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Sommario n ° 6 Novembre-Dicembre EDITORIALE ‘Vocazioni’ compie dieci anni. (I. Castellani) STUDI I convegni di studio: “soste operose” di un cammino comune. (L. Ghizzoni) I temi delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni: l’annuncio dei “Valori Vocazionali”. (F. Fontana) L’incontro biennale dei Direttori dei CDV e i seminari residenziali. (L. Bonari) La rivista ‘Vocazioni’: le grandi ispirazioni “trasversali” della pastorale vocazionale. (P. Gianola) ORIENTAMENTI L’attenzione alla dimensione vocazionale nei Sinodi Diocesani. (F. Brozzoni - V. Savio) La dimensione “regionale” della pastorale vocazionale unitaria. L’esperienza della Lombardia. (W. Magni) Le lettere pastorali dei vescovi italiani sulla pastorale vocazionale in questi ultimi dieci anni. (P.D. Guenzi) “I piani vocazionali degli Istituti di vita religiosa e consacrata”. (P. Gianola) DAI CDV Il “Tabor” di Perugia. (G. Brioni) INVITO ALLA LETTURA Temi vocazionali. (S. A ttanasio) DOCUMENTAZIONE Temi vocazionali con dieci anni di ‘Vocazioni’. (S. Pinato) INDICE ‘Vocazioni’ 1993: indice degli autori. (L. Bonari)

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Sommarion ° 6 Novembre-Dicembre

EDITORIALE‘Vocazioni’ compie dieci anni.(I. Castellani)

STUDII convegni di studio: “soste operose” di un cammino comune.(L. Ghizzoni) I temi delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni: l’annuncio dei “Valori Vocazionali”.(F. Fontana) L’incontro biennale dei Direttori dei CDV e i seminari residenziali.(L. Bonari)La rivista ‘Vocazioni’: le grandi ispirazioni “trasversali” della pastorale vocazionale.(P. Gianola)

ORIENTAMENTIL’attenzione alla dimensione vocazionale nei Sinodi Diocesani.(F. Brozzoni - V. Savio) La dimensione “regionale” della pastorale vocazionale unitaria. L’esperienza della Lombardia.(W. Magni)Le lettere pastorali dei vescovi italiani sulla pastorale vocazionale in questi ultimi dieci anni.(P.D. Guenzi) “I piani vocazionali degli Istituti di vita religiosa e consacrata”.(P. Gianola)

DAI CDV Il “Tabor” di Perugia.(G. Brioni)

INVITO ALLA LETTURA Temi vocazionali.(S. A ttanasio)

DOCUMENTAZIONETemi vocazionali con dieci anni di ‘Vocazioni’.(S. Pinato)

INDICE‘Vocazioni’ 1993: indice degli autori.(L. Bonari)

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EDITORIALE‘Vocazioni’ compie dieci annidi Italo Castellani, Direttore CNVITALO CASTELLANI

Sono trascorsi dieci anni da quando ‘Vocazioni nuova serie’ dialoga intensamente con gli educatori alla fede della chiesa italiana.

Fare “il punto” sul cammino percorso in questi anni dalla pastorale vocazionale, grazie anche a questo dialogo, ci sembra doveroso oltre che opportuno.

A questo fine il presente numero di ‘Vocazioni’ offrirà una preziosa guida alla lettura per “temi” dei numeri monografici pubblicati nel decennio, utilizzando le “parole chiave” della pastorale vocazionale.

Questo numero, inoltre, lungi dall’essere auto-celebrativo, presenterà in particolare il cammino promosso in questi anni dal Centro Nazionale Vocazioni, i criteri che l’hanno ispirato, le iniziative che l’hanno concretamente scandito.

La prima nota di premessa da fare è la seguente: il cammino della pastorale delle vocazioni nel decennio si è svolto sotto l’impulso del 2 ° Congresso internazionale per le vocazioni 1- promosso dalla S. Sede - e secondo gli orientamenti del Piano Pastorale per le Vocazioni a firma dei nostri Vescovi2.

Le grandi opzioni teologiche - dalla vocazione battesimale alle vocazioni di speciale consacrazione, e la nuova visione dell’ecclesiologia conciliare, la chiesa popolo di Dio, “comunità” di chiamati - hanno costituito le fondamenta e le grandi arcate portanti della pastorale vocazionale.

Le corsie preferenziali imboccate e percorse in questi anni - la natura unitaria della pastorale delle vocazioni, l’inserimento organico della dimensione vocazionale nella pastorale ordinaria, la pastorale giovanile in chiave vocazionale, l’accompagnamento come proposta di un cammino di fede comunitario complementare a un cammino personalizzato nella direzione spirituale, gli itinerari di fede vocazionali specifici, i centri unitari ecc. - hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora le grandi “direttive di marcia” della pastorale vocazionale.

Ritengo opportuno - in questo contesto vitale che ci rinvia al servizio svolto dal Centro Nazionale Vocazioni in questi anni attraverso le proposte diversificate di studio, animazione, coordinamento che vengono “rilette” nelle pagine seguenti – “celebrare” con il presente editoriale il 10° compleanno di ‘Vocazioni nuova serie’ presentando i risultati della recente ricerca sul “servizio del centro diocesano vocazioni” promossa dal CNV stesso, che ci offre la possibilità di fare il punto sul cammino percorso nelle chiese locali, ma soprattutto d’individuare i passi ulteriori da fare e i punti su cui maggiormente impegnarci per il prossimo futuro.

Mi è gradita l’occasione per ringraziare anche da queste pagine i Direttori dei Centri Diocesani Vocazioni, per la loro generosa collaborazione, ed in particolare Giovanni Dalpiaz, monaco camaldolese e sociologo, per il prezioso e decisivo servizio nella stesura del questionario e nella elaborazione dei dati della presente ricerca.

Cronistoria di una ricerca

Nel 1988 venne condotto un primo rilevamento allo scopo di censire la presenza e l’attività dei CDV. In quell’inchiesta si raccolsero informazioni su 118 CD V pari al 52,0% di quelli, allora, teoricamente esistenti. Quei dati non solo furono accolti con l’interesse che da sempre si accompagna al tema vocazionale, ma contribuirono a sollecitare l’attuazione di un centro vocazionale in molte delle diocesi che al tempo ne erano sprovviste. In questi ultimi anni si sono costituiti almeno una trentina di CDV, per cui attualmente sono solo una decina le diocesi che ancora ne risultano mancanti.

A quattro anni di distanza, agli inizi dell’anno scorso, si è avvertita la necessità di un nuovo rilevamento che offrisse alle realtà diocesane 1’occasione per condurre una verifica del lavoro svolto e nello stesso tempo fornisse elementi per una messa a punto, a livello nazionale, di come nella chiesa italiana si realizza l’impegno di animazione vocazionale.

L’iniziativa è stata accolta con molto interesse e lo attesta l’ampiezza della partecipazione. Sono giunte risposte da 195 diocesi, pari al 85,9% del totale comprendente pure le abbazie territoriali, l’ordinariato militare e le prefetture territoriali; rispetto a quattro anni prima il numero delle risposte è aumentato del 60,5%. Un segno, forse piccolo, ma ugualmente significativo, della stima e dell’apprezzamento che si ha per il servizio svolto dal Centro Nazionale Vocazioni. In particolare se confrontiamo la ripartizione delle diocesi che nelle diverse aree geografiche risposero ai due rilevamenti ci accorgiamo non solo come si sia innalzata la partecipazione alle iniziative del CNV ma di un incremento particolarmente accentuato al sud. Quest’ultimo elemento è molto significativo in quanto si realizza in un contesto dove la presenza ecclesiale, per una diversa tradizione organizzativa, risulta meno

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strutturata e quindi è più difficile attivare quel coordinamento delle iniziative vocazionali che costituisce la ragion d’essere del CDV e del servizio nazionale proposto dal CNV.

Infine l’ampia e ben articolata distribuzione territoriale delle risposte fornite al questionario permette di delineare un quadro attendibile del tipo d’impegno vocazionale presente nella chiesa italiana.

Organizzazione del CDV: struttura e persone

Un primo elemento positivo è la presenza nel 97,4% delle diocesi di un centro diocesano vocazioni e nei pochi casi ove esso ancora non esiste, qualora ciò non derivi dalla debolezza della struttura diocesana, emerge l’intenzione di attivarlo quanto prima. Rispetto a qualche anno fa si constata una crescita nell’interesse per la pastorale vocazionale, probabilmente anche per il fatto che si fanno sempre più evidenti gli effetti della diminuzione nel numero dei sacerdoti. Tuttavia emergono ancora incertezze nell’impostazione pastorale, e fatica a radicarsi la convinzione che l’animazione vocazionale è impegno unitario e convergente di tutta la comunità cristiana. Tale priorità dovrebbe esprimersi in un generoso investimento di persone, iniziative, mobilitando tutti i componenti la realtà ecclesiale. Invece se da un lato il lamento per la crisi delle vocazioni, sacerdotali e di speciale consacrazione in particolare, è tema ricorrente, quando poi si passa a vedere quale tipo di proposte operative da tutto ciò scaturisca ci si trova di fronte a progetti affidati alla buona volontà delle persone, condotti in modo discontinuo e che faticano ad andare oltre qualche iniziativa di animazione giovanile. È una prassi nella quale si coglie il perdurare dell’idea che in fondo la crisi non sia così grave come la si enuncia e che comunque il Signore ci penserà. Il che però non dovrebbe far scordare come, ordinariamente, la chiamata trovi maggiore o minore accoglienza a seconda della sensibilità e formazione cristiana della persona alla quale è rivolta. L’animazione vocazionale richiede poi un’azione progettata sui tempi lunghi e attorno alla quale converga una pluralità di soggetti: famiglia, comunità ecclesiale, gruppi giovanili, ecc.

Solo il 6,3 % dei direttori CDV è impegnato a pieno tempo nel servizio vocazionale (erano il 9,3 % nel 1988). Il 72,3 % dei CD V non ha statuto o regolamento, quindi presenta una debole fisionomia giuridica il che lo rende di fatto appendice di qualche altro settore pastorale sia esso la pastorale giovanile o il seminario.

Nell’organizzare il proprio lavoro solo il 15,4% dei CDV si muove sulla base di una programmazione annuale, altrimenti o si assumono le indicazioni offerte dal CNV o si procede riferendosi alle richieste che giungono dalle parrocchie o dalle zone pastorali.

Gli incontri del gruppo che anima l’attività del CDV si svolgono per il 38,5% a cadenza mensile, nel 37,4% dei CDV ci si ritrova alcune volte all’anno senza scadenza fissa ed infine nel 24,1 % le riunioni sono del tutto occasionali. Nel corso di tali riunioni ampio spazio è dedicato alla preghiera e poi si passa ad affrontare aspetti organizzativi ed operativi connessi a specifiche iniziative vocazionali. Solo nel 5,6% dei CDV si è avvertita l’opportunità di realizzare degli incontri specificamente dedicati allo studio di tematiche vocazionali.

Nel chiedere quali siano le persone che collaborano alle iniziative del CDV non si è distinto se si intendesse rilevare il nucleo degli animatori costituenti il gruppo operativo, denominato pure commissione ristretta o ufficio, oppure se ci si riferisse al contesto più ampio espresso nell’assem blea o nella commissione diocesana per le vocazioni. Pur con tale imprecisione di fondo, emerge che l’impegno vocazionale è ancora un compito condotto avanti da “addetti ai lavori”. Nei CDV risultavano operare, oltre al direttore, prevalentemente religiose (nell’82,6%), religiosi (nel 77,4%) e laici consacrati (nel 73,8%). Sarebbe buona anche la presenza laicale, la si riscontra infatti presente nel 76,4% dei CDV, se non vi fosse il ragionevole dubbio di trovarsi davanti a dati sovrastimati. Infatti molte risposte indicavano semplicemente “laici” senza precisare se ci si riferiva ai “laici consacrati” degli Istituti secolari o, più in generale, al laicato cristiano. Molto più contenuta è la presenza di giovani (nel 30,8%), di diaconi permanenti (nel 28,2%), ma al riguardo è da tener conto che la loro è una presenza ancora limitata, e di seminaristi (nel 20,0%).

La dimensione vocazionale nella pastorale ordinaria

Il collegamento con la pastorale diocesana è attuato sia collaborando con gli altri uffici sia partecipando ai consigli pastorale e presbiterale.

Nel 57,1 % delle diocesi il direttore del CDV coordina le iniziative vocazionali con i responsabili dei vari settori pastorali. È questo certamente un fatto positivo, anche se non va dimenticato quell’11, 6% di chiese locali dove ciò non avviene, alle quali va aggiunto un 31,2% di situazioni ove è del tutto assente ogni collegamento tra i vari settori pastorali. Quest’ultimo aspetto, indice eloquente di un’organizzazione ecclesiale strutturalmente debole, lo si riscontra più al sud (37,5%) che al centro (29,2%) e al nord (24,6%).

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Nello specifico poi la collaborazione viene a realizzarsi più facilmente con gli uffici che condividono il riferimento privilegiato al mondo giovanile, come l’ufficio catechistico (vi collabora il 42,6% dei CDV) e quello per la pastorale giovanile (43,6%), meno intenso è invece il rapporto con la pastorale familiare (24,6%), la liturgia (25,6%), la caritas (20,5%).

La partecipazione del direttore del CDV al consiglio presbiterale la si ha nel 44,2% delle diocesi, e quella al consiglio pastorale nel 59,8%, in ambedue i casi non sappiamo se specificamente a motivo dell’impegno nella pastorale vocazionale o se ad altro titolo.

Comunque, indipendentemente dalla presenza, il tema vocazionale risulta piuttosto estraneo all’interesse di tali organismi. Infatti solo 1 Consiglio Presbiterale su 4, ed 1 Consiglio Pastorale su 6 ha dedicato una specifica attenzione all’attività del CDV.

La dimensione vocazionale nella pastorale giovanile

Per quanto poi riguarda il servizio svolto dal CDV si constata come per la quasi totalità delle diocesi esso si concretizzi nell’organizzare e proporre iniziative per il mondo giovanile. Oltre a questo, che risulta essere un po’ il perno della pastorale vocazionale italiana, il 24,1% dei CD V si impegna specificamente per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, un 9,2% propone attività di formazione per gli animatori vocazionali, l’8,7% si impegna per sollecitare un maggior coinvolgimento del clero ed il 5,7% mostra di avere una specifica attenzione ad entrare in dialogo con gruppi e movimenti ecclesiali.

Circa la progettazione futura le risposte sono state molto lacunose, in quanto il 70% non ha risposto alla domanda, pertanto i dati vanno presi con molta cautela. Si ha comunque che il 33,3 % pensa di continuare ad organizzare incontri per i giovani, dando ad essi un forte carattere di spiritualità (25,1 %). Accanto al perdurare di un orientamento ben radicato nella pastorale vocazionale si nota un maggior interesse per la preparazione di animatori (il 19,2% dei CDV ha al riguardo delle iniziative in progetto), l’impegno a meglio coordinare sul territorio la pastorale per le vocazioni (6,2%), a rafforzare nel clero una sensibilità vocazionale (7,2%). Il mondo giovanile emerge quindi come il referente privilegiato dell’azione vocazionale, ma in generale le iniziative hanno un’impostazione scarsamente articolata, manca una progettazione di lungo respiro, capace di sostenere attività durature nel medio e lungo periodo. Nel settore dell’animazione vocazionale il lavoro che dà frutto è poco appariscente, va condotto con grande perseveranza, sapendo che chi semina non sempre raccoglie i frutti. Ed invece si rileva che solo nel 4,1 % delle diocesi si hanno iniziative per i giovani caratterizzate da sistematicità e protratte nel tempo. Il 5,4% dei CDV preferisce invece proposte meno impegnative legandole alle richieste delle parrocchie, prendendo spunto dalla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, o approfittando dell’occasione di un’ordinazione sacerdotale, di un ‘anniversario di messa, di una consacrazione religiosa, ecc.

Nella conduzione delle attività il gruppo degli animatori del CDV può nel 67,7% delle diocesi far conto sull’aiuto proveniente dal seminario (insegnanti e studenti di teologia), meno invece sull’apporto degli Istituti religiosi femminili (lo attesta presente il 47,7% dei CDV) e dei maschili (28, 7%).

La pastorale vocazionale unitaria

Se nell’impostazione generale del tema vi è disponibilità a riconoscere la vocazione come “chiamata”, non necessariamente finalizzata al ministero ordinato o alla vita consacrata, mano a mano che si scende nel concreto attuarsi delle iniziative ci si accorge di come l’orizzonte si restringa ed ognuno finisca per coltivarsi il proprio orticello. Le diocesi attraverso il CDV hanno lo sguardo rivolto al mondo dei seminari e sentono crescere la preoccupazione per il ridursi del clero. Gli Istituti religiosi, maschili e femminili, guardano i loro conventi abitati da una popolazione sempre più anziana e pensano a come non lasciar sguarnite troppe posizioni. L’animazione vocazionale di fronte ad esigenze contrastanti si trova ad essere schizzofrenicamente divisa tra una teorizzazione “alta”, ed una prassi nella quale le necessità del momento finiscono col prendere il sopravvento e fanno sì che, di fatto, si riproponga la vocazione solo come orientamento al sacerdozio e/o alla vita consacrata. Nell’odierna impostazione della pastorale dei CDV un altro punto di debolezza è costituito dalla mancanza di animatori vocazionali. L’inchiesta documenta come solo nel 9,2% dei CDV si siano avviate delle iniziative per la formazione di animatori. Mancano quindi le persone che permettano di passare da una pastorale “occasionale” ad una sistematica attività di accompagnamento del credente nel discernimento di quale sia la propria vocazione, che non è solo quella del servizio ministeriale.

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Se questi sono alcuni dei limiti presenti nell’odierno impegno della chiesa italiana per le vocazioni, va anche detto che in molte delle risposte si avverte l’esigenza di giungere ad una pastorale vocazionale effettivamente unitaria.

È comunque prioritario riuscire a superare la frammentazione e l’episodico che si sono constatati ancora presenti in molte delle iniziative vocazionali. I CDV, pur nella esiguità delle forze disponibili, possono al riguardo svolgere un ruolo insostituibile. Sono infatti nelle chiese locali esperienza di impegno per una pastorale vocazionale unitaria, anche se non sempre le realizzazioni corrispondono alle attese. Quanto già si fa è quindi un ottimo punto di partenza per riuscire a dare maggior spazio e contenuto operativo a tale “unitarietà”.

Prospettive

Le carenze che l’inchiesta ha richiamato dovranno essere affrontate nei prossimi anni con quello stesso impegno che ha sino ad ora permesso il conseguimento d’indubbi risultati positivi. Si è constatata una buona collaborazione tra centro nazionale e diocesi. Spesso quell’elaborazione più generale di ordine culturale e teologico, difficile a conseguirsi nelle realtà locali, è il contributo del CNV che in periferia più si apprezza. Forse sarà opportuno attivare una maggiore collaborazione a livello regionale, anche per poter meglio qualificare le diverse iniziative locali.

In tutte le risposte è emersa la consapevolezza di svolgere un servizio pastorale poco vistoso, ma molto importante; e non solo per il fatto d’essere direttamente collegato alla possibilità di garantire alle comunità cristiane una piena vita di fede e liturgica. C’è indubbiamente questo aspetto organizzativo ed istituzionale, ma nella pastorale vocazionale è dato di toccare con mano come ogni chiamata del Signore solleciti e provochi l’uomo ad aprirsi all’eterno donandosi nella carità.

Note1) Congregazione per l’Educazione Cattolica, 2° Congresso Internazionale per le Vocazioni, Roma 1982. Cfr. Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, Sviluppi della pastorale delle vocazioni nelle chiese particolari, Roma 1992.2) CEI, Vocazioni nella Chiesa Italiana, Piano Pastorale per le Vocazioni, Roma 1985.

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STUDI 1I convegni di studio: “soste operose” di un cammino comunedi Lorenzo Ghizzoni, Vice Direttore del CNVLORENZO GHIZZONI

È troppo impegnativo delineare il cammino della pastorale vocazionale in Italia in così poco spazio, anche riducendo l’indagine solo all’ultimo decennio, sia per la sua ricchezza che per le notevoli diversità, corrispondenti alle aree pastoralmente assai differenti che caratterizzano la Chiesa italiana. Occorrerebbe una grande ricerca che tenesse conto delle chiese locali.

Tra le variabili che si possono però individuare, e forse anche definire, ci sono le linee pastorali, gli orientamenti e i progetti che il Centro Nazionale Vocazioni ha elaborato in questi anni. Essi hanno certamente inciso nella creazione di una nuova mentalità riguardo alla Vocazione e alle Vocazioni, facendo entrare nella vita della Chiesa italiana molte delle intuizioni teologiche e delle scelte pastorali e del Concilio. Dall’inizio degli anni ottanta (cui corrisponde la “rinascita” della rivista ‘Vocazioni’ nel gennaio 1984, dopo la prima fase di vita dal maggio 1972 al dicembre 1978) ad oggi - dopo un periodo negli anni settanta di grande impegno e sensibilizzazione, da parte del CNV, caratterizzato dal fervore postconciliare, ma bisognoso di ulteriori chiarimenti teologici e soprattutto pastorali - l’animazione della pastorale vocazionale affidata dai Vescovi italiani al CNV, ha camminato lungo sentieri precisi, riassumibili nella scelta di una pastorale vocazionale unitaria della e nella Chiesa particolare, a servizio specifico di quelle vocazioni ecclesiali che chiamiamo “di speciale consacrazione”. Questa opzione, già presente in nuce, ma non ancora chiara nel primo Piano pastorale per le Vocazioni in Italia (linee programmatiche) del CNV (1973), si è sempre più affermata, nonostante le diverse difficoltà, e ha caratterizzato in modo particolare la sensibilizzazione operata dal CNV negli ultimi anni. Gli interventi del Magistero universale, soprattutto col Documento Conclusivo (1982) del II Congresso Internazionale per le Vocazioni (1981), e quelli dei Vescovi italiani, soprattutto il nuovo Piano Pastorale per le Vocazioni, Vocazioni nella Chiesa italiana (1985), hanno poi dato nuovi impulsi e conferme a questa linea, portatrice di tutta la ricchezza conciliare, ma anche di una scelta di campo, pastorale, ben delimitata e specifica.

Convegni nazionali e la scelta dei temi di studio

Una delle attività che hanno sempre caratterizzato il CNV sono stati i Convegni nazionali di studio. Essi hanno proposto all’attenzione di tutte le comunità ecclesiali e anche dell’opinione pubblica messaggi, approfondimenti e indicazioni circa la pastorale vocazionale. Attraverso l’esame dei contenuti, ma ancor più dei criteri con cui sono stati scelti i temi, appare chiaro un itinerario, che rivela quali sono state le letture della situazione pastorale e le risposte che il CNV ha tentato di dare in questi anni.

Un’annotazione generale: i Convegni nazionali, essendo convegni di studio, ma rivolti ad operatori pastorali, sono quasi sempre caratterizzati da alcune relazioni di approfondimento teologico e pastorale accompagnate da interventi, tavole rotonde, lavori di gruppo ecc., dove prevale l’aspetto esperienziale o pastorale pratico. Di solito i temi sono trattati in modo essenziale, poco accademico, con linguaggi accettabili per operatori vocazionali con una cultura teologica media: ma questo non è un limite, anzi la caratteristica di urgenza e di centralità per la vita della Chiesa del tema vocazione e vocazioni, porta i relatori ad essere concreti ed andare al cuore del problema. Ma quali sono i criteri generali e i riferimenti che hanno orientato le scelte in questi anni? Si possono individuare alcune fasi.

Alla ricerca di un’identità

Nel primo periodo di vita del CNV i Convegni o Congressi nazionali hanno cercato di avviare in tutta la Chiesa italiana una nuova pastorale vocazionale che recepisse le grandi opzioni teologiche ed ecclesiologiche del Vaticano II e che si muovesse sulle linee che il Magistero indicava, come erano apparse dal I Congresso internazionale dei Vescovi delegati degli episcopati per le vocazioni ecclesiastiche (1973) su: I piani pastorali per le vocazioni, oppure dagli orientamenti pastorali dei Vescovi italiani (la Commissione episcopale della CEI cui il CNV fa riferimento allora è quella per l’Educazione cattolica).

Esempi ne sono tre Convegni: La pastorale delle vocazioni della Chiesa locale (1973) da cui nasceranno le “linee programmatiche”, prima forma di Piano Pastorale per le Vocazioni; Evangelizzazione e vocazioni (1975) dove è chiaro il riferimento al piano pastorale della CEI per gli anni ‘70; Vocazione cristiana e ministeri ecclesiali (1978) che oltre ad accogliere uno dei temi cari ai Vescovi per quegli anni, tenta di approfondire la teologia della vocazione e di trarne le conseguenze per la pastorale vocazionale.

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L’attenzione al cammino della Chiesa, alle sue insistenze pastorali, ai piani dei Vescovi, è il criterio di fondo che caratterizza questo primo periodo. È alla fine degli anni settanta che il CNV è portato ad interrogarsi sulle sue scelte pastorali, sul suo campo d’azione, sul suo rapporto che gli altri organismi pastorali della Conferenza episcopale italiana, con il risultato di una chiarificazione e di una precisazione del suo ambito d’azione: le vocazioni di speciale consacrazione.

Verso scelte preferenziali

Il secondo periodo è segnato soprattutto dal II Congresso Internazionale di Vescovi e altri responsabili delle Vocazioni ecclesiastiche (1981) sugli Sviluppi della cura pastorale delle vocazioni nelle chiese particolari: esperienze del passato e programmi per l’avvenire col relativo “Documento conclusivo” (1982) che sarà poi la fonte di quasi tutti i piani pastorali vocazionali delle chiese locali nel decennio che comincia.

In Italia sono anni di ricerca, ma anche di individuazione di scelte preferenziali per la pastorale vocazionale: i giovani e l’inserimento della pastorale vocazionale nella pastorale ordinaria della Chiesa locale. Ne sono frutto i due Convegni: Nuove generazioni e vie di pastorale (1980) e Nella Chiesa particolare a servizio delle vocazioni (1981). I criteri ispiratori con l’attenzione ai cammini delle chiese locali, ai piani pastorali diocesani e il tentativo di continuare a far passare la pastorale unitaria nelle chiese locali col rafforzamento soprattutto dei Centri Diocesani, in cui tutte le vocazioni fossero rappresentate e collaborassero.

Contenuti e metodi della pedagogia vocazionale

I successivi tre Convegni si fermano sull’itinerario tipico di ogni animazione vocazionale; e l’elaborazione di questi contenuti e metodi confluirà poi nel nuovo Piano Pastorale per le Vocazioni (1985). I tre momenti dell’itinerario sono individuati nell’annuncio, nella proposta e nell’accompagnamento vocazionale. Il primo Convegno Parrocchia e Vocazioni (1982) sottolinea come il punto di partenza della pedagogia vocazionale si trova ordinariamente nella comunità cristiana - in concreto nella Parrocchia - a condizione che l’annuncio vocazionale innervi tutte le espressioni della vita comunitaria e sia l’anima di tutto il servizio di evangelizzazione. Il secondo Convegno Giovani oggi: quale proposta vocazionale? (1984) chiarisce che è ormai superata la fase “del reclutamento” così come la fase dell’esperienze e delle iniziative puntuali e frammentarie, a favore di una pastorale che crea cammini spirituali o cammini di fede in chiave vocazionale. Il terzo Giovani oggi: dalla percezione alla scelta vocazionale (1985) si occupa della maturazione di una risposta alla chiamata appena percepita, si evidenzia l’importanza dei cammini vocazionali specifici di accompagnamento, per un orientamento vocazionale sempre più personalizzato (con la direzione spirituale) che tenga conto dell’età, della maturità umana e spirituale ecc.

È dunque prevalso qui un criterio pedagogico ispirato a quella doppia attenzione a Dio e all’uomo che ha guidato il rinnovamento della catechesi e di tutta la pastorale nel post-Concilio.

Fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo: con la Chiesa e nella Chiesa

Il quarto periodo è caratterizzato dalla pubblicazione del Piano Pastorale per le Vocazioni (1985), ma anche da una scelta di rinnovamento. I temi vengono ora decisi mettendo in rapporto due elementi: il Piano Pastorale e la lettura dei “segni dei tempi”. Perché anche la pastorale vocazionale sia fedele all’uomo e a Dio - ci si dice nel lavoro di preparazione che precede ogni scelta del CNV - è necessario che si cammini con gli uomini cercando di accogliere l’agire dello Spirito negli individui e nelle comunità, nella cultura e nella società. Il primo segno individuato è la disponibilità al servizio, volontario e gratuito, da parte dei giovani. Carità, servizio e vocazioni (1986) è il Convegno che tenta di approfondire come questa disponibilità possa divenire stabile e portare a scelte di vita definitive; la condizione individuata è che l’anima del servizio, della solidarietà e del volontariato sia la carità evangelica che favorisce una cultura della gratuità, della vita come dono. Si anticipa un’attenzione che la Chiesa italiana metterà a tema per tutti gli anni ‘90!

L’anno seguente si prende un altro segno dei tempi, clamoroso e che sembra anche fecondo di vocazioni: il fiorire dei movimenti ecclesiali, con tutte le difficoltà del loro inserimento nella dinamica ecclesiale. Gruppi, movimenti, associazioni: quale pastorale vocazionale? (1987) è il tema scelto dal CNV per favorire un ripensamento di tutti i movimenti più importanti, di impostazione nettamente laicale, a proposito della efficacia o semplicemente della presenza in essi di una pastorale delle vocazioni di speciale consacrazione. Ci si interroga sulla effettiva ecclesialità dei singoli movimenti e sull’apertura ecclesiale delle vocazioni sorte in essi. Gli interrogativi posti sono forti, così le tensioni con altri componenti storiche della comunità cristiana, e nel convegno si manifestano. La stessa CEI riprenderà di recente questo tema con un documento sulla ecclesialità dei movimenti.

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Poi la questione femminile: esiste una vocazione per la donna in quanto tale? La Parola di Dio e la lettura del fenomeno nei suoi aspetti ecclesiali, culturali, morali, psico-pedagogici, conducono a diverse risposte e proposte di cammini vocazionali per le giovani: Donna oggi: quale proposta vocazionale? (1988) è il tema sviluppato. Anche se bisognosi di ulteriori approfondimenti, vengono però toccati molti temi essenziali: l’evoluzione della storia delle donne, la loro capacità attuale di autonomia e la voglia di protagonismo, le varie possibilità di realizzazione nuove e alternative ad una vocazione di speciale consacrazione; ma anche il loro impegno rilevante nel volontariato, nei movimenti per la pace, nella lotta all’emarginazione... la crisi della vita consacrata e il suo rapporto ad una mancanza di attenzione allo specifico femminile, ma anche la nuova disponibilità delle ragazze alla radicalità evangelica e a scelte autenticamente cristiane... molte sono state le suggestioni e le proposte.

Nuovi adolescenti e vocazioni (1989): con questo Convegno si è voluto anticipare (ancora una volta!) un tema che sta diventando centro della preoccupazione educativa delle Chiese locali in Italia, cioè l’evangelizzazione e l’educazione alla fede dell’adolescenza. L’età più difficile, dove si allontanano molti ragazzi, dove le mode e le tendenze dei tempi si manifestano immediatamente e in modo eclatante; dove la proposta vocazionale dovrebbe essere centrale nella costruzione della nuova identità e in vista delle scelte della maturità. I fenomeni nuovi socio-culturali che li coinvolgono così come una caduta sempre più marcata della tensione educativa da parte degli adulti anche nella comunità ecclesiale, ha fatto proporre una nuova “scelta preferenziale” per gli adolescenti. È una sfida che il piano “Evangelizzazione e testimonianza della carità” ha fatto pienamente sua, ma nella vita pastorale delle nostre Chiese non sembra ancora abbastanza raccolta...

