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IT Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu Comitato economico e sociale europeo Bruxelles, 1° ottobre 2015 SESSIONE PLENARIA DEL 16 E 17 SETTEMBRE 2015 SINTESI DEI PARERI ADOTTATI Il presente documento è accessibile nelle lingue ufficiali sul sito Internet del CESE al seguente indirizzo: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.fr.documents#/boxTab1-2 I pareri menzionati possono essere consultati online tramite il motore di ricerca del Comitato: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.fr.opinions-search EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 1/64

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ITRue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË

Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu

Comitato economico e sociale europeo

Bruxelles, 1° ottobre 2015

SESSIONE PLENARIA

DEL 16 E 17 SETTEMBRE 2015

SINTESI DEI PARERI ADOTTATI

Il presente documento è accessibile nelle lingue ufficiali sul sito Internet del CESE al seguente indirizzo:

http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.fr.documents#/boxTab1-2

I pareri menzionati possono essere consultati online tramite il motore di ricerca del Comitato:

http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.fr.opinions-search

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Indice:

1. AFFARI EUROPEI.......................................................................................................................3

2. GOVERNANCE ECONOMICA / STRUMENTI FINANZIARI / FISCALITÀ....................6

3. AMBIENTE / AGRICOLTURA E PESCA..............................................................................11

4. CONSUMATORI / SALUTE.....................................................................................................15

5. AFFARI SOCIALI / OCCUPAZIONE.....................................................................................16

6. TRASPORTI................................................................................................................................24

7. INDUSTRIA / IMPRESE / INNOVAZIONE...........................................................................26

8. RELAZIONI ESTERNE.............................................................................................................33

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La sessione plenaria del 16 e 17 settembre 2015 è stata caratterizzata dai bilanci di fine mandato presentati dalla vicepresidente Jane MORRICE e dal vicepresidente Hans-Joachim WILMS.

Nel corso della sessione il Comitato ha adottato i seguenti pareri:

1. AFFARI EUROPEI

Legiferare meglio

Relatore: Bernd Dittmann (Datori di lavoro - DE)

Riferimento: EESC-2015-03697-00-01-AC-TRA

Punti chiave:

Legiferare meglio, ossia in modo più intelligente, è un compito comune di tutte le istituzioni europee e degli Stati membri, per il bene dei cittadini, delle imprese, dei consumatori e dei lavoratori. Il miglioramento normativo, tuttavia, non si sostituisce alle decisioni politiche.

Nel parere il Comitato:

accoglie con favore il fatto che le misure per legiferare meglio coprano l'intero ciclo di vita di un atto legislativo, e che ci si concentri così in pari misura sia sulle misure ex ante che su quelle ex post;

fa notare che, nell'agenda per legiferare meglio, il CESE non viene considerato in misura sufficiente, malgrado il ruolo e la funzione affidatigli dai Trattati europei e dagli accordi di cooperazione con la Commissione europea e il Parlamento europeo nonché il notevole lavoro da esso svolto in questo campo;

chiede che gli organi consultivi dell'UE siano presi in considerazione nell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" (AII);

è favorevole a un ampio coinvolgimento dei soggetti interessati attraverso consultazioni da effettuare lungo l'intero ciclo di vita delle misure delle politiche europee;

sottolinea la necessità di scegliere i soggetti interessati appropriati, e invoca indipendenza, imparzialità e trasparenza nella scelta degli esperti chiamati a far parte dei diversi organi;

è favorevole all'inserimento nell'IIA di riferimenti all'autoregolamentazione e alla coregolamentazione, chiede maggiore trasparenza nello svolgimento dei triloghi informali e invoca un utilizzo limitato di quest'ultimo strumento;

esorta la Commissione a rivolgere una maggiore attenzione alle carenze nel recepimento e nell'attuazione del diritto dell'UE da parte degli Stati membri, nonché a ricorrere ai regolamenti invece che alle direttive.

Persona da contattare: Luís Lobo(Tel.+32 25469717 – e-mail: [email protected])

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Migliorare il funzionamento dell'UE

Relatore: Luca Jahier (Attività diverse – IT)

Correlatore: José Isaías Rodríguez García-Caro (Datori di lavoro – ES)

Riferimento: EESC-2015-03264-AC-TRA

Partecipazione della società civile all'attuazione dell'agenda post-2015

Relatrice: Brenda King (Datori di lavoro - UK)

Riferimento: EESC-2015-01169-AC-TRA

Punti chiave:

La relazione alimenterà il dibattito su che cosa si intenda per "quadro efficace", in modo da garantire alla società civile un ruolo attivo nell'attuazione della nuova agenda post-2015. Uno dei principali punti che emerge dalla relazione è che, per far fronte a tali sfide, vanno ulteriormente sviluppate le disposizioni esistenti in materia di governance partecipativa e coinvolgimento dei diretti interessati a livello dell'UE.

La relazione raccomanda al Comitato di organizzare un forum europeo per l'attuazione, il monitoraggio e alla revisione dell'agenda post-2015 nell'UE. Il forum fornirà un quadro regolare, stabile, strutturato e indipendente, necessario per il dialogo e il dibattito con la società civile a livello dell'UE. Esso metterà in contatto attori politici delle istituzioni dell'UE con un ampio ventaglio di rappresentanti della società civile.

Persona da contattare: Andreas Versmann(Tel. +32 25468479 – e-mail: [email protected])

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Atti delegati (parere d'iniziativa)

Relatore: Jorge Pegado Liz (Attività diverse - PT)

Riferimento: EESC-2015-01053-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

accoglie con favore la proposta di un nuovo accordo interistituzionale recentemente presentato dalla Commissione e si compiace degli sforzi profusi per conseguire un giusto equilibrio tra i valori fondamentali e la semplificazione normativa;

accoglie con favore il fatto che la Commissione si impegni, prima dell'adozione di un atto delegato, a valersi di tutte le competenze necessarie. Teme però che tutte queste consultazioni prolunghino in modo eccessivo e inutile l'elaborazione degli atti;

non condivide interamente l'impostazione "caso per caso" data alla distinzione tra le misure da adottare mediante atti delegati e quelle da adottare mediante atti di esecuzione, dal momento che i criteri impiegati sono ambigui e lasciano un margine di interpretazione discrezionale troppo ampio;

desidererebbe che gli orientamenti prevedessero espressamente che le deleghe siano determinate in tutti i loro elementi (obiettivi, contenuti, portata e durata);

reputa che il proprio parere dovrebbe essere richiesto, al pari di quanto avviene nella procedura legislativa ordinaria;

ritiene che - nell'ipotesi di una revisione dei Trattati - la formulazione degli articoli 290 e 291 del TFUE debba essere migliorata.

Persona da contattare: Luís Lobo(Tel.+32 25469717 – e-mail: [email protected])

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2. GOVERNANCE ECONOMICA / STRUMENTI FINANZIARI / FISCALITÀ

Aiuti di Stato alle imprese (parere d'iniziativa)

Relatore: Edgardo Iozia (Lavoratori – IT)

Riferimento: EESC-2015-01139-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

ritiene che la valutazione d'impatto degli aiuti di Stato sia uno strumento chiave per verificare la corrispondenza dei risultati agli obiettivi proposti per allocare le risorse in modo maggiormente efficace ed efficiente e per migliorare la trasparenza sulla spesa pubblica;

auspica una generalizzazione delle valutazioni di impatto e possibilmente una riduzione della soglia di 150 milioni di euro che il regolamento generale di esenzione per categorie individua oggi quale soglia rilevanti di budget medio annuo;

ritiene che gli Stati membri dovranno dotarsi di appropriati strumenti di valutazione, utilizzati da organismi indipendenti con la partecipazione delle parti sociali;

osserva che il nuovo sistema, che conferisce agli Stati membri la responsabilità della valutazione ex ante, comporta un incremento complessivo dei costi per la pubblica amministrazione e per le imprese;

chiede di essere coinvolto nel processo di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza complessiva del sistema degli aiuti di Stato al termine del periodo 2014/2020.

Persona da contattare: Alina Girbea(Tel.+32 25469832 – e-mail: [email protected])

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Costruire un ecosistema finanziario per le imprese sociali (parere esplorativo richiesto dalla presidenza lussemburghese)

Relatrici: Ariane Rodert (Attività diverse - SE)Marie Zvolská (Datori di lavoro - CZ)

Riferimento: EESC-2015-03146-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE accoglie con favore la decisione della presidenza lussemburghese dell'UE di fare dell'economia sociale una delle sue priorità, e in particolare la sua attenzione per la creazione di un ecosistema finanziario su misura.

