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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 4° - 22 ottobre 2010 n. 15 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] Belgrado punta sui partner italiani e guarda in direzione dell'Europa Gli investimenti avviati dal gruppo Fiat a Kragujevac, hanno riacceso i riflettori dell'attua- lità economica sulla Serbia, un Paese in cui si è consolidata, in questi anni, una consistente presenza italiana. Sulle ulteriori prospettive derivanti da questo processo, Diplomazia Eco- nomica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano a Belgrado, Armando Varricchio a pagina 2 La gara è indetta dall'amministrazione della metropoli, attraverso una società creata ad hoc. Il valore complessivo dell'intera operazione è stimato a un massimo di 8 miliardi di reais brasiliani, al cambio attuale equivalenti a circa 3,5 miliardi di euro a pagina 15 Il Brasile avvia una gara per il rilancio edilizio dell’area del Porto di Rio INFRASTRUTTURE Belgrado, una strada del centro SERBIA Le grandi opportunità di un Paese collocato al centro dei Balcani pag 5 L’economia serba è pronta a ripartire pag 7 Una fitta rete di accordi economici e commerciali pag 10 Infrastrutture: il Paese ora punta sui grandi corridoi e sull'energia pag 11 Le zone franche attraggono gli investitori pag 13 Privatizzazioni ormai quasi completate pag 14 QATAR Il PIL cresce del 22,7% nel I semestre, procedono gli investimenti pag 16 INDONESIA Yudhono ottimista sull’ economia. Partono nuovi investimenti pag 18 ISRAELE Il tasso di crescita del PIL nel II trimestre sale al 4,7% annuo pag 19 INFRASTRUTTURE Il Brasile avvia una gara per il rilancio edilizio dell’area del Porto di Rio pag 15 SETTORI E AZIENDE Energia Infrastrutture e trasporti Materiali da costruzione pag 20 Russia Turchia Ucraina pag 23 PAESI E MERCATI Tunisia pag 25 INIZIATIVE E FIERE INTERNAZIONALI

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 4° - 22 ottobre 2010

n. 15

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio sostegno impresedella Farnesina (DGCE) - [email protected]

Belgrado punta sui partner italianie guarda in direzione dell'EuropaGli investimenti avviati dal gruppo Fiat a Kragujevac, hanno riacceso i riflettori dell'attua-lità economica sulla Serbia, un Paese in cui si è consolidata, in questi anni, una consistentepresenza italiana. Sulle ulteriori prospettive derivanti da questo processo, Diplomazia Eco-nomica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano a Belgrado, Armando Varricchio

a pagina 2

La gara è indetta dall'amministrazione della metropoli, attraverso una società creata ad hoc. Il valorecomplessivo dell'intera operazione è stimato a un massimo di 8 miliardi di reais brasiliani, al cambio attuale equivalenti a circa 3,5 miliardi di euro

a pagina 15

Il Brasile avvia una gara per il rilancio edilizio dell’area del Porto di Rio

INFRASTRUTTURE

Belgrado, una strada del centro

SERBIALe grandi opportunità diun Paese collocato alcentro dei Balcani

pag 5L’economia serba èpronta a ripartire

pag 7Una fitta rete di accordieconomici e commerciali

pag 10Infrastrutture: il Paeseora punta sui grandicorridoi e sull'energia

pag 11Le zone franche attraggono gli investitori

pag 13Privatizzazioni ormaiquasi completate

pag 14

QATARIl PIL cresce del 22,7%nel I semestre, procedonogli investimenti

pag 16

INDONESIAYudhono ottimista sull’ economia. Partononuovi investimenti

pag 18ISRAELE

Il tasso di crescita delPIL nel II trimestre saleal 4,7% annuo

pag 19

INFRASTRUTTUREIl Brasile avvia una garaper il rilancio edilizio dell’area del Porto di Rio

pag 15

SETTORI E AZIENDE

EnergiaInfrastrutture e trasporti Materiali da costruzione

pag 20

RussiaTurchiaUcraina

pag 23

PAESI E MERCATI

Tunisiapag 25

INIZIATIVE E FIEREINTERNAZIONALI

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La Serbia appare oggi molto cambiata?

Il Paese sta attraversando una fase digrande dinamismo ed è ormai stabil-mente orientato verso un futuro euro-peo. Il 70% della popolazione è favore-vole a un ingresso nella UE, così comelo sono i partiti della coalizione di Gover-no e il principale partito di opposizione.Sotto il profilo economico, negli ultimianni, sono avvenuti cambiamenti radica-li e prima della crisi internazionale il rit-mo di crescita era assai sostenuto. Or-mai il processo di privatizzazione delleaziende è sostanzialmente completato.Resta aperto un numero limitato di ope-razioni, tra cui quelle riguardanti Tele-kom Serbia e la compagnia aerea dibandiera Jat.

Quale effetto avrà l'investimento delgruppo Fiat per il Paese?

Oltre a spingere in modo sostanziale lacrescita interna, contribuisce a rafforza-re l'immagine positiva delle opportunitàofferte dalla Serbia agli investitori stra-nieri. Più specificamente accelera il ri-lancio, sotto guida italiana, di un polodell'auto che già nel passato aveva avu-to un ruolo strategico nell'economia delPaese. Nel nuovo contesto si aprono oraimportanti spazi di mercato anche per leaziende italiane che operano nella com-

ponentistica e nella subfornitura e cheavranno la possibilità di accedere ai for-ti incentivi che sono stati predisposti perquesto settore dal Governo di Belgradoe dalle Autorità locali. E' importante sot-tolineare, comunque, che in alcune atti-vità produttive, quali ad esempio i com-parti della maglieria e dell'industria dellegno, in questi anni la presenza italia-na in Serbia si era già fortemente raffor-zata, grazie al contributo di molte medieimprese che hanno scelto di credere einvestire nel Paese.

L'Italia, quindi è ben posizionata?

Direi proprio di sì. Con la Serbia siamoriusciti a consolidare una presenza di si-stema non solo sotto il profilo politico,ma anche economico. E non è frequen-te. Su molti mercati ad esempio, le im-prese italiane sono svantaggiate rispet-to ad altri competitor europei o statuni-tensi, per mancanza di un supporto fi-nanziario adeguato. In Serbia invece idue principali gruppi bancari italiani han-no una presenza radicata su tutto il ter-ritorio. Sono quindi in grado di accom-pagnare le nostre aziende interessate aoperare o investire sul posto. Non solo,ma sono fortemente impegnate a pro-muovere la crescita del Paese. Questoruolo strategico delle nostre banche èpienamente riconosciuto dal Governo di

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L'Ambasciata italiana a Belgrado è collo-cata in un edificio neoclassico costruito trail 1924 e il 1926 su esplicito desiderio del-la regina Elena del Montenegro, che vole-va per l'Italia un luogo decisamente rap-presentativo. "In anni recenti Palazzo Italiasi è affermato come un luogo di riferimen-to anche per avvenimenti culturali e di im-magine", spiega l'Ambasciatore italiano aBelgrado, Armando Varricchio, che ag-giunge: "È un indirizzo frequentato e co-nosciuto da tutti i rappresentanti del mon-do della politica, dell'economia, della cultu-ra e dei media in Serbia che mettiamo vo-lentieri a disposizione di aziende e opera-tori italiani che intendono proporre appun-tamenti di prestigio. Abbiamo ospitato adesempio manifestazioni di promozione didiverse regioni italiane, di prodotti che rap-presentano le eccellenze del nostro Pae-se, come la Giulietta Alfa Romeo".

