SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION REPORT · Metodologia e ipotesi utilizzate per la valutazione...
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SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION
REPORT Relazione sulla solvibilità e sulla condizione finanziaria
Indice
SUMMARY 7
A. ATTIVITÀ E RISULTATI 11
A.1. ATTIVITÀ 13 A.1.1. Informazioni generali 13 A.1.2. Aree di attività ed aree geografiche di business 15 A.1.3. Fatti sostanziali relativi all'attività o di altra natura 16 A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE 17 A.2.1. Risultati conseguiti 17 A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO 25 A.3.1. Risultati delle attività di investimento 25 A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ 26 A.4.1. Risultati di altre attività 26 A.5. ALTRE INFORMAZIONI 26
B. SISTEMA DI GOVERNANCE 27
B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE 29 B.1.1. Struttura, ruoli e responsabilità 29 B.1.2. Politiche retributive 44 B.1.3. Transazioni significative e conflitti di interesse 47 B.1.4. Valutazione dell'adeguatezza dell'organo amministrativo 48 B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ 49 B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL
RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ 54 B.3.1. Sistema di gestione dei rischi 54 B.3.2. Funzione di risk management 56 B.3.3. Principi, obiettivi e procedure ai fini ORSA 57 B.3.4. Processo di determinazione del fabbisogno di capitale 58 B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO 59 B.4.1. Overview del sistema di controllo interno 59 B.4.2. Funzione di compliance 61 B.4.2.1. Ruoli e obiettivi 61 B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO 62 B.5.1. Ruoli e obiettivi 62 B.6. FUNZIONE ATTUARIALE 64 B.6.1. Ruoli e obiettivi 64 B.7. ESTERNALIZZAZIONE 65 B.8. ALTRE INFORMAZIONI 65
C. PROFILO DI RISCHIO 67
C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE 69 C.1.1. Descrizione del rischio 69 C.1.2. Esposizione 70 C.1.2.1. Misure di valutazione 70 C.1.2.2. Rischi sostanziali 71 C.1.3. Tecniche di mitigazione 72 C.1.4. Sensitivity analysis e stress test 73 C.2. RISCHIO DI MERCATO 74 C.2.1. Descrizione del rischio 74 C.2.2. Esposizione 74 C.2.2.1. Misure di valutazione 75 C.2.2.2. Rischi sostanziali 75
C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persone prudente 76 C.2.3. Tecniche di mitigazione 76 C.2.4. Sensitivity analysis e stress test 77 C.3. RISCHIO DI CREDITO 78 C.3.1. Descrizione del rischio 78 C.3.2. Esposizione 78 C.3.2.1. Misure di Valutazione 78 C.3.2.2. Rischi sostanziali 79 C.3.3. Tecniche di mitigazione 79 C.3.4. Sensitivity analysis e stress test 80 C.4. RISCHIO DI LIQUIDITÀ 81 C.4.1. Descrizione del rischio 81 C.4.2. Esposizione 81 C.4.2.1. Misure di valutazione 81 C.4.2.2. Rischi sostanziali 82 C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni 83 C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita 83 C.4.3. Tecniche di mitigazione 84 C.4.4. Sensitivity analysis e stress test liquidità 84 C.5. RISCHIO OPERATIVO 85 C.5.1. Descrizione del rischio 85 C.5.2. Esposizione 85 C.5.2.1. Misure di valutazione 86 C.5.2.2. Rischi sostanziali 87 C.5.3. Tecniche di mitigazione 87 C.5.4. Sensitivity analysis e stress test 88 C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI 89 C.6.1. Descrizione dei rischi 89 C.6.2. Esposizione 89 C.6.2.1. Misure di valutazione 90 C.6.2.2. Rischi sostanziali 91 C.6.3. Tecniche di mitigazione 91 C.6.4. Sensitivity analysis e stress test 92 C.6.5. Operazioni infragruppo 92 C.6.6. Concentrazione 94 C.7. ALTRE INFORMAZIONI 94
D. VALUTAZIONE A FINI DI SOLVIBILITÀ 95
D.1. ATTIVITÀ 97 D.1.1. Valore delle attività alla data di valutazione 97 D.1.2. Metodologia e ipotesi utilizzate per la valutazione degli attivi 98 D.2. RISERVE TECNICHE 103 D.2.1. Riserve tecniche no life 103 D.2.1.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 103 D.2.1.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 103 D.2.1.3. Incertezza delle riserve tecniche 105 D.2.1.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 106 D.2.1.5. Misure di garanzia a lungo termine 106 D.2.2. Riserve tecniche life 108 D.2.2.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione 108 D.2.2.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche 108 D.2.2.3. Incertezza delle riserve tecniche 111 D.2.2.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo 111 D.2.2.5. Misure di garanzia a lungo termine 112 D.3. ALTRE PASSIVITÀ 113
D.3.1. Valore delle altre passività alla data di valutazione 113 D.3.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle altre passività 113 D.4. METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE 118 D.5. ALTRE INFORMAZIONI 118
E. GESTIONE DEL CAPITALE 119
E.1. FONDI PROPRI 121 E.1.1. Obiettivi, politiche e processi per la gestione dei fondi propri 121 E.1.2. Struttura, tiering e qualità dei fondi propri 122 E.2. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO 125 E.2.1. Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) 125 E.2.1.1. Importo e struttura del requisito patrimoniale di solvibilità 125 E.2.1.2. Semplificazioni adottate nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità 126 E.3. UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO 126 E.4. ALTRE INFORMAZIONI 126
F. ALLEGATO: TEMPLATES FOR THE SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION REPORT 127
G. RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 145
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Summary
Il documento SFCR è stato prodotto in conformità con la normativa Solvency II e in particolare con il Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014 e con il Regolamento attuativo Ivass n. 33 del 6 dicembre 2016.
Overview societaria
La Società Italiana Assicurazioni ha per oggetto l’esercizio dell’assicurazione in tutti i rami Danni e Vita; essa è presente sull’intero territorio nazionale e offre i suoi servizi alla collettività: persone, famiglie, imprese.
La Società è controllata al 100% dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni e, in coerenza con i principi riconducibili alla forma societaria mutualistica della Capogruppo, nonché di quanto previsto dal Codice Etico di Gruppo, le politiche sono improntate alla sana e prudente gestione del rischi in linea con gli obiettivi strategici, la redditività e l’equilibrio delle imprese nel lungo termine attuata tramite uno sviluppo equilibrato del business nelle sue varie componenti e la conservazione di un elevato livello di patrimonializzazione.
Business performance
Il 2016 conferma l’andamento positivo della Società con un utile netto di esercizio pari a 27.822 migliaia di euro, in incremento rispetto al risultato realizzato nello scorso esercizio pari a 21.419 migliaia di euro.
In termini di risultati di sottoscrizione, i premi lordi contabilizzati registrati nel 2016 ammontano a 797.814 migliaia di euro in flessione del 1,9% rispetto allo scorso esercizio. Le Lob Danni hanno realizzato una raccolta premi nel lavoro diretto pari a 527.833 migliaia di euro, in diminuzione dello 0,2% rispetto al 2015. Le Lob Vita evidenziano un calo nella raccolta premi del lavoro diretto del 5,2% e un volume complessivo pari a 295.878 migliaia di euro.
Il combined ratio operativo delle Lob Danni si riduce, passando dal 96,9% del 2015 al 96,1% del 2016.
Sistema di governance
La Società ha sempre posto particolare attenzione nella strutturazione del proprio sistema di governance con l’obiettivo di conseguire gli obiettivi strategici nel rispetto dei limiti di rischio prefissati e di diffondere una forte cultura del controllo dei rischi a tutti i livelli aziendali.
In relazione al sistema di gestione dei rischi, la Società adotta un sistema a “tre linee di difesa”. A fronte degli obiettivi definiti dal Consiglio di Amministrazione (cd risk appetite), le singole funzioni di business sono responsabili della gestione e contenimento dei rischi di loro pertinenza, le funzioni di controllo di secondo livello supportano le funzioni operative nella definizione delle metodologie di gestione dei rischi e monitorano nel complesso l’aderenza del profilo di rischio della Società rispetto al risk appetite, e la funzione di terzo livello (l’Audit Interno) verifica che l’impianto di gestione dei rischi risulti efficace e conforme alle normative interne ed esterne. Tutte le direttive impartire dal Consiglio di Amministrazione in relazione all’impostazione del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sono contenute in apposite policy che vengono implementate sotto la responsabilità dell’Alta Direzione e declinate in limiti operativi a cui le funzioni di business devono attenersi.
Non si segnalano variazioni significative nel sistema di governance nel corso dell’esercizio.
Profilo di rischio
La Società nella determinazione del requisito di capitale regolamentare, in accordo con quanto stabilito dalla normativa comunitaria e da quella nazionale di recepimento, utilizza la standard formula ai fini del calcolo del proprio SCR “Solvency Capital Requirement”. L’SCR è l’ammontare di capitale che deve essere detenuto per far fronte ad eventi estremi che si verificano mediamente una volta ogni 200 anni con l’obiettivo di garantire un’elevata solidità nei confronti degli assicurati.
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Di seguito la rappresentazione del profilo di rischio della Compagnia per singolo modulo di rischio della standard formula prima della diversificazione.
A seguito dell’effetto della diversificazione e dell’aggiustamento per imposte differite e per riserve tecniche, l’SCR ammonta complessivamente a 203.978 migliaia di euro.
Sulle esposizioni principali la compagnia utilizza strumenti di mitigazione del rischio al fine di ridurre l’esposizione nei confronti dei rischi assunti, mediante il ricorso alla riassicurazione, e di limitare le perdite di valore a cui possono incorrere gli asset mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Valutazione ai fini di solvibilità
La Società, ai fini di solvibilità e in coerenza con quanto stabilito dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35 e con il Regolamento Ivass n. 34/2017 ha valutato le attività in conformità ai principi contabili internazionali IFRS/IAS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includessero metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non produca valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, sono stati applicati opportuni modelli di valutazione alternativi. In relazione alle riserve tecniche, in coerenza con il Regolamento delegato 2015/35 con il Regolamento Ivass n. 18/2016 sono state determinate come la “Best Estimate”, ovvero come la media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro a cui è stato aggiunto il “Risk Margin” calcolato come il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Di seguito si riportano i valori di attivi e passivi valutati seguendo i criteri Local Gaap e Solvency II:
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Con riferimento agli attivi, le differenze di valutazione derivano principalmente dalla valutazione delle poste a “fair value” in contrapposizione ai criteri del bilancio civilistico ove prevedano la valutazione al valore di carico. Si segnala che la parte di attivi soggetti a modelli alternativi di valutazione rappresenta una parte del portafoglio residuale pari al 2,72%. Con riferimento ai passivi la principale variazione è determinata dalla sostituzione delle riserve civilistiche con le riserve Solvency II determinate come precedentemente esposto.
Gestione del capitale
Il processo di determinazione dei fondi propri della Società è stato effettuato partendo dalla quantificazione dei fondi propri di base, costituiti dal capitale sociale, dalla riserva sovrapprezzo emissione azioni e dalla riserva di riconciliazione. La riserva di riconciliazione è stata definita come l’eccedenza delle attività sulle passività, valutate secondo i criteri illustrati nel paragrafo precedente. I fondi propri sono stati successivamente classificati per livello (Tier) sulla base dell’effettiva capacità di assorbire le perdite stimate nel processo di calcolo del capitale regolamentare (SCR),
Di seguito una tabella riepilogativa del livello dei fondi propri e del loro Tier.
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Per effetto dei dividendi da erogare alla Capogruppo relativi al risultato dell’esercizio gli Eligible Own Funds della Compagnia ammontano a 566 milioni di euro.
Di seguito il rapporto fra i fondi propri della Compagnia e il capitale regolamentare al 31 dicembre 2016 (importi in milioni di euro).
Il Solvency Ratio della Compagnia è pari a 277,4% e, considerando che il livello minimo prima che vengano attuati interventi di vigilanza è pari al 100%, rappresenta un grado di solidità particolarmente elevato e coerente con gli obiettivi prudenziali che guidano la strategia della Società.
Eligible Own Funds 566 mln
SCR 204 mln
Solvency Ratio 277,4%
A. ATTIVITÀ E
RISULTATI
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A.1. ATTIVITÀ
A.1.1. INFORMAZIONI GENERALI
La Società Italiana Assicurazioni S.p.A. ha per oggetto l’esercizio dell’assicurazione in tutti i rami Danni e Vita; è presente sull’intero territorio nazionale e offre i suoi servizi alla collettività: persone, famiglie e imprese. Ha sede legale e Direzione Generale in via Marco Ulpio Traiano, 18 – 20149 Milano (Italia).
E’ sottoposta alla vigilanza dell’Ivass, con sede legale a Roma, 00198 – Via del Quirinale, 21 e alla Revisione Contabile delle Società E&Y S.p.A., con sede legale a Roma, 00198 – via Po, 32; il Partner responsabile della Revisione Contabile è il dottor Paolo Ancona.
La Società è controllata al 100% dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni, con sede in Torino, ed è soggetta alla direzione e coordinamento da parte della stessa.
Reale Mutua è capogruppo di Reale Group, gruppo operante in Italia, Spagna e Cile nel settore assicurativo attraverso la Capogruppo e le Società controllate e collegate. Il Gruppo è attivo anche nel settore immobiliare, bancario e in quello dei servizi.
Nella tabella che segue si riporta l’elenco delle Società di Reale Group di cui Italiana Assicurazione detiene una partecipazione al 31 dicembre 2016:
Denominazione o ragione sociale Sede Quota di partecipazione
diretta %
BANCA REALE S.p.A. TORINO (ITALIA) 5,00
REALE IMMOBILI S.p.A. TORINO (ITALIA) 14,08
REALE ITES G.E.I.E. TORINO (ITALIA) 0,02
REALE SEGUROS GENERALES S.A. MADRID (SPAGNA) 5,00
ITALNEXT S.r.l. MILANO (ITALIA) 100,00
Rispetto al precedente esercizio, si segnala l’ingresso nel Gruppo di due holding assicurative cilene: Reale Group Latam S.p.A., la cui partecipazione è detenuta al 100% da Reale Seguros, e Reale Group Chile S.p.A., la cui partecipazione è detenuta al 97% dalla sopramenzionata Reale Group Latam.
Si riporta di seguito la composizione del Gruppo al 31 dicembre 2016:
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REALE GROUP al 31 dicembre 2016 (% di interessenza)
(capogruppo)
REALE MUTUA ASSICURAZIONI
Imprese immobiliari Imprese assicurative Imprese di servizi Holding assicurative
100,00 100,00 100,00 100,00
REALE IMMOBILI S.P.A.
ITALIANA
ASSICURAZIONI S.P.A.
BANCA REALE S.P.A.
REALE GROUP LATAM
S.P.A.
100,00 100,00 100,00 97,00
IGAR S.A.
REALE SEGUROS GENERALES S.A.
BLUE ASSISTANCE
S.P.A.
REALE GROUP CHILE
S.P.A.
100,00 100,00
REALE VIDA Y PENSIONES S.A.
REALE ITES G.E.I.E.
97,00 100,00
REALE CHILE SEGUROS
S.A. ITALNEXT S.R.L.
31,43
SARA ASSICURAZIONI
S.P.A.
50,00
CREDEM
ASSICURAZIONI S.P.A.
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A.1.2. AREE DI ATTIVITÀ ED AREE GEOGRAFICHE DI BUSINESS
Italiana Assicurazioni svolge attività di assicurazione e di riassicurazione sia nel comparto Danni che nel comparto Vita. L’attività di riassicurazione è marginale, rappresentando lo 0,03%.
Si riporta di seguito l’incidenza percentuale della raccolta Danni e della raccolta Vita del lavoro diretto sul totale della Compagnia al 31 dicembre 2016 (alla chiusura dell’esercizio precedente percentuali di incidenza rispettivamente pari al 65,86% e 34,14%).
Nei grafici che seguono si riporta l’incidenza percentuale delle singole Lob nell’ambito della raccolta Danni e della raccolta Vita:
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Si segnala infine che la Compagnia opera, oltre che sul territorio italiano, anche in regime di libera prestazione di servizi. La raccolta realizzata all’estero rappresenta lo 0,06% della raccolta totale.
A.1.3. FATTI SOSTANZIALI RELATIVI ALL'ATTIVITÀ O DI ALTRA NATURA
Si segnala che nel corso dell’esercizio 2016 non vi sono stati eventi aziendali che hanno avuto impatto significativo sul business.
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A.2. RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE A.2.1. RISULTATI CONSEGUITI
I commenti che seguono fanno riferimento ai dati riportati nel QRT S.05.01, che specifica le informazioni di premi, sinistri e spese a livello delle Line of Business (Lob) definite dal Regolamento Delegato (UE) 2015/35, utilizzando i principi di valutazione adottati nella redazione del bilancio civilistico nazionale.
Complessivamente i premi netti contabilizzati dalla Compagnia (net premiums written), ammontano a 708.422 migliaia di euro, con un decremento rispetto all’esercizio precedente pari al 1,9%.
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Non life insurance gross direct business 527.833 529.097 −0,2%
Life insurance gross direct business 259.878 274.222 −5,2%
Total direct business 787.711 803.319 −1,9%
Reinsurance accepted 203 180 12,8%
Total direct business + reinsurance accepted 787.914 803.499 −1,9%
Total non life insurance business 528.036 529.277 −0,2%
Total life insurance business 259.878 274.222 −5,2%
Reinsurers' share 79.492 81.383 −2,3%
Net 708.422 722.116 −1,9%
Gestione assicurativa Danni (non life business)
I premi netti contabilizzati (net premiums written) nel 2016, nel confronto con i dati del consuntivo 2015, sono i seguenti:
(in migliaia di euro)
Lob Danni 2016 2015 Variazione
Medical expense insurance 17.223 17.250 −0,2%
Income protection insurance 44.599 44.480 0,3%
Workers' compensation insurance 0 0 ‐
Motor vehicle liability insurance 207.957 219.058 −5,1%
Other motor insurance 42.311 38.817 9,0%
Marine, aviation and transport insurance 4.161 5.112 −18,6%
Fire and other damage to property insurance 116.450 113.730 2,4%
General liability insurance 63.193 59.345 6,5%
Credit and suretyship insurance 13.093 13.177 −0,6%
Legal expenses insurance 7.900 7.513 5,2%
Assistance 6.508 5.909 10,1%
Miscellaneous financial loss 4.438 4.706 −5,7%
Total direct business 527.833 529.097 −0,2%
Reinsurance accepted 203 180 12,8%
Total direct business + reinsurance accepted 528.036 529.277 −0,2%
Reinsurers' share 59.219 64.111 −7,6%
Net 468.817 465.166 0,8%
Le Lob Danni hanno realizzato una raccolta premi nel lavoro diretto (direct business) pari a 527.833 migliaia di euro, con un decremento dello 0,2% rispetto al 2015, riduzione più contenuta rispetto alle dinamiche di contrazione del resto del mercato italiano pari al 1,5%. Il comparto Auto (Lob Motor vehicle liability insurance e Other motor insurance) registra una riduzione della raccolta del 3% rispetto al 31 dicembre 2015, mentre il settore Non Auto (Lob rimanenti) mostra un incremento del 2,3%.
Con riferimento all’andamento dei sinistri nel corso dell’esercizio, nella tabella che segue si riportano l’importo dei sinistri di competenza, costituito dalle componenti dei risarcimenti, della variazione della
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riserva sinistri e dalle spese di perizia e di resistenza (claims incurred) e l’importo delle spese interne di gestione dei sinistri (claims management expenses):
(in migliaia di euro)
Lob Danni Claims incurred Claims management
2016 2015 2016 2015
Medical expense insurance 10.437 9.477 467 517
Income protection insurance 19.419 15.685 1.378 1.565
Workers' compensation insurance 0 0 0 0
Motor vehicle liability insurance 127.939 138.765 9.055 8.460
Other motor insurance 21.901 21.733 1.467 1.613
Marine, aviation and transport insurance 2.013 127 105 86
Fire and other damage to property insurance 71.380 83.498 4.936 4.847
General liability insurance 24.493 34.335 1.816 2.528
Credit and suretyship insurance 5.507 6.857 34 42
Legal expenses insurance 1.336 1.465 65 4
Assistance 4.528 3.784 0 0
Miscellaneous financial loss 159 871 82 72
Total direct business 289.112 316.597 19.405 19.734
Reinsurance accepted 101 96 0 0
Total direct business + reinsurance accepted 289.213 316.693 19.405 19.734
Reinsurers' share 31.579 51.921 0 0
Net 257.634 264.772 19.405 19.734
ll totale del costo relativo ai sinistri di competenza (sommatoria della voce “claims incurred” e della voce “claims management expenses”) e la relativa incidenza sui premi di competenza (rapporto S/P) è riportato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Lob Danni Sinistri di competenza Rapporto S/P
2016 2015 Variazione 2016 2015
Medical expense insurance 10.904 9.994 9,1% 61,8% 58,5%
Income protection insurance 20.797 17.250 20,6% 46,8% 38,7%
Workers' compensation insurance 0 0 ‐ ‐ ‐
Motor vehicle liability insurance 136.994 147.225 −6,9% 66,1% 66,0%
Other motor insurance 23.368 23.346 0,1% 56,4% 59,7%
Marine, aviation and transport insurance 2.118 213 894,4% 4,0% 50,7%
Fire and other damage to property insurance 76.316 88.345 −13,6% 66,8% 79,3%
General liability insurance 26.309 36.863 −28,6% 43,9% 62,3%
Credit and suretyship insurance 5.541 6.899 −19,7% 41,8% 60,1%
Legal expenses insurance 1.401 1.469 −4,6% 18,0% 19,6%
Assistance 4.528 3.784 19,7% 72,6% 65,4%
Miscellaneous financial loss 241 943 −74,4% 5,4% 19,4%
Total direct business 308.517 336.331 −8,27% 59,2% 63,6%
Reinsurance accepted 101 96 5,2%
Total direct business + reinsurance accepted 308.618 336.427 −8,27%
Reinsurers' share 31.579 51.921 −39,18%
Net 277.039 284.506 −2,62%
Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 59,2%, è in miglioramento rispetto a quello dell’esercizio precedente (63,6%).
Con riferimento alle Lob Auto (Lob Motor vehicle liability insurance e Other motor insurance), il rapporto sinistri a premi di competenza registra un miglioramento, passando dal 65,2% del 2015 al 64,4%, mentre il rapporto calcolato sul solo esercizio corrente mostra un incremento attestandosi al 76,4% (74,4% nel 2015).
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Tale andamento, attenuato in parte da quanto registrato sulla Lob Other motor insurance, risente del peggioramento tecnico della Lob Motor vehicle liability insurance riconducibile sia alla contrazione dei premi medi che ad un deterioramento della sinistralità del comparto.
Nelle Lob Non Auto (Lob rimanenti) l’indicatore del rapporto sinistri a premi di competenza presenta un miglioramento rispetto a quello dell’esercizio scorso, attestandosi al 54,4% contro il 62,0% del 2015; così come il rapporto sinistri a premi di esercizio corrente che passa dal 71,0% al 61,7%. Tali contrazioni sono state favorite dal confronto con l’anno 2015 che si era contraddistinto per l’accadimento di eventi di grave entità.
Di seguito si riportano i principali aspetti che hanno caratterizzato l’andamento tecnico di ogni singola Line of business:
Medical expense insurance
La Lob Medical expense insurance, con una raccolta di 17.223 migliaia di euro (17.250 migliaia nel 2015), mostra una contrazione dello 0,2%. In particolare, si osserva un diverso andamento della raccolta tra le linee di vendita: la rete tradizionale, grazie anche all’apporto delle nuove agenzie, registra un aumento del 1,8% correlato anche alla sottoscrizione di alcuni contratti collettivi, mentre l’agenzia Synkronos evidenzia un calo del 6,2%. Il rapporto sinistri a premi di competenza, passando dal 58,5% del 2015 al 61,8%, è in peggioramento di 3,3 punti percentuali per effetto dell’evoluzione dei sinistri degli esercizi precedenti.
Income protection insurance
La raccolta premi della Lob Income protection insurance, pari a 44.599 migliaia di euro, registra una crescita dello 0,3%, sostenuta principalmente dagli apporti delle agenzie aperte nel corso del 2016 e dal canale Synkronos. Il rapporto sinistri a premi di competenza è positivo, pari al 46,8%, seppure in peggioramento rispetto a quanto registrato nel 2015 (38,7%), anche per effetto di una maggiore sinistralità grave.
Motor vehicle liability insurance
La Lob presenta un volume complessivo di premi contabilizzati del lavoro diretto pari a 207.957 migliaia di euro, in decremento del 5,1% rispetto all’esercizio precedente. In un contesto di mercato molto competitivo e che ha richiesto un significativo ricorso alla flessibilità tariffaria, il decremento dei premi è da imputare sostanzialmente alla contrazione dei premi medi di portafoglio. Nel corso del 2016 la Compagnia ha introdotto nuovi strumenti che hanno consentito, nella seconda parte dell’esercizio, di stabilizzare il tasso di abbandono della clientela e mantenere invariato il numero di rischi in portafoglio. E’ stata prestata particolare attenzione allo sviluppo dell’offerta legata alle scatole nere che, in prospettiva, consentirà di aumentare il livello di fidelizzazione della clientela e di acquisire informazioni sempre più puntuali sui comportamenti di guida degli assicurati, rendendo più precisa la tariffazione dei rischi. Inoltre, nel corso del mese di giugno è stato concluso un accordo di collaborazione per la vendita di polizze RCAuto con il comparatore Segugio.it che, affiancandosi a Facile.it, rappresenta una modalità di vendita on‐line integrata e non alternativa a quella della rete agenti. Il nuovo accordo con Segugio.it, sulla base dei dati dell’ultimo trimestre dell’esercizio, ha prodotto risultati ampiamente soddisfacenti facendo registrare una significativa acquisizione di nuovi contratti. Sono stati, infine, consolidati i primi importanti risultati derivanti dalle operazioni, avviate nel 2015, di sviluppo di nuovi portafogli che, coniugando qualità, redditività e distribuzione territoriale dei rischi, hanno permesso l’accrescimento del portafoglio della Compagnia. Nell’esercizio si è osservata una frequenza sinistri pressochè stabile nonostante un incremento della circolazione dei veicoli ricollegabile ad un significativo numero di nuove immatricolazioni. Il comparto “Libro Matricola”, relativo alle flotte aziendali, ha registrato un volume premi in linea con l’esercizio precedente. Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 66,1%, si mantiene ai livelli del 2015 (66,0%) grazie al positivo smontamento delle riserve sinistri degli esercizi precedenti.
SFCR 2016 20
Other motor insurance
I premi contabilizzati ammontano a 42.311 migliaia di euro, registrando un incremento del 9,0% rispetto allo scorso esercizio. Questa crescita è riconducibile principalmente all’attività della rete agenziale, la cui raccolta raggiunge 41.684 migliaia di euro, in aumento del 7,7%. A tale andamento hanno contributo diversi fattori. Un primo elemento è l’aumento del valore medio assicurato dei veicoli legato alla crescita, registrata nel 2016, del numero delle immatricolazioni di nuove autovetture (+15,8%). Lo sviluppo è stato poi ulteriormente sostenuto dall’offerta sistematica e semplificata di innovative coperture assicurative e di pacchetti di garanzie costruiti sulla base delle specifiche esigenze della clientela. Infine, il contestuale trend di riduzione del premio medio R.C. Auto ha rappresentato un’interessante opportunità di vendita di alcune garanzie o pacchetti di garanzie accessorie alla responsabilità civile. Con riferimento alla redditività tecnica, il ramo evidenzia un miglioramento di 3,3 punti percentuali del rapporto sinistri a premi di competenza che si attesta al 56,4% (59,7% nel 2015).
Marine, aviation and transport insurance
I premi contabilizzati ammontano a 4.161 migliaia di euro, contro 5.112 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente.
Fire and other damage to property insurance
I premi contabilizzati ammontano complessivamente a 116.450 migliaia di euro, con un incremento del 2,4% rispetto al precedente esercizio. Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 66,8%, è in miglioramento rispetto all’anno precedente (79,3%). Con riferimento alla componente “Fire” la raccolta premi ammonta a 48.801 migliaia di euro ed è in diminuzione del 1,4% rispetto all’esercizio 2015. Nello specifico, si evidenzia una sostanziale contrazione della raccolta dell’agenzia Synkronos (‐18,8%) e uno sviluppo, sostenuto principalmente dagli apporti delle nuove agenzie, della raccolta della rete tradizionale (+0,3%), orientata, in particolare, sui prodotti Multirischio, Casa e Famiglia e Globale Fabbricati. Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 66,3% (104,2% nel 2015), è in deciso miglioramento per effetto del venir meno dei sinistri gravi che avevano caratterizzato l’esercizio 2015 (incendio presso l’azienda Carnitalia nel febbraio 2015 e gli eventi atmosferici avvenuti in Toscana il 5 marzo 2015). La componente “other damage to property insurance”, con una raccolta premi di 67.649 migliaia di euro, registra una crescita del 5,3%. La variazione osservata è riconducibile all’attività di raccolta operata dalla rete agenziale che, supportata anche dagli apporti delle nuove agenzie, mostra una crescita del 6,6%. Per quanto riguarda l’agenzia Synkronos si registra un trend negativo con un calo premi del 16,7%. Il rapporto sinistri a premi di competenza, pari al 67,2%, è in peggioramento di 7,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente (59,9%). Tale andamento è da ricondurre sia ad una minore tenuta delle riserve sinistri degli esercizi precedenti sia ad un aumento della sinistralità dell’esercizio corrente, il cui rapporto sinistri a premi passa da 61,5% a 67,1%.
General liability insurance
La Lob registra una raccolta premi per un ammontare di 63.193 migliaia di euro, in crescita del 6,5% rispetto all’esercizio 2015. Lo sviluppo è stato favorito dalla raccolta della rete agenziale che è stata in grado di sfruttare le opportunità presentate dal mercato. Sotto il profilo della redditività tecnica, il rapporto sinistri a premi di competenza mostra un miglioramento di 18,4 punti percentuali rispetto 2015, passando dal 62,3% al 43,9%.
Credit and suretyship insurance
I premi contabilizzati nell’esercizio ammontano a 13.093 migliaia di euro e registrano un decremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Il rapporto sinistri a premi di competenza è in miglioramento attestandosi al 41,8% (60,1% nel 2015).
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Altre line of business
L’andamento tecnico delle altre Lob si mantiene su livelli soddisfacenti di redditività anche se si segnala un decremento premi sulla Lob Miscellanous financial loss (‐5,7%), mentre le Lob Assistance e Legal expense insurance mostrano un incremento della raccolta rispettivamente del 10,1% e del 5,2% rispetto all’esercizio precedente.
All’andamento tecnico della gestione Danni hanno concorso gli oneri di acquisizione (acquisition expenses) e le altre spese di amministrazione (overhead expenses) sostenuti dalla Compagnia nel corso dell’esercizio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a 127.498 migliaia di euro (in decremento del 0,3% rispetto all’esercizio precedente) e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Lob Danni 2016 2015 Variazione
Medical expense insurance 5.113 5.282 −3,2%
Income protection insurance 16.061 16.070 −0,1%
Workers' compensation insurance 0 0 ‐
Motor vehicle liability insurance 38.543 42.360 −9,0%
Other motor insurance 9.601 8.992 6,8%
Marine, aviation and transport insurance 1.160 1.557 −25,5%
Fire and other damage to property insurance 37.735 37.393 0,9%
General liability insurance 21.535 21.174 1,7%
Credit and suretyship insurance 5.047 4.457 13,2%
Legal expenses insurance 2.662 2.654 0,3%
Assistance 1.998 1.832 9,1%
Miscellaneous financial loss 1.127 1.438 −21,6%
Total direct business 140.582 143.209 −1,8%
Reinsurance accepted 15 17 −11,8%
Total direct business + reinsurance accepted 140.597 143.226 −1,8%
Reinsurers' share 13.099 15.336 −14,6%
Net 127.498 127.890 −0,3%
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 27.749 migliaia di euro, il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue:
SFCR 2016 22
(in migliaia di euro)
Lob Danni 2016 2015 Variazione
Medical expense insurance 923 907 1,8%
Income protection insurance 2.401 2.356 1,9%
Workers' compensation insurance 0 0 ‐
Motor vehicle liability insurance 11.027 11.770 −6,3%
Other motor insurance 2.176 2.127 2,3%
Marine, aviation and transport insurance 239 291 −17,9%
Fire and other damage to property insurance 6.059 5.963 1,6%
General liability insurance 3.259 3.125 4,3%
Credit and suretyship insurance 691 819 −15,6%
Legal expenses insurance 405 434 −6,7%
Assistance 335 320 4,7%
Miscellaneous financial loss 234 254 −7,9%
Total direct business 27.749 28.366 −2,2%
Reinsurance accepted 0 0 ‐
Total direct business + reinsurance accepted 27.749 28.366 −2,2%
Reinsurers' share 0 0 ‐
Net 27.749 28.366 −2,2%
In sintesi, l’attività di sottoscrizione della Compagnia ha comportato un expenses ratio pari al 32,3%, risultato stabile rispetto al 2015.
Il combined ratio, determinato dalla somma del rapporto sinistri a premi di competenza e dell’expenses ratio, è in decremento variando dal 96,0% del 2015 al 91,5%; anche il combined ratio operativo dei rami Danni (che comprende il risultato della riassicurazione e le altre partite tecniche) si riduce, passando dal 96,9% del 2015 al 96,1% del 2016.
Gestione assicurativa Vita (life business)
I premi netti contabilizzati (net premiums written) nel 2016, nel confronto con i dati del consuntivo 2015, sono i seguenti:
(in migliaia di euro)
Lob Vita 2016 2015 Variazione
Health insurance 40 61 −34,4%
Insurance with profit participation 141.346 195.831 −27,8%
Index‐linked and unit‐linked insurance 75.762 39.946 89,7%
Other life insurance 42.465 38.384 10,6%
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0 0 ‐
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 265 0 ‐
Total direct business 259.878 274.222 −5,2%
Reinsurance accepted 0 0 ‐
Total direct business + reinsurance accepted 259.878 274.222 −5,2%
Reinsurers' share 20.273 17.272 17,4%
Net 239.605 256.950 −6,8%
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Nel 2016 i premi lordi contabilizzati del lavoro diretto (direct business) ammontano a 295.878 migliaia di euro, in diminuzione del 5,2% rispetto all’esercizio 2015. Per quanto riguarda le dinamiche relative alle singole Line of Business, queste riflettono il nuovo orientamento delle politiche di raccolta premi del business Vita, incentrate maggiormente su nuovi prodotti di tipo Multiramo e Unit‐Linked al fine di contenere il rischio derivante dalla repentina riduzione dei tassi di interesse verificatasi nell’area Euro e garantire la sostenibilità nel tempo delle gestioni separate.
Gli oneri relativi ai sinistri (claims incurred), composti dalle somme pagate e dalla variazione delle somme da pagare, ammontano a 119.972 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Lob Vita 2016 2015 Variazione
Health insurance 51 11 359,0%
Insurance with profit participation 105.879 150.135 −29,5%
Index‐linked and unit‐linked insurance 10.443 10.906 −4,2%
Other life insurance 18.098 17.260 4,9%
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0 0 ‐
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 0 0 ‐
Total direct business 134.471 178.311 −24,6%
Reinsurance accepted 0 0 ‐
Total direct business + reinsurance accepted 134.471 178.311 −24,6%
Reinsurers' share 14.499 2.822 413,8%
Net 119.972 175.489 −31,6%
L’evoluzione delle somme pagate rispetto all’esercizio precedente deriva prevalentemente:
‐ da una riduzione delle scadenze (Capitali e rendite maturate); ‐ da un incremento dei Sinistri, prevalentemente su tariffe non a puro rischio; ‐ da una riduzione delle somme liquidate per Riscatti, riconducibile alle elevate performance ottenute
dalle polizze Vita rispetto ad altre forme di investimento con pari livello di rischiosità.
All’andamento tecnico della gestione Vita hanno concorso gli oneri di acquisizione (acquisition expenses) e le altre spese di amministrazione (overhead expenses) sostenuti dalla Compagnia nel corso dell’esercizio.
Gli oneri di acquisizione, al netto della quota a carico dei riassicuratori, ammontano complessivamente a 8.001 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Lob Vita 2016 2015 Variazione
Health insurance 4 4 0,0%
Insurance with profit participation 4.415 5.553 −20,5%
Index‐linked and unit‐linked insurance 4.409 3.111 41,7%
Other life insurance 2.963 2.856 3,7%
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0 0 ‐
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 0 0 ‐
Total direct business 11.791 11.524 2,3%
Reinsurance accepted 0 0 ‐
Total direct business + reinsurance accepted 11.791 11.524 2,3%
Reinsurers' share 3.790 3.021 25,5%
Net 8.001 8.503 −5,9%
SFCR 2016 24
Le altre spese di amministrazione alla chiusura dell’esercizio sono pari a 4.871 migliaia di euro; il dettaglio per Lob è riportato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Lob Vita 2016 2015 Variazione
Health insurance 1 1 0,0%
Insurance with profit participation 2.649 3.174 −16,5%
Index‐linked and unit‐linked insurance 1.420 648 119,1%
Other life insurance 796 622 28,0%
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to health insurance obligations 0 0 ‐
Annuities stemming from non‐life insurance contracts and relating to insurance obligations other than health insurance obligations 5 0 ‐
Total direct business 4.871 4.445 9,6%
Reinsurance accepted 0 0 ‐
Total direct business + reinsurance accepted 4.871 4.445 9,6%
Reinsurers' share 0 0 ‐
Net 4.871 4.445 9,6%
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A.3. RISULTATI DI INVESTIMENTO A.3.1. RISULTATI DELLE ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
La presente sezione illustra le informazioni circa ricavi, utili e perdite nel periodo di riferimento per ogni categoria degli investimenti dell’Economic Balance Sheet. Si segnala in particolare, che la voce “net gains and losses” è determinata come differenza tra il valore di vendita o di rimborso e il fair value Solvency II alla fine del precedente periodo di riferimento, mentre la voce “unrealised gains and losses” è determinata come differenza, per le attività non vendute né scadute nel periodo di riferimento, tra il fair value Solvency II alla fine del periodo di riferimento e l’analogo valore alla chiusura dell’esercizio precedente.
Nella tabella che segue si riporta il dettaglio, per classe di attività, dei proventi netti realizzati dalla Compagnia, con il dettaglio tra proventi ordinari (dividendi, interest and rent), proventi netti da valutazione (unrealised gains and losses) e proventi netti da negoziazione (net gains and losses).
(in migliaia di euro)
Category Dividends / Interest / Rent Net gains and losses Unrealised gains and losses
2016 2015 2016 2015 2016 2015
Governement bonds 32.677 36.198 −879 293 −17.222 9.929
Corporate bonds 6.639 6.052 492 −213 7.623 −7.017
Equity 4.508 1.451 −1.158 3.642 13.079 1.261
Collective Investments Undertakings 2.564 1.670 −146 3.212 −569 627
Structured notes 1.338 1.544 29 9 −561 −362
Collateralised securities 0 0 0 0 0 0
Cash and deposits 49 68 0 0 0 0
Mortgages and loans 553 642 0 0 0 0
Property 0 0 0 0 0 0
Other investments 0 0 0 0 0 0
Futures 0 0 0 0 0 0
Call Options 0 0 0 0 0 0
Put Options 0 0 0 0 0 0
Swaps 17 14 0 0 −13 −5
Forwards 0 0 0 0 0 0
Credit derivatives 0 0 0 0 0 0
Totale 48.346 47.639 −1.663 6.942 2.337 4.433
Nell’ambito dei costi per la gestione degli investimenti, l’ammontare delle “investment management expenses”, riportato nel QRT S.05.01, è pari a 2.588 migliaia di euro per le Lob Danni e a 1.949 migliaia di euro per le Lob Vita (importi rispettivamente pari a 1.644 migliaia di euro per le Lob Danni e a 1.993 migliaia di euro per le Lob Vita alla chiusura dell’esercizio precedente).
