SFIR ...Zuccuru!

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“ SFIR : zuccuru! ” “Tipica espressione brindisina per manifestare sorpresa. Talvolta di lieve spavento nei confronti di un accadimento o alla vista di qualcosa di insolito o di imponente”. Precisamente quello che ho provato contro la neonata fabbrica di raffinazione, guarda caso, proprio di zucchero. Denominazione S.F.I.R.. L’ennesima indelebile “Z” tracciata a squarcio sulla carne del nostro territorio, non poteva che solcare spietatamente la martirizzata Area Industriale di sproporzionate dimensioni, straricca di innumerevoli varietà di destinazioni che, causa la mentalità dei governanti, mai sarà satura di impianti inquinanti e puzzolenti. A Brindisi bisognerebbe oramai cambiare il significato della parola fertilità. Non ricollegarlo più nè ai parti naturali, ai quali oggi dobbiamo pensarci tre volte, nè alla prosperità del terreno agricolo, ridotto e costretto a ben altre funzioni. Ne consegue il nuovo significato della parola.

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“ SFIR : zuccuru! ” “Tipica espressione brindisina per manifestare sorpresa. Talvolta di lieve spavento nei confronti di un accadimento o alla vista di qualcosa di insolito o di imponente”. Precisamente quello che ho provato contro la neonata fabbrica di raffinazione, guarda caso, proprio di zucchero. Denominazione S.F.I.R..

L’ennesima indelebile “Z” tracciata a squarcio sulla carne del nostro territorio, non poteva che solcare spietatamente la martirizzata Area Industriale di sproporzionate dimensioni, straricca di innumerevoli varietà di destinazioni che, causa la mentalità dei governanti, mai sarà satura di impianti inquinanti e puzzolenti. A Brindisi bisognerebbe oramai cambiare il significato della parola fertilità. Non ricollegarlo più nè ai parti naturali, ai quali oggi dobbiamo pensarci tre volte, nè alla prosperità del terreno agricolo, ridotto e costretto a ben altre funzioni. Ne consegue il nuovo significato della parola.

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Ma torniamo allo Zucchero, per la qual lavorazione, sia chiaro, sono necessari una sfilza di procedimenti chimici tra i più complessi che possa prevedere il settore, appunto, Chimico-Industriale. Il nuovo impianto, date le dimensioni dei torrioni in cemento armato di altissimo fusto e del capannone principale a capriate, architettonicamente certamente ispirato alle tipiche coperture a falde delle case a piano terra abitate da nostri nonni (“a cannizzu”: struttura a canneto con sovrastanti “irmici” in terracotta), è ben visibile da molto, molto, lontano. Aggiungiamoci qualche fabbricato sparso. Ipotizzo che per realizzare l’insediamento avranno lavorato, per un paio d’anni, imprese, professionisti e mano d’opera locale. Presumo e mi auguro di sì. Mi viene anche da pensare che poi, messo in moto, da moderna “macchina industriale” che si rispetti declamerà: “passatu lu santu passata la festa”. E quindi che ultimati i lavori di costruzione, probabilmente, si tratterà di far lavorare qualche decina di brindisini-operai salariati a contratto annuale, mentre sul territorio si sarà piazzato l’ennesimo “chiumbu sobbr’allu stomucu”.

...Solo impressioni a caldo, per adesso.

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L’enorme struttura, molto prossima alle zone abitate, si affaccia su un vecchio canale in disuso che, se qualcuno ricorda, si chiama “Fiume Piccolo”. Pare si conservi sul posto, vicino un caratteristico ponticello in carparo, addirittura un vecchio cartello indicativo “buccatu di nu costi” nei pressi della oramai “ ‘nfucata” ed innaturale foce.

Per usare parole poetiche, tratte dai tanti sterili pensieri che siamo capaci di fare: “ello, rimaneggiato ad esile rivo, combattente l’aggressione procuratagli da mani umane, gioiosamente, per vivace effetto luce rimbalzante su strutture aeree acciaiose, lo si vede risplendere bellissimamente tra le lunghe canne mai dome di crescita”.