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Belgrado e si traduce in un capitale dicredibilità e autorevolezza che agevolai rapporti a tutti i livelli: istituzioni locali,mondo imprenditoriale, e via dicendo.Altrettanto significativa la presenza ita-liana nel settore assicurativo. E anche sotto il profilo politico le Auto-rità di Belgrado contano sul ruolo del-l'Italia quale uno dei maggiori sostenito-ri di una piena integrazione della Serbianell'Unione Europea. Tra i due Paesioperano diverse commissioni e gruppi dilavoro che trattano dei maggiori temi dicomune interesse. Ogni anno questeistanze trovano un'espressione ai mas-simi livelli in occasione di un vertice trai capi dei rispettivi Governi. Il prossimoavrà luogo tra pochi giorni. Grazie a que-sto approccio di Sistema l'Italia, oggi, haacquisito il ruolo di grande player este-ro nel Paese e di partner di riferimentoin Europa.

A che punto si trova la Serbia nel per-corso di avvicinamento all'UnioneEuropea?

Il Paese ha presentato la propria candi-datura per l'adesione alla UE; essa de-ve ora essere presa in esame a Bruxel-les. Ci auguriamo che questo avvengail prima possibile e che Belgrado possa

così procedere in un percorso che com-porta una serie di importanti riforme incampo amministrativo, normativo e po-litico nonché investimenti e iniziative peradeguare ed allineare le istituzioni e lestrutture del Paese con il cosiddetto "ac-quis communautaire". Un processo chele Autorità serbe, peraltro, hanno già av-viato, grazie anche ai fondi IPA stanzia-ti dall'Unione Europea. E che interessaanche molte aziende italiane che opera-no nel settore della consulenza, oltreche nei servizi e nelle infrastrutture, inquanto offre loro diverse opportunità dioperare sul posto. Per quanto riguardal'interscambio commerciale invece, vasottolineato che, già oggi, la maggiorparte dei prodotti serbi può entrare suimercati della UE in esenzione di dazio.

Oltre al costo del lavoro contenuto ealla disponibilità di risorse umane,quali sono i motivi più specifici di in-teresse per investire in Serbia?

Il Governo di Belgrado sta perseguendouna politica convinta ed efficace di attra-zione degli investitori stranieri con unaserie di agevolazioni importanti. Adesempio l'esenzione decennale dall'im-posta sugli utili societari per investimen-ti che siano superiori ai 7 milioni di euro

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Belgrado - Panorama da un’ansa della Sava (foto Bjorn Soderqvst/Wikipedia)

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o che comportino l'impiego di almeno100 nuovi dipendenti. I crediti d'imposta,che possono arrivare fino all'80% dell'in-vestimento effettuato. Le esenzioni dadazi doganali per attrezzature e mate-riali importati. I crediti sia a livello di Sta-to centrale che di Enti locali per chi co-struisce nuove fabbriche (cosiddetti in-vestimenti greenfield) sul territorio. I con-tributi per chi crea occupazione. Questapolitica sta raccogliendo notevole suc-cesso. In particolare c'è una regione del-la Serbia, la Voivodina, in cui stanno con-fluendo numerosi investimenti dall'Italia.E' localizzata in posizione strategica, alconfine con la Romania e con la regionerumena di Timisoara, dove già operanomigliaia di imprese italiane. Va rilevatoche alcune delle agevolazioni ricono-sciute agli investitori stranieri che si in-stallano in Serbia, superano quelle con-sentite all'interno dei Paesi ormai ade-renti alla UE. Ma c'è di più. Il Paese hasaputo trarre vantaggio dalla sua centra-lità geografica con significative aperturea est, in direzione della Russia, e a sud

est verso la Turchia. Con questi duePaesi ha siglato accordi bilaterali checonsentono un accesso privilegiato an-che su quei mercati.

Quali sono gli ostacoli che restano dasuperare per una completa integra-zione della Serbia nell'Unione Euro-pea?

Molti sono stati superati, ma ciò chel'Unione Europea chiede attualmente èuna maggiore collaborazione a livello re-gionale con i Paesi vicini, che peraltro ènell'immediato interesse di tutti. Ci so-no ottimi motivi, comunque, per ritene-re che nel medio termine la comune pro-spettiva europea aiuterà a migliorare irapporti tra i singoli Stati e anche a stem-perare l'ostacolo, specifico della Serbia,di un riconoscimento della sovranità delKossovo.

Qual è il supporto che le imprese e glioperatori italiani possono trovare inSerbia da parte delle Istituzioni delnostro Paese?

A Belgrado, insieme all'Ambasciata e al-l'Istituto italiano di cultura, sono presentianche l'Istituto del Commercio Estero euna Unità di Cooperazione allo Sviluppo,oltre alla Camera di Commercio Italo-Ser-ba. Operiamo tutti in un contesto di strettacollaborazione per rispondere alle richie-ste di informazione e di assistenza da par-te degli operatori economici e sociali. A li-vello istituzionale è stato recentementecreato un "Business Council" italo-serboche raccoglie le eccellenze imprenditoria-li dei due Paesi e che affianca l'attività chesi svolge a livello di vertici e comitati inter-governativi. E', insomma, un canale di dia-logo diretto tra imprenditori e istituzioni deidue Paesi investito di un importante ruolopropositivo.

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L’Ambasciatore italiano in Serbia, Armando Varricchio

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ECONOMIA

Si aggiunge la presenza dei gruppi assicu-rativi Generali e Fondiaria SAI con unaquota complessiva di mercato vicina al45%. E ci sono altre 200 imprese italianeanche di medie e piccole dimensioni chehanno iniziato ad investire nel Paese. Traqueste, produttori di maglieria come Calze-donia, Pompea e Golden Lady, aziendedel settore costruzioni e della filiera arre-do/componenti per l'edilizia, utilities e pro-duttori di energia.Molte hanno colto l'opportunità del vastoprogramma di privatizzazioni che è statorealizzato nell'ultimo decennio. Altre han-no avviato rapporti stabili di subfornituracon imprese locali per poi decidere di as-sumere partecipazioni dirette o di investi-re in proprio.

Il Sistema Italia sta svolgendo un ruolo diprimo piano per rilanciare la Serbia nel-l'alveo dell'integrazione politica ed eco-nomica con l'Europa. Sul fronte delle im-prese, non c'è solo il nuovo grande inve-stimento di Fiat Auto (e della Marelli). InSerbia sono insediate anche le due mag-giori banche italiane, Unicredit e IntesaSanpaolo, con una quota di mercato cre-ditizio pari a circa il 25%.Sono strategiche. Grazie a una presen-za diffusa sul territorio, hanno potuto ac-quisire in questi anni una conoscenzadettagliata del tessuto economico e del-le imprese serbe che oggi è a disposi-zione degli operatori italiani ed europeiinteressati a valutare le numerose oppor-tunità offerte dal Paese.

Le grandi opportunità di un Paesecollocato al centro dei Balcani

Belgrado - Panorama al tramonto

Il tasso di crescita del PIL, negli anni precedenti la crisifinanziaria, è rimasto stabilmente superiore al +5%. La Serbia guarda all'Europa ma anche in direzione del mercatorusso e di quello turco

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Con un regime fiscale molto favorevole(gli utili societari sono tassati al 10%), uncosto del lavoro particolarmente conte-nuto soprattutto se si considera che ilPaese dispone di un solido sistema for-mativo, ampia disponibilità di risorseumane e forti sovvenzioni alle impreseche creano nuovi posti di lavoro, un si-stema di infrastrutture da (ri)costruire eda adeguare agli standard europei (stra-de, ferrovie e reti urbane), un posiziona-mento geografico estremamente favo-revole al centro dell'Europa Sudorienta-le ai confini con Ungheria, Romania,Bulgaria, Croazia, Bosnia Erzegovina,Macedonia, la Serbia è oggi fortementesostenuta dall'Unione Europea.

Belgrado può quindi beneficiare dei di-versi strumenti (e finanziamenti) comu-nitari mirati a consolidare le istituzioni,modernizzare il Paese, fare crescerel'economia. E a ciò si associa un pro-cesso di avvicinamento della Serbia al-l'Unione Europea che procede gradual-mente ma con certezza e rappresenta laspinta primaria alla modernizzazione edinternazionalizzazione di questa econo-mia. Contestualmente la Serbia mantie-ne un rapporto privilegiato sotto il profi-lo politico ma anche economico (e do-ganale) con la Russia ed anche con laTurchia. L'intreccio di opportunità che ilPaese offre è quindi abbastanza parti-colare e indubbiamente attraente.