Con Famiglia oggi: quale spazio per la maturazione vocazionale? (1990) s’individua uno dei luoghi fondamentali di mediazione delle chiamate che però in questi anni sembra divenire spesso un ostacolo proprio alla risposta vocazioni di speciale consacrazione. E nonostante questo resta ricca di potenzialità educative e germinative, ma a condizione che divenga sempre più ciò che deve essere alla luce del progetto di Dio. Si constata la necessità di una nuova evangelizzazione e di una nuova pastorale per le famiglie che assuma una tonalità vocazionale esplicita, per creare in essa quella mentalità indispensabile all’accompagnamento di vocazioni consacrate: se la vita è vissuta come una risposta ai doni gratuiti di Dio che si manifestano nella fedeltà e gratuità dell’amore nella coppia e nella generosità dell’amore verso i figli, si prepara la cultura vocazionale favorevole a tutte le chiamate. Il nuovo Direttorio di Pastorale Familiare della CEI recepisce pienamente questa attenzione.

Annuncio e proposta vocazionale nelle nuove prospettive di catechesi della Chiesa italiana (1991): qui il luogo individuato nella pastorale ordinaria in cui innescare il processo di annuncio, proposta, accompagnamento in vista della decisione vocazionale, è la catechesi: uno dei più importanti in assoluto per scoprire il disegno salvifico di Dio, il significato ultimo dell’esistenza e della storia, ma anche il progetto di Dio su ciascuno. È con il suo rinnovamento che in questi anni si è introdotta nella pastorale l’idea-guida dell’itinerario educativo alla fede, adattato all’età e alle condizioni dei singoli cristiani: niente di più adatto a favorire la risposta alla propria vocazione. Ma in questi anni, ecco il segno dei tempi, la Chiesa italiana dopo la verifica, rilancia i catechismi rinnovati: essi tutti più aperti alla dimensione vocazionale e attenti alle vocazioni di speciale consacrazione. Come far entrare questa attenzione anche nella comunità, nei catechisti, nei catechizzandi, è il problema che si pone il Convegno, con diverse indicazioni di esperti. Un Messaggio finale ai catechisti verrà diffuso in tutta Italia.

La riflessione sui catechismi e la catechesi ai ragazzi e ai giovani, stimola però molto i convegnisti stessi a porsi il problema degli adulti, che dovrebbero essere il vero motore della comunità invece appaiono poco partecipi. La responsabilità dell’adulto nella pastorale vocazionale della comunità cristiana (1992) è il tema che nasce spontaneamente per attrazione da quello precedente. Tutta la Chiesa italiana si sta ponendo il problema di come formare gli adulti per avere comunità cristiane vive: i contenuti chiari ci sarebbero, ma le difficoltà circa il come arrivare ad essi sono molte. Nel Convegno si condivide questo problema sofferto da tutti gli operatori e si indica una via: essere adulti significa essere capaci di prendersi cura della vocazione degli altri. È dunque la coscienza vocazionale che bisogna formare in tutte le età e sostenere poi con un’educazione permanente. Altrimenti non solo mancherà l’aiuto alle giovani generazioni a scegliere ciò che Dio vuole da loro, ma non ci saranno adulti con un’identità cristiana forte e la nuova evangelizzazione sarà indebolita di fronte alla secolarizzazione avanzante. Diversi orientamenti vengono espressi e diverse esperienze significative, che aprono una porta sul futuro della pastorale vocazionale.

Dal 1990 si è fatta una scelta significativa riguardo all’unitarietà della pastorale: gli ultimi tre Convegni sono stati promossi insieme con gli altri Uffici pastorali della CEI (famiglia, catechesi), per avviare una collaborazione anche ai “vertici” della pastorale e sensibilizzare al tema delle vocazioni di speciale consacrazione coloro che pensano e progettano l’azione pastorale della Chiesa italiana.

Le profondità del “mistero”: esserci, capire, aiutare

Nell’ultima fase, quella attuale, si sente al CNV l’esigenza di ritornare alla radice della pastorale vocazionale, ritornando alla Parola di Gesù che comanda la preghiera per le vocazioni. È un salutare respiro

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profondo dopo anni di riflessione sull’agire, sull’educare, sul proporre... perché pregare per le vocazioni? (1993): non è una domanda scontata, come dimostrano gli interventi ricchi di teologia e di spiritualità. Il primato del ricevere sul fare, della grazia sulle opere, vale anche o soprattutto per le vocazioni: sia per il singolo chiamato, sia per chi lo vuole o lo deve accompagnare secondo le vie dello Spirito. La preghiera, l’ascolto orante della parola, fatta diventare norma di vita, appare come l’itinerario vocazionale più sicuro e fecondo, anche dalle testimonianze che vengono date. Si rilancia la preghiera per le vocazioni, ma con motivazioni assai più ricche.

Il nuovo criterio di scelta dei temi, accanto alla preoccupazione costante di fare entrare la pastorale vocazionale in quella ordinaria, diventa quello di riflettere sugli itinerari di fondo della vita cristiana, che sono potenzialmente vocazionali, per individuare a quali condizioni essi possano divenirlo di fatto. E qui si riapre una serie di nuovi temi che forse sarà utile trattare: la preghiera e la Parola che nutre la vita; la sintesi fede e vita operata grazie ai sacramenti; l’esercizio della carità e del servizio agli ultimi; la testimonianza di Cristo al mondo.

In conclusione

Si può dire che i passaggi della pastorale vocazionale in Italia come appare dai Convegni Nazionali di Studio, sembrano abbastanza reali. Può essere utile dire che essi nascono da un lavoro preparatorio, intenso e partecipato, dei membri dell’Ufficio e del Consiglio del CNV. Inoltre sono suggeriti da una sensibilità pastorale che nasce “sul campo” e si confronta con il problema che è il cuore della pastorale soprattutto giovanile, perciò più facilmente le scelte dei criteri e dei temi è adeguata ai problemi reali. È uno stile da continuare; così come la collaborazione con gli altri Uffici CEI, per una pastorale più efficace perché più unitaria.

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STUDI 2I temi delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni:l’annuncio dei “Valori Vocazionali”di Franco Fontana, Responsabile del Servizio Regionale di Pastorale Giovanile dell’Emilia - RomagnaFRANCO FONTANA

Le Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni sono anche un importante occasione di riflessione, di catechesi sui temi fondamentali della vocazione consacrata e di annuncio di “Valori vocazionali”.

Anno dopo anno, il servizio del Centro Nazionale Vocazioni ha offerto alla comunità ecclesiale italiana, i contenuti, gli strumenti e qualche orientamento pratico, perché tali Giornate siano davvero momento di preghiera ma anche di crescita nella coscienza e nella responsabilità di tutti per il lavoro che ciascuno è chiamato a svolgere nella pastorale vocazionale.

E, in sintonia con il cammino della Chiesa propone di volta in volta, un tema di catechesi che fosse annuncio esplicito di valori vocazionali con la certezza di aiutare alla costruzione di quella “cultura vocazionale”, cioè dell’insieme degli atteggiamenti vocazionali di fondo o di quei valori che sono alla base di una pastorale delle vocazioni ben impostata. Vediamoli.

13 maggio 1984: “Eccomi: sulla tua parola, per sempre”

La XXI Giornata ci ha dato l’occasione per approfondire un aspetto essenziale e, ad un tempo particolarmente impegnativo per l’uomo d’oggi, insito nella vocazione consacrata: l’aspetto della definitiva consacrazione.

È l’aspetto che più di ogni altro si scontra con la cultura contemporanea. Anche chi è riuscito ad entrare in sintonia con il Signore, anche se è maturata una vera e sincera mentalità oblativa, non è difficile dirottare per strade che non prevedono un per sempre. Fa veramente paura!

Essenziale è aiutare ad andare oltre i piccoli ideali, e scoprire, nella profondità del nostro essere, l’inclinazione ad ideali altissimi. La fedeltà di Dio è la garanzia più alta della nostra fragile buona volontà.

28 aprile 1985: “Vocazioni: una vita per la pace”

Alcuni avvenimenti scandiscono il primo quadrimestre del 1985, anno internazionale dei giovani: 1 gennaio, Giornata Mondiale della Pace: il Papa diffonde il messaggio “I giovani e la pace camminano insieme”; 31 marzo, domenica delle Palme: convegno mondiale dei giovani a Roma, per acclamare a “Cristo nostra pace”; 9-13 aprile, secondo convegno della Chiesa italiana su “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”: dai documenti preparatori i giovani risultano essere un ambito di riconciliazione.

La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ha voluto costituire un modesto contributo a vivere pienamente la pace, come valore vocazionale.

Cosa hanno infatti da dire le vocazioni consacrate al tavolo della pace? Come un giovane può vedere nelle varie forme di consacrazione una scelta di vita per la riconciliazione? Le vocazioni presenti nella Chiesa non sono compartimenti stagni. Se è vero che ognuna presenta caratteristiche sue peculiari, è anche vero che nessuna ne ha il diritto in esclusiva, essendo unico lo Spirito che le anima, unico il sangue che ne pervade le arterie. Poi perché si possa cogliere la luce particolare che ogni vocazione riflette sul tema-pace, occorre un occhio puro e semplice, messo a fuoco sulla “stoltezza di Dio”. Chi cerca cose grandi potrebbe rimanere deluso.

20 aprile 1986: “Vocazioni: realizzarsi in Cristo”

Emerge prepotente dal mondo giovanile una domanda di realizzazione personale. Basta porsi in ascolto dei nostri giovani, di quelli che più degli altri amano la vita, per rendersene conto. È una domanda esposta a condizionamenti, a preconcetti, ma è pure sempre un’attesa da non far cadere nel nulla.

La Catechesi suggerisce alcune linee miranti a chiarire le ambiguità e i limiti di un certo modo di intendere la “realizzazione” oggi; indica la proposta di Cristo per una vita donata nella logica della Croce e le piste per un cammino vocazionale verso la vita piena.

Al cuore dei giovani va annunciato e testimoniato che “consacrarsi a Cristo” non è “rinunciare a vivere” ma vivere pienamente.

10 maggio 1987: “Eccomi, manda me”

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Missione è il valore vocazionale per il 1987: e anche se a prima vista è un valore non spontaneamente emergente dal mondo dei giovani, pur sempre se ne individuano dei germi che la pastorale giovanile e vocazionale devono portare a sviluppo. In ogni caso è un naturale approdo del “realizzarsi in Cristo” dell’anno precedente: se la vocazione cristiana è cammino verso la fecondità e l’armonia, lo è perché gli altri vi possano attingere; se la realizzazione chiede amore alla vita, la missione guarda al mondo come ad uno spazio in cui giocarla.

24 aprile 1988: “Va’., sii profeta tra la gente”

Anche la nostra epoca, come quelle che l’hanno preceduta, è chiamata a scrivere il suo quinto vangelo. La profezia è chiave di lettura di questa nuova percezione di sé che il battesimo conferisce. Essa è il motivo che anima la presenza dei cristiani nel mondo e la speciale consacrazione di alcuni di essi. È infine criterio di autenticità: per il giovane che si va ponendo il problema della sua scelta di vita come per l’eremita dai capelli bianchi e dal passo vacillante.

Profezia è il valore vocazionale della catechesi di quest’anno: aiutare il giovane a percepire la carica profetica di ogni stato di vita e in particolar modo della speciale consacrazione, e a prendere in seria considerazione la chiamata del Signore a realizzare profeticamente la sua vita. Ogni vocazione è per la profezia.

16 aprile 1989: “Vocazione: con Cristo pietre vive”

In alcuni, queste parole possono suscitare curiosità. Ad altri che hanno magari familiarità con la parola di Dio, possono richiamare il testo base che ha ispirato la scelta del tema (1 Pt 2,4-5).

Nello Spirito del piano pastorale dei Vescovi italiani Comunione e comunità missionaria e collegandosi ai temi degli anni precedenti (radicalità, disponibilità, profezia), il tema proposto per il 1989 vuole mettere soprattutto in evidenza come sia Cristo il fondamento vero di ogni vocazione e del sacrificio che ogni vita, animata dallo Spirito, offre al Signore.

Come nella storia di Israele la pietra è simbolo di vita (Dio, Sion...) e di morte (idoli, torre di Babele...); è la fedeltà all’alleanza che apre al soffio di Dio, cioè alla vita; così Cristo è la pietra viva che si lascia modellare dal Padre; la pietra angolare decisiva per l’edificazione del Regno.

Le tappe allora di un cammino per diventare “pietre vive” sono quelle di mettere a fuoco i desideri più veri; di scommettere sulla persona Cristo; di condividere le sue scelte; di stringersi nella sequela a Cristo che ama, chiama, manda.

6 maggio 1990: “Il mio sì a Cristo nella Chiesa”

“Sì a Cristo, no alla Chiesa”: è una delle frasi più ricorrenti nel mondo giovanile dei nostri tempi. È al di là delle parole con cui è formulato, un atteggiamento tra i più diffusi e complessi, che affonda le radici nel travaglio culturale del nostro tempo.

Vivere la vita come vocazione è, invece dire “sì a Cristo, nella Chiesa”: è non solo farsi carico della sorte dei fratelli, ma disporsi a incarnare il proprio dono in una concreta comunità di credenti. Come ci ricorda S. Paolo, vocazione è assumere nella propria vita la scelta di fondo del Cristo che “ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Ef 5,25).

La riflessione di questa XXVII giornata è su un preciso “valore” che anima ogni vocazione: il consegnarsi incondizionato alla Chiesa per la sua missione.

Un’appartenenza che esige un discepolato per condividere le scelte del Cristo, per vivere la vita come vocazione; dove è lo Spirito che attua nel cuore del credente la sequela del Cristo, ed è la Chiesa il luogo voluto da Cristo, perché il discepolo vi possa investire e maturare il dono di sé.

21 aprile 1991: “Ti ha amato per primo”

Gli anni ‘90 vedono la Chiesa italiana impegnata, al fine di quel innovamento pastorale promosso e richiesto dal Concilio, in una riflessione decennale e naturalmente cadenzata negli anni sul tema “Evangelizzazione testimonianza della carità”. “Preceduti da un amore, rivelati nell’amore e da questo amore convocato”: questo il valore che la pastorale vocazionale ha voluto sottolineare come dato di partenza.

E allora ha messo subito in chiaro che “noi amiamo perché egli ci ha amati per primi” (1 Gv 4,19) e che la testimonianza della carità è l’atto con il quale noi diciamo al mondo l’amore di Dio è con il quale siamo coinvolti nell’amore stesso di Dio per il mondo.

Un’impostazione del genere è importantissima per le nuove generazioni e per un annuncio della vocazione di speciale consacrazione da parte della comunità cristiana alle stesse nuove generazioni: noi

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vogliamo dire ai nostri giovani che la risposta ad una chiamata speciale non è altro che la risposta ad un amore che ci precede, che ci chiama, ci sorregge, ci invia! Diventare preti, religiosi, missionari, laici consacrati è scegliere ciò che Dio ha già scelto: è lasciarsi conquistare da questo amore per diventare testimoni con la vita, con tutta una vita.

La sorgente stessa di ogni vocazione appare subito allora che egli “ti ha amato per primo”. E la mia partecipazione essenziale a questa scoperta di me prende la via della consapevolezza vocazionale. Sarò ciò che Dio vuole.

10 maggio 1992: “Io sarò con te... Il mio amore è fedele”

Al centro dell’attenzione continua ad essere la “carità come dono di Dio”: una carità contemplata nella sua bellezza e verità, e che per il cristiano è fonte di nuovi rapporti e perciò di vocazione.

Per continuare a “narrare” questa carità l’attenzione si ferma su di una sua ineffabile prerogativa: la fedeltà con cui il Signore segue i suoi chiamati.

Le tante esperienze di infedeltà spesso sofferte sulla propria pelle, i rapporti interpersonali spesso fragili e deludenti possono far ritenere che la fedeltà sia impossibile. Certe scottature poi bruciano ancora più forte quanto più assente all’orizzonte è l’amore fedele di Dio: e allora si rischia di passare una vita chiusi nel guscio del proprio cinismo, o inseguendo tra i miraggi del piacere l’amore negato. Diversa è la strada battuta da chi crede: anima e orizzonti del suo amore agli altri è l’amore eterno di Dio. La certezza che Dio mi ama di un amore incondizionato infonde la libertà necessaria per amare fedelmente i fratelli, anche al di là delle delusioni e dei tradimenti.

Una certezza di fede che spesso fugge al vissuto del cristiano d’oggi, e che come tale deve essere offerta alla riflessione e alla sensibilità dei giovani, affinché la loro vita diventi un dialogo incessante con il Cristo, dimostrazione esauriente della fedeltà di Dio nelle vicende reali e quotidiane.

2 maggio 1993: “Ti ha dato tutto”

Di fronte al mistero della vita e ai tanti doni che la rendono meravigliosa, il primo, spontaneo atteggiamento è lo stupore. Per il credente, la contemplazione. Non un atteggiamento di lusso, riservato ai mistici, ma l’anima di una gratitudine, che da un lato affranchi da un rapporto consumistico e superficiale con la vita stessa, e dall’altra apra il varco alla vocazione: una risposta d’amore all’amore totale di Dio.

Proseguendo il suo “racconto” dell’amore di Dio l’itinerario vocazionale propone all’attenzione della Chiesa italiana una qualità peculiare di questo amore, non sempre colta nella sua profonda risonanza: la totalità: andare cioè incontro a desiderio di infinito, che c’è soprattutto nel cuore dei giovani, ricordando a ciascuno di loro: Dio “ti ha dato tutto”.

TUTTO, a cominciare da quell’amore, vincolo della comunione trinitaria, che “è stato riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5) e che rende possibile ogni vocazione.

Accorgersi che Dio ti ha dato tutto è la premessa indispensabile per poter amare. La vita ritrova il suo sapore, le cose la loro armonia.

Chi si lascia andare a questa contemplazione, avverte il cuore trasformarsi, la roccia delle sue sicurezze intenerirsi. Sente di avere a disposizione il tutto e perciò può sciogliere gli ormeggi e prendere il largo.

Conclusione

Definitività, pace, radicalità, disponibilità, profezia..., totalità: atteggiamenti vocazionali di fondo, valori che sono alla base di una pastorale delle vocazioni ben impostata. È evidente che il lavoro dell’educatore dovrà puntare a creare nel giovane le condizioni per un’interiorizzazione di questi valori: aiutarlo cioè a rendersi sempre più libero e disponibile a conoscere, accogliere e lasciarsi trasformare dai valori auto-trascendenti di Cristo mosso non da scopi utilitaristici o difensivi, ma da un atteggiamento di gratuità che non ha altro nome che “amore”. Se in giovane è aiutato a crescere in queste disposizioni c’è buona garanzia che i valori in cui crede diventeranno in lui scelte secondo lo stile da essi suggerito, capaci di .ispirare a loro volta gesti concreti in armonica sintesi vitale.

Allora quella “cultura vocazionale” di cui si diceva all’inizio sarà alla base della cultura della vita nuova, che è vita di gratitudine e di gratuità, di fiducia e di responsabilità.

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STUDI 3L’incontro biennale dei Direttori dei CDV e i seminari residenzialidi Luca Bonari, Vice Direttore del CNVLUCA BONARI

La pastorale delle vocazioni dunque fa parte della pastorale unitaria, organica e d’insieme, della Chiesa locale, sia a livello diocesano che parrocchiale; essa è dentro la pastorale ordinaria per vocazionalizzarla, perché non c’è catechesi ed evangelizzazione, liturgia e preghiera, carità ed impegno apostolico che non richieda vocazioni e non inviti a scelte vocazionali. Per favorire una pastorale vocazionale unitaria si richiede in ogni Chiesa particolare la presenza operante del Centro Diocesano Vocazioni. Lo afferma il Documento conclusivo del II Congresso Internazionale per le Vocazioni al n. 57.

Gli incontri dei Direttori del CDV d’Italia

Ho riportato - in partenza - quanto scriveva Mons. Ambrosanio, attuale Arcivescovo di Spoleto e allora Vescovo Ausiliare di Napoli e Presidente della Commissione CEI per l’Educazione Cattolica, nella presentazione degli Atti del I Incontro dei Direttori dei CDV d’Italia. E l’ho fatto perché presenta nel migliore dei modi una delle iniziative del CNV che, nel decennio, si sono rivelate particolarmente importanti e feconde.

L’intuizione è chiara: il raggiungimento dell’obiettivo di una pastorale vocazionale unitaria comporta una sinergia di responsabilità senza la quale ogni prospettiva avrebbe finito per rivelarsi velleitaria.

Costituire in ogni diocesi il CDV e formare in maniera permanente i Direttori dei medesimi era visto come essenziale. Contemporaneamente il far sì che la pastorale vocazionale unitaria promossa e realizzata dal CNV fosse il frutto della convergenza di tutti e fosse - in fin dei conti - la realizzazione di quanto studiato, desiderato e pensato utile da tutti gli operatori pastorali diveniva altrettanto importante.

Gli “Incontri” (così li abbiamo subito voluti chiamare per distinguerli da ogni altra iniziativa e per dare ad essi un tono preciso di corresponsabilità) sono stati immaginati, fin dall’inizio, come momento di fraterna condivisione del cammino. Un momento introduttivo e poi intere giornate di preziosa “raccolta di esperienze” attorno al tema messo a fuoco nell’incontro stesso.

I Incontro (Settembre 1983)

“La pastorale delle vocazioni nelle chiese particolari italiane”È da poco nelle nostre mani il documento conclusivo del II Congresso Internazionale per le Vocazioni

che porta il titolo “Sviluppi della cura pastorale delle vocazioni nelle Chiese particolari. Esperienze del passato e programmi per l’avvenire”. Non è pensabile che il primo incontro possa prescindere anche solo marginalmente da questa ricchezza che è stata messa nelle nostre mani. Del resto già i Convegni Nazionali di Studio avevano messo in evidenza la centralità della Chiesa particolare (la Diocesi) nella realizzazione di un nuovo e vigoroso impegno vocazionale. I direttori dei CDV si trovano di fronte a responsabilità relativamente nuove e sentono il bisogno di comprendere, orientarsi.

In particolare, dopo la necessaria premessa teologico-pastorale ci si sofferma sulla identità del CDV e sui rapporti del CDV stesso con la pastorale ordinaria della Diocesi.

È, infine, in questo primo incontro che i Direttori decidono la cadenzatura biennale dei loro incontri. E così sarà fino ad oggi.

II Incontro (Agosto 1985)

“La promozione della vocazione religiosa nella missione della Chiesa, oggi”.Acquisito il concetto che i Centri Diocesani Vocazioni sono gli organismi che le chiese particolari si

danno per promuovere una autentica pastorale vocazionale unitaria e acquisito che la loro stessa struttura e composizione dice comunione, convergenza di tutti gli animatori vocazionali e gli operatori pastorali, la domanda alla quale il II Incontro intende rispondere è essenzialmente come coniugare la dimensione unitaria dell’impegno con la promozione della specificità delle vocazioni consacrate. Sono presenti a questo incontro anche i responsabili regionali dei Religiosi e delle Religiose; rappresentanti dei Missionari, dei Diaconi permanenti, dei Laici consacrati.

La pastorale vocazionale unitaria finisce per approfondire che unitario non significa “generico” e i religiosi finiscono per comprendere che lavorare insieme non è uno smantellare la propria specifica proposta.

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III Incontro (Settembre 1987)

“La dimensione vocazionale nella Pastorale Giovanile: verifica di iniziative e proposta di itinerari”.C’è, nella chiesa italiana, una forte risonanza delle scelte di questi ultimi anni operate specialmente dal

Papa. Il 1985 ha visto il 1° incontro mondiale dei giovani; è stato definito anno internazionale della gioventù ecc. Le stesse diocesi hanno in cantiere come scelta prioritaria la scelta dei giovani ecc.

La pastorale vocazionale da una parte sente che questo “mondo” è particolarmente importante per la sua azione perché di fatto la maturazione vocazionale della persona avviene nella giovinezza; dall’altra sente che la sua presenza non può non essere incisiva laddove si studiano progetti e si realizzano iniziative per i giovani: la dimensione vocazionale non può infatti non essere elemento costitutivo delle proposte ai giovani. I Direttori si chiedono così come realizzare nelle diocesi una più capillare presenza nelle vie della pastorale giovanile.

IV Incontro (Settembre 1989)

“Il servizio del CDV alla Parrocchia”.La Diocesi si articola e si struttura, nella dimensione territoriale della pastorale, in parrocchie. Più volte

i Direttori dei CDV hanno fatto presente che l’animazione vocazionale della diocesi non può prescindere dalle parrocchie ed hanno denunciato le non poche difficoltà e divenire interlocutori delle medesime. L’incontro diventa l’occasione preziosa per fare il punto sull’argomento ed offrirci orientamenti chiari, organici e sufficientemente completi per il nostro servizio alle parrocchie.

V Incontro (Settembre 1991)

“Il CDV a servizio del Piano Pastorale della Chiesa particolare”.C’è una sensibilità crescente, nella Chiesa italiana, alla programmazione pastorale. Gli annuali piani

pastorali della CEI per gli anni ‘80 lasciano il posto agli orientamenti pastorali per tutti gli anni ‘90, consegnando alle Diocesi la responsabilità di mediare - a livello di programmazione dettagliata e annuale - tra piani e programmi. Molte Diocesi hanno appena terminato o stanno realizzando una forma di coinvolgimento antica ma riscoperta: il sinodo diocesano. Si assiste ad un nuovo “lavorio” nelle diocesi per dar vita a piani impegnativi e coinvolgenti. La pastorale vocazionale si sente interpellata. L’incontro fa il punto e apre prospettive in tal senso.

VI Incontro (Settembre 1993)

“La costitutiva risonanza vocazionale nell’educazione dei giovani alla fede”. Il tema dell’incontro è dettato da una frase del Piano Pastorale della CEI per gli anni ‘90:

“Evangelizzazione e Testimonianza della carità”. Tra le priorità che il Piano sottolinea quella dei giovani è considerata urgente. La CEI, nel frattempo, ha dato vita al Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Diventa prioritario anche per i Direttori dei CDV confrontarsi con questo argomento e con queste nuove prospettive. Nelle Diocesi dobbiamo riuscire a rendere operativo quello che ormai nella chiesa italiana ha finito per essere acquisito: vocazione, vocazioni e giovani hanno assonanze profonde e indispensabili.

I seminari residenziali

A partire dal 1984 il CNV promuove e realizza annualmente, nell’Agosto, ad Assisi, un seminario residenziale per animatori vocazionali; a partire dal 1986, sempre ad Assisi, nella settimana dopo Pasqua, un seminario residenziale sulla Direzione Spirituale.

Seminario residenziale per animatori vocazionaliOgni anno, un centinaio di persone si riuniscono ad Assisi per una settimana. Direttori di CDV di

nuova nomina; responsabili dell’animazione vocazionale dei propri Istituti di vita consacrata; giovani preti ecc., vengono invitati a questo momento di preghiera, studio, scambio di esperienze al fine di formarsi ad una prospettiva consapevole di impegno per le vocazioni.

I fondamenti teologici e pastorali; le vie dell’impegno; la diversificazione delle responsabilità; gli organismi di servizio ecc., sono normalmente i temi messi a fuoco.

Una convivenza in piccoli gruppi e un rapporto particolare con Assisi creano il clima necessario perché ormai questi seminari facciano parte dei ricordi belli di tanti di noi.

Seminario residenziale per la Direzione SpiritualeNasce, come iniziativa, all’interno della tematica, certamente più vasta ma che dal tema non può

prescindere, dell’accompagnamento vocazionale. La preoccupazione è evidente: formare accompagnatori. E

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così ogni anno oltre cento persone, con il metodo sperimentato per l’altro seminario, si raccolgono ad Assisi nella settimana dopo Pasqua per pregare, riflettere e studiare gli aspetti spirituali, psicologici, pastorali della direzione spirituale a servizio dell’accompagnamento vocazionale. È una iniziativa che ha trovato un favore crescente e una qualificazione sempre maggiore che la colloca tra le iniziative sicuramente più importanti del servizio del Centro Nazionale Vocazioni, non solo alla pastorale vocazionale, ma alla Chiesa italiana tutta.

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STUDI 4La rivista ‘Vocazioni’: le grandi ispirazioni “trasversali” della pastorale vocazionaledi Pietro Gianola, Docente alla Università Pontificia SalesianaPIETRO GIANOLA

La Rivista ‘Vocazioni’ ha accompagnato e ispirato l’intero cammino recente nel movimento vocazionale in Italia, partendo dalle richieste dei partecipanti al I Congresso Nazionale Vocazioni (Roma, 10-14 febbraio 1970), animatori vocazionali e operatori presso i CDV, che ne hanno sollecitato la nascita. “Servizio trimestrale di documentazione, studio, informazione del Centro Nazionale Vocazioni”, diceva il primo numero del maggio 1972. Contributi di “studi, orientamenti, esperienze, documentazione”, confermava il primo numero della nuova serie del gennaio-febbraio 1984. Fino al modello più recente di “Editoriale - Studi - Orientamenti - Esperienze - Proposte - Temi aperti - Dai CRV e dai CDV” e ultimamente “Documentazione - Invito alla lettura”.

Le prospettive

Diverse prospettive si affacciano nella rivista, integrandosi.La prima è il volto della realtà viva e globale della dimensione vocazionale della Chiesa Italiana, in

ogni sua espressione, ma soprattutto in relazione alle vocazioni consacrate ministeriali e carismatiche, nella fase iniziale “pastorale” di animazione, proposta, discernimento, accompagnamento, avvio alla formazione.

La seconda è il valore complesso divino e umano, storico e attuale, giovanile, ecclesiale e mondano della chiamata e della risposta.

La terza è l’aspetto problematico e persino critico della situazione vocazionale iniziale nei giovani, nella Chiesa, nelle comunità e negli organismi, nella socio-cultura, nelle agenzie educatrici, perfino nella stessa pastorale delle vocazioni, piani e progetti, metodi, luoghi, operatori, processi.

La quarta è il coraggio della risposta con soluzioni, iniziative e proposte valide e efficaci, offerte attraverso ricerche e indicazioni sui fatti, i problemi, i valori, i fattori e le dinamiche che garantiscono la speranza.

La quinta è la volontà di fedeli e costanti mediazioni. Della Conferenza Episcopale Italiana, centro di magistero e dottrina, e anche organo propulsivo. Della più vasta visione dei progetti pastorali della Chiesa italiana negli anni ‘80 e ‘90. Del CNV (con i CRV e CDV), sorgente immediata di studio, riflessione, coordinamento, informazione, promozione. Degli organismi vocazionali ecclesiali, religiosi, consacrati e delle iniziative da essi collegate e vitalizzate.

Le dimensioni

I tagli trasversali delle dimensioni vocazionali presenti nella rivista sono stati subito ben caratterizzati fin dai primi numeri. Oggi proseguono con svolgimento crescente e adeguamento attuale.

Il collegamento interno unitario è assicurato in ogni numero da un impegnativo editoriale. Suo compito è introdurre e inquadrare l’argomento monografico nei contesti necessari per capirne il significato globale e analitico, ma soprattutto per avviarlo subito dentro la concretezza della situazione problematica che ne dà ragione, per tracciare le vie di immediata applicazione alla ricca e fluida condizione italiana generale cristiana, pastorale comune e vocazionale.Il taglio scientifico è affidato principalmente agli studi che aprono ogni tema con impegno di media profondità e sviluppo. Vogliono essere provati e probanti, ma leggibili. Sono affidati a competenti, sia per impegno di ricerca e sia per l’occupazione di posti di responsabilità negli organismi vocazionali italiani, sia perché operatori capaci di garantire una sintesi immediata tra teoria e pratica.

La fondazione e l’animazione sostanziale teologica è costante e solida: nel Dio unitrino e centralmente in Cristo redentore e salvatore, attestato dalla Bibbia, nel Mistero della Chiesa vivente e missionaria, nelle sorgenti sacramentali, nell’articolazione dei ministeri, dei carismi e dei servizi.

È abbondante la attenzione alla dimensione antropologica. Psicologia dell’essere e del vivere dei protagonisti, delle strutture e dinamiche di ogni divenire, perciò anche di quello vocazionale. Sociologia strutturale e culturale, con particolare attenzione alla condizione, disponibilità e modalità vocazionale giovanile e alla dinamica dei contesti dove nasce e cresce la vocazione.

