Sfoglia Surf Casting Mania N 2

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Ecco le anteprime di Surf Casting Mania 02

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U na delle grandi dispute ancora accese e animate tra i pescatori che calcano le spiag-ge riguarda sicuramente la definizione della parola surf casting. A dire il vero, surf casting letteralmente vuol dire una sola cosa, ovvero “lancio sull’onda”. E non vedo

niente che possa dare spazio a interpretazioni alternative di alcun genere. è una tecnica autunnale-invernale che si pratica quando il mare ruggisce e per catturare grosse prede. Riduttiva? Forse, ma più la leggo e più mi convinco che c’è ben poco da aggiungere. Certo, ci sarebbero un paio di migliaia di chilometri di carta da scrivere per raccontare le strategie di pesca legate alle condizioni del mare e alla morfologia delle spiagge... e forse altrettanti per raccontare le emozioni che questa intensa disciplina regala a chi si vota a lei. Tuttavia, in Italia esistono varie derivazioni del surf come il beach ledgering, il surf fishing (questa è davvero la più fantasiosa), il rock fishing e chissà quale altra diavoleria scappata ai tentacoli di chi la pesca la racconta. Nessun peccato originale: il Mediterraneo, e in par-ticolare le coste italiane, non è l’oceano... e tutto quanto è nato sotto il nome di surf casting qui da noi non può fare altro che confrontarsi con un oceano formato “mignon”. Non mancano certo occasioni per sfidare una mareggiata con il vento in faccia, il freddo nelle ossa e un paio di spigole da capogiro che ci aspettano nella schiuma, ma è altrettanto facile (se non di più) confrontarsi con un mare calmo, l’alta pressione e prede al massimo da due spanne. Per farlo, tra l’altro, bisogna lasciare da parte diametri, pesi, misure e gesti tipici della pesca sull’onda e ricalibrare le proprie qualità tecniche in vista di sfide forse meno impegnative dal punto di vista fisico ma altrettanto difficili sotto il profilo tecnico. Il beach ledgering, le tecniche ultralight e quelle che stanno “a metà” fra il surf puro e queste ultime non sono da vedere come il diavolo a messa. Facciamocene una ragione: nella grande ca-tegoria dei pescatori dalla spiaggia rientrano un po’ tutti: i “talebani dell’onda” (per i quali, non me ne vogliano gli altri, nutro una particolare simpatia) stanno spalla a spalla con quelli che interpretano il Mare Nostrum per quello che può dare in ogni stagione, confron-tandosi addirittura con fili sottilissimi che andrebbero bene più per i cavedani in fiume. Ma è sfida anche questa? Sì, lo è. Meno tenebrosa, meno fredda e paurosa, ma sicuramente una sfida. Serve anche in questo caso saper parlare la lingua del mare? Sì, serve. Ed è proprio per questo che in queste pagine diamo spazio anche alle tecniche light. Alcuni potrebbero storcere il naso: ipocriti, confusi, commerciali. A loro rispondo che questa rivista parte con un presupposto, un’immagine ispiratrice: un pescatore su una spiaggia. Disegnarlo “mo-dello rip&rot” che cammina tutto imbacuccato sotto il cielo plumbeo e guardando le onde bianche di schiuma, oppure con una canna leggera sotto un tramonto rosso, una leggera brezza e un terminale leggero lanciato a venti metri dalla risacca... è questione di attitudini e voglie, scelte e convinzioni. Noi vi offriamo un panorama il più completo possibile, una tavolozza dove spennellare i vostri istinti di pescatori in tutta libertà. Starà a voi utlizzarla come meglio credete, oppure non farlo per niente (ci sta anche questo). Sentiamo di aver intrapreso una buona strada che, ritocchino qui ritocchino là, ci può por-tare nei cuori di voi pescatori. Ne siamo ancora più convinti dopo aver contato il numero degli abbonamenti che voi appassionati avete sottoscritto. E per non fare la figura degli spilorci abbiamo addirittura voluto ripetere la promozione abbonamenti proponendo lo stesso regalo (la Daiwa Proteus Tele Surf) ma con una potenza più alta (150 grammi). I particolari dell’iniziativa li trovate a pagina 26. Al prossimo mese surfcaster... la stagione sta iniziando e ci sarà da divertirsi insieme! D’o-ra in avanti si comincia a fare sul serio con le onde (meteo impazzito permettendo)!