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Questo strano “effetto luce” riviene da uno spettacolare nastro trasportatore di qualcosa e, richiamando quello carbone, a cui somiglia da morire, parte (emulando una giostra non smontabile) dal nuovo capannone in legno lamellare. Il nuovo nastro attraversa e fiancheggia strade e fiumi e si adagia, come l’inizio di una corsa alle montagne russe, nell’enorme piazzale di Costa Morena, opera che qualche Archeologo nostalgico sbaglierebbe a definire “campo di Punta delle Terrare”. Bella vista, quindi, per il neonato zuccherificio ad alta tecnologia e per i suoi accessori in dotazione costruiti secondo le, rinnovate, regole della casa produttrice. Così mi son venute delle domande, quelle che i politicanti locali certo si saranno posti, voglio immaginare fantasticamente. Ma tanto zucchero serve? Perchè ci vuole la Chimica per farlo? O l’Alchimia. Non si fa dalle canne? I nastri trasportatori non sono sempre brutti, da vedere?

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Quali effetti, a catena, potrà produrre sul nostro territorio nel tempo? Cosa vien fuori dal culo di questo ennesimo monumento industriale? Possibile che una fabbrica di zucchero giustifichi un tale investimento? ...Non’è c’ann’a fa’ cosi di scundutu no? Cosa saremo costretti a respirare ancora nella nostra aria già mescolata con veleni vari? E quando il neonato si slaccerà la correggia sfrenatamente, quali odori dovremo inalare e sopportare sotto il naso? Per quest’ultimo interrogativo viene una risposta immediata: non certo quelli di cacca di un bambino, che talvolta, considerata la fonte, risultano, paradossalmente, piacevoli. Per il resto del questionario si va su Internet: la fonte del vero sapere. Provo ad aprire il sito della Società, in cui, come sempre accade, si dice poco, e quello che trovi è a carattere generale.

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Il Gruppo Sfir è impegnato nella realizzazione dei piani di riconversione presentati ed approvati, che prevedono: - l'ingresso nel settore energetico sfruttando il vantaggio competitivo derivante dall'esperienza maturata nell'integrazione della filiera bieticola-saccarifera ; - la presenza nel mercato dello zucchero tramite il rafforzamento della attività commerciale; - la permanenza nel settore agro-alimentare attraverso lo sviluppo di nuovi importanti progetti. La S.F.I.R. fornisce servizi di assistenza e consulenza agro-industriale e di progettazione di impianti di produzione dello zucchero. Realizza progetti anche chiavi in mano, con la gestione integrata di tutte le attività fino allo start up produttivo. Con ESI, SFIR consolida la presenza sul mercato italiano e si propone di commercializzare e distribuire su tutto il territorio nazionale zucchero di qualità controllata e garantita, sia per il mercato dell'industria, che della grande distribuzione ...

Mi viene un’altra domanda per la testa. Ma lo zucchero che abbiamo sempre consumato finora era proprio così male? Si facevano addirittura gli zuccherini a zollette rettangolari che galleggiavano nel latte! ... ...Mah! Sul sito gusto altresì bellissime foto di campi sterminati di girasole, di strutture in acciaio, bustine di zucchero da Bar, grosse balle di zucchero. Continuo la ricerca provando sul sito del Comune, ma proprio tanto per provare. Passo a quello della Provincia e lì, nella farraginosità di finestre e finestrelle, si comincia ad intravedere qualcosina. Ma niente di che. Mi affido quindi ai siti, meno ufficiali, che riportano notizie sparse, ed agli articoli di giornali riguardanti notizie di largo raggio. SFIR, da sempre presente sul mercato italiano, nel giugno 2000, prima in Italia, ha lanciato, con marchio "Notadolce" una nuova e completa linea di “zuccheri speciali”, differenziati per destinazione d'uso, e con l'intento di rinnovare il mercato dello zucchero. SFIR consolida oggi la sua presenza sul mercato italiano attraverso EURO SFIR ITALIA, una nuova società nata dagli accordi con EUROSUGAR, al fine di commercializzare e distribuire su tutto il territorio nazionale zucchero di qualità controllata e garantita...

Poi passo alle informazioni di natura locale. Tutte da rileggere...