La tensione metodologica è assicurata dagli orientamenti che guidano verso il che fare e come fare in relazione a ogni tema, per operarlo in modo valido, rispetto alla natura delle cose e efficace rispetto agli andamenti e ai risultati, per tradurlo in iniziativa di presenza, di azione: animazione, annuncio, proposta (luoghi, propositori, contenuti, sviluppi), accompagnamento.

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Il taglio pedagogico e pastorale è evidente nella immersione abituale e approfondita del discorso vocazionale dentro un autentico e completo cammino e processo unitario e specifico di “educazione” umana, di “formazione” cristiana, comune, evolutiva, personale. Ne seguono veri e vari progetti, programmi, piani, rapporti, processi di cammino e itinerario incarnato nella realtà strutturale, dinamica, situazionale dei giovani ai quali sono rivolte la proposta e la cura di accompagnamento promozionale. La concretizzazione del taglio è offerta dalle esperienze riferite per ogni tema, assunte da ogni parte d’Italia, da operatori animatori che operano in tutte le condizioni. Stimolano alla programmazione.

La dimensione ecclesiologica abbonda per il costante riferimento dottrinale e operativo al Mistero della Chiesa di comunione e servizio, alla realtà della Chiesa italiana globale e locale. La completa attenzione fedele al Magistero centrale e locale che media la missione e il mandato vocazionale della Chiesa. La concretizza il riferimento alle condizioni realistiche positive, ma anche problematiche della comunità italiana: Chiesa italiana e locale operante per le vocazioni negli organismi ecclesiali pastorali, re ligiosi, secolari, laicali, in famiglia e parrocchia, nella scuola, nei movimenti e gruppi, nella pastorale giovanile. È frequente e centrale il riferimento diretto all’animatore singolo e qualificato, ai gruppi e comunità di animazione e servizio. L’obiettivo è diffondere la coscienza, mentalità e tensione di articolazione unitaria per le vocazioni a tutti i livelli.

Il taglio di attualità e inserimento passa attraverso le informazioni su fatti e iniziative, in pagine dedicate ai CDV e ai CRV, alla Vita Consacrata, al Magistero, alla vita dei giovani... Servono le proposte. Guida la documentazione.

La bibliografia offre indicazioni essenziali per allargare e approfondire i temi trattati in fonti accessibili. L’aggiunta di un ulteriore invito alla lettura distende gli orizzonti dell’aggiornamento.

Le ricorrenze tematiche

I campi di maggior attenzione sono dimostrati dalla scelta e offerta dei temi, esaurienti, spesso ricorrenti, ripresi e aggiornati con nuove angolazioni animatrici, trattati sia in forma monografica organica, teoricopratica, sia come presenza trasversale nel corpo di molti contributi.

La Pastorale delle Vocazioni (PdV) è il grande tema unificatore e caratterizzante. Richiama e attualizza gli insegnamenti conciliari e postconciliari su di essa, seguendo le indicazioni ormai affermate e organiche del Congresso Mondiale del 1981 e le indicazioni del nuovo P.P.V. del 1985. La Rivista nel ciclo degli anni ha accompagnato organismi e operatori a programmarla e attuarla con contorni sempre meglio definiti e maturi.

La PdV è nella vita della Chiesa, ordinaria e intenzionale, in tutte le sue dimensioni: essenziale, italiana, regionale, diocesana, locale, particolare e vivente articolata nelle strutture degli istituti e gruppi consacrati di dimensione mondiale o più limitata, dei movimenti laicali, missionari...

La caratterizzazione unitaria assume molti aspetti. La vocazione è espressione della intera personalità e del divenire vitale del giovane e del cristiano. Tutte insieme le vocazioni articolano sia la Vita che la Fede e la Carità. Nell’unità radicale sono varie e complementari, diverse per livelli di chiamata, risposta, impegno. Ramificano nell’arco laicale, ministeriale, religioso e consacrata. Si specificano nelle forme eremitica, cenobitica, monastica, contemplativa, attiva, variamente mista, missionaria, secolare, societaria, personale e di gruppo non canonica... Tutti sono per tutte le vocazioni, e all’interno per le proprie.

Viene seguito un cammino disponibile e in ricerca della chiamata specifica personale che segue fasi di esplorazione, ipotesi, proposta, orientamento, discernimento, opzione e scelta finale di uscita o di passaggio alla formazione.

Viene privilegiata la attenzione ai giovani delle attuali generazioni in rapporto con la pastorale giovanile esplicitamente vocazionale. Parecchi temi sono ricorrenti e ben approfonditi, sempre presenti: i giovani segni dei tempi; i giovani di oggi, campo della proposta e della cura vocazionale; la condizione giovanile e generale, religiosa, vocazionale; gli atteggiamenti verso la ricerca, la proposta, l’accompagnamento; il significato e l’andamento della vocazione nelle diverse età; i nuovi tratti degli adole-scenti in relazione alla disponibilità e modalità vocazionali; i giovani e le vocazioni consacrate, religiose; la vocazione come evento etico giovanile; le scelte dei giovani per la pace; quando giovani è al femminile... Perciò donna oggi: situazione, proposta, accompagnamento nella PdV femminile.

Giustamente sono considerati decisivi gli operatori della PdV. Tutti, animatori educativi e formatori. La comunità e le comunità: la parrocchia, la famiglia, la scuola cattolica, i gruppi, i movimenti, associazioni. Gli organismi vocazionali nazionali, regionali, diocesani, locali. I laici adulti. Giovani per i giovani. Al di là dei principi e dei compiti l’accento cade sulle persone, con servizio di preparazione all’esercizio di educazione e formazione.

Abbondano i riferimenti alla metodologia della PdV attraverso l’azione formatrice. La chiarificazione della struttura, della dinamica, delle condizioni di nascita e crescita della esperienza vocazionale. L’animazione: processo e iniziative. La nascita e la crescita delle vocazioni in contesti di preghiera, liturgia, sacramenti. Realizzarsi in Cristo. La Spiritualità, lo Spirito Santo, Maria. La proposta. I campi vocazionali.

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Tempi forti di iniziative forti: giornata, mesi, anno, celebrazioni. La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Il discernimento e l’autodiscernimento. La direzione spirituale. L’itinerario e gli itinerari di vocazione. L’affettività.

Educare alla fedeltà dinamica e creatrice, nel ciclo di fedeltà di Dio e dell’uomo. “Ti ho amato per primo”. “Ti ho dato tutto” (Dio ha tanto amato il mondo...). Inserire negli itinerari di fede della comunità cristiana, della catechesi e della esperienza cristiana della famiglia, dei religiosi, dei sacerdoti, dei laici adulti.

Viene dato ampio spazio all’organizzazione e alla guida delle esperienze pastorali vocazionali. Catechesi, preghiera per e delle vocazioni, liturgia. Carità. Sacramenti di Battesimo, Cresima, Eucaristia. Volontariato via di scelte definitive. Pastorale giovanile e pastorale vocazionale, integrazione reciproca, necessaria per l’autenticità e la validità di entrambi. Le comunità di accoglienza. Adulti per le vocazioni. Azione del Vescovo, riferimento al Vescovo. Contesto culturale e possibilità e maturazione vocazionale. Europa e Vocazioni.

I riferimenti e le fondazioni

Il gruppo redazionale e i collaboratori della Rivista attingono abitualmente e fedelmente alle fonti bibliche, teologiche, ecclesiologiche, antropologiche direttamente consultate. Sono sempre presenti il Concilio Vaticano II con i suoi grandi testi vocazionali e il post-concilio che lo ha approfondito, applicato, integrato e sviluppato, già con qualche novità. Fanno testo i grandi Congressi e Convegni con i loro documenti di lavoro e conclusivi, i documenti ufficiali della Chiesa sulle vocazioni e sulla PdV, mondiali, nazionali, diocesani e propri degli Istituti di vita religiosa e consacrata, di gruppi vocazionali, gli studi e le esperienze proprie e di altri. Attenti alle scienze umane che interferiscono positivamente nella sostanza e nel divenire delle vocazioni.

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ORIENTAMENTI 1L’attenzione alla dimensione vocazionale nei Sinodi Diocesania cura di Federico Brozzoni, Direttore del CDV di Bergamo; Vincenzo Savio, Vescovo Ausiliare di LivornoFEDERICO BROZZONI – VINCENZO SAVIO

BergamoLa Chiesa di Bergamo, da gennaio ‘90 a giugno ‘91, è stata chiamata dal suo Vescovo a “Convegno”.

Così è stato definito questo avvenimento straordinario destinato a coinvolgere tutti i fedeli (sacerdoti, religiosi, religiose, membri di istituti secolari e laici) e tutte le espressioni ecclesiali (territoriali, di settore, di associazioni). Il lavoro capillare e al tempo stesso unitario doveva convergere verso l’unico obbiettivo: fare di tutta la diocesi di Bergamo una Chiesa dal volto conciliare.

Le provocazioniLa Pastorale Vocazionale ha faticato non poco ad inserirsi nella programmazione del Convegno, ma

lungo il cammino ha trovato spazi sempre più ampi. Sono emerse osservazioni, suggestioni, suggerimenti che cerco di riassumere brevemente

1. Le Parrocchie offrono un’attenzione ancora troppo limitata alla dimensione vocazionale della vita cristiana, sia personale, sia comunitaria; e la pastorale vocazionale è settorialmente finalizzata alla sola vita sacerdotale o religiosa.

2. La vocazione religiosa non è ben compresa e la presenza dei religiosi e delle religiose nelle parrocchie è percepita in modo funzionale ai bisogni pastorali o sociali.

3. La consacrazione secolare è pressoché sconosciuta nelle parrocchie, anche perché non esiste una pastorale che valorizzi questo tipo di scelta vocazionale.

4. La diminuzione delle vocazioni di speciale consacrazione è attribuibile in gran parte:- alla poca critica dipendenza culturale della società odierna che si caratterizza per l’assenza di

interiorità, l’eccessiva superficialità e la mancanza di spirito di sacrificio;- allo smarrimento della percezione cristiana della fede e della Chiesa come luogo in cui la Parola di

Dio possa risuonare come tale testimoniata dai cristiani.

5. Si raccomanda, perciò, un’azione pastorale dove sia maggiore e più consapevole l’attenzione alle esigenze del Vangelo unitamente a un più critico confronto con la cultura attuale, assumendo la dimensione vocazionale come punto centrale di tutta la proposta cristiana. “La realtà profonda del la vita (vocazione), infatti, è fare la volontà del Padre (consacrazione) e questa volontà altro non è che andare agli altri per animarli con l’amore di cui il Padre li colma (missione) e in questo dono la vita è realizzata”

6. In questa nuova attenzione alla radicalità evangelica, la pastorale non può prescindere dal richiamare i credenti - ma anche i non credenti - al valore imprescindibile di alcune figure vocazionali, quali appunto quelle ministeriali e carismatico-religiose. Queste “vocazioni speciali” non possono venir meno per la Chiesa, custode sollecita e attenta dell’evangelo, pena la perdita stessa del valore qualificante della sua missione nel mondo.

Le proposte“La crisi vocazionale - ha affermato il Direttore del CRV, don W. Magni, nella sua relazione al

Convegno - da una parte sta in una situazione culturale in cui l’uomo è senza qualità per aver perduto identità e dignità, dall’altra in una situazione ecclesiale in cui l’uomo è ‘senza vocazione’ in quanto o non è più chiamato o non si lascia più chiamare da nessuno o non gli è più concesso di sentire la ‘vocazione’ di chi, forse, lo potrebbe chiamare”.

È necessario, allora, cercare e dare risposte sul versante della “qualità” e della “vocazione”.Una prima risposta ce l’ha offerta lo stesso relatore invitando i convegnisti a recuperare il significato

forte del termine “vocazione”: “Bisogna dare a questa parola il significato originale biblico di ‘chiamata’ nella sua struttura dialogica: quella anzitutto di una chiamata che implica poi il riferimento a una risposta. Se infatti qualcuno si sente chiamato, cioè ha una vocazione, primariamente questo deve portarlo a concludere che c’è Qualcuno che chiama. Solo a questo punto, e non prima, si può affermare che colui che è chiamato esprime con libertà la sua risposta”.

Secondo il prof. Dario Nicoli, un altro relatore del Convegno, nelle nostre comunità parrocchiali permane una specie di sociologismo ecclesiale, molto preoccupato delle cose da fare e dei servizi da

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prestare, ma con difficoltà aperto a una visione adulta della vita cristiana. La via che il prof. Nicoli propone per recuperare la qualità della comunità cristiana è quella vocazionale in quanto solo in questo contesto la persona scopre sempre più se stessa nella vita di comunità. Ma per far ciò è necessaria un’intelligenza delle vocazioni e dei carismi.

E poiché manca una vera educazione cristiana alla fede adulta diventa impellente la necessità d’introdurre nelle nostre comunità cristiane continui “sostegni formativi” attraverso un “cammino secondo gli eventi”, cioè valorizzando gli stimoli egli interrogativi che la vita volta per volta propone, non evitando questioni che oggi paiono più problematiche.

Per quanto concerne la pastorale vocazionale specifica si è ritenuto opportuno porre una chiara distinzione tra la proposta vocazionale funzionale al sacerdozio ministeriale e quella ordinata alle vocazioni carismatico-religiose, secondo le indicazioni esplicitamente espresse dal CVII: il ministero sacerdotale appartiene alla struttura gerarchica della Chiesa, mentre la vita consacrata appartiene fermamente alla sua vita e alla sua santità (LG 44).

Di conseguenza la pastorale delle vocazioni deve essere pensata e progettata a partire da queste diverse, anche se complementari, forme di vita: le proposte vocazionali, i percorsi spirituali, le esperienze forti, devono essere alimentate dal ministero sacerdotale o dal carisma peculiare della vita consacrata e dal carisma specifico dell’Istituto.

La preghieraL’accento sull’aspetto operativo della pastorale delle vocazioni può portare gli operatori pastorali a

ricercare soluzioni legate all’efficienza con i richiami, le iniziative e le strategie conseguenti. Ma una pastorale vocazionale, che mira alla qualità dei suoi interventi, non può che essere ricondotta in radice all’immagine evangelica degli “operai della vigna” nei confronti dei quali è il Signore stesso che chiede una preghiera precisa: “Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. “Tale preghiera - commentava don Walter Magni - è la sola capace di realizzare una grande purificazione nei confronti degli inevitabili particolarismi vocazionali e di riaffermare che tutte le iniziative, le esortazioni e le accentuazioni vocazionali degli itinerari pastorali vanno ricondotte e ricomprese a questa istanza di invocazione squisitamente evangelica”.

“Forse proprio tale preghiera - concludeva don Walter - costituisce la più vera iniziativa vocazionale, nel senso che riconosce anzitutto al Padre il compito di chiamare e ai discepoli del Figlio quello di riuscire a rispondere”.

È stato altamente significativo che il cammino del Convegno abbia avuto il suo esito finale nelle preghiere-promesse proclamate durante la solenne liturgia allo stadio di Bergamo. Alla presenza di ventimila persone alcuni giovani e ragazze dei gruppi vocazionali hanno pronunciato questa preghiera:O Dio nostro Padre,per mezzo del Signore Gesù e mossi dallo Spirito Santo,vogliamo giungere a te per dirti il nostro “sì”.Dopo aver accolto la tua chiamata, dopo aver intrapreso con serietà ed entusiasmoil cammino della tua sequela,vogliamo ora impegnarci a far dono a Te della nostra vita a servizio della Chiesa.Abbiamo compreso che la nostra vera libertàconsiste nell’affidarci alla tua libertà;abbiamo sperimentato il tuo amore, intimo,fedele, misericordioso;abbiamo avvertito la passione per la tua Chiesa.Promettiamo a te, che sei Padre e Pastore delle nostre anime, di essere tuoi discepoli fino in fondo con amoree, proprio per questo, di vivere la sequela di Gesùnella dedizione stabile e definitiva alla tua Chiesa che vive in Bergamo,nella fedeltà sempre amorosamente rinnovataal carisma nel quale si attua la nostra professionedei consigli evangelici,per testimoniare quel Regno futuro che è reso presente nel Cristo Gesù e al quale tutti aneliamo.Ti chiediamo infine, o Padre, che altri giovani e altre giovani, abbiano il dono di questo gioioso incontro con te,

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perché la tua Chiesa possa camminare speditamentenelle vie che tu continuamente le indichiper la salvezza del mondo intero. Certi che tu sei fedele, ti affidiamo, per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo, le nostre intenzioni e i nostri propositi.

Firenze

“Il Sinodo diocesano si caratterizza come strumento e segno storico realizzato col coraggio dell’umiltà di ricercare ogni mezzo possibile per rendere presente e operante la salvezza.

Il Sinodo intende realizzarsi non come istituzione o struttura di potere che contrappone due chiese, una docente e una discente, una soggetto e una oggetto, ma come luogo dove, nel riconoscimento dei diversi ruoli ministeriali, si vive un’esperienza culminante, di mediazione salvifica: la gerarchia, i fedeli e i religiosi, si convertono insieme ad un modo ‘nuovo’ di essere chiesa e di camminare come popolo di Dio”.

Una lunga citazione che è stata alla base della esperienza sinodale fiorentina, la quale, come diverse altre esperienze sinodali di questo decennio, si presenta con le seguenti caratteristiche: - è inedito rispetto ai sinodi ante-concilio;- non ha quindi modelli di riferimento precisi;- è narrata non dal documento finale ma dalla felice esperienza di un modo nuovo di convenire, vissuto da tutti.

Non intendo dire che il documento conclusivo, interpretativo del cammino fatto e programmatico dell’impegno futuro di una Chiesa sia un dato irrilevante. Voglio, invece, sottolineare che fermarsi al documento non basta per leggere quanto è, cresciuto lungo il percorso. Solo indicando la prassi sinodale è possibile ritrovare, almeno per il primo sinodo celebrato, il senso suo valore delle cose vissute.

Stile vocazionaleAlle precedenti indicazioni generali che si applicano anche al Sinodo della Chiesa fiorentina, occorre

aggiungere qualche annotazione che aiuti o meglio circoscrivere l’esperienza, sinodale promossa dal Cardinale Piovanelli.

Tale esperienza è stata voluta dal Vescovo, nel segno di una apertura a tutti, ponendosi domande precise quali: cosa vuole il Signore da noi? A cosa sta chiamando questa Chiesa?

L’atteggiamento collettivo, entro cui ciascuno colloca la sua personale adesione, è di ascolto di quanto lo Spirito dice alla Chiesa che è in Firenze perché celebri il suo “esodo” verso la nuova terra che Dio le indicherà.

L’apertura a tutti nella convinzione profonda che anche al di fuori di quella che è solitamente considerata chiesa, esistano persone interessate a che essa riguadagni maggiore coerenza interiore e più lucida testimonianza. Componente ineliminabile della storia toscana, la sua più chiara identità favorisce l’identità degli altri. Ecco perché il Sinodo parte con un colloquio aperto a tutti, ricercato, lanciato con puntigliosità verso ogni area significativa dell’ambiente (cultura, lavoro, mondo militare, università, carcere...).

La risposta è costruita da ogni partecipante utilizzando la narrazione della propria esperienza seguendo la provocazione dalle proposte. Così la personale esistenza contribuisce a meglio cogliere gli orientamenti su cui la Firenze cristiana deve impegnarsi.

Nella vocazione, le vocazioniLa celebrazione nei piccoli gruppi, nelle assemblee parrocchiali e di zona, nella Assemblea generale

conclude la prima fase. Da essa il Vescovo ricaverà le indicazioni dei percorsi preferenziali (2a fase) e delle linee applicative per il futuro della comunità cattolica fiorentina (3 a fase).

Al primo livello, nella quantità, di ciò che viene proposto è possibile cogliere indicazioni ed aspetti che interessano il nostro argomento in titolo. Certamente in modo non organico dai contributi delle elaborazioni delle aggregazioni laicali rilevo un primo aspetto.

La Consulta dei laici richiama con frequenza la chiesa locale perché metta al centro dei suoi interessi i giovani, la loro formazione, la realizzazione di itinerari. “L’ipertrofia consumistica - affermano - è causa ed effetto della mancanza di interiorità. I giovani mancano di punti di riferimento visibili. La mancanza di incisività nella testimonianza dei valori rende tiepide le proposte di vita. Questo si traduce in scandalo e disinteresse a favore di facili e di entusiasmanti momenti forti. È questa denuncia ed autodenuncia senza sconti dell’incapacità ad essere perseveranti, forti, responsabili”.

Durante l’Assemblea ci sono richieste forti da parte del Laicato perché la pedagogia della Chiesa deve maggiormente assumersi l’impegno formativo nei confronti dei fedeli laici affinché essi siano soggetti attivi e responsabili di una storia da fare alla luce del Vangelo.

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“Una corretta catechesi vocazionale deve accompagnare la persona con continuità e gratuità secondo un progetto organico. Essere laico non è la scelta di coloro che non hanno la vocazione. Questa chiamata viene dal Battesimo, è perfezionata nella Cresima e per alcuni specificata nel sacramento del Matrimonio”.

Anche la specifica vocazione presbiterale viene richiamata con forza alla luce della crisi evidente. Si insiste che la pastorale vocazionale non sia un episodio della pastorale diocesana, “ma venga inserita in un progetto tendente alla formazione globale, alla fede, alla vita cristiana personale e comunitaria”, perché ci sia nella catechesi la esplicita presentazione della vocazione al presbiterato “come dono di sé e servizio agli uomini, in un discepolato specifico e concreto, in cui il giovane possa realizzarsi come uomo e come cristiano”. Così pure la prospettiva vocazionale deve essere presente nella catechesi post-sacramentale.

“Infine si dovrebbe incrementare la pastorale giovanile a diversi livelli, con più attenzione alla preghiera, all’ascolto della parola di Dio alla liturgia e all’orientamento vocazionale”.

Anche “i ministeri istituiti” o di fatto sono via sicura per la proposta e la scoperta del ministero sacerdotale.

In particolareLa scelta dei temi prioritari che costituiranno di fatto i contenuti del Sinodo, e che accompagneranno la

riflessione e il confronto della 2a e 3a fase, è decisa dall’Arcivescovo, secondo quanto egli sente di privilegiare dopo le numerose suggestioni e orientamenti raccolti.

Essa cade su tre significativi argomenti: Evangelizzazione e Sacramenti; Famiglia e Sacramento del Matrimonio; La pastorale giovanile.

Di fatto ci si impegna su un’ampia riflessione e programmazione diocesana che, nel primo tema, ridona una visione organica della realtà chiesa e in essa vengono ripensate le diverse componenti e mete orientative. Non si accenna però, specificamente, a nessun tipo di pastorale vocazionale, neppure di quella presbiterale.

La vocazione matrimoniale è invece affrontata con impegno e originalità in uno specifico documento che diviene capitolo 2 del testo finale. È insieme riflessione e itinerario che evidenzia tre momenti di questa chiamata: l’essere Uomo / Donna; l’essere Sposo / Sposa; l’essere Padre / Madre.

Ogni aspetto è affrontato sia nella sua radicazione nel progetto divino, che nel suo costituirsi come risveglio nella coscienza individuale e nel suo pieno realizzarsi.

Il terzo grande gruppo di riflessione si sbilancia sul servizio di pastorale giovanile. La diocesi risponde così ad esigenze locali e a più precisi orientamenti della chiesa italiana. Non viene in questo documento affrontata una vera proposta di pastorale vocazionale ma non è difficile in esso raccogliere schegge con cui ricomporre una traccia sufficiente.

Valutazione conclusivaOgni Sinodo (meglio sarebbe dire: questi primi sinodi postconciliari) vive una faticosa elaborazione del

suo statuto. Viene accolto con difficoltà iniziale da alcuni settori qualificati della comunità diocesana; fatica a mettersi in movimento, quanto è sottoposto a forti tensioni. È, insomma, una dura ma certamente bella avventura dello Spirito. Ha davanti a sé una vastità di provocazioni che lo interpellano chiedendo ognuna il privilegio dell’attenzione. Ma tutto non è possibile.

La cosa più interessante, più bella è che dove è vissuto con fantasia pastorale, alla ricerca della volontà di Dio riesce a fermentare esperienze comunitarie nuove.

Perché non pensare che di fatto il Sinodo è per ogni chiesa locale anche un’autentica esperienza di pastorale vocazionale alla vita comunitaria?

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ORIENTAMENTI 2La dimensione “regionale” della pastorale vocazionale unitaria.L’esperienza della Lombardiadi Walter Magni, Direttore del CRV della Lombardia e Rappresentante del Clero Diocesano nel CNVWALTER MAGNI

1. Il CRV-Lombardia è un organismo di collegamento tra i Centri vocazioni (CDV) delle 10 Diocesi Lombarde e il Centro Nazionale Vocazioni (CNV) e tra i diversi centri di pastorale vocazionale presenti in regione (CEI, Vocazione nella Chiesa italiana, n. 53).

Attualmente è presieduto da S.E. Mons. V.M. Olmi ed opera secondo le disposizioni date per statuto dalla Conferenza Episcopale Lombarda, contribuendo, attraverso la presenza del Responsabile regionale nel Consiglio del CNV, a creare i programmi nazionali di pastorale vocazionale.

Concretamente si preoccupa: di guidare e stimolare in Lombardia il cammino programmato a livello nazionale; di curare alcuni momenti di riflessione e di lettura della situazione regionale, al fine di sostenere il cammino unitario di pastorale vocazionale nelle diocesi lombarde; di organizzare periodicamente alcuni convegni di studio, favorendo la conoscenza e lo scambio di esperienze vocazionali tra gli operatori pastorali.

2. È importante che si specifichi che quando si parla qui di vocazioni, di centri vocazionali a livello nazionale, regionale e diocesano, si intende far riferimento principalmente - anche se non in maniera esclusiva - alle cosiddette vocazioni di speciale consacrazione, cioè le vocazioni al sacerdozio ordinato e alla vita consacrata (religiosi, religiose, missionari e missionarie “ad gentes” e alla consacrazione secolare).

Potrebbe pertanto essere utile riflettere sulla possibilità di eventuali e più espliciti raccordi tra questi centri vocazionali, direttamente attenti alle vocazioni di speciale consacrazione e gli uffici pastorali interessati a sostenere altre figure vocazionali e la vocazionalità cristiana in quanto tale. Si pensi ad esempio all’Ufficio di pastorale giovanile che si va costituendo ormai in tutte le diocesi italiane o anche all’Ufficio pastorale per la famiglia. Del resto, a livello nazionale, un interessante lavoro di raccordo di questo genere sta avvenendo tra il CNV e l’Ufficio di coordinamento CEI per la Pastorale giovanile.

Un’eventuale unità di prospettive e di intenti vocazionali in questo senso dovrà essere evidenziata anzitutto a livello di riflessione teologico-pastorale.

3. Attualmente i Consiglieri del CRV-Lombardia sono 27: oltre al Presidente e al Direttore, sono presenti 10 Direttori del CDV, 3 rappresentanti degli istituti religiosi maschili, 3 degli istituti religiosi femminili, 1 degli istituti missionari maschili, 1 degli istituti missionari femminili, 3 degli istituti secolari maschili e femminili, 1 diacono, 1 rappresentante del Serra Club e 2 coniugi.

Nell’arco dell’anno pastorale vengono programmati circa 5 incontri, ritrovandosi di volta in volta in diocesi diverse, con la preoccupazione di riuscire a leggere la situazione vocazionale della Chiesa locale interessata. Tra il ‘90 e il ‘92 si è cercato di raggiungere tutte le diocesi lombarde, invitando all’in contro il vescovo della diocesi e il suo CDV. La prima parte dell’incontro era normalmente caratterizzato dall’intervento del vescovo che descriveva alcune sue preoccupazioni pastorali e intenzioni vocazionali, mentre nella seconda parte avveniva quasi sempre uno scambio tra i membri del CRV e quelli del CDV.

Ultimamente gli incontri del CRV avvengono in alcune comunità di religiosi, religiose o comunità monastiche. L’incontro diventa un’occasione per una preghiera per le vocazioni più ampia e distesa.

4. Si è accennato sopra ad un duplice impegno svolto dal CRV: da una parte di coordinamento del lavoro svolto dai diversi centri vocazionali presenti in regione e dall’altra di stimolazione vocazionale, o come afferma il S. Padre nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale di Preghiera e per le Vocazioni: di diffusione di una cultura vocazionale.

L’aspetto della riflessione è stato ed è quello più interessante del lavoro del CRV-Lombardia e la modalità che meglio sembra alla fine concretizzarla è la proposta periodica di un convegno di studio.

Nella prima parte degli anni ‘80 i convegni vocazionali organizzati dal CRV erano più attenti alle “diverse età vocazionali” e alle dinamiche pastorali ad esse inerenti. Si potrebbero ricordare i convegni sulla preadolescenza, sulla adolescenza e sulla giovinezza in rapporto alla tematica vocazionale, svolti tra 1’80 e l’85 presso il “Centro Paolo VI” di Brescia.

Negli ultimi 5-6 anni l’attenzione si è spostata sul tema della responsabilità vocazionale degli educatori presenti nelle comunità cristiane: del 1988 è il convegno Vocazione in famiglia (Brescia) e del 1990 Il catechista animatore di vocazione (Milano).

Senza fretta, e con la preoccupazione di creare una sensibilità vocazionale a partire dalle realtà locali, nell’arco di circa due anni si è venuto poi a concretizzare l’idea di un convegno - celebrato poi nel febbraio di quest’anno - dal titolo: Giovani preti e promozione delle vocazioni (Bussolengo di Verona, 15-16 febbraio 1993). Il card. C.M. Martini era stato invitato all’inizio del 1992 a svolgere un intervento su

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Giovani preti e pastorale vocazionale. Il CRV, a partire da questa riflessione, ha poi cercato di dare corpo ad un convegno che ha visto la presenza di più di 200 giovani preti.

Il convegno era impostato su due relazioni principali: S.E. Mons. D. Lanfranconi, vescovo di Savona, è intervenuto sul tema Spiritualità del prete e dinamica della proposta vocazionale; Don F.G. Brambilla, del Seminario di Milano, su La cura delle vocazioni nel cammino della iniziazione cristiana e della pastorale giovanile. Interessanti sono stati pure alcuni gruppi di studio (l’editrice Ancora sta curando l’edizione degli atti del convegno entro la fine del 1993).

La partecipazione è stata particolarmente sentita da alcune diocesi, meno da altre. Forse su questo punto potrebbe essere utile qualche riflessione in ordine ad evidenziare alcuni criteri che definiscano, da parte della stessa Conferenza Episcopale Lombarda, i termini oggettivi e il valore di una partecipazione a convegni di questo genere che, in quanto organizzati da un Centro regionale, non possono che proporsi come un servizio pastorale per tutte le diocesi della Lombardia.

5. In ordine al futuro il CRV sta pensando di affrontare con pretesa di serietà e competenza il tema della vita consacrata in rapporto alle dinamiche vocazionali, prendendo spunto dalle indicazioni del prossimo Sinodo dei vescovi (autunno del 1994), su La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel Mondo.

A questo riguardo si è già avuto modo di inviare recentemente una lettera a tutti i vescovi della CEL, ai Vicari Episcopali o Delegati vescovili per la Vita Consacrata delle diocesi lombarde, al Presidente regionale della CISM e alla Presidente dell’USMI e del Coordinamento regionale degli Istituti Secolari (GIS), al fine di avere indicazioni utili in vista di un possibile cammino unitario sul tema: Vita consacrata e pastorale vocazionale.

Significativo è stato l’incontro del CRV-Lombardia con padre S. Pinato, rappresentante dei religiosi al CNV, sul tema: La preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi negli istituti di vita consacrata.

Nell’incontro del 21 settembre 1993 si è poi giunti ad una definizione programmatica di questo genere: organizzare in collaborazione con l’USMI regionale un convegno che coinvolga le giovani suore (novizie e juniores) degli Istituti religiosi femminili e degli Istituti Secolari presenti in Lombardia, nei primi mesi del 1994; e incontrare entro un anno circa (nel settembre 1994?) i superiori e le superiore degli istituti religiosi e di vita consacrata della Lombardia, magari in una “due giorni” di seria considerazione e sensibilizzazione sul tema vocazionale.

