SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie...

80

Transcript of SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie...

Page 1: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b
Page 2: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

SIMRI

XIII Convegnodella Società Italiana per

le Malattie Respiratorie Infantili

15 - 17 Ottobre 2009Centro Congressi

Hotel Royal Continental - Napoli

Page 3: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Presidenti del CongressoAngelo F. Capristo

Francesca Santamaria

Presidente SIMRIGiovanni A. Rossi

Segreteria ScientificaCarlo CapristoFabio Decimo

Sara De StefanoNunzia Maiello

Michele Miraglia del GiudiceSilvia Montella

Comitato ScientificoConsiglio Direttivo SIMRI

Segreteria Organizzativa

iDea congressVia della Farnesina, 224 - 00194 RomaTel. 06 36381573 - Fax 06 36307682

E-mail: [email protected] - www.ideacpa.com

Il Congresso seguirà le procedure presso il Ministero della Salute perl’attribuzione dei crediti di “Educazione Continua in Medicina” E.C.M.

Page 4: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Organo ufficiale della SocietàItaliana per le Malattie RespiratorieInfantili (SIMRI)

Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008Spedizione in A.P. - 45%art. 2 comma 20/blegge 662/96 - N. 1047 del 12/07/2002 - PisaReg.Trib. PI n. 12 del 3 giugno 2002

Direttore scientificoBaraldi Eugenio (Padova)

Codirettori scientificiRusconi Franca (Firenze)Santamaria Francesca (Napoli)

Segreteria scientificaCarraro Silvia (Padova)

Comitato editorialeBarbato Angelo (Padova)Bernardi Filippo (Bologna)Cutrera Renato (Roma)de Benedictis Fernando Maria (Ancona)Peroni Diego (Verona)Rusconi Franca (Firenze)Santamaria Francesca (Napoli)Tripodi Salvatore (Roma)

Gruppo Allergologiacoord. Pajno Giovanni (Messina)

Gruppo Disturbi respiratori nel sonnocoord. Brunetti Luigia (Bari)

Gruppo Educazionecoord. Indinnimeo Luciana (Roma)

Gruppo Endoscopia bronchiale edelle Urgenze respiratoriecoord. Midulla Fabio (Roma)

Gruppo Fisiopatologia respiratoriacoord.Verini Marcello (Chieti)

Gruppo Riabilitazione respiratoriacoord.Tancredi Giancarlo (Roma)

Gruppo Il polmone suppurativocoord. Canciani Mario (Udine)

Direttore responsabileBaraldi Eugenio (Padova)

© Copyright 2008 by Primula MultimediaAnno di stampa 2009

EditorePrimula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. OspedalettoTel. 050 9656242; fax 050 3163810e-mail: [email protected]

RedazioneWalker Manuella

Realizzazione EditorialePrimula Multimedia S.r.L.

StampaLitografia VARO - San Giuliano Terme (PI)

Editoriale5

Il respiro disfunzionale nel bambino7

G. De Luca, E. Fasoli, L. Tenero, G. Paiola, A. Boner

Il bambino allergico-asmatico a scuola:

un problema ancora tutto da risolvere15

G. Baviera, L. Capra, A. De Martino, L. Sinisi,S. Frateiacci, M. Zanchetti

L’infezione tubercolare nel bambino:

il contributo dei nuovi test immunologici26

B. M. Bergamini, L. Richeldi

Approccio diagnostico alla tosse36

L. Tenero, G. Paiola, G. Piacentini

La terapia della tosse41

G. L. Marseglia, A. Marseglia, M. Leone,D. Caimmi, S. Caimmi, A. Licari

Quando il polmone ci suggerisce

un’immunodeficienza…45

E. Laudani, C. Canessa, F. Ghiori, C. Azzari

R U B R I C A : j o u r n a l c l u b

È possibile che l'assunzione di

paracetamolo sia un fattore di rischio

per lo sviluppo di asma?53

E. Opocher, S. Bressan, M. Gabelli, E. Baraldi

R U B R I C A : p e r r i f l e t t e r e

Asma e infezioni58

A. Battistini

Congressi66

Sommario Volume 870

Indice degli Autori72

Indice delle parole chiave75

Articoli del prossimo numero80

INDICESUMMARY

Page 5: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

EditorialeView point

Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 5-6 5

SIMRI 2008 e dintorni...Anche quest’anno usciamo con un numero della Rivista che

riporta alcuni contributi dell’ultimo Convegno della SIMRI, giuntoalla 12° edizione e svoltosi a Bologna nel mese di Giugno 2008.

Abbiamo chiesto ai colleghi che hanno presentato argomenti ine-diti per la nostra Rivista di scrivere un articolo tra cui annoveriamoanche un contributo da una tavola rotonda sul tema del bambinoallergico-asmatico a scuola. La tavola rotonda, coordinata daGiuseppe Baviera, riporta, in risposta a precise domande, le riflessio-ni degli intervenuti al convegno su questa delicata tematica. Il pro-blema interessa un numero consistente di bambini, anche se peraspetti diversi e di diversa gravità, e, dal punto di vista di chi se nedeve fare carico, diverse figure professionali. Il quadro che ne escedimostra come siamo ancora lontani dalla soluzione, anzi come ven-gano prospettate diverse soluzioni, non sempre compatibili tra diloro, come le soluzioni proposte necessitino di essere valutate anchein rapporto alla loro fattibilità, come probabilmente si debba tenereconto anche di differenze nelle realtà locali. La conclusione è che laSIMRI, anche con l’aiuto di altre società scientifiche e FEDERASMA,“possa svolgere un ruolo di portavoce e mediazione tra le necessitàdi salute dei bambini e le istituzioni che tali bisogni debbono definiree tutelare”.

Gli altri contributi al numero vertono su argomenti di interesseprettamente clinico e fra questi due contributi, di Giorgio Piacentinie colleghi dell’Università di Verona e di Gianluigi Marseglia e colleghidell’Università e Policlinico S. Matteo di Pavia, sull’approccio diagno-stico e terapeutico alla tosse; un problema comune, ma che necessi-ta di una rivisitazione e sistematizzazione per un approccio più “evi-dence-based” che spesso difetta nella pratica clinica.

Il gruppo di Attilio Boner della Clinica Pediatrica diVerona ci pre-senta un articolo nel quale si prendono in rassegna i vari tipi di respi-ro disfunzionale guidandoci attraverso i punti cardine della diagnosidifferenziale e del trattamento di tali condizioni che spesso sono sot-tostimate o non diagnosticate correttamente.

Barbara Bergamini e Luca Richeldi dell’Università di Modenahanno contribuito con un’ampia revisione sulla malattia tubercolarein età pediatrica, proponendo in particolare una messa a fuoco sullecaratteristiche dei nuovi test diagnostici.

Chiara Azzari e collaboratori dell’Università di Firenze propon-gono un articolo dal titolo un po’ provocatorio “Quando il polmo-ne ci suggerisce un immunodeficienza...”, che introduce il concetto dicome non solo un quadro clinico polmonare possa (e debba) sug-gerire al pediatra e al pneumologo la presenza di una immunodefi-cienza ma anche orientare verso un immunodeficit specifico.

Page 6: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

EditorialeView point

6

Infine, proponiamo due rubriche. La prima riporta un articolo diEnrico Opocher e del gruppo “Journal Club” del Dipartimento diPediatria di Padova, nel quale viene presentata una analisi evidence-based di un recente articolo uscito su Lancet relativo alla relazionetra assunzioni di paracetamolo e comparsa di asma. Nella secondarubrica, “Per riflettere” la Prof.ssa Augusta Battistini ci propone unadiscussione critica sul rapporto esistente tra asma e infezioni respi-ratorie e sulle ripercussioni di tale rapporto sulla gestione terapeuti-ca dell’asma in età pediatrica.

Certi di presentare un numero interessante e ricco dal punto divista scientifico, auguriamo a tutti una buona lettura.

Eugenio Baraldie-mail: [email protected]

Franca [email protected]

Page 7: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Introduzione

In età pediatrica pattern anormali della respirazio-ne possono causare lo sviluppo di sintomi carat-teristici e interferire con la qualità di vita come èstato dimostrato per gli adulti (1). Infatti il 29% deipazienti adulti affetti da asma hanno sintomi sug-gestivi di respirazione disfunzionale (1). Per i bam-bini e gli adolescenti, è stato dimostrato che i dis-ordini respiratori di tipo funzionale contribuisco-no in modo considerevole alla morbidità e, datala difficoltà di diagnosi e trattamento, possono

determinare delle frustrazioni nel medico (2).I tipici segni clinici che accompagnano i disordinirespiratori di tipo funzionale nei bambini sono: dif-ficoltà respiratoria o dispnea, tosse e starnuti, varirumori respiratori, ristrettezza della gola e deltorace, dolore e paura.La diagnosi di disordine respiratorio di tipo fun-zionale può essere a volte difficile e richiederediverso tempo, dal momento che i sintomi spessosono sovrapponibili a quelli dovuti a malattie di

7Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 7-14

Giuseppina De Luca, Erica Fasoli, Laura Tenero, Giulia Paiola e Attilio Boner

Clinica Pediatrica Università degli Studi di Verona

Il respiro disfunzionale nel bambinoDysfunctional breathing in children

Parole chiave: respiro disfunzionale, sindrome da iperventilazione, disfunzione delle corde vocali, tosse psicogena, respirosibilante, asma.

Keywords: dysfunctional breathing, hyperventilation syndrome, vocal cord dysfunction, psychogenic cough, wheezing, asthma.

Riassunto. I disturbi respiratori disfunzionali sono spesso sottostimati perché possono presentarsi con una sintomatologia cli-nica sovrapponibile a quella delle più comuni patologie organiche.La sindrome da iperventilazione si manifesta con polipnea, respirazione superficiale e sensazione di mancanza d’aria, mentresintomi quali vertigini, cardiopalmo, astenia, parestesie alle mani e cefalee ricorrenti sono di più raro riscontro. Gli attacchi acuti,di durata variabile da pochi minuti ad alcune ore, sono favoriti da uno stato ansioso ma possono essere indotti anche dall’e-sercizio fisico, nel qual caso possono dare origine ad un quadro pseudo-asmatico. È possibile comunque che l’iperreattivitàbronchiale e la sindrome da iperventilazione coesistano, con il conseguente rischio che si instauri un circolo vizioso per cui isintomi asmatici, aggravando l’ansia del paziente, favoriscono indirettamente l’insorgenza del disturbo respiratorio disfunziona-le, in grado a sua volta di peggiorare la severità della patologia organica.La disfunzione delle corde vocali (DCV) può manifestarsi, anche in assenza del classico stridore, con un respiro sibilante inspi-ratorio ed espiratorio simile a quello caratteristico dei soggetti asmatici. Elementi utili alla corretta valutazione del quadro cli-nico comprendono la dispnea prevalentemente inspiratoria, la mancata risposta al broncodilatatore, l’appiattimento variabiledella curva flusso-volume in fase inspiratoria, la valutazione diretta delle corde vocali attraverso la laringoscopia e l’assenza dipeggioramento clinico dopo la sospensione della terapia anti-asmatica.La tosse psicogena va sospettata quando il sintomo scompare di notte o si manifesta in bambini particolarmente ansiosi o chepresentano comportamenti che richiamano i disturbi da conversione; naturalmente, trattandosi di un sintomo aspecifico,potenzialmente spia di molteplici patologie polmonari organiche, la diagnosi rimane di esclusione.Lo stress psicologico può causare anche dolore toracico, l’unico disturbo respiratorio disfunzionale che può insorgere anchedi notte, rendendo difficile l’interpretazione della diagnosi differenziale con le numerose ed importanti patologie organiche dicui questo sintomo può essere la manifestazione. Data la natura disfunzionale o psicogena di questi disturbi, il trattamento èessenzialmente di tipo psicologico e psicoterapico, ed è costituito sostanzialmente da rassicurazione del paziente, tecniche dirilassamento (come il training autogeno e l’auto-ipnosi) e terapia comportamentale; al contrario, il trattamento farmacologicoè generalmente inefficace, per cui va limitato a casi selezionati.

Accettato per la pubblicazione il 20 novembre 2008.

Corrispondenza: Dott.ssa Giuseppina De Luca. Ospedale Policlinico "G. Rossi" di Borgo Roma, Reparto Pediatria,P.le L.A. Scuro 10, 37137 Verona; e-mail: [email protected]

Page 8: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

De Luca, et al.8

tipo organico (come ad esempio l’asma bronchia-le) e non vi è un singolo test diagnostico standar-dizzato. Ne deriva che il disordine respiratorio ditipo funzionale viene sottodiagnosticato e questodetermina da una parte la somministrazione diterapie inutili e potenzialmente dannose e dall’al-tra un’alta frequenza di cronicizzazione dei distur-bi che sottendono a tale disordini (3).

Tipi di disfunzione respiratoria

Sindrome da iperventilazione

Iperventilazione significa eccessiva respirazione,tuttavia spesso non viene percepita come tale daipazienti e dal medico (4). I sintomi che i pazientilamentano più frequentemente sono respiro trop-po frequente, respiro corto o mancanza di aria(3); altri riferiscono vertigini, cardiopalmo, debo-lezza, parestesie alle mani (3). Infine, alcuni bam-bini presentano cefalee ricorrenti (5). I pazienti o iloro genitori parlano di “momenti” o “attacchi” (3).L’iperventilazione di origine emotiva può essere lacausa più frequente di ipocapnia e di alcalosi respi-ratoria, ma le complicazioni classiche come la teta-nia sono rare (4).La durata degli attacchi varia da soggetto a sogget-to; infatti in molti bambini i sintomi durano soltantoper pochi minuti, mentre in altri per molte ore (3).L’età d’insorgenza è tipicamente intorno ai 13-14anni; l’incidenza tra le femmine è doppia rispettoai maschi. L’ansia sembra essere la principalecausa, con preoccupazioni riguardo la sessualità ela salute (3, 6).Un problema clinico è che la sindrome da iper-ventilazione e l’asma bronchiale spesso coesistono(7, 8) determinando lo sviluppo di un circolo vizio-so: infatti l’iperventilazione e l’iperreattività bron-chiale coesistente portano allo sviluppo di sintomiasmatici che, a loro volta, aumentano l’ansia chepuò indurre iperventilazione (9). La dispneadurante l’esercizio fisico può essere attribuita all’i-perventilazione indotta dall’esercizio, senza alcunaevidenza di asma bronchiale (10).Anche se la sindrome da iperventilazione è relati-vamente benigna, la sua mancata diagnosi può por-tare ad esami medici non necessari (5), spessosenza che gli specialisti siano in grado di identificareuna causa organica che spieghi i sintomi lamentatidal paziente (8). Si dovrebbe tenere in mente cheuna aumentata frequenza respiratoria può nonessere sinonimo di iperventilazione e che i neonati

e i bambini respirano ad una frequenza maggiorerispetto agli adolescenti e agli adulti, probabilmenteper una maggiore attività metabolica (11).I sintomi acuti di questa sindrome possono gene-ralmente essere trattati facendo respirare il sog-getto dentro un sacchetto di carta (3), mentresolo in alcuni casi è richiesta la somministrazionedi sedativi o tranquillanti. Il trattamento di baserimane tuttavia la rassicurazione e l’educazione delpaziente. Di grande aiuto nel far capire al pazientela natura fisiologica dei sintomi, può essere fareeseguire una iperventilazione volontaria per circadue minuti dietro la suggestione determinata dallapresenza del medico (3, 5). Tuttavia, la prognosidella sindrome da iperventilazione nei bambini enegli adolescenti non sembra essere particolar-mente buona perché è stato riportato che oltre il40% dei pazienti mostra dei sintomi persistentinell’età adulta (6).

Disfunzione delle corde vocali

Negli ultimi decenni sono stati riportati in lettera-tura numerosi casi di ostruzione delle vie aereesuperiori e di stridore inspiratorio che non rispon-dono al trattamento aggressivo (12): a suo tempodiagnosticati come di origine psicogena o ostruzio-ne funzionale delle vie aeree superiori (13, 14), stri-dore funzionale o psicogeno (15-19) o discinesiadisfunzionale della laringe (20), oggi la maggiorparte di questi casi potrebbe essere classificatacome disfunzione delle corde vocali (DCV).Recentemente, infatti, vi è stata una crescentedocumentazione di casi di funzione parossisticadelle corde vocali (un’alterazione della normalerespirazione in cui la glottide si apre durante l’in-spirazione e le corde vocali si avvicinano durantel’espirazione), causa di dispnea nei bambini, negliadolescenti (21-31) e nei neonati (32, 33).Questa disfunzione delle corde vocali può esserescatenata da fattori come lo stress psicologico, adesempio il divorzio dei genitori, i conflitti genitori-figli e l’ansia di non riuscire a soddisfare le aspetta-tive dei genitori (21, 29), ma anche dall’eserciziofisico (24) o dall’iperventilazione.L’episodio acuto di DCV può portare a distressrespiratorio grave, tachicardia e l’uso dei muscoliaccessori, con attacchi che possono variare dapochi minuti a giorni. L’auscultazione del toracerivela la presenza di respiro sibilante inspiratorio edespiratorio, ma non necessariamente il tipico stri-dore. Data la similarità del carattere del rumore

Page 9: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il respiro disfunzionale nel bambino 9

inspiratorio causato dalla adduzione patologicadelle corde vocali al respiro sibilante dei pazientiasmatici, la diagnosi di DCV è spesso trascurataperfino in ospedale (21).La diagnosi di DCV può essere fatta in base adalcuni elementi come: (I) dispnea prevalentemen-te inspiratoria (in assenza di infezioni delle vierespiratorie superiori); (II) mancata risposta allaterapia con broncodilatatori; (III) appiattimentovariabile della curva flusso-volume suggestiva di unrestringimento extratoracico delle vie aeree; (IV)valutazione dipendente dal ciclo respiratorio dellecorde vocali durante una laringoscopia eseguitasotto anestesia locale; (V) mancato peggioramen-to dopo l’interruzione della terapia anti-asmatica.La DCV è stata spesso erroneamente diagnostica-ta come asma bronchiale (24, 29, 34), ma in alcunicasi vi può essere una combinazione delle duepatologie (35). In molti pazienti la diagnosi di asmabronchiale potrebbe essere scartata. Attraversouna identificazione corretta dei pazienti con DCVpossono essere evitati un trattamento farmacolo-gico non necessario, l’intubazione o la tracheoto-mia (35): se da una parte gli attacchi acuti posso-no essere trattati con una lieve sedazione, dall’al-tra è necessario un approccio multidisciplinare perla gestione di fondo dei disturbi (29).Nei bambini piccoli lo stridore inspiratorio è piùspesso un disordine di tipo organico ed è dovutoalla laringomalacia, un rumore funzionale causatodalla lassità della cartilagine della laringe che sirisolve nel primo anno di vita. In aggiunta alla bron-coscopia, l’esecuzione di prove respiratorie concurva flusso-volume può aiutare a correlare lo stri-dore inspiratorio ad uno dei disordini ostruttividelle vie aeree (36).

Tosse psicogena

La tosse è un sintomo molto comune in età pedia-trica e si manifesta anche in bambini apparente-mente sani (37); sebbene essa abbia una funzioneprotettiva importante, la sua persistenza è spessoun segnale di una anomalia sottostante (2).Una tosse secca cronica è frequentemente indi-ce di iperreattività bronchiale, a volte chiamata“asma inapparente”, che generalmente si pre-senta con sintomi notturni e mattutini e puòessere scatenata da infezioni del tratto respira-torio superiore, esercizio fisico e allergia ai polli-ni. Tra le cause di tosse cronica, l’asma è quellache più frequentemente si presenta ai pediatri e

a specialisti come l’otorinolaringoiatra (38). Pertrattarla è necessario ricorrere ad un’adeguataterapia antinfiammatoria.Non tutti i casi di tosse e di respiro sibilante peròsono dovuti alla iperreattività bronchiale o all’asma(39). Una tosse che persiste anche per mesi senzaun’origine organica può essere definita come“tosse psicogena”, o “tosse involontaria”. La tosseha un carattere tipo croup prodotto da una inspi-razione seguita da una rapida espirazione esplosi-va, determinando una tosse abbaiante (2, 40, 41). Ipazienti lamentano la sensazione di avere qualco-sa in gola o di avere un fastidio (2); spesso però ildisagio è maggiormente avvertito da genitori edagli insegnanti (40), piuttosto che dai pazientistessi, perché la tosse interferisce con le attivitàscolastiche in classe (42). Questa forma di tossespesso inizia in concomitanza ad una infezionedelle vie aeree superiori o ad una bronchite (40,41, 43), quindi se si manifesta tra ottobre e gen-naio (periodo in cui nell’emisfero nord inizia la sta-gione della tosse) vi può essere un ritardo nelladiagnosi (41, 42).I sintomi di queste forme di tosse tuttavia persi-stono anche dopo la fase acuta, ma con caratteri-stiche diverse, per un periodo che si estende daalcuni mesi fino ad un anno (40). Inoltre i sintomipossono peggiorare in presenza del medico o dialtre persone (2), per poi sparire durante il sonno(40-44). La tosse psicogena comunque non è unamalattia lieve e può addirittura causare la fratturadelle costole (45). Il comportamento dei pazientipediatrici affetti da tosse psicogena presenta lecaratteristiche dei disturbi da “conversione” (43)con uno stato sottostante di ansia (42, 46).L’anamnesi dovrebbe comunque prendere anchein considerazione la questione delicata del fumo(40). Inoltre, siccome l’asma può manifestarsicome tosse cronica senza respiro sibilante,dovrebbero essere eseguiti dei test di funzionalitàpolmonare sia a riposo che dopo provocazione(46). Nei pazienti affetti da tosse psicogena, sem-brano essere utili un approccio terapeutico di tipocomportamentale (47) e, in qualche caso, la som-ministrazione di lidocaina (48).

Dispnea psicogena (il soggetto che sospira)

Il sospiro consiste in una profonda inspirazione conl’espansione dei polmoni alla capacità vitale, seguitada una lenta espirazione ed è una normale rispo-sta fisiologica, necessaria in modo periodico al

Page 10: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

De Luca, et al.10

corpo per prevenire il collasso degli alveoli legatoalle forze di tensione superficiale durante i periodidi respirazione superficiale (49). Da alcuni Autori èdescritto come una inspirazione ed espirazioneudibile sotto l’influenza di emozioni (2). Questisospiri non sono associati ad un’aumentata fre-quenza ventilatoria (49).Nella caso della dispnea, i pazienti lamentanorespiri corti associati a difficoltà respiratoria oincapacità di ottenere un respiro soddisfacente oun respiro completo (2, 49). Un attacco tipicoconsiste in una serie di inspirazioni profonde,senza un aumento della frequenza respiratoria(49). Non si registra una dispnea oggettiva sebbe-ne i pazienti lamentino una difficoltà respiratoria. Iltermine dispnea si riferisce ad una necessità direspirare maggiormente (49). Tuttavia un attaccopuò alla fine determinare un distress soggettivo el’attivazione dei muscoli accessori dell’inspirazione,mimando un’asma bronchiale. In molti casi ipazienti appaiano molto ansiosi e possono riferireun senso di costrizione alla gola e al torace (49).L’esame fisico e gli esami di laboratorio appaiononormali e spesso quindi la diagnosi deve esserefatta sulla base dell’anamnesi. La diagnosi risulta piùsemplice se il paziente, durante la visita, sospiran-do profondamente, riesce a confermare la somi-glianza di tale pattern di respirazione con quello diun attacco acuto, anche se di minor severità (49).In alcuni casi, la dispnea e l’asma bronchiale posso-no coesistere creando maggiori problemi diagno-stici. Non sono tuttavia disponibili al momentostudi a lungo termine per stabilire la storia natura-le di questo disordine (2).

Il tic di schiarirsi la gola

Spesso i giovani pazienti emettono rumori respi-ratori derivanti dalle secrezioni presenti nellagola, laringe e trachea tali da impressionare i geni-tori. Sembra che questi bambini non sentano lanecessità di ripulirsi la gola in modo ripetuto eregolare, ma questi sintomi non rappresentanouna malattia.Nei bambini più grandi, invece, schiarirsi la golapuò rappresentare un tic che disturba e che richie-de un trattamento come procedure di rafforza-mento (50, 51). Il termine “discrinia” usato talvoltaper indicare una predisposizione di alcuni individuia produrre una aumentata secrezione bronchialepuò descrivere alcune componenti organiche dellasintomatologia psicogenica.

Dolore toracico

Il dolore toracico si presenta in bambini di tutte leetà (54), circa il 50% dei casi interessano bambini aldi sotto dei 12 anni (55, 56) nei quali più verosimil-mente questo sintomo è legato ad una causa orga-nica (57),mentre negli adolescenti è associato a dis-turbi psicologici (54).Anche se raramente è dovutoad una grave patologia di tipo organico, può esserecomunque fonte di preoccupazione da parte delpaziente e dei familiari (54-56). Frequentemente, ildolore toracico è causato da problemi respiratori,come ad esempio la tosse persistente o l’asma (58).Il 10% dei casi di dolore toracico in età pediatricaè invece dovuto a problemi psicologici (56). Èstato dimostrato infatti che molti bambini condolore toracico hanno vissuto, parallelamente allacomparsa del dolore, una recente situazione distress (56, 59, 60); anche l’ansia può manifestarsicon questo sintomo (54).Al contrario di quanto si realizza nel caso degli altridisturbi funzionali, il dolore toracico può causaredisturbi del sonno (59) ed è spesso un sintomocronico che dura per oltre 6 mesi (60).Essendoci molte cause organiche che possonoessere alla base del dolore toracico è necessarioattuare procedure diagnostiche in modo accuratosoprattutto prima di definire il dolore toracicocome di origine psicogena.

Starnuti parossistici

Gli starnuti sono una risposta fisiologica finalizzata arimuovere gli agenti irritanti dalla mucosa nasale (2).Starnuti parossistici o intrattabili sono un’entità nonrara (2, 53, 62-67).Tuttavia le conoscenze sulla pre-valenza degli starnuti parossistici a livello di popola-zione sono poche e la maggior parte delle infor-mazioni sono limitate a casi isolati (2); le femmineadolescenti sono le più colpite (2, 67). I pazienti pre-sentano una storia di ripetuti attacchi persistenti distarnuti (oltre 30-100 al minuto) con ogni attaccoche dura per ore (2). Tipicamente, durante questiepisodi i pazienti tengono gli occhi aperti, cosa inu-suale nel riflesso fisiologico dello starnuto (2, 65).Essi non appaiono provati e sono in grado di con-versare, mangiare e svolgere le loro attività senzaalcuna difficoltà (2).Tuttavia i sintomi non vengonodocumentati durante il sonno (2, 65, 67). Fattoriprecipitanti sono frequentemente identificati espesso vi è alla base un’alterazione psicologica (2).La prognosi sembra buona se vengono attuatemisure terapeutiche (63, 65).

Page 11: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il respiro disfunzionale nel bambino 11

Procedure diagnostiche

Da un punto di vista clinico ci sono dei criteri chepossono essere utili nel porre diagnosi differenzia-le fra i sintomi provocati da disordini respiratori ditipo funzionale e quelli provocati invece da malat-tie organiche.Se viene sospettato un disordine respiratorio ditipo funzionale solitamente vengono eseguite leseguenti procedure diagnostiche: una anamnesiapprofondita, una valutazione della funzionalitàpolmonare, un RX del torace e infine una consu-lenza psicologica.In accordo con il quadro clinico, il sospetto dia-gnostico e il livello dei sintomi, approfondite pro-cedure diagnostiche dovrebbero prevedere unaemogasanalisi, un test di provocazione bronchialenon specifico, un tampone faringeo, test sierologi-ci e una endoscopia. Alcuni Autori suggerisconol’ipnosi come strumento nella diagnosi di disfun-zione delle corde vocali (68).A volte, i pazienti adolescenti che vengono sotto-posti ad una valutazione approfondita e prolunga-ta possono trovare difficile credere di non avereuna malattia grave e adottare un ruolo di “malato”,allontanandosi dalle loro regolari attività (5).

Opzioni terapeutiche

Interventi psicologici

Rassicurazione

Lo strumento più importante per ridurre i sintomirespiratori osservati in assenza di una significativaanomalia di tipo organico in bambini ed adole-scenti è la rassicurazione del paziente da parte deimedici e dei familiari, a volte semplicementemostrando loro che i valori ottenuti dalle indaginidiagnostiche sono nella norma.In tal senso, l’uso di termini specifici che siano effi-caci nel ridurre la paura è fondamentale; spessoalcuni incontri con lo psicologo, che fornisconouna rassicurazione di tipo professionale possonoridurre la sintomatologia.

Tecniche di rilassamento

Il training autogeno e altre tecniche di rilassamen-to possono influenzare in modo positivo il patternpatologico respiratorio e ridurre la frequenzarespiratoria; il rilassamento può anche diminuire

l’ansia. In molti studi la self-ipnosi si è dimostrataefficace nell’affrontare bambini e adolescenti condispnea cronica con una funzionalità polmonarenormale (69-71) e per la DCV (68). Inoltre è statodimostrato che l’ipnosi attenua la reazione cuta-nea all’istamina (72).

Terapia comportamentale

Dopo un primo approccio diagnostico si può deci-dere di utilizzare questo tipo di terapia. Soprattuttonel caso della tosse psicogena, i genitori dovrebbe-ro essere istruiti ad evitare di porre troppa atten-zione ai sintomi del paziente, perché questo atteg-giamento può aggravare il disturbo (70).

Psicoterapia

Terapia respiratoria: il training della voce o la tera-pia della parola possono aiutare i bambini e gli ado-lescenti a diventare consapevoli del loro patternrespiratorio ed ad imparare ad utilizzare il lororespiro e le corde vocali in un modo appropriato.

Farmacoterapia

L’obbiettivo più importante è ridurre o evitarel’uso della terapia farmacologia, anche perchéquesta di solito determina la necessità da partedel paziente di produrre sintomi. Questo è parti-colarmente vero per l’applicazione dell’ossigenoche non dovrebbe essere utilizzato nel tratta-mento dei disordini respiratori funzionali. Al con-trario, rispetto alla dispnea organica nella quale lasedazione è controindicata e può essere presa inconsiderazione solo se la paura soggettiva è mag-giore rispetto alla dispnea oggettiva, può essere avolte utile nell’interrompere la dispnea psicogenao funzionale.

Conclusioni

Dovrebbero essere fatti importanti sforzi per dia-gnosticare ad uno stadio precoce i sintomi funzio-nali che potrebbero essere confusi con disordiniallergici nei bambini e negli adolescenti in modo daridurre o eliminare i danni e prevenire la focalizza-zione sui sintomi e sulla malattia, permettere unamigliore qualità di vita, evitare l’assunzione di far-maci potenzialmente dannosi, evitare lo stress deipazienti e delle famiglie.

Page 12: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

De Luca, et al.12

1. Thomas M, McKinley RK, Freeman E, Foy C.Prevalence of dysfunctional breathing in patientstreated for asthma in primary care: cross sectionalsurvey. BMJ 2001 5; 322: 1098-1100.

2. Butani L,O’Connell EJ. Functional respiratory dis-orders. Ann Allergy Asthma Immunol 1997; 79: 91-99; quiz 99-101.

3. Enzer NB, Walker PA. Hyperventilation syn-drome in childhood. A review of 44 cases. J Pediatr1967; 70: 521-532.

4. Joorabchi B. Expressions of the hyperventilationsyndrome in childhood: studies in management,including an evaluation of the effectiveness of pro-pranolol. Clin Pediatr (Phila) 1977; 16: 1110-1115.

5. Hanna DE, Hodgens JB, Daniel WA Jr.Hyperventilation syndrome. Pediatr Ann 1986; 15:708-712.

6. Herman SP, Stickler GB, Lucas AR.Hyperventilation syndrome in children and adoles-cents: long-term follow-up. Pediatrics 1981; 67:183-187.

7. Keeley D, Osman L.Dysfunctional breathing andasthma. It is important to tell the difference. BMJ2001; 322: 1075-1076.

8. Stoop A, de Boo T, Lemmens W, Folgering H.Hyperventilation syndrome: measurement of objec-tive symptoms and subjective complaints.Respiration 1986; 49: 37-44.

9. Gardner WN, Bass C, Moxham J. Recurrenthyperventilation tetany due to mild asthma. RespirMed 1992; 86: 349-351.

10. Hammo AH, Weinberger MM. Exercise-induced hyperventilation: a pseudoasthma sin-drome. Ann Allergy Asthma Immunol 1999; 82:574-578.

11. Kerem E. Why do infants and small childrenbreathe faster? Pediatr Pulmonol 1996; 21: 65-68.

12. Barnes SD, Grob CS, Lachman BS, et al.Psychogenic upper airway obstruction presenting asrefractory wheezing. J Pediatr 1986; 109: 1067-1070.

13. Kissoon N, Kronick JB, Frewen TC.Psychogenic upper airway obstruction. Pediatrics1988; 81: 714-717.

14. Nagai A,Yamaguchi E, Sakamoto K,Takahashi E.Functional upper airway obstruction. Psychogenic pha-ryngeal constriction. Chest 1992; 101: 1460-1461.

15. Carbone J, Litman RS. Psychogenic stridor: acause of acute upper airway obstruction. J AmOsteopath Assoc 1999; 99: 209-210.

16. Lacy TJ, McManis SE. Psychogenic stridor. GenHosp Psychiatry 1994; 16: 213-223.

17. Rogers JH. Functional inspiratory stridor in chil-dren. J Laryngol Otol 1980; 94: 669-670.

18. Skinner DW, Bradley PJ. Psychogenic stridor. JLaryngol Otol 1989; 103: 383-385.

19. Wareing MJ, Mitchell D. Psychogenic stridor:diagnosis and management. J Accid Emerg Med1997; 14: 330-332.

20. Renz V, Hern J, Tostevin P, Hung T, Wyatt M.Functional laryngeal dyskinesia: an important causeof stridor. J Laryngol Otol 2000; 114: 790-792.

21. Alpert SE, Dearborn DG, Kercsmar CM. Onvocal cord dysfunction in wheezy children. PediatrPulmonol 1991; 10: 142-143.

22. Bahrainwala AH, Simon MR, Harrison DD, etal. Atypical expiratory flow volume curve in an asth-matic patient with vocal cord dysfunction. AnnAllergy Asthma Immunol. 2001; 86: 439-443.

23. Kattan M, Ben-Zvi Z. Stridor caused by vocalcord malfunction associated with emotional factors.Clin Pediatr (Phila) 1985; 24: 158-160.

24. Kayani S, Shannon DC. Vocal cord dysfunctionassociated with exercise in adolescent girls. Chest1998; 113: 540-542.

25. Landwehr LP, Wood RP 2nd, Blager FB,Milgrom H. Vocal cord dysfunction mimicking exer-cise-induced bronchospasm in adolescents.Pediatrics 1996; 98: 971-974.

26. Logvinoff MM, Lau KY, Weinstein DB,Chandra P. Episodic stridor in a child secondary tovocal cord dysfunction. Pediatr Pulmonol 1990; 9:46-48.

27. Meltzer EO, Orgel HA, Kemp JP, et al. Vocalcord dysfunction in a child with asthma. J Asthma1991; 28: 141-145.

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 13: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il respiro disfunzionale nel bambino 13

28. Nastasi KJ, Howard DA, Raby RB et al. Airwayfluoroscopic diagnosis of vocal cord dysfunction syn-drome. Ann Allergy Asthma Immunol 1997; 78:586-588.

29. Niggemann B, Paul K, Keitzer R,Wahn U. Vocalcord dysfunction in three children-misdiagnosis ofbronchial asthma? Pediatr Allergy Immunol 1998;9: 97-100.

30. Poirier MP, Pancioli AM, DiGiulio GA. Vocalcord dysfunction presenting as acute asthma in apediatric patient. Pediatr Emerg Care 1996 J; 12:213-214.

31. Sette L, Pajno-Ferrara F, Mocella S, et al. Vocalcord dysfunction in an asthmatic child: case report. JAsthma 1993; 30: 407-412.

32. Cunningham MJ, Eavey RD, Shannon DC.Familial vocal cord dysfunction. Pediatrics 1985; 76:750-753.

33. Heatley DG, Swift E. Paradoxical vocal corddysfunction in an infant with stridor and gastroe-sophageal reflux. Int J Pediatr Otorhinolaryngol1996; 34: 149-151.