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Sfir ha avviato le selezioni che porteranno all’assunzione di una novantina di lavoratori per lo stabilimento di Brindisi che sorgerà nell’agglomerato industriale, tra le zone dell'ex punto franco e l'area portuale di Costa Morena. I responsabili dell’opificio si sono impegnati ad assumere una parte dei lavoratori in mobilità ex Down ex Bti ex Evc ed Ex Cittadella della ricerca. Le assunzioni, a regime, arriveranno invece ad un numero di 120 unità lavorative. Le domande, accompagnate da curriculum, possono essere inviate direttamente alla sede centrale di Cesena al seguente indirizzo: Sfir: Direzione Centrale del personale, via Benedetto Croce n.7, 47023 Cesena... Un investimento da 85 milioni di euro, che offrirà 91 posti di lavoro diretti più l'indotto e, a regime, produrrà annualmente 300 mila tonnellate di zucchero di canna raffinato. Il progetto prevede anche la realizzazione di una mini centrale alimentata a metano. Tra le varie commesse, anche l'installazione di un nastro trasportatore sigillato che collegherà la fabbrica alla banchina di Costa Morena...

La SFIR, come è noto, intende costruire uno zuccherificio a Brindisi dopo aver rinunciato a farlo a Manfredonia per ostacoli frapposti dalla comunità locale (istituzioni e cittadini). L’intervento ipotizzato a Brindisi, come è ormai consuetudine, prevede anche la costruzione di una centrale elettrica - che solo di fronte ai giganti brindisini può sembrare piccola - per soddisfare i propri bisogni di vapore e vendere l'energia elettrica prodotta, cosa che siamo certi avverrà regolarmente e immancabilmente, come se a Brindisi, solo la produzione di energia elettrica possa dare profitti sufficienti. Detto questo è bene sottolineare come non si abbia assolutamente nulla contro questo insediamento - considerandolo anzi un’opportunità che potrà alleviare il problema occupazionale - a patto che esso, come è normale che sia, soddisfi, innanzi tutto, tutte le normative di legge, e poi abbia performance ambientali (quanto alla produzione elettrica) come minimo migliorative di quelle delle centrali che si combattono per ricondurre alla sostenibilità. Si ritiene però doveroso esprimere e sottoporre alla pubblica attenzione alcune perplessità di merito e di sostanza, al riguardo: - il sito individuato e prescelto è molto vicino alla città, circa 800 dal centro storico. Sembra logico dover ritenere che il SISRI, nella gestione delle aree di propria competenza, debba tener conto della distanza con il centro abitato e destinare quelle più vicine ad aziende di trasformazione senza combustione. - se tutte le aziende che intendessero fare insediamenti a Brindisi dovessero prevedere la costruzione di centrali elettriche per soddisfare i propri bisogni energetici, assisteremmo ad un aumento abnorme del polo energetico brindisino, in evidente controtendenza con gli intendimenti espressi dalla nostra comunità. Ci si chiede: quanta energia deve essere prodotta a Brindisi? E con quali combustibili? Se lo scopo di un’azienda è ridurre i costi legati all’approvvigionamento energetico, questo non può essere ottenuto a discapito della sostenibilità ambientale del territorio...

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Letto questo, mi sposto di località. E quindi di mentalità.