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ORIENTAMENTI 3Le lettere pastorali dei vescovi italiani sulla pastorale vocazionalein questi ultimi dieci annidi Pier Davide Guenzi, del Gruppo Redazionale di ‘Vocazioni’PIER DAVIDE GUENZI

Nel comunicato della CEI del 14.1.1988, a tre anni di distanza dalla promulgazione del piano pastorale “Vocazioni nella Chiesa italiana” del 1985, si legge: “Nonostante le difficoltà, si sta rivelando molto feconda la scelta di articolare la pastorale delle vocazioni come ‘itinerari vocazionali’, nei quali i giovani e le ragazze percorrono un cammino organico, personale e comunitario, di formazione e di discernimento della propria chiamata”1. Possiamo partire da qui per analizzare alcune significative “lettere pastorali” dei vescovi italiani che hanno affrontato direttamente ed in modo esteso il nodo della pastorale vocazionale. La pretesa di completezza è evidentemente impossibile. Ci accontentiamo di qualche spunto per verificare l’ipotesi di partenza che formuliamo così: come attraverso il magistero dei singoli vescovi si evidenziano le dimensioni della pastorale vocazionale? Le lettere pastorali lasciano intuire alcune costanti relativamente agli obiettivi, ai contenuti e al metodo di pastorale vocazionale? Il documento citato precisa nei termini di “itinerari vocazionali” la prospettiva qualificante della pastorale vocazionale, si tratterà, dunque, di verificare la consistenza di questa ipotesi in alcuni scritti recenti dei vescovi italiani2.

Gli obiettivi

L’obiettivo generaleUna pista per rivedere gli obiettivi non può tener conto di alcuni fattori che possiamo brevemente

presentare. La pastorale vocazionale viene affrontata dai vescovi nella prospettiva della più ampia pastorale ordinaria oppure rappresenta un capitolo a sé spesso motivato dall’urgenza - in alcune diocesi drammatica - del calo numerico delle vocazioni? L’attenzione è alla globalità della dinamica vocazionale oppure a tema viene messa in modo particolare la vocazione al sacerdozio? Inoltre una lettera vocazionale si inserisce in un cammino di chiesa diocesana. Questo evidenzia una difficoltà a scorporare il testo da tutto il contesto pastorale più ampio in cui la pastorale vocazionale viene ad inserirsi in modo armonico.

L’obiettivo generale che sta dietro a tutte le lettere analizzate è quello di far uscire il problema vocazionale dalla logica dell’“ufficio competente” per farlo diventare preoccupazione di tutta la chiesa, di tutti i membri della diocesi con una speciale sottolineatura all’azione pastorale del clero. Anche in questa logica viene riletta l’opzione dell’ordinarietà della pastorale vocazionale che la quasi totalità degli scritti sottolinea. Questa opzione pastorale viene espressa in modo chiaro nella recente lettera dell’arcivescovo di Vercelli, Mons. Tarcisio Bertone: “La pastorale vocazionale non è separata dalla pastorale di insieme, perché, sulla base della comune Cristo-conformazione battesimale, essa è la prospettiva unificante di tutta la pastorale cristiana ‘nativamente’ vocazionale”3. Lo sforzo di superare la prospettiva dell’urgenza del problema attraverso una presentazione serena ma anche realistica, della situazione di alcune linee di pasto-rale vocazionale è pure presente in molti scritti. Oggetto dei documenti è “la vocazione quale dimensione fondamentale della vita del credente e quale sviluppo che si determina a partire dalla condizione battesimale, specialmente in coloro che si lasciano conquistare e si decidono a una speciale consacrazione”4. Questa preoccupazione di fondo denota che la chiave risolutiva del problema delle vocazioni non sta nel problema stesso e nei suoi numeri, ma nella capacità di far affiorare in termini corretti il Vangelo della vocazione nel suo incontro con una cultura spesso refrattaria non solo alla vocazione di speciale consacrazione, ma alla più generale progettualità della vita stessa.

L’obiettivo del dialogo diretto con i giovaniSulla base di questa considerazione a volte la lettera pastorale privilegia come destinatari i giovani

stessi ed in particolare quelli più aperti alla ricerca vocazionale. Lo svolgimento dunque si fa più per sonale, nello stile catechetico e del dialogo spirituale. Due esempi di questo tipo sono il recente testo di Mons. Cosmo Francesco Ruppi, vescovo di Lecce, Eccomi, Signore, manda me! Lettere sulla vocazione, che affronta, attraverso lo stile di lettere rivolte ai giovani stessi, i punti più critici connessi alla proposta di una vocazione di speciale consacrazione, e la pastorale del vescovo di Reggio Emilia Mons. Paolo Gibertini. Cercare il Signore - Cercarlo nella chiesa, che si rivolge “a quanti sono in ricerca del proprio stato di vita affinché maturi nel loro cuore la energica decisione: Il tuo volto Signore, io cerco”.

La risonanza delle indicazioni universali e localiUn obiettivo che sottostà alle lettere più recenti è quello di far risuonare in diocesi e nella pastorale i

contenuti del Sinodo sul sacerdozio sintetizzati nell’esortazione papale Pastores dabo vobis o per riproporre la pastorale vocazionale alla luce dei lavori dei vari sinodi diocesani. Entrambi questi obiettivi sono ben specificati nel già citato documento del vescovo di Lodi.

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La presa di coscienza della serietà del problemaNon mancano, però, alcune osservazioni per far prendere coscienza a tutti i cristiani della serietà del

problema vocazionale. La necessità di vocazioni quantitativamente numerose e qualitativamente rilevanti è sotto gli occhi di tutti i pastori. Valga un esempio tra altri: la lettera dei vescovi della regione Piemonte La messe è molta, ma gli operai sono pochi del 1987 in cui si afferma: “le comunità attendono il prete. Talora lo attendono con insistenza. Così pure come richiedono la presenza delle suore. Ma la risposta alle attese è del tutto inadeguata. I nostri seminari si sono paurosamente impoveriti di alunni (...). La medesima situazione di crisi si riscontra nelle case di formazione dei religiosi e delle religiose”. Non manca però, nello stesso scritto, la serenità di analisi ed un forte realismo: “Occorre tuttavia affrontare con realismo e speranza questa crisi che coinvolge tutta la comunità ecclesiale: evitando ‘rassegnazioni’ inutili, aspettando chissà quale sorprese dal futuro” 5.

I contenuti

Ogni lettera pastorale privilegia una sua pista per affrontare il problema vocazionale. Possiamo però ritrovare, specialmente nei documenti più elaborati, una tripartizione costante: la presentazione della prospettiva situazionale, l’elaborazione di un abbozzo di teologia della vocazione, la delineazione di alcuni itinerari pastorali. Ciascuna prospettiva può essere più o meno presente e con gradi diversi di sottolineatura per importanza. Accenniamo in questo punto alle prime due, riservando la terza al numero seguente.

Le letture della situazioneLa capacità di leggere con realismo e criticità la situazione è fondamentale. Ma altrettanto

fondamentale deve essere lo sforzo di andare al di là delle osservazioni generiche, più volte ribadite. Essa non è un atto dovuto, non ha una funzione ornamentale all’interno del documento. Lo sforzo di andare al nodo della questione e di saperlo esprimere con un linguaggio immediato che superi la settorialità dei codici linguistici della psicologia e della sociologia è presente nella lettera che Mons. Enrico Masseroni, vescovo di Mondovì ha dedicato al problema giovanile, ma in cui la chiave vocazionale è ben evidente6. La via scelta è quella dell’impatto diretto con la figura del giovane di oggi: “cosa pensano di se stessi”. Sono i giovani dell’ “indifferenza ambigua”, i “protagonisti-gregari” della cultura che massifica anche “nell’illusione di libertà”, quelli che dicono “lasciateci in pace: noi stiamo bene così”. Sono ancora i giovani del l’irrisolta composizione tra “fede rituale” e vita, che proiettano la loro “pratica” religiosa davanti a sé, come velo per una domanda più profonda e coinvolgente. Sono i giovani che vivono la realtà dei gruppi, ma che non si sanno staccare dall’ambiente protettivo e trascinante del gruppo stesso, verso un cristianesimo maturo e personale: i “bravi ragazzi della soggettività collettiva”7.

Più “tradizionale” nell’impostazione la lettura delle cause della diminuzione delle vocazioni prospettata da Mons. Tarcisio Bertone, arcivescovo di Vercelli, in cui però vengono collegate, accanto a generali fattori sociali (benessere, conformismo, influsso massmediale, indebolimento della famiglia), precise responsabilità ecclesiali che hanno indebolito l’efficacia propositiva del “vangelo della vocazione”. Tra quest’ultime ritroviamo il volto impersonale delle comunità cristiane, la scarsa penetrazione della catechesi di iniziazione, la mancanza di modelli credibili, il nodo del “celibato”8.

Non mancano, nelle pastorali la valorizzazione di alcuni segnali positivi. Negati generalmente alla crescita numerica dei seminaristi, e proprio da questi indicatori si vuole far carico la comunità diocesana per un rinnovato impegno vocazionale. Un’eco di questi segnali positivi lo possiamo trovare nel testo del card. Michele Giordano, arcivescovo di Napoli: “è vero che (. ..) nonostante tutto, forse mai come in questo tempo la gioventù sta dando segni di una grande sete di valori, di autenticità, di impegno” e, alludendo al cresciuto numero di vocazioni del Seminario Maggiore: “stiamo vivendo una felice esperienza proprio nella nostra chiesa di Napoli: all’inizio dell’anno accademico 1992-93, sono entrati al Seminario Maggiore ben 21 giovani...”.

La dimensione biblico-teologicaUn secondo elemento presente nelle lettere pastorali è la rilettura della dimensione biblico-teologica

della vocazione su cui innestare un discorso (variamente articolato nei testi presi in esame) sulle varie vocazioni. Lo schema ricorrente è rintracciabile con una certa facilità:

1. La percezione della vita come vocazione; 2. La dinamica vocazionale come sequela Christi. 3. La vocazione della Chiesa; 4. La vocazione e le vocazioni nella Chiesa. Tutto questo indica uno sforzo preciso da parte delle singole diocesi di assimilare una mentalità precisa

circa il tema vocazionale attraverso una sua dilatazione fino a farlo coincidere con l’appropriazione personale e matura di una persona del senso della propria vita alla luce del progetto cristiano e realizzantesi in una precisa vocazione nella chiesa.

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Mi sembra interessante cogliere due aspetti particolari che sembrano presentare i testi in esame. Una prima particolarità è la competenza biblica attraverso cui il tema vocazionale viene condotto. Nella lettera pastorale del vescovo di Reggio Emilia la preoccupazione è quella di “meditare sul mistero della vocazione, come appare nella Sacra Scrittura” e di “fare alcune considerazioni sull’uomo che, alla ricerca del Volto di Dio, incontra spesso difficoltà che gli impediscono la risposta” 9. Così la prima parte del testo attraverso la forza evocativa di alcuni testi chiave della teologia vocazionale si svolge nel clima della meditazione serena e di una statio benefica che contribuisce a portare il discorso all’interno del suo contesto naturale: il dialogo continuo tra Dio e l’uomo in cui ciascuna persona è chiamata a trovare posto interiorizzando il modello permanente di esso che dalla Bibbia ci viene proposto.

Un’altra linea, complementare alla prima, è quella di un dialogo continuo tra le “icone bibliche” della vocazione e la prospettiva pedagogica, cercando di offrire immediatamente una comprensione esistenziale del testo. Questa linea la troviamo presente nel testo già citato di Mons. Bertone: “in questi ultimi anni, grazie al contributo delle scienze dell’uomo, il termine vocazione si è arricchito ulteriormente senza tradire i contenuti biblici originali. Esso non richiama più soltanto alla memoria una particolare forma di vita quale quella religiosa e quella sacerdotale, ma attinge la concezione stessa della persona come un qualcosa che la fa essere ciò che è e la diversifica dalle altre cose. Perciò la persona umana non è più considerata come una realtà che ha una vocazione, ma viene ritenuta essa stessa nel suo essere più intimo una vocazione”10.

Lo sforzo a questo riguardo non è quello di sovrapposizione di considerazioni biblico-teologiche e letture antropo-psicologiche, ma quello di una compenetrazione profonda alla luce di una superiore antropologia disvelata dal progetto cristiano in cui le dinamiche del processo vocazionale possono trovare un contributo decisivo alla consistenza del progetto antropologico cui una persona tende. Non manca poi alla luce della provocazione biblico-teologica della situazione socio-culturale contemporanea uno sforzo, previo ad ogni programmazione pastorale, di delineare alcuni tratti di educazione al senso della vocazione, magari in stretta connessione coi capitoli più rilevanti della lettura teologica. Un esempio ci viene offerto dalla lettera pastorale del vescovo di Lodi, Mons. Giacomo Capuzzi in cui la “pedagogia vocazionale” viene ad essere vincolata attorno all’educazione e al senso della vita e alla vita come vocazione, all’esperienza di Cristo nella Chiesa e nell’educazione alla propria vocazione rivalorizzando gli elementi caratteristici di un itinerario vocazionale: la preghiera, l’annuncio e il discernimento, la maturazione di un atteggiamento di servizio11.

La presentazione articolata delle varie vocazioni nella chiesa non sembra essere un elemento che caratterizza globalmente gli scritti esaminati, anche se, va ribadito, alcuni vogliono specificamente promuovere un discorso sulla vocazione sacerdotale, come nel caso delle pastorali dei vescovi di Napoli, Vercelli, Nola. Centrate sulla pastorale generale delle vocazioni sono, invece, gli appelli dei vescovi del Piemonte e della Toscana, di Reggio Emilia, Lodi e Como.

Prospettive emergenti

Le lettere pastorali esaminate prospettano nelle loro ultima parte alcune linee di pastorale vocazionale definendo iniziative, itinerari particolari per ciascuna diocesi.

Possiamo riscontrare un’attenzione all’ambiente in cui si maturano le scelte vocazionali. In particolare alcune parole forti vengono spese per la famiglia e la comunità parrocchiale due ambienti che sono, pur se a titolo diverso, chiamati a confrontarsi con il futuro delle giovani generazioni. Nella lettera dei vescovi piemontesi del 1987 si fa notare come la famiglia è una comunità scaturita non solo nel consenso umano, ma in profondità dal sigillo sacramentale. Così essa diventa costitutivamente luogo di maturazione vocazionale per i figli, ma solo se non si lascia irretire dalla superficiale adesione ai modelli di vita del “consumismo dilagante” e non delega ad altre agenzie il suo ruolo di educatrice alla vita e alla fede. Così si potrà creare quell’humus di attesa paziente di un “dono di Dio”, di un progetto per i figli che non sarà totalmente avulso dai valori trasmessi nel suo interno, ma porterà a saldare la storia di fede dei figli con la storia di fede della famiglia stessa.

Uguale attenzione è data alle comunità che devono per questo lavorare sulla qualità del loro tessuto di comunione in profonda docilità con l’azione dello Spirito. Esse dovranno pertanto diventare “più vocazionali” cioè “capaci di offrire alla storia il Mistero di Cristo” che comprende la pluralità ministeriale compaginata nella comunione alla luce dell’esempio ecclesiologico trinitario e la “missionarietà” quale “concreta circolazione dei doni dello Spirito”12.

Non si manca di sottolineare però la personalità del cammino vocazionale. Esso investe tutta la persona che, attraverso un preciso agire pastorale, dovrà essere aiutata ad una spiritualità robusta ed un accesso sempre più aderente con la totalità della vita nella comunità cristiana. Ecco allora l’attenzione alle varie età dalla fanciullezza alla giovinezza come i tempi in cui suscitare l’attenzione alla ricerca vocazionale, la forte attenzione alla preghiera, anche attraverso la proposta del cammino delle “scuole di preghiera” o di “una lectio divina” e l’attenzione al volontariato come scuola di atteggiamenti vocazionalmente aperti. Tutte queste iniziative ben diffuse e consolidate in molte diocesi italiane si profilano come un aiuto offerto ai

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giovani “sul duplice orizzonte della chiarificazione dei valori” e per “una più profonda conoscenza di sé, per crescere nella libera adesione ai valori ideali oggettivi”13.

Emergono anche le figure dell’accompagnatore spirituale e dunque della direzione spirituale come punto di riferimento imprescindibile ad un accompagnamento personale e personalizzato. Un certo rilievo è dato anche agli animatori vocazionali parrocchiali per inserire la dimensione vocazionale nei cammini educativi di ogni parrocchia e consentire, così, “un salto di qualità decisivo per tutta la pastorale delle vocazioni”14.

Vengono anche passati in rassegna gli organismi e le strutture della pastorale vocazionale. Un posto di rilievo è dato al seminario con una sottolineatura sulle possibilità del seminario minore e delle scuole cattoliche. Vengono proposti gli itinerari di gruppi vocazionali specifici di cui più volte si è fatto cenno nella rivista, quali: il “gruppo diaspora”, “gruppi samuel” e, per i ragazzi, i “gruppi ministranti”. Non viene tralasciata la valorizzazione sempre più ampia dei Centri Diocesani Vocazioni quali strumenti diocesani di “coordinamento, animazione e sussidiazione” che nascono “dalla convergenza di tutte le forze” con un rapporto con tutti i settori della pastorale e voluti dai vescovi “affinché tutta la nostra Chiesa locale diventi vocazionale”15.

Si nota, in sostanza, la ricezione delle indicazioni che il CNV ha proposto per la pastorale delle vocazioni che è stato confermato dal Piano pastorale per le vocazioni del 26.5.1985. Nel documento della CEI, giova ribadirlo, la pastorale vocazionale era articolata attorno ai contenuti e mezzi (preghiera, catechesi, liturgia e carità), ai responsabili (tutta la comunità cristiana a vario titolo e in varie forme), all’attenzione a rapportare età e metodi, a delineare un itinerario articolato (cammino spirituale, annuncio, proposta, accompagnamento, decisione) in cui devono convergere i vari organismi e strutture. La singolarità di ogni cammino diocesano ci esime da una presentazione capillare delle varie proposte. La sintonia con lo sviluppo del CNV attestata nel decennale cammino della rivista Vocazioni è, però, evidente.

Un bilancio finale

È impossibile un bilancio sintetico di questa breve ricognizione. La stessa parzialità del campione ci tratterrebbe da esso. Tuttavia si può notare come il tenore delle lettere pastorali sia cresciuto con una maggiore sensibilità alla complessità della problematica vocazionale. Lo sforzo di superare l’urgenza dei “posti vuoti” per una ricomprensione della vocazione come “tema generatore” di tutta una prassi specifica organicamente connessa con la pastorale globale e, più radicalmente, di un modo di essere chiesa e di educare alla fede, credo rappresenti il maggior pregio dei testi passati in rassegna. Un ulteriore elemento di pregio sta nella capacità di interpretare la problematica vocazionale come stimolo ad una pastorale di qualità. Una pastorale di qualità che, se già da tempo ha dovuto superare la logica del mantenimento, forse, in questi ultimi anni, è chiamata a misurarsi sul grado di adesione personale alla fede. Un grado di adesione personale che nel suo cuore non può eludere il dialogo tra l’uomo e Dio che fa la verità dell’uomo stesso. Una verità che non è atomizzata nei suoi significati, ma polarizzata nella sua dimensione vocazionale come espressione di fedeltà, totalità e gratuità di un dono che esige una risposta ad alta densità di impe gno. Solo in questo contesto il problema vocazionale non scadrà nel promozionale, ma si identificherà in modo limpido con quella “via della vita” che compendiava per l’uomo della Bibbia, il suo processo vocazionale.

Note1) Cfr. Enchiridion CEI, 4, n. 980.2) Lo scopo di questo testo è di abbozzare solo un primo bilancio, passando in rassegna alcuni documenti. Non c’è stato possibile analizzare tutte le lettere pastorali di questi ultimi dieci anni. Uno studio più approfondito può diventare l’obiettivo di una pubblicazione o di una ricerca di tipo accademico. I testi presi in esame sono i seguenti: G. CAPUZZI, Chiamati per una missione d’amore. Piano pastorale per l’anno 1992-93, Lodi 1992; P. GIBERTINI, Cercate il volto del Signore, Reggio Emilia - Guastalla 1992; T. BERTONE, Vieni e seguimi. La vocazione sacerdotale in un popolo di chiamati. Lettera pastorale alla chiesa eusebiana, Vercelli 1993; U. TRAMMA, Se conoscessimo il dono di Dio! Lettera pastorale al Clero e al Popolo della diocesi di Nola, Napoli 1992; M. GIORDANO, La pastorale vocazionale: impegno della Chiesa locale, Napoli 1993; E. MASSERONI, Giovani e Chiesa tra presente e futuro, Mondovì 1989; S. MAGGIOLINI, Radicalità cristiana e Vocazioni sacerdotali e religiose. Diocesi di Como - Piano Pastorale 1993-1994, Como 1993; CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE, La messe è molta, ma gli operai sono pochi, in Regno Documenti 15/1987, pp. 461-466; VESCOVI TOSCANI, Pastorale vocazionale: profezia e speranza della Chiesa, Firenze 1990; C.F. RUPPI, Eccomi, Signore, manda me, Paoline, Cinisello Balsamo 1993.3) T. BERTONE, op. cit., p. 36.4) G. CAPUZZI, op. cit., p. 6.5) CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE, La messe è molta, ma gli operai sono pochi, Il Regno Documenti 15/87, 461, n. 1.6) E. MASSERONI, Giovani e chiesa tra presente e futuro. Lettera pastorale, Mondovì 1989.7) E. MASSERONI, cit. pp. 9-18.

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8) T. BERTONE, Vieni e seguimi. La vocazione sacerdotale in un popolo di chiamati. Lettera pastorale alla chiesa eusebiana, Ver-celli 1993, pp. 8-10.9) P. GIBERTINI, Cercate il volto del Signore: Lettera pastorale 1992, Reggio Emilia - Guastalla, 1992, pp. 3ss.10) T. BERTONE. cit., p. 13.11) G. CAPUZZI, Chiamati per una missione d’amore. Piano pastorale per l’anno 1992-93 in attuazione del XIII Sinodo diocesano, Lodi 1992, pp. 12-23.12) CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE, cit., p. 462, nn. 2-3.13) T. BERTONE, cit., p. 34.14) G. CAPUZZI, cit., p. 3315) M. GIORDANO, cit., p. 23.

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ORIENTAMENTI 4“I piani vocazionali degli Istituti di vita religiosa e consacrata”di Pietro Gianola, Docente alla Università Pontificia SalesianaPIETRO GIANOLA

L’ultimo decennio ha visto quasi tutti gli istituti di vita religiosa e consacrata preparare un proprio piano di pastorale vocazionale, prima generale, poi per ogni Provincia. Alcuni hanno dato forma aggiornata a documenti precedenti. Altri li hanno elaborati nuovi. Numerosi sono ancora al lavoro, divisi tra l’urgenza e la delicatezza del compito e la difficoltà di concludere con progetti soddisfacenti.

Piani realisti

L’attualità e la prospettiva di questi istituti si distribuiscono su una gamma che va dal rischio della fine per non pochi, per troppi alla sopravvenienza invecchiata e difficile, quasi priva d’attrattiva per il mondo giovanile, a faticosi sforzi di incerto rinnovamento per altri. Ma grazie a Dio vi sono anche le riorganizzazioni coraggiose, le nuove fondazioni, le decisioni e capacità di rifondazione anche con piccoli numeri e poche forze, nel senso di tentare di rivivere nel Signore lo spirito dei tempi della nascita e dei primi sviluppi, ricchi di propulsione e di attrattiva.

Questo realismo dovrebbe essere lo sfondo di tutti i nuovi piani. Oggi finalmente è maturata, per grazia di Dio, anche se tra molte illusioni e sofferenze, la convinzione che i nuovi Piani di pastorale vocazionale saranno efficaci solo dopo la decisa riqualificazione delle vocazioni adulte esistenti, persone e comunità, opere e proposte, in una parola, dopo la ricostruzione della credibilità e fortezza divina e umana della testimonianza e della proposta di vita e azione, della guida formatrice.

Dopo il gran lavoro per i Piani di pastorale vocazionale ecclesiale diocesana si è diffuso l’impegno per i Piani degli istituti religiosi e consacrati. Vi si è visto uno strumento da tutti auspicato, preziosissimo, dopo anni di tradizione, di buon senso, di buona volontà, di empirismo, di santità, e genialità, ma anche di improvvisazione, con non pochi limiti e errori.

L’atteggiamento verso i Piani di PdV deve essere equilibrato, tra chi vi chiede e crede troppo e chi non vi crede o non vi bada, o non riesce più a elaborarli in relazione alla concreta situazione e prospet tiva di istituto o di provincia. Comunque devono nascere non da paura o da interesse, ma da amore.

Ognuno deve trovare il suo equilibrio. Santità e genio non sono di tanti. Ordinario è l’impegno di riflessione, studio, progetto e verifica, intesa e collaborazione. La realtà vocazionale giovanile è troppo bella e ricca per essere improvvisata. È campo di intelligenza e fede, di amore, di fiducia, di prudenza, da elaborare con strumenti validi e efficaci.

Non si chiamano Piani di Azione vocazionale, ma Piani di Pastorale, per indicare non subito cosa fare, ma l’esigenza previa di presa di coscienza, di volontà e competenza spirituale e culturale: ciò che si deve essere, per fare e far bene in relazioni alle nuove vocazioni.

Vantaggi, ragioni, necessità di un Piano

Stanno nella promozione di una PdV della Comunità e delle Comunità. Ogni istituto e ogni Provincia avrà visibile e attuabile un progetto comune per superare il sistema di delega, di generale disinteresse, di larga incompetenza e innazione, per avviare una pastorale di comunità, verso comunità vocazionali, opere vocazionali, una pastorale sempre e tutta vocazionale. Primo obiettivo del Piano è il massimo coinvolgimento delle persone, la migliore organizzazione e il coordinamento delle energie, la preparazione e l’azione organica e progressiva di tutti, frutti di mentalizzazione e di riferimento a uno strumento di unità di pensiero, spirito, metodo.

Ne seguirà la PdV unitaria entro l’istituto: intenzione, impostazione, linguaggio, proposta del carisma, collaborazione di sforzo e lavoro.

Superato il vecchio modello del reclutamento di massa o individuale, dovrà nascere la PdV programmata come vera educazione e formazione, valida e efficace, attiva, ispirata da progetti, contenuti, principi e metodi.

Sarà d’obbligo, il realismo dopo tempi di crisi, di delega, di inazione, di chiara debolezza della azione pastorale e educativa. Sperando che non sia ormai già troppo tardi. Non servono Piani formalmente perfetti, irenici, formali, celebrativi. In molti istituti siamo in condizione di strategia radicale per tempi di difficoltà, di ritardo, di problematico, ricupero, di autocritica. Per non inaridire o morire con un Piano in più nel cassetto. L’esperienza di moltissimi Piani mostra la debolezza e il formalismo dei discorsi, ben lontani da una strategia realistica, umana e divina di rinascita e rilancio.

L’attenzione di ‘Vocazioni’ ai Piani di PdV

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I Piani di PdV provano la loro viva collocazione nelle Costituzioni e nei Capitoli Generali e Speciali, là dove si parla della realtà e dei destini dell’istituto, della sua volontà di vivere e ringiovanire, constatando il consenso del Signore, la validità di fondazione e di carisma, di presenza apostolica, la capacità di offrire ai giovani la proposta vocazionale. La PdV fa parte dei temi della vita, della continuità, della giovinezza, del futuro della Congregazione. Già i Piani di Formazione vi danno il giusto spazio.

Nei dieci anni passati la Rivista ‘Vocazioni’ ha fatto riferimenti diretti ai temi dei Piani di PdV di istituti religiosi e consacrati.

P. Gianola: “Elementi per un piano pastorale vocazionale d’Istituto o di Provincia” (1987, 1,63-64), suggerendo questo modello di stesura: ragioni, ispirazioni e fonti; la realtà storica attuale e di prospettiva vocazionale; affermazione di principi ispiratori; i giovani; il programma e metodo comune d’azione; responsabili e operatori; modello metodologico di educazione e formazione; luoghi e mezzi di attuazione. S. Costantino: “Chiesa, religiosi e pastorale vocazionale: appunti per un “piano” (1991, 1,54-60). Riflessione previa e necessaria alla realizzazione di un piano.

Ma la Rivista agli istituti che lavorano ai loro Piani ha offerto materiale abbondante e prezioso di varia natura, teologica, ecclesiale, antropologica, pedagogica e pastorale, testimonianze di esperienze utili per la varia determinazione di situazione, di carisma, di luogo.

Piani di PdV convergenti e aperti

La comune natura religiosa e consacrata esige la comunanza della ispirazione di base. Infatti è comune a tutti i Piani il principio della collocazione entro una pastorale d’insieme e unitaria di Chiesa vasta e locale, di Istituto religioso e consacrato, per la promozione di tutte le vocazioni e quindi delle proprie vocazioni. Sono comuni i riferimenti alle fonti ecclesiali e pastorali: i documenti vocazionali del Concilio, le integrazioni postconciliari della Chiesa e dei Pontefici, il II Congresso internazionale di Roma 1981 e il Documento conclusivo 1982, in Italia il nuovo Piano Pastorale per le Vocazioni del 1985 e il documento del 1992, dove la Chiesa ha rifatto il punto sugli ultimi Sviluppi della Pastorale delle Vocazioni nelle Chiese Particolari. La partenza ideale ormai è per tutti teologica e ecclesiale. Ma la partenza reale trova riferimento e convergenza nell’istituto: fondazione e fondatore, tradizione storica, esistenza di un carisma spirituale, comunionale, apostolico attivo, attualità, prospettiva di vita e opere, di stato e di divenire vocazionale. È ben presente la centralità di una vocazione specifica di un carisma religioso e consacrato particolare che fornisce a tutto il Piano animazione, motivazione, ispirazione unitaria e attuale, pur in dimensione di ecclesialità (cfr. la chiara coscienza dei Cappuccini per una proposta vocazionale attorno al programma di pace di Assisi...). Ai giovani viene fatta la proposta di uno specifico vocazionale d’istituto, di famiglia, molto ben presentato nelle parole, nella testimonianza della vita, nella educazione e formazione di accompagnamento. Generalmente è un particolare volto di Dio, Cristo, Maria del Fondatore, una “centralità” spirituale, vocazionale e pastorale. L’itinerario formativo è tutto segnato dalla analisi e sintesi del carisma congregazionale, dei suoi valori ecclesiali e profetici, mondani, attraverso le loro conseguenze vocazionali.

Si è già detto che dovranno essere tenuti ben presenti gli aspetti particolari della vocazione religiosa e consacrata, oggi, nella Chiesa e nel Mondo, l’andamento vocazionale, i rapporti tra giovani, cultura, vocazione, consacrazione, in tempo di crisi, di ripensamento, di ridimensionamento.

Il Piano dovrà prevedere e preparare la presenza e la partecipazione attiva e qualificata dell’Istituto nella PdV delle parrocchie, dei centri vocazionali, nelle iniziative dove ci sono i giovani e si parla di vocazione.

Dovrà proporre modelli di annuncio vocazionale circa la vita religiosa maschile e femminile, programmi di presenza e di azione, educazione, accompagnamento giovanile e vocazionale attorno all’io, al noi, agli altri, a Dio... Vie di proposte umane, cristiane, vocazionali, religiose non solo tra Fede e Vita, ma nell’arco completo di Vita, Fede, Vita, in dimensione vocazionale.

Il Piano dovrà offrire sufficienti modelli generali e ben concretati in relazione alla specificità religiosa e consacrata di animazione, proposta, chiamata, accoglienza, accompagnamento, itinerario di educazione e formazione progressiva, discernimento e decisione, passaggio di entrata nella formazione.

Il Piano di Istituto o Provincia deve guidare a concretarsi nel Piano di PdV di Comunità che parta dalle prese di coscienza, prosegua nell’impegno di promuovere una vita piena, autentica, “testimoniante”, che sia per i giovani “proposta vivente” e comunicante, attuale e carica di futuro. Tutti, i singoli, la comunità. Deve indirizzare alla stesura del progetto di pastorale vocazionale unitario di comunità, per farne vere comunità vocazionali, ognuna secondo la sua natura di vita e di azione.

