Sociologia generale e Statistica sociale (20) · 2019. 12. 16. · • Teocentrismo: si fonda sulla...

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Sociologia generale e Statistica sociale (20) Corso di Lingue, Letterature e Culture Straniere Anno accademico 2019-2020 Prof. Michele Marzulli [email protected]

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  • Sociologia generale e Statistica sociale (20)

    Corso di Lingue, Letterature e Culture Straniere

    Anno accademico 2019-2020

    Prof. Michele Marzulli

    [email protected]

    mailto:[email protected]

  • La religione

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  • La religione in sociologia

    • In forme elementari o complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle società umane.– Non tutti gli individui sono religiosi, ma non esistono

    società umane che non abbiano sviluppato qualche forma di religione.

    • Essa quindi risponde a una esigenza profonda.

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  • La religione in sociologia

    • La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtàultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale.

    • Credenze: una religione costituisce un giudizio sulla realtà che si fonda su un atto di fede (diverso da conoscenza).– Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera

    della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile.

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  • 3

    Sacro e profano

    • Durkheim: caratteristica comune a tutte le religioni è la distinzione tra sacro e profano.

    • Le forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui tale rapporto si articola.

    • Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose; generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un rituale.

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  • 3

    Sacro e profano

    • Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune (vs soprannaturale) e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere.

    • I riti magici (la danza della pioggia) pratiche che ritengono di permettere il controllo delle forme oscure (sacro) che regolano il mondo (profano). Ma anche i doni o i sacrifici…

    • La magia presuppone id poter controllare il sacro; la religione cerca di elevare al di sopra del profano.

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    L’esperienza del limite e del caso

    • Perché nascono le religioni?

    • La religione, nelle sue diverse forme, deriva da due

    esperienze tipiche della condizione umana:

    1. l’esperienza del limite

    2. l’esperienza del caso

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  • 5

    L’esperienza del limite

    • Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezzache sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite.

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  • 5

    L’esperienza del caso

    • L’uomo si confronta costantemente con il limitedella sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza.

    • Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva.

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  • L’esperienza del limite e del caso

    • Queste esperienze, tipicamente umane, spingono gli uomini a cercare una ragione, un ordine, una giustificazione (un disegno) agli eventi che non riescono a controllare: la morte, il dolore, le catastrofi, le ingiustizie…

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  • L’esperienza del limite e del caso

    • Il bene e il male: le nostre scelte si confrontano quindi con un ordine diverso da quello dell’utile. Cioè con l’ordine morale. La religione ha storicamente costituito il fondamento ultimo dell’ordine morale.

    – Secondo Weber, il Decalogo di Mosè non è altro che l’esito dell’istituzionalizzazione delle norme di convivenza.

    • In ogni religione vi è un elemento prescrittivo, normativo.

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    La classificazione delle religioni

    • Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni:

    1. La natura delle credenze

    2. La promessa e il premio riservato ai fedeli

    3. Il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza

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    1. La natura delle credenze / 1

    • Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al clan.

    • Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che intervengono attivamente, influenzandone il comportamento.

    • Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino, esistono analogie e corrispondenze.

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    1. La natura delle credenze / 2

    • Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose.

    • Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della divinità.

    • Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena.

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    2. La promessa e il premio

    • Religioni, come nell’induismo, che promettono il raggiungimento di uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita.

    • Religioni della redenzione, che promettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà.

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    3. Metodica del comportamento

    • Religioni che prescrivono pratiche mistiche e contemplative di distacco dal mondo: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio (monaco buddista).

    • Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa fuori dal mondo (monaco benedettino) oppure nel mondo (l’imprenditore puritano): l’uomo si fa strumento della volontà di Dio.

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  • La promessa di redenzione

    • Alcune religioni contengono la promessa di una redenzione (in questo o nell’altro mondo). Essa consiste nella liberazione dalla sofferenza e dall’ingiustizia.

    • Questo può metterle in contrasto con il mondo e i suoi ordinamenti. La sfera religiosa tende a contrapporsi a quella secolare (famiglia, economia, politica, arte, eros, scienza…).

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    L’organizzazione religiosa

    • Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; per diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini (sacerdoti) che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati e istituzionalizzati.

    • Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa sono: – i movimenti religiosi

    – le chiese

    – gli ordini monastici

    – le sette

    – le denominazioni

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  • I sacerdoti e il rito

    • Ogni religione ha sempre avuto una figura (mago, stregone, sacerdote) che si pone su un piano diverso da quello del resto dei credenti.

    • Egli ha una funzione sociale (più o meno esclusiva): essere intermediario con il sacro.

    • La celebrazione del rito (atti liturgici) segna il passaggio tra sacro e profano.

    • Il clero (ceto sacerdotale) opera dentro le organizzazioni religiose.

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    I movimenti religiosi

    • Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione religiosa.

    • Essa compare quando maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali.

    • All’origine del movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento religioso passano attraverso l’esperienza della conversione.

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    Le chiese

    • Un movimento religioso si trasforma in chiesaattraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose.

    • Le credenze vengono sistematizzate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto.