Nel ferrarese, a Pontelagoscuro, l’ex zuccherificio Sfir non c’è più. E’ stato fatto saltare in aria dopo tre squilli di tromba, alle 12.05. Le prime a cadere sono state le tre torri di 40 metri, una dopo l’altra, con una sequenza ad effetto domino. A distanza di qualche minuto e’ stata abbattuta la ciminiera alta 60 metri. Dopo che la polvere creata dall’esplosione si e’ abbattuta, i tecnici hanno constatato la perfetta riuscita dell’intervento. L’esplosivo e’ arrivato all’alba da Genova, scortato dalla Polizia. La sicurezza, ha mantenuto l’area isolata fino ad abbattimento terminato... L’Italia dei Valori si schiera al fianco dei lavoratori dell’ex zuccherificio di Pontelagoscuro che protestano per la decisione della società SFIR di non procedere al loro trasferimento. Si chiede che la SFIR mantenga gli impegni e rispetti l’accordo siglato, che prevedeva il totale riassorbimento del personale dello zuccherificio di Pontelagoscuro attraverso la costruzione di un nuovo stabilimento ad Argenta ... ...Zuccherifici: SFIR potrebbe dismettere l'impianto di Borgo Incoronata e realizzarne un altro nuovo a Manfredonia. L'Unione Europea, infatti, avrebbe previsto finanziamenti pari al 100% per quei gruppi industriali che realizzano nuovi siti produttivi; il 75% per i siti soggetti a riconversione. Per lo stabilimento di Borgo Incoronata era stata già prospettata da tempo la riconversione in raffineria di zucchero da canna. A ciò, si aggiunge ora anche un impianto da biomasse, per abbattere i costi energetici. La localizzazione su Manfredonia risponderebbe invece alla necessità di avvicinare l'impianto produttivo al Porto, dove arriverà la materia prima, la canna, proveniente dal SudAmerica. Presso il nuovo stabilimento saranno impiegati i dipendenti di quello di Borgo Incoronata, attualmente un centinaio. Tra pensionamenti e mobilità, le unità dovrebbero ridursi a 85. Ma nel tempo necessario alla costruzione del nuovo sito (o comunque per la riconversione di quello attuale) è prevista la cassa integrazione per tutti... Mi pare allora fondamentale andare a vedere cosa sia successo a Manfredonia. ... Il Consiglio Comunale dopo un lungo, appassionato, franco e approfondito dibattito ha espresso unanimemente la contrarietà all’insediamento nell’area portuale dello zuccherificio e della centrale elettrica: “No alla SFIR”. Non ci sono le condizioni che consentono l’insediamento degli impianti dello zuccherificio e della centrale elettrica nell’area portuale: ...”la città non li vuole". È il laconico quanto forte ed inequivocabile verdetto emesso dal Consiglio Comunale sulla proposta SFIR di delocalizzare nell’area portuale di Manfredonia lo zuccherificio di Foggia ed aggiungervi una centrale elettrica di 34 Megawatt.

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Un pronunciamento unanime espresso senza mezzi termini e con dettagliate e circostanziate motivazioni dai consiglieri comunali che hanno partecipato numerosi alla discussione, risultata decisamente a senso unico. La maggioranza e l’opposizione ritrovatisi sulla medesima linea di difesa della città contro un "accerchiamento" pressoché generale, ancorchè ingiustificato. Ed è questa la posizione che sarà rappresentata al ministro ... nell’incontro dallo stesso convocato a Bari, al quale sono stati chiamati a partecipare con il Sindaco di Manfredonia, il Sindaco di Foggia, l’Amministrazione Provinciale di Foggia, la Regione Puglia, i sindacati, le organizzazioni agricole. A darne notizia all’assemblea è stato lo stesso Sindaco che ha altresì evidenziato che gli era stato chiesto di soprassedere a tenere il consiglio comunale monotematico.

..."Ritengo invece che il Consiglio si debba tenere per consentire ai consiglieri di discutere in maniera trasparente, pubblica, liberamente su un problema che riguarda aspetti sostanziali della città e della sua popolazione". “Chiedo che a Bari sia presente anche una delegazione di consiglieri di maggioranza e opposizione...”

Il Sindaco ha tracciato un excursus dell’evolvere della vicenda, dai primi approcci dell’Azienda e man mano fino alla richiesta ufficiale di insediamento nell’area portuale. Poi ha avviato il dibattito nella sala consiliare. “...Tutto nasce dalla drastica riduzione operata dal passato Governo della produzione di zucchero da barbabietole a beneficio di quello di canna da zucchero. La Sfir è riuscita ad acquisire una quota di produzione di zucchero da canna e si è pertanto trovata nella necessità di riconvertire il suo stabilimento grazie ai sostanziali contributi economici assicurati dalla C.E.. Di qui, l’idea di traslocare a Macchia e costruirvi oltre allo zuccherificio un impianto di cogenerazione di energia consistente in una centrale elettrica di 34 MW e di una centrale termica di 40 MW...” Sono emersi subito i motivi di criticità che l’ubicazione in quell’area presentava e che sono stati via via evidenziati nel corso del dibattito in aula. Un’area portuale e non un’area industriale - è stato fatto presente – destinata dal PRG recepito tanto da Manfredonia quanto da Monte Sant’Angelo, a servizio del porto e delle altre attività. Un’area peraltro "cuscinetto", espressamente lasciata a protezione dell’abitato. Zuccherificio e centrali elettriche si sarebbero per giunta trovati, gomito a gomito con un ipermercato. Non sono mancate le analisi tecniche ed economiche che hanno dimostrato come molte delle affermazioni sostenute dalla Sfir non possono trovare riscontro nella realtà locale. Anzicchè una iniziativa industriale è parso un’ affare finanziario dove le incertezze sopravanzano di parecchio le vaghe certezze.