Uno spazio deve essere dato all’impegno per tutte le vocazioni, poi per le proprie.

Piani di PdV diversificati

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Piani di PdV femminili. Hanno l’obbligo di collocarsi quanto è giusto dentro la “questione femminile” psicologica, sociologica, ecclesiale, sociale e culturale, vocazionale... Attenti a considerare la donna-persona come dono originale e specifico, capace di vivere in pienezza l’esser donna anche nella vocazione religiosa e consacrata, in condivisione, complementarità e integrazione, reciprocità con l’uomo, con spazi di apporti specificamente femminili.

Piani di PdV missionari. La loro prospettiva costante psicologica, teologica, spirituale, apostolica è missionaria, cioè di chiamati qui per andare altrove, lontano da qui, in altri contesti di situazioni, bisogni e lavori particolari di presenza, evangelizzazione, testimonianza, servizio e carità, dialogo, magari fino a previsioni di grave difficoltà, anche di martirio. È diverso il significato di un piano di PdV in terra di missione per vocazioni locali e un Piano di PdV attuato altrove per Missioni ad Gentes.

Piani di PdV per Istituti secolari. La PdV è rivolta da adulti che fanno la proposta ad adulti o giovani già maturi che la ricevono. Il campo è una vita già dotata, provata, inserita, impegnata. Occorre un linguaggio opportuno di proposta e guida. Vi è grande la motivazione del Mondo, sempre in relazione a Dio e alla spiritualità. Dio e il Mondo, la Mediazione Mondo-Chiesa e Chiesa-Mondo. Caratteristica è la tipicità “laicale” e, il riferimento alla realtà mondana per la sua redenzione. Originali saranno l’essere, il vivere, l’offrire, il chiamare, l’inserire e formare. Domina la spiritualità della passione e condivisione delle condizioni dell’uomo del nostro tempo. Le prospettive di consacrazione, vita e comunità, accentuano motivi di presenza e servizio diretti, quindi di vita umana, spirituale e consacrata molto personale di presenza nel mondo, al mondo, per il mondo, di apertura sul mondo, problemi, sofferenze e speranze.

Piani dei PdV delle Fraternità sacerdotali. Massima apertura va data alla fraternità alla condivisione. Condivisione della esperienza di Dio, della preghiera, della lode divina, collaborazione nel ministero pastorale. Larghezza di spirito e comprensione, Fiducia profonda, trasparenza e comunicazione. Amore che accoglie e fa comunione. Testimonianza e riferimento. Povertà. Vera castità in forma di amore maturo. Disponibilità al servizio.

Ma vi sarà sempre una PdV religiosa e specialmente consacrata oltre i Piani. Rischio o sfida della fede, dello Spirito? La vita autentica e intensa vissuta insieme, alcune intese di fondo, alcune consapevolezze e tensioni vocazionali. Poi la spontaneità della vita e delle frequenze, degli incontri... Le vie dell’amicizia personale, della chiarificazione interiore, dell’avvio verso un amore totale per Dio e per quanti Dio mette sulla propria strada da avvicinare e servire, poi da aggiungere come fratelli e sorelle, sono l’anima di ogni Piano e vanno oltre...

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DAI CDVIl “Tabor” di Perugiadi Giacomo Brioni, Direttore del CDV di PerugiaGIACOMO BRIONI

“...bisogna dare ai giovani il ‘tempo’ e lo ‘spazio’ dove possano maturare un potenziale di bene, un bisogno di pace, un desiderio di comunicazione, una riscoperta degli altri alla Luce di Dio. (Giovanni Paolo II, 1980).

Questo ‘tempo’ e questo ‘spazio’ per noi, oggi, è il Tabor. Benedetto e inaugurato l’8 dicembre 1990 dall’Arcivescovo, il Tabor si qualifica in diocesi come “Centro di spiritualità vocazionale”.

Ci si dà tanto da fare “vocazionalmente” nelle varie parrocchie (settimane - giornate - campi - week end - feste...), ma è il “Centro Tabor” il punto di riferimento, il luogo di incontro, il “monte” della trasfigurazione.

Posto su una collina, antistante la città di Perugia, il Tabor ha tanto spazio di terra verde e di cielo azzurro. La struttura-edificio è accogliente, ospitale, familiare: una sala per incontri, dialogo, scambio di esperienze, un’altra saletta per il colloquio e la direzione spirituale, e una cappella dalle linee semplici, essenziali, raccolte con il soffitto a “tre tende”: è il richiamo ad una forte esperienza di Dio nella contemplazione, da testimoniare poi nella vita. Maria SS. è venerata e pregata qui come “Vergine dell’ascolto”: la sua Icona invita e accompagna al Tabor.

“Signore, com’è bello stare qui!”: nell’ascolto della Parola, nella preghiera personale e fatta insieme, nel discernimento vocazionale e nella direzione spirituale; ma... bisogna “scendere”, per portare nelle scelte, nelle decisioni, negli atteggiamenti, la luce del Signore e dire della Vita come Vocazione.

I “discepoli” del Tabor sono più dei tre del Vangelo: sono giovani e meno giovani: mamme, papà, laici impegnati nei gruppi, movimenti, associazioni ecclesiali; sacerdoti e religiosi; persone che si preparano al diaconato e altre alla verginità consacrata: il Signore Gesù “trasfigura” la sua vita nell’ascolto di Dio Padre, e ...anche noi “siamo chiamati” a trasfigurare la nostra nell’ascolto “favorevole” (ob-audire) della Parola-Vita, che è Cristo Gesù.

Il Tabor è “tempo” e “spazio” aperto a tutti per incontrare il Signore e per incontrare gli altri: quando c’è il primo, tanto più c’è l’altro. Il Tabor è avvertire e sperimentare la varietà delle vocazioni, per favorire sempre di più l’unità e la carità ecclesiale. Il Tabor è “ascolto” (in un silenzio anche esteriore) di quella “voce” portata come “un mormorio leggero”: voce che sazia in pieno ogni desiderio del cuore. Il Tabor è prendere coscienza di se stessi, degli altri, di Dio per fare della propria vita “dono – grazia”. Il Tabor è Vangelo, “la bella notizia” di una Montagna carica di luce che... raggiunge ogni pianura.Qual’è il calendario Tabor? Ogni giornoalle ore 7 la celebrazione della Lode;alle ore 16,30 la celebrazione eucaristica, cui segue la celebrazione del vespro. Ogni settimanail martedì tempo per la direzione spirituale con la disponibilità di due sacerdoti;il giovedì dalle ore 16,30 alle 18: adorazione eucaristica vocazionale; il sabato alle ore 20,45: lectio divina;la domenica dalle ore 16 alle 18: tempo per l’adorazione. Ogni mese il primo martedì alle ore 20,45: Preghiera vocazionale Mariana. Tempi forti preghiamo con l’icona del Natale della Pasqua, della Pentecoste. Estate Esercizi spirituali presso la Comunità di Bose. Per approfondire questa “esperienza” Tabor, ogni quindici giorni (lunedì, dalle ore 18 alle 20) è programmato un incontro di formazione vocazionale.

Dal Tabor siamo chiamati a diventare sempre più chiesa, ognuno per quello che è e per quello che fa aprendoci a quel “tempo” e a quello “spazio” di trasfigurazione per manifestare nella vita il Signore “bello” così com’è! E sei giovani quest’anno hanno iniziato il cammino di preparazione al sacerdozio:... anche questi sono “raggi” da Tabor!

La preghiera che si fa impegno è che il Tabor “trasfiguri” ogni vita in Vocazione!.

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INVITO ALLA LETTURATemi vocazionalidi Sante Attanasio, Responsabile Settore Documentazione del CNVSANTE ATTANASIO

1. F. GIOIA, Il Vangelo della vocazione , Editrice Rogate, 1992, Roma.L’autore, già Vescovo di Camerino, e attualmente Delegato del Pontificio Consiglio per il Dialogo

inter-religioso ci offre 40 preziose meditazioni sulla Vocazione esaminata nei suoi aspetti generali e particolari. La chiave di lettura è essenzialmente biblica. Mons. Gioia, attento osservatore delle problematiche attuali, è riuscito a saldare profondità di dottrina e chiarezza di esposizione.

2. C.M. MARTINI, Cammini Laicali, Ed. Centro Ambrosiano, Piemme, 1992.È un libretto che raccoglie le meditazioni tenute dal Card. Martini in occasione di due ritiri spirituali.

Sappiamo che il Concilio Vaticano II ha valorizzato in pieno la figura del cristiano laico: infatti, all’interno dello stato di vita laicale, la ricca varietà della chiesa, trova una sua ulteriore manifestazione di vocazioni e di cammini. Queste riflessioni “toccano” la vocazione coniugale e quella degli Istituti Secolari. Due stati di vita attraverso i quali si deve cercare di scoprire il disegno di salvezza di Dio, coscien ti che ciascuno è un “chiamato”.

3. GIOVANNI PAOLO II, Per vocazione l’amore. Raccolta antologica di Leonardo Sapienza, ed. Rogate, 1992, Roma.

“Care sorelle, siete una forza importantissima all’interno della Chiesa e della società stessa”. Parole significative, pronunciate dal Papa per apprezzare e far risaltare l’immensa generosità delle Congregazioni religiose femminili. “Testimoniare il primato dell’amore” è la consegna del Papa alle suore. Una consegna che certamente, ogni donna consacrata, saprà rilanciare nel servizio del Vangelo.

4. L. BRANDOLINI, Ministeri e servizi nella chiesa di oggi, ed. Liturgiche, 1992, Roma.A dodici anni di distanza, ecco la 2a edizione del su nominato volume che, in un modo abbastanza

articolato, tratta della “Ministerialità” dei laici per favorirne una corretta comprensione del senso e della sua importanza. La presente trattazione vuole facilitare la maturazione di una “coscienza ministeriale” in tutti ed offrire un contributo alla soluzione di qualche problema ancora in discussione.

5. G.D. AMORE, Pietre vive. Carismi e ministeri nella Chiesa, ed. Dehoniane, 1992, Roma.Questo libretto sintetizza in tre parole-chiave i risultati di una ricerca fatta dall’autore circa l’identità

dei laici. È un’opera a carattere divulgativo, piuttosto che dottrinale. I laici troveranno “nuovo” il riferimento all’aspetto rituale dei ministeri ordinati e istituiti. Inoltre, scopriranno suggestioni interessanti nel cap. 7, dedicato ai ministeri non-istituzionali.

6. R. CORTI, Il miracolo sarebbe la santità - Meditazioni sul ministero sacerdotale, ed. Centro Ambrosiano Piemme, 1992.

Le riflessioni raccolte in questo volume, sono ispirate dalle parole di S. Paolo (1 Cor 4,1). L’autore, riferendosi alla vita ed al ruolo del prete, vuol far comprendere che serve l’uomo, quel sacerdote che lo aiuta a trovare Dio, ad amarlo ed a servirlo. Il titolo è alquanto provocatorio e suggestivo.

7. A. MAGGIOLINI, Radicalità cristiana e vocazioni sacerdotali e religiose. Dimensione Ecclesiale, Como, 1993.

Il Vescovo di Como presenta alla diocesi le linee della programmazione pastorale per il 1994. Più che un nuovo “Piano Pastorale”, si tratta di un invito a rivisitare in profondità i contenuti del triennio appena trascorso: 1990/91: “Radicalità cristiana in se stessa”; 1991/92: “Radicalità cristiana nella Parrocchia e nell’Oratorio”; 1992/93: “Radicalità cristiana nella famiglia”. Come si potrà notare, la tematica di fondo è sempre la medesima. Ciò non è “...dovuto a mancanza di fantasia, ma alla convinzione che la pastorale non svolazza di palla in frasca, bensì procede per continuità, per insistenze, per accentuazioni”.

8. R. CORTI, L. MARZI, S. STEVAN, “Che devo fare signore?” Iniziazione alla direzione spirituale per i giovani e i loro educatori, ed. Ancora, Milano, 1993.

La direzione spirituale è uno strumento privilegiato per “progettare se stessi” nella luce di Dio, per vivere in pienezza “una vita nuova secondo lo Spirito”. Questo volume costituisce un sussidio idoneo per far capire ai giovani il loro cammino spirituale attraverso la vocazione e la conversione. Inoltre, troviamo alcune interessanti schede per gli incontri di direzione spirituale, utilissime sia per i giovani che per gli stessi educatori.

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9. A. BORZI, Maria nella vita del giovane, ed. Dell’Immacolata, Bologna, 1993.Sessantotto pagine dedicate a quei giovani che sentono il bisogno di scoprire e conoscere la propria

vocazione in mezzo alle prove della vita. Attraverso una sincera e profonda devozione a Maria, il giovane otterrà sicuramente la sapienza necessaria per approfondire la propria chiamata e per essere un autentico testimone del Cristo.

10. TULLIO BENINI, “Eccomi: sono la serva del Signore”. In preghiera con Maria per le vocazioni, EDB, Bologna, 1993.

L’autore, dehoniano esperto di pastorale giovanile e vocazionale, ha ideato 15 schemi di preghiera che seguono le solennità mariane dell’anno liturgico. Il merito del volume è quello di guidare ad una preghiera che tragga origine direttamente dal testo biblico per una maggiore interiorizzazione della parola di Dio. La “meditazione conclusiva sulla vocazione cristiana” è il giusto coronamento di questo itinerario liturgico-mariano.

11. CIRO QUARANTA (a cura di) Messaggi pontifici per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, ed. Rogate, Roma, 1993.

Nel 30° anniversario dell’istituzione della G.M.P.V. (23 Gennaio 1964), ecco questo interessante volume che raccoglie i trenta messaggi pontifici che si sono susseguiti anno per anno. È una vera “antologia sulla vocazione” e costituisce parimenti uno strumento utilissimo di lavoro, di meditazione e di catechesi. Rileggere questi messaggi significa essere solidali con l’attività della Chiesa circa una pastorale vocazionale sempre più attenta ai continui mutamenti della società.

12. ENRICO MASSERONI, Come Cristo pastore. I presbiteri, uomini tra la gente, ed. Piemme, 1993.

L’autore, Vescovo di Mondovì, già rettore del Seminario di Novara e docente di filosofia della religione, ha voluto “regalare” a tutti i sacerdoti questo libro di chiarissima attualità. Sono 14 capi toli scritti con competenza e passione al fine di illuminare, incoraggiare e verificare l’identità esistenziale di ogni presbitero in comunione con i propri Vescovi. Anche chi si prepara al Sacerdozio, troverà in questo testo contenuti e motivazioni preziosissimi.

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DOCUMENTAZIONETemi vocazionali con dieci anni di ‘Vocazioni’ di Silvano Pinato, Rappresentante dei Religiosi all’Ufficio CNVSILVANO PINATO

ACCOMPAGNAMENTO VOCAZIONALEADRIANO, Un postulante missionario, 1985, 1, p. 50;BAUDENA, Accompagnamento vocazionale e scuola cattolica, 1984, 5, p. 39;BISIGNANO SANTE, Giovani oggi: quale accompagnamento vocazionale?, 1984, 6, p. 14; DEL RE MARIA ROSA, Accompagnamento e orientamento delle vocazioni femminili, 1987, 5, p. 34;G.D., Una consacrata secolare,1995, 1, p. 50;GHIZZONI LORENZO, L’accompagnamento vocazionale come crescita nell’amore, 1991, 1, p. 26;MEZZADRI LUIGI, Educatori e accompagnatori di adolescenti, 1988, 6, p. 37; ROSELLA, Una novizia religiosa, 1985, 1, p. 47;STROFALDI FILIPPO, Un animatore di fraternità sacerdotale, 1985, 1, p. 51;

ADOLESCENTIBROZZONI FEDERICO, Il dialogo personale con gli adolescenti, 1988, 6, p. 43;CASTELLANI ITALO, Nuovi adolescenti e vocazione, 1988, 6, p. 4;CONFALONIERI PIERGIORGIO, Adolescenti e secolarità consacrata, 1988, 6, p. 51; DEL RE MARIA ROSA, Il dialogo personale con le adolescenti, 1988, 6, p. 48; DOROFATTI FRANCO, Adolescenza e fedeltà: un rapporto possibile?, 1992, 1, p. 36; Quale proposta vocazionale nel pianeta adolescenza?, 1988, 6, p. 32; La pastorale vocazionale degli adolescenti, 1989, 3, p. 40;FIORE SERAFINO, Nuovi adolescenti verso la vocazione, 1988, 6, p. 28;GIANOLA PIETRO, Gli adolescenti: chi sono? come sono?, 1988, 6, p. 12; GUGLIELMONI LUIGI, Adolescenza: sostenere l’interiorizzazione vocazionale, 1988, 4, p. 29; Educazione ai valori, gruppo di adolescenti e maturazione vocazionale, 1986, 2, p. 41; MARCATO UMBERTO, I gruppi vocazionali per adolescenti, 1988, 6, p. 42; MEZZADRI LUIGI, Educatori e accompagnatori di adolescenti, 1988, 6, p. 37;SOVERNIGO GIUSEPPE, Adolescenti, progetto di vita e nuovi contesti socio-culturali, 1988, 6, p. 18;

ADULTICAMONCHIA SENOFONTE, Gruppi biblici, pastorale degli adulti e attenzioni vocazionali, 1991, 6, p. 35;CASTELLANI ITALO, La responsabilità dell’adulto nella pastorale vocazionale della comunità cristiana, 1991, 6, p. 3;LUCCHESI MARIO, Centro d’ascolto, pastorale degli adulti e aspetti vocazionali, 1991, 6, p. 32;NERVO GIOVANNI, La testimonianza di carità degli adulti come annuncio vocazionale, 1991, 6, p. 30;PINATO SILVANO, Liturgia, adulti e responsabilità vocazionale nella comunità cristiana, 1991, 6, p. 23;SCABINI PINO, Adulti nella fede: adulti nella coscienza e nell’impegno vocazionale, 1991, 6, p. 15;SORAVITO LUCIO, La catechesi degli adulti e maturazione della coscienza e responsabilità vocazionale, 1991, 6, p. 18;

AFFETTIVITÀAVANTI GIGI, Famiglia e educazione affettivo-vocazionale dei figli, 1992, 2, p. 30; BRESCIANI CARLO, Affettività, sessualità, vocazione, 1992, 2, p. 39;CENCINI AMEDEO, Maturazione affettiva e vocazionale nella direzione spirituale, 1992, 2, p. 35;GHIZZONI LORENZO, L’affettività nella maturazione vocazionale: una dimensione essenziale, 1992, 2, p. 3;GIANOLA PIETRO, Maturazione affettiva e maturazione vocazionale, 1992, 2, p. 19; GRIGNOLO PIERA, La maturità dell’educatore nella maturazione affettiva delle giovani generazioni, 1992, 2, p. 43;MANENTI ALESSANDRO, Affettività e vocazione, 1992, 2, p. 14;MIGLIO ARRIGO, La maturazione affettiva e vocazionale nel gruppo giovanile parrocchiale, 1992, 2, p. 26;RONCO ALBINO, L’affettività dimensione “basica” della persona e della vita, 1992, 2, p. 9;

ANIMATORE VOCAZIONALEAMBROSIO ANGELO, Il diacono permanente a servizio dell’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 39;BEGHINI EMANUELE, L’animatore vocazionale parrocchiale e il gruppo dei ministranti, 1991, 4, p. 32;

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BILANCIONI GIUSEPPE, Il ministero dell’animatore vocazionale parrocchiale, 1987, 4, p. 47; BONARI LUCA, L’animatore vocazionale parrocchiale, 1989, 2, p. 23; CANTONI OSCAR, L’animatore vocazionale e i concreti contesti operativi, 1991, 4, p. 28; CARULLI M. CHIARA, L’animatore vocazionale parrocchiale e il gruppo dei cresimandi, 1991, 4, p. 37;CASTELLANI ITALO, L’animatore vocazionale parrocchiale, 1991, 4, p. 3;CECCONI GIAMPIERO e TIZIANA, Il catechista laico a servizio dell’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 36;CONTI LUIGI, I presbiteri: formatori degli operatori vocazionali laici, 1989, 2, p. 31; CONTI MANZINI ASSUNTA, La donna animatrice vocazionale, 1989, 2, p. 26; D’ANGELI CARMELO, Il laico consacrato animatore vocazionale, 1989, 2, p. 44;DE ROSA ANDREA e GIANNA, La coppia suscitatrice di animatori vocazionali, 1989, 2, p. 42; GHIZZONI LORENZO, La formazione dell’animatore vocazionale parrocchiale, 1991, 4, p. 21; GIANOLA PIETRO, Il ministero dell’animatore vocazionale parrocchiale, 1991, 4, p. 16; LADISA ANTONIO, Il servizio del CDV e la formazione degli animatori vocazionali parrocchiali, 1990, 2, p. 48;MAGNI WALTER, L’accompagnatore vocazionale e la preghiera, 1992, 6, p. 37;MULIA ENZO e MARINARO GIUSEPPE, L’animatore vocazionale e il gruppo giovani, 1991, 4, p. 40;SEMERARO MARCELLO, L’animatore vocazionale laico: un “ministero di fatto”?, 1989, 2, p. 17;SIGALINI DOMENICO, Animatori di una cultura vocazionale, 1993, 3, p. 31;

ANIMAZIONE VOCAZIONALEDEL RE MARIA ROSA, Animazione vocazionale nella scuola media superiore, 1984, 5, p. 44; FIORE SERAFINO, L’animazione vocazionale nella parrocchia, 1991, 4, p. 12;MARCATO UMBERTO, Metodologia educativa della scuola cattolica a servizio dell’animazione vocazionale, 1984, 5, p. 11;ZANOLETTI ELIANA, Parrocchia e animazione vocazionale, 1985, 6, p. 25;

ANNUNCIO VOCAZIONALEBOFFI MICHELA, L’annuncio vocazionale è un annuncio di amore, 1991, 1, p. 17; BONARI LUCA, Giovani oggi: quale annuncio vocazionale?, 1984, 6, p. 24;CASTELLANI ITALO, L’annuncio della vocazione alla Vita Consacrata, 1993, 4, p. 3; DOROFATTT FRANCO, Annuncio e orientamento vocazionale nella scuola tra possibilità e realtà, 1989, 5, p. 8;NOFERI IOLANDA, Annuncio vocazionale nella scuola media superiore, 1984, 5, p. 41;

BIBBIABERETTI MARINA, Animazione di incontri biblici di orientamento vocazionale, 1988, 5, p. 47; BIANCHI ENZO, La vocazione di un giovane: dalla lettura di Marco 10,17-22 le condizioni di sempre, 1988, 2, p. 6;CIPRIANI SETTIMIO, “Cristo, pietra viva”, 1989, 1, p. 7;FABRIS REGINALDO, Impiegati.. per costruire un edificio spirituale, 1990, 1, p.7; FANULI ANTONIO, Realizzarsi: “Se vuoi essere perfetto...”, 1986, 2, p. 15 GHIDELLI CARLO, Quale cultura è vocazionale? Una ricerca biblica, 1993, 3, p. 9; MAGGIONI BRUNO, La vocazione è un itinerario, 1988, 5, p.12; TREMOLADA PIERANTONIO, Rogate ergo Dominum messis, 1992, 6, p. 11;VANHOYE ALBERT, Sacerdoti ad immagine di Cristo buon pastore, 1990, 4, p. 7; Adulti nella fede, adulti nella Chiesa, 1991, 6, p. 10;

CAMPO VOCAZIONALE BENINCAMPI FABRIZIO, Il Campo vocazionale per preadolescenti, 1987, 2, p. 44; BUONOMINI LUCIA - MAROTTA SERENA, Giovani vocazioni per i giovani nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 36;CANTONI OSCAR, Centro Diocesano Vocazioni e campo vocazionale, 1988, 2, p. 40;CASTELLANI ITALO, Il campo vocazionale, 1988, 2, p. 3; MARIALUISA e MARINA, Campo vocazionale per ragazze e giovani, 1987, 2, p. 49; MERICI ETTORE, Campo vocazionale e vie nuove di pastorale vocazionale, 1988, 2, p. 12; PICCIRILLI M. ANTONELLA, La personalizzazione del rapporto nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 27;QUADRIO AGNESE, Il campo vocazionale punto di arrivo di un itinerario spirituale, 1988, 2, p. 45;SALVI LINO, La comunità missionaria offre il servizio del campo di lavoro vocazionale, 1984, 3, p. 39;SIGALINI DOMENICO, Il campo vocazionale: contenuti e metodo, 1988, 2, p. 21;SOVERNIGO GIUSEPPE, Il servizio di orientamento nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 29; VISALLI ANTONELLA, Campo scuola vocazionale di una comunità parrocchiale, 1988, 2, p. 49;

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CANTOCORI PIERA, Il progetto dei “Cantautori di Dio” per l’animazione della spiritualità giovanile, 1987, 1, p. 58;STROFALDI FILIPPO, Il canto nelle varie esperienze vocazionali, 1984, 3, p. 33;

CARITÀFESTORAZZI FRANCO, Dio ha tanto amato il mondo..., 1993, 1, p. 11;GIANOLA PIETRO, Un amore totale fondamento della vocazione, 1993, 1, p. 27;NERVO GIOVANNI, La testimonianza di carità degli adulti come annuncio vocazionale, 1991, 6, p. 30;PASINI GIUSEPPE, Il servizio della carità, 1984, 4, p. 29;URIATI MARCO, La totalità dell’amore di Dio come valore totalizzante per l’uomo, 1993, 1, p. 15;

CATECHESIBERLONI MARZIO, Itinerari catechistico-liturgici per i giovani, 1987, 6, p. 45; BRIZZOLARA TILLA, Vivere, non fare, catechesi..., 1990, 6, p. 35;CASTELLANI ITALO, Annuncio e proposta vocazionale nelle nuove prospettive di catechesi della Chiesa italiana, 1990, 6, p. 3;COSTI GIOVANNI, La proposta catechetica della Chiesa italiana alle giovani generazioni, 1990, 6, p. 13;GIANOLA PIETRO, Comunità cristiana catechesi e catechisti: un nuovo impegno vocazionale, 1990, 6, p. 18;GUGLIELMONI LUIGI, Catechesi della cresima: un cammino vocazionale, 1991, 2, p. 13; La catechesi nella comunità parrocchiale: tema e itinerario vocazionale permanente, 1984, 4, p. 22; MARCATO UMBERTO, Vocazione e ministeri nella catechesi: linguaggio e mentalità, 1987, 4, p. 25;MEDDI LUCIANO, L’educazione alla fede nella catechesi: un cammino verso la maturazione, 1986, 2, p. 26;MORANDINI GIUSEPPE, La crescita vocazionale della persona nella catechesi, 1990, 6, p. 23;NOSIGLIA CESARE, Il rinnovato progetto catechistico della Chiesa italiana, 1990, 6, p. 9; PRESCIUTTINI MARIO, Forme specifiche di catechesi vocazionale nella scuola cattolica, 1984, 5, p. 29;SORAVITO LUCIO, La catechesi degli adulti e maturazione della coscienza e responsabilità, vocazionale, 1991, 6, p. 18;

CATECHISTAANTONIA ed ENRICO, Catechista: un modo con cui Dio può farsi presenza d’amore, 1991, 1, p. 35;BUTELLI SIRO, Il servizio del CDV ai catechisti parrocchiali, 1990, 2, p. 33;CECCONI GIAMPIERO e TIZIANA, Il catechista laico a servizio dell’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 36;COLOMBO PIERGIORGIO, Il catechista e le vocazioni di speciale consacrazione, 1990, 6, p. 38;MENGHINI ERNESTO, Catechisti animatori vocazionali, 1990, 6, p. 27;RUSPI WALTER, La vocazione nel catechismo dei cresimandi, 1991, 2, p. 26;TORCOLI ELDA, Un catechista e la preparazione alla cresima dei ragazzi a lui affidati: un itinerario vocazionale, 1991, 2, p. 38;

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONIARNETOLI OTELLO, Il CDV e la scuola cattolica, 1984, 5, p. 23;BERNARDI ANNA e PIERO, La famiglia a servizio del CDV, 1989, 6, p. 37; BONARI LUCA, Il servizio del CDV alla parrocchia, 1990, 2, p. 3; BOTTINO DINO, CDV e realizzazione di un mese vocazionale, 1990, 2, p. 53; BUTELLI SIRO, Il servizio del CDV ai catechisti parrocchiali, 1990, 2, p. 33; CANTONI OSCAR, Centro Diocesano Vocazioni e campo vocazionale, 1988, 2, p. 40; COSTA FRANCO, CDV e pastorale familiare, 1989, 6, p. 30;CASTELLANI ITALO, Il servizio del CDV, 1990, 2, p. 5; FALLICO ANTONIO, Responsabili del CDV e profetismo vocazionale, 1985, 5, p. 40; FOLLADOR CARMELITA, CDV a servizio della parrocchia per la promozione della Vocazione Religiosa, 1989, 4, p. 45;FONTANA FRANCO, CDV e realizzazione di una settimana vocazionale parrocchiale, 1990, 2, p. 56;FORMENTI PIERGIORGIO, Il servizio del CDV al gruppo di sposi, 1990, 2, p. 45; GIOVANNETTI LUCIANO, Il Vescovo e il CDV, 1990, 3, p. 24;ISETTI FRANCO, CDV e realizzazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni in parrocchia, 1990, 2, p. 61;LADISA ANTONIO, Il servizio del CDV e la formazione degli animatori vocazionali parrocchiali, 1990, 2, p. 48;

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LONGOBARDO NICOLA, Il servizio dei CDV ai ministranti, 1990, 2, p. 36;LOVATO MARIANO, Il servizio del CDV agli animatori dei gruppi giovani, 1990, 2, p. 40; MANETTI FRANCO, Centro Diocesano Vocazioni: un servizio vocazionale di comunione, 1984, 4, p. 44;MASSERONI ENRICO, CDV e Caritas diocesana: un servizio comune alla vocazionalità, 1985, 3, p. 35; Il Centro vocazioni e la programmazione pastorale delle chiese particolari, 1984, 4, p. 33;MAZZA CORRADO, Un CDV in cammino, 1985, 5, p. 54;MAZZUCCO ANTONIO, Proposta vocazionale per i cresimandi del CDV di Lodi, 1991, 2, p. 43; MERICI ETTORE, Il CDV e l’animazione delle comunità parrocchiali, 1985, 6, p. 39; PLOTTI ALESSANDRO, Il servizio del CDV alla parrocchia comunità di chiamati, 1990, 2, p. 21;PUGLISI GIUSEPPE, Religiosi e partecipazione alla programmazione e realizzazione unitaria del CDV, 1989, 4, p. 43;RAIMONDO CLAUDIO, Il servizio dei CDV ai parroci, 1990, 2, p. 30;RIZZO GIUSEPPE, Il CDV a servizio della pastorale scolastica, 1989, 5, p. 35; ROSI CLAUDIO, Un CDV agli inizi di un cammino, 1985, 5, p. 56;

CHIESABROZZONI FEDERICO, La vita consacrata nella pastorale vocazionale della chiesa particolare, 1993, 4, p. 47;CORTI RENATO, Chiesa locale e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 7; MASSERONI ENRICO, La chiesa locale: luogo naturale per l’annuncio e la proposta della vita religiosa , 1989, 4, p. 8; Come promuovere le vocazioni consacrate nella vita della chiesa particolare, 1993, 4, p. 35;

CLAUSTRALIGRASSO M. SILVIA , La pastorale delle vocazioni in una comunità claustrale, 1985, 5, p. 57;