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Belgrado - Dall’alto a sinistra: la Cattedrale di Santa Sava, lo Yugoslav Drama Theatre e il ponte sulla Sava. (Fotocomposizione Wikipedia)

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Costo del lavoro e occupazione La media dei salari e stipendi mensili nel-l'industria manifatturiera ammonta a circa40 mila dinari, che corrispondono a circa380 euro. Le retribuzioni medie sono cre-sciute molto nell'ultimo decennio, superan-do la crescita del PIL, ma con evidenti di-sparità: in attività come la ristorazione nonsuperano i 250 euro al mese. Nel compar-to finanziario salgono a 850 euro. Nel Paese c'è comunque carenza di risor-se umane adeguate per posizioni di re-sponsabilità o che comunque richiedonocompetenze elevate. Il tasso di disoccu-pazione è attorno al 16 per cento. I 'pianisociali' che hanno accompagnato il pro-cesso di privatizzazione e ridimensiona-

mento di migliaia di imprese statali, nonsono infatti bastati a riassorbire l'eccessodi manodopera e dipendenti coinvolti in ta-gli agli organici e ristrutturazioni. Si aggiun-gono gli effetti negativi della recente crisimondiale. In cambio molti dati possono es-sere falsati dall'esistenza di una consisten-te quota di economia 'sommersa' che sfug-ge alle rilevazioni.La necessità di affrontare il problemadell'occupazione spiega anche i fortisussidi stanziati dal Governo a favore dichi crea posti di lavoro. Ormai la Serbiapunta più su investimenti 'greenfield'(nuove attività e nuove fabbriche) da par-te di investitori esteri, che sul recuperodi vecchie strutture.

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Belgrado dal satellite. (foto NASA)

L'economia serba è pronta a ripartireSotto il profilo economico, la Serbia ha indubbiamentesofferto della crisi che ha colpito in particolare le esportazionie le produzioni per committenti esteri e l'edilizia. Hannoresistito meglio l'agricoltura e i servizi di telecomunicazione.Per quest'anno è previsto un tasso di crescita del PIL pariall'1,5% che però dovrebbe risalire almeno al 3,5% -4% apartire dal 2011

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Rapporti commerciali con l'Italia

Per la Serbia l'Italia resta un fornitore im-portante: si colloca al terzo posto, conuna quota di poco inferiore al 10%, do-po la Russia (che è il principale fornitore dienergia) e la Germania e prima della Cina.Altri Paesi come Francia, Romania e Un-gheria, seguono a grande distanza. Leprincipali voci dell'export italiano in Serbiasono veicoli, prodotti tessili e di abbiglia-mento, macchinari, medicinali. Lo scena-rio è molto diversificato, ma sostanzial-mente favorevole. Il potere d'acquisto della popolazione nonè elevato ma la Serbia sta crescendo e iconsumatori sono sensibili al richiamo delmade in Italy. Inoltre il Paese non intenderinunciare all'attività manifatturiera. Ma,dopo la caduta del grande mercato dellaex Jugoslavia, ha bisogno di aumentare ilvolume delle esportazioni che attualmen-te coprono una quota limitata del PIL. Percompetere però, non basta il costo del la-voro ridotto. E' necessario sostituire unparco di macchinari in buona parte obso-leto, introducendo tecnologie più moder-

ne ed efficienti: c'è quindi un mercato an-che per la meccanica strumentale italiana.In questo settore gli esportatori del nostroPaese hanno anche accesso a uno stru-mento di credito agevolato, la Linea di Cre-dito del Governo italiano, che consente difinanziare gli acquirenti serbi. Occorre ag-giungere che l'Italia è anche il quarto mer-cato di esportazione per le aziende serbe.Una componente rilevante di questo flus-so è rappresentata da subforniture diaziende locali per committenti italiani neisettori delle calzature, del tessile-abbiglia-mento e del legno-arredo. In quest'ultimosettore, peraltro, la Serbia ha un grandepotenziale competitivo, grazie alla dispo-nibilità di materia prima (il legname), strut-ture e risorse umane qualificate. Rilevan-te anche il potenziale della filiera agricoladel Paese, soprattutto nella regione set-tentrionale della Vojvodina, dove esistonoimportanti estensioni caratterizzate, tutto-ra, da rese molto inferiori alle potenzialitàdel territorio. Riguardano in particolare lefiliere del latte, dell'ortofrutta, dell'alleva-mento, incluse le fasi di conservazione etrasformazione del prodotto.

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Fonte: Economist Intelligence Unit

Tasso di crescita del PIL reale serbo2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

4,5% 4,8% -0,6% 2,4% 8,3% 5,6% 5,2% 6,9% 5,4% -3% 1,5%

Alcune voci significative dell’economia serba2000 2005 2010

Costo orario del lavoro in dollari 1,24 2,11 3,25PIL reale in miliardi di dollari 21 26 30*

Domanda interna aggregata in miliardi di dollari 21 32 36

Investimenti fissi in miliardi di dollari 4 7 8

Importazioni beni e servizi in miliardi di dollari 2005 6 12 12

Esportazioni beni e servizi in miliardi di dollari 4 6 6

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Finanza pubblica Il deficit dello Stato, pari a 1,2 miliardi dieuro nel 2009 e al 4,2% del PIL appareattualmente sostenibile. Sui conti pub-blici però pesa il costo delle pensioni equello dei programmi sociali per farefronte a licenziamenti e dimissioni. IlFondo Monetario, nel 2009, è andato in-contro alle esigenze del Paese con unprestito standby di quasi 2,9 miliardi didollari. Il debito estero della Serbia am-monta a circa 22 miliardi di dollari a cuisi aggiungono altri 5 miliardi di passivitàdi banche e istituzioni private. Comples-sivamente la situazione dei conti pubbli-ci viene considerata sostenibile dalle or-ganizzazioni e dagli analisti internazio-nali anche se il Governo di Belgrado ri-schia di dover affrontare le conseguen-ze di misure impopolari con ulteriori, pre-vedibili tagli occupazionali tra i dipen-

denti dello Stato, possibili aumenti del-l'IVA e un eventuale prolungamento delblocco delle pensioni che vengono pro-gressivamente erose dal tasso di infla-zione che oscilla tra il 3,5 e il 5 per cen-to annuo.

Bilancia dei pagamenti

La Serbia, oggi, importa più di quantoesporti. Le principali voci dell'export sonoi prodotti della metallurgia, cereali, ortofrut-ta. La progressiva svalutazione del dinaroa fronte dell'euro e anche del dollaro ren-de però il Paese particolarmente competi-tivo. A riequilibrare la bilancia dei paga-menti poi, contribuiscono le rimesse dei la-voratori serbi dall'estero, l'afflusso di inve-stimenti esteri, i finanziamenti esteri e al-cune voci dei servizi con particolare riguar-do al turismo.

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Novi Sad - La piazza centrale (foto: www.novisad.cc)

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Più in dettaglio la situazione è la se-guente:

Unione Europea: da quest'anno è entra-to in vigore il trattato di libero scambio traSerbia e Unione Europea che entro sei an-ni realizzerà un mercato unico con la UE.Il quadro è definito dall'accordo di Associa-zione e Stabilizzazione che prelude al fu-turo accesso della Serbia all'Unione Euro-pea. Un importante risultato è la liberaliz-zazione dei visti per cui oggi i cittadini ser-bi possono entrare liberamente nei PaesiUE (area Schengen) e di qui anche in Ita-lia, così come i cittadini UE possono entra-re liberamente in Serbia (basta la cartad'identità valida per l'espatrio).