34. Pacht ER, St John RC. Vocal cord dysfunctionsyndrome and “steroid-dependent” asthmatics.Chest 1995; 108: 1772-1773.

35. Elshami AA, Tino G. Coexistent asthma andfunctional upper airway obstruction. Case reportsand review of the literature. Chest 1996; 110:1358-1361.

36. Filippone M,Narne S, Pettenazzo A, ZacchelloF, Baraldi E. Functional approach to infants andyoung children with noisy breathing: validation ofpneumotachography by blinded comparison withbronchoscopy. Am J Respir Crit Care Med 2000;16: 1795-1800.

37. Munyard P, Bush A.How much coughing is nor-mal? Arch Dis Child 1996; 74: 531-534.

38. Holinger LD. Chronic cough in infants and chil-dren. Laryngoscope 1986; 96: 316-322.

39. Keeley DJ, Silverman M. Issues at the interfacebetween primary and secondary care in the man-agement of common respiratory disease. 2: Are wetoo ready to diagnose asthma in children? Thorax1999; 54: 625-628.

40. Milner AD. Psychogenic cough in childhood. BrMed J (Clin Res Ed) 1985; 290: 1847-1848.

41.Weinberg EG. ‘Honking’: Psychogenic cough ticin children. S Afr Med J 1980. 9; 57: 198-200.

42. Kravitz H, Gomberg RM, Burnstine RC,Hagler S, Korach A. Psychogenic cough tic in chil-dren and adolescents. Nine case histories illustratethe need for re-evaluation of this common but fre-quently unrecognized problem. Clin Pediatr (Phila)1969; 8: 580-583.

43. Gay M, Blager F, Bartsch K, et al. Psychogenichabit cough: review and case reports. J ClinPsychiatry 1987; 48: 483-486.

44. Schwartz G.Psychogenic cough. Am J EmergMed 1998; 16: 617-618.

45. Lorin MI, SlovisTL, Haller JO. Fracture of ribs inpsychogenic cough. N.Y. State J Med 1978; 78:2078-2079.

46. Shuper A, Mukamel M, Mimouni M, et al.Psychogenic cough.Arch Dis Child 1983;58: 745-747.

47. Lavigne JV, Davis AT, Fauber R. Behavioral man-agement of psychogenic cough: alternative to the“bedsheet” and other aversive techniques. Pediatrics1991; 87: 532-537.

48. Sherman JM.Breaking the cycle: lidocaine therapyfor habit cough. J Fla Med Assoc 1997; 84: 308-309.

49. Perin PV, Perin RJ, Rooklin AR.When a sigh isjust a sigh . . . and not asthma.Ann Allergy 1993; 71:478-480.

50. Butler DJ,Turkat NW. Great expectorations. Acase of psychogenic throat clearing and expectora-tion. Arch Fam Med. 1995; 4: 647-649.

51.Wagaman JR, Miltenberger RG,Williams DE.Treatment of a vocal tic by differential reinforcement.J Behav Ther Exp Psychiatry 1995; 26: 35-39.

52. Hogan MB,Wilson NW. Tourette’s syndromemimicking asthma. J Asthma 1999; 36: 253-256.

53. Vogel DH. Otolaryngologic presentation of tic-like disorders. Laryngoscope 1979; 89: 1474-1477.

54. Selbst SM, Ruddy RM, Clark BJ, et al. Pediatricchest pain: a prospective study. Pediatrics 1988; 82:319-323.

BIBLIOGRAFIA

Page 14: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

De Luca, et al.14

55. Selbst SM. Chest pain in children. Pediatrics1985; 75: 1068-1070.

56. Selbst SM. Pediatric chest pain: a prospectivestudy. Clin Pediatr (Phila) 1990; 29: 615.

57. Driscoll DJ, Glicklich LB, GallenWJ. Chest painin children: a prospective study. Pediatrics 1976; 57:648-651.

58. Nudel DB, Diamant S, Brady T, et al. Chestpain, dyspnea on exertion, and exercise inducedasthma in children and adolescents. Clin Pediatr(Phila) 1987; 26: 388-392.

59.Asnes RS, Santulli R, Bemporad JR: Psychogenicchest pain in children. Clin Pediatr (Phila) 1981; 20:788-791.

60. Pantell RH, Goodman BW Jr. Adolescentchest pain: a prospective study. Pediatrics 1983;71: 881-887.

61. Rowland TW, Richards MM. The natural histo-ry of idiopathic chest pain in children. A follow-upstudy. Clin Pediatr (Phila) 1986; 25: 612-614.

62.Aggarwal J, Portnoy J. Intractable sneezing witha specific psychogenic origin. Ann Allergy 1986; 56:345-346.

63. Bergman GE, Hiner LB. Psychogenic intractablesneezing in children. J Pediatr 1984; 10: 496-498.

64. Co S. Intractable sneezing: case report and lit-erature review. Arch Neurol 1979; 3: 111-112.

65. Keating MU, O’Connell EJ, Sachs MI.Intractable paroxysmal sneezing in an adolescent.Ann Allergy 1989; 62: 429-431.

66. Kofman O. Paroxysmal sneezing. Can MedAssoc J 1964; 91: 154-157.

67. Wiener D, McGrath K, Patterson R. Factitioussneezing. J Allergy Clin Immunol 1985; 75: 741-742.

68.Anbar RD, Hehir DA.Hypnosis as a diagnosticmodality for vocal cord dysfunction. Pediatrics 2000;106: E81.

69. Anbar RD. Self-hypnosis for management ofchronic dyspnea in pediatric patients. Pediatrics2001; 107(2): E21.

70. Elkins GR, Carter BD. Hypnotherapy in thetreatment of childhood psychogenic coughing: a casereport. Am J Clin Hypn 1986; 29: 59-63.

71. Smith MS. Acute psychogenic stridor in an ado-lescent athlete treated with hypnosis. Pediatrics1983; 72: 247-248.

72. Zachariae R, Jorgensen MM, Egekvist H,Bjerring P. Skin reactions to histamine of healthy sub-jects after hypnotically induced emotions of sadness,anger, and happiness. Allergy 2000; 5: 734-740.

73.Watson TS, Sterling HE. Brief functional analy-sis and treatment of a vocal tic. J Appl Behav Anal1998; 31: 471-474.

74. Bye MR. Use of a peak flow meter for positivefeedback in psychogenic cough. Pediatrics 2000; 10:852-853.

BIBLIOGRAFIA

Page 15: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Dal primo ingresso in un edificio scolastico, in una etàche varia dai 6 mesi ai 6 anni, il bambino trascorrecirca un terzo della sua vita in un ambiente chedovrebbe tutelarlo, oltre che ovviamente renderloistruito e pronto all’ingresso nella società lavorativa.Se però, da un parte la tutela che riguarda gli infor-tuni o l’abbattimento delle barriere architettonicheper i disabili ha raggiunto notevoli livelli qualitativi,non si può dire altrettanto per la tutela della salutedi quei bambini, che presentando patologie quali lemalattie allergiche o l’asma, non “appariscenti” o nonemotivamente coinvolgenti, sono considerati “nor-mali”. Eppure essi rappresentano ben il 20%-25%della popolazione infantile e, se anche volessimorestringere i numeri ai più gravi, essi rappresentereb-bero ancora circa il 1%-2% del totale dei bambi-ni–una cifra che merita tutte le attenzioni ed il rispet-to che si hanno per le altre patologie come gli han-dicap neuro-psico-motori, per i quali si è fatto e sicontinua a fare molto in ambito scolastico.

Durante il recente Congresso Nazionale dellaSocietà Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili(SIMRI), una sessione è stata proprio dedicata altrattamento dell’asma e dell’allergia a scuola. Dagliinterventi che si sono susseguiti, abbiamo tratto unaserie di domande che abbiamo rivolto ai parteci-panti alla sessione per avere un quadro di pareri,quanto più ampio possibile, sulla attuale realtà esulle prospettive future di un ambiente scolasticosempre più a misura di bambino allergico-asmatico.

Dott.ssa Lucetta CapraResponsabile Ambulatorio Allergologico. U.O. diPediatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitariadi Ferrara

Pensa che l’istituzione di presìdi sanitari scolasti-ci sia di qualche utilità nella gestione dei bambiniallergici a scuola?“Si consideri che il numero di bambini e ragazzi inetà scolare affetti da patologia cronica è in aumento

15Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 15-25

Giuseppe Baviera1, Lucetta Capra2, Annamaria De Martino3, Luciana Sinisi4, Sandra Frateiacci5,Mario Zanchetti6

1Pediatra di famiglia, Roma; 2U.O. di Pediatria, A.O.U. di Ferrara; 3Ministero del Lavoro, della Salutee delle Politiche Sociali, Roma; 4Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; 5FEDE-RASMA e ALAMA - Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche; 6Facoltà di Giurisprudenza,Università "Carlo Cattaneo", Milano.

Il bambino allergico-asmatico a scuola:un problema ancora tutto da risolvere

The allergic-asthmatic child at school:a problem which still needs to be solved

Parole chiave: asma a scuola, ambiente e salute, educazione, insegnanti, pronto soccorso, legislazione

Keywords: asthma at school, environment and health, education, teachers, first aid, legislation

Riassunto. Nel corso del XII Congresso Nazionale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, una sessione èstata dedicata al trattamento dell’asma e dell’allergia a scuola. Dagli interventi che si sono susseguiti, abbiamo tratto una seriedi domande che abbiamo rivolto ai partecipanti alla sessione per avere un parere sulla attuale realtà e sulle prospettive futu-re per un ambiente scolastico sempre più a misura di bambino allergico-asmatico. Dalle risposte ottenute emerge un quadroquanto mai vario di possibilità di interventi in cui le società scientifiche potrebbero svolgere un ruolo di portavoce e di media-zione tra i bisogni dei bambini e le istituzioni che tali bisogni debbono definire e tutelare.

Accettato per la pubblicazione il 20 novembre 2008.

Corrispondenza: Dott. Giuseppe Baviera,Via dei Capocci 37, 00184 Roma; e-mail: [email protected]

Page 16: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Baviera, et al.16

in tutto il mondo occidentale ed in Italia la patologiaallergica colpisce dal 10% al 20% dei ragazzi (1). Neimedia non passa settimana che non si affronti que-sto argomento a grande diffusione, soprattutto perfare il punto su terapie vecchie e nuove, per ricor-dare il legame di queste patologie con il clima e l’in-quinamento e, quindi, per sottolineare l’importanzadelle politiche ambientali nella salute degli individui.Molto meno si parla dell’impatto di queste politichesanitarie sulle patologie, sulla vita a scuola dei ragaz-zi con patologia e sulle possibilità gestionali dellaScuola che trova a farsi carico di alunni con proble-mi sanitari. Eppure i ragazzi trascorrono a scuola ungrande numero di ore e la buona qualità della vita diun ragazzo affetto da patologia allergica non puòprescindere dal coinvolgimento della scuola (2).Purtroppo il ‘ridimensionamento’ previsto per laspesa sanitaria coinvolgerà pesantemente i servizidedicati ai pazienti con malattia cronica, quindi misembra poco realistico pensare di risolvere i pro-blemi dei bambini allergici a scuola auspicando l’i-stituzione di presìdi sanitari scolastici permanenti.Credo che questo fosse poco realistico anche inscenari più rosei dell’attuale, sebbene una propo-sta di legge in tal senso fosse stata formulata nelcorso della precedente legislatura, da un consiglie-re regionale del Lazio (3)”.

Pensa allora che l’utilizzo di personale infermie-ristico all’interno dell’edificio scolastico sia utilenella gestione di problematiche allergiche deglialunni?“Bisogna innanzitutto premettere che, in un paeseche soffre una cronica carenza di personale infer-mieristico, pare improbabile che si possano repe-rire infermieri dedicati esclusivamente alla gestio-ne dei problemi sanitari a scuola.Dopo queste doverose, per quanto tristi, premes-se, penso tuttavia che anche nel nostro paese cisiano lo spazio e alcuni strumenti per migliorare lasituazione dei pazienti allergici nella vita quotidianaa scuola. Purtroppo, la regionalizzazione delle poli-tiche sanitarie e scolastiche non renderà omoge-nea l’erogazione dei servizi; ciò non toglie che levoci dei medici e delle associazioni dei pazientipossano influire sulle scelte delle singole agenziesanitarie e scolastiche regionali”.

Ritiene che il personale scolastico possa inveceavere un ruolo nella gestione di questi bambini?“Il personale scolastico deve essere coinvolto nelleproblematiche dell’alunno con patologia ed ha il

diritto di ricevere informazioni corrette, coerenti eaggiornate. Gli specialisti ed i pediatri di libera scel-ta devono fornire queste informazioni, essere dis-ponibili alla verifica e ai chiarimenti in un lavoroche non si esaurisce in un incontro, ma e’ un con-tatto continuo, uno scambio di informazioni edosservazioni, una verifica delle criticità. La medici-na di comunità rappresenta un buon tramite fraspecialisti, pediatri di fiducia, famiglia e Scuola.Nelle realtà in cui essa è presente, gli infermieriche svolgono il loro lavoro negli ambulatori aller-gologici sono abituati a compiti educativi e hanno(o meglio, dovrebbero avere) un ruolo fondamen-tale, accanto ai medici, nella formazione del per-sonale scolastico, nelle dimostrazioni pratiche del-l’uso dei presìdi sanitari, nella verifica delle compe-tenze acquisite dai ragazzi e/o dal personale scola-stico impegnato nell’assistenza agli alunni allergici,nel monitoraggio degli eventi; questo impegnodovrebbe essere riconosciuto dalle Aziende nel-l’ambito dell’orario lavorativo. Penso anche che unruolo analogo potrebbe essere svolto dalle assi-stenti sanitarie che da sempre adempiono a com-piti di informazione e formazione sanitaria e sor-veglianza dei bisogni di salute all’interno della scuo-la. Il Department of Health and Human Services sta-tunitense raccomanda nel suo rapporto ‘HealthyPeople 2010’ (4) la presenza di una assistente sani-taria ogni 750 studenti, con variazioni che possonodipendere dal tipo di comunità e relativi bisogni. Inrete sono ormai disponibili diversi protocolli d’in-tesa per la somministrazione dei farmaci a scuola euna varietà di pubblicazioni su esperienze di for-mazione del personale scolastico (5, 6): questomateriale può essere adattato e utilizzato in realtàdiverse, purché ci sia la disponibilità a creare unarete di competenze che collabori alla gestione delbambino allergico (e con altra patologia cronica) ascuola, dove non ci sia rivalità ma piuttosto la coesi-stenza di varie competenze condivise”.

Dott.ssa Annamaria De MartinoDirigente Medico. Ministero del Lavoro, dellaSalute e delle Politiche Sociali.

Nella gestione del bambino allergico asmatico ascuola, quali sono le responsabilità ed i compitidelle istituzioni?“Il dirigente scolastico, in qualità di datore di lavoro,è titolare di una posizione di garanzia per la tuteladella salute e della sicurezza di tutti gli studenti edel personale scolastico, con l’obbligo quindi di

Page 17: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il bambino allergico-asmatico a scuola: un problema ancora tutto da risolvere 17

garantire il diritto di studiare e lavorare in unambiente confortevole, igienico e sicuro. Sotto ilprofilo più strettamente medico, per il controllodella salute intesa come benessere psicofisico deglistudenti, le responsabilità ricadono in primo luogonel servizio medico competente del distretto diappartenenza della scuola. Di fatto, però, le funzionidi ‘controllo dello stato di salute di ogni scolaro’nonché le ‘prestazioni sanitarie di medicina preven-tiva e di urgenza’, originariamente del medico sco-lastico (DPR n. 264/1961, ancora vigente), sonoattualmente attribuite al pediatra di famiglia, sullabase dell’accordo collettivo nazionale per i pediatridi libera scelta. Non esiste in Italia una norma cheautorizzi esplicitamente il personale non sanitariopresente nella scuola a prestare assistenza sanitariae somministrare farmaci durante l’orario scolastico.Nella pratica, quindi, la gestione sanitaria del bam-bino allergico-asmatico e la somministrazione difarmaci a scuola resta ancora un problema difficol-toso e non risolto, principalmente a causa di osta-coli di tipo normativo e organizzativo.Tali ostacolilimitano di fatto il diritto alla salute e all’istruzionedegli studenti portatori di queste o altre patologiecroniche, come il diabete infantile, che obbligano ifamiliari a grandi sacrifici umani ed economici, per-ché costretti ad abbandonare il posto di lavoroper assistere il proprio bambino durante l’orarioscolastico. I principali problemi nascono in caso diemergenze sanitarie, dove è richiesto l’interventodi personale sanitario qualificato in grado di rico-noscere e valutare prontamente la criticità dellasituazione ed intervenire tempestivamente conidonee procedure di assistenza e soccorso. Le rea-zioni allergiche gravi, infatti, possono insorgereentro poco tempo dall’esposizione al fattore cau-sale ed evolvere rapidamente verso un quadro cli-nico grave, mettendo a rischio la vita del piccolopaziente se non si interviene con l’immediata som-ministrazione di farmaci salvavita e/o l’immediatotrasporto del paziente nel più vicino ospedale”.

Nel controllo e nella gestione di episodi allergicigravi durante l’orario scolastico,quali compiti pos-sono essere svolti dal responsabile della scuola?“Considerato che un bambino allergico che ha giàavuto un episodio di anafilassi corre il rischio diandare incontro a nuovi episodi nella sua vita, laprima misura da adottare a scuola è di tipo pre-ventivo. Il primo compito del responsabile scolasti-co, quindi, è individuare la eventuale presenza nellascuola di alunni allergici a rischio ed identificare il

possibile fattore causale a cui questi bambini nondovranno essere esposti. Il passo successivo è defi-nire ed attuare nella struttura scolastica tutte lemisure possibili ed efficaci per minimizzare e con-trollare i rischi, comprese quelle riguardanti la sicu-rezza dei pasti erogati, onde evitare l’esposizionedel soggetto allergico all’allergene implicato.Qualora nella scuola venisse individuato uno stu-dente allergico a rischio, il responsabile scolasticodovrebbe stilare, con l’aiuto del pediatra di fami-glia, delle Linee Guida o raccomandazioni specifi-che rivolte sia a tutto il personale della scuola(insegnanti, bidelli, addetti alle pulizie, alle mense)che agli stessi scolari allergici ed ai loro compagni.Sarebbe anche utile avere alcune ore di educazio-ne sanitaria e formazione, rivolte soprattutto alpersonale addetto alla preparazione e manipola-zione dei cibi ed alla sorveglianza durante i pasti enei momenti di ricreazione per informarli sui fat-tori di rischio e le relative misure da adottare”.

Perché la prevenzione ambientale nelle scuole èimportante?“È dimostrato che l’inquinamento degli ambientiindoor (casa, scuola, uffici, etc.) si associa ad unmaggior rischio di irritazioni, sintomi respiratoriacuti, iperreattività bronchiale, infezionirespiratorie, e sensibilizzazione allergica. Nei primianni di vita le esposizioni ambientali possonoinfluenzare il sistema immunitario verso una rispo-sta di tipo allergico. Sulla base di tali evidenze, ènecessario che siano applicate tutte le misure perridurre le concentrazioni indoor di inquinamentichimici e di allergeni, al fine di contrastare l’insor-gere di disturbi respiratori e allergici e contenernegli effetti.Mentre a casa i bambini allergici sono protettidalle misure di prevenzione ambientale rigorosa-mente applicate dai genitori, a scuola purtroppoessi sono spesso costretti a vivere in ambientiinquinati e non idonei alle loro esigenze. Recentiindagini in Italia ed in altri paesi Europei (7) con-fermano che generalmente nelle scuole i bambinied i ragazzi respirano aria inquinata soprattutto inrelazione a livelli elevati di PM10, CO2, muffe eallergeni, con importanti conseguenze sul sistemarespiratorio. Le condizioni igienico-ambientali dimolte strutture scolastiche italiane sono lontanodall’essere quelle ideali, anche per i bambini sani, acausa di problemi igienici, alla cattiva manutenzio-ne degli edifici e degli impianti, per la scarsa aera-zione degli ambienti ed altri motivi. Molti inquinanti

Page 18: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Baviera, et al.18

originano da fonti interne: dai materiali da costru-zione e di arredo, dai sistemi di riscaldamento, dalleattività scolastiche, dalla cottura dei cibi nellemense, dai prodotti usati per la pulizia degliambienti, etc.; altri invece provengono dall’esterno,soprattutto se l’edificio scolastico è situato in unazona ad elevato traffico. Inoltre, nelle aule scolasti-che possono essere presenti derivati da acari e daanimali domestici (trasportati dall’ambiente dome-stico adesi agli abiti dei bambini) o anche pollini espore provenienti dagli spazi esterni della scuola.Per questo motivo, quando nella scuola è presen-te un bambino allergico è importante attuareperiodicamente un programma di bonificaambientale, prevedendo interventi mirati al tipo diallergene che si intende eliminare e attuare proto-colli operativi per le operazioni di pulizia e manu-tenzione, sia degli ambienti interni, sia degli spaziesterni della struttura scolastica”.

Contrastare le malattie allergiche e l’asma infanti-le e garantire una vita normale ai bambini allergici,sia nel contesto familiare che sociale: quali le poli-tiche e la programmazione a livello nazionale?“Le malattie allergiche e l’asma infantile sonomalattie croniche ad alto impatto sociale ed unotra i principali problemi di sanità pubblica delnostro paese.La lotta a queste malattie si realizza in primo luogoattraverso interventi finalizzati alla prevenzione pri-maria e secondaria, come la lotta al fumo e la lottaagli inquinanti presenti negli ambienti di vita e dilavoro. Le principali azioni da compiere nel campodella prevenzione sono l’attivazione di programmiintersettoriali di riduzione del rischio ambientale eprofessionale e la promozione della diagnosi preco-ce; interventi di informazione, comunicazione e dieducazione sulla lotta ai principali agenti causali e suicomportamenti positivi per ridurre i rischi; informa-zione, sensibilizzazione e coinvolgimento diretto deimedici, in particolare del medico di medicina gene-rale e dei pediatri di libera scelta; prevenzione etrattamento della disabilità.Il Piano Sanitario 2006-2008, in linea con la strate-gia Europea SCALE (Science Children AwarenessLegislation Evaluation) in materia di ambiente esalute, ha dato un notevole impulso alla preven-zione delle malattie croniche, sia in ambito sanita-rio che ambientale, riservando un’attenzione par-ticolare ai bambini, in quanto più vulnerabili degliadulti alle esposizioni ambientali. Tra le priorità, ilPiano propone interventi per migliorare la qualità

dell’aria degli ambienti confinati ed in modo parti-colare nelle scuole, ambienti dove i bambini tra-scorrono dalle 4 alle 8 ore al giorno per almeno10 anni.Per favorire l’attuazione di questo obiettivo delPiano, un gruppo di lavoro nazionale ha appenaultimato la revisione e l’aggiornamento delle ‘LineeGuida per la prevenzione ambientale nelle scuoledei fattori di rischio indoor per asma e allergia’,messe a punto dalla Commissione Indoor delMinistero della Sanità. Il documento, una volta con-cordato con le Regioni, potrà acquisire la vestegiuridica di ‘accordo’ per essere recepito nei pianie regolamenti regionali.Le iniziative di prevenzione e promozione dellasalute nelle scuole hanno una grande importan-za nel contrastare e prevenire le malattie croni-che dell’infanzia e le conseguenze socio-sanitarie,ma da sole esse non bastano a garantire al bam-bino affetto da una patologia cronica una vitanormale nel suo contesto familiare e sociale. Ènecessario, infatti, superare anche gli ostacoli giu-ridici, tecnico-organizzativi e gestionali che difatto ostacolano il miglioramento dell’assistenzasanitaria in ambito scolastico e limitano le garan-zie di sicurezza e di tutela della salute degli stu-denti affetti da patologie croniche, come l’aller-gia-asma. Il problema più urgente è superare lenote carenze di tipo normativo, con l’emanazio-ne di una normativa nazionale che stabiliscaregole chiare e precise in tale materia e rendapossibile la terapia farmacologica in ambientescolastico. Ciò garantirebbe di fatto a tutti i bam-bini, allergici e non, il diritto allo studio e alla salu-te, la continuità dell’assistenza e risparmi econo-mici. Parallelamente, andrebbero sviluppateanche iniziative volte a promuovere modelli inte-grati tra centri specialistici, ospedali e pediatri difamiglia e gli altri professionisti dell’assistenza ter-ritoriale, come quella psicologica e sociale nellaScuola. Il pediatra di famiglia può svolgere fun-zioni importanti per migliorare la gestione ascuola dei bambini affetti da allergia-asma, attra-verso la compilazione del libretto sanitariopediatrico individuale, la stesura di protocollipersonalizzati per la terapia farmacologica, pro-tocolli personalizzati per la prevenzione sanitariae ambientale, l’educazione sanitaria, la sorveglian-za sanitaria dei bambini allergici a rischio; inoltre,può divenire l’anello di unione tra la scuola e l’or-ganizzazione distrettuale sanitaria.

Page 19: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il bambino allergico-asmatico a scuola: un problema ancora tutto da risolvere 19

In questa direzione, al fine di realizzare concreta-mente l’integrazione tra l’istituzione scolastica, iservizi sanitari territoriali ed i pediatri di liberascelta, alcune Regioni hanno stipulato accordi oprotocolli d’intesa con i diversi soggetti coinvoltinella prevenzione e assistenza socio-sanitaria alivello territoriale”.

Dott.ssa Luciana SinisiISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e laRicerca Ambientale

C’è più di un evidenza scientifica che indica quan-to è stretta l’associazione tra qualità dell’aria e lemalattie respiratorie infantili, specie le acute, e leallergopatie. La “gestione” dell’aria che respiria-mo in strada, a casa, a scuola e in ufficio rientraquindi pienamente nella prevenzione primaria.Quanto è un problema la qualità dell’aria?“Prima di tutto è un problema quantitativo. In Italia–dove non ci discostiamo molto dalla mediaEuropea– circa il 75% della popolazione vive inaree urbane. È da anni ormai che non si parla piùsolo di metropoli ma anche del fenomeno dellecosiddette mega cities in cui sovraffollamento,complessa gestione dei servizi primari, della mobi-lità, dell’energia concorrono a pieno titolo comedeterminanti ambientali di salute, specie per lepopolazioni vulnerabili come bambini, anziani emalati cronici.Le emissioni da traffico e riscaldamento in cittàpossono essere considerate le fonti principali diinquinanti tossici in città. Anche se la qualità dell’a-ria in molte città è migliorata (e lo è se comparia-mo i valori a quelli di oltre dieci anni fa!), nellamigliore situazione ambientale siamo comunqueesposti a livelli costanti di inquinamento. Ad oggi,anche a seguito della introduzione delle nuovebenzine, gli inquinanti più critici per i centri urbanisono il particolato (PM, da particulate matter, inparticolare quello inferiore a 10 micrometri, milio-nesimi di metro, detto ‘PM10’), l’ozono e lo smogfotochimico, mentre si è mediamente ridotto l’im-patto delle emissioni di monossido di carbonio e dibenzene; permangono criticità per quanto riguardail biossido di azoto”.

Cosa si può fare o andrebbe fatto? E chi nerisponde? Quali i ruoli?“Sulla qualità dell’aria cosiddetta outdoor, quelladegli ambienti aperti per capirsi, molto è stato fattoe si sta facendo. L’impegno non è solo nazionale,

ma europeo. Sono stati introdotti limiti più restrit-tivi –una nuova Direttiva europea è alle porte– esono stati finalmente considerati anche altri inqui-nanti importanti nel monitoraggio ambientale. Laquestione salute è centrale nelle politiche ambien-tali di gestione degli inquinanti in aria, ovvero diquelle sostanze che, tramite i processi di dispersio-ne, trasporto e trasformazione, alterano la norma-le qualità dell’aria e costituiscono un potenzialepericolo diretto o indiretto per la salute dell’uomo,per gli ecosistemi e i beni materiali. Le informazio-ni sull’inquinamento atmosferico provengono damisurazioni delle concentrazioni in aria delle spe-cie inquinanti effettuate attraverso le stazioni dellereti di rilevamento della qualità dell’aria e con l’au-silio della modellistica di dispersione e trasforma-zione degli inquinanti in atmosfera. Queste retiobbediscono a criteri stabiliti a livelli europei esono prevalentemente gestite sul territorio dalleAgenzie Regionali di protezione ambientale. I datidi concentrazione degli inquinanti nelle nostre cittàè anche oggi disponibile su internet (banca datiBRACE) sul sito del SINAnet, il sistema informati-vo ambientale della nostra Agenzia.Altro discorso, meno ottimistico, è quello sullefonti di emissioni degli inquinanti. Usare meno lamacchina e pretendere un migliore servizio pub-blico è una buona ‘autodifesa’ per la qualità dellanostra aria. La chiave è la gestione locale, oltre allesoluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale.Però, esistono dei però”.

Quali? E quali i possibili miglioramenti?“Per esempio i cosi detti inquinanti biologici , gli‘amati’ pollini. Sappiamo che con i cambiamenti cli-matici si sono allungate le stagioni, molte specie fio-riscono con largo anticipo, alcune sono nuove per-ché hanno trovato un clima favorevole e quindiaumenta la popolazione allergica, la tossicità deipollini è esacerbata da ozono ed alcuni inquinantida traffico. I medici sanno quanto queste allergieinfluiscono sulla qualità della vita, specie dei bambi-ni in età scolastica. Non esiste comunque nessunadisciplina normativa che comprenda questi inqui-nanti biologici. Esistono osservatori e stazioni dirilevazione validissimi, ma sono di tipo progettuale,legate alla sensibilità degli amministratori più chead una sensibilità legislativa”.

Quanto aiuterebbe la prevenzione delle allergie?“Fermare i pollini è impossibile, ma potrebbe aiuta-re probabilmente l’efficacia della pianificazione delle

Page 20: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Baviera, et al.20

terapie allergiche, la pianificazione della ricercabiomedica in questo campo; penso ad un sistemadi monitoraggio ambientale connesso - realmenteconnesso - alle attività cliniche e dei servizi sanita-ri di trattamento e prevenzione delle allergie. Conlo sguardo ai cambiamenti climatici dal punto divista ambientale anche piccole azioni locali, comead esempio una gestione ‘aggiornata’ ai nuovi sce-nari di fioritura del verde in città, nei giardini sco-lastici, negli spazi incolti (pensiamo al fenomenodell’Ambrosia) possono aiutare a prevenire crisiallergiche evitabili”.

Curare un giardino può far diminuire le crisi diallergia a scuola?“A scuola ogni intervento è benvenuto, anche sela faccenda è complessa. Giuridicamente la scuo-la come molti ambienti confinati ‘soffre’ di unostatus giuridico non chiaro. Per semplificare: laqualità dell’aria dentro le nostre case non obbe-disce alle stesse norme di cui abbiamo parlatorispetto all’aria outdoor. Solo di recente la ricercae l’attenzione dei legislatori si sono dedicati all’in-door. Questo ha comportato anche una diversasensibilità da parte di tutti. Ci sentiamo più sicuria casa, ma forse non è così.Ma torniamo alle allergie e alle scuole. Sappiamoche esistono molte fonti di inquinanti irritativi edallergizzanti: dai detergenti usati per pulire le aule,al traffico che circonda la scuola (specie quellodelle macchine dei genitori che si accavallanoall’entrata e all’uscita!), al giardino incolto pieno diAmbrosia o Parietaria. Cosa fare? Alcune azioniinteressano tutti e sono le stesse che valgono ingenerale per la prevenzione dell’inquinamento(abolizione o riduzione delle fonti di rilascio degliinquinanti) ma altre riguardano popolazioni moltovulnerabili, quali i bambini allergici.Si è parlato nel Convegno della necessità di rive-dere il ruolo della medicina scolastica nellagestione delle crisi allergiche e personalmente,soprattutto guardando ai rischi ambientali e cli-matici che non sembrano essere mitigabili signifi-cativamente nel breve periodo, la ritengo un’op-portunità importante per la tutela della salutedei bambini e, non in ultimo, della tranquillità deigenitori. Non dimentichiamo che l’asma peresempio è tra le prime cause di assenza scolasti-ca nei bambini o quanto la performance scolasti-ca di un bambino possa essere influenzata dallamalattia allergica.

Sig.ra Sandra FrateiacciPresidente FEDERASMA - Presidente ALAMA -Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche

Sappiamo che nel corso di questi anni la suaAssociazione e FEDERASMA Onlus hanno forte-mente operato affinché fosse presentata la pro-posta di legge ‘Istituzione di Presìdi SanitariScolastici e norme per la prevenzione ed il con-trollo delle malattie allergiche e dell’asma bron-chiale’ (8) che considerate come il primo passo,nella Regione Lazio, per una rete di assistenza deibambini asmatici e allergici a scuola.

Perché Lei e le Associazioni di pazienti che rap-presenta hanno promosso e sostenuto la propo-sta di legge presentata lo scorso 15 novembre2007 presso il Consiglio regionale del Lazio?“Perchè i genitori di bambini affetti da allergia edasma in situazione di gravità e potenzialmente arischio di vita chiedono con forza che i loro bam-bini possano frequentare la scuola avendo la cer-tezza di essere assistiti, in caso di necessità, da per-sonale qualificato che sappia riconoscere i sintomidella reazione allergica, sappia gestirne con compe-tenza l’evoluzione e sia abilitato alla somministra-zione dei necessari farmaci salvavita (9). È per que-sto che siamo molto soddisfatti di questa propostadi legge presentata nella regione Lazio che rispon-de alle richieste che da molti anni e con molta insi-stenza l’Associazione Laziale Asma e MalattieAllergiche e Federasma Onlus, la FederazioneItaliana delle Associazioni a Sostegno dei MalatiAsmatici e Allergici, sollecitano alle Istituzioni localie nazionali e che rispecchia profondamente i prin-cipi promossi nella Carta dei Diritti del Cittadinoallergico e asmatico adottata dall’AssembleaGenerale di Federasma Onlus nel giugno del 1998(10). Riteniamo che questa proposta di legge abbiain sé una grande forza, quella di essere dalla partedel cittadino ed in particolare dalla parte dei citta-dini più deboli, i bambini; ma ciò che riteniamoimportante sottolineare è che è una legge a tutelanon solo dei bambini allergici e asmatici ma a tute-la di tutta la popolazione scolastica affetta da malat-tie croniche e/o rare che necessitano di assistenzaqualificata durante l’orario scolastico (11, 12)”.

In che modo questa legge aiuta i bambini affettida malattie allergiche e asma?“In primo luogo perché, come ho già evidenziato,prevede la presenza a scuola per tutto l’orario sco-lastico di personale sanitario che possa intervenire

Page 21: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il bambino allergico-asmatico a scuola: un problema ancora tutto da risolvere 21

con tempestività, competenza e responsabilità perassistere il bambino/ragazzo che manifesta reazio-ni allergiche e asmatiche gravi. Ricordiamo chequeste patologie, largamente diffuse nella popola-zione pediatrica, possono essere potenzialmentepericolose per la vita. L’insorgenza di una reazioneallergica grave deve essere trattata in modoappropriato e tempestivo da personale sanitarioin grado di riconoscere il tipo di reazione in corsoe la sua gravità, di scegliere i farmaci più adeguatiper contrastarla e di somministrarli immediata-mente nell’attesa che le strutture di emergenzapossano intervenire (13).In secondo luogo, pone l’attenzione sull’ambientee sulle abitudini comportamentali; la qualità dell’a-ria nelle scuole viene messa in primo piano qualestrumento per evitare l’insorgenza o l’aggrava-mento dell’asma e/o dell’allergia (14). L’obiettivoda realizzare è quindi quello di creare un ambien-te scolastico sano dove far vivere i nostri bambini.Vivere in un ambiente scolastico sano è un dirittodi tutti i bambini e non solo dei bambini affetti damalattie allergiche ed asma.Altro punto estremamente importante è che lalegge prevede la formazione del personale sanitarioe del personale scolastico, congiuntamente all’infor-mazione e alla comunicazione a tutte le figure coin-volte nella gestione e nell’integrazione dei bambiniaffetti da queste patologie. Questi elementi giocanoun ruolo importante nell’influenzare i comporta-menti e le scelte di corretti stili di vita perchè pro-muovono nella società quei cambiamenti che sonoalla base del miglioramento della qualità della vitadel malato asmatico e allergico ed in particolare,nella scuola, permettono ai bambini affetti da questepatologie di vivere una vita che sia il più possibileserena e normale insieme ai loro coetanei”.

