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Sistemi Turistici Locali Analisi delle risorse, strutture, imprese per la definizione e l’organizzazione dei S.T.L. in provincia di Savona A cura di Luciano Colla

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Sistemi Turistici LocaliAnalisi delle risorse, strutture, imprese

per la definizione e l’organizzazionedei S.T.L. in provincia di Savona

A cura di Luciano Colla

Luciano Colla, laureato a Trento in Scienze Sociali con studi in specializzazione economi-ca, ha compiuto le prime esperienze in Emilia Romagna lavorando con l’arch. Osvaldo Pia-centini ed il gruppo del “Progetto ‘80”.Trasferitosi a Genova come ricercatore presso l’Istituto Ligure di Ricerche Economiche eSociali, è stato, per diversi anni, professore a contratto presso la facoltà d’Architettura del-l’Università di Genova, come docente di Economia Regionale, collaboratore dell’Interna-tional Institute for Applied System Analysis (I.I.A.S.A.) di Laxenburg (Vienna-Austria) e,dalla fine degli anni ’90, docente e consulente (con responsabilità di direzione di ricerca)presso la Scuola Superiore del Commercio, Turismo e Servizi di Milano, oltre che consu-lente delle Camere di Commercio di Savona e Genova, di vari enti pubblici ed imprese pri-vate.

Un ringraziamento a Sergio Ravera per la preziosa collaborazione nelle fasi di analisi e diverifica finale del testo.

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III

Presentazione

“La Camera di Commercio di Savona è stata antesignana ed apripista valorosa sul cam-mino arduo della riforma della nuova organizzazione turistica”: è il riconoscimento del la-voro svolto in questi ultimi anni sui Sistemi Turistici Locali, espresso dall’Assessore Re-gionale al Turismo nei confronti del nostro Ente ancora a fine ottobre scorso, quindi insuccessive occasioni.

Un impegno, in verità, che coinvolge, da tempo, la CCIAA su una proposta di legge,promulgata nell’estate scorsa; un’attività dispiegatasi attraverso l’elaborazione di docu-menti, l’effettuazione di tavoli di lavoro, la promozione di convegni di analisi e di con-fronto finalizzati al rilancio di un’attività, divenuta fattore determinante nella formazionedel valore aggiunto provinciale e ligure.

Con il varo della legge 14/2004, da un lato, sono cresciute le aspettative degli enti ter-ritoriali quali motori centrali nella costituzione dei S.T.L.; dall’altro, si è posto in maggio-re evidenza il ruolo delle imprese nella partecipazione diretta ad una politica di rilanciodell’industria dell’ospitalità, commisurandosi le aziende locali ad un concetto assoluta-mente rivoluzionario: il passaggio, in una logica di promozione e di marketing turistico,dal concetto di legge-albergo al concetto di legge-territorio.

Un cammino non facile ci attende, dovendo recuperare nella cultura del nuovo e in pro-fessionalità. Ma un concetto deve essere preliminarmente chiaro: i Sistemi Turistici Loca-li non sono un’etichetta, bensì “una riorganizzazione del territorio”, formulata da sogget-ti che dovranno affrontare il turismo in una logica di marketing territoriale, avendo benchiare le aspettative della clientela.

Materia indubbiamente complessa che, se oggi sembra riguardare principalmente l’am-bito territoriale dei Sistemi, in verità nell’attribuire a questi soggetti compiti di promozio-ne, commercializzazione, informazione ed accoglienza affida loro grandi responsabilitànello sviluppo economico, poiché, qui, si costruirà nei prossimi anni l’offerta complessivadi singole aree.

Perciò occorre, in una sfida che traguarda gli stessi confini nazionali e comunitari, chela sfera pubblica si schieri accanto al mondo del lavoro per individuare assieme nuove stra-tegie, quindi nuovi prodotti, convinti che finirebbe per vanificarsi lo stesso rischio d’im-presa, laddove le istituzioni mancassero di credibilità, di sostegno.

Come ho già avuto modo di sottolineare, siamo giunti ad una svolta; e questo al di làdei risultati del 2004. Infatti, ci sono voluti anni per intraprendere la strada dell’articolo 5della 135 del 2001, una legge nazionale magari disorganica, una coperta pur rattoppata sevolete, ma i cui principi ispiratori: l’integrazione tra gli attori pubblici e privati nelle fasidi gestione e dell’elaborazione progettuale dei Sistemi e la sussidiarietà tra territori e set-tori d’attività costituiscono le basi per riprendere su nuovi concetti una politica di svilup-po e di valorizzazione coordinata delle risorse turistiche locali, nell’ottica dell’aumentodella competitività di specifiche aree territoriali. Il tutto, in una logica di integrazione e dicooperazione finalizzata a superare i limiti dell’eccessiva parcellizzazione dell’offerta alivello comunale e comprensoriale.

Il volume sui Sistemi Turistici Locali rappresenta un ulteriore contributo della nostraCamera per meglio configurare l’ambito territoriale di questi soggetti attraverso la disa-mina di dati socio economici, non tralasciando nel contempo, al di là di una verifica attentadi situazioni di affinità consolidate e di bacini di clientela italiana ed estera storici, di faremergere elementi significativi di complementarietà tra aree differenti in risorse territo-riali e strutture, che poi costituiscono la ricchezza della Liguria di Ponente.

Il nostro obiettivo è quello di giungere al più presto, entro il 2005, alla costituzione deiSistemi Turistici Locali. Compito arduo poiché se nella legge 14/2004 vengono indicati iprotagonisti reali ed il relativo regolamento ne stabilisce le linee di indirizzo per il ricono-scimento e il finanziamento, non di meno si pongono interrogativi in materia di natura giu-ridica, di personale, oltre che di concertazione tra componente pubblica e sfera privata, ti-morosa quest’ultima di andare verso l’istituzione di un nuovo ente, più che di un soggettoin grado di assicurare risposte alla domanda dei potenziali clienti.

Il fatto certo è che, negli ultimi 30 anni, enti ed imprese hanno viaggiato a “velocità di-verse”, per cui accanto ad una carenza di strategie nel turismo è venuto a mancare quel rap-porto sinergico tra imprese ed enti, nonché tra gruppi stessi di soggetti pubblici e privati,che avrebbe permesso di superare meglio momenti critici.

Perciò, la Camera di Commercio, che da qualche anno attraverso il proprio Osservato-rio Turistico sta fornendo continue informazioni sul settore, non farà mancare l’ulterioreapporto di collaborazione nell’istituzione dei S.T.L. rivestendo un ruolo di collegamentotra sistema delle imprese e sfera pubblica, continuando, nel contempo, nella logica di quel-la strategia, che già al nascere del disegno di legge di riordino dell’organizzazione turisti-ca regionale contraddistinse la sua azione attraverso l’individuazione di “Sistemi di Pro-dotto Locale”, di “Club di prodotto” e di “Sottosistemi territoriali”, che, assieme pur suambiti diversi, rappresentano i veri autentici motori della nuova offerta turistica.

Il PresidenteGiancarlo Grasso

IV

INDICE GENERALE

INTRODUZIONE ................................................................................................................................................................ 1

CAPITOLO 1 QUALI SISTEMI TURISTICI LOCALINELLA PROVINCIA DI SAVONA ? .................................................................................. 3

CAPITOLO 2 SCENARIO NAZIONALE: quale imprenditoria turistica ?

2.1 – La struttura ricettiva .......................................................................................... 172.2 – I dati standard e gli indicatori ........................................................................... 192.3 – Gli indicatori di carico fisico ed ecologico ....................................................... 202.4 – Gli indicatori di carico sociale .......................................................................... 222.5 – La capacità di carico economica ....................................................................... 242.6 – Chi guida l’economia in Riviera?...................................................................... 25

CAPITOLO 3DOMANDA ED OFFERTA DI TURISMO BALNEARE

3.1 – La domanda e l’offerta di ricettività................................................................... 293.2 – I quadri comunali................................................................................................ 32

CAPITOLO 4 RISORSE PER IL TURISMO NELL’AREA SAVONESE

4.1 – La risorsa principale: mare e coste..................................................................... 454.1.1 – Uso degli arenili e carico sostenibile ..................................................... 454.1.2 – I segmenti turistici marini e costieri minori .......................................... 46

4.2 – Le risorse dell’entroterra ................................................................................... 524.2.1 – Offerta ricettiva e domanda nota .......................................................... 52

V

pag.

4.2.2 – Ambienti naturalistici............................................................................. 544.2.3 – Le potenzialità degli alloggi vuoti ......................................................... 57

4.3 – Le risorse specialistiche...................................................................................... 584.3.1 – Cultura ................................................................................................... 584.3.2 – Attività sportive...................................................................................... 754.3.3 – Attrattività locali .................................................................................... 77

CAPITOLO 5 SISTEMI SINERGICI PER L’USO DELLE RISORSE

5.1 – I tempi del turismo e del turista ......................................................................... 835.1.1 – Isocrone da 1 ora e 30’.......................................................................... 855.1.2 – Isocrone da 2 ora e 30’.......................................................................... 875.1.3 – Isocrone da 20 minuti ............................................................................ 88

5.2 – I sistemi “larghi” (di prodotto-risorsa) ............................................................... 88

5.3 – I sistemi “stretti” (legati all’accessibilità) .......................................................... 955.3.1 – Il sottosistema Alassio-Albenga............................................................. 965.3.2 – Il sottosistema Finale Ligure-Loano...................................................... 995.3.3 – Il sottosistema Savonese-Varazzino-Beigua........................................... 1025.3.4 – Il sottosistema delle Bormide ................................................................ 105

CAPITOLO 6 ELEMENTI PER UN PROGETTODI SVILUPPO TURISTICO

6.1 – L’offerta di ricettività e soddisfazione del turista ............................................... 1076.2 – Le risorse, infrastrutture, impresa: i sistemi turistici ......................................... 112

VI

INDICE DELLE TABELLE

Capitolo 1 – Quali Sistemi Turistici Locali nella provincia di Savona?Tabella 01 – Dimensioni riferite alla provincia di SavonaTabella 02 – Rispondenza ai parametri regionali

Capitolo 2 – Scenario nazionale. Quale imprenditoria turistica?Tabella 03 – Struttura della ricettività (% sul totale dei posti letto)Tabella 04 – Indicatori di carico fisico ed ecologicoTabella 05 – Indicatori di carico sociale

Capitolo 5 – Sistemi sinergici per l’uso delle risorse Tabella 06 – Ricettività del sottosistema Albenga-Alassio: area costieraTabella 07 – Ricettività del sottosistema Albenga-Alassio: area internaTabella 08 – Situazione degli arenili del sottosistema Albenga-AlassioTabella 09 – Ricettività del sottosistema Loano-Finale Ligure: area costieraTabella 10 – Ricettività del sottosistema Loano-Finale Ligure: area internaTabella 11 – Situazione degli arenili del sottosistema Loano – Finale LigureTabella 12 – Ricettività del sottosistema Savona-Varazze-Beigua: area costieraTabella 13 – Ricettività del sottosistema Savona-Varazze-Beigua: area internaTabella 14 – Situazione degli arenili del sottosistema Savona-Varazze-BeiguaTabella 15 – Ricettività del sottosistema delle Bormide

INDICE DELLE FIGURE E DEI GRAFICI

Capitolo 1 – Quali Sistemi Turistici Locali nella provincia di Savona?Figura 01 – Sistemi Turistici Locali savonesi: dimensione massima

Capitolo 2 – Scenario nazionale. Quale imprenditoria turistica?Grafico 01 – Costruzioni/commercioGrafico 02 – Costruzioni/albergoGrafico 03 – Regressione costruzioni/albergo

Capitolo 3 – Domanda e offerta di turismo balneareGrafico 04 – Letti in imprese turistiche per tipologia di ricettività (comuni con più di 500

letti)Grafico 05 – Percentuale di presenze in strutture imprenditoriali e sul totale Ponente ligureGrafico 06 – Densità di popolazione virtuale per kmq di superficie comunaleGrafico 07 – Densità degli alloggi non occupati da residenti per kmq di superficie comu-

naleGrafico 08 – Differenza percentuale tra numero degli abitanti e degli alloggi (abitanti/al-

loggi)Grafico 09 – Numero assoluto di alloggi non occupati da residenti destinati a seconda ca-

sa o affitto TuristicoGrafico 10 - Percentuale di letti in imprese alberghiere sul totale di posti letto del comuneGrafico 11 – Percentuale di letti in imprese extralberghiere sul totale di posti letto

VII

Grafico 12 – Percentuale di letti in alloggio sul totale di posti lettoGrafico 13 – Numero di alloggi non occupati da residenti per famiglia residenteGrafico 14 – Percentuale di letto in strutture imprenditoriali sul totale di posti lettoGrafico 15 – Massimo di turisti e residenti per kmq di superficie comunale (livello di

affollamento nei momenti di punta)Grafico 16 – Percentuale di popolazione turistica su popolazione residenteGrafico 17 – Quota di popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legato

alla motorizzazioneGrafico 18 – Quota di popolazione virtuale per impresa commerciale al dettaglio

Capitolo 4 – Risorse per il turismo nell’area savoneseFigura 02 – Localizzazione dei porticcioli turistici nel Ponente ligureFigura 03 – S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) marini e costieriFigura 04 – Isola di BergeggiFigura 05 – Orchidea endemica della valle IbàFigura 06 – Rocca BarbenaFigura 07 – Finalese: rocca di PertiFigura 08 – Ambiti dell’entroterra ligureFigura 09 – S.I.C. montaniFigura 10 – Monte GaleroFigura 11 – Lago di OsigliaFigura 12 – Il “fungo” di Piana CrixiaFigura 13 – Colletta di CastelbiancoFigura 14 – Asgard Jorn (Fondazione Dilani)Figura 15 – Wilfredo Lam (Fabbrica San Giorgio)Figura 16 – Lucio Fontana (Museo Giardino “Ernan”Figura 17 – Lucio Fontana (Colombina, Comune di Albissola Marina)Figura 18 – Passeggiata degli Artisti ad Albissola MarinaFigure 19 – Agenore Fabbri: bozzetto e scultura di luceFigura 20 – Localizzazione dei siti d’interesse per l’arte moderna e contemporaneaFigura 21 – Affresco dantesco – Chiesa di San Giorgio in AlbergaFigura 22 – Caravaggio (quadro attribuito) Museo d’arte sacra della Diocesi d’AlbengaFigura 23 – Alberga, centro storicoFigura 24 – FinalborgoFigura 25 – Localizzazione dei siti d’interesse per i centri storiciFigura 26 – Savona, fortezza del PriàmarFigura 27 – Noli, chiesa di S. ParagorioFigura 28 – Tiglieto, la badiaFigura 29 – Localizzazione dei siti d’interesse per l’archeologia romanaFigura 30 – Albenga, Via Julia Augusta Figura 31 – Il “Piatto blu”, Museo civico IngaunoFigura 32 – Perti, interno di S. AntoninoFigura 33 – Quiliano, ponte inferioreFigura 34 – Localizzazione dei siti d’interesse per l’archeologia preistorica e grotteFigura 35 – Grotte di TiranoFigura 36 – Grotte di Valdemino a Borgio VerezziFigura 37 – Localizzazione dei siti legati a personaggi nati o vissuti in provinciaFigura 38 – Sandro Pertini

VIII

Figura 39 – Aeroporto di Villanova d’AlbengaFigura 40 – Festival di Borgio VerezziFigura 41 – Infiorata di SasselloFigura 42 – Localizzazione dei siti interessati da eventiFigura 43 – La strada del vino e dell’olio

Capitolo 5 – Sistemi sinergici per l’uso delle risorse Figura 44 – Isocrone da 1 ora e 30’Figura 45 – Isocrone da 2 ore e 30’Figura 46 – Isocrone da meno di 20 minutiFigura 47 – Il sistema delle immersioniFigura 48 – Il sistema della velaFigura 49 – Il sistema delle archeologieFigura 50 – Il sistema della speleologiaFigura 51 – Il sistema delle arrampicateFigura 52 – Il sistema del voloFigura 53 – Isocrone del sottosistema di Alberga-AlassioFigura 54 – Isocrone del sottosistema di Finale Ligure-LoanoFigura 55 – Isocrone del sottosistema di Savona-VarazzeFigura 56 – I confini del parco del BeiguaFigura 57 – Isocrone del sottosistema delle Bormide

IX

X

1

Introduzione

Questa pubblicazione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura diSavona intende fornire un contributo agli Enti e al sistema delle imprese per una primaconfigurazione dei Sistemi Turistici Locali, in termini sia di confini territoriali, sia di ge-stione e funzionamento.In quest’ottica, la prima parte di questo studio, partendo dal dettato della Legge Regiona-le 10 agosto 2004, n. 14, “Organizzazione turistica regionale” e dai parametri che essa im-pone, approfondisce alcuni temi che dovrebbero rappresentare il cardine dell’impianto diquesti nuovi strumenti di politica ed economia turistica.La seconda parte di questo studio quantifica alcuni aspetti legati alle tematiche trattate:1) il primo riguarda il “consumo” della risorsa fisica, pressoché inutilizzabile, una volta

distrutta,2) il secondo concerne il rapporto tra imprenditorialità turistica, collegata alla gestione

dell’offerta in strutture alberghiere ed extralberghiere e l’attività edilizia che offre, inalternativa, alloggi: in questo senso, occorrerà cercare di capire gli elementi che vinco-lano, in termini di economia territoriale, lo sviluppo dell’impresa e, conseguentemente,l’utilizzo delle risorse fisiche,

3) il terzo si occupa dell’ambiente urbano in cui il turista viene ospitato: questa trattazio-ne non è, certamente, omnicomprensiva, ma propone e mette a confronto alcuni indi-catori utili alla valutazione delle capacità di carico, comparando la situazione savonesecon i comuni litoranei italiani.

I risultati ottenuti da queste elaborazioni fanno emergere, nei nostri comuni, situazioni de-licate: diciamo, subito, che riportare questi dati non ha come scopo di operare una criticafine a sè stessa, ma piuttosto quello di lanciare un segnale d’allarme a cui pensare di met-tere mano in futuro, in un dibattito intersettoriale.Nel terzo capitolo si approfondisce, anche sulla base delle risultanze della prima e dellaseconda parte, l’offerta e la domanda di turismo balneare nel savonese, ossia del segmen-to più importante di questo settore economico.La quarta parte affronta la questione delle risorse, suddividendole per potenziali prodotti,ossia: 1) mare ed arenili: l’uso degli arenili ed il carico sostenibile, il diportismo nautico turi-

stico, le isole, il diving ed il santuario dei cetacei, gli ambiti naturalistici terrestri co-stieri

2) le risorse dell’entroterra: l’offerta ricettiva e la domanda nota, gli ambienti naturalisti-ci, la potenzialità degli alloggi vuoti

3) le risorse culturali: l’arte, i centri storici e le architetture, l’archeologia e le grotte, i luo-ghi ed i personaggi

4) le attività sportive5) le attrattività locali: divertimento, eventi, la congressistica, la gastronomia, la tecnolo-

gia e l’etnografia.

2

Questo capitolo enumera e commenta le risorse che l’ambito della provincia di Savonapossiede in funzione del mercato turistico.In particolare, quelle che definiremo come “risorse specialistiche” hanno come fonte l’e-sperienza e internet: si è, quindi, consci che diversi elementi informativi possono esseresfuggiti (su internet compaiono unicamente le informazioni che Regione, Province, Co-muni ed altri soggetti hanno immesso in rete).In tale ottica, i vari paragrafi, in cui questo capitolo è suddiviso, vanno letti come un ten-tativo di rilevare risorse da porre “a sistema” nel capitolo seguente e, perciò, andranno –specie in sede di Piano di Sviluppo Turistico – completate.

Per ora, le informazioni ricavate riteniamo, comunque, essere sufficienti ad impostare unlavoro che potrà avere ulteriori sviluppi in un secondo tempo.

Infine, nel quinto e sesto capitolo si affrontano le tematiche del “sistema turismo”, ossia sicercherà di indicare “sistemi sinergici per l’uso delle risorse” da cui giungere alla defini-zione di “elementi per un progetto turistico”.

3

CAPITOLO 1

QUALI SISTEMI TURISTICI LOCALINELLA PROVINCIA DI SAVONA ?

L’articolo 9 della Legge Regionale 10 agosto 2004, n. 14, definisce, in 4 comma, i SI-STEMI TURISTICI LOCALI, ossia:1. La Regione favorisce il processo di aggregazione dei soggetti pubblici e privati per concer-

tare, integrare ed attuare progetti di promozione e di commercializzazione turistica, per svi-luppare azioni congiunte per la crescita dell’economia turistica locale, per rafforzare ed in-tegrare i prodotti turistici, per incrementare ed ottimizzare l’uso delle risorse disponibili.

2. Il S.T.L., ai fini di cui al comma 1, è il soggetto che realizza la collaborazione fra pubblicoe privato nella formazione di un prodotto turistico a livello territoriale sulla base di un pia-no di sviluppo complessivo e di progetti specifici.

3. Il S.T.L. è costituito da un ambito turistico omogeneo o integrato caratterizzato dall’offertadei beni culturali, ambientali e delle attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’a-gricoltura e dell’artigianato locali, o dalla presenza diffusa di imprese singole o associate.

4. Ai S.T.L. possono partecipare le Province, i Comuni, le Comunità Montane, le Camere diCommercio, le Pro Loco, i privati singoli o associati, che operano nel settore turistico e cheintendono concorrere allo sviluppo turistico del proprio territorio.Al di là delle azioni di promozione e commercializzazione, che già compiva l’A.P.T. e che

potrebbero essere ulteriormente implementate con forme di marketing diverso, le vere novitàche la LR 14/2004 propone, a nostro avviso, sono:- il processo di aggregazione dei soggetti pubblici e privati, che attraverso i S.T.L. avviene sul

territorio a fronte di una partecipazione che in precedenza avveniva solo a livello regionalee che coinvolgeva unicamente “grandi operatori”

- l’assegnazione ai S.T.L. di compiti inerenti lo sviluppo di azioni congiunte per la crescitadell’economia turistica locale, per rafforzare ed integrare i prodotti turistici, per incremen-tare ed ottimizzare l’uso delle risorse disponibili

- la collaborazione fra pubblico e privato nella formazione di un prodotto turistico a livello ter-ritoriale che si realizza sulla base di un piano di sviluppo complessivo e di progetti specifici.Si parla, quindi, di compiti di programmazione turistica ed il Piano di Sviluppo viene de-

finito ai comma 4 e 5 dell’art.10 della stessa LR 14/2004: “ … Piano di sviluppo turistico didurata non superiore ai cinque anni che precisi gli obiettivi e le strategie per il territorio di ri-ferimento, nonché i tempi di realizzazione. Al Piano di sviluppo turistico deve essere annessoun piano finanziario, nel quale risultino specificate le risorse di cui si avvarrà il Sistema. …..Il Piano deve, altresì, contenere una dettagliata ricognizione delle risorse turisticamente rile-vanti, disponibili nell’area di riferimento, con particolare riguardo ai seguenti elementi:a) caratteristiche e consistenza del tessuto imprenditoriale coinvolto direttamente e indiretta-

mente nella produzione dell’offerta turistica;

b) valori ambientali e paesaggistici che formano la specificità del territorio;c) emergenze culturali ed artistiche, testimonianza della storia della comunità locale;d) tradizioni enogastronomiche e prodotti tipici; c) tradizioni artigianali ovvero attività economiche caratteristiche che concorrono a costituire

l’identità locale. …”.Un discorso del genere presuppone, quindi, l’esigenza di impostare vere e proprie politi-

che turistiche territoriali che, nell’accezione della nostra regione, potrebbero (dovrebbero)coinvolgere aspetti ambientali, territoriali ed economici che sembrano travalicare la sempliceattività di comunicazione verso l’esterno.

A conferma di ciò, l’art. 11 specifica, ulteriormente, i compiti dei S.T.L. affermando:1. I S.T.L. svolgono compiti di impulso delle attività turistiche del proprio territorio, attraver-

so la predisposizione e l’attuazione di progetti.2. I S.T.L., al fine di garantire l’accesso alle informazioni turistiche locali da qualsiasi ambi-

to regionale, alimentano il sistema informatico - informativo regionale utilizzandone diret-tamente le funzioni e interfacciando i propri sistemi informatici

ossia individuando un’attività progettuale che, di fatto, realizza i P.S.T.L’articolo 10 della Legge Regionale fornisce, inoltre, i requisiti che i Sistemi Turistici Lo-

cali devono esperire al fine di ottenere il riconoscimento.Tali requisiti “ ...attengono al rispetto di parametri minimi concernenti i seguenti elementi:

a) numero, ubicazione e rilevanza dei Comuni partecipanti, con specifico riferimento allaconsistenza demografica, all’estensione territoriale, nonché all’aggregazione, nell’ambitodi un medesimo S.T.L., tra aree della costa ed aree dell’entroterra;

b) consistenza della ricettività alberghiera ed extralberghiera e numero delle presenze turistiche;c) partecipazione dei soggetti privati al cofinanziamento dei progetti contenuti nel Piano di

sviluppo turistico di cui al comma 4.”Sulla base delle riflessioni compiute sinora e tenendo conto delle “linee di indirizzo per il

riconoscimento e il finanziamento dei S.T.L.” emanate dalla Regione Liguria, possiamo uti-lizzare i dati demografici, provenienti dal censimento ISTAT 2001, e quelli turistici, pubblica-ti dall’ISTAT per il 2001 ed ottenuti dall’APT per il 2003, dividendo la provincia savonese,per esempio, in 5 zone (facendo anche riferimento ai confini delle Comunità Montane):1. l’area dell’albenganese – alassino composta da 20 comuni, di cui:

– sulla costa, 5 comuni: Alassio, Albenga, Andora, Ceriale e Laigueglia– nell’entroterra, 15 comuni: Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio

di Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Nasino, Onzo, Ortovero,Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga e Zuccarello

2. l’area del loanese composta da 9 comuni, di cui:– sulla costa, 3 comuni: Borghetto Santo Spirito, Loano e Pietra Ligure– nell’entroterra, 6 comuni: Balestrino, Bardineto, Boissano, Calizzano, Giustenice e

Toirano 3. l’area del finalese composta da 12 comuni, di cui:

– sulla costa, 5 comuni: Bergeggi, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli e Spotorno– nell’entroterra, 7 comuni: Calice Ligure, Magliolo, Orco Feglino, Osiglia, Rialto, To-

vo San Giacomo e Vezzi Portio4. l’area del savonese – varazzino composta da 13 comuni, di cui:

– sulla costa, 6 comuni: Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Savona,Vado Ligure e Varazze

– nell’entroterra, 7 comuni: Giusvalla, Mioglia, Pontinvrea, Quiliano, Sassello, Stella eUrbe

4

5. l’area delle Bormide composta da 15 comuni dell’entroterra: Altare, Bormida, Cairo Mon-tenotte, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Mallare, Massimino, Millesimo, Murialdo, Pal-lare, Piana Crixia, Plodio e Roccavignale.Queste 5 aree possedevano, al 2001 (ISTAT – censimento e statistiche del turismo), le

quantità illustrate in tabella 1.

Tabella 1 – Dimensioni riferite alla provincia di Savona

Consideriamo, quindi, i parametri minimi per la definizione dei Sistemi Turistici Locali,forniti dalle “linee di indirizzo per il riconoscimento e il finanziamento dei S.T.L.”, ossia:– numero minimo di posti letto in strutture ricettive imprenditoriali: 5.000– numero minimo di presenze turistiche in strutture ricettive imprenditoriali: 400.000– numero minimo di abitanti residenti: 30.000– superficie minima del sistema turistico locale in kmq: 150– percentuale minima di comuni da inserire nel sistema turistico locale rispetto a quelli pro-

vinciali: 25%, di cui 1/3 di non affaccio sul mare– oltre a quello che richiede una quota di partecipazione del settore privato al finanziamen-

to del S.T.L. di almeno il 10%.Tenendo conto, quindi, che per la provincia di Savona, il numero minimo di comuni per

S.T.L. risulta pari a 17 (25% di 69 comuni=17,25=17 arrotondato per difetto), queste 5 areesoddisferebbero, o meno, i parametri come illustrato in tabella 2.

Tabella 2 – Rispondenza ai parametri regionali (X)

5

letti presenze superficie abitanti comuni

A l b e n g a n e s e –

alassino Costa 18558 2995648 98 48349 5

Entroterra 654 83158 199 9386 15

Totale 19212 3078806 297 57735 20

Loanese Costa 10370 1824224 28 25629 3

Entroterra 690 33415 147 7570 6

Totale 11060 1857639 175 33199 9

Finalese Costa 9463 1308790 58 22893 5

Entroterra 196 12237 123 6703 7

Totale 9659 1321027 181 29596 12

Savonese - varazzino Costa 7600 1050364 177 108128 6

Entroterra 875 43779 291 14435 7

Totale 8475 1094143 468 122563 13

Bormide 321 36362 408 38004 15

Provincia di Savona Costa 45991 7179026 361 204999 19

Entroterra 2736 208951 1168 76098 50

Totale 48727 7387977 1529 281097 69

Letti presenze superficie abitanti comuni

Albenganese - alassino X X X X X

Loanese X X X X

Finalese X X X

Savonese - varazzino X X X X

Bormide X X

areeAlbenganese -alassino

Volendo rispondere positivamente a tutti e 5 i parametri e tenendo conto delle ipotesi di ag-gregazione proposte in prima istanza, i potenziali S.T.L. risulterebbero unicamente:A. Savonese / Varazzino / Bormide, in quanto la prima area non possiede il numero di comu-

ni sufficienti e, la seconda, solo il numero di abitantiB. Albenganese – AlassinoC. Loanese / Finalese, in quanto la prima area non possiede il numero di comuni sufficienti

e, la seconda, sia il numero di comuni, sia il numero di abitantie questa proposizione massimale si configura come quella illustrata in figura 1.

Figura 1 – I Sistemi Turistici Locali savonesi; dimensione massima

Questa soluzione non è certamente unica; altre possibilità di aggregazione:– per l’area Savonese / Varazzino / Bormide, si potrebbero immettere, a levante, i comuni ge-

novesi di Arenzano e Cogoleto sulla costa e Tiglieto nell’entroterra, in quanto direttamen-te connessi all’area dell’arco del Beigua ed, a nord, connettere comuni cuneesi, quali, inparticolare, quelli della Val Bormida di Millesimo/Cortemiglia, ossia Camerana, Castellet-to Uzzone, Gorzegno, Gottasecca, Levice, Monesiglio, Montezemolo, Pezzolo Valle Uz-zone, Pruneto e Saliceto

– creare 2 S.T.L., unendo l’area del loanese-finalese e quella dell’albenganese-alassino– immettere nell’area dell’albenganese-alassino dell’insieme dei comuni “giro grande”, os-

sia dei comuni di Balestrino, Toirano e Borghetto Santo Spirito – immettere, sempre, nell’area dell’albenganese-alassino i comuni del dianese – aggregare i comuni come Noli, Spotorno e Bergeggi all’ambito savonese– dar vita ad un unico S.T.L. provinciale, con una articolazione di sotto sistemi di prodot-

to e di ambito.Per esempio, un discorso interessante potrebbe essere quello di una suddivisione in due sot-

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tosistemi, di cui, uno comprendente i comuni della costa e dell’entroterra, da Pietra Ligure aDiano Marina ed, un altro, comprendente il Savonese, il Varazzino, le Bormide, oltre ai co-muni costieri da Borgio Verezzi a Bergeggi e quelli, genovesi, di Arenzano, Cogoleto e Ti-glieto.

Ciò comporterebbe la “sparizione” dell’ipotesi del S.T.L. loanese-finalese, in quanto, seuna quota di comuni del loanese si aggregasse all’area ingauna, non permetterebbe il rag-giungimento dei parametri al Sistema Turistico Locale finalese.

Infatti, l’area loanese-albenganese-alassina (a cui aggiungiamo quella dianese, esterna,però, alla provincia e, come tale, non rientrante nel parametro relativo al numero dei comuni,in quanto la base di calcolo della percentuale non può essere che quella provinciale), conter-rebbe:– circa 30.000 posti letto– circa 5 milioni di presenze– oltre 470 kmq di superficie– circa 91.000 abitanti– 29 comunilasciando, all’area finalese (che comprende anche Noli, Spotorno e Bergeggi)– circa 10.000 posti letto– circa 1,3 milioni di presenze– oltre 60 kmq di superficie– circa 23.000 abitanti– 12 comuniossia, senza 2 parametri (abitanti e numero dei comuni)

Sta di fatto che la Regione, afferma pur sempre al punto 2) delle linee di indirizzo per il ri-conoscimento e il finanziamento dei S.T.L. “..... la possibilità di costituire STL in ambiti ter-ritoriali minori, e quindi in deroga ad uno o più dei requisiti di cui al punto 1, con esclusionedella lett. d), purché gli stessi siano omogeneamente caratterizzati dalla concentrazione di va-lori ambientali e paesaggistici di riconosciuta eccellenza internazionale...”

La suddivisione territoriale, però, deve tenere anche conto della futura gestione economi-ca dei S.T.L.: a tal proposito, esistono alcune ipotesi regionali di distribuzione dei finanzia-menti, che, per il prossimo anno, sembrano configurarsi in:– circa 1 milione di € per l’impianto dei S.T.L.– circa 7 milioni di € per la gestione di progetti, da assegnare a bando.

I finanziamenti per l’impianto dei S.T.L. dovrebbero essere distribuiti secondo parametriregionali che forniscono un peso:– alla superficie, del 10%, – agli abitanti, del 5%, – ai posti letto a gestione imprenditoriale, del 15%,– alle presenze turistiche, del 40%, – oltre ad una quota fissa d’impianto per comune, valutata 30%.

Secondo questa parametrazione, i fondi d’impianto del S.T.L., cui avrebbe diritto l’interaprovincia di Savona, ammonterebbe a circa 380.000 € , di cui circa 280.000 “portati in dote”dai Comuni della costa.

Il 50% di quest’ultima quota sarebbe appannaggio di Alassio (2° comune nella gerarchiaregionale), Pietra Ligure (5°), Loano (6°), Finale Ligure (7°), Varazze (8°) ed Albenga (9°).

La quota complessiva spettante alla provincia di Savona sembra essere, nel complesso, ab-bastanza esigua ed una sua suddivisione dovrebbe suggerire, quantomeno, una certa cautelanella frammentazione del territorio.

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Infatti, volendo riepilogare le diverse ipotesi di S.T.L. suggerite,

– nel caso di 3 S.T.L., ossia:– il S.T.L. Savonese / Varazzino / Bormide, composto da 31 comuni savonesi (ossia, Al-

bissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Savona, Vado Ligure e Varazze sullacosta e Giusvalla, Mioglia, Pontinvrea, Quiliano, Sassello, Stella, Urbe, Altare, Bormi-da, Cairo Montenotte, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Mallare, Massimino, Millesi-mo, Murialdo, Pallare, Piana Crixia, Plodio e Roccavignale nell’entroterra), con l’ag-giunta dei 3 comuni genovesi di Arenzano, Cogoleto e Tiglieto, otterrebbe una cifra diimpianto pari a circa 110.000 €. L’ulteriore integrazione con i comuni del cuneese (nel-lo specifico ipotizzato, Camerana, Castelletto Uzzone, Gorzegno, Gottasecca, Levice,Monesiglio, Montezemolo, Pezzolo Valle Uzzone, Pruneto e Saliceto), che posseggo-no, complessivamente, circa 120 posti letto e poco più di 5.000 abitanti, non apporte-rebbe alcun contributo, anche se garantirebbero l’interregionalità e quindi il concorso afondi nazionali.

– il S.T.L. Loanese / Finalese composto da 21 comuni (ossia, Borghetto Santo Spirito,Loano, Pietra Ligure, Bergeggi, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli e Spotorno, sullacosta, e Balestrino, Bardineto, Boissano, Calizzano, Giustenice, Toirano, Calice Ligu-re, Magliolo, Orco Feglino, Osiglia, Rialto, Tovo San Giacomo e Vezzi Portio, nell’en-troterra) avrebbe un appannaggio di poco più di 140.000 €.

– il S.T.L. albenganese / alassino, composto da 20 comuni (ossia, Alassio, Albenga, An-dora, Ceriale e Laigueglia, sulla costa, e Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Ca-stelvecchio di Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Nasino, Onzo, Ortove-ro, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga e Zuccarello, nell’entroterra)otterrebbe poco più di 135.000 €.

– nel caso di 2 S.T.L., ossia:– il S.T.L. Savonese / Varazzino / Bormide, composto dagli stessi 31 comuni già segnala-

ti, continuerebbe ad avere una “dote” di 110.000 €.– un S.T.L. unico Loanese / Finalese / Albenganese / Alassino, otterrebbe la somma dei

due S.T.L. precedenti, ossia circa 280.000 €.