Russia: la Serbia ha siglato con Mosca unaccordo che prevede la graduale elimina-zione delle barriere all'esportazione deiprodotti serbi verso il mercato russo. Il Paese importato-re regola le questioni relative all'origine deiprodotti, in conformità con i principi dell'Or-ganizzazione Mondiale per il Commercio.Restano sottoposti a dazio elettrodomesti-ci, veicoli a motore e diversi prodotti ali-mentari (pollame, zucchero, cioccolato,bevande alcoliche). L'accordo in questio-ne è il primo di questo tipo che la Russiaha firmato con un paese al di fuori dellaComunità degli Stati Indipendenti.

Turchia: nel gennaio di quest'anno è entra-to in vigore un accordo di libero scambioche prevede una liberalizzazione asimme-trica a favore della Serbia. Gli imprenditoriserbi potranno esportare i loro prodotti ver-so il mercato della Turchia senza dazi do-ganali mentre la liberalizzazione dalla par-te Serba si completerà solo nel 2015. LaSerbia potrà proteggere in particolare i set-tori: agricolo, tessile e metallurgico.

Efta: il Governo serbo ha sottoscritto nel2009 un accordo di libero scambio con ipaesi dell'Associazione Europea per il Li-bero Scambio (EFTA) che include Islanda,Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Bielorussia: un accordo stipulato a Minsknel 2009 prevede il graduale abbandonodi dazi tra i due Paesi per tutti i prodotti adesclusione di automobili usate, autobus,gomme, zucchero, tabacco e bevande al-coliche.

USA: le esportazioni negli Stati Uniti sonogestite secondo il Sistema Generalizzatodelle Preferenze (Generalized System ofPreferences - GSP) che fornisce attual-mente un ingresso preferenziale libero dadazi per oltre 4.650 prodotti, inclusa lamaggior parte dei beni finiti e semi-finiti edeterminati prodotti agricoli e dell'industriaprimaria.

Leggi gli aggiornamenti suwww.notiziariofarnesina.ilsole24ore.com

Una fitta rete di accordi economici e commercialiL'interesse della Serbia, sotto il profilo della localizzazionegeografica, risiede nei rapporti commerciali bilateraliinstaurati con un vasto arco di Paesi. Unione Europea eRussia, come principali punti di riferimento, ma anche gli altriPaesi della ex Jugoslavia e dell'Europa Centrale, la Turchia ela Grecia, con relazioni privilegiate

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La direttrice principale è il cosiddetto Cor-ridoio X, che attraversa tutta la Regionedei Balcani in direzione nord-sud. In prati-ca congiunge l'Austria con la Grecia. Finoa Zagabria, in Croazia, il corridoio coinci-de con l'autostrada E 59 e i collegamentistradali sono in buone condizioni. Dopoperò, la situazione peggiora. In particola-re, il tratto serbo è di circa 792 chilometrie va dal confine croato fino a quello mace-done. Ha due importanti diramazioni: una,che parte da Novi Sad, nel nord del Pae-se, in direzione di Budapest. E una moltopiù a sud, di un centinaio di chilometri, che

da Nis porta al confine bulgaro in direzio-ne di Sofia. Lungo il percorso sono in cor-so lavori di ampliamento ma devono esse-re completate alcune tratte fondamentali,con particolare riguardo a quelle che daNis portano al confine macedone e al con-fine bulgaro e anche le circonvallazioni cheevitano l'attraversamento delle maggioricittà, inclusa Belgrado.L'Italia si è fatta promotrice di un'ulterioredirettrice, il cosiddetto corridoio 11, che dalporto montenegrino di Bar, sull'altra spon-da dell'Adriatico, all'altezza di Ancona, en-tra in Serbia attraversando il Paese da

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Infrastrutture: il Paese ora punta sui grandi corridoi e sull'energiaLa ex Jugoslavia non c'è più ma la Serbia, con Belgrado postaal centro del Paese, resta, soprattutto per l'Italia, uno snodoobbligato in direzione di Romania, Bulgaria, Grecia e Turchia.Il Paese si inserisce nel sistema europeo dei trasporti (i cosiddetti"corridoi") lungo diverse direttrici. E sotto il profilo energeticopunta a valorizzare il grande potenziale idroelettrico

L’autostrada tra Belgrado e Novi Sad

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ovest a est in direzione della Romania edell'Ucraina. In particolare il progetto pre-vede un'autostrada e un collegamento fer-roviario tra Bar e Belgrado. Il primo trattostradale, lungo 170 chilometri, avrebbe uncosto di circa due miliardi di euro ma con-sentirebbe di accorciare da 5 a 2 ore i tem-pi di percorrenza da Bar fino al confine ser-bo. L'aspetto rilevante dei corridoi è cheper il loro completamento sono disponibilifondi messi a disposizione dall'Unione Eu-ropea, dalla Banca Europea di Ricostru-zione e Sviluppo, dalla Banca Europeadegli Investimenti, e dalla Banca Mon-diale. In questo contesto si inserisce, condiverse iniziative, anche il Sistema Italia. Di particolare rilievo il ruolo assunto da Ital-ferr, la società di progettazione delle Fer-rovie dello Stato italiane, che ha assistitoil Governo serbo nella realizzazione delMaster Plan dei trasporti e sta redigendoil piano di manutenzione, riabilitazione erilancio della rete ferroviaria che misuraquasi 4.500 chilometri ed è in gran parteobsoleta. Tra le attività collegate si inseri-scono la progettazione di un grande pon-te stradale e ferroviario sul Danubio e l'at-tivazione di un sistema RMS (Railway Ma-

nagement System) per la supervisione del-la rete ferroviaria, in consorzio con Tec-nogamma e MerMec (veicoli diagnostici). Nei prossimi anni un capitolo di primariaimportanza si apre nel settore dell'energia.La Serbia dispone di un grande potenzia-le idroelettrico e anche per altre energierinnovabili (eolico, biomasse ecc). In que-sto contesto alcune imprese italiane comeil gruppo Maccaferri, hanno iniziato adoperare nel settore mini-idro lungo il fiumeSava. Ma nel Paese esiste anche un con-sistente potenziale non sfruttato per cen-trali di dimensioni molto maggiori, in parti-colare su fiumi come la Drina e l'Ibar. Il Governo di Belgrado sta mettendo a pun-to diversi grandi progetti che stanno susci-tando l'interesse di importanti gruppi italia-ni come Enel, Edison, A2A. L'obiettivo èdi produrre elettricità per coprire il fabbiso-gno locale ma anche di esportare una quo-ta consistente di energia 'pulita' in direzio-ne dell'Italia collegandosi, attraverso unpotenziamento delle reti di trasporto ser-be e montenegrine, con l'elettrodotto Mon-tenegro-Italia, costruito da Terna, che mi-surerà 450 chilometri di cui 390 km posa-ti sotto l'Adriatico.

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La ferrovia tra Zajecar e Nis (foto:Simon Daniel)

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All'interno delle zone esistono diversivantaggi per l'avvio di un'attività produt-tiva:• le merci importate sono esenti da Iva;• le importazioni e le esportazioni da everso una zona franca non sono sogget-te alle normali procedure di controllo do-ganale, né a possibili quote e limitazio-ni imposte al commercio estero; • macchinari, materiali da costruzione ematerie prime (se usate per produrre benifiniti per l'esportazione) possono essereimportati senza dazio;• all'interno della zona è possibile utilizza-re liberamente la valuta estera ottenuta at-

traverso le operazioni di importazione-esportazione;• i redditi generati possono essere trasfe-riti senza alcuna restrizione.

Le zone franche sono considerate extrater-ritoriali, quindi occorre sottoporsi alle norma-li procedure e pagare dazio per poter ven-dere in Serbia i beni prodotti al loro interno.Questa regola però non si applica se alme-no il 50 per cento del valore del bene è sta-to prodotto all'interno della zona franca (nelqual caso il bene viene considerato serboa tutti gli effetti, e può liberamente circola-re nel Paese).