A questo riguardo il CESE ritiene che:

la Commissione non debba perdere lo slancio nel sostenere l'agenda dell'economia sociale e debba considerare l'accesso ai finanziamenti come una componente dell'intero ecosistema, necessaria per lo sviluppo e la crescita delle imprese dell'economia sociale (IES);

l'ecosistema finanziario ideale per le IES comprenda caratteristiche quali un approccio multipartecipativo, soluzioni fondate su capitale ibrido e paziente con regimi di garanzia, spesso forniti da istituzioni finanziarie sociali che condividono i valori dell'economia sociale;

la Commissione debba favorire l'emergere di nuovi strumenti, garantire che la regolamentazione finanziaria consenta lo sviluppo, promuovere la ricerca sul valore aggiunto per la società degli investimenti nelle IES e chiedere agli Stati membri di procedere a valutazioni inter pares su questo tema;

la Commissione debba sfruttare appieno il fatto che l'economia sociale costituisce una priorità di investimento nell'attuale piano di investimenti per l'Europa;

l'UE debba altresì riconoscere le IES introducendo un fattore di sostegno nel regolamento sui requisiti patrimoniali, che produrrebbe notevoli vantaggi in termini di credito bancario all'economia sociale, senza incidere in alcun modo sulle finanze pubbliche;

il sostegno finanziario fornito a livello dell'Unione vada integrato da un'azione, da parte della Commissione europea, di orientamento, formazione e sviluppo di capacità rivolta ai governi e ai principali soggetti interessati;

gli Stati membri debbano fungere da co-investitori per sostenere la creazione di fondi etici, fondi d'innovazione sociale e fondi di capitale di rischio sociale e agevolare i sistemi pubblici di garanzia. Essi dovrebbero anche considerare la possibilità di riesaminare le opportunità di riduzioni dell'imposta sul reddito nonché di altri incentivi fiscali;

le stesse IES debbano adottare iniziative per lo sviluppo di strumenti, quali l'autocapitalizzazione, il crowdfunding e la partecipazione a partenariati di credito sociale.

Tuttavia, per sfruttare pienamente il potenziale delle IES, tutti gli Stati membri devono elaborare e attuare piani d'azione nazionali per l'economia sociale basati su un approccio di ampio respiro fondato sul coinvolgimento dei soggetti interessati, compresi i rappresentanti della società civile.

Persona da contattare: Marie-Laurence Drillon(Tel. +32 25468320 – e-mail: [email protected])

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L'economia del bene comune (parere d'iniziativa)

Relatore: Carlos Trias Pintó (Attività diverse – ES)

Correlatore: Stefano Palmieri (Lavoratori – IT)

Riferimento: EESC-2015-02060-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

ritiene che il modello dell'economia del bene comune (EBC) sia concepito per essere incluso nel quadro giuridico sia europeo che nazionale;

sottolinea che l'EBC è un modello da realizzare nel quadro dell'economia di mercato, poiché non è in contrasto con essa;

reputa che l'EBC contribuirà alla transizione verso un "mercato etico europeo", che incentiverà l'innovazione sociale, incrementerà il tasso di occupazione e sarà benefico per l'ambiente;

auspica che il "mercato etico europeo" sia realizzato attraverso l'attuazione di diverse strategie:

la misurazione di indicatori del benessere e dello sviluppo sociale al di là del PIL, come il prodotto del bene comune e il bilancio del bene comune;

l'elaborazione di politiche mirate a riconoscere le imprese con il maggiore contributo al bene comune, quali gli appalti pubblici etici e la promozione del commercio interno etico;

la promozione del commercio estero etico come "marchio Europa". In tal modo, le imprese europee saranno all'avanguardia del mercato etico globale e contribuiranno a rafforzare i diritti umani, le norme sul lavoro e la protezione dell'ambiente in tutto il mondo;

l'incoraggiamento a tutti i tipi di imprenditori sociali che avviano organizzazioni volte a contribuire al bene comune;

la promozione del consumo etico e la sensibilizzazione dei consumatori europei; l'incremento della diversità dell'ecosistema finanziario con la promozione di reti di banche e

mercati azionari etici in tutta l'UE;

chiede alla Commissione europea, nel quadro della strategia rinnovata in materia di responsabilità sociale delle imprese (RSI), di fare un passo avanti qualitativo al fine di premiare (in termini di appalti pubblici, accesso ai mercati esterni, agevolazioni fiscali, ecc.) quelle imprese che possano dimostrare un comportamento ispirato da un'etica più rigorosa.

Persona da contattare: Gerald Klec(Tel. +32 25469909 – e-mail: [email protected])

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Un'UEM democratica e sociale grazie al metodo comunitario (parere d'iniziativa)

Relatrice: Gabriele Bischoff (Lavoratori – DE)

Riferimento: EESC-2015-01820-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

è convinto che un'autentica stabilizzazione dell'Unione economica e monetaria (UEM) sia possibile soltanto a condizione di rimediare alle carenze nell'architettura dell'UE e di intraprendere, a tal fine, profonde riforme. Per far ciò è necessaria una modifica dei Trattati nel quadro di una Convenzione;

chiede di adottare altre misure per conferire all'UEM un carattere più democratico e sociale nel quadro dei Trattati esistenti e fare in modo che le regole che essa si è imposta vengano anche rispettate;

afferma che, più si continua con l'attuale politica di risparmio, che tende innanzitutto a ridurre le spese, senza un efficace piano di investimenti per generare reddito attraverso la crescita, la coesione sociale e la solidarietà, più diventa evidente che l'aumento delle disuguaglianze sociali mette a rischio l'integrazione economica e la prosperità dell'Europa;

è dell'avviso che si debba rafforzare la coesione sociale, politica ed economica ed evitare in tal modo la disgregazione dell'area dell'euro. Devono essere condotte riforme strutturali equilibrate, basate sui requisiti dell'Unione monetaria e in sintonia con le esigenze nazionali;

auspica una maggiore "parlamentarizzazione" della zona euro, con una "grande commissione" del PE che riunisca tutti i deputati dei paesi che fanno parte dell'eurozona o che intendono entrarvi (26 Stati membri), unitamente a un maggiore coordinamento dei parlamentari della zona euro in merito alle questioni dell'UEM (COSAC +);

fa notare che alcuni degli obiettivi di politica economica della governance economica degli ultimi anni devono essere messi meglio in sintonia con gli obiettivi di politica sociale dell'UE di cui all'articolo 4, paragrafo 2, del TFUE, e che occorre porre rimedio a possibili conflitti tra gli obiettivi sociali e quelli economici;

chiede che, in base alla clausola sociale orizzontale, tutte le misure adottate nel semestre europeo siano soggette a una valutazione d'impatto sociale;

dichiara che superare le differenze nei modi di funzionamento dei mercati del lavoro, nei sistemi con cui vengono fissati i salari e nei regimi di protezione sociale contribuisce in misura rilevante a rendere l'UEM democratica e sociale;

è dell'avviso che un dialogo macroeconomico in seno alla zona euro (MED-EURO) possa recare un contributo decisivo al consolidamento dell'UEM sul piano democratico e sociale.

Persone da contattare: Alexander Alexandrov / Gerald Klec(Tel. +32 25469805 – e-mail: [email protected])(Tel. +32 25469909 – e-mail: [email protected])

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Le trasformazioni economiche e la competitività dell'UE (relazione informativa)

Relatore: Joost Van Iersel (Datori di lavoro - NL)

Correlatore: Enrico Gibellieri (Lavoratori - IT)

Riferimento: EESC-2015-01586-00-02-RI

Punti chiave:

Sette anni di ristagno della crescita economica, causato e caratterizzato da una profonda crisi finanziaria e socioeconomica, hanno lasciato un segno profondo sull'economia europea. In seguito agli aggiustamenti apportati alle politiche dell'UE in campo monetario ed economico, ciascuno Stato membro ha adattato i propri strumenti politici, e attualmente si registra un barlume di ripresa. Una questione interessante riguarda la misura in cui la crisi ha inciso strutturalmente sulla situazione nell'UE e negli Stati membri. L'Europa sta semplicemente tornando alla normalità?

A giudizio del CESE, è necessario tracciare una mappa precisa del nuovo panorama a beneficio dei responsabili politici e delle imprese. Da tale esercizio potrebbero emergere aggiustamenti delle politiche ed azioni mirate ai singoli paesi. Una delle analisi della situazione da questo punto di vista è la relazione elaborata nel 2014 dal Boston Consulting Group e intitolata Shifting Economies ("Trasformazioni economiche"). La relazione parte da un'analisi dei 27 principali paesi esportatori a livello mondiale, esaminando i risultati da essi ottenuti negli ultimi anni. Successivamente, passa ad analizzare le tendenze che, a giudizio degli autori, saranno determinanti per il prossimo futuro. In questo contesto, alcune economie emergenti sembrano destinate a ottenere buoni risultati, e tra quelle europee alcune rimangono di livello mondiale mentre altre soffrono di svantaggi strutturali. A giudizio del CESE, è necessario procedere a ulteriori analisi.

La relazione informativa non si occupa del quadro completo e va piuttosto considerata come relazione introduttiva a un quadro estremamente complesso, indirizzata alla Commissione e al Consiglio. È intesa quale incentivo alle due istituzioni affinché approfondiscano la comprensione delle tendenze che determinano i risultati degli Stati membri, dell'economia europea nel suo complesso e della zona euro. Un'analisi ben strutturata realizzata dalla Commissione dovrebbe essere il punto da cui partire per ritrovare la via della convergenza, monitorando accuratamente gli sviluppi negli Stati membri e adottando, in materia di competitività, politiche mirate alle situazioni specifiche.

Persona da contattare: Adam Plezer(Tel. +32 25468628 – e-mail: [email protected])

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3. AMBIENTE / AGRICOLTURA E PESCA

Parere d'iniziativa L'importanza del commercio agricolo per lo sviluppo futuro dell'agricoltura e delle attività agricole nell'UE nel contesto della sicurezza alimentare mondiale

Relatore: Volker Petersen (Datori di lavoro - DE)

Riferimento: EESC-2015-01349-00-01-AC-TRA

Punti chiave:

Il commercio agricolo costituisce spesso oggetto di accese discussioni nella società civile in quanto può avere effetti molto diversi che possono anche condurre ad indesiderabili dipendenze. Nella sua qualità di primo esportatore agricolo mondiale, davanti agli Stati Uniti, al Brasile, alla Cina e al Canada, nonché di primo importatore agricolo mondiale, davanti a Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia, l'UE ha una doppia e crescente responsabilità per la situazione alimentare e la sicurezza alimentare nel mondo. Il CESE si compiace del fatto che l'orientamento della politica agricola e di sviluppo dell'UE sia divenuto più coerente. A suo giudizio ciò costituisce la condizione preliminare per assumere in maniera sostenibile l'orientamento e i compiti nel quadro del commercio agricolo e del lavoro in favore dello sviluppo.