Lei parla di “serenità” e “normalità” ma moltipensano che la presenza di personale sanitario ascuola “ospedalizzi” la Scuola facendo venirmeno quel senso di normalità che lei rivendica,cosa risponde loro?“Rispondo che è un falso problema, la tutela dellasalute del bambino e la certezza dell’appropria-tezza dell’assistenza necessaria a contrastare tem-pestivamente la reazione allergica e/o asmaticasono alla base di questa proposta di legge che nonvuole ospedalizzare la Scuola ma aiutarla realmen-te a soddisfare le esigenze di salute di coloro chenella scuola studiano e lavorano”.

Pensa che la proposta di legge prosegua il suoiter e abbia una larga condivisione politica esociale?“Sì, ci auguriamo che venga sostenuta da tutte leforze politiche e sociali perché pone con chiarez-za le basi per garantire nella realtà una rete di assi-stenza che mette al centro del sistema salute il cit-tadino. Garantire una sanità vicina al cittadino ealla sua quotidianità è uno degli obiettivi strategicidel riordino del nostro Sistema SanitarioNazionale che prevede interventi per il migliora-mento della qualità e della sicurezza dei servizisanitari. Sono certa che tutti concorderanno connoi che la scuola è la quotidianità del bambino, è illuogo di apprendimento e socializzazione ed è illuogo dove il bambino passa la maggior parte dellasua giornata. È per questo che ribadiamo come siaindispensabile garantire, anche durante l’orarioscolastico, appropriati interventi di assistenza e diprimo soccorso necessari a salvare la vita a questibambini, così come del resto è stato più volte, nelcorso degli ultimi 10 anni, riconosciuto dalla giuri-sprudenza (15). Come genitori, come Associazionidi tutela dei pazienti affetti da queste patologie ecome società civile non possiamo permettere chequesto tipo di interventi continuino ad essere dele-gati alla buona volontà e disponibilità del persona-le scolastico in termini di volontariato ed è perquesto che stiamo lavorando affinché questa leggevenga portata avanti anche a livello nazionale.Parallelamente nelle more dell’approvazione dellalegge promuoviamo e sosteniamo iniziative miratead ottenere l’istituzione di presìdi sanitari scolasti-ci per soddisfare le esigenze terapeutiche di bam-bini in situazione di gravità ed è con soddisfazioneche a seguire il primo presìdio insediatosi ad Ostia(RM) nello scorso anno scolastico quest’anno laA.S.L. RMD e il XIII Municipio hanno deliberato l’a-pertura di ben altri 4 presìdi in altrettante scuoledel Municipio (16).Inoltre, a sostegno della validità della legge, stiamoportando avanti un progetto di monitoraggio dellerichieste di assistenza sanitaria scolastica che ci giun-gono da tutta Italia attraverso le segnalazioni dellefamiglie alle nostre associazioni regionali e allanostra Federazione anche attraverso il nostronumero verde (tel: 800.12.32.13); la raccolta di que-ste informazioni potrà darci un quadro reale, anchese approssimativo, delle esigenze delle famiglie.Parallelamente stiamo mettendo a punto un proget-to attraverso il quale ci proponiamo di raccogliere

Page 22: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Baviera, et al.22

dati sugli interventi effettuati presso le scuole italia-ne da parte delle strutture sanitarie preposte all’e-mergenza/urgenza (tutte le chiamate pervenute al118 per assistenza sanitaria a scuola e accessi inPronto Soccorso) con l’obiettivo di tentare unaprima valutazione e confronto, in termini dicosto/beneficio tra l’attuale modalità di gestionedelle richieste di assistenza in emergenza prove-nienti dalle scuole rispetto alla presenza di presìdisanitari scolastici con i compiti ad essi attribuiti dallaproposta di legge presentata nella regione Lazio”.

Avv. Prof. Mario ZanchettiOrdinario di Diritto Penale e Preside della Facoltàdi Giurisprudenza, Università “Carlo Cattaneo” -LIUC; partner Studio Legale Fornari - Pulitanò -Zanchetti, in Milano

Alla luce dell’attuale normativa italiana qualepossibilità hanno i genitori di bambini allergici easmatici in situazione di gravità, a rischio di attac-chi acuti di asma e shock anafilattico, che potreb-bero avere un decorso potenzialmente fatale, diveder garantito il diritto dei loro figli a frequen-tare la scuola avendo la garanzia di un appropria-to ed immediato intervento per la scelta dei far-maci salvavita da somministrare e la loro sommi-nistrazione in funzione della gravità e dell’evolu-zione della reazione allergica in corso?“L’inquadramento giuridico della questione nonpuò prescindere al disposto della Costituzioneche, all’art. 32 dispone: ‘la Repubblica tutela la salu-te come fondamentale diritto dell’individuo e interes-se della collettività’.Studiare in un ambiente confortevole, igienico esicuro è un diritto dello studente, sancito anchedalla ‘Carta dei Servizi Scolastici’ - titolo III -D.P.C.M. 7 giugno 1995 (G.U. nr. 138 del15/06/95).Anche il Testo Unico sulla Sicurezza (d.lgs.81/2008) impone obblighi in materia d’igiene esicurezza in capo al datore di lavoro, che per lascuola è il Dirigente scolastico di ciascun istituto.Tale figura, qualora le competenze interne all’isti-tuto siano insufficienti a garantire la sicurezza e l’i-giene, è sottoposto all’obbligo di rivolgersi a even-tuali competenze esterne, quali, ad esempio, lelocali A.S.L.Il D.P.R. n. 264/1961, recante ‘Disciplina dei servizie degli organi che esercitano la loro attività nelcampo dell’igiene e della sanità pubblica’, titolo III,disciplina i servizi di medicina scolastica. In partico-lare l’art. 9 dispone che ‘la tutela della salute della

popolazione scolastica e la vigilanza sull’igiene dellescuole, degli istituti di educazione ed istruzione e delleistituzioni parascolastiche spettano al Ministero dellaSanità, d’intesa con il Ministero della PubblicaIstruzione e con il Ministero del Lavoro e dellaPrevidenza Sociale’. Secondo l’art. 11, ‘la vigilanzaigienica delle scuole e la tutela sanitaria della popo-lazione scolastica vengono esercitate con sevizi medi-co-scolastici a carattere prevalentemente profilatticoe con servizi specialistici’.In materia di salute nelle scuole, è quindi possibilericonoscere la sussistenza di due responsabilitàconcorrenti:- quella del dirigente scolastico, tenuto a richiede-re all’amministrazione di intervenire per garantireuna sicura e sana struttura;- quella del servizio medico-sanitario, responsabile,invece, del profilo più strettamente medico, intesocome benessere psico-fisico di ciascun studente.L’obbligo di intervento del personale scolastico,docente e non, dinanzi ad una crisi respiratoria e/oallergica di uno studente, è però limitato alla solachiamata dei soccorsi. Questo perché - a tutt’oggi-il nostro ordinamento non prevede nessuna leggeche imponga a tali soggetti di intervenire attiva-mente e specificamente (ad esempio utilizzando inebulizzatori aerosol) nei confronti di uno studen-te in stato di crisi respiratoria”.

Il personale docente o non docente che operaall’interno dell’ambiente scolastico a cosa vaincontro da un punto di vista legale in caso dimancata somministrazione di un farmaco salvavi-ta ad un alunno nei seguenti casi?a. La scuola non è stata informata della patologiadell’alunno.Ovviamente in questo caso il personale scolastico(docente o non) deve intervenire nella situazioned’urgenza attivandosi diligentemente per ottenerei soccorsi necessari. Qualora la procedura d’ur-genza sia rispettata, avverso l’istituto ed il perso-nale non può essere mosso alcun addebito diresponsabilità”.

b. La scuola è stata informata ma non ha perso-nale interno volontario alla somministrazione deifarmaci e pertanto comunica alla famiglia la pro-pria impossibilità ad intervenire.“Il Dirigente Scolastico, ex d.lgs. 81/2008, ha ildovere di predisporre le misure di tutela dellasalubrità dei luoghi, nonché di avvisare le compe-tenti autorità sanitarie locali della presenza di

Page 23: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il bambino allergico-asmatico a scuola: un problema ancora tutto da risolvere 23

eventuali casi di studenti affetti da patologie respi-ratorie. Al di fuori di questi obblighi e del sopra-menzionato dovere di chiamare i soccorsi nell’ipo-tesi di crisi respiratoria di uno studente, il perso-nale scolastico (docente e non) non ha alcundovere di intervento, a causa della carenza dipoteri in materia.Deve infatti considerarsi che l’istituzione di unobbligo a carico di un soggetto determinato nonpuò mai prescindere dalla verifica che questa per-sona sia in possesso delle specifiche competenze econoscenze atte ad evitare il verificarsi dell’eventolesivo.Affinché il personale scolastico possa essereconsiderato responsabile e dunque obbligato adagire nelle circostanze soprascritte, è dunquenecessario che gli specifici corsi di intervento sani-tario siano obbligatoriamente previsti (nel piano distudio accademico di scienze della formazioneoppure nel quadro della formazione permanente),e siano tali da garantire l’effettivo possesso di com-petenze e conoscenze sanitarie.Al presente si ritiene che tale soluzione difficil-mente sarà adottata dal legislatore, soprattuttoper la difficoltà ravvisabile nella formazione specifi-ca sanitaria in ambito accademico di soggetti deltutto profani in materia”.

c. La scuola è stata informata ed ha personaleinterno volontario (non sanitario) disponibile allasomministrazione, al quale viene fornito il pianoterapeutico personalizzato del bambino sul qualeintervenire.“La presenza di personale interno volontario (nonsanitario) disponibile alla somministrazionepotrebbe originare un obbligo di intervento attivo.Sotto il profilo giuridico è necessario un distinguo,a seconda che sia o meno ravvisabile a capo diquesti soggetti una posizione di garanzia. Talenozione indica l’assunzione (ex art. 40 del codicepenale) da parte di un soggetto del ruolo di garan-te, nello specifico caso, della salute dello studente.Deve tuttavia evidenziarsi che tale obbligo èrichiesto dalla legge solo nell’ipotesi in cui un sog-getto sia in possesso dei necessari poteri di inter-vento, quelle nozioni in materia che gli consenta-no di apportare le cure necessarie.Di talché, solo il personale interno provvisto diquelle specifiche competenze atte ad interveniredirettamente in caso di crisi respiratorie (ad esem-pio nel caso in cui sappia utilizzare e dosare il nebu-lizzare aerosol) sarà obbligato ad attivarsi in talicasi, indipendentemente dal carattere volontario

della propria prestazione: la legge, infatti stabilisceche anche l’assunzione volontaria di una posizionedi garanzia obbliga il garante a far tutto il possibileper impedire l’evento lesivo.Nel caso in cui, invece, il personale interno nonabbia alcuna conoscenza in materia, l’unico obbligoincombente sarà quello di chiamare urgentementei soccorsi (per le stesse motivazioni di cui supra,concernenti la posizione del personale scolastico).Conseguentemente, il fatto di aver fornito il pianoterapeutico personalizzato del bambino sul qualeintervenire rileva solo nell’ipotesi di personaleinterno volontario in possesso di nozioni parame-diche specifiche. La conoscenza della patologiaspecifica di uno studente non può che incidere,sotto il profilo giuridico, nella richiesta di una mag-gior attenzione nel monitorare e controllare i sog-getti a rischio di tali disturbi.All’uopo è importante sottolineare che il perso-nale volontario, specificamente formato, potrà(anzi dovrà) agire, ma il suo intervento non potràestendersi nel compimento di atti tipici del medi-co, in forza della carenza di titolo abilitativo, penal’accusa di esercizio abusivo della professionemedica (ex art. 348 del codice penale). Il chesignifica che, in concreto, questo personalevolontario potrà intervenire in casi di estremaurgenza praticando quegli atti tipicamente richie-sti in caso di crisi respiratoria (ad esempio, ilmenzionato utilizzo del nebulizzatore), ma in nes-sun caso potrà effettuare atti che richiedano spe-cifiche competenze mediche, come ad esempio,diagnosticare una patologia ad un soggetto chesia stato colpito da malore”.

d. La scuola è stata informata ed ha personaleinterno volontario disponibile alla somministra-zione al quale non viene fornito il piano tera-peutico personalizzato del bambino sul qualeintervenire.“Quanto alla posizione giuridica rivestita dal per-sonale interno volontario, si rinvia al punto prece-dente. In questa sede, si evidenzia solamente chenell’ipotesi in cui non sia fornito il piano terapeu-tico personalizzato sul quale agire, il soggettoavrà l’obbligo di intervenire solo qualora le sueconoscenze in materia siano tali da permetterglidi riconoscere la patologia respiratoria cui èaffetto il bambino durante la crisi e, conseguen-temente, di scegliere il relativo farmaco. In casocontrario, non dovrà fare null’altro che chiamareurgentemente i soccorsi”.

Page 24: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Baviera, et al.24

e. La scuola è stata informata e non avendo per-sonale interno disponibile chiede alle strutturesanitarie di provvedere alla fornitura di personalequalificato per soddisfare le esigenze dell’alunno.“Tale situazione richiama gli obblighi descritti aiprecedenti punti 1 e 2 b): il Dirigente Scolastico diciascun istituto, qualora le competenze interneall’istituto siano insufficienti a garantire la sicurezzae l’igiene, e dunque a garantire la salute degli stu-denti, ha l’obbligo di rivolgersi a eventuali compe-tenze esterne, specifiche, in grado di sopperire aquesta carenza, quali, ad esempio, le locali A.S.L. Atal punto saranno le locali A.S.L. che, informatecirca la sussistenza di situazioni ‘a rischio’, dovran-no predisporre gli interventi all’uopo necessari”.

f. Può configurarsi una responsabilità dei genito-ri nel caso in cui, consapevoli dei rischi alla salu-te ai quali il bambino potrà andare incontro nel-l’ambiente scolastico e consapevoli che nessunosomministrerà i farmaci in caso di necessità lasci-no il proprio figlio in custodia della scuola?“Come principio generale dell’ordinamento, i geni-tori sono responsabili delle scelte effettuate per ilminore, anche con riguardo alla tutela della suasalute. Pertanto, ove espongano colpevolmente o

consapevolmente a rischi il minore, potrannoessere chiamati a rispondere delle conseguenzelesive alla salute del medesimo. In ambito penale,l’art. 40 c.p. stabilisce che ‘Non impedire un eventoche si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale acagionarlo’. La legge certamente istituisce una posi-zione di garanzia a capo di ciascun genitore che,assumendo il ruolo di garante, ha il dovere di pro-teggere la salute e/o la vita del proprio figlio: il cheimporta anche l’obbligo di comunicare all’istituzio-ne scolastica particolari patologie e/o disturbi dicui è affetto il minore, sì da permettere al perso-nale scolastico di organizzarsi per poter interveni-re nel migliore dei modi, a seconda del caso di cia-scun studente. Ricordiamo che per i minori in etàdi scuola dell’obbligo i genitori hanno il dovere dimandare i propri figli a scuola: l’unico modo percontemperare il dovere di garantire l’istruzione deifigli e quello di garantirne la salute è appunto quel-lo di informare la scuola delle particolari condizio-ni di salute del bambino che possono esporlo a unrischio e discutere con la scuola gli interventinecessari. Se la scuola non è in grado di farvi fron-te, l’A.S.L. dovrà far sì che i minori frequentino lascuola dell’obbligo in condizioni di sicurezza per lapropria salute”.

1. www.sidria.net (Studio Italiano sui DisturbiRespiratori nell’Infanzia e Ambiente).

2. Hillemeier M M, Gusic M E, Bai Y. Rural andUrban Children with Asthma: are School HealthServices meeting Their Needs? Pediatrics 2006; 118:1097-1103.

3. Disponibile al sito: www.federasma.org.

4. U.S. Department of Health and HumanServices. Healthy People 2010: Understandingand Improving Health. Objectives for ImprovingHealth. 2nd ed,Volume I and II.Washington, DC:US Government Printing Office; 2000.

5. Disponibile al sito:www.ioeasma.it/scuole_in_rete.htm.

6. Disponibile al sito: www.iomispiro.it.

7. Studio HESE (Health Effects of SchoolEnvironment) 2004-2005.

8. Regione Lazio, Legislatura VIII, Consiglioregionale del Lazio, Proposta di Legge N. 342del 15 novembre 2007 - Istituzione di PresidiSanitari Scolastici e norme per la prevenzioneed il controllo delle malattie allergiche e dell’a-sma bronchiale.

9. Cavagni G, Frateiacci S. Tutela dei bambini aller-gici ed asmatici a scuola: la pianificazione di inter-venti di urgenza da parte del personale scolastico.Atti 10° Congresso Nazionale SIMRI-SocietàItaliana Malattie Respiratorie Infantili 2006.

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 25: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il bambino allergico-asmatico a scuola: un problema ancora tutto da risolvere 25

10. Disponibile al sito: www.federasma.org.

11. 3° e 4° rapporto CRC - Gruppo di lavoroper la convenzione dei diritti dell’infanzia e del-l’adolescenza.

12. CnAMC - V,VI e VII rapporto sulle politichedella cronicità - anni 2005, 2006, 2007

13. Giovanni Cavagni, Sandra Frateiacci, LauraReali,Alberto G. Ugazio - “II Giornata del BambinoAllergico - conoscere, comprendere, operare per unambiente sano e sicuro per il bambino allergico”Roma 9 Febbraio 2007.

14. Linee Guida per la tutela e la promozionedella salute negli ambienti confinati. G.U. n. 276del 27 novembre 2001, supplemento ordinarioN. 252 Conferenza permanente per i rapporti tra

lo Stato, le Regioni e le Province Autonome diTrento e Bolzano. Gruppo di Lavoro per la revi-sione e l’aggiornamento delle “Linee Guida per laprevenzione ambientale nelle scuole dei fattori dirischio indoor per asma e allergia”.

15. Ordinanza cautelare (art. 700) del Tribunaledel Lavoro di Roma sentenza 2779/2002 e suc-cessiva sentenza definitiva: dispositivo n. 809 del15-01-2004; Tribunale di Santa Maria CapuaVetere - Sezione Lavoro R.G. n. 12287/04, R.Ord.n.846/04;Tribunale di Ancona - Sezione I, R.G. n.199196/05.

16. Protocollo d’intesa Asl RmD-Municipio XIII perdotare gli Istituti scolastici di presidi sanitari.Roma, 29 settembre 2008. Disponibile al sito:www.comune.roma.it.

BIBLIOGRAFIA

Page 26: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Introduzione

La tubercolosi ha rappresentato una delle patolo-gie di maggiore impatto sociale nei secoli recentie, nonostante il progressivo declino osservato neipaesi sviluppati a partire dalla metà dell’800, anco-ra oggi costituisce la prima causa di morte per sin-golo agente infettivo.Si calcola che circa un terzo della popolazione mon-diale sia infetto daMycobacterium tuberculosis (MTB)e, secondo le cifre fornite dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità, nel 2005 i casi di tubercolosi(TB) erano 8,8 milioni, dei quali 1,3 milioni in sog-getti sotto i 15 anni (1). La stragrande maggioranza

dei casi si verifica nei paesi in via di sviluppo, in par-ticolare nell’Africa sub-sahariana dove la co-infezio-ne con il virus dell’HIV ha determinato un dramma-tico aumento dell’incidenza e della mortalità (2).Particolarmente problematiche sono anche alcuneregioni asiatiche quali India e Cina ed i paesi sovie-tici nei quali il crollo dei sistemi sanitari interni hafavorito il diffondersi di ceppi farmaco-resistenti inseguito all’inadeguato trattamento dei casi dimalattia (3). Nei paesi a bassa prevalenza tuberco-lare, compresa l’Italia, il progressivo declino secola-re della patologia tubercolare ha subito un arresto

Barbara Maria Bergamini1, Luca Richeldi2

A.O.U. Policlinico di Modena, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia: 1DipartimentoIntegrato Materno-Infantile; 2Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Patologie dell’ApparatoRespiratorio

26

L’infezione tubercolare nel bambino: ilcontributo dei nuovi test immunologici

Tuberculosis infection in children: role of thenew T-cell based assays

Parole chiave: tubercolosi, bambino, Mantoux, Interferon-γ, test diagnostici

Keywords: tuberculosis, children, Mantoux, Interferon-γ, diagnostic tests

Riassunto. Negli ultimi decenni si è verificato un incremento dei casi di tubercolosi anche in aree tradizionalmente ritenutea bassa prevalenza di malattia, in particolare tra i giovani adulti recentemente immigrati. Questo fattore rappresenta un rischiodi maggiore diffusione dell’infezione tra i bambini. I soggetti in età pediatrica, in particolare quelli al di sotto dei 5 anni di età,rappresentano un gruppo ad alto rischio di sviluppare malattia se infettati dal M. tuberculosis; peraltro, la diagnosi in questogruppo di età presenta notevoli difficoltà per l’aspecificità del quadro clinico-radiologico e la bassa resa dei test microbiologi-ci. I bambini ed i ragazzi a rischio di infezione tubercolare latente devono essere pertanto precocemente individuati ed oppor-tunamente trattati.Fino a pochi decenni or sono, l’unico test disponibile per individuare i soggetti con infezione tubercolare latente era il test cuta-neo tubercolinico (o test di Mantoux), che però presenta notevoli limiti, in particolare mostra scarsa sensibilità (nei pazientiimmunodepressi) e scarsa specificità (nei soggetti vaccinati con BCG). Sono stati recentemente sviluppati test basati sul rilasciodi interferone-γ che hanno dimostrato di avere buona sensibilità ed elevata specificità anche nei gruppi più a rischio. È preve-dibile quindi che l’applicazione di questi nuovi strumenti diagnostici in ambito pediatrico possa contribuire ad una più accura-ta individuazione dei soggetti con infezione tubercolare contribuendo quindi a ridurre la diffusione della malattia nella popola-zione generale.

Accettato per la pubblicazione il 20 novembre 2008.

Corrispondenza: Dott.ssa Barbara Maria Bergamini, Clinica Pediatrica, Dipartimento Integrato Materno-Infantile,A.O.U. Policlinico di Modena- Via del Pozzo 71, 41100 Modena; e-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 26-35

Page 27: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

L’infezione tubercolare nel bambino: il contributo dei nuovi test immunologici 27

a partire dagli anni ‘80 con un successivo lieveincremento del numero di casi segnalati. Questainversione di tendenza è stata favorita da svariatifattori: l’invecchiamento della popolazione, l’au-mento dei casi di immunodeficienza terapeutica oper HIV e l’aumento dell’immigrazione da paesi adalta prevalenza di TB (4). Un ulteriore elementocritico è rappresentato dalla progressiva riduzionedell’interesse nei confronti della patologia tuber-colare, considerata a torto “in via di estinzione”, edal conseguente smantellamento delle strutturepreposte alla sorveglianza ed al contenimentodella patologia.I flussi migratori da paesi ad alta endemia tuberco-lare costituiscono probabilmente il fattore di mag-gior impatto per quanto riguarda il diffondersi del-l’infezione tra i bambini. Alla fine degli anni ‘80 lamaggior parte dei casi di malattia si verificavano insoggetti italiani nella fascia di età oltre i 65 anni.Questi pazienti avevano contratto l’infezione in gio-ventù, in un periodo in cui anche in Italia l’infezioneda MTB era diffusa, e avevano sviluppato malattia intarda età per patologie intercorrenti; questi casidavano origine a piccole epidemie familiari concoinvolgimento solo marginale di bambini.Attualmente la maggior parte dei casi contagiosi siverificano, invece, in soggetti di recente immigrazio-ne nella fascia di età tra i 15 e i 44 anni, cioè in unperiodo della vita caratterizzato da una maggiorepossibilità di rapporto con bambini in ambito fami-liare e sociale (5). La sorgente del contagio nei bam-bini è rappresentata infatti da adulti o adolescenticon TB bacillifera nell’ambito familiare o sociale. Seil bambino infetto o ammalato ha meno di 3 anni èaltamente probabile che il caso indice sia uno deigenitori o un altro parente convivente. Nelle etàsuccessive aumentano le probabilità che la sorgen-te dell’infezione sia all’esterno della famiglia.La trasmissione avviene per via aerogena attraver-so minutissime particelle (droplet nuclei) emessedall’individuo affetto da TB bacillifera attraverso latosse o la vocalizzazione. Tali particelle hanno undiametro aerodinamico di massa che ne consentesia la permanenza in sospensione per qualche ora,sia la penetrazione fino ai tratti distali delle vieaeree (1-5 µ). La probabilità di contrarre infezionein seguito all’esposizione ad un paziente contagio-so dipende sostanzialmente dalla quantità di bacil-li sospesi nell’aria ambiente (quindi dalla concen-trazione di bacilli nell’espettorato del paziente, dal-l’intensità della tosse e dal tipo di ambiente in cui

avviene il contatto) e dalla durata del contattostesso. Forme extra-toraciche di TB non rappre-sentano un rischio di trasmissione se non in occa-sione di particolari indagini strumentali in grado diliberare micobatteri e sospenderli nell’ariaambiente. La trasmissione per ingestione di latteinfetto (M. bovis) e quella cutaneo-mucosa rappre-sentano attualmente una quota insignificante dicasi di infezione anche nei paesi poveri. Temibile,ma rarissima è la TB prenatale (da infezione pla-centare) o perinatale (trasmissione al momento osubito dopo il parto).Un bambino ammalato di TB ha necessariamentecontratto l’infezione da poco tempo (solitamentei sintomi si manifestano entro un anno dal conta-gio). Per questa ragione un caso di TB in un bam-bino viene considerato un “evento sentinella”, chesegnala la presenza di una TB contagiosa nell’en-tourage del piccolo paziente, caso che andrà atti-vamente e prontamente ricercato. Più in generale,la numerosità dei casi diTB in soggetti di età pedia-trica viene considerata come un indicatore dell’ef-ficacia delle strategie di controllo della malattiatubercolare in una determinata popolazione.Una volta avvenuto il contagio, molti sono i fattoriche influiscono sulla probabilità che il bambino svi-luppi o meno malattia: stato immunologico, condi-zioni di nutrizione, vaccinazione con Bacillo diCalmette-Guérin (BCG) e, soprattutto, l’età. Ilrischio in assoluto più elevato si riscontra nei lattantie nei bambini sotto l’anno di vita che si ammalanonel 50%-75% dei casi e che inoltre presentanoun’alta incidenza di forme disseminate e di meningi-te. Il rischio rimane elevato fino ai due anni di vita,ma già dopo l’anno si riduce l’impatto delle formedisseminate. Negli anni successivi, il rischio di malat-tia decresce e nei bambini in età scolare è parago-nabile, o addirittura inferiore, a quello degli adulti:5% nei primi due anni dall’infezione, 7%-10% neirestanti anni di vita (6-8). Per ragioni non ancoracompletamente chiarite nel periodo adolescenzialesi osserva un nuovo innalzamento del rischio dimalattia a seguito di una recente prima infezione; inquesta fascia di età, inoltre, non sono infrequenticasi di TB secondaria per riattivazione di infezionicontratte anni prima, in particolare in ragazzi direcente immigrati (9). I bambini con stati di immu-nocompromissione o malnutriti sono soggetti ad unrischio paragonabile a quello dei lattanti (7, 10).La relativa immaturità della risposta immune checaratterizza i primissimi anni di vita rappresenta

Page 28: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Bergamini, et al.28

pertanto un fattore che incide considerevolmentesulla capacità di contenimento dell’infezione daparte del soggetto esposto e rende ragione delmaggior rischio di malattia e di disseminazione inlattanti e bambini piccoli. Nei primi anni di vitasono stati documentati svariati difetti dell’immuni-tà innata e specifica (tra cui ridotto killing, difetto-sa presentazione dell’antigene, ridotta polarizza-zioneTh1) che comportano una minore efficienzanel combattere l’infezione da patogeni intracellula-ri quali il MTB (11). La progressiva maturazionedella risposta immune rende l’ospite capace dicontenere i micobatteri nei foci della risposta ini-ziale, ma non di eradicarli; si realizza quindi la con-dizione di infezione tubercolare latente (ITBL) chepersiste tutta la vita e che espone il soggetto alrischio di riattivazione.L’inoculazione di vaccino BCG rappresenta unpotente stimoloTh1 che in parte corregge la difet-tosa risposta T-cellulare e determina una maggiorcapacità di contenimento dell’infezione (11-13). IlBCG somministrato alla nascita offre una significa-tiva, sebbene non completa, protezione nei con-fronti delle devastanti forme diTB disseminata tipi-che del primo anno di vita. L’effetto positivo sulsistema immune sembra coinvolgere altri patogeniintracellulari, come è suggerito dall’osservazione diuna minore mortalità complessiva nel primo annodi vita nei bambini BCG vaccinati. Questo effetto“non-specifico” del BCG si mantiene dopo corre-zione per diversi confondenti quali lo stato HIV,condizioni di vita ed altre vaccinazioni a cui i bam-bini erano stati sottoposti (14).

La TB intratoracica

L’età del paziente influisce sia sulla probabilità diprogressione che sulle manifestazioni cliniche dellamalattia tubercolare. Le forme di TB primaria pro-prie del bambino comportano manifestazioni clini-che e radiologiche sostanzialmente differentirispetto a quelle “classiche” da riattivazione tipichedell’adulto e dell’adolescente.All’insediamento dei micobatteri consegue la for-mazione del classico complesso primario diRanke (alveolite, linfangite, linfoadenite mediasti-nica); nel parenchima e nei linfonodi si sviluppanola flogosi granulomatosa e la necrosi caseosa che,nei casi favorevoli, evolvono verso la guarigione confibrosi e calcificazione, con persistenza dei micobat-teri all’interno delle lesioni. Alla formazione del

complesso primario si associa frequentementeuna diffusione linfo-ematogena per lo più occulta,che nei lattanti è appunto responsabile dei quadridi malattia disseminata (meningite e miliare) che simanifestano entro 1-2 mesi dall’infezione.La reazione infiammatoria è più pronunciata alivello dei linfonodi che del parenchima, ed è que-sta la principale caratteristica che differenzia ilbambino dall’adulto. La vivace flogosi ed il massivoaumento di volume dei linfonodi mediastinici sonoresponsabili di ostruzione parziale o completadelle vie aeree che conducono ad iperinflazione oatelettasia dei segmenti a valle. Lo sviluppo dinecrosi a carico di un linfonodo a contatto con levie aeree può determinare la formazione di gra-nulomi aggettanti nel lume o erodere la paretecon passaggio di materiale infetto nel bronco checausa una ampia gamma di quadri di interessa-mento polmonare. In forme avanzate di malattia vipuò essere l’erosione di altre strutture mediastini-che quali il pericardio, il nervo frenico o l’esofago.Se il focus primario risiede nel lobo superiore, i lin-fonodi interessati saranno quelli paratracheali,mentre verranno coinvolti quelli ilari se il focus è acarico dei lobi inferiori o del lobo medio (15).Solo nei bambini nel primo anno di vita e negliimmunocompromessi la sede del focus parenchi-male può divenire la sede principale del processopatologico per lo scarso contenimento della mol-tiplicazione dei micobatteri nel punto di deposi-zione. Il danno parenchimale progressivo porta aquadri di consolidazione che possono complicarsicon cavitazione ed erosione bronchiale, pleurica opericardica (TB polmonare progressiva). I quadriradiologici che si osservano nei bambini con TBsono quanto mai vari e, nelle fasi precoci di malat-tia, non caratteristici. Nel sospetto di una patolo-gia TB andrà sempre richiesta una radiografia inentrambe le proiezioni per meglio evidenziarel’impegno linfonodale, elemento suggestivo anchese non dirimente.La sintomatologia classica caratterizzata da febbri-cola, astenia, sudorazione notturna, dimagrimento,tosse ed emoftoe in età pediatrica è presente pra-ticamente solo negli adolescenti. Nei bambini piùpiccoli le manifestazioni respiratorie sono attenua-te e prevalgono lo scadimento delle condizionigenerali e la tachipnea. Nel bambino più grandi-cello possono essere presenti tosse, wheezinglocalizzato o diffuso (compressione bronchiale),rantoli localizzati e febbre, talvolta anche elevata.

Page 29: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

L’infezione tubercolare nel bambino: il contributo dei nuovi test immunologici 29

Tali sintomi sono purtroppo assolutamente aspe-cifici, propri delle comuni flogosi delle vie aereecosì frequenti in questa età.Nei paesi ad alte risorse come il nostro, è infre-quente che la diagnosi avvenga a stadi di malattiaparticolarmente avanzati, grazie alla rigorosa ricer-ca dei contatti dei casi denunciati e al facile acces-so alle strutture sanitarie. Viceversa, circa l’80%delle diagnosi avviene in bambini pressoché asin-tomatici indagati per contatto con caso contagio-so o per recente immigrazione (15). In sintesi, nelbambino ci troviamo di fronte a quadri clinico-radiologici piuttosto aspecifici; generalmente ildato che maggiormente orienta verso una eziolo-gia tubercolare è quello “epidemiologico” di uncontatto con un caso noto di TB o di provenienzada paesi ad alta endemia.La conferma microbiologica è l’altro aspetto dolen-te della diagnosi di TB nel bambino: ottenere uncampione di espettorato da esaminare è molto dif-ficile nel bambino e praticamente impossibile nellattante. In tali condizioni si ricorre al sondaggiogastrico eseguito di primo mattino con raccoltadelle secrezioni inghiottite durante la notte. Imigliori risultati si ottengono con 3 gastroaspiratiper 3 giorni successivi. Su questi campioni vengonoeffettuati l’esame diretto dell’espettorato (disponi-bile in 24-48 ore, semplice e poco costoso) e lacoltura con antibiogramma (richiede 20-40 giorni,occorre un laboratorio attrezzato). Essendo la TBprimaria tipicamente paucibacillare, la resa di que-sti test nei bambini è complessivamente deludente;nell’adolescente, viceversa, si ottiene un isolamentocolturale in un altissima percentuale di casi.L’esame diretto dell’espettorato o del lavaggiogastrico consiste nella ricerca al microscopio otti-co di bacilli alcool acido resistenti dopo colorazio-ne con il metodo di Ziehl-Neelsen o con micro-scopio a fluorescenza dopo colorazione con aura-mina-rodamina. Solo i campioni con alta concen-trazione di micobatteri risultano positivi; si calcolache un test positivo corrisponda ad una caricamicobatterica di almeno 5 x 103/ml. La probabilitàdi ottenere un esame diretto positivo nei bambiniconTB clinicamente accertata è di appena il 10%-15%. Nell’adolescente, che presenta frequente-mente forme cavitarie, il test è invece positivo nel90%-100% dei casi e tale dato rimarca l’alta con-tagiosità di questi casi.L’esame colturale positivo rappresenta il gold stan-dard della diagnosi di tubercolosi attiva e rende

possibile accertare la sensibilità ai farmaci nel casospecifico. Sebbene più sensibile e specifico dell’e-same diretto, la probabilità di isolare il micobatte-rio nei bambini non supera il 30%-40% dei casi(15). Un rendimento migliore rispetto ai testmicrobiologici eseguiti su gastroaspirato è statoriportato con la tecnica dell’espettorato indottocon aerosol di soluzione salina al 5% (16). La pro-cedura induce tosse profonda ed espettorazione,condizioni che aumentano il rischio di trasmissio-ne al personale sanitario o ad altri pazienti e devepertanto essere eseguita in locali appositi (pres-sione negativa) da personale esperto con prote-zioni adeguate.Se la coltura da lavaggio broncoalveolare aumentio meno la resa degli accertamenti microbiologici èancora oggetto di discussione; l’invasività della tec-nica ne fa riservare l’uso ai casi con complicanzeendo-bronchiali o nei quali è molto importanteisolare il micobatterio per valutare la sensibilità aifarmaci (mancata identificazione del caso indice,sospetto di farmaco-resistenza) (17, 18).Occorre comunque tenere presente che a causadella lenta crescita del micobatterio, il risultatodella coltura è atteso anche con le nuove tecno-logie su terreno liquido non prima di 20 giorni.Occorrono complessivamente 40 giorni per la con-ferma della negatività. I test molecolari basati sul-l’amplificazione del DNA micobatterico (PolymeraseChain Reaction o PCR) hanno una sensibilità del40%-60% in casistiche pediatriche, pertanto supe-riore a quella delle tecniche colturali. Sebbene sianostati segnalati limiti sia tecnici che di interpretazione,i test molecolari (disponibili in qualche giorno) rap-presentano un supporto di rilievo ed offrono la pos-sibilità di abbreviare notevolmente i tempi della con-ferma del sospetto diagnostico (19-21).L’infezione da MTB è ovviamente condizionenecessaria ma non sufficiente per lo sviluppo dimalattia tubercolare. La documentazione di unaMantoux positiva in un contesto clinico suggestivoinfatti può avvalorare il sospetto diagnostico, manon consente di fare diagnosi. In questo ambito,comunque, il limite principale della Mantoux (testcutaneo tubercolinico, TCT) è l’alta incidenza dianergia che si riscontra in particolare nei pazien-ti con forme disseminate, nei bambini sotto i 3anni e negli immunocompromessi. In letteraturaviene riportato che il 10%-14% dei bambiniimmunocompetenti con TB confermata risultaTCT-negativo al momento della diagnosi (18, 22);

Page 30: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Bergamini, et al.30

tale percentuale aumenta notevolmente nei bam-bini piccoli o non immunocompetenti (23, 24).Pertanto, a fronte di un sospetto diagnostico fon-dato, non è possibile escludere una eziologia tuber-colare sulla sola base di una Mantoux negativa.