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Le zone franche attraggono gli investitoriIn Serbia sono state create 5 zone franche a Subotica, Novi Sad, Pirot, Zrenjanin, Kragujevac. Altre se ne dovrebberoaggiungere a Apatin, Sabac, Uzice e Nis. Sono tutte localizzatein prossimità di grandi città o in aree ben collegate

Oggi si può affermare che l'Italia è il Paeseche maggiormente difende le ragioni di unpossibile ingresso della Serbia nell'UnioneEuropea. Tra Italia e Serbia, ogni anno, sitiene un vertice a livello di Capi di Stato eGoverno. È l'unico Paese della UE con cuiquesto avviene. In questo contesto, Italia eSerbia hanno siglato diversi accor-di-quadro in cui sono stati de-finiti interventi specificinei settori dell'energia,delle infrastrutture etrasporti, dell'agricol-tura, della riqualifica-zione ambientale e della ricercascientifico-tecnologica. E soprat-tutto è stato creato un Business Coun-cil Italo-Serbo in cui sono

gli imprenditori dei due Paesi a identificarele iniziative possibili per promuovere l'inter-scambio, gli investimenti e più in generale lacooperazione economica che è supportataanche da diversi strumenti agevolativi. Le operazioni di aziende italiane con la Ser-bia hanno accesso ai diversi strumenti ge-stiti dalla Simest (finanziamento di jointventures e attività societarie, apertura dibasi logistiche e commerciali ecc.), all'as-sicurazione crediti della Sace e ai finanzia-menti del Fondo Italiano per i Balcani.Tra questi la Linea di Credito del Governo

italiano che copre fino al 75% dell'impor-to relativo a macchinari italiani ac-

quisiti da imprese serbe.

In Europa l'Italia è il partner di riferimento

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Restano ancora 180 aziende rimaste sen-za compratori dopo tre aste successive acui si aggiungono un'ottantina di casi diaziende che dovranno essere rimesse sulmercato in quanto gli acquirenti non sonostati in grado di mantenere le promessefatte e di far ripartire l'attività. È il caso adesempio di una fabbrica di ceramica in Voi-vodina che ha cambiato di proprietà 23 vol-te. Inoltre restano sul tappeto alcune im-portanti operazioni. Riguardano in partico-lare le seguenti aziende:- Energoprojekt, localizzata a Belgrado,opera nel settore costruzioni ed ingegne-ria. Ha una buona reputazione internazio-nale, con più del 50% del fatturato gene-rato nei mercati di Africa, Asia, Sud Ame-rica e Medio Oriente.

- Metalac, localizzata a Gornji Milano-vac, è controllata per il 40% da dipen-denti e management ed è un affermatoproduttore di attrezzature per cucine inEuropa. Esporta nella UE, in Russia enei Paesi della Regione. - Galenika Fitofarmacija, produce farma-ci. È localizzata a Zemun e ha accordi congrandi case farmaceutiche mondiali comeDow Chemicals e United Phosphorus.Punta a esportare sul mercato UE ma ne-cessita di investimenti per adeguarsi allenormative comunitarie.- JAT, è la compagnia aerea di bandiera. In-teressanti opportunità sono anche nel set-tore dei servizi per l'industria aeronautica.- Telekom, è la compagnia telefonica diStato.

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Un aereo della Jat, la compagnia di bandiera serba (foto www.jat.com)

Privatizzazioni ormai quasi completateIn Serbia, il processo di privatizzazione di buona parte dellepiccole e medie imprese è pressoché completato

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In Brasile stanno pervenendo le prime of-ferte tecniche ed economiche avanzatedalle imprese, o dai consorzi, per il rilan-cio urbanistico del Porto di Rio de Janeiro.La gara è indetta dall'amministrazione del-la metropoli, attraverso una società crea-ta ad hoc. L'azienda o il consorzio che siaggiudicheranno la gara potranno gestire,in regime di partenariato pubblico/privato,il piano di riabilitazione e sviluppo dell'area.Il valore complessivo dell'intera operazio-ne è stimato in massimo 8 miliardi di reaisbrasiliani, al cambio attuale equivalenti acirca 3,5 miliardi di euro.Le linee guida del progetto sono già indi-cate e possono essere visionate sul sito in-ternet www.portomaravilhario.com.br.Gli edifici di maggior spicco sono il Mu-seo del Domani, progettato dall'architet-to spagnolo Santiago Calatrava, e la se-de della Banca centrale. Si aggiungonoun grande acquario e la ristrutturazionedi alcuni edifici storici, con la partecipa-zione finanziaria della Fondazione Ro-

berto Marino. Uno di questi è destinatoad ospitare un museo d'arte. La realiz-zazione del piano richiederà importantiinterventi sulla viabilità. La Società per lo sviluppo urbano dellaregione del porto di Rio de Janeiro, con-trollata dal Municipio ma a capitale mi-sto, avrà il compito di supervisionare larealizzazione del piano e di reperire i fi-nanziamenti per gli interventi urbanisti-ci, anche attraverso l'offerta di titoli ob-bligazionari e la prestazione di garan-zie. Il "Porto Meraviglia" fa parte delleopere previste per l'appuntamento deiGiochi Olimpici del 2016 per i quali èprevista la realizzazione di numerose in-frastrutture (soprattutto arterie urbanedirette verso le aree olimpiche). L'altroinvestimento importante riguarderà in-vece il risanamento della Baia di Rio deJaneiro (Guanabara) dall'attuale statodi inquinamento.

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Rio de Janeiro - La nuova area del Porto in un rendering (Foto www.portomaravilhario.com.br)

Il Brasile avvia una gara per il rilancioedilizio dell’area del Porto di RioIl valore dell’operazione stimato in circa 3,5 miliardi di euro

www.consriodejaneiro.esteri.it

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L'economia del Qatar è cresciuta a untasso record del 22,71% nei primi tremesi dell'anno rispetto allo stesso pe-riodo dell'anno scorso, soprattutto gra-zie al consolidamento del prezzo del pe-trolio su livelli superiori alle attese. I da-ti del locale istituto di statistica eviden-ziano una ripresa di quasi tutti i settoriad eccezione del comparto costruzioniche risente tuttora di un notevole rallen-tamento delle attività a seguito della cri-si finanziaria internazionale. Da segna-lare la forte crescita del settore manifat-turiero (+15,5%) nel periodo in esame,segno probabilmente che la politica didiversificazione economica perseguitadal Qatar comincia a dare frutti. L'inflazione nel mese di giugno ha fattoregistrare un calo del 2,8% rispetto al giu-gno 2009. Solo marginale (+0,1%) l'in-cremento rispetto a maggio 2010. Va det-

to tuttavia che il dato complessivo è in-fluenzato dal forte calo degli affitti, men-tre altre componenti dell'indice dei prez-zi al consumo (alimentari, arredamento,tessili ed elettrodomestici) hanno rico-minciato a crescere sensibilmente.

Bilancio dello Stato in forte attivo

L'istituto finanziario QNB Capital, sullabase dei dati disponibili e dell'attualeprezzo del greggio, prevede per il Qatarun attivo di bilancio di oltre 2,63 miliar-di di dollari e una crescita del PIL pariall'11,3% in termini reali quest'anno edel 9,6% nel 2011. In luglio per il Qatarè arrivata anche la promozione (AA) del-l'agenzia di rating Standard & Poor'sper il debito sovrano del Paese.