Le regolamentazioni del commercio agricolo globale che ancora sono in vigore hanno la loro origine principalmente nelle differenti prassi seguite per garantire la protezione dei consumatori e della salute nei vari paesi. Per le importazioni verso l'UE, la base per i relativi certificati deve essere costituita dalle norme della stessa UE. Se risulta impossibile concludere con un successo i negoziati multilaterali nel quadro dell'OMC, si dovranno cercare risultati positivi a livello bilaterale.

Persona da contattare: Maarit Laurila(Tel. +32 25469379 – e-mail: [email protected])

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Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l'uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul loro territorio

Relatore: José María Espuny Moyano (Datori di lavoro - ES)

Correlatore: Martin Siecker (Lavoratori - NL)

Riferimenti: EESC-2015-02913-00-00-AC-TRACOM(2015)177 final – 2015/0093(COD)

Punti chiave:

Il CESE nutre delle riserve sulla reale possibilità di attuare questa normativa nel mercato unico e raccomanda pertanto alla Commissione europea di ritirare la proposta.

Persona da contattare: Arturo Iniguez Yuste(Tel. +32 25468768 – e-mail: [email protected])

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Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro dell'Unione per la raccolta, la gestione e l'uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca (rifusione)

Relatore: Brian Curtis (Lavoratori - UK)

Riferimenti: EESC-2015-03926-00-00-AC-TRACOM(2015)294 final – 2015/0133(COD)

Punti chiave:

Il CESE concorda in linea di massima con l'obiettivo della Commissione di potenziare gli aspetti che funzionano bene, mantenendo in tal modo un elevato grado di continuità, ma rispondendo, allo stesso tempo, alle nuove esigenze, e ritiene che le modifiche proposte non vadano al di là di quanto è necessario e appropriato per il conseguimento dell'obiettivo fondamentale che consiste nel migliorare la qualità, l'accesso e la disponibilità dei dati nel settore della pesca.

Persona da contattare: Arturo Iniguez Yuste(Tel. +32 25468768 – e-mail: [email protected])

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Programmi di sviluppo rurale: semplice palliativo o primi segnali di ripresa?

Relatore: Tom Jones (Attività diverse - UK)

Riferimenti: EESC-2015-00601-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE accoglie con favore l'impegno mostrato costantemente dall'UE, dagli Stati membri e dalle regioni nell'affrontare alcune delle sfide che concernono le zone rurali attraverso un ampio programma di sviluppo rurale (PSR). Esprime disappunto per i ritardi nella presentazione, nell'approvazione e nell'avvio del programma in diversi paesi e regioni.

Il successo del PSR dipende dall'efficacia del principio di partenariato. Il CESE fa osservare che vi sono stati miglioramenti per quanto riguarda l'impegno nel corso dei programmi precedenti, ma il partenariato non è tuttora uniforme in tutta l'UE.

Il CESE accoglie favorevolmente la possibilità di ampliare i programmi sulla base di esigenze e priorità locali, così come approva il crescente ricorso al modello di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) per un coinvolgimento inclusivo delle comunità. Il modello LEADER, già consolidato, è rispettato e le reti di sviluppo rurale finanziate dalla CE sono incoraggiate a diffondere ulteriormente le migliori pratiche.

Quindici Stati membri hanno trasferito fondi dai pagamenti diretti ai PSR, mentre in altri cinque Stati membri si è proceduto a trasferimenti dal secondo al primo pilastro. Ambedue le opzioni sono legittime, ma non hanno lo stesso valore perché i PSR servono l'obiettivo di uno sviluppo territoriale più equilibrato in seno a ciascuna regione dell'UE. Si raccomanda di eseguire uno studio sulla coerenza e sull'efficacia di questa flessibilità, che includa anche il suo impatto sulla concorrenza nel mercato unico.

Si osserva la capacità di trasferire fondi da un pilastro della PAC all'altro. Si raccomanda di studiare l'efficacia di questo approccio flessibile, analizzando anche il suo impatto sul mercato unico.

È chiaro il forte accento posto da tutti i programmi sul mantenimento dei posti di lavoro e sulla creazione di nuove opportunità occupazionali nelle zone rurali. Rivestono una certa importanza anche le misure per incentivare i giovani a cercare un futuro nelle zone rurali insieme ad interventi per facilitare l'integrazione delle persone con esigenze specifiche o che soffrono di handicap fisici o mentali.

Il contributo delle donne al successo del programma dovrebbe essere visto come un obiettivo specifico e godere di un apposito sostegno. Il loro ruolo è essenziale per garantire la sopravvivenza delle zone rurali.

Il rinnovamento dei villaggi sul piano economico e della collettività è essenziale e i PSR dovrebbero essere valutati anche per la loro capacità di includere tutti i cittadini delle aree rurali. La partecipazione della società civile e l'imprenditorialità sono di vitale importanza per la sostenibilità delle zone rurali.

Persona da contattare: Maarit Lauril(Tel. +32 25469379 – e-mail: [email protected])

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4. CONSUMATORI / SALUTE

Sanità digitale (parere d'iniziativa)

Relatrice: Renate Heinisch (Attività diverse - DE)

Riferimento: EESC-2015-00424-00-01-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

sostiene gli sforzi della Commissione europea volti ad attribuire elevata priorità alle soluzioni di sanità elettronica nel quadro dell'agenda digitale;

osserva che i pazienti, gli operatori sanitari e coloro che cercano informazioni hanno ripetutamente segnalato la necessità di informazioni complete, accurate e aggiornate sui medicinali, come anche di un mercato unico digitale;

ritiene che tali informazioni, approvate dalle autorità competenti, debbano essere accessibili senza discriminazioni e senza ostacoli, in modo da essere consultabili anche dalle persone ipovedenti, non udenti o con altre disabilità;

reputa che la diffusione elettronica delle informazioni sui prodotti approvati dalle agenzie del farmaco consenta di migliorarne ulteriormente l'accessibilità;

rileva che la raccolta in un unico portale creerà una fonte affidabile e per molti aspetti facilmente accessibile di informazioni approvate dalle autorità competenti e rispondenti ai criteri di fruibilità senza barriere. Tale sistema consentirà ai pazienti e agli operatori sanitari di confrontare qualsiasi informazione disponibile altrove con le informazioni di base approvate;

sottolinea che i medici (in particolare quelli di base) e gli altri operatori sanitari, quali i farmacisti e gli infermieri, rappresentano il primo punto di contatto da cui i pazienti possono ottenere consigli sulle loro patologie e sulle relative possibilità di trattamento.

Persona da contattare: Claudia Drewes-Wran(Tel. +32 25468067 – e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 15/39

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5. AFFARI SOCIALI / OCCUPAZIONE

Dumping sociale nel settore dell'aviazione civile europea (parere d'iniziativa)

Relatrice: Anne Demelenne (Lavoratori - BE)

Riferimento: EESC-2015-00417-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE, preoccupato per i recenti sviluppi nel settore dell'aviazione civile, esorta vivamente la Commissione a seguire da vicino gli sviluppi della situazione e ad adottare, se necessario, misure appropriate. Durante l'elaborazione del "pacchetto aereo" annunciato nel quadro del programma di lavoro della Commissione per il 2015, si dovrà tener conto di tutti gli elementi menzionati nel presente documento. Inoltre, il CESE ritiene necessario che la DG MOVE e la DG EMPL lavorino in stretta collaborazione.

Sulla base dei risultati dei lavori condotti sui nuovi modelli d'impresa, l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) deve esaminare gli sviluppi in atto al fine di garantire una sicurezza ottimale dei passeggeri e del personale a prescindere dal modello d'impresa.

Il CESE si aspetta che le normative esistenti siano attuate correttamente e che venga altresì tenuto conto della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE).

Il CESE prende atto della posizione adottata dalle parti sociali del gruppo di lavoro dell'equipaggio aereo e sottolinea che le lacune dovrebbero essere affrontate al fine di evitare conseguenze sociali negative indesiderate in questo settore.

Inoltre, il CESE propone che la Commissione esamini attentamente l'applicazione della direttiva relativa al lavoro tramite agenzia interinale nel settore dell'aviazione. Occorre poi adottare una definizione comune di "lavoratore subordinato" e "lavoratore autonomo" a livello dell'Unione europea.

Il CESE sostiene una possibile iniziativa delle parti sociali dell'UE nel settore dell'aviazione intesa a negoziare un accordo sulle condizioni di lavoro e i diritti sociali dei lavoratori del settore. È possibile, d'altronde, che su alcuni strumenti legislativi le parti sociali abbiano posizioni comuni che potrebbero presentare alla Commissione. Infine, la Commissione dovrebbe consultare le parti sociali su qualsiasi strumento legislativo e/o iniziativa dell'UE che abbia effetti sociali.

È necessario affrontare la questione del trasferimento del personale in caso di gara d'appalto e/o di perdita parziale di attività.