– considerando ancora 2 S.T.L., più complessi, in prima ipotesi potrebbe contenere:– il S.T.L. albenganese / alassino / loanese / dianese, composto da 36 comuni (ossia, Bor-

ghetto Santo Spirito, Loano, Pietra Ligure, Andora, Laigueglia, Alassio, Albenga, Ce-riale, Diano Marina, San Bartolomeo al Mare e Cervo, sulla costa, e Arnasco, Casano-va Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio di Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli,Garlenda, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga,Zuccarello, Balestrino, Bardineto,Boissano, Calizzano, Giustenice, Toirano, DianoArentino, Diano Castello, Diano San Pietro e Villa Faraldi, nell’entroterra) che otter-rebbe circa 285.000 €

– il S.T.L. finalese / savonese / varazzino / bormide, con 41 comuni, oltre a quelli cunee-si (ossia, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi, Vado Ligure, Savo-na, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze, Cogoleto e Arenzano,sulla costa, ed Altare, Bormida, Cairo Montenotte, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego,Giusvalla, Mallare, Massimino, Millesimo, Mioglia, Murialdo, Pallare, Piana Crixia,Plodio, Pontinvrea, Quiliano, Roccavignale, Sassello, Stella, Urbe, Tiglieto, Calice Li-gure, Magliolo, Orco Feglino, Tovo San Giacomo e Vezzi Portio, nell’entroterra) conpoco più di 170.000 €.

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– un’ulteriore suddivisione in 2 S.T.L., in seconda ipotesi potrebbe contenere:– il S.T.L. albenganese / alassino / loanese / dianese, più una quota dell’ipotesi finalese,

con 43 comuni (con i comuni di Borghetto Santo Spirito, Loano, Pietra Ligure, Ando-ra, Laigueglia, Alassio, Albenga, Ceriale, Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Cer-vo, Borgio Verezzi e Finale Ligure, sulla costa, e Arnasco, Casanova Lerrone, Castel-bianco, Castelvecchio di Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Nasino,Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga, Zuccarello, Bale-strino, Bardineto, Boissano, Calizzano, Giustenice, Toirano, Diano Arentino, Diano Ca-stello, Diano San Pietro, Villa Faraldi, Calice Ligure, Magliolo, Orco Feglino, Tovo SanGiacomo e Vezzi Portio), con una dotazione di circa 325.000 €

– il S.T.L. savonese / varazzino / bormide, con una quota di comuni dell’ipotesi finalese,comprendente 34 comuni (ossia, Noli, Spotorno, Bergeggi, Vado Ligure, Savona, Al-bissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze, Cogoleto e Arenzano, sullacosta, ed Altare, Bormida, Cairo Montenotte, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giu-svalla, Mallare, Massimino, Millesimo, Mioglia, Murialdo, Pallare, Piana Crixia, Plo-dio, Pontinvrea, Quiliano, Roccavignale, Sassello, Stella, Urbe e Tiglieto, nell’entroter-ra), con una quota d’avvio di circa 132.000 €

Sta di fatto che questa dissertazione numerica configura contributi minimali rispetto allagestione futura, peraltro collegata, da un lato, alla stesura del Piano di sviluppo turistico e, daun altro lato, alla creazione di programmi – conseguenti al P.S.T. – da presentare alla RegioneLiguria rispettando i bandi da essa emessi.

Riferendoci alla creazione di programmi, occorre sottolineare che i 7 milioni di € che laRegione mette a bando (annualmente) per l‘intero ambito da Ortonovo (SP) a Ventimiglia(IM), proprio nell’ottica di partecipazione di progetti a concorso, non giungeranno tutti gli an-ni ad ogni singolo S.T.L., per cui più sarà elevato il numero dei Sistemi Turistici Locali in ogniprovincia, più, si suppone, mancherà una continuità annua di denaro.

A ciò si aggiunga che il bando finanzierà il 70% dei progetti presentati e che, quindi, il re-stante 30% sarà a carico degli Enti e dei Privati aderenti al Sistema Turistico Locale.

Se, però, esistono perplessità su alcuni punti della Legge e delle Linee di indirizzo, detta-te essenzialmente dal punto 2) che, facendo salvo l’intervento privato come determinante sucui si concorda pienamente, permette la formazione di S.T.L. in deroga ai parametri regiona-li (sarebbe stato meglio fissare un limite: per esempio, la deroga di 1 parametro e non di 1 opiù parametri), sembrerebbe, invece, volersi premiare la capacità di idee dando rilievo alla ste-sura del Piano di Sviluppo Turistico.

Infatti, al di là delle cifre di impianto (che in ogni caso, se frazionate, non garantirebberoeconomie di scala sufficienti), la Legge prescrive che occorre impostare le politiche turisticheattraverso un Piano di Sviluppo Turistico (art.10, Riconoscimento dei S.T.L.) che, a nostro av-viso, deve avere tre indirizzi di fondo:– il primo indirizzato alla valorizzazione delle risorse, intendendo come tale sia l’organizza-

zione della balneazione, sia l’intervento per rendere fruibili le “nicchie”– il secondo – in rapporto con il P.T.C. provinciale – mirato a impostare e suggerire politiche

di formazione ed infrastrutturali indispensabili all’uso delle risorse– il terzo votato alla ricerca di idee di marketing originali, mirate all’uso delle risorse stesse,

su cui avviare i programmi di comunicazione pubblicitaria.Queste affermazioni, che collocano la redazione del P.S.T. come elemento fondante del ri-

conoscimento regionale dei Sistemi Turistici Locali, sembrerebbero essere rafforzate in sede

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di “linee di indirizzo per il riconoscimento e il finanziamento dei S.T.L.”, quando si afferma,al punto 4) di :• “......affidare la verifica della congruità dei Piani di Sviluppo Turistico, presentati dai co-

stituendi STL, ai sensi dell’art. 10, comma 4 della L.R. 14/2004, ad un apposito gruppo divalutazione, composto dal Direttore del Dipartimento competente e dai Dirigenti dellestrutture del turismo. Ad esso sono, altresì, affidati i compiti di monitoraggio sulla realiz-zazione degli stessi ......”

ed al punto 5)• “....... il gruppo di valutazione esamina i Piani, che devono contenere i dati previsti dal-

l’art. 10, comma 5 della L.R. 14/2004, attribuendogli un punteggio che tiene conto dei se-guenti elementi: I) adeguatezza delle risorse conferite dai proponenti per la copertura, a regime, delle spe-

se di funzionamento dei STL: sono attribuiti da 1 a 5 punti;II) idoneità del piano alla valorizzazione turistica dell’entroterra: sono attribuiti da 1 a 5

punti;III) idoneità del piano a favorire lo sviluppo di segmenti di offerta complementari o alter-

nativi rispetto al prodotto balneare: sono attribuiti da 1 a 5 punti;IV) idoneità del piano ad incidere in modo stabile sulla qualità dell’offerta turistica nel ter-

ritorio di riferimento: sono attribuiti da 1 a 5 punti,V) ampiezza e rilevanza del territorio del STL: possono essere attribuiti da 1 a 5 punti....”

e, quindi, di “....stabilire che il Piano si intende congruo se viene raggiunto motivata-mente un punteggio minimo di 15 punti .....”

ed al punto 7)• “...... di stabilire che i Piani di sviluppo turistico possono essere aggiornati con cadenza

annuale previa valutazione positiva della Giunta regionale .....”

Poiché, sia la Legge Regionale, sia le Linee di Indirizzo forniscono una determinante im-portanza ai Piani di Sviluppo Turistico (dato che i parametri territoriali sono “labili”, in baseal punto 2), il contributo che si vuole fornire riguarda, in primo luogo, la formazione di talipiani che dovranno tradurre le politiche turistiche dettate dai P.S.T. in singoli progetti da sot-toporre:– per la sezione turistica, alla Regione Liguria al fine di ottenere i finanziamenti a bando– per la sezione infrastrutturale, ai Comuni, alla Provincia, ed ancora, alla Regione, per ri-

cercare il denaro indispensabile– per la sezione formativa, alla Provincia ed, ancora, alla Regione, per ottenere i fondi UE

Obiettivo 3.Prima di entrare, quindi, nei termini specifici del funzionamento degli o del S.T.L., rite-

niamo occorra approfondire alcuni aspetti definitori e di economia del turismo(*), che ci pos-sono aiutare a superare gli elementi localistici e contribuire alla qualità dei Piani.

Il rapporto tra uso del territorio, forme dell’organizzazione della ricettività turistica e qua-lità dell’ambiente urbano in cui il turista è ospitato, infatti, può essere riassunto come un“insieme di attività e fattori di attrattività che, situati in uno spazio definito (sito, località,area), sono in grado di proporre un’offerta turistica articolata e integrata, ossia rappresenta-no un sistema di ospitalità turistica specifica e distintiva che valorizza le risorse e la culturalocali”1.

Queste attività e fattori tendono a definire un prodotto composito, le cui componenti pos-sono essere numerose ed eterogenee (beni, servizi, elementi naturali e antropici del contestoambientale, informazione): l’assemblaggio di tali componenti avviene per opera del turista e

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di diversi operatori, dando vita a situazioni di produzione e consumo più o meno strutturate eorganizzate.

Per contro, il turista che “sceglie”, in un rapporto simile alla concorrenza perfetta, deve es-sere adeguatamente informato sulle alternative di mercato: quest’elemento è essenziale perevitare forme di rendita e monopolio/oligopolio che spesso si verificano.

S’individua, così, un determinato “luogo turistico” non come un prodotto unico, ma comecomposto di tanti prodotti quanti sono i profili prevalenti d’interesse e di modalità di fruizio-ne, riconoscibili o proponibili in relazione a turisti spinti da scopi di viaggio, motivazioni,esperienze differenti.

Il confine e l’identità della “destinazione turistica”, perciò, non è univocamente determi-nato, ma dipende dai diversi segmenti di turisti e dalle differenti offerte e dai vari prodotti.

Infatti, la destinazione, nella percezione del turista, è fortemente “disegnata” dallo specifi-co prodotto, il quale:– comporta la definizione di uno specifico ambito territoriale (uno o più luoghi e insedia-

menti turistici o, addirittura, parte di questi);– pone in maggiore o minore evidenza alcune attrattive rispetto ad altre;– seleziona un insieme di attività e di attori fra quelli presenti.

Nell’identificazione e nella promozione di una destinazione, sono, perciò, determinanti lepercezioni dei differenti segmenti di turisti e le capacità degli operatori di influire su tali per-cezioni, attraverso la progettazione di offerte e prodotti volti a combinare le attrattive del con-testo (beni, servizi, informazioni, risorse dell’ambiente naturale e sociale) in risposta alle di-verse esigenze dei turisti di ciascun segmento.

Questi concetti operativi, collegati ai comportamenti strategici ed alle soluzioni operativeadottate sia da singoli operatori, sia da loro aggregazioni, rendono possibile la valorizzazionee lo sviluppo delle risorse naturali e antropiche, necessarie ad offrire sul mercato prodotti tu-ristici più o meno complessi.

Inoltre, tali concetti offrono un’utile base per analizzare la complessità del tema, in quan-to consentono di approfondire analiticamente l’identificazione:a) dei prodotti offerti;b) degli attori rilevanti e dei loro obiettivi e risorse;c) del contesto ambientale in cui il prodotto viene offertod) dei possibili centri decisionali cui riferire strategie e politiche strutturali ed infrastrutturali.

L’offerta di una destinazione, allora, deve essere pensata in termini di prodotto, con riferi-mento all’insieme, più o meno articolato, di occasioni ed esperienze di turismo definite e ri-conoscibili, che complessivamente vengono offerte a differenti segmenti attuali e potenziali: iconcetti di gamma, linea, prodotto, ed i conseguenti approcci di marketing, devono essereadottati al fine di caratterizzare l’offerta di una località in termini di aree di business, segmenti,nicchie ecc.

In quest’ottica, infatti, se occorre puntare sulla differenziazione dell’offerta – non solo intermini di composizione e articolazione delle attrattive e dei servizi, ma anche in termini dimodalità più o meno flessibili e di organizzazione del prodotto – occorre, altresì, pensare alproblema della riconoscibilità, da parte del consumatore, delle proposte.

Ciò porta, tra l‘altro, all’attivazione di economie di scala che possono influire sulla dina-mica concorrenziale dei prezzi.

Quanto sinora affermato asserisce al profilo economico, per cui il turismo appare, in pri-ma approssimazione, come insieme di attività che producono i beni e i servizi (produzione tu-ristica) che devono soddisfare i bisogni dei turisti (consumi turistici): in realtà, questa è solouna delle dimensioni e l’unica regolata dal mercato (e per questo più direttamente individua-

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bile e misurabile), però non è la più rilevante. È noto, infatti, che il comportamento turistico si concretizza, oltre che nella fruizione di be-

ni e servizi prodotti, anche nella fruizione di risorse non prodotte o, comunque, non riprodu-cibili, che, di fatto, rappresentano l’obiettivo principale del viaggio: i motivi che inducono unapersona a fare del turismo derivano fondamentalmente dal desiderio di godere delle bellezzee delle attrattive naturali e culturali del luogo visitato, da esigenze di tipo ricreativo (e/o un mixdi queste), e, comunque, da bisogni che si soddisfano, in primo luogo, quasi sempre tramite ilconsumo di beni pubblici, di solito ceduti a prezzo nullo (o quasi ..).

Il fatto rilevante diventa, in definitiva, che la produzione turistica è solo un sottoinsiemedell’offerta turistica: essa fornisce beni e servizi che complementano i servizi primari offertida beni pubblici e, quindi, il turismo assume il carattere di una resource oriented activity e va,perciò, inteso come un insieme di attività il cui prodotto è, in realtà, un paniere di beni e ser-vizi, formato, in parte, da beni privati – l’alloggio, il cibo, l’abbigliamento ecc. – e, in parte,da beni pubblici – in primo luogo mare, spiagge, monti, parchi e altre attrattive paesistiche estorico-culturali –, che per loro natura producono fenomeni economici “non di mercato”.

Se ci si sofferma sulla componente dell’offerta, definita come quella composta da “beni eservizi pubblici, prodotti e non prodotti, ma comunque ceduti a prezzo nullo o controllato”,bisogna immediatamente affermare che l’ambiente rappresenta la risorsa del turismo.

Quest’affermazione – sulla quale, in prima approssimazione, è facile ottenere un consen-so unanime – suscita, però, pareri e interpretazioni differenziati e ciò perché:1) il concetto stesso di ambiente è complesso, difficile da definire, e possono esistere modi di

interpretazione diversi, che portano a conclusioni diverse2) l’attenzione verso l’ambiente, in quanto sottoposto alle conseguenze delle attività umane,

è relativamente recente e tuttora spesso contornata da un alone di emotività.L’ambiente, nella sua accezione più generale, è “tutto ciò in cui è immerso l’uomo e con

cui l’uomo interagisce”: in esso vi sono sia le componenti “naturali”, la cui esistenza è indi-pendente dall’uomo che ne può influenzare solo l’evoluzione, sia le componenti “create dal-l’uomo”, sia le condizioni sociali, economiche e culturali che ne caratterizzano il contesto divita.

Le risorse fisiche rivestono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’offerta di turismo, inqualità di attrattori dei flussi, tanto da rappresentare gli input primari dell’industria dei viaggie del turismo, senza i quali quest’industria stessa non si sarebbe sviluppata e/o non potrebbesopravvivere.

Storicamente, il turismo ha avuto un rapporto positivo con le risorse fisiche, instaurandouna relazione simbiotica che ha permesso a entrambi di godere dei benefici prodotti: la pos-sibilità di utilizzare, a fini turistici, luoghi con particolari caratteristiche naturali o culturali hareso socialmente conveniente progetti di conservazione e di ristrutturazione, fornendo, con-temporaneamente, benefici sia all’ambiente sia ai turisti, che di tali risorse fruiscono.

Tale relazione simbiotica, tuttavia, non sempre è raggiunta: l’uso di un luogo a fini turisti-ci può comportarne, di fatto, un suo consumo fisico, causato sia direttamente dai turisti, siadalla necessità di tutta una serie di infrastrutture turistiche complementari e di supporto agliattrattori ambientali, sia, ancora, da politiche microeconomiche spesso, concettualmente edeconomicamente – quantomeno sul medio-lungo periodo – in contrasto con lo sviluppo delsettore specifico.

Il turismo ha, così, una tendenza intrinseca alla modificazione dell’ambiente, che, se noncontenuta entro livelli accettabili, può portare a conseguenze delicate in termini sia ambienta-li, sia di attrattività turistica.

La politica ottimale di utilizzazione delle risorse fisiche, poi, si differenzia, a livello ope-

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rativo, secondo la tipologia cui tali risorse sono riconducibili, facendo attenzione a distingue-re il loro stock fisico dai servizi che tale stock fornisce2.

Possiamo, a tal fine, elencare:a) le risorse il cui stock è dato, anche se non noto, la cui utilizzazione ne comporta la com-

pleta distruzione (l’esempio più tipico è quello delle risorse geologiche): lo sfruttamentodei servizi ha, in questo caso, il carattere dell’irreversibilità;

b) le risorse il cui stock è dato e non rinnovabile, ma i cui servizi possono essere almeno par-zialmente riciclati e aumentati, secondo modalità tecnologiche controllate dal pianificato-re pubblico: in questa categoria può essere fatta rientrare anche la maggior parte delle ri-sorse culturali;

c) le risorse la cui utilizzazione comporta la distruzione irreversibile sia dello stock delle ri-sorse stesse, sia di quello dei servizi da esse derivanti, ma tale stock di servizi disponibilipuò essere incrementato (luoghi ambientalmente unici, praterie, foreste, patrimonio bo-schivo, patrimonio ittico ecc.). La politica ottima di utilizzazione intertemporale dovrà de-finire il livello di utilizzazione corrente, che mantiene uno stock residuale sufficiente a sod-disfare i consumi futuri, dato il tasso di autogenerazione;

d) le risorse il cui stock è dato e i cui servizi sembrano disponibili in misura illimitata: essivengono sfruttati, e quindi distrutti, ma riprodotti modificati dallo stesso stock su un oriz-zonte temporale infinito. Il prototipo di questa categoria è la risorsa “terreno”, che, in ma-niera diversa e non singolarmente riproducibile, rappresenta, peraltro, una delle più im-portanti risorse “turistiche”: il rischio è di ricadere nella categoria a) citata (dove si mettonopietre e mattoni, non cresce più l’erba).

In tale contesto, perciò, diviene importante porsi il problema di analizzare:a) l’impatto fisico del turismo per esprimere le alterazioni prodotte dal turismo sull’ambien-

te fisico (naturale e culturale)b) l’impatto sociale del turismo per intendere le alterazioni generate dal turismo sulle funzio-

ni sociali ed economiche dell’area, rappresentative della qualità della vita della popolazio-ne ospitante.Il parlare di impatti introduce il concetto di capacità di carico, definito, genericamente,

come il massimo numero di turisti che una destinazione può sopportare (massimo livello d’u-so), oltre il quale gli impatti si traducono in un danno – fisico, economico, sociale – netto.

I concetti di capacità di carico possono essere generalizzati, per una qualsiasi destinazioneturistica, come:a) la capacità di carico fisica ed ecologica, quale limite oltre il quale l’ambiente e/o le risor-

se culturali della destinazione risultano danneggiati;b) la capacità di carico economica, quale limite oltre il quale la qualità della visita si riduce

drasticamente, al punto da determinare una contrazione della domanda e, di conseguenza,della produzione destinata a soddisfarla;

c) la capacità di carico sociale, che rappresenta il limite oltre il quale le altre funzioni socialie/o economiche dell’area risultano danneggiate e/o ostacolate, con conseguente degradodella qualità della vita sia della popolazione ospitante, sia del turista stesso.In particolare, le prime due specificazioni esprimono la soglia massima oltre la quale l’im-

patto fisico, prevalentemente negativo, diventa inaccettabile, e l’impatto economico, preva-lentemente positivo, crolla.

Ciascun tipo di impatto, e ciascuna capacità di carico, può, perciò, essere espressa anchein termini di costi e benefici:a) la capacità di carico fisica corrisponderà al limite oltre il quale la risorsa risulta degradata

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in modo irreversibile, o recuperabile solo a fronte di costi tanto elevati da poter essere con-siderati infiniti;

b) la capacità di carico economica corrisponderà al limite in cui i benefici economici rag-giungono il valore massimo, corrispondente al livello massimo di domanda;

c) la capacità di carico sociale corrisponderà al livello oltre il quale il confronto tra costi e be-nefici connessi all’impatto sociale segnala un’eccedenza dei primi.Da quanto detto, emerge come il concetto di massima capacità di accoglienza venga defi-

nito, innanzi tutto, facendo riferimento ai limiti imposti dai due diversi sottosistemi produtti-vi turistici, ossia il sottosistema che produce beni e servizi non riproducibili, coincidente conl’utilizzo delle risorse turistiche primarie, e quello che produce beni e servizi turistici ripro-ducibili.

Sta di fatto, però, che la massima capacità di accoglienza di una destinazione turistica saràdefinita come il vincolo più stringente – in altri termini, quello che diventa attivo per primo –tra quello sociale, quello economico, quello fisico.

Se il vincolo imposto dal sottosistema che produce beni e servizi non riproducibili (il sot-tosistema delle risorse turistiche) rappresenta il limite estremo, oltre il quale non è possibileandare, il limite massimo d’accoglienza può essere raggiunto molto prima, se i vincoli impo-sti dal sottosistema produttore dei beni e servizi riproducibili risultano essere più stringenti.

Quest’ultimo sottosistema è, di norma, tecnicamente in grado di allentare i propri vincoliaumentando la capacità produttiva: il problema sta nel fatto che quest’espansione potrebbenon essere desiderabile socialmente e tale da distruggere le risorse fisiche.

Allora, con riferimento alle caratteristiche dei turisti, i fattori rilevanti saranno – oltre il nu-mero, la durata della loro permanenza, i loro comportamenti – le loro aspettative riguardo al-la qualità della visita.

Dal lato della destinazione, agiranno, invece, le specificità in termini di lineamenti del-l’ambiente naturale, di struttura e organizzazione sociale, di struttura e sviluppo economico,di grado di sviluppo turistico, di posizione lungo la curva del ciclo di vita del prodotto.

Se il Sistema Turistico Locale è la destinazione turistica, occorre, allora, che esso sia an-che il luogo in cui si elaborano le politiche turistiche e, in quest’ottica, bisogna, in prima istan-za, aver presente due temi, che approfondiremo in seguito, che riguardano:– i sistemi “larghi” o di prodotto– i sistemi “stretti” o legati all’accessibilitàambedue strettamente connessi alla presenza ed all’uso delle risorse.

Per quanto concerne i sistemi di prodotto, ovviamente diversi dalla balneazione che rap-presenta un prodotto trasversale e che, come vedremo, abbisogna di interventi organizzativi,occorre superare la logica “localistica” del “cliente è mio e non lo mollo”, mirando ad econo-mie di scala in grado di portare su questi pacchetti turistici il maggior numero di clienti.

Infatti, la logica è quella delle “tappe” che possono offrire uno spettro qualitativo di offer-ta il più ampio possibile.

Utilizzando come esempio il “sistema delle arrampicate” – che specificheremo oltre –, es-so riguarda tre aree, ossia quella del Finalese, del Pennavaire e delle Alpi Marittime, indub-biamente appartenenti a S.T.L. diversi.

Data la diversità qualitativa dei siti e per la possibilità di collegarli a sistemi diversi, l’in-frastrutturazione e la promozione di queste categorie turistiche deve esse coordinata anche at-traverso progetti mirati, finanziabili a bando.

Per contro, sulla balneazione, che, a nostro avviso deve essere sostenuta da importanti in-vestimenti in servizi di qualità, può innescarsi una sana concorrenza tra aree.

Questi esempi di comportamento, collegabili a diversi momenti progettuali, portano logi-

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camente ad una organizzazione di un Sistema Turistico provinciale unico, capace, quindi, disfruttare economie di scala di funzionamento (primi tra tutti i costi di lavoro) e di coordina-mento, articolato in sottosistemi su cui costruire progetti specifici legati sia alla capacità in-novativa degli imprenditori, sia alle eventuali peculiarità insite nelle risorse accessibili.

I problemi del marketing si legano a due aspetti:– confermare il turista che ha già scelto come luogo di vacanza l’area del savonese– attrarre nuovi turisti, affiancando alle azioni promozionali che già persegue l’APT, forme

di marketing attivoma, di questi temi, ci occuperemo in seguito.

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NOTE AL CAPITOLO 1

(*) Due testi di riferimento, a nostro avviso importanti e che possono essere un utile riferimento teorico, sonoquelli pubblicati dal Touring Club Italiano nella collana “Economia del Turismo” e scritti da Costa P., ManenteM. (2000) Modelli di analisi e misura delle dimensioni economiche del turismo e da Pechlaner H., WeiermairK. (2000) Fondamenti di marketing e gestione delle destinazioni turistiche

1 Rispoli M., Tamma M.(1995) Risposte strategiche alla complessità: le forme di offerta dei prodotti alber-ghieri, Giappichelli, Torino

2 Delbono F., Fiorentini G. (1987) Economia del Turismo, La Nuova Italia Scientifica, Roma

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CAPITOLO 2

SCENARIO NAZIONALEQUALE IMPRENDITORIA TURISTICA?

2.1 LA STRUTTURA RICETTIVA

Prima di affrontare l’analisi di scenario in relazione a quanto affermato nel capitolo suiSistemi Turistici Locali, occorre predisporre un quadro della ricettività turistica che, come ta-le, è composto dalla:– ricettività alberghiera– ricettività extralberghiera, in cui la parte preponderante riguarda quella in campeggio, vil-

laggio turistico, ecc., ossia la ricettività all’aria aperta– ricettività in alloggio.

Mentre per le prime due tipologie si posseggono dati sufficientemente certi ed omoge-nei (statistiche del turismo, ISTAT), per la terza occorre effettuare una stima partendo dal-l’ipotesi che un alloggio non occupato da residenti in un comune costiero possa identifi-carsi come un alloggio turistico, intendendo come tale sia quello in proprietà di un nonresidente, ossia una “seconda casa”, sia l’alloggio di proprietà di un residente che viene af-fittato ad un turista.

A questo tipo di ricettività viene, ulteriormente, ipotizzata una disponibilità pari a 3 let-ti per alloggio.

La ricettività così definita produce la distribuzione – a nostro avviso, sottostimate sulversante degli alloggi – di cui alla tabella 3 (a pagina 18).

Complessivamente, i letti turistici italiani risulterebbero poco meno di 6 milioni e mez-zo, e la media nazionale vede il 26% dei posti letto collocati in strutture imprenditoriali(11,5% in albergo) ed il restante 74% in alloggi.

La provincia di Savona, nel suo complesso, presenta, rispetto a questa media, valori diricettività in impresa inferiori (circa il 21%) e, quindi, in alloggio, superiori (circa 79%).

Sta di fatto, però, che la percentuale inferiore di posti letto in strutture ricettive gestitead impresa è essenzialmente dovuta ad una carenza di extralbergo, in quanto il peso diquelli alberghieri si allinea con la media nazionale.

Valori di imprenditorialità superiori a quelli savonesi li registriamo sulle coste della To-scana, della Sardegna e su quelle di tutto l’Adriatico, con punte tra il 45 ed il 50%, in quel-lo settentrionale.

Considerando, invece, le località marine della nostra provincia, pesi % di posti letto instrutture imprenditoriali superiori alla media li individuiamo ad Alassio (30%), Varazze,Spotorno (31%), Finale Ligure, Laigueglia, Pietra Ligure, Borgio Verezzi ed Albenga(54%).

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Per contro, i comuni con una percentuale di posti letto in alloggio superiore all’80% ri-sulterebbero: – tra il 90 ed il 97%, quelli di Andora, Albisola Superiore, Bergeggi e Borghetto Santo Spi-

rito– tra l’80 ed il 90%, quelli di Albissola Marina, Ceriale, Loano, Celle Ligure e Noli.

Questi dati, anche al di là dei singoli valori percentuali, propongono una presenza di ri-cettività in alloggio che comprime fortemente le attività turistiche imprenditoriali (ormai qua-si a livello di “nicchia”) e, questo fatto, ci pone il problema di analizzare meglio i dati in fun-zione di quei carichi “economico”, “sociale” e “fisico–ecologico”.

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(*) Tirreno centro-meridionale = Lazio, Campania, CalabriaAdriatico meridionale = Puglia, Molise, AbruzzoAdriatico settentrionale 1 = Emilia Romagna, MarcheAdriatico settentrionale 2 = Veneto, Friuli Venezia Giulia

Tabella 3 – Struttura della ricettività (% su totale posti letto)( p )

ricettività imprenditoriale

areealberghi campeggi

altra

extral.Totale

alloggi

Alassio 24,1 4,5 1,3 29,9 70,1

Varazze 21,5 1,4 1,4 24,3 75,7

Spotorno 20,6 10,0 0,7 31,3 68,7

Finale Ligure 15,9 6,9 0,4 23,2 76,8

Laigueglia 15,5 7,3 0,4 23,2 76,8

Pietra Ligure 15,5 6,7 1,0 23,1 76,9

Celle Ligure 12,8 1,7 0,2 14,6 85,4

Noli 12,6 0,0 0,8 13,4 86,6

Loano 12,0 4,6 1,5 18,1 81,9

Borgio Verezzi 9,2 13,0 1,8 24,0 76,0

Albisola Superiore 4,7 0,0 0,0 4,7 95,3

Albenga 4,2 49,0 0,6 53,8 46,2

Albissola Marina 3,9 16,9 0,0 20,8 79,2

Andora 3,7 4,9 0,0 8,5 91,5

Ceriale 3,1 15,8 0,3 19,1 80,9

Bergeggi 3,0 0,0 0,6 3,6 96,4

Borghetto Santo Spirito 1,2 1,7 0,4 3,3 96,7

Provincia di Savona 11,5 8,9 0,7 21,2 78,8

Liguria 9,8 8,3 0,6 18,7 81,3

Toscana 12,1 23,9 0,9 37,0 63,0

Tirreno centro-meridionale (*) 8,6 12,6 0,2 21,5 78,5

Sicilia 5,6 3,7 0,2 9,5 90,5

Sardegna 12,9 12,0 0,2 25,1 74,9

Ionio 5,2 10,4 0,6 16,3 83,7

Adriatico meridionale (*) 7,3 17,2 0,3 24,8 75,2

Adriatico settentrionale 1 (*) 34,3 14,0 2,4 50,8 49,2

Adriatico settentrionale 2 (*) 14,1 28,5 3,0 45,6 54,4

Italia 11,5 13,3 0,8 25,7 74,3

2.2 I DATI STANDARD E GLI INDICATORI

In questa sede, non si definiscono veri e propri limiti di carico (fisico, sociale ed econo-mico) in quanto occorrerebbe, quanto meno, un’analisi storica comparata: bisognerebbe, in-fatti, comparare il trend degli indicatori che verranno utilizzati con quello delle presenze“reali”, dati che, quantomeno al momento, non si possiedono in maniera sufficiente.

Le analisi che andiamo ad effettuare, quindi, mostrano un quadro statico agli inizi deglianni 2000 dello stato delle risorse e delle attività turistiche, da cui, in ogni caso, si possonotrarre alcune conclusioni sulla vicinanza o meno di quei limiti di carico che possono minarelo sviluppo del settore.

Infatti, in questo studio, si sono utilizzati dati “standard”:– per quanto concerne il territorio, attraverso i dati censuari 2001 disaggregati per comune

e trasmessi da ISTAT tramite sito internet, sono state raccolte le informazioni relative al-la popolazione residente, al numero delle famiglie, del patrimonio edilizio residenziale edegli alloggi non occupati da residenti, oltre le superfici comunali

– per quanto riguarda il turismo, attraverso le statistiche 2001 per comune, sempre ISTAT,si sono rilevati il numero delle imprese e dei posti letti in albergo ed in extralbergo, ossia,nello specifico di quest’ultima tipologia ricettiva, in campeggio e villaggio turistico, inagriturismo e in altre strutture ricettive

– in relazione all’ambiente urbano ospitante, utilizzando le statistiche ISTAT censuarie percomune, si sono rilevate il numero di imprese artigiane di servizio ai veicoli ed il nume-ro di imprese commerciali al dettaglio.

Gli indicatori individuati ai fini dell’analisi, si suddividono in tre categorie:– quelli riguardanti il territorio, ossia indicatori in grado di misurare, sulla base dei dati

omogenei citati in precedenza, lo spreco o meno del territorio, rispetto alla risorsa turisti-ca ad essi collegata:1) popolazione virtuale (intendendo come tale la somma della popolazione residente con

quella turistica, calcolata come numero di presenze suddivise sui 365 giorni dell’an-no) per kmq di superficie comunale

2) alloggi non occupati da residenti per kmq di superficie comunale3) differenza tra densità per kmq della popolazione e degli alloggi4) numero di alloggi non occupati da residenti, identificabile, nei comuni costieri, con la

disponibilità di alloggi per seconda casa o affitto turistico;– quelli relativi al turismo, capaci di individuare l’imprenditorialità turistica, distinguendo

tra indicatori di struttura (l’esistenza di posti letto) ed il numero di alloggi non occupatida residenti per famiglia: quest’ultimo parametro, nel caso assuma valori elevati, indicala presenza di molti alloggi turistici in proprietà di non residenti (seconde case) ed un’or-ganizzazione di questo tipo di ospitalità (specie attraverso agenzie immobiliari) poco si-gnificativa:1) % letti in imprese alberghiere su totale posti letto2) % letti in imprese extralberghiere su totale posti letto (campeggio e villaggio turistico,

agriturismo, altre strutture ricettive)3) % letti in alloggio su totale posti letto: a proposito di questi posti letto si è effettuata

una “sottostima”, considerando 3 posti letto in ogni alloggio non occupato da residen-te, riferita sia alla seconda casa in proprietà, sia all’alloggio affittato da turista.

4) alloggi non occupati da residenti per famiglia residente;– indicatori collegabili alla vivibilità turistica del luogo, in termini sia di affollamento nei

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momenti di punta, sia di garanzia di servizi pubblici (un piccolo comune che raddoppia lapropria popolazione ben difficilmente possiede le capacità di bilancio per garantire servizipubblici consoni anche ai turisti), sia alla presenza di un’adeguata rete commerciale e di ar-tigianato di servizio (quest’ultima legata, in particolare, all’assistenza dei mezzi veicolari):1) massimo di turisti e residenti per kmq di superficie comunale (livello di affollamento

nei momenti di punta)2) % popolazione turistica su popolazione residente (livello di fabbisogno di servizio)3) quota di popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legato alla moto-

rizzazione4) quota di popolazione virtuale per impresa commerciale al dettaglio.

2.3 GLI INDICATORI DI CARICO FISICO ED ECOLOGICO

Entrando nei termini della capacità di carico fisica ed ecologica, che possiamo definirecome “.... limite oltre il quale l’ambiente e/o le risorse culturali della destinazione risultanodanneggiati”, la tabella 4 (a pagina 21) propone gli indicatori relativi all’uso del territorio afini turistici.

Il calcolo di questi indicatori ha richiesto una stima delle presenze turistiche sia nellestrutture imprenditoriali, sia negli alloggi.

A tal fine abbiamo ipotizzato, – ad agosto, il “tutto esaurito” della ricettività– negli altri mesi, una distribuzione dell’occupazione dei posti letto, in base alla stagiona-

lità turistica alberghiera, extralberghiera e, per quanto riguarda l’alloggio, delle residenzeturistiche.In questa logica si ottiene una sorta di “produzione turistica vendibile”, omogenea per tut-

ti i territori esaminati, al di là di fattori contingenti.Questa stima fornisce i seguenti risultati: circa 1 miliardo di presenze in tutta Italia, in-

tendendo come tale la frequentazione sia in strutture imprenditoriali, sia in alloggi.In Liguria si concentra oltre l’11% delle presenze turistiche nazionali ed il 5% circa a Sa-

vona; all’interno dell’ambito provinciale, i comuni con le quote maggiori sono Pietra Ligu-re, Alassio, Andora, Loano, Borghetto Santo Spirito e Finale Ligure, che concentrano il 3%delle presenze nazionali.

La popolazione virtuale media per kmq a livello nazionale è valutata in circa 280 perso-ne a kmq: le aree che si collocano attorno a questo valore sono quelle toscane, della Sicilia,dell’Adriatico meridionale (Puglia, Molise, Abruzzo) e dell’Adriatico veneto e friulano ed aldi sotto di questa soglia rileviamo unicamente le zona ionica e sarda.

La Liguria è l’area con la densità maggiore – circa 3 volte quella media nazionale – se-guita dall’Adriatico romagnolo e marchigiano (circa 2 volte) e dalle coste del Tirreno centro-meridionale.