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Giulio Marcone

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Pathfinder forever

Pesca di scalino

L’evoluzione del famoso monorip: “l’utlimo

metro” targato Meloni

Super light per le prede che pascolano

a tiro di sguardo

inserto da staccare

sPlendida sardegna: Platamona e marina di sorsoL’isola è un paradiso peri surfcaster. Fra le tante spiagge famose, l’arenile nord occidentale è un richiamo davvero irresistibile

58grosse orate con il mare calmoLong arm scorrevole, innesco “soffice” del bibi e lanci lunghi con madri sottili: le astuzie per prendere la principessa anche in pieno giorno, quando è ancora più sospettosa

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correnti e Pesca

conoscere gli squali

Imparare a guardare il

mare con occhi da pesci

è uno degli obiettivi di tutti

i surfcaster... farlo però è

difficile

Lo studio dei comportamenti

e delle basi scientifiche alla base di questi è

fondamentale per fare scelte giuste a pesca.

Le “grandi pinne” non

fanno differenza74

Surf caSting Mania | 3

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l’ittiologo PescatoreUna complessa ricerca sul regime alimentare degli Sparidi, tre in particolare

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nessuno nasce imParatoI pesci del surf: dove, come e quando

prenderli con mare calmo e mosso

surf news La gazzetta del surfcaster con curiosità dall’Italia e dal mondo

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Anno I - N. 2 - Ottobre 2011

dIrettOre respONsAbIleGiulio Marcone

[email protected]

Consulenza: Vittorio AzzanoIn redazione: Fabio Marotta, Paolo Meneghelli

Impaginazione e dtp: Red Art di Paola Pogliani

Hanno collaborato:Pasquale Barnabà, Fabrizio Gisarella,

Rosa La Candia, Stefano Marconi, Sandro Meloni

Foto di copertina: Fabrizio GisarellaFoto: Vittorio Azzano, Pasquale Barnabà, Fabrizio

Gisarella, Rosa La Candia, Giulio Marcone, Claudio Martelli, Sandro Meloni

disegni e computer graphics: Ezio Giglioli

dIreZIONe e redAZIONeVia Garberini, 18 - 27029 Vigevano (Pv)

Tel. (+39) 0381 38.60.65 - Fax (+39) 0381 38.20.28

pUbblICItàdavide Morino (responsabile commerciale)

Tel. (+ 39) 348 [email protected]

edItOre: peNtA press s.r.l

sede legale: Via Savona, 123

20144 Milano

publisher: Riccardo [email protected]

responsabile di produzione: Andrea [email protected]

dIstrIbUtOre esClUsIVO per l’ItAlIAsO.dI.p. “Angelo patuzzi” s.p.A.

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Viale della Navigazione Interna, 8935027 Noventa Padovana (Pd)

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Pubblicazione mensile registrata al Tribunale di Milano il 27.06.2011 con il numero 357

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Una copia Euro 5,50

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sUrF castinG

Maniale ruBriche Per aPProfondire

6 Parola agli esPerti6

la ricetta del mese96

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escheinneschi Formidabile replicant squid

terminali Mono pulley tra le rocce

avet lx 2s 6/3 rh Un argano più che un rotante

sPotlight Un occhio al mercato

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Post-it La sequenza, i gesti, le malizie, e gli accorgimenti per realizzare la U di Suffolk, un back cast elegantissimo

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Senza cadere nel tranello di ri-percorrere l’evoluzione tecni-ca e accessoristica, diciamocelo pure stravolgente, prodotta dalle

rip&rot, dobbiamo però rimarcare/compa-rare “cosa c’era” e cosa adesso è disponi-bile nell’ottica dei sistemi. Non dico agli antipodi, ma nella fase finale di studio del fenomeno legato al surf avevamo un di-sperato bisogno di capire, apprendere in riva al mare, disporre di quanto necessario per far fronte a “ogni evenienza”. I finali venivano disegnati sulla riva, non di rado

diversificati a seconda di ogni singola mareggiata, energia e orientamento della spiaggia. La battuta iniziava con una trust votata alla scoperta di quanto poteva an-nidarsi tra le onde; spesso era lo standard a entrare in pesca con i suoi tre ami con esche diverse. Un lungo e pesante termi-nale non sempre adatto, date le sue scarse capacità balistiche. Con il trascorrere delle ore, le tre specialità si riducevano a due, poi si “entrava in caccia” dell’obiettivo che il sondaggio aveva indicato essere il focus prevalente della battuta.