Persona da contattare: Andrei Popescu(Tel. +32 25469186 – e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 16/39

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Innovazione sociale, reti e comunicazione digitale (parere d'iniziativa)

Relatore: Bernardo Hernández Bataller (Attività diverse - ES)

Riferimento: EESC-2014-04902-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il parere ha l'obiettivo di valutare le condizioni necessarie affinché l'innovazione sociale benefici pienamente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, allo scopo di servire al bene comune, e chiede l'attuazione dei misure rivolte alla facilitazione digitale e di piattaforme per la promozione di relazioni in rete e di sviluppo di interazioni sinergiche.

Il CESE giunge alla conclusione che l'innovazione sociale deve convertirsi, al pari delle reti collaborative, in uno strumento di promozione e rafforzamento della partecipazione civica e, in generale, della società civile, alla definizione e alla gestione delle politiche dell'UE, attraverso progetti distribuiti, collettivi e dal basso, volti a consolidare una democrazia più diretta. L'accesso universale alle nuove tecnologie in generale, e a Internet a banda larga in particolare, deve essere in ogni caso un obiettivo prioritario dell'UE. Il CESE riconosce che l'innovazione sociale basata sulle nuove tecnologie può svolgere un ruolo importante nella creazione di nuovi posti di lavoro qualificati, grazie al sostegno a progetti volti alla creazione di imprese nuove e innovative. Altrettanto essenziale è rafforzare la formazione, all'interno del sistema scolastico per i giovani, e attraverso misure di formazione permanente intesa a qualificare i lavoratori per l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel mercato del lavoro. Il Comitato chiede innovazione sociale e l'uso delle nuove tecnologie; le reti sociali e il lavoro collaborativo per l'attuazione di soluzioni tecniche per aiutare i disabili.

Il CESE sostiene gli obiettivi della strategia Europa 2020, le iniziative faro Unione dell'innovazione e Agenda digitale, e le misure necessarie per far avanzare l'innovazione sociale; incoraggia l'integrazione di questi obiettivi nei piani nazionali di riforma e il loro seguito nel quadro del semestre europeo, con il coinvolgimento delle parti sociali.

Esorta le istituzioni a stimolare la creazione di capacità e l'uso degli ambienti digitali essenziali, a contribuire a creare spazi per connessioni innovative orizzontali, e a facilitare l'accesso in tempo reale, rapido e sicuro. Invita l'UE a promuovere e finanziare l'elaborazione e l'esecuzione di progetti concepiti dai cittadini e attuati tramite le reti sociali e il lavoro collaborativo, e comprendenti azioni di interesse generale.

La Commissione europea deve intraprendere una politica chiara e concreta in materia di innovazione sociale e di accesso dei cittadini alle nuove tecnologie, da cui derivino iniziative in grado di fornire vantaggi condivisi alla popolazione, in linea con il pacchetto di investimenti sociali della Commissione europea. Tutto questo è necessario per potenziare l'innovazione sociale sulla base dello sviluppo tecnologico, la promozione della ricerca collaborativa, l'incentivazione dell'accesso a nuove conoscenze e il rafforzamento istituzionale attraverso la democrazia diretta che questi nuovi strumenti di partecipazione in rete e di comunicazione digitale rendono possibile.

Persona da contattare: Joanna Ziecina(Tel. +32 25469509 - e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 17/39

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Il trasporto internazionale di merci su strada: dumping sociale e cabotaggio (parere d'iniziativa)

Relatori: Stefan Back (Lavoratori - SV)Reymond Hencks (Datori di lavoro - LU)

Riferimento: EESC-2015-03722-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE riafferma il proprio sostegno all'obiettivo della Commissione Juncker di contrastare il dumping sociale, come affermato nel proprio parere del 2015 sulla Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti, e rinnova il proprio invito alla Commissione a proporre misure preventive. Il CESE si rammarica del fatto che il concetto di dumping sociale, benché ampiamente utilizzato, non sia stato definito. Ai fini del parere, il CESE considera come dumping sociale le pratiche che cercano di aggirare o violano le normative sociali o di accesso al mercato (società fittizie) per ottenere vantaggi competitivi.

Il CESE accoglie con favore l'intenzione della Commissione di:

semplificare le norme comuni sulle condizioni da rispettare per esercitare l'attività di trasportatore su strada, e quelle che disciplinano l'accesso al mercato internazionale del trasporto di merci su strada, e in particolare il cabotaggio, al fine di agevolarne l'attuazione;

rafforzare i criteri di stabilimento delle imprese di trasporto onde prevenire l'utilizzo abusivo di società di comodo;

predisporre un pacchetto sulla mobilità dei lavoratori per facilitare la libera circolazione dei lavoratori e migliorare la capacità degli Stati membri di contrastare il dumping sociale, le frodi e gli abusi in relazione al distacco dei lavoratori e all'accesso alle prestazioni previdenziali.

Il CESE ritiene che sia urgente agire al livello dell'UE per evitare il rischio di frammentazione del mercato interno nel trasporto su strada a seguito dell'adozione di misure nazionali unilaterali finalizzate a contrastare il dumping sociale. Un intervento efficace dell'UE potrebbe creare condizioni favorevoli a un'ulteriore apertura del mercato.

Persona da contattare: Nuno Quental(Tel. +32 25469347 - e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 18/39

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Convalida delle qualifiche - apprendimento non formale e informale

Relatore: Pavel Trantina (Attività diverse – CZ)Correlatrice: Marie Zvolská (Datori di lavoro - CZ)

Riferimento: EESC-2015-00802-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE:

è convinto che si debba porre l'accento sull'individuazione, la registrazione, la valutazione - e quindi la valorizzazione - dei risultati acquisiti mediante l'apprendimento non formale, secondo modalità il più possibile comparabili e comprensibili;

raccomanda agli Stati membri di offrire la possibilità di ottenere i risultati della convalida dell'apprendimento non formale e informale, e di sviluppare le strutture che forniscono tali servizi di orientamento e consulenza sui benefici della convalida delle competenze nonché sulle possibilità e i meccanismi di convalida;

invita a sostenere tutte le parti interessate, in particolare le parti sociali e le altre organizzazioni della società civile, affinché siano consapevoli dei vantaggi offerti dal riconoscimento in questione e partecipino attivamente alla creazione dei quadri nazionali delle qualifiche e alla definizione delle qualifiche professionali;

ritiene che un prerequisito fondamentale sia la presenza di un quadro legislativo di qualità a livello nazionale, che garantisca l'equivalenza dei certificati acquisiti mediante l'istruzione formale e l'apprendimento non formale o informale. Questo comporta esigenze considerevoli in termini di qualità dei processi di riconoscimento, che vanno sostenuti anche finanziariamente, ad esempio mediante il Fondo sociale europeo;

invita gli istituti di istruzione, in particolare le scuole secondarie e le università, a promuovere maggiormente il riconoscimento delle competenze e delle conoscenze acquisite in modo non formale. A tale proposito esiste nell'UE tutta una serie di esempi di buone pratiche da diffondere;

ritiene che la contrattazione collettiva e il dialogo sociale tra sindacati e datori di lavoro possano svolgere un ruolo importante nel processo di convalida dell'istruzione non formale e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. È con tali strumenti che occorre lavorare per il riconoscimento dell'apprendimento non formale quale importante contributo al dibattito sull'occupabilità e sugli strumenti atti a promuoverla;

considera che, in un contesto di elevata disoccupazione giovanile, sia opportuno promuovere le opportunità di interazione tra le agenzie per l'impiego pubbliche e private, le organizzazioni di volontariato (in particolare quelle giovanili) e i datori di lavoro;

si rammarica quindi del fatto che la Commissione europea abbia sospeso i preparativi per Europass Experience, e la invita ad agire per portare a buon fine tale iniziativa.

Persona da contattare: Irina Fomina(Tel. +32 25468091 – e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 19/39

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Principi per sistemi previdenziali efficaci e affidabili

Relatore: Bernd Schlüter (Attività diverse – DE)

Riferimento: EESC-2015-01011-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE ritiene che i principi fondamentali di politica sociale possano rappresentare una base concettuale per le raccomandazioni della Commissione. In relazione ai sistemi previdenziali propone i seguenti principi:

principio della protezione minima: occorre garantire alcune prestazioni sociali fondamentali, tra cui l'erogazione di un minimo vitale/reddito minimo per le persone senza un reddito sufficiente;

principio della necessità: occorre offrire servizi sociosanitari moderni che rispondano a problematiche specifiche;

principio della chiarezza: occorre sviluppare obiettivi di politica sociale chiari; principio dell'accessibilità: occorre garantire che le prestazioni sociali siano accessibili sul piano

geografico, temporale e finanziario; principio di proporzionalità: le prestazioni erogate dovrebbero essere adeguate in termini di

natura e di portata; principio di solidarietà: le prestazioni sociali dovrebbero essere finanziate essenzialmente

attraverso sistemi previdenziali solidali e sistemi fiscali giusti e anch'essi solidali; principio della responsabilità individuale: i disoccupati e le persone che faticano a integrarsi nel

mercato del lavoro devono essere aiutate mediante servizi sociali volti a consentire loro di sostentarsi con i propri mezzi;

principio della partecipazione: le prestazioni dovrebbero contribuire alla partecipazione sociale dei cittadini;

principio della struttura: i rapporti giuridici e finanziari tra i beneficiari, i servizi sociali, l'amministrazione sociale pubblica o le assicurazioni sociali dovrebbero essere strutturati in maniera adeguata;

principio dell'autonomia decisionale dei beneficiari: i beneficiari non sono da considerarsi oggetti, bensì soggetti che contribuiscono agli aiuti e cittadini aventi diritto a prestazioni;

principio della certezza del diritto: l'erogazione delle prestazioni deve essere garantita per legge, eventualmente dalla normativa sociale o da altri strumenti giuridici simili basati sui principi democratici, di cui gli Stati membri si sono dotati;

principio dell'orientamento al bene comune: quelle forme di impresa e di organizzazione che sono particolarmente orientate al bene comune e alla partecipazione dovrebbero poter operare contando su condizioni finanziarie e giuridiche adeguate;

principio della trasparenza: l'utilizzo di fondi pubblici dovrebbe avvenire nel rispetto della trasparenza;

principio della rete: le nuove forme familiari, l'invecchiamento e l'immigrazione richiedono servizi integrati e collegati in rete;

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principio della parità: la normativa dovrebbe stabilire i diritti e doveri applicabili a beneficiari, amministrazioni sociali e servizi sociali;

principio della qualità: l'erogazione di prestazioni sociali dovrebbe essere accompagnata da misure volte ad assicurarne la qualità;

principio del coordinamento: la gestione dei casi in cui le prestazioni erogate dai sistemi di sicurezza e di protezione sociale interessano più di uno Stato membro dovrebbe essere migliorata.

