Simone Marchiori Congresso PATT 11-6-2016

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UNITÀ, SERIETÀ, COERENZA E RISPETTO __________________________ Il mio intervento al Congresso straordinario del PATT, auditorium del MART, 11 giugno 2016. __________________________ Care amiche e cari amici, voglio subito tranquillizzarvi: mi è stato chiesto di chiudere questo congresso, ma so bene che la giornata è stata lunga e i discorsi numerosi... Cercherò quindi di essere breve! Non mi dilungherò nei convenevoli, limitandomi semplicemente a ringraziare tutti voi per la presenza e l’impegno che, a vari livelli, continuate a mettere per portare avanti la nostra causa. Ma non voglio nemmeno perdere troppo tempo nel ripercorrere i fatti e le vicende che hanno coinvolto il nostro partito negli ultimi mesi: ne hanno già parlato altri e, soprattutto, le abbiamo vissute tutti noi in prima persona. Tuttavia, se vogliamo ripartire da questo Congresso, se vogliamo davvero rimettere in carreggiata il nostro Partito, non possiamo far finta di nulla e il pensiero che questa sera voglio portare a tutti voi parte proprio dal particolare momento in cui ci troviamo. Se guardiamo in faccia la realtà, il PATT in queste settimane ha dato un’immagine di sè tutt’altro che positiva. Al lavoro di squadra, all’unità, al significato di comunità politica, si è lasciato troppo spazio, soprattutto da parte dei vertici, a individualismo e tornaconto personale. Abbiamo dato l’assist ai nostri detrattori per insinuarsi nelle nostre divisioni, per far leva sulle nostre divergenze, per dipingerci come quelli che invece che alla sostanza, badano solamente alle “careghe”. E vi assicuro che molti trentini ci vedono in questo modo. Non voglio essere troppo negativo, ma in poco tempo abbiamo rischiato di demolire tutto ciò che avevamo faticosamente costruito in molti anni. Se oggi, con l’elezione di Linda Tamanini e Federico Masera alla Presidenza e alla Vicepresidenza del Partito, siamo riusciti a ripartire con il piede giusto lo dobbiamo solamente ad una base che è riuscita a compattarsi nel momento delle difficoltà e a chiedere e imporre ai propri vertici quattro semplici cose: unità, serietà, coerenza e rispetto. Dobbiamo essere fieri oggi della nostra organizzazione perchè dal basso è riuscita a tenere la barra dritta. Perchè questo non è il tempo degli stravolgimenti, non è il tempo degli shock. Questo è il tempo della responsabilità! In questo momento i trentini ci chiamano a costruire qualcosa di buono, non ad affondare la barca su cui tutti noi stiamo navigando! Sì, perchè se mi permettete la metafora, il nostro partito è come una piccola barca in mezzo al mare: se da adesso in avanti seguiamo la rotta che ha deciso il Congresso di marzo, possiamo pensare di raggiungere il porto migliore per noi e, soprattutto, per la nostra Autonomia. Se però pensiamo di lasciarci guidare dal vento del populismo, mentre l’equipaggio pensa ai propri affari, il naufragio è assicurato.