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Ma al di là delle argomentazioni specifiche si è rimarcato l’aspetto politico della questione, la coerenza con le scelte operate nel tempo da Manfredonia e che hanno trovato esecuzione nella nuova industrializzazione dell’area secondo ben definite direttive. Il nuovo stabilimento dovrebbe produrre zucchero e soprattutto energia. Secondo molti osservatori, più che di uno zuccherificio si tratta di una vera e propria centrale di energia. Tanto il Sindaco quanto i vari consiglieri intervenuti, hanno aspramente denunciato le pressioni fino alle deformazioni andatesi intensificando da parte di "certa stampa" e di taluni esponenti politici e di vari Enti territoriali affrettatisi a vere "fughe" in avanti inspiegabili, rispetto ai rispettivi Enti di appartenenza, dei quali nessuno – è stato detto - ha però mai espresso una posizione ufficiale, istituzionale. Un "accerchiamento" asfissiante che ha cercato di mettere in cattiva luce il Comune di Manfredonia e il Sindaco, il quale ha affermato: "questo Comune si è segnalato tra i più attivi della provincia, aperto alle prospettive di sviluppo sostenibile, l’unico Comune che ha avviato una piattaforma ecologica seria". “È su questo piano che bisogna intensificare gli sforzi. Occorre organizzare un percorso programmatico dello sviluppo che riguardi l’intero territorio.” Un indirizzo condiviso, col quale si tracciano gli indirizzi di sviluppo del territorio che poi trovano riscontro nelle iniziative finanziate. L’assemblea ha dunque accolto in pieno l’invito del Sindaco, del quale è stato apprezzato l’atteggiamento assunto. Per cinque ore attraverso una serrata fila di interventi è stato radiografato il progetto, analizzato punto per punto con puntigliosa determinazione e specifica conoscenza fin nei particolari. L’ultimo aggiornamento della proposta imprenditoriale era stata illustrata dagli stessi dirigenti della SFIR in un incontro dalla stessa Azienda, richiesto e tenutosi presso il Municipio. Il Comune di Manfredonia dice no al progetto, la Sfir prende cappello e se ne va, annunciando il trasferimento del progetto nella zona di Barletta o di Brindisi. Tutti i partiti presenti in Consiglio hanno portato la voce della Città, che, sulla spinta di una campagna mediatica "sia pure distorta", ha avuto modo di seguire la vicenda. Questa in atto – è stato rilevato - si configura non certo come una lotta alla Sfir, bensì come una riaffermazione di quell’indirizzo di sviluppo sostenibile del quale Manfredonia si è fatta paladina.

La mia bocca resta aperta per lasciarvi entrare le mosche, ed io mi sento un babbeo tra babbei, leggendo tali considerazioni. Allora, condividendo a pieno l’ideologia, mi sento rappresentato da uomini che purtroppo non appartengono alla terra di Brindisi.

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Gioco forza devo ricatapultarmi nella mia città:

PUGLIA TV.COM- 06/04/2010 - Brindisi :

Sfir: una centrale a biomasse annunciata.