Persona da contattare: Judite Berkemeier(Tel. +32 25469897 – e-mail: [email protected])

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Migliorare l'efficacia dei sistemi nazionali di formazione duale

Relatrice: Dorthe Andersen (Datori di lavoro – DA)

Riferimento: EESC-2015-01718-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

I giovani europei sono stati duramente colpiti dalla crisi, ma l'aumento della disoccupazione giovanile non costituisce una novità e indica alcuni problemi strutturali che rendono difficile il passaggio dalla scuola al lavoro. Sistemi di istruzione e formazione professionale (IFP) efficienti e basati sulla formazione duale possono aiutare i giovani a passare più agevolmente dalla scuola al mondo del lavoro.

Il CESE:

sottolinea che non esiste un modello ottimale per la formazione duale; ritiene che sia necessario uno strumento europeo di valutazione della qualità che documenti i

progressi, ma anche gli effetti, delle riforme in atto negli Stati membri, allo scopo di migliorare l'efficacia dell'IFP e dei sistemi di formazione duale;

raccomanda che la Commissione sviluppi, assieme ai partner pertinenti, strumenti atti a monitorare e a raccogliere dati, a valutare ciò che funziona negli Stati membri, nonché a individuare i fattori fondamentali dei sistemi di formazione duale che funzionano bene. Lo scopo consiste nell'assicurare la qualità nei sistemi di formazione e mettere in evidenza la correlazione esistente tra formazione duale e occupazione;

propone che l'UE fissi un obiettivo per l'istruzione e la formazione professionale e per la formazione duale;

ritiene che un obiettivo in materia di IFP a livello europeo e la raccolta di dati pertinenti possano contribuire a migliorare i livelli d'istruzione e assicurare che i giovani abbiano le competenze richieste sul mercato del lavoro. Un obiettivo potrebbe rientrare nel quadro di una strategia Europa 2020 rinnovata, e il CESE invita pertanto la Commissione a esaminare le opzioni del caso;

raccomanda agli Stati membri che non dispongono di sistemi di formazione duale ben funzionanti di valutare i costi connessi allo sviluppo di tali sistemi tenendo conto delle compensazioni e dei benefici che ne potrebbero derivare per la competitività delle imprese e le opportunità di lavoro per i giovani;

sottolinea l'importanza dei partenariati tra le scuole, i centri di formazione, le organizzazioni sindacali e il mondo delle imprese. Le parti sociali svolgono un ruolo decisivo in tutte le fasi dei sistemi di formazione duale che funzionano bene. Il rafforzamento e un migliore impiego del dialogo sociale a tutti i livelli possono costituire uno strumento efficace per migliorare e la qualità e l'attrattiva dell'apprendimento basato sul lavoro;

chiede agli Stati membri di introdurre o di rivedere in modo sistematico lo sviluppo professionale degli insegnanti e dei precettori nel campo dell'IFP, in particolare dei formatori;

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sottolinea l'importanza dei datori di lavoro e ritiene che essi, comprese le PMI, parteciperanno in misura maggiore ai programmi di apprendistato quando tali programmi riusciranno a soddisfare veramente le loro necessità e quando esisteranno buoni legami con gli istituti d'istruzione. Nei prossimi anni bisognerebbe porre al centro dell'attenzione la creazione di sistemi di formazione duale che consentano una partecipazione efficiente - sul piano dei costi - dei datori di lavoro e diano agli stessi una maggiore titolarità;

raccomanda che le parti sociali europee proseguano i lavori in questo campo nel quadro del loro particolare programma di lavoro.

Persona da contattare: June Bedaton(Tel. +32 25468134 – e-mail: [email protected])

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6. TRASPORTI

Il ciberattivismo e le organizzazioni della società civile (parere d'iniziativa)

Relatore: Bernardo Hernández Bataller (Attività diverse - ES)

Riferimento: EESC-2015-01058-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Nell'attuale società digitale il ciberattivismo costituisce uno strumento valido per conferire autonomia e responsabilità ai cittadini, nella misura in cui agevola e promuove una pratica sociale attiva e la partecipazione attraverso le nuove tecnologie, contribuendo al tempo stesso a ridurre l'esclusione e il divario digitali. Un approccio concettuale al ciberattivismo è quello che lo definisce come un tipo di attivismo che stimola la rivendicazione militante di cause politiche, ambientali, sociali, civiche, culturali, ecc., senza che siano previamente necessarie ideologie definite, gerarchie o programmi, e che utilizza per il suo sviluppo strumenti tecnologici che promuovono la diffusione e la partecipazione a macchia d'olio. Esso deve essere distinto da quelle iniziative che non sono conformi ai principi e ai valori democratici e solidali e le cui intenzioni si discostano dall'interesse sociale e dal bene pubblico.

Per lo sviluppo del ciberattivismo quale strumento, è necessario che sia la Commissione europea sia gli Stati membri inseriscano nei loro programmi di lavoro iniziative e misure volte a promuovere strutture che favoriscano un'adeguata espansione della società in rete, facilitando l'accesso libero e universale, garantendo la trasparenza e la confidenzialità, nonché tutelando i diritti alla riservatezza e alla sicurezza dei dati personali, con una particolare attenzione per i gruppi più svantaggiati.

Il CESE ritiene indispensabile diffondere tra la popolazione le conoscenze e le competenze necessarie per servirsi in modo intelligente e sicuro del ciberattivismo; per questo motivo, esorta le istituzioni europee a incoraggiare le attività di sensibilizzazione, formazione e istruzione in materia, prestando particolare attenzione alla divulgazione delle buone pratiche e all'eliminazione delle forme illecite di attivismo in rete. Al riguardo, bisognerà mettere a disposizione le risorse ritenute necessarie per la valutazione e lo sviluppo dell'esercizio del ciberattivismo.

Inoltre, in rapporto alla governance istituzionale, il ciberattivismo promuove settori in cui prevalgono la decisione congiunta e la ripartizione dei poteri attraverso l'interazione di molteplici soggetti (governi, organizzazioni della società civile, interlocutori sociali, cittadini, imprese) in modo multidirezionale, con azioni sia di propria iniziativa che in risposta ad iniziative altrui. Di conseguenza, il sostegno al ciberattivismo implica una configurazione distribuita in rete che comprende sia le relazioni orizzontali tra cittadini che le relazioni verticali tra governo e cittadinanza.

Persona da contattare: Luca Venerando Giuffrida(Tel. +32 25469212 - e-mail: [email protected])

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Una politica integrata dell'UE per l'aviazione (parere esplorativo richiesto dalla Commissione)

Relatore: Jacek Krawczyk (Datori di lavoro – PL)

Riferimento: EESC-2015-01083-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il comparto aeronautico dell'UE è a un bivio: senza una strategia convincente e coerente rischia di avere ulteriori difficoltà, perdendo quindi il suo peso economico e il suo potenziale di crescita. Per essere in grado di competere in un'economia globalizzata l'intera rete di valore dell'aviazione europea necessita di una una maggiore intermodalità, una migliore connettività, un migliore utilizzo di hub secondari e aeroporti regionali e l'ottimizzazione delle procedure attuali. Non servono tuttavia nuove normative in tutti i casi. Il CESE esorta ancora una volta la Commissione ad adoperarsi maggiormente affinché sul territorio dell'UE siano attuate quelle vigenti. La strategia della Commissione europea nel settore dell'aviazione dovrebbe essere guidata da una visione persuasiva della via da seguire per promuovere al meglio la competitività europea senza provocare distorsioni della concorrenza o compromettere le relazioni sociali e industriali.

Il CESE ritiene che la strategia da mettere a punto per il settore aeronautico debba fondarsi su un dialogo sociale costruttivo. Inoltre, il Comitato invita tutte le parti interessate del settore dell'aviazione ad impegnarsi per l'attuazione di una nuova strategia dell'UE in materia, in modo che la rete di valore dell'aviazione europea riacquisti slancio e ricominci a fornire contributi validi, sotto il profilo sia economico che sociale, alla crescita dell'Unione europea. Un fattore indispensabile in quest'ottica sarà una leadership politica forte della Commissione europea.

