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n°24 Dicembre 2013 STEEL MARKET OUTLOOK Dicembre 2013 L’acciaio visto dalla parte dei clien INTERNAZIONALIZZAZIONE INNOVAZIONE MERCATO ACCIAIO SETTORI UTILIZZATORI CONSUMI BISOGNI FUTURO 2014 SERVIZI ESIGENZE SMO COOPERAZIONE

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Un breve outlook sul mondo italiano dell'acciaio

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MARKET OUTLOOK

Dicembre 2013

L’acciaio visto dalla parte dei clienti

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Habla con ella (parla con lei) è il titolo di un film del 2002 di Pedro Almodovar. Nella pellicola uno dei prota-gonisti, Benigno Martin, è un infermiere specializzato nelle cure ai pazienti in coma. Benigno si innamora di Alicia, una studentessa di danza da anni in condizione vegetativa, e decide di prendersi cura di lei trattandola come se fosse cosciente, parlandole, interpellandola e mantenendo un dialogo costante con lei. Concentran-dosi sul titolo del film, sull’esortazione di Almodovar, e lasciando perdere tutte le pieghe della trama, si può allargare l’invito del regista spagnolo anche al setto-re dell’acciaio italiano. «Parla con lui (il cliente)»: e se fosse questa una delle chiavi per uscire dalla crisi? E se il confronto potesse dimostrarsi più forte degli inve-stimenti negli impianti, degli accordi sindacali o dello sforzo solitario, a volte al limite dell’eroico, del singolo imprenditore? Noi di Siderweb crediamo che il confron-to sia un elemento importantissimo, irrinunciabile per qualsiasi attività economica. Anche per l’acciaio. Ma il confronto deve essere totale, lungo tutta la filiera. E non dev’essere fine a sé stesso, ma deve essere il pri-mo passo di uno sviluppo generale e complessivo del-la filiera dell’acciaio, che ha bisogno di evolvere tutta insieme. Va in questa direzione la mission della nuova Siderweb, che sta già cambiando pelle e che spiegherà le ali nel 2014: «costruire e far crescere una communi-ty innovativa ed interattiva per lo sviluppo della filiera dell’acciaio». Non solo per produttori o distributori, ma anche per chi l’acciaio lo lavora per produrre manufatti. È stata questa l’idea che ha animato e che ha portato a concepire questo nuovo Steel Market Outlook, il cui sottotitolo «l’acciaio visto dalla parte dei clienti» indica una chiara direzione. Non più l’attenzione solo sulla «fi-liera corta» (produzione e distribuzione di acciaio), ma i fari, questa volta, hanno illuminato anche e soprattutto il punto di vista dei clienti finali, quelli che si confronta-no giorno per giorno con mercati sempre più esigenti e sempre più internazionalizzati. Quelli che garantiranno i margini e lavoro anche per il futuro. Quelli che, indi-rettamente, sanciranno la sopravvivenza o meno della siderurgia italiana. Quindi, parlate con lui, il cliente: lì c’è il segreto dell’acciaio del futuro.

Buona lettura.

Parla con lui (il cliente)Stefano Ferrari

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editore: siderweb spavia Don Milani, 5 - 25020 Flero (bs)tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041e-mail: [email protected] tribunale n. 11/2004Direttore responsabile: Stefano FerrariIn redazione: Stefano Ferrari, Davide LorenziniProgetto grafico ed impaginazione:siderweb spanumero chiuso in redazione il:12- 12 - 2013

(Direttore Siderweb)

Sommarion°24 Dicembre 2013

2  Stefano Ferrari parla con lui

4  Achille FornasiniIl quinquennio che ha cambiato il mondo della siderurgia

8  Gianfranco Tosini2014: avanti lento per l’acciaio italia-no

14  tavola rotondaFornitori e clienti a confronto: quali le chiavi per far ripartire l’acciaio?