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Il Pil cresce del 22,7% nel I semestre,procedono gli investimentiIl risultato è imputabile alla ripresa dei prezzi. Entro fine anno lacapacità produttiva di gas naturale liquefatto salirà a 77 miliardidi tonnellate

Il fondo sovrano del Qatar (Qatar InvestmentAuthority) ha partecipato con un investimen-to di 2,8 miliardi di dollari, all'IPO di Agricultu-ral Bank of China, la prima banca cinese pernumero di clienti. Qatar Investment Authority(QIA) è già titolare di importanti partecipazio-ni in altri istituti finanziari internazionali tracui Barclays e Cre-dit Suisse e nel Lon-don Stock Exchan-ge. Procedono anchegli investimenti nelsettore immobiliare.Qatari Diar ha espres-so interesse per i pro-getti infrastrutturali eresidenziali che prece-deranno e seguiranno igiochi olimpici del 2012,mentre la controllata

Barwa Real Estate ha rilevato da Land Se-curities il progetto edilizio Park House nellazona di West End. Il Qatar intende anche ac-quisire una partecipazione nell'hotel Savoy chesta ultimando un costosissimo restauro (220

milioni di sterline) e par-tecipare all'asta per ilGrosvenor Hotel. ALondra il Qatar con-trolla anche una quo-ta importante di Son-gbird, che a sua vol-ta controlla i CanaryWharf e quest'annoha anche acquisitoper 2,2 miliardi didollari la catena digrandi magazziniHarrod's.

Qatar Investment Authority punta su banche e immobiliare

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Traino dell'economia del Paese restacomunque la filiera del gas naturale li-quefatto (GNL) per la quale il Governoprevede ulteriori stanziamenti per oltre10 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.L'attuale produzione di GNL, pari a 55milioni di tonnellate annue, dovrebberaggiungere 77 milioni di tonnellate en-tro la fine dell'anno grazie al prossimocommissionamento dei nuovi treni di li-quefazione di Qatargas e RasGas. IlQatar punta a sviluppare soprattutto imercati di Europa e Asia mentre sembrasfumare la domanda negli Stati Uniti.Il ministro dell'Energia e Industria, Al At-tiyah, ha recentemente dichiarato che ilQatar potrebbe presto dirottare su altripaesi consistenti quantitativi di GNL (tra12 e 20 milioni di tonnellate annue) ini-

zialmente dirette negli Stati Uniti. In Asiaintanto, Qatar Petroleum ha raggiunto unaccordo con Petrobangla, società ener-getica del Bangladesh, per forniture diGNL del controvalore di circa 1,5 miliar-di di dollari l'anno. Procedono anche iprogrammi di potenziamento della reteelettrica nazionale. In luglio è entrata infunzione la prima tranche della nuovamegacentrale di Ras Laffan C, con unapotenza pari a 1833 MW. Con il comple-tamento delle rimanenti fasi, entro il2011, l'impianto raggiungerà una capa-cità massima di 2.730 MW che sarannoin parte utilizzati per produrre 238 milio-ni di litri di acqua desalinizzata.

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Il Qatar si è candidato ad ospitare i mondia-li di calcio del 2022 e ha presentato alla FI-FA un ambizioso programma che prevedela costruzione di 12 nuovi stadi, 70.000 ca-mere di albergo in aggiunta a investimentiper 43 miliardi di dollari per il potenziamen-to della rete stradale e autostradale, dei tra-sporti pubblici e dell'offerta turistica. Obiettivo del Paese è di cogliere l'opportu-nità per lanciarel'industria turisti-ca su cui si fondauna parte signifi-cativa dei progettidi diversificazionedell'economia in-terna. Buona parte di que-ste iniziative proce-derà comunque an-che indipendente-mente dal verdettoFIFA. Tra questi ilnuovo aeroporto in-

ternazionale (capace di gestire un traffico di50 milioni di passeggeri all'anno), che do-vrebbe essere completato nel 2012, e la me-tropolitana (in giugno sono cominciati i lavo-ri per la costruzione della prima stazione cheè localizzata nel nuovo aeroporto). Intanto dalla società danese Cowi è arriva-to il via libera tecnico

al tunnel stradalesottomarino chedovrebbe collega-re i due estremidella baia di Doha.Nonostante l'esitopositivo dello stu-dio di fattibilità, leautorità del Qatarstanno esami-nando possibilialternative altunnel, tra cui lacostruzione diun ponte o diuna causeway.

Doha si candida per i mondiali FIFA 2022 con megaprogetti per stadi, hotel, infrastrutture

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Il Presidente indonesiano Yudhono, in oc-casione del 65esimo anniversario dell'In-dipendenza indonesiana, ha presentato alParlamento riunito in sessione plenaria, alGabinetto dei Ministri e alla comunità inter-nazionale il budget 2011 e le previsioni ma-croeconomiche sottostanti. Il quadro ap-pare oltremodo positivo: crescita del PILpari al 6,3% (il 2010 dovrebbe chiudersicon una crescita del 5,8% atteso) e tassodi inazione stabilmente assestato attornoal 5,3% nel 2011. Anche nel medio-periodo, ovvero nel quin-quennio 2010-2014, il PIL dovrebbe cre-scere entro una forchetta tra il 6,4 e il 7,7%con andamento stabilmente crescente. Leprevisioni 2011 sembrano incontrare il ge-nerale consenso di economisti e stampa.Maggiori incertezze gravano, ovviamente,sullo scenario degli anni successivi. Moltodipenderà dall'andamento dell'economiainternazionale e anche dalla capacità delGoverno di superare alcuni noti nodi strut-turali del Paese: procedure burocratiche,implementazione effettiva del budget pre-visto, coordinamento tra Governo centra-le e Autorità locali, realizzazione del pianoinfrastrutturale, agevolazione e afflussodegli investimenti diretti.

INDO

NESI

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Java - una risaia

www.ambjakarta.esteri.it

Yudhono ottimista sull’economiaPartono nuovi investimentiCrescita prevista del PIL pari al 6,3% nel 2011 con andamentocrescente nel 2012. Entrate scali in aumento consentirannomaggiori investimenti. Debito pubblico contenuto e riservevalutarie pari a 78 miliardi di dollari

Jakarta investirànelle infrastrutture

Tra gli elementi più signicativi del piano, l'au-mento di 121.700 miliardi di rupie (13,57 mi-liardi di dollari), soprattutto per nanziare ope-re infrastrutturali. L'aumento, pari al 28%, con-tribuirà ad accrescere il decit pubblico dall'at-teso 1,5% del 2010 all'1,7% nel 2011, in ognicaso su livelli non preoccupanti. Le entrate do-vrebbero al contempo aumentare non solodata la buona performance economica, maanche grazie a una più capillare e accuratascalità (+14,5%), che qui ha uno dei più bas-si tassi di penetrazione al mondo (11,9% sulPil). Il budget 2011, del valore di 823.630 mi-liardi di rupie, vede allocate le quote di spesapiù ingenti ai Ministeri dello Sviluppo Econo-mico (11,61%), Istruzione (9,96%) e Difesa(5,48%). ll 63,79% andrà a coprire i servizi ge-nerali di interesse pubblico. Ulteriori note po-sitive sono lo stimato aumento delle riserve invaluta estera (78 miliardi di dollari) e il perdu-rare della stabilità valutaria (con la rupia nego-ziata a 9.000- 9.200 contro 1 USD). In sostan-za, l'intervento del Presidente è stato impron-tato a un generale ottimismo sulla sostenibili-tà della crescita economica, basata in primoluogo sul consumo interno, ma anche su sfor-zi per raggiungere una maggiore competitivi-tà commerciale e su nuovi investimenti.