Si raccomanda inoltre alla Commissione di consultare il CESE sugli sviluppi in corso e sull'attuazione della strategia per il settore aeronautico. Il CESE avvierà, a parte, un proprio progetto volto ad attribuire risorse e competenze adeguate.

Persona da contattare: Andrei Popescu(Tel. +32 25469186 - e-mail: [email protected])

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7. INDUSTRIA / IMPRESE / INNOVAZIONE

Esperienze dello Small Business Act negli USA e nell'UE: migliori pratiche per azioni innovative in materia di PMI (parere d'iniziativa)

Relatore: Ullrich Schröder (Datori di lavoro - NL)

Riferimento: EESC-2015-00822-00-01-AC-TRA

Punti chiave:

Lo SBA deve essere migliorato conferendogli un carattere più vincolante e un approccio più ambizioso. Il CESE raccomanda:

di istituire a livello UE, un consiglio Competitività specifico per le PMI e lo SBA che si riunisca una volta l'anno;

che, in seno al Consiglio, il gruppo ad alto livello "Competitività e crescita" esamini i progressi compiuti in fatto di azioni nazionali per l'attuazione di priorità dello SBA e rifletta sulle misure aggiuntive da adottare a livello UE;

di potenziare la Rete europea dei rappresentanti delle PMI, innalzando il livello dei suoi partecipanti a quello dei direttori generali dei ministeri dell'Economia, in modo da assicurare un coordinamento migliore e più forte tra l'UE e gli Stati membri.

Inoltre:

La Corte dei conti europea dovrebbe essere incoraggiata a pubblicare relazioni regolari sul funzionamento dei programmi e delle misure pertinenti a favore delle PMI;

un ufficio indipendente all'interno della Commissione europea dovrebbe occuparsi della governance interna;

occorre migliorare e completare il sistema dei piani nazionali e locali di attuazione dello SBA mediante il ricorso sistematico ai quadri di valutazione;

è necessario fare più ampio ricorso a obiettivi indicativi - al fine di incrementare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici - nonché ad obiettivi vincolanti relativi ai programmi di R&S.

Persona da contattare: Marie-Laurence Drillon(Tel. +32 25468320 - e-mail: [email protected])

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Impresa familiare (parere d'iniziativa)

Relatore: Jan Klimek (Datori di lavoro - PL)

Riferimento: EESC-2015-00722-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE invoca:

una strategia attiva che promuova tra gli Stati membri le buone pratiche da adottare in materia di imprese familiari;

l'elaborazione di un quadro giuridico in materia di imprese familiari, che in particolare fornisca una definizione comunemente accettabile di impresa familiare;

l'inserimento della categoria delle imprese familiari nelle statistiche europee, e la raccolta efficace, da parte degli uffici statistici nazionali, di informazioni su tali imprese;

una migliore regolamentazione in materia di trasferimento delle imprese familiari da una generazione a quella successiva;

la creazione di un contesto favorevole alle organizzazioni di tipo familiare, nonché la promozione dell'innovazione tra le imprese familiari;

lo sviluppo dell'istruzione e la promozione della ricerca nel settore dell'imprenditoria familiare; il sostegno delle aziende agricole familiari e la rivitalizzazione dell'imprenditorialità cooperativa; l'introduzione di deduzioni fiscali sugli utili reinvestiti, nonché la creazione di opportunità per le

imprese familiari di aumentare il capitale senza attribuire diritti di voto; una cooperazione attiva, a livello di Unione europea, con le organizzazioni rappresentative delle

imprese familiari.

Persona da contattare: Dorota Zapatka(Tel. +32 25469067 – e-mail: [email protected]

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Lotta alla corruzione

Relatore: Filip Hamro-Drotz (Datori di lavoro - FI)

Correlatore: Pierre Gendre (FR - Cat. 2)

Riferimento: EESC-2014-06520-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

L'UE dovrebbe elaborare senza indugio una strategia e un piano d'azione quinquennali di lotta alla corruzione. Promuovere la trasparenza e prevenire la corruzione dovrebbero essere obiettivi centrali di tutte le politiche dell'UE.

La Commissione europea e gli Stati membri dell'UE dovrebbero rafforzare la cooperazione transnazionale contro la corruzione e garantire una gestione efficace della rete europea per la lotta alla corruzione (EACN). Il Consiglio europeo dovrebbe promuovere negli Stati membri la sensibilizzazione e l'educazione in merito ai valori dell'integrità nella società e nell'economia, intensificare gli sforzi per ravvicinare le normative penali nazionali e istituire una Procura europea (EPPO).

Le istituzioni dell'UE dovrebbero intensificare le azioni di sensibilizzazione dell'opinione pubblica su come i cittadini possono partecipare alla lotta anticorruzione. L'UE dovrebbe avviare e sostenere misure alternative volte a promuovere l'adozione e l'applicazione di codici e norme di conformità, anticorruzione e anticoncussione nelle singole imprese. La Commissione dovrebbe rivedere nuovamente le direttive sugli appalti pubblici.

Le grandi imprese che concorrono ad un appalto dovrebbero disporre di un solido programma di lotta contro la corruzione e la concussione. Dovrebbe migliorare la conformità delle banche alla disciplina UE applicabile. Gli Stati membri dovrebbero inoltre essere incoraggiati a prevedere il reato di arricchimento illecito intenzionale da parte di un dipendente pubblico. La Commissione europea dovrebbe promuovere la protezione degli informatori.

L'UE dovrebbe partecipare maggiormente agli sforzi globali contro la corruzione. L'UE dovrebbe inoltre intensificare gli sforzi per impedire al suo sistema finanziario di diventare un rifugio sicuro per il denaro sporco. Anche le istituzioni dell'UE devono fare in modo di dare un esempio di trasparenza, integrità e buona gestione.

Persona da contattare: Adam Plezer(Tel. +32 25468628 - e-mail: [email protected])

EESC-2015-04700-00-01-TCD-TRA (FR/EN) 28/39

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Industria europea offshore

Relatore: Marian Krzaklewski (Lavoratori - PL)

Correlatore: José Custódio Leirião (PT-Cat. 3)

Riferimento: EESC-2015-01459-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE è convinto che, al fine di garantire lo sviluppo sostenibile dell'industria offshore, sia necessario un quadro strategico con una visione europea coerente, in grado di assicurare a questa industria tecnologie avanzate e soluzioni innovative.

Il Comitato è del parere che attualmente non esista una strategia europea complessiva per l'industria offshore nel suo insieme e per i singoli comparti che la compongono. È vero che la Commissione ed il Consiglio stanno progressivamente ampliando lo spettro delle normative che disciplinano questo settore, e in particolare il comparto dell'estrazione offshore di petrolio e di gas; tuttavia, nelle misure in questione non è possibile scorgere alcun progetto coerente e globale.

Il Comitato reputa che la Commissione e le parti sociali settoriali europee che rappresentano l'industria offshore dovrebbero rifarsi al buon esempio offerto dalla direttiva del 2008 recante attuazione dell'accordo concluso dall'Associazione armatori della Comunità europea (ECSA) e dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) sulla convenzione sul lavoro marittimo.

Il CESE reputa che, di fronte alla concorrenza - e ai requisiti normativi - a livello europeo e mondiale, le sfide principali per l'industria offshore siano:

l'estrazione in acque profonde e - nel comparto offshore dell'energia eolica - il passaggio verso la localizzazione degli impianti a una maggiore distanza dalla costa e in acque aperte più profonde;

le procedure per la perforazione orizzontale e la fratturazione idraulica per l'attività estrattiva offshore, nel rispetto dei requisiti ambientali;

la gestione delle infrastrutture degli impianti offshore vetusti o senescenti; la ricerca, la rilevazione e lo sfruttamento di risorse nelle zone artiche; la risposta all'impulso ambientale della convenzione MARPOL, della convenzione per la

gestione delle acque di zavorra e del regolamento relativo al riciclaggio delle navi.

Persona da contattare: Adam Plezer(Tel. +32 25468628 - e-mail: [email protected])

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L'impatto della digitalizzazione sull'industria dei servizi e sull'occupazione

Relatore: Wolfgang Greif (Lavoratori - AT)

Correlatore: Leo Hannes (AT–Cat.3)

Riferimento: EESC-2015-00765-00-01-AC-TRA

Punti chiave:

La digitalizzazione trasforma tutti i segmenti della società e dell'economia e quindi, logicamente, si ripercuote sul lavoro e sull'occupazione. La tecnologia digitale ha il potenziale per portare la ricchezza fino a livelli mai raggiunti prima e può migliorare nettamente la qualità del lavoro e dell'occupazione in Europa. Queste opportunità, però, comportano dei rischi intrinseci, come risulta evidente in tutti i settori dell'economia, ivi compresa l'industria privata dei servizi.

Un'elaborazione delle politiche proattiva a livello nazionale e unionale può e deve garantire il pieno sfruttamento dell'evidente potenziale della digitalizzazione, evitando nel contempo i relativi inconvenienti.

Al fine di dotare la manodopera dell'UE delle competenze necessarie nell'era digitale, occorre promuovere gli investimenti pubblici e privati nell'istruzione professionale e valutare la necessità di adottare misure a livello europeo per generalizzare nell'UE le esperienze positive degli Stati membri in materia di congedo di studio/formazione.

Per fare previsioni più precise circa lo sviluppo del mercato del lavoro e la polarizzazione del lavoro, dell'occupazione e dei redditi, occorrono statistiche e ricerche di migliore qualità sull'industria dei servizi (a livello mondiale ed europeo).