Le coste della provincia di Savona si assestano su valori di 970 persone a kmq e, in par-ticolare, vanno citati Borghetto Santo Spirito (3500 persone), Laigueglia (oltre 3000) e Pie-tra Ligure (2400).

Premesso ciò, osserviamo i singoli indici.La densità media nazionale di alloggi turistici per kmq è di circa 50 e, tra le aree consi-

derate, la Liguria presenta i valori più alti, ossia circa 200.La provincia di Savona si colloca al di sopra dei 250 alloggi a kmq e, a livello comunale,

abbiamo, con più di 1000 alloggi, Borghetto Santo Spirito e Laigueglia; 500/700 alloggi non

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Tabella 4 – Indicatori di carico fisico ed ecologico

21

(*) Tirreno centro-meridionale = Lazio, Campania, CalabriaAdriatico meridionale = Puglia, Molise, AbruzzoAdriatico settentrionale 1 = Emilia Romagna, MarcheAdriatico settentrionale 2 = Veneto, Friuli Venezia Giulia

popolazione

virtuale a kmq

alloggi non

occupati da

residen. a kmq

differenza %

tra

popolazione ed

alloggi

alloggi non

occupati da

residen. x

1000

Borghetto Santo Spirito 3484 1501 -108,7 8,0

Laigueglia 3066 1108 -90,0 3,1

Pietra Ligure 2356 712 -27,9 6,9

Ceriale 1588 596 -72,9 6,7

Loano 1799 520 -12,9 7,0

Borgio Verezzi 1515 392 2,3 1,1

Alassio 1425 357 -7,7 6,2

Spotorno 1030 308 -41,5 2,5

Bergeggi 820 298 -42,2 1,1

Celle Ligure 1077 277 3,7 2,7

Andora 650 249 -62,5 7,9

Albissola Marina 2208 234 39,5 0,7

Finale Ligure 724 186 -2,1 6,4

Noli 655 185 -9,2 1,8

Varazze 475 91 22,1 4,4

Albenga 826 79 44,3 2,9

Albisola Superiore 472 55 38,3 1,6

Provincia di Savona 970 256 -2,1 70,9

Liguria 895 195 16,7 167,4

Toscana 264 41 34,9 87,3

Tirreno centro-meridionale (*) 418 69 40,2 325,6

Sicilia 294 45 43,3 281,9

Sardegna 98 20 37,5 128,8

Ionio 203 47 9,3 303,6

Adriatico meridionale (*) 284 44 46,3 179,6

Adriatico settentrionale 1 (*) 569 69 45,4 111,9

Adriatico settentrionale 2 (*) 299 70 8,4 97,6

Italia 282 49 38,8 1591,7

occupati da residenti per kmq li rileviamo a Pietra Ligure, Ceriale e Loano.La differenza tra popolazione ed alloggi risulta, a livello nazionale, pari a circa il 39% a

favore degli abitanti e le aree con una percentuale, sempre positiva a favore della popolazio-ne, inferiore sono quelle adriatiche veneto-friuliane (+8%), ioniche (+9%) e liguri (+16%).

La provincia di Savona è la sola area con un numero di alloggi superiore (del 2%) alla po-polazione e, per singolo comune, rileviamo situazioni di vertice a Borghetto Santo Spirito,con più del 100% di alloggi in più rispetto ai residenti, a Laigueglia, con il 90%, Ceriale, conil 73%, Andora, con il 63%, Spotorno e Bergeggi, con poco più del 40%.

Per quanto riguarda la variabile “numero di alloggi turistici” non ha senso la media na-zionale, essendo la somma degli alloggi non occupati da residenti in Italia, perciò osservia-mo le aree in cui si presentano le maggiori e minori quantità di alloggi di questo tipo.

Complessivamente, in Italia, contiamo circa 1.600.000 alloggi di questo tipo, di cui pocopiù del 10% sono rilevati in Liguria ed il 4,5% in provincia di Savona.

Le aree in cui si concentrano maggiormente questo tipo di alloggi sono quelle sulla spon-da occidentale; infatti:– in Liguria ne rileviamo, come detto, il 10,5%– in Toscana, il 5,5%– sulle coste tirreniche meridionali, il 20,5%– in Sicilia, circa il 18%– in Sardegna, l’8%per un totale superiore al 60% del valore nazionale.

Sulle coste ioniche, ne rileviamo il 19% circa e sulle coste adriatiche, il 24%.In particolare, in provincia di Savona, vanno menzionati i comuni di Borghetto Santo Spi-

rito (circa 8.000 alloggi non occupati da residenti), Andora (7.900 alloggi di questo tipo), Pie-tra Ligure, Ceriale e Loano (con circa 7.000 alloggi ciascuno) e Finale Ligure ed Alassio(6.200/6.400).

La situazione del carico fisico delle nostre aree, perciò, è poco rassicurante, specie per iriflessi socio-economici che questa situazione, come vedremo, produce.

Infatti, una forte densità di popolazione virtuale è indice di occupazione generica del suo-lo, qualsiasi sia il tipo di ricettività<, un’alta densità di alloggi non occupati da residenti staa significare una edificazione del territorio spesso penalizzante altri aspetti del turismo, unnumero elevato di alloggi turistici fornisce un indice quantitativo dell’edificazione selvaggiae la differenza tra densità di residenti ed alloggi mostra, quando questi ultimi sono prevalen-ti, un uso estremo del suolo a fini di edificazione che pone serie difficoltà alla possibilità difornire adeguati servizi sia ai residenti, sia ai turisti (nonostante l’ICI).

In conclusione, volendo rilevare distribuzioni geografiche con una certa soluzione di con-tinuità, possiamo notare come a presentare i migliori utilizzi del territorio, al di là dell’otti-ma situazione che vanta la Sardegna, siano le aree toscane (con l’esclusione della Versilia),quelle ioniche e quelle adriatiche, comprese tra Bari e Campobasso.

Viceversa, la costa ligure e della Versilia, quella tra Roma e Cosenza e l’area veneto-friu-lana sono le zone in cui si evidenzia un problematico uso del suolo.

2.4 GLI INDICATORI DI CARICO SOCIALE

Per quanto riguarda la capacità di carico sociale, definibile come “il limite oltre il qualele funzioni sociali e/o economiche dell’area risultano danneggiate e/o ostacolate, con conse-guente degrado della qualità della vita sia della popolazione ospitante, sia del turista stesso”,alcuni indicatori parziali possono essere (tabella 5 a pagina 23)3:– massimo di turisti e residenti per kmq di superficie comunale (livello di affollamento nei

momenti di punta)– % popolazione turistica su popolazione residente (livello di fabbisogno di servizio)– quota di popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legato alla motorizza-

zione– quota di popolazione virtuale per impresa commerciale al dettaglio.

L’indicatore di affollamento nei momenti di pieno carico della ricettività risulta media-mente, a livello nazionale, pari a circa 400 persone per kmq: al di sopra di questa soglia pos-siamo individuare, in primo luogo, la Liguria con più di 1200 persone a kmq, seguita dall’a-

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rea romagnolo-marchigiana, con circa 850.Le coste ioniche e sarde, invece, si collocano al di sotto della media nazionale, rispettiva-

mente con circa 230 e 150 persone per kmq.La provincia di Savona presenta, assieme al Tigullio, l’affollamento maggiore raggiun-

gendo le 1400 unità per kmq e, a livello comunale, le situazioni più problematiche le regi-striamo (oltre 5000 persone) a Laigueglia e Borghetto Santo Spirito e, con 2700/3700, a Pie-tra Ligure, Ceriale e Loano.

La presenza di una percentuale di popolazione turistica superiore a quella residente è, si-curamente, un sintomo di una situazione carente.

A livello nazionale, in media, abbiamo una percentuale di residenti superiore di circa il50% a quella dei turisti: in Liguria questa percentuale si abbassa a circa il 25%, mentre in

23

(*) Tirreno centro-meridionale = Lazio, Campania, CalabriaAdriatico meridionale = Puglia, Molise, AbruzzoAdriatico settentrionale 1 = Emilia Romagna, MarcheAdriatico settentrionale 2 = Veneto, Friuli Venezia Giulia

Tabella 5 – Indicatori di carico sociale

carico di punta

a kmq

turisti-abitanti

% su abitanti

imprese

servizio

veicoli su

abitan.virtuali

imprese

commerciali

su abitanti

virtuali

Laigueglia 5107 194,8 1591 83

Borghetto Santo Spirito 5608 166,5 1503 123

Ceriale 2680 138,0 784 127

Spotorno 1675 112,7 518 58

Andora 1028 105,6 601 110

Pietra Ligure 3665 65,5 592 73

Bergeggi 1240 63,6 268

Alassio 2138 33,9 403 38

Loano 2689 29,4 441 47

Noli 946 15,7 845 57

Finale Ligure 1065 13,6 341 47

Borgio Verezzi 2273 8,3 1150 55

Celle Ligure 1521 -2,9 567 56

Varazze 640 -30,2 268 43

Albenga 1126 -65,3 71 18

Albisola Superiore 551 -74,5 111 17

Albissola Marina 2647 -74,6 238 17

Provincia di Savona 1435 11,1 370 52

Liguria 1237 -26,7 252 39

Toscana 357 -39,6 206 35

Tirreno centro-meridionale (*) 545 -51,3 173 35

Sicilia 370 -65,8 99 26

Sardegna 150 -64,7 134 27

Ionio 228 -67,5 102 23

Adriatico meridionale (*) 401 -74,7 86 18

Adriatico settentrionale 1 (*) 842 -65,2 108 20

Adriatico settentrionale 2 (*) 515 28,2 535 74

Italia 395 -57,4 140 29

(*) i idi l i i l b i

provincia di Savona, registriamo una popolazione turistica superiore di oltre il 10% rispettoa quella residente.

A livello comunale, possiamo citare, con un numero di turisti più che doppio rispetto aquello dei residenti, Laigueglia (195%), Borghetto Santo Spirito (167%), Ceriale (138%),Spotorno (113%) ed Andora (105%).

Gli indicatori di servizio al turista vedono, mediamente sull’Italia, 1 impresa di ripara-zione veicoli ogni 140 persone ed 1 commerciale ogni 30 persone.

Le situazioni migliori sembrano essere, per quanto riguarda i veicoli, sulle coste dell’A-driatico meridionale e della Sicilia, mentre le peggiori, sulla costa veneto-friulana e su quel-le liguri e toscane.

Per quanto riguarda il rapporto rispetto alle imprese commerciali, sembrerebbero fornireun miglior servizio (quanto a minor numero di persone per ogni impresa) le coste ioniche edadriatiche meridionali e romagnolo-marchigiane, mentre quelle più carenti dovrebbero esse-re quelle veneto-friulane, liguri, toscane ed, in genere, tirreniche.

Complessivamente, le migliori situazioni in termini di continuità spaziale, si possono in-dividuare nell’area abruzzese e marchigiana, sull’Adriatico, e, in parte, su quelle ioniche edelle isole.

2.5 LA CAPACITÀ DI CARICO ECONOMICA

Osserviamo, ora, la capacità di carico economica, che viene definita come il “limite ol-tre il quale la qualità della visita si riduce drasticamente, al punto da determinare una con-trazione della domanda e, di conseguenza, della produzione destinata a soddisfarla”.

Già abbiamo potuto osservare la distribuzione dell’offerta ricettiva suddivisa tra coloroche forniscono posti letto attraverso una gestione imprenditoriale e non, ottenendo una si-tuazione non certo favorevole alla prima tipologia di ricettività.

A questi indicatori, aggiungiamo quello relativo al rapporto tra numero di alloggi non oc-cupati da residenti e numero di famiglie residenti, la cui media nazionale è 0,67.

Le aree che presentano un rapporto superiore sono quelle ioniche (1,25), liguri (0,82) esarde (0,76), mentre i valori più bassi si individuano sulla costa toscana (0,61), siciliana(0,57) e dell’Adriatico meridionale (0,56).

La provincia di Savona possiede 1,2 alloggi non occupati da residenti per ogni famigliaed, a livello comunale, i valori più eclatanti li troviamo:– a Borghetto Santo Spirito, con 3,1 alloggi di questo tipo per famiglia residente– a Laigueglia, con 3 alloggi per famiglia– a Ceriale, con 2,8– ad Andora, con 2,6– a Bergeggi, con 2,1.

Questo indicatore sembra presentare valori più elevati sul Tirreno, rispetto all’Adriatico,seguendo le maggiori concentrazioni di alloggi non occupati dai residenti: sta di fatto, però,che non sempre questo legame è stretto.

Infatti, esistono aree in cui la politica dell’alloggio sembra essere maggiormente organiz-zata rispetto ad altre.

Per esempio, esistono zone in cui la % di ospitalità in alloggio è relativamente bassa afronte di un rapporto tra alloggi non occupati da residenti per famiglia elevato, come il casodi Venezia che possiede solo il 46% di ricettività in alloggio, ma circa 1,2 alloggi turistici perfamiglia residente.

24

In conclusione, considerando gli indicatori dell’”organizzazione turistica”, le aree situaz-te nella parte bassa della graduatoria sembrerebbero localizzate prevalentemente sulla costatirrenica, ossia quelle della Liguria, del Lazio, della Calabria e della Sicilia, oltre alla regio-ne ionica-adriatica delle Puglie.

Le “migliori”, invece, sono quelle adriatiche, da Pescara a Venezia e, sul Tirreno, la mag-gior parte della Toscana e della Campania.

Sta di fatto che, in relazione Già a quanto affermato, occorre esaminare quali possono es-sere le condizioni per rispondere, in modo concorrenziale, alle esigenze dei turisti da partedegli attori del mercato – intendendo come tali gli imprenditori turistici e le imprese di ser-vizio che operano sinergicamente con loro –, ma ciò pone il problema del contesto all’inter-no del quale essi devono agire, in funzione della massimizzazione dei loro profitti.

Infatti, lo sviluppo dell’impresa turistica – e, in genere, di gran parte delle attività im-prenditoriali – è fortemente legata a quattro elementi: – le economie di localizzazione, ossia il sistema infrastrutturale specifico per l’impresa – le economie d’agglomerazione, ossia la concentrazione spaziale di imprese, più o meno

sinergiche, che producono lo stesso prodotto o prodotti affini o consequenziali– le economie esterne, ossia quell’insieme di attività, collocate nell’area, capaci di suppor-

tare le imprese, e che forniscono prodotti atti alla loro crescita (prodotti anche non uniciper queste attività esterne)

– le economie di scala, legate alla dimensione degli esercizi.

2.6 – CHI GUIDA L’ECONOMIA IN RIVIERA ?

Tutto ciò pone il problema di “chi guida” la formazione di queste economie che dipen-dono fortemente dalle scelte di sviluppo e dalla capacità di “imporre” la propria specializza-zione settoriale.

In prima istanza, l’elevata presenza di ospitalità in alloggio porta a pensare che la politi-ca turistica non venga pilotata dagli imprenditori che gestiscono le strutture ricettive o di ser-vizio al settore.

E’ pur vero che “il turismo ha una tendenza intrinseca alla modificazione dell’ambiente”,e che se tale tendenza non viene contenuta entro livelli accettabili, può portare a conseguen-ze oltremodo negative in termini sia ambientali, sia economici. Ma sono altri settori ad in-cidere maggiormente sul territorio.

Comunque, in termini di indicatori, quelli relativi ai carichi fisico e sociale sono, a no-stro dire, soddisfacenti in quanto fotografano determinate situazioni; però, il discorso del ca-rico economico dovrebbe essere affrontato in termini di dinamica temporale. In questa sede,peraltro, non si dispongono di dati appropriati.

Consideriamo, pertanto, i trend occupazionali di ogni provincia costiera riferiti ai settoridelle costruzioni, del commercio e artigianato di servizio e degli alberghi, possiamo ricerca-re alcune correlazioni.

La prima riguarda le differenze di posti di lavoro registratesi nel settore delle costruzioninegli anni ’80 e nel settore del commercio, nei successivi 5 anni (1991-1996): ebbene, si ot-tiene una correlazione negativa pari a –0,5 ed il grafico 1 ne illustra gli andamenti. (vedi gra-fico 1 a pagina 26).

Altresì, confrontando la stessa dinamica del settore delle costruzioni con quella, nel pe-riodo seguente, del settore della ricettività (vedi grafico 2), si ottiene ancora una correlazio-ne negativa (-0,45).

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Questo fa presupporre che la politica della ricettività in alloggio o della seconda casa, haeffetti negativi sull’imprenditorialità turistica in un secondo tempo.

Osservando i dati su cui si sono effettuati i calcoli, possiamo rilevare come le provincecon i maggiori incrementi di occupazione edile (oltre il 20%) negli anni ’90, abbiano subito,nei successivi 5 anni, perdite (salvo alcune eccezioni) nel settore degli alberghi tra il 10 ed il20%.

Ciò vale, in particolare, per aree meridionali di abbastanza recente edificazione, mentre“aree storicamente deturpate” in passato, abbiano già subito questo processo e siano in unasituazione di stabilità.

Se l’incremento di posti di lavoro nel settore delle costruzioni può risultare una proxi cor-retta della produzione di alloggi, specie nelle zone costiere, allora le correlazioni negativepossono indicare una tendenza per cui l’alloggio utilizzato per la ricettività, tende a ridurre(e non in termini di peso %) l’occupazione nei settori imprenditoriali del turismo.

In termini di regressione, soffermandoci sul settore degli alberghi, potremmo calcolarel’equazione (grafico 3 a pagina 27):

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Grafico 1 – Costruzioni/commercio

Grafico 2 – Costruzioni/albergo

differenza % di occupazione nel settore degli alberghi = 3,07 – 0,31 differenza % di oc-cupazione nel settore delle costruzioni

Per contro, le aree che non hanno fatto registrare aumenti nel settore delle costruzioni(Grosseto, Lucca e Livorno in Toscana, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Pesaro e Urbinonelle Marche, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini in Romagna, Campobasso in Molise, Teramoin Abruzzo), nei 5 anni successivi, presentano aumenti occupazionali.

In definitiva, sembra che l’edificazione di alloggi nelle aree costiere turistiche – che so-no utilizzati alternativamente alla ricettività alberghiera ed extralberghiera – provochi caduteoccupazionali nel turismo imprenditoriale – da leggere anche come diminuzione della di-sponibilità di posti letto in questo tipo di ricettività – con effetto ritardato.

A riprova della validità dei calcoli effettuati e delle conclusioni a cui si è giunti, possiamofar notare la mancanza di correlazione tra le dinamiche contemporanee nei due settori (neglianni ’80, meno dello 0,2 e pressoché assente tra il 1991 ed il 1996).

Per trarre alcune prime conclusioni possiamo partire dal fatto che dovrebbe esistere unforte legame economico tra turismo in alloggio e turismo imprenditoriale: la lettura di que-sto fenomeno può avere risvolti diversi.

Sul piano dell’economia territoriale, come già citato in precedenza, la perdita, da partedell’imprenditoria turistica, di economie di localizzazione, in quanto il sistema infrastruttu-rale privilegia la logica urbana dell’alloggio – accompagnata dalla tradizione piccola dimen-sione delle imprese stesse – crea notevoli problemi di sopravvivenza sul mercato.

In situazioni di forte presenza di turismo in alloggio, una buona agenzia immobiliare spe-cializzata anche nell’affitto, riesce, spesso, ad ottenere profitti stagionali superiori a quelli diuna struttura ricettiva imprenditoriale.

Ciò porta, in modo abbastanza automatico, a rarefare le economie d’agglomerazione, inquanto, nelle località in cui viene privilegiata la ricettività in alloggio, difficilmente avven-gono nuovi insediamenti imprenditoriali ed, anzi, come dimostrato, tendono a ridursi; altret-tanto possiamo dire delle economie esterne, in quanto le imprese che rimangono non garan-tiscono adeguati giri di affari.

D’altro canto, è indubbio che il deterioramento delle condizioni ambientali – distruzionedell’immagine della costa – e la conseguente creazione di condizioni di vivere sociale moltoprossime (“se non ci fosse il mare”) a quelle in cui il turista risiede – di cui ci occuperemooltre –, danno luogo, sul medio periodo, ad una caduta della domanda.

In un certo senso, sembrerebbe che il turista continui a scegliere destinazioni tradiziona-li, come soluzione residuale, nei momenti di bassa congiuntura economica o di casi eccezio-nali, mentre vengono scelte altre destinazioni quando avviene la crescita economica e la di-

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Grafico 3 – Regressione costruzioni/albergo

sponibilità di reddito.Sembra il caso di alcune destinazioni liguri, calabresi e veneto-friulane, sia pure con al-

cune distinzioni dettate, in particolare, dal livello più o meno alto di servizi che vengono of-ferti a contorno della vacanza.

Infatti, le condizioni di degrado ambientale, collegate all’opera di edificazione di alcunecoste del nord sembrano peggiori rispetto a molte località del sud.

Ciò potrebbe destare perplessità rispetto al “parlar comune” legato all’abusivismo ed agliecomostri del meridione d’Italia: è, certamente, un fatto evidente che, per esempio, esistanonotevoli abusi edilizi nella valle dei templi ad Agrigento, ma in quel contesto, a seconda del-le amministrazioni degli enti locali e dei condoni edilizi, si possono mandare le ruspe ed ab-batterli cercando di ripristinare per quanto possibile l’ambiente originario.

Nelle aree settentrionali, questo, generalmente, non può avvenire, in quanto gli ecomostrisono autorizzati preventivamente: continuando con un esempio legato all’archeologia, non sipotranno mai mandare le ruspe nella lottizzazione a villette autorizzata in aree archeologichelocali, danneggiando in modo perenne risorse vendibili in zona, in termini di nicchia di mer-cato.

Il settore turistico italiano che si localizza sulle aree costiere, in definitiva, si trova in unaben strana posizione, rispetto a quanto avviene in altri settori produttivi: l’organizzazione delterritorio, l’ambiente sociale e lo sviluppo economico non vede protagoniste le imprese delcomparto, bensì imprese esterne al modo di produrre turismo, legate essenzialmente alla ren-dita fondiaria ed al profitto speculativo che, spesso, poco ha a che vedere con la vera e pro-pria imprenditoria del settore delle costruzioni.

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NOTE AL CAPITOLO 2

3 Occorre premettere che i giudizi su questa tematica dovrebbero tenere conto di tutta una serie di variabili,quali, per esempio, il numero di parcheggi e le aree verdi pubbliche, ma purtroppo, non esistono dati docu-mentali ufficiali omogenei.

CAPITOLO 3

DOMANDA E OFFERTADI TURISMO BALNEARE

3.1 – LA DOMANDA E L’OFFERTA DI RICETTIVITÀ

Premesso, come detto, che l’analisi non tiene conto dei capoluoghi di provincia e, nel-lo specifico savonese, anche di Vado Ligure, per quanto riguarda l’offerta, dalle rilevazio-ni (fonte ISTAT 2001) e dalle stime, si deduce che le province del ponente ligure possie-dono circa 420.000 letti, di cui 340.000 in alloggio (circa l’80%), suddivisi in 270.000 nelsavonese (212.000 in alloggio – 82%) e poco più di 150.000 (126.000 in alloggio – 79%)nell’imperiese (a fronte di una media nazionale di posti letto in alloggio di circa il 74%).

Il comune con la maggior ricettività è Sanremo, con circa 40.000 letti, di cui 34.000 inalloggio (86%), che concentra circa il 9% dei posti letto dell’intero ponente.

Seguono una serie di comuni che si collocano tra il 5 ed il 6,5% della ricettività totaledell’area ed un numero di letti che va da 22.000 a 27.000: si tratta dei comuni savonesi diPietra Ligure, Alassio, Andora, Loano, Finale Ligure, Borghetto Santo Spirito e Ceriale.

Il secondo comune imperiese a comparire nella gerarchia è Diano Marina (5% dei lettidel ponente) ed, ad esso, seguono Albenga (4,5%), Varazze (4%), Bordighera (4%), SanBartolomeo al Mare (3,7%), Imperia (3,4%), Ventimiglia (3%), Laigueglia (3%) e Spotor-no (2,5%).

Questi 16 comuni (su 32) concentrano più dell’80% della ricettività del ponente ligure:tutti gli altri comuni si collocano al di sotto di un peso percentuale del 2,5%, a partire daCelle Ligure (2,2%).

Tra questi comuni, però, esiste una differenza strutturale di fondo, ossia quella che pro-viene dalla maggior o minor concentrazione di ricettività a gestione imprenditoriale: in ter-mini di peso percentuale complessivo, i 16 comuni citati posseggono circa il 21% dei po-sti letto in albergo o in extralbergo.

Nello specifico, le percentuali maggiori si rilevano ad Albenga (12% del dato com-plessivo del ponente ligure), Alassio (circa 10%), Diano Marina (8%), Pietra Ligure(7,5%), Finale Ligure e Sanremo (7%), per un totale del 51% circa.

Per contro, comuni come Andora, Loano, Borghetto Santo Spirito, Ceriale e Laigueglia,che compaiono nella parte alta della graduatoria dei posti letto, propongono percentualidi letti imprenditoriali che vanno dall’1% di Borghetto Santo Spirito al 5,5% di Loano eCeriale.

In relazione a questo argomento della gestione imprenditoriale del turismo, occorrecompiere un’ulteriore osservazione sulla base della tipologia di ricettività esistente nei va-ri comuni, a partire dal grafico 4 (a pagina 30).

Se consideriamo i 6 comuni a maggior quota di imprese, ossia Albenga, Alassio, Dia-

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no Marina, Pietra Ligure, Sanremo e Finale Ligure, possiamo notare come Albenga deten-ga il primo posto unicamente per il fatto che concentra più di ? dei posti letto in campeg-gio dell’intero ponente ligure, mentre gli altri comuni tendono a privilegiare l’ospitalità inalbergo.

Nello specifico, si va dal 23/24% di Diano Marina ed Alassio, al 15/15,5% di Pietra Li-gure e Finale Ligure, sino all’11% di Sanremo.

Per quanto concerne gli altri comuni, Ceriale tende a comportarsi, quanto a struttura im-prenditoriale, come Albenga: il peso dei letti in campeggio risulta pari all’11% dell’interaarea, comprimendo le percentuali relative alle altre tipologie ricettive; per contro, altri co-muni come Loano, Varazze tendono a privilegiare le strutture alberghiere (dal 7% all’9%del totale del ponente ligure).

Per contro, altri comuni come Borghetto Santo Spirito, Ospedaletti, Santo Stefano alMare, posseggono meno dell’1% dei letti in albergo.

Queste diverse tipologie di ricettività forniscono, nel complesso del ponente ligure, unastima (utilizzando il metodo già descritto in precedenza) di circa 80 milioni di presenze (68milioni in alloggio), suddivise in poco più di 50 milioni nell’area savonese (42 milioni inalloggio) ed i restanti 30 milioni in quella imperiese (25 milioni in alloggio).

Nella provincia di Savona, le presenze alberghiere risulterebbero pari a circa 6,2 milio-ni e quelle extralberghiere, a 2,7 milioni.

La gerarchia relativa, al totale delle presenze, vede, a primi 20 posti:1) San Remo (9,6%)2) Pietra Ligure (6,4%)3) Alassio (6,4%)4) Andora (6,2%)5) Loano (6,2%)6) Borghetto Santo Spirito (6,1%)7) Finale Ligure (6,0%)8) Ceriale (5,7%)9) Diano Marina (5,2%)

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Grafico 4 – Letti in imprese turistiche per tipologia di ricettività(comuni con più di 500 letti)

10) Varazze (4,2%)11) Bordighera (4,1%)12) San Bartolomeo al Mare (3,6%)13) Albenga (3,5%)14) Ventimiglia (3,0%)15) Laigueglia (2,9%)16) Spotorno (2,6%)17) Celle Ligure (2,3%)18) Taggia (2,3%)19) Ospedaletti (2,1%)20) Santo Stefano al Mare (1,6%).

Il grafico 5 illustra la gerarchia dei pesi % del numero di presenze, sul totale del po-nente, in complesso e nelle strutture imprenditoriali turistiche.

Per contro, considerando unicamente le presenze in strutture imprenditoriali (16% deltotale), la classifica vede:1) Alassio (11,0%)2) Diano Marina (9,0%)3) Albenga (8,5%)4) Pietra Ligure (8,0%)5) San Remo (7,7%)6) Finale Ligure (7,6%)7) Varazze (6,1%)8) Loano (5,9%)9) Spotorno (4,4%)10) Ceriale (4,3%)11) San Bartolomeo al Mare (3,7%)12) Laigueglia (3,6%)13) Bordighera (3,6%)14) Andora (2,4%)15) Cervo (2,1%)

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Grafico 5 - % di presenze in strutture imprenditoriali e sul totale ponente ligure

16) Ventimiglia (2,0%)17) Celle Ligure (2,0%)18) Taggia (1,5%)19) Noli (1,2%)20) Borgio Verezzi (1,2%)

3.2 – I QUADRI COMUNALI

In precedenza abbiamo potuto vedere come la Liguria e, in particolare, l’area savone-se, presenti situazioni legate ai carichi fisico-ecologico, sociale ed economico, quantome-no preoccupanti.

Esaminiamo, a questo punto, la situazione comune per comune, dell’area savonese, la-sciando al lettore trarre i giudizi più consoni.

A supporto di questa analisi forniamo, a fine paragrafo, alcuni grafici relativi:– all’uso turistico del territorio: grafici 6, 7, 8 e 9 che illustrano, rispettivamente, i valo-

ri degli indici relativi alla densità di popolazione virtuale per kmq di superficie comu-nale, alla densità degli alloggi non occupati da residenti per kmq di superficie comuna-le, alla differenza % tra numero degli abitanti e degli alloggi, al numero assoluto dialloggi non occupati da residenti destinati a seconda casa o affitto turistico

– all’organizzazione turistica: grafici 10, 11, 12, 13 e 14, relativi a % di letti in impresealberghiere su totale posti letto del comune, % di letti in imprese extralberghiere su to-tale posti letto (campeggio e villaggio turistico, agriturismo, altre strutture ricettive), %di letti in alloggio su totale posti letto e del numero di alloggi non occupati da residen-ti per famiglia residente e % dei posti letti in strutture imprenditoriali

– all’ambiente urbano: grafici 15, 16, 17 e 18, che riguardano il carico massimo di turi-sti e residenti per kmq di superficie comunale (livello di affollamento nei momenti dipunta), la % di popolazione turistica su popolazione residente (livello di fabbisogno diservizio), la quota di popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legatoalla motorizzazione e la quota di popolazione virtuale per impresa commerciale al det-taglio.

Ciò premesso, e consideriamo che i valori medi provinciali degli indicatori:– densità di popolazione virtuale per kmq .................................................................... 970– densità degli alloggi non occupati da residenti per kmq ............................................. 256– differenza % tra numero degli abitanti e degli alloggi ............................................... -2,1– numero assoluto di alloggi destinati a seconda casa o affitto turistico .................. 70.916– % di letti in imprese alberghiere su totale posti letto ................................................. 11,5– % di letti in imprese extralberghiere su totale posti letto ............................................ 8,9– % di letti in alloggio su totale posti letto ................................................................... 78,8– numero di alloggi non occupati da residenti per famiglia residente .......................... 1,20– % dei posti letti in strutture imprenditoriali su totale posti letto ......................... 21,2– carico massimo di turisti e residenti per kmq di superficie comunale ............... 1.435– % di popolazione turistica su popolazione residente ........................................... 11,1– popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legato

alla motorizzazione ……………………………………………………………...... 370– popolazione virtuale per impresa commerciale al dettaglio ......................................... 52

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Le situazioni comunali risultano, quindi, essere le seguenti:

– Alassio: sarebbe un comune con parametri elevati, se non fosse penalizzato dalla ge-stione del territorio. Possiede 656 alloggi per kmq, una densità degli alloggi turisticiper kmq di 357 (media provinciale, 256) ed una della popolazione virtuale di 1430 perkmq (media provinciale, 970). Il numero degli alloggi non occupati da residenti è di6200 circa e la differenza tra densità di popolazione e dei alloggi risulta pari all’8% alfavore degli alloggi, ossia più alloggi che abitanti (media provincia, 2,1 a favore deglialloggi). Possiede la migliore organizzazione turistica dell’area, con una percentualedi letti alberghieri sul totale dell’offerta interna del 24% (media provinciale, 11,5%) e,conseguentemente, quella del peso dei letti in alloggio di circa il 70%. Posizioni piùarretrate le realizza per quanto concerne il peso dell’offerta extralberghiera (6%, con-tro il 9% medio provinciale). Riguardo all’ambiente urbano, il comune si colloca al disotto dei livelli provinciali, ossia la densità di frequentatori nei momenti di massimo ca-rico è di 2140 persone circa per kmq (media provinciale, 1435) ed il peso della popo-lazione turistica rispetto a quella residente è del 135% circa (media provinciale, 11%).Fa riscontrare, inoltre, valori attorno alla media per quanto concerne il numero di per-sone sia per impresa commerciale al dettaglio (66 persone), sia per le imprese artigia-nali di servizio ai veicoli ( 385 persone ).

– Albissola Marina: l’uso del suolo è l’effetto che agisce in senso negativo, a fronte diuna possibile buona organizzazione turistica ed un mediocre ambiente urbano. Con1065 alloggi al kmq (in teoria, 1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di31 ml. di lato), il comune propone una densità di 2210 persone virtuali per kmq (mediaprovinciale, 970), di 234 alloggi turistici per kmq (media provinciale, 256) ed una dif-ferenza tra densità di residenti ed alloggi del 40% a favore dei residenti (più residentiche alloggi) migliore rispetto alla media provinciale, favorita dalla sua collocazione nel-l’area urbana savonese. Gli alloggi non occupati da residenti risultano solo 750. Perquanto riguarda l’organizzazione turistica, Albissola Marina occupa buone posizionigrazie, in primo luogo, ad una quota del 17% di letti in extralbergo e del 4% riferita ailetti in albergo; il peso dei letti in alloggio, quindi, risulta del 80%, mentre agisce in po-sitivo il rapporto alloggi/famiglie (0,3). La situazione concernente l’ambiente urbanonon sembra delle migliori, con 2650 persone per kmq nel momento di punta massima(media provinciale, 1435), 1177 persone per impresa artigianale di servizio ai veicoli(media provinciale, 370) e 86 per impresa commerciale al dettaglio (media provinciale,52). Sempre grazie alla sua collocazione geografica, risulta buona la % del 25% di tu-risti sui residenti.

– Albisola Superiore: il comune è condizionato sia dalla sua ampiezza territoriale, siadalla sua collocazione geografica in prossimità di Savona. Possiede 232 alloggi perkmq, con una densità di popolazione virtuale per kmq di circa 472 (media provinciale,970), una densità di alloggi non occupati da residenti per kmq (55), ed una differenzatra densità di abitanti ed alloggi (38% a favore degli abitanti, ossia più residenti che al-loggi). Il numero degli alloggi turistici risulta di 1610. L’organizzazione turistica ve-de Albisola Superiore con il 5% dell’offerta in albergo ed un’alta percentuale di postiletto in alloggi (95%) e, quindi, con valori di imprenditorialità inferiori alla media pro-vinciale. Inoltre non è elevato il rapporto tra alloggi non occupati da residenti e fami-glie residenti: 0,3 contro l’1,2 provinciale. Infine, riguardo all’ambiente urbano, il no-

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stro comune possiede 550 frequentatori massimi per kmq (media provinciale, 1435), unpeso della popolazione turistica del 25%, ma rapporti tra imprese artigianali, impresecommerciali e popolazione virtuale abbastanza distanti dalla media provinciale.

– Albenga: sembra essere il comune con il miglior uso del suolo, grazie soprattutto allapresenza delle aziende agricole ad una redditività superiore a quella ricavabile dalla ven-dita dei terreni a fini edili. Il numero di alloggi per kmq risulta di 342, la differenza tradensità di abitanti e di alloggi è del 44% a favore degli abitanti (ossia più abitanti che al-loggi), la densità degli alloggi non occupati da residenti per kmq è di 79 (media provin-ciale, 256), il numero degli alloggi turistici ammonta a circa 2900 e la densità di popola-zione virtuale per kmq è di 826. Albenga, inoltre, possiede, in termini di ricettivitàimprenditoriale, le percentuali più elevate, con un peso dei letti in extralbergo che rag-giunge il 50%. Per contro è il comune con la più bassa quota di letti in alloggio (46%).L’ambiente urbano conta su 276 abitanti virtuali per impresa artigianale di servizio e 70per esercizio commerciale. Possiede, inoltre, una percentuale di turisti sui residenti parial 35% e 1125 frequentatori nei momenti di massimo carico per kmq (media provincia-le, 1435).