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www.ambtelaviv.esteri.it

Israele - Irrigazione computerizzata nel deserto del Negev

Il risultato è imputabile all'aumento dei con-sumi privati (8,7%), dell'export di merci(15,8%) e degli investimenti nel settore im-mobiliare residenziale (10,9%). Nel mese diluglio l'indice dei prezzi al consumo ha fattoregistrare un incremento dello 0,5%. Negliultimi 12 mesi l'indice è aumentato dell'1,8%,mentre dall'inizio dell'anno è aumentatodell'1,1%. Escludendo la voce relativa al co-sto delle abitazioni, che quest'anno ha pe-sato per il 45% sull'aumento dei prezzi, il tas-so diventa di segno negativo (- 0,9%). La Banca Centrale ha deciso di lasciare in-variato all'1,75% il tasso di interesse per ilmese di settembre. Sotto il profilo valutariol'andamento dell'interscambio, con una cre-scita dell'export superiore a quella dell'im-port, si è tradotto in un significativo migliora-mento della bilancia commerciale che in lu-glio si è chiusa con un deficit di 500 milionidi dollari derivante da esportazioni per 4,9miliardi e importazioni per 4,4 miliardi. A lu-glio, le maggiori voci dell'import sono state:materie prime (37%), beni di consumo(15%), macchinari (14%) seguiti da combu-stibili (che dall'inizio dell'anno sono aumen-tati del 47%) e diamanti. I prodotti dell'indu-stria manifatturiera hanno coperto l'83% del

totale delle vendite israeliane all'estero, se-guiti dalle esportazioni di diamanti (16%) einfine dai prodotti agricoli (1%). Il 53% deiprodotti esportati è ad alta tecnologia, convendite all'estero in aumento del 51%. Leesportazioni di prodotti farmaceutici, in par-ticolare, sono cresciute di oltre il 131% an-nuo. Le esportazioni di diamanti, infine, han-no totalizzato nei primi sette mesi del 20105,3 miliardi di dollari rispetto ai 3 miliardi deiprimi sette mesi del 2009. I soli dati disponi-bili segnalano una leggera diminuzione del-l'interscambio di Israele con i paesi dell'Unio-ne Europea, un aumento del 23% delleesportazioni verso gli Stati Uniti e un calo del9,5% nelle importazioni dai Paesi Asiatici.Positivi anche i dati sul turismo. L'anno 5770del calendario ebraico (2009-2010) si avviaa conclusione con un'affluenza record di tu-risti, pari a circa 3,1 milioni, con un incre-mento del 18% rispetto all'anno preceden-te. Il ministro per il Turismo, Stas Misezhni-kov, ha ricordato che a seguito dell'intensaattività di marketing intrapresa Israele inten-de portare l'afflusso di turisti a 5 milioni dipersone nel 2015.

ll tasso di crescita del PILnel II trimestre sale al 4,7% annuoNel secondo trimestre 2010 la crescita del PIL israeliano si èaccelerata: è stata del 4,7% su base annua rispetto al 3,6%del primo trimestre

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ENERGIA

Australia: entra in funzionemegacentrale eolica di Merredin

Nel Western Australia è entrata in fun-zione la mega centrale eolica CollgarWind Farm , a Merredin, che rappresen-ta una delle più importanti realizzazionidel Paese nel campo delle energie rin-novabili. E' dotata di 111 turbine distri-buite su di un'area di 13.000 ettari, conuna capacità totale di 206 megawatt checonsentirà di fornire energia ad oltre130.000 abitazioni. Si ritiene che per-metterà di risparmiare l'emissione di cir-ca 700.000 tonnellate di gas serra.È affiancata da una centrale elettrica agas da 120 megawatt, costruita con loscopo di fornire energia supplementarein caso di calo della produzione eolica edi rispondere al fabbisogno di rete neimomenti di trasmissione da centrali ali-mentate con fonti rinnovabili o nei perio-di di picco dei consumi. L'Iniziativa Strategica sull'Energia per il2030 del Governo del Western Austra-lia per le energie rinnovabili prevede, trale altre, le seguenti iniziative:- stanziamento di 23 milioni di dollari au-straliani per favorire l'utilizzo domesticodelle energie pulite; - finanziamento di 12,5 milioni attraverso ilFondo per lo sviluppo dell'energia a bas-se emissioni per la nuova fase del proget-to di Carnagie Corporation per l'installa-zione a Garden Island di un impianto spe-rimentale da 5 megawatt per la produzio-ne di energia dalle onde marine;- finanziamento di 2,3 milioni per la crea-zione di un Centro di eccellenza perl'energia geotermica..

Turchia: si prepara la privatizzazione delle centrali

L'Amministrazione per le Privatizza-zioni (OIB) sta proseguendo nel proces-so di privatizzazione degli impianti diproduzione di energia elettrica. Le cen-trali a carbone coinvolte sono quella diHamitabat (1.120 MW) a Kirklareli, lacentrale di Soma (1.034 MW) nella pro-vincia di Manisa, la centrale di Çan (320MW) nella provincia di Çanakkale e lacentrale di Seytomer (600 MW) nellaprovincia di Kütahya. Il vice presidentedi OIB, Ahmet Aksu, ha dichiarato chela OIB sta negoziando una serie di mo-difiche legislative con il ministero del-l'Energia, per consentire agli acquirentidi entrare in possesso anche dei terre-ni dove sorgono le centrali oltre che de-gli impianti veri e propri.

Turchia: Agaoglu avvierà un parco eolico

Il gruppo Agaoglu, ha avviato la realiz-zazione di un parco eolico da 94 mega-watt che fornirà corrente elettrica a130mila utenti. Sorgerà a Bandirma, nel-la provincia nord-occidentale di Balike-sir e richiederà un investimento di 100milioni di dollari. Agaoglu, che attual-mente dispone di una potenza di 650MW, punta a portare il portafoglio di pro-duzione eolica a 1000 MW.

Istanbul prepara la privatizzazione della rete gas

Sono una ventina le società che hannomanifestato interesse alla privatizzazio-ne della rete di distribuzione del gas IG-DAS di Istanbul con circa 4,2 milioni diutenti e 4 miliardi di metri cubi di forni-ture gas all'anno. La data della gara perla vendita della rete di IGDAS potrebbeessere annunciata a breve. I proventidella vendita andranno nelle casse del-la municipalità e verranno investiti nel-la costruzione di linee di metropolitanae in altre infrastrutture. Il profitti di IGDS,che impiega 2.176 persone, sono statipari, nel 2009, a 1,4 miliardi di euro.

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Cina: Cargoitaliavola su Shanghai

Cargoitalia ha avviato in settembre unservizio di collegamento aereo bisetti-manale all cargo tra l'aeroporto lombar-do della Malpensa e quello cinese di Pu-dong-Shanghai. Cargoitalia, è control-lata dalla Alis, una holding creata da Al-cide Leali (ex Air Dolomiti) nel 2003.È stata rilanciata nel 2009, quando Ali-talia ha dismesso gran parte delle pro-prie attività nel trasporto delle merci. Daun anno è già attiva sulla rotta HongKong-Milano. In occasione del voloinaugurale su Shanghai i manager del-la società hanno dichiarato che intendo-no verificare la risposta iniziale del mer-cato ma che non escludono un terzo vo-lo settimanale su Shanghai e anche unulteriore collegamento con Pechino ocon il vicino aeroporto di Tianjin.

Kenya: avviate gare per il nuovo porto di Lamu

Il Ministero dei Trasporti del Kenya ha av-viato la procedura di gara per la prima fa-se di lavori del porto di Lamu. Le impreseche intendono candidarsi possono inviarela propria Dichiarazione di Interesse. Laprima fase prevede la costruzione di 3 or-meggi e delle relative infrastrutture. Le ri-cerche ambientali e lo studio di fattibilità so-no stati condotti dalla giapponese JapanPort Consultants ma il finanziamento del-l'opera dovrebbe essere garantito dalla Ci-na. Nei progetti del Governo di Nairobi, ilporto di Lamu dovrebbe inserirsi in un piùvasto corridoio di trasporto in direzione diEtiopia e Sudan (LAPSST: Lamu Port-Sou-thern Sudan-Ethiopia Transport) dotato diun'autostrada transnazionale e di una li-nea ferroviaria. Il porto, geograficamentecollocato in una posizione strategica, do-vrebbe diventare uno dei maggiori scalidell'Africa sub-sahariana ed affiancarequello di Mombasa, in Africa orientale, ser-vendo anche l'Etiopia e il sud del Sudan. Ilprogramma è suddiviso in più tranchessuccessive fino ad arrivare a un totale di22 ormeggi.