Per garantire che le nuove forme di organizzazione digitalizzata del lavoro comportino un miglioramento, e non un deterioramento, della qualità dell'occupazione, andrebbe promossa a tutti i livelli la contrattazione collettiva, soprattutto nei settori e nelle imprese interessati dalla digitalizzazione.

L'UE, i governi nazionali e le parti sociali dovrebbero intavolare discussioni con l'obiettivo di mettere a punto azioni politiche e una legislazione che garantiscano livelli adeguati di protezione sociale obbligatoria per tutti i lavoratori, compresi quelli impegnati in forme di occupazione atipiche.

Il contesto macroeconomico varia sensibilmente da uno Stato membro all'altro. Per incrementare l'occupazione nonostante il calo della domanda di manodopera, occorre mettere in evidenza i possibili problemi nell'ambito di un confronto con tutti i diretti interessati e, in funzione delle esigenze dei singoli Stati membri, sviluppare le strategie risolutive corrispondenti (ad esempio nel campo degli investimenti pubblici, delle innovazioni capaci di creare posti di lavoro, nonché della ripartizione del lavoro e della riduzione del relativo orario).

Persona da contattare: Alain Colbach(Tel. +32 25469170 - e-mail: [email protected])

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Industrie creative e culturali

Relatrice: Emmanuelle Butaud-Stubbs (Datori di lavoro - FR)

Correlatore: Nicola Konstantinou (Cat. 2 - EL)

Riferimento: EESC-2015-01499-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Le ICC costituiscono uno dei settori più dinamici dell'economia europea dato che il contributo di questo tipo di industrie al PIL europeo è compreso tra il 4,4 % (solo per le industrie creative pure o core industries) e il 6,8 % (se ad esse si aggiungono quelle da loro fortemente dipendenti, ossia le non-core industries), e visto che il suo contributo all'occupazione è rappresentato rispettivamente dal 3,8 % del totale della popolazione attiva dell'UE per le industrie creative pure e dal 6,5 % dell'UE se vi si aggiungono le non-core industries. Questo settore è diventato il terzo datore di lavoro dell'UE, dopo i settori dell'edilizia e delle bevande.

Tenuto conto dell'importanza delle imprese del settore creativo e culturale nell'Unione europea, il CESE chiede alla Commissione europea di elaborare una strategia pluriennale di sviluppo di tali imprese.

Il CESE sottolinea che l'UE non deve abbassare la guardia di fronte alle strategie dei nostri concorrenti globali e chiede alla Commissione che la dimensione esterna sia integrata in tutti i negoziati bilaterali e multilaterali in corso. In particolare, il CESE ritiene che questo settore debba anch'esso formare oggetto delle riflessioni avviate dalla Commissione europea in vista di una comunicazione - prevista per l'autunno 2015 - su una nuova strategia in materia di politica commerciale.

Il CESE richiama l'attenzione sulle perplessità suscitate dall'architettura del programma Europa creativa 2014-2020, in particolare riguardo agli aspetti finanziari. Per le imprese di questo settore, che non sempre riescono a "catturare valore", la questione della valutazione finanziaria dei loro attivi immateriali (portafoglio clienti, notorietà e reputazione, marchi, know how), che sono sostenibili e fonti di profitti futuri, riveste un'importanza essenziale.

Alla luce dell'evoluzione del mercato del lavoro in alcuni Stati membri, è necessario tenere maggiormente conto delle esigenze dei lavoratori atipici in materia di condizioni di lavoro, salute e sicurezza. Meritano un'attenzione particolare questioni come l'adattamento alle nuove esigenze del mercato, il rafforzamento della mobilità dei professionisti del settore, nonché gli strumenti e le politiche di formazione e istruzione. Il CESE è favorevole a un'intensificazione dei negoziati collettivi in particolare nel settore dei media e della cultura, nel quadro delle tradizioni nazionali.

Numerosi altri aspetti meritano un'attenzione particolare, ad esempio:

l'adeguamento delle norme sulla proprietà intellettuale alla rivoluzione digitale;

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la rapida introduzione di meccanismi territoriali di incentivazione; l'anticipazione dei cambiamenti negli strumenti di istruzione e formazione nel settore delle ICC; una fertilizzazione incrociata tra le diverse ICC; la valorizzazione economica del patrimonio architettonico; l'istituzione di un forum europeo con una pluralità di soggetti.

Persona da contattare: Amelia Munoz Cabezon(Tel. +32 25468373 - e-mail: [email protected])

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8. RELAZIONI ESTERNE

Revisione dell'Accordo di associazione tra l'UE e il Messico

Relatore: José Isaías Rodríguez García-Caro (Datori di lavoro - ES)

Correlatore: Juan Moreno Preciado (Lavoratori - ES)

Parere d'iniziativa: EESC-2015-01608-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Nel parere, il CESE sostiene che le relazioni tra l'UE e il Messico dovrebbero essere viste nel quadro delle relazioni globali con l'America latina. A tale proposito, si dovrebbe andare al di là degli aspetti puramente economici e prendere in considerazione i legami storici e culturali. Questo potrebbe servire per controbilanciare l'influenza di altri blocchi e per consolidare le posizioni comuni nell'ambito dei forum internazionali.

Il CESE ritiene necessario portare avanti una revisione dell'Accordo esistente estendendone l'ambito di applicazione. Uno dei principali obiettivi è quello di istituire un Comitato consultivo misto (CCM) che sia riconosciuto dagli organi esecutivi dell'Accordo e che svolga funzioni consultive.

È opportuno prestare attenzione alla ratifica e all'attuazione delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) per quanto riguarda i diritti sociali fondamentali. La convenzione OIL n. 98, concernente l'applicazione dei principi relativi al diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva, è di particolare importanza nell'attuale scenario messicano.

In materia di commercio e di investimenti, è necessario migliorare e rivedere alcuni aspetti, tra i quali figurano le questioni connesse agli ostacoli non tariffari, la protezione degli investimenti, la tutela della proprietà intellettuale e la cooperazione per mettere fine alla frode e all'evasione fiscale.

Le attività in materia di cooperazione dovrebbero essere allineate con gli elementi inclusi nel Partenariato strategico, al fine di promuovere una sinergia positiva. Occorre in particolare intensificare la cooperazione nei seguenti settori: miglioramento della governance, ricerca scientifica e tecnica e cooperazione nel campo dello sviluppo sostenibile, dei cambiamenti climatici e della tutela ambientale.

Persona da contattare: Javier Fernandez Admetlla(Tel. +32 25469345 –e-mail: [email protected])

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L'agricoltura, le zone rurali e lo sviluppo sostenibile nei paesi del partenariato orientale

Relatrice: Dilyana Slavova (Attività diverse - BG)

Parere della sezione: EESC-2015-00902-00-02-AC-TRA

Punti chiave:

Il parere si concentra sulla riforma dell'agricoltura, sul sostegno allo sviluppo soecioeconomico delle zone rurali e sulla realizzazione della sostenibilità nei paesi del partenariato orientale.

Il CESE riconosce l'importanza dell'agricoltura nei paesi del partenariato orientale, come pure dei settori a monte e a valle di essa, per la preservazione e lo sviluppo socioeconomico delle zone rurali. Esso incoraggia il processo di diversificazione delle zone rurali nei paesi partner orientali, che potrebbe offrire un'ulteriore fonte di reddito attraverso attività alternative e opportunità di maggiore occupazione.

Il CESE sostiene la Commissione europea nei suoi sforzi di avviare un dialogo stabile in materia di agricoltura e sviluppo rurale con tutti i paesi partner. Il Comitato è pronto, inoltre, ad assistere nell'attuazione delle politiche e delle relative riforme tutti i paesi partner che si impegnino a fare dell'agricoltura e dello sviluppo rurale un settore cruciale nella loro cooperazione con l'UE. Gli investimenti dell'UE dovrebbero essere diretti prevalentemente verso i paesi che danno la priorità all'agricoltura e allo sviluppo rurale.

Il CESE riconosce grande importanza al ruolo del programma europeo di vicinato per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (ENPARD), avviato per sostenere il settore, e si augura che tale programma, insieme con altri programmi, condurrà a un progresso sostenibile nell'agricoltura e a un miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali della regione del partenariato orientale. Inoltre, occorre effettuare un rigoroso monitoraggio dell'utilizzo delle risorse assegnate dall'UE ai paesi del partenariato orientale.

Il CESE chiede un ammodernamento strategico del settore agricolo nei paesi del partenariato orientale, che accresca in modo sostenibile la produzione nazionale di derrate alimentari sicure. Ritiene che l'UE dovrebbe continuare a fornire il suo prezioso aiuto ai paesi del partenariato orientale nel miglioramento degli standard sanitari e fitosanitari dei loro prodotti e nell'elaborazione dei loro programmi di sviluppo rurale. Il Comitato esprime l'auspicio che le zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA) previste dagli accordi di associazione siano istituite correttamente attuate e risultino efficienti anche sotto questo profilo.

Il CESE esorta a tenere conto dell'esperienza maturata dall'UE con la riforma dell'agricoltura e delle zone rurali nei paesi in fase di preadesione, e della varietà di esperienze e di sforzi compiuti nei paesi partner. E invita a dedicare particolare attenzione alla partecipazione della società civile e al

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coinvolgimento delle parti in causa nel settore.