– Andora: tenuto conto che si tratta di un comune territorialmente molto vasto, per quan-to riguarda l’uso del suolo la densità per kmq del suo patrimonio edilizio è di 346 al-loggi per kmq (1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di 53 ml. di lato).La densità di popolazione virtuale risulta di 650 persone per kmq (media provinciale,970) e la densità di alloggi turistici è di 249 per kmq (attorno alla media provinciale),con una differenza tra residenti ed alloggi pari al 62% (più alloggi rispetto agli abitan-ti) a fronte del 2% provinciale. Possiede 7860 alloggi non occupati da residenti, che col-loca il comune tra quelli con i valori più elevati. Relativamente all’organizzazione tu-ristica la situazione generale presenta segni di miglioramento rispetto a quella dell’usodel suolo (sia pure in termini relativi): il comune mostra un peso dei posti letto in al-bergo pari al 3,7% (il peso di turismo imprenditoriale più elevato all’interno del comu-ne), un peso del 5%, per quanto riguarda i letti extralberghieri e del 91,5% riguardo ailetti in alloggio. Infine, per ciò che concerne l’ambiente urbano, la % di turisti suiresidenti raggiunge il 105% (media provinciale, 11%) e quella del numero di personeper esercizio commerciale al dettaglio (163 persone); migliore è la situazione relativaalla densità di frequentatori nei momenti di punta (1030 persone per kmq a fronte di1435 medie provinciali) ed al numero di persone per impresa artigianale di servizio aiveicoli (894 persone).

– Borghetto Santo Spirito: presenta situazioni legate all’uso del territorio ed all’ambien-te urbano con le maggiori problematiche. Nello specifico, il comune possiede 1984 al-loggi per kmq (in teoria, 1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di 22 ml. dilato) e si colloca, come si può rilevare attraverso i grafici, all’ultima posizione gerarchi-ca per quanto concerne la densità di alloggi non occupati da residenti per kmq (circa 1500a fronte di una media provinciale di 256), in quella della densità di abitanti virtuali perkmq (3484, contro i 970 medi provinciali), con una differenza tra densità di alloggi e re-sidenti del 109% a favore degli alloggi (esistono più alloggi che residenti). È anche il co-mune con la percentuale inferiore di posti letto in strutture ricettive imprenditoriali a cau-sa dell’elevato valore dell’indice relativo alla % di letti in alloggio (96%, a fronte del 79%provinciale) e, soprattutto, del rapporto tra alloggi non occupati da residenti e famiglie

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(3,1 alloggi per famiglia). Infine, per quanto riguarda l’ambiente urbano, BorghettoSanto Spirito possiede una densità di frequentatori nei momenti di punta di 5600 perso-ne per kmq – ossia la più alta dell’area –, una % di popolazione turistica sulla popola-zione residente pari al 166% (media provinciale, 11%), un numero di abitanti virtuali di1500 per impresa artigiana di servizio ai veicoli e di 120 per impresa commerciale al det-taglio, dati migliori unicamente a Laigueglia e Bergeggi.

– Borgio Verezzi: il comune è condizionato negativamente, in particolare, dall’ambienteurbano, seguito dall’uso del territorio. Con 710 alloggi per kmq (1 alloggio teorico perogni quadrato di superficie comunale di 45 ml. di lato), il comune presenta una densitàdi popolazione virtuale per kmq di circa 1500 persone e da un numero di alloggi non oc-cupati da residenti per kmq di 392; migliore risulta essere la differenza tra densità di abi-tanti ed alloggi (2% a favore degli abitanti, ossia più residenti che alloggi). L’organiz-zazione turistica vede, a Borgio Verezzi, la presenza del 15% dell’offerta in extralbergoed una relativamente bassa percentuale di posti letto in alloggi (76%). I letti in albergorappresentano il 9%. Infine, riguardo all’ambiente urbano, il nostro comune ha 2270frequentatori massimi per kmq, un peso della popolazione turistica del 108%, un alto rap-porto tra imprese artigianali e popolazione virtuale (2200 persone) ed uno migliore perquanto riguarda il numero di persone per impresa commerciale (105).

– Celle Ligure: l’uso del suolo è l’effetto che agisce in senso negativo, a fronte di una re-lativamente buona organizzazione turistica ed un mediocre ambiente urbano. Con 526alloggi al kmq (in teoria, 1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di 43 ml.di lato), il comune possiede una densità di 1079 persone virtuali per kmq (media provin-ciale, 970) e di 277 alloggi turistici per kmq (media provinciale, 256), una differenza tradensità di residenti ed alloggi del 4% a favore dei residenti (più residenti che alloggi) e2670 alloggi non occupati da residenti. Per quanto riguarda l’organizzazione turistica,Celle Ligure ha una quota del 13% di letti in albergo e del 2% riferita ai letti in extral-bergo; il peso dei letti in alloggio, quindi, risulta del 85%. Per quanto concerne l’ambienteurbano abbiamo 1521 persone per kmq nel momento di punta massima ed una % di turi-sti sui residenti del 97%; esistono, poi, 1151 persone per impresa artigianale di servizioai veicoli e 114 per impresa commerciale al dettaglio.

– Ceriale: anche questo comune risente negativamente dell’effetto ambiente urbano, ma unanalogo effetto lo fornisce l’uso del suolo, mentre la positività legata all’organizzazioneturistica proviene unicamente dalla massiccia concentrazione di campeggi. Siamo inpresenza di 812 alloggi per kmq (1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di35 ml. di lato) ed il comune è caratterizzato da 1588 abitanti virtuali per kmq (media pro-vinciale, 970), da una densità di 596 alloggi non occupati da residenti per kmq (mediaprovinciale,256), da una differenza tra densità di residenti e di alloggi pari al 73% a fa-vore degli alloggi (più alloggi che residenti e con una media provinciale ed 2%). Possie-de 6679 alloggi turistici. Migliore è la situazione relativa all’organizzazione turistica,che proviene, soprattutto, dal fatto di possedere il 16% dei letti offerti a livello comunalein strutture extralberghiere; i posti letto in albergo rappresentano il 3% e quelli in allog-gio l’81%. L’ambiente urbano vede a Ceriale 2680 frequentatori per kmq nei momenti dipunta (media provinciale, 1435), il 138% di popolazione turistica rispetto a quella resi-dente, ed un rapporto di 1113 (media provinciale,370) e 180 persone (media provinciale,52), rispettivamente, per impresa artigianale di servizio alla locomozione e commerciale.

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– Finale Ligure: come Alassio, un uso del territorio non certo ottimale penalizza il comu-ne, con 346 alloggi per kmq (1 alloggio teorico per ogni quadrato di superficie comuna-le di 54 ml. di lato). Sempre riguardo all’uso del territorio, Finale Ligure possiede cir-ca 6400 alloggi turistici, una densità di alloggi di questo tipo di 186 per kmq, unadifferenza a favore degli alloggi rispetto agli abitanti (più alloggi che abitanti) del 2% eduna densità di popolazione virtuale di 720 circa per kmq. Al pari di Alassio, presentauna buona organizzazione turistica, con un peso dei letti alberghieri sul totale dell’offer-ta interna del 16%, una percentuale dell’offerta in alloggio del 77% ed una relativa ai po-sti letto extralberghieri del 7%. Risulta, infine, per quanto concerne l’ambiente urbano,un numero di persone per esercizio commerciale di 88 (superiore alla media provinciale)ed uno, riferito alle imprese artigianali di servizio ai veicoli, di 642. La densità di fre-quentatori nei momenti di punta è di 1065 al kmq e la percentuale di popolazione turisti-ca su popolazione residente è del 114% (media provinciale, 11%).

– Laigueglia: è uno dei comuni territorialmente più piccoli che, pur possedendo una buo-na organizzazione turistica, viene penalizzato dall’uso del suolo e da una qualità del-l’ambiente urbano discutibile. La densità di alloggi per kmq è di 1476 (in teoria, 1 al-loggio per ogni quadrato di superficie comunale di 26 ml. di lato). Il comune possiedeuna densità di popolazione virtuale pari a 3066 persone per kmq (media provinciale,970), 1108 alloggi turistici per kmq (media provinciale, 256), una differenza tra densitàdi alloggi e di residenti pari al 90% a favore degli alloggi (più alloggi che residenti) e3081 alloggi non occupati da residenti. Laigueglia ha una buona situazione di orga-nizzazione turistica e ciò proviene dal fatto di possedere circa il 16% della propria ri-cettività in albergo, il 7,7% di quella in extralbergo ed il 77% in alloggio. L’ambien-te urbano tende a penalizzare Laigueglia e ciò, soprattutto, per il fatto che il comunepresenta 5107 frequentatori per kmq nei momenti di punta (media provinciale, 1435) eduna percentuale di turisti rispetto ai residenti del 195% (media provinciale, 11%). Inol-tre, abbiamo 2131 persone per impresa artigiana collegata alla mobilità e 111 per im-presa commerciale.

– Loano: l’uso del suolo è l’elemento penalizzante del comune. Possiede 886 alloggi perkmq (1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di 33 ml. di lato), una densitàdi popolazione virtuale di 1800 per kmq (doppia di quella media provinciale) ed una de-gli alloggi non occupati da residenti di 520 per kmq (media provinciale, 256); la diffe-renza tra abitanti ed alloggi, pur essendo a favore degli alloggi, risulta di una percentua-le del 13% (più alloggi che abitanti) e, quindi, migliore rispetto ad altre realtà. Gli alloggituristici sono circa 7000. Relativamente all’organizzazione turistica, Loano ha una di-screta percentuale di posti letto in albergo (il 12% dell’offerta interna), una presenza dicirca il 6% di letti in extralbergo, ma l’82% dei letti in alloggio. Per quanto concernel’ambiente urbano, il comune presenta gli effetti peggiori derivanti dalla quota di perso-ne per kmq nei momenti di punta (circa 2700 a fronte dei 1435 medi provinciali) e dallapercentuale di popolazione turistica virtuale su quella residente (129%, contro l’ 11%medio provinciale). Relativamente alla popolazione per impresa, il rapporto con l’arti-gianato specifico per i veicoli è elevato (781 persone), mentre quello con i punti di ven-dita è migliore (84 persone per impresa), anche se ambedue si collocano distanti dalla me-dia provinciale.

– Noli: è un comune che possiede 332 alloggi a kmq (1 alloggio per ogni quadrato di su-

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perficie comunale di 55 ml. di lato) e una densità di popolazione virtuale di 655 per kmq(inferiore alla media); quella degli alloggi non occupati da residenti è di 185 per kmq ela differenza tra abitanti ed alloggi, pur essendo a favore degli alloggi, raggiunge una per-centuale abbastanza bassa (9%). Gli alloggi turistici risultano 1780. Il comune, pos-siede un’elevata % di posti letto in alloggio (87%) ed il 13% dei posti letto in albergo.Per quanto riguarda l’ambiente urbano, il nostro comune presenta 946 persone per kmqnei momenti di punta, una popolazione turistica pari al 116% di quella residente, 1576persone virtuali per impresa artigianale di servizio e 107 per impresa commerciale.

– Pietra Ligure: l’uso del suolo è l’effetto che agisce maggiormente in senso negativo, afronte di una possibile buona organizzazione turistica. Con 1135 alloggi al kmq (in teo-ria, 1 alloggio per ogni quadrato di superficie comunale di 30 ml. di lato), possiede unadensità di 2360 persone virtuali per kmq (media provinciale, 970) ed una densità di 712alloggi turistici per kmq (media provinciale, 256), una differenza tra densità di residentied alloggi del 28% a favore degli alloggi (più alloggi che residenti: media provinciale,2%) e 6880 alloggi non occupati da residenti. Per quanto riguarda l’organizzazione turi-stica, Pietra Ligure risulta in una buona situazione, con una quota del 16% di letti in al-bergo ed un’altra, dell’8%, riferita ai letti in extralbergo; il peso dei letti in alloggio, quin-di, risulta del 77%. Relativamente all’ambiente urbano, il comune presenta 3665 personeper kmq nel momento di punta massima (media provinciale, 1435) ed una % di turisti suiresidenti del 166% (media provinciale, 11%); esistono, poi, 950 persone per impresa ar-tigianale di servizio ai veicoli e 118 per impresa commerciale al dettaglio.

– Spotorno: complessivamente, è uno dei comuni con i parametri migliori, ma viene pe-nalizzato dall’uso del suolo, a fronte di una buona situazione dell’organizzazione turisti-ca. Gli alloggi per kmq sono 466 alloggi (1 alloggio teorico per ogni quadrato di superfi-cie comunale di 46 ml. di lato), il numero di alloggi turistici per kmq è di 308 e ladifferenza tra densità dei popolazione e di alloggi, del 41% a favore degli alloggi, ossiapiù alloggi che abitanti. Posizioni migliori sono quelle legate alla densità di popolazio-ne virtuale con 1030 persone per kmq ed al numero degli alloggi non occupati da resi-denti (2508 alloggi). Per quanto concerne l’organizzazione turistica, Spotorno ha un pe-so dei posti letto in albergo ed in extralbergo elevati (21% e 11%), con un relativamentebasso peso dei letti in alloggio (69%). Risulta, poi, quanto ad ambiente urbano, possede-re una densità di frequentatori nei momenti di punta di 1675 persone per kmq ed una per-centuale di popolazione turistica su quella residente pari al 213%. I rapporti tra popola-zione virtuale ed imprese risultano di 762 relativamente all’artigianato di servizio allamobilità e di 86 per quanto riguarda il commercio al dettaglio.

– Varazze: possiede 218 alloggi per kmq (1 alloggio teorico per ogni quadrato di superfi-cie comunale di 68 ml. di lato), una densità di popolazione virtuale per kmq di circa 475,ed una degli alloggi non occupati da residenti per kmq di 91. La differenza tra densità diabitanti ed alloggi è del 22% a favore degli abitanti (ossia più residenti che alloggi) ed ilnumero degli alloggi turistici risulta di 4350. L’organizzazione turistica vede Varazzecon una presenza del 22% dell’offerta in albergo ed una relativamente bassa percentualedi posti letto in alloggi (76%). Infine, riguardo all’ambiente urbano, il comune ha 640frequentatori massimi per kmq, un peso della popolazione turistica del 70%, un rapportotra imprese artigianali e popolazione virtuale di 651 persone ed uno per quanto riguardail numero di persone per impresa commerciale di 104.

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Grafico 6 – Densità di popolazione virtuale per kmq di superficie comunale

Grafico 7 – Densità degli alloggi non occupati da residenti per kmq di superficie comunale

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Grafico 8 – Differenza % tra numero degli abitanti e degli alloggi (abitanti-alloggi)

Grafico 9 – Numero assoluto di alloggi non occupati da residenti destinatia seconda casa o affitto turistico

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Grafico 10 – % letti in imprese alberghiere sul totale posti letto del comune

Grafico 11 – % letti in imprese extralberghiere sul totale posti letto

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Grafico 12 – % letti in alloggio sul totale posti letto

Grafico 13 – Numero di alloggi non occupati da residenti per famiglia residente

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Grafico 14 – % letti in strutture imprenditoriali sul totale posti letto

Grafico 15 – Massimo di turisti e residenti per kmq di superficie comunale(livello di affollamento nei momenti di punta)

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Grafico 16 – % popolazione turistica su popolazione residente

Grafico 17 – Quota di popolazione virtuale per impresa di artigianato di servizio legatoalla motorizzazione

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Grafico 18 – Quota di popolazione virtuale per impresa commerciale al dettaglio

CAPITOLO 4

RISORSE PER IL TURISMONELL’AREA SAVONESE

4.1 – LA RISORSA PRINCIPALE: MARE E COSTE

4.1.1. - Uso degli arenili e carico sostenibileIn precedenza si è avuto modo di accennare ai problemi connessi al carico sostenibile

e delle difficoltà che s’incontrano nella definizione delle sue soglie.In questo capitolo si espongono alcuni parametri che possono essere utili al fine, quan-

tomeno, di valutare queste possibili soglie, con riferimento all’uso degli arenili, sotto gliaspetti fisico e sociale, che agiscono pesantemente anche su quello economico.

L’esame dello stato delle spiagge liguri lo si è condotto elaborando dati relativi agli are-nili in concessione datati metà degli anni ’90.

Alla completezza delle statistiche, mancano i dati dei comuni di Caporosso, Costarai-nera e Cipressa in provincia di Imperia, Pieve Ligure e Portofino in provincia di Genova eRiomaggiore in provincia di La Spezia, probabilmente per l’assenza, alla data della rileva-zione, di spiagge in concessione.

Osserviamo, innanzi tutto, la situazione regionale e delle province liguri nel loro com-plesso per cui possiamo rilevare che i comuni con le spiagge più estese, in termini di fron-te mare, risultano essere quelli di Alassio, Finale Ligure, Varazze, Pietra Ligure, Laigue-glia e Spotorno e la provincia di Savona possiede le maggiori quantità di arenili inconcessione che, percentualmente rispetto ai totali regionali, superano il peso provincialedella ricettività.

Al di là di eventuali giudizi sulla qualità delle spiagge, alcuni indicatori possono risul-tare utili per inquadrare i problemi del carico sostenibile e della preservazione di una ri-sorsa di tale importanza:– il rapporto tra arenile totale ed arenile asservito, che da un’idea dell’incidenza sull’am-

biente e sulla capacità di accoglienza del turista sulla spiaggia. Infatti, l’arenile non as-servito è lo spazio destinato a servizi (bar, dehors, cabine, ecc.), che spesso rappresen-ta la quota di spiaggia ricoperta da cemento;

– il numero medio di turisti per metro lineare di fronte mare e di turisti per mq di areni-le asservito (ossia disponibile per lo stazionamento in spiaggia): si tratta di indicatori diaffollamento calcolati sul momento di punta massimo. Si ricordi, però, che i rapportivengono calcolati, da una parte, sulla ricettività totale presente in ogni area e, da un’al-tra parte, sul solo arenile in concessione: se però, da un lato, la superficie di spiaggiapresa in considerazione non tiene conto della quota “libera”, presente in ogni comune,da un altro lato, non vengono considerati i residenti, che fruiscono anch’essi della bal-neazione.

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Partendo dall’esame di presenza di strutture sull’arenile per comune, la media regiona-le di quest’occupazione permanente delle spiagge, si aggira sul 28% e la provincia di Sa-vona, nel suo complesso, si colloca al di sotto di questa soglia (circa 20%) e in una situa-zione migliore rispetto, per esempio, alla provincia di Imperia, che raggiunge il valore del41% e che possiamo definire preoccupante.

Se quest’occupazione del territorio rappresenta un danno permanente dal punto di vistaambientale, a meno di decisioni istituzionali che ne richiedano la rimozione e la sostitu-zione con materiali rimovibili a fine stagione turistica, dal lato della ricettività turisticaprovoca fenomeni di congestione rilevanti.

La provincia di Savona presenta una densità media di turisti per ml di fronte mare (inconcessione), nei momenti di punta, di circa 10 turisti; dato, peraltro, nettamente inferiorea quello medio regionale di circa 14.

Leggermente diversa risulta la classifica relativa alla densità di turisti per mq di areni-le asservito: occorre, però, osservare che su questo rapporto agisce anche la diversaprofondità delle spiagge e, quindi, rappresenta un indicatore più efficace del precedente.

La densità media a mq regionale risulta di 0,6 turisti: un valore inferiore (0,4) lo si ri-leva a livello medio provinciale.

Soffermandoci sul livello comunale, le situazioni peggiori si riscontrano ad Albenga eBorghetto Santo Spirito, con, rispettivamente, 0,9 e 0,8 turisti per mq; seguono Ceriale edAndora, ambedue con 0,7 turisti.

Al contrario, le minori densità si rilevano a Bergeggi (0,1) e Spotorno (0,2).

4.1.2 – I segmenti turistici marini e costieri minoriStante il fatto che la balneazione rappresenta l’elemento nettamente trainante del turi-

smo savonese. Come segmenti di mercato minori – quantomeno sul piano quantitativo –possiamo considerare il diportismo turistico, le attività di wathing marino e quelle colle-gate alla presenza di isole e luoghi terrestri costieri di particolare pregio ambientale.

Per un discorso di politica turistica, come vedremo anche in seguito, occorrerà andareoltre a questa sintetica illustrazione: la forza di queste risorse sta nell’individuazione – equi dovranno entrare in scena adeguati specialisti – di siti con caratteristiche tali da attrar-re turismo, di per sé, indipendentemente dalla sola balneazione.

Nel ponente ligure contiamo, complessivamente, 16 porti turistici per circa 8.000 postibarca, di cui 6 – Andora, Alassio, Loano, Finale Ligure, Savona e Varazze – nell’area delsavonese (circa 3300 posti barca + 750 ad Arenzano): in figura 2 se ne fornisce la loca-lizzazione geografica e la reciproca distanza.

Rispetto ad altre realtà, i porti del savonese sono abbastanza lontani tra loro (da 5 a 10miglia), ma hanno una buona accessibilità rispetto all’immediato entroterra ed il fronteportuale di questi 7 siti diportistici (comprendendo anche Arenzano) è di circa 11.000 m.

In genere, tutti i porti savonesi (ed Arenzano) forniscono servizi di attracco e di forni-tura di acqua ed elettricità; mettono a disposizione anche un servizio di vigilanza i porti diSavona, Alassio, Finale Ligure, Loano e Varazze. (Figura 2, a pagina 47)

Servizi di informazione turistica e di rimessaggio vengono offerti da Alassio, Finale Li-gure, Loano, Varazze ed Arenzano.

Infine, parcheggio ed alaggio sono servizi dei porti di Andora, Alassio, Finale Ligure,Loano, Varazze ed Arenzano.

Le attività di diving possono rappresentare, se organizzate a sistema, un’attrazione fon-damentale per le nostre aree.

La Regione Liguria ha segnalato, come S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria), tutta

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una serie di fondali marini (figura 3, a pagina 48: S.I.C. marini e costieri) con valenze na-turalistiche ed ambientali usufruibili anche come attrazione turistica.

Nel savonese, secondo quanto trasmesso dalla Regione Liguria tramite il suo sito in-ternet, abbiamo:– Fondali Capo Mele – Alassio: in un’area di 125 ha con profondità da 7 a 15 m., il sito

è caratterizzato da una prateria a Posidonia, spesso intervallata da canali sabbiosi per-pendicolari alla costa.

– Isola Gallinara: l’isola ha un’estensione di 10 ha e giunge sino a 88 m. sul livello delmare. Nonostante qualche elemento esotico introdotto in passato, l’isola mantiene unforte carattere di naturalità, con habitat mediterranei in buono stato di conservazione. Èimportante ai fini della biodiversità delle popolazioni: sono presenti, infatti, specied’interesse prioritario (Campanula sabatia), specie endemiche, rare o protette. L’isola èuno dei rari siti liguri di nidificazione del gabbiano reale (una delle colonie più grandidel Tirreno settentrionale). Il tratto di costa più riparato, ha invece offerto appoggio al-le navi romane, di cui sono conservati importanti reperti nel museo di Albenga. Tra larigogliosa vegetazione mediterranea si trovano specie floristiche paleomediterranee erettili rari. È distante circa 1,5 km. dalla terraferma con un piccolo porticciolo e un an-

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Figura 2 – Localizzazione dei porti turistici nel ponente ligure

tico insediamento; per lo più disabitata durante l’anno tranne che per la presenza di uncustode. Il sito è Riserva Naturale Regionale.

– Fondali S. Croce - Gallinara - Capo Lena: hanno una superficie di 180 ha con profon-dità da 4 a 30 m. Il fondale è stato proposto come parco marino. Il sito si caratterizzaper la presenza di habitat prioritari come le praterie a Posidonia, il coralligeno e le cin-ture a litofillo. La biodiversità è notevolmente elevata per l’accostamento di questi ha-bitat fra loro e con fondali rocciosi e comunità di alghe fotofile.

– Fondali Loano – Albenga: con superficie di 345 ha e profondità 7/20 m., il sito è di no-tevole importanza perché comprende una delle più estese praterie a Posidonia della Li-guria.

– Fondali Finale Ligure: è un’area di 6 ha, con profondità da 10 a 20 m. Il sito è caratte-rizzato dai lembi relitti di un’ampia prateria a Posidonia. Molto interessante è l’impo-nente scogliera a falesia. Il fondale è stato proposto come parco marino.

– Fondali Noli – Bergeggi: con un’estensione di 107 ha e profondità 7/30 m., il sito è ca-ratterizzato da una costa rocciosa e coralligena e da praterie a Posidonia. Di notevoleinteresse è la ripetuta segnalazione dei fenomeni di fioritura delle Posidonie. La pre-senza di grotte sommerse sull’isola di Bergeggi e sulla costa vicina, oltre a rappresen-

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Figura 3 – S.I.C. marini e costieri

tare interessanti esempi di bradisismo, consentono un’elevata ricchezza faunistica.– Isola Bergeggi - Punta Predani (figura 4): l’isola misura 15 ha e raggiunge i 53 m. di

altezza. L’area costituita da 2 subsiti: uno insulare e uno costiero direttamente antistan-te. Sono presenti importanti aspetti di erosione carsica e marina (grotte con reperti chetestimoniano passati bradisismi). L’insularità, sebbene non accentuata per la relativa vi-cinanza alla costa, evidenzia l’importanza delle popolazioni animali e vegetali.

È, con l’isola Gallinara, uno dei rari siti di nidificazione del gabbiano reale in Liguria.Sussistono inoltre testimonianze di importanza storico – archeologica: infatti, è stata se-de di comunità monastiche e vi si trovano rovine di edifici militari e religiosi oltre ai re-sti di un edificio, probabilmente un faro, di età romana. Le indagini hanno dimostratoche la Grotta Marina di Bergeggi costituisce un ambiente notevolmente diversificato edi grande valore naturalistico, oltre che per la ricchezza dei fenomeni carsici, anche perla varietà di popolamenti biologici, che ne fanno un vero e proprio laboratorio natura-le. Questa grotta é formata da un’ampia cavità principale, nella quale oggi entra il ma-re, e da alcune diramazioni poste a livelli superiori. Vi sono stati rinvenuti numerosi re-perti preistorici, tra cui vasellame risalente al Neolitico Medio e resti umani, di cui nonè stato possibile stabilire la datazione. Non molto lontano si trova un’altra grotta inte-ressante, ossia quella della Galleria Ferroviaria: una cavità carsica che ha uno sviluppodi oltre 400 metri.

– Fondali Varazze – Albisola: è un’area di 36 ha, con profondità da 8 a 20 m. Il sito è ilresiduo di un’ampia prateria a Posidonia. Fondali Arenzano - punta Ivrea: esteso per 87ha è profondo da 5 a 22 m. Sono caratterizzati da praterie a Posidonia impiantata su“matta”, interrotte da zone sabbiose in corrispondenza delle foci torrentizie.

Il “santuario dei cetacei” rappresenta, per il ponente ligure e savonese, un’altra occa-sione turistica importante: nel triangolo marino compreso fra le coste ligure, corsa e pro-venzale, infatti, sono presenti, in numero consistente, capodogli, balenottere, delfini, gram-pi e globicefali, nel contesto di un ecosistema pelagico di notevole ricchezza specifica concondizioni di temperatura ed alimentazione ottimali.

Il “Santuario” si propone la tutela di questa vasta zona marittima: un’area dove naviga-

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Figura 4 – Isola di Bergeggi

re con il massimo rispetto, per conoscerne meglio, ma senza disturbare, le specie protette.Proprio per queste ragioni, quest’ambiente propone attività di “whale watch” che, in

parte, già sono state avviate: lo scopo d’ogni escursione è di avvistare i cetacei nel loro am-biente naturale, avvicinarli ed osservarli senza recare loro alcun disturbo, seguendo un ade-guato codice di condotta.

Volendo citare esperienze già avviate, questa attività prevede, mediamente, una perma-nenza in mare di circa 5 ore e può prevedere la presenza a bordo di un biologo per com-mentare gli avvistamenti.

Affacciati sul mare, esistono, inoltre, Sistemi di Importanza Comunitaria che possonoessere oggetto di fruizione turistica, in sinergia con le risorse marine.

Sempre riferendoci al sito web della Regione Liguria, il savonese annovera:– Capo Mele: è un’area di 110 ha che arriva sino a circa 230 m. di altezza. Il sito consi-

ste in un promontorio calcareo con falesie di interesse paesaggistico-vegetazionale, conhabitat mediterranei (macchia e cenosi rupestri) in discreto stato di conservazione. Il si-to ospita habitat e specie prioritarie (Campanula sabatia Callimorpha quadripunctata).

– Torrente Arroscia e Centa: Il sito, di 160 ha, è rappresentato da una zona fluviale e difoce parzialmente degradata, ma di grande importanza per la presenza di numerosissi-me specie d’uccelli migratori.

– Monte Acuto - Poggio Grande - Rio Torsero: l’area misura 2400 ha ed arriva ad 800 m.di altezza. Il sito è di notevole interesse per la presenza di habitat e specie (Campanu-la sabatia) di interesse prioritario. L’area comprende zone di spartiacque con culmina-zioni, zone di fondovalle con forme a terrazzo e numerosi rii, estese fasce terrazzate ezone di versante. Possiede un elevato interesse botanico per la presenza di specie rarein Italia e di specie protette da direttive/convenzioni internazionali. Nel sito è presentela Riserva Naturale Regionale di Rio Torsero, un importante deposito fossilifero. La zo-na ha fama mondiale tra i paleontologi per l’abbondanza, la varietà e l’eccezionale sta-to di conservazione dei fossili che risalgono al periodo pliocenico. Il Rio Torsero hascavato il suo alveo, mettendo in evidenza gli strati sedimentari che contengono i fos-sili, tra cui i molluschi appartenenti alle classi dei lamellibranchi e dei gasteropodi.Molti di essi sono perfettamente conservati, anche nelle parti più fragili e nei più pic-coli dettagli del guscio. Va menzionata, in quest’ambito, la valle Ibà, con eccellenzein materia vegetazionale (figura 5) e faunistica.

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Figura 5 – Orchidea endemica della valle Ibà

– Monte Ravinet - Rocca Barbena (figura 6). L’area ha una superficie di circa 2600 ha egiunge sino a 1150 m. Contiene le grotte di Toirano, di notevole importanza paleontolo-gica. I versanti degradano rapidamente verso il mare ed ospitano ambienti eterogenei neiquali si rinvengono ricchi popolamenti di orchidee e significativi endemismi vegetali.

– Monte Ciazze Secche: L’area, anche se degradata da ricorrenti incendi, mantiene la suaimportanza per la presenza di lembi di sugherete. Il sito ospita inoltre specie priorita-rie, altre specie di interesse biogeografico tra cui vari endemiti di rilevo e specie pro-tette.

– Finalese - Capo Noli: di 3500 ha, arriva a 500 m. di altezza. Il sito è una delle zone na-turalisticamente più interessanti della Liguria sotto i profili floristico, vegetazionale,faunistico e geologico. Accanto a scenografiche formazioni rupestri, sia costiere sia piùinterne, si sviluppano aspetti di macchia mediterranea, boschi di lecci e di caducifogliee comunità riparie in buono stato di conservazione. Nel centro dell’area si trova la ca-ratteristica pietra di Finale. Il S.I.C. contiene l’Area protetta del Finalese. È un’ecce-zionale rassegna di fenomeni carsici, con grotte e testimonianze di civiltà passate, dal-le incisioni rupestri ai manufatti della viabilità romana. Flora e fauna comprendono –

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Figura 6 – Rocca Barbena

Figura 7 – Finalese: rocca di Perti

specie rare quali campanule che crescono solo sulle rupi di Capo Noli e rapaci, ai qua-li sono riservati siti per la nidificazione. In figura 7 (a pagina 51), la rocca di Perti

– Rocca dei Corvi – Mao – Mortou: Con un’estensione di 1600 ha, giunge sino a 800 m.di altezza. È un sito importante per i contrasti floristici e vegetazionali legati alle dif-ferenze dei substrati geologici e delle esposizioni che permettono, a breve distanza dalmare e a quote basse, la presenza di frammenti di caluneto e di faggeta. Alcuni aspettidi macchia mediterranea e di sughereta sono in buono stato di conservazione. Sono pre-senti habitat e specie endemiche, rare o protette

– Rio Solcasso: di soli 14 ha, l’area è ubicata nella piana alluvionale del torrente Quilia-no, in zona periurbana, ed è l’ultimo lembo semi-naturale, relitto di un’ampia zona pa-ludosa. Le zone umide e il torrente ospitano numerosi uccelli di passo e diverse speciedi anfibi e rettili.

– Beigua - Monte Dente - Gargassa – Pavaglione: è esteso 16.800 ha e va da 150 a 1.300m di altezza. Esteso ed articolato massiccio montuoso notevolmente a ridosso della li-nea di costa, presenta ampie aree di versante e di fondovalle. Le aree in quota hannopendenze molto modeste. Il substrato condiziona la flora offrendo opportunità di rifu-gio ad interessanti serpentinofite. Di notevole importanza è la presenza di specie vege-tali endemiche (in particolare, Viola bertoloni, Cerastium utriense, Anagallis tenella).La posizione geografica e le caratteristiche fanno del sito un importante punto di pas-so per gli uccelli migratori. Nel sito è compresa la Foresta Demaniale Regionale “Ler-rone” di 1638 ha. e quella di “Tiglieto” di 700 ha. Si tratta di boschi misti e di conife-re piuttosto radi. Il sito coincide per gran parte con il Parco Naturale regionale delBeigua.

– Pian della Badia: è esteso 248 ha, con altezze varianti tra i 380 ed i 590 m. Comprendeun interessante fondovalle caratterizzato da torrente a meandri, una piana alluvionalecon pozze di notevole valore (anche se parzialmente di origine antropica) e da versanticon boschi radi di conifere.

In questa sezione delle risorse abbiamo, in provincia di Savona, due emergenze d’ec-cellenza, che assommano agli aspetti naturalistici anche luoghi d’interesse culturale ed ar-cheologico:– l’area finalese– l’area del Beigua.

4.2 – LE RISORSE DELL’ENTROTERRA

4.2.1 - Offerta ricettiva e domanda nota L’offerta di ricettività dell’entroterra del savonese può essere inquadrata nel più ampio

contesto regionale, suddividendo il territorio montano in ambiti (figura 8, a pagina 53).Stando alle statistiche ISTAT sul turismo, la Liguria, nel suo entroterra, conterebbe su

336 imprese ricettive per un totale di circa 12.500 letti che, ufficialmente, fanno registrarecirca 520.000 presenze l’anno.

Per quanto concerne la presenza di posti letto in complesso, gli ambiti in cui maggior-mente si concentra ricettività (dal 9 al 10,6% di tutta la regione) sono quelli del Beigua,della val di Vara, dell’Ingauna, della val d’Aveto e Graveglia, del Pollupice e della val Fon-tanabuona: in complesso circa il 60% del totale regionale.

Con un peso variante tra il 5,8 ed il 7,2%, seguono la val Magra e bassa val di Vara, la

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valle Scrivia, la val Trebbia, il Ventimigliese e la valle Arroscia: si tratta, complessiva-mente, di un ulteriore 32%.

Il restante 8% si distribuisce negli altri ambiti considerati (valli Bormida, Argentina,Stura, Dianese e Imperiese).

Suddividendo questa ricettività per tipologia, possiamo notare come essa si suddivida,pressoché in parti eguali, tra albergo (46%) e campeggio (46,7%), per un totale del 93%dei posti letto: la categoria degli “altri posti letto in extralbergo” rappresenta il restante 7%,concentrati per gran parte in val di Vara e nel Ventimigliese.

Come detto, quindi, gli ambiti montani in cui si concentra oltre il 50% dei posti lettoregionali in albergo sono quelli del Pollupice, della val d’Aveto e Graveglia (24% com-plessivamente), del Beigua, della val di Vara e della valle Arroscia; per contro, il campeg-gio è presente, con oltre il 60% dei letti regionali, in primo luogo, in val Fontanabuona enell’area Ingauna (33% circa del totale) e, poi, nel Beigua, nella val d’Aveto e Graveglia enella val di Vara.

Analizzando i dati di ricettività e presenze turistiche per comune, possiamo costruireuno “spaccato” di ogni singola area savonese:– Ingauna: circa 1.300 posti letto e 84.000 presenze registrate. Circa ? dei posti letto si

concentrano, principalmente in campeggio, a Villanova d’Albenga. Seguono Garlenda,con il 7,5% dei letti, Casanova Lerrone (4,5%), Ortovero (3,5%) e Castelbianco (2,5%),tutti letti in albergo. Stellanello, Testico e Vendone sono altri tre comuni che posseg-gono più di 10 posti letto in albergo.

– Pollupice: circa 1.200 posti letto e 46.000 presenze registrate. Il 44% dei posti letto è aCalizzano (nell’alta val Bormida) suddiviso, in parti pressoché identiche, tra albergo ecampeggio. Segue, nella stessa area, Bardineto, con il 22% dei letti, gran parte in al-bergo. Scendendo nella parte più bassa dell’area, il 14% della ricettività è concentrata,in campeggio, a Calice Ligure, il 6% a Balestrino ed il 3,5% a Tovo San Giacomo, inalbergo. Osiglia conta sul 6% dei posti letto dell’ambito (tutti in albergo). Con più di10 letti, rileviamo anche Boissano, Toirano e Magliolo.