L’infezione tubercolare latente

Nei paesi a bassa prevalenza, i cardini delle strate-gie di controllo e prevenzione della diffusione dellaTB sono la diagnosi precoce delle malattie attive(per ridurre i casi di contagio), e la ricerca attivadei casi di ITBL nei gruppi a rischio (per evitarenuovi casi in futuro) (4). Da tempo sono statesospese le strategie di ricerca dei casi di TB laten-te attraverso screening di popolazione, mentreviene indicata la valutazione delle categorie arischio (25). I soggetti maggiormente a rischio diinfezione sono rappresentati indubbiamente daibambini venuti a contatto con casi attivi di TB,rispetto alla quale i servizi di igiene pubblica devo-no mettere in atto una pronta e rapida ricerca deicontatti di ogni caso di malattia attiva segnalato.In questi bambini occorre escludere tempestiva-mente una malattia in atto e valutare una condi-zione di infezione. L’alta percentuale di evoluzionea malattia a breve distanza dal contagio e i tempinecessari per lo sviluppo della ipersensibilità ritar-data impongono nei soggetti sotto i 15 anni di ini-ziare la profilassi con isoniazide anche in caso diaccertamenti iniziali negativi per infezione (che-mioprofilassi preventiva). Un controllo a distanzadi 8-12 settimane dalla sospensione del contattoindirizzerà la futura condotta terapeutica: in casodi “conversione” la profilassi sarà prolungata per 9mesi complessivi (chemioprofilassi), in caso di per-sistente negatività il farmaco verrà sospeso.Altri gruppi di popolazione a rischio di esposizioneal MTB sono i bambini e gli adolescenti provenien-ti da paesi ad alta endemia o che vi abbiano sog-giornato per periodi prolungati e, più in generale,quelli che vivono o hanno vissuto in famiglie ocomunità a rischio (25-27). Lo screening di questisoggetti viene tradizionalmente eseguito con ilTCT che, fino a pochi anni fa, era l’unico strumen-to disponibile per accertare una condizione di infe-zione in un soggetto non ammalato. Questi gruppidi popolazione, tuttavia, provengono da paesi in cuiè prassi vaccinare con BCG e nei quali sono diffu-se le infezioni sub-cliniche da micobatteri nontubercolari (MNTB). Entrambe queste condizionisono in grado di indurre reattività aspecifiche al

TCT e creano difficoltà di interpretazione del test(28). Il TCT prevede l’inoculazione intradermica di5 UI di purified protein derivative (PPD) sulla super-ficie volare dell’avambraccio. Il PPD è un cocktail dicirca 200 antigeni a basso peso molecolare otte-nuto da colture di micobatteri in terreno liquido.Vi sono contenuti antigeni comuni ad altri mico-batteri, in particolare ai ceppi di M. bovis usati perl’allestimento del BCG ed ai MNTB (29). In ragio-ne dell’alto tasso di falsi negativi (determinati dacondizioni che compromettono la risposta immu-ne in via transitoria o permanente) e falsi positivi(legati principalmente a vaccinazione BCG ed infe-zione da MNTB) il cut-off del TCT varia in relazio-ne al grado di rischio di esposizione e di sviluppodi malattia (Tabella 1). Valori di reazione ≥5mmvengono infatti considerati positivi (Tabella 2) inbambini con sospetta TB, immunocompromessi oa contatto con un caso bacillifero il cut-off di 10 e15 mm vengono suggeriti man mano che il rischiodi esposizione e di malattia decrescono (30).

I nuovi test diagnostici per l’infezionetubercolare

La limitata sensibilità e la ridotta specificità delTCTvengono annoverate tra le cause principali delloscarso risultato delle strategie di controllo dellapatologia nei paesi industrializzati. Sono statirecentemente sviluppati nuovi test in vitro per ladiagnosi di infezione tubercolare (Tabella 3) basatisul rilascio di interferone-γ (Interferon-GammaRelease Assays, IGRA) che risultano più sensibili epiù specifici del TCT e che permettono di supera-re altri inconvenienti del test cutaneo.L’interferone-γ (IFN-γ) è la citochina chiave dellarisposta specifica T-cellulare nei confronti degliantigeni tubercolari; i nuovi test, con due diversemetodiche, misurano l’IFN-γ liberato in risposta aduna stimolazione con antigeni specifici del MTB.Sono attualmente commercializzati due test: il T-SPOT.TB (Oxford Immunotec, Regno Unito) ed ilQuantiFERON-TB Gold In-Tube (Cellestis,Australia). Il test T-SPOT.TB (TS.TB) è stato svilup-pato in Inghilterra alla fine degli anni ‘90 ed è statoapprovato per l’utilizzo diagnostico in vitro inEuropa ed è stato anche approvato per l’uso clini-co dalla Food and Drug Administration americana.La metodica prevede innanzitutto l’isolamento edil controllo di vitalità delle cellule mononucleate dasangue periferico. Un numero standardizzato di talicellule (2.5 x 105) viene immesso in pozzetti sul

Page 31: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

L’infezione tubercolare nel bambino: il contributo dei nuovi test immunologici 31

cui fondo sono stratificati anticorpi anti-IFN-γ.L’aggiunta di antigeni specifici determina, nel casosiano presenti linfociti presensibilizzati, il rilascio diIFN-γ che verrà legato dagli anticorpi sul fondo. Il

successivo sviluppo colorimetrico dà luogo a spotneri che corrispondono al punto in cui era pre-sente un linfocito che ha rilasciato IFN-γ (metodi-ca ELISpot). Due pozzetti vengono impiegati per i

Tabella 1 Fattori associati a falsa negatività del test cutaneo tubercolinico.

Fattori correlati al paziente

• Infezioni virali recenti (morbillo, varicella, parotite, HIV)• Vaccinazioni recenti con virus vivi (morbillo, parotite, polio, varicella)• Infezioni batteriche (febbre tifoide, brucellosi, pertosse, leptospirosi)• Tubercolosi recente (12 w) o ad andamento travolgente (meningite, miliare)• Patologie metaboliche (insufficienza renale cronica)• Stati di ipoproteinemia quali la malnutrizione• Patologie degli organi linfoidi (linfoma, leucemia cronica, Hodgkin, sarcoidosi)• Farmaci (corticosteroidi e altri agenti immunosoppressivi)• Età (<2 anni e anziani)• Stress (interventi chirurgici, ustioni, malattie mentali, GVHD)

Fattori correlati al reagente (tubercolina)

• Impropria conservazione• Impropria diluizione• Denaturazione chimica• Contaminazione

Fattori correlati all’esecuzione del test

• Iniezione sottocutanea• Somministrazione di una quantità ridotta• Ritardo nella somministrazione rispetto alla diluizione

Tabella 2 Definizione di reazione positiva al test cutaneo tubercolinico nel bambino, lattante ed adolescente, indi-pendentemente da eventuale vaccinazione con BCG.

≥5 mm

• Bambini con sospetta malattia tubercolare• Bambini in stretto contatto con persone con malattia tubercolare nota o sospetta• Bambini che ricevono terapia immunosoppressiva (comprese dosi immunosoppressive di steroidi) o concondizioni di immunosoppressione (compresa HIV)

≥10 mm

• Bambini ad aumentato rischio di forma disseminata:- <4 anni- con malattie ematopoietiche o croniche, malnutrizione

• Bambini a maggior rischio di esposizione a casi di TB:- nati in, o con genitori provenienti da, zone ad alta endemia tubercolare- esposti ad adulti ad aumentato rischio di infezione e malattia tubercolare che hanno soggiornato inregioni del mondo ad alta prevalenza di TB

≥15 mm

• Bambini >4 anni senza fattori di rischio per malattia o esposizione

Page 32: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Bergamini, et al.32

due antigeni del MTB ed altri due per i controllipositivo e negativo. La quantità di sangue richiestaper tale test varia da 4 mL nei bambini sotto i 6anni (periodo di fisiologica inversione della formu-la) a 8 mL in quelli più grandi.Il test QuantiFERON-TB Gold In Tube (QFT-IT) èstato messo a punto alla fine degli anni ‘80 ed èstato approvato per l’uso clinico sia in Europa chenegli Stati Uniti. La metodica non prevede l’isola-mento ed il conteggio delle cellule mononucleate,ma utilizza sangue intero che viene raccolto diret-tamente in 3 piccole provette (1 mL ciascuna) checontengono già gli antigeni specifici (3 antigeniinsieme in una provetta) o i controlli negativo epositivo. Dopo opportuna incubazione e centrifu-gazione il plasma può essere separato e processa-to con metodica ELISA oppure refrigerato in atte-sa del successivo dosaggio dell’IFN-γ. Questo sem-plifica le procedure di laboratorio e rende il testpiù maneggevole anche quando non sia disponibi-le un laboratorio attrezzato che analizzi il campio-ne immediatamente.I test IGRA rappresentano una reale innovazionenell’ambito della diagnostica della patologia tuber-colare da decenni. I campi di applicazione di que-sti test sono tutti quelli classici in cui è stata finoraapplicato il TCT: diagnosi di infezione tubercolare

sia attiva che latente, diagnostica della malattiatubercolare, tracing dei contatti e screening dipopolazioni a rischio (31). Il principale punto diforza risiede nella tipologia di antigeni attualmenteutilizzati: ESAT6 e CFP10 nel TS.TB ai quali siaggiunge la proteina TB 7.7 nel QFT-IT. Questeproteine infatti vengono espresse solo dal MTB,mentre non sono presenti nei ceppi diM. bovis uti-lizzati per l’allestimento del BCG e nella stragran-de maggioranza dei MNTB. La risposta al test èpertanto specifica di infezione da MTB, eliminandocosì le principali possibili interferenze. L’alta speci-ficità rende i nuovi test particolarmente utili nelloscreening dei pazienti a rischio di infezione latenteper provenienza da paesi endemici o soggiorno intali paesi. Si tratta infatti, come accennato, di popo-lazioni ad alta prevalenza di vaccinazione BCG edinfezione da MNTB nelle quali una risposta positi-va (≥10 mm) è frequente anche in assenza di infe-zione (18). Nella nostra esperienza, un certonumero di bambini o ragazzi con TCT positivo èrisultato negativo ai nuovi test, ed è stato pertan-to possibile evitare un discreto numero di profilas-si improprie, mentre altri pazienti conTCT inferio-re a 10 mm sono in realtà risultati infetti.La sensibilità dei test IGRA è stata studiata in sog-getti con TB con coltura positiva dimostrando di

Tabella 3 Caratteristiche del test cutaneo tubercolinico e dei nuovi test a confronto.

T-SPOT.TB QuantiFERON-TB TCT

Antigeni ESAT-6 e CFP10 ESAT-6, CFP10 e TB7.7 PPD

Controllo interno positivo Sì Sì No

Standardizzazione Sì Sì Nodei reagenti

Possibile effetto booster No No Sì

Visita di ritorno No No Sì

Tempo per risultato 16-20 ore 16-20 ore 48-72 ore

Interpretazione Oggettiva Oggettiva Soggettiva

Lettura Spot Forming Units Unità di IFN-γ mm

Metodo ELISpot ELISA Reazione cutanea

Substrato del test Cellule mononucleate Sangue intero (in vitro) Cute (in vivo)(in vitro)

Sistema di lettura Conta degli spot (con lente Misura della densità Palpazione dell'infiltratoo lettore automatizzato) ottica con lettore

automatizzato

Cross-reattività con BCG No No Sì

Cross reattività con MNTB No* No* Sì

*possibile cross-reattività con M. marinum, M. kansasii e M. szulgai.

Page 33: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

L’infezione tubercolare nel bambino: il contributo dei nuovi test immunologici 33

essere almeno altrettanto sensibili del TCT (80%-97%) e molto più specifici (90%-100%) (32-34).L’ambito più importante nel quale gli IGRA dimo-strano la netta superiorità rispetto al TCT è quel-lo relativo alla ricerca dell’infezione nei soggettiimmunocompromessi e nei bambini piccoli.Proprio in questi pazienti, il TCT mostra il più altotasso di anergia, mentre i nuovi test mantengonouna elevata accuratezza (23, 35-38). Come accen-nato, entrambe le metodiche (ELISpot ed ELISA)prevedono l’utilizzo di un controllo negativo ed uncontrollo positivo. Quest’ultimo ha lo scopo ditestare la capacità dei linfociti del paziente arispondere agli stimoli ed è rappresentato da unmitogeno aspecifico (fitoemoagglutinina o PHA).In caso di mancata risposta al controllo positivo iltest viene considerato “indeterminato” (o “invali-do”), pertanto non interpretabile. Ad un risultatoindeterminato viene attribuito il significato di unapotenziale depressione immunitaria o “anergia”.Un controllo di questo tipo non è presente nelTCT e non è pertanto possibile discriminare tramancata reattività cutanea per “vera negatività” oper anergia. L’incidenza degli indeterminati è risul-tata più elevata nei pazienti immunocompromessie nei bambini piccoli testati con la metodicaQuantiFERON (in particolare con la versione pre-cedente QuantiFERON-TB Gold) rispetto alTS.TB che mantiene una buona performanceanche in queste situazioni (39, 40). In una casistica

di 41 neonati valutati con TS.TB presso ilPoliclinico di Modena non sono stati riscontratitest indeterminati (41). È probabile che la diffe-renza di performance tra le due metodiche sia daattribuire alla fatto che ilTS.TB, contrariamente allametodica dei QuantiFERON, prevede la conta e laverifica della vitalità delle cellule mononucleate.Il notevole numero di studi pubblicati fino ad oraha spinto diverse organizzazioni di salute pubblicaad includere i nuovi test nelle Linee Guida per laprevenzione e la cura della tubercolosi. I Centersfor Diseases Control and Prevention (CDC) ame-ricani suggeriscono la completa sostituzione delTCT con gli IGRA, strategia che mostrerebbe unbuon rapporto costo/beneficio nelle popolazioni arischio d’infezione ed alta incidenza di vaccinazio-ne con BCG in ragione del prevedibile risparmiodi interventi diagnostici e di trattamenti inutili (31).Le Linee Guida inglesi del Royal College ofPhysicians suggeriscono invece il mantenimentodel TCT affiancato ai test IGRA per la confermadei test cutanei positivi o per l’utilizzo in pazienti incui è prevedibile un TCT con risultato non affida-bile per rischio d’anergia (42). Attualmente non èancora possibile affermare con sicurezza quale siala strategia migliore in ambito pediatrico, ma ècerto che i bambini, in ragione della loro vulnera-bilità se infettati dal MTB, potranno ottenere gran-di benefici dalla diffusione dell’utilizzo appropriatodei nuovi test nella pratica clinica.

1.World Health Organization Global tuberculosiscontrol surveillance, planning, financing.WHO report2007 (WHO/TB/2007 376). Geneva; 2007.

2. Corbett EL,Watt CJ,Walker N, et al. The grow-ing burden of tuberculosis: global trends and interac-tions with the HIV epidemic.Arch Intern Med 2003;163: 1009-1021.

3. Zignol M, Hosseini MS,Wright A, et al. Globalincidence of multidrug-resistant tuberculosis. J InfectDis 2006; 194: 479-485.

4. Broekmans JF, Migliori GB, Riederet HL, et al.European framework for tuberculosis control andelimination in countries with a low incidence.Recommendations of the World HealthOrganization (WHO), International Union AgainstTuberculosis and Lung Disease (IUATLD) and RoyalNetherlands Tuberculosis Association (KNCV)Working Group. Eur Respir J 2002; 19: 765-775.

5. Ministero della salute, Repubblica Italiana.Epidemiologia della tubercolosi in Italia (anni 1995-2005); 2007.

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 34: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Bergamini, et al.34

6. Rieder H. Annual risk of infection withMycobacterium tuberculosis. Eur Respir J 2005; 25:181-185.

7. Starke JR. Tuberculosis in children. Semin RespirCrit Care Med 2004; 25: 353-364.

8. Marais BJ. Tuberculosis in children. PediatrPulmon 2008; 43: 322-329.

9. Marais BJ, Donald PR, Gie RP, et al. Diversity ofdisease in childhood pulmonary tuberculosis. AnnTrop Pediatr 2005; 25: 79-86.

10. Marais BJ, Gie RP, Schaaf HS, et al. The natu-ral history of disease of childhood intra-thoracictuberculosis: a critical review of the pre-chemotherapy literature. Int J Tuberc Lung Dis2004; 8: 392-402.

11. Lewinsohon DA, Gennaro ML, Scholvinck L,et al. Tuberculosis immunology in children: diagnosticand therapeutic challenges and opportunities. Int JTuberc Lung Dis 2004; 8: 658-674.

12. Marchant A, Goetghebuer T, Ota MO, et al.Newborns develop a Th1-type immune response toMycobacterium bovis bacillus Calmette-Guérin vac-cination. J Immunol 1999; 163: 2249-2255.

13. Colditz GA, Brewer TF, Berkey CS, et al.Efficacy of BCG vaccine in the prevention of tuber-culosis. Meta-analysis of the published literature.JAMA 1994; 271: 698-702.

14.Garly ML,Martins CL,Balé C, et al.BCG scar andpositive tuberculin reaction associated with reducedchild mortality in West Africa. A non-specific beneficialeffect of BCG?Vaccine 2003; 21: 2782-2790.

15. Starke JR. Tubercolosi. In: Behrman R,Kliegman R, Jenson H, eds. Nelson. Trattato diPediatria, XV edizione. Torino, Italy: MinervaMedica; 1997: 819-831.

16. Zar HJ, Hanslo D,Apolles P, et al. Induced spu-tum versus gastric lavage for microbiological confir-mation of pulmonary tuberculosis in infants andyoung children: a prospective study. Lancet 2005;365: 130-134.

17. Singh M, Moosa NVA, Kumar L, et al. Role ofgastric lavage and bronchoalveolar lavage in thebacteriological diagnosis of childhood pulmonarytuberculosis. Indian Pediatric 2003; 37: 947-951.

18. Khan EA, Starke JR. Diagnosis of tuberculosis inchildren: increased need for better methods.Emerging Infect Dis 1995; 1: 115-123.

19. Smith KC, Starke JR, Eisenach K, et al.Detection of Mycobacterium tuberculosis in clinicalspecimens from children using a polymerase chainreaction. Pediatrics 1996; 97: 155-160.

20. Fauville-Dufaux M,Waelbroeck A, De Mol Pet al. Contribution of the polymerase chain reactionto the diagnosis of tuberculous infections in children.Eur J Pediatr 1996; 155:106-111.

21. Delacourt C, Poveda JD, Chureau C, et al. Useof polymerase chain reaction for improved diagnosis oftuberculosis in children. J Pediatr 1995; 126: 703-709.

22. Steiner P, Rao M,Victoria MS, et al. Persistentlynegative tuberculin reactions: their presence amongchildren with culture positive for Mycobacteriumtuberculosis (tuberculin-negative tuberculosis). Am JDis Child 1980; 134: 747-750.

23. Liebeschuetz S, Bamber S, Ewer K, et al.Diagnosis of tuberculosis in South African childrenwith a T-cell-based assay: a prospective cohort study.Lancet 2004; 364: 2196-2203.

24. Starke JR, Taylor-Watts KT. Tuberculosis in thepediatric population of Houston, Texas. Pediatrics1989; 84(1): 28-35.

25. Pediatric Tuberculosis Collaborative Group.Targeted Tuberculin Skin Testing and Treatment ofLatent Tuberculosis Infection in Children andAdolescents. Pediatrics 2004; 114; 1175-1201.

26. Froehlich H, Ackerson LM, Morozumi PA.Targeted Testing of Children for Tuberculosis: valida-tion of a risk assessment questionnaire. Pediatrics2001; 107: E54.

27. Nelson LJ, Jereb JA, Castro KG.New guidelinesabout latent tuberculosis infection in children andadolescent: a welcome advancement. Pediatrics2004; 114: 1084-1086.

28.Wang L,Turner MO, Elwood RK, et al. A meta-analysis of the effect of Bacille Calmette Guérin vac-cination on tuberculin skin test measurements.Thorax 2002; 57: 804-809.

29. Huebner RE, Schein MF, Bass JB Jr. The tuber-culin skin test. Clin Infect Dis 1993; 17: 968-975.

BIBLIOGRAFIA

Page 35: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

L’infezione tubercolare nel bambino: il contributo dei nuovi test immunologici 35

30. American Thoracic Society. DiagnosticsStandards and Classification of Tuberculosis in adultsand children. Am J Resp Crit Care Med 2000; 161:1376-1395.

31. Centers for Disease Control and Prevention.Guidelines for using the QuantiFERON TB Gold testfor detecting Mycobacterium tuberculosis Infection.Morb Mortal Wkly Rep 2005; 54: 49-55.

32. Pai M, Kalantri S, Dheda K. New tools andemerging technologies for the diagnosis of tuberculo-sis, part I. Expert Rev Mol Diagn 2006; 6: 413-422.

33. Lalvani A,Millington A. T cell-based diagnosis ofchildhood tuberculosis infection. Curr Opin InfectDis 2007; 20: 264-271.

34. Pai M, Zwerling A, Menzies D. Systematicrewiew:T-cell-based assays for the diagnosis of latenttuberculosis infection: an update. Ann Intern Med2008; 149: 1-8.

35. Lawn SD, Bangani N, Vogt M, et al. Utility ofinterferon-gamma ELISPOT assay response inhighly tuberculosis exposed patients withadvanced HIV infection in South Africa. BMCInfect Dis 2007; 7: 99.

36. Piana F, Ruffo Codecasa L, et al. Use of T-SPOTin latent tuberculosis infection diagnosis in generaland immunosuppressed populations. NewMicrobiol 2007; 30: 286-290.

37. Richeldi L, Luppi M, Losi M, et al. Diagnosis ofoccult tuberculosis in hematological malignancy by

enumeration of antigen-specific T cells. Leukemia2006; 20: 379-381.

38. Matulis G, Jüni P,Villiger PM, et al. Detection oflatent tuberculosis in immunosuppressed patientswith autoimmune diseases: performance of aMycobacterium tuberculosis antigen-specific interfer-on gamma assay.Ann Rheum Dis 2008; 67: 84-90.

39. Ferrara G, Losi M,Meacci M, et al. Routine hos-pital use of a commercial whole blood interferon-gamma assay for tuberculosis infection. Am J RespirCrit Care Med 2005; 172:631-635.

40. L Richeldi, K Ewer, Losi M, et al.T Cell-BasedTracking of Multidrug Resistant Tuberculosis Infectionafter Brief Exposure. Am J Respir Crit Care Med2004; 170: 288-295.

41. Ferrara G, Losi M,D’Amico R, et al.Use in rou-tine clinical practice of two commercial blood testsfor diagnosis of infection with Mycobacterium tuber-culosis: a prospective study. Lancet 2006; 367:1328-1334.

42. National Institute for Health and ClinicalExcellence. Tuberculosis: clinical diagnosis and man-agement of tuberculosis, and measures for its pre-vention and control. Available at:http://www.nice.org.uk.

43. Richeldi L. An update on the diagnosis of tuber-culosis infection. Am J Respir Crit Care Med 2006;174: 736-742.

BIBLIOGRAFIA

Page 36: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Introduzione

La tosse è un sintomo comune nei bambini e sipuò associare a numerose situazioni a carico del-l’apparato respiratorio (1). Essa rappresenta unmeccanismo riflesso di difesa dell’organismocaratterizzato da un’iniziale fase inspiratoria a cuisegue un’espirazione forzata a glottide chiusa checonsente l’espulsione all’esterno di eventualisecrezioni o corpi estranei presenti nell’alberotracheobronchiale ed è associata ad un suonocaratteristico.L’identificazione ed il trattamento delle cause sot-tostanti al sintomo stesso rappresentano un’asso-luta priorità nella diagnostica differenziale dellepatologie respiratorie nel bambino. Infatti, oltre alsignificato prettamente clinico, nei bambini unatosse persistente può essere anche motivo distress, avere un forte impatto sul riposo, sulla per-formance scolastica e sulle abilità nel gioco, recaredisturbo al riposo dei familiari ed interferire con leattività scolastiche.L’insieme di questi aspetti genera, ovviamente,apprensione dei genitori dei soggetti che manife-stano tale sintomo (2, 3).

L’inquadramento della tosse secondole più recenti Linee Guida

Secondo le Linee Guida più recenti (4), i principa-li parametri di valutazione relativi all’inquadramen-to del bambino con tosse sono rappresentati da:età di insorgenza del sintomo, caratteristiche dellatosse, cause, periodicità, durata ed, infine, associa-zione con altre manifestazioni come, ad esempio, ilrespiro sibilante (wheezing) (5, 6, 7).Al fine di un inquadramento adeguato è necessa-rio formulare specifiche domande ai genitori inmodo da ricevere il maggior numero di informa-zioni utili per svolgere un percorso diagnosticoaccurato (Tabella 1) (4).Da un punto di vista classificativo su base tempo-rale la tosse può essere distinta nei seguenti feno-tipi: acuta, cronica, ricorrente e prolungata.

Tosse acuta

La tosse “acuta” presenta un’insorgenza recente,con sintomatologia manifestatasi entro le ultimetre settimane.La tosse acuta è generalmente causata da infezio-ni virali del tratto respiratorio superiore (URTI),

Laura Tenero, Giulia Paiola, Giorgio Piacentini

Clinica Pediatrica Università degli Studi di Verona

36

Approccio diagnostico alla tosseCough: the diagnostic approach

Parole chiave: tosse, diagnosi, bambino

Keywords: cough, diagnosis, children

Riassunto. La tosse è un sintomo comune nel bambino e, sostanzialmente, rappresenta un meccanismo riflesso di difesa del-l’organismo. Essa è caratterizzata da un'iniziale fase inspiratoria a cui segue un'espirazione forzata a glottide chiusa che con-sente l’espulsione all’esterno di eventuali secrezioni o corpi estranei presenti nell’albero tracheobronchiale ed è associata adun suono caratteristico.In relazione alla durata della manifestazione del sintomo, si tende a classificare la tosse in acuta, cronica, ricorrente e prolungata.

Accettato per la pubblicazione il 20 novembre 2008.

Corrispondenza: Corrispondenza: Prof. Giorgio Piacentini, Clinica Pediatrica Policlinico G.B. Rossi,P.le L.A. Scuro 37134 Verona; e-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 36-40

Page 37: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Approccio diagnostico alla tosse 37

talora associata a bronchite.Tuttavia, devono esse-re tenuti in considerazione nella diagnosi differen-ziale infezioni del tratto respiratorio inferiore,allergia respiratoria, inalazione di corpi estranei ola tosse può essere una prima manifestazione dimalattia cronica sottostante.La tosse in soggetti con URTI in età scolare puòmanifestarsi con 7-10 episodi l’anno (8, 9), in gene-re autolimitantisi e non complicati da febbre,tachipnea e segni toracici.La tosse acuta associata a raffreddamento puòimpiegare circa 2-4 settimane per risolversi com-pletamente, mentre la gravità e la frequenza deicolpi di tosse tende a ridursi progressivamente giàa partire dalla seconda settimana (10).La maggior parte dei soggetti con tosse acuta,associata ad una semplice infezione virale delle vierespiratorie superiori, solitamente non richiedonoulteriori indagini.Qualora esista un sospetto di inalazione di uncorpo estraneo, tuttavia, è assolutamente necessario

considerare l’esecuzione di una broncoscopia inregime di urgenza per consentirne identificazionee rimozione (4).Nei soggetti che manifestano segni di interessa-mento del tratto respiratorio inferiore, tosse pro-gressiva ed incessante, emottisi o sintomi di un dis-ordine respiratorio cronico, non diagnosticato pre-cedentemente, è sicuramente consigliata l’esecu-zione di una radiografia del torace.Da un punto di vista terapeutico, in realtà, non èancora stato dimostrato nessun trattamentospecifico efficace e per il trattamento della tosseacuta in assenza di una causa ben determinata(4, 11, 12).

Tosse cronica

La tosse viene definita “cronica” quando si protraeper almeno otto settimane.Frequentemente questo tipo di manifestazione siassocia a bronchiti ricorrenti (tosse ricorrente) osindromi post virali (tosse subacuta).

Tabella 1 Quesiti diagnostici nella tosse acuta. Tradotta da Recommendations for the assessment and BritishThoracic Society Guidelines Thorax [4].

Domande Caratteristiche Diagnosi più comuni

È un’infezione acuta delle Sintomi da raffreddore Semplice raffreddore con tossevie aeree superiori? suggerisce la presenza di una

tracheite e/o bronchite

È una sindrome di croup? Stridore associato a tosse • Croup virale“abbaiante” e “croup” • Croup intermittente e ricorrente

Nei casi più lievi può essere • Tracheite battericapresente solo la tosse “abbaiante”

Sono presenti altre caratteristiche Tachipnea, distress respiratorio • Polmoniteche suggeriscono una malattia con aumentato lavoro respiratorio, • Bronchiolite

delle vie aeree inferiori? segni toracici (crepitii/respiro sibilante) • Asmae febbre

Vi sono sintomi che suggeriscono Insorgenza improvvisa o testimonianza Corpo estraneo inalato.l’ingestione di un corpo estraneo? di un episodio di soffocamento La broncoscopia è indicata

per la diagnosi e la rimozione

Vi sono sintomi che suggerisce Tosse associata a sintomi di Tosse da rinite allergicaun’allergia ai pollini? rinite allergica nella Potrebbe suggerire anche

stagione dei pollini un’infiammazione allergicaTale tosse viene descritta come tracheobronchialetosse per “schiarirsi la gola”

È presente qualcosa che suggerisce Difetti di crescita, Tosse cronicala presenza di un disturbo dita a bacchetta di tamburo,

respiratorio cronico? rientramenti toracici,deformità del torace,caratteristiche di atopia

Page 38: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Tenero, et al.38

Gli agenti patogeni responsabili di queste infezionisono: rhinovirus (32%), Bordetella pertussis (17%) eRSV (11%), ma anche altri quali Mycoplasma,Chlamydia e adenovirus (4, 13, 14).La frequenza e la gravità della tosse tendonocomunque ad aumentare anche in occasione diinfezioni subentranti del tratto respiratorio supe-riore. Infatti, alcuni bambini sono soggetti a fre-quenti e ricorrenti episodi di infezioni delle vieaeree superiori (8-10 episodi/anno, soprattutto ininverno) e ad ogni nuova infezione si associa tosseche può durare anche più di 7 giorni, con il risul-tato di una sintomatologia pressoché continuadurante la stagione invernale.Una tosse cronica insorta in età neonatale richie-de indagini diagnostiche di approfondimento poi-ché le cause possono essere differenti: fibrosi cisti-ca, discinesia ciliare primitiva, infezioni contrattenell’utero durante la gravidanza o nel periodoperinatale, malformazioni congenite o una fistolatracheo-esofagea (15).I momenti fondamentali per una diagnosi accuratasono rappresentati da una dettagliata anamnesi eun attento esame clinico del bambino. Il percorsodiagnostico, nel caso di tosse cronica, prevede l’e-secuzione di una radiografia del torace nella mag-gior parte dei soggetti.Sono inoltre consigliate la valutazione della funzio-nalità respiratoria attraverso la spirometria e lavalutazione della cellularità bronchiale mediante latecnica dello sputo indotto in tutti i bambini ingrado di eseguire questi test.I test allergologici (skin prick test o RAST) posso-no essere utili nel determinare se un bambino siaatopico o meno ed identificare possibili rischi rela-tivi ad asma bronchiale (4). Un approfondimentoallergologico è di particolare importanza, sia da unpunto di vista diagnostico che terapeutico, nei casiin cui la tosse sia associata all’esposizione adaereo-allergeni, al fine di valutare un’eventualeconcomitanza del sintomo in caso di esposizione aspecifici allergeni e, una volta stabilita tale associa-zione, di prevenire l’esposizione agli stessi (16, 17).Un caso particolare è rappresentato dai bambiniche presentano tosse di natura “psicogena”, chetrovano beneficio dalla psicoterapia. Il processo didiagnosi differenziale che consente di formulare l’i-potesi di tosse psicogena prevede un rigorosoesame delle possibili cause organiche e spesso sibasa sull’osservazione diretta della manifestazionedel sintomo nel singolo soggetto, valutandone la

fenomenologia in relazione alla presenza di fatto-ri di stress, della presenza di genitori o insegnan-ti e accertandosi dell’andamento durante le orenotturne, quando generalmente il sintomo non sipresenta (18).

Tosse ricorrente e tosse prolungata

La tosse “ricorrente” si manifesta ripetutamente,con una frequenza maggiore a due episodi all’an-no, ha una durata di circa 7-14 giorni e general-mente non è associata ad episodi di raffredda-mento. Molti bambini con sindrome asmatica oaltre patologie importanti sottostanti, quali lafibrosi cistica, hanno tosse ricorrente con manife-stazioni durante le esacerbazioni (19, 20).La tosse “prolungata” rappresenta una categoria diconfine tra tosse acuta e cronica. Essa talvolta èdefinita tosse anche “subacuta”.La maggior parte degli episodi di tosse che dura-no più di 3 settimane sono correlati ad un’infezio-ne virale transitoria o a pertosse.Tuttavia è neces-sario un periodo di osservazione, da 3 a 8 setti-mane, per stabilire se sono necessarie ulterioriindagini diagnostiche, che sono comunque d’obbli-go se la sintomatologia non è completamenteregredita dopo 6-8 settimane.

Approccio clinico al bambino con tosse

Da un punto di vista clinico, in considerazione diquanto sopra esposto relativamente al sintomotosse, le categorie diagnostiche più frequentemen-te in causa in un bambino con tosse si possonoriassumere in:- bronchiti virali ricorrenti- tosse postvirale- pertosse o patologie simili- tosse asmatica- rinite allergica- tosse psicogenaTra le ipotesi meno frequenti, ma non per que-sto meno importanti, nel percorso diagnosticodifferenziale devono sempre essere tenute nel-l’opportuna considerazione l’inalazione di uncorpo estraneo, la bronchiolite obliterante, lepatologie polmonari croniche neonatali ed even-tuali cause di natura extrarespiratoria, in parti-colare cardiaca o gastrointestinale. Infatti, ancheil reflusso gastroesofageo, con o senza vomitopuò essere, occasionalmente, associato al sinto-mo tosse.

Page 39: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Approccio diagnostico alla tosse 39

È, inoltre, importante indagare la presenza di pato-logie respiratorie negli altri componenti della fami-glia e, allo stesso tempo, cercare di ottenere unadescrizione il più possibile precisa del sintomo edindividuare eventuali cause di scatenamento dellatosse. Ad esempio, l’esercizio fisico è un elementofrequentemente scatenante la tosse nell’asmamentre la tosse postprandiale potrebbe farsospettare una sindrome da aspirazione.Un altro importante elemento da valutare è lapossibile assunzione da parte del paziente di far-maci che potrebbero avere come effetto collate-rale lo sviluppo di tosse.Tra questi, ad esempio, gliACE-inibitori, di più frequente impiego in età adul-ta rispetto al bambino (21, 22).Qualora la persistenza del sintomo induca a con-siderare il sospetto di una patologia respiratoriacronica l’orizzonte diagnostico si aprirà a patologiequali:- fibrosi cistica- discinesia ciliare primitiva- deficienza immunitaria- bronchite batterica protratta- aspirazione bronchiale ricorrente- tubercolosi

- disordini anatomici (broncomalacia) o malforma-zioni polmonari- patologia polmonare interstiziale (4).In questi casi le tecniche da impiegarsi nel proces-so di diagnosi differenziale sono specifiche per lediverse malattie: il test del sudore, la misurazionedell’ossido nitrico nasale o la Mantoux, ma anchela radiografia del torace, lo sputo indotto, la valu-tazione dell’attività immunitaria, la spirometria, laTAC e la broncoscopia.