19  I servizi video di Siderweb

20 Photogallery

Sommario analitico analisi tecnica 4

Settori utilizzatori 8

Stime sul 2014 11

costruzioni 13

bullonerie e viterie 15

Trasporti urbani 16

centri servizio 16

produzione acciaio 4, 18

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«Tra il 2008 e il 2009 il su-perciclo siderurgico mon-diale ha subito una battuta d’arresto ma non si è certo esaurito: lo dimostra la vita-lità del continente asiatico trainato dalla locomotiva cinese. I problemi si concen-trano soprattutto in Europa, il cui peso nell’output glo-bale ha subito un autentico tracollo»

«La progressione asiatica non riesce ad assorbire l’ec-cesso di offerta generata sia dagli investimenti minerari, sia dagli investimenti vol-ti ad accrescere la capacità

produttiva realizzati prima del 2007. Lo dimostra la dinamica dei prezzi delle commodity siderurgi-che basilari»

In occasione del 29° steel Market outlook è sta-to inquadrato il nuovo ordine siderurgico mon-diale sintetizzato nella figura 1, che illustra le

dinamiche delle medie mensili delle produzioni d’acciaio a livello mondiale, asiatico ed europeo rilevate da World Steel. Rispetto al picco raggiun-to nel maggio 2008, cioè il livello precedente la caduta conseguente alla crisi globale, gli output produttivi mondiale e asiatico consuntivati nell’ot-tobre 2013 risultano essere superiori rispettiva-mente del 10% e del 30%. l’europa resta invece abbondantemente sotto i massimi (-18,4%), così come il Nordamerica (-14,5%) e l’America Latina (-10%). Tali dinamiche modificano radicalmente lo sce-

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il quinquennio che ha cambiato il mondo della Siderurgia

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Achille Fornasini (Chief analyst Siderweb)

Figura 1

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nario siderurgico: il contributo asiatico all’output globale passa dal 56% del 2008 al 66% di quest’an-no. e se cinque anni orsono la cina rappresentava il 68% del paniere asiatico, nel 2013 Pechino passa al 73%, con un’incidenza sulla produzione mon-diale in incremento dal 38% al 48,5%. Il superci-clo siderurgico, insomma, ha subito una battuta d’arresto ma non si è certo esaurito: lo dimostra la vitalità del continente asiatico trainato dalla loco-motiva cinese, che marcia ancora a tutta birra. I problemi si concentrano in europa, il cui peso nell’output siderurgico complessivo ha subito un autentico tracollo, passando dal 18% al 13,4%. In tale quadro il nostro paese perde il 27% della pro-duzione rispetto al 2008, con un peso in Europa che scende dal 13,8% al 12,3%. anche la germa-nia soffre, ma un po’ meno: pur cedendo il 14,8% rispetto all’output del 2008, nel 2013 la produzio-ne tedesca in Europa incide per il 20,9% rispetto al 19,6% di cinque anni fa.

Di tutt’altro segno è la situazione in Turchia, la cui produzione progredisce del 21,4% rispetto ai mas-simi del 2008: un incremento che in un’europa idealmente “allargata” implica una partecipazione in salita dall’11,5% al 17%. Gli effetti sui prezzi delle commodity basilariLa progressione asiatica non riesce tuttavia ad assorbire l’eccesso di offerta generata sia dagli in-vestimenti minerari, sia dagli investimenti volti ad accrescere la capacità produttiva realizzati prima del 2007. lo dimostra la dinamica dei prezzi medi settimanali delle commodity basilari quotate in dollari. Il calo del rottame europeo culmina nel giugno 2013 (-37%), mentre il minerale di ferro e il carbone da coke sprofondano rispettivamente fino a -53,6% nel settembre 2012 e fino a -64,5% nel luglio di quest’anno. seguono reazioni, anche ampie, che non lasciano peraltro presagire alcuna svolta radicale. In assenza di una solida ripresa eu-ropea si prospetta infatti la persistenza di fluttua-

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Figura 2

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zioni laterali destinate a produrre coerenti ricadu-te sui prezzi delle produzioni siderurgiche.Le quotazioni dei lunghi e dei piani La figura 2 presenta gli andamenti dei prezzi in euro rilevati settimanalmente da Siderweb dei principali prodotti lunghi in relazione alla conte-stuale dinamica media delle quotazioni di quattro categorie di rottame: demolizioni, frantumato, torniture e lamierino. oltre all’ovvia concordanza evolutiva tra le curve, si osserva, rispetto ai mas-simi del 2011, un calo del rottame (-32%) di entità inferiore a quella subita dal tondo (-39,4%), dalle travi (-50,7%) e dai laminati (-60,4%). Il raffronto tra le curve evidenzia come il recupero corrente del rottame (+20,5%) contribuisca a comprimere i

margini delle aziende produttrici. Non molto diver-sa appare la situazione dei prodotti piani raffigu-rata nella figura 3. Come si può notare, dal primo trimestre 2011 i prezzi dei coils a caldo nazionali ed esteri fluttuano al ribasso attraverso ampie on-date ribassiste, di ampiezza e durata decrescenti, che culminano nel mese di luglio 2013 con cali che arrivano al 35% rispetto ai picchi di due anni orso-no. Segue la rapida formazione di un nuovo ciclo, che si esaurisce nel mese di novembre, dopodiché si coglie l’avvio della fase positiva di un nuovo ciclo proiettata verso i massimi di settembre.