Va avanti di gran lena la costruzione della Sfir, lo zuccherificio che tra le sue autorizzazioni ha anche quella della produzione di energia con biomasse . Dovrebbe entrare in funzione tra qualche mese e comincerà il suo ciclo produttivo proprio con lo zucchero, anche se poi e' destinata a bloccare la produzione così come stabiliscono le disposizioni europee, che hanno fissato nel 2011 il termine massimo per tali attività. Ed in effetti la stragrande maggioranza di tutte le Società del genere in Italia, sta provvedendo ad attivare le procedure per la trasformazione a centrali a biomasse. Quando la produzione dello zucchero lo permetterà , l'azienda Sfir potrà vendere l'energia prodotta in più rispetto al suo utilizzo per l'attività primaria, e cioè la produzione di zucchero , senza aver bisogno di alcun altro permesso. Tutto ciò 'e stato possibile grazie alla miopia della nostra classe politica di tutte le colorazioni, visto che nessuno e' intervenuto ne' in fase di autorizzazione primaria ne' in quella successiva. Infatti, per un evidentissimo accordo trasversale, la Sfir ha potuto utilizzare una speciale procedura prevista per gli zuccherifici che la mettono tranquilla da ogni possibile ulteriore richiesta. Del resto, e' notorio che la costruzione dell'Impianto e' stata attribuita ad aziende che hanno riferimenti politici sia di centro destra che di centro sinistra, ma anche la stessa direzione lavori e' stata affidata ad un valente tecnico, anch'esso impegnato in politica a ricoprire un ruolo importante nel partito di maggioranza al Comune di Brindisi. Tutto questo sarà anche un caso, ma e' di tutta evidenza che il percorso fin troppo spedito, l'innegabile vantaggio offerto a quell'Azienda per la vendita della energia prodotta da biomasse (prevista come ipotesi alternativa nel progetto ma di fatto che si sa fin troppo bene sarà la principale, per il blocco già stabilito da tempo alla produzione dello zucchero), lasciano porte aperte al sospetto che la Sfir, abbia avuto una corsia privilegiata grazie ad interventi molto importanti sia in sede regionale che locale. Del resto non fu proprio l'ex Ministro all'Agricoltura a venire a Brindisi ed a magnificare quella autorizzazione? Ed allora come giustificare la creazione di una Azienda che realizzerà un qualcosa che e' già stabilito che non si potrà fare, se non con il fatto che era già previsto che avrebbe prodotto solo energia da biomasse? E' l'ennesimo grande bluff a carico del nostro territorio, con un evidente consenso di fatto di tutte le nostre forze politiche, improvvisamente colpite da miopia ...

La cosa inizia a produrre strani odori, anche se sarebbe davvero assurdo credere ad un blocco della produzione di zucchero non appena avviato l’intero Impianto. Non so.

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Bisognerebbe approfondire con questioni Europee troppo complicate e forse anche relative, considerata la situazione di fatto. Aggiungiamoci qualche lettura ancora:

Sono particolarmente soddisfatto per questo risultato – ha dichiarato il Ministro in carica – perché è un’opportunità unica quella di far realizzare in questo territorio un insediamento industriale che crea occupazione e nel contempo rappresenta un’occasione per gli agricoltori in quanto si inserisce un accordo di filiera per la produzione di girasoli e colza che porterà risultati interessanti sia per gli aspetti economici che per partecipare alla grande sfida rappresentata dalle produzione per l’energia rinnovabile in agricoltura. Questa firma – ha dichiarato il presidente della Provincia – darà origine ad un investimento che porterà numerosissimi vantaggi per tutto il territorio. Innanzitutto vi sarà un notevole traffico di navi nel Porto di Brindisi; poi, aspetto molto importante, si rioccuperanno i lavoratori dei bacini che sono in difficoltà, e in ultimo, si dispone un accordo con le organizzazioni agricole per l’utilizzo di quei terreni coltivati a tabacco o a barbabietola, da utilizzare per prodotti come il girasole e la colza da impiegare come bio-carburanti... Non ci capisco più niente. Sono sufficienti 200 Km. di distanza tra Manfredonia e Brindisi per riscontrare opinioni totalmente discordanti. Non contento, tento le ultime spiagge ed entro nel sito del Ministero dell’ Ambiente, che riporta in bella vista la sigla della parola magica: “VIA - Valutazione di Impatto Ambientale”. Ma qui capisco subito che si giocano le partite mastodontiche. Vorrà dire, scendendo di gradino di potere, che cercherò nel sito della Regione Puglia - Sezione Ambiente - nel quale è riportata, a caratteri ben evidenti, un’altra parola magica: ...“Bollettino Ufficiale”, ossia tutte le Leggi ed i Provvedimenti Regionali. Vado alla “ricerca libera”. Inserisco l’anno presumibile (a tentoni), metto il nome della Ditta e, finalmente, trovo un atto molto ufficiale.

DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SETTORE ECOLOGIA n.580 del 20 novembre 2007 - Legge Regionale n. 11/01 – Procedura di Valutazione Impatto Ambientale – Impianto di raffineria zucchero grezzo di canna con annesso impianto di cogenerazione alimentato a biocombustibile e gas naturale da 39 MW, da realizzarsi all’interno dell’area portuale di Brindisi – Proponente: S.F.I.R. Raffineria di Brindisi S.p.A. - Bollettino n. 24 del 12-02-2008.