– Val Bormida: sono presenti 18 esercizi (dato 2001) con circa 350 posti letto essenzial-

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Figura 8 – Ambiti dell’entroterra ligure

mente tutti alberghieri. Le presenze ufficiali contavano più di 36.000 unità, concentra-te per circa il 40% a Cairo Montenotte.

– Beigua: possiede circa 1.300 posti letto suddivisi pressoché egualmente tra albergo edextralbergo (campeggi, nello specifico) ed accoglie circa 45.000 presenze. Le mag-giori concentrazioni si rilevavano (circa il 50%) a Stella (dove sono insediati i campeg-gio) e seguivano Sassello, Urbe e Pontinvrea. Ad Urbe possiamo aggiungere Tiglieto(già provincia di Genova), che possiede, ufficialmente, circa 3.000 presenze.

4.2.2 - Ambienti naturalisticiLa risorsa principale del turismo dell’entroterra è rappresentate dalle aree ambientali di

pregio e la figura 9 illustra le localizzazioni sia dei Siti di Importanza Comunitaria e siadelle Zone Protette Speciali.

I Sistemi di Interesse Comunitario dell’area savonese sono:– Pizzo d’Evigno: Il sito, di 2.200 ha ed altezze tra i 200 ed i 950 m., è caratterizzato, sui

versanti esposti a sud, da un vasto sistema di aree prative di derivazione antropica, invia di abbandono da parte dell’uomo e di riconquista da parte della vegetazione legno-sa. I versanti settentrionali sono più boscosi. L’elemento geomorfologico di maggiore

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Figura 9 – S.I.C. montani

spicco è dato da un crinale che, con le culminazioni di Pizzo d’Evigno (m 988), PizzoPenna e Pizzo Aguzzo, si dirige da ovest ad est. Notevole è la presenza di orchidee e dispecie paleomediterranee.

– Castell’Ermo – Peso Grande: area di 1900 ha con altezze 150/1.100 m., presenta unadorsale montuosa che separa la valle Arroscia dalla val Pennavaire. Il versante setten-trionale che si affaccia sulla Val Pennavaire è particolarmente scenografico essendo ca-ratterizzato da pareti dolomitiche strapiombanti, alla base colonizzate da boschi mistimesotermofili; accostamenti, questi, che favoriscono la nidificazione di rapaci. È un’a-rea in cui sono presenti diversi habitat di interesse prioritario e grotte di grande inte-resse.

– Monte Galero (figura 10): Il sito, di 3.200 ha con altezze 150/1.700 m., è costituito daun massiccio sullo spartiacque ligure-piemontese, il cui versante meridionale è selvag-gio e boscoso. Sul crinale occidentale è presente una successione di cuspidi rocciose de-nominata “I giganti di roccia”.

– Monte Spinarda – Rio Nero: area con un’estensione di 950 ha ed altezze tra i 650 ed i1.350 m., che comprende alcune culminazioni, zone di versante e fondovalle con formea terrazzo e numerosi rii. È estesamente boscata.

– Bric Zerbi: Il sito, di 720 ha e altezze 600/1.100 m., comprende alcune vette, aree difondovalle e zone di versante orlate da zone a terrazzo. È estesamente boscata con scar-so disturbo antropico e sono presenti corsi d’acqua con vegetazione ripariale ben con-servata.

– Lago di Osiglia: ha estensione di 400 ha tra altezze di 600 e 900 m. ed è un’area pre-valentemente costituita da zone di fondovalle con versanti boscosi e corsi d’acqua benconservati. Comprende un lago artificiale di interesse regionale per l’avifauna, di cuiavremo, oltre, modo di parlare ancora (figura 11, a pagina 56).

– Ronco di Maglio: il sito, di 1450 ha e altezze tra 450 e 1.100 m., comprende un’areaestesamente boscosa con corsi d’acqua e vegetazione riparia ben conservata.

– Croce della Tia – Rio Barchei: il sito, di 650 ha e altezze 600/1.000 m., comprendeun’area estesamente boscata che degrada dal crinale verso la bassa Valle della Bormi-da. La copertura vegetale è costituita da formazioni mista di latifoglie, cui si associa inprossimità dei crinali il pino silvestre. Il sito è caratterizzato dalla presenza di numero-si corsi d’acqua.

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Figura 10 – Monte Galero

– Bric Tana – Bric Mongarda: Il sito, di 160 ha con altezze tra i 450 ed i 750 m., com-prende due subsiti in area carsica, con depressioni carsiche di importanza paesaggisti-ca e speleologica e copertura di boschi misti, con prevalenza di querce, alternate a zo-ne prative. I contatti tra aspetti seminaturali e coltivi aumentano il livello di biodiversitàfaunistica. È un’Area Protetta Regionale.

– Tenuta Quassolo: il sito, di 60 ha, è proprietà privata. È dominato da un bosco misto adalto fusto di querce, talora con pino silvestre, in buono stato di conservazione e conaspetti relativamente poco diffusi in questo settore delle Langhe. I contatti tra bosco,aree prative ed agricole aumenta l’importanza del sito con riferimento all’ornitofauna.

– Cave Ferecchi: il sito (40 ha ed un’altezza di 500 m.) è caratterizzato da ex cave di ar-gilla con pozze temporanee e stabili, con vegetazione acquatica, che rivestono notevo-le interesse, in particolare per gli anfibi.

– Rocchetta Cairo: L’area, di 150 ha, è prevalentemente interessata dalla presenza dellapiana alluvionale del fiume Bormida di Spigno e del rio di Vaderno. Riveste una note-vole importanza sotto il profilo ornitologico ospitando numerosissime specie di uccel-li e perciò è stata istituita un Oasi faunistica.

– Piana Crixia: L’area (800 ha con altezze tra i 250 ed i 650 m.) è calanchiva con zoneagricole di fondovalle e boschi di querce e di pino silvestre sui pendii. Notevole è l’im-portanza per la sua naturalità dell’area ed il dinamismo della vegetazione. Si segnala lapresenza di un interessante fenomeno di erosione “a fungo” (figura 12, a pagina 57). Ilsito è un’Area Protetta Regionale.

– Rocca dell’Adelasia: è un’area di 220 ha con altezze 400/850 m., scarsamente distur-bata, con la presenza di una buona copertura boschiva. I corsi d’acqua e le zone umidesono ben conservate e ricche di fauna. Il complesso ha una morfologia varia con pre-senza di fenomeni carsici (grotte).

– Foresta Cadibona: area di 450 ha e altezze 200/700 m., è relativamente poco disturbatae con buona copertura boschiva.

– Foresta della Deiva - torrente Erro: è un’area di 879 ha, con altezze da 340 a 708 m. Ilsito è caratterizzato da foresta di conifere (pino nero) e boschi misti cedui talora densi,talaltra più radi. Da segnalare la presenza di Cottus gobio, specie indicatrice di qualitàambientale, rara ed isolata in Liguria.

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Figura 11 – Lago di Osiglia

4.2.3 – Le potenzialità degli alloggi vuotiUn’ulteriore risorsa potenziale ricettiva dell’entroterra è fornita dagli alloggi non occu-

pati da residenti. Infatti, quest’entità, che sulla costa può venire considerata pressoché totalmente come

indirizzata alla ricettività turistica, nell’entroterra non può essere interpretata in modo ana-logo: infatti, mentre una quota di questo tipo di alloggi potrebbe essere utilizzata alla stre-gua di ricettività turistica, la presenza di molte unità abitative abbandonate non permette diconsiderare tale l’intero stock edilizio in queste condizioni.

Per contro, possiamo, invece, esaminare questa quota di patrimonio abitativo come unapotenzialità, utilizzabile al fine di evitare politiche locali volte ad incentivare nuove co-struzioni che ridurrebbero l’entroterra in condizioni simili a certe località dela costa; si-tuazione, peraltro, già avvenuta in alcuni comuni immediatamente alle spalle del mare.

A mo’ di esempio, possiamo portare il caso di Colletta di Castelbianco (figura 13): sitratta di una frazione abbandonata, completamente restaurata dal prof. Carlo De Carlo –

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Figura 12 – Il “fungo” di Piana Crixia

Figura 13 – Colletta di Castelbianco

uno dei massimi architetti italiani –, divenuta, anche, un punto di riferimento per studentie professionisti dell’ architettura.

Nell’intera regione, questo tipo di alloggi sono circa 66.000 con un potenziale di circa200.000 posti letto: la maggior presenza si registra nelle valli Scrivia e Polcevera (oltre il18%); seguono, con circa l’8/9% degli alloggi dell’entroterra della regione, la val Trebbia,la val di Vara e l’area del Beigua e, questi 4 ambiti, ne concentrano il 45% del totale.

Per quanto riguarda le aree di nostro più diretto interesse, quelle in cui queste poten-zialità sono maggiormente presenti, sono il Pollupice che ne contiene il 5% e l’Ingauna,con il 4,5%.

4.3 – LE RISORSE SPECIALISTICHEQuesto tipo di risorse sono prevalentemente antropiche e riguardano aspetti collegati al-

la cultura (arte ed architettura e centri storici, archeologia e grotte), al divertimento, allosport, agli eventi di intrattenimento ed alla convegnistica.

Il valore di queste risorse, in una situazione ambientale collegata alle risorse primariequali il mare e la costa, può divenire fondamentale.

Questo paragrafo tratta un argomento che, più degli altri, richiede apporti specialistici:infatti, in termini di prodotto turistico, occorre, per ogni segmento, individuare quelle at-trattive con caratteristiche di unicità, capaci di “far spostare il turista” solo per il fatto diesistere in una determinata localizzazione.

4.3.1 – CulturaNell’ambito delle risorse culturali possiamo enumerare quelle legate alla presenza di:

– patrimoni artistici– centri storici ed architetture– siti archeologici e grotte– luoghi e personaggi– santuari.

Indubbiamente, la provincia di Savona possiede nell’arte moderna e contemporanea ilsuo punto di forza, con le Albisole ed il capoluogo come principali punti di riferimento.

In queste due località esiste una concentrazione di opere d’arte di questi periodi diffi-cilmente localizzabile altrove; nello specifico, abbiamo opere di Baj, Balla, Beck, Caldan-zano, Caminati, Capogrossi, Carlè, Celano, Conoly, Crippa, De Salvo, Dominguez, Elde,Fabbri, Fontana, Franchini, Gambetta, Garelli, Giannici, Jorn (figura 14), Lam (figura 15,a pagina 59), Leverone, Lorenzini, Luzzati, Mazzotti, Milani, Moiso, Morando, Pasetti, Pi-casso, Porcù, Quattrini, Rambaldi, Roma, Rossello, Roth, Sabatelli, Salino, Sassu, Scan-navino, Siri, Strada, Welsh ed altri ancora.

Sta di fatto, però, che queste opere sono “sparse” sul territorio senza una logica di con-tinuità; sono, in particolare,– nelle Albisole, principalmente

• sulla passeggiata degli Artisti• nella Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903• nella Manifattura “San Giorgio” • nel Museo Giardino “Ernan”, presso l’omonima fabbrica di ceramica (figura 16, a

pagina 59)• nel Museo del Centro Studi “A. Jorn”, quando sarà disponibile presso la Collezione

Permanente di Arte Contemporanea “La Stella”

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– a Savona:• nella Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani, presso la Pinacote-

ca Civica• nella Collezione d’arte “Sandro Pertini”

oltre a quelle raccolte nel palazzo comunale di Albissola Marina (figura 17).

Come si può notare, la base delle opere di tutti questi autori è spesso la ceramica, che,oggi – pur rimanendo un punto distintivo dell’area albisolese-savonese – non possiede piùil richiamo che aveva negli anni ’50 e ’60.

La valorizzazione di queste risorse, quindi, potrebbe fungere da fondamentale volano

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Figura 14 – Fondazione Milani,Asgard Jorn

Figura 15 – Fabbrica S.Giorgio,Wilfredo Lam

Figura 16 – Museo Giardino “Ernan”,Lucio Fontana

Figura 17 – Comune di Albissola Mare,“Colombina” di Lucio Fontana

economico per la ripresa di queste attività, utilizzando come punto di riferimento il museo“ Manlio Trucco” della ceramica ad Albisola Superiore.

Sempre a proposito di arte moderna, un discorso specifico va fatto nei confronti dellagià citata “Passeggiata degli artisti” ad Albissola Marina (figura 18).

Su questa passeggiata si può ammirare una concentrazione di “quadri” che difficil-mente è possibile trovare contemporaneamente altrove: sulla pavimentazione di questa“pinacoteca a cielo aperto” troviamo opere di:– Luigi Caldanzano – Gabbiano e pesci – Giuseppe Capogrossi – Superficie XXX – Roberto Crippa – Composizione – Giovanbattista De Salvo – Caccia e pesca– Agenore Fabbri – Forma – Lucio Fontana – Concetto spaziale – Antonio Franchini – Astreo genera i venti– Mario Gambetta – Mitico mondo marino– Franco Garelli – Donna sulla passeggiata– Wilfredo Lam – Costellazione del sud – Emanuele Luzzati – I re in esilio – Mario Porcù – Decorazione in nero – Federico Quattrini – Cristoforo Colombo– Emanuele Rambaldi – Composizione musicale – Mario Rossello – Continuità – Saba Telli (Antonio Sabatelli) – Scena Marina – Eliseo Salino – Le streghe– Aligi Sassu – I cavalli del sole– Antonio Siri – Luna sul mare– Nino Strada – La ceramica.

Un’altra risorsa importante ed originale è rappresentata dalle “sculture di luce”, dise-gnate da artisti di gran fama per addobbare nel periodo natalizio nelle strade d’Albissola.

Come illustra l’esempio in figure 19 a e b (Agenore Fabbri alla pagina successiva), l’ar-tista aveva prodotto un bozzetto che era stato ricostruito con una struttura in ferro cui era-no state applicate lampadine colorate.

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Figura 18 – Passeggiata degli Artisti

Queste opere, sono di Albrito, Arroyo, Baj, Bertolazzi, Bocca, Bratta, Caminati, Carlè,Carmi, Cavaliere, Covelli, Dova, Del Pezzo, Elde, Fabbri, Franceschini, Gandini, CelanoGiannici, Lo Giudice, Malmignati, Moncada, Mondino, Pagliaro, Pardi, Pizzi, Pongiglione,Recalcati, Riva, Rossello, Santarella, Scaiola, Scrofani, Selden, Spadari, Spanti e Tadini.

Altri punti di riferimento, sia pure “minori”, sono:– a Finale Ligure presso la Collezione Permanente di Arte Contemporanea (Oratorio de’

Disciplinanti – Sala delle Capriate) con esposizione di opere di Baj, Balsamo, Bafico,Caldara, Cimitan, Dorazio, Fontanella, Guttuso, Luzzati, Minoli, Munari, Nangeroni,Nativi, Pain, Palladini, Ravà, Reggiani, Scannavino, Tomaselli, Veronesi, Vignato

– ad Alassio, nella West Gallery e nella Pinacoteca Levi – a Vado Ligure, nella “Collezione Eredi Arturo Martini” con le sculture del maestro– a Boissano, presso la “Collezione Centro Internazionale M. L. Jeanneret”– a Calice Ligure, dove ha soggiornato Scannavino, presso la “Raccolta d’Arte Contem-

poranea R. Pastori– a Vendone, il “Parco delle sculture di Rainer Kriester”

La figura 20 (a pagina 62) mostra la localizzazione dei siti di interesse per l’arte mo-derna e contemporanea.

Tralasciando questo periodo artistico, possiamo individuare alcuni momenti d’eccel-lenza anche per l‘arte appartenuta a tempi precedenti.

Per esempio, il ponente ligure (stando alle informazioni raccolte in internet) è estrema-mente ricco di affreschi, ma il loro valore, nel senso espresso in precedenza, non è omo-geneo.

Sta di fatto, comunque, che, a quanto rilevato in questo territorio, sono presenti, diver-si comuni con edifici religiosi affrescati in modo significativo e gli autori (databili a par-tire dal XIV° secolo), sono, tra altri, Cigna Segurano, Giovanni Canavesio, Giovanni Cam-biaso, Gabriele della Cella, Francesco e Tommaso Carrega, Pietro e Guido da Ranzo,Merano.

In questo senso, perciò, occorre individuare una sorta di “affreschi pilota” capaci dicreare un’aspettativa tale da poter coinvolgere siti, per così dire, meno importanti.

Per esempio, l’affresco dantesco della chiesa di San Giorgio ad Albenga (figura 21, apagina 63) può trovare similitudini con gli affreschi di Pigna oppure gli affreschi di Villa-nova d’Albenga possono, nel contesto, assumere una maggior importanza di altri.

Un discorso analogo può essere fatto per quanto concerne le tele o le sculture presentinelle diverse Chiese del ponente dove gli autori, che più di altri, hanno lavorato in zona:sono Anton Maria Maragliano, per quanto riguarda le sculture in legno, dei De Ferrari, i

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Figura 19 a – Bozzetto Figura 19 b – Scultura di luce

A titolo esemplificativo, possiamo citare come uno dei punti di riferimento il Museo diArte Sacra della Diocesi di Albenga, con diversi quadri di valore, tra cui quello attribuitoal Caravaggio (figura 22 a pagina 63) ed, ancora, di Guido Reni.

Praticamente tutti i comuni possiedono un centro storico e un edificio, religioso o meno,datato più di 100 anni: sta di fatto che, continuando nel filone logico dell’unicità già uti-lizzato in precedenza, occorre compiere alcune distinzioni.

Brea, Domenico Piola, Domenico Fiasella, Luca Cambiaso, Giorgio e Guido da Ranzo, re-lativamente alle pitture.

Ma, a proposito di pittura, il patrimonio maggiore, spesso non conosciuto, è nelle pina-coteche.

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Figura 20 – Localizzazione dei siti di interesse per l’arte moderna e contemporanea

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Di fatto, i centri storici che, per le loro qualità di conservazione, dimensione ed inte-resse, possiamo definire attrattivi come un altro sito umbro o toscano sono due: Albenga(figura 23) e Finale (Finalborgo – figura 24) e, per qualità e dimensione, ma con una ca-pacità attrattiva originale limitata, possiamo, ulteriormente, individuare Noli.

Attorno a questi punti di riferimento è possibile rilevare gruppi di comuni vicini, concentri storici di pregio: nell’Ingauna-Pollupice, possiamo citare un circuito che, a partireda Albenga, giunge a Villanova d’Albenga, Zuccarello, Castelvecchio di Rocca Barbena,sino a Toirano ed, infine, nel finalese, a Finalborgo e Noli, a cui possiamo aggiungere Ve-rezzi.

La maggior concentrazione la si può osservare, sulla costa, tra Finale Ligure a Loano(Finalborgo, Borgio Verezzi, Pietra Ligure e Loano) e, salendo in montagna, da Balestrinoa Pornassio (Balestrino, Castelvecchio di Rocca Barbena, Nasino, Zuccarello, Cisano sulNeva, Garlenda, Casanova Lerrone, Vendone, Pornassio ed i “ruderi” di Ortovero, Onzo e

Figura 21 – Chiesa di S.Giorgioad Albenga, affresco dantesco

Figura 22 – Museo di Arte Sacra dellaDiocesi di Albenga, Caravaggio (attribuito)

Figura 23 – Albenga Figura 24 – Finalborgo

Aquila d’Arroscia).Nella figura 25 proponiamo una localizzazione dei centri storici che già tiene conto,

quantomeno in parte, della “filosofia” dell’eccellenza.La storia passata e recente del ponente ligure ha portato all’edificazione sia di impian-

ti difensivi, sia di palazzi d’interesse. Inoltre, tutta la costa e buona parte dell’entroterra è costellato di torrioni di avvista-

mento e nell’entroterra, in particolare in val Bormida, abbiamo fortificazioni e ruderi uti-lizzati sino al periodo napoleonico.

Tra le più importanti fortificazioni vanno citate il forte di San Giacomo, a Bergeggi, ela fortezza del Priamar, a Savona (figura 26, a pagina 65).

Stando alla rete, si può inoltre citare, tra gli altri:– nell’area ingauna:

• ad Albenga: casa dei Malasemenza e palazzo vecchio del comune (XIV secolo)• ad Andora: castello dei Clavesana (XIII secolo)

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Figura 25 – Localizzazione dei siti di interesse per i centri storici

• a Castelvecchio di Rocca Barbena: castello dei Clavesana (XI secolo)• a Cisano sul Neva: Castello di Conscente (XV secolo) e forte di Rocca Liverna• a Garlenda: castello Costa - Del Carretto• a Zuccarello: castello del Carretto

– nell’area del Pollupice e alta val Bormida:• a Balestrino: castello Del Carretto (XVI secolo)• a Loano: palazzo Doria e torre pentagonale e casa del Capitano (fine XIV primo XV

secolo)• a Finale Ligure: castello Gavone e torre del Diamante (X secolo)• a Magliolo: forti Tortagna, Centrale e Merizzo (XIX secolo)

• a Noli: castello di monte Ursino (XII secolo)– nell’area del savonese-Beigua:

• ad Albissola Marina, Villa Faraggiana (XVI secolo)• ad Albisola Superiore, villa Gavotti (rifatta nel XVIII secolo) • a Pontinvrea, Forte Bruciato e Forte Tagliata• a Savona, torre del Brandale e i palazzi medievali• a Cogoleto, le torri di difesa e casa di Cristoforo Colombo

– in val Bormida:• ad Altare, il forte Tecci• a Cairo Montenotte, i resti delle mura con torrione, la porta e le rovine del castello

(trecenteschi)• a Millesimo, il ponte della Gavetta (XIII secolo) e la residenza turrita carrettesca che

ospita oggi il municipio (XVI secolo)• a Murialdo, i resti della cinta muraria e del castello millenario• a Roccavignale, i resti del castello a pianta trapezoidale dei Del Carretto (XII-XIII

secolo).Un’altra emergenza storica è rappresentata dagli edifici religiosi che, ovviamente, tro-

viamo in ogni comune: proprio per questa ragione occorre – da parte di esperti – selezio-narli.

In ogni caso, esistono alcune emergenze che, anche un non esperto, può individuare: – ad Albenga, la cattedrale di San Michele (XIII secolo) ed il Battistero a pianta decago-

nale

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Figura 26 – Fortezza del Priamar (interno)

– a Noli, la cattedrale di San Paragorio (figura 27) con all’esterno tombe medievali e de-corazioni con maioliche islamiche e la copia lignea del Volto Santo di Lucca, una cat-tedra vescovile (XIII secolo) e affreschi trecenteschi (XII secolo)

– a Savona, la cattedrale di Santa Maria Assunta e la Cappella Sistina– a Tiglieto, la Badia di Tiglieto (figura 28).

Considerando, sempre nella rilevazione tramite a rete, gli edifici religiosi di maggiordatazione, possiamo, inoltre, citare:– nell’area ingauna:

• a Castelbianco, il santuario della Nunziata (1000)• a Castelvecchio di Rocca Barbena, la parrocchiale dell’Assunta e l’oratorio di piaz-

za della Torre (XII secolo)• ad Erli, la pieve di San Martino con affreschi sovrapposti di Cigna Segurano (XI se-

colo)– nell’area del Pollupice e alta val Bormida:

• a Borgio Verezzi, la chiesa di San Pietro con affreschi del XV e XVI secolo (800)• a Giustenice, la chiesetta romanica di San Martino col cimitero annesso• a Finale Ligure, la pieve di S. Antonino a Perti (IV secolo) e la chiesa di San Lo-

renzo il Vecchio (XII secolo)• a Vezzi Portio, la parrocchiale duecentesca di San Cipriano

– nell’area del savonese-Beigua: • ad Albisola Superiore, il castello di Bonifacio Del Vasto con la chiesa di San Nicolò,

oggi parrocchiale con gruppo ligneo policromo del Maragliano, e la chiesina di SanPietro di epoca longobarda rifatta nel 1894

• Varazze, la chiesa dei Santi Nazario e Celso (XII secolo) e l’”eremo del deserto” deiCarmelitani Scalzi

– in val Bormida:• a Bormida, la parrocchiale di San Giorgio Martire con statua in legno della Madon-

na attribuita al Maragliano (1200)• a Cairo Montenotte, il convento francescano duecentesco di Ville e l’abbazia quasi

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Figura 27 – San Paragorio a Noli Figura 28 – La Badia di Tiglieto

millenaria a Ferrania• a Cengio, la parrocchiale della Natività di Maria affrescata dal Borgna (XVII secolo)• a Dego, la pieve di Bormiola e la pieve di Santa Giulia (1000)• a Mallare, il santuario in località Eremita (1000) e l’abbazia di Fornelli (1100)• a Millesimo, la pieve medievale di Santa Maria extra muros.L’asse della via Julia Augusta propone un percorso archeologico di vestigia romane di

notevole importanza sia turistica, sia scientifica: le tappe principali di questo percorso, fat-to di siti archeologici e museali, sono in figura 29.

Albenga è il punto di riferimento più importante dell’area del ponente ligure, abbinan-do la presenza di siti archeologi terrestri, marini e museali.

Le aree di maggiore interesse sono: – l’anfiteatro ed i monumenti funerari (figura 30, a pagina 68) della Via Iulia Augusta tra

Albenga e Alassio. Riprendendo la Soprintendenza, il percorso stradale tra le antiche

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Figura 29 – Localizzazione dei siti di interesse per l’archeologia romana

chiese di San Martino, ad Albenga, e di Santa Croce, ad Alassio costituisce uno dei trat-ti più suggestivi e meglio conservati dell’antica via Iulia Augusta, la strada aperta dal-l’imperatore Augusto tra il 13 e il 12 a.C. per collegare attraverso un itinerario costierola Pianura Padana con la Gallia e la Spagna. Per alcuni chilometri, in direzione di Alas-sio, lungo il tracciato a mezza costa prospiciente il mare e l’isola Gallinara si affaccia-no i ruderi dell’anfiteatro romano e di alcuni monumenti funerari di età romana impe-riale, databili al I sec. d.C. Si tratta di tombe monumentali destinate a conteneresepolture, appartenenti probabilmente a gruppi familiari o a corporazioni

– il complesso archeologico di San Clemente e del Centa, con i recenti scavi che hannoportato alla luce una Basilica ed una parte termale

– il complesso archeologico di San Calocero: area archeologica relativa al sito pluristra-tificato di San Calocero comprendente i resti di una chiesa tardo-antica con successivefasi altomedievale e medievale di un monastero (Benedettine e Clarisse) abbandonatoalla fine del XVI secolo

– la Basilica paleocristiana di S. Vittore: l’edificio rientra nelle basiliche cimiteriali atte-state fuori delle mura lungo le principali strade suburbane, che ha un corrispettivo, a po-nente, nel più articolato complesso di San Calocero. Per la chiesa sono riproponibili va-rie fasi, dal V secolo all’età protoromanica. Adiacente all’edificio sorge un’areacimiteriale.Per quanto riguarda l’archeologia marina, sono centrali i ritrovamenti dell’isola Galli-

nara: i fondali attorno all’isola sono stati oggetto di numerosi ritrovamenti occasionali e,sistematiche esplorazioni, hanno restituito materiali di diverse epoche, tra cui la nave di Al-benga, che costituisce uno dei più grandi relitti di età romana oggi conosciuti nel Mediter-raneo.

Lunga oltre 40 m. e larga circa 10, con propulsione esclusivamente a vela, aveva un ca-rico stimato in circa 10.000 anfore contenenti vino della Campania o di altre zone dell’I-talia centro-meridionale: i materiali recuperati sono esposti al pubblico nel “Museo Nava-le Romano”.

Accanto a questo sito museale specializzato, il Museo Civico Ingauno raccoglie reper-ti trovati nei vari siti archeologici e, in particolare, oggettistica in vetro tra cui spicca, perimportanza, il piatto blu (figura 31 nella pagina successiva).

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Figura 30 – Via Julia Augusta ad Albenga

Un ulteriore reperto di pregio si trova a Loano nel palazzo comunale: infatti, nel salo-ne centrale del Palazzo Doria, è stato sistemato, nel 1937, un Mosaico Romano esumato inun vicolo nel centro storico, sotto il piano stradale dei cosiddetti “Carugetti Orbi”.

Finale Ligure rappresenta un’atra tappa importante per l’archeologia romana e, soprat-tutto (come vedremo in seguito), per la paleontologia.

I siti riguardano, principalmente – una serie di ponti romani nella val Ponci e tratti della via Iulia Augusta– il castrum tardoantico – altomedievale a Varigotti– l’area archeologica della Pieve di Finalmarina (convento dei PP. Cappuccini): Chiesa

battesimale con fasi paleocristiane e alto-medievali, sottostante il convento– l’area archeologica della Pieve di S. Antonino a Perti, già citata come edificio religio-

so, (figura 32): percorso all’interno di un villaggio fortificato tardoantico – medievale

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Figura 31 – Il “piatto blu”

Figura 32 – S. Antonino a Perti

con imponenti resti di una torre di età bizantina A Noli assume particolare importanza l’area archeologica di San Paragorio (già citata).Un altro centro di ritrovamenti archeologici d’epoca romana è l’area di Vado Ligure e

Quiliano:– l’area archeologica di Vado Ligure è conservata sotto il palazzo comunale e riguarda un

vasto edificio di età romana (II sec. a.C. – tardo antica) nel quale è stata riconosciutauna domus urbana di tipo italico. Sempre a Vado Ligure esiste il Museo Civico “DonQueirolo”.

– a Quiliano, invece, è localizzato un complesso di ponti romani (figura 33), di cui duetransitabili anche con veicoli, sul tratto montano della via Iulia Augusta in Val Quazzo-la sulla strada comunale tra Cadibona e Vado Ligure. Sempre a Quiliano, va segnalatal’area archeologica di S. Pietro in Carpignano con un insediamento rustico - produttivodi età imperiale, sul quale si imposta una necropoli tardoantica e altomedievale.

A Savona, ai piedi della fortezza del Priamar, sono stati ritrovati i resti della chiesa edel convento tardomedievale di San Domenico e dell’abitato circostante.

Infine, ad Albisola Superiore, esiste una villa romana imperiale che univa caratteristi-che della dimora residenziale con strutture e servizi produttivi tipici della fattoria. Sono ri-conoscibili il quartiere padronale (pars urbana), il settore rustico - produttivo (pars rusticao fructuaria) e il settore termale.

Collegato a queste archeologie, possiamo citare il sistema delle grotte e cavità del po-nente ligure che, oltre a proporre l’attrattiva di grotte visitabili di grande bellezza, ha unvalore scientifico sotto il profilo preistorico.

Nella figura 34 (pagina 71) localizziamo i principali siti archeologici preistorici e grotte.Nella provincia di Savona, un’area ricca di grotte è la Val Pennavaire, in cui sono stati

scavati sistematicamente cinque siti:– l’Arma di Nasino è il sito principale. Si tratta di un riparo le cui prime occupazioni so-

no attestate da materiali attribuibili al Paleolitico Superiore (Epigravettiano finale) e lacui datazione risale a circa 10.090 anni da oggi.

– l’Arma dello Stefanin si trova in uno dei punti più stretti della valle ed è stata interpre-tata come rifugio e sito di macellazione utilizzato dai cacciatori di stambecchi.

– la Grotta del Petrusello data la sua occupazione con la cultura della ceramica impressa– la Tana del Barletta è una piccola caverna di cui una prima fase di occupazione è atte-

stata da ritrovamenti pertinenti alla Cultura Chassey datati a circa 4980 anni da oggi. – la Grotta delle Camere è una piccola caverna sepolcrale collettiva dell’età del rame.

Del rio Torsero, a Ceriale – riserva naturale regionale – abbiamo già avuto modo di par-lare in sede di “ambiti naturalisti costieri”: quest’area è importante, sotto l’aspetto archeo-

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Figura 33 – Ponte inferiore a Quiliano

logico, perché ospita un ricchissimo giacimento di fossili del periodo pliocenico (da 5,2 a1,8 milioni di anni fa).

I ritrovamenti, concentrati a circa un chilometro dalla spiaggia, testimoniano l’anticapresenza di un mare “caraibico”, vista l’analogia dei fossili con altre specie presenti neimari caldi.

Collegato a questa riserva esiste il Museo Paleontologico del Rio Torsero, nato proprioper conservare i numerosi pezzi scoperti.

Le grotte di Toirano (figura 35) rappresentano sia un’attrazione turistica di prim’ordi-ne, sia un punto di riferimento per gli studiosi di preistoria, che si collega con il. MuseoPreistorico “N. Lamboglia”.

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Figura 34 – Localizzazione dei siti di interesse per l’archeologia preistorica e grotte

Figura 35 – Grotte di Toirano

Si tratta di un complesso di grotte di origine carsica in parte abitate e frequentate dal-l’uomo preistorico: le cavità più note sono quelle della Grotta della Basura, della Grottadel Colombo, della Grotta di S. Lucia Inferiore.

Le grotte della Basura e di S. Lucia Inferiore sono aperte al pubblico e sono meta di mi-gliaia di visitatori.

Un altro sito fondamentale è quello di Finale Ligure, composto da un sistema di quat-tro grotte: – la grotta della Pollera, che ha restituito materiali dal Neolitico all’età del bronzo e due

sepolture – la caverna delle Arene Candide: nei livelli databili da circa 12.000 a 10.000 anni da og-

gi, sono stati rinvenuti numerosi reperti di industria litica e ossea e più di 20 sepolturedi individui, tante da far pensare ad una vera e propria necropoli. Nei livelli da circa25.000 a 15.000 anni fa’ è stata rinvenuta una sepoltura di un adolescente, di circa 12-14 anni, ed è nota in tutta la letteratura come la tomba del “Principe”

– l’arma delle Manie: si tratta di una delle più ampie grotte del finalese. I livelli del Pa-leolitico Medio sono ricchi di materiali e di resti di focolari

– il riparo Pian del Ciliegio, ubicato nella Val Ponci. In base ai reperti rinvenuti, si può af-fermare che vi fu un’intensa frequentazione durante il Neolitico antico e medio, corri-spondente alla diffusione della ceramica impressa e del vaso a bocca quadrata.Molto del materiale rinvenuto è visibile nel Museo Civico del Finalese.A Borgio Verezzi sono visitabili le grotte di Valdemino, composte da 5 sale (figura 36):

queste grotte originano da fenomeni carsici di erosione chimica e meccanica di acque pio-vane in profondità.

Possiamo, poi, rilevare la presenza di altri siti ed altre grotte e, in particolare: – a Bardineto, il Buranco di Bardineto, che, con i suoi due chilometri di cunicoli e galle-

rie è la grotta più vasta delle ottanta già esplorate nella zona e di tutta la val Bormida.Disposta su più livelli, offre percorsi a diversi gradi di difficoltà e molti motivi di inte-resse, tra i quali un torrente sotterraneo e la presenza del geotritone italiano

– a Magliolo, alle pendici il bric Tampa, la grotta degli Scogli Neri– a Spotorno, la grotta del Mortou

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Figura 36 – Grotte di Valdemino - Borgio Verezzi

– a Murialdo, la grotta dell’Alma Rossa e il pozzo di San Bernardino– a Millesimo, la grotta “tana dell’Orpe” con insediamenti dell’età del bronzo e un grup-

po di menhir con incisioni rupestri – a Varazze, il riparo dell’Alpicella di età neolitica.

Intendiamo, ora, fornire alcune informazioni sui personaggi che hanno frequentato osono nati nella nostra area e che hanno lasciato testimonianze culturali di altissimo livello.

A questa risorsa turistico-culturale, che andrebbe sviluppata in modo mirato e specialisti-co anche a livello congressuale, si legano i parchi culturali istituiti dalla Regione Liguria.

Una localizzazione delle tematiche riferite ad alcuni “personaggi” è pubblicata in im-magine 37.