La fatica deL SurfSono sufficienti queste osservazioni per de-durre che la stazione di pesca non poteva che essere enorme, inamovibile: un numero minimo di quattro cannoni e una cassetta di circa 10 chili, con tanto di pinze, cesoie e martello. Insomma, un “accampamento” che richiedeva sino a tre viaggi per il trasporto e lo smontaggio. E non era assolutamente facile. Si tenga conto che in quell’epoca la regola dei settori era fondamentale. Non di-sponevamo di strumenti per la lunga distan-za, se non il sottodimensionamento del filo

30 | surf casting Mania

L’esperienza che contail mare di Sandro meLoni

mastersurf

Uno per tutti

pathfinder forever

Page 7: Sfoglia Surf Casting Mania N 2

Uno sgUardo al passato e Uno al fUtUro: dal monorip,

sistema che ha “sfamato” Un’intera generazione di

sUrfcastmen, alla sUa evolUzione firmata ad anni di distanza

dallo stesso aUtore. il pathfinder, tradotto

“l’esploratore” o meglio ancora “l’apripista”, è Uno

short all roUnd pensato per le rip&rot che

non rifiUta nessUna configUrazione,

si lancia alla grande e

lavora anche nella mezza

schiUma

(un peccato la cui espiazione era data solo dal rogo…). Per cui, a seconda dell’energia della spiaggia in relazione alla mareggiata, eravamo costretti a camminate di 400-500 metri, magari alla ricerca del canalone più abbordabile. La conoscenza passava, come sempre, attraverso prove severe. Ma poi ar-rivammo dall’altra parte dei tizzoni ardenti.

rip&rot: ripartita e rotanteDa quell’enorme “casino rumoroso e spu-meggiante” (per dirla da neofiti impres-

sionati), riuscii a comporre livelli sovrap-ponibili, stabiliti dal rapporto profondità/forza del mare; dalla sequenza onde-equi-librio-impianto sommerso; dalla velocità di pascolo in relazione ai settori di pesca; dalla standardizzazione di sistemi e tatti-che. Ma quello che mancava ce lo diede solo e soltanto l’avvento di rip&rot, acro-nimo di canne a ripartizione e mulinelli a bobina rotante. Rimanemmo spaesati da tanto strapotere, dalla leggerezza, dal-le dimensioni contenute... mai e poi mai avremmo però immaginato i sacrifici ed i

compromessi che questi ci avrebbe-ro imposto per essere utilizzati al meglio. I rotanti li usavamo da un pezzo, da 20-30-50 libbre: facevano parte da un decen-nio del nostro equipaggiamento, ma i 12 libbre in connubio con le canne a riparti-zione e il pendulum (lancio per cui queste canne sono state concepite) era veramen-te ben altra cosa. Tralasciando il calvario dell’apprendimento (ci torneremo didatti-camente, il lancio non è l’oggetto di que-sto spazio) concentriamoci sui compro-messi tecnici legati all’accessoristica.

surf casting Mania | 31

pathfinder forever

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spesso è proprio a due passi da riva che nuotano e mangiano le prede di galla e non solo. Fare carniere in queste condizioni impone una scelta light, con Finali e travi molto sottili e inneschi piccoli e galleggianti. in più, canna in mano per la massima sensibilità. dalle gare alla pesca per diletto: ecco i trucchi di una giovane esperta che ha la pesca nel sangue...

SottilissimoPeschetta a chi?sulla spiaggia con rosa la candia

beach ledgering

42 | surf casting Mania

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Sottilissimo sulloscalino

surfcasting Mania | 43

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Dieta spariDesarago, orata

e mormora

La lente di ingrandimento della scienza I SEGRETI DEL MARE SPIEGATI DAL PROF

A pesca col professorea lezione da STEFAnO MARcOnI

underwater

18 | Surf caSting Mania

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p er motivi legati alla crescita e alla ripro-duzione i pesci hanno bisogno di assumere

diverse sostanze per imma-gazzinare e utilizzare energia. Queste sostanze possono essere divise in due classi principali, macronutrienti e micronutrienti, in base alle differenti quantità di cui l’organismo dei pesci neces-sità. Nella prima classe (macro-nutrienti) troviamo 3 sostanze: proteine, lipidi e carboidrati. Vitamine e minerali sono invece micronutrienti, ma come vedre-mo anche un deficit di questi ultimi (per quanto micro) può causare disfunzioni ai processi metabolici del pesce.