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Cliccare per credere. Cimentiamoci cercando di riassumere il provvedimento di approvazione per semplificare la lettura a chi proprio non riesce a pulsare, o a capire.

A seguito della riforma sullo zucchero dell’ Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che in sintesi prevedeva per l’Italia la rinuncia del 50% della quota di produzione assegnata per accedere agli aiuti previsti, si è determinata la chiusura di 13 zuccherifici rispetto ai 19 in attività nel 2005 (compreso quello di Foggia).

Si apre quindi la necessità di importare zucchero greggio e raffinato.

La SFIR S.P.A. ha ottenuto l’assegnazione dell’intera quota di raffinazione assegnata all’Italia con decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 20/7/06. Così, ha iniziato una riconversione orientata alla realizzazione di una raffineria di zucchero greggio di canna con l’utilizzo di combustibile derivante da colture oleaginose dedicate, (coltura sviluppata nel Salento).

Pur non essendo espressamente previsto dalla LR 11/01, l’Azienda, per fornire maggiori elementi di valutazione, ha inteso sottoporre l’impianto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

La scelta di Brindisi è per colmare il deficit di zucchero nel meridione.

E’ prevista la realizzazione di un impianto per la raffinazione di zucchero greggio di canna, con annessa centrale ibrida, che utilizza sia fonti rinnovabili che fonti tradizionali ... comprende due motori a combustione interna alimentati ad olio vegetale ed un impianto a vapore costituito da caldaia più turbina a vapore alimentata a gas naturale.

Il sito sorge nell’area portuale di BR nella zona ad EST rispetto all’abitato. Via mare è raggiungibile dal porto esterno ed in particolare dalle banchine di Costa Morena che distano dal sito circa 800 metri in linea aria.

L’area totale dell’Impianto è circa 20 ettari, con 18.705 metri cubi di copertura fabbricati. L’impianto produce sia energia elettrica che termica e consente di soddisfare la metà del fabbisogno di energia termica dell’insediamento e rende disponibili circa 30 MW di potenza elettrica che viene immessa in rete.

L’olio combustibile, costituito da olio di colza, olio di palma ed olio di girasole la maggior parte (circa 50.000 t), sarà conferito tramite navi da 5000 t con un flusso quindi di 10 navi/anno. L’olio giungerà ai serbatoi di stoccaggio tramite

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tubazione che segue il percorso dei nastri trasportatori. L’altra aliquota di olio vegetale 5000-6000 t. deriva dalla coltivazione locale di girasole e/o colza e verrà estratto con un apposito impianto di spremitura.

Il conferimento dei semi (15-20000 t) dai campi alla fabbrica avverrà con mezzi di trasporto.

Vengono prodotti vari tipi di rifiuti, anche se in quantità esigua (200-300kg/g) tra i quali uno pericoloso con codice CER 130205 (oli esausti), ed altri non pericolosi quali rifiuti di imballaggio, fanghi argillosi rivenienti dalla chiarificazione delle acque di lavaggio dei camion, ecc. ecc..

L’impianto di depurazione si basa sul sistema del lagunaggio aerato. Lo scarico, avviene nel ricettore denominato “Fiume Piccolo” ed è conforme alla tabella del D.Lgs 152/06.

L’intervento previsto non è in contrasto con alcuna delle previsioni del PUTT. Infatti, per quanto previsto dalle Norme Tecniche di Attuazione del PUTT, all’interno dei territori disciplinati dai Piani delle Aree di Sviluppo Industriale, le norme contenute nel Piano, non trovano attuazione.

Il progetto prevede l’impiego di una banchina del Porto di Brindisi, laddove giunge lo zucchero grezzo di canna da zucchero, trasportato da navi da 20-30.000 t e quindi con una frequenza di 10-15 navi/anno.

Le opere di collegamento dello stabilimento con la banchina portuale di Costa Morena avverranno mediante nastro trasportatore per lo zucchero greggio, con le reti di alimentazione elettrica, gas, acqua potabile ed acqua industriale.

Dal punto di vista delle emissioni, l’impianto è fornito di 13 camini.