Sulla base di alcune ricerche su internet, di fonte in gran parte regionale, possiamo for-nire un sia pure, parziale elenco:– area dell’Ingauna e del Pollupice

• Andora: luogo di soggiorno dell’etnologo ed esploratore Thor Heyerdhal• Stellanello: luogo di nascita di Marco Ambrogio Divizia, che fu comandante delle

galere del principe Andrea Doria • Alassio: luogo di soggiorno di Carlo Levi• Vendone: luogo di soggiorno dello scultore Rainer Kriester• Zuccarello: luogo di nascita di Ilaria Del Carretto• Calice Ligure: luogo di soggiorno del pittore Emilio Scanalino• Noli: luogo di nascita di Antoniotto Usodimare (1415-1461), navigatore che scoprì

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Figura 37– Localizzazione dei siti legati a personaggi nati o vissuti

le isole di Capo Verde, luogo di soggiorno di Giordano Bruno, che insegnò geome-tria e cosmografia tra il 1576 e il 1578

• Pietra Ligure: luogo di nascita di Nicolò Accame, poeta e patriota e autore del testodell’inno garibaldino, e di Cristoforo Accame

• Spotorno: luogo di soggiorno di Camillo Sbarbaro, D.H. Lawrence e Gina Lagorio– area del Savonese-Beigua

• Vado Ligure: luogo di soggiorno di Arturo Martini, scultore • Savona: luogo di nascita di Gabriello Chiabrera e Giacomo Boselli, luogo di sog-

giorno di Giuseppe Mazzini• Albisole: luogo di nascita di papa Giulio II della Rovere e luogo di soggiorno di Lu-

cio Fontana, Asgard Jorn, Wilfredo Lam, Aligi Sassu, F. T. Marinetti e molti altri ar-tisti del ‘900

• Stella: luogo di nascita di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica (figura 38)

• Celle Ligure: luogo di nascita di papa Sisto IV Francesco Della Rovere• Varazze: luogo di nascita del beato Jacopo da Varagine autore della Legenda aurea

e luogo di soggiorno del musicista Francesco Cilea– area della val Bormida

• Carcare: luogo di nascita dello scrittore Anton Giulio Barrili• Cairo Montenotte: luogo di nascita di Cesare Abba.

Una parte di questi personaggi hanno dato luogo alla formazione, come detto, di parchiletterari; si tratta di una serie di 9 percorsi culturali:1. La via romana Julia Augusta: da Ceriale ad Andora con tappe a Ceriale per il Parco del

Torsero, ad Albenga, sui temi dei Liguri Ingauni, di Roma e del Medioevo, ed Alassiocon Carlo Levi; gli artisti inglesi e la scoperta della Riviera (Cecil Robert, Richard We-st, Edward Elgar), a Laigueglia, per il suo Barocco, a Colla Micheri, luogo di soggior-no di Thor Heyerdhal e ad Andora per il Castello dei Clavesana, la Chiesa dei SS. Gia-como e Filippo e il ponte romano

2. Il sentiero di “Fischia il vento”: da Stellanello a Vendone, attraverso Testico e Casano-va Lerrone, sulle note di Felice Cascione e le tappe di Vendone, per il Museo di ReinerKriester e di Arnasco per il Museo dell’Olivo

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Figura 38 – Sandro Pertini

3. I “Del Carretto”, nella patria di Ilaria a Zuccarello e Castelvecchio di Rocca Barbena econ tappe alle grotte di Toirano, al Castello di Balestrino, a Castelfranco, Finalborgo eCastel Covone a Finale Ligure e ai Castelli della Val Bormida

4. Loano: sulle orme dei Doria con le visite alla Chiesa di Sant’Agostino, al Palazzo delPrincipe ed al Convento del Monte Carmelo

5. La passeggiata di Camillo Sbarbaro: da Borgio Verezzi a Spotorno attraverso Varigotti,Noli e Le Manie, ricordando Camillo Sbarbaro, D.H. Lawrence e Gina Lagorio

6. Savona, città dei papi: Sisto IV e Giulio II della Rovere con le visite alla Cappella Si-stina, al Palazzo Della Rovere di Giuliano da Sangallo e sui temi del Priamar – dalla Sa-vona preromana alla fortezza – di Colombo a Savona, del Santuario e l’Apparizione del1536 e di Gabriello Chiabrera e l’Arcadia

7. La ceramica: una storia millenaria: da Vado alle Albissole sui nomi di Arturo Martini,Giacomo Borselli, Lucio Fontana, Asgard Jorn, F. T. Martinetti, Tullio di Albissola, An-gelo Barile

8. Varazze: da Jacopo da Varagine a Remigio Zena. La Leggenda Aurea, S. Giacomo inLatronorio, S. Caterina, i piani di Invrea e Francesco Cilea e l’Arlesiana

9. La letteratura del risorgimento: da Savona alla Val Bormida sui nomi di Cesare Abba,A. Giulio Barrili, Giuseppe Mazzini e Pietro Sbarbaro.

Il turismo religioso rappresenta un’ulteriore fonte importante di turismo.Nel savonese esistono parecchi punti di riferimento religioso, tra i quali possiamo citare:

– ad Alassio, il santuario della Madonna della Guardia – ad Albenga, il santuario di N.S. di Pontelungo – ad Albisola Superiore, il santuario della Madonna della Pace – ad Arenzano, il Santuario Basilica del S.Bambino di Praga– a Balestrino, il santuario di monte – a Borghetto Santo Spirito, il santuario di Sant’Antonio – a Borgio Verezzi, il santuario della Madonna del Buon Consiglio” – a Cairo Montenotte, il santuario di Nostra Signora delle Grazie – a Calizzano, il santuario della Madonna delle Grazie – a Casanova Lerrone, il santuario di Degna – a Castelbianco, il santuario della Nunziata – a Magliolo, il santuario dei Santi Cosma e Damiano – a Mallare, il santuario in località Eremita– a Millesimo, il santuario della Madonna del Deserto – a Nasino, il santuario della Madonna di Curagna – a Savona, il santuario di N.S. della Misericordia– a Varazze, il santuario dell’”eremo del deserto” dei Carmelitani Scalzi– a Vendone, il santuario dedicato a San Calocero – a Vezzi Portio, il santuario di Santa Maria di Pia .

4.3.2 – Attività sportive Il tema delle attività sportive come offerta turistica va affrontato con una logica simile

a quella utilizzata a proposito delle “attrattive culturali”: infatti, occorre evidenziare quel-le attività che hanno carattere di originalità e/o con un segmento di mercato ben definito.

A tal proposito, in base ai vari censimenti effettuati su internet, tra gli sport praticabiliin Liguria – escludendo il calcio, le bocce, la pallacanestro, la pallavolo ed il tennis, chesono diffusi pressoché ovunque, ma spesso poco disponibili per il turista – abbiamo preso

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in considerazione:– gli sport che si praticano sull’acqua, sia sul mare, sia nell’entroterra: le attività d’im-

mersione e le scuole relative, la vela, il canottaggio, la canoa ed il kayak, il surf ed ilwindsurf, lo sci nautico, la pesca ed il torrentismo

– gli sport che si effettuano in montagna: la mountain bike, l’alpinismo, il free climbinge le palestre di roccia e lo sci, sia nordico, sia alpino

– gli sport che hanno come attività il tiro: il tiro con arma da fuoco e con l’arco– gli sport motoristici: il motocross, il motociclismo, il fuori strada ed il go-kart– gli sport praticati in aria: il deltaplano ed il parapendio (volo libero), il volo con gli ul-

traleggeri a motore, l’aeromodellismo, il paracadutismo ed il volo a motore e libero– gli altri sport specialistici: l’equitazione, il golf, il minigolf, il pallone elastico, la scher-

ma ed il bowlingintendendo come tali le attività organizzate, dove è stata rilevata una struttura specializza-ta o una scuola.

Osserviamo, ora, la localizzazione delle singole attività presenti in ogni gruppo.Per quanto riguarda gli sport acquatici abbiamo:

– attività d’immersione e scuole di sub: sono presenti ad Albenga, Andora, Loano, Fina-le Ligure, Celle Ligure e Varazze

– sport velici: ad Andora, Laigueglia, Alassio, Albenga, Loano, Finale Ligure, Noli, Spo-torno, Celle Ligure e Varazze e sul lago di Osiglia

– surf, windsurf e sci nautico, ad Alassio, Albenga, Loano, Spotorno e Varazze– canottaggio, canoa e kayak: i siti organizzati sono ad Alassio, Urbe ed Osiglia– la pesca è organizzata, sul mare, a Spotorno e, nell’entroterra, ad Osiglia– il torrentismo a Urbe, Tiglieto ed Arenzano.

Gli sport montani sono specializzati nei seguenti tipi di attività:– il free climbing, l’alpinismo e le palestre di roccia, presenti nell’area del Pennavaire, a

Castelbianco e Nasino, e, nel finalese, a Finale Ligure, Orco Feglino e Vezzi Portio– attività speleologica con formazione sono presenti a Ceriale, Toirano, Giustenice, Bar-

dineto, Borgio Verezzi, Finale Ligure e Bergeggi– la mountain bike, attività abbastanza diffusa, con punti di riferimento a Castelbianco –

Nasino, Stellanello, Testico, Laigueglia, Ceriale, Balestrino, Loano, Finale Ligure, Al-bisola Superiore, Varazze, Altare, Cosseria, Dego e Plodio.Gli sport di tiro possono essere suddivisi in due filoni:

– tiri con arma da fuoco, ad Alassio e Albenga – tiri con l’arco a Tovo S.Giacomo e Sassello.

Gli sport motoristici sono presenti ad Albenga e le attività di motociclismo, motocrosse fuori strada a Sassello.

Le attività sportive legate al volo che richiedono una pista di atterraggio si concentranoa Villanova d’Albenga (figura 39, a pagina 77), dove, oltre alle attività aeromodellistiche,si può praticare il paracadutismo, il volo a motore ed a vela.

Gli altri tipi di sport sono:– deltaplano, parapendio e volo libero, a Stellanello, Balestrino, Finale Ligure, Spotorno

e Bergeggi– il volo con gli ultraleggeri a motore si pratica, oltre che a Villanova d’Albenga, anche a

Stellanello.Terminiamo questa disanima con quelli che abbiamo definito come sport specialistici:

– golf e minigolf: la presenza di campi da golf, a Garlenda, non significa automatica-mente che il turista possa utilizzarli, anzi si tratta di club esclusivi. Il minigolf, inve-

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ce, si può praticare ad Alassio– l’equitazione è abbastanza diffusa: sono segnalati punti ippici ad Alassio, Garlenda,

Stellanello, Testico, Loano, Albisola Superiore, Celle Ligure, Cairo Montenotte, Cos-seria e Dego. A Villanova d’Albenga è presente un ippodromo

– la scherma si pratica a Villanova d’Albenga e Finale Ligure– il pallone elastico, sport molto diffuso in Piemonte – ossia presso la gran parte dei no-

stri ospiti – viene praticato, in particolare, a Cengio e Pontinvrea– sci d’erba ad Urbe– il rugby a Cogoleto.

4.3.3 – Attrattività locali Gli eventi di intrattenimento e la congressistica sono, spesso, attività “una tantum”, ca-

paci sia di allietare l’ospite presente sul territorio, sia di attrarre – il giorno o i giorni del-l’evento – un gran numero di persone.

Sta di fatto, però, che questi eventi possono fungere come strumento di marketing, perfar conoscere all’esterno la località turistica, sia come immagine sia come riferimento, ca-pace di ricordare nel tempo la località stessa.

Le manifestazioni che andiamo a citare riguardano unicamente eventi di “nome”, se-gnalati o dalla regione Liguria, o su internet., mentre, relativamente alle località di diver-timento abbiamo, invece, utilizzato unicamente le fonti della regione Liguria.

Le manifestazioni di maggior importanza (in quanto catalogate in regione Liguria –2002) le abbiamo suddivise in 5 categorie: – eventi di carattere sportivo– eventi collegati alla nautica– eventi di tipo culturale– cortei storici, sfilate e simili.– altri eventi specializzati.

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Figura 39 – Aeroporto PaneroVillanova d’Albenga

Gli eventi sportivi segnalati riguardano:– ciclismo: un evento a Laigueglia (il trofeo Laigueglia per professionisti) – ippica: diversi eventi a Villanova d’Albenga– bocce e petanque: un evento ad Alassio – atletica: un evento ad Albisola Superiore– triathlon: un evento ad Andora (prova olimpica campionato italiano di società)– nuoto sincronizzato: un evento a Loano (campionati italiani).

Il secondo tipo di eventi riguardano le attività nautiche:– la vela: tre eventi ad Alassio (la settimana internazionale di vela d’altura, il meeting in-

ternazionale della gioventù di vela – optimist, la Gallinara’s cup classi 2.4 mr e vaurien),tre ad Andora (la Europa laser cup, la regata velica nazionale fireball ed il trofeo P.Co-sulich vela d’altura), uno a Loano (il meeting d’autunno - regata velica internazionaled’altura), uno a Noli (la regata nazionale del golfo)

– offshore: un evento a Savona (l’european grand prix di offshore - classe 1)– canoa: un evento a Savona (il trofeo “Presidente della Repubblica” - meeting interna-

zionale di canoa olimpica).Per quanto concerne gli eventi di carattere culturale, si tratta di:

– letteratura: un evento ad Alassio (premi letterari nazionali “un autore per l’Europa”- “uneditore per l’Europa”), uno a Ceriale (premio libro ligure dell’anno) e uno a Noli (pre-mio nazionale di poesia “Noli – streghetta”)

– musica: tre di musica classica, ossia il concorso pianistico nazionale “città d’Albenga”ad Albenga, il concorso internazionale di musica da camera “palma d’oro” a Finale Li-gure, l’international music competition città di Pietra Ligure, uno di jazz, il festival jazzdi Laigueglia

– teatro: tre eventi di rilevanza, ossia il festival teatrale (figura 40) e premio nazionale Ve-retium a Borgio Verezzi, il festival internazionale “tra la danza e il teatro” ad Andora,il festival di Cabaret a Loano

– cinema: il festival del doppiaggio cinematografico e televisivo “voci nell’ombra” a Fi-nale Ligure

– fumetto: a Spotorno, la rassegna nazionale di satira e umorismo “spotorno comics”.

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Figura 40 – Festival di Borgio Verezzi

Manifestazioni di grande qualità sono quelle che riguardano sfilate, carnevali, ecc.:– sfilate storiche: una ad Albenga (sfilata storica del 2 luglio), una a Ceriale (sbarco dei

turchi saraceni – rievocazione del rapimento e del riscatto del 1637), una a Laigueglia(sbarco dei saraceni) ed una a Giustenice (il “Palio dei Carri”)

– sfilate di carri allegorici, con il carnevale di Loano – infiorate: l’infiorata di Sassello (figura 41)

– manifestazioni religiose: la Processione del Venerdì Santo (Processione delle casse) aSavona ed il Presepe vivente di Roccavignale.Occorre, a questo punto, segnalare ancora:

– 4 manifestazioni originali o di dimensioni significative:• ad Alassio, il concorso internazionale di bellezza, con l’elezione di “miss muretto”• a Garlenda, il meeting europeo Fiat 500• la festa nazionale del tartufo a Millesimo• la sagra dei “Gumbi” a Toirano

– a Ceriale, il parco acquatico di divertimenti “Le Caravelle” di circa 100.000 mq di su-perficie.La figura 42 (a pagina 80) localizza tutti questi eventi.La convegnistica rappresenta, specie in termini di allungamento della stagione turisti-

ca, un importante settore d’attività: sta di fatto, però, che occorre, in questo settore, indi-viduare settori specialistici su cui puntare per la maggior quota di queste iniziative (al pa-ri di altre aree italiane).

Comunque, la localizzazione delle principali sedi congressuali rilevate sono ad Ando-ra, Alassio, Garlenda, Ceriale, Loano, Albissola Marina, Albisola Superiore, Finale Ligu-

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Figura 41 – Infiorata a Sassello

re, Spotorno, Savona, Celle Ligure e Varazze.Infine, le biblioteche rappresentano un punto di servizio ed iniziativa notevole, e,

spesso, hanno un valore storico e possono essere oggetto o di visita al pari dei sitimuseali o di luogo di studio e convegni:– ad Alassio, la Biblioteca Civica con un fondo inglese (ex Biblioteca Inglese) e la Bi-

blioteca dell’Istituto Salesiano “Madonna degli Angeli” con specializzazione in Lette-ratura classica e moderna

– ad Albenga, la Biblioteca Capitolare, con specializzazione storico-teologico-giuridico;ed un importante fondo antico (libri a stampa, manoscritti e pergamene), la BibliotecaCivica, anch’essa con un fondo antico, la Biblioteca del Seminario Vescovile specializ-zata in Teologia, Liguria e Bibbia e la Biblioteca dell’Istituto Internazionale di Studi Li-guri - Sezione Ingauna indirizzata alla Storia ed archeologia ligure

– a Zuccarello, la Biblioteca della Montagna– a Ceriale, la Biblioteca Libri di Liguria con la raccolta di tutte le edizioni liguri– a Toirano, la Biblioteca dell’Istituto Medico Pedagogico– a Loano, la Biblioteca del Convento dei Carmelitani di Monte Carmelo con un notevo-

le fondo antico e specializzazione in Spiritualità e storia dell’ordine– a Noli, la Biblioteca del Centro Culturale Civitas Nauli con temi di Storia locale– a Pietra Ligure, la Biblioteca Medica - Ospedale Santa Corona– a Finale Ligure, la Biblioteca dei PP. Cappuccini, la Biblioteca del Centro Storico del

Finale con temi di storia locale, la Biblioteca del Civico Museo del Finale con specia-lizzazione in Archeologia, geologia, paleontologia e Collezioni di geologia e geotecni-

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Figura 42– Localizzazione dei siti interessati da eventi

ca (fondo Magnani), la Biblioteca della Sezione Finalese dell’Istituto Internazionale diStudi Liguri con temi di Archeologia e storia locale, la Biblioteca Ecclesiastica di Fi-nalmarina, con un importante fondo antico (sec. XV-XVII) e specializzazione in Cultu-ra religiosa, giuridica, teologica, biblica, storia locale e la Biblioteca Monastica Badiadi Finalpia dei Padri Benedettini, con un fondo antico, specializzata in scienze eccle-siastiche

– ad Albisola Superiore, la Biblioteca Civica “Manlio Trucco” specializzata in ceramolo-gia

– ad Albissola Marina, la Biblioteca “Tante storie per giocare”, per bambini 3 - 11 anni– ad Altare, la Biblioteca Civica “P. Tambani”, con specializzazione in musica e un fon-

do musicale (musica a stampa, libri e audioregistrazioni), e la Biblioteca dell’Istitutoper lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria, specializzata in libri e riviste per lo studiodel vetro negli aspetti storici, artistici e scientifici

– a Carcare, la Biblioteca Civica Centro Studi “Anton Giulio Barrili”, con una raccolta dilibri e manoscritti di Anton Giulio Barrili

– a Savona, la Biblioteca Centrale “Barrili” con un fondo antico (sec. XV-XVIII), com-prendente anche manoscritti, la Biblioteca del Club Alpino Italiano, specializzata in al-pinismo, la Biblioteca del Gruppo Speleologico Savonese, specializzata in speleologia,carsismo, idrologia e territorio, la Biblioteca del Seminario Vescovile con un fondo an-tico (sec. XV-XIX), la Biblioteca dell’Archivio Storico Diocesano, con una specializ-zazione in Storia religiosa e locale ed un fondo antico (sec. XV-XVIII), la Bibliotecadell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, specializzata in archeologia medievale, sto-ria e arte locale, la Biblioteca della Società Savonese di Storia Patria, anch’essa con spe-cializzazione in archeologia, storia, arte, storia locale, la Biblioteca delle Donne (Cen-tro Studi Medicina Donna) e la Biblioteca Sociale “P. Poggi” - Associazione Savonese“A Campanassa”, con un fondo antico (sec. XVII-XIX) e specializzata in tradizioni lo-cali.Inoltre, pressoché tutti i comuni posseggono o una biblioteca civica, per le attività di

prestito librario, o “punti di prestito” collegati ad un circuito locale. La gastronomia locale rappresenta una ulteriore fonte di turismo, specie se rivolta a co-

loro che già frequentano l’area.L’area del ponente ligure ha dato vita alla “strada del vino e dell’olio” (figura 43, a pa-

gina 82) per valorizzare non solo l’aspetto enogastronomico dell’area, ma anche quello deiprodotti agricoli locali (basilico, aglio, carciofi, melanzane, asparagi, pomodori, ecc.).

La strada parte dall’area da Le Manie nel finalese e giunge sino all’alta valle Arroscia.Le specialità gastronomiche del savonese sono molteplici ed andrebbero catalogate con

esperienza e poste in relazione con i filoni di prodotto turistico.Inoltre, nell’intento di sviluppare proprie iniziative capaci di attrarre turismo sono sor-

ti o stanno sorgendo, specie nell’entroterra, i così detti musei etnografici o mirati a valo-rizzare aspetti specifici della tecnica o determinate tradizioni locali.

Nel savonese va ricordato che ad Altare, dal 1393, grazie ai Marchesi del Monferrato,l’arte della lavorazione del vetro, iniziata dai monaci benedettini di Bergeggi, beneficiò diun’espansione che portò i vetrai altaresi a eccellenze produttive e artistiche ancora oggiuniversalmente riconosciute. Nel 1495 fu fondata l’Università del Vetro e si promulgaronogli statuti che disciplinavano l’arte. A differenza dei vetrai di Burano, i maestri di Altarepreferirono la trasparenza al vetro colorato, ed è questa la caratteristica saliente della col-lezione storica che si può ammirare nel museo del vetro, nella villa liberty Rosa.

Stando alle rilevazioni documentali effettuate, inoltre, occorre ricordare il Museo del-

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l’Orologio da Torre “G. B. Bergallo” a Tovo San Giacomo e tutta una serie di musei etno-grafici come il Museo Etnografico della Val Varatella a Toirano e la Mostra di Civiltà Con-tadina a Rialto.

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Figura 43 – La strada del vino e dell’olio

CAPITOLO 5

SISTEMI SINERGICIPER L’USO DELLE RISORSE

Una volta esaminate le risorse turistiche del savonese presenti e la loro attuale organiz-zazione, è possibile passare a lavorare in termini progettuali, approfondendo aspetti delcomportamento del turista e, quindi, suggerendo alcune ipotesi di lavoro.

5.1 – I TEMPI DEL TURISMO E DEL TURISTA

Le scelte del consumatore si formano sulla base di un insieme complesso di fattori, fre-quentemente non razionali, che evidenziano non solo una forte interdipendenza tra sog-getti, ma anche un forte legame temporale: indubbiamente, infatti, le esperienze preceden-ti del soggetto stesso e le sue abitudini condizionano le scelte attuali.

In questo contesto, Costa e Manente4 affermano che le preferenze possono considerar-si “locali”:– in senso spaziale: il consumatore turista non dispone dell’intera gamma di alternative

possibili e spesso sceglie la propria meta lungo un sentiero geografico determinato e li-mitato, che rappresenta l’insieme delle alternative a disposizione;

– in senso temporale: il campo di scelta del consumatore turista può risultare vincolatodalla storia delle vacanze fatte in passato.Il tempo, perciò, è, assieme allo spazio, la dimensione oggettiva su cui poggia il turi-

smo.Il tempo dedicato alla vacanza, d’altra parte, rappresenta solo una quota del tempo li-

bero, la cui delimitazione rinvia necessariamente alla conoscenza dell’articolazione deltempo totale dell’individuo tra le sue molteplici attività: destinare una quota del propriotempo ad attività di tempo libero in genere (e quindi anche al turismo) anziché al lavoro,significa effettuare precise scelte economiche e quindi occorre spiegare, sul piano analiti-co:– l’interdipendenza tra reddito e tempo libero– l’interdipendenza, in generale, tra dotazione di tempo libero e attività del tempo libero

e, più specificamente, tra tempo libero e turismo.Per capire il legame tra lavoro e tempo libero, occorre individuare gli elementi che in-

cidono sulla dotazione di tempo libero e sulla cadenza con cui esso è disponibile, ossia:– fattori demografici: durata media della vita e ciclo di vita, composizione del nucleo fa-

miliare;– fattori economici: partecipazione alla forza lavoro secondo tipo di attività, aumento del

reddito discrezionale, evoluzione della struttura produttiva (aumento della produttività,

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spostamento verso la produzione di servizi, riduzione dello sforzo fisico);– fattori istituzionali: durata del giorno e della settimana lavorativi, giorni di ferie paga-

ti, fruizione del part-time, età pensionabile;– fattori sociali: organizzazione dei servizi alla famiglia, evoluzione dei ruoli all’interno

della famiglia, evoluzione culturale e maggior complessità del sistema sociale, relazio-ne tra lavoro e tempo libero, profondità del tempo.Il tempo libero viene, a sua volta, distinto in:

– tempo condizionale: è un tempo discrezionale, che si può ulteriormente disaggregarein:• partecipazione sociale• formazione personale e professionale

– tempo libero passivo (per esempio la tv)– tempo libero attivo, di cui fa parte il tempo utilizzato per il turismo.

Affrontare la questione del tempo in chiave economica significa partire dall’assunzioneche esso è una risorsa scarsa.

Da ciò discende che le decisioni di allocazione di una risorsa scarsa implica dei trade-off tra un suo uso e un altro: per poter confrontare gli impieghi alternativi, da cui possonoderivare prodotti e servizi completamente diversi, è necessario, in termini economici, di-sporre di misure monetarie dei costi e dei benefici connessi a ogni utilizzo.

Il tempo, a differenza di altre risorse economiche, non può essere accumulato: tuttaviail suo trascorrere rappresenta una dotazione di cui tutti dispongono e che tutti utilizzano,per cui, quindi, esiste un’offerta ed una domanda di tempo dalla cui relazione scaturisce ilconcetto di scarsità e, conseguentemente, la necessità di una regolamentazione che richie-de la fissazione di un prezzo.

L’introduzione del tempo nella descrizione del processi di consumo richiede, in primoluogo, che essi vengano ridefiniti in termini di “attività”: le quantità acquistate differiran-no così dalle quantità consumate e, perciò, con riferimento al consumatore che deve deci-dere i propri livelli di consumo e le relative collocazioni temporali, si possono distingueredue tipologie di consumi/attività:a) i consumi di beni finali che richiedono tempo, ma esauriscono con se stessi le attività

di consumo (beni alimentari, vestiario, ecc.);b) i consumi di beni la cui funzione è di permettere al consumatore la fruizione del beni

finali (servizi di comunicazione, servizi di trasporto, alcuni tipi di servizi domestici, al-cune forme di educazione).A questo punto, sulla base di queste definizioni, Costa e Manente si spingono a for-

mulare alcune riflessioni matematiche che non riteniamo utile riportare i integralmente:partendo, però, dalla constatazione che la quantità massima di tempo fisico disponibile peruna persona è rappresentato dalle ore lavorate e da quelle non-di-lavoro o tempo libero, sipuò quantificare il salario di questa persona come il saggio di sostituzione tra tempo libe-ro e spese per consumi.

Tralasciando il risparmio, il reddito pieno risulta, quindi, essere eguale alla somma del-le spese per consumi privati, più il consumo di tempo libero, che ha un valore equivalentealla quota di reddito cui si rinuncia offrendo una quantità minore di servizi lavorativi.

Visto che il consumatore ha l’obiettivo di massimizzare una funzione di utilità, il pro-blema si risolve allargando gli argomenti di tale funzione a un bene ulteriore, ossia il tem-po non-di-lavoro, di cui la parte più importante è il tempo libero che, così, assume il ruo-lo di un qualsiasi altro bene ed entra nella funzione di utilità dell’individuo.

Allora, il singolo cederà parte del suo tempo libero in cambio di un salario che:

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– fornisce i mezzi per la sussistenza e il consumo;– rappresenta il prezzo del tempo libero, ovvero è il prezzo che il mercato offre in cam-

bio della rinuncia al tempo libero.La domanda di tempo libero diventa, perciò, una variabile esplicativa della domanda di

beni di consumo e la funzione di utilità del consumatore viene a dipendere da n+1 beni,per l’introduzione del bene aggiuntivo “tempo libero”5.

In questo senso, è possibile giungere ad individuare alcune conseguenze rilevanti per leattività che vengono svolte in questo tempo libero e quindi per il turismo:a) la relazione tra attività del tempo libero e tempo ad esse destinato è più complessa di

quella che risulterebbe dalla semplice competizione tra tempo libero e offerta di lavoro;b) le quantità di tempo destinate alle attività di tempo libero dipendono dalle quote di tem-

po destinate alle altre attività di consumo;c) la concorrenza tra le diverse attività del tempo libero si gioca prevalentemente sulle mo-

dalità, consentite al singolo, di articolazione del tempo destinato ad esse;d) la scelta della quota di tempo libero, e delle attività da effettuare durante esso, è legata

anche alla percezione di estensione, opposizione o neutralità tra lavoro e non lavoro;e) ciascuna delle attività del tempo libero, così come qualsiasi altra attività, richiede una

quantità di tempo per essere svolta, alla quale corrisponde un costo.Questa impostazione assume un particolare significato nel caso del turismo: il tempo

necessario per la vacanza, infatti, va scisso nelle due componenti relative al viaggio e alsoggiorno, ciascuna delle quali svolge un preciso ruolo nel processo di scelta del poten-ziale turista, sia tra una vacanza e altri impieghi del tempo libero, sia tra tipologie alterna-tive di vacanza.

Dal punto di vista dell’analisi del consumatore, poi, la relazione tra turismo e tempo li-bero si riconduce alla relazione tra consumo e tempo libero: con riferimento al particolarebene turismo, però, la situazione si complica ulteriormente per il fatto che, per fare più tu-rismo, è necessario, contemporaneamente, disporre di più tempo libero e di più reddito.

Se il tempo entra, come visto, in modo significativo, nella funzione di utilità del turi-sta, allora è importante massimizzare il tempo attivo della vacanza, rispetto allo spreco diquesta variabile (tempi “morti”), legato agli spostamenti per fruire delle risorse presentinella destinazione turistica.

Infatti, in questo senso, un turista che frequenta o deve frequentare la Liguria, è sog-getto ad impedenze dovute alla distanza dalla propria residenza, che ne possono condizio-nare le scelte: infatti, dal tempo che impiega per giungere alla destinazione di vacanza eper ritornare a casa propria può dipendere il turismo di visita, di week end od, anche, a pa-rità di fattori di attrazione, stanziale.

Certamente, l’impedenza dettata dall’accessibilità non è l’unico fattore determinante lascelta della vacanza: infatti, specie per quanto riguarda la visita od il week end, molto di-pende dalla qualità e dall’unicità del luogo in cui la persona intende recarsi, ma è indub-bio, comunque, che, estremizzando, una visita breve con un viaggio che, tra l’andata ed ilritorno, comporta oltre quattro-cinque ore per una permanenza di uno o due giorni, rap-presenta un elemento di difficoltà.

5.1.1 – Isocrone da 1 ora e 30’Prendendo come punto di riferimento alcune località savonesi di riferimento autostra-

dale (Albenga e Savona) ed alcune concorrenziali liguri (Sanremo e Rapallo) e nazionali(Lignano Sabbiadoro e Rimini), possiamo proporre le successive figure 44 e 45, che illu-strano le isocrone, che possiamo definire come i “tempi del turista”, costruite in base ai

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tempi che occorrono per giungere dalla residenza alla destinazione turistica.Il bacino base preso in considerazione contiene circa 16,5 milioni di residenti, suddivi-

si tra Piemonte e valle d’Aosta (Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Cuneo, Torino, Biella,Verbania ed Aosta), Lombardia (Pavia, Milano, Cremona, Como, Varese, Bergamo, Bre-scia, Lecco e Mantova), Emilia Romagna (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bo-logna) e Veneto (Verona).

Nell’ambito dell’ora e mezza, possiamo osservare come le località del ponente liguretendono a dividersi un mercato pressoché unico, mentre Rapallo raccoglie un numero diresidenti più elevato.

Nello specifico, in questo tempo possono giungere:– a Sanremo, circa 450.000 di persone (meno del 3% dell’intero bacino) dal Piemonte e,

in particolare, da una quota della provincia di Cuneo ed in quella di Alessandria– ad Albenga, circa 1.200.000 persone (7% del bacino), provenienti, sempre dal Piemon-

te, dalle province di Cuneo, Alessandria ed Asti– a Savona, circa 4.000.000 di persone (24% del bacino), dalle province piemontesi di

Cuneo, Alessandria, Asti, Torino, Vercelli e da quella lombarda di Pavia– a Rapallo, circa 5.500.000 di persone (33% del bacino), dal Piemonte (province di Ales-

sandria, Asti, Vercelli e una quota da quella di Cuneo), dalla Lombardia (province di Pa-via e Milano) e dall’Emilia (provincia di Parma).Le isocrone relative a Rimini e Lignano Sabbiadoro, in questi tempi di viaggio, non si

sovrappongono a quelle liguri.In questo contesto, la concorrenzialità dovuta all’accessibilità si svolge, nel savonese,

in Piemonte, mentre tra Savona e Rapallo, sulla provincia di Pavia.

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Figura 44 – Isocrone da 1 ora e 30’

In particolare, Rapallo acquisisce, in questo lasco di tempo, le province di Milano e diParma per un totale di più di 4 milioni di abitanti, ma non facendo giungere l’offerta a To-rino (oltre 2 milioni di residenti).

5.1.2 – Isocrone da 2 ore e 30’Se analizziamo, invece, l’ambito delle 2 ore e mezza, troviamo situazioni diverse.

In quest’ambito di tempo,– Sanremo è raggiungibile da circa 8.500.000 di persone (50% del bacino) provenienti

dalle province piemontesi di Cuneo, Alessandria, Asti, Torino, Vercelli e Novara, daquelle lombarde di Pavia e Milano e da Piacenza, nell’Emilia

– Albenga può essere raggiunta da circa 11.000.000 di persone (66% del bacino) delleprovince della regione Piemonte, di Alessandria, Cuneo, Asti, Torino, Vercelli, Novara,Biella e Verbania , da quelle della regione Lombardia, di Pavia, Milano, Cremona, Co-mo, Lodi e Varese, e dalle province emiliane di Piacenza e Parma

– Savona ha un bacino di circa 13.000.000 (80% del bacino) di persone, provenienti dalPiemonte (Alessandria, Cuneo, Asti, Torino, Vercelli, Pavia, Novara, Biella e Verbania),dalla val d’Aosta, dalla Lombardia (Pavia, Milano, Cremona, Como, Varese, Bergamo,Lodi e Brescia) e dall’Emilia (Parma e Piacenza)

– Rapallo, invece, può essere raggiunta da circa 15.500.000 persone (93% del bacino)delle province piemontesi di Alessandria, Asti, Vercelli, Novara, Cuneo, Torino, Biellae Verbania), da quelle lombarde (Cremona, Pavia, Como, Varese, Bergamo, Brescia,Milano, Lodi e Lecco) e dall’Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Mo-dena e Bologna).

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Figura 45 – Isocrone da 2 ore e 30’

In questo contesto, le aree del ponente ligure sono direttamente concorrenziali sulleprovince piemontesi di Alessandria, Cuneo, Asti, Torino, Vercelli, Novara, sulle provincelombarde di Pavia e Milano e su quella emiliana di Piacenza.

Le aree di Albenga e Savona, tendono a dividersi, oltre alle località citate, anche le pro-vince di Verbania e Biella (Piemonte), di Cremona, Lodi, Como e Varese (Lombardia) e diParma e Piacenza (Emilia): occorre notare, inoltre, che Savona possiede un’accessibilitàprivilegiata su Bergamo e Brescia (circa 2 milioni di abitanti) in Lombardia.

Rapallo, invece, aggiunge a tutte queste località, l’accessibilità alle aree di Lecco(300.000 abitanti), in Lombardia, e di Reggio Emilia, Modena e Bologna (circa 2 milionidi residenti), in Emilia Romagna.

In questo lasso di tempo delle 2 ore e mezza, entrano in concorrenza anche le aree diLignano Sabbiadoro e Rimini.

Infatti, Lignano Sabbiadoro è raggiungibile, nello stesso tempo di Savona e di Rapallodagli abitanti di Brescia ed in quello occorrente per raggiungere Rapallo, dai residenti sia,ancora, di Brescia, sia da quelli di Bologna.

Considerando, invece, Rimini, questa località entra in concorrenza, per quanto all’ac-cessibilità, con Savona per gli abitanti di Brescia (circa 1,1 milioni di residenti) e, con Ra-pallo, per quelli, sempre di Brescia e di Reggio Emilia, Modena e Bologna (circa 2 milio-ni di residenti).

Esistono, perciò, impedenze oggettive che tendono a favorire alcune aree rispetto ad al-tre che, come tali, vanno superate attraverso un’offerta migliore.

Infatti, se questi rappresentano i “tempi del turista”, l’offerta in loco, per essere appeti-bile, deve tener conto anche dei “tempi del turismo”, ossia deve predisporre una organiz-zazione dell’uso delle proprie risorse tale da “non far perdere tempo” al turista che vogliagoderne.

In questo senso, l’offerta deve svilupparsi – a seconda della qualità del prodotto – al-l’interno di isocrone sostenibili.

5.1.3 – Isocrone da 20 minutiLa figura 46 (a pagina 89) offre la possibilità di valutare gli ambiti definiti da isocrone

di circa 20 minuti, prendendo come punti di riferimento Albenga, Loano, Finale Ligure,Cairo Montenotte, Savona e Varazze.

Basandoci su queste accessibilità, derivanti da diversi fattori di attrazione, occorre sot-tolineare che l’esistenza di risorse sul territorio, vendibili in termini turistici, non presup-pone l’esistenza di un marketing omogeneo – come spesso viene fatto –, ma richiede unacapacità di selezionare la dimensione spaziale dei prodotti che vengono offerti e, quindi,l’indirizzo dell’informazione da inviare.