Segnaliamo infine che, in ottemperanza al Regolamento Ivass n. 24 del 6 giugno 2016, sulla base di quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione, la società non ammette investimenti in cartolarizzazioni e che non si rilevano utili o perdite rilevati direttamente a patrimonio.
SFCR 2016 26
A.4. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ A.4.1. RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ
Nella sezione che segue sono riportati i risultati delle attività diverse dall’attività di sottoscrizione e dall’attività di investimento, analizzate nelle sezioni precedenti.
Il risultato delle altre attività (determinato come differenza tra il saldo delle voci “altri proventi” e “altri oneri” del bilancio redatto secondo i principi contabili nazionali), ammonta a 4.042 migliaia di euro; la composizione della voce e il confronto con l’esercizio precedente sono riportati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Recuperi da terzi di spese e oneri amministrativi 20.628 20.897 −269
Prelievi da fondi di accantonamento 13.403 10.677 2.726
Altri 796 879 −83
Totale altri proventi 34.827 32.453 2.374
Oneri amministrativi e spese per conto terzi 20.628 20.897 −269
Accantonamenti a fondi 9.417 12.525 −3.108
Altri 740 845 −105
Totale altri oneri 30.785 34.267 −3.482
Totale altri proventi netti 4.042 −1.814 5.856
Il risultato dell’attività straordinaria (determinato come differenza tra il saldo delle voci “proventi straordinari” e “oneri straordinari” del bilancio redatto secondo i principi contabili nazionali) ammonta a 3.577 migliaia di euro (1.915 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente). Il saldo è prevalentemente determinato da sopravvenienze attive nette conseguite nell’anno.
Si segnala che, al 31 dicembre 2016, non risultano attivi contratti di leasing significativi.
A.5. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
B. SISTEMA DI GOVERNANCE
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B.1. INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE B.1.1. STRUTTURA, RUOLI E RESPONSABILITÀ
Consiglio di Amministrazione e Comitati interni all’Organo amministrativo medesimo
Il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni, composto da undici Consiglieri, incluso il Presidente, costituisce il principale centro di responsabilità sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. Il Consiglio di Amministrazione si riunisce con cadenza periodica per deliberare sui temi societari tipici, quali l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Società e i piani strategici industriali e finanziari.
Al fine di definire e riunire in un unico documento, in modo organico e coerente, tutti gli aspetti che riguardano l’amministrazione e la gestione di Italiana Assicurazioni, è stato redatto il Regolamento del Consiglio di Amministrazione. Tale documento, che richiama quanto già stabilito dalle norme di legge, sia primarie sia secondarie, e dallo Statuto Sociale, risponde alla necessità di disporre di specifici documenti formalizzati che disciplinino il funzionamento degli organi sociali, come previsto dalla normativa Solvency II tra i diversi aspetti di regolamentazione della governance aziendale.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale dell’attività di apposite Commissioni e Comitati, istituite nell’ambito del corrispondente Organo della Capogruppo, aventi come obiettivo quello di verificare particolari aspetti dell’andamento aziendale, nonché di svolgere una funzione consultivo/propositiva per il Consiglio stesso.
Nel novero di questi organi, citiamo:
‐ la Commissione Investimenti di Gruppo, composta da quattro Consiglieri di Amministrazione della Controllante e dal Presidente. Essa ha poteri consultivi e propositivi verso i Consigli di Amministrazione delle imprese del Gruppo e opera sia nel comparto dei titoli del portafoglio finanziario sia in quello immobiliare, con analisi periodiche di sensitività e di esposizione al rischio in genere;
‐ il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, meglio descritto nel seguito; ‐ il Comitato di cui all’art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua,
composto dal Presidente e dai membri del Comitato (Esecutivo) della Capogruppo, avente il compito di verificare in via preliminare al Consiglio il possesso dei requisiti, in materia di onorabilità, professionalità, indipendenza e insussistenza delle situazioni impeditive all’assunzione della carica, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo e in materia di onorabilità, professionalità e indipendenza dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Chief Risk Officer (CRO), Risk Management di Gruppo, Compliance di Gruppo, Attuariale di Gruppo e Antiriciclaggio o dei referenti/preposti interni, in caso di esternalizzazione di queste ultime all’interno del Gruppo. Tale Comitato opera anche per Italiana Assicurazioni, secondo quanto stabilito dall’art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione della Società sopra richiamato.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale inoltre dell’attività dell’Organismo di Vigilanza istituito ai sensi del D. Lgs. 231/2001, dotato di compiti di vigilanza sul Modello di organizzazione, gestione e controllo e di autonomi poteri di iniziativa.
Il Consiglio definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e ne cura l’adeguamento annuale in caso di variazioni dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne, anche avvalendosi dell’operato del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e di tutte le funzioni di controllo.
A tal proposito il Consiglio, in relazione all’assunzione della delibera in materia di sistema dei controlli interni e gestione dei rischi ai sensi del Regolamento n. 20/2008, come modificato dal Provvedimento Ivass n. 17/2014, ha definito le direttive in materia di sistema dei controlli interni, con l’approvazione dei documenti riferiti alle diverse politiche redatte, anche in ambito di Gruppo sui temi indicati dalla normativa dell’Autorità di Vigilanza.
Il Consiglio di Amministrazione definisce le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi, in coerenza con il livello patrimoniale della Società, fissa i livelli di tolleranza al rischio sulla base delle indicazioni ricevute dalla Capogruppo in riferimento ai criteri di identificazione, misurazione, gestione e controllo di tutti i rischi aziendali. A tal fine il Consiglio di Amministrazione ha approvato la “Politica di gestione dei rischi”, documento che definisce le linee guida in tema di gestione dei rischi a cui Reale Group è esposto, delineandone strategie e obiettivi, modalità di analisi, controllo e
SFCR 2016 30
misurazione, nonché ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte.
Il documento, definito in ambito di Gruppo, formalizza i criteri di identificazione, misurazione, gestione, reporting e controllo dei rischi aziendali, le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi, i livelli di propensione e tolleranza al rischio (il cosiddetto “risk appetite framework”) e il modello organizzativo del sistema di gestione dei rischi. Esso, inoltre, ha l’obiettivo più generale di contribuire alla gestione dei rischi all’interno del Gruppo e alla diffusione della relativa cultura del controllo.
Tale Politica, come disposto dall’art. 5, comma 2, lett. d) del Regolamento Isvap n. 20/2008, è sottoposta a revisione annuale del Consiglio.
Il Consiglio di Amministrazione verifica la corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione attraverso l’analisi sistematica dello sviluppo delle regole, delle soluzioni organizzative, degli strumenti di analisi e misurazione dei rischi adottati per il mantenimento degli stessi ad un livello accettabile e coerente con le disponibilità patrimoniali dell’impresa. A tal fine il Consiglio di Amministrazione si avvale anche dell’operato delle attività svolte dal CRO, dal Risk Management di Gruppo, dalla Compliance di Gruppo, dall’Antiriciclaggio e dalla funzione Attuariale (istituita dalla Capogruppo nella seduta del 28 novembre 2016), sulle cui attività effettua un regolare controllo.
Con cadenza annuale, l’Alta Direzione riporta al Consiglio di Amministrazione sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. Il Direttore Generale, anche sulla base di specifica documentazione prodotta dalle diverse funzioni aziendali di controllo e di gestione dei rischi, relaziona annualmente il Consiglio sull’efficacia e sull’adeguatezza del Sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Il Consiglio inoltre è tempestivamente informato dall’Alta Direzione sulle criticità più significative, che hanno impatto sulla Società, comunque rilevate; ciò accade in particolare in caso di eventi o circostanze che comportino:
‐ un rischio di pregiudizio finanziario ed economico tale da incidere significativamente sul patrimonio della Società;
‐ un rischio di immagine tale da compromettere la reputazione della Società sul piano della visibilità istituzionale.
In tali evenienze il Consiglio richiede l’immediato intervento dell’Alta Direzione per l’adozione di misure correttive.
Al Consiglio, su invito del Presidente, possono riferire periodicamente i responsabili dei diversi settori, per una più completa e dettagliata illustrazione di argomenti specifici, allo scopo di consentire un più preciso livello di verifica di congruità delle misure operative adottate, nei confronti delle direttive impartite.
L’attività del Consiglio di Amministrazione è disciplinata dalla normativa primaria e secondaria, nonché dallo Statuto Sociale e dal Regolamento del Consiglio di Amministrazione.
Italiana Assicurazioni fa parte di Reale Group. In tale qualità essa è tenuta all’osservanza dei provvedimenti che la Capogruppo, nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento, adotta per l’attuazione delle disposizioni impartite dall’Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabile ed efficiente gestione del Gruppo. Gli Amministratori della Società forniscono alla Capogruppo ogni dato e informazione per l’emanazione dei provvedimenti.
In particolare, lo Statuto Sociale prescrive che il Consiglio di Amministrazione:
‐ sia investito di tutti i più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della Società, ad eccezione di quelli attribuiti per legge o per statuto all'Assemblea;
‐ sia competente per le deliberazioni concernenti la riduzione del capitale in caso di recesso del socio e gli adeguamenti dello statuto a disposizioni normative;
‐ determini i poteri e le facoltà del Presidente del Consiglio di Amministrazione; ‐ provveda alla nomina di un Direttore Generale per la parte esecutiva e la gestione ordinaria delle
operazioni sociali, determinandone le attribuzioni ed i poteri, anche eventualmente con facoltà di delega;
‐ possa nominare Condirettori Generali, Vice Direttori Generali, Direttori, Dirigenti o Funzionari, attribuendo loro, nell'ambito dei poteri conferiti, l'uso della firma sociale;
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‐ nominare mandatari per determinati atti o categorie di atti.
Al Consiglio di Amministrazione, inoltre, sono attribuiti i compiti e le responsabilità stabiliti dalla normativa di settore. In particolare, secondo quanto disposto dal Regolamento Isvap n. 20/2008, l’Organo amministrativo della Società ha la responsabilità ultima del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, del quale assicura la costante completezza, funzionalità ed efficacia, anche con riferimento alle attività esternalizzate. L’Organo Amministrativo assicura inoltre che il sistema di gestione dei rischi consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei rischi, ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme, garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio‐lungo periodo.
A tali fini il Consiglio di Amministrazione della Società è informato dall’Alta Direzione sistematicamente nel corso delle riunioni sui principali aspetti della gestione aziendale, quali:
‐ il piano pluriennale di gestione, il budget ed i relativi aggiornamenti; ‐ l’andamento dei premi, dei sinistri e delle riserve tecniche; ‐ i rendimenti dei prodotti previdenziali a base finanziaria e i rendiconti sui risultati delle gestioni separate
Vita; ‐ i dati di tesoreria; ‐ gli investimenti mobiliari, con moduli di verifica del rispetto di svariati parametri del livello di rischio
tollerato; ‐ gli andamenti delle partecipazioni; ‐ la composizione della forza lavoro; ‐ la rete agenziale, con dettagli sui nuovi mandati, sulle cessazioni e trasformazioni dei rapporti
contrattuali.
Oltre all’analisi di tali argomenti il Consiglio riceve annualmente dall’Alta Direzione, per l’approvazione, quanto segue:
‐ l’organigramma aziendale nelle sue funzioni caratterizzanti, corredato dalla descrizione dei compiti e delle responsabilità delle unità operative. Le variazioni di rilievo, quali creazioni o estinzioni di funzioni aziendali, modifiche significative dell’assetto organizzativo, devono essere portate preventivamente all’esame e successiva approvazione da parte del Consiglio;
‐ la mappa completa dell’articolazione delle deleghe.
In tal modo, il Consiglio può vigilare sulla congruenza dell’assetto organizzativo dell’azienda e sulla appropriata separazione delle funzioni, evitando l’eccessiva concentrazione di poteri e verificando l’effettivo esercizio dei poteri delegati, con conseguente possibilità di prevedere adeguati piani di emergenza (i cosiddetti “contingency arrangements”) qualora decida di avocare a sé i poteri delegati.
Inoltre il Consiglio:
‐ definisce le direttive in materia di sistema dei controlli interni e dei rischi, rivedendole almeno una volta all’anno e curandone l’adeguamento all’evoluzione dell’operatività aziendale e delle condizioni esterne. Nell’ambito di tali direttive è ricompresa anche la politica relativa alle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Attuariale. Verifica altresì che il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sia coerente con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio stabiliti e sia in grado di cogliere l’evoluzione dei rischi aziendali e l’interazione tra gli stessi;
‐ approva la politica di valutazione attuale e prospettica dei rischi (basata sui principi ORSA), i criteri e le metodologie seguite per le valutazioni, con particolare riguardo a quelli maggiormente significativi; approva gli esiti delle valutazioni e li comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui lo stesso è pervenuto (approccio cosiddetto “top down”);
‐ determina, sulla base delle valutazioni di cui al punto precedente, la propensione al rischio dell’impresa in coerenza con l’obiettivo di salvaguardia del patrimonio della stessa, fissando in modo coerente i livelli di tolleranza al rischio, che rivede almeno una volta all’anno, al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo;
‐ approva, sulla base degli elementi di cui ai due punti precedenti, la politica di gestione del rischio e le strategie anche in un’ottica di medio‐lungo periodo, nonché i piani di emergenza (il cosiddetto “contingency plan”) di cui all’articolo 19, comma 4, del Regolamento Isvap n. 20/2008, al fine di garantire la regolarità e continuità aziendale;
‐ approva, tenuto conto degli obiettivi strategici e in conformità con la politica di gestione dei rischi, le
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politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio, nonché di gestione del rischio operativo, in coerenza con i tre punti precedenti, e di gestione del capitale;
‐ definisce, ove ne ricorrano i presupposti, le direttive e i criteri per la circolazione e la raccolta dei dati e delle informazioni utili ai fini dell’esercizio della vigilanza supplementare di cui al Titolo XV del D. Lgs. 209/2005, nonché le direttive in materia di controllo interno per la verifica della completezza e tempestività dei relativi flussi informativi;
‐ approva la “Politica di governo societario” da diffondere a tutte le strutture interessate, in cui sono definiti: i compiti e le responsabilità degli Organi sociali e dei Comitati consiliari; i flussi informativi, comprese le tempistiche, tra le diverse funzioni, i Comitati consiliari e tra questi
e gli Organi sociali; le modalità di coordinamento e di collaborazione tra i soggetti sopra indicati e le funzioni operative,
nel caso in cui gli ambiti di controllo presentino aree di potenziale sovrapposizione o permettano di sviluppare sinergie. Nel definire le modalità di raccordo, le imprese prestano attenzione a non alterare, anche nella sostanza, le responsabilità ultime degli Organi sociali sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ approva la politica aziendale in materia di esternalizzazione; ‐ approva le politiche delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e
Attuariale, nelle quali sono definiti i compiti e le responsabilità degli stessi; ‐ approva la politica aziendale per la valutazione del possesso dei requisiti di idoneità alla carica, in termini
di onorabilità, professionalità e indipendenza, dei soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo, nonché dei responsabili delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance,Antiriciclaggio e Attuariale, o in caso di esternalizzazione di queste ultime all’interno o all’esterno del Gruppo, rispettivamente, dei referenti interni o dei soggetti responsabili delle attività di controllo delle attività esternalizzate. Valuta la sussistenza dei requisiti in capo a tali soggetti con cadenza almeno annuale. In particolare, tale politica assicura che l’Organo amministrativo sia nel suo complesso in possesso di adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria ed attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa;
‐ approva la politica delle segnalazioni destinate all’Ivass (la cosiddetta “reporting policy”), in coerenza con le vigenti disposizioni normative;
‐ verifica, che l’Alta Direzione implementi correttamente il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi secondo le direttive impartite e che ne valuti la funzionalità e l’adeguatezza;
‐ richiede di essere periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e che gli siano riferite con tempestività le criticità più significative, siano esse individuate dall’Alta Direzione, dalle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance,Antiriciclaggio e Attuariale, dalle altre funzioni di controllo, dal personale, impartendo con tempestività le direttive per l’adozione di misure correttive, di cui successivamente valuta l’efficacia;
‐ individua particolari eventi o circostanze che richiedono un immediato intervento da parte dell’Alta Direzione;
‐ assicura che sussista un’idonea e continua interazione, ove applicabile, tra tutti i Comitati istituiti all’interno dell’Organo amministrativo stesso, l’Alta Direzione e le funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance,Antiriciclaggio e Attuariale, anche mediante interventi proattivi per garantirne l’efficacia;
‐ assicura un aggiornamento professionale continuo, esteso anche ai componenti l’Organo stesso, predisponendo, altresì, piani di formazione adeguati ad assicurare il bagaglio di competenze tecniche necessario per svolgere con consapevolezza il proprio ruolo, nel rispetto della natura, della portata e della complessità dei compiti assegnati, e preservare le proprie conoscenze nel tempo;
‐ effettua, almeno una volta all’anno, una valutazione sulla dimensione, sulla composizione e sul funzionamento dell’Organo amministrativo nel suo complesso, nonché dei suoi Comitati, esprimendo orientamenti sulle figure professionali la cui presenza nell’Organo amministrativo sia ritenuta opportuna e proponendo eventuali azioni correttive;
‐ assicura che la relazione sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, di cui all’art.28 del Regolamento Isvap n. 20/2008, illustri in modo adeguato ed esaustivo la struttura organizzativa dell’impresa e rappresenti le ragioni che rendono tale struttura idonea ad assicurare la completezza, la funzionalità ed efficacia del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, nonché valuta tale
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relazione prima dell’inoltro all’Autorità di Vigilanza; ‐ informa senza indugio l’Autorità di Vigilanza, qualora siano apportate significative modifiche alla
struttura organizzativa dell’impresa, illustrando le cause e/o le motivazioni interne o esterne che hanno reso necessari tali interventi;
‐ si avvale del supporto del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, istituito dalla Capogruppo, per l’espletamento dei compiti relativi al sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, ratificandone la composizione (con specifica nomina del proprio rappresentante), i compiti e le modalità di funzionamento;
‐ definisce e approva i contenuti e/o le modifiche del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 anche sulla base delle proposte dell’Organismo di Vigilanza. Approva inoltre il piano annuale delle attività dello stesso Organismo e ne definisce il budget;
‐ promuove un alto livello di integrità e una cultura del controllo interno tale da sensibilizzare l’intero personale sull’importanza e utilità dei controlli interni. A tal fine emana un codice etico, che definisce le regole comportamentali, disciplina le situazioni di potenziale conflitto di interesse e prevede azioni correttive adeguate;
‐ approva annualmente il piano strategico sulla tecnologia dell’informazione e comunicazione, elaborato in ambito di Gruppo, volto ad assicurare l’esistenza e il mantenimento di un’architettura complessiva dei sistemi altamente integrata, dal punto di vista sia applicativo sia tecnologico, e adeguata ai bisogni dell’impresa;
‐ nomina e revoca il responsabile della funzione di Revisione Interna, cui attribuisce i compiti, poteri, responsabilità e modalità di reportistica al Consiglio stesso, verificando la sussistenza in capo a tale soggetto dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza stabiliti dalla Politica per la valutazione del possesso dei requisiti, ex art. 5, comma 2, lett. l, del Regolamento Isvap n. 20/2008. Approva il piano annuale della funzione;
‐ approva il conferimento dell’attività di Risk Management alla funzione della Capogruppo, definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; nomina un referente interno che cura i rapporti con il responsabile della funzione di Gruppo;approva il programma di attività annuale della funzione;
‐ approva il conferimento dell’attività di Compliance alla funzione della Capogruppo, definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; nomina un referente interno che cura i rapporti con il responsabile della funzione di Gruppo; approva il programma di attività annuale della funzione;
‐ approva il conferimento dell’attività di Antiriciclaggio alla funzione della Capogruppo, definendone le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo; nomina il preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio, con il compito di monitorare le modalità di svolgimento del servizio da parte dell’outsourcer, ai sensi dell’art. 13, comma 4, del Regolamento Isvap n. 41/2012; approva il programma annuale di attività della funzione;
‐ approva il programma annuale dell’attività Attuariale, definendo le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica della funzione agli Organi sociali e alle altre funzioni interessate e il collegamento con le altre funzioni di controllo;definisce e formalizza i collegamenti tra le varie funzioni cui sono attribuiti compiti di controllo;
‐ approva gli esiti delle valutazioni sui rischi cui l’impresa è esposta in un’ottica attuale e prospettica e li comunica all’Alta Direzione e alle strutture interessate, unitamente alle conclusioni cui è pervenuto.
Alta Direzione
L’Alta Direzione è composta dal Direttore Generale e dall’Amministratore Delegato, nominati dal Consiglio di Amministrazione della Società.
Il Direttore Generale e l’Amministratore Delegato possiedono i requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza di cui alla Politica ex art. 5 del Regolamento Isvap n. 20/2008.
Il Direttore Generale riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione su tutte le tematiche, comprese
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quelle relative al controllo; guida e coordina, nell’ambito delle deleghe a lui espressamente conferite, la gestione di tutta l’attività aziendale, con il supporto dell’intera dirigenza.
Il Direttore Generale della Società è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, in conformità con le direttive del Consiglio di Amministrazione; egli riporta annualmente al Consiglio di Amministrazione le valutazioni sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
L’Alta Direzione provvede inoltre a far redigere, coordinare, verificare preventivamente e a illustrare tutta la reportistica per il Consiglio di Amministrazione. Allo stesso modo provvede a formulare, comunicare, coordinare e verificare il flusso di ritorno di indicazioni strategiche che l’Organo amministrativo elabora sulla base delle informazioni, trasformandole in linee direttive e in attività di management.
L’insieme della documentazione e delle evidenze fornite dalle funzioni tecnico‐operative e dalle funzioni di staff, raccolto attraverso i flussi di comunicazione previsti, consente all’Alta Direzione di svolgere il ruolo di raccordo con il Consiglio di Amministrazione, in modo formalizzato e costante nel tempo.
L’Alta Direzione si coordina a livello di Gruppo in ambito di Comitato di Direzione di Gruppo, che si avvale a sua volta della collaborazione di gruppi collegiali di lavoro che, operativi anch’essi a livello di Gruppo, svolgono attività di approfondimento e di analisi su specifici temi.
Nel gennaio 2017 è stato costituito il Comitato di Direzione Italia, che, composto dai soggetti apicali delle imprese italiane di Reale Group, si occupa, in stretto collegamento con il Comitato di Direzione di Gruppo, di trattare le tematiche gestionali relative a tali imprese.
Nell’ottica del recepimento della direttiva Solvency II opera inoltre il Comitato di Gruppo per la Validazione del Modello interno, con il compito di presidiare correttamente il processo di validazione del Modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) secondo quanto previsto dalla Direttiva Solvency II, ovvero recepire le linee strategiche espresse dal Consiglio di Amministrazione, promuovere e sviluppare le iniziative atte a realizzare gli obiettivi indicati, verificare la loro applicazione, informare semestralmente il Comitato di Direzione di Gruppo sulle attività di validazione, riferire semestralmente al Consiglio di Amministrazione sulle attività svolte e sull’adeguatezza del Modello interno e assistere il Consiglio di Amministrazione e il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nella valutazione/validazione del Modello interno.
Inoltre, l’Alta Direzione:
‐ definisce in dettaglio l’assetto organizzativo dell’impresa, i compiti e le responsabilità delle unità operative e dei relativi addetti, nonché i processi decisionali in coerenza con le direttive impartite dall’Organo amministrativo; in tale ambito attua l’appropriata separazione di compiti sia tra singoli soggetti sia tra funzioni in modo da evitare, per quanto possibile, l’insorgere di conflitti di interesse;
‐ attua le politiche di valutazione, anche prospettica, e di gestione dei rischi fissate dall’Organo amministrativo, assicurando la definizione di limiti operativi e la tempestiva verifica dei limiti medesimi, nonché il monitoraggio delle esposizioni ai rischi e il rispetto dei livelli di tolleranza;
‐ attua, tenuto conto degli obiettivi strategici e in coerenza con la politica di gestione dei rischi, le politiche di sottoscrizione, di riservazione, di riassicurazione e di altre tecniche di mitigazione del rischio nonché di gestione del rischio operativo;
‐ cura il mantenimento della funzionalità e dell’adeguatezza complessiva dell’assetto organizzativo, del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, incluso il rischio di non conformità alle norme;
‐ verifica che l’Organo amministrativo sia periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e della funzione di Compliance e comunque tempestivamente ogni qualvolta siano riscontrate criticità significative;
‐ dà attuazione alle indicazioni dell’Organo amministrativo in ordine alle misure da adottare per correggere le anomalie riscontrate e apportare miglioramenti;
‐ propone all’Organo amministrativo iniziative volte all’adeguamento e al rafforzamento del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi;
‐ è responsabile della promozione della cultura del controllo interno e assicura che il personale sia messo a conoscenza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità, in modo da essere effettivamente impegnato nello svolgimento dei controlli, intesi quale parte integrante della propria attività. A tal fine assicura la formalizzazione e l’adeguata diffusione tra il personale del sistema delle deleghe e delle
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procedure che regolano l’attribuzione di compiti, i processi operativi e i canali di reportistica; ‐ promuove continue iniziative formative e di comunicazione volte a favorire l’effettiva adesione di tutto
il personale ai principi di integrità morale e ai valori etici; ‐ assicura che il Consiglio di Amministrazione abbia una conoscenza completa dei fatti aziendali rilevanti,
anche attraverso la predisposizione di un’adeguata reportistica.
Collegio Sindacale
Il Collegio Sindacale di Italiana Assicurazioni, nella sua qualità di “Comitato per il controllo interno e la revisione contabile”:
‐ monitora il processo di informativa finanziaria; ‐ controlla l’efficacia dei sistemi di controllo interno della qualità, di gestione del rischio dell’Impresa e di
revisione interna; ‐ monitora la revisione legale dei rendiconti periodici; ‐ verifica e monitora l’indipendenza della società di revisione legale, in particolare per quanto concerne
l’adeguatezza della prestazione di servizi diversi dalla revisione.
Ai fini di cui sopra, il Collegio Sindacale, fra l’altro:
‐ raccoglie gli elementi utili ad esprimere le proprie valutazioni sull’idoneità delle deleghe e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo aziendale;
‐ valuta l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli interni, mantenendo un adeguato collegamento con i responsabili delle funzioni di controllo interno, con particolare riguardo ai rapporti con il responsabile della funzione di Revisione Interna;
‐ cura il tempestivo scambio di informazioni con la società di revisione legale e ne esamina i risultati del lavoro svolto.
Infine, il Collegio Sindacale di Italiana Assicurazioni effettua verifiche e approfondimenti sulla realtà societaria incontrando i responsabili delle diverse aree aziendali, con la partecipazione diretta del responsabile della funzione di Revisione Interna. Inoltre, mantiene un adeguato scambio informativo con il responsabile delle attività di controllo sulle attività esternalizzate.
Il Collegio Sindacale partecipa alle riunioni del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo; in tale ambito approfondisce le tematiche relative al sistema dei controlli interni e alle risultanze delle attività svolte dalle funzioni a esso preposte.
Il Collegio Sindacale mantiene gli opportuni scambi informativi con l’Organismo di Vigilanza nominato ai sensi del D. Lgs. 231/2001.
In relazione all’attività di antiriciclaggio e con riferimento alle norme di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, contenute nel D. Lgs. 231/2007 e s.m.i. e nel Regolamento Isvap 41/2012, il Collegio Sindacale riceve ed esamina le relazioni trimestrali prodotte dal responsabile della funzione antiriciclaggio e vigila sui processi aziendali, anche al fine di monitorare l’eventuale verificarsi dei presupposti per comunicazioni previste dal disposto dall’art. 52 del D. Lgs. 231/2007.
Funzione di revisione interna
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito la funzione di Revisione Interna e l’ha dotata (unitamente al suo Responsabile) della necessaria autorità attraverso l’attribuzione di specifici compiti, poteri e responsabilità nonché modalità di reportistica al Consiglio.
Gli ambiti di intervento della funzione assegnati dal Consiglio di Amministrazione al responsabile e ai suoi membri sono i seguenti:
‐ monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni anche attraverso l’attività di supporto e di consulenza alle altre funzioni aziendali;
‐ uniformare la propria attività agli standard professionali comunemente accettati a livello nazionale e
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internazionale e, in particolare, verificare:
i processi gestionali e le procedure organizzative; la regolarità e la funzionalità dei flussi informativi tra settori aziendali; l’adeguatezza dei Sistemi Informativi e la loro affidabilità affinché non sia inficiata la qualità delle
informazioni sulle quali il vertice aziendale basa le proprie decisioni; la rispondenza dei processi amministrativo ‐ contabili a criteri di correttezza e di regolare tenuta
della contabilità; l’efficienza dei controlli svolti sulle attività esternalizzate; pianificare l’attività in modo da identificare le aree da sottoporre prioritariamente ad audit e
sottoporre il piano di audit e le sue eventuali variazioni significative all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo esame da parte del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ redigere rapporti di audit obiettivi, chiari, concisi e tempestivi, contenenti suggerimenti per eliminare le carenze riscontrate e far seguire all’attività di audit quella di follow up, ossia la verifica a distanza di tempo dell’efficacia delle correzioni apportate al sistema;
‐ effettuare le attività e le verifiche specifiche previste dall’Ivass e da altre Autorità di Vigilanza; ‐ coordinarsi con la corrispondente funzione della Capogruppo, ai sensi del Regolamento di Gruppo; ‐ fornire supporto all’impresa nella redazione della relazione annuale da trasmettere all’Ivass sul sistema
dei controlli interni, affinché in essa vengano illustrate le nuove iniziative eventualmente intraprese o le modifiche apportate, le attività di revisione svolte, le eventuali carenze segnalate e le azioni correttive adottate;
‐ coadiuvare il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nell’espletamento dei suoi compiti, partecipare alle riunioni dello stesso con la funzione di Segretario (svolta dal suo Responsabile), occuparsi della loro organizzazione e della redazione dei verbali delle stesse;
‐ partecipare alle riunioni dell’Organismo di Vigilanza della Società istituito ai sensi del D.lgs. 231/2001 in qualità di membro (ruolo svolto dal suo Responsabile), come previsto dal Modello di organizzazione istituito dal Consiglio di Amministrazione della Società;
‐ gestire, da parte del responsabile, la funzione di Revisione Interna, affinché la stessa lo coadiuvi nell’espletamento dei compiti sopra riportati.
Oltre alle sopra citate attività, la funzione di Revisione Interna fornisce la propria attività di supporto alla società di revisione esterna e al Collegio Sindacale, sia nella gestione delle proprie verifiche periodiche sia negli incontri che lo stesso effettua con le diverse unità aziendali e riferisce periodicamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo.
Chief Risk Officer (CRO)
Presso la Capogruppo Reale Mutua di Assicurazioni è stata istituita la funzione Chief Risk Officer.
In seno alla Capogruppo il CRO riporta funzionalmente e gerarchicamente al Direttore Generale e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischidi Gruppo, nonché al Consiglio di Amministrazione.
La figura del CRO è stata istituita con la finalità di garantire, nell’ambito del sistema dei controlli interni, la gestione complessiva dei rischi di Reale Mutua e, a tendere, delle società che fanno capo alla stessa.
Il CRO ha lo scopo di governare e coordinare, in maniera accentrata, tutte le tematiche afferenti al presidio dei rischi aziendali, nonché di assicurare la coerenza nell’implementazione delle linee guida definite, sulla materia, dall’Organo Amministrativo.
Più in particolare, come si desume da delibera del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua, il CRO ha l’obiettivo di:
‐ coordinare le funzioni aziendali di controllo di secondo livello e dirigere il Servizio Affari Legali, con l’obiettivo di assicurare una corretta interazione fra di loro, migliorare la loro collaborazione, creare un unico polo di competenza normativa ed eliminare la sovrapposizione dei ruoli;
‐ coordinare le tematiche legate al presidio del rischio (di tipo sia normativo sia tecnico) al fine di garantire una visione/gestione complessiva e una copertura integrata dello stesso;
‐ facilitare l’integrazione dei processi connessi al presidio del rischio e delle politiche di monitoraggio e controllo del rischio;
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‐ favorire le sinergie di competenza e di scopo delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello e del Servizio Affari Legali;
‐ garantire la coerenza tra i piani annuali delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello; ‐ facilitare la comunicazione tra le funzioni aziendali di controllo di secondo livello (nonché tra queste e il
Servizio Affari Legali) e la circolazione delle informazioni più rilevanti; ‐ ridurre i riporti al Direttore Generale in un quadro di complessità normativa crescente.
L’obiettivo ultimo della funzione CRO è, in sintesi, di facilitare e favorire l’integrazione del sistema dei controlli interni e la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rischi.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di CRO sono recepiti nella “Politica della funzione di CRO”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Risk Management
La funzione di Risk Management funge da coordinatore delle attività di monitoraggio dei rischi.
Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 12 novembre 2014, ha confermato la validità dell’operatività della già esistente funzione di Risk Management, costituita presso la Capogruppo. Il Consiglio ha ritenuto infatti, che, considerate le caratteristiche operative della Società, l’istituzione di un’apposita funzione di Risk Management interna non rispondesse a criteri di economicità e di corretta funzionalità e che la funzione di Capogruppo permetta di disporre di adeguati standard di efficienza e affidabilità, l’adozione di adeguate procedure per garantire che le attività definite a livello di gruppo assicurativo siano adeguatamente calibrate rispetto al profilo di rischio della Società, nonché l’attività di vigilanza da parte dell’Ivass.
Il Consiglio ha deliberato pertanto di mantenere l’affidamento dell’attività di Risk Management in outsourcing a Reale Mutua.
La funzione di Risk Management, operativa a livello di Gruppo e collocata in staff alla Direzione Generale della Capogruppo, riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione, per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia.
La funzione di Risk Management prevede le seguenti unità organizzative: Data quality, Modelli per la valutazione dei rischi, Controllo Attuariale, Validazione e Reporting e Rischi operativi. Le principali attività svolte dall’unità di Risk Management possono essere riassunte come segue:
‐ coordinamento della gestione dei rischi; ‐ supporto al Consiglio di Amministrazione e all’Alta Direzione nel presidio del sistema di gestione dei
rischi; ‐ concorso alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi e dei limiti operativi, definendo
appropriate procedure di verifica; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “qualitativo/organizzativo”; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “quantitativo”; ‐ coordinamento del programma di convergenza verso Solvency II del Gruppo; ‐ attuazione, sviluppo e gestione del sistema di controllo della qualità dei dati (il cosiddetto “data
quality”); ‐ predisposizione della reportistica per i vertici aziendali e verifica della coerenza dei modelli di
misurazione dei rischi con l’operatività svolta dall’impresa; ‐ redazione annuale del Piano di attività, con il dettaglio delle attività e dei progetti da svolgere e con
indicazione della frequenza di presentazione del reporting e delle risultanze degli stress test; ‐ redazione annuale di una relazione che aggiorna il Consiglio di Amministrazione in merito
all’adeguatezza e all’efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, all’attività svolta, alle valutazioni effettuate, ai risultati emersi e alle criticità riscontrate, fornendo e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi, qualora effettuati;
‐ supporto all’impresa nella redazione della relazione annuale da trasmettere all’Ivass sul sistema dei controlli interni, affinché in essa vengano illustrate le nuove iniziative eventualmente intraprese o le
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modifiche apportate, le attività di revisione svolte, le eventuali carenze segnalate e le azioni correttive adottate;
‐ svolgere le attività di cui sopra anche per le Compagnie del Gruppo, sulla base di uno specifico contratto di outsourcing.
Nel 2015 l’organizzazione della funzione ha visto la costituzione al suo interno dell’unità Controllo Attuariale alla quale sono stati affidati i compiti previsti Direttiva 138/2009 (e recepiti nel Codice delle Assicurazioni Private) per quanto riguarda la funzione attuariale. La scelta è stata compiuta al fine di garantire il necessario livello di indipendenza, sfruttando i rapporti sinergici con l’unità di validazione del Modello interno.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Risk Management sono recepiti nella “Politica della funzione di Risk Management”, approvata dal Consiglio e sottoposta a revisione annuale.
Funzione Attuariale
La Compagnia ha istituito al proprio interno la funzione Attuariale, che ha il compito di valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle riserve tecniche secondo le logiche Solvency II, valutare la sufficienza delle riserve tecniche di bilancio, secondo i principi contabili nazionali, esprimere un parere sulle politiche di sottoscrizione e sugli accordi di riassicurazione e contribuire ad applicare in modo efficace il sistema di gestione dei rischi.
In particolare, i principali adempimenti che la funzione Attuariale è chiamata a svolgere sono:
‐ valutare l’adeguatezza delle riserve tecniche secondo i principi Solvency II; ‐ valutare la sufficienza delle riserve tecniche Vita e Auto secondo i principi contabili nazionali; ‐ formulare il parere sulle politiche di sottoscrizione; ‐ formulare il parere sugli accordi di riassicurazione; ‐ contribuire all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi; ‐ predisporre il reporting per il Consiglio di Amministrazione, il Comitato per il Controllo e i Rischi di
Gruppo, l’Alta Direzione, i Comitati, le Commissioni e le strutture organizzative; ‐ sottoscrivere la relazione sulle procedure seguite dalle imprese italiane per l’elaborazione e il controllo
dei dati trasmessi alla stanza di compensazione.
La funzione Attuariale è collocata nell’ambito della funzione di Risk Management della Capogruppo, riporta gerarchicamente al responsabile di tale funzione e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione sono recepiti nella “Politica della funzione Attuariale”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Compliance
Il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni ha esternalizzato la funzione di Compliance, ai sensi dell’art. 23 del Regolamento Isvap n. 20/2008, alla Capogruppo Reale Mutua.
L’affidamento della funzione di Compliance a Reale Mutua è stato formalizzato mediante apposito contratto ai sensi dell’art. 32 del Regolamento sopraccitato.
In seno alla Capogruppo Reale Mutua la funzione di Compliance riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi derivanti dalla non conformità alle norme.
La funzione di Compliance della Capogruppo Reale Mutua, che ha adottato un modello organizzativo accentrato e diffuso ai sensi della Politica della funzione approvata dal Consiglio di Amministrazione, è composta dal responsabile, da n. 4 dipendenti, costituenti l’unità di coordinamento centrale, e si avvale di un network di referenti di compliance presso tutte le strutture organizzative aziendali – i cosiddetti “focal point di Compliance” ‐ deputate all’esercizio dei controlli di secondo livello in materia di conformità normativa sui processi e le procedure aziendali di competenza. Il network dei referenti costituisce una rete
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di relazioni di corrispondenza verso l’unità di coordinamento centrale e il responsabile della funzione.
La funzione di Compliance governa un processo trasversale che consta di presidi organizzativi ed operativi atti ad evitare disallineamenti con l’insieme delle regole esterne ed interne e ha il compito di individuare, adottando metodologie condivise con le altre funzioni del sistema dei controlli interni, idonee soluzioni per la mitigazione/eliminazione dei rischi di non conformità.
Le principali attività svolte dalla funzione di Compliance possono essere riassunte come segue:
‐ identificazione delle norme applicabili all’impresa e valutazione ex ante (incluse le norme di autoregolamentazione) del loro impatto sui processi e le procedure aziendali;
‐ verifica dell’efficacia degli adeguamenti organizzativi (strutture, processi, procedure) suggeriti per la prevenzione e mitigazione del rischio di non conformità normativa;
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e all’Alta Direzione nella definizione e adeguamento nel tempo delle strategie e delle politiche di valutazione e gestione del rischio di non conformità alle norme;
‐ valutazione “ex ante” – anche in chiave prospettica ‐ della conformità dei nuovi prodotti e delle nuove strategie di sviluppo alla normativa vigente applicabile;
‐ predisposizione della reportistica nei confronti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il Controllo e i Rischidi Gruppo e dell’Alta Direzione e dei responsabili delle strutture operative circa l’evoluzione del rischio di non conformità normativa e l’eventuale violazione dei limiti operativi fissati;
‐ definizione e formalizzazione della pianificazione dell’attività di compliance attraverso un Piano annuale da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione di norma in una delle prime riunioni dell’esercizio, previo esame da parte del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ predisposizione della relazione annuale al Comitato per il Controllo interno di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione sull’adeguatezza ed efficacia dei presidi adottati dall’impresa per la gestione del rischio di non conformità;
‐ supporto alla Scuola di Formazione di Gruppo nell’individuazione dei percorsi formativi per il network dei referenti di compliance e, in generale, per gli aspetti di compliance connessi all’attività della funzione.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione di Compliance sono recepiti nella “Politica della funzione di Compliance”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Funzione di Antiriciclaggio
Tale funzione, deputata a prevenire e contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, possiede requisiti d’indipendenza e ha accesso a tutte le attività e a tutte le informazioni dell’impresa rilevanti per lo svolgimento dei propri compiti.