Classe 1952, dopo la laurea in Economia e Commercio lavora in ambito assicurativo e finanziario fino al 1989, quando entra in ISFOR 2000 ricoprendo la carica di ammini-stratore delegato. Dal 1999 è consigliere de-legato del consorzio Università & Impresa di Brescia. Ha insegnato nelle università Bocco-

ni, Ca’ Foscari, La Sapienza e nell’Università degli Studi di Brescia. Dal 2003 collabora in via continuativa ed esclusiva con Siderweb, con cui ha impostato l’osservatorio periodico Steel Market Outlook dedicato all’analisi dei prezzi dell’intera filiera siderurgica.

Who’s who: Achille Fornasini

Figura 3

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Un anno di ripresa. Ma il motore continuerà a gi-rare con marce basse. Questo è il 2014 dell’acciaio italiano secondo Gianfranco Tosini, responsabi-le dell’Ufficio Studi Siderweb. L’analista ha inizia-to il suo intervento al 29° steel Market outlook con una visione d’insieme dell’economia globale. Un’economia nella quale «la crescita si mantiene fiacca, nonostante i segnali positivi provenienti dai principali Paesi industrializzati ed il rafforzamento dello scenario congiunturale di alcuni paesi emer-genti – ha detto Tosini -. L’andamento del commer-cio internazionale rimane, nel complesso, debole, mentre le spinte inflazionistiche a livello globale restano generalmente contenute, favorendo poli-tiche monetarie espansive». A questo quadro fa da

contraltare un’Unione europea che procede an-cora con difficoltà sulla via del rilancio. «I segnali di ripresa registrati nel secondo trimestre si sono indeboliti nei mesi successivi – ha spiegato -. Il prodotto interno lordo dei Paesi Ue nel 2013 scen-derà dello 0,1% rispetto al 2012». Questo risultato rappresenta la media tra «una variazione negati-va dei consumi privati e degli investimenti ed una variazione positiva dei consumi pubblici e delle esportazioni nette». La produzione industriale si è ridotta di circa 1 punto rispetto al 2012. All’interno dell’Ue, l’Italia è uno dei Paesi che sta facendo re-gistrare le performance peggiori. Il PIL, nonostan-te un rallentamento della dinamica, è ancora in discesa ed il risultato acquisito per il 2013 è -1,8%. Ciò è stato da imputarsi soprattutto al calo della domanda interna (-2,6%), mentre le scorte scen-dono in maniera contenuta (-0,3%) e la domanda estera netta migliora dell’1,1%. «Non si può dire nulla sulle imprese italiane in quanto a capacità di export – ha commentato Tosini -. La zavorra, per noi, è rappresentata dalla domanda interna». Una debolezza che si riverbera anche sulla produzione industriale, in calo del 4%.

Siderurgia - «La Cina continua a fare la differenza nel settore acciaio». Il rallentamento economico globale ha infatti condizionato la produzione side-rurgica, limitando lo sviluppo al +3% nei primi nove mesi del 2013. e questo exploit è da ricondursi so-prattutto alla Cina, che con un +8,7% continua a dominare nel comparto. Nell’Ue le performance vedono un -4% rispetto al 2012, un risultato che è al di sotto anche della riduzione prevista del con-sumo reale (-3,3%). nel nostro paese «l’output di acciaio scende del 14% nei primi nove mesi di quest’anno, con i lunghi che limitano i danni al -5% ed i piani che perdono il 22%». Ciò è da ricondur-si alla maggiore internazionalizzazione del

2014: avanti lento Per l’acciaio italiano

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Gianfranco Tosini (Responsabile Ufficio Studi Siderweb)

