Settembre · 2014-12-06 · della nostra comunità cristiana, anche noi riceviamo ... preghiera...

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Settembre 2011 • Calendari Incontri e Iniziative • Lettere dal Mondo • Storia e Attualità • Angolo Giochi • Libri • Film • Scuola dei Genitori • Diario della Comunità IN CAMMINO VERSO LA COMUNITASan Francesco al Campo (TO)

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Settembre2011

• Calendari Incontri e Iniziative

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• Scuola dei Genitori

• Diario della Comunità

IN CAMMINO VERSO LA COMUNITA’San Francesco al Campo (TO)

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ORARI SANTE MESSE feriale sabato e

prefestivo festivo

PARROCCHIA 17.00 ora solare *

18.00 ora legale * 18.00 9.00 – 11.00

CAPPELLA DELL’ASSUNTA 8.00 8.00 – 10.00

SAN MAURIZIO CANAVESE 8.30 18.00 8.00 – 9.30 – 11.00

MALANGHERO 18.00 10.30 – 18.00

* ogni primo lunedì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelitane (Scuola

dell‟Infanzia)

* in occasione di funerali non c‟è la S. Messa feriale in Parrocchia

CONFESSIONI sabato dalle 16,00 alle 17,30

mezz’ora prima della Santa Messa

ADORAZIONE il venerdì, mezz’ora prima della S. Messa

GRUPPO di PREGHIERA ogni secondo giovedì del mese alle ore 20.30 nella cappella

delle Suore Carmelitane (Scuola dell’Infanzia)

GRUPPO di PREGHIERA

“AMICI DEL CARMELO”

ogni seconda domenica del mese alle ore 15.00 nella cappella

delle Suore Carmelitane

PER AMMALATI chiamare a qualunque ora ai numeri

011 9278342 - cell. 339 41 31 309 – 377 17 32 456

UFFICIO PARROCCHIA-

LE

da lunedì a venerdì dalle 17,00 alle 19,00

sabato dalle 9,00 alle 12,00

UFFICIO CARITAS 4° sabato del mese dalle 11,00 alle 12,00

Sacramento del BATTESIMO

La seconda domenica di ogni mese.

Prenotarsi in ufficio parrocchiale

per gli incontri prebattesimali

Sacramento del MATRIMONIO

Incontri 2012 domenica 5, venerdì 10-17-24 febbraio, venerdì

2-9-16 marzo, domenica 25 marzo

Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio par-

rocchiale

Sempre aperti a nuove collaborazioni, vi invitiamo a scrivere commenti, suggerimenti e domande a

[email protected]

STAMPATO IN PROPRIO IN NUMERO LIMITATO DI COPIE

Il bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le famiglie della Parrocchia; per necessità di contenere i costi di

stampa questo numero esce interamente in bianco e nero, confidiamo nella Vostra comprensione e speriamo

che possa comunque essere apprezzato.

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Un giorno Francesco si avvia nella campagna per meditare, quando passa vicino alla chiesetta di San

Damiano, “che minacciava rovina, vecchia com‟era”. Entra a pregare e si inginocchia davanti

all’immagine del Crocifisso. “Mentre fissava gli

occhi pieni di lacrime nella croce del Signore, udì con gli occhi del corpo una voce scendere verso di

lui dalla croce e dirgli per tre volte: «Francesco, và e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovi-

na». Da quel momento Francesco si attiva a cercare

soldi e ripara non solo la chiesetta di San Damiano, ma anche altre due. Ma il vero invito della voce si

riferiva – scrive il biografo – “principalmente a

quella Chiesa che Cristo acquistò col suo sangue, come lo Spirito Santo gli avrebbe fatto capire e

come egli stesso rivelò in seguito ai frati”. Sappiamo bene come Francesco d’Assisi abbia rea-

lizzato con il suo movimento carismatico questo

compito affidatogli dall’Alto. La storia, quando la si prende nella sua complessità e senza estrapolarne

quegli aspetti che si riferiscono a tesi preconcette o

considerate di nessun valore, ci insegna come da Assisi, nei secoli, si sia innescato un invito e una te-

stimonianza capace di purificare la Chiesa di Cri-sto; invito e testimonianza che ancora oggi da Assi-

si viene indirizzato a tutti i popoli e a tutte le reli-

gioni. Sull’esempio di San Francesco, protettore della nostra comunità cristiana, anche noi riceviamo

continuamente l’invito Và e ripara la mia casa. Non c’è dubbio che la Chiesa abbia quotidia-

namente bisogno di essere riparata, riformata.

La prima e necessaria condizione perché la Chiesa sia riparata è che tutti i suoi membri riparino conti-

nuamente se stessi nel mettere il Vangelo come

punto di riferimento nella propria vita. San Pietro, scrivendo alle sue comunità cristiane, ricordava la

necessità di stringersi a Cristo, pietra viva rigettata dagli uomini per venire impiegati come pietre vive

per la costruzione di un edificio spirituale. È questo

il cammino che ha percorso San Francesco. Si è fat-to pietra viva, lasciandosi trasformare dalla grazia

dello Spirito Santo. La storia della sua vita ci rac-

conta quale forza sia stato per la chiesa e per la so-cietà.

In occasione della festa patronale dovremmo do-mandarci se siamo pietre vive ed, eventualmente,

metterci in cammino per diventare tali. Solo su que-

sta strada potremo diventare comunità, capaci di superare gli sterili campanilismi, capaci di affronta-

re le varie situazioni con mente e cuore liberati da

preconcetti e da sterili contrapposizioni. Il tarlo di-

struttivo dell’incomprensione è sem-

pre all’opera. Lo era già nel-le prime comunità cristiane,

al punto di costringere San

Paolo ad intervenire, con un’affermazione molto gra-

ve, verso la comunità dei Galati: ma se vi mordete e

divorate a vicenda, guardate almeno di non di-

struggervi del tutto gli uni gli altri. Il cammino per riparare una comunità è lungo, perché richiede

l’impegno convergente di ognuno. Per questo nella

preghiera eucaristica/Vc la Chiesa, cosciente delle difficoltà, dei limiti e dei ritardi, sente il bisogno di

chiedere l’aiuto di Dio Padre per non perdere mai di vista il senso della sua vocazione: “La tua Chiesa

sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giu-

stizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano al-la speranza di un mondo nuovo”.