La funzione, accentrata presso la Capogruppo Reale Mutua, è operativa anche per Italiana Assicurazioni, riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischidi Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
La funzione Antiriciclaggio di Gruppo opera per Italiana Assicurazioni relativamente ad alcune attività, sulla base di apposito contratto di outsourcing; i restanti compiti sono svolti dalla unità Antiriciclaggio di Italiana Assicurazioni, che si coordina costantemente con la funzione Antiriciclaggio di Gruppo.
La funzione Antiriciclaggio di Gruppo verifica che i processi, le procedure e le strutture organizzative siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di legge, di regolamenti e di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
Di seguito i compiti della funzione Antiriciclaggio di Gruppo definiti dal Consiglio di Amministrazione e formalizzati con apposita delibera dell’Organo stesso:
‐ identificare le norme applicabili in tema di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e valutare il loro impatto sui processi e le procedure interne;
‐ collaborare alla definizione del sistema dei controlli interni e delle procedure finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, verificandone nel continuo l’efficacia;
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‐ proporre modifiche organizzative e procedurali necessarie al fine di assicurare un adeguato presidio dei rischi di cui sopra, verificando l’idoneità del sistema dei controlli interni e delle relative procedure adottate;
‐ prestare consulenza e assistenza agli organi aziendali e all’Alta Direzione in relazione agli aspetti di sua competenza e curare la predisposizione di adeguati flussi informativi nei confronti degli stessi;
‐ verificare, anche tramite l’operato dei servizi informatici, l’affidabilità del sistema informativo di alimentazione dell’Archivio Unico Informatico;
‐ trasmettere mensilmente all’Unità di Informazione Finanziaria i dati aggregati concernenti le registrazioni nell’Archivio Unico Informatico;
‐ redigere flussi informativi diretti agli organi aziendali, all’Alta Direzione e all’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001;
‐ predisporre, in raccordo con altre funzioni aziendali competenti in materia di formazione, un adeguato piano formativo volto a garantire il continuo aggiornamento del personale;
‐ concorrere a diffondere la cultura in materia di antiriciclaggio anche attraverso la predisposizione di un documento, da sottoporre all’approvazione al Consiglio di Amministrazione, che riepiloghi responsabilità, compiti e modalità operative nella gestione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Tale documento dovrà essere costantemente aggiornato e reso disponibile al personale e alla rete distributiva diretta;
‐ valutare l’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interne volti all’assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela e di registrazione, nonché dei sistemi di rilevazione, valutazione e segnalazione delle operazioni sospette; valutare inoltre l’appropriata conservazione della documentazione richiesta dalla normativa;
‐ effettuare controlli in loco su base campionaria per verificare l’efficacia e la funzionalità dell’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interni volti all’assolvimento degli obblighi relativi all’adeguata verifica, alla registrazione dei dati e alla segnalazione delle operazioni sospette, individuando eventuali aree di criticità;
‐ svolgere attività di verifica rafforzata nei casi previsti dalla normativa, vale a dire nei casi in cui appaia particolarmente elevato il rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Verificare l’adeguatezza del processo di verifica rafforzata condotto dalla rete distributiva diretta;
‐ presentare, almeno una volta l’anno, agli organi aziendali una relazione sulle iniziative intraprese, le disfunzioni accertate e le relative azioni correttive da intraprendere, nonché sull’attività formativa;
‐ predisporre un piano annuale delle attività da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione di norma in una delle prime riunioni dell’esercizio, previo esame da parte del Comitato per il Controllo Interno di Gruppo;
‐ collaborare, in qualità di presidio aziendale specialistico antiriciclaggio, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia;
‐ raccordarsi con le imprese assicurative estere del Gruppo, operative nei rami Vita, per garantire un approccio globale alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; verificare che le procedure in essere presso tali imprese siano in linea con gli standard del Gruppo e tali da assicurare la condivisione delle informazioni a livello consolidato.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione Antiriciclaggio sono recepiti nella “Politica della funzione Antiriciclaggio”, approvata dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta a revisione annuale.
Modifiche significative al sistema di Governance
Nel corso del 2016 le più significative variazioni intervenute nella struttura organizzativa della Società hanno riguardato:
‐ il completamento del modello organizzativo delle unità assuntive dei Rami Elementari secondo una logica di settore;
‐ l’adozione di un nuovo modello di controllo costi attraverso la costituzione di poli di monitoraggio e presidio della componente costi all’interno delle Direzioni aziendali, con l’obiettivo di abilitare una ottimizzazione dei processi di gestione delle spese.
Per quanto concerne, invece, il sistema delle deleghe, lo stesso non ha subito modifiche rilevanti nel corso del periodo di riferimento.
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Modalità attraverso le quali sono garantiti alle funzioni fondamentali i necessari poteri, le risorse e l’indipendenza funzionale dalle aree o unità operative
Funzione di Revisione Interna
La funzione di Revisione Interna, in coerenza con quanto definito dal Regolamento di Gruppo, svolge la propria attività attraverso un collegamento funzionale con l’analoga funzione della Capogruppo. A questo proposito si rileva come il responsabile della corrispondente struttura della Capogruppo, dott. Michele Tazzer, ricopra lo stesso incarico presso Italiana Assicurazioni.
Al fine di vederne garantita l’autonomia e l’indipendenza e affinché non ne sia compromessa l’imparzialità e l’obiettività di giudizio, la funzione di Revisione Interna, alla luce dell’attuale assetto di governance della Società, è collocata in staff all’Amministratore Delegato e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
Ciò premesso, l’attività della suddetta funzione si svolge nel rispetto delle linee guida indicate dal Regolamento Isvap n. 20/2008, modificato e integrato dal Provvedimento Ivass n. 17 del 15 aprile 2015. Il Consiglio di Amministrazione della Società, con delibera del 24 novembre 2016, ha approvato la nuova versione della politica della funzione di Revisione Interna. Come infatti richiesto dall’Organo di Vigilanza, la stessa deve essere rivista su base annuale ovvero al ricorrere di novità significative in ordine alle caratteristiche e all’esercizio della funzione.
Il Consiglio di Amministrazione, con l’approvazione del sopra indicato documento, ha confermato la validità dell’operatività della funzione di Revisione Interna; ha inoltre confermato nel ruolo di responsabile della stessa il dott. Michele Tazzer. Si rileva infatti come il Consiglio medesimo abbia, alla luce della “Politica per la valutazione del possesso dei requisiti di idoneità” alla carica in termini di onorabilità, professionalità e indipendenza”, verificato le caratteristiche di professionalità e onorabilità richieste al responsabile della funzione di Revisione Interna nonché le modalità per la valutazione dei requisiti stessi.
Con riferimento al suo profilo professionale, il dott. Michele Tazzer, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ha lavorato per tredici anni presso una primaria società di revisione arrivando a ricoprire incarichi manageriali di audit per società clienti operanti nel settore industriale e finanziario. Dopo tale periodo nel 1995 è entrato come responsabile della funzione di Internal Audit della Capogruppo, incarico a cui, a partire dal 2008, si è aggiunto quello analogo presso Italiana Assicurazioni. Il dott. Michele Tazzer è inoltre iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e al Registro dei Revisori Legali.
La funzione di Revisione Interna è composta da sei risorse, incluso il responsabile. A parte quest’ultimo, tre di loro sono dedicate all’unità Audit del Sistema dei Controlli Interni, una è assegnata all’unità Responsabilità Amministrativa Enti (vedere infra), a cui è altresì riconducibile un’ulteriore risorsa, che però è contemporaneamente in carico anche all’unità Audit del Sistema dei Controlli Interni.
La funzione di Revisione Interna accoglie nel proprio ambito, in una struttura separata e dedicata, l’attività dell’unità Responsabilità Amministrativa Enti, svolta ai sensi del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. n. 231/2001, la cui adozione è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Società a marzo 2005. Il responsabile della funzione di Revisione Interna, dott. Michele Tazzer, è altresì membro dell’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/2001. L’unità Responsabilità Amministrativa Enti ha proprio il compito di supportare il suddetto Organismo nell’ambito delle attività istituzionali dello stesso.
Con questa scelta si è ulteriormente accentuata l’attenzione sul tema dei controlli nel suo complesso. Il citato Modello infatti non è volto alla sola prevenzione dei reati indicati nel D.lgs. 231/2001 e nelle successive modifiche, ma rappresenta anche un efficace strumento per il consolidamento e la diffusione della cultura dell’etica di impresa e della materia del controllo.
Chief Risk Officer (CRO)
In seno alla Capogruppo il CRO riporta funzionalmente e gerarchicamente al Direttore Generale e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, nonché al Consiglio di Amministrazione.
La figura del CRO è stata istituita con la finalità di garantire, nell’ambito del sistema dei controlli interni, la
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gestione complessiva dei rischi di Reale Mutua e, a tendere, delle società che fanno capo alla stessa.
Il responsabile della funzione CRO è l’Avv. Filippo Manassero.
L’Avv. Manassero, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, ha lavorato per undici anni presso uno studio legale internazionale di cui è stato equity partner tra il 2007 e il 2011. Dal 2011 al 2015 ha ricoperto il ruolo di responsabile legali del Servizio Affari Legali del Gruppo e da maggio 2015 è diventato responsabile della funzione Chief Risk Officer.
Funzione di Risk Management
Ai sensi dell’art. 21 del Regolamento Isvap n. 20/2008, la funzione di Risk Management funge da coordinatore delle attività di monitoraggio dei rischi.
La funzione di Risk Management è stata costituita presso la Capogruppo nel 2006 e svolge la propria attività nel rispetto del Regolamento Isvap n. 20/2008; opera nell’organigramma aziendale in staff al Direttore Generale e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi. La funzione svolge i propri compiti anche per le singole imprese assicurative del Gruppo dalle quali abbia ricevuto incarico in tal senso, con il riporto diretto agli Organi amministrativi delle stesse. Tale impostazione, oltre a soddisfare criteri di economicità e di sinergia, garantisce la coerenza dei sistemi posti in essere in tutte le imprese appartenenti al Gruppo, al fine di consentire l'identificazione, la valutazione, il monitoraggio e il controllo dei rischi a livello di Gruppo.
Il responsabile della funzione è il Dott. Stefano Olocco, che, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio, ha maturato esperienze nell’ambito dell’analisi e della reingegnerizzazione di processi amministrativi. Ha ricoperto la carica di responsabile della Pianificazione e Controllo di Gestione presso una compagnia Vita del Gruppo e successivamente ha ricoperto la carica di responsabile unità Vita e Finanza nell’ambito della funzione di Pianificazione e Controllo di Reale Mutua. Dal 2006 è responsabile dell’unità organizzativa di Risk Management nell’ ambito della funzione di Pianificazione e Controllo e Risk Management. Dal 2010 è responsabile della funzione di Risk Management in staff al Direttore Generale della Capogruppo.
Da gennaio 2015 ha assunto altresì la carica di responsabile della funzione di Risk Management di Reale Seguros Generales S.A..
Funzione Attuariale
La funzione Attuariale è collocata nell’ambito della funzione di Risk Management della Capogruppo, riporta gerarchicamente al responsabile di tale funzione e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
I compiti, ruoli e responsabilità della funzione sono recepiti nella “Politica della funzione Attuariale”, approvata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 novembre 2016.
Il responsabile della funzione è il Dott. Stefano Olocco, che ricopre altresì l’incarico di responsabile della funzione di Risk Management.
Funzione di Compliance
In seno alla Capogruppo Reale Mutua la funzione di Compliance riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi derivanti dalla non conformità alle norme.
Il responsabile della funzione è il Dott. Giorgio Mentuccia. In possesso della laurea in Economia e Commercio, in oltre venticinque anni di attività presso il Gruppo Reale ha maturato molteplici esperienze nell’ambito delle aree amministrative, di segreteria e delle partecipazioni, delle risorse umane e dell’organizzazione,
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assumendo, tra l’altro, la responsabilità della direzione Risorse Umane e Organizzazione della Società Capogruppo. Da ottobre 2008 ha assunto la carica di responsabile della funzione di Compliance delle società assicurative italiane del Gruppo.
Funzione di Antiriciclaggio
Tale funzione, affidata alla responsabilità della Dott.ssa Gabriella Erbetta, è deputata a prevenire e contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, possiede requisiti d’indipendenza e ha accesso a tutte le attività e a tutte le informazioni dell’impresa rilevanti per lo svolgimento dei propri compiti.
La funzione, accentrata presso la Capogruppo Reale Mutua, è operativa anche per Italiana Assicurazioni, riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
Modalità di coordinamento tra gli organi di amministrazione e controllo e le funzioni di gestione del rischio, di conformità, di revisione interna ed attuariale e modalità attraverso le quali le funzioni fondamentali informano e supportano gli organi di amministrazione e controllo.
Tenuto conto della normativa interna adottata nel corso del tempo, la Compagnia individua una pluralità di report, rendicontazioni e analisi tra le diverse funzioni di controllo della Società, i Comitati consiliari e tra questi e gli Organi sociali. Si riporta in allegato la tabella che riassume in modo sintetico lo scambio dei flussi informativi.
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B.1.2. POLITICHE RETRIBUTIVE
Politiche di remunerazione degli Amministratori
Il Consiglio di Amministrazione è composto da undici Consiglieri, compreso il Presidente.
La remunerazione annuale dei Consiglieri è stabilita dall’Assemblea ordinaria. L’entità complessiva è determinata in misura fissa, su proposta dell’Azionista unico, in coerenza con la natura mutualistica della Capogruppo e calibrata, in un’ottica di coordinamento del Gruppo, sulle caratteristiche dell’impresa; tale corrispettivo è rivisto con cadenza di norma annuale.
Il compenso complessivo è ripartito dal Consiglio di Amministrazione in quote; per il Presidente, il Vice Presidente, qualora nominato, e l’Amministratore Delegato, qualora nominato, è previsto un numero di quote fisse più elevato, in relazione alle maggiori responsabilità loro assegnate. A tutti gli Amministratori è altresì erogato un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera, determinati anch’essi, con cadenza di norma annuale, dall’Assemblea.
Al Consigliere cui è attribuito l’incarico di Presidente dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 è corrisposta una remunerazione fissa, stabilita dal Consiglio di Amministrazione, su proposta del Presidente, e adeguata con cadenza di norma triennale secondo le stesse logiche sopra riportate, un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera; ai Consiglieri cui è attribuito l’incarico di membro del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo è corrisposto un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni.
Per gli Amministratori, in nessun caso, è prevista l’erogazione di componenti variabili.
Per gli Amministratori non sono inoltre previsti importi integrativi in caso di anticipata cessazione dall’incarico.
Politiche di remunerazione del Collegio Sindacale
Il Collegio Sindacale è composto da tre Sindaci effettivi, compreso il Presidente del Collegio stesso, e da due Sindaci supplenti.
La remunerazione annuale dei Sindaci è stabilita dall’Assemblea, su proposta dell’Azionista unico. L’entità è determinata in misura fissa, in coerenza con la natura mutualistica della Capogruppo e calibrata, in un’ottica di coordinamento del Gruppo, sulle caratteristiche dell’impresa; i corrispettivi sono adeguati con cadenza di norma triennale.
Per il Presidente del Collegio è previsto un compenso fisso suppletivo rispetto agli altri Sindaci effettivi, in relazione alle maggiori responsabilità a lui assegnate; ai Sindaci supplenti non spettano remunerazioni.
Ai Sindaci è attribuita altresì dall’Assemblea un’eventuale indennità di trasferta giornaliera, adeguata anch’essa con cadenza di norma triennale.
Al Sindaco che è membro dell’Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/01 è attribuito un emolumento fisso legato alla presenza alle riunioni e un’eventuale indennità di trasferta giornaliera.
Per i Sindaci, in nessun caso, è prevista l’erogazione di compensi collegati ai risultati o basati su strumenti finanziari.
Politiche di remunerazione del personale rilevante e dei responsabili delle Funzioni di Controllo Interno
Tenendo conto della definizione di personale del Regolamento Isvap n. 39/2011 e considerando la dimensione, la complessità della Società e quanto detto in precedenza, il personale rilevante è costituito da:
‐ Direttore Generale, ‐ Condirettore Generale, ‐ Vice Direttore Generale, ‐ Direttore Commerciale e Mercato.
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I responsabili delle funzioni di controllo interno, individuati ai sensi del Regolamento Isvap n. 20 del 2008, del Regolamento Isvap n. 41 del 2012 e del Decreto Legislativo n. 209 del 7 settembre 2005 (Codice delle assicurazioni private), coordinato con il Decreto Legislativo 74/2015, e cioè:
‐ il Responsabile della Revisione Interna; ‐ il Responsabile della Compliance (*); ‐ il Responsabile del Risk Management (*); ‐ il Responsabile dell’Antiriciclaggio (*); ‐ il Responsabile della Funzione Attuariale (*);
a cui si aggiunge la figura del Chief Risk Officer (**),sono considerati nel documento delle politiche di remunerazione della Capogruppo, in quanto dipendenti della stessa.
(*) funzioni esternalizzate presso la Capogruppo, per le quali è assicurato il rispetto dei principi di cui all’art. 4 del Regolamento Isvap n. 39/2011.
(**) funzione della Capogruppo.
Iter decisionale e informativo
Le politiche di remunerazione del personale citato sopra sono:
‐ definite dal Consiglio di Amministrazione; ‐ approvate dall’Assemblea.
Le politiche sono riviste annualmente dal Consiglio di Amministrazione.
Le politiche di remunerazione definite e approvate sono accessibili a tutto il personale a cui si applicano, nel rispetto del diritto di riservatezza di ciascun soggetto. Il personale interessato è informato in anticipo dei criteri utilizzati per determinarne la remunerazione e la valutazione dei risultati cui è collegata la componente variabile.
La politica di remunerazione e il processo di valutazione sono adeguatamente documentati e resi trasparenti a ciascun soggetto interessato.
Linee generali, motivazioni e finalità delle politiche di remunerazione del personale in oggetto
La Società adotta politiche di remunerazione del personale coerenti con i principi generali sopra enunciati.
La retribuzione del personale deve rafforzare la strategia aziendale e di Gruppo, consolidando gli indirizzi e le scelte di fondo dell’organizzazione.
ll personale è remunerato tramite una retribuzione fissa e una variabile, ove prevista.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto e tenendo conto delle prassi di mercato, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La remunerazione variabile ricompensa la performance conseguita e la creazione di valore per l’impresa nel tempo. Il riconoscimento della componente variabile è subordinato al raggiungimento di risultati predeterminati, oggettivi e agevolmente misurabili.
La politica di remunerazione, nella fissazione dei risultati da raggiungere:
‐ prevede l’adozione di indicatori di performance che tengano conto dei rischi attuali o futuri connessi ai risultati prefissati e dei correlati oneri in termini di costo del capitale impiegato e di liquidità necessaria;
‐ tiene conto, ove appropriato, anche di criteri non finanziari che contribuiscono alla creazione di valore per l’impresa, quali la conformità alla normativa esterna ed interna e l’efficienza della gestione del servizio alla clientela;
‐ assicura che l’importo complessivo della componente variabile sia basato su una adeguata combinazione dei risultati ottenuti dal singolo e dei risultati complessivi dell’impresa o del gruppo di
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appartenenza.
Politica di remunerazione del personale rilevante
Il personale rilevante è remunerato tramite una retribuzione fissa e una variabile.
La remunerazione fissa è definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro.
La remunerazione variabile è costituita da un compenso di natura monetaria legato al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Non sono previste altre forme di compenso variabile.
Gli obiettivi, che rappresentano il livello atteso di prestazione, hanno diversi orizzonti temporali al fine di incentivare scelte e comportamenti virtuosi che risultino sostenibili anche nel medio e lungo termine. Sono pertanto definiti degli obiettivi di breve periodo (annuali) e obiettivi di medio/lungo periodo (triennali) a cui è collegata la corresponsione dei rispettivi incentivi.
La remunerazione prevede un bilanciamento tra componente fissa e componente variabile per garantire stabilità nelle prestazioni e una maggiore fidelizzazione Sono fissati pertanto limiti alla componente variabile, che non può essere determinata complessivamente per ogni anno in misura superiore al 50% della retribuzione annua lorda fissa.
Il compenso variabile annuale è legato al raggiungimento degli obiettivi annuali assegnati tramite la scheda obiettivi e deve essere corrisposto in seguito alla consuntivazione degli stessi.
Il compenso variabile triennale è legato agli obiettivi triennali ed è corrisposto in modo differito alla fine del periodo di osservazione.
Politiche di remunerazione dei responsabili delle funzioni di controllo interno
I responsabili delle funzioni di controllo interno sono remunerati tramite una retribuzione fissa, definita in funzione del ruolo ricoperto, del livello di responsabilità, dell’impegno connesso al ruolo e nel rispetto della disciplina che regola i rapporti di lavoro, secondo quanto previsto dal Regolamento Isvap n. 20 del 2008, dal Regolamento Isvap n. 41 del 2012 e del Decreto Legislativo n. 209 del 7 settembre 2005 (Codice delle assicurazioni private), coordinato con il Decreto Legislativo 74/2015. Non sono previste componenti variabili legate a un sistema di incentivazione parametrato sul raggiungimento di specifici obiettivi e/o risultati.
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B.1.3. TRANSAZIONI SIGNIFICATIVE E CONFLITTI DI INTERESSE
Premesso che non si segnalano transazioni significative e conflitti di interesse, ai fini di monitorare gli interessi degli amministratori nelle operazioni delle società sulle quali sono chiamati a decidere, le parti correlate, e in generale i conflitti di interesse, il Regolamento del Consiglio della Società prevede che ciascun Amministratore debba dare notizia agli altri Consiglieri e al Collegio Sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in una determinata operazione della Società, precisandone la natura, i termini, l’origine e la portata. In relazione a ciò, la delibera del Consiglio deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la Società nell’operazione.
L’informativa di cui sopra può essere data nell’ambito della riunione consiliare in cui l’operazione è deliberata o valutata ovvero, qualora l’Amministratore ritenga di non poter essere presente al predetto Consiglio, mediante comunicazione scritta inviata al Presidente del Consiglio e al Presidente del Collegio Sindacale, che ne danno lettura nell’ambito della seduta.
Nei casi di inosservanza di quanto appena descritto, ovvero nel caso di deliberazioni del Consiglio adottate con il voto determinante dell'Amministratore interessato, l'Amministratore risponde dei danni derivati alla Società dalla sua azione od omissione, fermo ogni altro rimedio previsto dalla legge.
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B.1.4. VALUTAZIONE DELL'ADEGUATEZZA DELL'ORGANO AMMINISTRATIVO
Il processo di Autovalutazione del Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni, condotto ai sensi dell’Art. 5 del Regolamento Isvap n. 20 del 26 marzo 2008, ha la finalità di valutare la composizione e il funzionamento dell’Organo Amministrativo, dei comitati interni all’organo medesimo, il livello di professionalità degli Amministratori rispetto all’operatività e al profilo di rischio dell’impresa. Esso vuole garantire che i membri del Consiglio possiedano adeguati requisiti di competenza e onorabilità, nonché siano previsti meccanismi per valutare che tali soggetti soddisfino i requisiti necessari.
Il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni ha effettuato la propria Autovalutazione relativa all’esercizio 2016:
‐ seguendo un processo articolato nelle seguenti quattro fasi: istruttoria, di raccolta delle informazioni e dei dati sulla base dei quali effettuare la valutazione; elaborazione dei dati e delle informazioni di cui sopra; predisposizione degli esiti del processo; discussione collegiale degli esiti e di predisposizione di eventuali misure correttive opportune;
‐ esaminando i risultati ottenuti, evidenziando i punti di forza e di debolezza emersi; ‐ individuando alcune azioni correttive, nonché un piano per la loro attuazione, da riprendere nella
prossima Autovalutazione; ‐ riesaminando i risultati dell’attività di Autovalutazione effettuata nel 2016.
Il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni ha dato corso al processo di Autovalutazione dell’Organo Amministrativo con il supporto e il coordinamento della Segreteria Generale e Adempimenti Societari della Società.
L’Autovalutazione è stata condotta utilizzando un questionario strutturato per aree di analisi.
Gli obiettivi sottesi alla metodologia utilizzata per lo svolgimento dell’Autovalutazione 2016/2017 sono sostanzialmente riconducibili a:
‐ valutazione e conferma del profilo teorico dei Consiglieri, sulla base delle previsioni normative e regolamentari, delle leading practice e delle norme di autoregolamentazione, nonché delle aree da indagare per verificare il corretto funzionamento del Consiglio;
‐ valutazione delle modalità di funzionamento dell’organo amministrativo e delle sua capacità di pervenire a decisioni ben informate e motivate, in relazione alle caratteristiche operative e dimensionali della Compagnia.
L’autovalutazione è stata condotta utilizzando un questionario strutturato per aree di analisi. Per la valutazione del funzionamento e dell’adeguatezza del Consiglio ci si è basati sull’esito delle risposte ai questionari.
Dai risultati dei questionari compilati dai singoli Consiglieri, si evince che il Consiglio di Amministrazione della Compagnia è da ritenersi adeguato alle dimensioni e alla complessità della stessa.
Il Consiglio risulta essere inoltre di qualità, in quanto elevati sono i requisiti di conoscenza e specializzazione posseduti a livello individuale e collegiale, bilanciato nel mix di competenze e nella partecipazione attiva alle sessioni di lavoro.
Molto chiari i ruoli del Presidente e dei Consiglieri e cooperativo il rapporto con il Management, l’Organismo di Vigilanza e le funzioni di Controllo Interno, garantita altresì da un periodico flusso informativo nei confronti del Consiglio di Amministrazione.
Sulla base degli esiti del processo di Autovalutazione dell’Organo Amministrativo, sono stati individuati dai Consiglieri alcuni punti di miglioramento che riguardano taluni aspetti organizzativi e di funzionamento del Consiglio di Amministrazione.
Le predette aree di miglioramento e le connesse misure correttive sono incluse in uno specifico “Action Plan”.
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B.2. REQUISITI DI COMPETENZE E ONORABILITÀ
La Società si è dotata da molti anni di un Codice Etico, che, aggiornato nel 2013, ha ora valenza per tutto Reale Group. Il documento declina i valori del Gruppo in principi di comportamento nei confronti di tutti i portatori di interesse, con lo scopo di guidare chiunque operi nell’ambito del Gruppo medesimo a perseguire gli obiettivi con metodi e condotte corretti, leali e coerenti con la cultura d’impresa, caratterizzata dalla natura mutualistica della Capogruppo.
L’agire della Società e del Gruppo non è infatti unicamente fondato sul puntuale rispetto delle norme vigenti, ma si concretizza anche nell'osservanza dei valori fondamentali del Gruppo stesso, volti a generare comportamenti eticamente responsabili e trasparenti verso tutti gli stakeholder che interagiscono con esso.
Il rispetto dei principi e l’adesione ai valori contenuti nel Codice Etico costituiscono il primo requisito a cui debbono attenersi i soggetti a cui è rivolta la presente politica.
Requisiti per gli Amministratori, i Sindaci e il Direttore Generale
I requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli Amministratori, ai Sindaci e al Direttore Generale sono quelli stabiliti dallo Statuto Sociale e dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, che fissa i requisiti per i soggetti preposti a funzione di amministrazione, direzione e controllo delle imprese di assicurazione e di riassicurazione; per i soli membri del Collegio Sindacale occorre fare riferimento anche a quanto stabilito dal Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/3/2000. I requisiti di indipendenza sono regolamentati, oltre che dal predetto Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, anche dal Decreto Legge n. 201 del 6/12/2011, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011.
Nello specifico, i requisiti di onorabilità previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale e il Direttore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 2 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/3/2000), secondo cui il requisito dell’onorabilità non ricorre, se i soggetti interessati si trovano in una delle seguenti situazioni:
a) stato di interdizione legale ovvero interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e, comunque, tutte le situazioni previste dall'art. 2382 del Codice Civile;
b) assoggettamento a misure di prevenzione disposte dall'autorità giudiziaria ai sensi della Legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o della Legge 31 maggio 1965, n. 575, e della Legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni e integrazioni, salvi gli effetti della riabilitazione;
c) condanna con sentenza definitiva, salvi gli effetti della riabilitazione:
1) a pena detentiva per uno dei reati previsti dalla normativa speciale che regola il settore dell'assicurazione, finanziario, del credito, dei valori mobiliari e dei mercati mobiliari nonché dal Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231, e successive modificazioni e integrazioni;
2) alla reclusione per uno dei delitti previsti nel Titolo XI del Libro V del Codice Civile e nel Regio Decreto 16 marzo 1942, n.267;
3) alla reclusione per un tempo non inferiore a un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica ovvero per un delitto in materia tributaria;
4) alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo.
Le suddette cariche non possono essere ricoperte da coloro ai quali sia stata applicata su richiesta delle parti una delle pene previste dalla precedente lettera c), salvo il caso di estinzione del reato. Nel caso in cui siano state applicate su richiesta delle parti, le pene previste dai numeri 1) e 2) della predetta lettera c) non rilevano se inferiori a un anno.
Inoltre, non possono ricoprire le cariche sopra indicate coloro che nei tre anni precedenti all’adozione dei relativi provvedimenti hanno rivestito analoghe cariche in imprese sottoposte a procedure di amministrazione straordinaria, fallimento o liquidazione coatta amministrativa o a procedure equiparate
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(art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011).
I requisiti di professionalità per gli Amministratori e i Sindaci sono quelli disposti dall’art. 3 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011 (nel caso dei membri del Collegio Sindacale, in coerenza con quanto statuito dall’art. 1 del Decreto del Ministero della Giustizia n. 162 del 30/3/2000), che prevede che essi debbano essere scelti secondo criteri di professionalità e competenza tra persone che abbiano maturato un’esperienza complessiva di almeno tre anni attraverso l’esercizio di una o più delle seguenti attività:
a) di amministrazione, direzione o controllo presso società ed enti del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
b) di amministrazione, direzione o controllo in enti pubblici o pubbliche amministrazioni aventi attinenza con il settore assicurativo, creditizio o finanziario ovvero anche con altri settori, se le funzioni svolte hanno comportato la gestione o il controllo della gestione di risorse economiche finanziarie;
c) di amministrazione, direzione o controllo in imprese pubbliche e private aventi dimensioni adeguate alla società che ha conferito l’incarico;
d) professionali in materie attinenti al settore assicurativo, creditizio o finanziario o attività di insegnamento universitario di ruolo in materie giuridiche, economiche o attuariali aventi rilievo per il settore assicurativo.
La norma richiede altresì che per il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i membri del Comitato Esecutivo e almeno un terzo dei Sindaci effettivi e di quelli supplenti l’esperienza complessiva maturata di cui ai punti a), c) e d) sia di almeno un quinquennio. I Sindaci devono altresì essere iscritti nel registro dei revisori contabili.
Secondo quanto stabilito dall’art. 5, comma 2, lett. l), del Regolamento Isvap n. 20/2008, infine, l’Organo amministrativo, nel suo complesso, deve possedere adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria e attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa.
L’art. 22 dello Statuto Sociale prevede che non possano essere nominati Sindaci coloro che già ricoprono incarichi di Sindaco effettivo in altre cinque o più società, tra quotate e assicurative non quotate, con esclusione delle società controllate dalla Società Reale Mutua di Assicurazioni o a essa collegate.
Per la carica di Direttore Generale è richiesto il possesso di una specifica competenza professionale acquisita in materia assicurativa, creditizia o finanziaria attraverso esperienze di lavoro con funzioni dirigenziali di adeguata responsabilità, per un periodo non inferiore a un quinquennio.
I requisiti di indipendenza previsti per i membri del Consiglio di Amministrazione, i componenti il Collegio Sindacale e il Direttore Generale sono quelli stabiliti dall’art. 6 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, nonché dall’art. 36 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011. Secondo la prima delle due normative citate:
a) la funzione di amministrazione, direzione o controllo in una impresa di assicurazione o riassicurazione non è compatibile con lo svolgimento di analoga funzione, con la sussistenza di rapporti di lavoro, di rapporti continuativi di consulenza o di prestazione d’opera retribuita o di altri rapporti di natura patrimoniale presso altre società di assicurazione o di riassicurazione, loro controllate o controllanti, tale da comprometterne l’indipendenza;
b) ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza di cui al precedente comma, si tiene conto della diversa rilevanza delle funzioni e del diverso ruolo esercitato dai soggetti interessati. In ogni caso non si considerano tali da compromettere l’indipendenza gli incarichi ed i rapporti con imprese appartenenti al medesimo gruppo assicurativo.
In base all’art. 36 del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in Legge n. 214 del 22/12/2011:
1. è vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti (il cosiddetto “divieto di interlocking”);
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2. ai fini del divieto di cui al comma 1, si intendono concorrenti le imprese o i gruppi di imprese tra i quali non vi sono rapporti di controllo ai sensi dell'art. 7 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287 e che operano nei medesimi mercati del prodotto e geografici.
I predetti soggetti, inoltre, non devono trovarsi nelle situazioni impeditive di cui all’art. 4 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011.
Requisiti per il responsabile della funzione di Revisione Interna, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio, Attuariale e per il Chief Risk Officer (CRO)
Per quanto riguarda i requisiti di onorabilità richiesti al responsabile della funzione di Revisione Interna, si fa riferimento a quanto stabilito dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, sopra declinato.
Per i requisiti di professionalità, il responsabile della funzione di Revisione Interna è scelto tra persone in possesso di significative e consolidate competenze in ambito di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. In particolare, tale soggetto deve aver maturato un’esperienza complessiva di almeno un triennio in uno o più dei seguenti ambiti:
‐ nelle rispettive unità o funzioni aziendali di controllo della Società o della Capogruppo Reale Mutua o di altra società o enti preferibilmente del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
‐ nella materia dei controlli interni e di gestione dei rischi in società di consulenza o di servizi; ‐ nelle materie attinenti ai controlli interni e alla gestione dei rischi, nello svolgimento di attività
professionali.
Costituisce titolo preferenziale l’essere componente di organi sociali di associazioni o enti impegnati nello svolgimento di studi e ricerche in materie concernenti i controlli interni e in particolare quelle relative alle tematiche di audit, di risk management, di compliance e di antiriciclaggio.
Per quanto attiene al ruolo di responsabile della funzione di Revisione Interna, inoltre, la valutazione si basa sugli standard internazionali e il codice etico della professione previsti dall’International Professional Practices Framework per tale figura.
E’ garantito il requisito di indipendenza in capo al responsabile della funzione di Revisione Interna, in presenza delle seguenti condizioni:
‐ essere posti in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. In particolare, il responsabile di tale funzione è collocato in staff all’Amministratore Delegato della Società, con riporto funzionale diretto al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione;
‐ non avere responsabilità diretta di aree operative sottoposte al loro controllo, né essere gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;
‐ essere nominato dal Consiglio di Amministrazione della Società con apposita delibera, in cui sono definiti, tra gli altri aspetti, i compiti, i poteri e le responsabilità della funzione, che ne sanciscono l’autonomia dalle strutture operative e da quelle di controllo interno, nel rispetto del principio di separatezza tra funzioni, e in cui sono stabiliti i principi che consentono alla funzione stessa di disporre dell’autorità, delle risorse e delle competenze necessarie per il corretto svolgimento dei suoi compiti. Il Consiglio di Amministrazione provvede inoltre alla revoca del responsabile;
‐ riferire direttamente agli organi sociali. In particolare, il responsabile della funzione di Revisione Interna ha quindi accesso diretto oltre che al Consiglio di Amministrazione e al Comitato per il Controllo e i Rischi‐ di Gruppo, al Collegio Sindacale e all’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 e si relaziona con essi senza restrizioni o intermediazioni;
‐ avere accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione relativa alle aree aziendali oggetto di verifica, ognuno per le proprie competenze;
‐ avere una remunerazione, come previsto dalla politica della Società redatta ai sensi del Regolamento Isvap n. 39/2011, non determinata sulla base di parametri legati al raggiungimento di specifici obiettivi e risultati di natura industriale;
‐ avere la disponibilità di risorse finanziarie adeguate (ovvero un budget di spesa), stabilite e approvate dal Consiglio di Amministrazione, per lo svolgimento dei propri compiti.
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Per quanto riguarda i requisiti di onorabilità richiesti al referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Risk Management della Capogruppo, al referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Compliance della Capogruppo, ex art. 33 del Regolamento Isvap n. 20/2008, al referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione Attuariale della Capogruppo e per il preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio, ex artt. 13 e 20 del Regolamento Isvap n. 41/2012, si fa riferimento a quanto stabilito dall’art. 5 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 del 11/11/2011, sopra declinato.
Per i requisiti di professionalità, il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Risk Management della Capogruppo, per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Compliance della Capogruppo per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione Attuariale della Capogruppo e del preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio è scelto tra dipendenti dell’impresa o tra dipendenti di altre società del Reale Group in distacco anche parziale presso Italiana Assicurazioni che ricoprono un ruolo adeguato nell’ambito dell’organizzazione aziendale o di Gruppo, hanno un inquadramento professionale idoneo (preferibilmente di livello dirigenziale) e sono in possesso di conoscenze, competenze ed esperienze adatte al corretto ed efficace svolgimento dell’incarico assegnato.
E’ garantito il requisito di indipendenza in capo ai soggetti di cui trattasi in presenza delle seguenti condizioni:
‐ essere posti in posizione gerarchico‐funzionale adeguata. In particolare, i referenti interni ex Regolamento Isvap n. 20/2008 e il preposto interno ex Regolamento Isvap n. 41/2012 non devono avere responsabilità diretta di aree operative sottoposte al loro controllo, né essere gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;
‐ essere nominati e revocati dal Consiglio di Amministrazione della Società con apposita delibera, ai sensi dell’art. 33 del Regolamento Isvap n. 20/2008 e degli artt. 13 e 20 del Regolamento Isvap n. 41/2012;
‐ avere accesso libero e diretto a tutte le strutture aziendali e alla documentazione relativa alle aree aziendali oggetto di verifica, per le materie di propria competenza.
I requisiti di cui sopra in materia di onorabilità, professionalità e indipendenza sono richiesti anche al referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Revisione Interna della Capogruppo, quando nominato in relazione all’eventuale esternalizzazione delle attività alla Capogruppo.
PROCEDURE DI VALUTAZIONE DEI REQUISITI DI IDONEITÀ ALLA CARICA
Procedura per la valutazione dei requisiti per gli Amministratori, i Sindaci e il Direttore Generale
L’accertamento dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza in capo agli Amministratori, ai Sindaci e al Direttore Generale, è svolto in via preliminare dal predetto Comitato, costituito ad hoc dal Regolamento del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo.
Inoltre, il Comitato verifica in via preliminare che l’Organo amministrativo nel suo complesso, secondo quanto previsto dall’art. 5, comma 2, lett. l), del Regolamento Isvap n. 20/2008, sia in possesso di adeguate competenze tecniche, in particolare per quanto attiene alle materie indicate dall’Autorità di Vigilanza e che riguardano i mercati assicurativi e finanziari, i sistemi di governance, l’analisi finanziaria ed attuariale, il quadro regolamentare, le strategie commerciali e i modelli d’impresa.
A tal fine, il Comitato si avvale anche degli esiti dell’autovalutazione svolta annualmente dal Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 5, comma 2, lett. s), del Regolamento Isvap n. 20/2008.