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comparto piani e alle note vicende che coinvolgo-no l’Ilva di Taranto. Per i lunghi, invece, c’è sì una maggiore tenuta, ma il segmento non è esente da rischi, visto che la maggior parte dei volumi pren-dono la via dell’Algeria, Paese che se facesse parti-re gli investimenti previsti nel settore siderurgico potrebbe divenire nel giro di pochi anni autosuffi-ciente, o quasi, per l’acciaio da costruzione.Settori utilizzatori di acciaio - «Analizzando la di-namica dei settori utilizzatori di acciaio si trova la risposta alla domanda: perché la siderurgia italiana soffre più di quella tedesca e della media europea? La produzione dei comparti industriali che trasfor-mano prodotti siderurgici, infatti, mostra un’evo-luzione peggiore rispetto a quella dei competitor continentali. Basti pensare che le costruzioni nel 2013, rispetto al 2012, si contraggono dell’11,4% in Italia contro il -2,3% tedesco ed il -3,4% europeo, così come l’automotive scende del 7,1% (+0,2% in Ue), gli elettrodomestici calano del 7,8% (-1,9%

Ue, +2,5% in Germania), la produzione dei tubifi-ci perde l’11,7% (contro il -9,6% francese, il -3,2% tedesco e il -5,5% europeo). l’unico segmento in linea con la media europea è quello dei prodotti in metallo (-1,7% l’Italia, -1,8% l’Europa)». Amplian-do il confronto e osservando le performance dei primi nove mesi del 2013 comparate a quelle del 2007, si nota che in Italia l’output dei comparti che trasformano l’acciaio va da un -23,4% degli altri mezzi di trasporto ad un -53,1% degli elettrodo-mestici, mentre in Germania, a fianco di cali con-sistenti per tubifici (-20,1%) e meccanica (-3%), si registrano anche exploit notevoli, come quello de-gli altri mezzi di trasporto (+26%) e dell’automotive (+7,2%). I risultati di questo sbilanciamento si ri-flettono nell’andamento del fatturato interno delle imprese siderurgiche italiane e tedesche. «Mentre nel periodo pre-crisi l’evoluzione di questo fattore era sostanzialmente coerente in Italia e germania, dal 2009 in poi la dinamica della richiesta interna

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ha pesantemente condizionato le imprese siderur-giche italiane, penalizzandole. Viceversa il fattura-to estero delle aziende tricolori, per ampi periodi del 2012, è stato migliore di quello delle società tedesche, a testimonianza di un massiccio sforzo di internazionalizzazione, che ha avuto sì effetto sui volumi, ma non sulla marginalità, che è decisa-mente scesa».Prospettive per il 2014 – L’anno prossimo il Pil dei Paesi emergenti salirà del 5,1%, contro il +1,3% dell’Ue, il +2,6% degli Usa ed il +1,2% del Giap-pone. La Russia, invece, mostrerà un +3%, la Cina un +7,3%, l’India un +5,1% ed il Brasile un +2,5%. «purtroppo la siderurgia europea è poco presente in questi stati. È probabile che, quindi, questo set-tore avrà in Europa qualche difficoltà, oltre che per i volumi anche per la forte ristrutturazione che do-vrà affrontare per riequilibrare la produzione alla domanda reale». In termini più generali, l’econo-mia continentale vedrà un incremento, nel 2014, dello 0,8% dei consumi privati, una stabilità dei consumi pubblici ed un aumento dell’attività degli investimenti (+2,3% contro il -2,9% del 2012). Le esportazioni nette saliranno dello 0,6% e la produ-zione industriale del 2,2%. «La crescita, però, sarà lenta» ha dichiarato Tosini. Ed ancora più lenta sarà l’economia italiana: il pil salirà dello 0,7%, grazie ad una mini-ripresa della domanda privata (+0,2%), ad un incremento degli investimenti del 2,2% e dell’export del 3,7%. I consumi pubblici, invece, scenderanno dello 0,3%.

Le attese per i settori utilizzatori di acciaio in Eu-ropa volgono verso una moderata crescita, che si concretizzerà nel +1% del consumo reale e nel +2% del consumo apparente. In Italia le costruzioni con-tinueranno a pagare dazio (-3,5%), mentre gli altri comparti mostreranno un andamento crescente: i tubifici aumenteranno la propria produzione del 4%, gli altri mezzi di trasporto del 3,6%, l’automoti-ve del 3,1% e la meccanica, gli elettrodomestici ed i prodotti in metallo saliranno del 2,5%.Turchia: il nemico alle porte – Alla domanda «Qua-le Paese rappresenta il concorrente più pericoloso per l’acciaio italiano?» Tosini non ha avuto dubbi nel rispondere «la Turchia». Lo stato anatolico, in-fatti, «si trova in una posizione ideale, sia perché il mercato interno è in forte espansione, sia per-ché confina con Paesi con grandi prospettive o che stanno uscendo da conflitti, e che quindi hanno bi-sogno di ricostruirsi». Inoltre, l’industria siderurgi-ca e le acciaierie turche fanno parte di una galassia industriale che ha alla base l’attività nel real estate. I costruttori, i grandi contractor, quindi, «si sono strutturati con acciaierie e cementifici propri, riu-scendo a produrre ed esportare tutto il materiale che serve. In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, ciò rappresenta una soluzione vin-cente».