Finalmente un po’ di chiarezza. Ma quanto è complicato, mamma mia, capire a fondo le cose. E poi bisognerebbe ancora capire meglio cosa si brucia precisamente nelle combustioni, cosa viene fuori dai filtri delle ciminiere, chi controlla, cosa accade chimicamente nei processi, vedere i rifiuti che ne derivano e dove sono smaltiti, cosa contengono. Capire chi ci guadagna da tutto questo. Quanti quartieri di una città possono alimentare 39 MegaWatt, considerato che le 3 mega Centrali Termoelettriche in funzione, con i loro quasi 5000 MegaWatt, producono per il fabbisogno del Mezzogiorno d’Italia.

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Considerare l’inopportuna possibilità che gli ultimi coltivatori agricoli rimasti a boccheggiare si mettano a coltivare, oltre a pannelli solari, migliaia di ettari ed ettari di terreno a “bietola” o “girasoli” per farne olio combustibile con la speranza di venderlo a buon prezzo ad un gentile colonizzatore offerente che poi dovrà rivendergli la corrente elettrica prodotta. ...Insomma, un autentico, solito, casino. Che potrebbe solo impercettibilmente attenuarsi qualora decidessimo di incenerire soltanto lo scarto delle nostre care vecchie olive, che speriamo continuino a fare olio da tavola. Aldilà di tante ricerche e approfondimenti, credo sia sufficiente guardarsi attorno, passeggiare nei luoghi, sentire rumori e odori, respirare, osservare dove si è, i paesaggi apocalittici, i tipi di navi che ci nutrono, l’acqua del mare, le banchine e l’asfalto al posto della sabbia e dei canali. Scrutare un territorio consegnato all’ oppressione industriale. Di contro, ammirare bellezza e fascino dei campi di pomodori e di carciofi rimasti, la meraviglia degli alberi d’ulivo, le magie dei vigneti superstiti. Basterebbe riflettere profondamente su tutto quello che stiamo vivendo, per comprendere con facilità e chiarezza che la strada percorsa non è quella giusta. Ed infine, come convenientemente sbandierato in campagna elettorale dai politicanti che porteranno per sempre sulla coscienza quest’ultimo Nuovo Teatro Verdi, ripeterci continuamente che “se trattassimo Brindisi come una estensione della nost ra casa, molte cose andrebbero meglio” . Allora, e solo allora, potremo dire con certezza e senza ombre che gli “scorreggi” nell’aria dell’una o l’altra Industria che conosciamo bene (o “immissioni in atmosfera” secondo la poetica normativa) non saranno mai candidi fiorellini colorati spruzzati in un cielo che rischia di smarrire l’azzurro agli occhi dei bambini. E se io devo proprio immaginare il futuro da creare in questa città per i figli di tutti, mi viene di guardarlo con lo sguardo di chi non dovrebbe più permettere devastazioni territoriali, dovendo salvaguardare, innanzi tutto, un ambiente in cui cercare di vivere.

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“per soddisfare la domanda di zucchero...l’ Europa è passata a primo importatore mondiale, soprattutto dei paesi in via di sviluppo... l’Italia è costretta ad acquistare sui mercati esteri il 70% del proprio fabbisogno... la quotazione dello zucchero bianco resta posizionata su livelli elevati, vicina ai 700 dollari la tonnellata. Insomma produrre zucchero conviene. Da qui la scelta di campo operata dal gruppo SFIR, di Cesena, che dopo aver dismesso i suoi ultimi quattro stabilimenti di trasformazione delle barbabietole, ha deciso di diversificare l’attività... con un nuovo Impianto a Brindisi... investimento di oltre 115 milioni di euro, dove le navi arrivano da mezzo mondo ” “L’Impianto, spiega l’amministratore delegato di SFIR Sud, è l’unico nel suo genere in Italia e il secondo in Europa. Occupa 90 dipendenti diretti, quasi tutti assunti ex novo sul territorio. La capacità produttiva raggiunge 495.000 tonnellate di zucchero l’anno. Nel 2012 prevediamo di lavorare 350.000 tonnellate” Fatte le commoventi ricerche e considerazioni, alla fine, l’amara conclusione è che l’ennesimo scòrno territoriale sia stato realizzato perfettamente a norma di legge, acquisendo tutte le autorizzazioni previste dal caso. ...Tutti d’accordo, quindi. Tutto, regolare. ...Salvo aggiornamento, all’occorrenza, dei vari permessi.