso ha davanti a secinque anni in cui le ore dilavoro sono inframmezzate daore di formazione a opera deltitolare del centro. Alla fine delquinto anno di apprendistato sideve sostenere un esame perottenere la qualifica. Per questooccorre frequentare un corso diformazione, generalmente sono300 ore, ma la durata varia aseconda dei regolamentiregionali. Questo panoramaformativo potrebbe cambiare,come spiegano i rappresentantidelle organizzazioni dicategoria. Per tutti BrigidaStomaci, coordinatricenazionale estetiste Cna.«Stiamo lavorando affinché gliestetisti abbiano una formazionein un istituto professionale,come avviene già per altrimestieri come il meccanico e ilfalegname. Con la riforma dellascuola secondaria superiorequesta proposta potrebbepassare. Avremo ragazzi chepossono uscire dalla scuola alterzo anno, ma anche chescelgono di proseguire e quindidi sostenere l’esame di maturitàe approdare nel mondo dellavoro con competenze tecnicheaffinate e con la giustaconsapevolezza».

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propria. «Chi inizia a studiareo a fare questo mestiere devesapere che incontrerà laconcorrenza sleale di questepersone – afferma AnnaParpagiolla presidente diConfartigianato Benessere –.Siamo impegnati adenunciare il fenomeno. Idanni che un abusivo puòrecare a un cliente sonodiversi: si tratta d’interventinon affidabili che possonorecare danni alla salute».Confartigianato lanciaannualmente una campagna,soprattutto nei mesi estivi,contro la pratica dei massaggiin spiaggia. «I vantaggi che uncliente ha affidandosi aun’impresa regolarmenteiscritta sono molti. Lacertezza di affidare il corpo aoperatori qualificati, lacertezza di entrare in luoghi

IL CASOGli abusivisono ancoratroppi

lato) il neoestetista puòdiventare lavoratoresubordinato o aprire unasua attività. «Prima dei 29anni, generalmente, èproposto il contratto diapprendistato, che durasino a cinque anni,regolato dal contrattonazionale di estetica e

mercoledì 11 novembre 2009

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➥ JASMINE GASPARINI

➥ LILLY FUSCO

➥ MAURIZIO GATTO

Al serviziodellabelle

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