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Classe 1949, si è laureato in Economia e Com-mercio all’Università di Parma ed ha con-seguito la specializzazione in Economia del Territorio all’Università di Ginevra (Svizze-ra). É stato capo ripartizione dell’area studi e pianificazione della Provincia di Brescia e

responsabile dell’area studi, pianificazione e controllo di gestione di Banca San Paolo. Nel 1999 è passato all’Associazione Industriale Bresciana con l’incarico di responsabile del settore Economia e Centro Studi. Dal 2010 è responsabile dell’ufficio studi di Siderweb.

Who’s who: Gianfranco Tosini

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Fornitori e clienti a conFronto: quali le chiavi Per Far riPartire l’acciaio?

nuove soluzioni. Innovazione. asset in-tangibili. Qualità. export. servizio. certi-ficazioni. Controlli. Tracciabilità. Saranno

queste le parole d’ordine che contraddistin-gueranno il futuro delle aziende del settore acciaio. almeno, queste sono quelle che con-traddistingueranno il futuro delle aziende vin-centi nel settore siderurgico. ne sono convinti i protagonisti della tavola rotonda che si è te-nuta durante la 29° edizione dello steel Market outlook, il convegno organizzato da siderweb con lo scopo di mettere a confronto le esigenze delle aziende utilizzatrici di acciaio e l’offerta delle imprese che producono, prelavorano e commercializzano il metallo. Il mercato delle costruzioni: nuove pro-spettive - «Il comparto italiano delle co-struzioni è quello che sta peggio. e le prospettive non vanno verso un miglio-ramento». Questo il lapidario esordio di giuseppe Manni, presidente del gruppo Manni Hp. Quali sono allora le possibilità per gli operatori che lavorano in questo settore? «Bisogna cercare un costante mi-glioramento. arriviamo da cinque anni di caduta ininterrotta dei consumi: i l costrui-

to nuovo è ai minimi ed anche la domanda di acciaio per queste attività soffre. Dopo i l 2009, e visto l’evolversi della situazione negli ultimi anni, credo non sia più corret-to parlare di crisi. stiamo vivendo un pe-riodo storico radicalmente diverso rispetto alle crisi che si sono succedute nei decenni scorsi. È mutato il paradigma: dopo la fine del boom delle costruzioni del 2008 - un boom che ha anche portato problemi eco-logici e di consumo di territorio - c’è stato lo scoppio della bolla dell’edilizia ed oggi sta nascendo un sistema nuovo del costru-ire». Quali sono gli spazi per le aziende? «La logica dei volumi è finita – ha prose-guito Manni -. bisogna allargare il proprio spazio d’interesse, e lo si può fare in due modi. I l primo è incrementare la ricerca e il contenuto tecnologico della propria at-tività, per essere competitivi all’export. I l secondo è costruire stabilimenti all’estero che possano servire i mercati in crescita. I l nostro gruppo sta andando in questa di-rezione». E che le costruzioni siano ad una svolta fondamentale è una considerazione condivisa anche da gianmaria rizzi, legale

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DAGiancarlo Colombini (Responsabile Vendite Italia ABS), Giuseppe Manni (Presidente Gruppo Manni HP),

Alberto Nichelatti (Purchasing Manager Leitner), Paolo Pozzi (Managing Director Agrati Group), Gianmaria Rizzi (Legale Rappresentante CMM F.lli Rizzi), Tommaso Sandrini (AD San Polo Lamiere)