Il Comitato presenta quindi gli esiti delle proprie valutazioni al Consiglio di Amministrazione, che, preso atto di questi ed esaminati i documenti sopra descritti, svolge la propria attività di verifica dei requisiti, tenendo conto in particolare, ai fini della valutazione di compatibilità per la sussistenza del requisito di indipendenza, della diversa rilevanza delle funzioni e del differente ruolo esercitato dai soggetti interessati.
Qualora si verifichino situazioni impeditive all’assunzione o al mantenimento della carica, il Consiglio di Amministrazione assume le conseguenti determinazioni, secondo quanto disposto dalla normativa in vigore.
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Procedura per la valutazione dei requisiti per il responsabile della funzione di Revisione Interna
L’accertamento dei requisiti di onorabilità e di professionalità in capo al responsabile della funzione di Revisione Interna è svolto in via preliminare dal predetto Comitato.
Il requisito di indipendenza è accertato anche attraverso l’esame dell’organigramma aziendale, da cui è possibile verificare la posizione gerarchico‐funzionale del responsabile e delle valutazioni e prassi in essere svolte ai sensi del Regolamento Isvap n. 39/2011.
L’indipendenza è altresì garantita dal riporto funzionale al Consiglio di Amministrazione, in occasione dei vari incontri degli organi sociali, e dal contatto diretto del responsabile della funzione con il Collegio Sindacale, con il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e con l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001.
Infine, la facoltà di libero e diretto accesso a tutta la struttura aziendale è assicurata anche dalle deleghe che il Consiglio di Amministrazione conferisce al responsabile della funzione.
Procedura per la valutazione dei requisiti per il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Risk Management della Capogruppo, per il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Compliance della Capogruppo, per il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione Attuariale della Capogruppo e per il preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio
L’accertamento dei requisiti di onorabilità e professionalità e in capo al referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Risk Management della Capogruppo, per il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Compliance della Capogruppo, per il referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione Attuariale della Capogruppo e per il preposto interno alla funzione di Antiriciclaggio è svolto in via preliminare dal Comitato di ci all’art. 3, comma 3, del Regolamento del Consiglio di Amministrazione di Reale Mutua.
Il requisito di indipendenza è accertato anche attraverso l’esame dell’organigramma aziendale, da cui è possibile verificare la posizione gerarchico‐funzionale dei referenti interni ex Regolamento Isvap n. 20/2008 e del preposto interno ex Regolamento Isvap n. 41/2012.
Inoltre, poiché spetta al Consiglio di Amministrazione provvedere alla loro nomina e alla loro revoca, esso è posto nella condizione di presidiare costantemente la sussistenza del requisito di indipendenza in capo a tali soggetti.
La procedura si applica anche nel caso di verifica dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza del referente interno per la gestione dei rapporti con il responsabile della funzione di Revisione Interna della Capogruppo, quando nominato in relazione all’esternalizzazione alla Capogruppo.
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B.3. SISTEMA DI GESTIONE INTERNA DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA
DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ B.3.1. SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
Il sistema di gestione dei rischi della Società è costituito dalle strategie, processi, procedure, metodologie e strumenti che consentono di individuare, misurare, monitorare, documentare e gestire i rischi su base continuativa. L’obiettivo del sistema di gestione dei rischi consiste nel mantenere i rischi a cui Italiana Assicurazioni è esposta a un livello definito accettabile, attraverso l’indicazione della propensione e della tolleranza al rischio stabilite dalla Società in coerenza con l’obiettivo di salvaguardia del patrimonio della stessa a garanzia della continuità aziendale e della conseguente protezione nei confronti degli assicurati.
Il quadro di riferimento per lo sviluppo dei processi di gestione dei rischi si concretizza attraverso la definizione dei seguenti elementi fondanti:
‐ i criteri di identificazione, misurazione, gestione, reporting e controllo dei rischi aziendali; ‐ i livelli di propensione e tolleranza al rischio (il cosiddetto “risk appetite framework”); ‐ il modello organizzativo del sistema di gestione dei rischi; ‐ le strategie e le politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi; ‐ l’integrazione del sistema di gestione dei rischi con i processi decisionali.
Tale quadro di riferimento è formalizzato nel documento “Politica di gestione dei rischi” e nelle specifiche politiche per ogni tipologia di rischio; le politiche, definite a livello di Gruppo, sono approvate dal Consiglio di Amministrazione.
La governance del sistema di gestione dei rischi è descritta di seguito.
Il Consiglio di Amministrazione, in coerenza con le linee guida stabilite dalla Capogruppo, è responsabile della definizione delle direttive in materia di gestione dei rischi (insieme delle strategie e delle politiche di assunzione, valutazione e gestione dei rischi maggiormente significativi), della fissazione della propensione al rischio e dei livelli di tolleranza al rischio e della verifica della corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi da parte dell’Alta Direzione garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio anche in un’ottica di medio‐lungo periodo. Ha il compito di approvare le politiche, i criteri, i limiti, le metodologie seguite per le valutazioni dei rischi e della solvibilità.
Il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo, le cui funzioni sono di carattere consultivo e propositivo, è responsabile di coadiuvare il Consiglio di Amministrazione in materia di sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
L’Alta Direzione è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema di gestione dei rischi.
Il Chief Risk Officer, funzione istituita presso la Capogruppo, ha la finalità di garantire, nell’ambito del sistema dei controlli interni, la gestione complessiva dei rischi di Reale Mutua e, a tendere, del Gruppo; la sua figura ha, infatti, lo scopo di governare e coordinare, in maniera accentrata, tutte le tematiche afferenti al presidio dei rischi aziendali nonché di assicurare la coerenza nell’implementazione delle linee guida definite, sulla materia, dall’organo amministrativo.
La funzione di Risk Management è responsabile di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione nella definizione delle metodologie di valutazione e nella predisposizione di analisi relative alla valutazione, alla misurazione e al controllo dei rischi, di coordinare le attività di monitoraggio dei rischi e di monitorare l’attuazione della politica di gestione del rischio.
La Funzione Attuariale è responsabile della valutazione dell’adeguatezza delle riserve tecniche, di esprimere un parere sulle politiche di sottoscrizione e sugli accordi di riassicurazione e di contribuire all’efficace applicazione del sistema di gestione dei rischi.
La funzione di Compliance è responsabile di valutare che l’organizzazione e le procedure aziendali siano adeguate a prevenire i rischi di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di subire perdite patrimoniali o danni di reputazione, in conseguenza della mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina ed a prevenire i rischi derivanti da modifiche sfavorevoli del quadro
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normativo o degli orientamenti giurisprudenziali. La funzione inoltre supporta il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione in tema di rischi di non conformità alle norme.
La funzione di Antiriciclaggio di Gruppo, accentrata presso la Capogruppo ed operativa per Reale Mutua e per Italiana Assicurazioni è deputata a prevenire ed a contrastare la realizzazione di operazioni di riciclaggio e finanziamento al terrorismo attraverso attività di analisi e di verifica volte a valutare l’adeguatezza dei presidi organizzativi aziendali l’efficacia dei processi e delle specifiche procedure di controllo anche in relazione alla loro applicazione alla rete di vendita.
La funzione di Revisione Interna è preposta a monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del funzionamento del sistema di gestione dei rischi.
La gestione operativa dei rischi rimane in carico alle singole funzioni operative, in ragione della loro responsabilità sui processi operativi gestiti, le quali devono comunicare, per gli aspetti di loro competenza, alle funzione di Risk Management, Attuariale, Compliance, Antiriciclaggio e Revisione Interna qualsiasi fatto rilevante in materia di rischi.
Il Consiglio di Amministrazione si avvale di appositi organi istituiti nel suo ambito, quali il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e la Commissione Investimenti di Gruppo, aventi come obiettivo quello di verificare particolari aspetti dell’andamento aziendale e del Gruppo, anche per quanto riguarda la gestione dei rischi. L’Alta Direzione di ogni società ricorre a gruppi di lavoro collegiali, istituiti a livello di Gruppo, che svolgono attività di approfondimento e di analisi su specifici temi.
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B.3.2. FUNZIONE DI RISK MANAGEMENT
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi particolare rilevanza riveste la funzione di Risk Management che ha il compito di valutare qualitativamente e quantitativamente la gestione dei rischi della Compagnia nei diversi ambiti e aspetti dell’operatività aziendale.
La funzione di Risk Management è integralmente esternalizzata alla Capogruppo Reale Mutua.
La struttura, il funzionamento, i compiti della funzione e del suo responsabile e i flussi informativi della funzione stessa sono disciplinati più in dettaglio nella “Politica della funzione di Risk Management”, documento approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Le principali attività svolte nel corso dell’anno dalla funzione di Risk Management possono essere riassunte come segue:
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione e all’Alta Direzione nel presidio del sistema di gestione dei rischi;
‐ concorso alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi e dei limiti operativi, definendo appropriate procedure di verifica;
‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “qualitativo/ organizzativo”; ‐ attuazione e sviluppo del sistema di gestione dei rischi: approccio “quantitativo”; ‐ coordinamento del programma di convergenza verso Solvency II; ‐ attuazione, sviluppo e gestione del sistema di controllo della qualità dei dati (c.d. data quality); ‐ predisposizione della reportistica per i vertici aziendali e verifica della coerenza dei modelli di
misurazione dei rischi con l’operatività svolta dall’impresa; ‐ redazione annuale del Piano di attività, con il dettaglio delle attività e dei progetti da svolgere e con
indicazione della frequenza di presentazione del reporting e delle risultanze degli stress test; ‐ redazione annuale di una relazione che aggiorna il Consiglio di Amministrazione in merito
all’adeguatezza e all’efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, all’attività svolta, alle valutazioni effettuate, ai risultati emersi e alle criticità riscontrate, fornendo e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi, qualora effettuati.
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B.3.3. PRINCIPI, OBIETTIVI E PROCEDURE AI FINI ORSA
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi l’ORSA – Own Risk and Solvency Assessment – è lo strumento attraverso il quale l’impresa valuta la sostenibilità delle proprie strategie e stima il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al profilo di rischio, definito in base alle strategie di business formalizzate nel piano strategico aziendale.
Il processo ORSA è integrato all’interno del processo triennale di pianificazione strategica. Tale processo ha inizio con la determinazione della strategia entro la quale la compagnia deve operare. Le linee guida del piano strategico sono formalizzate all’interno di un documento (budget letter) che costituisce la guida per lo sviluppo del piano; il documento è portato all’attenzione dell’Alta Direzione ed approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Gli elementi chiave del processo strategico sono il risk appetite framework (RAF) e la strategia di investimento. Il RAF definisce la strategia di rischio complessiva della compagnia, i cui limiti e appetito al rischio sono approvati dal Consiglio di Amministrazione. La strategia di investimento, che tiene conto dei limiti del RAF, è preventivamente approvata dalla Commissione Investimenti di Gruppo.
Lo sviluppo del piano avviene in concomitanza con il processo ORSA, con una logica di feedback ricorsivi per cui la valutazione dei rischi permette lo sviluppo del piano strategico.
Il processo ORSA è formalizzato secondo gli standard aziendali stabiliti per la mappatura dei processi che definiscono ruoli e responsabilità, strumenti e metodologie, dati di input e risultati, rischi e controlli, utilizzando la metodologia di Business Process Management (BPM) basata su una logica di processo end‐to‐end.
Il processo ORSA è effettuato in concomitanza con il processo di pianificazione strategica ed è prevista una gestione all’occorrenza dello stesso in ragione di eventi che possano determinare una variazione significativa del profilo di rischio. La frequenza del processo ORSA è ritenuta adeguata e allineata alla frequenza di determinazione del piano strategico la cui implementazione è monitorata regolarmente. La posizione di solvibilità della compagnia è monitorata su base trimestrale.
La valutazione del rischio e della solvibilità viene effettuata in termini di:
‐ identificazione dei rischi a cui la società risulterà esposta al fine di identificare la mappa dei rischi; ‐ valutazione del fabbisogno di solvibilità in funzione della mappa dei rischi utilizzando sia il modello
interno sia la formula standard; ‐ proiezione dei fondi propri; ‐ valutazione della capacità patrimoniali e in scenari particolarmente avversi (stress test), in scenari
peggiorativi e migliorativi del piano strategico (analisi di sensitività) e analisi di reverse stress test; ‐ analisi qualitative per i rischi non quantificabili.
Le risultanze del processo ORSA sono inserite all’interno del report ORSA che costituisce l’informativa circa l’evoluzione prospettica dei rischi e della solvibilità sia con finalità interne alla società sia con finalità regolamentari verso l’Autorità di Vigilanza.
Il processo ORSA è integrato all’interno del processo strategico per assicurare il collegamento tra il processo di valutazione dei rischi e il processo decisionale. I risultati del processo ORSA sono tenuti in considerazione nei seguenti processi:
‐ business planning; ‐ risk strategy (RAF); ‐ gestione del capitale e della liquidità; ‐ allocazione del capitale; ‐ sviluppo prodotti.
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B.3.4. PROCESSO DI DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI CAPITALE
Nell’ambito del processo ORSA l’impresa valuta la sostenibilità delle proprie strategie e stima il fabbisogno di solvibilità complessivo in relazione al proprio profilo di rischio; il processo di determinazione del fabbisogno di capitale è allineato con la politica di gestione del capitale che definisce il sistema di governo e controllo attraverso il quale viene garantito l’adeguato livello patrimoniale, attuale e prospettico, della Società coerentemente con il complesso dei rischi assunti.
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B.4. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO B.4.1. OVERVIEW DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Italiana Assicurazioni, in conformità ai principi ispiratori di Reale Group, ritiene di primaria importanza il disporre di un adeguato sistema di controllo sia nell’ambito della propria gestione operativa e di quella a livello di Gruppo sia nei rapporti con i soggetti esterni; i principi e le regole costituenti il sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi dell’azienda coinvolgono ogni comparto dell’attività della Società, attraverso la distinzione dei compiti operativi da quelli di controllo e la definizione di ruoli e responsabilità.
In conformità a quanto definito a livello di Gruppo, la diffusione della cultura del controllo e la garanzia sul livello di integrità aziendale sono promossi dal Consiglio di Amministrazione e attuati dall’Alta Direzione attraverso un insieme di normative interne e/o di Gruppo, azioni specifiche e attività di organismi aziendali e/o di Gruppo a ciò preposti.
Le normative di riferimento principali sono il Regolamento di Gruppo, le politiche di indirizzo ex Regolamento Isvap n. 20/2008, il Codice Etico di Gruppo, il Sistema Sanzionatorio, il sistema delle deleghe, i processi e le procedure aziendali, il Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/01. Tali documenti costituiscono un insieme organico e formalizzato di norme e principi cui i singoli addetti devono uniformare i propri comportamenti e contengono quindi i presupposti per l’attività complessiva di controllo, nel senso di un’ampia diffusione e condivisione dei riferimenti ai quali conformarsi.
Il sistema dei controlli interni di Italiana Assicurazioni prevede adeguate attività di controllo a tutti i livelli, proporzionate alle dimensioni, alla natura e alla complessità degli affari nonché alle caratteristiche dell’organizzazione che vede, tra i vari aspetti, diversi ambiti operativi (direzione Sinistri, direzione Amministrativa, ecc.) accentrati presso la Capogruppo. Attraverso la struttura organizzativa formalizzata nell’organigramma e, coerentemente con il sistema di attribuzione delle deleghe operative e i diversi meccanismi di firme congiunte, autorizzazioni, verifiche, ecc., è inoltre garantita l’attuazione del principio della separazione dei compiti.
Più in dettaglio il sistema di controllo interno di Italiana Assicurazioni è costituito dall’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte ad assicurare il corretto funzionamento e il buon andamento dell’impresa e a garantire, con un ragionevole margine di sicurezza:
‐ l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali; ‐ l’adeguato controllo dei rischi attuali e prospettici; ‐ l’attendibilità e l’integrità delle informazioni contabili e gestionali; ‐ la salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio ‐ lungo termine; ‐ la conformità dell’attività della società alla normativa vigente, alle direttive e alle procedure aziendali e
al Regolamento di Gruppo.
La struttura di controllo della Società è articolata su tre livelli:
‐ controlli di primo livello: sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni nel perseguimento degli obiettivi assegnati. Sono effettuati dalle strutture organizzative societarie e di Gruppo responsabili delle attività e/o da altre funzioni appartenenti al medesimo settore e rappresentano il controllo più importante ed efficace;
‐ controlli di secondo livello: rappresentano l’insieme di attività svolte da funzioni/organi che, operando a livello di Gruppo (es: Risk Management, Compliance, funzione Attuariale, Ispettorati, Antiriciclaggio, ecc.) e in posizione indipendente dai responsabili degli altri processi, hanno il compito di monitorare, in via sistematica, l’andamento delle diverse famiglie di rischio, dell’operatività e dell’adeguatezza dei controlli di primo livello;
‐ controlli di terzo livello: sono rappresentati dall’attività della funzione di Revisione Interna della Società, volta a individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo interno nel suo complesso.
La Società considera di primaria importanza l’attenzione al tema della collaborazione tra le varie funzioni e gli organi che, nell’ambito del Gruppo Reale, sono deputati al controllo e agevola gli stessi nel reciproco scambio delle informazioni utili all’espletamento dei rispettivi compiti.
I principali organi/funzioni di controllo, sia della Società sia a livello di Gruppo, oltre al Consiglio di Amministrazione, all’Amministratore Delegato e al Direttore Generale e al Collegio Sindacale, sono:
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‐ il Comitato per il Controllo Interno e i Rischi di Gruppo; ‐ l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/01; ‐ la Revisione Interna (Internal Audit); ‐ la Responsabilità Amministrativa Enti; ‐ il Risk Management; ‐ la Compliance di Gruppo; ‐ l’Antiriciclaggio di Gruppo; ‐ la funzione Attuariale di Gruppo.
Le altre funzioni che, operando a livello di Gruppo, risultano presenti in organigramma con compiti di controllo sono:
‐ la Pianificazione e Controllo di Gruppo; ‐ l’Attuariato rami Danni di Gruppo; ‐ l’Attuariato rami Vita di Gruppo; ‐ l’Ispettorato Sinistri di Gruppo; ‐ l’Ispettorato Amministrativo di Gruppo.
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre fissato, in base alle disposizioni del Regolamento Isvap n. 20/08 e successive modifiche, uno specifico collegamento organico fra le funzioni di Revisione Interna, Chief Risk Officer (CRO) ‐ struttura di coordinamento delle successive tre funzioni elencate ‐, Risk Management, Compliance di Gruppo, Antiriciclaggio di Gruppo e funzione Attuariale; è in particolare previsto che le citate funzioni si scambino reciprocamente tutte le informazioni, le elaborazioni e i dati in loro possesso, utili allo svolgimento delle proprie attività, e che lo facciano in appositi incontri con cadenza almeno semestrale e, comunque, in ogni circostanza che si renda necessaria.
Al fine di favorire il coordinamento tra le funzioni aziendali di controllo di secondo livello, sono state altresì previste riunioni con cadenza regolare tra le funzioni afferenti all’area CRO (Chief Risk Officer, Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e funzione Attuariale).
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B.4.2. FUNZIONE DI COMPLIANCE
B.4.2.1. Ruoli e obiettivi
Con delibera del giorno 11 novembre 2008, il Consiglio di Amministrazione di Italiana Assicurazioni ha esternalizzato la funzione di Compliance, ai sensi dell’art. 23 del Regolamento Isvap n. 20/08 alla Capogruppo Reale Mutua.
L’affidamento della funzione di Compliance a Reale Mutua è stato formalizzato mediante apposito contratto ai sensi dell’art. 32 del Regolamento sopracitato.
In seno alla Capogruppo Reale Mutua la funzione di Compliance riporta in line al Chief Risk Officer e, al fine di garantirne l’indipendenza e l’autonomia, direttamente al Comitato per il Controllo Interno di Gruppo (ora Comitato per il Controllo e Rischi di Gruppo) e al Consiglio di Amministrazione per i compiti specifici inerenti al sistema di gestione dei rischi derivanti dalla non conformità alle norme.
La funzione di Compliance della Capogruppo Reale Mutua, che ha adottato un modello organizzativo accentrato e diffuso ai sensi della Politica della funzione approvata dal Consiglio di Amministrazione, è composta dal responsabile, da un’unità di coordinamento centrale, e si avvale di un network di referenti di compliance presso tutte le strutture organizzative aziendali – c.d. “focal point di compliance” ‐ deputate all’esercizio dei controlli di secondo livello in materia di conformità normativa sui processi e le procedure aziendali di competenza. Il network dei referenti costituisce una rete di relazioni di corrispondenza verso l’unità di coordinamento centrale e il responsabile della funzione.
La funzione di Compliance opera in coerenza alle metodologie previste nella Politica di gestione del rischio di non conformità alle norme, approvata dal Consiglio di Amministrazione, nonché alle note dispositive di carattere organizzativo dell’unità di coordinamento centrale.
La funzione di Compliance governa un processo trasversale che consta di presidi organizzativi ed operativi atti ad evitare disallineamenti con l’insieme delle regole esterne ed interne e ha il compito di individuare, adottando metodologie condivise con le altre funzioni del sistema dei controlli interni, idonee soluzioni per la mitigazione/eliminazione dei rischi di non conformità.
Le principali attività svolte dalla funzione di Compliance possono essere riassunte come segue:
‐ identificazione delle norme applicabili all’impresa e valutazione ex ante (incluse le norme di autoregolamentazione) del loro impatto sui processi e le procedure aziendali;
‐ verifica dell’efficacia degli adeguamenti organizzativi (strutture, processi, procedure) suggeriti per la prevenzione e mitigazione del rischio di non conformità normativa;
‐ supporto al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per il Controllo Interno di Gruppo (ora Comitato per il Controllo e Rischi di Gruppo) e all’Alta Direzione nella definizione e adeguamento nel tempo delle strategie e delle politiche di valutazione e gestione del rischio di non conformità alle norme;
‐ valutazione ex ante – anche in chiave prospettica – della conformità dei nuovi prodotti e delle nuove strategie di sviluppo alla normativa vigente applicabile;
‐ predisposizione della reportistica nei confronti del Consiglio di Amministrazione, del Comitato per il Controllo Interno di Gruppo (ora Comitato per il Controllo e Rischi di Gruppo) e dell’Alta Direzione e dei responsabili delle strutture operative circa l’evoluzione del rischio di non conformità normativa e l’eventuale violazione dei limiti operativi fissati;
‐ definizione e formalizzazione della pianificazione dell’attività di compliance attraverso un Piano annuale da presentare per la sua approvazione al Consiglio di Amministrazione di norma in una delle prime riunioni dell’esercizio, previo esame da parte del Comitato per il Controllo Interno di Gruppo (ora Comitato per il Controllo e Rischi di Gruppo);
‐ predisposizione della relazione annuale al Comitato per il Controllo interno di Gruppo (ora Comitato per il Controllo e Rischi di Gruppo) e al Consiglio di Amministrazione sull’adeguatezza ed efficacia dei presidi adottati dall’impresa per la gestione del rischio di non conformità;
‐ supporto alla Scuola di Formazione di Gruppo nell’individuazione dei percorsi formativi per il network dei referenti di compliance e, in generale, per gli aspetti di compliance connessi all’attività della funzione.
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B.5. SISTEMA DI AUDIT INTERNO B.5.1. RUOLI E OBIETTIVI
La funzione di Revisione Interna della Società presenta un rapporto funzionale rispetto alla corrispondente struttura della Capogruppo. Alla luce dell’attuale assetto di Governance della Società, essa è collocata in staff all’Amministratore Delegato e riporta direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione. Tale scelta risponde all’esigenza di garantire l’indipendenza e l’autonomia nonché l’imparzialità e l’obiettività di giudizio. Il responsabile della funzione, che svolge lo stesso incarico presso l’analoga struttura della Capogruppo, è dotato della necessaria autorità attraverso l’attribuzione di specifici compiti, poteri e responsabilità da parte del Consiglio di Amministrazione. La funzione, infine, svolge le sue attività di verifica anche per la controllata Italnext.
In virtù dei principi enunciati di indipendenza e autonomia la funzione di Revisione Interna, nella pianificazione ed effettuazione delle proprie attività di verifica, nella valutazione delle correlate risultanze e nel reporting delle stesse, non è sottoposta a indicazioni da parte del Consiglio di Amministrazione, dell’Alta Direzione e del Collegio Sindacale.
Il Collegio Sindacale della Società vigila e valuta l’operato della funzione di Revisione Interna, in particolare sotto i profili dell’autonomia, dell’indipendenza e della funzionalità.
La funzione di Revisione Interna monitora e valuta l’efficienza e l’efficacia del Sistema di Controllo Interno, del Sistema di Gestione dei Rischi nonché dell’assetto della Governance nei suoi diversi aspetti; ne verifica inoltre la necessità di adeguamento attraverso un’attività indipendente e obiettiva di assurance e consulenza, finalizzata al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’organizzazione. Assiste l’organizzazione medesima nel perseguimento dei propri obiettivi tramite un approccio professionale sistematico, che genera valore aggiunto in quanto finalizzato a valutare e migliorare i processi di controllo, di gestione dei rischi e di Corporate Governance.
La funzione di Revisione Interna svolge la propria attività nel rispetto delle linee guida indicate dal Regolamento Isvap n. 20/2008 nonché in conformità a quanto previsto dal Regolamento di Reale Group. A partire dalle attività di audit realizzate nel 2016 ha inoltre adeguato la propria operatività alle nuove disposizioni previste nell’ambito della nuova regolamentazione Solvency II.
La funzione di Revisione Interna di Italiana Assicurazioni è composta, come da organigramma aziendale, oltre che dal responsabile, da cinque risorse. Di queste, tre sono dedicate a tempo pieno all’unità Audit del Sistema dei Controlli Interni, mentre una risorsa è dedicata in via esclusiva all’unità Responsabilità Amministrativa Enti. Un’altra risorsa, infine, è dedicata a entrambe le aree. La rimanente unità di cui si compone la funzione di Revisione Interna, denominata Antifrode, prevede invece ad interim la sola figura del responsabile della funzione stessa.
Al fine di garantire la necessaria autorità, la qualificazione professionale, le competenze e la piena indipendenza della funzione il Consiglio di Amministrazione attraverso specifica delibera ha assegnato al responsabile i compiti, i poteri, le responsabilità e le modalità di reportistica al Consiglio stesso.
Gli ambiti operativi principali della funzione che il Consiglio di Amministrazione ha individuato sono i seguenti:
‐ monitorare e valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni attraverso l’attività di supporto e consulenza alle altre funzioni aziendali;
‐ uniformare la propria attività agli standard professionali comunemente accettati a livello nazionale e internazionale e, in particolare, verificare:
i processi gestionali e le procedurali organizzative; la regolarità e la funzionalità dei flussi informativi tra settori aziendali; l’adeguatezza dei Sistemi Informativi e la loro affidabilità affinché non sia inficiata la qualità delle
informazioni sulle quali il vertice aziendale basa le proprie decisioni; la rispondenza dei processi amministrativo ‐ contabili a criteri di correttezza e di regolare tenuta
della contabilità; l’efficienza dei controlli svolti sulle attività esternalizzate;
‐ pianificare l’attività in modo da identificare le aree da sottoporre prioritariamente ad audit e sottoporre
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il Piano di Audit e le sue eventuali variazioni significative all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, previo esame del Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo;
‐ redigere rapporti di audit obiettivi, chiari, concisi e tempestivi, contenenti suggerimenti per eliminare le carenze riscontrate e far seguire all’attività di audit quella di follow‐up, ossia la verifica a distanza di tempo dell’efficacia delle correzioni apportate al sistema;
‐ effettuare le attività e verifiche specifiche previste dalle Autorità di Vigilanza; ‐ coordinarsi con la funzione corrispondente della Capogruppo, ai sensi del Regolamento di Gruppo; ‐ fornire supporto all’impresa nella redazione della relazione annuale da trasmettere all’Ivass sul sistema
dei controlli interni, affinché in essa vengano illustrate le iniziative eventualmente intraprese o le modifiche apportate, le attività di revisione svolte, le eventuali carenze segnalate e le azioni correttive adottate;
‐ coadiuvare il Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo nell’espletamento dei suoi compiti, partecipare alle riunioni dello stesso, ove richiesto;
‐ partecipare alle riunioni dell’Organismo di Vigilanza istituito ai sensi del D.Lgs. 231/01 in qualità di membro, così come previsto dal Modello Organizzativo istituito dal Consiglio di Amministrazione della Società;
‐ gestire la funzione di Revisione Interna, affinché la stessa lo coadiuvi nell’espletamento della funzione.
Le risorse della funzione di Revisione Interna operano in via esclusiva per i compiti della funzione medesima. Non possono pertanto esercitare attività non compatibili con quelle caratteristiche della funzione di appartenenza. Alle stesse non possono inoltre essere affidati responsabilità operative o incarichi di verifica per i quali si siano avuti in precedenza autorità o responsabilità, se non sia trascorso un ragionevole periodo di tempo.
Il responsabile della funzione deve segnalare con urgenza al Consiglio di Amministrazione, al Comitato per Controllo e i Rischi di Gruppo e al Collegio Sindacale le situazioni di particolare gravità relative al Sistema di Controllo Interno della Società eventualmente riscontrate.
Una specifica procedura, approvata dal Consiglio di Amministrazione, regolamenta la collaborazione e lo scambio di flussi informativi tra le funzioni di controllo operanti nell’ambito di Reale Group. E’ in particolare previsto che le stesse (Revisione Interna, Risk Management e Controllo Attuariale Danni, Compliance, Antiriciclaggio e Chief Risk Officer) si scambino reciprocamente tutte le informazioni, le elaborazioni e i dati in loro possesso, utili allo svolgimento della propria attività, e che le predette funzioni di controllo si incontrino con cadenza almeno semestrale e, comunque, in ogni circostanza che si renda necessaria.
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B.6. FUNZIONE ATTUARIALE B.6.1. RUOLI E OBIETTIVI
La Funzione Attuariale è stata esternalizzata integralmente alla capogruppo Reale Mutua.
La Funzione Attuariale di Capogruppo è collocata all’interno della Funzione di Risk Management e, in linea con il requisito di indipendenza, riferisce direttamente al Comitato per il Controllo e i Rischi di Gruppo e al Consiglio di Amministrazione.
Inoltre, la Funzione Attuariale è separata dagli Attuariati di business garantendo in tal modo piena indipendenza tra le attività operative e di calcolo delle riserve tecniche, affidate ai citati Attuariati, e le corrispondenti attività di controllo esercitate dalla funzione.
La funzione opera in coerenza con la politica deliberata dal Consiglio di Amministrazione e i principali adempimenti che è chiamata a svolgere sono i seguenti:
‐ valutare l’adeguatezza delle riserve tecniche secondo i principi Solvency II; ‐ valutare la sufficienza delle riserve tecniche Vita e Auto secondo i principi contabili nazionali; ‐ formulare il parere sulle politiche di sottoscrizione; ‐ formulare il parere sugli accordi di riassicurazione; ‐ contribuire all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi; ‐ predisporre il reporting per il Consiglio di Amministrazione, il Comitato per il Controllo e i Rischi di
Gruppo, l’Alta Direzione, i Comitati, le Commissioni e le strutture organizzative; ‐ sottoscrivere la relazione sulle procedure seguite dalle imprese italiane per l’elaborazione e il controllo
dei dati trasmessi alla stanza di compensazione.
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B.7. ESTERNALIZZAZIONE Ai sensi del Regolamento Isvap n. 20 del 2008, Reale Group si è dotato di una policy avente l’obiettivo di definire per le società assicurative le linee guida da adottare nel processo di esternalizzazione delle attività e nella scelta dei fornitori.
Attraverso tale documento sono stati definiti:
‐ i criteri di individuazione delle attività da esternalizzare; ‐ le modalità di selezione dei fornitori; ‐ le modalità da adottare per la valutazione del livello delle prestazioni del fornitore; ‐ i piani di emergenza dell’impresa e le relative procedure, ivi incluse le strategie di uscita nei casi di
esternalizzazioni di funzioni e attività essenziali o importanti.
Italiana Assicurazioni ricorre alla esternalizzazione di funzioni o attività operative cruciali o importanti per le seguenti ragioni:
‐ ottimizzazione dei costi, miglioramento della qualità dei servizi e dell’efficienza dei processi gestionali. ‐ presenza di competenze distintive specialistiche di una società controllata, nel caso di esternalizzazioni
all’interno del Gruppo.
Per quanto attiene alla selezione dei fornitori, la stessa avviene sulla base di accurata verifica che garantisca il possesso di determinati requisiti, tra cui, anche ai fini di quanto richiesto dall’art. 274 paragrafo 3, lettera a) Regolamento delegato (UE) 2015/35:
‐ professionalità (competenza tecnico organizzativa, dimensioni/fatturato adeguato all’attività da svolgere, referenze sul mercato);
‐ onorabilità (verifica di eventuali procedure fallimentari, condanne); ‐ capacità economica (bilanci in attivo nell’ultimo triennio, fatturato, situazione economico‐patrimoniale); ‐ indipendenza (la scelta deve evitare situazioni di privilegio, come da Codice Etico della Compagnia).
Infine, con riferimento alle esternalizzazioni essenziali o importanti, la policy prevede l’effettuazione di una rilevazione periodica che ha lo scopo di garantire l’analisi del livello delle prestazioni dei fornitori e l’adeguatezza del servizio prestato. E’ inoltre previsto che i risultati dell’analisi siano sottoposti annualmente al Consiglio di Amministrazione.
A tal fine, per ogni contratto di esternalizzazione di attività essenziale o importante, è stata individuata una funzione referente per il presidio, cui è stato sottoposto uno specifico questionario.
I fornitori di tali attività risultano tutti ubicati sul territorio nazionale.
B.8. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
C. PROFILO DI
RISCHIO
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C.1. RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE C.1.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di sottoscrizione si riferisce all’andamento sfavorevole delle passività assicurative indotto da variazione nelle ipotesi tecniche utilizzate nei processi di tariffazione, per la determinazione dei premi, e di riservazione per la determinazione delle riserve tecniche. Nell’ambito del Framework dei rischi della Compagnia, tali rischi sono di natura tecnica e prevedono la seguente declinazione in fattori di rischio:
‐ Rischio di tariffazione: è relativo alla sottoscrizione dei contratti di assicurazione ed è associato agli eventi coperti, ai processi seguiti per la tariffazione e selezione dei rischi, all’andamento sfavorevole della sinistralità effettiva rispetto a quella stimata;
‐ Rischio di riservazione: è relativo alle ipotesi effettuate per la quantificazione delle riserve tecniche in termini di non sufficienza rispetto agli impegni assunti verso gli assicurati e i danneggiati;
‐ Rischi catastrofali: è relativo alle potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere come conseguenza del verificarsi di eventi estremi dovuti a eventi naturali, eventi causati dall’uomo e pandemie.
Ai fini del calcolo del requisito di solvibilità da standard formula nel rischio tecnico danni è compreso anche il rischio legato ai riscatti dei contratti Danni, escluso dal Framework dei rischi per ragioni di materialità.
Con riferimento ai contratti assicurativi Vita, i rischi di tariffazione e riservazione sono congiuntamente declinati in: rischi di mortalità, longevità, riscatto, spese e catastrofale.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di sottoscrizione Danni pesa il 42% mentre per il rischio di sottoscrizione Vita pesa il 5%, rispetto al profilo di rischio complessivo della Compagnia (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
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C.1.2. ESPOSIZIONE
L’esposizione al rischio di sottoscrizione può essere rappresenta attraverso il valore dei premi e delle riserve tecniche come riportato nelle seguenti tabelle.
(in migliaia di euro)
Premi lordi contabilizzati 2016
Non‐life 528.036
Life 259.878
Total 787.914
Con riferimento ai premi Danni, le esposizione principali sono relative alle linee di business motor vehicle insurance liability (39%), fire and other damage to property insurance (22%) e general liability insurance (12%).
Con riferimento ai premi Vita, le esposizioni principali sono relative alla linea di business insurance with profit participation (54%). La linea di business index linked and unit linked insurance rappresenta il 29% dei premi e si riferisce esclusivamente ai contratti di tipo unit linked (senza garanzia di rendimento prestata dalla Compagnia). Si segnala infine una componente di premi relativi a contratti a copertura del solo rischio morte (16%) nell’ambito della linea di business other life insurance.
Ulteriori dettagli circa la composizione dei premi per linea di business è riportata nella sezione A.2.1 Risultati conseguiti.
(in migliaia di euro)
Riserve tecniche 2016
Non‐life 671.189
Health 56.270
Life 1.491.413
Total 2.218.872
Con riferimento alle riserve tecniche Danni, le esposizione principali sono relative alle linee di business motor vehicle liability insurance (48%), general liability insurance (25%) e fire and other damage to property insurance (15%).
Con riferimento alle riserve tecniche Vita, le esposizione principali sono relative alla linea di business insurance with profit participation (82%). La linea di business index linked and unit linked insurance rappresenta il 12% delle riserve tecniche e si riferisce esclusivamente ai contratti di tipo unit linked. Infine, per quanto riguarda i contratti a copertura del solo rischio morte si segnala che il loro contributo è del 7% rispetto al valore complessivo delle riserve tecniche.
Ulteriori dettagli circa la composizione delle riserve tecniche per linea di business è riportata nella sezione A.2.1 Risultati conseguiti.
C.1.2.1. Misure di valutazione
Il rischio di sottoscrizione è misurato trimestralmente dalla Compagnia con la metodologia prevista dalla formula standard. Inoltre, è prevista la valutazione del rischio di sottoscrizione mediante l’applicazione del modello interno per finalità di carattere gestionale. Quest’ultima analisi è realizzata con frequenza semestrale.
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C.1.2.2. Rischi sostanziali
Non Life
La valutazione del requisito di capitale effettuata con riferimento ai dati al 31 dicembre 2016 evidenzia una prevalenza del rischio di tariffazione e riservazione (premium and reserve risk secondo la denominazione Solvency II) rispetto al rischio catastrofale.
Con riferimento ai rischi di tariffazione e riservazione, si segnala che le principali linee di business – in termini di requisito di capitale – risultano essere le seguenti:
Line of business SCR %
Motor, vehicle liability 48,0%
Third‐party liability 28,0%
Fire and other property damage 11,0%
Other LoB 13,0%
Total 100,0%
Il livello di capitale richiesto per tali line of business risulta essere proporzionale alle misure di volume (premi e riserve) e ai coefficienti di perdita stabiliti dalla formula standard.
Con riferimento ai rischi catastrofali, si segnala quanto segue:
Non‐life catastrophe risk SCR %
Man‐made catastrophe risk 51,1%
Natural catastrophe risk 44,7%
Health catastrophe risk 4,2%
Total 100,0%
I termini di requisito di capitale il maggior assorbimento è dato dagli eventi catastrofali man‐made.
Life
La valutazione del requisito di capitale effettuata con riferimento ai dati al 31 dicembre 2016 evidenzia una prevalenza del rischio mortality sulle polizze without profit partecipation, del rischio lapse sulle polizze with profit partecipation e del rischio credito associato alle polizze with profit partecipation.
Il rischio longevity è non significativo e il rischio spese comunque contenuto per ogni line of business.
Le polizze unit linked non presentano assorbimenti di capitale elevati.
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C.1.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
La mitigazione dei rischi di sottoscrizione viene effettuata in modo prevalente con il ricorso alla riassicurazione quale strumento privilegiato di riduzione dell’esposizione al rischio. Inoltre, la Compagnia ha definito linee guida, limiti e approcci alla sottoscrizione, e alla gestione dei relativi rischi, nell’ambito delle proprie politiche di sottoscrizione con l’obiettivo di presidiare adeguatamente l’esposizione al rischio.
Il programma di riassicurazione è progettato secondo le linee guida approvate dal Consiglio di Amministrazione che definiscono il livello di ritenzione netto, le caratteristiche delle coperture riassicurative e la loro coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la selezione dei riassicuratori. La definizione delle struttura riassicurative è effettuata mediante l’utilizzo di analisi di carattere quantitativo per valutare l’efficacia dei trattati sulla base di scenari di sinistralità del portafoglio dell’impresa tenendo conto dei seguenti elementi:
‐ dimensioni e caratteristiche delle linee di business; ‐ esposizioni; ‐ performance storica dei programmi di riassicurazione; ‐ cambiamenti rilevanti del profilo di rischio.