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UNITÀ, SERIETÀ, COERENZA E RISPETTO __________________________ Il mio intervento al Congresso straordinario del PATT, auditorium del MART, 11 giugno 2016. __________________________ Care amiche e cari amici, voglio subito tranquillizzarvi: mi è stato chiesto di chiudere questo congresso, ma so bene che la giornata è stata lunga e i discorsi numerosi... Cercherò quindi di essere breve! Non mi dilungherò nei convenevoli, limitandomi semplicemente a ringraziare tutti voi per la presenza e l’impegno che, a vari livelli, continuate a mettere per portare avanti la nostra causa. Ma non voglio nemmeno perdere troppo tempo nel ripercorrere i fatti e le vicende che hanno coinvolto il nostro partito negli ultimi mesi: ne hanno già parlato altri e, soprattutto, le abbiamo vissute tutti noi in prima persona. Tuttavia, se vogliamo ripartire da questo Congresso, se vogliamo davvero rimettere in carreggiata il nostro Partito, non possiamo far finta di nulla e il pensiero che questa sera voglio portare a tutti voi parte proprio dal particolare momento in cui ci troviamo. Se guardiamo in faccia la realtà, il PATT in queste settimane ha dato un’immagine di sè tutt’altro che positiva. Al lavoro di squadra, all’unità, al significato di comunità politica, si è lasciato troppo spazio, soprattutto da parte dei vertici, a individualismo e tornaconto personale. Abbiamo dato l’assist ai nostri detrattori per insinuarsi nelle nostre divisioni, per far leva sulle nostre divergenze, per dipingerci come quelli che invece che alla sostanza, badano solamente alle “careghe”. E vi assicuro che molti trentini ci vedono in questo modo. Non voglio essere troppo negativo, ma in poco tempo abbiamo rischiato di demolire tutto ciò che avevamo faticosamente costruito in molti anni. Se oggi, con l’elezione di Linda Tamanini e Federico Masera alla Presidenza e alla Vicepresidenza del Partito, siamo riusciti a ripartire con il piede giusto lo dobbiamo solamente ad una base che è riuscita a compattarsi nel momento delle difficoltà e a chiedere e imporre ai propri vertici quattro semplici cose: unità, serietà, coerenza e rispetto. Dobbiamo essere fieri oggi della nostra organizzazione perchè dal basso è riuscita a tenere la barra dritta. Perchè questo non è il tempo degli stravolgimenti, non è il tempo degli shock. Questo è il tempo della responsabilità! In questo momento i trentini ci chiamano a costruire qualcosa di buono, non ad affondare la barca su cui tutti noi stiamo navigando! Sì, perchè se mi permettete la metafora, il nostro partito è come una piccola barca in mezzo al mare: se da adesso in avanti seguiamo la rotta che ha deciso il Congresso di marzo, possiamo pensare di raggiungere il porto migliore per noi e, soprattutto, per la nostra Autonomia. Se però pensiamo di lasciarci guidare dal vento del populismo, mentre l’equipaggio pensa ai propri affari, il naufragio è assicurato.

Il PATT ha bisogno di tornare al gioco di squadra. Dobbiamo poter contare su tutte le nostre forze migliori impegnandoci, ciascuno per il proprio ruolo, a seguire la stessa direzione. Perchè se davvero vogliamo diventare il riferimento per un numero sempre maggiore di trentini, l’obiettivo, sia chiaro, non è la fortuna dei singoli, ma la crescita dell’intero Partito. Ecco allora che se la storia del PATT, con tutte le sue battaglie e i suoi valori, è un patrimonio di tutti, non possiamo rifugiarci in essa per evitare di affrontare il presente o usarla come uno scudo per giustificare le nostre mancanze. Il passato serve per imparare a non ripetere gli stessi errori, non per essere riproposto sempre uguale. A chi accusa il Partito di aver smarrito la propria anima, bisogna rispondere con la nostra visione che partendo dal passato sia in grado di interpretare il futuro, che dia risposte ai cittadini, tenendo conto del continuo e incessante mutare dei tempi. Se oggi vogliamo ripartire da noi stessi per tornare protagonisti della scena politica trentina, abbiamo un solo ideale da mettere in campo che è quello della Selbstbestimmung: quel scegliere da se’ che nulla ha a che fare, come vorrebbe farci credere qualcuno, con il separatismo, ma che è quell’ideale dell’autonomia integrale che dall’ASAR fino ai giorni nostri è sempre stato il fondamento del nostro Partito e che oggi trova un valido sostegno nell’Euregio tirolese e nell’ideale sempre attuale dell’Europa dei popoli e delle regioni contro qualsiasi tentazione nazionalistica, anche quelle che vorrebbero vedere la nostra terra innalzare muri e barriere rischiando di tramutarla in un Trentino piccolo e solo. Ripartiamo da qui orgogliosi del fatto che siamo stati noi i primi a batterci per queste idee. Ripartiamo da qui perchè se è vero che il Trentino non può essere totalmente autosufficiente, possiamo sempre dimostrare che in tutti i campi dove ci hanno lasciato spazio, noi siamo stati capaci di fare meglio degli altri. Ripartiamo da qui e da quanto in queste settimane ci ha chiesto la base: unità, serietà, coerenza e rispetto. Non possiamo più chiedere ai nostri amministratori, ai militanti e ai volontari, che sono la specialità che distingue il PATT dagli altri partiti, di difendere sempre e comunque chi rappresenta questo Partito. Dobbiamo ritrovare il senso dello stare assieme, al di là delle ambizioni personali. Sapendo che non sono più ammessi errori e che da qui in avanti chi non si riconosce in questo modo di fare non può pensare di trovare spazio fra le Stelle Alpine. Lo dobbiamo a tutte le persone che, convintamente e senza ricevere nulla in cambio, formano il nostro Partito e che ci permettono di essere fieri della nostra storia e delle nostre radici. Io sono convinto che già oggi siamo ripartiti più forti di prima. Viva il Partito Autonomista Trentino Tirolese!