Le proteineNella dieta dei pesci rappresen-tano una quota rilevante, tant’è vero che il livello proteico per la maggior parte dei pesci, com-presi gli Sparidi, si assesta in-torno al 40-45 percento sul peso secco dell’alimento. Le proteine non sono altro che composti formati da diversi “mattoncini” conosciuti col nome di ammi-noacidi (AA). Questi ultimi, insieme a quelli “riciclati” dalle proteine corporee, vengono utilizzati per la sintesi di nuova massa proteica e di altri com-posti contenenti azoto. Gli AA risultano più che mai necessari nei pesci che, a differenza di altri animali, possono contare su una quota di riciclo molto scarsa. Questo ci fa compren-dere quanto sia importante che i nostri avversari assumano attra-verso il cibo ingerito la quantità adeguate per poter far fronte al proprio fabbisogno proteico-aminoacidico. Inoltre non tutta la proteina ingerita verrà me-tabolizzata: un 5-15 percento, infatti, si perderà nella feci e una parte degli AA verranno utiliz-zati dall’organismo per ricavar-ne energia vitale, soprattutto in mancanza di altri composti come lipidi e zuccheri. I pesci in

più hanno la particolarità di non essere in grado di sintetizzare 12 dei 20 AA che costituiscono le proteine (arginina, istidina, iso-leucina, leucina, lisina, metioni-na, cistina, fenilanina, tirosina, treonina, triptofano, valina) e dovranno assumerli necessaria-mente con il cibo.

LipidiDal punto di vista chimico sono miscele costituite da grassi, oli, sostanze non proteiche (che con-corrono a formare le membrane cellulari) e da alcune vitamine e ormoni, anche se la componente comune è sempre l’acido gras-so, che può essere saturo o insa-turo. In particolare i trigliceridi, che di norma sono la maggior componente dei lipidi naturali, sono formati da 3 acidi grassi e da una molecola di glicerolo. I lipidi perciò costituiscono importanti fonti di energia e di acidi grassi essenziali (AGE). Questi ultimi, come suggerisce il nome, sono indispensabili per la corretta crescita dei pesci e per delle buone performance riproduttive, tant’è che una loro carenza può compromettere il buon esito di tali processi. Oltre a ciò gli AGE sono importanti come compo-nenti delle membrane cellulari, dei fosfolipidi, di lipoproteine di trasporto e come substrato per la sintesi di alcuni ormoni (prostaglandine). Gli AGE più richiesti dai pesci marini sono l’acido eicosapentaenoico e do-cosaenoico.

CarboidratiCome suggerisce il nome, que-ste molecole sono costituite da tre elementi principali: carbonio, idrogeno e ossigeno. I carboi-drati possono essere distinti in base al grado di complessità in: monosaccaridi, zuccheri

semplici come il glucosio e il fruttosio; disaccaridi, molecole più complesse formate da due monosaccaridi come il saccaro-sio e polisaccaridi, come amido e cellulosa. Anche nei pesci queste sostanze servono prima-riamente come fonte di energia anche se i disaccaridi e i polisac-caridi prima di essere utilizzati devono essere scissi in molecole semplici. In mancanza di car-boidrati, l’organismo consumerà infatti lipidi e proteine alterando il corretto equilibrio dei processi metabolici.