COMUNITÀ DI ACCOGLIENZA BISIGNANO SANTE, La comunità di accoglienza tra passato e futuro, 1991, 3, p. 19; BOFFI MICHELA, Una comunità di accoglienza di un Istituto Secolare, 1991, 3, p. 57; BRAVI FRANCESCO, Comunità di accoglienza come comunità di vita, 1991, 3, p. 36; CELLI GIUSEPPE, Le comunità di accoglienza come comunità di proposta, 1991, 3, p. 29; DI MARCANTONIO ANTONIO, Comunità di accoglienza e discernimento vocazionale, 1991, 3, p. 44;FERRARO LIDIA, Comunità di accoglienza di Istituto religioso femminile e discernimento vocazionale, 1991, 3, p. 48;FURLANI FRANCA, La comunità di accoglienza è fatta da persone accoglienti, 1991, 3, p. 51;GIANOLA PIETRO, Comunità di accoglienza: descrizione di un fenomeno, 1991, 3, p. 13; SALVI LINO, Una comunità di accoglienza vocazionale missionaria, 1991, 3, p. 54; ZAMPA SAVERIO, Le comunità di accoglienza come comunità di riferimento, 1991, 3, p. 24;

COMUNITÀ CRISTIANA CANOPI ANNA M., Un’autentica preghiera per le vocazioni nella comunità cristiana, 1992, 6, p. 18FARINA MARCELLA, La significatività dei consacrati nella vita della comunità cristiana, 1993, 4, p. 29;GIANELLI SERGIO, La crescita vocazionale dei fanciulli e dei ragazzi nella comunità cristiana, 1993, 5, p. 21;MANETTI FRANCO, La comunità ecclesiale responsabile dell’annuncio della vocazione consacrata, 1993, 4, p. 25;MASSERONI ENRICO, Comunità ecclesiale e vocazioni, 1985, 4, p. 31;

COMUNITÀ RELIGIOSABRIZZOLARA PLAUTILLA, La comunità religiosa, 1984, 4, p. 41;CANOPI ANNA M., La vita spirituale di una comunità monastica: proposta di un itinerario vocazionale, 1992, 5, p. 45;GUCCINI LUIGI, La comunità religiosa celebra la Giornata delle Vocazioni, 1989, 1, p. 27; NOFERI JOLANDA, Una comunità religiosa anima la Giornata per le Vocazioni in parrocchia e nella zona pastorale, 1993, 1, p. 53;

CRESIMAGIUSTI SIMONE, Un progetto tutto vocazionale per la preparazione alla cresima dei ragazzi ACR, 1991, 2, p. 46;GUGLIELMONI LUIGI, Catechesi della cresima: un cammino vocazionale, 1991, 2, p. 13; MAZZA CORRADO, Un parroco e la preparazione alla cresima in chiave vocazionale nella sua comunità, 1991, 2, p. 31;MAZZUCCO ANTONIO, Proposta vocazionale per i cresimandi del CDV di Lodi, 1991, 2, p. 43;

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OTTOLINI UMBERTO, La celebrazione della cresima: una lettura vocazionale, 1991, 2, p. 20; ROSI CLAUDIO, La cresima: il sacramento vocazionale, 1991, 2, p. 7; RUSPI WALTER, La vocazione nel catechismo dei cresimandi, 1991, 2, p. 26; SILVANO CACCIA, Un itinerario vocazionale nell’anno dei cresimandi, 1989, 1, p. 45; TORCOLI ELDA, Un catechista e la preparazione alla cresima dei ragazzi a lui affidati: un itinerario vocazionale, 1991, 2, p. 38;

CRESIMANDICARULLI M. CHIARA, L’animatore vocazionale parrocchiale e il gruppo dei cresimandi, 1991, 4, p. 37;CASTELLANI ITALO, Itinerari vocazionali per cresimandi: quale linguaggio?, 1991, 2, p. 3; DE DONATIS ANGELO, La preparazione dei cresimandi momento privilegiato di orientamento vocazionale, 1985, 6, p. 39;LADISA ANTONIO, I cresimandi e la GMPV: cronaca di un’esperienza, 1992, 1, p. 44;

CULTURABRIZZOLARA PLAUTILLA, Mediazione culturale e pastorale vocazionale, 1993, 3, p. 24; CABRA PIER GIORDANO, La credibilità culturale dei consacrati, 1993, 3, p. 28; CASTELLANI ITALO, Per una cultura vocazionale, 1993, 3, p. 3;CONFALONIERI PIERGIORGIO, La proposta inculturata degli Istituti Secolari, 1993, 3, p. 39; DEL RE MARIA ROSA, Proposta vocazionale e cultura femminile oggi, 1993, 3, p. 36 DE RITA GIUSEPPE, Filoni culturali, mondo giovanile, riflessi vocazionali, 1993, 3, p. 15; GHIDELLI CARLO, Quale cultura è vocazionale? Una ricerca biblica, 1993, 3, p. 9;GIANOLA PIETRO, Una cultura vocazionale per una piena maturazione della persona e della comunità, 1993, 3, p. 18;SIGALINI DOMENICO, Animatori di una cultura vocazionale, 1993, 3, p. 31; ZANI MINOJA LILIANA, Ragazzi, cultura, valori oggi, 1993, 5, p. 12;

DEFINITIVITÀBONARI LUCA, Definitività: fedeltà dinamica, 1984, 2, p. 7;MARCATO UMBERTO, Come educare le nuove generazioni alla fedeltà creativa, 1984, 2, p. 13;MASSERONI ENRICO, La comunità ecclesiale: luogo di crescita della fedeltà dinamica, 1984, 2, p. 17;

DEVOZIONE MARIANABONARI LUCA, La devozione mariana della comunità cristiana, 1988, 3, p. 22;DEL RE MARIA ROSA, La vocazione della donna alla luce del mistero mariano, 1988, 3, p. 32; SCABINI PINO, La dimensione mariana nella vita secondo lo Spirito, 1992, 5, p. 38;

DIACONIAMBROSIO ANGELO, Il diacono: uomo a servizio della pace, 1985, 2, p. 41; Il diacono permanente a servizio dell’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 39;

DIREZIONE SPIRITUALEBASTI GIANFRANCO, La direzione spirituale come itinerario vocazionale, 1992, 5, p. 32; BISIGNANO SANTE, Il ministero delle direzione spirituale, 1992, 1, p. 13; CASTELLANI ITALO, Direzione spirituale oggi, 1992, 1, p. 3;CENCINI AMEDEO, Maturazione affettiva e vocazionale nella direzione spirituale, 1992, 2, p. 35;GARIGLIO PAOLO, Il discernimento nella direzione spirituale, 1986, 4, p. 59;GIANOLA PIETRO, Giovani d’oggi e direzione spirituale, 1992, 1, p. 19;GIORDANI BRUNO, Accompagnamento spirituale: dalla proposta alla scelta vocazionale, 1992, 1, p. 7;MARZI LUCIANO, Direzione spirituale: i criteri per discernere una vocazione alla vita consacrata, 1992, 1, p. 38;MAZZA CORRADO, L’armonizzazione dei contenuti e dei mezzi nella direzione spirituale, 1992, 1, p. 25;MERCATALI ANDREA, Bibliografia sulla direzione spirituale, 1992, 1, p. 42; QUARANTA CIRO, Vocazione e preghiera nella direzione spirituale, 1992, 1, p. 33; SUPERBO AGOSTINO, Spiritualità, direzione spirituale e vocazioni, 1987, 1, p. 45;

DISCERNIMENTO VOCAZIONALEBISIGNANO SANTE, Gradualità e progressività nel servizio di discernimento vocazionale, 1986, 4, p. 30;CASTELLANI ITALO, Il discernimento vocazionale, 1986, 4, p. 3;CASTELLANO CERVERA JESUS, Discernimento delle vocazioni maschili alla vita consacrata, 1989, 4, p. 33;CIARDI FABIO, Il discernimento comunitario, 1986, 4, p. 42;

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DAL MOLIN NICO, Il discernimento vocazionale alla vocazione presbiterale, 1991, 3, p. 39; DI MARCANTONIO ANTONIO, Comunità di accoglienza e discernimento vocazionale, 1991, 3, p. 44;FERRARO LIDIA, Comunità di accoglienza di Istituto religioso femminile e discernimento vocazionale, 1991, 3, p. 48;GARIGLIO PAOLO, Il discernimento nella direzione spirituale, 1986, 4, p. 59; GIANOLA PIETRO, L’autodiscernimento vocazionale, 1986, 4, p. 36;MANENTI ALESSANDRO, Discernimento delle motivazioni vocazionali, 1986, 4, p. 18; MARCATO UMBERTO, I responsabili del discernimento vocazionale, 1986, 4, p. 25; MARZI LUCIANO, Direzione spirituale: i criteri per discernere una vocazione alla vita consacrata, 1992, 1, p. 38;MASSERONI ENRICO, Discernere: uno sguardo permanente della fede, 1986, 4, p. 13; PIANA GIANNINO, C’è oggi una domanda di discernimento vocazionale, 1986, 4, p. 8; SUPERBO AGOSTINO, Criterio per il discernimento delle vocazioni consacrate, 1986, 4, p. 48; VITI MARIA LAURA, Discernimento delle vocazioni femminili alla vita religiosa, 1989, 4, p. 39;

DONNACONTI MANZINI ASSUNTA, La donna animatrice vocazionale, 1989, 2, p. 26;DEL RE MARIA ROSA, La vocazione della donna alla luce del mistero mariano, 1988, 3, p. 32;

ECUMENISMOSTROFALDI FILIPPO, Animatore della preghiera ecumenica, 1986, 2, p. 44;

EDUCARE / EDUCATORIGRIGNOLO PIERA, La maturità dell’educatore nella maturazione affettiva delle giovani generazioni, 1992, 2, p. 43;GUGLIELMONI LUIGI, Educazione ai valori, gruppo di adolescenti e maturazione vocazionale, 1986, 2, p. 41;MARCATO UMBERTO, Educazione cristiana e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 19;

ESERCIZI SPIRITUALIANATALONI GIGI, L’esperienza degli esercizi spirituali in chiave vocazionale ai giovani, 1987, 2, p. 54;GONZALES LUIS, Cammino spirituale vocazionale degli Esercizi Ignaziani, 1987, 1, p. 41; MARZI LUCIANO, Gli esercizi spirituali: itinerario vocazionale per i giovani, 1992, 5, p. 50; MAZZORANA GIACOMO, Il Centro Diocesano Vocazioni offre il servizio degli esercizi spirituali, 1984, 3, p. 36;RITOSSA FABIO, I temi delle “Giornate” negli esercizi spirituali vocazionali per giovani, 1993, 1, p. 56;TROLI ALESSANDRO, La proposta degli esercizi spirituali agli adolescenti e giovani per l’orientamento vocazionale, 1992, 1, p. 49;ZANELLA DANILO, Promozione della spiritualità e “week-end dello spirito”, 1992, 5, p. 53;

ESTATEGUENZI PIER DAVIDE, Estate: tempo di liturgia giovanile vocazionale, 1993, 2, p. 29;

ETICACASTELLANI ITALO, Giovani: domanda o nostalgia di etica?, 1990, 5, p. 3;DE RITA GIUSEPPE, Il linguaggio etico nei comportamenti dei giovani, 1990, 5, p. 21; GATTI G., Le esperienze di etica presentate ai giovani d’oggi, 1990, 5, p. 17;GIANOLA PIETRO, Valori etici del linguaggio giovanile e vocazione, 1990, 5, p. 24; MAIORANO SABATINO, Per un’etica cristiana, 1990, 5, p. 12;PONSELLA P., Quando la vocazione diviene fondamento etico per le ragazze d’oggi, 1990, 5, p. 28;SCABINI PINO, Etica: un termine con molti significati, 1990, 5, p. 8;

EUCARISTIABONARI LUCA, La struttura vocazionale della celebrazione eucaristica, 1993, 2, p. 41; CONTI LUIGI, Gruppo ecclesiale, centralità dell’Eucaristia e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 32;PINATO SILVANO, La celebrazione dell’Eucaristia “segno” di totalità, 1993, 1, p. 45;

FAMIGLIAAVANTI GIGI, La famiglia educa i fanciulli ai valori vocazionali, 1989, 3, p. 25; L’apertura vocazionale dei movimenti familiari oggi, 1986, 3, p. 37; Famiglia e educazione affettivo-vocazionale dei figli, 1992, 2, p. 30;BERNARDI ANNA e PIERO, La famiglia a servizio del CDV, 1989, 6, p. 37;

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BOZZOLA SILVESTRO E WALLY, Gruppo sposi per l’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 47; CASTELLANI ITALO, Famiglia e vocazioni, 1986, 3, p. 3; La vocazione della famiglia: educare a credere e ad amare, 1989, 6, p. 3;CHIARLE VINCENZO, Parrocchia, famiglie e vocazioni, 1986, 3, p. 43;COLOMBO PIERGIORGIO, Famiglia e vocazione dei figli alla Vita Consacrata, 1986, 3, p. 12; COSTA FRANCO, CDV e pastorale familiare, 1989, 6, p. 30; CUPIA LUCIANO, La famiglia si educa alla vocazione, 1989, 6, p. 12; DE PIERI SEVERINO, Famiglia: educatrice “feriale” delle vocazioni, 1986, 3, p. 23;DE RITA GIUSEPPE, Famiglia: educazione alla fede e a scelte vocazionali in una società complessa, 1986, 3, p. 19; Tratti distintivi del volto della famiglia oggi, 1989, 6, p. 9; DE ROSA ANDREA E GIANNA, La coppia suscitatrice di animatori vocazionali, 1989, 2, p. 42;ELLERANI GIUSEPPE E DANIELA, Strumenti di un amore generoso ed esigente, 1991, 1, p. 33;FERETTI ALFREDO, Preparazione al matrimonio oggi, 1986, 3, p. 27;FORMENTI PIERGIORGIO, Il servizio del CDV al gruppo di sposi, 1990, 2, p. 45; GALLO ADRIA e PIERO, Equipe Notre-Dame e vocazioni, 1986, 5, p. 46;GIARACUNI ANNA e MICHELE, Gruppo familiare di preghiera per le vocazioni, 1986, 3, p. 47;MEZZADRI LUIGI, Cana: la scoperta di una vocazione, 1986, 3, p. 50;MORETTI DANTE, Pastorale familiare, 1984, 4, p. 39;OLIVETO LUIGI e GIOVANNA, Famiglia e vocazioni nei primi passi di fanciulli e di ragazzi, 1993, 5, p. 32;PERADOTTO FRANCO, La pastorale vocazionale nella pastorale familiare, 1989, 6, p. 22; PLOTTI ALESSANDRO, La valenza vocazionale dei sacramenti dei figli: itinerario di catechesi per la famiglia, 1986, 3, p. 32;RICCI ANNAMARIA e GIAMPAOLO, La famiglia vive la vocazione dei figli, 1989, 6, p. 40; SCABINI PINO, La famiglia celebra la giornata delle vocazioni, 1989, 1, p. 32; Il ministero coniugale a servizio di tutte le vocazioni, 1987, 4, p. 35; ZANI MINOJA LILIANA, La famiglia educa alla fedeltà, 1992, 1, p. 33;

FANCIULLIAVANTI GIGI, La famiglia educa i fanciulli ai valori vocazionali, 1989, 3, p. 25; GIANOLA PIETRO, Lasciate che i fanciulli vengano a me, 1993, 5, p. 7; MORANDINI GIUSEPPE, La maturazione vocazionale dei fanciulli, 1989, 3, p. 10;

FEDELTÀCASTELLANI ITALO, “Io sarò con te... il mio amore è fedele”, 1992, 1, p. 3;COMASTRI ANGELO, La comunità cristiana educa a cammini di fedeltà, 1992, 1, p. 28; DE RITA GIUSEPPE, Fedeltà tra nostalgia e prassi, 1992, 1, p. 14; DOROFATTI FRANCO, Adolescenza e fedeltà: un rapporto possibile?, 1992, 1, p. 36;FABRIS REGINALDO, Fedele è colui che vi chiama (1 Ts 5,24), 1992, 1, p. 10;GUENZI PIER DAVIDE, La dimensione etica della scelta di vita irrevocabile, 1992, 1, p. 17; ZANI MINOJA LILIANA, La famiglia educa alla fedeltà, 1992, 1, p. 33;

FORMAZIONECASTELLANI ITALO, La formazione vocazionale al centro della formazione dei presbiteri oggi, 1992, 4, p. 3;CENCINI AMEDEO, Consapevolezza, testimonianza e responsabilità vocazionale nella formazione del seminarista, 1992, 4, p. 12;MASSERONI ENRICO, La dimensione vocazionale dimensione unificante e trasversale della formazione spirituale del presbitero diocesano, 1992, 4, p. 27; PAGANI SEVERINO, Intuizione vocazionale e preparazione al ministero, 1992, 4, p. 22; UFFICIO CNV, La vocazione: dimensione costitutiva e permanente della formazione dei presbiteri, 1992, 4, p. 59;

GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONIANTONIA ed ENRICO, Catechista: un modo con cui Dio può farsi presenza d’amore, 1991, 1, p. 35;BOFFI MICHELA, L’annuncio vocazionale è un annuncio di amore, 1991, 1, p, 17; BONARI LUCA, Preghiera, riflessione e catechesi: i Sussidi del CNV per la GMPV, 1987, 1, p. 36; L’annuncio del tema: “Ti ha dato tutto” nella comunità parrocchiale, 1993, 1, p. 34; CNV, CRV, CDV a servizio della Giornata, 1989, 1, p. 36;BILANCIONI GIUSEPPE, La Giornata vocazionale al camposcuola per ragazzi, 1989, 3, p. 54; CASTELLANI ITALO, Giornata di Preghiera per le Vocazioni: tempo di preghiera e di catechesi , 1984, 2, p. 3; “Va’, sii profeta tra la gente”, 1988, 1, p. 3; “Ti ha amato per primo”. Al cuore di

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“Evangelizzazione e testimonianza della carità”, 1991, 1, p. 3; “Io sarò con te... il mio amore è fedele”, 1992, 1, p. 3; La celebrazione della XXIII Giornata di Preghiera per le Vocazioni, 1986, 2, p. 3; Il mio sì a Cristo e alla Chiesa, 1990, 1, p. 3; Vocazioni: con Cristo pietre vive, 1989, 1, p. 3; XXX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 1993, 1, p. 3; CDV, Il CDV e la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 1990, 1, p. 33; COMASTRI ANGELO, La parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni, 1989, 1, p. 23; DE RITA GIUSEPPE, Fedeltà tra nostalgia e prassi, 1992, 1, p. 14; ELLERANI GIUSEPPE e DANIELA, Strumenti di un amore generoso ed esigente, 1991, 1, p. 33;FABRIS REGINALDO, Fedele è colui che vi chiama (1Ts 5,24), 1992, 1, p. 10; Impiegati... per costruire un edificio spirituale, 1990, 1, p. 7;FALBO GIOVANNI, La celebrazione della Giornata di Preghiera per le Vocazioni in parrocchia, 1984, 2, p. 26;GESTORI GERVASIO, Perché Dio è amore. Il fatto dell’amore di Dio: una chiamata che coinvolge l’umanità, 1991, 1, p. 8;GHIZZONI LORENZO, L’accompagnamento vocazionale come crescita nell’amore, 1991, 1, p. 26;GIANOLA PIETRO, Ti ha amato per primo dentro un amore universale, 1991, 1, p. 12;GUCCINI LUIGI, La comunità religiosa celebra la Giornata delle Vocazioni, 1989, 1, p. 27; GUENZI PIER DAVIDE, La celebrazione della Giornata: un fatto ecclesiale, 1990, 1, p. 25; ISETTI FRANCO, CDV e realizzazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni in parrocchia, 1990, 2, p. 61;LADISA ANTONIO, I cresimandi e la GMPV: cronaca di un’esperienza, 1992, 1, p. 44; MASSERONI ENRICO, La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni nel piano diocesano per le vocazioni, 1987, 1, p. 21; La chiesa particolare celebra la Giornata per le Vocazioni, 1989,1, p. 18;NOFERI JOLANDA, Una comunità religiosa anima la Giornata per le Vocazioni in parrocchia e nella zona pastorale, 1993, 1, p. 53;PADOVANO DOMENICO, Il Vescovo e la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 1990, 3, p. 29;PALAMINI GIOVANNI, L’animazione della Giornata in Diocesi e in Parrocchia: note di metodo, 1993, 1, p. 59;PARROCI DI CORTONA, Una parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni, 1993, 1, p. 50;PICCHI MARIO, Un prete nell’amore di un Dio per gli uomini con un problema in più, 1991, 1, p. 38;PINATO SILVANO, La proposta vocazionale è esperienza d’amore, 1991, 1, p. 21; Il messaggio del S. Padre per la Giornata: linee pastorali, 1990, 1, p. 30; RABITTI PAOLO, La vocazione alla Chiesa, 1990, 1, p. 11;RAIMONDO CLAUDIO, Una parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni: la preparazione, la realizzazione e il sostegno del CDV, 1992, 1, p. 41; SCABINI PINO, La famiglia celebra la Giornata delle Vocazioni, 1989, 1, p. 32;STOFALDI FILIPPO, La celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni a livello diocesano, 1984, 2, p. 23;

GIOVANIANATALONI GIGI, L’esperienza degli esercizi spirituali in chiave vocazionale ai giovani, 1987, 1, p. 54;BERLONI MARZIO, Itinerari catechistico-liturgici per i giovani, 1987, 6, p. 45;BIANCHI ENZO, Giovani ed educazione alla preghiera, 1986, 6, p. 15;BISIGNANO SANTE, Giovani oggi: quale accompagnamento vocazionale? 1984, 6, p. 14;BONARI LUCA, Giovani oggi: quale annuncio vocazionale?, 1984, 6, p. 24; Dinamismo vocazionale nel contesto giovanile, 1987, 6, p. 30;BUONOMINI LUCIA - MAROTTA SERENA, Giovani vocazioni per i giovani nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 36;CABRA PIER GIORDANO, La proposta della vita religiosa alle nuove generazioni, 1989, 4, p. 21;CANATÀ ANTONIO, Giovani per i giovani nella comunità parrocchiale, 1987, 6, p. 42;CANTONI OSCAR, Giovani e vocazione, 1985, 4, p. 21;CASTELLANI ITALO, Giovani: domanda o nostalgia di etica?, 1990, 5, p. 3; Giovani oggi: quale proposta vocazionale?, 1984, 1, p. 5; Giovani per i giovani, 1987, 6, p. 3;CASTO LUCIO, Contenuti per una spiritualità giovanile realizzante il progetto di Dio, 1987, 1, p. 17;CDV TARANTO, Un questionario per aiutare una riflessione, 1990, 3, p. 46; Celebrazioni liturgiche e proposta vocazionale, 1984, 1, p. 46;CENCINI AMEDEO, La pastorale giovanile è pastorale vocazionale?, 1986, 1, p.13;CIARDI FABIO, Giovani oggi: quale proposta vocazionale?, 1984, 6, p. 29; Essere giovani: età di grazia vocazionale, 1987, 6, p. 17; Colloquio spirituale personale e proposta vocazionale, 1984, 1, p. 52;COLOMBO GIANNI, L’anno liturgico: itinerario vocazionale e scuola permanente per l’accompagnamento vocazionale dei giovani, 1987, 2, p. 9;

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CORI PIERA, Il progetto dei “Cantautori di Dio” per l’animazione della spiritualità giovanile, 1987, 1, p. 58;DAL MOLIN NICO, L’educazione all’amore delle giovani generazioni, 1992, 3, p. 19;DE DONATIS ANGELO, Itinerario spirituale vocazionale per i giovani, 1992, 5, p. 41;DE RITA GIUSEPPE, Il linguaggio etico nei comportamenti dei giovani, 1990, 5, p. 21; Il giovane, modello e leader vocazionale per gli altri giovani, 1987, 6, p. 13; Valori in cammino nei giovani d’oggi, 1988, 5, p. 8; I giovani “segni dei tempi” per la missione, 1987, 1, p. 11; Filoni culturali, mondo giovanile, riflessi vocazionali, 1993, 3, p. 15; Giovani e profezia, 1988, 1, p. 21;DOROFATTI FRANCO, Il giovane di fronte al progetto di vita, 1990, 1, p. 21; Esperienza di preghiera e proposta vocazionale, 1984, 1, p. 50;FEROCI ENRICO, Quaresima: itinerari vocazionali per giovani, 1993, 2, p. 50; FERETTI ALFREDO, Gruppo giovanile tutto ministeriale, 1987, 4, p. 44; GARELLI FRANCO, Realizzarsi nella vita quotidiana, 1986, 2, p. 11; GATTI G., Le esperienze di etica presentate ai giovani d’oggi, 1990, 5, p. 17;GAZZANIGA ROBERTO, Giovani, preghiera personale e ricerca del progetto di vita, 1986, 6, p. 20;GIANOLA PIETRO, Giovani d’oggi e direzione spirituale, 1985, 1, p. 19; Giovani, preghiera e vocazioni, 1986, 6, p. 8; I giovani di fronte alla vita religiosa, 1989, 4, p. 14; Giovani per i giovani: un iter vocazionale, 1987, 6, p. 6; Pastorale giovanile e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 26; La riproposta del piano pastorale alle nuove istanze della situazione giovanile, 1985, 4, p. 16; “Segni dei tempi” per la missione dei giovani, 1987, 1, p. 15; I giovani e la pace, 1985, 2, p. 15; I giovani e lo Spirito Santo “primo educatore” vocazionale, 1992, 5, p. 14; Giovani: ricerca del senso della vita e vocazione, 1984, 6, p. 5; Valori etici del linguaggio giovanile e vocazione, 1990, 5, p. 24; La preghiera dei giovani per le vocazioni, 1992, 6, p. 31; Educare i giovani alla lettura profetica dei segni dei tempi, 1988, 1, p. 25; GUENZI PIER DAVIDE, Giovani “in diaspora” per i giovani, 1987, 6, p. 25; GUERRINI MARIA ROSA, Vita contemplativa e giovani in ricerca, 1987, 6, p. 51; GUGLIELMONI LUIGI, Avvento: itinerari vocazionali per giovani, 1993, 2, p. 44; LOVATO MARIANO, Il servizio del CDV agli animatori dei gruppi giovani, 1990, 2, p. 40; MANI GIUSEPPE, La proposta della vocazione sacerdotale alle giovani generazioni, 1990, 4, p. 27;MARCATO UMBERTO, Spiritualità e pastorale giovanile, 1987, 1, p. 32; La proposta vocazionale ai giovani oggi: quale pedagogia vocazionale?, 1984, 1, p. 14;MARIALUISA e MARINA, Campo vocazionale per ragazze e giovani, 1987, 2, p. 49; MARZI LUCIANO, Gli esercizi spirituali: itinerario vocazionale per i giovani, 1992, 5, p. 50; MASSERONI ENRICO, La proposta vocazionale ai giovani oggi: proposta di un “cammino vocazionale”, 1984, 1, p. 21; I giovani di fronte alla progettualità della vita, 1986, 1, p. 8; MAZZA CORRADO, Criteri per il discernimento delle vocazioni all’interno della pastorale giovanile, 1986, 1, p. 51;MAURI ENEA, Giovinezza: condurre alla scelta vocazionale, 1988, 4, p. 37;MOSCONI FRANCO, Chi può educare i giovani alla preghiera, 1986, 6, p. 30;MULIA ENZO e MARINARO GIUSEPPE, L’animatore vocazionale e il gruppo giovani, 1991, 4, p 40;NANNI C., Crisi e proposta educativa cristiana oggi, 1984, 6, p. 18;PLOTTI ALESSANDRO, La comunità cristiana per la “realtà giovani”, 1986, 1, p. 21; QUADRIO AGNESE, Proposta e accompagnamento vocazionale delle giovani d’oggi, 1987, 5, p. 21;RENALDO LILIANA, Per i giovani, con i giovani per orientare la vita, 1993, 4, p. 50; ROSSI ICILIO, Giovani oggi, 1984, 1, p. 9;SATURNO ANTONIO, La proposta vocazionale ai giovani oggi: linee essenziali e irrinunciabili, 1984, 1, p. 27;SIGALINI DOMENICO, Giovani e Chiesa: per un’etica dei valori, 1990, 1, p. 17; I giovani di fronte alla vocazione sacerdotale, 1990, 4, p. 22; Pastorale giovanile, 1984, 4, p. 37; SUPERBO AGOSTINO, Giovani consacrati e animazione vocazionale, 1987, 6, p. 37; TERRIN NATALE ALDO, Riti, appartenenza e scelte nell’esperienza giovanile contemporanea, 1993, 2, p. 8;TROLI ALESSANDRO, La proposta degli esercizi spirituali agli adolescenti e giovani per l’orientamento vocazionale, 1992, 1, p. 49;VALIERA MARTA, Autocoscienza giovanile e maturazione di un progetto di vita, 1986, 1, p. 45; VIOLA VITTORIO, Le celebrazioni liturgiche nelle missioni popolari: luogo educativo vocazionale per i giovani, 1993, 2, p. 57;ZAMPA SAVERIO, Atteggiamenti mistici e impegni ascetici dei giovani, 1987, 1, p. 27; ZANELLA DANILO, La liturgia e le celebrazioni liturgiche nei momenti forti di spiritualità per giovani, 1993, 2, p. 54; Promozione della spiritualità e “week-end dello spirito “, 1992, 5, p. 53;

GRUPPI, MOVIMENTI, ASSOCIAZIONI AVANTI GIGI, I gruppi familiari luoghi naturali di ricerca, di annuncio, di promozione vocazionale,

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1989, 6, p. 26;BALLIS GIOVANNI, Agesci e vocazioni, 1986, 5, p. 41;BONARI LUCA, Gruppi ecclesiali e vocazioni di speciale consacrazione, 1986, 5, p. 15; CAMONCHIA SENOFONTE, Gruppi biblici, pastorale degli adulti e attenzioni vocazionali, 1991, 6, p. 35;CARENA DOMENICO, Gruppo ecclesiale, esperienza di servizio e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 37;CASTELLANI ITALO, Gruppi, movimenti, associazioni e vocazioni, 1986, 5, p. 4CONTI LUIGI, Gruppo ecclesiale, centralità dell’Eucaristia e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 32;CONTI MANZINI ASSUNTA, Gruppo ecclesiale, itinerario sacramentale e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 27;FOGLIO DINO, Gruppo ecclesiale, preghiera e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 23; FONDI ENZO MARIA, Movimento dei Focolari e vocazioni, 1986, 5, p. 52; GALLO ADRIA e PIERO, Equipe Notre-Dame e vocazioni, 1986, 5, p. 46; GIUSSANI LUIGI, Comunione e Liberazione e vocazioni, 1986, 5, p. 49; MAFEZZOLI LUIGI, Azione Cattolica e vocazioni, 1986, 5, p. 61; MARCATO UMBERTO, I gruppi vocazionali per adolescenti, 1988, 6, p. 42; PANCIERA MARIO, Rinnovamento nello Spirito e vocazioni, 1986, 5, p. 56; SCABINI PINO, Comunità cristiana, gruppi ecclesiali e vocazioni, 1986, 5, p. 10;

INIZIATIVEBASTI GIANFRANCO, La settimana vocazionale nella comunità parrocchiale, 1987, 2, p. 30; BERETTI MARINA, Animazione di incontri biblici di orientamento vocazionale, 1988, 5, p. 47; BONARI LUCA, L’anno vocazionale: linee per un progetto straordinario, 1987, 2, p. 19; CANTONI OSCAR, Il CDV e le iniziative vocazionali estive della chiesa locale, 1984, 3, p. 26; CASTELLANI ITALO, Estate: “tempo forte” vocazionale, 1984, 3, p. 3; Il campo vocazionale, 1988, 2, p. 3;DEL RE MARIA ROSA, Gli animatori vocazionali religiosi/e e le iniziative vocazionali estive, 1984, 3, p. 30;GUENZI PIER DAVIDE, Il mese vocazionale, 1987, 2, p. 26;MARCATO UMBERTO, L’educazione al definitivo nelle esperienze vocazionali estive, 1984, 3, p. 17;MERICI ETTORE, Campo vocazionale e vie nuove di pastorale vocazionale, 1988, 2, p. 12; PICCIRILLI M. ANTONELLA, La personalizzazione del rapporto nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 27;QUARANTA CIRO, Lo specifico delle esperienze vocazionali estive: contenuti e metodo, 1984, 3, p. 22;SIGALINI DOMENICO, Il campo vocazionale: contenuti e metodo, 1988, 2, p. 21;

INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONEDEL RE MARIA ROSA, Itinerario vocazionale nell’insegnamento della religione, 1989, 5, p. 22;

INSEGNANTIGIANOLA PIETRO, Insegnanti e orientamento vocazionale, 1989, 5, p. 15;

ISTITUTI SECOLARIBOFFI MICHELA, Una comunità di accoglienza di un Istituto Secolare, 1991, 3, p. 57; CONFALONIERI PIERGIORGIO, La proposta inculturata degli Istituti Secolari, 1993, 3, p. 39; Adolescenti e secolarità consacrata, 1988, 6, p. 51;OBERTI ARMANDO, Vita consacrata e vita laicale, 1993, 4, p. 44;

ITINERARIBASTI GIANFRANCO, L’educazione alla preghiera come itinerario vocazionale, 1988, 5, p. 35; BONARI LUCA, Dalle iniziative agli itinerari, 1988, 4, p. 8;BUONOMINI LUCIA - MAROTTA SERENA, Educazione vocazionale nella vita liturgica, 1988, 4, p. 43;CASTELLANI ITALO, Fede e vocazione: un cammino, 1988, 4, p. 3; Itinerario vocazionale: educare con un progetto, 1988, 5, p. 3; Cammini di fede o iniziative per la proposta vocazionale?, 1987, 2, p. 3;CASTELLANO CERVERA JESUS, Le costanti teologico-spirituali di un itinerario vocazionale, 1988, 5, p. 25;DE DONATIS ANGELO, Itinerario spirituale vocazionale per i giovani, 1992, 5, p. 41; GIANOLA PIETRO, L’itinerario vocazionale come bisogno dell’uomo, 1988, 4, p. 18; L’itinerario passo dopo passo, 1988, 5, p. 18; Itinerari pastorali al “progetto di vita” e alla vocazione, 1986, 1, p. 27;GUGLIELMONI LUIGI, Adolescenza: sostenere l’interiorizzazione vocazionale, 1988, 4, p. 29;MAGGIONI BRUNO, La vocazione è un itinerario, 1988, 5, p. 12;MARTINI CARLO M., Un coraggioso “salto di qualità”, 1988, 4, p. 14;

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MARCATO UMBERTO, Preadolescenza: rispondere alla curiosità vocazionale, 1988, 4, p. 24; MAURI ENEA, Giovinezza: condurre alla scelta vocazionale, 1988, 4, p. 37; QUADRIO AGNESE, Il campo vocazionale punto di arrivo di un itinerario spirituale, 1988, 2, p. 45;RONCO ALBINO, Condizioni psicologiche dell’itinerario vocazionale, 1988, 5, p. 30;

LAICIBIGNARDI PAOLA, Laici: vocazione e vocazioni, 1989, 2, p. 7;BONARI LUCA, L’animatore vocazionale parrocchiale, 1989, 2, p. 23; CASTELLANI ITALO, I laici: chiamati e inviati..., 1989, 2, p. 3;D’ANGELI CARMELO, Il laico consacrato animatore vocazionale, 1989, 2, p. 44;SCABINI PINO, I laici “soggetti” della missione ecclesiale e dell’animazione vocazionale, 1989, 2, p. 13;SEMERARO MARCELLO, L’animatore vocazionale laico: un “ministero di fatto”?, 1989, 2, p. 17;

LINGUAGGIOCASTELLANI ITALO, Itinerari vocazionali per cresimandi: quale linguaggio?, 1991, 2, p. 3;

LITURGIABONARI LUCA, La struttura vocazionale della celebrazione eucaristica, 1993, 2, p. 41; BUONOMINI LUCIA - MAROTTA SERENA, Educazione vocazionale nella vita liturgica, 1988, 4, p. 43;CASTELLANI ITALO, Liturgia: luogo educativo primario alla fede e alla vocazione, 1993, 2, p. 3;CASTELLANO CERVERA JESUS, Quaresima-Pasqua: itinerario di conversione verso la scelta vocazionale, 1993, 2, p. 22; Celebrazioni liturgiche e proposta vocazionale, 1984, 1, p. 46;COLOMBO GIANNI, Condizioni celebrative e fecondità vocazionale della liturgia, 1993, 2, p. 12; L’anno liturgico: itinerario vocazionale e scuola permanente per l’accompagnamento vocazionale dei giovani, 1987, 2, p. 9;DELLA TORRE LUIGI, Segni vocazionali nella preparazione al matrimonio, 1992, 3, p. 28; FEROCI ENRICO, Quaresima: itinerari vocazionali per giovani, 1993, 2, p. 50;GIANOLA PIETRO, Anno liturgico e momenti forti nella vita della comunità cristiana. Elementi di metodologia vocazionale, 1987, 2, p. 13; Avvento-Natale: tempo forte di annuncio e accoglienza vocazionale, 1993, 2, p. 16;GUENZI PIER DAVIDE, Estate: tempo di liturgia giovanile vocazionale, 1993, 2, p. 29; GUGLIELMONI LUIGI, Avvento: itinerari vocazionali per giovani, 1993, 2, p. 44; MAZZARELLO SECONDO, La vita liturgica scuola di crescita vocazionale per la comunità, 1984, 4, p. 27;PINATO SILVANO, Battesimo, Cresima, Penitenza: un itinerario sacramentale per la maturazione vocazionale, 1993, 2, p. 36; Liturgia, adulti e responsabilità vocazionale nella comunità cristiana, 1991, 6, p. 23;SIGURANI PIETRO, La vita liturgica della comunità via ministeriale alla vocazione, 1987, 4, p. 30;TERRIN NATALE ALDO, Riti, appartenenza e scelte nell’esperienza giovanile contemporanea, 1993, 2, p. 8;ZANELLA DANILO, La liturgia e le celebrazioni liturgiche nei momenti forti di spiritualità per giovani, 1993, 2, p. 54;

MARIABIGNARDI PAOLA, Maria: una vocazione maturata nella ferialità, 1988, 3, p. 18; CASTELLANI ITALO, Maria modello credibile di vocazione, 1988, 3, p. 3;CONTI MANZINI ASSUNTA, Dimensione vocazionale e prospettive di pastorale vocazionale nell’enciclica “Redemptoris Mater”, 1987, 5, p. 26;PACOMIO LUCIANO, L’itinerario vocazionale di Maria, 1988, 3, p. 6; PELIS FAUSTO, Maria figura del discepolo, 1988, 3, p. 12;

MATURAZIONE VOCAZIONALEBIANCHI ENZO, Cammino nello Spirito e maturazione vocazionale: un itinerario di conversione, 1992, 5, p. 20;CASTELLANI ITALO, La maturazione vocazionale, 1989, 3, p. 3;GIANOLA PIETRO, Maturazione affettiva e maturazione vocazionale, 1992, 2, p. 19; Una cultura vocazionale per una piena maturazione della persona e della comunità, 1993, 3, p. 18; GUENZI PIER DAVIDE, L’itinerario ecclesiale di maturazione vocazionale, 1992, 5, p. 27; MOSCONI FRANCO, I segni di una sana vita spirituale per la maturazione vocazionale, 1992, 5, p. 23;MORANDINI GIUSEPPE, La maturazione vocazionale dei fanciulli, 1989, 3, p. 10; SCABINI PINO, Adulti nella fede: adulti nella coscienza e nell’impegno vocazionale, 1991, 6, p. 15;SELVADAGGI PAOLO, I preadolescenti preparano il loro futuro, 1989, 3, p. 15;

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VANHOYE ALBERT, Adulti nella fede, adulti nella Chiesa, 1991, 6, p. 10;

MESE VOCAZIONALEBOTTINO DINO, CDV e realizzazione di un mese vocazionale, 1990, 2, p. 53;CASETTA RENATO, Il mese vocazionale: un progetto nella diocesi di Torino, 1987, 2, p. 35; GUENZI PIER DAVIDE, Il mese vocazionale, 1987, 2, p. 26; TRIVERIO FIORINO, Il mese vocazionale: un progetto del CRV del Piemonte, 1987, 2, p. 38;

MINISTERIALTANA ALBERTO, Vocazione, vocazioni, stati di vita e ministeri, 1987, 4, p. 16; CASTELLANI ITALO, Ministeri e vocazioni, 1987, 4, p. 3;COMASTRI ANGELO, Una parrocchia, comunità tutta ministeriale luogo pedagogico alla vocazione dei giovani, 1987, 4, p. 41;FERETTI ALFREDO, Gruppo giovanile tutto ministeriale, 1987, 4, p. 44;FORTE BRUNO, Per una chiesa tutta ministeriale: l’orizzonte ecclesiologico, 1987, 4, p. 7; MARCATO UMBERTO, Vocazione e ministeri nella catechesi: linguaggio e mentalità, 1987, 4,MASSERONI ENRICO, La dimensione ministeriale dell’itinerario vocazionale, 1987, 4, p. 21; SCABINI PINO, Il ministero coniugale a servizio di tutte le vocazioni, 1987, 4, p. 35; SIGURANI PIETRO, La vita liturgica della comunità via ministeriale alla vocazione, 1987, 4, p. 30;

MINISTRANTIBEGHINI EMANUELE, L’animatore vocazionale parrocchiale e il gruppo dei ministranti, 1991, 4, p. 32;LONGOBARDO NICOLA, Il servizio dei CDV ai ministranti, 1990, 2, p. 36; Il gruppo ministranti: un itinerario vocazionale, 1993, 5, p. 44;

MISSIONARIMURA ENZO, I missionari nell’animazione vocazionale della chiesa particolare, 1987, 1, p. 26; SALVI LINO, Il missionario: un uomo inviato per la pace, 1985, 2, p. 34; Una comunità di accoglienza vocazionale missionaria, 1991, 3, p. 54;

MISSIONECASTELLANI ITALO, “Eccomi: manda me!”, 1987, 1, p. 3;DE RITA GIUSEPPE, I giovani “segni dei tempi” per la missione, 1987, 1, p. 11;FALLICO ANTONIO, Le comunità ecclesiali di base: luogo pedagogico alla vocazione-missione del popolo di Dio, 1987, 1, p. 47;GHIDELLI CARLO, La forza della missione nella vita della Chiesa, 1987, 1, p. 6; GIANOLA PIETRO, “Segni dei tempi” per la missione dei giovani, 1987, 1, p. 15;MARZI LUCIANO, La celebrazione della Giornata Missionaria: una proposta vocazionale, 1989, 1, p. 41;PIME, Gruppo giovanile: luogo pedagogico alla vocazione-missione, 1987, 1, p. 39;SIRONI CRISTOFORO, La Lega Missionaria Studenti, 1987, 1, p. 52;VIOLA VITTORIO, Le celebrazioni liturgiche nelle missioni popolari: luogo educativo vocazionale per i giovani, 1993, 2, p. 57;

MOTIVAZIONI VOCAZIONALIMANENTI ALESSANDRO, Discernimento delle motivazioni vocazionali, 1986, 4, p. 18;

NUOVA EVANGELIZZAZIONEALVES FERREIRA DA SILVA A.C., L’impegno per le vocazioni nel cammino unitario della chiesa portoghese, 1991, 5, p. 68;CASTELLANI ITALO, Nuova evangelizzazione e pastorale delle vocazioni in Europa, 1991, 5, p. 3;CODA PIERO, La nuova evangelizzazione dell’Europa oggi, 1991, 5, p. 7;GIANOLA PIETRO, Vocazioni: pietre vive per una nuova evangelizzazione, 1989, 1, p. 12; DANSON JOHN, Nuova evangelizzazione e cura pastorale delle vocazioni in Inghilterra e nel Galles, 1991, 5, p. 26;FLEISCHEL MARIE-BEATRICE, Nuova evangelizzazione e attenzioni vocazionali nella Svizzera Romanda, 1991, 5, p. 44;GRABENWOGER FRANZ, La Chiesa in Austria: evangelizzazione e pastorale vocazionale, 1991, 5, p. 54; MARTIN ABAD JOAQUIN, Chiesa spagnola, nuova evangelizzazione e linee essenziali di pastorale vocazionale, 1991, 5, p. 34;QUARANTA CIRO, Quale pastorale vocazionale per la nuova evangelizzazione, 1991, 5, p. 19; SCABINI PINO, Nuova evangelizzazione, radicalità evangelica e vita consacrata, 1993, 4, p. 8;

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SPEZZOBOTTIANI MARIO, Nuove vocazioni per la nuova evangelizzazione dell’Europa oggi, 1991, 5, p. 13;S.N.V. DI FRANCIA, Le grandi linee del Servizio Nazionale Vocazioni in Francia, 1991, 5, p. 74;

ORGANISMI PASTORALIBONARI LUCA, Organismi pastorali e vocazioni, 1985, 4, p. 35;

ORIENTAMENTO VOCAZIONALESOVERNIGO GIUSEPPE, Il servizio di orientamento nel campo vocazionale, 1988, 2, p. 29;

PACEAMBROSIO ANGELO, Il diacono: uomo a servizio della pace, 1985, 2, p. 41; BASADONNA GIORGIO, Animatore di un’associazione, 1985, 2, p. 47;BISIGNANO SANTE, Il religioso: un uomo libero consacrato per la pace, 1985, 2, p. 24; BONARI LUCA, Vocazioni per la pace: dal versante della storia, 1985, 2, p. 8; CASTELLANI ITALO, Vocazioni: una vita per la pace, 1985, 2, p. 1; DEL GENIO MARISA, Il consacrato secolare nel mondo per la pace, 1985, 2, p. 38;FABRIS REGINALDO, Cristo nostra pace: fondamento della ricerca vocazionale, 1985, 2, p. 11;GAMBARO GIAMPIERO, Capo Scout, 1985, 2, p. 51;GIANOLA PIETRO, I giovani e la pace, 1985, 2, p. 15; RINALDI BEPPE, Obiettore di coscienza, 1985, 2, p. 49;SALVI LINO, Il missionario: un uomo inviato per la pace, 1985, 2, p. 34; SCABINI PINO, Il prete uomo di comunione consacrato per la pace, 1985, 2, p. 20; ZUGNO ELETTA, La religiosa: una donna libera consacrata per la pace, 1985, 2, p. 29;

PARROCCHIA / PARROCIBONARI LUCA, Il servizio del CDV alla parrocchia, 1990, 2, p. 3; Attenzione e cura per le vocazioni consacrate nella Chiesa parrocchiale, 1993, 4, p. 40; Ruolo e responsabilità dei parroci nella cura pastorale delle vocazioni, 1985, 6, p. 34; L’annuncio del tema: “Ti ha dato tutto” nella comunità parrocchiale, 1993, 1, p. 34;BROZZONI FEDERICO, La programmazione della pastorale delle vocazioni in parrocchia, 1984, 4, p. 18;CANATÀ ANTONIO, Giovani per i giovani nella comunità parrocchiale, 1987, 6, p. 42; CASTELLANI ITALO, La parrocchia comunità vocazionale missionaria, 1985, 6, p. 3; CHIARLE VINCENZO, Parrocchia, famiglie e vocazioni, 1986, 3, p. 43;COMASTRI ANGELO, La comunità cristiana educa a cammini di fedeltà, 1992, 1, p. 28; La parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni, 1989, 1, p. 23; Una parrocchia, comunità tutta ministeriale luogo pedagogico alla vocazione dei giovani, 1987, 4, p. 41;DE DONATIS ANGELO, La preparazione dei cresimandi momento privilegiato di orientamento vocazionale, 1985, 6, p. 39;FABBRI QUINTO, Luoghi ed esperienze di crescita vocazionale per i fanciulli e i ragazzi in parrocchia, 1993, 5, p. 36;FERETTI ALFREDO, Condizioni per una comunità parrocchiale feconda di vocazioni, 1985, 6, p. 30;FIORE SERAFINO, L’animazione vocazionale nella parrocchia, 1991, 4, p. 12;FOLLADOR CARMELITA, CDV a servizio della parrocchia per la promozione della Vocazione Religiosa, 1989, 4, p. 45;GIANOLA PIETRO, La parrocchia luogo che educa alla risposta, 1985, 6, p. 20;GUENZI PIER DAVIDE, L’itinerario ecclesiale di maturazione vocazionale, 1992, 5, p. 27; GUGLIELMONI LUIGI, La catechesi nella comunità parrocchiale: tema e itinerario vocazionale permanente, 1984, 4, p. 22; La parrocchia educa i preadolescenti ai valori vocazionali, 1989, 3, p. 30;MAZZARELLO SECONDO, La vita liturgica, scuola di crescita vocazionale per la comunità, 1984, 4, p. 27;MERICI ETTORE, Il CDV e l’animazione delle comunità parrocchiali, 1985, 6, p. 39; MORGANTE MARCELLO, Regolamento del Centro vocazionale parrocchiale, 1990, 1, p. 50; MURA ENZO, I missionari nell’animazione vocazionale della chiesa particolare, 1987, 1, p. 26; PARROCI DI CORTONA, Una parrocchia celebra la giornata per le vocazioni, 1993, 1, p. 50; PERADOTTO FRANCO, Comunità cristiana e vocazione presbiterale, 1992, 4, p. 40; PIERAN ARMIDO e ADRIANA, Fidanzati verso il matrimonio: un cammino vocazionale in parrocchia, 1992, 3, p. 38;PLOTTI ALESSANDRO, La parrocchia luogo dell’ascolto dei bisogni dell’uomo, 1985, 6, p. 15; La comunità cristiana per la “realtà giovani”, 1986, 1, p. 21; Il servizio del CDV alla parrocchia comunità di chiamati, 1990, 2, p. 21;

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RAIMONDO CLAUDIO, Una parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni: la preparazione, la realizzazione e il sostegno del CDV, 1992, 1, p. 41; SCABINI PINO, La comunità cristiana mediatrice di vocazioni, 1991, 4, p. 8; Per una parrocchia, comunità tutta ministeriale, 1990, 2, p. 13; Comunità cristiana, gruppi ecclesiali e vocazioni, 1986, 5, p. 10; La parrocchia luogo dove Dio manifesta l’amore per tutti gli uomini, 1985, 6, p. 10;TRIVERIO FIORINO, La settimana vocazionale parrocchiale, 1985, 6, p. 47;VISALLI ANTONELLA, Campo scuola vocazionale di una comunità parrocchiale, 1988, 2, p. 49;ZANOLETTI ELIANA, Parrocchia e animazione vocazionale, 1985, 6, p. 25;

PASTORALE FAMILIARE ANGELINI GIUSEPPE, Paternità e maternità responsabile: ossia, l’educazione come “vocazione”, 1992, 3, p. 33;CARBONI TERESA, Giornata della Famiglia: insieme per rispondere alla chiamata di Dio, 1992, 3, p. 41;CASTELLANI ITALO, Pastorale familiare e pastorale vocazionale, 1992, 3, p. 3;COSTA FRANCO, La preparazione al matrimonio: un itinerario vocazionale, 1992, 3, p. 24; DELLA TORRE LUIGI, Segni vocazionali nella preparazione al matrimonio, 1992, 3, p. 28; MASSERONI ENRICO, Dimensione vocazionale e valori vocazionali nella pastorale familiare, 1992, 3, p. 14;OLIVETO LUIGI e GIOVANNA, Essere coppia, essere famiglia per un servizio educativo-vocazionale nella comunità parrocchiale, 1992, 3, p. 43; PERADOTTO FRANCO, Un’integrazione sempre più necessaria, 1992, 3, p. 10;PIERAN ARMIDO e ADRIANA, Fidanzati verso il matrimonio: un cammino vocazionale in parrocchia, 1992, 3, p. 38;

PASTORALE VOCAZIONALEALVES FERREIRA DA SILVA A.C., L’impegno per le vocazioni nel cammino unitario della chiesa portoghese, 1991, 5, p. 68;BRIZZOLARA PLAUTILLA, Mediazione culturale e pastorale vocazionale, 1993, 3, p. 24; CASTELLANI ITALO, Nuova evangelizzazione e pastorale delle vocazioni in Europa, 1991, 5, p. 3; La pastorale delle vocazioni a dieci anni dal I1 Congresso Internazionale, 1991, 3, p. 3; CENCINI AMEDEO, La pastorale giovanile è pastorale vocazionale?, 1986, 1, p. 13; DANSON JOHN, Nuova evangelizzazione e cura pastorale delle vocazioni in Inghilterra e nel Galles, 1991, 5, p. 26;FALBO GIOVANNI, La celebrazione della Giornata di Preghiera per le Vocazioni in parrocchia, 1984, 2, p. 26;FLEISCHEL MARIE-BEATRICE, Nuova evangelizzazione e attenzioni vocazionali nella Svizzera Romanda, 1991, 5, p. 44;GRABENWOGER FRANZ, La Chiesa in Austria: evangelizzazione e pastorale vocazionale, 1991, 5, p. 54;HENROTAY JACQUES, La pastorale delle vocazioni nella chiesa belga, 1991, 5, p. 48; MANETTI FRANCO, La responsabilità del presbitero nella pastorale vocazionale della comunità cristiana, 1992, 4, p. 53;MARTIN ABAD JOAQUIN, Chiesa spagnola, nuova evangelizzazione e linee essenziali di pastorale vocazionale, 1991, 5, p. 34;MARTINI CARLO M., I giovani preti e la promozione delle vocazioni, 1992, 4, p. 46; MASSERONI ENRICO, La comunità ecclesiale: luogo di crescita della fedeltà dinamica, 1984, 2, p. 17;PERADOTTO FRANCO, Un’integrazione sempre più necessaria, 1992, 3, p. 10; QUARANTA CIRO, Quale pastorale vocazionale per la nuova evangelizzazione, 1991, 5, p. 19; ROCCA GIANCARLO, Il “vieni e vedi” una costante nella pastorale vocazionale, 1991, 3, p. 10;SALESIANI DI SICILIA, Scrutinio vocazionale per la verifica dell’impegno nella pastorale vocazionale, 1990, 6, p. 46;SCABINI PINO, Unità di intenti e varietà di metodi, 1992, 3, p. 6;SPEZZOBOTTIANI MARIO, Nuove vocazioni per la nuova evangelizzazione dell’Europa oggi, 1991, 5, p. 13;STROFALDI FILIPPO, La celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni a livello diocesano, 1984, 2, p. 23;S.N.V. DI FRANCIA, Le grandi linee del Servizio Nazionale Vocazioni in Francia, 1991, 5, p. 74; ZANELLA DANILO, Appuntamenti vocazionali per i giovani nella vita della chiesa particolare, 1987, 1, p. 31;

PASTORALE VOCAZIONALE UNITARIA

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BISIGNANO SANTE, La pastorale vocazionale unitaria: un itinerario educativo aperto alla vita religiosa, 1989, 4, p. 25;BONARI LUCA, Il ruolo del presbitero nella pastorale vocazionale unitaria, 1990, 4, p. 32;CASTELLANI ITALO, ‘Vocazioni’: la rivista del CNV a servizio della pastorale vocazionale unitaria, 1986, 1, p. 3; La pastorale vocazionale unitaria, 1989, 4, p. 3; PINATO SILVANO, I religiosi in Italia nella pastorale vocazionale unitaria, 1989, 4, p. 30; SCABINI PINO, Unità di intenti e varietà di metodi, 1992, 3, p. 6;

PELLEGRINAGGIOFORCONI ALBERTO, La tradizione del pellegrinaggio lauretano, 1988, 3, p. 40;

PIANO PASTORALE E PER LE VOCAZIONIBISIGNANO SANTE, Istituti religiosi e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 14; CASTELLANI ITALO, Chiesa particolare e piano pastorale per le vocazioni, 1990, 3, p. 3; Una pastorale vocazionale profetica, 1985, 5, p. 3; Vocazioni nella chiesa italiana: il nuovo piano pastorale per le vocazioni, 1985, 4, p. 3;CDV GENOVA, Insieme crescere in Cristo per servire, laici, famiglia, carità e vocazioni, 1990, 3, p. 32;CDV TARANTO, Un questionario per aiutare una riflessione, 1990, 3, p. 46;CORTI RENATO, Chiesa locale e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 7; GIANOLA PIETRO, La riproposta del piano pastorale alle nuove istanze della situazione giovanile, 1985, 4, p. 16; Pastorale giovanile e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 26; MARCATO UMBERTO, Linee dinamiche per il nuovo piano per le vocazioni, 1985, 4, p. 5; Educazione cristiana e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 19; MASSERONI ENRICO, La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni nel piano diocesano per le vocazioni, 1987, 1, p. 21; Il Vescovo pastore delle vocazioni, 1990, 3, p. 8; NOSIGLIA CESARE, Stimolo e verifica del progetto pastorale della chiesa italiana per gli anni ottanta, 1985, 4, p. 11;PERADOTTO FRANCO, Il mistero della Chiesa e il piano pastorale, 1990, 3, p. 13; RUPPI COSMO FRANCESCO, Giovani vocazione e famiglia, 1990, 3, p. 39;

PREADOLESCENTIBENINCAMPI FABRIZIO, Il Campo vocazionale per preadolescenti, 1987, 2, p. 44; FABBRI QUINTO, L’itinerario post-cresima educa ai valori vocazionali, 1989, 3, p. 44; GUGLIELMONI LUIGI, La parrocchia educa i preadolescenti ai valori vocazionali, 1989, 3, p. 30;MARCATO UMBERTO, Preadolescenza: rispondere alla curiosità vocazionale, 1988, 4, p. 24; SELVADAGI PAOLO, I preadolescenti preparano il loro futuro, 1989, 3, p. 15; SOVERNIGO GIUSEPPE, Per un’educazione dei preadolescenti ad un progetto di vita, 1989, 3, p. 19;

PREGHIERABASTI GIANFRANCO, L’educazione alla preghiera come itinerario vocazionale, 1988, 5, p. 35; BERLONI MARZIO, Una preghiera “quasi” incessante per le vocazioni, 1992, 6, p. 47; BIANCHI ENZO, Giovani ed educazione alla preghiera, 1986, 6, p. 15;CANOPI ANNA M., Un’autentica preghiera per le vocazioni nella comunità cristiana, 1992, 6, p. 18;CARENA DOMENICO, La preghiera dei sofferenti per le vocazioni, 1992, 6, p. 41; CASTELLANI ITALO, Perché pregare per le vocazioni?, 1992, 6, p. 3; Preghiera e vocazioni, 1986, 6, p. 3;CDV DI RIMINI, Betania: indicazioni per una regola di vita, 1992, 6, p. 54;CELLA ANGELO, Un Vescovo educa alla preghiera ed al discernimento vocazionale, 1986, 6, p. 47;DEODORICO ROBERTO, Dall’esperienza di preghiera alla maturazione di un progetto vocazionale, 1986, 1, p. 34;DOMENGHINI ANGELO, Il segreto del terzo giovedì di ogni mese, 1992, 6, p. 51; Esperienza di preghiera e proposta vocazionale, 1984, 1, p. 50;FOGLIO DINO, Gruppo ecclesiale, preghiera e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 23; GAZZANIGA ROBERTO, Giovani, preghiera personale e ricerca del progetto di vita, 1986, 6, p. 20;GAZZOLA SANDRO, Una comunità religiosa che anima una scuola di preghiera, 1986, 6, p. 49;GENTILI ANTONIO, La preghiera prima vocazione dell’uomo, 1992, 6, p. 7;GIANOLA PIETRO, Giovani, preghiera e vocazioni, 1986, 6, p. 8; La preghiera dei giovani per le vocazioni, 1992, 6, p. 31;GIARACUNI ANNA e MICHELE, Gruppo familiare di preghiera per le vocazioni, 1986, 3, p. 47;GONZALES LUIS, Scuola di preghiera e vocazioni, 1986, 6, p. 25;GUENZI PIER DAVIDE, Una scuola di preghiera zonale, 1986, 6, p. 52; MAGNI WALTER, L’accompagnatore vocazionale e la preghiera, 1992, 6, p. 37;

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MARCATO UMBERTO, Sussidi per l’educazione alla preghiera, 1986, 6, p. 43;MENATO OTTAVIANO, Contenuti e metodologie della scuola di preghiera, 1986, 6, p. 34; MEZZADRI LUIGI, Pregare per le vocazioni? L’esperienza di un santo, 1992, 6, p. 44; MOSCONI FRANCO, Chi può educare i giovani alla preghiera, 1986, 6, p. 30; NATOLI SERGIO, Una scuola di preghiera animata dal CDV, 1986, 6, p. 57;QUARANTA CIRO, La preghiera per le vocazioni oggi, 1992, 6, p. 23; L’educazione alla preghiera: cammino verso la maturazione, 1986, 2, p. 31; Vocazione e preghiera nella direzione spirituale, 1985, 1, p. 33;ROVERSI MARIA, La scuola di preghiera vocazionale, 1986, 6, p. 39; STROFALDI FILIPPO, Animatore della preghiera ecumenica, 1986, 2, p. 44; TREMOLADA PIERANTONIO, Rogate ergo Dominum messis, 1992, 6, p. 11;

PRESBITERIAA. VV., Formazione sacerdotale e pastorale vocazionale: verso un unico orizzonte, 1990, 4, p. 36;BONARI LUCA, Il ruolo del presbitero nella pastorale vocazionale unitaria, 1990, 4, p. 32;CASTELLANI ITALO, La formazione vocazionale al centro della formazione dei presbiteri oggi, 1992, 4, p. 3; Sacerdoti e seminaristi: chiamati per chiamare, 1990, 4, p. 3;COLETTI DIEGO, La coscienza della propria vocazione fonte per il presbitero, della responsabilità per tutte le vocazioni nella Chiesa, 1992, 4, p. 34; CONTI LUIGI, I presbiteri: formatori degli operatori vocazionali laici, 1989, 2, p. 31; DAL MOLIN NICO, Il discernimento vocazionale alla vocazione presbiterale, 1991, 3, p. 39; DAL PIAZ GIOVANNI, Gli operai e la messe, 1992, 4, p. 8;MANETTI FRANCO, La responsabilità del presbitero nella pastorale vocazionale della comunità cristiana, 1992, 4, p. 53;MANI GIUSEPPE, La proposta della vocazione sacerdotale alle giovani generazioni, 1990, 4, p. 27;MARTINI CARLO M., I giovani preti e la promozione delle vocazioni, 1992, 4, p. 46; MASSERONI ENRICO, La dimensione vocazionale dimensione unificante e trasversale della formazione spirituale del presbitero diocesano, 1992, 4, p. 27; PERADOTTO FRANCO, Comunità cristiana e vocazione presbiterale, 1992, 4, p. 40; PICCHI MARIO, Un prete nell’amore di un Dio per gli uomini con un problema in più, 1991, 1, p. 38;RABITTI PAOLO, Lo specifico del presbitero, 1990, 4, p. 11;SCABINI PINO, Il prete uomo di comunione consacrato per la pace, 1985, 2, p. 20; SIGALINI DOMENICO, I giovani di fronte alla vocazione sacerdotale, 1990, 4, p. 22; UFFICIO CNV, La vocazione: dimensione costitutiva e permanente della formazione dei presbiteri, 1992, 4, p. 59;VANHOYE ALBERT, Sacerdoti ad immagine di Cristo buon pastore, 1990, 4, p.