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rappresentante di cMM F.ll i rizzi. «ci sono poche grandi opere attualmente in fase di realizzazione in Italia – ha detto -. L’auto-strada brebeMi, le tangenziali milanesi, le pedemontane lombarde e venete e l’eXpo. Oltre a ciò, non vedo nulla. E ciò non è suf-ficiente a garantire l’assorbimento della capacità produttiva delle carpenterie na-zionali». Alla crescita degli impianti, infat-ti, negli ultimi anni, ha fatto da contraltare una riduzione della richiesta, che ha spinto i l settore in una situazione di forte over-capacity. Per far fronte a ciò è necessaria «l’innovazione. Il settore della carpenteria pura è al capolinea. e non da oggi, ma da ieri. abbiamo bisogno di integrare il nostro prodotto, in modo da ampliare la nostra offerta con una componente maggiore di servizio. se valutiamo la redditività al kg del nostro lavoro, oggi, è incredibilmente bassa, anche a causa della agguerritissima concorrenza tra operatori. Dobbiamo por-re rimedio a questa situazione e se lo si farà puntando sulla tecnologia, sul futu-ro, si potrà essere molto competitivi an-che all’estero, dove c’è una mole di lavoro da realizzare incredibile». Anche in Italia, in teoria, ci sarebbe molto da fare: «i la-vori per eXpo, l’ammodernamento della rete ferroviaria, la messa in sicurezza del territorio. Sappiamo però che le possibili-tà sono contenute, per via della posizione debitoria dello stato italiano. ecco quindi che le soluzioni vanno ricercate nell’evolu-zione basata sull’ innovazione».Quali sono, però, i rischi correlati al pro-cesso di internazionalizzazione nelle co-struzioni? Quali le sfide? «C ’è un proces-so di crescita del paese nel quale si va ad esportare di cui tener conto – ha risposto Manni -. non appena una nazione aumen-ta il proprio benessere crea delle barriere all’entrata e dei produttori locali. bisogna tenerne conto, così come è necessario af-frontare le spesso complicatissime legisla-zioni locali in materia di certificazione del materiale. Affrontare queste spine, però, è un costo necessario: una delle chiavi per riuscire a superarle è quella di puntare sul nostro know-how, in particolare offrendo consulenze progettuali ed assistenza nelle fasi di realizzazione, curando anche aspet-

ti come trasporti, logistica, dazi ed assi-curazioni. bisogna uscire un po’ dal core business, fornendo un prodotto completo, con un maggior valore aggiunto e un mar-gine più elevato». Bullonerie e viterie – Il settore delle vite-rie e delle bullonerie «ha una dimensione globale, con un fatturato complessivo di circa 50 miliardi di dollari – ha spiegato paolo pozzi, managing director di agra-ti group -. Di questo, i l 30% è consumato dall’automotive, i l 20% dal comparto dei macchinari industriali e del movimento terra, i l 15% dall’elettronica, i l 10%-15% dalla carpenteria ed il 5% dall’aerospazia-le». All’ interno di questo comparto ci sono famiglie di prodotti diverse: «i prodotti commodity, per esempio, hanno sofferto la fortissima concorrenza cinese. Oggi la bulloneria Made in china standard arriva finita in Europa a 900 euro la tonnellata, un costo di poco superiore a quello della vergella pronta in macchina. È un confron-to impari per le imprese italiane ed euro-pee, ed ha spinto queste ultime a rivedere il proprio modello di business. e questo è stato un bene: se non avessimo cambiato saremmo falliti». L’evoluzione delle viterie e bullonerie continentali è andata in due direzioni: la qualità ed il servizio. Due ele-menti che hanno contraddistinto soprat-tutto le forniture per il settore automo-tive. «le case automobilistiche chiedono servizio e qualità. per servizio intendono un livello almeno del 95% - vale a dire che ogni 100 pezzi ordinati ne pretendono 95 consegnati entro la data stabilita -. per qualità, invece, è stato superato il concet-

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to di guasti per milione di pezzi, ma siamo passati a quello di rotture per miliardo di pezzi, uno standard elevatissimo». A fron-te di questi impegni, che si affiancano ad un «prezzo basso richiesto dai produttori di auto», si aprono però scenari molto im-portanti. basti pensare, per esempio, che Volkswagen ha una piattaforma che produ-ce 5 milioni di auto all’anno. Fornire anche un singolo bullone per ogni auto significa «5 milioni di bulloni all’anno. Un numero molto significativo». Quali sono le difficol-tà che stanno incontrando le bullonerie e viterie? «Abbiamo una certa difficoltà a far passare questo messaggio ai nostri forni-tori, manca ancora un dialogo fruttuoso». cosa, in particolare, servirebbe alle bullonerie? «La richiesta principale da parte dei nostri clienti è per un alleggerimento dei componenti. Questo perché per fare un’auto più leggera, che consumi meno, sono neces-sari anche bulloni più leggeri. abbiamo bisogno di acciai che ci aiutino a soddisfare questa domanda».Trasporti urbani – Controlli, aderenza alle normative e qualità. Queste le richieste dei clienti attivi nel comparto dei trasporti ur-bani. comparto in cui opera leitner, della quale alberto nichelatti è purchasing ma-nager. «leitner è nata come azienda spe-cializzata negli impianti sciistici di risalita – ha dichiarato –, ma nel corso degli anni ha rifocalizzato il proprio business. Oggi pun-tiamo sulla mobilità urbana, proponendo delle soluzioni di trasporto tramite fune (come le minimetro) che stanno prenden-do sempre più piede». Per far fronte alle stringenti normative di legge è necessario «avere controlli stringenti e certezza sul-la qualità. Per poter fornire prodotti con queste caratteristiche, negli anni, siamo stati costretti ad alzare l’asticella ai nostri fornitori, e non tutti ci hanno seguito. Ab-biamo perso qualche fornitore per strada: abbiamo bisogno di tracciabilità, certifica-zioni e servizi. Da una media di consegna dell’ impianto di 10 mesi siamo passati a 3-4 mesi: ci serve flessibilità, a cui si af-fiancano le esigenze già viste, quella di