La scelta del programma di riassicurazione tiene inoltre conto dei risultati derivanti dall’applicazione di stress test al fine di valutare il comportamento dei trattati anche in scenari particolarmente avversi caratterizzati, in particolare, da eventi catastrofali o da sinistri ingenti.
Con riferimento alla valutazione del requisito di capitale, la mitigazione derivante dalla riassicurazione è considerata mediante l’applicazione di metodologie di tipo gross‐to‐net per quanto concerne i rischi di tariffazione e riservazione e mediante l’applicazione puntuale dei trattati in essere per quanto concerne i rischi catastrofali.
Relativamente ai rischi di tariffazione, il Gruppo ha predisposto il Manuale delle Regole Assuntive come strumento di comune indirizzo tecnico alla politica di sottoscrizione di ciascuna società del Gruppo con particolare riferimento ai prodotti non standard.
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C.1.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di sensitività con riferimento all’andamento tecnico dei rami auto in termini di premi e sinistralità individuando due scenari alternativi, uno migliorativo e un peggiorativo, rispetto allo scenario base di definizione del piano strategico. In entrambi gli scenari si è provveduto a valutare la solvibilità della Compagnia, sia con modello interno sia con formula standard, e le risultanze non hanno evidenziato criticità.
Inoltre, con riferimento al modello interno, sono state svolte analisi di stress test mediante la valutazione del requisito di capitale ad un livello di probabilità pari al 99,90%.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
Anche in questo caso la posizione di solvibilità della Compagnia in tali scenari non ha evidenziato criticità.
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C.2. RISCHIO DI MERCATO C.2.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di mercato si riferisce a tutti quei rischi che hanno come effetto il deterioramento del valore degli investimenti mobiliari ed immobiliari.
Nell’ambito del Framework dei rischi della Compagnia tale rischio prevede la seguente declinazione in fattori di rischio:
‐ tassi di interesse, ovvero il rischio di una possibile perdita di valore di un’attività finanziaria in portafoglio in relazione ai movimenti dei tassi di interesse di mercato;
‐ corsi azionari, ovvero il rischio legato a perdite dovute a movimenti dei corsi azionari o di investimenti in organismi di risparmio collettivo;
‐ tassi di cambio, ovvero il rischio di possibili perdite sulle posizioni in valuta presenti in portafoglio in conseguenza dell’andamento dei tassi di cambio;
‐ spread, inteso come il rischio di perdita derivante da oscillazioni del merito creditizio dei soggetti nei confronti dei quali la società è esposta (le analisi prendono in considerazione i rischi connessi all’insolvenza e alla variazione degli spread creditizi);
‐ valore del patrimonio immobiliare, ovvero il rischio legato a perdite dovute a movimenti dei prezzi degli immobili;
‐ concentrazione degli investimenti inteso come: per controparte, ovvero la concentrazione verso singole controparti (c.d. concentrazione single
name) che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione dei rischio;
per aggregazioni significative, ovvero la concentrazione degli investimenti per tipologia, area geografica e valuta.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di mercato pesa circa il 33% rispetto al profilo di rischio della Compagnia (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
C.2.2. ESPOSIZIONE
In termini di esposizione al rischio, l’attività finanziaria della Compagnia è caratterizzata da un’impostazione prudenziale realizzata, per quanto concerne il rischio tasso di interesse, attraverso una gestione congiunta di attivi e passivi utilizzando tecniche di gestione di tipo ALM (asset‐liability management). La duration complessiva degli investimenti obbligazionari, con riferimento al 31 dicembre 2016, è pari a circa 6,5 anni per la gestione Vita e 2,6 anni per la gestione Danni.
Relativamente al rischio azionario, la componente azionaria degli investimenti è pari a circa l’1,1% dell’intero portafoglio investimenti, con riferimento al 31 dicembre 2016, ed è principalmente rivolta al settore “finanza e banca” e “beni di consumo”. La volatilità media annua della componente azionaria, registrata nel corso dell’esercizio 2016, è stata pari al 27,1%.
Per quanto riguarda il rischio dei tassi di cambio, gli investimenti in valuta estera ammontano allo 0,02% del portafoglio investimenti.
Il rischio di merito di credito è connesso con l’insolvenza degli emittenti di strumenti finanziari e con il deterioramento del merito creditizio; sono previsti limiti e linee guida relative alla gestione di tale fattore di rischio, la cui verifica avviene su base continuativa ed i relativi risultati vengono periodicamente portati all’attenzione della Commissione Investimenti di Gruppo. Il rating medio dei titoli di debito in portafoglio è pari a Baa1, secondo la scala Moody’s, e le posizioni “Non Investment Grade” sono inferiori al 0,5% dell’intero portafoglio.
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C.2.2.1. Misure di valutazione
La Compagnia adotta, nei confronti dei rischi di mercato, politiche di gestione che prevedono la definizione di limiti, linee guida e strategie di gestione.
I limiti relativi agli investimenti sono oggetto di verifica e controllo su base continua da parte delle funzioni aziendali preposte e, con frequenza periodica, i risultati di tali controlli sono portati all’attenzione della Commissione Investimenti di Gruppo.
Nell’ambito del processo di gestione dei rischi, le metodologie di valutazione e di misurazione dei rischi utilizzate nel processo di investimento sono coerenti con i principi del sistema di solvibilità Solvency II, in particolare i rischi sono valutati in conformità del Regolamento Delegato (UE) 2015/35 della Commissione e suoi aggiornamenti.
Le misure di rischio utilizzate sono legate al concetto di capitale di solvibilità richiesto (Solvency Capital Requirement ‐ SCR), inteso come l’ammontare di capitale da detenere per fronteggiare i rischi derivanti dal business e misurato con l’ammontare della massima perdita potenziale, con riferimento a un determinato livello di probabilità e a un orizzonte temporale di riferimento.
Il rischio di mercato è misurato trimestralmente dalla Compagnia con la metodologia prevista dalla formula standard. Inoltre è prevista la valutazione del rischio di sottoscrizione mediante l’applicazione del modello interno per finalità di carattere gestionale. Quest’ultima analisi è realizzata con frequenza semestrale.
L’SCR è calcolato mediante l’adozione di un livello di probabilità del 99,5% su un orizzonte temporale di un anno.
C.2.2.2. Rischi sostanziali
Il portafoglio d’investimento di Italiana Assicurazioni è suddiviso nelle seguenti due macro classi:
‐ portafoglio di investimento stabile:
partecipazioni strategiche (escluse le partecipazioni di controllo in società immobiliari); investimenti immobiliari strategici (incluse le partecipazioni di controllo in società immobiliari);
‐ portafoglio mobiliare gestito:
portafoglio investimenti mobiliari (con esclusione della classe D di bilancio); investimenti dei portafogli dei prodotti assicurativi Vita il cui rischio è sopportato dagli assicurati e
dei fondi pensione (classe D dello Stato Patrimoniale).
Le due macro classi hanno differenti processi d’investimento. Il portafoglio d’investimento stabile è movimentato solo in attuazione di una specifica delibera del Consiglio di Amministrazione. Il portafoglio mobiliare gestito è movimentato nel rispetto delle strategie generali e dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione con la Politica degli Investimenti.
Nella composizione complessiva del portafoglio d’investimento si tiene conto dell’esposizione ai rischi, della struttura delle passività, dei vincoli legati alla copertura delle riserve tecniche e degli effetti sul solvency ratio.
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C.2.2.3. Investimento delle attività in conformità al principio della persone prudente
Italiana Assicurazioni persegue una politica di investimento coerente con il “principio della persona prudente”.
Tale politica è definita in funzione della natura, della portata e della complessità dei rischi inerenti gestiti, e coerenti con il profilo di rischio delle passività detenute, in modo tale da assicurare la continua disponibilità di attivi idonei e sufficienti a coprire le passività, nonché la sicurezza, la redditività e la liquidità degli investimenti, provvedendo ad una adeguata diversificazione degli stessi.
Nella selezione degli investimenti la Società opera nel migliore interesse degli assicurati e dei beneficiari, tenuto conto del contesto di mercato.
In un’ottica di mitigazione di alcuni rischi finanziari su strumenti specifici e selezionati, la strategia della Società consente l’utilizzo disciplinato di strumenti derivati e strutturati. L’impiego di tali prodotti finanziari è attivato esclusivamente per una equilibrata e prudente gestione di tutti i portafogli mobiliari della Società.
L’utilizzo di questi strumenti allo scopo di riduzione del rischio di investimento (copertura) è da intendersi come acquisti eseguiti in ammontare e qualità tali da proteggere il valore di singole attività o passività o di insiemi di attività o passività da avverse variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato; l’analisi quantitativa e qualitativa delle esigenze di copertura sono documentate e discusse all’interno dei presidi formali che l'impresa dedica alla condivisione e valutazione delle scelte di investimento.
L’utilizzo di strumenti derivativi per perseguire obiettivi di investimento (gestione efficace) è ammesso ma è soggetto a restrizioni in termini di limiti di investimenti e non deve peggiorare in misura sostanziale il profilo di rischio del portafoglio di riferimento. Sono in ogni caso esclusi gli strumenti derivati e strutturati che implicano l’assunzione di posizioni a rischio non definito.
Nell’ambito delle finalità sopra descritte e con le medesime limitazioni, nell’ottica di una maggiore flessibilità e varietà di impieghi mobiliari l’impresa ammette il ricorso a prodotti strutturati (ad esempio obbligazioni a tasso misto o con rendimento parametrato a vari indici, obbligazioni convertibili, obbligazioni con epoca variabile di rimborso, titoli callable) purché prevedano in ogni caso il rimborso integrale del valore nominale alla scadenza o alla data dell’effettiva chiusura del rapporto di credito.
C.2.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il Gruppo utilizza strumenti di mitigazione del rischio al fine di limitare le perdite di valore a cui possono incorrere gli asset mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati di copertura.
Italiana Assicurazioni investe limitatamente in strumenti finanziari derivati; la finalità di tali strumenti è in sintonia con il programma strategico del Gruppo stabilito con delibera dei Consigli d’Amministrazione delle singole Società, a norma del Regolamento Ivass n. 24 del 6 giugno 2016 e risponde ai requisiti previsti dal sistema di controllo sul portafoglio titoli.
Gli strumenti finanziari derivati sono esclusivamente utilizzati per finalità gestionali di copertura a riduzione del profilo di rischio delle attività/passività coperte, ovvero ad ottimizzazione del profilo di rischio rendimento. Inoltre, si precisa che tutti gli strumenti finanziari derivati sottoscritti dal Gruppo hanno come controparti primari operatori finanziari di standing nazionale ed internazionale.
La Società, al fine di mitigare l’esposizione ai rischi, si dota inoltre di una struttura di limiti monitorata trimestralmente e rivista annualmente nell’ambito del processo di revisione annuale della politica degli investimenti.
La definizione di limiti persegue l’obiettivo primario di contenere esposizioni rilevanti in singole asset class, evitare la concentrazione su alcuni segmenti di investimento (es. corporate, obbligazioni non governative, obbligazioni governative, equity per singoli settori economici, OICR, …) e limitare gli investimenti obbligazionari a controparti con merito creditizio alto o comunque adeguato secondo il modello interno di valutazione, utilizzato per finalità di carattere gestionale.
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C.2.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di stress test, tenendo conto della condizione patrimoniale della Compagnia in condizioni particolarmente avverse. Le analisi di stress sono condotte secondo due modalità: stress test da modello e stress test sui titoli di stato italiani.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
Si è provveduto inoltre a valutare l’impatto sulla posizione di solvibilità di uno scenario avverso relativo agli investimenti in titoli di stato italiani. Tali investimenti, infatti, sono considerati come privi di rischio nell’ambito del modello interno utilizzato a fini gestionali.
Si è adottata la metodologia di calcolo stabilita dallo stress test Eiopa (condotto nel 2016) che prevedeva una curva di incremento dello spread di credito variabile in un intervallo compreso da 103 e 135 punti base. Le perdite di valore derivanti dall’applicazione di tali incrementi di spread sono state considerate come stima del requisito di capitale per i titoli di stato e integrati nel requisito di capitale complessivo della società.
L’analisi della posizione di solvibilità della Compagnia negli scenari stressati non evidenzia situazioni di criticità.
Si segnala inoltre che nella revisione annuale dei limiti di cui al paragrafo C.3.3 oppure nel caso di operazioni strategiche di particolare rilievo l’Impresa ne testa con analisi di what‐if la sosteniblità, valutandone l’impatto in termini di indice di solvibilità.
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C.3. RISCHIO DI CREDITO C.3.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il rischio di credito, denominato rischio di default all’interno del Framework dei rischi definito per la Compagnia, è riconducibile alle perdite connesse all’insolvenza di controparti quali riassicuratori, banche, assicurati, intermediari e agenti.
Il requisito di capitale calcolato con metodologia di standard formula sul rischio di credito pesa circa l’8% rispetto al profilo di rischio della Compagnia (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
C.3.2. ESPOSIZIONE
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2016 la Compagnia risulta maggiormente esposta, in termini di requisito di capitale da standard formula, verso esposizioni Type 2 che pesa il 56% del requisito di capitale della componente credito non diversificata.
Nella seguente tabella sono rappresentate le esposizioni Type 2, suddivise tra portafoglio Vita e portafoglio Danni.
(in migliaia di euro)
Gestione Vita Gestione Danni
Crediti verso Assicurati 18.033 53.068
Crediti verso Agenti (< 3 mesi) 17.534 14.325
Crediti verso Agenti (> 3 mesi) 1.314 1.223
Totale 36.881 68.615
Il maggior contributo al requisito di capitale è dato dalle esposizioni nei confronti degli assicurati, in particolare sulla gestione Danni.
Per quanto riguarda il rischio legato alla componente Type 1 si segnala che l’esposizione verso controparti riassicurative con rating pari o superiore ad A, secondo la scala Standard&Poor’s, è pari al 93,5%.
Per la componente di Type 1 legata alle esposizioni bancarie si segnala che la principale esposizione è verso la banca del Gruppo, Banca Reale, che rappresenta circa l’80% dell’intera esposizione verso controparti bancarie.
C.3.2.1. Misure di Valutazione
Il rischio di credito è misurato trimestralmente dalla Compagnia con metodologia prevista dalla standard formula. Inoltre semestralmente è anche data una misura di rischio attraverso l’applicazione del modello interno utilizzato a fini gestionali.
Al fine di monitorare la solvibilità prospettica la Compagnia valuta inoltre annualmente il rischio di sottoscrizione sull’orizzonte temporale di piano, secondo l’approccio ORSA.
Il requisito di capitale è calcolato, come previsto dagli Atti Delegati, distintamente per:
‐ Type 1: esposizioni verso riassicuratori e banche; ‐ Type 2: esposizioni verso assicurati, intermediari e agenti.
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C.3.2.2. Rischi sostanziali
Dalle analisi effettuate sui dati di chiusura al 31 dicembre 2016, il contributo principale al requisito di solvibilità del rischio di credito è dato principalmente dalla componente Type 2; nella tabella seguente si riportano i dettagli del requisito di solvibilità per questa categoria di esposizioni:
(in migliaia di euro)
SCR% Type 2
Crediti verso Assicurati 10.665
Crediti verso Agenti (< 3 mesi) 4.779
Crediti verso Agenti (> 3 mesi) 2.283
Totale 17.727
Il rischio legato alla componente Type 1 ha un peso minore per effetto dell’esposizione principalmente rivolta verso riassicuratori e banche con investment grade pari o superiore ad A.
C.3.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Al fine di mitigare il rischio relativo all’esposizione verso controparti riassicurative la Compagnia ha redatto politiche per la gestione e il controllo di tali esposizioni, definendo linee guida e limiti.
La funzione di Risk Management ha il compito di verificare annualmente e relazionare al Consiglio di Amministrazione le analisi condotte in merito al rispetto dei limiti operativi legato alle esposizioni verso controparti riassicurative.
La Delibera Quadro del Consiglio di Amministrazione del 26 gennaio 2017 in materia di riassicurazione passiva (ai sensi della Circolare Isvap n.574/D) riassume le linee guida da utilizzare nelle strategie riassicurative e fornisce in particolare un’indicazione del livello netto di ritenzione ricercato, le caratteristiche delle coperture riassicurative, gli obiettivi e la congruenza delle stesse ai fini della copertura dei rischi assunti ed i criteri utilizzati per la selezione dei riassicuratori.
Nella delibera sono altresì identificate le procedure interne per l’attuazione della strategia delineata, con particolare attenzione al grado di concentrazione del rischio di controparte.
L’analisi effettuata persegue la finalità di verificare il rispetto dei limiti operativi contenuti nella Delibera Quadro per le coperture riassicurative, in particolare:
‐ livello minimo di rating: Il livello minimo di rating dei riassicuratori deve essere pari o superiore al livello BBB attribuito dall’agenzia Standard & Poor’s. Per i rischi long tail il livello minimo deve essere almeno pari ad A‐;
‐ livello netto di ritenzione dei rischi ricercato: la ritenzione netta per singolo sinistro e/o evento ricercata è fissata a seconda del ramo di attività considerato;
‐ limite di concentrazione del rischio di controparte: Il limite di concentrazione è definito in base al volume della raccolta premi del riassicuratore (ovvero, nel caso di appartenenza ad un gruppo, al volume dello stesso) e in base al livello di rating del riassicuratore attribuito dall’agenzia Standard & Poor’s.
L’analisi è aggiornata annualmente e presentata in Consiglio di Amministrazione per la sua approvazione.
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C.3.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito delle valutazioni prospettiche dei rischi (ORSA) per il piano strategico 2017‐2019 sono state effettuate analisi di stress test, tenendo conto della condizione patrimoniale della Compagnia in condizioni particolarmente avverse.
Le analisi di stress test da modello consistono nel valutare la sostenibilità patrimoniale rispetto al requisito di capitale calcolato con modello interno al livello di probabilità pari al 99,90%. Tale livello è considerato come scenario di stress rispetto al livello ordinario utilizzato per il calcolo del fabbisogno di solvibilità prospettico (99,50%). I risultati dello stress test sono stati analizzati sia a livello aggregato, considerando gli effetti dello stress su tutti i fattori di rischio contemporaneamente, sia a livello disaggregato valutando individualmente l’impatto dei principali fattori di rischio.
L’analisi della posizione di solvibilità della Compagnia nello scenario stressato non evidenzia situazioni di criticità.
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C.4. RISCHIO DI LIQUIDITÀ C.4.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Il liquidity risk, all’interno del Framework dei rischi definito dalla Compagnia, rappresenta il rischio di non adempiere alle obbligazioni contrattuali derivanti dai contratti sottoscritti e dai relativi sinistri nel momento della loro manifestazione finanziaria.
In questi termini, il liquidity risk rappresenta la disponibilità di fondi o la certezza che i fondi siano disponibili senza incorrere in perdite significative rispetto al valore degli attivi realizzati. Tale disponibilità deve essere garantita dalla presenza in portafoglio di attivi facilmente alienabili e da una struttura di cash flow (in e out) coerente in termini di duration.
C.4.2. ESPOSIZIONE
La Compagnia quantifica la sua posizione di solvibilità con le metriche della Formula Standard, che non prevede una quantificazione del rischio liquidità in termini di assorbimento di capitale.
Al fine di tenere sotto controllo l’esposizione a tale tipologia di rischio è previsto il monitoraggio di un insieme di indicatori, che si basano sostanzialmente sull’identificazione degli high liquidity assets.
Rientrano in questa categoria di asset gli elementi di seguito riportati:
‐ fondi obbligazionari e monetari; ‐ obbligazioni governative e corporate con emissione superiore o uguale a 500 milioni di euro, rating
“investment grade", iscritti nel comparto non durevole e quotati su mercati attivi (livello 1 della gerarchia prevista dall’IFRS7);
‐ disponibilità liquide (conti correnti).
Sulla base delle valutazioni effettuate sui dati al 31 dicembre 2016 gli high liquidity assets della Compagnia sono principalmente composti da obbligazioni governative che pesano per il 78,2% sul totale degli high liquidity asset della Compagnia.
C.4.2.1. Misure di valutazione
Reale Group declina il rischio di liquidità nelle seguenti categorie, in funzione dell’orizzonte temporale con cui viene analizzato il rischio stesso:
‐ short term liquidity risk, o cash management, riguarda il fabbisogno di liquidità in ordinarie condizioni di business (fino ad un mese);
‐ medium term liquidity risk, riguarda le stime dei cash flow prospettici con periodo di riferimento pari ad un anno;
‐ long term liquidity risk, concerne le analisi con arco temporale di riferimento fino a 3 anni.
Pur non essendo oggetto di calcolo di un requisito di capitale specifico, i principali indicatori con cui la Compagnia monitora il livello di liquidità dei propri investimenti sono di seguito riportati:
‐ quoziente di liquidity coverage: rapporto tra valore di mercato degli highly liquid assets alla data di valutazione e i flussi di cassa in uscita stimati per i successivi trenta giorni;
‐ liquidity gap: rapporto tra i flussi di cassa in entrata e i flussi di cassa in uscita calcolato in funzione di vari orizzonti temporali;
‐ liquidity survival period: lasso di tempo in cui gli highly liquid asset che possiede la Compagnia al momento della valutazione sono sufficienti a coprire i flussi di cassa in uscita (senza tenere in considerazione nella valutazione i flussi di cassa futuri in entrata);
‐ quoziente di copertura sinistri totali attesi: rapporto tra highly liquid asset alla data di valutazione e i sinistri totali attesi nell’esercizio successivo alla data di valutazione, calcolato in funzione di vari orizzonti;
‐ indice di disponibilità: rapporto tra highly liquid asset e asset totali alla data di valutazione.
Gli indicatori di liquidità sono calcolati sia sulla base di dati consuntivati sia con una logica prospettica, ovvero considerando i flussi futuri attesi all’istante di valutazione.
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In particolare sono calcolati su dati consuntivati i seguenti indicatori con cadenza trimestrale:
‐ liquidity coverage; ‐ liquidity gap cumulative; ‐ indice di disponibilità.
Con cadenza almeno trimestrale, viene monitorata la situazione delle plusvalenze/minusvalenze latenti del portafoglio titoli al fine di poter quantificare gli impatti a conto economico delle possibili perdite finanziarie derivanti da una realizzazione forzosa.
C.4.2.2. Rischi sostanziali
Il monitoraggio dei rischi di liquidità al 31 dicembre 2016 ha rilevato per la Compagnia una situazione di liquidità positiva.
Nelle seguenti tabelle sono rappresentati gli indicatori calcolati sui dati di chiusura al 31 dicembre, suddivisi in gestione Vita e gestione Danni.
Indicatori di liquidità ‐ Gestione Danni Score 2016
Liquidity Coverage
I>=6,5
9,3 6,5<I<3
I<=3
Liquidity Gap Cumulativo
I>=0,8
0,9 0,8<I<0,4
I<=0,4
Indice di dispinibilità
I>=0,5
0,8 0,5<I<0,35
I<=0,35
Indicatori di liquidità ‐ Gestione Vita Score 2016
Liquidity Coverage
I>=24
44,6 24<I<12
I<=12
Liquidity Gap Cumulativo
I>=0,8
1,6 0,8<I<0,4
I<=0,4
Indice di dispinibilità
I>=0,50
0,9 0,50<I<0,40
I<=0,4
Un indice generale del livello di liquidità, suddiviso per gestione Danni e Vita, viene costruito sulla base di un sistema di score. Ad ogni indicatore a seconda che il livello dell’indicatore ricada nella fascia più alta, media o bassa viene assegnato uno score:
‐ 0 se ricade della fascia alta; ‐ 3 se ricade nella fascia media; ‐ 5 se ricade nella fascia bassa.
In funzione dello score di liquidità sono definite tre situazioni di liquidità:
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‐ situazione ordinaria, corrispondente ad un punteggio minore o uguale a 6; ‐ tensione di liquidità, corrispondente ad un punteggio superiore a 6 ma inferiore o uguale a 20; ‐ crisi di liquidità, corrispondente ad un punteggio superiore a 20.
Lo score di liquidità è calcolato separatamente sia sugli indicatori consuntivi che sugli indicatori previsionali.
C.4.2.3. Utili attesi in premi futuri sezione Danni
L’importo complessivo degli utili attesi compresi nei premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums), relativo al business Non Life, è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le riserve tecniche senza margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le riserve tecniche senza margine di rischio.
Come previsto dall’art. 75 del Regolamento Ivass n.18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in utili futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche.
Di seguito è riportato l’importo complessivo degli utili attesi compresi in utili futuri all’ultima data di valutazione.
(in migliaia di euro)
2016
Total 4.011
C.4.2.4. Utili attesi in premi futuri sezione Vita
L’importo complessivo degli utili attesi compresi in premi futuri (c.d. “E.P.I.F.P.” Earning Profit In Future Premiums) relativo al business Life è stato calcolato come differenza, se positiva, tra le Technical Provisions senza margine di rischio nell'ipotesi che i premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione esistenti e la cui riscossione è attesa in un momento futuro non vengano riscossi per motivi diversi dal verificarsi dell'evento assicurato, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza, e le Technical Provisions senza margine di rischio.
Come previsto dall’art.75 del Regolamento Ivass n.18/2016, il calcolo degli utili attesi compresi in utili futuri viene eseguito separatamente per i gruppi di rischi omogenei utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche.
Di seguito sono riportati gli importi complessivi degli utili attesi compresi in utili futuri all’ultima data di valutazione (31/12/2016).
(in migliaia di euro)
2016
Total 14.365
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C.4.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Le azioni di mitigazione da intraprendere per creare maggiore liquidità, nel caso si debba far fronte ad una situazione di crisi, possono variare a seconda dei casi riscontrati e sono soggette al giudizio delle funzioni competenti. Si riportano alcune tra le possibili azioni da intraprendere in caso di necessità:
‐ intervento sul portafoglio mobiliare; ‐ raccolta di denaro tramite aumenti di capitale oppure mediante ricorso al debito; ‐ annullamento del pagamento dei dividendi; ‐ richiesta di pagamento di un dividendo straordinario; ‐ vendita di portafogli di business, immobili o altre attività; ‐ finanziamenti infragruppo.
Il sistema di monitoraggio prevede, al verificarsi di determinate condizioni, l’attivazione di un piano di emergenza (c.d. contingency plan).
Il contingency plan ha la finalità di fornire linee guida e di individuare ruoli e responsabilità sulle azioni da intraprendere nel caso si presentino situazioni che pregiudichino la liquidità e solvibilità, oltreché la capacità della singola compagnia di far fronte ai propri impegni.
In particolare, il contingency plan prevede la definizione delle azioni da intraprendere nelle diverse situazioni di liquidità e l’istituzione di un crisis team per il coordinamento e la gestione delle azioni stesse nelle situazioni di tensione o di crisi di liquidità.
C.4.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST LIQUIDITÀ
Il rischio di liquidità è monitorato con appositi stress test e/o analisi di scenario, effettuati con cadenza almeno annuale su fattori di natura finanziaria e/o tecnica.
Tali analisi hanno la finalità di riconoscere ed individuare tempestivamente potenziali rischi a lungo termine.
Si segnala che sulla base degli stress test che la Compagnia ha eseguito nel 2016 gli indicatori previsionali di rischio liquidità non hanno evidenziato criticità alcuna. Gli scenari di stress analizzati sono:
‐ un rialzo della curva di 200 bp; ‐ gestione Vita: incremento dei riscatti del 40%; ‐ gestione Danni: un flusso di cassa in uscita di 100 mln dovuti a un evento imprevisto.
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C.5. RISCHIO OPERATIVO C.5.1. DESCRIZIONE DEL RISCHIO
Nell’ambito del Framework dei rischi della Compagnia i rischi operativi riguardano le potenziali perdite in cui l’impresa può incorrere in seguito a inefficienze di:
‐ persone; ‐ processi; ‐ sistemi
o a causa di eventi esterni.
Il requisito patrimoniale di standard formula legato ai rischi operativi è pari a 75.832 milioni di euro al 31 dicembre 2016 e pesa circa il 7% rispetto al profilo di rischio della Compagnia (calcolato sulla somma dei singoli requisiti di solvibilità non diversificati).
È importante sottolineare che la misurazione del capitale assorbito dai rischi operativi a livello complessivo di Compagnia secondo logiche parametriche legate ai volumi del business non fornisce indicazioni utili a livello gestionale. La Compagnia si è dotata di una metodologia di analisi qualitativa (c.d. Risk Assessment) con l’obiettivo di valutare il livello di rischiosità e la qualità dei controlli con riferimento ad ogni processo aziendale.
C.5.2. ESPOSIZIONE
La seguente tabella evidenzia come la maggioranza dei rischi lordi si concentra nel livello di rischiosità alto (54,6%) ma, in virtù della mitigazione dei controlli, tale livello di rischiosità si annulla, con conseguente aumento del livello di rischiosità bassa (dal 7,1% al 70,6%). La rischiosità “estrema”, già limitata ante controlli (0,2%), si azzera per effetto della loro mitigazione.
Totale rischi
Numero %
Lordo Netto Lordo Netto
Estremo 1 0 0,2% 0,0%
Alto 271 0 54,6% 0,0%
Medio 189 146 38,1% 29,4%
Basso 35 350 7,1% 70,6%
Totale 496 496 100,0% 100,0%
La tabella seguente illustra il dettaglio della distribuzione dei rischi per Fattore di Rischio al lordo ed al netto dei relativi controlli. La maggioranza dei rischi rilevati sono stati identificati come rischi dovuti ai “processi “ (60,1%), seguiti da quelli rientranti nella categoria “risorse” (23,6%) e da quelli rientranti nella categoria “sistemi“ (16,3%).
di cui RISORSE 23,6% di cui PROCESSI 60,1% di cui SISTEMI 16,3%
Numero % Numero % Numero %
Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto Lordo Netto
Estremo 0 0 0,0% 0,0% 1 0 0,3% 0,0% 0 0 0,0% 0,0%
Alto 55 0 47,0% 0,0% 177 0 59,4% 0,0% 39 0 48,1% 0,0%
Medio 52 24 44,4% 20,5% 105 90 35,2% 30,2% 32 32 39,5% 39,5%
Basso 10 93 8,5% 79,5% 15 208 5,0% 69,8% 10 49 12,3% 60,5%
Totale 462 462 100,0% 100,0% 298 298 100,0% 100,0% 462 462 100,0% 100,0%
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C.5.2.1. Misure di valutazione
La misurazione dell’esposizione ai rischi operativi, in termini di capitale assorbito, è effettuata dalla funzione di Risk Management con metodologia di standard formula.
La valutazione quantitativa si basa su logiche di volume che potrebbero non rappresentare pienamente la realtà dell’impresa e pertanto la funzione di Risk Management effettua anche un’analisi del rischio operativo di tipo qualitativo, basata su due approcci distinti e complementari.
Il primo approccio adotta una metodologia di tipo “top down”, basata sullo strumento di autorilevazione della Macro Check List. La check list viene compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio ed Internal Audit al fine di effettuare l’analisi attuale e prospettica del profilo di rischio ad alto livello e in una logica di carattere strategico. Il secondo approccio segue invece una logica di tipo “bottom up”, basata su una metodologia di risk assessment dove ogni responsabile di processo effettua la identificazione/mappatura/valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi di propria competenza. Il risk assessment è svolto con il supporto dell’applicativo ARIS, gestionale interno con le seguenti funzionalità:
‐ mappatura dei flow‐chart di processo; ‐ analisi dei rischi operativi e dei relativi controlli e di secondo livello.
La raccolta delle informazioni avviene sulla base di alcuni modelli di riferimento, atti a garantire una classificazione omogenea dei dati stessi:
‐ il modello degli eventi operativi per l’identificazione e la classificazione delle tipologie di eventi che possono generare una perdita operativa;
‐ il modello dei fattori di rischio per l’identificazione e la classificazione delle cause potenzialmente all’origine degli eventi operativi;
‐ il modello organizzativo per la definizione del perimetro di raccolta dei dati e per l’univoca attribuzione degli stessi agli strumenti organizzativi.
Modello degli eventi
Il modello degli eventi risponde alla domanda “cosa è successo?” (es.una frode, un blocco dei sistemi) ed identifica la risposta classificandola tra le possibili tipologie di evento.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da tre livelli gerarchici in base alla tipologia di evento. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello, prevede sette tipologie di eventi:
‐ illeciti interni ai danni della Società (escluse le Agenzie); ‐ illeciti esterni ai danni della Società (incluse le Agenzie); ‐ rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro; ‐ clienti, prodotti e prassi di business; ‐ danni a beni materiali ed altri eventi; ‐ interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzione dei sistemi; ‐ esecuzione, completamento e gestione dei processi.
Modello dei fattori di rischio
Il modello dei fattori di rischio risponde alla domanda “perché è successo?” e consente di individuare l’entità da gestire in caso di mitigazione del rischio (es. il personale non è stato formato adeguatamente, il processo non è disegnato correttamente) permettendone la riclassificazione secondo le possibili tipologie di cause.
Tale modello consiste in una tassonomia composta da due livelli gerarchici in base alla tipologia di fattore di rischio. La categorizzazione principale, che costituisce il primo livello di tale classificazione, prevede tre tipologie di fattori di rischio così suddivise:
‐ risorse; ‐ processi; ‐ sistemi informativi.
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Modello organizzativo
Il modello organizzativo fornisce gli strumenti che consentono di rispondere alla domanda “dove è successo?” ed identifica la risposta riconducendola a tutti i singoli elementi che lo compongono a partire dai processi della catena del valore e/o all’area/unità organizzativa all’interno del funzionigramma aziendale. Il modello organizzativo inoltre può essere utile all’individuazione di elementi per la gestione dei fattori di rischio (come ad esempio il piano di formazione, la mappatura delle competenze, opportuni adeguamenti dei sistemi informativi, reportistica dedicata etc.).
C.5.2.2. Rischi sostanziali
Dall’analisi effettuata sui rischi operativi al 31 dicembre 2016 emerge che la stratificazione degli eventi perdita evidenzia una forte predominanza degli eventi rientranti nell’area “esecuzione, consegna e gestione dei processi” e, a seguire nell’area “illeciti esterni” e nell’area “interruzione/riduzione dell’operatività e disfunzioni dei sistemi”.
C.5.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il processo di gestione del rischio operativo prevede l’individuazione di possibili tecniche di mitigazione funzionali alla gestione dei rischi.
Nell’ambito della definizione delle tecniche di mitigazione sono individuate delle soglie di tolleranza al rischio.
In considerazione di una metodologia di gestione e di analisi dei rischi operativi integrati a livello di processo, la soglia di tolleranza al rischio è definita con riferimento alla rischiosità dei processi aziendali e con una logica «dinamica», intervenendo sempre su tutti gli eventuali processi con rischio estremo, secondo la scala di valutazione qualitativa adottata, ed attivandosi comunque su quelli con rischio inferiore che concorrono a determinare una percentuale significativa di rischiosità complessiva.
I limiti di tolleranza dei rischi operativi sono proposti dal Risk Management ed approvati dal Consiglio di Amministrazione con cadenza annuale.
I limiti di tolleranza definiscono la soglia di rischio operativo che la Compagnia, nella consapevolezza delle probabilità di realizzazione del rischio assunto e delle possibili conseguenze connesse, accetta di detenere senza provvedere ad ulteriori azioni di mitigazione (che potrebbero avere un costo/opportunità superiore al rischio detenuto).
Nelle situazioni di superamento delle soglie predefinite, il Risk Management esegue ulteriori analisi con i responsabili dei processi interessati per giungere all’individuazione delle misure di copertura delle rischiosità non adeguatamente presidiate e ne dà informazione all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione.
Tra le tecniche di mitigazione è inoltre previsto, dove tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile, il trasferimento del rischio tramite attivazione di apposite coperture assicurative. Nell’ambito del processo di gestione delle coperture assicurative di gruppo, la funzione di Risk Management, in occasione del risk assessment annuale, realizza un censimento dei rischi operativi, con indicazioni di massima in merito alla loro assicurabilità e ad eventuali interventi migliorativi del programma di ritenzione/trasferimento che li riguarda.
Ulteriore contributo alla mitigazione del rischio sono Contingency Plan e Disaster Recovery.
Il Contingency Plan è finalizzato a garantire la continuità operativa e a salvaguardare l’incolumità delle persone, dei beni e il tempestivo ripristino dell’attività in caso di evento catastrofico. Il Contingency Plan comprende, relativamente agli aspetti informatici, un Disaster Recovery Plan focalizzato sul tema della continuità operativa attraverso la definizione di uno specifico piano strategico che consenta di minimizzare la perdita di informazioni ed i tempi di ripristino delle informazioni aziendali in situazioni particolarmente critiche.
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C.5.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
A parte le analisi degli scenari di stress utilizzati per la definizione di Contingency Plan e Disaster Recovery, non vengono attualmente eseguiti stress test sistematici finalizzati ad analizzare la sensibilità dei rischi operativi, salvo attività mirate al presentarsi di situazioni specifiche.
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C.6. ALTRI RISCHI SOSTANZIALI C.6.1. DESCRIZIONE DEI RISCHI
Nell’ambito della gestione dei rischi aziendali non quantitativi, la classificazione dei rischi di Gruppo comprende:
‐ il rischio strategico: il rischio attuale o potenziale di un impatto sui ricavi o sul capitale derivante da decisioni di business errate, da un’impropria implementazione di tali decisioni o da scarsa reattività ai cambiamenti nel settore di riferimento;
‐ il rischio di non conformità alle norme: il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, subire perdite o danni reputazionali in conseguenza della mancata osservanza di leggi, regolamenti o provvedimenti delle Autorità di vigilanza ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina; rischio derivante da modifiche sfavorevoli del quadro normativo o degli orientamenti giurisprudenziali.
Il modello adottato per la valutazione del rischio operativo considera anche gli impatti di secondo livello di tale fattore di rischio in termini di:
‐ il rischio legato all’appartenenza al gruppo: rischio di “contagio” inteso come rischio che, a seguito dei rapporti intercorrenti dall’impresa con le altre entità del gruppo, situazioni di difficoltà che insorgono in un’entità del medesimo gruppo possano propagarsi con effetti negativi sulla solvibilità dell’impresa stessa; rischio di conflitto di interessi qualora la controparte non faccia parte del medesimo gruppo assicurativo o sia legata alle imprese assicurative del gruppo da rapporti di partecipazione e non di controllo;
‐ il rischio reputazionale: rischio di deterioramento dell’immagine aziendale e di aumento della conflittualità con gli assicurati, dovuto anche alla scarsa qualità dei servizi offerti, al collocamento di polizze non adeguate o al comportamento della rete di vendita.
C.6.2. ESPOSIZIONE
Reale Group, nel processo di gestione del rischio reputazionale, identifica specifici eventi con un possibile o certo impatto reputazionale (definiti e presidiati attraverso specifici organismi e procedure quali la procedura di gestione dei sinistri sensibili, la procedura di gestione delle visite da esterni, la procedura di gestione dei reclami, la procedura di partecipazione a trasmissioni TV, la Commissione di Garanzia dell’assicurato, ecc.), al fine di definire iniziative atte a rispondere tempestivamente ed efficacemente a situazioni di criticità.
Gli eventuali rischi di carattere strategico e di appartenenza al Gruppo sono valutati nell’ambito dei processi di pianificazione strategica della società e del Gruppo.
Tramite le attività ricorrenti di monitoraggio del rischio di non conformità, Reale Group identifica e valuta i rischi nell’ambito dei processi, dei nuovi prodotti e delle nuove norme. In particolare, la ricognizione della normativa (intercettazione e collegamento delle norme ai processi) consente di realizzare il cosiddetto repository normativo aziendale, che evidenzia i rischi normativi dei processi.