Conclusione

La caratterizzazione del fenotipo della tosse nelsingolo paziente è essenziale nella pratica clinica erappresenta un momento essenziale nella com-prensione della storia naturale di una eventualepatologia sottostante, dei suoi meccanismi difondo, del ruolo dell’ambiente e dei fattori geneti-ci nello sviluppo patogenetico.La definizione dettagliata di un fenotipo attraversola valutazione della sintomatologia e l’esame clini-co permettono di giungere in modo più rapidoalla diagnosi e di intraprendere, successivamente,un trattamento terapeutico specifico ed efficace.

1. Okkes M, Oskam SK, Lamberts H. The proba-bility of specific diagnoses for patients presentingwith common symptoms to Dutch family physicians.J Fam Pract 2002; 51: 31-36.

2. Cornford CS, Morgan M, Ridsdale L. Why domothers consult when their children cough? FamilyPract 1993; 10: 193-196.

3. Kai J.What worries parents when their preschoolchildren are acutely ill, and why: a qualitative study.BMJ 1996; 313: 983-986.

4. Shields M, Bush A, Everard M, et al.Managementof cough in children. Recommendations for the assess-ment and British Thoracic Society Guidelines. Thoraxpublished online 28 Sept 2007;doi:10.1136/thx.2007.077370.

5. Archer LNJ, Simpson H.Night cough counts anddiary cough scores in asthma. Arch Dis Child1985;60:473-474.

6. Chang AB, Newman RG, Carlin J, et al.Subjective scoring of cough in children: parental com-pleted vs child completed diary cards vs an objectivemethod. Eur Respir J 1998;11:462-466.

7. Chang AB, Gaffney JT, Eastburn MM, et al.Cough quality in children: a comparison of subjectivevs. bronchoscopic findings. Respir Res 2005;6:3.

8. Monto AS, Studies of the community and family:acute respiratory illness and infection. EpidemiolRev 1994;16: 351-373.

9. Leder K, Sinclair MI, Mitakakis TZ, et al. A com-munity based study of respiratory episodes in

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 40: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Tenero, et al.40

Melbourne, Australia. Aust N Z LJ Public Health2003; 27: 399-404.

10. Shields MD. Diagnosing chronic cough in chil-dren. Thorax 2006;61:647-648.

11. Christakis DA, Wright JA, Taylor JA,Zimmerman FJ. Association between parental satis-faction and antibiotic prescription for children withcough and cold symptoms. Pediatr Infect Dis J2005; 24: 774-777.

12. Scott NCH.Management and outcome of win-ter upper respiratory tract infections in children aged0-9 years. BMJ 1979; 1: 29-31.

13. Versteegh FG,Weverling GJ, Peeters MF, et al.Community-acquired pathogens associated withprolonged cough in children: a prospective cohortstudy. Clin Microbiol Infect 2005; 10: 801-807.

14. Hallander HO, Gnarpe J, Gnarpe H, Olin P.Bordetella pertussis, bordetella parapertussis,mycoplasma pneumoniae and persistent cough inchildren. Scand J Infect Dis 1999; 31: 281-286.

15. Miles Weinberger and Mutasim Abu-Hasan.Pseudo-asthma: When Cough, Wheezing, andDyspnea are not asthma. Pediatrics 2007;120;855-864.

16. Somerville M, MacKenzie I, Owen P, Miles D.Housing and health: does installing heating in theirhomes improve the health of children with asthma?Public Health 2000; 114: 434-439.

17. Charlton A. Children’s coughs related toparental smoking. BMJ 1984; 288.

18. McGarvey LP, Warke TJ, McNiff C, et al.Psychogenic cough in a schoolboy: evaluation usingan ambulatory cough recorder. Ped Pulmonol 2003;36: 73-75.

19. Sherrill DL, Guerra S, Minervini MC, et al. Therelationship of rhinitis to recurrent cough and wheez-ing: a longitudinal study. Respiratory Medicine2005; 99: 1377-1385.

20. Chang AB, Phelan PD, Sawyer SM, RobertsonCF. Airway hyperresponsiveness and cough receptorsensitivity in children with recurrent cough. Am JRespir Crit Care Med 1997; 155: 1935-1939.

21. vonVigier RO, Mozzettini S,Truttmann AC, etal. Cough is common in children prescribed convert-ing enzyme inhibitors. Nephron 2000; 84: 98.

22. Bianchetti MG, Caflisch M, Oetliker OH.Cough and converting enzyme inhibitors. Eur JPediatr 1992; 151: 225-226.

BIBLIOGRAFIA

Page 41: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Introduzione

La tosse in quanto segno semeiologico rappresen-ta essenzialmente un meccanismo di difesa la cuifunzione è quella di espellere i corpi estranei ina-lati e di rimuovere secrezioni prodotte in eccessonelle vie respiratorie. La tosse in quanto sintomoriveste un ruolo particolarmente importante inetà pediatrica, sia perché è piuttosto comune, maancor più perché molto spesso rappresenta, nelbambino, l’unico segno di una patologia a caricodelle vie respiratorie; altre volte, invece, può ancherappresentare il sintomo di patologie localizzate inaltri distretti. Una conoscenza approfondita deimeccanismi alla base della tosse può pertanto aiu-tare a formulare una corretta diagnosi ed ad ini-ziare il trattamento più adeguato (1).

Epidemiologia e fattori di rischio

La tosse colpisce fino al 25% dei bambini in etàprescolare e scolare; si stima che solo negli StatiUniti per questo motivo vengano effettuate circa16 milioni di visite pediatriche ogni anno (2). Tale

sintomo si può presentare, come in effetti accadeil più delle volte, come episodio acuto, ma anchein maniera cronica. Queste due forme di tossedevono essere considerate in modo distinto, inquanto differiscono per epidemiologia, eziopato-genesi e trattamento.Per quanto riguarda la tosse in forma acuta, essa ègeneralmente scatenata da un’infezione delle vierespiratorie e la durata della sintomatologia è infe-riore alle 3 settimane. D’ altra parte, nella formacronica, il sintomo tosse è presente per almeno 8settimane; essa è spesso causa di disturbo notevo-le nel bambino (interruzione del sonno, vomito) edi stress per tutta la famiglia, e riconosce moltepli-ci cause (3).I principali fattori di rischio associati alla tosse cro-nica sono rappresentati principalmente da unbasso livello socio-economico e dall’esposizionealla polvere. Anche l’esposizione al fumo, in parti-colar modo in quei casi in cui è la madre delnostro piccolo paziente a fumare, determina unincremento nella prevalenza di tosse cronica nel

41Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 41-44

Gian Luigi Marseglia, Alessia Marseglia, Maddalena Leone, Davide Caimmi, Silvia Caimmi, Amelia Licari

Clinica Pediatrica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia

La terapia della tosseCough therapy in children

Parole chiave: tosse, bambini, farmaci antitosse

Keywords: cough, children, over-the-counter medications (OTC)

Riassunto. La tosse rappresenta una comunissima causa di visita medica sia nel bambino che nell’adulto. Essa è di solitoespressione di un fenomeno acuto, solitamente di un’infezione virale dell’apparato respiratorio che si autolimita nel tempo.Quando la tosse diventa persistente e gli episodi sono di lunga durata, o quando assume caratteri di cronicità, la tosse è unproblema diagnostico in taluni casi anche molto difficile.È essenziale quindi una corretta diagnosi differenziale delle cause che provocano la tosse nel bambino. Inoltre, il trattamentoottimale della tosse nel bambino dovrebbe essere sempre quello diretto verso la specifica eziologia e il meccanismo fisiopa-tologico che ne sta alla base.Per quanto riguarda l’uso dei farmaci antitosse in età pediatrica, quasi tutte le revisioni sistematiche, Linee Guida e raccoman-dazioni che si sono occupate dell’argomento sono infatti concordi nello sconsigliarne l’uso in età pediatrica.

Accettato per la pubblicazione il 20 novembre 2008.

Corrispondenza: Prof. Gian Luigi Marseglia, Clinica Pediatrica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo,P.le Golgi 2, 27100 Pavia; e-mail: [email protected]

Page 42: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Marseglia, et al.42

bambino; ovviamente, poi, in quei casi in cuientrambi i genitori siano fumatori, la prevalenza ditosse cronica sale al 50% per la suddetta popola-zione (4, 5).

Eziologia

Una delle principali cause di tosse acuta nel picco-lo paziente pediatrico è senza dubbio rappresen-tata dall’inalazione di un corpo estraneo. In gene-rale episodi acuti possono essere associati a diver-se patologie, ma soprattutto a infezioni virali e bat-teriche. Da non dimenticare, poi, la possibilità diuna tosse psicogena, che tuttavia si presenta piùspesso come forma cronica.Le principali cause di tosse cronica in età pediatri-ca sono rappresentate dalle infezioni, dall’asma,dallo scolo nasale posteriore (post-nasal drip), sin-tomo peraltro riconducibile a rinite allergica e/o arinosinusite di origine infettiva, dal reflusso gastroe-sofageo (RGE), dall’esposizione al fumo passivo eagli irritanti. Cause meno comuni sono invece l’i-nalazione di corpo estraneo, la fibrosi cistica, leanomalie congenite (comprese le discinesie ciliari),le bronchiectasie, la presenza di masse mediastini-che e la tosse psicogena.

Nell’approccio al bambino con tosse non bisognadimenticare che fino ai 3 anni d’età il bambino nonè in grado di espettorare e quindi deglutisce ilmuco che si produce principalmente nelle alte vieaeree. Esistono quindi delle cause scatenanti chesono peculiari in rapporto all’età del bambino eper questo si rimanda al capitolo sulla diagnosi inaltra sede di questo volume.

Terapia

Nella maggior parte dei casi, la tosse acuta vienetrattata senza consultare il medico, attraverso unaterapia puramente sintomatica, grazie all’utilizzo difarmaci da banco (over-the-counter medications,OTC). La terapia della tosse cronica, invece, nonpuò prescindere dalla diagnosi, in quanto essa èsolo un sintomo, la cui terapia è sempre causale.Soprattutto per la tosse acuta, ed escludendo i casidi tosse causati da malattie specifiche, ci si può tro-vare nella necessità di trattare un piccolo pazientesemplicemente con un farmaco antitosse, in partecedendo alle richieste dei genitori, in parte rite-nendo di favorire così una migliore qualità delriposo notturno al bambino. Questi farmaci com-prendono (Tabelle 1, 2):

Tabella 1 Classi farmaceutiche più utilizzati in età pediatrica in caso di tosse acuta.

Anti tosse

Codeina derivato oppioide ad azione centrale; sopprime il riflesso della tosse con uneffetto diretto sui centri midollari

Destrometorfano analogo della codeina; non possiede attività analgesica ma mantiene attivitàantitussiva; non viene considerato stupefacente in quanto non determina di-pendenza o tolleranza. Alle dosi terapeutiche non inibisce la clearance muco-ciliare e non produce depressione del sistema nervoso centrale

Levodropropizina antitussivo non narcotico ad azione periferica

Antistaminici

Difenidramina, Clorfeniramina anti-H1, agiscono bloccando i recettori H1 a livello della mucosa nasale conriduzione della permeabilità vascolare e della produzione di muco.Efficacia controversa

Decongestionanti

Pseudoefedrina, Fenilefrina agenti simpaticomimetici che determinano vasocostrizione a livello della mucosanasale con riduzione della congestione nasale

Espettoranti

Guaifenesina determina aumento del volume e riduzione della viscosità delle secrezioni,agendo sul sistema mucociliare, aumentandone anche la capacità di clearance

Acetilcisteina, Carbocisteina attivi sul sistema mucociliare; esercitano effetti mucoregolatori, citoprotettivied antifiammatori

Page 43: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

La terapia della tosse 43

- Farmaci contro la tosse (sedativi, espettoranti emucolitici)- Decongestionanti nasali- Antistaminici di prima generazione.L’utilizzo di tali farmaci, specialmente in quei casi incui vengano inavvertitamente superate le dosiconsigliate o in cui la somministrazione è effettua-ta in pazienti nel primo o nel secondo anno di vita,non è scevro da effetti collaterali. Uno studio sta-tunitense del 2004 ha riportato che, per quantoriguarda la popolazione pediatrica, in un anno cisono circa 90.000 chiamate al 911 (il Servizio diEmergenza) e 3 morti accidentali associate all’usodi farmaci da banco antitussivi, oltre a più di 7.000accessi al Pronto Soccorso (6). Un altro studioamericano, iniziato nel 1999 e conclusosi nel 2006,si è occupato di calcolare l’effettivo consumo diquesti farmaci, su un campione di 4.267 soggetti dietà inferiore ai 18 anni (2). In una data settimana,il 10,1% dei bambini ha fatto uso di un farmaco dabanco: nella maggioranza dei casi si trattava didecongestionanti nasali, seguiti da antistaminici diprima generazione, da antitussivi e da espettoran-ti; l’assunzione di questi farmaci è risultata più altanella fascia d’età compresa tra 2 e 5 anni, seguitadalla fascia di età inferiore ai 2 anni. Da questo stu-dio è stato dedotto che circa 1 bambino su 10negli Stati Uniti assume uno di questi farmaci nel-l’arco di una settimana. Viene inoltre sottolineatoche gli effetti collaterali più spesso compaionoquando vengono somministrati a bambini di etàinferiore ai 2 anni (2).A questo punto appare davvero lecito chiedersi sel’utilizzo di un farmaco antitosse OTC sia real-mente un atto terapeutico “evidence based”.Ad oggi, l’uso dei farmaci antitosse in pediatria nonè sostenuto da prove importanti, né dal punto divista del numero degli studi, né, soprattutto, delleconclusioni che dagli stessi studi emergono.Già nel 1997, le raccomandazioni dell’AmericanAcademy of Pediatrics (AAP) che riguardano l’usodi sedativi della tosse come codeina e destrome-trofano, i più acquistati fra gli OTC, mettono inluce che il loro uso non controllato può masche-rare eventuali sintomi di una patologia cheandrebbe invece diagnosticata e curata e che puòinoltre essere gravato da effetti collaterali anchegravi (Tabella 3). Peraltro, tali farmaci non si sononeppure dimostrati efficaci nel migliorare i sintomie la qualità di vita di bambini affetti da tosse acutanon specifica (6, 7, 8).

Nel 2007, in Italia, l’Ufficio di Farmacovigilanzadell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ricevu-to alcune segnalazioni di sospette reazioni avversegravi, che si sono verificate a seguito dell’uso topicodi decongestionanti nasali ad attività simpaticomi-metica, in bambini di età inferiore ad 1 anno.Partendo da questo segnale di allarme e considera-to il largo utilizzo che si fa in Italia di questi farmaci,l’AIFA ha ritenuto opportuno, avviando una proce-dura di revisione del profilo beneficio/rischio in etàpediatrica, intraprendere un provvedimento restrit-tivo per limitare l’uso di queste molecole nei bam-bini al di sotto dei 12 anni. Questa fascia di età èinfatti stata considerata quella più a rischio, in quan-to più rappresentata nelle segnalazioni di reazioniavverse a livello nazionale ed internazionale (9).Nel 2007, le Linee Guida della British ThoracicSociety riportano un’efficacia degli OTC, degli anti-staminici e dei decongestionanti pari a quella delplacebo in età pediatrica nel trattamento della

Tabella 2 Principali farmaci antitussigeni.

Azione centrale narcotici

Codeina Diidrocodeina

Azione centrale non narcotici

Butamirato DestrometorfanoClobutinolo DimemorfanoCloperastina Morclofone

Azione periferica

Dropropizina OxolaminaLevodropropizina

Tabella 3 Effetti collaterali dei farmaci antitussigeni.

Centrali narcotici

Depressione respiratoria PalpitazioniApnea VertiginiNausea TorporeVomito CefaleaStipsi Vertigini

Non narcotici e periferici

Nausea SonnolenzaPirosi Cardiopalmo

Dispepsia PalpitazioniDiarrea Rash cutaneiVomito Alterazioni ematicheAstenia Alterazioni epatiche

Page 44: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Marseglia, et al.44

tosse acuta, con associati, tuttavia, possibili effettiavversi (10).La recentissima revisione sistematica degli studipediatrici effettuata da Schroeder et al. sottolineache le evidenze disponibili a riguardo derivano daun esiguo numero di studi di piccole dimensioni,sulle base dei quali non è possibile raccomandarel’uso dei farmaci da banco per la tosse comeprima scelta terapeutica per i bambini con tosseacuta (11). In particolare, dai risultati degli studieseguiti sui bambini risulta che i sedativi della

tosse, gli antistaminici, i decongestionanti e le asso-ciazioni antitosse/broncodilatatori non hanno effi-cacia superiore al placebo. Inoltre, non sono pre-senti studi sull’uso degli espettoranti (11).Pertanto, se l’unico criterio di scelta nell’utilizzo diquesta terapia fosse l’evidence-based medicine, lospazio per tale utilizzo sarebbe ben limitato. Quasitutte le revisioni sistematiche, Linee Guida e rac-comandazioni che si sono occupate dell’argomen-to sono infatti concordi nello sconsigliarne l’uso inetà pediatrica.

1. Irwin Rs, Boulet LP, Cloutier MM et al.Managingcough as a defense mechanism and as a symptom.Chest 1998; 114: 133S-181S.

2. Vernacchio L, Kelly JP, Kaufman DW, MitchellAA. Cough and cold medications use by US children,199-2006: results from the Slone Survey. Pediatrics2008; 122: e323-e329.

3. Marchant JM, Masters IB, Taylor SM, et al.Evaluation and outcome of young children withchronic cough. Chest 2006; 129(5): 1132-1141.

4. Shann F. How often do children cough? Lancet1996; 348: 699-700.

5. Charlton A. Children coughs related to parentalsmoking. BMJ 1984; 288: 1647-1649.

6. Schaefer MK, Shehab N, Cohen AL, BudnitzDS. Adverse events from cough and cold medica-tions in children. Pediatrics 2008; 121: 783-787.

7. Woo T. Pharmacology of cough and cold medi-cines. J Pediatr Health Care 2008; 22: 73-79.

8. American Academy of Pediatrics. Commiteeon drugs. Use of codeine and dextromethorphan-containing cough remedies in children. Pediatrics1997; 99: 918-920.

9. Bartolozzi G. Uso dei farmaci contro la tosse e ilraffreddore negli Stati Uniti dal 1999 al 2006.Medico e Bambino pagine elettroniche 2008;11(8). Disponibile al sito: http://www.medicoe-bambino.com.

10. Shields M, Bush A, Everard ML et al. BritishThoracic Society Guidelines. Recommendationsfor the assessment and management of cough inchildren.Thorax published online 2007.

11. Smith SM, Schroeder K, Fahey T. Over-the-counter medications for acute cough in children andadults in ambulatory settings. Cochrane Databaseof Systematic Reviews 2008, Issue 1.

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 45: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Riassunto. Il primo sintomo di immunodeficienza primitiva è spesso rappresentato dalle infezioni.Queste possono colpire qua-lunque organo o apparato ma, in tutte le casistiche che analizzano pazienti con immunodeficienza primitiva, le infezioni dell'ap-parato respiratorio (alte o basse vie) sono tra i quadri più comuni nelle complicanze infettive. In tutte le sindromi con immu-nodeficit possono essere presenti complicanze infettive polmonari, ma i quadri clinici possono manifestarsi in maniera così pecu-liare da suggerire un'immunodeficit specifico. La presenza di bronchiectasie è tipica di tutti i quadri con deficit anticorpali (adesempio, a-gammaglobulinemia associata al cromosoma X, immunodeficienza comune variabile, sindrome da iper-IgM), la pre-senza di pneumatoceli può indirizzare ad una sindrome da iper-IgE, le infezioni da Aspergillus fumigatus possono suggerire difet-ti dell'immunità cellulare. È qui esaminato il quadro clinico associato ad alcune tra le principali immunodeficienze primitive.

Accettato per la pubblicazione il 10 novembre 2008.

Corrispondenza: Prof.ssa Chiara Azzari, Dipartimento di Pediatria, Università di Firenze, Ospedale pediatrico "A. Meyer",V.le Pieraccini 24, 50139 Firenze; e-mail: [email protected]

45Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 45-52

Introduzione

Le immunodeficienze primitive comprendono uninsieme eterogeneo di malattie geneticamentedeterminate, caratterizzate da difetti congenitinella differenziazione e/o nella funzione del siste-ma immunitario. Fatta eccezione per il deficit diIgA, si tratta complessivamente di patologie rare.Una caratteristica comune a tutte le immunodefi-cienze primitive è l’abnorme suscettibilità alle infe-zioni, le cui caratteristiche forniscono spesso ele-menti utili per individuare la natura del difettoimmunologico.In particolare nei deficit dell’immunità umorale sonopredominanti le infezioni batteriche da germi pioge-ni, come Haemophylus influenzae, Streptococcus pneu-moniae, Moraxella catarrhalis e Staphylococcus aureus.L’apparato respiratorio è sicuramente il più colpi-to, come risulta chiaro dall’analisi di varie casistiche

di pazienti con immunodeficienza comune variabi-le (CVID) e con agammaglobulinemia associata alcromosoma X (o XLA); in ordine di frequenza diinfezioni l’apparato respiratorio è seguito poi dal-l’apparato gastroenterico e dalla cute.Grazie all’introduzione negli anni Ottanta dellaterapia sostitutiva con immunoglobuline sommi-nistrate per via endovenosa (IVIG), le infezionisinupolmonari, così come le polmoniti graviacute, si sono drasticamente ridotte nei pazientiipo-agammaglobulinemici.Purtroppo la riduzione numerica degli episodiinfettivi acuti non ha impedito anche in pazienticorrettamente trattati il manifestarsi di complican-ze respiratorie croniche quali sinusopatia cronica,bronchite cronica, bronchiectasie, insufficienzarespiratoria cronica. Queste, a loro volta, possono

Emanuela Laudani, Clementina Canessa, Federica Ghiori, Chiara Azzari

Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Firenze, A.O.U. "A. Meyer", Firenze

Quando il polmone ci suggerisceun’immunodeficienza…

When the lung suggests a primaryimmunodeficiency…

Parole chiave: bronchiectasia, agammaglobulinemia X-linked, immunodeficienza comune variabile, deficit anticorpale, immu-nodeficienza severa combinata

Keywords: bronchiectasis, X-linked-agammaglobulinemia, common variable immunodeficiency, antibody defect, severe combinedimmunodeficiency

Page 46: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Laudani, et al.46

presentare esacerbazioni infettive, favorite dalmantenimento di un circolo vizioso infezione-flo-gosi, secondario all’incapacità di eradicazione degliagenti patogeni.Prenderemo qui in considerazione soltanto alcunedelle immunodeficienze primitive, in particolarequelle che con maggiore frequenza danno manife-stazioni polmonari sia a breve che a lungo termi-ne. Inoltre faremo anche cenno al deficit di IgA,che sebbene dia con minore frequenza compli-canze a livello polmonare, costituisce l’immunode-ficienza primitiva osservata con maggiore frequen-za nella popolazione generale.

Immunodeficienza comune variabile eagammaglobulinemia associata al cro-mosoma X (o malattia di Bruton)

L’immunodeficienza comune variabile (CVID) el’agammaglobulinemia associata al cromosoma Xsono immunodeficienze primitive clinicamentesimili tra loro per parte della sintomatologia e peri patogeni batterici coinvolti nella comparsa dimalattie infettive, ma differenti per età di insorgen-za, distribuzione tra i sessi e spesso anche per gra-vità delle infezioni (1).L’immunodeficienza comune variabile è una sindro-me caratterizzata da ipogammaglobulinemia cheinteressa i vari isotipi di immunoglobuline. Esistonomolte forme di CVID, con difetto genetico diversoe talora ancora sconosciuto. Ne consegue che ilquadro clinico e le alterazioni immunitarie sonospesso estremamente eterogenee. I linfociti B sonodi solito presenti, in qualche caso in numero ridotto,ma sono incapaci di differenziarsi correttamente inplasmacellule producenti immunoglobuline.Nella maggior parte dei casi la CVID è sporadica,mentre in circa il 25% dei pazienti ha una familia-rità positiva per difetto selettivo di IgA.La malattia colpisce in eguale misura entrambi isessi, con età di esordio dei sintomi tra la secondae la terza decade di vita (2, 3), l’incidenza è com-presa tra 1:25.000 ed 1:66.000 nati vivi (4, 5).I sintomi di esordio sono nella maggior parte deipazienti dovuti alla deficitaria risposta anticorpalenei confronti di piogeni e sono caratterizzati dainfezioni batteriche recidivanti delle vie respirato-rie e dell’apparato gastrointestinale. Non è raroche il paziente con CVID venga seguito anche peranni per la patologia respiratoria prima che, con ildosaggio delle immunoglobuline sieriche, vengaposta la diagnosi di immunodeficienza.

In altri pazienti, l’esordio clinico può essere atipicocon manifestazioni spesso associate alla CVID,quali la presenza di splenomegalia, linfoadenopatia,presenza di granulomi non caseosi, malassorbi-mento con perdita di peso e diarrea, malattie cro-niche infiammatorie dell’intestino o patologieautoimmuni (anemia perniciosa, anemia emolitica,trombocitopenia, neutropenia) (3). Proprio acausa dell’estrema variabilità del quadro clinico, ladiagnosi viene spesso posta con un ritardo mediodi 4 anni dall’esordio (6). Al momento della dia-gnosi i livelli sierici di IgG sono spesso <160mg/dL,i livelli di IgM <30mg/ dL, i livelli di IgA <10mg/ dL(2). In alcuni pazienti, in cui la diagnosi è stata for-mulata solo dopo una lunga storia clinica di infe-zioni batteriche recidivanti, è possibile dimostraregià alla prima osservazione esiti permanenti, qualila presenza di bronchiectasie, quadri di broncop-neumopatia cronica fino a condizioni di insufficien-za respiratoria, che rendono più difficile il successi-vo controllo clinico e terapeutico.In uno studio condotto da Oksenhendler et al., almomento della diagnosi il 70% circa dei soggettipresentava almeno una infezione polmonare, il38% almeno un episodio di bronchite, il 36%almeno un episodio di sinusite ed il 31% almenoun episodio di polmonite, ed il 14% aveva giàbronchiectasie (7). In molti casi gli episodi di pol-monite sono gravi, conducendo verso l’atelettasiacronica, le bronchiectasie, la fibrosi polmonare edin qualche caso verso l’insufficienza respiratoria(8). Le bronchiectasie sono il risultato di un pro-cesso cronico di infezione/infiammazione, conconseguente degenerazione strutturale della pare-te bronchiale, dilatazione delle vie aeree, a suavolta responsabile di una maggiore suscettibilitàalle infezioni (9). Gli agenti maggiormente coinvol-ti nella comparsa di infezioni sono i batteri capsu-lati (tra cui lo Streptococcus pneumoniae el’Haemophilus influenzae) (8), verso i quali è neces-saria l’azione delle immunoglobuline. LoPseudomonas aeruginosa e lo Staphylococcus aureuscausano la maggior parte delle infezioni neipazienti con bronchiectasie, mentre lo S. pneumo-niae e l’H. influenzae sono capaci di causare infe-zione anche in assenza di bronchiectasie (2, 3); leinfezioni da Pneumocystis carinii e daMycobacterium tubercolosis sono meno frequenti,vista la presenza di un’attività residua delle celluleT (2). In fase avanzata di malattia, è stata riscon-trata la presenza, in alcuni pazienti, di enfisema

Page 47: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Quando il polmone ci suggerisce un’immunodeficienza... 47

localizzato alle basi polmonari associato alla pre-senza di aree di bronchiectasie (6), spesso localiz-zate a livello del lobo inferiore destro (2, 10).Talvolta, in corso di indagini radiografiche, si riscon-trano cicatrizzazioni parenchimali, opacità a vetrosmerigliato, ispessimento della pleura, aree di ate-lettasia e di fibrosi (2, 10). Complessivamente,un’alta percentuale di pazienti mostra anomaliestrutturali polmonari se la valutazione viene effet-tuata tramite tomografia computerizzata (10).Un’altra causa comune di malattia cronica polmo-nare è rappresentata dall’interstiziopatia granulo-matosa con progressiva dispnea, la cui eziologia èsconosciuta (4). Una condizione di malattia ostrut-tiva con limitazione cronica al flusso d’aria è statariscontrata anche in fase precoce (2), con riduzio-ne del FEV1 <80% e del rapporto FEV1/FVC (2);la malattia restrittiva sembra intervenire, invece,solo in fase avanzata. Nel 60% dei pazienti è stata,inoltre, riscontrata una riduzione della diffusionepolmonare del monossido di carbonio (DLco),chiaro segno di danno polmonare cronico (2).Il trattamento dei pazienti con CVID si basa sullasomministrazione sostitutiva di immunoglobulineper via endovenosa o sottocutanea, terapia anti-biotica al bisogno e fisioterapia respiratoria asso-ciata, ove possibile, ad un’adeguata attività fisica.Per quanto riguarda la terapia sostitutiva conimmunoglobuline per via endovenosa si sommini-strano solitamente 400 mg/kg ogni 3-4 settimane,in modo da mantenere i livelli sierici di IgG>500mg/dL. È stato dimostrato, infatti, che il man-tenimento di tali livelli sierici determina, in un’am-pia percentuale di pazienti, la riduzione della com-parsa di infezioni acute polmonari e l’evoluzioneverso patologie croniche (5, 6). In corso di terapiasostitutiva, inoltre, l’FVC ed il FEV1 tendono amantenersi stabili (2). Secondo alcuni Autori un’ul-teriore riduzione degli episodi infettivi e dellecomplicanze a lungo termine potrebbe essereottenuta mantenendo i livelli sierici di IgG a valori>600mg/dL (8, 9).Più recentemente è stata introdotta la terapiasostitutiva con immunoglobuline per via sottocu-tanea, che può essere effettuata dal paziente stes-so al proprio domicilio. Il dosaggio delle immuno-globuline per via sottocutanea è simile, comequantitativo somministrato, al dosaggio delleimmunoglobuline per via endovenosa e si propo-ne lo stesso obiettivo di livelli sierici di IgG. Lasomministrazione però deve essere frazionata in

più sedute, usualmente settimanali. La terapia,sembra ben tollerata dalla maggior parte deipazienti e presenta indubbi vantaggi di praticità eprobabilmente una maggior stabilità dei livelli diimmunoglobuline sieriche.Per quanto riguarda la terapia antibiotica, questanon viene effettuata continuativamente a scopoprofilattico, ma come pronta terapia degli episodiinfettivi. È importante effettuare una scelta attentadel farmaco, basandosi anche sulla conoscenzadegli agenti infettivi maggiormente coinvolti, edalternare gli antibiotici da utilizzare, somministran-doli a dosi e tempi adeguati alla patologia in atto.Ciò permetterà di ridurre la selezione di microrga-nismi resistenti, evenienza non rara vista la frequen-za con cui questi soggetti devono sottoporsi a trat-tamento antibiotico (4). Infine, un’adeguata fisiotera-pia respiratoria effettuata con la PEP mask che, con-sentendo un buon drenaggio anatomico lobare (6),migliora la qualità della vita del paziente e, spesso,interrompe il circolo vizioso infezione/infiammazio-ne alla base delle complicanze croniche.Da quanto detto risulta chiara la necessità di unadiagnosi precoce, che possa permettere un tem-pestivo inizio dell’intervento terapeutico (9).

Agammaglobulinemia legata al cromosoma X

L’agammaglobulinemia legata al cromosoma X èuna malattia genetica rara, con un’incidenza stima-ta di circa 1:200.000 nati vivi (11). Essa è caratte-rizzata da un disordine della maturazione delle cel-lule B, con livelli circolanti di cellule B <1% ed ipo-gammaglobulinemia (12). È stato dimostrato che lamalattia è causata da diverse mutazioni che inte-ressano il gene, localizzato sul braccio lungo delcromosoma X, codificante per la tirosina chinasi diBruton (BTK) (11, 13), probabilmente coinvolta indiversi stadi della differenziazione della cellula B(1). Poiché nelle femmine eterozigoti, portatricidella mutazione su un solo cromosoma X, le cel-lule B utilizzano solamente il gene con il BTK nor-male, i soggetti che presentano il quadro clinicocaratteristico di questa sindrome sono i maschiche hanno ricevuto dalla madre eterozigote il cro-mosoma con il gene alterato mentre le femmine(portatrici) sono completamente sane. Il 50%-60%dei pazienti ha una storia familiare per XLA, men-tre per ciò che riguarda la restante percentuale sitratta di casi sporadici secondari a probabile muta-zione de novo del gene. Il riscontro della mutazio-ne a carico del gene BTK permette di confermare

Page 48: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Laudani, et al.48

la diagnosi ipotizzata sulla base della clinica edeventualmente di una storia familiare positiva permalattia di Bruton (11).La maggior parte dei bambini affetta da questa sin-drome rimane in buona salute per i primi 6-9 mesidi vita grazie alla presenza in circolo di anticorpiIgG trasmessi dalla madre (12, 13); successivamen-te si ha la comparsa di infezioni protratte e resi-stenti (12), causate da organismi piogeni extracel-lulari quali streptococchi ed Haemophilus.Da uno studio italiano su una larga coorte di pazi-enti con malattia di Bruton è emerso che il 68,5%dei pazienti presenta, alla diagnosi, infezioni a cari-co delle vie aeree e che il 38,5% presenta sintomiricorrenti o cronici di bronchite associata ad ispes-simento bronchiale, atelettasie e bronchiectasie(12). La malattia di Bruton è spesso associata adaltri gravi quadri clinici quali piodermite, linfadenitesuppurativa superficiale, osteomielite ed artrite.Nel 5% dei pazienti si è riscontata anche la com-parsa di meningite batterica prima della diagnosi;encefaliti causate da virus (solitamente echovirus)possono manifestarsi anche durante la terapia sos-titutiva (12). Fatta eccezione per le meningoence-faliti da echovirus, nel complesso, il quadro clinicoè molto simile al quadro tipico della CVID; neipazienti prima dell’inizio del trattamento leinfezioni sono solitamente più gravi ed il rischio dicomplicanze è maggiore.A causa del diffuso utilizzo di antibiotici che pos-sono mascherare la malattia di base, la diagnosipuò essere ritardata anche di anni, quando undanno cronico polmonare, nella maggior parte deicasi bronchiectasie (11, 13), può essersi già instau-rato (13). Negli ultimi anni, però, la maggiorconoscenza di queste malattie e la possibilità deilaboratori di accedere ad un esame semplice epoco costoso come il dosaggio delle immunoglob-uline sieriche ha consentito di anticipare significati-vamente l’età alla diagnosi, tant’è vero che in Italiadagli anni Settanta ad oggi, l’età media dei pazien-ti alla diagnosi è scesa dai 16 a 2 anni circa (12).La diagnosi precoce è di cruciale importanza perpoter iniziare la terapia sostitutiva con immuno-globuline, la quale a sua volta permette di preve-nire o ridurre la severità delle infezioni polmonari,principale causa di morte nei pazienti con XLA.Nonostante il trattamento con immunoglobuline,che come per i pazienti con CVID mira a mante-nere una concentrazione plasmatica di IgG com-presa tra 500 e 600mg/dL, la malattia polmonare

cronica e la progressione del danno sono comun-que possibili (12, 13).Anche in corso di XLA un controllo adeguatodelle manifestazioni polmonari viene effettuatoall’occorrenza tramite antibiotici (sia cefalospori-ne che macrolidi, utilizzati anche per la loro capa-cità antinfiammatoria [5, 9]), e broncodilatatori(10). Un’adeguata fisioterapia respiratoria dis-ostruente (9) è fondamentale non solo nella tera-pia ma soprattutto nella profilassi delle compli-canze broncopolmonari.