una prelavorazione efficace e l’attenzione ai nuovi sviluppi degli acciai». Le stesse esigenze, quelle cioè della tracciabilità dei materiali e dell’ importanza delle prelavo-razioni complesse, sono state anche rimar-cate da rizzi, che ha spiegato come siano elementi irrinunciabili per i lavori di car-penteria.Centri di servizio acciaio - «Quando sento o vedo dei concorrenti che mostrano con orgoglio le loro macchine o le loro nuove l inee produttive mi vengono i brividi». Con queste parole tommaso sandrini, ammini-stratore delegato di san polo lamiere, ha iniziato il suo intervento al 29° steel Mar-ket outlook. «gli asset per il settore dei

centri servizio piani non sono più gli impianti – ha proseguito -: viviamo con una capacità pro-duttiva doppia rispetto alla do-manda, le l inee produttive non possono più essere la discrimi-nante per il successo». Quale, allora, la leva sui cui puntare? «bisogna iniziare a ragionare in

termini di asset intangibili. I clienti più affezionati, quelli con maggiore fedeltà, sono quelli ai quali abbiamo risolto pro-blemi di magazzino, logistici o di qualità. È su questo che bisogna insistere: è neces-sario andare dai clienti, vedere i loro pro-cessi produttivi, i loro cicli di lavorazione, i loro magazzini, la loro logistica e cercare di semplificare la loro vita. È questo il no-stro compito». Questo lavoro rappresenta il fulcro dell’attività aziendale, perché se è vero che «è facile, pagando, acquistare un macchinario, è difficil issimo replicare l’or-ganizzazione ed i rapporti con i clienti di un’azienda vincente». Per ciò che concer-ne la tensione all’export, è possibile incre-mentare questa quota per i centri di servi-zio? «L’export diretto è molto difficile – ha risposto Sandrini – però ci sono possibilità per le esportazioni indirette: se prendo il nostro caso, i primi 20 nostri clienti espor-tano l’80% del loro fatturato. Entrare nel panel dei fornitori di queste imprese per-mette di mitigare il rischio Paese». Per quel che concerne l’attività più «stret-ta» dei centri servizio, Sandrini ritiene

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irrinunciabile «l’organizzazione, anzi la ri-organizzazione interna dell’azienda. chi ha investito maggiormente su questo aspetto sta ottenendo risultati migliori».Produzione di acciaio – Collaborazione con i clienti. Questo, invece, dovrebbe essere il mantra dei produttori siderurgici italiani secondo giancarlo colombini, responsabile vendite Italia Acciaierie Bertoli Safau. «Gra-zie allo stretto contatto tra produzione ed utilizzo è possibile fare grossi miglioramen-ti, sia in termini quantitativi che qualitativi. Deve esserci un legame strettissimo tra ac-ciaierie e clienti, in forza del quale si abbia la massima fiducia reciproca e si possa re-alizzare un prodotto con una “qualità tota-le”, che parta cioè sin dalle primissime fasi di lavorazione». Per cercare di affiancare i clienti dall’ inizio alla fine, ABS ha realizza-to «un centro di ricerca e sviluppo a Metz (Francia), con un laboratorio che permette di realizzare un ampio spettro di analisi sui prodotti e fare un altissimo numero di prove sul materiale».