In questo senso, sulla base delle accessibilità, occorre distinguere tra un prodotto di ti-po specialistico, capace di attrarre un segmento di mercato puntuale (un sistema “largo” diprodotto) che travalica le stesse accessibilità esistenti tra la sua localizzazione e quella del-la potenziale domanda, ed un altro tipo, raggiungibile in tempi brevi, in grado di proporreuna vacanza integrata (un sistema “stretto”).

5.2 – I sistemi “larghi” (di prodotto – risorsa)I “sistemi larghi” sono sistemi di offerta che abbracciano l’intero ponente ligure e ri-

guardano nicchie di mercato specializzate, che richiedono un marketing mirato: si tratta diprodotti di alta qualità, che propongono una vacanza spesso con risvolti culturali o sporti-vi e, perciò, va accompagnata da strategie di mercato in grado di “far tornare” il nostro

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ospite, per fruire di altre risorse presenti sul territorio.In questo senso, gli ambiti“larghi” di offerta devono, per alcuni segmenti di mercato,

sia “aprire la pista” verso l’utilizzo, in un secondo tempo, di quelli che definiremo sistemi“stretti”, sia integrando funzionalmente l’offerta di questi ultimi.

I sistemi di questo tipo sono collegati a percorsi tematici, che travalicano i confini sa-vonesi e comprendono anche aree imperiesi, aventi come argomento:– il diving– la vela– il diportismo nautico– l’archeologia– la speleologia– la pittura e scultura– i centri storici e architetture– i luoghi culturali– determinate attività sportive.

Il sistema delle immersioni (figura 47) può essere organizzato su 7 tappe: – il varazzino da Arenzano alle Albisole– il finalese e l’area da Noli a Bergeggi– il loanese da Albenga a Loano

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Figura 46 – Tempi del turismo: isocrona da meno di 20’

– Gallinara e le aree da Andora ad Albenga – il dianese, da Diano Marina a Cervo– le aree da Cipressa ad Imperia, da Riva Ligure a Santo Stefano al Mare e da Sanremo

a Taggia– il sanremese con le aree da e da Vallecrosia a Sanremo ed il ventimigliese e l’area di ca-

po Mortola.

In questo contesto, i comuni di Ventimiglia, Bordighera, Sanremo, Andora, Albenga,Ceriale, Loano, Finale Ligure, Celle Ligure e Varazze sono sede, per quanto rilevabile viainternet, di scuole di subacquea.

Rimanendo sempre nell’ambito marino, la vela può creare l’occasione per un turismosia praticante, sia attratto da eventi di livello nazionale ed internazionale in materia.

Il sistema della vela (figura 48, a pagina 91) può articolarsi, anch’esso, per tappe su tut-ta la costa del ponente ligure e, in particolare – sulla base delle segnalazioni rilevate – lo-calizzate, da ponente a levante, a: 1) Ventimiglia2) Bordighera 3) Sanremo, con eventi di portata nazionale in tema (vedi sezione risorse)4) Taggia5) Santo Stefano al Mare6) Imperia, con eventi 7) Diano Marina

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Figura 47 – Il sistema delle immersioni

8) San Bartolomeo al Mare9) Andora, con eventi10) Laigueglia11) Alassio con eventi

12) Albenga13) Loano, con eventi14) Finale Ligure15) Noli, con eventi16) Spotorno17) Celle18) Varazze.

Per quanto riguarda il sistema del diportismo nautico si può far riferimento ancora allafigura 48, ricordando anche la figura 2: il sistema potrebbe articolarsi in un’offerta legataalla visita della costa “vista dal mare”, creando appositamente una guida per il diportistache lo aiuti ad individuare dal mare i punti di maggior interesse della Liguria di ponente.

Un altro “sistema largo” è quello delle archeologie (figura 49, a pagina 92) che do-vrebbe essere suddiviso in due aree tematiche: quella dei siti archeologici romani e quelladei siti preistorici, che possono essere articolati facendo capo alle aree di maggior dimen-sione e qualità.

Per quanto riguarda la tematica legata all’archeologia romana, i punti di riferimento so-no l’area di Ventimiglia e quella di Albenga.

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Figura 48 – Il sistema della vela

Nel sottosistema di Albenga si possono prevedere 9 tappe: 1) Albisola Superiore 2) Savona3) Vado Ligure4) Quiliano5) Noli6) Finale Ligure7) Loano8) Albenga9) Diano Marina (questo sito è affine a quello di Albenga, per la presenza di archeologie marine)

ed in quello di Ventimiglia, 4 tappe:1) Riva Ligure2) Sanremo3) Bordighera4) Ventimiglia

L’area tematica dei siti preistorici di interesse primario prevede, invece, 7 tappe:1) Ventimiglia2) Nasino3) Toirano, che può allargarsi a Ceriale per alcuni aspetti specifici4) Finale Ligure5) Murialdo6) Millesimo7) Varazze.

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Figura 49 – Il sistema delle archeologie

Il sistema della speleologia (figura 50), che per certi aspetti è affine a quello preistori-co, prevede un percorso che colleghi le grotte e cavità più note a quelle meno conosciute,con l’opzione di poter fruire di servizi di accompagnamento e formazione.

Si tratta di un percorso che – a parte i siti di Millesimo e Murialdo – inizia sul livellodel mare, a Bergeggi, Finale Ligure e Borgio Verezzi, sale nel primo entroterra, a Toirano,Giustenice e Magliolo, e, quindi, in montagna, a Bardineto, Nasino e Castelbianco (valPennavaire), Caravonica/Pieve di Teco, Cosio d’Arroscia, Triora, Pigna ed Olivetta S. Mi-chele.

Per quanto concerne i sistemi relativi ai due temi culturali della pittura e scultura e deicentri storici e architetture, occorre, come già accennato, entrare nelle singole tematichesul piano qualitativo e dell’unicità.

Nell’analisi delle risorse, infatti, abbiamo portato diversi esempi, quali i circuiti relati-vi all’arte moderna, agli affreschi, al romanico e l’architettura ante 1300, ai luoghi cultu-rali, ecc.

Per quanto riguarda l’arte moderna, il ponente ligure, come abbiamo potuto osservarenella parte precedente di questo studio, è una vera è propria “miniera di occasioni di visita”.

Il circuito da promuovere, in modo unitario, ha come base principale l’estremo ponen-te e, in primo luogo, le due Albisole, oltre a Savona e Vado Ligure e, proseguendo versoovest, può arrivare a Calice Ligure, a Boissano ed Albenga. Badalucco, Baiardo, Sanremoe Bordighera completano il percorso.

Relativamente agli “affreschi”, i luoghi culturali, le architetture occorre, altresì, cerca-

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Figura 50 – Il sistema della speleologia

re di formulare circuiti specifici basati sulla qualità delle opere presenti.Per quanto concerne le attività sportive, possiamo individuare precisi sistemi, percorsi

e localizzazioni.Il primo riguarda l’arrampicata (figura 51) e si divide, principalmente, in tre sistemi:

1) il Finalese, con Finale Ligure, Vezzi Portio ed Orco Feglino2) il Pennavaire, con Nasino e Castelbianco3) le Alpi Marittime, con Mendatica, Triora e Molini di Triora.

Un altro sistema originale, riguarda il volo (figura 52, a pagina 95) che prevede l’uti-lizzo di mezzi sia per il volo libero, sia per quello a motore: il punto di riferimento è quel-lo dell’aeroporto di Villanova d’Albenga, dove è possibile il volo a motore, il paracaduti-smo, il volo a vela con alianti (sempre in questa sede si può fruire di un’assistenzaspecializzata per l’aeromodellismo); inoltre, a Stellanello, come detto, viene segnalata lapossibilità di utilizzare veicoli ultraleggeri a motore oltre ad attività di volo libero.

Il volo libero (parapendio, deltaplano e simili) può essere praticato a:– Ospedaletti– Mendatica– Stellanello– Balestrino– Finale Ligure– Spotorno

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Figura 51 – Il sistema delle arrampicate

– Bergeggima occorre esaminare, tra questi ed eventualmente altri siti, la possibilità di fruizione diservizi.

Sulla falsariga di questi sistemi omogenei di offerta turistica è possibile individuare al-tre specializzazioni, quali, per esempio, dello sci, del tiro (arco e fuoco) e del torrentismo(area di Arenzano nel Parco del Beigua).

5.3 – I sistemi “stretti” (legati all’accessibilità)Mentre i “sistemi larghi” si basano su di un prodotto specifico omogeneo, formando

una sorta di circuiti in cui trascorrere una vacanza in termini mirati, prescindendo dal tem-po che occorre per raggiungere ogni singola tappa, i “sistemi stretti” si basano sull’acces-sibilità delle risorse che integrano la balneazione, al fine di renderle disponibili all’ospiteturista senza “fargli perdere tempo”.

In altre parole, i “sistemi stretti” potrebbero essere definiti come “sottosistemi locali diofferta turistica” che, come tali, posseggono la caratteristica di poter sviluppare un turismobalneare, integrato dall’utilizzo di risorse aggiuntive, presenti sulla costa e nell’entroterra,od un turismo “alternativo” nell’entroterra, integrato dalla balneazione.

Già in precedenza, trattando i “tempi del turista”, abbiamo avuto modo di illustrare al-cuni esempi, prendendo come punto di riferimento alcune località costiere, sede di caselloautostradale, o dell’entroterra: in questo capitolo esamineremo, in modo sistematico, tuttequeste località in cui il turista giunge dopo un viaggio, mediamente, di oltre 2 ore e, in que-st’ottica, partendo da ovest, possiamo individuare i sottosistemi di Albenga-Alassio (A) e

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Figura 52 – Il sistema del volo

Loano – Finale Ligure (B), Savona – Varazze – Beigua (C) e valli Bormida (D) e, in que-sti ultimi due sottosistemi, aggiungiamo alcuni comuni genovesi e cuneesi che riteniamopossa essere utile comprendere6.

5.3.1 – Il sottosistema alassio albengaIl sottosistema di Albenga – Alassio (le cui isocrone sono illustrate in figura 53) sareb-

be composto da 20 comuni, di cui:

– 5 con accesso al mare: Alassio, Albenga, Andora, Ceriale e Laigueglia– 15, nella parte interna: Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio di

Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello,Testico, Vendone, Villanova d’Albenga e ZuccarelloStando alle statistiche ISTAT turismo 2001, quest’area concentra, complessivamente,

oltre 300 imprese turistiche, di cui più di 280 sulla costa (ad Alassio, in particolare) e cir-ca 25 nell’entroterra.

Secondo la statistica APT del 2003, le imprese turistiche risultavano complessivamen-te 347 di cui 316 nei comuni costieri (147 ad Alassio), e 31 in quelli interni (8 a Casano-va Lerrone).

Albenga e Alassio sono i maggiori riferimenti per quanto riguarda l’ospitalità turistica,mentre, dal punto di vista dei servizi, si conferma essenzialmente Albenga.

Nell’entroterra, assumono un ruolo Villanova d’Albenga e Cisano sul Neva, ossia co-muni immediatamente a monte di Albenga e, in una certa misura, anche Ortovero.

Complessivamente, le imprese (turistiche, commerciali e di servizio), che possono fruiredei flussi turistici sulla costa, sono poco più di 2.000 e possono contare su circa 20 milionidi presenze all’anno: come se la popolazione residente, invece di essere pari a circa 47.000unità, fosse più di 100.000, con punte massime giornaliere di circa 155.000 persone.

La struttura comunale della ricettività (posti letto per tipo di ricettività) è illustrata nel-la tabella 6.

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Figura 53 - Isocrone del sottosistema di Albenga – Alassio

Per quanto concerne l’entroterra (calcolo unicamente sulle strutture imprenditoriali) ci sipuò riferire alla tabella 7.

L’area a struttura turistica maggiormente imprenditoriale è quella di Albenga (54% deiposti letto), che si caratterizza per la forte presenza della ricettività in campeggio, seguitada Alassio (30%), mentre i posti letto in impresa nelle altre località vanno dal 23% di Lai-gueglia all’8% di Andora, ossia sotto alla media nazionale (26%).

In particolare, va notato come Alassio possegga un peso dei posti letto in albergo dop-pio rispetto alla media nazionale, mentre questo tipo di ricettività risulta pressoché assen-te (3/4%) ad Albenga , Andora e Ceriale.

Sulla base delle riflessioni fatte in precedenza a riguardo dell’edificazione nell’entro-terra, basandoci sui dati 2001 relativi agli alloggi non occupati da residenti, la ricettivitàpotenziale di quest’area interna sarebbe di oltre 9.000 posti letto (una quota dei quali po-trebbero già essere usufruiti in termini di seconda casa), concentrati per oltre il 50% a Gar-lenda (16%), Cisano sul Neva (15%), Stellanello (11%) e Villanova d’Albenga (11%).

Soffermandoci sull’ambito costiero e facendo riferimento ai quadri nazionali che sonoprodotti nella 2° parte di questo studio, ci si trova in una situazione:– di elevato degrado dell’uso del suolo, con unica eccezione per l’area albenganese, sal-

vaguardata soprattutto dal valore agricolo dei terreni– più soddisfacente dal punto di vista dell’organizzazione turistica, anche se tutti i co-

muni di questo sottosistema si collocano al di sotto della media nazionale (in partico-lare Andora, Ceriale e Laigueglia)

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% su totale posti lettoAree

in albergo in campeggio in altro extr. In impresa in alloggio

tot. posti letto

(x 1.000)

Alassio 24,1 4,5 1,3 29,9 70,1 26,4

Albenga 4,2 49,0 0,6 53,8 46,2 18,7

Andora 3,7 4,9 0,0 8,5 91,5 25,8

Ceriale 3,1 15,8 0,3 19,1 80,9 24,8

Laigueglia 15,5 7,3 0,4 23,2 76,8 12,0

totale ambito 10,0 15,2 0,5 25,7 74,3 107,7

Italia 11,5 13,3 0,8 25,7 74,3 6.450,0

Tabella 6 – Ricettività del sottosistema Albenga – Alassio: area costiera (ISTAT 2001)

Tabella 7 – Ricettività del sottosistema Albenga – Alassio: area interna (ISTAT 2001)

% su totale posti lettoAree

in albergo in campeggio in altro extralbergo

totale posti letto in

imprese turistiche

Arnasco 55,0 0,0 45,0 40

Casanova Lerrone 41,4 0,0 58,6 58

Castelbianco 100,0 0,0 0,0 29

Castelvecchio di R.B. 0,0 0,0 0,0 0

Cisano sul Neva 0,0 0,0 0,0 0

Erli 100,0 0,0 0,0 14

Garlenda 100,0 0,0 0,0 94

Nasino 0,0 0,0 0,0 0

Onzo 0,0 0,0 0,0 0

Ortovero 47,8 0,0 52,2 46

Stellanello 100,0 0,0 0,0 18

Testico 100,0 0,0 0,0 15

Vendone 0,0 0,0 100,0 12

Villanova d'Albenga 2,2 97,8 0,0 941

Zuccarello 0,0 0,0 0,0 0

totale ambito 20,4 72,6 6,9 1267

– di mediocre livello in relazione all’ambiente urbano.Ancora riferendoci alla costa, possiamo analizzare l’utilizzo degli arenili, per cui for-

niamo i parametri riferiti alle spiagge in concessione (tabella 8).

I nostri comuni presentano una percentuale di occupazione dell’arenile per servizi (ingenere, superficie cementificata) al di sotto della media regionale (28%), con la punta mas-sima a Laigueglia (24%) e valori tra l’11 ed il 22% negli altri comuni.

Per quanto concerne le densità di turisti sull’arenile, nel momento di tutto esaurito del-la ricettività, esse si allineano con le medie regionali o ne stanno al di sotto.

L’area possiede, in termini di risorse, i porti turistici ad Andora (circa 750 posti barca)e ad Alassio (disponibilità per circa 450 imbarcazioni.) per un totale di 1200 posti barca(4% della disponibilità regionale, 13% di quella del ponente).

Ad una situazione complessiva decisamente grave delle aree costiere sotto gli aspettiimprenditoriali, ambientali e di uso del territorio, fa riscontro la presenza di una delle“punte di diamante” del turismo balneare nazionale, ossia Alassio, ed una buona dotazio-ne di risorse extrabalneari o di intrattenimento.

Infatti, per quanto concerne i “sistemi larghi” di offerta, riprendendo quanto scritto inprecedenza, questo sottosistema rientra nel: – sistema delle immersioni, con 4 punti d’interesse – sistema della vela, anch’esso con 4 punti d’interesse– sistema delle archeologie, con Albenga punto di rilevanza prioritaria– sistema della speleologia, con i siti di Ceriale e quelli della val Pennavaire– sistema delle arrampicate, con la valle Pennavaire – sistema del volo, con Villanova d’Albenga (unico aeroporto del ponente) riferimento

centrale.In particolare, la presenza dell’aeroporto dovrà porre la questione di un suo sviluppo in

funzione degli arrivi turistici per l’intero ponente ligure.I punti di forza sotto l’aspetto culturale di questo sottosistema sono diversi, ma è

senz’altro quello che propone un circuito di centri storici a cui può fare riscontro unica-mente l’area del ventimigliese.

Altri punti di forza sono rappresentati:– dall’isola Gallinara, che possiede valori ambientali ed archeomarini con caratteristiche

di unicità, – dal parco acquatico “La Caravelle”, che possiede un’attrazione formidabile(oltre

150.000 utenti in quattro mesi) e che andrebbe meglio sfruttato per veicolare l’uso del-le altre risorse marine, culturali e dell’entroterra,

– dalla strada del vino e dell’olio, che attraversa l’intero sottosistema e che può risultareun elemento importante sia per la valorizzazione di queste eccellenze storiche, sia perquella di alcune sezione di “sistema largo”, come quello delle arrampicate,

98

Tabella 8 – Situazione degli arenili del sottosistema Albenga – Alassio

densità di turisti a pieno caricoArea

per ml. di fronte mare per mq di superficie utile% di superficie a servizi

Alassio 10,4 0,6 18,3

Albenga 37,7 1,9 21,7

Andora 22,7 0,9 10,8

Ceriale 20,2 0,9 16,9

Laigueglia 7,1 0,6 24,4

Liguria 23,3 1,0 27,6

– da occasioni naturalistiche capaci di dar vita a forme di “turismo alternativo”, sfruttan-do sia la presenza dei centri storici, sia dei S.I.C. dell’entroterra (in quest’ottica, va po-sta in evidenza la sinergia tra Ceriale ed i comuni limitrofi del sottosistema del Pollu-pice).Si tratta, quindi, di un sottosistema che può aggiungere alla balneazione – per cui oc-

correrà fare un discorso più ampio, valido per tutti i sottosistemi – caratteristiche culturalie di divertimento di prim’ordine e veicolare tutte le sue opzioni “accessibili” anche attra-verso eventi d’elevata immagine come l’elezione di “miss muretto” ad Alassio, a Garlenda,il meeting europeo Fiat 500 ed il trofeo Laigueglia di ciclismo per professionisti.

5.3.2 – Il sottosistema finale ligure loanoIl sottosistema di Loano – Finale Ligure, sarebbe compreso tra Borghetto Santo Spiri-

to e Bergeggi e conterebbe su 22 comuni:– 9, sulla costa: Bergeggi, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Loa-

no, Noli, Pietra Ligure e Spotorno– 13, nell’entroterra: Balestrino, Bardineto, Boissano, Calice Ligure, Calizzano, Giuste-

nice, Magliolo, Orco Feglino, Osiglia, Rialto, Toirano, Tovo San Giacomo e Vezzi Por-tio

e possiede le accessibilità – facendo riferimento al casello autostradale di Finale Ligure –illustrate in figura 54.

Stando alle statistiche ISTAT turismo 2001, quest’area concentra, complessivamente,circa 420 imprese turistiche, di cui 380 sulla costa (in particolare, più della metà a FinaleLigure, a Loano ed a Pietra Ligure) e una quarantina nell’entroterra (la quota maggiore aCalizzano e Bardineto).

Al 2003, l’APT registra, complessivamente, 471 imprese, di cui 417 sulla costa (127 aFinale Ligure e 77 sia a Loano e 90 a Pietra Ligure) e 54 nell’entroterra (12 a Calizzano,9 a Bardineto).

Sulla costa, quindi, Finale Ligure, Loano e Pietra Ligure sono i maggiori riferimenti per

99

Figura 54 - Isocrone del sottosistema di Finale Ligure – Loano

quanto riguarda sia l’ospitalità turistica, sia i servizi e, nell’entroterra, assumono un ruoloparticolare Calizzano e Toirano.

Complessivamente, quindi, le imprese, che – in maniera più a meno essenziale – frui-scono dei flussi turistici sulla costa, sono circa 2.100 e possono contare su circa 25 milio-ni di presenze all’anno: come se la popolazione residente, invece di essere pari a circa45.000 unità, fosse di 120.000, con punte massime giornaliere di circa 170.000 persone.

La struttura comunale della ricettività (posti letto per tipo di ricettività) è illustrata nel-la tabella 9.

Tabella 9 – Ricettività del sottosistema Loano – Finale LigureArea costiera (ISTAT 2001)

Per quanto concerne l’entroterra (calcolo unicamente sulle strutture imprenditoriali) ci sipuò riferire alla tabella 10.

Tabella 10 – Ricettività del sottosistema Loano – Finale LigureArea interna (ISTAT 2001)

L’area a struttura turistica maggiormente imprenditoriale (media nazionale del 26%) èquella di Spotorno (31%), mentre i posti letto in impresa nelle altre località vanno dal 24%di Borgio Verezzi al 3% di Bergeggi e Borghetto Santo Spirito.

Sulla base delle riflessioni fatte in precedenza a riguardo dell’edificazione nell’entro-terra, basandoci sui dati 2001 relativi agli alloggi non occupati da residenti, la ricettivitàpotenziale di quest’area interna sarebbe di oltre 10.000 posti letto (una quota dei quali po-

100

% su totale posti lettoaree

in albergo in campeggio in altro extr. In impresa in alloggio

tot.posti letto

(x 1.000)

Bergeggi 3,0 0,0 0,6 3,6 96,4 3,4

Borghetto S. Spirito 1,2 1,7 0,4 3,3 96,7 24,9

Borgio Verezzi 9,2 13,0 1,8 24,0 76,0 4,5

Finale Ligure 15,9 6,9 0,4 23,2 76,8 25,1

Loano 12,0 4,6 1,5 18,1 81,9 25,6

Noli 12,6 0,0 0,8 13,4 86,6 6,2

Pietra Ligure 15,5 6,7 1,0 23,1 76,9 26,9

Spotorno 20,6 10,0 0,7 31,3 68,7 11,0

totale ambito 11,8 5,3 0,9 18,0 82,0 127,6

Italia 11,5 13,3 0,8 25,7 74,3 6.450,0

% su totale posti lettoaree

in albergo in campeggio in altro extralbergo

totale posti letto in

imprese turistiche

Balestrino 100,0 0,0 0,0 69

Bardineto 97,6 0,0 2,4 255

Boissano 100,0 0,0 0,0 20

Calice Ligure 0,0 100,0 0,0 160

Calizzano 44,4 53,7 1,9 514

Giustenice 0,0 0,0 0,0 0

Magliolo 100,0 0,0 0,0 19

Orco Feglino 0,0 0,0 100,0 5

Osiglia 100,0 0,0 0,0 68

Rialto 0,0 0,0 100,0 4

Toirano 100,0 0,0 0,0 16

Tovo San Giacomo 76,7 0,0 23,3 43

Vezzi Portio 0,0 0,0 100,0 4

totale ambito 59,6 37,0 3,3 1177

0,0

0,0

0,0

100,0

53,7

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

37,0

100,0

97,6

100,0

0,0

44,4

0,0

100,0

0,0

100,0

0,0

100,0

76,7

0,0

59,6

3,0

1,2

9,2

15,9

12,0

12,6

15,5

20,6

11,8

11,5

0,0

1,7

13,0

6,9

4,6

0,0

6,7

10,0

5,3

13,3

0,6

0,4

1,8

0,4

1,5

0,8

1,0

0,7

0,9

0,8

3,6

3,3

24,0

23,2

18,1

13,4

23,1

31,3

18,0

25,7

96,4

96,7

76,0

76,8

81,9

86,6

76,9

68,7

82,0

74,3

3,4

24,9

4,5

25,1

25,6

6,2

26,9

11,0

127,6

6.450,0

0,0

2,4

0,0

0,0

1,9

0,0

0,0

100,0

0,0

100,0

0,0

23,3

100,0

3,3

69

255

20

160

514

0

19

5

68

4

16

43

4

1177

trebbero già essere usufruiti in termini di seconda casa), concentrati per oltre il 70% a Bar-dineto (20%), Toirano (12%), Boissano, Tovo San Giacomo e Calizzano (11%).

Soffermandoci sull’ambito costiero e facendo riferimento ai quadri nazionali che sonoprodotti nella 2° parte di questo studio, possiamo far rilevare che:– per quanto riguarda l’utilizzo della “risorsa suolo”, tutti i comuni si collocano tra quel-

li con le pegigori caratteristiche– situazioni migliori si trovano per quanto concerne l’organizzazione turistica, ma co-

munque i nostri comuni si collocano al di sotto della media nazionale– gli indicatori urbani vedono la maggior parte dei comuni nelle zone più basse della clas-

sifica. Ancora riferendoci alla costa, possiamo analizzare l’utilizzo degli arenili, per cui for-

niamo i parametri riferiti alle spiagge in concessione (tabella 11).

Tabella 11 – Situazione degli arenili del sottosistema Loano – Finale Ligure

I nostri comuni presentano una percentuale di occupazione dell’arenile per servizi (ingenere, superficie cementificata) al di sotto della media regionale (28%).

Per quanto concerne le densità di turisti sull’arenile, nel momento di tutto esaurito del-la ricettività, esse risultano in genere anch’essi inferiori o in linea con la media regionale.

In questo contesto occorre tener presente l’esistenza di porti turistici a Loano (per ilmomento, circa 550 posti barca) ed a Finale Ligure (disponibilità per circa 600 imbarca-zioni.): complessivamente circa 1200 posti barca (4% della disponibilità regionale, 13% diquella del ponente).

Anche per quanto riguarda questo sottosistema, ad una situazione complessiva gravedelle aree costiere (al limite, più grave rispetto alle altre dell’area savonese) sotto gli aspet-ti soprattutto ambientali e di uso del territorio, fa riscontro una dotazione di risorse extra-balneari o di intrattenimento concorrenziale.

Per quanto concerne i “sistemi larghi” di offerta, definiti in precedenza, questo sottosi-stema è presente: – nel sistema delle immersioni con 5 siti, il cui più significativo è quello dell’isola di Ber-

geggi - punta Predani– nel sistema della vela, con 2 siti marini e quello lacustre – con potenzialità notevoli –

di Osiglia– nel sistema delle archeologie, sia romane, sia preistoriche (siti principali: Finale Ligu-

re e Toirano) – nel sistema della speleologia, con le due grotte visitabili in modo organizzato, ossia

quella di Toirano e di Borgio Verezzi– nel sistema delle arrampicate, il finalese rappresenta il punto di riferimento più impor-

tante a livello regionale

101

densità di turisti a pieno caricoArea

per ml. di fronte mare per mq di superficie utile% di superficie a servizi

Loano 20,4 0,7 18,6

Borghetto Santo Spirito 26,2 1,0 19,5

Pietra Ligure 16,6 0,7 14,6

Borgio Verezzi 5,4 0,4 24,8

Finale Ligure 14,6 0,5 18,7

Spotorno 7,0 0,3 16,8

Noli 7,7 0,4 34,0

Bergeggi 5,1 0,2 27,1

Liguria 23,3 1,0 27,6

– nel sistema del volo, con 4 siti. In questo sottosistema possiamo citare, come punti di forza extrabalneari:

– il punto di riferimento, in materia di centri storici, di Finalborgo, che è, con Albenga, ilcentro storico più importante del ponente ligure, e Noli

– momenti naturalistici e atti a dar vita a forme di “turismo alternativo”, con 7 siti, tra cuiè centrale il sistema del Finalese - capo Noli, con l’area protetta in via di istituzione delFinalese (il parco delle Manie).In questo sottosistema, esistono eventi con riflessi nazionali che, se utilizzati adeguata-

mente, possono fornire ritorni importanti, ossia:– a Borgio Verezzi, il festival teatrale ed il premio nazionale “Veretium”– a Finale Ligure, il festival del doppiaggio cinematografico e televisivo “voci nell’om-

bra” ed il concorso internazionale di musica da camera “palma d’oro”– a Loano, il “carnevaloa” ed i campionati di nuoto sincronizzato– a Spotorno, la rassegna nazionale di satira e umorismo “Spotorno comics”.

In quest’ottica, questo sottosistema potrebbe proporsi come luogo di interesse naziona-le in materia di teatro e cinema, con un supporto formazionale, affiancato alle opzioni am-bientali-naturalistiche e, ovviamente, balneari.

5.3.3 – Il sottosistema savonese varazzino beiguaIl terzo sottosistema è quello che comprende il varazzino, l’area del Beigua e il savo-

nese, a cui sono stati aggiungi tre comuni genovesi:– 8 comuni costieri: Albisola Superiore, Albissola Marina, Celle Ligure, Savona, Vado Li-

gure e Varazze, oltre ad Arenzano e Cogoleto (Ge).– 8 comuni interni: Giusvalla, Mioglia, Pontinvrea, Quiliano, Sassello, Stella e Urbe, ol-

tre a Tiglieto (Ge),le cui isocrone si illustrano nella figura 55.

102

Figura 55 - Isocrone del sottosistema di Savona – Varazze

Le statistiche ISTAT turismo 2001, in quest’area contano, complessivamente, più di 230imprese turistiche, di cui circa 200 sulla costa (170 nella quota di costa savonese e circa 30in quella genovese).

Al 2003, l’APT savonese registra, complessivamente, 230 imprese, di cui circa 190 sul-la costa (115 a Varazze) e circa 40 nell’entroterra ligure (10 sia a Sassello, sia ad Urbe).

A parte il comune di Savona ed il suo hinterland, il ruolo turistico maggiore è assuntodall’area costiera dell’estremo levante e, principalmente, da Varazze.

Nell’entroterra, assumono un ruolo importante Sassello ed Urbe, ossia il “cuore” delparco del Beigua.

In questo contesto, le imprese, che possono fruire dei flussi turistici sulla costa, posso-no contare (a meno del dato di Savona e Vado Ligure) su circa 10 milioni di presenze al-l’anno: come se la popolazione residente di questi comuni, invece di essere pari a circa55.000 unità, fosse di oltre 80.000, con punte massime giornaliere superiori alle 100.000persone.

La struttura comunale della ricettività (posti letto per tipo di ricettività) è illustrata – ameno di Savona e Vado Ligure per cui non è possibile stimare la ricettività in alloggio –nelle tabelle 12 e 13, sia per l‘area costiera, sia per quanto concerne l’entroterra (calcolounicamente sulle strutture imprenditoriali).

Tabella 12 – Ricettività del sottosistema Savona – Varazze – BeiguaArea costiera (ISTAT 2001)

Tabella 13 – Ricettività del sottosistema Savona – Varazze – BeiguaArea interna (ISTAT 2001)

Le aree a struttura turistica maggiormente imprenditoriale (media nazionale del 26%)sono quelle di Varazze (24%) e Cogoleto (23%), mentre i posti letto in impresa nelle altrelocalità vanno dal 21% di Albissola Marina al 7,6%, di Arenzano ed al 4,7% di AlbisolaSuperiore.

103

% su totale posti lettoAree

in albergo in campeggio in altro extr. In impresa in alloggio

tot.posti letto

(x 1.000)

Albisola Superiore 4,7 0,0 4,7 95,3 5,1

Albissola Marina 3,9 16,9 20,8 79,2 2,8

Celle Ligure 12,8 1,7 0,2 14,6 85,4 9,4

Varazze 21,5 1,4 1,4 24,3 75,7 17,3

Arenzano 7,5 0,1 7,6 92,4 9,5

Cogoleto 4,8 18,4 23,2 76,8 5,9

totale ambito 12,5 3,9 0,5 17,0 83,0 50,0

Italia 11,5 13,3 0,8 25,7 74,3 6.450,0

% su totale posti lettoAree

in albergo in campeggio in altro extralbergo

totale posti letto in

imprese turistiche

Giusvalla 100,0 12

Mioglia 52,0 48,0 25

Pontinvrea 88,2 11,8 169

Quiliano 100,0 24

Sassello 82,5 17,5 217

Stella 2,1 96,6 1,3 671

Urbe 86,5 13,5 230

Tiglieto 100,0 67

totale ambito 43,9 45,8 10,3 1415

Riguardo all’edificazione nell’entroterra, basandoci sui dati 2001 relativi agli allogginon occupati da residenti, la ricettività potenziale di quest’area interna (a meno di Quilia-no) sarebbe di oltre 13.000 posti letto (una quota dei quali potrebbero già essere usufruitiin termini di seconda casa), concentrati per circa il 50% a Stella (30%) e Sassello (20%).

Sulla base dello studio sui dati nazionali dei comuni costieri, elaborato in precedenza,ricordiamo:– per quanto riguarda l’utilizzo della “risorsa suolo”, i comuni posseggono indicatori di-

versi: dal migliore di Albissola Marina al peggiore Celle Ligure;– per quanto concerne l’organizzazione turistica, 3 comuni si collocano attorno alla me-

dia nazionale (Albissola Marina, Varazze e Cogoleto) ed altri 3 al di sotto, con la situa-zione relativamente peggiore ad Arenzano;

– relativamente agli indicatori urbani, le posizioni sono migliori.Ancora riferendoci alla costa, possiamo analizzare l’utilizzo degli arenili, per cui for-

niamo i parametri riferiti alle spiagge in concessione (tabella 14).I nostri comuni presentano una percentuale di occupazione dell’arenile per servizi al di

sotto della media regionale (28%).Per quanto concerne le densità di turisti sull’arenile, nel momento di tutto esaurito del-

la ricettività, esse risultano in genere inferiori o in linea con la media regionale (23 turistiper ml. di costa e 1 turista a mq)

Tabella 14 – Situazione degli arenili del sottosistema Savona – Varazze – Beigua

In questo sottosistema si rilevano i porti turistici a Savona (circa 600 posti barca), Va-razze (300 posti) ed Arenzano (disponibilità per circa 750 imbarcazioni) per un totale dicirca 1600/1700 posti barca (6% della disponibilità regionale, 18% di quella del ponente).

Per quanto concerne i “sistemi larghi” di offerta, abbiamo: – nel sistema delle immersioni, 2 siti – nel sistema della vela, 2 siti– nel sistema delle archeologie: 3 siti romani e uno preistorico.

Come alternativa/integrazione alla vacanza balneare, nell’arco di tempo massimo di40’, si possono raggiungere siti, sull’ambito costiero, come il Parco Naturale regionale delBeigua (figura 56, a pagina 105), Pian della Badia ed altri 2 siti.

Per quanto riguarda gli aspetti culturali, il maggior punto di forza riguarda l’arte mo-derna e contemporanea nell’area di Savona e delle Albisole che contiene un patrimonio“vendibile” a livello mondiale e per cui sarebbe necessaria la creazione di un museo stabi-le che concentri il meglio delle produzioni artistiche.

Un altro sito forte, da valorizzare, è la Badia di Tiglieto.Per quanto riguarda gli eventi di intrattenimento di livello superiore, si rilevano l’infio-

rata di Sassello e la Processione del Venerdì Santo (Processione delle casse) a Savona.Questo sottosistema si propone come un’area balneare, in particolare a levante, integra-

104

densità di turisti a pieno caricoArea

per ml. di fronte mare per mq di superficie utile% di superficie a servizi

Albisola Superiore 18,7 0,4 23,3

Albissola Marina 22,0 0,9 18,7

Celle Ligure 13,3 0,4 17,1

Varazze 13,6 0,7 25,4

Arenzano 25,0 0,9 29,9

Cogoleto 23,4 0,9 23,4

Liguria 23,3 1,0 27,6

to da importanti valenze ambientali-naturalistiche (che “fa coppia” con il Finalese) e, so-prattutto, da quelle artistiche, che possono fruire dell’apporto legato ai flussi crocieristici.

5.3.4 – Il sottosistema delle bormideInfine, il quarto sottosistema è quello delle Bormide, le cui isocrone sono presentate in

figura 57, al quale abbiamo aggiunto una serie di comuni cuneesi.

