Social media. Miti, usi, abusi

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TESOL-Italy seminar, Rome, 9 April 2011

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Alcuni dati (da non dimenticare)

Solo il 35% della popolazione in Italia possiede un titolo che vada oltre la scuola dell‟obbligo (dati 2002)

Il 65% possiede al massimo la licenza media

A questi vanno aggiunti circa 2,5M di stranieri residenti regolari

Secondo una indagine di Tullio De Mauro del 2001 il 26% della pop. Italiana non è in grado di leggere e comprendere un testo breve

Questi dati mostrano quale sia il pubblico medio dei testi che dovrebbero informare e regolare molti aspetti della nostra vita sociale e pubblica

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Totale fra ciò che è testo e/o codice per generarlo: 42,8%

Quanto testo c‟è nel web?

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Verso il Web 2.0

Termine coniato da Tim O‟Reilly nel 2004 per un ciclo di conferenze dedicato al rilancio delle imprese dot com

Platform switch e UGC. Un nuovo modello di distribuzione e organizzazione dei contenuti...

…O beni prodotti collettivamente e messi al servizio del business privato?

La „scomparsa dei mediatori‟…

…e la conquista della visibilità

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Concetti base del Web 2.0• Partecipazione e condivisione

– Commenti

– Permalink

– Feed RSS (Really Simple Syndication o Rich Site Summary)

• Conoscenza dal basso

– Dalla tassonomia alla folksonomy (social tagging)• Delicious, LibraryThing, Connotea

• Co-autorialità

– Wikipedia

• Accesso

– Open Data, Open Access

• Remix e mashup

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Dati sui SM in Italia

• Il market share dei SM in Italia (gennaio-marzo 2011)– Facebook 70%

– Youtube 25%

– Stumble Upon 2,57%

– Twitter 2,04%

• La guerra tra i motori di ricerca– Google 95%

– Bing 2,26%

– Yahoo 1,06%

• Il market share dei browser– IE 45,35%– Firefox 27,81%– Chrome 20,31%– Opera 1,14%

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Faceboom

“Facebook è un dispositivo persuasivo e omologante… Su F. si è più soggetti costituiti che soggetti costituenti. F. accentua caratteristiche già presenti in altri luoghi della rete, rivelandosi così un dispositivo-specchio… che crea effetti di somiglianza con il reale e impone specifici assetti identitari.” (M.M. Mapelli)

“You are not Facebook‟s customer. You are the product that they sell to their realcustomers – advertisers. Forget this at yourperil.” (Steve Greenberg)

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SM in classe Alcune università USA

università non mettono più a disposizione account email, ma distribuiscono iPads, eReaders e Tablets

iTunes: 300 milioni di lezioni in download di 850 università

Bocconi, Pisa, Napoli…

E anche Harvard si è piegata ai SM…

Ma non tutti sono d‟accordo…

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Top 10 Tools for Learning 2010

http

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“What types of resources are you using and for what purpose in Research/class

assignments?” (Sponsored by ebrary, 2008)

Google and other search engines: 2593

E-books: 2517

Print books: 2478

E-reference (online dictionaries, encyclopedias, maps): 2206

Wikipedia: 2142

Print textbooks: 2098

E-journals: 2080

Electronic databases (ProQuest, LexisNexis, JSTOR, etc.): 1992

Print reference (dictionaries, encyclopedias, maps): 1926

Print journals: 1572

E-textbooks: 1538

Google Scholar: 1524

Course management systems, such as Blackboard or Sakai: 1399

Corporate websites: 1182

E-newspapers: 1173

E-magazines: 987

Lecture recordings: 985

Print newspapers: 830

Print magazines: 764

Blogs/wikis: 607

Podcasts: 514

Audio books: 457

Personal websites: 431

Social web applications (Facebook, MySpace, Friendster, etc.): 300

Global Student E-book Survey

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Il lato oscuro dei SM Il problema della proprietà dei contenuti (e

degli stessi SM)

Il problema legislativo

Manipolazione delle identità da parte di governi (non solo autoritari…)

La guerra dei cloni

il caso Sudan

Raccolta di informazioni a scopo commerciale, politico e criminale

il caso Orkut in India

Cybermafie

Stalking

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Questioni aperte “Internet non è un ambiente egualitario, bensì una

rete governata da leggi di potenza… Le élites non tramontano: cambiano, se mai, le modalità con cui esse vengono selezionate, nascono inediti meccanismi index-carismatici che consentono ai singoli leader, marchi, imprese, testate…diaccumulare rapidamente enormi quote di capitale sociale e relazionale.” (C. Formenti)

“Il profitto non si crea più a livello della produzione, ma attraverso il controllo dei canali di distribuzione. Apple, Amazon, eBay e Google sono i maggiori vincitori di questo gioco.” (Geert Lovink)

“Il medium non solo è il messaggio. Il medium è la mente. Dà forma a ciò che vediamo e al modo in cui lo vediamo… Con la velocità stressante di Internet diventiamo i neuroni del Web.” (Nicholas Carr)

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ConclusioniPer un trivium digitale?

“L‟information literacy dovrebbe essere intesa come una nuova arte liberale che si estende dal sapere come usare un computer e accedere all‟informazione per arrivare fino alla riflessione critica sulla natura dell‟informazione stessa, sulla sua infrastruttura tecnologica, e sul suo contesto e impatto sociali, culturali e anche filosofici, tutti elementi essenziali per la struttura mentale del cittadino istruito nell’era dell’informazione, così come per una persona istruita nella società medievale era essenziale il trivio delle arti liberali di base (grammatica, logica e retorica)” [Shapiro & Hughes 1996]