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C.6.2.1. Misure di valutazione
L’analisi qualitativa dei rischi di contagio e reputazionali è basata su due approcci distinti e complementari: il primo di tipo “bottom up”, basata su una metodologia di risk assessment e il secondo basato su una metodologia di tipo “top down” ed è incentrato sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List, compilata dall’Alta Direzione con il supporto delle funzioni di Risk Management, Compliance, Antiriciclaggio e Internal Audit e finalizzata all’analisi del profilo di rischio dell’Impresa.
Per un maggior dettaglio delle metodologie di monitoraggio dei rischi reputazionali e di appartenenza al Gruppo si rimanda al paragrafo relativo ai rischi operativi.
Analogamente, per la valutazione dei rischi strategici, la metodologia qualitativa utilizzata fa riferimento ad una metodologia di tipo “top down” incentrata sull’utilizzo dello strumento di auto‐rilevazione della Macro Check List.
La valutazione del rischio di non conformità è di tipo qualitativo e si basa sia su logiche di tipo “bottom up”, supportate dalla metodologia del Compliance Risk Assessment e/o delle Matrici di compliance – Matrico, (con la quale i focal point di compliance effettuano l’identificazione e la valutazione dei rischi e dei controlli relativi ai processi /prodotti/ normative di propria competenza), sia su logiche di tipo “top down”, che utilizzano tecniche di intervista alla Direzione Generale tramite lo strumento della Macro Check List.
In relazione alle diverse finalità, la valutazione del rischio di non conformità può essere effettuata, sia in modo analitico, a livello di singolo rischio, che in modo “aggregato” a livello di processo/impresa.
La metodologia di valutazione del rischio di non conformità è articolata nelle seguenti fasi:
‐ valutazione del rischio inerente (o rischio lordo) – cioè del rischio implicito nella natura stessa dell’attività e connesso a fattori quali processi, risorse e sistemi. Ad ogni rischio di non conformità viene associato un valore potenziale senza tenere conto dei controlli e di altre misure di mitigazione eventualmente già poste in essere presso l’impresa. L’attribuzione di un valore al rischio inerente si basa sui seguenti elementi: frequenza (o probabilità) di accadimento dell’evento rischioso; impatto (peso) economico/patrimoniale del rischio in caso di accadimento, con riferimento alla
rilevanza delle sanzioni giudiziarie/amministrative. Tali elementi consentono di assegnare un valore qualitativo al rischio lordo (estremo, alto, medio, basso).
‐ valutazione dei controlli in essere, ossia valutazione ex ante dell’esistenza/adeguatezza dei controlli per la mitigazione del rischio e del loro grado di presidio. Il grado di adeguatezza dei controlli può essere misurato assegnando un giudizio qualitativo: adeguato, parzialmente adeguato, inadeguato;
‐ determinazione del rischio residuo (o rischio netto) – cioè del rischio che rimane dopo l’applicazione dei controlli di cui alla fase precedente e che rappresenta la componente di rischio non presidiata dall’impresa. Il rischio residuo è ottenuto dalla combinazione degli score qualitativi del rischio lordo e dei controlli.
La valutazione dei rischi di non conformità si basa sulla metodologia sopra illustrata, utilizzando successivamente specifiche regole per il calcolo della cosiddetta rischiosità “aggregata” per singolo processo; tali regole sono finalizzate a definire una scala di riferimento per la comparazione del rischio complessivo (lordo e netto) dei singoli processi, in modo da poterli ordinare in ordine decrescente (dal processo a maggior rischio a quello a minor rischio) ed individuare, conseguentemente, le priorità di intervento e rimedio in funzione della soglia di tolleranza al rischio.
Non si segnalano nell’anno di riferimento modifiche significative alle metodologie sopra descritte.
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C.6.2.2. Rischi sostanziali
Relativamente ai rischi reputazionale, di appartenenza al gruppo e strategico, le valutazioni effettuate nel 2016 non hanno evidenziato la presenza di rischi sostanziali.
L’esito della profilatura complessiva del rischio netto di non conformità sui processi e sulle nuove norme ha fatto rilevare un livello di conformità medio‐alto. I rischi lordi sono adeguatamente mitigati dal sistema dei controlli e nessun processo risulta avere rischiosità superiore a quella tollerata. Relativamente ai nuovi prodotti commercializzati nel 2016, nessun prodotto ha fatto rilevare aspetti critici, in quanto per tutti questi la rischiosità è risultata entro la soglia tollerata. Sono state altresì condotte e concluse le attività di follow up sui processi che sono risultati a maggior rischio nel 2015; gli elementi raccolti e le azioni di rimedio individuate hanno portato per il 2016, al contenimento del rischio entro le soglie di tolleranza.
C.6.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE
Il Gruppo ha predisposto una apposita politica in cui sono definite le linee guida della politica di gestione del rischio reputazionale. La gestione del rischio reputazionale ha carattere continuativo ed è disciplinata attraverso due modelli operativi distinti:
‐ il primo orientato alla preventiva identificazione e gestione dei rischi dai quali può derivare un danno alla reputazione di una o più imprese del Gruppo (modello di gestione ex ante del rischio reputazionale);
‐ il secondo improntato alla gestione di un evento specifico già verificatosi e finalizzato all’eliminazione o alla mitigazione del danno reputazionale derivato o che ne può derivare (modello di gestione ex post del rischio reputazionale).
Il primo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’insieme di valori, regole, procedure, tecniche di controllo e strutture organizzative che contribuiscono ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento dell’impresa, disciplinandone i comportamenti e realizzando il complesso delle informazioni utili per la gestione d'insieme del sistema dei rischi.
Il secondo presidio nella gestione ex ante del rischio reputazionale è rappresentato dall’analisi qualitativa descritta nel paragrafo C.6.2.1.
La soglia di tolleranza al rischio di non conformità è definita annualmente dal Consiglio di Amministrazione e formalizzata nel documento di politica di gestione del rischio di non conformità alle norme.
L’attività della funzione Compliance è caratterizzata dall’intervento ex ante, di prevenzione del rischio, mettendo in atto analisi d’impatto e di individuazione dei gap rispetto ai requisiti normativi su tutte le principali novità normative, al fine di individuare e implementare in modo conforme alla normativa i presidi necessari, già al momento dell’entrata in vigore della norma (piano di implementazione). La funzione svolge anche un presidio ricorrente per verificare periodicamente il livello di rischiosità complessiva (profilatura del rischio): ove venga rilevata una eventuale inadeguatezza dei controlli e delle altre misure di mitigazione, a cui possono corrispondere valori di rischio residuo superiori a “Rischio Netto = Medio”, sono individuate le necessità di intervento con azioni correttive atte a ricondurre il rischio entro i limiti definiti e stabilite le opportune priorità tenendo in considerazione sia gli elementi di rischio che la valutazione dell’impatto dell’intervento.
Il piano degli interventi correttivi prende in esame sia gli interventi orientati a diminuire la frequenza di accadimento dell’evento rischioso, sia quelli orientati a diminuirne il peso in caso di accadimento sia, infine, gli interventi volti ad influire, rafforzandole, sulle altre misure di mitigazione eventualmente in essere, in particolare orientate alla gestione dei fattori di rischio (processi, risorse, sistemi). Nell’ambito della valutazione dei controlli in essere, così come nella programmazione degli interventi correttivi, si tiene nel dovuto conto il grado di diffusione della “cultura del controllo” e la formazione del personale in materia di compliance, in quanto fondamentali elementi di mitigazione del rischio.
Negli interventi ex post, i rischi sono mitigati con interventi di follow up. Per i rischi che risultano superiori alla soglia di tolleranza, vengono effettuati approfondimenti in merito ai fattori di rischio e/o ai driver che hanno causato il rischio di non conformità per individuare a attuare uno specifico piano di rimedio.
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C.6.4. SENSITIVITY ANALYSIS E STRESS TEST
Nell’ambito dei rischi qualitativi di cui alla presente sezione C.6, l’Impresa non identifica specifici scenari di stress. Eventuali impatti a carattere reputazionale, strategico, di appartenenza al Gruppo e di non conformità alle norme sono valutati nell’ambito della valutazione degli scenari di stress sui rischi operativi di cui al paragrafo C.5.4.
C.6.5. OPERAZIONI INFRAGRUPPO
Il Consiglio di Amministrazione, in osservanza al disposto del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016, ha redatto una Politica delle operazioni infragruppo che individua criteri e modalità dell’operatività infragruppo, le tipologie di operazioni che caratterizzano l’attività dell’impresa, le diverse categorie di controparti, i processi decisionali, le soglie di significatività e limiti di operatività. La politica infragruppo è oggetto di una specifica delibera quadro, adottata dai Consigli di Amministrazione della Capogruppo e delle Società assicurative italiane controllate e rivista almeno una volta all’anno.
In particolare sono state internamente definite, per ogni tipologia di operazione infragruppo, le funzioni aziendali referenti, sono stati fissati i vincoli/limiti di operatività delle suddette operazioni e sono stati definiti i flussi informativi e di controllo da mettere in atto per la corretta gestione degli adempimenti di comunicazione verso l’autorità di vigilanza.
Nell’ottica di una strategia di Gruppo basata su logiche di sinergia, coordinamento e controllo, sono state concentrate attività e servizi comuni nell’ambito delle diverse realtà societarie italiane costituenti Reale Group.
In particolare Reale Mutua, per Italiana Assicurazioni, ha accentrato presso le proprie funzioni la gestione dell’attività liquidativa, dei servizi generali, dei servizi relativi alle attività amministrative (quali la tenuta della contabilità generale e finanziaria, la redazione del bilancio, l’elaborazione di paghe e contributi, l’assistenza e la consulenza in materia legale, fiscale e giuslavoristica), di servizi inerenti l’ambito commerciale e di alcuni servizi di carattere tecnico. La Capogruppo gestisce inoltre, per conto della Società, le attività di Risk Management, di Compliance e di Antiriciclaggio.
Nell’esercizio 2016 tali servizi hanno generato costi per la Società per 31.455 migliaia di euro.
Allo stesso tempo Italiana Assicurazioni ha svolto prestazioni di servizi per la Controllante, principalmente per la gestione amministrativa e il personale in distacco, che hanno generato ricavi per 18.848 migliaia di euro.
Nel corso dell’esercizio, inoltre, nei confronti della Capogruppo sono intercorsi rapporti di riassicurazione con premi ceduti per 2.138 migliaia di euro, sinistri e somme pagate a carico dei riassicuratori per 2.316 migliaia di euro, e provvigioni ricevute per 578 migliaia di euro. I depositi ricevuti in riassicurazione ammontano a 69 migliaia di euro. Il saldo dei crediti netti è di 646 migliaia di euro.
Per quanto riguarda i rapporti con Italnext, Società controllata al 100% da Italiana Assicurazioni, i ricavi e vendite e delle prestazioni ammontano complessivamente a 365 migliaia di euro. Nei confronti della Controllante, i ricavi provvigionali derivanti dalla gestione dei servizi amministrativi e gestionali alle “agenzie leggere” ammontano a 64 migliaia di euro mentre i ricavi per prestazioni di servizi ammontano a 69 migliaia di euro.
Infine Italiana Assicurazioni riceve dalle Società consociate italiane prestazioni relative ai servizi informatici, alla gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare, all’assistenza e al call center, all’attività liquidativa e al personale distaccato. Il costo di tali servizi ammonta a 33.499 migliaia di euro. I servizi resi da Italiana Assicurazioni nei confronti delle consociate riguardano per contro le prestazioni del personale distaccato e l’attività di collocamento di prodotti bancari sul mercato da parte degli agenti, per un ammontare complessivo pari a 181 migliaia di euro.
Ai sensi del Regolamento Ivass n. 30 del 26 ottobre 2016 la Compagnia ha provveduto ad identificare, nell’ambito delle operazioni infragruppo, le operazioni significative, molto significative e da comunicare in ogni circostanza all’autorità di vigilanza utilizzando la reportistica prevista dagli articoli 20 e 36 del Regolamento UE n. 2015/2450, secondo i termini di cui agli articoli 312, comma 1, lettera c) e 373 degli atti delegati.
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La Compagnia considera operazioni infragruppo significative quelle che influenzano significativamente la solvibilità o la liquidità del Gruppo o di una delle imprese coinvolte in tali operazioni, in coerenza con le tipologie di operazioni e controparti e in funzione della natura, della portata, della complessità e dell’impatto sul proprio profilo di rischio.
Secondo il dettato dell’art. 9 del Regolamento Ivass n. 30/2016 la Società presume significative, salvo la differente valutazione di cui al comma 3, le operazioni infragruppo il cui importo sia pari o superiore all’1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento stesso.
Ai sensi del Regolamento Ivass n. 30/2016, si intendono operazioni infragruppo considerate molto significative (identificandosi relative soglie e limiti), quelle che influenzano in modo molto significativo la solvibilità o la liquidità del gruppo o di una delle imprese di assicurazione e di riassicurazione coinvolte, in coerenza con le differenti tipologie di operazioni e controparti ed in funzione della natura, della portata, della complessità e dell’impatto sul proprio profilo di rischio.
La nostra Società, pertanto, considera quanto meno:
‐ movimenti di capitale o entrate non giustificate dalla Politica di gestione del capitale o dalla Politica dei dividendi;
‐ ogni inusuale o rilevante trasferimento di capitale infragruppo.
Sono ritenute da Italiana Assicurazioni molto significative le operazioni infragruppo il cui importo sia pari o superiore al 5% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa di cui all’articolo 3 del Regolamento Ivass n. 30/2016.
Rientrano nella categoria delle operazioni infragruppo “da segnalare in ogni circostanza” quelle che, anche se inferiori alle soglie di significatività, sono attuate a condizioni diverse da quelle di mercato o non rispettano i criteri o le procedure stabilite nella Politica infragruppo.
Le soglie di significatività per l’anno 2016, commisurate al requisito di capitale al 31 dicembre 2015, pari a 200.550 migliaia di euro, sono rispettivamente pari a 2.005 migliaia di euro (per le operazioni significative) e 10.027 migliaia di euro (per le operazioni molto significative).
Le operazioni infragruppo che superano le suddette soglie saranno comunicate all’autorità di vigilanza nell’ambito della reportistica quantitativa (QRT) di Gruppo entro la scadenza normativa del 3 luglio 2017.
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C.6.6. CONCENTRAZIONE
Il rischio di concentrazione si origina in caso di eccessive esposizioni della Compagnia verso uno stesso soggetto o gruppi di soggetti, esterni alla Compagnia, individuali o interconnessi; in altri termini, il rischio di concentrazione si può definire come il rischio di subire perdite per l’inadeguata diversificazione del portafoglio delle attività e delle passività.
Il rischio di concentrazione è per sua natura un fattore di rischio che si origina in presenza di un altro rischio. In tal senso, il rischio di concentrazione può essere considerato come un rischio secondario e, conseguentemente, deve essere trattato unitamente al rischio primario a cui si riferisce al fine di consentirne una adeguata valutazione.
Gli ambiti nei quali può presentarsi un rischio di concentrazione sono indicati di seguito e, per ognuno di essi, è indicato il rischio primario a cui è associato secondo la classificazione prevista dal “Framework di riferimento per l’analisi del profilo di rischio”.
‐ Controparte, ovvero la concentrazione verso singole controparti (c.d. concentrazione single name) o fra loro interconnesse che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione del rischio. I relativi rischi primari risultano essere i rischi di mercato e default.
‐ Investimenti finanziari, ovvero la concentrazione degli investimenti per tipologia, area geografica, valuta, fonte di rischio. Il relativo rischio primario risultano essere i rischi di mercato.
‐ Prodotti, ovvero la concentrazione di rischi per settore di attività assicurativa Il relativo rischio primario risultano essere i rischio tecnici.
La gestione del rischio di concentrazione è disciplinata nell’ambito dei processi di gestione dei rischi primari.
La valutazione quantitativa del requisito di capitale (c.d. SCR) per singola Compagnia e a livello di Gruppo viene effettuata in coerenza con i principi del sistema di solvibilità Solvency II.
Le concentrazioni dei rischi sono adeguatamente considerate nel processo di valutazione del profilo di rischio con riguardo al rischio di contagio e al rischio di conflitto di interessi.
Con riferimento al rischio di sottoscrizione, la Compagnia ha definito limiti e soglie di attenzione sulle somme assicurate all’interno del Manuale delle regole assuntive e disposizioni operative emanate dalle singole aree di business riportare nelle Circolari e nelle Note Tecniche. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione definisce il livello di ritenzione netta, le caratteristiche delle coperture di riassicurazione, la coerenza con il business sottoscritto e i criteri per la scelta dei riassicuratori. I limiti operativi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione sono oggetto di verifica e controllo da parte della Funzione di Risk Management.
Con riferimento al rischio di mercato, la Compagnia ha definito limiti di concentrazione per singolo emittente o gruppo, in termini di esposizione massima. I limiti sono oggetto di verifica e controllo su base continuativa da parte della funzione Risk Management e delle altre funzioni aziendali preposte le quali svolgono controlli di primo livello con frequenza maggiore al fine di garantire un adeguato presidio del rischio in sede di gestione ordinaria delle attività.
C.7. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
D. VALUTAZIONE A FINI DI SOLVIBILITÀ
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D.1. ATTIVITÀ
D.1.1. VALORE DELLE ATTIVITÀ ALLA DATA DI VALUTAZIONE
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Goodwill 0 0
Deferred acquisition costs 0 0
Intangible assets 0 357
Deferred tax assets 59.489 38.338
Pension benefit surplus 0 0
Property, plant & equipment held for own use 30.700 29.070
Investments (other than assets held for index‐linked and unit‐linked contracts) 2.295.827 2.164.199
Property (other than for own use) 0 0
Holdings in related undertakings, including participations 191.591 176.182
Equities 13.131 12.876
Equities – listed 13.056 12.801
Equities – unlisted 74 74
Bonds 2.012.289 1.897.389
Government Bonds 1.543.613 1.446.971
Corporate Bonds 435.430 419.323
Structured notes 33.246 31.095
Collateralised securities 0 0
Collective Investments Undertakings 76.899 75.835
Derivatives 0 0
Deposits other than cash equivalents 1.917 1.917
Other investments 0 0
Assets held for index‐linked and unit‐linked contracts 172.497 172.497
Loans and mortgages 9.707 9.709
Loans on policies 2.306 2.306
Loans and mortgages to individuals 6.491 6.492
Other loans and mortgages 910 912
Reinsurance recoverables from: 147.220 158.075
Non‐life and health similar to non‐life 75.834 100.344
Non‐life excluding health 65.438 86.362
Health similar to non‐life 10.396 13.982
Life and health similar to life, excluding health and index‐linked and unit‐linked 64.202 50.322
Health similar to life 973 1.326
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked 63.229 48.997
Life index‐linked and unit‐linked 7.183 7.409
Deposits to cedants 0 0
Insurance and intermediaries receivables 157.638 157.645
Reinsurance receivables 10.983 10.983
Receivables (trade, not insurance) 60.805 60.825
Own shares (held directly) 0 0
Amounts due in respect of own fund items or initial fund called up but not yet paid in 0 0
Cash and cash equivalents 41.273 41.273
Any other assets, not elsewhere shown 17.531 17.531
Total assets 3.003.670 2.860.502
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D.1.2. METODOLOGIA E IPOTESI UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEGLI ATTIVI
I criteri di valutazione delle attività adottati nella predisposizione dell’Economic Balance Sheet sono conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, al capo II del Regolamento Delegato UE 2015/35 (valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche), e seguono gli orientamenti Eiopa relative alle voci dell’Economic Balance Sheet.
Ai fini di solvibilità la Compagnia ha contabilizzato le attività in conformità ai principi contabili internazionali IFRS/IAS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non abbia prodotto valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, specifici principi di valutazione sono stati applicati alle poste di bilancio.
Qualora i principi IFRS/IAS ammettano l’uso di più metodi di valutazione, la Compagnia ha utilizzato solo i metodi conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, ovvero le attività sono state valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta a normali condizioni di mercato.
La Compagnia ha pertanto utilizzato il fair value così come definito dall’IFRS 13, ossia “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività”, in quanto ritenuto una consistent option ai fini della valutazione Solvency II.
Coerentemente con quanto definito dal Regolamento Delegato UE 2015/35 la Compagnia adotta la seguente gerarchia di valutazione:
‐ Livello 1: le attività sono valutate ai prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività, laddove esistenti;
‐ Livello 2: quando l'uso dei prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività è impossibile, le attività sono valutate utilizzando prezzi di mercato quotati in mercati attivi per attività simili con adeguamenti per riflettere le differenze;
‐ Livello 3: laddove le due precedenti metodologie non siano applicabili, la Compagnia utilizza metodi alternativi di valutazione.
Si definisce “mercato attivo” un mercato regolamentato o sistema multilaterale di negoziazione, come definito dalla Direttiva 2004/39/CE, con livelli di spread bid‐ask storici contenuti le cui quotazioni rispecchino, qualora presenti, gli andamenti delle altre piazze finanziarie potenzialmente disponibili per la negoziazione.
Nel caso di utilizzo di metodi alternativi al fair value, nel determinare le ipotesi e gli input utilizzati nelle valutazioni alternative, la Compagnia valuta il rischio inerente l’adozione di un tale metodo nella determinazione del fair value.
I criteri di valutazione che seguono, indicati anche nella policy sulla valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche redatta ai sensi del regolamento IVASS n. 34, fanno riferimento alle categorie di assets previsti nell’Economic Balance Sheet. Si evidenzia che non sussistono variazioni rispetto ai criteri di valutazione adottati nell’esercizio precedente.
Si segnala inoltre che l’aggregazione secondo le classi previste dalla normativa consente di mettere in relazione le diverse tipologie di attività con i relativi fattori di rischio a cui esse sono esposte. Ciò consente pertanto di porre in relazione la situazione patrimoniale della società con il corrispondente profilo di rischio in termini di requisito di capitale regolamentare.
Intangible assets
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Intangible assets 0 357
99
Gli attivi immateriali, che nel bilancio Statutory sono iscritti al costo di acquisto inclusivo degli oneri accessori ed ammortizzati sistematicamente in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione, nel bilancio redatto ai fini di solvibilità sono stati valutati pari a zero. Non sussistono infatti i presupposti affinché gli attivi in questione possano essere venduti separatamente né può essere dimostrata l’esistenza di un valore per attività identiche o simili.
Property
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Property, plant & equipement held for own use 30.700 29.070
Property (other than for own use) 0 0
Gli immobili uso impresa nel bilancio Statutory sono iscritti al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo delle spese accessorie e degli eventuali oneri finanziari e sono esposti al netto del relativo fondo ammortamento. Nel bilancio Solvency II viene utilizzato il modello della rideterminazione del valore previsto dallo IAS 16, considerato una buona approssimazione ai fini Solvency.
Il valore di mercato degli immobili uso impresa e degli investimenti immobiliari è basato sulle valutazioni redatte da periti indipendenti. Qualora la valutazione del bilancio di solvibilità si basi su una perizia precedente alla data di riferimento del bilancio, l’impresa monitora e riflette nella valutazione dell’Economic Balance Sheet la variazione di valore intervenuta tra la data della perizia e la data di riferimento di bilancio.
Participations
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Holdings in related undertakings, including participations 191.591 176.182
Le partecipazioni nel bilancio Statutory sono iscritte al costo di acquisto, ridotto per perdite durevoli di valore ed eventualmente ripristinato in esercizi successivi al venire meno dei motivi della svalutazione effettuata.
Nel bilancio Solvency II le partecipazioni devono essere valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta a normali condizioni di mercato. Nel caso di partecipazioni non quotate in mercati attivi trova applicazione metodo del patrimonio netto rettificato, e nel calcolare la quota di patrimonio netto della partecipata, le relative attività e passività devono essere valutate sulla base dell’articolo 75 sopra citato e, ove applicabili, degli articoli dal 76 all’86 della Direttiva 2009/138/CE.
Non essendo possibile valutare le quote in società partecipate da Italiana Assicurazioni utilizzando prezzi di mercato quotati in un mercato attivi, vengono adottate le seguenti metodologie di valutazione:
‐ la valutazione delle partecipazioni in Società assicurative è realizzata applicando la percentuale di possesso agli Own Funds risultanti dall’ultimo Economic Balance Sheet disponibile della Compagnia partecipata;
‐ la valutazione delle partecipazioni in Società non assicurative è realizzata applicando la percentuale di possesso al patrimonio netto risultante dall’ultimo consuntivo IFRS/IAS disponibile e rettificato in conformità alle regole di valutazione delle attività e delle passività previste dalla Direttiva 2009/138/CE. Le principali rettifiche consistono nell’azzeramento degli attivi immateriali, nella valutazione degli immobili a fair value e nella valutazione a fair value di strumenti finanziari che nel bilancio IFRS/IAS risultino valutati al costo (a titolo esemplificativo la categoria dei loans and recevables). Su tali rettifiche viene calcolato il relativo effetto fiscale.
Nella tabella che segue viene riportato il dettaglio delle partecipazioni detenute da Italiana Assicurazioni:
SFCR 2016 100
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Reale Seguros Generales S.A. 21.999 10.907
Italiana Assicurazioni S.p.A 0 0
Reale Immobili S.p.A. 165.982 162.000
Reale Ites Geie 3 13
Reale Vida S.A. 0 0
Blue Assistance S.p.A. 0 0
CredemAssicurazioni S.p.A. 0 0
Sara Assicurazioni S.p.A. 0 0
Igar S.A. 0 0
Banca Reale S.p.A. 3.076 2.112
Italnext S.r.l. 531 1.150
Totale 191.591 176.182
Financial Assets
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Equities 13.130 12.875
Equities ‐ listed 13.056 12.801
Equities ‐ unlisted 74 74
Bonds 2.012.289 1.897.389
Government Bonds 1.543.613 1.446.971
Corporate Bonds 435.430 419.323
Structured notes 33.246 31.095
Collateralised securities 0 0
Collective Investments Undertakings 76.899 75.835
Assets held for index‐linked and unit‐linked contracts 172.497 172.497
Nel bilancio Statutory, la valutazione dei financial assets è suddivisa tra:
‐ Investimenti finanziari ad utilizzo durevole: l’iscrizione a bilancio avviene al “costo” per gli strumenti di capitale ed al “costo ammortizzato” per gli strumenti di debito. Tali valori vengono ridotti per perdite durevoli ed eventualmente ripristinati in esercizi successivi qualora vengano meno le motivazioni legate alle svalutazioni effettuate;
‐ Investimenti finanziari ad utilizzo non durevole: l’iscrizione a bilancio avviene al minore tra il “costo di acquisto” ed il “valore di realizzazione” desumibile dall’andamento del mercato.
Nel bilancio Solvency II, i financial assets sono valorizzati al fair value utilizzando i seguenti metodi di valutazione riportati nel QRT relativo alla “list of assets”:
‐ “prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse attività”: utilizzato per gli strumenti finanziari negoziati in mercati attivi;
‐ “metodi di valutazione alternativi”: utilizzato per gli strumenti finanziari negoziati in mercati non attivi; ‐ “valutazione di mercato, conformemente all'articolo 9, paragrafo 4, del Regolamento Delegato (UE)
2015/35”: utilizzato per gli strumenti finanziari le cui valutazioni non possono essere desumibili da negoziazioni su mercati finanziari.
Eventuali elementi di incertezza legati alla determinazione del fair price di specifici financial asset, vengono risolti tramite l’opportuna attività di validazione conseguita per mezzo di un repricing effettuato con idonei modelli di calcolo.
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Reinsurance recoverables
Per la voce in oggetto si rimanda a quanto riportato nella sezione D.2 Technical Provisions.
Insurance and intermediaries receivables
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Insurance and intermediaries receivables 157.638 157.645
La voce accoglie i crediti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti degli assicurati per 61.938 migliaia di euro, degli intermediari di assicurazione per 82.215 migliaia di euro e di compagnie conti correnti per 13.485 migliaia di euro. Nella valutazione di tali crediti sono stati adottati i principi contabili IAS/IFRS, considerati coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della direttiva Solvency II 2009/138/CE.
Receivables (trade not insurance)
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Receivables (trade not insurance) 60.805 60.825
La voce accoglie i crediti diversi da quelli derivanti da operazioni di assicurazione diretta e da operazioni di riassicurazione. La valutazione è fatta secondo i principi IAS/IFRS, considerati coerenti con i criteri dettati dalla normativa Solvency II. Nell’ambito della composizione della voce si segnalano i crediti verso l’amministrazione finanziaria per ritenute d’acconto, acconti di imposta sulle riserve matematiche, acconto sull’imposta di assicurazione e carico degli assicurati dei rami danni e crediti di imposta per i quali è stato chiesto il rimborso con i relativi interessi maturati.
Contratti di leasing
La Compagnia non ha in essere contratti di leasing finanziario; i contratti di leasing operativo non presentano importi materiali.
Deffered tax assets
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Deferred tax assets 59.489 38.338
Nel bilancio Statutory le attività per imposte anticipate e benefici connessi a perdite fiscali sono rilevati contabilmente nella misura in cui vi è la ragionevole certezza di un reddito imponibile a fronte del quale possono essere utilizzate le differenze temporanee deducibili e le perdite riportabili.
Le imposte anticipate vengono determinate sulla base delle differenze temporanee – senza limiti temporali – tra il valore attribuito ad un’attività secondo i criteri civilistici ed i corrispondenti valori assunti ai fini fiscali.
L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore; nel corso dell’esercizio non sono intervenuti cambiamenti nelle aliquote fiscali.
Nella tabella che segue si riporta la composizione delle imposte anticipate del bilancio Statutory:
SFCR 2016 102
(in migliaia di euro)
Imposta
Variazione riserva sinistri 7.108
Svalutazione partecipazioni azionarie 375
Accantonamenti ai fondi rischi ed oneri 6.377
Accantonamento fondo per svalutazione crediti verso assicurati 908
Svalutazione crediti v/assicurati per premi 14.368
Svalutazione altri crediti 3.246
Perdite su crediti v/assicurati per premi 5.509
Ammortamenti 0
Ammortamento avviamento 0
Altre variazioni temporanee 447
Totale 38.338
Nel bilancio Solvency II le attività fiscali differite sono integrate sulla base delle differenze tra i valori delle attività e delle passività ai fini Solvency II e i corrispondenti valori Statutory. L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore.
Ai fini di solvibilità le attività per imposte anticipate e benefici fiscali futuri ottenibili dal riporto a nuovo di perdite fiscali vengono rilevate nella misura in cui esista un’elevata probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità della Compagnia di generare con continuità redditi imponibili nei futuri esercizi.
Per effetto dell’applicazione delle regole di valutazione Solvency II la voce “deferred tax assets” del bilancio Statutory, pari a 38.338 migliaia di euro si incrementa di 21.151 migliaia di euro, arrivando ad un valore complessivo di 59.489 migliaia di euro. Nella tabella che segue sono riportate le variazioni delle imposte anticipate nascenti dalle differenti regole di valutazione degli attivi e dei passivi tra bilancio Statutory e bilancio Solvency:
(in migliaia di euro)
Imposta
Azzeramento attivi immateriali 86
Variazione riserve tecniche vita 20.975
Altre variazioni 90
Totale 21.151
Si segnala infine che non sussistono perdite fiscali e crediti di imposta non utilizzati per i quali nessuna attività fiscale differita è rilevata in bilancio.
Any other assets (not elsewhere shown)
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Any other assets, not elsewhere shown 17.531 17.531
La voce accoglie le poste dell’attivo residuali rispetto alle precedenti. Si segnala all’interno della posta l’ammontare delle regolazioni premio da incassare nell’esercizio successivo e dell’emesso tardivo.
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D.2. RISERVE TECNICHE D.2.1. RISERVE TECNICHE NO LIFE
D.2.1.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione
Viene riportato di seguito il valore delle Technical Provisions alla chiusura dell’esercizio, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Technical provisions non life 727.458 841.001
Technical provisions non life (excluding health) 671.189 777.950
Technical provisions calculated as a whole 0
Best estimate 639.624
Risk margin 31.564
Technical provisions health (non SLT) 56.270 63.051
Technical provisions calculated as a whole 0
Best estimate 52.789
Risk margin 3.480
D.2.1.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche
Differenze tra la valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità e ai fini di bilancio civilistico
La valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità viene effettuata applicando i principi previsti dalla Direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 (Solvency II) (nel seguito “Direttiva”) e dal Regolamento Delegato 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la Direttiva n. 2009/138/CE (nel seguito “Atti Delegati”), che prevedono l’utilizzo di basi tecniche e metodi attuariali differenti rispetto a quelli utilizzati per la valutazione delle riserve tecniche ai fini della redazione del bilancio d’esercizio redatto sulla base dei principi Local GAAP, per cui si applicano i principi contabili previsti dal Codice Civile e i Regolamenti emanati dall’Ivass.
Di seguito sono elencate le principali differenze metodologiche tra principi Solvency II e principi Local GAAP.
Relativamente alla componente Premium provision, la valutazione della Best estimate, espressa dalla stima dei future cash flows, rispetta i criteri che seguono.
Effetto Premi a copertura effettiva: include la porzione di premi contabilizzati a copertura effettiva dei sinistri futuri prevedibili, calcolati mediante l’utilizzo dell’indicatore di Loss Ratio atteso e integrati della porzione di expenses ratio relativa ai costi di struttura. Nella valutazione della Riserva Premi del Bilancio Local Gaap l’accantonamento dei premi contabilizzati non è soggetto a ponderazione ma avviene per intero; inoltre nei casi di Loss ratio atteso superiore alla soglia del 100% è previsto un accantonamento prudenziale corrispondente alla Riserva premi per rischi in corso.
Effetto Premi futuri: include il risultato economico (premi – costi acquisizione e sinistri) abbinato al flusso dei premi non ancora contabilizzati ma attesi su polizze poliennali o su polizze a premio rateizzato (rate a scadere attese nell’anno successivo). Nella valutazione della Riserva premi del Bilancio Local Gaap non è prevista la contabilizzazione di questi elementi.
Effetto Riserve premi integrative: non include nessuno stanziamento specifico per alcune categorie di eventi (Grandine, Cauzione, Catastrofali, altre) che nel Bilancio Local Gaap determinano accantonamenti integrativi della Riserve Premi.
Effetto sconto: la BE Premium provision include la computazione dell’effetto di redditività derivante dall’investimento finanziario dei future cash flow. La disciplina che regola la valutazione della Riserva premi Local Gaap non prevede l’applicazione di effetti di sconto.
SFCR 2016 104
Relativamente alla componente Claim provision, la valutazione della Best estimate, espressa dalla stima dei future cash flows, rispetta i criteri che seguono.
Effetto Recuperi futuri: il calcolo della BE Claim provision include la computazione del beneficio atteso derivante dai recuperi abbinati ai futuri pagamenti. Per la valutazione della Riserva sinistri Local Gaap non è consentito conteggiare le somme da recuperare sui futuri pagamenti.
Effetto IBNeR negativi: il calcolo della BE Claim provision include la computazione dell’eventuale beneficio atteso dal run‐off delle riserve (IBNeR). Il criterio di valutazione della Riserva sinistri Local Gaap prevede la contabilizzazione dei soli run‐off avversi (IBNeR positivi) non essendo consentito di contabilizzare un importo inferiore alla riserva inventariale.
Effetto Sconto: la BE Claim provision include la computazione dell’effetto di redditività derivante dall’investimento finanziario dei future cash flow. La disciplina che regola la valutazione della Riserva sinistri Local Gaap vieta espressamente l’applicazione di effetti di sconto.
Effetto Criterio valutativo: il calcolo della BE Claim provision prevede un approccio di valutazione bilanciato e l’alea correlata al processo di stima trova corrispondenza nella componente claims del Risk Margin. Il criterio del Costo Ultimo richiamato nella valutazione della Riserva sinistri Local Gaap determina un processo di stima a prudenza implicita. A compendio delle enunciate differenze strutturali di matrice regolamentare, che spiegano la parte rilevante degli scostamenti di calcolo, annotiamo altri elementi di differenziazione attribuibili all’attuale configurazione dei due processi di stima: BE Claim provision e Riserva sinistri Local Gaap.
Effetto Struttura di analisi: queste differenze sono riconducibili alla struttura della base dati e alla diversa segmentazione del processo di analisi.
Metodologie di calcolo Il valore delle riserve tecniche per tutte le Imprese del Gruppo Reale Mutua è determinato valutando separatamente la migliore stima e il margine di rischio. Non esistono riserve tecniche valutate come elemento unico. Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. Il margine di rischio è calcolato determinando il costo della costituzione di un importo di fondi propri ammissibili pari al requisito patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Il calcolo delle riserve tecniche viene effettuato tramite un insieme di procedure volte alla valutazione e al controllo delle polizze danni. In ottemperanza alla Direttiva 2009/138/CE, tali procedure di calcolo si basano su criteri di valutazione “market consistent". Le procedure di calcolo adottate calcolano per ogni HRG la migliore stima per riserva sinistri e per la riserva premi. La valutazione attuariale per la migliore stima della riserva sinistri è condotto sul lavoro diretto lordo. La parte di business non elaborata è considerata nella valutazione attraverso un gross‐up. La migliore stima per le altre produzioni è ottenuta invece applicando un gross to net che prevede un calcolo separato per la deduzione degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo. Al contrario, la valutazione attuariale per la migliore stima della riserva premi è condotta utilizzando un’estensione della semplificazione prevista dal regolamento Ivass n.18/2016. La valutazione è condotta su ogni produzione e il valore netto è ottenuto per differenza.
Base Dati delle Passività La base dati utilizzata per il calcolo delle grandezze richieste ai fini di solvibilità è analoga a quella utilizzata ai fini delle valutazioni per il bilancio civilistico. La base dati per la valutazione delle Riserve Tecniche è organizzata secondo protocolli predefiniti che sono trasferiti nel sistema di calcolo ed è costituita da:
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‐ dati del portafoglio attivi; ‐ dati del portafoglio passivi; ‐ dati di mercato. I dati sono forniti a vari livelli di granularità in funzione del sistema e della tipologia di calcolo. Il sistema di calcolo è alimentato da dati aggregati a livello di gruppi omogenei di rischio contenenti la contabilità di portafoglio aggiornati alla data di valutazione, da dati analitici sulle passività del portafoglio aggiornati alla data di valutazione e da dati aggregati a livello di gruppi omogenei di rischio contenenti la contabilità di portafoglio stimata alla fine dell’anno successivo.
Ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri La proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene conto di tutte le entrate e uscite di cassa necessarie per regolare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. Nel calcolo della migliore stima della riserva sinistri specifiche ipotesi vengono adottate: ‐ il metodo proiettivo utilizzato viene calibrato in modo da intercettare e trattare adeguatamente
eventuali informazioni presenti nella base dati storica che presentano caratteristiche di non replicabilità nel futuro, al fine di evitare effetti distorcenti sulle stime;
‐ nei casi in cui la profondità storica dei dati disponibili non sia rappresentativa della completa evoluzione del processo di liquidazione vengono adottate ipotesi sui pagamenti residui.
Nel calcolo della migliore stima della riserva premi è stata adottata la seguente ipotesi: il tasso di recesso applicato ai premi di competenza futuri è stimato sulla base dell’evidenza storica ed è soggetto a controlli periodici. Rispetto al periodo precedente non sono state effettuate modifiche nelle ipotesi di calcolo della miglior stima della riserva premi e nel calcolo del margine di rischio. Nell’ambito del calcolo della miglior stima della riserva sinistri, sono state effettuate variazioni relativamente alle ipotesi elencate in precedenza.
Semplificazioni Nella valutazione attuariale vengono adottate alcune semplificazioni. Per il calcolo della migliore stima della riserva sinistri e della riserva premi sono adottate alcune delle semplificazioni previste nelle Specifiche Tecniche della fase preparatoria del 30 aprile 2014 e dal Regolamento Ivass n .18/2016. Il risk margin è determinato utilizzando le semplificazioni fornite dal Regolamento Ivass n. 18/2016 (metodo 2). Per l’allocazione del margine di rischio alle aree di attività è adottato un approccio semplificato come previsto dall’Orientamento Eiopa n.63. D.2.1.3. Incertezza delle riserve tecniche
Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. I flussi di cassa sono sviluppati tenendo in considerazione tutte le possibili fonti di incertezza che potrebbero incidere sulla affidabilità dei risultati. Le fonti di incertezza che connotano il processo di valutazione sono:
‐ l’incertezza relativa agli importi dei sinistri e del periodo necessario per regolare e pagare i sinistri; ‐ l’incertezza riguardante l’importo delle spese; ‐ l’incertezza riguardante i futuri sviluppi; ‐ l’incertezza riguardante il comportamento dei contraenti.