Altre immunodeficienze primitive

L’immunodeficienza severa combinata

L’immunodeficienza severa combinata (SCID) èuna sindrome caratterizzata dall’anomalo svilup-po e funzione sia dei linfociti T che dei B, ed incerti casi anche delle cellule NK (1), con conse-guente danno funzionale sia dell’immunità cellu-lo-mediata che dell’immunità umorale. Ne esisto-no molteplici forme: la malattia può essere eredi-tata con modalità autosomica recessiva, conmodalità X-linked, oppure essere sporadica.Attualmente sono stati identificati diversi difettimolecolari che nella maggior parte dei casiriguardano lo sviluppo e la funzione dei linfociti T.Tuttavia, poiché i segnali forniti dai linfociti T sononecessari per la funzione dei linfociti B, le gravianomalie dei primi compromettono inevitabil-mente lo sviluppo ed il mantenimento di un’ade-guata immunità umorale.I sintomi tipici della SCID sono le gravi infezioniricorrenti, soprattutto delle vie respiratorie e deltratto gastrointestinale, la diarrea cronica e lo scar-so accrescimento (14). Solitamente i sintomihanno inizio già durante il periodo neonatale, tal-volta la loro comparsa può essere ritardata dallapresenza di anticorpi materni in circolo.L’assenza dell’immunità sia cellulo-mediata cheumorale rende suscettibili i piccoli pazienti a can-didosi orale o mucocutanea, ad infezioni opportu-nistiche causate da microrganismi normalmentenon patogeni, come lo Pneumocystis carinii ol’Aspergillus fumigatus.Anche le infezioni con i comuni patogeni tipo ilvirus respiratorio sinciziale, il virus della varicellazoster, l’herpes simplex, i virus influenzali o parain-fluenzali, il rotavirus, l’adenovirus ed il virus dellaparotite possono essere per loro fatali, così comela vaccinazione con virus vivi attenuati (13).

Page 49: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Quando il polmone ci suggerisce un’immunodeficienza... 49

In questi pazienti, l’interessamento polmonare inalcuni casi può essere la prima manifestazione dellasindrome mentre in altri casi può presentarsi quan-do la diagnosi è stata già formulata; la malattia pol-monare costituisce, comunque, una causa comunedi morbilità e di mortalità in questi pazienti.Talvoltala contemporanea infezione da parte di agenti bat-terici e virali (15) può essere fatale, così come l’e-voluzione in bronchiolite obliterante.Le infezioni ricorrenti e la loro persistenza porta-no rapidamente a rallentamento della velocità dicrescita ed a malnutrizione, per cui, una volta effet-tuata la diagnosi, è necessario mettere in atto ade-guate strategie terapeutiche.La terapia di prima scelta è rappresentata dal tra-pianto di cellule staminali da un donatore consan-guineo HLA compatibile (13). Il ripristino dell’im-munità cellulare si osserva entro pochi mesi, men-tre il livello delle immunoglobuline mostra unaripresa più tardiva, con il ritorno alla normalità in1-3 anni in caso di successo del trapianto. Finquando non si ha il completo rispristino della fun-zionalità delle difese umorali è opportuno effet-tuare una terapia sostitutiva con somministrazionedi immunoglobuline per via endovenosa. In attesadel trapianto, invece, i bambini vengono solitamen-te trattati con antibiotici ed antifungini per la pro-filassi e la terapia delle infezioni.

L’immunodeficienza con iper-IgM

L’immunodeficienza con iper-IgM è poco comune,costituendo in Europa circa il 2% di tutte le immu-nodeficienze primitive (16). Essa ha alla base unamutazione del gene, localizzato sul braccio lungodel cromosoma X, codificante per il CD40L (17).Il CD40L è una molecola presente sulla superficiedella cellulaT necessaria nell’induzione dello switchisotipico dalla classe IgM alle classi IgG ed IgA.L’assenza di questa proteina determina nei pazien-ti di sesso maschile che hanno ereditato il genemutato dalla madre ridotti livelli di IgA ed IgG, enormali o elevati livelli di IgM (1, 16). Non tutti ipazienti con iper-IgM, tuttavia, hanno una mutazio-ne del CD40L; esiste, infatti, un certo numero dipazienti di entrambi i sessi con CD40L normale, ein questi casi il difetto sembra essere intrinsecoalla cellula B.Oltre il 75% dei pazienti con iper-IgM legata all’Xsviluppa i sintomi dell’immunodeficienza duranteil primo anno di vita (1) e la restante percentua-le entro i 5 anni (16). I sintomi d’esordio sono

solitamente costituiti da infezioni piogene recidivanti.La polmonite e le infezioni delle vie aeree superio-ri, quali sinusite ed otite ricorrente, sono le manife-stazioni cliniche più frequenti (1, 16). La maggiorparte dei pazienti presenta anche diarrea ricor-rente e protratta, infezione a carico del sistemanervoso centrale, sepsi, epatite, colangite sclero-sante e cellulite. Nel 50% dei casi l’agente eziolo-gico della polmonite è lo Pneumocystis carinii; lamaggiore suscettibilità a questo patogeno puòessere spiegata dalla difettosa funzionalità dellacellula T legata al deficit molecolare descritto. Altriagenti patogeni comunemente coinvolti sono ilcitomegalovirus, l’adenovirus, l’herpes simplex I, ilvirus respiratorio sinciziale ed i virus parainfluen-zali. Lo pneumococco, l’Haemophilus influenzae elo stafilococco sono meno frequentemente coin-volti nella comparsa di infezioni (16).La frequenza dei disordini autoimmuni è mag-giore rispetto ad altre sindromi da deficit anti-corpale, essi comprendono la trombocitopenia,l’ar trite sieronegativa e le malattie infiammatorieintestinali (17).In questi pazienti va effettuata terapia sostitutivacon immunoglobuline per via endovenosa o sot-tocutanea, allo stesso dosaggio utilizzato neipazienti affetti da XLA e CVID, e terapia antibioti-ca al bisogno. Nonostante la terapia sostitutiva,spesso, la sopravvivenza di questi pazienti nonsupera i 25 anni. La causa di morte comprende leinfezioni che insorgono in primissima età, le malat-tie epatiche e le neoplasie. Per questo motivosarebbe opportuno effettuare precocemente,anche in questi pazienti, il trapianto di cellule sta-minali HLA-identiche (17).

Sindrome da Iper-IgE

Anche la sindrome da iper-IgE è relativamenterara; essa è caratterizzata dalla triade clinica: altilivelli sierici di IgE (>2000 IU/mL) (18), ascessiricorrenti della cute da stafilococco, polmonitifrequenti che spesso causano lo sviluppo dipneumatoceli persistenti. Nella maggior partedei casi si presenta come malattia sporadica, tut-tavia sono descritte sia forme autosomicherecessive che dominanti. La forma autosomicadominante è caratterizzata dalla presenza di unaiperestensibilità delle articolazioni, scoliosi (2/3dei pazienti), osteoporosi e ritardo nell’eruzionedentaria. La forma autosomica recessiva è carat-terizzata da infezioni virali ricorrenti, eosinofilia

Page 50: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Laudani, et al.50

elevata, complicanze neurologiche gravi anche fata-li durante la fanciullezza, mentre le anomalie sche-letriche e dentali possono essere anche assenti.L’incidenza delle polmoniti è uguale sia nelle formedominanti che nelle forme recessive; esse sonogeneralmente causate dallo S. aureus, S. pneumo-niae ed H. influenzae. Lo pneumatocele è tipicodella forma dominante, spesso segue la risoluzio-ne di una polmonite batterica e frequentementesubisce una sovrainfezione da parte diPseudomonas aeruginosa o da partedell’Aspergillus fumigatus (16, 18); queste ultimevengono trattate con particolare difficoltà.La causa dell’aumento delle IgE policlonali non èancora chiara. I livelli di IgE, compresi tra i 10.000ed i 100.000 IU/mL, non sono statici e subisconofluttuazioni che non si associano a variazioni delquadro clinico.Per ciò che riguarda le manifestazioni polmonari inquesti pazienti, il trattamento si basa sulla sommi-nistrazione di antibiotici diretti verso agenti quali S.aureus, H. influenzae, e S. pneumoniae.

Deficit selettivo di IgA e delle sotto-classi di IgG

I deficit delle IgA e delle sottoclassi di IgG sonodisordini frequenti capaci di causare morbilitàsoprattutto tra i 2 ed i 6 anni di vita.

Deficit di IgA

In Italia l’incidenza del deficit di IgA è stimata intor-no ad 1:600; nella maggior parte dei casi si trattadi forme sporadiche, associate talvolta ad infezionicongenite intrauterine (citomegalovirus, toxopla-sma, virus della rosolia). Con minore frequenza siindividua una familiarità con modalità di trasmis-sione autosomica dominante a bassa penetranza oautosomica recessiva. Nella patogenesi è comun-que implicato un blocco della differenziazione ter-minale dei linfociti B, a sua volta causato da un’al-terata interazione tra i linfociti B e T.I criteri che permettono di fare diagnosi di deficitselettivo di IgA sono: il riscontro di livelli sierici diIgA <7mg/dL, normali livelli delle altre classi diimmunoglobuline (19), normali livelli di IgG pro-dotti in risposta alle vaccinazioni, normale presen-za di meccanismi dell’immunità cellulo-mediata.Circa 1/3 dei soggetti con deficit di IgA è asintoma-tico e non presenta patologie di rilievo (20). Neglialtri casi si ha una maggiore tendenza a sviluppare

infezioni dell’apparato respiratorio (polmonite,sinusite ed otite media acuta), e dell’apparatogastroenterico, malattie autoimmuni (vitiligine,tiroidite autoimmune, artrite reumatoide), malat-tie allergiche (rinocongintivite ed asma) (21) epatologie neoplastiche. L’evoluzione della malattiaè strettamente dipendente dall’eventuale patolo-gia associata, talvolta anche in questi pazienti lebroncopneumopatie possono esitare in compli-canze polmonari croniche, quali le bronchiectasie.Talvolta il deficit di IgA può associarsi ad una ridu-zione dei livelli ematici delle sottoclassi IgG2 edIgG4, in questo caso l’incidenza delle infezioni èmaggiore.

Deficit di IgG

Per quanto riguarda invece il deficit isolato dellesottoclassi di IgG esso spesso può non essere indi-viduato con il semplice dosaggio delle IgG totali,ciò perché, da una parte, le IgG2, IgG3 ed IgG4insieme costituiscono solo il 30%-40% delle IgG,dall’altra, il deficit di IgG1 può non essere ricono-sciuto se si verifica un contemporaneo incremen-to di una o più delle altre sottoclassi di IgG.Il significato biologico dei vari deficit delle sottoclas-si IgG non è ancora completamente noto (1, 20).La maggior parte dei pazienti con deficit di IgG1presenta un quadro clinico spesso simile a quellotipico dei pazienti con CVID, ciò perché le IgG1costituiscono circa il 66% di tutte le sottoclassi diIgG (20). Il deficit di IgG2 può avere in alcunipazienti un decorso asintomatico, per un probabi-le shift della risposta anticorpale verso un’altra sot-toclasse di IgG, mentre in altri pazienti si nota unamaggiore incidenza di infezioni da agenti capsulati(22, 23), essendo le IgG2 coinvolte nella rispostacontro i polisaccaridi di superficie. I pazienti con ildeficit di IgG2 sono, inoltre, incapaci di produrreanticorpi in seguito a vaccinazione con antigenipolisaccaridici purificati (ad esempio il vaccinoantipneumococcico). Per quanto riguarda il deficitdi IgG3, esso è caratterizzato dalla comparsa diinfezioni ricorrenti a carico dell’apparato respira-torio (ricordiamo che le IgG3 intervengono nellarisposta primaria contro agenti virali) (19, 22).Infine per quanto riguarda il deficit di IgG4, esso èdi incerto significato clinico, anche se spesso siassocia a comparsa di infezioni dell’apparato respi-ratorio, ricorrenti e severe, ed a bronchiectasie.Il trattamento dei bambini con deficit di IgA, più omeno associato al deficit di sottoclassi di IgG, si

Page 51: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Quando il polmone ci suggerisce un’immunodeficienza... 51

basa sulla somministrazione di antibiotici in caso dimanifestazioni di natura infettiva, e sulla fisioterapiaper il drenaggio delle vie aeree in presenza ditosse produttiva cronica.Nei pazienti con grave deficit di IgG si può impo-stare una terapia sostitutiva con immunoglobulineper via endovenosa, associata a terapie di suppor-to quali la somministrazione di antibiotici al biso-gno e fisioterapia respiratoria.

ConclusioniDa quanto illustrato risulta evidente che le mani-festazioni polmonari, siano esse acute o croniche,sono presenti nella maggior parte delle immuno-deficienze. Per questo motivo, di fronte ad un

paziente con malattie dell’apparato respiratorio,soprattutto se ricorrenti e di grave entità, dovreb-be essere effettuata anche un’analisi della funzio-nalità del sistema immunitario tenendo conto chealcuni parametri possono alterarsi negli anni e chela normalità ad esempio dei livelli di immunoglo-buline nell’infanzia non significa che il paziente nonpossa sviluppare successivamente un difetto anchegrave del sistema immunitario.L’utilizzo di esami semplici e a costo relativamentebasso ci consentono di confermare molti sospetti didifetto immunologico e questo è molto importanteperché una diagnosi corretta e tempestiva permet-te di impostare in modo appropriato la terapia e dioffrire, quindi, una migliore qualità della vita e miglio-ri prospettive di sopravvivenza a lungo termine.

1. Behrman R, Kliegman R, Jenson H, eds. Nelson.Trattato di Pediatria. XVI edizione. Torino, Italy:Minerva Medica; 2002.

2. Martìnez Garcì M, Hernandez M, De Rojas M,et al. Respiratory disorders in common variableimmunodeficiency. Respir Med 2001; 95: 191-195.

3. Cunningham-Rundles C, Bodian C. CommonVariable Immunodeficiency: Clinical andImmunological Features of 248 Patients. ClinImmunol 1999; 92: 34-48.

4. Blanco Quiròs A, Solìs Sanchez P, GarroteAndrados J, Arranz Sanz E. VariableImmunodeficiency. Old questions are getting clearer.Allergol Immunopathol 2006; 34: 263-275.

5. Pourpak Z, Aghamohammadi A, Sedighipour L,et al. Effect of regular intravenous immunoglobulintherapy on prevention of pneumonia in patients withcommon variable immunodeficiency. J MicrobiolImmunol Infect 2006; 39: 114-120.

6. Thickett K, Kumararatne D, Banerjee A, et al.Common variable immune deficiency: respiratorymanifestations, pulmonary function and high-resolu-tion CT scan findings. Q J Med 2002; 95: 655-662.

7. Oksenhendler E,Gerard L, Fieschi C,Malphettes M, et al. Infections in 252 patients withcommon variable immunodeficiency. Clin Infect Dis2008 ; 46: 1547-1554.

8. Busse P, Razvi S, Cunningham-Rundles C.Efficacy of intravenous immunoglobulin in the pre-vention of pneumonia in patients with common vari-able immunodeficiency. J Allergy Clin Immunol2002; 109: 1001-1004.

9. de Gracia J, Vendrell M, Alvarez A, et al.Immunoglobulin therapy to control lung damage inpatients with common variable immunodeficiency.Int Immunopharmacol 2004; 4:745-753.

10. Kainulainen L, Varpula M, Liippo K et al.Pulmonary abnormalities in patients with primaryhypogammaglobulinemia. J Allergy Clin Immunol1999;104: 1031-1036.

11. Chun J, Lee T, Song J, et al. Analysis of ClinicalPresentations of Bruton Disease:A Review of 20Yearsof Accumulated Data from Pediatric Patients atSeverance Hospital.Yonsei Med J 2008; 49: 28-36.

12. Plebani A, Soresina A, Rondelli R, et al. Clinical,Immunological, and Molecular Analysis in a Large

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 52: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Laudani, et al.52

Cohort of Patients with X-LinkedAgammaglobulinemia: An Italian Multicenter Study.Clin Immunol 2002; 104: 221-230.

13. Buckley R. Pulmonary complications of primaryimmunodeficiencies. Paediatr Respir Rev 2004; 5:S225-S233.

14. Fischer A. Severe combined immunodefi-ciencies (SCID). Clin Exp Immunol 2000; 122:143-149.

15. Deerojanawong J, Chang A, Eng P, et al.Pulmonary Diseases in Children With SevereCombined Immune Deficiency and DiGeorgeSyndrome. Ped Pulmonol 1997; 24: 324-330.

16.Winkelstein J, Marino M, Ochs H et al. The X-Linked Hyper-IgM Syndrome Clinical andImmunologic Features of 79 Patients. Medicine2003; 82: 373-384.

17. Etzioni A, Ochs HD. The hyper IgM syndrome-an evolving story. Pediatr Res. 2004; 56: 519-525.

18. Grimbacher B, Holland S, Puck J. Hyper-IgEsyndromes Immunol Rev 2005;203: 244-250.

19. Conley M, Notarangelo L, Etzioni A.Diagnostic Criteria for Primary Immunodeficiencies.Clin Immunol 1999; 93190-93197.

20. Kutukculer N, Karaca N, Demircioglu D,AksuG. Increases in serum immunoglobulins to age-rela-ted normal levels in children with IgA and/or IgG sub-class deficiency. Pediatr Allergy Immunol 2007; 18:167-173

21. Mzell D, Kotanko P, Hauer AC, et al. Gender,age and seasonal effects on IgA deficiency: a studyof 7293 Caucasians. Eur J Clin Invest 2004; 34:224-228.

22. Alexander R. IgG subclass deficiency and theday-care generation. Pediatr Infect Dis J 1999; 18:462-466.

23. Herrod HG. Clinical significance of IgG sub-classes. Curr Opin Pediatr 1993; 5: 696-699.

BIBLIOGRAFIA

Page 53: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Studi multicentrici pubblicati in questi ultimi mesisu riviste internazionali segnalano una possibileassociazione tra un farmaco antipiretico di largoimpiego, il paracetamolo, e l’insorgenza di sintomiasmatici, in particolare nell’età pediatrica scolare.I possibili meccanismi biologici alla base di questaassociazione sembrano essere principalmentedue: lo sviluppo di processi flogistici a livello dellevie aeree e la stimolazione di una risposta Th2-mediata, che favorisce l’espressione fenotipicadelle malattie allergiche. Entrambi questi fenomenisarebbero secondari al danno ossidativo conse-guente al consumo dell’antiossidante glutatione.Il metabolismo del paracetamolo è essenzialmen-te epatico con prevalente formazione di meta-boliti glicurono e solfo-coniugati; una piccolaparte viene invece trasformata, attraverso il cito-cromo P450, in un composto altamente reattivoe tossico (N-acetyl-benzoquinoneimina, NAPQI)

neutralizzato dall’azione antiossidante del glutatio-ne, il più importante agente antiossidante del pol-mone (1, 2). La possibilità che la deplezione diantiossidanti in risposta ad un incremento di fatto-ri pro-ossidativi sia fra i meccanismi coinvolti nelleriacutizzazioni asmatiche viene già descritta daCorradi et al. (1) e Bibi et al. (3), che hanno misu-rato la concentrazione di antiossidanti nel con-densato dell’aria espirata e su sangue rispettiva-mente, dimostrando in entrambi i casi una signifi-cativa riduzione dei livelli di glutatione nei bambinicon attacco asmatico acuto rispetto a bambini conasma in buon controllo (4).La rivista The Lancet ha recentemente pubblicatouno studio multicentrico ISAAC (InternationalStudy of Asthma and Allergies in Childhood) (5)che analizza l’associazione tra assunzione di para-cetamolo come antipiretico nella prima infanzia(in particolare nel primo anno di vita) e/o negli

Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 53-57

Enrico Opocher, Silvia Bressan, Maria Gabelli, Eugenio Baraldi

Gruppo Journal Club, Dipartimento di Pediatria di Padova, Università degli Studi di Padova

È possibile che l’assunzione diparacetamolo sia un fattore di rischio

per lo sviluppo di asma?Is paracetamol use in infancy and childhood

a risk factor for asthma?

Parole chiave: Paracetamolo, asma, fattore di rischio

Keywords: Paracetamol, asthma, risk factor

Riassunto. L'associazione tra assunzione di paracetamolo e sintomi asmatici è oggetto di grande interesse per la ricerca medi-ca degli ultimi anni. La rivista The Lancet ha recentemente pubblicato sull'argomento uno studio multicentrico ISAAC(International Study of Asthma and Allergies in Childhood) i cui risultati dell'analisi multivariata su circa 100.000 bambini in etàscolare dimostrano un’associazione significativa tra presenza di sintomi di asma ed assunzione di paracetamolo nel primo annodi vita (OR 1.46, IC 95% 1.36-1.56) e negli ultimi 12 mesi (OR 1.43, IC 95% 1.30-1.58), con un'associazione più forte per ipazienti con asma grave (OR 3.54, IC 95%, 3.05-4.11, per elevata assunzione di paracetamolo vs non assunzione). Il disegno ditale studio ed i relativi limiti intrinseci non permettono tuttavia di trarre conclusioni definitive. Studi longitudinali prospetticisono quindi necessari per chiarire il ruolo del paracetamolo quale fattore di rischio per lo sviluppo di asma.

Accettato per la pubblicazione il 10 dicembre 2008.

Corrispondenza: Dott. Enrico Opocher, Dipartimento di Pediatria, Università di Padova,Via Giustiniani 3, 35128 Padova; e-mail: [email protected]

53R U B R I C A : j o u r n a l c l u b

Page 54: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Opocher, et al.

ultimi 12 mesi ed il rischio di sviluppare asma,rino-congiuntivite od eczema in età scolare.Questo studio epidemiologico di tipo trasversale(cross-sectional) è stato condotto su una popola-zione pediatrica totale di circa 200.000 bambini, dietà compresa tra i 6 e 7 anni, selezionati da uncampione casuale di scuole in 73 centri di 31 paesiappartenenti a diverse aree geografiche.I dati sono stati raccolti tramite questionari prede-finiti, tradotti nelle diverse lingue e compilati daigenitori o tutori dei soggetti inclusi.L’utilizzo del paracetamolo nel primo anno di vitaè stato indagato chiedendo se tale farmaco venis-se abitualmente somministrato in caso di febbre intale periodo di tempo. Per quanto riguarda invecel’assunzione negli ultimi 12 mesi è stato definito ungrado di utilizzo “elevato” se somministrato una opiù volte al mese, “moderato” se una o più voltenegli ultimi 12 mesi, o assente se non sommini-strato nel periodo di tempo considerato.La presenza di asma è stata definita dalla rispostaaffermativa alla domanda: “Il suo bambino ha sof-ferto di respiro sibilante o fischi al torace negli ulti-mi12 mesi?”. L’asma è stata inoltre classificatocome grave in presenza di wheezing almeno una opiù notti alla settimana oppure wheezing con asso-ciata difficoltà a parlare o, infine, in caso di almenoquattro episodi di wheezing negli ultimi 12 mesi.I risultati principali dello studio derivanti dall’analisimultivariata, possibile sui dati di circa 100.000bambini, hanno dimostrato un odds ratio (OR) paria 1.46 (95 % I.C. 1.36-1.56) per la presenza di sin-tomi asmatici tra i 6-7 anni di età nei soggetti a cuiè stato somministrato paracetamolo come antipi-retico nel primo anno di vita. Prendendo in consi-derazione tra le variabili possibilmente confonden-ti anche l’assunzione di paracetamolo negli ultimi12 mesi, la stessa associazione si è dimostrata

ugualmente significativa con un OR pari a 1.26(95%, IC 1.18-1.36). Non sono emerse particolaridifferenze nelle popolazioni dei diversi paesi.Per quanto riguarda lo studio della possibile asso-ciazione tra l’utilizzo di paracetamolo negli ultimi12 mesi e la presenza di sintomi asmatici a 6-7anni d’età, l’analisi multivariata ha dimostrato unOR significativo pari a 1.61 (95 % IC 1.46-1.77)per un uso “moderato” ed un OR di 3.23 (95%, IC2.91-3.60) per un uso “elevato” di paracetamolorispetto a chi non l’ha utilizzato nello stesso perio-do di tempo. Da questi risultati emerge, quindi,una correlazione “dose-effetto” con un maggiorerischio di sviluppare sintomi asmatici tra i 6-7 annidi età per quei soggetti che hanno fatto un uso“elevato” vs “moderato” di paracetamolo.L’assunzione di paracetamolo, sia nel primo annoche negli ultimi 12 mesi di vita, è infine risultataassociata alla presenza di asma “severo” in età sco-lare. Una simile relazione statistica viene dimostra-ta anche per la presenza di rinite od eczema,entrambe manifestazioni di una diatesi allergicacomune ai sintomi asmatici (Tabella 1).Per quanto riguarda lo studio della possibile asso-ciazione tra l’utilizzo di paracetamolo negli ultimidodici mesi e la presenza di sintomi asmatici a 6-7anni d’età, l’analisi multivariata ha dimostrato unOR significativo pari a 1.61 (95%, IC 1.46-1.77) perun uso “moderato” ed un OR di 3.23 (95%, IC2.91-3.60) per un uso “elevato” di paracetamolorispetto a chi non l’ha utilizzato nello stesso perio-do di tempo. Da questi risultati emerge, quindi,una correlazione “dose-effetto” con un maggiorerischio di sviluppare sintomi asmatici tra i 6-7 annidi età per quei soggetti che hanno fatto un uso“elevato” vs “moderato” di paracetamolo.L’assunzione di paracetamolo, sia nel primo annoche negli ultimi 12 mesi di vita, è infine risultata

54

Tabella 1 Associazione tra assunzione di paracetamolo ed asma. Modificata da Beasley et al. [5].

Analisi multivariata dei bambini con covariabili note Odds Ratio (95 % I.C)

Paracetamolo nel primo anno di vita 1,46 (1,36-1,56)ed asma in età scolare (6-7 anni)

Paracetamolo nel primo anno di vita 1,43 (1,30-1,58)ed asma severo

Paracetamolo negli ultimi 12 mesi ed asma severo 1,33 (1,15-1,53)Media assunzione vs non assunzione

Elevata assunzione vs non assunzione 3,54 (3,05-4,11)

Page 55: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: journal club - È possibile che l’assunzione di paracetamolo sia un fattore di rischio...

associata alla presenza di asma “severo” in età sco-lare. Un’associazione della stessa forza viene dimo-strata anche per la presenza di rinite od eczema,entrambe manifestazioni di una diatesi allergicacomune ai sintomi asmatici (Tabella 1).Graham Barr del Columbia University MedicalCenter, sullo stesso numero di Lancet (6) com-menta questo studio con un editoriale indicandotra i principali punti di forza la dimensione ampiadel campione, i metodi e le definizioni di esitostandardizzate e la consistenza dei risultati tra idiversi paesi e centri dove l’uso del paracetamolo,la prevalenza di asma e di altri fattori di rischio notisono differenti.Secondo gli Autori di ISAAC il campione è benrappresentativo della popolazione in ragione diuna percentuale ampia (85%) di risposte ai que-stionari provenienti dai diversi centri. Vi è tuttaviala possibilità di un “recall bias” ovvero che genitoridi bambini asmatici, in particolare di quei bambinicon forme più severe di malattia, ricordino megliorispetto agli altri genitori di aver somministratoparacetamolo nel primo anno di vita.Un altro limite evidenziato è la possibilità che igenitori di bambini asmatici abbiano la tendenza asomministrare più facilmente e frequentemente ilparacetamolo rispetto a genitori di bambini per ilresto sani.La possibilità che il paracetamolo venga sommi-nistrato più frequentemente in corso di asma odinfezioni virali delle prime vie respiratorie conuna componente di wheezing sembra influenzarerelativamente poco, secondo gli Autori dello stu-dio ISAAC, i risultati alla luce dalle numerosealtre indicazioni cliniche che portano all’uso diparacetamolo in corso di febbre nei diversi paesi.La possibilità di un’associazione inversa, in cuibambini asmatici hanno più frequentemente feb-bre e perciò assumono paracetamolo, secondogli Autori, è improbabile vista la analoga associa-zione tra farmaco e altri sintomi quali eczema erinocongiuntivite.Tale fenomeno chiamato “reverse causation” vienepreso in considerazione anche da Shaheen et al. inun recente studio caso-controllo multicentricocondotto in Europa su una popolazione di giovaniadulti (20-45 anni) (7). Sembra improbabile, secon-do gli Autori, che vi sia nella popolazione adultauna associazione inversa, per la quale chi soffre disintomi asmatici assume più spesso farmaci conte-nenti paracetamolo.

Il fatto che i questionari siano stati compilati esclu-sivamente da genitori o tutori senza una supervi-sione o controllo di personale sanitario non per-mette tuttavia di escludere una scorretta interpre-tazione della definizione di asma, confondendo difatto l’asma con episodi, anche ricorrenti, di infe-zioni virali delle prime vie respiratorie in bambinialtrimenti sani.Nonostante l’analisi multivariata estesa, condottadagli Autori dello studio ISAAC, altri possibili fat-tori confondenti, quali malattie respiratorie dibase, diversi livelli di igiene tra i paesi inclusi nellostudio e l’uso di altri antipiretici (FANS in partico-lare) potrebbero influenzare in modo significativoquesta associazione. Solo un trial randomizzatocontrollato (8) sembra dimostrare che l’uso delparacetamolo (vs ibuprofene) come antipiretico inetà pediatrica sia associato ad un rischio aumenta-to di insorgenza di sintomi asmatici. Un tipo di stu-dio trasversale, come l’ISAAC, “fotografa” in uninstante un’associazione che potrebbe essere ana-loga nel tempo, ma non può dimostrare un nessodi causalità, né rappresentare una evidenza tale dainfluenzare decisioni terapeutiche.Tuttavia i dati dello studio ISAAC, descritti daBeasley (5) e Shannen (7) rappresentano il contri-buto maggiore pubblicato in letteratura fino adoggi, sull’associazione tra uso del paracetamolo edinsorgenza di asma.Altri Autori hanno recentemente studiato l’assun-zione di paracetamolo durante la gravidanza ed ilpossibile sviluppo di sintomi asmatici nei primi annidi vita: nello studio di Persky et al. (9) l’utilizzo delparacetamolo a partire dal secondo trimestre digravidanza sembra un fattore di rischio per lo svi-luppo di sintomi respiratori e “wheezing” nelprimo anno di vita. Rebordosa et al. (10) hannodescritto una associazione significativa tra l’assun-zione di paracetamolo nel primo trimestre di gra-vidanza e la presenza di sintomi asmatici e diagno-si di asma a 18 mesi ed a 7 anni di età.Questi risultati sono di grande interesse in parti-colare per il settore pediatrico, dove l’utilizzo diparacetamolo è largamente diffuso, ma almomento non sono abbastanza consistenti pergiustificare una modifica nella pratica clinica dellaterapia antipiretica in età pediatrica. Sono bennoti gli effetti benefici del paracetamolo cosìcome i suoi effetti tossici ed il suo uso deve esse-re comunque razionale e giustificato da una chia-ra indicazione clinica.

55

Page 56: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Opocher, et al.56

Considerato tuttavia l’impiego consolidato e diffu-so del paracetamolo come antipiretico ed antido-lorifico, potrebbe rivelarsi utile la contemporaneaassunzione di vitamine anti-ossidanti, ricordandocomunque che nella maggioranza dei casi, in cui lafebbre non si associ ad importante disagio per ilbambino o non sia motivo di peggioramento dello

stato generale, gli antipiretici dovrebbero essererisparmiati (11).ll ruolo del paracetamolo quale fattore di rischioper lo sviluppo di asma, tuttavia, potrà essere defi-nitivamente chiarito solo da studi longitudinali pro-spettici su cui la ricerca dovrà cimentarsi nel pros-simo futuro.

Note di statistica per la lettura dei risultati

Cosa sono Rischio, Rischio Relativo, Odds ed Odds Ratio (OR) ?

Il Rischio in termini statistici, cioè la probabilità che un evento od “outcome” si verifichi è rappresentato dal rap-porto tra il numero di casi in cui l’evento si è verificato e numerosità della popolazione in cui vi è la possibilitàche tale evento si verifichi. L’odds invece confronta la probabilità che un evento si verifichi rispetto alla probabi-lità che non si verifichi, in altre parole il rapporto tra il numero di casi in cui l’evento si è verificato ed il numerodi quelli in cui non si è verificato (Odds = Risk / 1 - Risk). Un odds viene espresso con un numero che va da 0(evento mai verificatosi) ad infinito (l’evento certo). Misure relative di un effetto, come l’Odds Ratio (OR) od ilRischio Relativo (RR) descrivono l’evento in un gruppo rispetto ad un altro (OR è il rapporto tra gli odds mentreil RR è il rapporto tra due rischi) [12].

Come si interpreta l’Odds Ratio?

Valori di OR <1 indicano che non vi è associazione tra la patologia considerata ed il fattore di rischio in esame,mentre OR >1 esprimono la possibilità che vi sia una associazione che è tanto più significativa quanto più il valo-re è superiore ad 1. In uno studio caso-controllo tra due gruppi a confronto (esposti vs non esposti) se la misuradell’associazione calcolata con l’ OR è pari a 1.5, l’odds di un determinato evento nei soggetti esposti è maggio-re di 1.5 volte rispetto all’odds nel gruppo dei non esposti. Quando l’OR viene interpretato come un RR possonoinsorgere inoltre errori. A differenza della misura del rischio relativo, il valore dell’ OR risulta influenzato dalla fre-quenza di un evento nella popolazione. Quando un evento è raro, OR e RR sono approssimativamente uguali.Quando tuttavia un evento è relativamente frequente, odds e rischio che determinano rispettivamente OR e RRsono tra loro differenti, per cui il valore di OR tende a sovrastimare la possibile associazione [12].

Cosa è il “Recall Bias” ?

Il “Recall bias” o “reporting bias” costituisce un fattore di rischio maggiore per la validità interna di studi basatisu dati riportati direttamente dai soggetti in studio (self-reported). I risultati di questi studi possono presentare unadistorsione secondaria alla capacità dei soggetti di riportare con precisione l’esposizione passata ai fattori dirischio. In particolare soggetti affetti da una patologia hanno la tendenza ad una maggiore accuratezza nel docu-mentare tale esposizione [13].

Page 57: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: journal club - È possibile che l’assunzione di paracetamolo sia un fattore di rischio... 57

1. Corradi M, Folesani G, Andreoli R, et al.Aldehydes and Glutathione in Exhaled BreathCondensate of Children with AsthmaExacerbation. Am J Respir Crit Care Med 2003;167: 395-399.

2. Nuttall SL, Khan JN, Thorpe GH, et al. Theimpact of therapeutic doses of paracetamol onserum antioxidant capacity. J Clin Pharm Ther2003; 28: 289-294.

3. Bibi H, Schlesinger M, Tabachnik E, et al.Erythrocyte glutathione peroxidase activity in asth-matic children. Ann Allergy 1988; 61: 339-340.

4. Eneli I, Sadri K, Camargo C Jr, Barr RG.Acetaminophen and the risk of asthma: the epi-demiologic and pathophysiologic evidence. Chest2005; 127: 604-612.

5. Beasley R, Clayton T, Crane J, et al. Associationbetween paracetamol use in infancy and childhood,and risk of asthma, rhinoconjunctivitis, and eczemain children aged 6-7 years: analysis from PhaseThreeof the ISAAC programme. The Lancet 2008; 372:1039-1049.

6. Graham Barr R. Does paracetamol cause asth-ma in children? Time to remove the guesswork. TheLancet 2008; 372: 1011-1012.

7. Shaheen S, Potts J, Gnatiuc L, et al. The relationbetween paracetamol use and asthma: a GA2LENEuropean case-control study. Eur Respir J 2008; 32:1231-1236.

8. Lesko SM, Louik C, Vezina RM, Mitchell AA.Asthma morbidity after the short-term use of ibupro-fen in children. Pediatrics 2002; 109: e20.

9. Persky V, Piorkowski J, Hernandez E, et al.Prenatal exposure to Acetominophen and respirato-ry symptoms in the first year of life. Ann AllergyAsthma Immunology, 2008; 101: 271-278.