È composto da 24 comuni: Altare, Cairo Montenotte, Carcare, Cosseria, Cengio, Dego,Mallare, Massimino, Millesimo, Murialdo, Pallare, Piana Crixia, Plodio e Roccavignale,oltre a Camerana, Castelletto Uzzone, Gorzegno, Gottasecca, Levice, Monesiglio, Monte-

105

Figura 56 – I confini del Parco del Beigua

Figura 57 - Isocrone del sottosistema delle Bormide

zemolo, Pezzolo Uzzone, Prunetto e Saliceto.Le statistiche ISTAT turismo 2001, in quest’area contano, complessivamente, circa 20

imprese turistiche, ma, al 2003, l’APT savonese ne conta 28.Complessivamente, le imprese turistiche contano su circa 36.000 presenze annue: di

queste presenze, oltre il 35% si registrano a Cairo Montenotte, denotando, quindi, un’o-spitalità maggiormente collegata ad attività extra turistiche.

Considerando anche l’area cuneese già citata, il sottosistema potrebbe contare su altre8 imprese turistiche, di cui 3 agroturismi ed 1 albergo.

La struttura comunale della ricettività (posti letto per tipo di ricettività) è in tabella 15seguente (calcolo unicamente sulle strutture imprenditoriali).

Tabella 15 – Ricettività del sottosistema delle Bormide

La maggior concentrazione di posti letto si rileva a Cairo Montenotte, segno di un uti-lizzo turistico ancora marginale dell’area.

Per quanto concerne i “sistemi larghi” di offerta, rileviamo alcune presenze in partico-lare nel sistema delle archeologie (2 siti).

Sta di fatto, però, che questo sottosistema possiede risorse per offrire un’alternativa al-la vacanza balneare: infatti, rileviamo 7 siti, tra cui le aree protette regionali di Bric Tana– Bric Mongarda e di Piana Crixia.

Punto di riferimento importante è il Museo del vetro ad Altare.Per quanto riguarda gli eventi di intrattenimento di livello va ricordato il Presepe vi-

vente di Roccavignale.

106

NOTE AL CAPITOLO 5

4 op. cit.5 Abbott e Ashenfelter, - Labor supplì, commodity demand and allocation of time – Review of economic stu-

dies,1976; Deaton e Muellbauer – Economics and consumer behavior – Cambridge University Press, 19806 La definizioni di questi sottosistemi si basa, in particolare, sulla loro accessibilità interna e, quindi, non so-

no progetti di S.T.L. definitivI.

% su totale posti lettoaree

in albergo in campeggio in altro extralbergototale posti letto inimprese turistiche

Altare 81,8 18,2 55Cairo Montenotte 62,0 38,0 142Cosseria 100,0 23Dego 100,0 20Massimino 100,0 24Millesimo 100,0 18Murialdo 100,0 14Piana Crixia 100,0 6Roccavignale 36,7 63,3 90totale ambito savonese 67,6 32,4 392Castelletto Uzzone 100,0 10Monesiglio 100,0 9Montezemolo 100,0 30Prunetto 100,0 14Saliceto 100,0 54totale ambito cuneese 25,6 74,4 117

81,862,0

100,0100,0100,0100,0100,0

36,767,6

100,0

25,6

18,238,0

100,063,332,4

100,0100,0

100,0100,074,4

55142

23202418146

90392

109

301454

117

CAPITOLO 6

ELEMENTI PER UN PROGETTO DI SVILUPPO TURISTICO

6.1 – OFFERTA DI RICETTIVITÀ E SODDISFAZIONE DEL TURISTA

Una volta inquadrate territorialmente le risorse, gli attori del mercato turistico e la sistema-tizzazione dei segmenti, si tratta ora di precisare, in termini di teoria economica, il significatodi offerta turistica e di esplorarne le peculiarità, in funzione dell’incontro con la domanda.

Riprendendo alcuni concetti già espressi in precedenza, volendo precisare le componentidell’offerta turistica (sempre Costa e Manente7) possiamo elencare:– la componente dei beni e servizi privati prodotti e venduti sul mercato che rappresentano

dell’industria turistica:• i servizi forniti dalle sovrastrutture (alberghi, ristoranti ecc.), cioè da quegli elementi che

soddisfano la componente più evidente della domanda;• i servizi forniti dai mezzi di trasporto, connessi al viaggio, che individua il visitatore e

che, assieme al pernottamento, selezionano il turista dall’escursionista;• i servizi forniti da imprese di supporto al turismo (alle imprese ed al turista);

– la componente dei beni e servizi pubblici, prodotti e non prodotti, ma comunque ceduti aprezzo nullo o controllato, e quindi indipendentemente da qualsiasi meccanismo di •mercato (spesso no profit)• i servizi erogati dalle infrastrutture (rete stradale, sistemi di comunicazione, ecc.), cioè

da strutture prodotte al fine di garantire la qualità della vita e quindi anche dell’espe-rienza turistica;

• i beni e i servizi connessi alla fruizione di risorse naturali e storico-archeologico-artisti-che, ovvero di tutto ciò che è preesistente all’uomo in quanto non prodotto, e di tutto ciòche comunque non è riproducibile;

• i servizi legati a un’offerta culturale, frutto di una cultura dell’accoglienza oppure dellapresenza di tradizioni artistiche, folcloristiche e gastronomiche locali.

Soffermandoci, in primo luogo, sull’industria turistica, ossia sul primo gruppo delle com-ponenti dell’offerta, e adottando una lettura microeconomica, i principali fattori che condizio-nano il comportamento delle imprese turistiche, sono legati a:a) la forma di mercato prevalente,b) la peculiarità del prodotto turistico,c) la stagionalità della domanda turistica.

Relativamente alla forma di mercato prevalente, ossia il punto a), l’ipotesi di concorrenzaperfetta è spesso difficile da sostenere e questo per vari motivi, tra cui emergono senz’altro ladifferenziazione del prodotto, le differenziazioni qualitative dell’offerta, la segmentazione del-la domanda.

107

Per quanto concerne la peculiarità del prodotto turistico (punto b), si è detto che gli inputdella produzione turistica sono, in primo luogo, beni pubblici non riproducibili e non oggetto ditransazione e ciò spiega i fenomeni di monopolio dal lato del prodotto turistico e della sua qua-lità, e suggerisce la presenza di rilevanti rigidità nelle scelte di produzione.

Tali input, poi, generano le esternalità, che sono spesso fonti di inefficienza e di allocazioninon ottimali delle risorse tra i vari utilizzi (vedi la risorsa “territorio”): non solo, occorre tenerpresente anche l’impossibilità di formare scorte del prodotto turistico che diventa tale nel mo-mento e nel luogo in cui viene consumato: in altre parole, non è possibile fronteggiare le mar-cate oscillazioni (stagionali) della domanda attraverso la gestione delle scorte.

Siamo così al punto c), ossia alla stagionalità della domanda turistica: le fluttuazioni delladomanda sia nel breve sia nel medio-lungo periodo, mettono in luce il carattere particolarmen-te vulnerabile della maggior parte degli investimenti turistici.

Tali investimenti, infatti, sono ad alta intensità di capitale, si ammortizzano in molti anni enella quasi totalità dei casi rappresentano costi irrecuperabili, non potendo essere destinati a usialternativi a quello turistico (salvo operazioni speculative avvallate a livello pubblico): ciò spie-ga anche la vulnerabilità, sul piano finanziario, delle imprese turistiche che può manifestarsisotto forma di inadeguata liquidità per fronteggiare flussi di costo che, contrariamente ai rica-vi, sono distribuiti nell’intero arco temporale dell’attività.

Un esempio possiamo fornirlo attraverso una media tipica: infatti, la stagionalità turistica èdiversa a seconda della zona, del tipo di struttura turistica e del tipo di turista.

Per esempio, la stagionalità del turismo costiero tende ad espandersi maggiormente, specienei mesi antecedenti l’estate, mentre nell’entroterra – complici anche i fattori climatici – tendea concentrarsi nei mesi estivi.

Gli stranieri tendono sia ad anticipare, sia a ritardare la loro venuta in zona, facendo regi-strare la maggior affluenza nei mesi di luglio e settembre, contrariamente agli italiani che ten-dono a concentrarsi in agosto.

Infine, confrontando, ancora per esempio, le stagionalità di due comuni come Alassio ed Al-benga, si può notare che l’affluenza turistica muta in base alla struttura ricettiva: si assiste, in-fatti, ad una maggior concentrazione delle presenze nei mesi di luglio ed agosto ad Albenga,dove è preponderante la ricettività all’aria aperta, rispetto ad Alassio, dove è prevalente unastruttura alberghiera.

In quest’ottica occorre andare alla valorizzazione delle altre opzioni turistiche (le “nicchiedi mercato”) che possono essere utilizzate per l’intero periodo annuale: l’uso di risorse aggiun-tive alla balneazione e, in genere, alle attività che hanno a che fare con il mare, permettono diavviare un programma di aumento della produttività del turismo locale.

Inoltre, questo tipo di risorse può stimolare in particolare il mercato straniero.In definitiva, tre elementi stanno alla base del problema della sottoutilizzazione della capa-

cità produttiva turistica, ossia che:a) la produzione turistica è destinata a soddisfare una domanda con caratteri marcatamente sta-

gionalib) tali oscillazioni stagionali e le loro variazioni nel tempo sono prevedibili con difficoltàc) il prodotto turistico non può essere messo a scorte.

Questa sottoutilizzazione, unita alla necessità di dover comunque coprire i costi fissi oltre aquelli variabili, può indurre aumenti di prezzo che finiscono per mettere in pericolo la compe-titività del prodotto turistico stesso.

A mo’ di ulteriore esempio si potrebbe osservare la produttività di diverse strutture ricettiveper area.

La produttività delle strutture è particolarmente alta nelle residenze turistico alberghiere, che

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hanno minori costi di gestione, mentre – stando ai dati ufficiali – gli alberghi superano di pocoil 50% e i campeggi non arrivano al 40% anche se, per questi ultimi, si sono considerati 120giorni d’attività all’anno (se consideriamo le immobilizzazioni su 300 giorni, al pari delle altrestrutture, la produttività scende al 15%).

Infine, nell’entroterra la maggior produttività la possiedono i campeggi, mentre estrema-mente basse sono quelle degli altri tipi di ricettività.

È, quindi, in un contesto di riduzione del rischio attraverso la limitazione delle perdite (con-trollo della domanda) e la salvaguardia della competitività (controllo del prezzo) che vanno in-quadrati: – da una parte, i progetti per una distribuzione più articolata delle ferie, i tentativi di allargare

la stagione incentivando fiere, mostre, congressi, utilizzo di beni storici, artistici, archeolo-gici. laddove la domanda turistica è fortemente stagionale,

– dall’altra, le agevolazioni di prezzo, i pacchetti “tutto compreso” e molte altre tecniche divendita del prodotto. turistico volte a renderlo particolarmente vantaggioso soprattutto nel“fuori stagione”,

anche se queste due opzioni non rappresentano la totalità degli strumenti.In relazione a queste problematiche, quindi, diviene importante approfondire il ciclo di ac-

quisto del turista e la customer satisfaction.Anna Pollok8 ci propone elementi esplicativi interessanti in merito al processo di acquisto

del turista e, in particolare, oltre a sottolineare aspetti già in parte citati, introduce elementi dicarattere psicologico affermando che il turismo, a differenza di altre attività commerciali, si ca-ratterizza per quattro aspetti principali:1. le destinazioni turistiche attirano generalmente il consumatore verso il prodotto, invece di

portare il prodotto al consumatore;2. il turista non può testare il prodotto prima di acquistarlo;3. la vacanza si configura come un’esperienza altamente soggettiva, la cui qualità può essere

solo parzialmente determinata da misure esterne. Se, infatti, il turismo è un prodotto com-posito formato dall’assemblaggio di una serie di servizi (alloggio, trasporto, ristorazioneecc.) fomiti da vari operatori, ad essere venduta è in effetti un’esperienza, che si concretiz-za solo all’atto effettivo del consumo da parte del turista;

4. il prodotto è deperibile: l’esperienza avviene in un preciso istante e in un determinato luo-go, e non può essere rivenduta o riprovata nello stesso arco di tempo. I consumatori non pos-sono sostituire il prodotto nel caso fossero insoddisfatti.Partendo da queste affermazioni, la nostra autrice cerca di spiegare le motivazioni della scel-

ta dei turisti, i quali “sperimentano la destinazione nella loro testa” ben prima di arrivare allameta prescelta, sulla base dell’”immagine-sogno” che essi stessi elaborano: essi hanno un’e-sperienza “virtuale” molto prima di quella reale.

Lo scambio di comunicazioni e di informazioni avviene secondo un ciclo di acquisto qualequello nello schema 1.

schema 1

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selezione consapevolezza ritorno raccomandazione

acquisto Consumo riflessionec

Se gli obiettivi sono l’acquisto ed il ritorno del consumatore, le varie fasi possono es-sere spiegate come segue:– consapevolezza: le destinazioni turistiche devono prima di tutto comunicare ai consu-

matori le loro caratteristiche uniche e peculiari, mettendo il potenziale turista in gradodi anticipare gli stimoli sensoriali che saranno attivati al momento dell’arrivo nella de-stinazione;

– selezione: una volta sollecitata tale consapevolezza, le destinazioni devono distribuireinformazioni quanto più possibile dettagliate sui prodotti e i servizi offerti (le compo-nenti dell’esperienza turistica globale) al fine di assemblare un progetto di vacanza per-sonalizzato, rispondente alle specifiche esigenze del cliente;

– acquisto: selezionate le destinazioni, esse devono fornire ai potenziali turisti gli stru-menti per prenotare e acquistare alcuni o tutti i prodotti/servizi prima dell’arrivo;

– consumo: una volta che il consumatore è arrivato ed è quindi diventato un turista, ladestinazione deve cercare di massimizzarne la soddisfazione e magari invogliarlo ad al-lungare la permanenza, a spendere di più durante il soggiorno e a parlare favorevolmen-te a parenti e amici della località visitata;

– riflessione: durante e immediatamente dopo la vacanza, i turisti entrano in un periododi riflessione e analisi. L’obiettivo della destinazione dovrebbe essere quello di garanti-re che il ricordo della vacanza sia positivo, in modo che i turisti possano sia pianificareil loro stesso ritorno, sia raccomandare la località a parenti e amici, stimolando cosI lacreazione di un’attraente esperienza virtuale nella mente dei loro ascoltatori, così che ilciclo possa continuare. Per far ciò, gli stimoli che hanno portato alla selezione delladestinazione devono essere realmente confermati dalla vacanza.I consumatori possono consumare prodotti e servizi fomiti da un gruppo di operatori

indipendenti, ma il risultato finale è, comunque, un’esperienza completa, un insieme di ri-cordi che possono essere favorevoli o sfavorevoli alla destinazione: essi sono, quindi, l’u-nico elemento coerente in tutto il processo.

Sempre a proposito di queste fasi occorre esplicitare ulteriormente alcune regole di cuiil turista deve godere, una volta acquisito il “prodotto” (Progetto Turismo 2000 – regioneLiguria):– la prima riguarda l’accoglienza del turista che ha già “acquistato la destinazione” (sia

“mordi e fuggi”, sia stanziale): non deve fuggire, ma deve ritornare. In questo sensooccorre assistere il turista, rassicurarlo, facendo in modo che la sua vacanza sia ripo-sante, lontana dallo stress quotidiano: il turista deve essere informato su tutto ciò che èpresente e fruibile sul territorio. In altre parole, non deve “fallire” la sua vacanza;

– la seconda è un atteggiamento: occorre rendere autonomo il turista, anche se viene solo perun giorno. Egli deve riuscire ad uscire dalla massa in cui è quotidianamente coinvolto, pervivere autonomamente ed in modo personalizzato la sua vacanza o la sua visita;

– infine, per terza, occorre rendere attivo il turista: egli deve fare cose che lo valorizza-no, lo occupino, lo distraggano. In altre parole, il periodo di vacanza deve apparirgli co-me l’esatto contrario della propria routine quotidiana, facendo in modo che il turista siail protagonista e non un soggetto passivo.Un’ipotesi di lavoro può essere quella di invogliare il potenziale consumatore a “crear-

si” la vacanza sulla base delle risorse esistenti in una determinata zona e della sua dispo-nibilità a pagare il prezzo, cercando, in modo interattivo, di ottimizzare i due aspetti.

A tal proposito, possiamo fare riferimento allo schema 2, tratto da uno scritto di HaroldPechlaner e Kurt Matzler9, che, per certi versi, è simile a quello precedente, ma più arti-colato.

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Tale schema si articola in tre parti, che si configurano con altrettanti atteggiamenti delconsumatore:– creazione delle aspettative– processo di comparazione– conseguenze.

Soffermandoci sull’atteggiamento di soddisfazione o meno del consumatore, gli autorifanno notare che la dichiarazione “Non abbiamo lamentele! I nostri ospiti sono soddisfat-ti!” è una delle più frequenti conclusioni azzardate.

Da un lato, dichiarazioni di questo tipo dimostrano un atteggiamento moderato e pocoaggressivo, in quanto non subire lamentele non significa altro che l’assenza di ospiti in-soddisfatti, ma ciò non implica che essi siano necessariamente soddisfatti: soddisfazione e“non-insoddisfazione” sono due cose ben distinte.

schema 2

Da un altro lato, le ricerche hanno dimostrato che solo una minima parte della cliente-la insoddisfatta si lamenta direttamente con i responsabili dell’offerta10: i reclami sono lapunta di un iceberg.

Nella maggior parte dei casi, gli ospiti insoddisfatti abbandonano la destinazione in mo-do silenzioso, sicuri di non tornarci mai più e, spesso, finiscono per danneggiarla tramiteuna pubblicità negativa.

Essenzialmente, i motivi, per cui gli ospiti insoddisfatti non reclamano direttamente,sono tre: – perché costa fatica, – perché è inutile,– perché, spesso, non esistono diretti interlocutori.

Ne consegue la necessità di sviluppare un management della lamentela, con lo scopo distimolare le lamentele utili a comprendere gli errori commessi e necessarie per trarre de-gli insegnamenti che permettano di trasformare, in futuro, gli ospiti delusi in ospiti soddi-sfatti.

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bisogni esperienze raccomandazioni pubblicità

aspettative

prestazioni percepite

confronto tra prestazioni percepite e aspettative

aspettative non aspettative confermate aspettative superate confermate indifferenza, soddisfazione entusiasmo

allontanamento reclami passaparola allontanamento fidelizzazione passaparola cross selling fidelizzazione passaparola cross selling bassa sensibilità

negativo positivo positivo al prezzo

Relativamente all’atteggiamento del cliente soddisfatto, tale comportamento può tra-mutarsi in uno dei modi più efficaci di fare pubblicità, ossia il passaparola, perché:– non implica costi,– contiene informazioni concrete che si basano su reali esperienze,– proviene da amici/conoscenti che ispirano fiducia,ed, tra l’altro, è più credibile di qualsiasi altra forma di comunicazione-marketing.Il pas-saparola, tuttavia, è un’arma a doppio taglio: è più probabile che un cliente insoddisfattosia propenso a raccontare le esperienze negative vissute durante la vacanza, piuttosto cheun cliente soddisfatto racconti quelle positive.

Inoltre, un alto grado di customer satisfaction comporta una riduzione della sensibilitàdel cliente rispetto al prezzo richiesto.

La catena degli effetti

comporta una diminuzione della sensibilità al prezzo e, quindi, una facilitazione nel posi-zionamento di prezzo più alto, e, contemporaneamente, diminuisce la reattività dei clientisoddisfatti e fidelizzati in seguito a diminuzioni di prezzo da parte della concorrenza.

6.2 – RISORSE, INFRASTRUTTURE, IMPRESA: I SISTEMI TURISTICI

Nei capitoli precedenti abbiamo avuto modo di affermare che discutere sul settore turi-stico presuppone l’identificazione di 4 elementi, ossia i prodotti offerti, gli attori rilevantied i loro obiettivi e risorse, il contesto ambientale in cui il prodotto viene offerto ed, infi-ne, i possibili centri decisionali cui riferire strategie e politiche.

Sempre nelle sezioni precedenti abbiamo avuto modo di definire i prodotti turistici del-la nostra area, di inquadrare il contesto ambientale in cui essi sono presenti ed i limiti so-cio-economici-territoriali a cui sono soggetti gli attori che propongono l’offerta e che pon-gono la domanda.

In particolare, proprio in relazione alle conclusioni scaturite dall’analisi dei rapporti traimprese ricettive e territorio ospitante, occorre ricercare strategie complessive di politicaturistica che siano in grado, da una parte, di rilanciare il settore, tenendo conto delle ca-renze emerse, e, da un’altra parte, di ricercare nuovi orizzonti in termini sia di prodotto, siadi marketing.

In un caso come nell’altro, bisogna che le imprese turistiche, siano esse ricettive o diservizio, divengano i protagonisti delle sviluppo, sostenute con provvedimenti finanziarimirati.

Parlare, però, di sostegni mirati non significa unicamente un trasferimento di fondi al-le imprese che investono: infatti, il compito dell’Ente pubblico non è solo quello di offriresostegno economico al privato, bensì quello di creare le condizioni ambientali – termineinteso nella più ampia formulazione – ideali affinché l’impresa possa autonomamente cre-scere sul mercato.

La legge regionale di riforma, quindi, è l’occasione per reimpostare la politica turisti-ca, avendo l’accortezza iniziale di evitare di identificare le funzioni dei S.T.L. con quelledelle A.P.T.

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qualità soddisfazione fidelizzazione

Non a caso, la LR 14/2004 richiede l’elaborazione di Piani di Sviluppo Turistico che“precisi gli obiettivi e le strategie per il territorio di riferimento, nonché i tempi di realiz-zazione” e,quindi, come tale precede le modalità di promozione.

Tornando ai contenuti più direttamente connessi alle nostre aree , va sottolineato chesulla costa, in genere, abbiamo risorse ancora ben conservate nel mare e nell’immediatoentroterra: per contro, per il territorio prospiciente gli arenili il discorso si presenta oltre-modo complesso.

In una situazione come questa, a nostro avviso, occorre fare un passo indietro, cercan-do di attuare, sulle aree costiere, tre tipi di politiche tra loro sinergiche:– una basata sulla fornitura di servizi al cliente, il quale, non potendo più fruire di un ha-

bitat che ha reso “turistica” la destinazione, deve godere delle regole base dell’acco-glienza in precedenza enunciate, ossia l’assistenza e l’informazione, l’autonomia e l’at-tività,

– una seconda, basata sull’organizzazione di quelli che abbiamo definito come “sistemilarghi”, attivabili attraverso forme di marketing attivo. In altre parole, non unicamenteattraverso depliant lasciati nei posti più disparati, sperando che il potenziale cliente lilegga,

– una terza, di tipo urbanistico – che, però travalica i confini di questo studio –, la qualepunti quasi essenzialmente al recupero dell’architettura post anni ’50, in modo da ren-dere più fruibili turisticamente alcune città ormai ad elevati livelli di saturazione del ca-rico fisico - ecologico (come abbiamo avuto modo di illustrare), oltretutto, spesso, conprodotti architettonicamente ed urbanisticamente da rivisitare.Nell’entroterra si dovrebbe, sempre a nostro avviso, perseguire politiche che superino

l’occasionalità e, nello specifico:– creare forme di ricettività alternativa (sia essa in albergo, extralbergo o alloggio recu-

perato), capaci di offrire sia le risorse dell’ambiente interno del “sistema stretto”, sia labalneazione, come elemento integrante, utilizzando forme di marketing originali,

– avviare, anche qui, politiche di “sistema largo”, come quelle già citate in precedenza.A questo punto, cerchiamo di entrare maggiormente nei termini delle questioni.Per quanto concerne le aree costiere, la situazione urbanistica e ricettiva dovrebbe spin-

gere a fornire, come contromisura a carenze strutturali, politiche di assistenza al cliente ta-li da rendere più godibile la sua permanenza.

In quest’ottica, occorrerebbero imprese di servizio specializzate per:– organizzare con continuità momenti di “divertimento” o di “tranquillità”, quando ri-

chiesti. Sta di fatto, però, che la richiesta del cliente avviene a patto che esso venga rag-giunto da un’adeguata informazione,

– coinvolgere il turista in attività originali, – “portarlo”, nel vero senso della parola, a fruire delle risorse extrabalneari presenti sul

territorio del “sistema stretto”,– fornire servizi di supporto, quali, per esempio, quelli di baby sitter, biblioteca, materia-

le ginnico e sportivo, pasti e servizio bar direttamente in spiaggia, ecc.Inoltre, nello spirito dello sfruttamento delle risorse dei “sistemi larghi”, imprese spe-

cializzate nelle diverse tematiche dovrebbero offrire un percorso a tappe all’interno di que-sti sistemi, con funzioni sia di ricerca di nuovi clienti, sia di incentivo a tornare per i turi-sti che già hanno scelto le nostre destinazioni.

In quest’ultima ottica, può essere un ottimo strumento di passaparola verso quelle lo-calità che mettono in atto iniziative più innovative ed interessanti.

Queste imprese, però, dovrebbero essere coordinate tramite il S.T.L. per raggiungere

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quelle efficienze indispensabili per loro sopravvivenza economica.Infatti, il marketing di questi servizi non può essere lasciato al solito depliant, sperando

che il potenziale cliente venga a cercare il fornitore del servizio: l’impresa, al contrario, de-ve essere costantemente presente per parlare con il turista ed illustrargli le possibilità chevengono a lui offerte, ossia occorre mettere in atto un marketing attivo e costante nei con-fronti della persona che ha già scelto la località dove trascorrere il suo tempo libero.

Per tutte queste iniziative – che sembrano marginali, ma che, nella nostra situazione so-cio-ambientale, sono fondamentali – è determinante ottenere un rapporto prezzo-qualità-disponibilità della domanda estremamente oculato.

Accanto a queste politiche di accoglienza occorre cercare di riorganizzare la ricettività,consci di ciò che esiste.

In questo senso, da una parte, bisognerebbe agire con una politica turistica mirata al ri-disegno del patrimonio edilizio esistente (magari attraverso veri e propri piani di recupero)e con nuove edificazioni nelle quantità del fisiologico turn-over dei residenti (2/4%).

Da un’altra parte, sarebbe centrale organizzare – anche coinvolgendo le agenzie immo-biliari – la ricettività in alloggio, attraverso una classificazione di qualità.

Da un’altra parte ancora, bisogna impostare politiche di lavori pubblici atti a fornire al-l’imprenditoria turistica oggi presente – e minoritaria per le ragioni illustrate in precedenza –le infrastrutture economico-territoriali che oggi, nella gran parte dei casi, sono assenti.

Certamente, tutte queste ipotesi di mutamento – legate alla fornitura di servizi ed ad unadiversa organizzazione della ricettività – potrebbero scontrarsi contro le “politiche azien-dali” di gran parte delle imprese ricettive, immobiliari e degli stabilimenti balneari presentisul territorio.

Infatti, nel caso, per esempio, dei “sistemi larghi”, la proposta di far transitare il clien-te da un sito all’altro potrebbe creare dei problemi – il cliente è mio e di qui non si muove…… – oppure, nel caso della presenza di imprese di servizio negli stabilimenti balneari onegli alberghi o nei campeggi, potrebbe creare resistenze – il cliente è mio e deve spen-dere tutto da me …….. – o, ulteriormente ancora, la classificazione degli alloggi turisticipotrebbe portare alla luce un “sommerso” enorme, con i relativi risvolti fiscali.

Tutto ciò, però, senza tenere nella dovuta considerazione il fatto che, specie sulla costa,conta molto il “passaparola”: un “passaparola” negativo “brucia” diecimila depliant e cen-to viaggi (e brindisi …) all’estero.

In definitiva, nelle nostre aree è indispensabile investire in innovazione sia di prodotto,sia organizzativa, pena una graduale perdita di clientela e di occupazione e la caduta diquelle economie di scala che tutt’oggi permettono ancora la sopravvivenza.

Un grande aiuto in questa direzione può provenire dagli Enti Locali e dalla Regione (te-nutaria dei sostegni finanziari): infatti, il “pubblico” possiede leve potenti per creare lecondizioni atte ad avviare questi processi alternativi, specie selezionando i mutamenti daagevolare.

Un esempio proviene dall’esperienza dei Centri Integrati di Via, nel settore del com-mercio al dettaglio: il finanziare iniziative consortili di investimento mirato, anche senzacifre eclatanti, ha permesso di avviare processi di concentrazione delle iniziative che, inprecedenza, erano inimmaginabili.

Certo che non tutti i C.I.V. hanno, al momento, raggiunto risultati apprezzabili, ma que-sta iniziativa pubblica ha avviato un mutamento nell’approccio al mercato del settore.

Sempre in relazione al comportamento pubblico, l’agevolare la classificazione degli al-loggi turistici attraverso politiche diversificate di intervento sugli immobili, potrebbe con-vincere i proprietari a consorziarsi con agenzie immobiliari e, quindi, dar vita a una forma

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nuova di ricettività, basata su di un’offerta qualificata.Per quanto riguarda l’entroterra, occorre, innanzi tutto, una politica di integrazione del-

l’offerta: infatti, a nostro avviso, il propagandare sagre e gastronomia può portare a mo-menti occasionali di affluenza, che, però, sono un nulla a fronte delle possibilità intrinse-che a queste aree.

L’esperienza diretta, per esempio, ci permette di osservare come quote di stranieri, an-che superiore a quella contabilizzata dall’APT, abbiano ripristinato vecchie abitazioni etrascorrano le vacanze in queste porzioni di entroterra (tipici i casi di Garlenda, CasanovaLerrone, Castelvecchio di Rocca Barbena, ed altri). A fronte di una tale domanda, però, oc-corre fare molta attenzione a non offrire nuova edificazione; un esempio, sia pure sovradi-mensionato, ce lo hanno fornito le Albisole, in cui la politica di un’edificazione massicciaha contribuito non poco a far fuggire tutti gli artisti che negli anni ’60 le avevano scelte co-me propria dimora, rendendole famose nel mondo.

La presenza di questa componente estera di turisti ci conferma, ancora una volta, chel’entroterra possiede, comunque, moltissime risorse vendibili tra cui, con la dovuta inte-grazione, anche le stesse attività balneari, specie se adeguatamente supportare da navetteper il trasporto sulla costa.

In questo contesto, quindi, occorre, più di ogni altra cosa, un’organizzazione della frui-zione di queste risorse e ciò può essere fatto offrendo le specificità esistenti, a livello di“sistema stretto”, a segmenti mirati di mercato, attraverso forme di marketing diretto: in-durre, cioè, il potenziale cliente a costruirsi la vacanza desiderata.

In relazione a queste strategie, diviene centrale l’utilizzo delle politiche di “sistema lar-go”, capaci di sollecitare l’interesse specifico del turista offrendogli il meglio delle risorsepresenti sul territorio: anche in questo caso, un ruolo centrale possono assumerlo le im-prese di servizio già citate sostenute da corsi di formazione appositi.

Per quanto concerne il problema della ricettività, al di là del poco presente e del tantoda ripristinare, stanno avviandosi alcune esperienze di “paese-albergo”: l’idea sarebbe diconsorziare strutture ricettive e proprietari di alloggi, per esempio nei centri storici del-l’entroterra, che mettano a disposizione dei turisti, le loro proprietà immobiliari in disuso,gestiti attraverso una “hall” centrale che distribuisce i clienti nei vari siti, li informa e coin-volge e fornisce loro servizi (per esempio, cambio biancheria, pasti a domicilio, ecc.).

Per quanto riguarda il marketing da attuare, una delle logiche dovrebbe essere quella di“andare a trovare” il potenziale cliente.

L’obiettivo di un siffatto modo di operare è quello di dar vita ad un nuovo approccio almarketing turistico, attraverso una strategia attraverso la quale si intende “vendere” una va-canza alternativa sia nelle strutture alberghiere ed all’aria aperta, sia organizzando un mer-cato degli alloggi disponibili singolarmente o presso strutture agricole.

Sempre nell’ottica sia del mantenimento del turista che ha già scelto le nostre destina-zioni, sia per acquisire nuovi clienti, è importante, a nostro avviso, organizzare le iniziati-ve sul territorio a sistema, cercando di fornire a quest’insieme di attività una precisa con-notazione che identifichi l’area con i suoi contenuti.

Lo sviluppo, in queste condizioni, delle attività turistiche deve trovare, però, sistemi si-nergici e non individuali.

A partire da una struttura di questo tipo si potrà parlare di promozione, tenendo ulte-riormente conto che, spesso, chi fornisce ricettività e servizi turistici è mediato da esterninella proposizione dei prodotti, con ripercussioni sulla formazione del prezzo.

In conclusione, però, occorre prendere coscienza che il problema del nostro turismo è,soprattutto, strutturale.

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Infatti, si dovrebbe prendere atto, come detto, che il turista consuma un insieme artico-lato di prestazioni, una filiera di servizi, e che deve, perciò, avere a disposizione un’offer-ta coordinata.

Ciò si scontra, spesso, contro una struttura imprenditoriale in difficoltà non tanto per lapropria incapacità di gestione, ma per il mercato all’interno del quale è immersa.

Se da una parte, infatti, non si può negare che la struttura fondata sulla piccola e mediaimpresa evidenzi dei problemi, pur tenendone ben presente la valenza politico-sociale delturismo non solo locale, ma europeo, è proprio questo tipo di struttura, spesso criticata, aconsentire alla popolazione residente di fruire dei vantaggi offerti dal turismo.

Il modello del grande gruppo, infatti, non si confà a questo tipo di turismo, che possie-de, invece, una sua valenza economica locale, in cui manca la possibilità di affermare strut-ture gerarchicamente articolate.

In termini generali, in passato era relativamente semplice individuare i bisogni degli uti-lizzatori: infatti, il prodotto constava solamente di pochi elementi, la situazione economi-ca complessiva faceva sì che fosse facile soddisfare i clienti, e la portata del turismo nonrendeva neppure necessario intraprendere grandi azioni di coordinamento.

Inoltre, i problemi organizzativi locali e regionali erano, nel complesso, contenuti, enessun piccolo e medio imprenditore aveva difficoltà a sfruttare al meglio le proprie capa-cità in un mercato in piena espansione.

Infatti: – individuare i desideri della domanda non rappresentava un problema, e non era neces-

sario fare ricerche di mercato; non serviva neppure un marketing professionale, dal mo-mento che la domanda stessa andava a ricercare autonomamente l’offerta,

– l’eccedenza sul fronte della domanda rendeva superfluo praticare una politica di pene-trazione del mercato,

– la vicinanza geografica ai clienti rendeva decisamente più facile non solo individuare iloro bisogni in divenire, ma anche fare marketing, seppur limitato ed elementare.Ma, come abbiamo più volte illustrato, il problema attuale legato al riconoscimento del

prodotto turistico è sostanzialmente diverso e, perciò, occorre impostare una strategia, par-tendo non dalla definizione di un target di clienti da raggiungere (per esempio, “bisognapuntare sul turismo famigliare”), mettendo a sistema le risorse su segmenti integrati e/ounici di prodotto e non limitandosi a forme di promozione generica.

Al fine, però, di armonizzare i singoli interventi prendendo le mosse dal posiziona-mento della propria offerta – e affermare così in maniera chiara la propria immagine – èopportuno sviluppare, innanzi tutto, un contesto di pianificazione programmatica valido alunga scadenza, all’interno del quale far rientrare tutti gli interventi di dettaglio.

Sarà, quindi, necessario decidere il ruolo che l’erogatore della prestazione – intenden-do come tale, a questo livello, il S.T.L. – vorrà assumere, a seconda che miri, per esempio,alla leadership di mercato entro un determinato ambito di offerta culturale, oppure prefe-risca porsi come “gregario”, scegliendo di conseguenza un comportamento più convenzio-nale e difensivo.

In tutti i casi, si dovranno definire i cosiddetti obiettivi di posizionamento, che chiari-scano come configurare, nei particolari, la propria offerta di prestazione per soddisfare leaspettative del turista, in modo che possano generarsi delle preferenze chiare nei confron-ti della propria offerta, creando cosi un vantaggio concorrenziale durevole.

In questo contesto, la creazione di un programma di lavoro può incidere in positivo intermini sia strutturali, sia di incentivazione, è, quindi, dovrà puntare ad attività innovativemirate all’organizzazione, alla qualità, al marketing ed alla creazione di servizi.

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Per far ciò occorre:– ottimizzare, al meglio ed in forma sostenibile, la fruizione delle risorse vendibili sul

piano turistico– organizzare, quando occorre, le nicchie di mercato anche facendo in modo che l’area

divenga un punto di riferimento per la formazione in materia di crescita e sviluppo eco-nomico del territorio

– affiancare gli operatori nel fornire servizi al cliente– impostare forme di marketing originale uscendo dalla logica dell’informazione fine a

sé stessa.

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NOTE AL CAPITOLO 6

7 op. cit.8 AA.VV. Destination management – Fondamenti di marketing e gestione delle destinazioni turistiche -

T.U.P., 20009 AA.VV. Destination management – Fondamenti di marketing e gestione delle destinazioni turistiche -

T.U.P., 200010 Goodman – The nature of costumer satisfaction – Quality progress, 1989

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