Inoltre tutte le ipotesi adottate nella stima dei flussi di cassa futuri sono determinate prendendo in considerazione uno scenario medio. L’incertezza che lo connota è misurata attraverso le analisi di backtesting.
Alcune ipotesi sono calibrate sulle osservazioni storiche e sull’esperienza dell’Impresa mentre altre sono prospettiche e ricavate dai piani di budget. In entrambi i casi, tali ipotesi sono costantemente monitorate.
SFCR 2016 106
D.2.1.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo
L'ammontare degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo viene calcolato dall’Impresa in conformità degli articoli da 36‐bis a 36‐decies del Codice delle Assicurazioni Private.
La valutazione attuariale prevede il calcolo degli importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo per la riserva sinistri e la riserva premi. L’approccio è lo stesso.
Per la riserva sinistri gli importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo sono determinati attraverso un approccio gross to net, mentre per la riserva premi sono calcolati adottando la stessa metodologia di calcolo usata per lavoro diretto lordo alimentata opportunamente per la valutazione degli importi recuperabili.
Per tenere conto delle perdite attese a causa dell'inadempimento della controparte, la migliore stima degli importi recuperabili è aggiustata per le perdite attese dovute al rischio di default dei riassicuratori. Tale aggiustamento è basato sulla valutazione della probabilità di inadempimento della controparte in base al rating della stessa, e della perdita media in caso di inadempimento (perdita per inadempimento).
Di seguito sono riportati il valore degli importi recuperabili da riassicuratori all’ultima data di valutazione, sia per il comparto Non Life che per il comparto Health non SLT.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Reinsurance recoverables from: 75.834 100.344
Non life excluding health 65.438 86.362
Health similar to non life 10.396 13.982
D.2.1.5. Misure di garanzia a lungo termine
Matching adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta l’aggiustamento di congruità della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Matching Adjustment”), previsto dall’art. 36 – quinquies del Codice delle Assicurazioni Private.
Volatility adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, l’Impresa ha applicato ai tassi di interesse privi di rischio un aggiustamento per la volatilità della struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Volatility Adjustment”), secondo le disposizioni riportate all’art. 36–septies del Codice delle Assicurazioni Private.
Per effettuare tale aggiustamento alla data di valutazione sono state utilizzate le informazioni tecniche prodotte dall’Eiopa in base all’art. 36–octies del Codice delle Assicurazioni Private. L’aggiustamento per la volatilità applicato per la valutazione al 31/12/2016 è pari a 13 bps.
L’Impresa ha altresì quantificato l'impatto dell'azzeramento dell'aggiustamento per la volatilità sulla posizione finanziaria dell’impresa, in particolare sull'importo delle riserve tecniche, sul requisito patrimoniale di solvibilità, sul requisito patrimoniale minimo, sui fondi propri di base e sugli importi dei fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo e del requisito patrimoniale di solvibilità. Tale valutazione è stata effettuata mantenendo inalterati tutti i dati e le ipotesi sottostanti e utilizzando la struttura dei tassi di interesse senza l’aggiustamento per la volatilità. La dettagliata quantificazione è riportata nel QRT S.22.01.01 che viene inviato all’Autorità di Vigilanza.
Con riferimento all’impatto dell'aggiustamento per la volatilità, si riporta di seguito il valore delle riserve tecniche comprensivo o meno dell’aggiustamento, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, sia per il comparto Non Life che per il comparto Health Non Similar to Life.
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(in migliaia di euro)
Technical provisions With V.A. Without V.A. Impatto
Total Non‐Life (excluding health) 671.189 671.185 −4
(in migliaia di euro)
Technical provisions With V.A. Without V.A. Impatto
Total Health (non SLT) 56.270 56.267 −2
Misura transitoria sui tassi privi di rischio
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta misure transitorie sui tassi privi di rischio previsti all'articolo 308 quater della Direttiva 2009/138/CE.
Misura transitoria sulle riserve tecniche
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta l’applicazione della deduzione transitoria di cui all'articolo 308 quinquies della Direttiva 2009/138/CE.
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D.2.2. RISERVE TECNICHE LIFE
D.2.2.1. Valore delle riserve tecniche alla data di valutazione
Viene riportato di seguito il valore delle Technical Provisions alla chiusura dell’esercizio, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Technical provisions ‐ life (excluding index‐linked and unit‐linked) 1.321.714 1.233.660
Technical provisions ‐ health (similar to life) 1.342 1.865
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 1.217
Risk margin 125
Technical provisions – life (excluding health and index‐linked and unit‐linked) 1.320.372 1.231.794
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 1.302.264
Risk margin 18.108
Technical provisions – index‐linked and unit‐linked 171.041 173.080
Technical provisions calculated as a whole 0
Best Estimate 168.656
Risk margin 2.385
D.2.2.2. Metodologie e ipotesi utilizzate per la valutazione delle riserve tecniche
Differenze tra la valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità e ai fini di bilancio civilistico
La valutazione delle Technical Provisions ai fini di solvibilità viene effettuata applicando i principi previsti dalla Direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 (Solvency II) (nel seguito “Direttiva”) e dal Regolamento delegato 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la Direttiva n. 2009/138/CE (nel seguito “Atti Delegati”), che prevedono l’utilizzo di basi tecniche e metodi attuariali differenti rispetto a quelli utilizzati per la valutazione della riserva matematica ai fini della redazione del bilancio d’esercizio redatto sulla base dei principi Local GAAP (nel seguito “Riserva Matematica Statutory”), per cui si applicano i principi contabili previsti dal Codice Civile e i Regolamenti emanati dall’Ivass.
Di seguito sono elencate le principali differenze metodologiche tra principi Solvency II e principi Local GAAP.
Riserve Aggiuntive Local GAAP colte dal modello di valutazione Solvency II I paragrafi 24 e 25 dell’allegato 14 del Regolamento n. 22 del 4 aprile 2008 dell’Ivass prevedono un accantonamento di riserve aggiuntive al fine di coprire i rischi finanziari legati alle polizze di cui al paragrafo 23 dell’allegato 14 del sopra citato Regolamento. Nei paragrafi 19 e 38, inoltre, vengono richiesti ulteriori accantonamenti rispettivamente per le spese future generate dai contratti e per il rischio di longevità delle teste assicurate. Il modello di valutazione di tali grandezze previsto dalla normativa Solvency II è differente rispetto a quello utilizzato in ambito Local GAAP. L’effetto di tali grandezze viene colto in parte nel valore delle Best Estimate e in parte nel valore del Solvency Capital Requirement (nel seguito “SCR”) previsto dalla Normativa Solvency II.
Basi Demografiche Ai fini del calcolo Solvency II le Best Estimate Liabilities Life (nel seguito “BEL”) sono calcolate adottando le basi demografiche al secondo ordine, definite considerando la mortalità realistica del portafoglio dell’Impresa, come previsto agli art. 22 e 28 degli Atti Delegati (maggiori dettagli sono illustrati nel paragrafo relativo alle ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri). La valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, adotta le basi tecniche demografiche al primo ordine utilizzate in fase di tariffazione.
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Comportamento degli assicurati Ai fini del calcolo Solvency II le BEL sono calcolate adottando le basi demografiche e comportamentali al terzo ordine, che sono definite tenendo in considerazione la propensione all’esercizio dell’opzione di riscatto e di sospensione pagamento premi, come previsto agli art. 22, 26, 28 e 32 degli Atti Delegati (maggiori dettagli sono illustrati nel paragrafo relativo alle ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri). La valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non tiene conto di questo fenomeno.
Costi e Caricamenti Ai fini del calcolo Solvency II le BEL sono calcolate tenendo in considerazione i costi strutturali indiretti dell’Impresa e i costi diretti legati ai contratti, come previsto agli art. 28 e 31 degli Atti Delegati e si tiene altresì conto dei ricavi generati dai caricamenti sui premi futuri attesi. Nella valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non è prevista la contabilizzazione di questi elementi.
Rivalutazione delle prestazioni Nella valutazione Solvency II delle BEL, i flussi di cassa probabilizzati delle prestazioni delle polizze rivalutabili vengono valutati considerando le future partecipazioni agli utili per le polizze rivalutabili e le future commissioni di rivalutazione per le polizze afferenti la Line of Business Unit e Index Linked, come previsto agli art. 24, 28 e 31 degli Atti Delegati. Nella valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, non è prevista la contabilizzazione di questi elementi, così come previsto dal paragrafo 21 dell’allegato 14 del Regolamento Ivass n. 22 del 4 aprile 2008 per i contratti tradizionali e dall’art.41 del Codice delle Assicurazioni Private per i contratti collegati a quote o a indici di mercato.
Attualizzazione dei flussi di cassa futuri Nella valutazione Solvency II delle BEL il valore dei flussi cassa futuri rivalutati viene attualizzato alla data di valutazione utilizzando la struttura dei tassi di interesse Eiopa in base all’art.36 – octies del Codice delle Assicurazioni Private, a cui viene applicato l’aggiustamento per la volatilità, come meglio illustrato nel paragrafo relativo alla struttura dei tassi di interesse. Nello sviluppo dei flussi di cassa al primo ordine per la valutazione della Riserva Matematica Statutory, invece, viene operata una attualizzazione senza l’applicazione di una struttura per scadenza dei tassi di interesse, applicando il tasso di interesse precontato di tariffa (c.d. tasso tecnico).
Margine di Rischio Ai fini del calcolo delle Technical Provisions Solvency II, al valore delle Best Estimate viene aggiunto il valore del margine di rischio, mentre nella valutazione della Riserva Matematica Statutory non è prevista la contabilizzazione di questo elemento.
Metodologie di calcolo Il valore delle Technical Provisions di tutte le Imprese di Reale Group è determinato valutando separatamente la migliore stima e il margine di rischio. Alla data di valutazione del 31/12/2016 non esistono Technical Provisions valutate come elemento unico. Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. Come previsto dalla come previsto dall’art.28 del Regolamento Delegato 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014, che integra la Direttiva n. 2009/138/CE (nel seguito “Atti Delegati”), la proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima include tutti i seguenti flussi di cassa, nella misura in cui siano legati a contratti di assicurazione e di riassicurazione in vigore alla data di valutazione: ‐ flussi di cassa in uscita:
prestazioni di tipo Vita, Morte e Riscatto; spese future (dirette e indirette);
‐ flussi di cassa in entrata: premi di annualità successive (ricorrenti e annuali); caricamenti sui premi futuri.
La proiezione dei flussi di cassa futuri è basata su ipotesi realistiche, come previsto dall’art.22 degli Atti Delegati, e tali ipotesi sono definite basandosi su stime sui dati aziendali, circa i rischi biometrici, il comportamento degli assicurati e le spese. Inoltre, si considerano le azioni di gestione future per la proiezione dei rendimenti dei fondi che determinano la rivalutazione delle prestazioni dei contratti. Il calcolo delle Technical Provisions viene effettuato tramite un insieme di procedure volte alla valutazione e
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al controllo delle polizze vita. In ottemperanza alla Direttiva 2009/138/CE, tali procedure di calcolo si basano su criteri di valutazione in maniera coerente con le condizioni di mercato (c.d. “market consistency”) in una logica di option pricing. Per quanto riguarda i prodotti rivalutabili collegati a gestioni separate, le valutazioni si basano su logiche di Asset Liability Management e tengono conto dei principi contabili che regolano il bilancio delle gestioni separate. Le procedure di calcolo trattano i rischi di sottoscrizione vita (morte, riscatto, sospensione pagamento premi e costi). La migliore stima è calcolata senza la deduzione degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo. Tali importi sono calcolati separatamente, conformemente all’art. 81 della Direttiva 2009/138/CE e dell’art.36‐undecies del Codice delle Assicurazioni Private; nel paragrafo D.2.2.4 si dà evidenza di tali importi.
Base Dati delle Passività La base dati utilizzata per il calcolo delle grandezze richieste ai fini di solvibilità è analoga a quella utilizzata ai fini delle valutazioni per il bilancio civilistico. Tale base dati per la valutazione delle Technical Provisions è organizzata secondo protocolli predefiniti che consentono di gestire in modo automatico il loro trasferimento nel sistema di calcolo, ed è costituita dai seguenti dati: ‐ dati del portafoglio attivi; ‐ dati del portafoglio passivi; ‐ dati di mercato. I dati sono forniti con il più alto livello di granularità, rappresentato dal singolo asset per il portafoglio attivi e dalla singola polizza per il portafoglio passivi. Le procedure di alimentazione dei dati nel sistema dei calcolo costruiscono successivamente un portafoglio aggregato, in cui ad ogni record corrisponde ad un aggregato di polizze originali cui vengono attribuiti la somma delle riserve, dei capitali assicurati, dei premi e tutte le altre grandezze delle polizze di partenza necessarie per la valutazione del portafoglio. In base a tale definizione, questa aggregazione è non‐distruttiva: il portafoglio aggregato è equivalente al portafoglio originale, nel senso che la valutazione condotta sul portafoglio non aggregato (testa su testa) fornirebbe lo stesso risultato di quella condotta sul portafoglio aggregato, ma con tempi di elaborazione decisamente più lunghi.
Ipotesi utilizzate per determinare i flussi di cassa futuri La proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene conto di tutte le entrate e uscite di cassa necessarie per regolare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita. In particolare, le procedure di calcolo, relativamente ad ogni aggregato di polizze, costruiscono tutti i possibili flussi di cassa futuri, opportunamente valutati fino a scadenza; i flussi di cassa futuri derivano da eventuali incassi di premi e da eventuali uscite distinte per le varie cause (scadenza contrattuale, morte dell’assicurato, esercizio della opzione di riscatto totale o parziale). I flussi di cassa tengono conto anche di tutte le spese che saranno sostenute per far fronte alle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione, coerentemente con le scadenze temporali dei flussi delle obbligazioni assunte e tenendo altresì conto dell’evoluzione del processo di natura inflattiva. Nella proiezione dei flussi di cassa dei pagamenti sostenuti dall’Impresa nei confronti di contraenti e beneficiari sono incluse le future partecipazioni agli utili a carattere discrezionale che si prevede di fare, a prescindere dal fatto che siano o meno contrattualmente garantite. La determinazione degli importi dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità è basata sulle ipotesi realistiche di movimentazione del portafoglio determinate con specifici metodologie attuariali e basate sull’osservazione dei dati storici dell’Impresa. Le ipotesi tecniche sottostanti allo sviluppo dei flussi di cassa sono aggiornate dall’Impresa con frequenza annuale. Le ipotesi realistiche adottate per il calcolo della migliore stima tengono conto delle seguenti componenti tecniche: ‐ uscite per decesso; ‐ uscite per abbandoni volontari; ‐ variazione della propensione al pagamento premi (in caso di tariffe a premi periodici); ‐ costi futuri di gestione del portafoglio in essere.
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Semplificazioni Nella valutazione delle Technical Provisions vengono adottate alcune approssimazioni e semplificazioni:
‐ gli importi recuperabili sono determinati utilizzando schemi di modellizzazione che si basano su criteri di proporzionalità con i valori delle riserve cedute del Bilancio Local GAAP per i quali sono in corso attività di sviluppo e affinamento;
‐ il risk margin è determinato utilizzando le semplificazioni fornite dal Regolamento Ivass n. 18/2016 (metodo 2);
‐ le passività non modellizzate sono incorporate mediante una tecnica di gross‐up. Si sottolinea come l’adeguatezza delle approssimazioni e delle semplificazioni, anche se previste esplicitamente dalla normativa, viene monitorata costantemente in ragione dello sviluppo del portafoglio a cui si applicano e quindi della loro materialità.
D.2.2.3. Incertezza delle riserve tecniche
Il calcolo della migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa delle passività future ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio. I flussi di cassa sono sviluppati sulla base delle ipotesi realistiche circa i tassi di decesso e di riscatto, delle aliquote che esprimono la propensione al pagamento premi e degli importi dei costi di gestione del portafoglio in essere. Le ipotesi realistiche sono calibrate sulle osservazioni storiche e sull’esperienza della Compagnia e determinano ciascuna uno scenario medio. Pertanto, la proiezione dei flussi di cassa utilizzata nel calcolo della migliore stima tiene implicitamente conto di tutte le incertezze dei flussi di cassa. Si precisa che, come documentato nella relazione sulla definizione delle ipotesi tecniche realistiche, con cadenza annuale si provvede a verificare la ragionevolezza delle ipotesi adottate, effettuando un confronto tra le ipotesi e le realizzazioni dei decessi, dei riscatti e dei costi di struttura.
D.2.2.4. Importi recuperabili da riassicuratori e società veicolo
L'ammontare degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione e società veicolo viene calcolato dall’Impresa in conformità degli articoli da 36‐bis a 36‐decies del Codice delle Assicurazioni Private. In particolare, si applica la stessa metodologia adottata per il calcolo della migliore stima.
Ai fini del calcolo degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione, alla data di valutazione del 31/12/2016 l’Impresa ha adottato criteri di proporzionalità e calcoli semplificati. Tuttavia, è in fase di ultimazione una evoluzione alle procedure di calcolo che consente una valutazione puntale a livello di tariffa, modellizzando le caratteristiche tecniche specifiche dei trattati di riassicurazione, applicate alle singole teste assicurate.
Per tenere conto delle perdite attese a causa dell'inadempimento della controparte, la migliore stima degli importi recuperabili è aggiustata per le perdite attese dovute al rischio di default dei riassicuratori. Tale aggiustamento è basato sulla valutazione della probabilità di inadempimento della controparte in base al rating della stessa, e della perdita media in caso di inadempimento (perdita per inadempimento).
Di seguito viene riportato il valore degli importi recuperabili da riassicuratori alla chiusura dell’esercizio, separatamente per ciascuna macro linea di business prevista nell’Economic Balance Sheet.
(in migliaia di euro)
Descriptions Valore Solvency II Valore Statutory
Life and health similar to life, excluding health and index‐linked and unit‐linked 64.202 50.322
Health similar to life 973 1.326
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked 63.229 48.997
Life index‐linked and unit‐linked 7.183 7.409
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D.2.2.5. Misure di garanzia a lungo termine
Matching adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta l’aggiustamento di congruità della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Matching Adjustment”), previsto dall’art. 36‐quinquies del Codice delle Assicurazioni Private.
Volatility adjustment
Ai fini del calcolo della migliore stima, l’Impresa ha applicato ai tassi di interesse privi di rischio un aggiustamento per la volatilità della struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio (c.d. “Volatility Adjustment”), secondo le disposizioni riportate all’art. 36–septies del Codice delle Assicurazioni Private.
Per effettuare tale aggiustamento alla data di valutazione sono state utilizzate le informazioni tecniche prodotte dall’Eiopa in base all’art. 36–octies del Codice delle Assicurazioni Private. L’aggiustamento per la volatilità applicato per la valutazione al 31/12/2016 è pari a 13 bps.
L’Impresa ha altresì quantificato l'impatto dell'azzeramento dell'aggiustamento per la volatilità sulla posizione finanziaria dell’impresa, in particolare sull'importo delle Technical Provisions, sul requisito patrimoniale di solvibilità, sul requisito patrimoniale minimo, sui fondi propri di base e sugli importi dei fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo e del requisito patrimoniale di solvibilità. Tale valutazione è stata effettuata mantenendo inalterati tutti i dati e le ipotesi sottostanti e utilizzando la struttura dei tassi di interesse senza l’aggiustamento per la volatilità. La dettagliata quantificazione è riportata nel QRT S.22.01.01 che viene inviato all’Autorità di Vigilanza.
Con riferimento all’impatto dell'aggiustamento per la volatilità sul valore delle Technical Provisions si riporta di seguito il dettaglio del valore delle Technical Provisions comprensivo o meno dell’aggiustamento, al lordo delle riserve cedute in riassicurazione, sia per il comparto Life che per il comparto Health Similar To Life.
(in migliaia di euro)
Tecnical Provisions Life With V.A. Without V.A. Impatto
Total 1.491.413 1.491.915 −501
(in migliaia di euro)
Tecnical Provisions Health Similar to Life With V.A. Without V.A. Impatto
Total 1.341 1.342 −1
Misura transitoria sui tassi privi di rischio
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta misure transitorie sui tassi privi di rischio previsti all'articolo 308 quater della Direttiva 2009/138/CE.
Misura transitoria sulle riserve tecniche
Ai fini del calcolo della migliore stima, la Società non adotta l’applicazione della deduzione transitoria di cui all'articolo 308‐quinquies della Direttiva 2009/138/CE.
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D.3. ALTRE PASSIVITÀ D.3.1. VALORE DELLE ALTRE PASSIVITÀ ALLA DATA DI VALUTAZIONE
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Contingent liabilities 0 0
Provisions other than technical provisions 20.226 20.226
Pension benefit obligations 9.825 9.562
Deposits from reinsurers 21.595 21.595
Deferred tax liabilities 74.756 887
Derivatives 0 0
Debts owed to credit institutions 0 0
Financial liabilities other than debts owed to credit institutions 0 0
Debts owed to non‐credit institutions 0 0
Other financial liabilities (debt securities issued) 0 0
Insurance & intermediaries payables 32.404 32.404
Reinsurance payables 5.520 5.520
Payables (trade, not insurance) 23.469 23.469
Subordinated liabilities 0 0
Any other liabilities, not elsewhere shown 27.012 27.012
D.3.2. METODOLOGIE E IPOTESI UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELLE ALTRE PASSIVITÀ
I criteri di valutazione delle passività diverse dalle riserve tecniche adottati nella predisposizione dell’Economic Balance Sheet sono conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, al capo II del Regolamento Delegato UE 2015/35 (valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche) e seguono gli orientamenti Eiopa relative alle voci dell’Economic Balance Sheet.
Ai fini di solvibilità l’Impresa ha contabilizzato le passività in conformità ai principi contabili internazionali IFRS/IAS adottati dalla Commissione Europea a norma del Regolamento (CE) n. 1606/2002 a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva Solvency II 2009/138/CE. Nel caso in cui la valutazione prevista dagli IAS/IFRS non ha prodotto valori economici come richiesto dalla Direttiva Solvency II, specifici principi di valutazione sono stati applicati alle poste di bilancio.
Qualora i principi IFRS/IAS ammettano l’uso di più metodi di valutazione, l’Impresa ha utilizzato solo i metodi conformi all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, ovvero le passività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti, in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato, senza alcun aggiustamento per tenere conto del merito di credito proprio della Compagnia.
La Compagnia ha pertanto utilizzato il fair value così come definito dall’IFRS 13, ossia “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività”, in quanto ritenuto una consistent option ai fini della valutazione Solvency II.
Coerentemente con quanto definito dal Regolamento Delegato UE 2015/35 la Compagnia adotta la seguente gerarchia di valutazione:
‐ Livello 1: le passività sono valutate ai prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse passività, laddove esistenti;
‐ Livello 2: quando l'uso dei prezzi di mercato quotati in mercati attivi per le stesse passività è impossibile, le passività sono valutate utilizzando prezzi di mercato quotati in mercati attivi per passività simili con adeguamenti per riflettere le differenze.
‐ Livello 3: laddove le due precedenti metodologie non siano applicabili, la Compagnia utilizza metodi alternativi di valutazione.
Nel caso di utilizzo di metodi alternativi al fair value, nel determinare le ipotesi e gli input utilizzati nelle valutazioni alternative, la Compagnia valuta il rischio inerente l’adozione di un tale metodo nella determinazione del fair value.
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I criteri di valutazione che seguono, contenuti nella policy sulla valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche redatta ai sensi del Regolamento Ivass n.33/2016, fanno riferimento alle categorie di passività sostanziali diverse dalle riserve tecniche previste nell’Economic Balance Sheet. Non si segnalano variazioni rispetto ai criteri di valutazione nell’esercizio precedente.
Anche per le altre passività si evidenzia che l’aggregazione secondo le classi previste dalla normativa consente di mettere in relazione le diverse tipologie di passività con i relativi fattori di rischio a cui esse sono esposte. Ciò consente pertanto di porre in relazione la situazione patrimoniale della società con il corrispondente profilo di rischio in termini di requisito di capitale regolamentare.
Contratti di leasing
La Compagnia non ha in essere contratti di leasing finanziario; i contratti di leasing operativo non presentano importi materiali.
Provisions other than technical provisions
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Provisions other than technical provisions 20.226 20.226
Tale voce accoglie il fondo rischi e oneri relativo ad obbligazioni in corso quale risultato di eventi passati, il cui verificarsi è probabile e di cui si può effettuare una stima attendibile. All’interno della voce si segnalano fondi per oneri nei confronti del personale per 6.268 migliaia di euro, fondi per rivalse non recuperate da agenti per 5.140 migliaia di euro e fondi per contenzioso non tributario per 2.796 migliaia di euro.
Pension benefit obligations
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Pension benefit obligations 9.825 9.562
Alla voce “Pensions benefits obligations” risultano contabilizzati, oltre al trattamento di fine rapporto, il fondo sanitario dirigenti, il fondo per il trattamento di quiescenza e i premi di anzianità.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II
Trattamento di fine rapporto 2.908
Fondo sanitario dirigenti 4.665
Premi di anzianità 2.252
Fondo per il trattamento di quiescenza 0
Totale 9.825
Nel bilancio Statutory il trattamento di fine rapporto è contabilizzato in base alle disposizioni di legge in vigore, mentre ai fini di solvibilità l’importo è determinato secondo i criteri di valutazione previsti dallo IAS 19, principio ritenuto un “consistent measurement principle” rispetto alla valutazione Solvency. Nell’ottica dei principi contabili internazionali, infatti, il TFR non può essere iscritto in bilancio per un importo corrispondente a quanto maturato (nell'ipotesi che tutti i dipendenti lascino la società alla data di bilancio), bensì la passività in questione deve essere calcolata proiettando l'ammontare già maturato al momento futuro di risoluzione del rapporto di lavoro ed attualizzando poi tale importo alla data di bilancio utilizzando il metodo attuariale “Projected Unit Credit Method”.
I Premi di Anzianità sono disciplinati dal C.C.N.L. del personale dipendente da Imprese di assicurazione. Tali
115
premi vengono corrisposti al compimento del 25° e del 35° anno di servizio prestato presso la stessa Società o presso altre Società del Gruppo e la misura del benefit è legata alla retribuzione annua del dipendente al momento della maturazione del diritto. In base a quanto disposto dallo IAS 19 Revised, i Premi di Anzianità, maturati ed erogati al raggiungimento di specifici requisiti di anzianità di servizio, rientrano nella categoria denominata “Other long term benefits”. La corrispondente rilevazione deve avvenire mediante ricorso alla metodologia attuariale “Projected Unit Credit Method” allo stesso modo di quanto avviene per il Fondo TFR.
La copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza è disciplinata dall’Accordo per l’assistenza sanitaria dei dirigenti delle imprese assicuratrici e prevede il riconoscimento di una forma di assistenza sanitaria ai Dirigenti ed ai loro coniugi o altri familiari a carico. Secondo le disposizioni dello IAS 19 Revised, la copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza rientra tra i “post employment benefit, del tipo defined benefit”; si tratta dunque di un beneficio successivo al rapporto di lavoro a prestazioni definite, la cui rilevazione deve avvenire mediante ricorso a metodologie attuariali. Nell’ottica dei principi contabili internazionali, la passività in questione deve essere calcolata proiettando il beneficio già maturato fino al pensionamento del Dirigente ed attualizzando poi tale importo alla data di bilancio utilizzando il metodo attuariale "Projected Unit Credit Method".
Da un punto di vista operativo, l’applicazione del “Projected Unit Credit Method” per la determinazione del debito della Società in termini di TFR comporta i seguenti passi:
‐ proiettare il TFR già maturato alla data di valutazione fino al momento aleatorio di risoluzione del rapporto di lavoro o di liquidazione parziale delle somme maturate a titolo di anticipazione del TFR;
‐ attualizzare i flussi probabilizzati di uscita della Società alla data di valutazione.
Per i premi di anzianità l’applicazione del “Projected Unit Credit Method” ha richiesto i seguenti passi operativi:
‐ stima della probabilità di raggiungimento dei requisiti necessari alla maturazione del benefit, ovvero probabilizzazione degli eventi “raggiungimento di almeno 20 anni di servizio” e “raggiungimento di almeno 30 anni di servizio”;
‐ proiezione della retribuzione utile ai fini del calcolo del Premio fino al momento aleatorio di maturazione del diritto al benefit;
‐ attualizzazione dei flussi probabilizzati di uscita dalla Società alla data di valutazione; ‐ riproporzionamento delle prestazioni attualizzate in base all’anzianità maturata alla data di valutazione
rispetto all’anzianità complessiva al momento aleatorio di liquidazione da parte della Società.
L’applicazione del “Projected Unit Credit Method” per la determinazione del debito della Società in termini di copertura sanitaria per i dirigenti in quiescenza ha comportato invece i seguenti passi:
‐ determinazione dell’importo del rimborso da proiettare in base all’età del dante causa alla data di valutazione ed alla tavola di morbilità costruita sulle serie storiche aziendali relative a tale benefit;
‐ calcolo del valor capitale dei rimborsi successivi al rapporto di lavoro (post employment) tenendo in considerazione:
la probabilità di decesso prima del raggiungimento dei requisiti di pensionamento ed accensione della relativa copertura sui superstiti (ipotizzata al 60% solo sul coniuge o eventuale orfano);
la probabilità di raggiungimento dei requisiti di pensionamento in azienda (tassi di turn over) ed eventuale decesso con relativa accensione della copertura ai superstiti;
la probabilità di raggiungimento dei requisiti di pensionamento in azienda (tassi di turn over) e sopravvivenza del dante causa;
‐ attualizzazione dei flussi probabilizzati di uscita della Società alla data di valutazione; ‐ riproporzionamento delle prestazioni attualizzate in base all’anzianità di servizio maturata nella
categoria (Dirigenti) alla data di valutazione, rispetto all’anzianità di categoria complessiva al momento aleatorio di liquidazione del benefit da parte della Società.
Di seguito le principali ipotesi demografiche ed economico – finanziarie utilizzate per la valutazione delle voci trattamento di fine rapporto, fondo sanitario dirigenti e premi di anzianità.
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Principali ipotesi tecniche attuariali
Probabilità di cessazione del servizio 1,0%
Tavola di mortalità ISTAT 2015
Frequenza di anticipo del TFR 2,7%
Percentuale di TFR anticipato 70,0%
Tassi di attualizzazione Euro Composite AA
Tasso di inflazione 1,5%
Deferred tax liabilities
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Deferred tax liabilities 74.756 887
Nel bilancio Statutory le passività per imposte differite non sono contabilizzate qualora esistano scarse possibilità che il relativo debito insorga e accolgono l’effetto fiscale di tutte le differenze temporanee di natura patrimoniale o economica destinate a riversarsi negli esercizi futuri. L’effetto fiscale è determinato sulla base delle aliquote in vigore; nel corso dell’esercizio non sono intervenuti cambiamenti nelle aliquote fiscali.
Nella tabella che segue si riporta la composizione delle imposte differite del bilancio Statutory:
(in migliaia di euro)
Imposta
Ammortamenti beni immobili 857
Rivalutazioni partecipazioni azionarie 30
Totale 887
Le passività per imposte differite risultanti dal bilancio Statutory sono integrate sulla base delle differenze tra i valori delle attività e delle passività ai fini di solvibilità e i corrispondenti valori Statutory.
Per effetto dell’applicazione delle regole di valutazione Solvency II la voce “deferred tax liabilities” del bilancio Statutory, pari a 887 migliaia di euro si incrementa di 73.869 migliaia di euro, arrivando ad un valore complessivo di 74.756 migliaia di euro. Nella tabella che segue sono riportate le variazioni delle imposte differite nascenti dalle differenti valutazioni di attività e passività tra il bilancio Statutory e il bilancio Solvency:
(in migliaia di euro)
Imposta
Rivalutazione immobili 391
Rivalutazione attivi finanziari 35.302
Rivalutazione partecipazioni 1.100
Valutazione riserve tecniche danni 37.076
Altre variazioni 0
Totale 73.869
Si segnala infine che non sussistono perdite fiscali e crediti di imposta per i quali nessuna passività fiscale differita è rilevata in bilancio.
Insurance and intermediaries payables
La voce è interamente relativa a debiti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti di
117
assicurati e intermediari di assicurazione.
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Insurance and intermediaries payables 32.404 32.404
Payables (trade, not insurance)
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Payables (trade, not insurance) 23.469 23.469
La voce accoglie i debiti diversi da quelli derivanti da operazioni di assicurazione diretta e da operazioni di riassicurazione. All’interno dei debiti commerciali si segnala il debito per imposte a carico degli assicurati, i debiti verso fornitori e i debiti inerenti la gestione del personale.
Any other liabilities, not elsewhere shown
(in migliaia di euro)
Valore Solvency II Valore Statutory
Any other liabilities (not elsewhere shown) 27.012 27.012
La voce accoglie le poste del passivo residuali rispetto alle precedenti.
SFCR 2016 118
D.4. METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE
Si segnala che, con riferimento alla valutazione degli investimenti utilizzando criteri diversi rispetto all’uso di prezzi di mercato quotati in mercati attivi quali definiti dai principi contabili internazionali adottati dalla Commissione conformemente al Regolamento (CE) N. 1606/2002, la Compagnia ha predisposto meccanismi di governance e di controllo a presidio dell’affidabilità delle valutazioni, tenuto conto dei potenziali effetti derivanti dall’adozione di metodologie non appropriate. La quota di attivi valutati con approcci alternativi è non significativa rappresentando, al 31 dicembre 2016, il 2,72% del totale investimenti della Compagnia.
D.5. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
E. GESTIONE DEL
CAPITALE
121
E.1. FONDI PROPRI E.1.1. OBIETTIVI, POLITICHE E PROCESSI PER LA GESTIONE DEI FONDI PROPRI
La politica di gestione del capitale, e la politica di gestione dei rischi, definiscono il sistema di governo e controllo attraverso il quale viene garantito l’adeguato livello patrimoniale, attuale e prospettico, di ciascuna società del Gruppo e del Gruppo nel suo insieme, coerentemente con il complesso dei rischi assunti.
Tali politiche definiscono le modalità di determinazione dei fondi propri, i criteri per la classificazione degli stessi e gli strumenti utilizzabili per reperire capitale.
Al fine di garantire la solvibilità dell’impresa viene sviluppato un apposito piano prospettico di gestione del capitale allineato con l’orizzonte temporale del piano strategico, in coerenza con le risultanze della valutazione prospettica dei rischi secondo l’approccio ORSA e con i limiti stabiliti dal Consiglio di Amministrazione in termini di appetito e tolleranza al rischio (c.d. RAF).
Il piano di gestione del capitale include anche le modalità di intervento qualora il livello di capitale risulti non coerente con i target fissati dal Consiglio di Amministrazione.
Non si segnalano cambiamenti sostanziali nel periodo di riferimento.
Il processo di determinazione dei fondi propri della Compagnia parte dalla quantificazione dei fondi propri di base, costituiti dal capitale sociale, dalla riserva da sovrapprezzo di emissione e dalla riserva di riconciliazione. La riserva di riconciliazione viene ottenuta dall’eccedenza delle attività sulle passività, valutate secondo i criteri illustrati nella sezione D, al netto delle seguenti voci:
‐ Capitale sociale sottoscritto o fondo equivalente; ‐ Riserva da sovrapprezzo di emissione; ‐ Dividendi da distribuire; ‐ Aggiustamento per Ring Fenced Funds, nel caso in cui l’ammontare dei fondi propri a livello di singolo
fondo sia maggiore dell’SCR nozionale.
I fondi propri vengono successivamente classificati per livello (Tier) sulla base delle seguenti caratteristiche:
‐ l’elemento è disponibile, o può essere richiamato su richiesta, per assorbire interamente le perdite nella prospettiva di continuità aziendale, nonché in caso di liquidazione;
‐ in caso di liquidazione, l’importo totale dell’elemento è disponibile per assorbire le perdite e il rimborso dell’elemento al possessore avviene solo dopo che sono state onorate tutte le altre obbligazioni (comprese quelle di assicurazione e di riassicurazione dell’impresa).
Occorre inoltre tenere conto della durata relativa dell’elemento considerato rispetto alla durata delle obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione dell’impresa (in particolare se l’elemento ha una scadenza si richiede che questo abbia una durata sufficiente).
Sono inoltre prese in considerazione altre caratteristiche quali l’assenza di incentivi a rimborsare, assenza di costi obbligatori di servizio e l’assenza di gravami.
Per le risultanze al 31 dicembre 2016 si rimanda a quanto riportato nella successiva sezione A.1.2.
SFCR 2016 122
E.1.2. STRUTTURA, TIERING E QUALITÀ DEI FONDI PROPRI
I Basic Own Funds della Compagnia ammontano complessivamente a 565.777 migliaia di euro e sono dettagliati nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Ordinary share capital (gross of own shares) 40.455 40.455 0
Share premium account related to ordinary share capital 21.005 21.005 0
Reconciliation reserve 504.317 560.113 −55.796
Total basic own funds 565.777 621.573 −55.796
La Compagnia non detiene passività subordinate (subordinated liabilites).
La Reconciliation Reserve, pari a 504.317 migliaia di euro, è così composta:
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Excess of assets over liabilities 568.648 635.118 −66.470
Own shares (held directly and indirectly) 0 0 0
Foreseeable dividends, distributions and charges ‐ 2.871 ‐ 9.918 7.047
Other basic own fund items ‐ 61.460 ‐ 61.460 0
Adjustment for restricted own fund items in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds
0 ‐ 3.627 3.627
Total Reconciliation Reserve 504.317 560.113 −55.796
La Compagnia non possiede azioni proprie (own shares) e distribuisce dividendi (forseeable dividends, distribution and charge).
L’Excess of assets over liabilities, costituito dall’eccedenza delle attività sulle passività valutate conformemente all’articolo 75 della Direttiva 2009/138/CE, è determinato dalla sommatoria del Patrimonio netto secondo le regole contabili nazionali e, dalla riserva di riconciliazione finanziaria finalizzata a catturare l’effetto generato dalla diversa valutazione effettuata secondo i principi contabili nazionali rispetto alla valutazione basata secondo le regole Solvency II.
La tabella che segue illustra la composizione della voce:
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Patrimonio netto Statutory 440.819 422.915 17.904
Riserva da differente valutazione Statutory/Solvency 127.829 212.203 −84.374
Total excess of assets over liabilities 568.648 635.118 −66.470
Il Patrimonio netto Statutory passa da 422.915 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente a 440.819 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio; l’incremento di circa 18 milioni di euro è interamente imputabile al risultato economico dell’esercizio 2016 pari a circa 28 milioni di euro al netto dei dividendi dell’esercizio 2015 pari a circa 10 milioni di euro. Il prospetto che segue illustra la composizione della voce per gli esercizi 2015 e 2016.