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Lamu - La città vista dall’alto (foto Kevin Borland/Wikipedia)

www.consshanghai.esteri.it

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Israele approva la costruzionedi un nuovo aeroporto a Eilat

Il Governo israeliano ha deciso di avvia-re un piano dettagliato per la costruzionedi un nuovo aeroporto internazionale aTimna, località sita a 18 km a nord di Eilat.Il piano, per il quale si prevede un impe-gno finanziario di 56 milioni di NIS (circa11,5 milioni di euro) a carico della IsraelAirports Authority, dovrebbe richiedereun anno di lavoro. Si prevede che il nuovo aeroporto costerà1,7 miliardi di NIS, pari a circa 350 milionidi euro.

MATERIALI DA COSTRUZIONE

Turchia: crescono produzioneed export di cemento

Nei primi 5 mesi del 2010 la produzionedi cemento in Turchia ha superato i 24milioni di tonnellate con una crescita del12,2% rispetto allo stesso periodo del2009. Il 28% della produzione è stataesportata. Le vendite all'estero sono cresciute del6,2%. Fra le 10 prime destinazioni del-l'export di cemento turco figurano l'Iraq,la Siria, l'Italia, la Libia, l'Egitto, la Nige-ria, la Russia, Israele, l'Azerbaijan e laBulgaria. In Italia, la Turchia ha espor-tato 1,3 milioni di tonnellate.

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Diplomazia Economica Italiana - n. 15 - 22 ottobre 2010 22

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Eilat - Veduta aerea (foto Deror Avi/Wikipedia)

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RUSSIA

L'export italiano è in ripresa Nel primo semestre dell'anno, l'inter-scambio tra Italia e Federazione Russa èstato pari a 9,9 miliardi di euro, segnan-do un aumento del 10,1 per cento rispet-to al corrispondente periodo del 2009. Leimportazioni italiane, rappresentate in lar-ga parte dall'energia, sono aumentatedell'11,2 per cento. In valore assoluto am-montano a 6,6 miliardi di euro e, benchéin forte ripresa sul 2009, restano ancoranotevolmente inferiori rispetto a quelle delperiodo ante-crisi. Nel primo semestre del2008 si ragguagliavano infatti a 8,1 mi-liardi di euro. Ma anche le esportazioniitaliane evidenziano una sostenuta dina-mica positiva nel semestre, grazie soprat-tutto all'apprezzabile recupero consegui-to nel mese di giugno (+40,8 per cento ri-spetto allo stesso mese del 2009). La cre-scita nel semestre è stata dell'8,2 per cen-to rispetto al corrispondente periodo del-lo scorso anno. Anche il risultato di giu-gno è stato particolarmente positivo (685milioni di euro rispetto ai 486 di giugno2009), benché tuttora ancora lontano dailivelli ante-crisi. Nel 2008 le nostre espor-tazioni nello stesso mese si erano rag-guagliate a 833 milioni di euro. L'analisidei dati riguardanti le principali categoriemerceologiche su base semestrale mo-stra una ripresa soprattutto nel compartodei mezzi di trasporto (+87,8 per cento),in quelli degli alimentari (+34,4 per cen-to) e della chimica (+33,4 per cento). Indiminuzione appaiono tuttavia le venditein Russia di prodotti tessili e dell'abbiglia-mento (-5,3 per cento).

TURCHIA

Riprende la domanda estera,disoccupazione in calo

In Turchia cala la disoccupazione: il nu-mero totale delle persone registrate sen-za lavoro è sceso di 536 mila unità, edè ormai al di sotto dei 3 milioni di unitàcorrispondente all'11% della forza lavo-ro. I dati sono stati diffusi da TurkStat,l'ente statistico turco che ha evidenzia-to anche come la forza lavoro turca siacresciuta di un milione di unità nell'ulti-mo anno, passando da quota 24,84 a ol-tre 25,9 milioni.A trainare sono la ripresa dell'economiae della domanda estera. Il PIL del Pae-se, secondo le ultime valutazioni, sareb-be cresciuto dell'8-9% su base annuaanche nel secondo trimestre del 2010,dopo aver registrato una crescitadell'11,7% nei primi tre mesi. Sul fronte dell'export, le imprese turchestanno conseguendo ottimi risultati suimercati mediorientali e centroasiatici.Negli ultimi tre anni l'export è aumenta-to del 37% in Ucraina, 54,2% in ArabiaSaudita, 29,5% in Iran, 35,7% in Siria,62% in Turkmenistan e 55% in Kuwait.Il tasso di utilizzo degli impianti nel set-tore manifatturiero, è risalito sopra al73% in agosto rispetto al 68% in luglio.

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Murmansk - Il porto

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UCRAINA

Economia in ripresa, cresce l’interscambio con Italia

L'economia ucraina ha confermato i se-gnali di ripresa in atto chiudendo il pri-mo semestre 2010 con una crescita delPIL pari al +5,5% su base annua, e in-crementi delle esportazioni e delle im-portazioni superiori, rispettivamente, al33% e al 29 per cento.Anche le esportazioni italiane versol'Ucraina sono cresciute di oltre il21%. Ma soprattutto si è registrato unvero boom nelle nostre importazioni dal-l'Ucraina (+117% su base annua ), ascri-vibili ai semilavorati ferrosi acquistati daaziende manifatturiere italiane in con-nessione con la ripresa della produzio-ne e la ricostituzione delle scorte dopola fase recessiva del 2008-2009.

L'Italia è attualmente il maggior clien-te dell'Ucraina nella UE e il terzo in ter-mini assoluti. Il modello di scambio ve-de l'Italia esportare principalmente mac-chinari per l'industria e l'edilizia, mobili,prodotti del sistema moda/persona (ab-bigliamento, calzature ed altri accesso-ri), mentre l'Ucraina vende all'Italia pre-valentemente prodotti siderurgici, distil-lati, prodotti chimici di base e petrolchi-mici, olii vegetali, pietre naturali, legno epelli. L'afflusso di investimenti diretti este-ri verso l'Ucraina nel primo semestre èstato di 375 milioni di dollari. L'ammon-tare complessivo di investimenti stranie-ri nel paese è valutato in 40 miliardi didollari concentrati a Kiev, Dneprope-trovsk e Kharki. Gli investimenti di origi-ne italiana (considerati gli investimenti ef-fettuati tramite controllate estere) è sti-mabile attorno ai 4,5 miliardi.

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Kiev - L’aeroporto

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TUNISIA

Salute Dal 24 al 27 febbraio 2011 avràluogo a Tunisi la prima edizione del Sa-lone "OIC Health Expo" e la secondaedizione del Salone "Tunisia Health Ex-po" organizzati dalla Société des Foi-res Internationales in collaborazionecon il Centro Islamico per lo Sviluppodel Commercio.Entrambe le manifestazioni sono dedi-cate al settore della salute. Ulteriori in-formazioni sono disponibili sul sito webwww.fkram.com.tn oppure contattan-do la Société des Foires Internationa-les ai numeri di telefono 0021671730111-731111 e fax 0021671 730666 eall'indirizzo e [email protected]

Franchising Dall'1 al 3 dicembre 2010,la Camera di Commercio ed Industriadi Tunisi (CCIT) in collaborazione conle Camere di Commercio del Mediter-raneo (ASCAME) e in partenariato conl'Unione Tunisina dell'Industria, delCommercio e dell'Artigianato organiz-za la seconda edizione del Salone Tu-nisino del franchising "Tunis-MedFran-chise". Ulteriori informazioni sulla ma-nifestazione e sulle modalità di parteci-pazione sono disponibili sul sito webwww.tunis-medfranchise.com

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Newsletter quindicinale realizzata da Il Sole 24 Ore Radiocor in collabora-zione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Direzione Generale per la Coo-perazione Economica della Farnesina: [email protected] www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese

Direttore Responsabile:Fabio TamburiniProprietario ed Editore:Il Sole 24 ORE S.p.A. Radiocor Agenzia d’informazione Redazione:Via Monte Rosa, 91 20149 Milano Tel: 02.30221 - Fax: 02.3022.481

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Tunisi - Il Parco Espositivo del Kram