    • Le pratiche religiose assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente.

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    Gli ordini monastici

    • Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa.

    • Ad essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa.

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    La setta

    • La setta è una comunità religiosa tendenzialmentechiusa, tra i cui membri si stabiliscono forti legamidi fratellanza e di fiducia.

    • Essa vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni.

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    Le denominazioni

    • Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni.

    • Mentre le chiese tendono a essere le organizzazionireligiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni rispecchiano una situazione di pluralismo religioso (USA).

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    La secolarizzazione

    • La religione è parte della società, ne riflette le

    caratteristiche, viene influenzata dalle sue

    dinamiche e, a sua volta, le influenza.

    • La secolarizzazione è il processo attraverso il quale

    la religione declina e perde la sua influenza nelle

    diverse sfere della vita sociale.

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  • 17

    • Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica,

    che in passato ne erano fortemente influenzati,

    vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza.

    • La scienza ha svolto un ruolo decisivo in questo

    processo, nel sedimentare credenze e convinzioni

    fondate sulla ragione e sul metodo sperimentale.

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    La secolarizzazione

  • Nuove tendenze

    • Non è escluso che le religioni ormai secolarizzate vengano sostituite da nuovi culti.

    • Una delle novità è la cosiddetta «New Age»: pratiche spirituali, unite a forme di meditazione, che uniscono diverse tradizioni religiose.

    • Anima e corpo (separate dal progresso moderno) si riuniscono in pratiche che traggono, in genere, ispirazione dalla tradizione orientale.

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  • Nuove tendenze

    • Secondo altri, si assiste a un processo di ri-sacralizzazione della vita sociale. La rinascitareligiosa è certamente una tendenza degli ultimi decenni e ha attraversato tutte le fedi.

    • Anche la secolarizzazione infatti non è un processo unidirezionale e irreversibile. Le tendenze si mescolano e sovrappongono: la società nordamericana è meno secolarizzata di quella europea, pur essendo più modernizzata.

    • Altra ipotesi: personalizzazione delle fedi.

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    Interpretazioni

    • Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologichedella religione:

    1. interpretazione evoluzionista

    2. interpretazione marxista

    3. interpretazione funzionalistica

    4. religione come fattore di mutamento

    5. concezione fenomenologica della religione

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    Interpretazione evoluzionistica

    • Secondo Comte e Spencer, la religione è espressione di uno stadio primitivo del processo evolutivo delle società umane.

    • Nella modernità, invece, essa occupa uno spazio sempre più marginale ed è sostanzialmente destinata a essere sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale di orientamento delle azioni e delle società umane.

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  • 20

    Interpretazione marxista

    • Per il materialismo dialettico, la storia è storia di lotta di classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime.

    • Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi.

    • In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale.

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    Interpretazione funzionalistica

    • La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione sociale. La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti sono tenute insieme da una credenza comune.

    • Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di appartenenza.

    • Se nelle società moderne la religione sembra in declino, è perché altre forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione.

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    Religione come fattore di mutamento

    • Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è innegabile che la religione sia stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione.

    • Come dimostra Weber, le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali.

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    Interpretazione fenomenologica

    • Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone quindi l’accento sulla relazionetra il soggetto credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano trascendente rispetto alla realtà terrena.

    • Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienzareligiosa: il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero, l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro.

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  • Weber: l’etica protestante (1)

    Studio del mutamento storico.

    o Civiltà moderna: caratterizzata dal prevalere dell’agire razionale orientato allo scopo (risp. a tradiz.).

    o Moderno capitalismo: l’azione razionale in un contesto di potere legale economia razionalizzata.

    Quando? Con valutazione eticamente positiva delle attività economiche che hanno come obiettivo la massimizzazione del profitto personale…

    Cioè: con l’etica protestante.

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  • Weber: l’etica protestante (2)

    • Fine tradizionalismo in economia.

    • Nuovo spirito di auto-disciplina.

    • Applicazione razionale e metodica ai compiti a cui gli individui sono «chiamati» all’interno del sistema sociale (Beruf).

    • La «professione» è qualcosa di «sacro», in quanto vocazione.

    • Etica calvinista: forma di ascetismo (negazione di sé) basata sulla predestinazione… importanza del «segni» di elezione: lavoro, disciplina, autocontrollo...

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  • Weber: l’etica protestante (3)

    • Etica calvinista: anche successo nel mondo (economico) segno di elezione.

    • Ruolo del protestantesimo ascetico nella crescita del capitalismo:

    o Far denaro come fine in sé (non per proprio agio).

    o Nessun godimento terreno.

    o Non sperpero ma accumulazione del denaro.

    • Capitalismo: etica del lavoro, enfasi della razionalità e organizzazione burocratica… la religione influenza l’economia! (non è esclusa l’influenza contraria).

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  • Weber: l’etica protestante (4)

    • Ruolo della religione in economia (dialogo con Marx): spiegazione marxiana troppo semplicistica nel definire le relazioni tra economia e struttura sociale.

    • Le idee hanno una (relativa) autonomia: le connessione non sono unilaterali (dalla struttura alla sovrastruttura).

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