123
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Capitale sociale sottoscritto o fondo equivalente 40.455 40.455 0
Riserva da sovrapprezzo di emissione 21.005 21.005 0
Riserva di rivalutazione 26.110 26.110 0
Riserva legale 12.219 12.219 0
Altre riserve 313.208 299.707 13.501
Utile (perdita) dell'esercizio 27.822 23.419 4.403
Totale patrimonio netto Statutory 440.819 422.915 17.904
La riserva da differente valutazione Statutory/Solvency passa da 212.203 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente a 127.829 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio. Gli effetti delle principali rettifiche di valutazione intervenuti nel corso dell’esercizio, e il relativo confronto con l’esercizio precedente, sono riassunti nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Intangible assets −357 −570 213
Property 1.630 998 632
Financial assets 116.219 135.266 −19.047
Partecipations 15.409 2.561 12.848
Reinsurance recoverables −10.856 −15.042 4.186
Technical provisions 27.527 160.181 −132.654
Other technical provisions 31.266 19.841 11.425
Other −291 −119 −172
Deferred tax net −52.718 −90.913 38.195
Totale 127.829 212.203 −122.569
L’adjustement for restricted own funds in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds, pari a zero, accoglie l’ammontare dei fondi propri di tipo “restricted” che superano l’SCR nozionale dei Ring Fenced Funds presenti nel portafoglio vita della Compagnia. Il calcolo per Ring Fenced Fund, considerato come indisponibile all’interno degli Own Funds della Compagnia, è dettagliato nella tabella che segue:
(in migliaia di euro)
Descrizione Ring Fenced Funds F.I.P. "PLANNER FEELGOOD
Own Funds (a) −964 −595
Solvency Capital Requirement (b) 4.199 2.717
Adjustment for restricted own fund items in respect of ring fenced funds (b‐a) se b<a
0 0
Si segnala che la Società non possiede fondi propri accessori (ancillary own funds) e che, con riferimento alla deduction for participations in financial and credit institutions, la Compagnia non ha provveduto alla riduzione per il valore della partecipazione detenuta in Banca Reale essendo tale valore inferiore al 10% del patrimonio netto della Compagnia. Per effetto di quanto sopra riportato, gli available own funds, ovvero l’ammontare degli own funds che residuano dopo le eventuali deduzioni non comprese nella riserva di riconciliazione e dopo l’integrazione di eventuali fondi propri accessori, ammontano a 565.777 migliaia di euro. La tabella che segue riporta il dettaglio per Tier degli available own funds della Compagnia e il relativo confronto con i dati dell’esercizio precedente:
SFCR 2016 124
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Tier 1, unrestricted 565.777 621.573 −55.796
Tier 1, restricted 0 0 0
Tier 2 0 0 0
Tier 3 0 0 0
Totale 565.777 621.573 −55.796
Tutti gli available own funds della Compagnia sono stati classificati di Tier 1, essendo composti esclusivamente dalla riserva di riconciliazione (504.317 migliaia di euro), classificata come tale da normativa, dal capitale sociale sottoscritto del bilancio Statutory (40.455 migliaia di euro) e dalla riserva da sovrapprezzo di emissione del bilancio Statutory (21.005 migliaia di euro). Con riferimento a queste ultime componenti sono rispettate le condizioni imposte dall’articolo 71 degli Atti Delegati, in particolare con riferimento al fatto che: ‐ l’elemento è disponibile, o può essere richiamato su richiesta, per assorbire interamente le perdite nella
prospettiva di continuità aziendale, nonché in caso di liquidazione (disponibilità permanente); ‐ in caso di liquidazione, l’importo totale dell’elemento è disponibile per assorbire le perdite e il rimborso
dell’elemento al possessore avviene solo dopo che sono state onorate tutte le altre obbligazioni, comprese quelle di assicurazione e di riassicurazione nei confronti dei contraenti e dei beneficiari dei contratti di assicurazione e di riassicurazione (subordinazione).
Si segnala che le attività fiscali differite nette della Compagnia sono minori di zero, essendo l’ammontare delle DTL (passività fiscali differite) maggiore delle DTA (attività fiscali differite). Gli available own funds della Compagnia rispettano interamente le condizioni di ammissibilità per la copertura dell’SCR poiché: ‐ i fondi propri di Tier 1 rappresentano più del 50% del valore totale dei fondi propri eleggibili; ‐ i fondi propri di Tier 3 sono pari a zero, quindi al di sotto della soglia massima del 15% del valore totale
dei fondi propri eleggibili; ‐ gli elementi a copertura di MCR di classe Tier 1 rappresentano più dell’80% del totale.
L’importo dei fondi propri a copertura dell’SCR e dell’MCR (eligible own funds) ammonta quindi, per effetto di quanto sopra riportato, a 565.777 migliaia di euro, rispetto a 621.573 migliaia di euro alla chiusura dell’esercizio precedente.
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
Total available own funds to meet the SCR 565.777 621.573 −55.796
Total available own funds to meet the MCR 565.777 621.573 −55.796
Total eligible own funds to meet the SCR 565.777 621.573 −55.796
Total eligible own funds to meet the MCR 565.777 621.573 −55.796
Si segnala infine, nella tabella che segue, l’impatto del volatility adjustment sui fondi propri di base e sui fondi propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale minimo e del requisito patrimoniale di solvibilità.
(in migliaia di euro)
With V.A. Without V.A. Impatto
Basic own funds 565.777 565.431 346
Excess of assets over liabilities 568.648 568.302 346
Restricted own funds due to ring‐fencing and matching 0 0 0
Eligible own funds to meet SCR 565.777 565.432 345
Tier I 565.777 565.432 345
Tier II 0 0 0
Tier III 0 0 0
Eligible own funds to meet MCR 565.777 565.432 345
125
E.2. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO E.2.1. REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ (SCR)
E.2.1.1. Importo e struttura del requisito patrimoniale di solvibilità
In questo paragrafo sono illustrate le risultanze della valutazione della posizione di solvibilità della Compagnia effettuata con l’applicazione della standard formula, sui dati al 31 dicembre 2016.
Nella tabella seguente sono riportati i valori del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR), con indicazione delle singole componenti, al 31 dicembre 2016 e al 31 dicembre 2015. Questi ultimi sono stati comunicati nell’ambito dell’informativa all’Autorità di Vigilanza prevista per il primo giorno di applicazione della normativa Solvency II (per le imprese con chiusura dell’anno contabile al 31 dicembre).
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
SCR 203.979 199.484 4.495
Adj TP −8.856 −2.178 −6.678
Adj DT −74.334 −77.055 2.722
Adjustment due to RFF/MAP in nSCR aggregation 3.594 8.335 −4.741
SCR Operational 26.794 25.772 1.022
BSCR 256.780 244.609 12.170
Diversification −104.843 −98.067 −6.776
Somma SCR 361.622 342.676 18.946
SCR Market 129.373 107.630 21.743
SCR Non Life 164.061 167.642 −3.581
SCR Default 29.723 30.687 −964
SCR Health 17.859 16.629 1.230
SCR Life 20.607 20.088 518
Con riferimento ai componenti dell’SCR si segnala quanto segue:
‐ Adj TP si riferisce all’aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle riserve tecniche; ‐ Adj DT si riferisce all’aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle imposte differite; ‐ Diversification si riferisce all’effetto derivante dall’applicazione delle matrici di correlazione tra moduli
di rischio.
Da un confronto dei risultati, rispetto al precedente periodo di valutazione, si rilevano le seguenti principali variazioni:
‐ aumento dell’SCR Market dovuto in larga misura al rischio equity per effetto del coefficiente di perdita (aggiustamento simmetrico) e, in misura minore, al rischio spread per effetto dell’aumento della duration e del valore del portafoglio obbligazionario corporate;
‐ riduzione della componente legata all’aggiustamento per imposte differite per effetto della revisione della metodologia di calcolo e dell’utilizzo della sola aliquota Ires per la determinazione dell’aggiustamento.
Con riferimento all’analisi dei risultati, si segnala che le principali fonti di rischio per la Compagnia sono legate alla componente mercato e alla componente dei rischi tecnici danni.
Di seguito è riportato il valore del requisito minimo di solvibilità della Compagnia calcolato sulla base dei dati di premi netti contabilizzati e best estimate nette, per la parte Non Life, e sulla base dei capitali sotto rischio e best estimate nette per la parte Life.
SFCR 2016 126
(in migliaia di euro)
2016 2015 Variazione
MCR 91.790 89.767 2.023
Linear MCR 140.859 135.275 5.584
SCR 203.978 199.483 4.495
MCR cap 91.790 89.767 2.023
MCR floor 50.995 49.871 1.124
Combined MCR 91.790 89.767 2.023
Absolute floor of the MCR 6.200 6.200 0
Sulla base delle valutazioni effettuate sui dati al 31 dicembre 2016, l’indice di solvibilità è pari a 277,4% mentre l’indice minimo di solvibilità è pari a 616,4%.
E.2.1.2. Semplificazioni adottate nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità
La Compagnia utilizza, per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità con formula standard, la metodologia semplificata prevista all’art 107 del Regolamento Delegato 2015/35 della Commissione (calcolo semplificato dell’effetto di attenuazione del rischio per gli accordi di riassicurazione o la cartolarizzazione).
E.3. UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO
La Compagnia non utilizza il sottomodulo del rischio azionario basato sulla durata per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità con formula standard.
E.4. ALTRE INFORMAZIONI
Non si segnalano altre informazioni significative.
F. ALLEGATO: TEMPLATES FOR THE
SOLVENCY AND FINANCIAL
CONDITION REPORT
SFCR 2016 128
Annex I S.02.01.02 Balance sheet
Solvency II
Assets
Goodwill R0010 0
Deferred acquisition costs R0020 0
Intangible assets R0030 0
Deferred tax assets R0040 59.489
Pension benefit surplus R0050 0
Property, plant & equipment held for own use R0060 30.700
Investments (other than assets held for index‐linked and unit‐linked contracts) R0070 2.295.826
Property (other than for own use) R0080 0
Holdings in related undertakings, including participations R0090 191.591
Equities R0100 13.130
Equities ‐ listed R0110 13.056
Equities ‐ unlisted R0120 74
Bonds R0130 2.012.289
Government Bonds R0140 1.543.613
Corporate Bonds R0150 435.430
Structured notes R0160 33.246
Collateralised securities R0170 0
Collective Investments Undertakings R0180 76.899
Derivatives R0190 0
Deposits other than cash equivalents R0200 1.917
Other investments R0210 0
Assets held for index‐linked and unit‐linked contracts R0220 172.497
Loans and mortgages R0230 9.707
Loans on policies R0240 2.306
Loans and mortgages to individuals R0250 6.491
Other loans and mortgages R0260 910
Reinsurance recoverables from: R0270 147.219
Non‐life and health similar to non‐life R0280 75.834
Non‐life excluding health R0290 65.438
Health similar to non‐life R0300 10.396
Life and health similar to life, excluding health and index‐linked and unit‐linked R0310 64.202
Health similar to life R0320 973
Life excluding health and index‐linked and unit‐linked R0330 63.229
Life index‐linked and unit‐linked R0340 7.183
Deposits to cedants R0350 0
Insurance and intermediaries receivables R0360 157.638
Reinsurance receivables R0370 10.983
Receivables (trade, not insurance) R0380 60.805
Own shares (held directly) R0390 0
Amounts due in respect of own fund items or initial fund called up but not yet paid in R0400 0
Cash and cash equivalents R0410 41.273
Any other assets, not elsewhere shown R0420 17.531
Total assets R0500 3.003.668
129
Solvency II
Liabilities
Technical provisions – non‐life R0510 727.457
Technical provisions – non‐life (excluding health) R0520 671.188
Technical provisions calculated as a whole R0530 0
Best Estimate R0540 639.624
Risk margin R0550 31.564
Technical provisions ‐ health (similar to non‐life) R0560 56.269
Technical provisions calculated as a whole R0570 0
Best Estimate R0580 52.789
Risk margin R0590 3.480
Technical provisions ‐ life (excluding index‐linked and unit‐linked) R0600 1.321.714
Technical provisions ‐ health (similar to life) R0610 1.342
Technical provisions calculated as a whole R0620 0
Best Estimate R0630 1.217
Risk margin R0640 125
Technical provisions – life (excluding health and index‐linked and unit‐linked) R0650 1.320.372
Technical provisions calculated as a whole R0660 0
Best Estimate R0670 1.302.264
Risk margin R0680 18.108
Technical provisions – index‐linked and unit‐linked R0690 171.041
Technical provisions calculated as a whole R0700 0
Best Estimate R0710 168.656
Risk margin R0720 2.385
Other technical provisions R0730 0
Contingent liabilities R0740 0
Provisions other than technical provisions R0750 20.226
Pension benefit obligations R0760 9.825
Deposits from reinsurers R0770 21.595
Deferred tax liabilities R0780 74.756
Derivatives R0790 0
Debts owed to credit institutions R0800 0
Debts owed to credit institutions resident domestically ER0801 0
Debts owed to credit institutions resident in the euro area other than domestic ER0802 0
Debts owed to credit institutions resident in rest of the world ER0803 0
Financial liabilities other than debts owed to credit institutions R0810 0
Debts owed to non‐credit institutions ER0811 0
Debts owed to non‐credit institutions resident domestically ER0812 0
Debts owed to non‐credit institutions resident in the euro area other than domestic ER0813 0
Debts owed to non‐credit institutions resident in rest of the world ER0814 0
Other financial liabilities (debt securities issued) ER0815 0
Insurance & intermediaries payables R0820 32.404
Reinsurance payables R0830 5.520
Payables (trade, not insurance) R0840 23.469
Subordinated liabilities R0850 0
Subordinated liabilities not in Basic Own Funds R0860 0
Subordinated liabilities in Basic Own Funds R0870 0
Any other liabilities, not elsewhere shown R0880 27.012
Total liabilities R0900 2.435.019
Excess of assets over liabilities R1000 568.649
SFCR 2016 130
Total
C0200
527.833
203
59.219
468.817
521.072
190
59.566
461.696
289.110
101
31.579
257.632
386
0 0
386
177.239
17.536
194.775
Line of Business for:
accepted non‐proportional reinsurance
Property
C0160
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Marine,
aviation,
transport
C0150
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Casualty
C0140
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Health
C0130
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Line of Business for: non‐life insurance and reinsurance obligations (direct business and accep
ted proportional
reinsurance)
Miscellan
eous
financial
loss
C0120
4.438
0
1.008
3.430
4.510
0
1.033
3.477
159
0
22
137
0
0 0
0
1.194
Assistanc
e
C0110
6.508
0 0
6.508
6.233
0 0
6.233
4.528
0 0
4.528
0
0 0
0
2.343
Legal
expen
ses
insurance
C0100
7.900
0
4.228
3.672
7.800
0
4.211
3.589
1.336
0
1.126
210
0
0 0
0
715
Credit
and
suretyshi
p
insuranc
e
C0090
13.093
0
5.162
7.931
13.245
0
5.326
7.919
5.507
0
4.697
810
0
0 0
0
4.689
Gen
eral
liability
insurance
C0080
63.193
203
2.151
61.245
59.899
190
2.363
57.726
24.493
101
−295
24.889
0
0 0
0
27.172
Fire and
other
dam
age
to
property
insurance
C0070
116.450
0
29.700
86.750
114.229
0
30.062
84.167
71.380
0
16.526
54.854
300
0 0
300
44.034
Marine,
aviation
and
transport
insurance
C0060
4.161
0
1.427
2.734
4.177
0
1.431
2.746
2.013
0
754
1.259
12
0 0
12
1.126
Other
motor
insurance
C0050
42.311
0
1.140
41.171
41.438
0
1.149
40.289
21.901
0
253
21.648
1
0 0
1
13.303
Motor
vehicle
liability
insuranc
e
C0040
207.956
0
2.466
205.490
207.455
0
2.467
204.988
127.939
0
1.648
126.291
0
0 0
0
59.466
Workers'
compen
sation
insurance
C0030
0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0 0
0
0
Income
protectio
n
insurance
C0020
44.599
0
2.837
41.762
44.433
0
3.324
41.109
19.419
0
1.245
18.174
86
0 0
86
19.332
Med
ical
expen
se
insurance
C0010
17.223
0
9.099
8.124
17.654
0
8.198
9.456
10.437
0
5.602
4.835
−14
0 0
−14
3.866
R0110
R0120
R0130
R0140
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0300
R0310
R0320
R0330
R0340
R0400
R0410
R0420
R0430
R0440
R0500
R0550
R1200
R1300
Annex I
S.05.01.02
Premiums, claim
s and expen
ses by line
of business
Premiums written
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance
accepted
Reinsurers' share
Net
Premiums earned
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance
accepted
Reinsurers' share
Net
Claim
s incurred
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance
accepted
Reinsurers' share
Net
Chan
ges in other technical provisions
Gross ‐ Direct Business
Gross ‐ Proportional reinsurance accep
ted
Gross ‐ Non‐ proportional reinsurance
accepted
Reinsurers'share
Net
Expen
ses incurred
Other expenses
Total expenses
131
Total
C0300
259.878
20.273
239.605
259.878
20.273
239.605
134.470
14.499
119.971
141.139
2.754
138.385
16.435
1.689
18.124
Life reinsurance obligations
Life
reinsurance
C0280
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Health
reinsurance
C0270
0
0
0 0
0
0 0
0
0 0
0
0
0
Line of Business for: life insurance obligations
Annuities
stem
ming
from non‐life
insurance
contracts and
relating to
insurance
obligations
C0260
265
0
265
265
0
265
0
0
0
310
0
310
9
Annuities
stem
ming
from non‐life
insurance
contracts and
relating to
health
insurance
C0250
0
0
0 0
0
0 0
0
0
−179
0
−179
0
Other life
insurance
C0240
42.465
18.490
23.975
42.465
18.490
23.975
18.098
7.526
10.572
16.072
7.522
8.550
373
Index‐linked
and unit‐linked
insurance
C0230
75.762
699
75.063
75.762
699
75.063
10.443
1.394
9.049
66.959
−766
67.725
6.199
Insurance with
profit
participation
C0220
141.346
1.064
140.282
141.346
1.064
140.282
105.879
5.580
100.299
58.046
−3.953
61.999
9.848
Health
insurance
C0210
40
21
19
40
21
19
51
0
51
−69
−49
−20
8
R1410
R1420
R1500
R1510
R1520
R1600
R1610
R1620
R1700
R1710
R1720
R1800
R1900
R2500
R2600
Premiums written
Gross
Reinsurers' share
Net
Premiums earned
Gross
Reinsurers' share
Net
Claim
s incurred
Gross
Reinsurers' share
Net
Chan
ges in other technical provisions
Gross
Reinsurers' share
Net
Expen
ses incurred
Other expenses
Total expenses
SFCR 2016 132
Annex I
S.05.02.01
Premiums, claims and expenses by country
Home Country Top 5 countries (by amount of gross premiums
written) ‐ non‐life obligations Total Top 5 and home country
C0010 C0020 C0030 C0040 C0050 C0060 C0070
R0010
C0080 C0090 C0100 C0110 C0120 C0130 C0140
Premiums written
Gross ‐ Direct Business R0110 527.384 0 0 0 0 0 527.384
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0120 203 0 0 0 0 0 203
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0130 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0140 59.219 0 0 0 0 0 59.219
Net R0200 468.368 0 0 0 0 0 468.368
Premiums earned
Gross ‐ Direct Business R0210 520.623 0 0 0 0 0 520.623
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0220 190 0 0 0 0 0 190
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0230 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0240 59.566 0 0 0 0 0 59.566
Net R0300 461.247 0 0 0 0 0 461.247
Claims incurred
Gross ‐ Direct Business R0310 288.909 0 0 0 0 0 288.909
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0320 101 0 0 0 0 0 101
Gross ‐ Non‐proportional reinsurance accepted R0330 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers' share R0340 31.579 0 0 0 0 0 31.579
Net R0400 257.431 0 0 0 0 0 257.431
Changes in other technical provisions
Gross ‐ Direct Business R0410 386 0 0 0 0 0 386
Gross ‐ Proportional reinsurance accepted R0420 0 0 0 0 0 0 0
Gross ‐ Non‐ proportional reinsurance accepted R0430 0 0 0 0 0 0 0
Reinsurers'share R0440 0 0 0 0 0 0 0
Net R0500 386 0 0 0 0 0 386
Expenses incurred R0550 177.138 0 0 0 0 0 177.138
Other expenses R1200 17.536
Total expenses R1300 194.674
133
Home Country
Top 5 countries (by amount of gross premiums written) ‐ life obligations
Total Top 5 and home country
C0150 C0160 C0170 C0180 C0190 C0200 C0210
R1400
C0220 C0230 C0240 C0250 C0260 C0270 C0280
Premiums written
Gross R1410 259.820 0 0 0 0 0 259.820
Reinsurers' share R1420 20.273 0 0 0 0 0 20.273
Net R1500 239.547 0 0 0 0 0 239.547
Premiums earned
Gross R1510 259.820 0 0 0 0 0 259.820
Reinsurers' share R1520 20.273 0 0 0 0 0 20.273
Net R1600 239.547 0 0 0 0 0 239.547
Claims incurred
Gross R1610 134.460 0 0 0 0 0 134.460
Reinsurers' share R1620 14.499 0 0 0 0 0 14.499
Net R1700 119.961 0 0 0 0 0 119.961
Changes in other technical
Gross R1710 141.139 0 0 0 0 0 141.139
Reinsurers' share R1720 2.754 0 0 0 0 0 2.754
Net R1800 138.385 0 0 0 0 0 138.385
Expenses incurred R1900 16.431 0 0 0 0 0 16.431
Other expenses R2500 1.689
Total expenses R2600 18.120
SFCR 2016 134
Total (Health
similar to life
insurance)
C0210
0
0
1.217
973
244
125
0
0
0
1.342
Health
reinsurance
(reinsurance
accepted)
C0200
0
0 0
0
0
0 0
0
0
0
Annuities
stemming
from non‐life
insurance
contracts and
relating to
health
insurance
obli gations
C0190
0
0 0
0
0
0 0
0
0
0
Health insurance (direct business)
Contracts
with options
or
guarantees
C0180
1.217
973
244
0
Contracts
without
options and
guarantees
C0170
0
0
0 0
C0160
0
0
125
0 0
1.342
Total (Life
other than
health
insurance,
incl. Unit‐
Linked)
C0150
0
0
1.470.920
70.412
1.400.508
20.492
0
0
0
1.491.412
Accepted
reinsurance
C0100
0
0 0
0
0
0 0
0
0
0
Annuities
stemming
from non‐life
insurance
contracts and
relating to
insurance
obligation
other than
C0090
0
0
3.203
0
3.203
125
0
0
0
3.328
Other life insurance
Contracts
with
options or
guarantees
C0080
90.954
60.192
30.762
0
Contracts
without
options and
guarantees
C0070
117
117
0 0
C0060
0
0
8.270
0 0
99.341
Index‐linked and unit‐linked
insurance
Contracts
with
options or
guarantees
C0050
168.656
7.183
161.473
0
Contracts
without
options
and
C0040
0
0
0 0
C0030
0
0
2.385
0 0
171.041
Insurance
with profit
participation
C0020
0
0
1.207.990
2.920
1.205.070
9.712
0
0
0
1.217.702
R0010
R0020
R0030
R0080
R0090
R0100
R0110
R0120
R0130
R0200
Annex I
S.12.01.01
Life and Health SLT Technical Provisions
Technical provisions calculated as a whole
Total Recoverables from reinsurance/SPV and Finite
Re after the adjustment for expected losses due to
counterparty default associated
to TP as a whole
Technical provisions calculated as a sum of BE an
d
RM
Best Estim
ate
Gross Best Estim
ate
Total Recoverables from reinsurance/SPV and Finite
Re after the adjustment for expected losses due to
counterparty default
Best estim
ate minus recoverables from
reinsurance/SPV and Finite Re ‐ total
Risk Margin
Amount of the transitional on Technical Provisions
Technical Provisions calculated as a whole
Best estim
ate
Risk margin
Technical provisions ‐ total
135
Tot
al N
on-
Lif
e ob
liga
tion
C01
80
0 0
187.
431
14.2
04
173.
227
504.
983
61.6
30
443.
353
692.
414
616.
580
35.0
45
0 0 0
727.
459
75.8
34
651.
625
Acc
epte
d n
on-p
rop
orti
onal
rei
nsu
ran
ce
Non
-p
rop
orti
ona
l pro
per
ty
rein
sura
nce
C01
70
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Non
-p
rop
orti
onal
m
arin
e,
avia
tion
an
d
tran
spor
t re
insu
ran
ce
C01
60
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Non
-p
rop
orti
onal
cas
ual
ty
rein
sura
nc
e
C01
50
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Non
-p
rop
orti
onal
hea
lth
re
insu
ran
ce
C01
40
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Dir
ect
bu
sin
ess
and
acc
epte
d p
rop
orti
onal
rei
nsu
ran
ce
Mis
cell
ane
ous
fin
anci
al
loss
C01
30
0 0
950
−11
961
631
79
552
1.58
1
1.51
3
212 0 0 0
1.79
3
68
1.72
5
Ass
ista
nce
C01
20
0 0
2.68
0
0
2.68
0
1.51
7
0
1.51
7
4.19
7
4.19
7
192 0 0 0
4.38
9
0
4.38
9
Leg
al
exp
ense
s in
sura
nce
C01
10
0 0
1.54
3
251
1.29
2
9.99
1
5.22
9
4.76
2
11.5
34
6.05
4
271 0 0 0
11.8
05
5.48
0
6.32
5
Cre
dit
an
d
sure
tysh
ip
insu
ran
ce
C01
00
0 0
6.76
5
5.38
6
1.37
9
29.5
95
19.0
29
10.5
66
36.3
60
11.9
45
724 0 0 0
37.0
84
24.4
15
12.6
69
Gen
eral
li
abil
ity
insu
ran
ce
C00
90
0 0
20.5
94
−60
20.6
54
136.
867
5.07
0
131.
797
157.
461
152.
451
8.83
8
0 0 0
166.
299
5.01
0
161.
289
Fir
e an
d
oth
er
dam
age
to
pro
per
ty
insu
ran
ce
C00
80
0 0
57.2
64
4.42
7
52.8
37
42.7
14
15.6
61
27.0
53
99.9
78
79.8
90
2.04
6
0 0 0
102.
024
20.0
88
81.9
36
Mar
ine,
av
iati
on
and
tr
ansp
ort
insu
ran
ce
C00
70
0 0
784
−98
882
10.8
29
6.66
3
4.16
6
11.6
13
5.04
8
227 0 0 0
11.8
40
6.56
5
5.27
5
Oth
er
mot
or
insu
ran
ce
C00
60
0 0
9.56
0
−66
9.62
6
6.28
5
240
6.04
5
15.8
45
15.6
71
1.15
2
0 0 0
16.9
97
174
16.8
23
Mot
or
veh
icle
li
abil
ity
insu
ran
ce
C00
50
0 0
61.9
13
100
61.8
13
239.
142
3.53
8
235.
604
301.
055
297.
417
17.9
03
0 0 0
318.
958
3.63
8
315.
320
Wor
ker
s'
com
pen
sati
on
insu
ran
ce
C00
40
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Inco
me
pro
tect
ion
in
sura
nce
C00
30
0 0
17.0
21
2.10
4
14.9
17
21.4
56
3.05
4
18.4
02
38.4
77
33.3
19
3.23
9
0 0 0
41.7
16
5.15
8
36.5
58
Med
ical
ex
pen
se
insu
ran
ce
C00
20
0 0
8.35
7
2.17
1
6.18
6
5.95
6
3.06
7
2.88
9
14.3
13
9.07
5
241 0 0 0
14.5
54
5.23
8
9.31
6
R0010
R0050
R0060
R0140
R0150
R0160
R0240
R0250
R0260
R0270
R0280
R0290
R0300
R0310
R0320
R0330
R0340
Annex I
S.17.01.01
Non‐life Technical Provisions
Technical provisions calculated as a
whole
Total Recoverables from
reinsurance/SPV and Finite Re after the
adjustmen
t for expected losses due to
counterparty default associated
to TP as
hl
Technical provisions calculated as a
sum of BE an
d RM
Best estim
ate
Premium provisions
Gross
Total recoverable from reinsurance/SPV
and Finite Re after the adjustment for
Net Best Estim
ate of Premium
Provisions
Claim
s provisions
Gross
Total recoverable from reinsurance/SPV
and Finite Re after the adjustment for
Net Best Estim
ate of Claim
s Provisions
Total B
est estim
ate ‐ gross
Total B
est estim
ate ‐ net
Risk margin
Amount of the tran
sitional on Technical
Provisions
Technical Provisions calculated as a
whole
Best estim
ate
Risk margin
Technical provisions ‐ total
Technical provisions ‐ total
Recoverable from reinsurance
contract/SPV and Finite Re after the
Technical provisions minus recoverables
from reinsurance/SPV and Finite Re ‐
SFCR 2016 136
Sum of years
(cumulative)
C0180
10.565
266.270
468.247
488.202
441.366
381.357
314.930
260.748
240.602
239.862
116.895
3.229.044
In Current
year
C0170
10.565
1.508
2.661
5.235
5.183
6.977
6.509
8.744
29.410
107.272
116.895
290.394
R0100
R0160
R0170
R0180
R0190
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0250
R0260
Total
10 & +
C0110
10.565
9
C0100
1.508
8
C0090
3.499
2.661
7
C0080
5.757
5.710
5.235
6
C0070
6.082
4.732
5.739
5.183
Gross Claim
s Paid (non‐cumulative)
5
C0060
4.861
6.641
10.428
7.583
6.977
Development year
4
C0050
12.531
9.874
12.858
11.738
8.723
6.509
lk
klll
llll
l
3
C0040
18.209
21.308
20.756
18.380
17.535
12.084
8.744
Annex I
S.19.01.21
Non‐life insurance claim
s
2
C0030
50.904
45.169
49.992
49.691
41.119
35.742
27.301
29.410
1 – Acciden
t year
(absolute amount)
1
C0020
162.919
165.175
167.355
158.582
143.639
122.341
103.150
95.145
107.272
0
C0010
0
206.977
215.839
190.209
163.364
138.254
121.553
116.047
132.590
116.895
Z0010
R0100
R0160
R0170
R0180
R0190
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0250
Accident/
d
Year
Prior
N‐9
N‐8
N‐7
N‐6
N‐5
N‐4
N‐3
N‐2
N‐1
N
137
Year end
(discounted
data)
C0360
17.319
11.032
14.268
16.498
23.047
24.523
29.236
31.118
43.107
80.772
186.631
460.232
R0100
R0160
R0170
R0180
R0190
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0250
R0260
Total
10 & +
C0300
45.389
9
C0290
11.213
8
C0280
0
14.494
Gross undiscounted Best Estim
ate Claim
s Provisions
7
C0270
0
0
16.776
6
C0260
0
0
0
23.425
5
C0250
0
0
0
0
24.960
4
C0240
0
0
0
0
0
29.741
(absolute amount)
Development year
3
C0230
0
0
0
0
0
0
31.687
2
C0220
0
0
0
0
0
0
0
43.842
1 – Acciden
t year
1
C0210
0
0
0
0
0
0
0
0
82.054
0
C0200
0
0
0
0
0
0
0
0
0
189.294
Z0010
R0100
R0160
R0170
R0180
R0190
R0200
R0210
R0220
R0230
R0240
R0250
Accident/
Underw
riting
year
Year
Prior
N‐7
N‐6
N‐5
N‐4
N‐3
N‐2
N‐1
N
SFCR 2016 138
Annex I S.22.01.01 Impact of long term
Amount with LTG measures and transitionals
Impact of the LTG measures and transitionals (Step‐by‐step approach)
Impact of transitional on
technical provisions
Impact of transitional on interest rate
Without volatility adjustment and without
other transitional measures
Impact of volatility adjustment set to
zero
C0010 C0030 C0050 C0060 C0070
Technical provisions R0010 2.072.992 0 0 2.073.492 500
Basic own funds R0020 565.777 0 0 565.431 −346
Excess of assets over liabilities
R0030 568.648 0 0 568.302 −346
Restricted own funds due to ring‐fencing and matching portfolio
R0040 0 0 0 0
Eligible own funds to meet SCR
R0050 565.777 0 0 565.432 −345
SCR R0090 203.978 0 0 201.506 −2.472
Eligible own funds to meet MCR
R0100 565.777 0 0 565.432 −345
Minimum Capital Requirement
R0110 91.790 0 0 90.677 −1.113
139
Annex I
S.23.01.01
Own funds
Total Tier 1 ‐
unrestricted Tier 1 ‐
restricted Tier 2 Tier 3
C0010 C0020 C0030 C0040 C0050
Basic own funds before deduction for participations in other financial sector as foreseen in article 68 of Delegated Regulation 2015/35
Ordinary share capital (gross of own shares) R0010 40.455 40.455 0
Share premium account related to ordinary share capital R0030 21.005 21.005 0
Initial funds, members' contributions or the equivalent basic own - fund item for mutual and mutual-type undertakings
R00400 0
0
Subordinated mutual member accounts R0050 0 0 0 0
Surplus funds R0070 0 0
Preference shares R0090 0 0 0 0
Share premium account related to preference shares R0110 0 0 0 0
Reconciliation reserve R0130 504.317 504.317
Subordinated liabilities R0140 0 0 0 0
An amount equal to the value of net deferred tax assets R0160 0 0
Other own fund items approved by the supervisory authority as basic own funds not specified above R0180
0 0 0 0 0
Own funds from the financial statements that should not be represented by the reconciliation reserve and do not meet the criteria to be classified as Solvency II own funds Own funds from the financial statements that should not be represented by the reconciliation reserve and do not meet the criteria to be classified as Solvency II own funds R0220
0
Deductions Deductions for participations in financial and credit institutions
R02300 0 0 0
Total basic own funds after deductions R0290 565.777 565.777 0 0 0
Ancillary own funds Unpaid and uncalled ordinary share capital callable on demand
R03000
0
Unpaid and uncalled initial funds, members' contributions or the equivalent basic own fund item for mutual and mutual - type undertakings, callable on demand
R03100
0
Unpaid and uncalled preference shares callable on demand
R03200
0 0
A legally binding commitment to subscribe and pay for subordinated liabilities on demand R0330
0
0 0
Letters of credit and guarantees under Article 96(2) of the Directive 2009/138/EC
R03400
0
Letters of credit and guarantees other than under Article 96(2) of the Directive 2009/138/EC R0350
0
0 0
Supplementary members calls under first subparagraph of Article 96(3) of the Directive 2009/138/EC
R03600
0
Supplementary members calls - other than under first subparagraph of Article 96(3) of the Directive 2009/138/EC
R03700
0 0
Other ancillary own funds R0390 0 0 0
Total ancillary own funds R0400 0 0 0
SFCR 2016 140
Available and eligible own funds Total available own funds to meet the SCR
R0500 565.777 565.777 0 0 0
Total available own funds to meet the MCR R0510 565.777 565.777 0 0
Total eligible own funds to meet the SCR R0540 565.777 565.777 0 0 0
Total eligible own funds to meet the MCR R0550 565.777 565.777 0 0
SCR R0580 203.978
MCR R0600 91.790
Ratio of Eligible own funds to SCR R0620 277,4%
Ratio of Eligible own funds to MCR R0640 616,4%
Reconciliation reserve Excess of assets over liabilities R0700 568.648 Own shares (held directly and indirectly) R0710 0 Foreseeable dividends, distributions and charges R0720 2.871 Other basic own fund items R0730 61.460 Adjustment for restricted own fund items in respect of matching adjustment portfolios and ring fenced funds R0740 0
Reconciliation reserve R0760 504.317
Expected profits
Expected profits included in future premiums (EPIFP) - Life business R0770 14.365
Expected profits included in future premiums (EPIFP) - Non- life business R0780 4.011
Total Expected profits included in future premiums (EPIFP)
R0790 18.376
141
Annex I
S.25.01.01
Solvency Capital Requirement ‐ for undertakings on Standard Formula
Gross solvency capital
requirement USP Semplifications
C0110 C0080 C0090
Market risk R0010 129.373
Counterparty default risk R0020 29.723
Life underwriting risk R0030 20.607
Health underwriting risk R0040 17.859
Non‐life underwriting risk R0050 164.061
Diversification R0060 −104.843
Intangible asset risk R0070
Basic Solvency Capital Requirement R0100 256.780
Calculation of Solvency Capital Requirement C0100
Operational risk R0130 26.794
Loss‐absorbing capacity of technical provisions R0140 −8.856
Loss‐absorbing capacity of deferred taxes R0150 −74.334
Capital requirement for business operated in accordance with Art. 4 of Directive 2003/41/EC
R0160
Solvency Capital Requirement excluding capital add‐on R0200 203.978
Capital add‐on already set R0210
Solvency capital requirement R0220 203.978
Other information on SCR
Capital requirement for duration‐based equity risk sub‐module R0400
Total amount of Notional Solvency Capital Requirements for remaining part R0410 197.063
Total amount of Notional Solvency Capital Requirements for ring fenced funds
R0420 6.916
Total amount of Notional Solvency Capital Requirement for matching adjustment portfolios
R0430
Diversification effects due to RFF nSCR aggregation for article 304 R0440
SFCR 2016 142
Annex I
S.28.02.01
Minimum Capital Requirement ‐ Both life and non‐life insurance activity
Non‐life activities Life activities Non‐life activities Life activities
MCR(NL,NL) Result
MCR(NL,L)Result
C0010 C0020
Linear formula component for non‐life insurance and reinsurance obligations R0010
102.197 0
Net (of reinsurance/ SPV) best estimate and TP
calculated as a whole
Net (of reinsurance) written premiums in the last 12 months
Net (of reinsurance/ SPV) best estimate and TP
calculated as a whole
Net (of reinsurance) written premiums in the last 12 months
C0030 C0040 C0050 C0060
Medical expense insurance and proportional reinsurance R0020 9.076 8.124 0 0
Income protection insurance and proportional reinsurance R0030 33.318 41.762 0 0
Workers' compensation insurance and proportional reinsurance R0040 0 0 0 0
Motor vehicle liability insurance and proportional reinsurance R0050 297.416 205.490 0 0
Other motor insurance and proportional reinsurance R0060 15.671 41.170 0 0
Marine, aviation and transport insurance and proportional reinsurance R0070 5.049 2.734 0 0
Fire and other damage to property insurance and proportional R0080 79.891 86.750 0 0
General liability insurance and proportional reinsurance R0090 152.451 61.244 0 0
Credit and suretyship insurance and proportional reinsurance R0100 11.945 7.931 0 0
Legal expenses insurance and proportional reinsurance R0110 6.053 3.673 0 0
Assistance and proportional reinsurance R0120 4.197 6.508 0 0
Miscellaneous financial loss insurance and proportional reinsurance R0130 1.513 3.430 0 0
Non‐proportional health reinsurance R0140 0 0 0 0
Non‐proportional casualty reinsurance R0150 0 0 0 0
Non‐proportional marine, aviation and transport reinsurance R0160 0 0 0 0
Non‐proportional property reinsurance R0170 0 0 0 0
143
Non‐life activities Life activities Non‐life activities Life activities
MCR(L,NL) Result MCR(L,L) Result
C0070 C0080
Linear formula component for life insurance and reinsurance obligations
R0200 0 38.662
Net (of reinsurance/ SPV) best estimate and TP
calculated as a whole
Net (of reinsurance/ SPV) total capital at
risk
Net (of reinsurance/ SPV) best estimate and TP
calculated as a whole
Net (of reinsurance/ SPV) total capital at
risk
C0090 C0100 C0110 C0120
Obligations with profit participation ‐ guaranteed benefits R0210 0 1.085.858
Obligations with profit participation ‐ future discretionary benefits R0220 0 119.205
Index‐linked and unit‐linked insurance obligations R0230 0 161.473
Other life (re)insurance and health (re)insurance obligations R0240 0 34.208
Total capital at risk for all life (re)insurance obligations R0250 0 4.050.117
Overall MCR calculation C0130
Linear MCR R0300 140.859
SCR R0310 203.978
MCR cap R0320 91.790
MCR floor R0330 50.995
Combined MCR R0340 91.790
Absolute floor of the MCR R0350 6.200
C0130
Minimum Capital Requirement R0400 91.790
Notional non‐life and life MCR calculation Non‐life activities Life activities
C0140 C0150
Notional linear MCR R0500 102.197 38.662
Notional SCR excluding add‐on (annual or latest calculation)
R0510 147.992 55.986
Notional MCR cap R0520 66.596 25.194
Notional MCR floor R0530 36.998 13.997
Notional Combined MCR R0540 66.596 25.194
Absolute floor of the notional MCR R0550 2.500 3.700
Notional MCR R0560 66.596 25.194
G. RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE
147
SFCR 2016 148
149