Le vitamineLe vitamine si dividono in due categorie. Le liposolubili, ov-vero solubili nei grassi, vengo-no assorbite a livello intestina-le se ci sono appunto i grassi e possono essere immagazzinate nei tessuti adiposi del pesce. Le idrosolubili (solubili in acqua: B,C, colina, inositolo) vengono assorbite tramite tra-

sporto attivo e non possono es-sere stoccate. Tutte le vitamine hanno ruoli fondamentali per l’organismo. Parlando di vita-mine liposolubili ricordiamo la vitamina A, presente in ali-menti vegetali che agisce sulla moltiplicazione cellulare, sulla vista e sulla protezione della pelle, e la vitamina D che ha invece un ruolo fondamentale nel ricambio del calcio e del fosforo ed è quindi importan-tissima per lo sviluppo dello scheletro. E non si dimentichi anche la vitamina E, che svol-ge funzioni antiossidanti e aiuta la formazione di ormoni riproduttivi, e la vitamina K che interviene soprattutto nella coagulazione del sangue.

Cosa mangiano, Cosa CerCano nel Cibo, Cosa influisCe sul loro regime alimentare e quali gruppi di sostanze sono neCessarie alla loro sopravvivenza. Ci sono ovviamente anChe le nostre esChe... ma non solo. pronti a un nuovo viaggio nella sCienza? via

tantissime sostanzeservono ai pescialcune le ricavano solo

grazie al cibo

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La rubrica di Marconi prende ispirazione anche da voichiedeteci sulla fan page cosa vi piacerebbe saperewww.facebook.com

Surf caSting Mania | 19

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ConosCenza. studio. informazioni. La pesCa non è soLtanto una pratiCa Che va imparata raffinando gesti, Costruzioni, assembLaggi. uno degLi obiettivi primari di ogni appassionato deve essere La Cura deLLa propria formazione sCientifiCa: è inutiLe andare a pesCare se non si ConosCono Le Leggi e ritmi deL mare e di Chi Lo abita. e C’è di più: Chi più ConosCe... più prende! Citando miCheaL de montagne: “non potrei vivere se non avessi La sensazione Che oggi so quaLCosa in più di ieri”...

let’s

74 | surf casting Mania

Cronache, avventure, leggendedall’album di vittorio azzano

topreport

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studio, ricerca, strike!

shark

il secchio vuoto è colmo di domande, delle nostre incertezze, delle nostre paure. L’ombra lunga dell’ultima esca traccia sulla sabbia un arco piat-

to e si allontana da noi, in rigoroso silenzio, disegnando nel celeste terso una parabola che seguiamo con l’orecchio teso sui giri del rotante, verso quell’arancione misto al rosa sfumato del sole che tramonta davanti a noi affogando nell’Oceano. Sulla sabbia soffice solo l’impronta anonima di un piede scal-zo. Un gesto morbido, il contatto fragile tra l’uomo e il mare. L’istante preciso in cui la pesca si spoglia di tutti gli abiti che le cucia-mo addosso, spesso a forza, divenendo sem-plice, profumando di pulito. Tra le labbra del cuore quel sapore antico, nascosto nel nostro inconscio, quando l’uomo e il mare erano

un’unica entità. Herman Melville, l’autore di Moby Dick lo descrive così: “vi è non si sa quale mistero in questo mare, che con i suoi movimenti delicatamente terribili sem-bra parlare di una qualche anima nascosta al di sotto”. Ed è proprio questo il sentimen-to che spinge l’uomo a fronteggiare i propri limiti, i propri timori, nel percorso di ricerca che porti finalmente a una risposta che possa risanare il senso di inadeguatezza, emozione che vive giornalmente chi decide di eleggere a proprio avversario lo squalo.

Uno stile di vitaLo shark fishing travalica il senso della pesca e diventa caccia, guerra alle pro-prie paure, una ritrovata emozione, quella dell’uomo moderno che si riconcilia con i

propri istinti naturali di cacciatore, ritro-vando se stesso. Rispetto e conoscenza del proprio avversario, solo così potre-mo ottenere risultati indimenticabili e lo shark fishing continuerà a essere quella fantastica avventura che da secoli si ripete quotidianamente. L’esempio secondo me più alto dell’immortale tenzone fra uomo e natura ce lo offre Santiago, il personag-gio del famoso “Il vecchio e il mare” di Hernest Hemingway. Dopo l’epico com-battimento con l’enorme marlin, vede va-nificati tutti i suoi sforzi dai “galanos”. Li combatte con tutte le forze rimastegli in corpo e poi accetta, sfinito, il verdetto im-pietoso del mare. L’inconfondibile pinna dal profilo triangolare, i denti affilati, la pelle ruvida, assumono una connotazione

surf casting Mania | 75