10. Rebordosa C, Kogevinas M, Olsen J.Acetaminophen use during pregnancy and risk ofwheezing and asthma in childhood. Am J RespirCrit Care Med 2007; 175: A80.

11. Sahib A, El-Radhi M.Why is the evidence notaffecting the practice of fever management. Arch.Dis. Child 2008; 93; 918-920.

12. Kremer L, Barrowman N. Tips and tricks forunderstanding and using SR results - no 2: oddsand odds ratio. Evid-Based Child Health 2006; 1:732-733.

13. Hassan E. Recall Bias can be a Threat toRetrospective and Prospective Research Designs. TheInternet Journal of Epidemiology 2006;Vol 3 (2).

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 58: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Considerare l’asma del bambino analoga a quelladell’adulto, e cioè una malattia cronica su baseallergica, è un errore perché porta a trascurare ilfondamentale ruolo delle infezioni. Questo a suavolta si ripercuote negativamente su gran partedella patologia respiratoria del bambino e quindianche sull’impiego di tre farmaci fondamentali: glisteroidi e i broncodilatatori, per via inalatoria, e gliantibiotici, per os.Seppur con ruoli diversi, entrano in gioco tutti i treprincipali agenti infettivi:1. virus respiratori, momento etio-patogeneticofondamentale non solo nella fase iniziale dell’asmama responsabili in seguito anche di quasi tutti gliepisodi broncoostruttivi acuti che a loro voltasono l’espressione più frequente e più tipica del-l’asma del bambino, proprio per questo definita“episodica” (1).2. batteri atipici il cui ruolo, sopravvalutato in pas-sato, viene oggi ridimensionato;3. batteri respiratori comuni (Pneumococco,Haemophilus influenzae, Moraxella catarralis)responsabili di patologie spesso associate all’asmacome Bronchite Batterica Persistente, Polmonite eBronchiectasie.

Virus respiratori e asma

Già negli anni Sessanta si parlava di “viral associa-ted wheeze“ e di “wheezy bronchitis“, ma solo dapochi anni il wheezing entra a far parte integrante

dell’asma del bambino. Anche per questo il whee-zing, oltre al sibilo, sottintende anche altri repertitipici della broncoostruzione come dispnea, respi-ro rumoroso, tosse insistente-persistente.A seconda dell’evoluzione viene suddiviso in trefenotipi (2):a. wheezing precoce transitorio, si limita ai primi 3anni di vita e interessa il 20% dei bambini;b. wheezing precoce persistente, persiste fino a 6anni (14% dei bambini);c. wheezing tardivo inizia a partire dai sei anni (14%dei bambini).All’inquadramento epidemiologico del wheezing sisono aggiunte le recenti acquisizioni fisio-patoge-netiche sul ruolo dei virus nell’asma in genere (3):- un’alterazione dell’immunità innata è alla basedell’episodio broncostruttivo che, indipendente-mente dall’età è quasi sempre scatenato da unainfezione virale. Il rinovirus non solo può essereresponsabile come il virus respiratorio sincizialedel primo episodio broncoostruttivo, ma continuaad essere la causa più frequente dei successivi epi-sodi broncostruttivi.- alla base del “wheezing non atopico” vi è unapredisposizione genetica responsabile sia delridotto calibro delle vie aeree sia di una inefficien-te risposta all’infezione virale. Questa ultima persi-ste nel tempo ed è responsabile del ricorrere diepisodi broncoostruttivi in occasione di successiveinfezioni virali.

Augusta Battistini

Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi di Parma

Asma e infezioniAsthma and infections

Pneumologia Pediatrica 2008; 32: 58-6558

Parole chiave: asma, infezioni respiratorie virali, infezioni respiratorie batteriche, polmonite, bronchiectasie

Keywords: asthma, viral respiratory infections, bacterial respiratory infections, pneumonia, bronchiectasis

Accettato per la pubblicazione il 10 Novembre 2008.

Corrispondenza: Prof.ssa Augusta Battistini, Prof. Ordinario Pediatria fr Università degli Studi di Parma;Via Conservatorio 9, 43100 Parma, e-mail: [email protected]

R U B R I C A : p e r r i f l e t t e r e

Page 59: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: per riflettere - Asma e infezioni

- predisposizione genetica alla patologia allergica einfezioni virali sono a loro volta responsabili deldanno delle vie aeree e quindi della iperreattivitàbronchiale che sta alla base dell’asma persistente.Quest’ultima si realizza in età scolare nel soggettonon solo sensibilizzato ma anche esposto all’aller-gene, fermo restando che anche in questo casol’episodio acuto è nella maggior parte dei casisostenuto da un infezione virale.Anche le Linee Guida Pediatriche internazionali(4), pur rimanendo fedeli alla definizione di “asma”come flogosi cronica della mucosa bronchiale, neestendono la diagnosi a:- segni e sintomi respiratori che compaiono inpresenza di infezioni virali;- raffreddore che ripetutamente si “estende” alpolmone o che persiste per più di 10 giorni;- sintomi che rispondono alla terapia dell’asma ecioè ad un breve ciclo di Broncodilatatori +Steroidi per via inalatoria.Il passaggio dalla classica asma allergica con infiam-mazione eosinofila della mucosa bronchiale adun’asma che ingloba anche il wheezing, la bron-chiolite, e perfino la bronchite (5), sta rivoluzio-nando i criteri diagnostici dell’asma. Questo spiegacome anche al di sopra dei 3 anni vi sia ancora un50% bambini che, pur trattati con farmaci antia-smatici, non sono mai stati diagnosticati comeasmatici e spiega anche come la prevalenza dell’a-sma arrivi ad oscillare a seconda delle casistiche,dal 6% al 18 % (5). La riluttanza ad allargare la dia-gnosi di asma alle forme virali (wheezing non ato-pico) viene giustificata dalla mancanza di specificicriteri diagnostici e anche dal timore di creare albambino problemi assicurativi (6). Ma al di là diquest’ultimo problema, tipicamente nord-america-no, resta il fatto che classificare il bambino conwheezing come un asmatico provoca una inutilepreoccupazione nei famigliari per i quali l’asma siidentifica ancora con una grave malattia cronica.D’altra parte però considerare il wheezing comequalcosa di diverso dall’asma rischia di sminuirnel’importanza con conseguente inadeguato utilizzodei farmaci antiasmatici. Ed in effetti i bambini trat-tati con farmaci antiasmatici senza essere stati dia-gnosticati come asmatici hanno più disturbi respi-ratori nel sonno, più assenze da scuola e maggiorilimitazioni all’attività fisica (7).Nell’attesa di una presa di posizione da parte degliorgani ufficiali (vedi “International Classification ofDisease”, 9th Revision) le soluzioni sono:

a. considerare, come in questa sede, equivalenti itermini asma e wheezing (5);b. utilizzare insieme i due i termini e parlare quin-di di asthma/wheezing (8);c. adottare la recente suddivisione in wheezingnon atopico e asma persistente (3).Ma al di là della questione semantica il punto fonda-mentale è che il wheezing o bronchite asmatica obronchite spastica o flogosi bronchiale ostruttiva ocomunque lo si voglia definire deve essere trattata inmodo adeguato. Che questo non avvenga in Italiasembra dimostrato da due dati statistici fra loro con-trastanti: se è vero che è alta la percentuale di bam-bini ai quali, indipendentemente dall’avere o menouna diagnosi di asma, viene prescritta una terapiaantiasmatica (24% contro un 11% degli Stati Uniti) èanche vero però che nel 45% di questi bambini iltrattamento si rivela del tutto insufficiente in quantoviene loro prescritta una sola confezione/anno di far-maci antiasmatici globalmente considerati (dai bron-codilatatori agli steroidi agli anti-leucotrieni, etc.) (9).Il problema non sta quindi tanto nell’estendere ladiagnosi di asma anche al wheezing e neppure inquello di trattare anche il bambino con wheezing confarmaci antiasmatici, quanto in quello di usare questifarmaci in modo razionale e aggiornato–e non conmezza fiala di beclometasone + 3-4 gocce di salbu-tamolo somministrati irregolarmente e con modalitàantiquate e inadeguate. Il wheezing acuto, sia essoespressione del “wheezing non atopico” o consista inuna esacerbazione nel decorso di un “asma persi-stente”, va invece trattato come l’asma acuto. A suavolta anche un trattamento domiciliare comporta:1. abbandonare l’aerosol classico a favore dellospray + distanziatore;2. usare posologie che vanno da un minimo 300µgdi salbutamolo (3 puff) tre volte al giorno + 200µg di budesonide (1 puff) due volte al giorno finoad un massimo di 400-500 µg di salbutamolo (4-5puff) + 200 µg di budesonide (1 puff) 5-6 voltenelle 24 ore, inserendo negli episodi più gravi neiprimi 3 giorni anche lo steroide per os (10).Un trattamento ben condotto a dosaggi appro-priati e per almeno 10-15 giorni riduce intensità edurata dei sintomi (sibili, dispnea, tosse, etc.) evi-tando così sia terapie antibiotiche e cortisonicheper os sia esami non solo inutili ma anche dannosiper lo stesso paziente. Ci riferiamo da un lato alrischio di diventare portatore di germi resistentiall’antibiotico e dall’altro di essere esposto ad inu-tili radiazioni da esami radiografici del torace.

59

Page 60: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Battistini

Batteri atipici e macrolidi nell’asma

Una serie di motivi rende complessi i rapporti fraasma e batteri atipici (Mycoplasma pneumoniae eChlamydophila pneumoniae):1. La diagnosi di infezione da batteri atipici (BA) èpiù complessa di quanto comunemente si ritenga,sia perché la protein chain reaction (PCR) richiedelaboratori specializzati e non distingue i batteriuccisi da quelli vivi, sia perché solo un aumentodelle IgG fra due prelievi documenta in modo ine-quivocabile una infezione da Mycoplasma (11).2. Resta da stabilire se l’infezione da BA giochi unruolo patogenetico nell’asma o non sia piuttosto unepifenomeno secondario all’infiammazione bron-chiale tipica di questa malattia (12). Un’altra ipotesiè che la prevalenza dei Th2 a scapito dei Th1 tipicadell’asmatico riduca le difese nei confronti dei BAfavorendone la sopravivenza e trasformandoli dapatotegeni in semplici “accompagnatori” (13).3. Basare la diagnosi di infezione da batteri atipicisulla risposta positiva al macrolide può risultare fuor-viante in quanto il miglioramento può essere dovu-to non all’azione antibatterica del macrolide bensìalla sua attività immunomodulante (14). In particola-re, la claritromicina potrebbe agire indirettamenteinterferendo sulla clearence dei cortisonici o aumen-tandone l’effetto sull’attivazione dei linfociti.Anche latelitromicina, un ketolide simile ai macrolidi, potreb-be agire nell’episodio acuto più come immunomo-dulante che come antibiotico (14). La problematicaè nel suo insieme così complessa che “il dubbiopotrebbe essere risolto solo grazie alla disponibilitàdi macrolidi senza attività antibatterica e quindi conesclusiva azione antiflogistica” (15).Accanto ai possibili effetti positivi dei macrolidi biso-gna però tenere conto anche dei loro effetti secon-dari (tossicità a livello epatico ma soprattutto aumen-to delle resistenze da parte di altri batteri). Proprioper questo motivo il rapporto costo-beneficioandrebbe ulteriormente studiato in quelle forme incui i macrolidi potrebbero forse essere utili e cioènell’episodio acuto e nell’asma persistente gravi (16).Per passare dal piano della ricerca a quello più pra-tico applicativo abbiamo fatto una ricerca per paro-le chiave (Mycoplasma, Chlamydia, macrolidi, antibio-tici) nelle 4 più importanti Linee Guida per l’asma:1. Le Linee Guida GINA 2007 (17) dedicano alproblema poche righe per segnalare la possibiletossicità dei macrolidi e per affermare che “il ruolodei BA nella patogenesi e nel peggioramento del-l’asma è attualmente incerto”.

2. Nelle Linee Guida inglesi si legge: “Quando unepisodio acuto è su base infettiva è probabile chesia virale: il ruolo dell’infezione batterica è statosovrastimato (livello di evidenza massimo 1++).Non è indicata una prescrizione antibiotica di rou-tine nell’asma acuta” (18).3. Nelle Linee Guida americane (14) gli antibioticinon sono raccomandati nel trattamento dell’asmaacuto a meno che non vi siano patologie associa-te. Le infezioni batteriche da Chlamydia o daMycoplasma raramente contribuiscono agli episo-di acuti di asma.4. Nelle GINA per l’asma del bambino (19) l’uni-ca parola chiave che ha dato esito positivo è stata“antibiotici” a proposito dei quali si legge: “gli epi-sodi di wheezing possono essere abbreviati eridotti di intensità grazie ad un uso appropriato difarmaci antinfiammatori e broncodilatatori piutto-sto che con gli antibiotici”.La complessità dei rapporti Asma-Batteri Atipici-Macrolidi e le indicazione a limitare l’uso di que-sti ultimi antibiotici non sembrano essere stateben recepite dal pediatra. Negli Stati Uniti, da unlato si è verificata una riduzione delle visite medi-che per asma con conseguente riduzione delleprescrizioni di antibiotici in genere (del 28% nelperiodo 1995-2001) ma dall’altro si è verificatoun aumento del 60% dell’uso dell’eritromicina edell’800% dei cosiddetti macrolidi a largo spettro(claritromicina e azitromicina) (5). In Italia (20)non solo è più alto l’impiego degli antibiotici ingenere (1 trattamento/anno per bambino asma-tico contro 0,5 trattamenti/anno negli Stati Uniti)ma è anche più alta la percentuale dei macrolidisul totale degli antibiotici utilizzati (60% controun 40% degli Stati Uniti) (5). Se a questo siaggiunge la facilità di somministrazione (unicadose giornaliera), la brevità del trattamento e lasponsorizzazione da parte delle industrie farma-ceutiche si capisce come in Italia claritromicina eazitromicina siano rispettivamente al 4° e 6°posto nella classifica degli antibiotici più prescrittiin genere nel bambino mentre per quanto riguar-da la spesa esse salgano addirittura al 2° e 3°posto (21).Il risultato finale dell’elevato uso dei macrolidicome antibiotici anti-batteri atipici (vedi ancheingiustificata enfatizzazione del ruolo dei batteriatipici nella polmonite) è il notevole aumentodelle resistenze nei loro confronti: in Italia risultaresistente ai macrolidi il 40% degli pneumococchi

60

Page 61: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: per riflettere - Asma e infezioni

isolati nella popolazione generale ma si arriva adun 65% nel caso di pneumococchi isolati nei bam-bini sotto i 3 anni (22, 23).Di qui la necessità di riconsiderare con cautelal’uso dei macrolidi tenendo presente che i risulta-ti positivi possono essere dovuti non tanto all’azione antibatterica quanto a quella antiflogistica.D’altra parte se è giustificato sfruttare l’azioneimmunomodulante o simil-cortisonica dei macro-lidi in malattie gravi e senza alternative terapeuti-che come la Fibrosi Cistica (vedi anche azione sulbiofilm che protegge lo Pseudomonas) altrettantonon lo è per l’asma del bambino. Usare come anti-flogistico un macrolide al posto dello steroide pervia inalatoria può voler dire ritrovarsi domanisenza antibiotici attivi verso i batteri respiratoricomuni (24).

Malattie polmonari batteriche e asma

Bronchite batterica persistente

La bronchite batterica persistente (BBP) è statarecentemente legittimata come entità clinica gra-zie al riscontro di “batteri respiratori comuni”(Pneumococco, Haemophilus Influenzae e Moraxellacatarrhalis) nel 40% dei lavaggi bronco-alveolare(BAL) di bambini con “tosse persistente” da più di4 settimane (25). La BBP finisce così per rappre-sentare un ben definito quadro clinico che rag-gruppa al suo interno “suppurative lung disease”,“chronic protracted bronchitis”, “chronic purulentor suppurative bronchitis”,”pre-bronchiectasie”,“sindrome seno-bronchiale o post-nasal dripsyndrome“, queste ultime due recentemente ribat-tezzate “upper airway disorders“ o “upper airwaycough sindrome“ (26).Nella pratica corrente la diagnosi di BBP non sibasa sul lavaggio bronco-alveolare ma sulla risolu-zione della tosse entro 2 settimane dalla fine diuno o più cicli di terapia antibiotica (27).Questo non esime dall’affrontare la complessa dia-gnostica differenziale, dato che la tosse è pratica-mente presente in tutta la patologia respiratoria.Sia le Linee Guida inglesi (28) che quelle satuni-tensi (29) suddividono la tosse in due grandi cate-gorie “specifica” e “non specifica”. Nella prima lapresenza di peculiari reperti clinico-strumentaliindirizza verso specifici quadri clinici: dall’asma allafibrosi cistica dalla broncopneumopatia da aspira-zione alla tosse psicogena, alla tubercolosi etc. Inmancanza di specifici indizi e cioè nella “tosse non

specifica”, le Linee Guida inglesi mettono comeprimo approccio un tentativo di terapia antiasma-tica e quelle americane un trial con steroide pervia inalatoria.Al di là della vecchia questione se l’a-sma possa esprimersi solo con tosse (“tosse equi-valente di asma”) (30), altre osservazioni stanno afavore di una terapia antiasmatica come criterio exiuvantibus: a. l’ipersecrezione di muco, seppur sot-tovalutata, è frequente anche nell’asma tanto chequesta è la diagnosi più probabile anche nel bam-bino con tosse catarrale, con o senza sibili, (31); b.i genitori spesso non riferiscono la presenza delsibilo anche perché nel 59% dei casi non sono ingrado di identificarlo e questo spiega come la con-cordanza fra genitori e medici sia solo del 45%(32); c. la terapia antiasmatica oltre a non avere glieffetti collaterali degli antibiotici, in particolare l’au-mento delle resistenze batteriche, da una rispostapiù rapida per cui una terapia antiasmatica puòessere instaurata senza aspettare che sia trascorsoun mese dall’inizio della tosse.Come in qualsiasi diagnosi basata sul criterio ex-iuvantibus è però indispensabile che tutti e due itentativi terapeutici vengano eseguiti in modo otti-male. Per escludere che la tosse persistente siariconducibile ad un asma è indispensabile sostitui-re l’aerosol classico con lo spray più distanziatorea un dosaggio orientativo di 300 µg di salbutamo-lo (3 puff) tre volte al giorno + 200 µg di bude-sonide (1 puff) due volte al giorno, per almeno 2-3 settimane (8, 33). Per confermare il sospetto diBBP è fondamentale basare la scelta dell’antibioti-co non sui dati della letteratura internazionale masulle resistenze osservate nel proprio paese. InItalia vanno quindi esclusi i macrolidi in quantoinefficaci in oltre il 40% delle BBP da pneumococ-co (22, 23) La scelta deve quindi cadere o sull’a-moxicillina eventualmente associata ad acido cla-vulanico (in caso di trattamento antibiotico negliultimi 2-3 mesi) o su una cefalosporina tipo cefu-roxime o cefpodoxime. Altrettanto importantisono: il dosaggio, il numero di somministrazioni/die(vedi tre somministrazioni per l’amoxicillina asso-ciata o meno ad ac.clavulanico) e la durata deltrattamento (almeno 10-15 giorni).Se è vero che questo iter permette di differen-ziare una BBP da un ASMA di cui la tosse è appa-rentemente o realmente l’unico sintomo, è anchevero che spesso le due patologie coesistononello stesso bambino. Da un lato più della metàdei bambini con BBP sono asmatici (54% di quelli

61

Page 62: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Battistini

diagnosticati con BAL e 59% di quelli diagnostica-ti in base alla risposta positiva all’antibiotico [27,34]). D’all’altra parte il 43%-61% di bambini consibili resistenti ad una adeguata terapia anti-asmahanno una BBP (35, 36). Alla base della coesisten-za di Asma e BBP vi sono fattori favorenti comuniche andranno nel limite del possibile rimossi: dalfumo passivo all’inquinamento ambientale alla fre-quenza di grosse comunità infantili con conse-guente frequenti infezioni virali → batteriche.Contemporaneamente bisogna però attuare inmodo ottimale una terapia sia antiasmatica cheantibiotica anche per non invischiare il bambino inun mare di indagini strumentali che spesso nonrisolvono ma anzi complicano l’iter diagnostico.

Polmoniti

Le polmoniti hanno in comune con l’ASMA nonsolo l’infezione virale ma probabilmente anche unapredisposizione costituzionale a livello della strut-tura del polmone e del tono bronchiale. A favoredi uno rapporto temporale fra le due patologiestanno le seguenti osservazioni:1. chi ha avuto una polmonite nei primi 3 anni divita, arrivato a 6-11 anni presenta una riduzionedei flussi espiratori che risponde, seppur parzial-mente, ai broncodilatatori (37);2. entro 6 anni da una polmonite il 45% dei bam-bini diventa asmatico incidenza nettamente supe-riore a quella della popolazione generale (38);3. a sua volta un bambino con storia di sibili, hamaggiori probabilità di avere una polmonite tantoche nei paesi sottosviluppati l’asma,insieme allatubercolosi, rappresenta la causa più frequente dipolmonite persistente (39).Altre ricerche dimostrano inoltre che le due pato-logie molto spesso coesistono: a. il 30%-67% deibambini con polmonite e in particolare il 37% diquelli con polmonite pneumococcica ha un asma(40, 41, 42); b. l’80% di bambini con polmonitiricorrenti ha sibili (43); c. più del 90% di bambiniricoverati per polmonite viene trattato con β2sti-molanti (44); d. la presenza di sibili già segnalatanel 42% delle polmoniti dal personale paramedicopuò raddoppiare fino ad arrivare al 100% quandoil bambino viene poi visitato dal medico (45).In un bambino con polmonite andranno quindisempre ricercati eventuali segni anamnestici eobiettivi a favore di un asma, valutando anche unarisposta immediata al broncodilatatore (vedi in par-ticolare miglioramento generalizzato del murmure

vescicolare dopo pochi minuti dalla somministra-zione di 3-4 puff di salbutamolo). In presenza disegni a favore di un asma andrà quindi attuata,accanto alla terapia antibiotica, anche una terapiacon broncodilatatori + steroidi somministrati conspray + distanziatore.Oltre alla coesistenza polmonite-asma va peròtenuta presente anche l’altra faccia della medagliae cioè che nel 20%-30% delle Rx del torace dibambini con asma acuto sono presenti opacitàparenchimali parailari e atelettasie, spesso inter-pretate erroneamente come polmoniti (46). Se aquesto si aggiunge che nel bambino asmatico quasitutte le opacità parenchimali sono atelettasie enon polmoniti si capisce l’opportunità di segnalarela eventuale concomitanza di un asma nelle Rx deltorace richieste in corso di polmonite.

Bronchiectasie

Le bronchiectasie (escluse per definizione quelleda fibrosi cistica) e l’asma sono spesso associatenello stesso bambino. Da un lato il 49%-76% deibambini con bronchiectasie ha un asma o presen-ta una risposta positiva al broncodilatatore (47,48). Dall’ altra parte il 19% -50% dei bambini conasma intrattabile o molto grave presenta bron-chiectasie alla tomografia computerizzata (TAC)–reperto che giustificherebbe questo esame nelleasme più gravi (49).La flogosi delle vie aeree tipica dell’asma potrebbegià di per sé essere responsabile della tendenza alladilatazione bronchiale riscontrata nel 62% delleTAC degli asmatici ma solo nel 20% dei controlli(50). Tuttavia l’osservazione che le Bronchiectasiesono in grande maggioranza o secondarie ad uninfezione o di origine idiopatica (61%) e quindianche in questo secondo caso probabilmente subase infettiva, fa ritenere che siano le patologiebatteriche spesso associate all’asma a fare daponte fra questa e le bronchiectasie (51). Ed ineffetti la Bronchite Batterica Persistente portaspesso a Bronchietasie (27) mentre la Polmonitericorrente precede le Bronchiectasie nell’85% deibambini (52).L’esempio più tipico del legame Asma-Bronchiectasie è rappresentato dalla Sindrome delLobo Medio caratterizzata da atelettasie e/o polmo-niti persistenti e ricorrenti del lobo medio e della lin-gula. Questa sindrome è infatti nella maggior partedei casi sostenuta da un asma e nello stesso temposi complica spesso con bronchiectasie (53, 54).

62

Page 63: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: per riflettere - Asma e infezioni

L’insieme di queste osservazioni fa ritenere che laprevenzione delle bronchiectasie passi attraversoun trattamento ottimale non solo antibiotico mase necessario anche antiasmatico sia dellaBronchite Batterica Persistente che dellaPolmonite. Lo stesso ovviamente vale nel caso lebronchiectasie si siano già instaurate: accanto allafisioterapia, all’attività fisica e all’antibiotico nelleriacutizzazioni, i broncodilatatori e soprattutto glisteroidi inalatori trovano infatti già un’indicazionenelle bronchiectasie dell’adulto (55, 56).

Conclusioni

I rapporti fra infezioni e asma hanno ripercussio-ni pratiche sintetizzabili in 3 punti:1. riconoscere gli episodi broncoostruttivi acutivirali (wheezing) come l’espressione più frequen-te e più tipica dell’Asma del bambino non solorivoluziona il vecchio concetto di malattia croni-ca su base allergica ma porta a trattare questiepisodi come un asma acuto e cioè con bronco-dilatatori e steroidi per via inalatoria con modali-tà di somministrazione, dosi e durata di tratta-mento appropriati;2. il fatto di ridimensionare il ruolo dei batteri

atipici nella patologia respiratoria e in particola-re nell’asma e rendersi conto che i macrolidi pos-sono agire non come antibatterici ma come anti-flogistici induce a limitarne l’uso con il vantaggio diridurre contemporaneamente l’aumento delleresistenze da parte dei comuni batteri respiratori;3. l’osservazione che sia la Bronchite BattericaPersistente che la Polmonite si associano moltospesso all’asma deve far prendere in considera-zione questa evenienza nel singolo paziente, equindi anche l’eventuale opportunità di associarealla terapia antibiotica anche la terapia antiasma-tica. Questo, non solo per facilitare la guarigionedei singoli quadri clinici, ma anche per evitare l’e-voluzione verso Bronchiectasie. Un ulteriorevantaggio sarà anche quello di contenere il dila-gare delle TAC del torace che malgrado l’elevatopotere radiante (57) troverebbe indicazione indue situazioni relativamente frequenti, chepotrebbero invece essere risolte con l’aggiunta diuna adeguata terapia “antiasmatica”. Ci riferiamo:a. alla tosse catarrale che persiste per più di 4settimane e che malgrado più di 3 cicli di anti-biotici/anno si risolve solo parzialmente o tem-poraneamente; b. due o più polmoniti che hannorichiesto ospedalizzazione (58).

63

1. Bisgaard H, Le Roux P, Bjamer D, et al.Budesonide/Formoterol maintenance plus relivertherapy. Chest 2006; 130: 1733-1743.

2. Morgan WJ, Stern DA, Sherrill D, et al.Outcome of asthma and wheezing in the first 6years of life. Am J Respir Crit Care Med 2005;172: 1253-1258.

3. Martinez FD. Le infezioni virali nel bambino conrespiro sibilante. Atti XII Congresso NazionaleSocietà Italiana Malattie Respiratorie Infantili.Bologna 2008.

4. GINA Global Initiative for Asthma. PocketGuide for Asthma management and prevention inchildren. Revised 2006. Avaliable at:http://www.ginasthma.com/.

5. Kozyrskyj AL, Dahl ME, Ungar WJ, et al.Antibiotic treatment of wheezing in children withastma: what is the practice? Pediatrics 2006; 117:e1104-e1110.

6. Strempel DA, Spahn JD. The economic impact ofchildren dispensed asthma medication without anasthma diagnosis. J Pediatr 2006; 148: 819-823.

7. Yeatt K, Shy C, Sotir M, et al. Health conse-quences for children with undiagnosed asthma-likesymptoms. Arch Pediatr Adolesc Med2003;157:540-4.

8. Cunningham S, Logan C, Lockerbie L, et al.Effectof an integrated care pathway on acuteAsthma/Wheeze in children attending hospital:Cluster randomized trial. J Pediat 2008: 152; 115-120.

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Page 64: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Battistini

9. Marchetti F, Longo G. Antiasmatici. R&P.2004;20: 252-260.

10.Northon SP, Pusic MV.Effect of a clinical pathwayon the hospitalisation rate of children with asthma: aprospective study. Arch Dis Child 2007; 92: 60-66.

11. Johnston SL, Martin RJ. Chlamydophila pneu-moniae and Mycoplasma pneumoniae: A role inasthma pathogenesis? Am J Respir Crit Care Med2005; 172:1078-1089.

12. Sutherland ER,Martin RJ.Asthma and AtypicalBacterial Infection.Chest 2007;132:1962-1966).

13. Ronchetti R. Biscione GL, Ronchetti F, et al.Why Chlamydia pneumoniae is associated withasthma and other chronic conditions? Suggestionfrom a survey in unselected 9 yr old schoolchildren.Pediatr Allergy Immunol 2005; 16: 145-150.

14. National Asthma Education and PreventionProgram. Expert Panel Report 3: Guidelines for thediagnosis and management of Asthma 2007.Availableat: http://www.nhlbi.nih.gov/guidelines/asthma/asthgdln.htm.

15. Black PN. Antibiotics for treatment of asthma.Curr Opin Pharmacol 2007; 7: 266-271.

16. Johnston SL. Macrolide antibiotics and asthmatreatment. J Allergy Clin Immunol 2006; 117:1233-1236.

17. Global Initiative for Asthma. Global Strategyfor Asthma and Mangement and PreventionUpdate GINA 2007

18. British Thoracic Society ScottishIntercollegiate Guidelines Network. BritishGuidelines on the management of Asthma. Thorax2008; 63 (suppl): iv1-iv121.

19. Global Initiative for Asthma. Pocket Guide forAsthma management and prevention in children.Revised 2006: 7.

20. De Marchi A. Asma acuto nel bambino a domi-cilio. Gestione dell’asma in fase acuta. DiapositiveXI Congresso SIMRI Milano 2007. Disponibili alsito http://www.simri.it.

21. Clavenna A, Bonati M. Il profilo prescrittivo dellapopolazione pediatrica italiana nelle cure primarie.R&P 2004; 20: 224-244.

22. Schito GC, Marchese A. Ruolo dei macrolidinella terapia delle infezioni comunitarie. GIMNOC.2007; 11-Q1:1-24;

23. Principi N, Marchisio P, Marchese A et al.Streptococcus pneumoniae nella popolazione pedia-trica italiana: distribuzione dei sierotipi, resistenzaagli antibiotici e riflessi sull’introduzione di vacciniconiugati. GIMMOC 2001; 5: 75-88.

24. Dancer SJ. Attention prescribers: be carefulwith antibiotics. Lancet 2007; 369: 442-443.

25. Marchant JM, Masters IB, Taylor SM, et al.Evaluation and outcome of young children withchronic cough. Chest 2006; 129: 1132-1141.

26. Kemp A. Does post-nasal drip cause cough inchildhood? Paediatr Respir Rev 2006; 7: 31-35.

27. Donnely D, Critchlow A, Everard M, et al.Outcomes in children treated for persistent bacteri-al bronchitis.Thorax 2007; 62: 80-84.

28. Shields MD, Bush A, Everard M, et al.Recommendation for the assessment and manage-ment of cough in children. Thorax 2008; 63 (supplIII): 1-15.

29. Chang AB, GlombWB. Guidelines for evaluat-ing chronic cough in pediatrics. Chest 2006; 129:260S-283S.

30. Battistini A,Marvasi R. La tosse persistente o cro-nica del bambino. Pneumorama 2005; 11: 10-19.

31. Von Mutius E, Morgan WJ. Acute, chronic andwheezy bronchitis. In: Pediatric RespiratoryMedicine. Taussig, LM, Landau, LI (Eds), Mosby, StLouis 1999. 547-555.

32. Chang AB, Redding GJ, Everard ML. Chronicwet cough: Protracted Bronchitis, ChronicSuppurative Lung Disease, and Bronchiectasis.Pediatr Pulmonol 2008; 43: 519-531.

33. Gupta A, McKean M. Management of chronicnon-specific cough in childhood. Arch Dis ChildEduc Pract Ed 2007; 92: ep33-ep39.

34. Marchant JM, Masters IB, Taylor SM, ChangAB. Utility of signs and symptoms of chronic coughin predicting specific cause in children.Thorax 2006;61: 694-698.

64

BIBLIOGRAFIA

Page 65: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Rubrica: per riflettere - Asma e infezioni

35. Saglani S, Nicholson AH, Scallan M, et al.Investigation of young children with severe recurrentwheeze: any clinical benefit? Eur Respir J2006;27:29-35.

36. Saito J, Harris WT, Gelfond J, et al. Physiologic,bronchoscopic and bronchoalveolar lavage fluid find-ing in young children with recurrent wheeze andcough. Pediatr Pulmonol 2006; 41: 709-719.

37. Castro-Rodriguez JA,Holberg CJ,Wright AL, etal. Association of radiologically ascertained pneumoniabefore age 3 yr with asthmalike symptoms and pul-monary function during childhood: a prospective study.Am J Respir Crit Care Med 1999; 159: 1891-1897.

38. Clark CE, Coote JM. Asthma after childhoodpneumonia: six year follow up study. BMJ 2000; 320:1514-1516.

39. Lodha R, Puranik M, Chandra U, et al.Persistent pneumonia in children. Indian Pediatr2003; 40: 967-970.

40.Wubbel L,Muniz L,AhemedA, et al.Etiology andtreatment of community-acquired pneumonia in ambu-latory children. Pedatr Infect Dis J 1999; 18: 98-104.

41. Cabezuelo G,Vidal S, Abeledo A, Frontera P.Causas subyacentes de neumonia recurrente[Underlying causes of recurrent pneumonia]. AnPediatr (Barc) 2005; 63; 409-412.

42. Picas-Jufresa A, Lladó-Puigdemont A, Buñuel-Alvarez JC, Vila-Pablos C. Recurrent communityacquired pneumonia in young children: risk factor forthe development of childhood asthma? AtenPrimaria 2006; 37:127-131.

43. Heffelfinger JD, Davis TE, Gebrian B, et al.Evaluation of children with recurrent pneumoniadiagnosed by World Health Organisation criteria.Pedatr Infect Dis J 2000: 21: 108-112.

44. Battistini A, Pisi G, Bacchini E, et al. Il bambinoricoverato in ospedale per polmonite acquisita incomunità: problemi diagnostici e terapeutici.Pneumologia Pediatrica 2004;13: 48-56.

45.Tabish H, Shamin A Q. Comparison of standardsversus double dose of amoxicillin in the treatment ofnon severe pneumonia in children aged 2-59 month:a multiple-centre, double blind,randomised trial inPakistan. Arch Dis Child 2007; 92: 291-297.

46. Hedlund GL Griscom NT, Cleveland RH, KirkDR. Respiratory system. In: Pratical PediatricImaging. Philadelphia: Ed. Kirks DR. 1998; 719-738.

47. Eastham KM, Fall AJ, Eastham KM, Fall AJ. Theneed to redefine non Cystic Fibrosis bronchiectasis inchildhood.Thorax 2004; 59: 324-327.

48. Santamaria F, Montella S, Camera, et al. Lungstructure abnormalities, but normal lung function inpediatric bronchiectasis. Chest 2006; 130: 480-486.

49. NuhogluY, Bahceciler N. Thorax high resolutioncomputerized tomography finding in asthmatic chil-dren with unusual clinical manifestation.Ann AllergyAsthma Immunol 1999; 82: 311-314.

50. Takemura M, Niimi A, Minakuchi M, et al.Bronchial dilatation in asthma. Chest 2004; 125:1352-1358.

51.TwissT, Meltcalfe R. Edwards E, Byrnes C.NewZeland national incidence of bronchiectasis “to high”for a developed country. Arch Dis Child 2005; 90:737-774.

52. Singleton R, Morris A, Redding G, et al.Bronchiectasis in Alaska Native children: causesand clinical courses. Pediatr Pulmonol 2000;29:182-187.

53. Priftis KN, Mermiri D, Papadopoulou A, et al.The role of time intervention Middle Lobe Syndromein children. Chest 2005; 128: 2504-2510.

54. Serel BE, Nakipoglu F. Middle Lobe Syndromein children with asthma: review of 56 cases. JAsthma 2004; 41: 411-417.

55. O’Neill B, Bradley JM. Subjective benefit ofinhaled therapies in patients with bronchiectasis:aquestionnaire study. Int J Clin Pract 2004; 58:4411-4413.