PROFEZIABIANCHI ENZO, Aspirate al dono della profezia. Profezia e profeta tra chiamata e risposta, 1988, 1, p. 9;DAL MOLIN NICO, Condizioni per un profetismo vocazionale, 1985, 5, p. 31;DE CANDIDO LUIGI, La vocazione alla consacrazione nella profezia e per la profezia, 1988, 1, p. 15;DE RITA GIUSEPPE, Giovani e profezia, 1988, 1, p. 21;FALLICO ANTONIO, Responsabili del CDV e profetismo vocazionale, 1985, 5, p. 40; FIORE SERAFINO, Animatori Religiosi e profetismo vocazionale, 1985, 5, p. 36;GIANOLA PIETRO, Educare i giovani alla lettura profetica dei segni dei tempi, 1988, 1, p. 25; SCABINI PINO, La profezia dei consacrati tra istituzione e carisma, 1988, 1, p. 32;

PROGETTO DI VITACASTELLANI ITALO, Itinerario vocazionale: educare con un progetto, 1988, 5, p. 3;CIAN LUCIANO, Realizzazione: cammino verso la maturità, 1986, 2, p. 20; DOROFATTI FRANCO, Il giovane di fronte al progetto di vita, 1990, 1, p. 21;GIANOLA PIETRO, Itinerari pastorali al “progetto di vita” e alla vocazione, 1986, 1, p. 27; MASSERONI ENRICO, I giovani di fronte alla progettualità della vita, 1986, 1, p. 8; PALIZZI GIULIANO, Scuola e vocazioni nel progetto educativo salesiano, 1984, 5, p. 48; PERRONE A. M., Il progetto vocazionale della scuola cattolica oggi in Italia, 1984, 5, p. 6; SCABINI PINO, Realizzarsi: progetto incompiuto per l’uomo d’oggi, 1986, 2, p. 6; SOVERNIGO GIUSEPPE, Adolescenti, progetto di vita e nuovi contesti socio-culturali, 1988, 6, p. 18; Per un’educazione dei preadolescenti ad un progetto di vita, 1989, 3, p. 19;VALIERA MARTA, Autocoscienza giovanile e maturazione di un progetto di vita, 1986, 1, p. 45;

PROGRAMMAZIONE

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BORRIERO P.S., Presupposti essenziali per la programmazione della pastorale vocazionale, 1984, 4, p. 10;BROZZONI FEDERICO, La programmazione della pastorale delle vocazioni in parrocchia, 1984, 4, p. 18;CASTELLANI ITALO, Tempo di programmazione pastorale, 1984, 4, p. 3;GIANOLA PIETRO, Come programmare la pastorale delle vocazioni, 1984, 4, p. 12; MASSERONI ENRICO, Il Centro Vocazioni e la programmazione pastorale delle chiese particolari, 1984, 4, p. 33;PLOTTI ALESSANDRO, Il valore della programmazione pastorale, 1984, 4, p. 6;

PROPOSTA VOCAZIONALECHIARAPINI MARIO, Scuola cattolica e proposta vocazionale, 1984, 5, p. 17;CIARDI FABIO, Giovani oggi: quale proposta vocazionale? 1984, 6, p. 29;DOROFATTI FRANCO, Quale proposta vocazionale nel pianeta adolescenza?, 1988, 6, p. 32; PINATO SILVANO, La proposta vocazionale è esperienza d’amore, 1991, 1, p. 21;

RAGAZZENOFERI JOLANDA, Proposta della vita Religiosa alle ragazze, 1986, 4, p. 54;PONSELLA P., Quando la vocazione diviene fondamento etico per le ragazze d’oggi, 1990, 5, p. 28;UCCIA LIBERA, Ragazze oggi: radiografia di una scolaresca, 1984, 6, p. 11;

RAGAZZIBALLIS GIOVANNI, Agesci e vocazioni, 1986, 5, p. 41;BILANCIONI GIUSEPPE, La giornata vocazionale al camposcuola per ragazzi, 1989, 3, p. 54; BONARI LUCA, Siamo i ragazzi di oggi..., 1984, 3, p. 7 DEL CORE P., L’identificazione vocazionale nei fanciulli e nei ragazzi oggi, 1993, 5, p. 25; EGIDI ANNA MARIA, L’attenzione vocazionale della scuola cattolica per fanciulli e ragazzi, 1993, 5, p. 40;FABBRI QUINTO, Luoghi ed esperienze di crescita vocazionale per i fanciulli e i ragazzi in parrocchia, 1993, 5, p. 36;GIANELLI SERGIO, La crescita vocazionale dei fanciulli e dei ragazzi nella comunità cristiana, 1993, 5, p. 21;GIANOLA PIETRO, Per le giovani generazioni: ricerca e proposta, 1984, 3, p. 11;GIUSTI SIMONE, Il progetto educativo-vocazionale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, 1989, 3,GUGLIELMONI LUIGI, Punti fermi della proposta vocazionale ai fanciulli e ragazzi, 1993, 5, p. 55;LONGOBARDO NICOLA, Il gruppo ministranti: un itinerario vocazionale, 1993, 5, p. 44; MAZZARELLO MARIA LUISA., Fanciulli, ragazzi: un’età potenzialmente vocazionale, 1993, 5, p. 17;NAPOLIONI ANTONIO, Una pista per la vita. L’educazione vocazionale nella branca dei lupetti/coccinelle dell’AGESCI, 1993, 5, p. 51;OLIVETO LUIGI e GIOVANNA, Famiglia e vocazioni nei primi passi di fanciulli e di ragazzi, 1993, 5, p. 32;VALAGUSSA IVANO, “Venite e vedrete”: incontri vocazionali per fanciulli e ragazzi, 1993, 5, p. 44;ZANI MINOJA LILIANA, Ragazzi, cultura, valori oggi, 1993, 5, p. 12;

RICERCA VOCAZIONALEFABRIS REGINALDO, Cristo nostra pace: fondamento della ricerca vocazionale, 1985, 2, p. 11;

RINNOVAMENTOMEZZADRI LUIGI, Rinnovamento della vita religiosa e missionaria per una nuova pastorale vocazionale, 1987, 5, p. 38;

SACRAMENTICONTI MANZINI ASSUNTA, Gruppo ecclesiale, itinerario sacramentale e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 27;PINATO SILVANO, Battesimo, Cresima, Penitenza: un itinerario sacramentale per la maturazione vocazionale, 1993, 2, p. 36;PLOTTI ALESSANDRO, La valenza vocazionale dei sacramenti dei figli: itinerario di catechesi per la famiglia, 1986, 3, p. 32;

SANTUARI MARIANIFORCONI ALBERTO, La tradizione del pellegrinaggio lauretano, 1988, 3, p. 40 MOONS M. HUBERT, Santuari mariani e crescita vocazionale, 1987, 5, p. 48

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PIANARO GIANNI, Il santuario mariano luogo di annuncio vocazionale, 1988, 3, p. 37

SCOPERTA DELLA VOCAZIONECASTELLANI ITALO, Scoprire la chiamata: un diritto per i giovani, 1984, 6, p. 3;

SCUOLAABBONDIO MARILENA, L’annuncio nella scuola si fa esperienza: impegno preghiera e servizio, 1989, 5, p. 28;BAUDENA, Accompagnamento vocazionale e scuola cattolica, 1984, 5, p. 39;CASTELLANI ITALO, La scuola: itinerario vocazionale, 1989, 5, p. 3; Scuola cattolica e vocazioni, 1984, 5, p. 3; Scuola cattolica e proposta vocazionale, 1984, 5, p. 17; CHIARAPINI MARIO, Spunti vocazionali emergenti da alcune aree di insegnamento, 1989, 5, p. 39; Vocazioni nella scuola cattolica, 1984, 6, p. 51; DEL RE MARIA ROSA, Itinerario vocazionale nell’insegnamento della religione, 1989, 5, p. 22; Animazione vocazionale nella scuola media superiore, 1984, 5, p. 44; DOMENGHINI ANGELO, Il segreto del terzo giovedì di ogni mese, 1992, 6, p. 51; DOROFATTI FRANCO, Annuncio e orientamento vocazionale nella scuola tra possibilità e realtà, 1989, 5, p. 8;EGIDI ANNA MARIA, L’attenzione vocazionale della scuola cattolica per fanciulli e ragazzi, 1993, 5, p. 40;GIANOLA PIETRO, Insegnanti e orientamento vocazionale, 1989, 5, p. 15;MARCATO UMBERTO, Metodologia educativa della scuola cattolica a servizio dell’animazione vocazionale, 1984, 5, p. 11; Scuola cattolica: luogo privilegiato di quotidiana ricerca e promozione vocazionale, 1989, 5, p. 31;NOFERI JOLANDA, Annuncio vocazionale nella scuola media superiore, 1984, 5, p. 41; PALIZZI GIULIANO, Scuola e vocazioni nel progetto educativo salesiano, 1984, 5, p. 48; PERRONE A. M., Il progetto vocazionale della scuola cattolica oggi in Italia, 1984, 5, p. 6; PRESCIUTTINI MARIO, Forme specifiche di catechesi vocazionale nella scuola cattolica, 1984, 5, p. 29;RIBOLDI F., La programmazione dell’ora di religione in chiave vocazionale nella scuola cattolica, 1984, 5, p. 35;RIZZO GIUSEPPE, Il CDV a servizio della pastorale scolastica, 1989, 5, p. 35; STROFALDI FILIPPO, Il servizio del Centro di Spiritualità Vocazionale alla scuola cattolica, 1984, 5, p. 46;UCCIA LIBERA, Ragazze oggi: radiografia di una scolaresca, 1984, 6, p. 11;

SCUOLA DI PREGHIERAGONZALES LUIS, Scuola di preghiera e vocazioni, 1986, 6, p. 25;MENATO OTTAVIANO, Contenuti e metodologie della scuola di preghiera, 1986, 6, p. 34; ROVERSI MARIA, La scuola di preghiera vocazionale, 1986, 6, p. 39;

SEGNI DEI TEMPIPLOTTI ALESSANDRO, La pastorale vocazionale in ascolto dei segni dei tempi, 1987, 3, p. 6;

SEMINARISTICENCINI AMEDEO, Consapevolezza, testimonianza e responsabilità vocazionale nella formazione del seminarista, 1992, 4, p. 12;PAGANI SEVERINO, Intuizione vocazionale e preparazione al ministero, 1992, 4, p. 22;

SENSO DELLA VITAGIANOLA PIETRO, Giovani: ricerca del senso della vita e vocazione, 1984, 6, p. 5;

SERVIZIOCARENA DOMENICO, Gruppo ecclesiale, esperienza di servizio e maturazione vocazionale, 1986, 5, p. 37;FIORE SERAFINO, L’educazione al servizio: cammino verso la maturazione, 1986, 2, p. 36; PAGNI VINCENZO, Animatore di una comunità a servizio degli ultimi, 1986, 2, p. 45; PASQUETTI FABIO, Dal servizio civile alla consacrazione, 1986, 1, p. 57;

SESSUALITÀBRESCIANI CARLO, Affettività, sessualità, vocazione, 1992, 2, p. 39;

SETTIMANA VOCAZIONALE

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BASTI GIANFRANCO, La settimana vocazionale nella comunità parrocchiale, 1987, 2, p. 30; CDV DI PERUGIA, La settimana vocazionale in parrocchia, 1989, 1, p. 50; MERICI ETTORE, La settimana vocazionale parrocchiale: il servizio del CDV, 1987, 2, p. 41;FONTANA FRANCO, CDV e realizzazione di una settimana vocazionale parrocchiale, 1990, 2, p. 56;

SOCIOLOGIADE RITA GIUSEPPE, Famiglia: educazione alla fede e a scelte vocazionali in una società complessa, 1986, 3, p. 19; Tratti distintivi del volto della famiglia oggi, 1989, 6, p. 9; ROSANNA ENRICA, Le giovani di oggi di fronte alla vocazione, 1987, 5, p. 5;

SOFFERENTICARENA DOMENICO, La preghiera dei sofferenti per le vocazioni, 1992, 6, p. 41;

SPIRITO SANTOBIANCHI ENZO, Cammino nello Spirito e maturazione vocazionale: un itinerario di conversione, 1992, 5, p. 20;GIANOLA PIETRO, I giovani e lo Spirito Santo “primo educatore” vocazionale, 1992, 5, p. 14; GOFFI TULLIO, Lo Spirito Santo “soggetto” della chiamata, 1992, 5, p. 11;

SPIRITUALITÀBISIGNANO SANTE, La vita secondo lo Spirito, 1987, 1, p. 7;CASTELLANI ITALO, Spiritualità e vocazioni, 1987, 1, p. 3;CASTELLANO CERVERA JESUS, Le costanti teologico-spirituali di un itinerario vocazionale, 1988, 5, p. 25;CASTO LUCIO, Contenuti per una spiritualità giovanile realizzante il progetto di Dio, 1987, 1, p. 17;GONZALES LUIS, Cammino spirituale vocazionale degli Esercizi Ignaziani, 1987, 1, p. 41; MARCATO UMBERTO, Spiritualità e pastorale giovanile, 1987, 1, p. 32;MASSERONI ENRICO, La proposta vocazionale ai giovani oggi: proposta di un “cammino vocazionale”, 1984, 1, p. 21; Vocazioni specifiche e spiritualità, 1987, 1, p. 22; MOSCONI FRANCO, Spiritualità, ascesi e vocazione, 1987, 1, p. 37; SUPERBO AGOSTINO, Spiritualità, direzione spirituale e vocazioni, 1987, 1, p. 45; ZAMPA SAVERIO, Atteggiamenti mistici e impegni ascetici dei giovani, 1987, 1, p. 27;

STATISTICHEDAL PIAZ GIOVANNI, Gli operai e la messe, 1992, 4, p. 8;

SUSSIDIBONARI LUCA, Preghiera, riflessione e catechesi: i Sussidi del CNV per la GMPV, 1987, 1, p. 36;CASATI ANNALISA, Il Centro vocazionale itinerante: una proposta aperta, 1987, 1, p. 42; MARCATO UMBERTO, Sussidi per l’educazione alla preghiera, 1986, 6, p. 43;

TEOLOGIAGESTORI GERVASIO, Perché Dio è amore. Il fatto dell’amore di Dio: una chiamata che coinvolge l’umanità, 1991, 1, p. 8;GHIDELLI CARLO, La forza della missione nella vita della Chiesa, 1987, 1, p. 6; RABITTI PAOLO, Lo specifico del presbitero, 1990, 4, p. 11;

TESTIMONI / TESTIMONIANZABISIGNANO SANTE, Testimonianza e vocazioni, 1985, 4, p. 26;CASTELLANI ITALO, Don Giuseppe carissimo, 1993, 5, p. 3;CONFALONIERI PIERGIORGIO, Giuseppe Lazzati: un fedele laico alla sequela del Maestro, 1988, 1, p. 36;GHEDDO PIERO, Marcello Candia: per il laicato missionario, 1988, 1, p. 42; MARINI ENRICO, Don Milani, un prete, fedele a Dio e agli uomini, 1988, 1, p. 39; SCABINI PINO, La profezia dei consacrati tra istituzione e carisma, 1988, 1, p. 32;

TOTALITÀCASTELLANI ITALO, XX Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni, 1993, 1, p. 3; GIANOLA PIETRO, Un amore totale fondamento della vocazione, 1993, 1, p. 27; GUENZI PIER DAVIDE, Totalità tra valore, legge e virtù, 1993, 1, p 22;GUGLIELMONI LUIGI, “Ti ha dato tutto”, un valore nell’itinerario dell’iniziazione cristiana, 1993, 1, p. 37;

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NERVO GIOVANNI, Il volontariato: esperienza aperta di “amore totale”, 1993, 1, p. 47; PINATO SILVANO, La celebrazione dell’Eucaristia “segno” di totalità, 1993, 1, p. 45;URIATI MARCO, La totalità dell’amore di Dio come valore totalizzante per l’uomo, 1993, 1, p. 15;

VALORIDE RITA GIUSEPPE, Valori in cammino nei giovani d’oggi, 1988, 5, p. 8;

VESCOVOCHIARETTI GIUSEPPE, Il Vescovo primo annunciatore delle vocazioni al ministero ordinato e alla speciale consacrazione, 1990, 3, p. 18;GIOVANNETTI LUCIANO, Il Vescovo e il CDV, 1990, 3, p. 24;MASSERONI ENRICO, Il Vescovo pastore delle vocazioni, 1990, 3, p. 8;PADOVANO DOMENICO, Il Vescovo e la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 1990, 3, p. 29;RIBOLDI ANTONIO, Vocazione e vocazioni: tutti amati, chiamati, mandati, 1990, 3, p. 43; RUPPI COSMO FRANCESCO, Giovani vocazione e famiglia, 1990, 3, p. 39; SALDARINI GIOVANNI, Chiamati a guardare in alto, 1990, 3, p. 35;

VITA CONSACRATABISIGNANO SANTE, Istituti religiosi e piano pastorale per le vocazioni, 1985, 5, p. 14; La pastorale vocazionale unitaria: un itinerario educativo aperto alla vita religiosa, 1989, 4, p. 25; BONARI LUCA, Gruppi ecclesiali e vocazioni di speciale consacrazione, 1986, 5, p. 15; Attenzione e cura per le vocazioni consacrate nella Chiesa parrocchiale, 1993, 4, p. 40; BROZZONI FEDERICO, La vita consacrata nella pastorale vocazionale della chiesa particolare, 1993, 4, p. 47;CABRA PIER GIORDANO, La proposta della vita religiosa alle nuove generazioni, 1989, 4, p. 21; La credibilità culturale dei consacrati, 1993, 3, p. 28;CAMELO TONINO, Volontariato e scelta di vita consacrata, 1985, 3, p. 20;CASTELLANI ITALO, L’annuncio della vocazione alla vita consacrata, 1993, 4, p. 3;CASTELLANO CERVERA JESUS, Discernimento delle vocazioni maschili alla vita consacrata, 1989, 4, p. 33;CELLI GIUSEPPE, Francescani Cappuccini, 1985, 5, p. 45;COLOMBO PIERGIORGIO, Famiglia e vocazione dei figli alla vita consacrata, 1986, 3, p. 12; DE CANDIDO LUIGI, La vocazione alla consacrazione nella profezia e per la profezia, 1988, 1, p. 15;DEL RE MARIA ROSA, Proposta vocazionale e cultura femminile oggi, 1993, 3, p. 36; FARINA MARCELLA, La significatività dei consacrati nella vita della comunità cristiana, 1993, 4, p. 29;FIORE SERAFINO, Animatori religiosi e profetismo vocazionale, 1985, 5, p. 36;GIANOLA PIETRO, Vocazioni consacrate e sfide della post-modernità, 1993, 4, p. 12; 1 giovani di fronte alla vita religiosa, 1989, 4, p. 14; Elementi per un piano pastorale vocazionale d’Istituto o di Provincia, 1987, 1, p. 63;GUERRINI MARIA ROSA, Vita contemplativa e giovani in ricerca, 1987, 6, p. 51; L’umile profezia della vita contemplativa, 1988, 1, p. 47;MACAJONE ALESSANDRA, Vita consacrata, una proposta credibile, una parola affidabile, 1993, 4, p. 19;MANETTI FRANCO, La comunità ecclesiale responsabile dell’annuncio della vocazione consacrata, 1993, 4, p. 25;MASSERONI ENRICO, Come promuovere le vocazioni consacrate nella vita della chiesa particolare, 1993, 4, p. 35; La chiesa locale: luogo naturale per l’annuncio e la proposta della vita religiosa, 1989, 4, p. 8;MEZZADRI LUIGI, Rinnovamento della vita religiosa e missionaria per una nuova pastorale vocazionale, 1987, 5, p. 38;OBERTI ARMANDO, Vita consacrata e vita laicale, 1993, 4, p. 44;PICCOLE ANCELLE DELLA CARITÀ, Laiche consacrate a servizio delle vocazioni nella comunità cristiana, 1993, 4, p. 54;PINATO SILVANO, I religiosi in Italia nella pastorale vocazionale unitaria, 1989, 4, p. 30; PUGLISI GIUSEPPE, Religiosi e partecipazione alla programmazione e realizzazione unitaria del CDV, 1989, 4, p. 43;RENALDO LILIANA, Per i giovani, con i giovani per orientare la vita, 1993, 4, p. 50; ROCCA GIANCARLO, Il “vieni e vedi” una costante nella pastorale vocazionale, 1991, 3, p. 10;SCABINI PINO, Nuova evangelizzazione, radicalità evangelica e vita consacrata, 1993, 4, p. 8; SGARBOSSA MARCELLO, La comunità mediatrice di vocazioni, 1985, 5, p. 48; SANTINA, Pastorale delle vocazioni, 1985, 5, p. 52;

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SUPERBO AGOSTINO, Giovani consacrati e animazione vocazionale, 1987, 6, p. 37;VITI MARIA LAURA, Discernimento delle vocazioni femminili alla vita religiosa, 1989, 4, p. 39;

VITA SPIRITUALECANOPI ANNA M., La vita spirituale di una comunità monastica: proposta di un itinerario vocazionale, 1992, 5, p. 45;CASTELLANI ITALO, La vita secondo lo Spirito, 1992, 5, p. 3;GIUDICI M. PIA, La persona umana soggetto di vita spirituale, 1992, 5, p. 8; GOFFI TULLIO, Lo Spirito Santo “soggetto” della chiamata, 1992, 5, p. 11;MACAJONE ALESSANDRA, Itinerario per una vita secondo lo Spirito in vista della maturazione vocazionale, 1992, 5, p. 57;MOSCONI FRANCO, I segni di una sana vita spirituale per la maturazione vocazionale, 1992, 5, p. 23;SCABINI PINO, La dimensione mariana nella vita secondo lo Spirito, 1992, 5, p. 38;

VOCAZIONI FEMMINILIBISIGNANO SANTE, Ragazze oggi e vita religiosa: “quello sguardo”, 1987, 5, p. 45; BONARI LUCA, Vocazioni femminili di speciale consacrazione, 1987, 5, p. 3;BUSATO ANTONIA, Promozione della donna oggi e pastorale vocazionale femminile, 1987, 5, p. 30;DEL RE MARIA ROSA, Accompagnamento e orientamento delle vocazioni femminili, 1987, 5, p. 34;GIANOLA PIETRO, Vocazione e vocazioni di uomini e donne, 1987, 5, p. 10;PIE APOSTOLE DELLA CARITÀ, L’esperienza de “Il Riscio”: un campo vocazionale femminile, 1987, 5, p. 41;QUADRIO AGNESE, Proposta e accompagnamento vocazionale delle giovani d’oggi, 1987, 5, p. 21;ROSANNA ENRICA, Le giovani di oggi di fronte alla vocazione, 1987, 5, p. 5;

VOLONTARIATOBONARI LUCA, Il volontariato: un luogo di annuncio e proposta vocazionale, 1985, 3, p. 22; CAMELO TONINO, Volontariato e scelta di vita consacrata, 1985, 3, p. 20; CASTELLANI ITALO, Volontariato e vocazioni, 1985, 3, p. 3; FIORAVANZO ANTONIO, Il volontariato, 1984, 4, p. 42; GIANOLA PIETRO, Volontariato e scelta di vita, 1985, 3, p. 15; LODA BRUNO, Seminarista diocesano, 1985, 3, p. 29;MASSERONI ENRICO, CDV e Caritas diocesana: un servizio comune alla vocazionalità, 1985, 3, p. 35;MERICI ETTORE, Volontariato servizio vocazione, 1985, 3, p. 35;M.R., Consacrata di un istituto secolare, 1985, 3, p. 33;NERVO GIOVANNI, Il volontariato: esperienza aperta di “amore totale”, 1993, 1, p. 47; PASINI GIUSEPPE, Il Volontariato fenomeno emergente: un segno dei tempi, 1985, 3, p. 10; PIAZZA M. GRAZIA, Novizia religiosa, 1985, 3, p. 31;PLOTTI ALESSANDRO, La pastorale vocazionale in ascolto dei segni dei tempi, 1985, 3, p. 6;

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INDICE‘Vocazioni’ 1993: indice degli autoria cura di Luca Bonari, Vice Direttore CNV LUCA BONARI

EDITORIALECastellani Italo, 30a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, n. 1, p. 3; Castellani Italo, Liturgia: luogo educativo primario alla fede e alla vocazione, n. 2, p. 3; Castellani Italo, Per una “cultura vocazionale”, n. 3, p. 3; Castellani Italo, L’annuncio della vocazione alla vita consacrata, n. 4, p. 3; Castellani Italo, Don Giuseppe carissimo, n. 5, p. 3; Castellani Italo, ‘Vocazioni’ compie dieci anni, n. 6, p.3.

STUDIBonari Luca, L’incontro biennale dei Direttori dei CDV e i seminari residenziali, n. 6, p. 24.Colombo Gianni, Condizioni celebrative e fecondità vocazionale della liturgia, n. 2, p. 12.De Rita Giuseppe, Filoni culturali, mondo giovanile, riflessi vocazionali, n. 3, p. 15.Festorazzi Franco, Dio ha tanto amato il mondo..., n. 1, p. 11.Fontana Franco, I temi delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni: l’annuncio dei “Valori Vocazionali”, n. 6, p. 18. Ghidelli Carlo, Quale cultura è vocazionale? Una ricerca biblica, n. 3, p. 9. Gianelli Sergio, La crescita vocazionale dei fanciulli e dei ragazzi nella comunità cristiana, n. 5, p. 21.Gianola Pietro, Un amore totale fondamento della vocazione, n. 1, p. 27; Gianola Pietro, Una cultura vocazionale per una piena maturazione della persona e della comunità, n. 3, p. 18; Gianola Pietro, Vocazioni consacrate e sfide della post-modernità, n. 4, p. 12; Gianola Pietro, Lasciate che i fanciulli vengano a me..., n. 5, p. 7; Gianola Pietro, La rivista ‘Vocazioni’: le grandi ispirazioni ‘trasversali’ della pastorale vocazionale, n. 6, p.28. Guenzi Pier Davide, Totalità tra valore, legge e virtù, n. 1, p. 22. Macajone Alessandra, Vita consacrata una proposta credibile, una parola affidabile, n. 4, p. 19.Mazzarello Maria Luisa, Fanciulli e ragazzi: un’età potenzialmente vocazionale, n. 5, p. 17.Minoja Zani Liliana, Ragazzi, cultura, valori, oggi, n. 5, p. 12.Scabini Pino, Nuova evangelizzazione, radicalità evangelica e vita consacrata, n. 4, p. 8.Terrin Aldo Natale, Riti, appartenenza e scelte nell’esperienza giovanile contemporanea, n. 2, p. 8.Uriati Marco, La totalità dell’amore di Dio come valore totalizzante per l’uomo, n. 1, p. 15.

ORIENTAMENTIBonari Luca, L’annuncio del tema: “Ti ha dato tutto”, nella comunità parrocchiale, n. 1, p. 34; Bonari Luca, La struttura vocazionale della celebrazione eucaristica, n. 2, p. 41; Bonari Luca, Attenzione e cura per le vocazioni consacrate nella parrocchia, n. 4, p. 40. Brizzolara Plautilla, Mediazione culturale e pastorale vocazionale, n. 3, p. 24. Brozzoni Federico, L’attenzione alla dimensione vocazionale nei Sinodi Diocesani, n. 6, p. 33.Cabra Piergiordano, La credibilità culturale dei consacrati, n. 3, p. 28. Castellano Cervera Jesús, Quaresima-Pasqua: itinerario di conversione verso la scelta vocazionale, n. 2, p. 22.Confalonieri Piergiorgio, La proposta inculturata degli istituti secolari, n. 3, p. 39Del Core Pina, L’identificazione vocazionale nei fanciulli e nei ragazzi oggi, n. 5, p. 25.Del Re Maria Rosa, Proposta vocazionale e cultura femminile, oggi, n. 3, p. 36. Egidi Anna Maria, L’attenzione vocazionale, della scuola cattolica per fanciulli e ragazzi, n. 5, p. 40.Fabbri Quinto, Luoghi ed esperienze di crescita vocazionale per i fanciulli e ragazzi in parrocchia, n. 5, p. 36.Farina Marcella, La significatività dei consacrati nella vita della comunità cristiana, n. 4, p. 29.Gianola Pietro, Avvento-Natale: tempo forte di annuncio e accoglienza vocazionale, n. 2, p. 16; Gianola Pietro, “I piani vocazionali degli Istituti di vita religiosa e consacrata”, n. 6, p. 53.Guenzi Pier Davide, Le lettere pastorali dei vescovi italiani sulla pastorale vocazionale in questi ultimi dieci anni, n. 6, p. 44.Guglielmoni Luigi, “Ti ha dato tutto” un valore nell’itinerario dell’iniziazione cristiana, n. 1, p. 37.Magni Walter, La dimensione “regionale” della pastorale vocazionale unitaria. L’esperienza della Lombardia, n. 6, p. 40.Manetti Franco,La comunità ecclesiale responsabile dell’annuncio della vocazione consacrata, n. 4, p. 25.

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Masseroni Enrico, Come promuovere le vocazioni consacrate nella vita della Chiesa particolare, n. 4, p. 35.Nervo Giovanni, Il volontariato: esperienza aperta di “amore totale”, n. 1, p. 47. Oberti Armando, Vita consacrata e vita laicale, n. 4, p. 44.Oliveto Giovanna e Luigi, Famiglia e vocazione nei primi passi di fanciulli e ragazzi, n. 5, p. 32.Pinato Silvano, La celebrazione dell’Eucaristia “segno” di totalità, n. 1, p. 44; Pinato Silvano, Battesimo, Cresima e Penitenza: un itinerario sacramentale per la maturazione vocazionale, n. 2, p. 36.Sigalini Domenico, Animatori di una cultura vocazionale, n. 3, p. 31.

ESPERIENZEBrozzoni Federico, La vita consacrata nella pastorale vocazionale della chiesa particolare, n. 4, p. 47.Feroci Enrico, Quaresima: itinerari vocazionali per giovani, n. 2, p. 50. Guglielmoni Luigi, Avvento: itinerari vocazionali per giovani, n. 2, p. 44. Longobardo Nicola, Il gruppo ministranti: un itinerario vocazionale, n. 5, p. 47. Napolioni Antonio, Una pista per la vita. L’educazione vocazionale nella branca Lupetti-Coccinelle dell’AGESCI, n. 5, p. 51.Noferi Jolanda, Una Comunità religiosa anima la Giornata per le Vocazioni in parrocchia e nella zona pastorale, n. 1, p. 53. Renaldo Liliana, Per i giovani, con i giovani, per orientare la vita, n. 4, p. 50.Ritossa Fabio, I temi delle Giornate negli Esercizi Spirituali vocazionali per giovani, n. 1, p. 56.Valagussa Ivano, “Venite e vedrete:” incontri vocazionali per fanciulli e ragazzi, n. 5, p. 44.Viola Vittorio, Le celebrazioni liturgiche nelle missioni popolari: luogo educativo vocazionale per i giovani, n. 2, p. 57.Zanella Danilo, La liturgia e le celebrazioni liturgiche nei momenti forti di spiritualità per giovani, n. 2, p. 54.Parroci di Cortona, Una parrocchia celebra la Giornata per le Vocazioni, n. 1. p. 50.Piccole Apostole della Carità, Laiche consacrate a servizio delle vocazioni nella comunità cristiana, n. 4, p. 54.

PROPOSTEGuglielmoni Luigi, Punti fermi della proposta vocazionale ai fanciulli e ragazzi, n. 5, p. 55.Palamini Giovanni, L’animazione della Giornata in Diocesi e in Parrocchia: note di metodo, n. 1, p. 59.CDV di Lodi, Una parrocchia si interroga: traccia per i lavori di un Consiglio Pastorale Parrocchiale, n. 3, p. 53.

DOCUMENTAZIONEAttanasio Sante, Bibliografia ragionata sul tema: “Liturgia, celebrazione liturgica e vocazioni”, n. 2, p. 61.Gianola Pietro, Bibliografia su: “fanciulli, ragazzi e vocazione”, n. 5, p. 63.Fiore Serafino, Bibliografia ragionata su: “vita consacrata, vocazione alla vita consacrata, pastorale delle vocazioni” n. 4, p. 58. Pinato Silvano, Temi vocazionali con dieci anni di ‘Vocazioni’, n. 6, p. 63.

VITA DEL CNVBonari Luca, Un nuovo anno insieme: nella preghiera, prima di tutto..., n. 1, p. 62.

VITA DEI CDVBrioni Giacomo, Il “Tabor” di Perugia, n. 6, p. 58.Fusco Michele, Il cammino del Centro Diocesano Vocazioni di Amalfi - Cava de’ Tirreni, n. 3, p. 50.

VITA DEI CRVCRV Emilia Romagna, Statuto del Centro Regionale Vocazioni dell’Emilia Romagna, n. 3, p. 47.

INVITO ALLA LETTURAAttanasio Sante, Temi vocazionali, n. 3, p. 43; Attanasio Sante, Temi vocazionali, n. 4, p. 62; Attanasio Sante, Temi vocazionali, n. 6, p. 60.

INIZIATIVEDa “Se vuoi” n. 2 1993, Estate ...anche per pregare, n. 3, p. 57.

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