Nato a Trento nel 1977, si è laureato in In-

gegneria dei metalli presso l’Università del

capoluogo trentino. Entra nel gruppo Lei-

tner nel 2006 con il ruolo di Commodity Bu-

yer di materie prime e trattamenti superfi-

ciali. Cinque anni dopo, assume la carica di responsabile Supply

Chain presso la divisione Leitwind del gruppo Leitner - ramo che

si occupa di progettazione, produzione e installazione di turbine

eoliche di taglia Megawatt -. Da quest’anno, è responsabile tra-

sporti del gruppo Leitner. È membro dell’Ordine degli Ingegneri

della Provincia Autonoma di Trento dal 2003.

Who’s who: Alberto Nichelatti

Presidente del Consiglio di Amministrazio-

ne del Gruppo Manni HP, leader nel mercato

internazionale degli elementi prelavorati in ac-

ciaio, dei pannelli metallici isolanti per le co-

struzioni e in quello delle energie rinnovabili. Il

Gruppo conta 21 stabilimenti produttivi in Italia ed Europa. Nu-

merose le cariche ricoperte in passato in associazioni del settore

acciaio come Assofermet e Acai. Relatore in numerosi convegni

relativi alle prospettive dei consumi dell’acciaio e in particolare

del mondo delle costruzioni.

Who’s who: Giuseppe Manni

Nasce a Brescia nel 1963. Nel 1984 entra

nel settore siderurgico, prestando la propria

opera per la Lucchini, di cui nel 1997 diviene

responsabile vendite per l’area laminati ac-

ciai speciali in barre e verticalizzati trasfor-

mati a freddo. Nel 2003 entra nello staff delle Acciaierie Bertoli

Safau, ricoprendo dal 2004 al 2011 il ruolo di responsabile vendi-

te Italia e di supervisione del back office commerciale. Da luglio

2011 è promosso a responsabile vendite Italia e Vice Direttore

Commerciale. Dal 2009, inoltre, è co-responsabile della linea di

produzione «Marte».

Who’s who: Giancarlo Colombini

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Nato a Erba nel 1967, si è laureato in Inge-

gneria Aeronautica presso il Politecnico di

Milano. Entra nel Gruppo Agrati nel 1995

dove negli anni ha ricoperto ruoli diversi

fino a divenire nel 2005 Direttore Genera-

le della capogruppo Agrati SpA e successivamente membro del

Consiglio di Amministrazione. Dal 2008 è Managing Director

del Gruppo Agrati, leader nella produzione e distribuzione di

fasteners con 1.900 dipendenti e 10 siti produttivi. Attualmente

è membro dei Comitati di Presidenza delle Associazioni di setto-

re in Italia (UPIVEB) e in Francia (AFFIX). Dal 2007 è Presidente

del Gruppo Automotive EIFI (European Institute of Fa-

stener Industry).

Who’s who: Paolo Pozzi

Nato nel 1953, dopo gli studi tecnici inizia

la sua attività lavorativa. Nel 1979, con

il fratello Giulio, fonda la CMM F.lli Rizzi,

azienda che nel corso degli anni cresce e che

oggi fornisce un’ampia gamma di soluzioni

nel settore delle costruzioni civili ed industriali. Parallelamente

svolge un’intensa attività associativa, diventando (2001-2008)

presidente di Confartigianato Unione di Brescia, membro della

giunta Confartigianato Nazionale con delega alle politiche per

l’internazionalizzazione (2003-2012) e vicepresidente di Confar-

tigianato Nazionale (2004-2008).

Who’s who: Gianmaria Rizzi

Nato a Parma nel 1972, si è laure-

ato in Ingegneria Meccanica presso

l’Università degli Studi di Parma ed

ha conseguito l’MBA presso la SDA

Bocconi. Dopo passate esperienze

in Allianzbank e McKinsey & Co entra in S.Polo Lamiere

SpA di cui attualmente ricopre il ruolo di Amministratore

Delegato. Da maggio 2012 è Vicepresidente di Assofer-

met.

Who’s who: Tommaso Sandrini

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la necessità di cambiare ha bisogno anche di spazi e sistemi nuovi di comunicazione. In occasione del 29° steel Market outlook siderwb ha quindi deciso di dedicare un’intera edizione del proprio Tg settimanale all’evento ospitato dalle vigne della franciacor-

ta. Basterà quindi cliccare sull’immagine per ascoltare e vedere l’approfondimento da 12 minuti realizzato dalla redazione multimediale del portale di informazione, sull’appun-tamento dedicato alla community siderurgica. All’interno anche interviste e approfondi-menti dei partecipanti alla tavola Rotonda

i Servizi video di Siderweb

siderweb tg: speciale 29° steel Market outlook

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