Il CESE esprime chiaramente l'auspicio che la società civile disponga di una rappresentanza molto più ampia nella piattaforma 2 Integrazione economica e convergenza con le politiche UE, nel gruppo di esperti sull'agricoltura e lo sviluppo rurale, in quello sull'ambiente e i cambiamenti climatici per quanto riguarda la promozione delle tecnologie verdi, dell'ecoinnovazione e della biodiversità, nel gruppo di esperti in materia commerciale sulle questioni sanitarie e fitosanitarie e in quello sulle PMI, cui il Comitato contribuisce utilmente grazie alle sue conoscenze e competenze specifiche.

Persona da contattare: Magdalena Ruda(Tel. +32 25469286 - e-mail: [email protected])

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La responsabilità sociale delle imprese da utilizzare come leva negli accordi di partenariato dell'Unione europea (commercio, investimenti e cooperazione/sviluppo)(relazione informativa)

Relatrice: Evelyne Pichenot (Attività diverse - FR)

Riferimento: EESC-2015-00558-00-02-RI-TRA

Punti chiave:

Applicata insieme ad altre politiche e ad altre misure, la responsabilità sociale delle imprese (RSI) è una leva importante per progredire sulla via dello sviluppo sostenibile per tutti i paesi coinvolti negli scambi commerciali, negli investimenti e nella cooperazione allo sviluppo. L'Unione europea ha seguito questo approccio e ha avviato una serie di negoziati concernenti un capitolo sullo sviluppo sostenibile nei suoi accordi commerciali (che comprende disposizioni in materia di responsabilità sociale delle imprese). L'Unione e gli Stati membri inoltre lavorano congiuntamente nel settore della cooperazione allo sviluppo, promuovono lo sviluppo del settore privato e attuano i principi di buona governance.

Basandosi su tali conquiste, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) presenta una serie di proposte in previsione dell'elaborazione del piano di lavoro sulla RSI per il periodo 2015-2020.

Per quanto concerne le azioni dell'UE, il CESE chiede di integrare, nel capitolo "sviluppo sostenibile" degli accordi commerciali e di investimento, gli orientamenti e i principi di responsabilità sociale delle imprese. Propone inoltre di incoraggiare i paesi beneficiari di accordi commerciali preferenziali unilaterali, come il Sistema di preferenze generalizzate (SPG), a creare un piano nazionale relativo alla RSI. Suggerisce altresì di condividere le migliori esperienze a livello UE con i paesi partner, in vista dell'elaborazione di piani di azione in materia di RSI e della promozione di pratiche in materia di RSI. Per quanto concerne le misure settoriali, invita la Commissione a portare avanti l'iniziativa annunciata nella filiera tessile e dell'abbigliamento.

Per quanto riguarda le azioni degli Stati membri, il CESE sostiene lo sviluppo di piani d'azione per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, e ribadisce il ruolo centrale dello Stato nella promozione e nella protezione dei diritti umani. Invita le autorità nazionali a potenziare le misure di controllo fiscale e di lotta contro il riciclaggio di denaro e la corruzione. Per quanto riguarda la politica commerciale e degli investimenti, il CESE esorta gli Stati membri a migliorare il funzionamento dei punti di contatto nazionali (PCN), istituiti nell'ambito delle linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali e suggerisce di creare un forum di dialogo tra gli Stati membri dell'UE e i paesi in via di sviluppo che hanno sottoscritto i principi dell'OCSE.

Chiede altresì che le agenzie di sviluppo o di credito all'esportazione tengano pienamente conto dei principi della RSI nelle loro attività. Invita inoltre gli enti pubblici e i partenariati pubblico/privati ad attuare pratiche responsabili in materia di appalti pubblici. Per quanto riguarda la responsabilità e le attività dei paesi terzi, il CESE incoraggia la promozione, la

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ratifica e l'attuazione effettiva delle convenzioni pertinenti in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, oltre alle otto convenzioni fondamentali dell'OIL. Chiede al maggior numero possibile di essi, in particolare i paesi emergenti, di aderire alle linee guida dell'OCSE. Il CESE esorta i paesi in via di sviluppo ad avvalersi dei servizi dell'Helpdesk dell'OIL (Organizzazione internazionale del lavoro/Ufficio internazionale del lavoro), che può fornire assistenza alle imprese desiderose di applicare le norme internazionali.

Per quanto concerne i soggetti economici, il CESE chiede che tutte le imprese multinazionali, quotate o meno, aderiscano volontariamente ai principi internazionali riconosciuti in materia di RSI, e raccomanda loro di illustrare come intendano applicare tali principi dialogando con le parti interessate.

Raccomanda inoltre alle società madri e ai committenti di incoraggiare le loro controllate, i subappaltatori e i fornitori ad aderire agli stessi principi internazionali, e di aiutarli nell'attuazione di detti principi, attraverso una politica di acquisti responsabili. Suggerisce di fornire agli imprenditori, in particolare nei paesi in via di sviluppo, delle formazioni sugli strumenti della RSI e sulla gestione responsabile.

Il CESE accoglie favorevolmente l'elaborazione di accordi societari transnazionali conclusi tra le parti sociali, che sono uno degli strumenti a disposizione delle imprese per risolvere i problemi relativi ai diritti umani, e invita a monitorare tali impegni. Invita inoltre le imprese a far eseguire una valutazione della loro relazione extra finanziaria da un terzo indipendente di loro scelta.

Il CESE approva quelle misure, ad esempio un sistema di etichettatura, in grado di fornire informazioni chiare e utili ai consumatori e di migliorare la trasparenza.

Per quanto concerne la società civile, il CESE raccomanda di agevolare una produzione e una distribuzione più sostenibili, valorizzando le iniziative nei settori del commercio equo e solidale, dei marchi specifici per settore, dell'ecodesign e dell'economia circolare. Propone altresì di offrire assistenza alle organizzazioni della società civile dei paesi terzi coinvolti nell'elaborazione e nell'attuazione di piani nazionali in materia di RSI.

Persona da contattare: Magdalena Ruda(Tel. +32 2 5469286 - e-mail: [email protected])

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Per una convenzione dell'OIL contro le violenze di genere sul lavoro

Relatrice: Béatrice Ouin (Lavoratori - FR)

Riferimento: EESC-2015-01969-00-00-AC-TRA

Punti chiave:

Il CESE segue da vicino il dibattito in corso all'interno dell'OIL (segnatamente del suo consiglio di amministrazione) sull'opportunità di iscrivere all'ordine del giorno della Conferenza internazionale del lavoro (l'organo decisionale dell'OIL) una discussione su una norma internazionale sulle violenze di genere sul lavoro. Il CESE sostiene tale proposta e invita gli Stati membri dell'UE e le parti sociali europee a fare altrettanto.

L'OIL, con la sua struttura tripartita che comprende governi, organizzazioni di datori di lavoro e di lavoratori, svolge un ruolo fondamentale sulla scena internazionale per migliorare la situazione dei lavoratori e il funzionamento delle imprese.

A giudizio del CESE, le violenze sessuali e di genere sul lavoro costituiscono un ostacolo al lavoro dignitoso e rappresentano una violazione grave dei diritti umani, una lesione alla dignità e all'integrità fisica e psicologica dei lavoratori. Esse sono altresì sintomatiche di uno squilibrio nei rapporti di forza tra donne e uomini e contribuiscono a perpetuare le disuguaglianze sul lavoro. Inoltre, le violenze di genere hanno ripercussioni negative sulla produttività dei lavoratori e sul funzionamento delle imprese e quindi, più in generale, sullo sviluppo economico e sociale e sulla crescita. È pertanto necessario prevenirle e combatterle.

Per quanto riguarda le future decisioni del consiglio di amministrazione dell'OIL, il CESE auspica che gli Stati membri dell'Unione europea, che con la direttiva 2002/73/CE si sono già dotati di strumenti per contrastare le molestie sessuali sul luogo di lavoro, esprimano una posizione unitaria in sede di OIL.

Il CESE rammenta altresì che nel 2007 le parti sociali europee hanno firmato un accordo quadro sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro che dovrebbe condurle a intervenire insieme nel corso del dibattito su questo progetto di norma internazionale del lavoro.

Secondo il CESE, una norma dell'OIL sulle violenze di genere sarebbe vantaggiosa per la società, il dialogo sociale, l'ambiente di lavoro e i rapporti di lavoro poiché consentirebbe di elaborare una definizione comune di quali atti costituiscano violenze di genere sul lavoro, coinvolgere i datori di lavoro e i lavoratori nelle consultazioni sul nuovo quadro, precisare le loro responsabilità nel prevenire, combattere e porre rimedio alle violenze di genere sul lavoro, aiutare i datori di lavoro ad elaborare politiche di risorse umane adeguate, in particolare in materia di formazione del personale, definire delle procedure per presentare denunce e reclami e per esaminarli.

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Il CESE sottolinea che una nuova norma dell'OIL contribuirebbe a conseguire gli obiettivi di lavoro dignitoso, ridurre la vulnerabilità delle persone rispetto alle violenze di genere e rafforzare la loro indipendenza economica e la loro produttività sul lavoro. Per i lavoratori e per la società in generale questo significherebbe un miglioramento della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro e la possibilità di realizzare delle economie dal momento che la violenza domestica e sul luogo di lavoro costa milioni in cure sanitarie, procedimenti giudiziari, perdite salariali e indennità di malattia.

Nel suo parere il CESE formula una serie di proposte concrete relative al contenuto di una nuova norma dell'OIL.

Persona da contattare: Magdalena Ruda(Tel. +32 25469286 - e-mail: [email protected])

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