56. Tino G. Bronchiectasis. Proceeding ATS 2006;3: 558-559.

57. Brody AS, Frush DP, Huda W, et al. Radiationrisk to children from computed tomography.Pediatrics 2007; 120: 677-682.

58. Byrnes C, Edwards E. Outcomes in childrentreated for persistent bacterial bronchitis. Thorax2007; 62: 922-923.

65

BIBLIOGRAFIA

Page 66: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

66

GENNAIO 2009

Patologia respiratoria da inquinamentoambientale: impatto sulla salute e qualitàdi vitaBari 23-24 gennaio 2009Organizzato da:Associazione Scientifica Interdisciplinare per loStudio delle Malattie Respiratorie, AssociazioneItaliana per lo Studio della TosseSegreteria organizzativa:Meeting Planner srlTel. 080.9905360E-mail: [email protected]

Asthma Disease ManagementSan Francisco (Stati Uniti) 28-30 gennaio 2009Organizzato da:World Resaerch GroupTel. +1. 646. 7238000E-mail: [email protected]

FEBBRAIO 2009

Management of Childhood Asthma:Guidelines and UpdatesIrbid (Giordania) 13 febbraio 2009Organizzato da:The Society of Respiratory Diseases For ChildrenTel. +962. 777. 428495E-mail: [email protected]

Incontri PneumologiciScanno (AQ) 12-15 febbraio 2009Segreteria organizzativa:FASI s.r.lTel. 06. 97605610E-mail: [email protected]

La giornata del bambino allergicoRoma 13-14 febbraio 2009Organizzato da:U.O.C. di Allergologia Ospedale PediatricoBambino GesùTel. 06. 68592029E-mail: [email protected]

MARZO 2009

MEAAAIC 2009The first Middle East-Asia allergy asthmaimmunology congressDubai (Emirati Arabi) 26-29 marzo 2009Segreteria organizzativa:MCITel. +971. 4. 341 5663E-mail: [email protected]

APRILE 2009

11° Congresso Nazionale SIAIPPunti fermi e virgole mosseRoma 15-18 aprile 2009Organizzato da:Società Italiana di Allergologia e ImmunologiaPediatricaSegreteria organizzativa:iDea congress SrlTel. 06. 36381573E-mail: [email protected]: www.siaip.it

CongressiCongresses

CongressiCongresses

Page 67: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

67CongressiCongresses

MAGGIO 2009

Allergy & Asthma Symposium: BridgingInnate and Adaptive ImmunityBruges (Belgio) 28-29 maggio 2009Segreteria Organizzativa:Abcam Events TeamTel. +44. 223. 696000E-mail: [email protected]

GIUGNO 2009

Corso di aggiornamento residenziale inte-rattivo in pneumo-allergologia pediatricaSimeri (CZ) 18-20 giugno 2009Organizzato da:Dipartimento di Pediatria "F. Fede" II Università diNapoliSegreteria organizzativa:iDea congress SrlTel. 06. 36381573E-mail: [email protected]

XI International Course on PediatricPneumologyAtene (Grecia) 28-30 giugno 2009Organizzato da:CIPP, International Course on PediatricPneumologyTe. +33. 497. 038 597E-mail: [email protected]: http://www.cipp-meeting.com/

OTTOBRE 2009

XIII Convegno della Società Italiana per leMalattie Respiratorie InfantiliNapoli 15-17 ottobre 2009Organizzato da:Società Italiana per le Malattie Respiratorie InfantiliSegreteria organizzativa:iDea congress SrlTel. 06. 36381573E-mail: [email protected]

DICEMBRE 2009

Certezze Scientifiche e CriticitàOrganizzative in PneumologiaMilano 2-5 dicembre 2009Organizzato da:Unione Italiana per la Pneumologia e AssociazioneItaliana Pneumologi OspedalieriSegreteria organizzativa:iDea congress SrlTel. 06. 36381573E-mail: [email protected]

Page 68: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

RRoommaa,, 1155 -- 1188 AApprriillee 22000099Centro Congressi Hotel Ergife

11° Congresso Nazionale

• Diagnosi molecolare delle allergopatie

• I panallergeni della frutta

• Metodologia del Test di Provocazione Orale per alimenti

• Citologia nasale e rinite allergica

• La rinite allergica steroido-dipendente

• Analisi delle Linee Guida ARIA per la gestione della rinite

• Gestione del bambino con wheezing ricorrente

nei primi 2 anni di vita

• I questionari per il controllo dell’asma

• L’asma tra il pediatra di famiglia e il centro specialistico

• Diagnosi e terapia della tosse persistente

• Analisi delle linee guida per la dermatite atopica

• Novità sulla relazione tra allergia alimentare

e dermatite atopica

• La tolleranza agli alimenti spontanea e indotta

• Allergie mitiche: al pomodoro, alla fragola, al cioccolato

• La definizione di anafilassi e i fattori di rischio

• Quando somministrare e quando prescrivere l’adrenalina

• La gestione della allergia alimentare nell’ambulatorio

del pediatra di famiglia

• La prevenzione delle allergie

• Allergia al latice

• Allergia ai farmaci perioperatori

• L’orticaria cronica, una revisione sistematica delle sue cause

• L’enterocolite allergica

• Immunoterapia specifica: istruzioni per l’uso

• L’immunoterapia specifica diventa farmaco:

quali prospettive?

• Il futuro dell’immunoterapia specifica

• Terapia sostitutiva con immunoglobuline

per via sottocutanea

• Le sottopopolazioni linfocitarie nella pratica clinica

• L’antibioticoprofilassi, un approccio basato sulle evidenze

• Risultati del progetto ICONA 2, sulla sorveglianza

della pratica vaccinale

• Epidemiologia della infezione da HPV, vaccini disponibili

e strategie gestionali

• La gestione del bambino allergico a scuola

• La cartella allergologica informatizzata

• Certificazione di qualità dei centri allergologici

Alcuni degli argomenti che verranno trattati

PresidentiStefano Miceli SopoFrancesco Paravati

Comitato OrganizzatoreMauro Calvani

Giuseppe PingitoreSalvatore Tripodi

Comitato ScientificoConsiglio Direttivo SIAIP

Consiglio Direttivo SIAIP

Presidente: Francesco ParavatiVice Presidente: Roberto Bernardini

Tesoriere: Fabio CardinaleConsiglieri: Gian Luigi Marseglia,

Stefano Miceli Sopo, Daniele Radzik, Guglielmo ScalaRevisori dei Conti: Giuseppe Baviera, Vincenzo Castella

Direttore RIAP: Alberto Eugenio TozziDirettore sito web: Gian Luigi Marseglia

Segretario: Salvatore Barberi

Segreteria Organizzativa

iDea congressVia della Farnesina, 224 - 00194 Roma

Tel. 06 36381573 Fax 06 36307682E-mail: [email protected] - www.ideacpa.com

Gli aggiornamenti del programma saranno consultabili sui siti:www.siaip.it e www.ideacpa.com

IILL CCOONNGGRREESSSSOO SSEEGGUUIIRRÀÀ LLEE PPRROOCCEEDDUURREE PPRREESSSSOO IILL MMIINNIISSTTEERROO DDEELLLLAA SSAALLUUTTEE PPEERR LL’’AATTTTRRIIBBUUZZIIOONNEE DDEEII CCRREEDDIITTII DDII ““EEDDUUCCAAZZIIOONNEE CCOONNTTIINNUUAA IINN MMEEDDIICCIINNAA”” EE..CC..MM..

Page 69: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

NoteNotes

Page 70: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

70 Sommario Volume 8Volume n° 8 Summary

Sommario Volume 8Volume n°8 Summary

Numero 29Urgenze ed Emergenze Respiratorie

Gestione dell'attacco acuto di asma in etàpediatrica: Linee Guida della Società Italianadi pediatriaAcute Asthma in children: Guidelines from the ItalianSociety of PediatricsL. Indinnimeo, A. Barbato, R. Cutrera, F.M. DeBenedictis, P. Di Pietro, M. Duse, P. Gianniorio, GCIndirli, S. La Grutta, M. La Rosa, R. Longhi, S. MiceliSopo, P. Miglioransi, M. Miraglia del Giudice, F. Monaco,D. Radzik, S. Renna, S. Zampogna

Quale aderenza alle raccomandazioni di unaLinea Guida per la gestione della bronchioli-te acuta? Risultati da uno studio multicentri-co ItalianoVariations in practising bronchiolitis guideline raccomen-dations: multicentric Italian studyS. callegaro, B. Andreola, P.Mastroiacovo, L. Da Dalt

Infezioni batteriche severe delle alte vieaereeSevere infections of the upper airwaysB. Andreola, T. Zangardi, S. Callegaro, A. Pettenazzo,L. Mirri, C. Curtone, L. Da Dalt

Cosa può inalare il bambino? Sette anni diesperienza di un DEA pediatrico. Prosposta diun protocollo diagnostico-terapeuticoWhat can a child aspirate? Seven consecutive years ofexperience of a paediatric ER.A new diagnostic-therapeuticalgorithmI. Sforzi, M. De Luca, L. Bussolin, R. Baggi, L.Mirabile, F. Mannelli

Trattamento in Pronto Soccorso del bambi-no con Apparent Life Threatening Events(ALTE)Apparent Life Threatening Events in infant presenting toan Emergency DepartmentM.P. Villa, J. Paggiani, M. Evangelisti, F. Ianniello, S.Miano, A. Rizzoli

Problemi respiratori acuti nel bambino connecessità specialiAcute respiratory problems in children with special needsP. Biban, M. Benedetti, C. Guizzi, M. Soffiati, F.Zaglia, P. Bonetti, A. Serra, S. Marzini, P. Santuz

Utilizzo della maschera laringea nell'emer-genza pediatricaLaryngeal mask airway in Pediatric EmergencyD. Trevisanuto, N. Doglioni, M. Parlotto, M. Micaglio

Numero 30Casi clinici per imparare

Una grave pleuropolmonite bilaterale in unapaziente immunocompetenteSevere bilateral pneumonia with pleural effusion in animmunocompetent childC. Pedace, A. Schiavino, M.G. Paglietti, I. Trenta, F.Stoppa, M. Marano, N. Pirozzi, R. Cutrera

Una lattante con febbre di origine scono-sciutaAn Infant with Fever of Unknown Origin (FUO):a case reportE. Giacomoni, E. Gubellini, M. Mainetti, C.Malaventura, R. Burnelli

Un caso di sindrome di Jeune trattato conintervento di espansione toracica lateraleA case of Jeune syndrome treated with lateral thoracicexpansionF. Rusalen, P. Gamba, S. Carraro, E. Baraldi

Un caso di ARDSAn ARDS caseU. Pelosi, D. Firinu, L. Chia, R. Quagliano

Un asma inusualeAn unusual asthmaG. Beghi, A. Zenga, L. Terracciano, T. Sarratud, A.Fiocchi

Un caso di iperdistensione acuta del polmo-ne sinistroA case of acute hyperinflation of the left lungS. Panigada, G. Losurdo, O. Sacco, M. Dorati, A.Amisano, G.A. Rossi, R. Giacchino

Immunodeficienza primitiva non convenzio-nale quale causa di broncopatia cronicaostruttiva con bronchiectasie: case reportUnconventional primary immunodeficiency causingchronic obstructive lung disease with bronchiectasis:case reportF. Cardinale, M.S. Loffredo, I. Chinellato, F.Cristofori, T. Tronci, A. Dellino, F. Di Domenico, M.F.Mastrototaro, A. Cappiello, F. Carella, A. Plebani, L.Armenio

Lettera al DirettoreLetter to EditorV. Genchi, G. Carrera, A. Bertaina, A. Liberatore, G.Capilli

Page 71: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

71Sommario Volume 8Volume n° 8 Summary

Numero 31Consensus sul respiro sibilante nelbambino in età prescolare

S E Z I O N E 1Epidemiologia del respiro sibilante in etàprecolareEpidemiology of wheezing in preschool ageF. Rusconi

S E Z I O N E 2La diagnosi del respiro sibilanteClinical and laboratory diagnosis of wheezingA. Barbato

S E Z I O N E 3La valutazione strumentale del respiro sibi-lanteInstrumental evaluation of wheezingE. Lombardi, G. Piacentini, A. Boccaccino

S E Z I O N E 4La terapia del respiro sibilanteTreatment of wheezingE. Baraldi

S E Z I O N E 5La prevenzione del respiro sibilantePrevention of wheezingE. Galli, S. Tripodi

Numero 32Congresso SIMRI 2008 e dintorni

Il respiro disfunzionale nel bambinoDysfunctional breathing in childrenG. De Luca, E. Fasoli, L. Tenero, G. Paiola, A. Boner

Il bambino allergico-asmatico a scuola: unproblema ancora tutto da risolvereThe allergic-asthmatic child at school: a problem whichstill needs to be resolvedG. Baviera, L. Capra, A. De Martino, L. Sinisi, S.Frateiacci, M. Zanchetti

L’infezione tubercolare nel bambino: il con-tributo dei nuovi test immunologiciTuberculosis infection in children: role of the new t-cellbased assaysB. Maria Bergamini, L. Richeldi

Approccio diagnostico alla tosseCough: the diagnostic approachL. Tenero, G. Paiola, G. Piacentini

La terapia della tosseCough therapy in childrenG.L. Marseglia, A. Marseglia, M. Leone, D. Caimmi,S. Caimmi, A. Licari

Quando il polmone ci suggerisce un'immu-nodeficienza…When the lung suggests a primary immunodeficiency…E. Laudani, C. Canessa, F. Ghiori, C. Azzari

R U B R I C A : j o u r n a l c l u bÈ possibile che l'assunzione di paracetamolosia un fattore di rischio per lo sviluppo diasma?Is paracetamol use in infancy and childhood a risk fac-tor for asthma?E. Opocher, S. Bressan, M. Gabelli, E. Baraldi

R U B R I C A : p e r r i f l e t t e r eAsma e infezioniAsthma and infectionsA. Battistini

Page 72: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

72 Indice degli AutoriAuthors Index

Alessandri Cn.31, 59

Amisano An.30, 31

Andreola Bn.29, 4, 21, 31

Armenio Ln.30, 36

Azzari Cn.32, 45

Baggi Rn.29, 40

Baraldi En.30, 3, 14; n.31, 34, 43;n.32, 6, 53

Barbato An.29, 5; n.30, 46; n.31, 6,17, 31; n.32, 17

Battistini An.32, 6, 58

Baviera Gn.31, 56; n.32, 5, 15

Beghi Gn.30, 26

Benedetti Mn.29, 60

Bergamini B Mn.32, 26

Bernardi Fn.31, 20

Biban Pn.29, 60

Bodini An.31, 31

Boccaccino An.31, 27

Boner An.32, 7

Bonetti Pn.29, 60

Bonetto Gn.31, 43

Bressan Sn.32, 53

Brunetti Ln.31, 31

Burnelli Rn.30, 10

Bussonlin Ln.29, 3, 21, 31

Callegaro Sn.29, 3, 21, 31

Cappiello An.30, 36

Caimmi Dn.32, 41

Caimmi Sn.32, 41

Canessa Cn.32, 41

Capra Ln.31, 8; n.32, 15

Cardinale Fn.30, 36; n.31, 31

Carella Fn.30, 36

Carraro Sn.30, 14; n.31, 31

Cazzato Sn.31, 20

Chia Ln.30, 20

Chinellato In.30, 36

Cristofori Fn.30, 36

Cutrera Rn.29, 5; n.30, 4; n.31,27, 43

Cutrone Cn.29, 5

Da Dalt Ln.29, 4, 21, 31

de Benedictis F Mn.29, 5

Decimo Fn.31, 31

Dellino An.30, 36

De Luca Gn.32, 7

de Luca Mn.29, 40

De Martino An.32, 15

Di Domenico Fn.30, 36

Di Pietro Pn.29, 5

Doglioni Nn.29, 69

Dorati Mn.30, 31

Duse Mn.29, 5

Evangelisti Mn.29, 53

Fasoli En.32, 17

Fiocchi An.30, 26; n.31, 59

FioritoVn.31, 17

Firinu Dn.30, 20In

dic

ed

egli

Au

tori

Indice degli AutoriAuthors Index

Page 73: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

73Indice degli AutoriAuthors Index

Ind

ice

de

gli

Au

tori

Frateiacci Sn.32, 15

Gabelli Mn.32, 53

Galli En.31, 56

Gamba Pn.30, 14

Ghiori Fn.32, 50

Ghizzi Cn.29, 60

Giacchino Rn.30, 31

Giacomoni En.30, 10

Gianiorio Pn.29, 5

Gubellini En.30, 10

Ianniello Fn.29, 53

Indinnimeo Ln.29, 5

Indirli GCn.29, 5

Kantar An.31, 47

La Grutta Sn.29 5; n.31, 11, 27

La Rosa Mn.29, 5

Laudani En.32, 50

Leone Mn.32, 41

Licari An.32, 41

Loffredo M Sn.30, 36; n.31, 31

Lombardi En.31, 6, 27

Longhi Rn.29, 5

Losurdon.30, 31

Mainetti Mn.30, 10

Malaventura Cn.30, 10

Mannelli Fn.29, 40

Marano Mn.30, 4

Mastroiacovo Pn.29, 21

Marseglia An.32, 41

Marseglia G Ln.32, 41

Marzini Sn.29, 60

Mastrototaro M.Fn.30, 36

Meglio Pn.31, 56

Miano Sn.29, 53

Miccaglio Mn.29, 69

Miceli Sopo Sn.29, 5

Michelin En.31, 31

Miglioranzi Pn.29, 5

Mirabile Ln.29, 40, 52

Miraglia del Giudice Mn.29, 5; n.31, 43

Mirri Ln.29, 31

Monaco Fn.29 5

Opocher En.32, 53

Pagani Jn.29, 53

Paglietti M Gn.30, 4

Paiola Gn.32, 7

Panigada Sn.30, 31

Panizzolo Cn.31, 17

Parlotto Mn.29, 69

Pedace Cn.30, 4;

Pelosi Un.30, 20

Peroni Dn.31, 27

Pettennazzo An.29, 31

Pezulo An.31, 56

Piacentini Gn.32, 36

Pingitore Gn.31, 59

Pirozzi Nn.30, 4

Page 74: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

74 Indice degli AutoriAuthors Index

Plebani An.30, 36

Quagliano Rn.30, 20

Radzik Dn.29, 5

Renna Sn.29, 5

Richeldi Ln.32, 26

Rizzoli An.29, 53

Rocco An.31, 31

Rossi An.30, 31

Rusalen Fn.30, 14

Rusconi Fn.31, 6, 7; n.32, 6

Santamaria Fn.30, 43, n.31, 6, 17,47, 68

Sacco On.30, 31

SarratudTn.30, 26

Schiavino An.30, 4

Serra An.29, 60

Sforzi In.29, 4, 40

Sinisi Ln.32, 15

Snijders Dn.31, 17, 31

Soffiati Mn.29, 60

Stoppa Fn.30, 4

TagliaferroTn.31, 31

Tancredi Gn.31, 27

Tenero Ln.32, 7, 36

Terracciano Ln.30, 26; n.31, 43

Trenta In.30, 4

Trevisanuto Dn.29, 69

Tripodi Sn.31, 59

TronciTn.30, 36

Verini Mn.31, 27

Villa M Pn.29 53

Zaglia Fn.29, 60

Zampogna Sn.29, 5

Zanchetti Mn.29, 31

ZangardiTn.32, 15

Zenga An.30, 26

Ind

ice

de

gli

Au

tori

Page 75: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

75

Agammaglobulemia X-linked n.32, 50(X-linked agammaglobulemia)

Allergia/e n.30, 26; n.31, 13, 59(allergy/allergic disease)

ALTE n.29, 53(ALTE)

Ambiente n.32, 15, 27, 39(environment)

Animali n.31, 18, 57, 61(pets)

Antibiotici n.32, 47, 58(antibiotics)

Anticorpi n.30, 39; n.31, 22, 35(antibodies)

Approccio metodologico n.28, 27(systematic methodologic approach)

Ascesso n.29, 31, 36(abscess)

retrofaringeo n.29, 31(retropharyngeal)

Asma n.32, 15, 53, 58(asthma)

acuto n.29, 5(acute)

inusuale n.30, 26(unusual)

Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS(Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS)n.30, 20

Acute Lung Injury, ALI n.30, 20(Acute Lung Injury, ARDS)

Bambini n.31, 20; n.32, 36(children)

con necessità speciali n.29, 5(with special healthcare needs)

dipendente dalla tecnologia n.29, 5, 60(technology-dependent)

Beta agonisti n.29, 9(beta-agonists)

BPCO n.30, 36(COPD)

Bronchiectasia n.32, 50(bronchiectasy)

Bronchiolite n.29, 3, 21; n.32, 49, 59(bronchiolitis)

Broncodilatatori n.29, 9, 21; n.31, 29, 44, 59; n.32,9, 44, 47, 58(bronchodilators)

Broncoscopia n.29, 40(broncoscopy)

Casi clinici n.30, 3(clinical case)

Chlamydia pneumoniae n.31, 23; n.32, 60(Chlamydia pneumoniae)

Componenti organiche volatili (VOC) n.31, 63(volatile organic compounds, VOCs)

Corde vocali n.32, 7(vocal cords)

Corpi estranei n.29, 40(foreign bodies)

Croup n.29, 4, 31(croup)

Deglutizione n.30, 28; n.31, 21(swallowing)

Deficit anticorporale 32, 50(antibody defect)

Dermatite atopica n.31, 9, 59(atopic dermatitis)

DEA pediatrico n.29, 40(Pediatric ER)

Destroposizione aorta 30, 26(dextroposition aorta)

Diagnosi n.31, 17, 56; n.32, 36(diagnosis)

Dieta n.29, 32; n.31, 56(diet)

ipoallergenica n.31, 56(hypoallergenic)

mediterranea n.31, 63(hypoallergenic)

Dispnea n.29, 6, 32, 41, 63(dispnoea)

Indice delle parole chiaveKeyword Index

Indice delle parole chiaveKeywords Index

75

Page 76: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

76 Indice delle parole chiaveKeyword Index

Distrofia toracica asfissiante n.30, 14(asphyxiating thoracic dystrophy)

Drenaggio pleurico n.30, 4(pleural drainage)

Edema non cardiogeno n.30, 20(non cardiogenic edema)

Educazione n.32, 15(education)

Emergenza n.29, 69(emergency)

Enfisema bolloso n.30, 4(Bullous emphysema)

Epidemiologia n.32, 7(epidemiology)

Età prescolare n.31, 7, 59(preschool age)

Espansione toracica laterale n.30, 14(lateral thoracic expansion)

Farmacocinetica n.31, 47(pharmakinetics)

Fattore di rischio n.31, 11; n.32, 53(risk factor)

Febbre n.29, 3; n.30, 10, 34; n.32, 28, 37(fever)

di origine sconosciuta n.30, 10(unknown origin)

Fenotipo n.31, 8(phenotype)

Fibrosi cistica n.31, 22(cystic fibrosis)

Funzionalità respiratoria n.30, 27, 38; n.31, 6, 27(respiratory function)

Gestione clinica n.29, 21(clinical management)

Gravidanza n.31, 56; n.32, 38, 55(pregnancy)

Heliox n.29, 13(heliox)

Inalazione n.29, 40(inhalation)

Infezioni n.31, 10(infection)

batteriche n.29, 31; n.32, 58(bacterial)

virali n.32, 58(viral)

Immunocompetente n.30, 4(immunocompetent)

Immunodeficienza n.29, 6, 22; n.30, 27;(immunodeficiency)

comune variabile n.32, 50(common variable)

primitiva n.30, 36(primary)

severa combinata n.32, 50(severe combined)

Infiammazione n.31, 31; n.32, 51, 60(inflammation)

Inquinamento(pollution)

indoor n.31, 11; n.32, 17(indoor pollution)

outdoor n.31, 11(outdoor pollution)

Insufficienza respiratoria acuta n.29, 31, 60(acute respiratory failure)

Iperdistensione del polmone n.30, 31(lung hyperinflation)

Lattante n.29, 3, 21; n.32, 29(infant)

Legislazione n.32, 15(legislation)

Linee Guida n.29, 5, 21; n.32, 36(guidelines)

Linfociti B memory n.30, 36(B memory lymphocytes)

Livelli di evidenza n.31, 5, 12, 43(level of evidence)

Macrolidi n.30, 39; n.32, 60(macrolides)

Magnesio solforato n.29, 5(manganese sulfate)

Malformazione adenomatoso-cistica n.30, 41(cystic adenomatoid malformation)

Mantoux n.32, 26(Mantoux)

Maschera laringea n.29, 69(laryngeal mask)

Page 77: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

77Indice delle parole chiaveKeyword Index

Mycoplasma pneumoniae n.29, 55; n.30, 21; n.31,38, 60(Mycoplasma pneumoniae)

Neonato n.29, 69(neonate/newborn)

Ostruzione(obstruction)

bronchiale n.30, 31(bronchial)

delle vie aeree superiori n.29, 31(upper airway)

Ossigeno n.29, 8(oxygen)

Paracetamolo n.32, 53(paracetamol)

PM10 n.32, 19(PM10)

Pneumopatia n.30, 21, 36(lung disease)

Polline n.30, 37(pollen)

Polmone n.30, 41; n.31, 35, 62; n.32, 62(lung)

Polmonite/i n.30, 4; n.31, 18(pneumonia)

Prevenzione n.31, 56, 59(preventiion)

Probiotici n.31, 59(probiotics)

Pronto soccorso n.29, 53; n.32, 15(first aid)

Respiro(breathing)

disfunzionale n.32, 7(dysfunctional breathing)

sibilante n.31, 7, 17; n.32, 7(wheezing)

Rianimazione n.29, 69(resuscitation)

Scuola n.32, 15(school)

Sindrome(Syndrome)

da iperventilazione n.32, 8(hyperventilation)

Jeune n.30, 14(Jeune syndrome)

Sintomi n.29, 43; n.30, 12, 37; n.31, 7, 11, 43, 60(symptoms)

Steroidi n.29, 11; n.30, 18, 38; n.31, 30(steroids)

Stafilococco hominis n.30, 4(Staphylococcus hominis)

Streptococcus pneumoniae n.29, 33; n.30, 38(Streptococcus pneumoniae)

Stridore n.29, 34; n.31, 18(stridor)

Tachipnea n.30, 20(tachipnea)

Test diagnostici n.32, 26(diagnostic tests)

Tidal Breathing FlowVolume (TBFVL) n.31, 27(Tidal Breathing Flow Volume,TBFVL)

Tosse n.32, 36, 41(cough)

persistente n.32, 10, 30, 36, 41, 58(persistent cough)

psicogena n.32, 7, 38(psychogenic cough)

Tracheite batterica n.29, 31(bacterial tracheitis)

Tracheostomia n.29, 60(bacterial tracheitis)

Tubercolosi n.30, 11, 31, n.32, 26(tubercolosis)

Vaccinazione n.29, 31; n.30, 5, 26; n.31, 46; n.32,27, 30(vaccination)

Ventilazione selettiva n.30, 4(single lung ventilation)

Versamento pleurico n.30, 4; n.32, 26(pleural efflusion)

Wheezing n.31, 7, 17; n.32, 7(wheezing)

Page 78: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Informazioni per gli autoricomprese le norme per la preparazione dei manoscritti

La Rivista pubblica contributi redatti in forma di editoriali,articoli d’aggiornamento, articoli originali, articoli originalibrevi, casi clinici, lettere al Direttore, recensioni (da libri,lavori, congressi), relativi a problemi pneumologici e aller-gologici del bambino.I contributi devono essere inediti, non sottoposti contempo-raneamente ad altra Rivista, ed il loro contenuto conformealla legislazione vigente in materia di etica della ricerca.Gli Autori sono gli unici responsabili delle affermazioni con-tenute nell’articolo e sono tenuti a dichiarare di aver otte-nuto il consenso informato per la sperimentazione e per lariproduzione delle immagini.La redazione accoglie solo i testi conformi alle norme edi-toriali generali e specifiche per le singole rubriche.La loro accettazione è subordinata alla revisione critica diesperti, all’esecuzione di eventuali modifiche richieste ed alparere conclusivo del Direttore.

NORME GENERALITesto: in lingua italiana o inglese, in triplice copia, dattilo-scritto, con ampio margine, con interlinea doppia, massimo25 righe per pagina, con numerazione delle pagine a parti-re dalla prima, e corredato di:1) titolo del lavoro in italiano, in inglese;2) parola chiave in italiano, in inglese;3) riassunto in italiano, (la somma delle battute, spazi inclusi,non deve superare le 2.500);4) titolo e didascalie delle tabelle e delle figure.Si prega di allegare al manoscritto anche il testo memoriz-zato su dischetto di computer, purché scritto con pro-gramma Microsoft Word versione 4 e succ. (per Dos eApple Macintosh).Nella prima pagina devono comparire: il titolo (conciso);i nomi degli Autori e l’istituto o Ente di appartenenza; larubrica cui si intende destinare il lavoro (decisione che ècomunque subordinata al giudizio del Direttore); il nome,l’indirizzo e l’e-mail dell’Autore cui sono destinate la corri-spondenza e le bozze.Il manoscritto va preparato secondo le norme interna-zionali (Vancouver system) per garantire la uniformità dipresentazione (BMJ 1991; 302: 338-341). È dunque indi-spensabile dopo una introduzione, descrivere i materiali ei metodi, indagine statistica utilizzata, risultati, e discussio-ne con una conclusione finale. Gli stessi punti vannoriportati nel riassunto.Nelle ultime pagine compariranno la bibliografia, le dida-scalie di tabelle e figure.Tabelle (3 copie): devono essere contenute nel numero(evitando di presentare lo stesso dato in più forme), dattilo-scritte una per pagina e numerate progressivamente.Figure (3 copie): vanno riprodotte in foto e numerate sulretro. I grafici ed i disegni possono essere in fotocopia, pur-ché di buona qualità.Si accettano immagini su supporto digitale (floppy disk, zip,cd) purché salvate in uno dei seguenti formati: tif, jpg, eps econ una risoluzione adeguata alla riproduzione in stampa(300 dpi); oppure immagini generate da applicazioni pergrafica vettoriale (Macromedia Freehand, Adobe Illustratorper Macintosh). Sono riproducibili, benché con bassa resaqualitativa, anche documenti generati da Power Point. Alcontrario, non sono utilizzabili in alcun modo le immaginiinserite in documenti Word o generate da Corel Draw.La redazione si riserva di rifiutare il materiale ritenuto tec-nicamente non idoneo.

Bibliografia: va limitata alle voci essenziali identificate neltesto con numeri arabi ed elencate al termine del mano-scritto nell’ordine in cui sono state citate. Se gli autori sonofino a quattro si riportano tutti, se sono cinque o più siriportano solo i primi tre seguiti da “et al.”.Esempi di corretta citazione bibliografica per:articoli e riviste:Zonana J, Sarfarazi M,Thomas NST, et al. Improved definitionof carrier status in X-linked hypohydrotic ectodermal dysplasiaby use of restriction fragment lenght polymorphism-based linka-ge analysis. J Pediatr 1989; 114: 392-395.libri:Smith DW. Recognizable patterns of human malformation.Third Edition. Philadelphia:WB Saunders Co. 1982.capitoli di libri o atti di Congressi:Krmpotic-Nemanic J, Kostovis I, Rudan P. Aging changes of theform and infrastructure of the external nose and its importancein rhinoplasty. In: Conly J, Dickinson JT, (eds).“Plastic and recon-structive surgery of the face and neck”. New York, NY:Grune and Stratton 1972: 84-95.

Ringraziamenti, indicazioni di grants o borse di studio, vannocitati al termine della bibliografia.Le note, contraddistinte da asterischi o simboli equivalenti,compariranno nel testo a piè di pagina.Termini matematici, formule, abbreviazioni, unità e misuredevono conformarsi agli standard riportati in Scienze 1954;120: 1078.I farmaci vanno indicati col nome chimico.

Per la corrispondenza scientifica:

Prof. Eugenio BaraldiDipartimento di PediatriaUniversità di PadovaVia Giustiniani 335128 [email protected]

RICHIESTA ESTRATTIGli estratti devono essere richiesti all’Editore contestual-mente alle bozze corrette.Gli estratti sono disponibili in blocchi da 25.Il costo relativo, comprese le spese di spedizione in con-trassegno, è il seguente:25 estratti (fino a 4 pagine):h 60,0025 estratti (fino a 8 pagine):h 80,0025 estratti (fino a 12 pagine):h 100,00Si applicano i seguenti sconti in funzione del numero dicopie degli estratti:- per 50 copie, sconto del 5% sul totale- per 75 copie, sconto del 10% sul totale- per 100 copie, sconto del 15% sul totale

ABBONAMENTIPneumologia Pediatrica è trimestrale. Viene inviata gratuita-mente a tutti i soci della Società Italiana per le MalattieRespiratorie Infantili; i prezzi di abbonamento annuo per inon soci sono i seguenti:Italia ed Estero:h 72,00; singolo fascicolo:h 20,00.Le richieste di abbonamento e ogni altra corrispondenzarelativa agli abbonamenti vanno indirizzate a:

Primula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. Ospedaletto

Page 79: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Il sottoscritto, CHIEDE AL PRESIDENTE della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili di essereammesso quale socio ordinario. Pertanto, riporta i seguenti dati personali:

DATI PERSONALI

Cognome Nome

Luogo e data di nascita

Domicilio (via/piazza)

CAP Città Prov. Regione

Sede di lavoro Reparto

Indirizzo

Recapiti telefonici: Casa Studio Fax

Ospedale Cellulare e-mail

Laurea in Medicina e Chirurgia - Anno di laurea

Specializzazioni

Altri titoli

CATEGORIA

Universitario Ospedaliero Pediatra di libera scelta

QUALIFICA UNIVERSITARIA

Professore Ordinario Professore Associato Ricercatore Altro

QUALIFICA OSPEDALIERA

Dirigente di 2º Livello Dirigente di 1º Livello Altro

Con la presente autorizzo la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili al trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.L. del 30giugno 2003 n. 196.

Data Firma del Richiedente

Soci presentatori (cognome e nome) Firma

1)

2)

Compilare in stampatello e spedire insieme con la copia dell’avvenuto versamento(quota sociale di euro 30,00. Specializzandi euro 10,00) a:

Biomedia srl - Segreteria Amministrativa SIP - Via Libero Temolo 4, 20126 Milanoc/c postale N. 67412643 intestato a: Società Italiana di Pediatria Conto Milano

È obbligatoria l’iscrizione anche alla SIP (quota sociale di euro 80,00), può essere fatto un unicoversamento indicando chiaramente nella causale per quali società affiliate viene effettuato il versamento.

Per informazioni: Biomedia srl - tel. 02/45498282 - fax 02/45498199 e-mail: [email protected]

Domanda di ammissione per nuovi Soci

Page 80: SIMRI - primulaedizioni.it · Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) Volume 8, n. 32 - Dicembre 2008 SpedizioneinA.P.-45% art.2comma20/b

Articoli del prossimo numero80

Articoli del prossimo numeroForthcoming articles

Il bambino con IRC: dall’ospedale al territorio

1

2

4

3

5

6

Il bambino con insufficienza respiratoria cronicae le cure palliative pediatriche: analisi dei bisognie modelli assistenziali per la presa in carico globaleChildren with chronic respiratory failureand pediatric palliative careF. Benini, et al.

Il bambino in insufficienza respiratoria cronicacon tracheotomia e ventilazione invasiva domiciliare:dall’ospedale al territorioThe child with chronic respiratory failurewith tracheotomy and invasive home ventilation:from hospital to home-careR. Testa, et al.

Il bambino con insufficienza respiratoria cronicanei reparti di pediatria: la terapiasemi-intensiva respiratoriaThe child with chronic respiratory failurein the pediatric department: the respiratorysemi-intensive care unitM. Paglietta, et al.

Ossigenoterapia domiciliare nel paziente con IRCHome oxygen therapy in patients withchronic respiratory failureE. Bignamini, et al.

La ventilazione non invasiva in pediatriaNon invasive ventilation in pediatricsG. Ottonello, et al.

La riabilitazione respiratoria nel bambino con IRCRespiratory rehabilitation in children with chronicrespiratory failureC. Bianchi, et al.