La comunità cristiana non è un’isola, ma è profon-

damente inserita nel territorio e nel tessuto sociale. I suoi membri sono chiamati ad essere attivi per co-

struire la città dell’uomo, segnata dalla giustizia, dall’attenzione ai poveri, dalla fraternità. E lo de-

vono essere con la propria identità di discepoli di

Cristo e del suo vangelo. Sappiamo dalla storia che questo non è facile e spesso può essere occasione di

scontro piuttosto che di ricerca sapiente di strade per il bene comune. Soprattutto quando nella socie-

tà si verificano cambiamenti estremamente veloci

che disorientano le persone. «Il “mondo che cam-bia” è ben più di uno scenario in cui la comunità

cristiana si muove: con le sue urgenze e le sue op-

portunità provoca la fede e la responsabilità dei credenti. È il Signore che, domandandoci di valuta-

re il tempo, ci chiede di interpretare ciò che avviene in profondità nel mondo d’oggi, di cogliere le do-

mande e i desideri dell’uomo».

La situazione attuale, spesso drammatica, non spenga la speranza che anima il cuore dei credenti,

orientando ad un ripiegamento e ad una estraneità a

tutto ciò che il nostro paese sta attraversando. La festa patronale, che potrebbe avere come slogan

Francesco, và e ripara la mia casa, dovrebbe spin-gerci a uscire dall’individualismo, dall’indifferenza

o, peggio, da sterili ripicche, per portare allo sco-

perto le varie capacità necessarie a trovare le propo-ste valide per il bene di tutti.

Padre Giacomo

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essuno poteva immaginare quan-te conseguenze avrebbe avuto la scelta che Gesù fece un giorno di

ben due millenni fa. Tra tutte le persone possibili scelse Pietro e gli affidò la sua comunità, la Chiesa.

Pietro, un uomo generoso e sincero, ma anche fragile, pauroso, capace di svi-gnarsela nei momenti critici. “Bella scel-ta, un applauso!” avremmo commentato forse noi. Eppure Gesù lo conosceva bene, non lo stava sopravvalutando, non l'aveva scelto per sbaglio.

E poi, cosa inaudi-ta, dopo che Pie-tro lo rinnegherà, Gesù non se la prenderà più di tanto e invece di licenziarlo lo con-fermerà nell'inca-rico. La Chiesa fondata su Pietro non poteva che essere come lui: generosa e tradi-trice, di buone in-tenzioni e grandi infedeltà. Molte persone hanno perso la fede di fronte ai suoi scandali. La Chiesa però assomiglia a Pietro anche per una quali-tà: è sempre capace di convertirsi e di ricominciare dopo ogni caduta.

Noi, al posto di Gesù, avremmo scelto un altro, magari meno generoso, ma più stabile e coerente. Avremmo voluto una Chiesa di persone veramente degne,

coraggiose, sicure. Sarebbe stata una comunità esemplare, certo, ma per po-chi, pochissimi, non cattolica e universa-le, la maggioranza di noi sarebbe rima-sta fuori dalla porta a causa delle sue debolezze.

La Chiesa di Cristo è invece aperta a tutti, ognuno può trovarvi un posto e una speranza. Perché, questa è la cosa più bella, non è fondata sui meriti eccezio-nali di ciascuno, ma sul perdono. È una comunità non di persone perfette, ma di persone perdonate, riconciliate con Dio

e tra di loro. Pro-prio perché Pietro ha sperimentato il perdono da parte di Gesù ha potuto capire quelli che sbagliavano ed essere un padre e un fratello per tut-ti.

Anche oggi è così, per ogni comunità cristiana, anche per la nostra di san Francesco: un luogo dove pos-siamo sperimenta-re la comprensio-ne gli uni verso gli

altri. In tanti ambienti sociali ci si rinfac-cia le cose, si va a cercare lo scheletro nell'armadio degli altri, si fanno pesare gli errori commessi anni prima...

Per noi non è così, nella comunità di Pietro possiamo ancora offrire e trovare il calore dell'amicizia.

Padre Michele

N

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Per me è sempre difficile scrivere qualcosa riguardo all’oratorio o all’estate ragazzi, perché

l’oggettività si perde nelle prime righe e lascio spazio al cuore.

Per settimane le parole d’ordine sono state collaborazione e impegno: tra animatori, bambini,

genitori e adulti come padre Michele, padre Giacomo, le Suore, in particolare Suor Jeanette.

Ci siamo imposti di creare un ambiente ricco di gioia per vivere un’esperienza d’incontro e

crescita umana ed utilizzare il tempo libero dei ragazzi in modo positivo attraverso attività

motorie, manuali, espressive e gite in piscina, dedicando anche uno spazio alla riflessione e

alla preghiera.

Il filo conduttore delle tre settimane, dal 20 giugno all'8 luglio, è stata la felicità, in tutte le

sue sfaccettature: attraverso gli altri, attraverso Dio, attraverso le cose e attraverso di noi. Il

tema è stato presentato ai ragazzi sotto forma di un grande labirinto con al centro il sorriso.

Le quattro squadre, con il nome di frutti dell’estate (mirtillo, mela, fragola, banana), avevano

l’obiettivo di raggiungerlo per prime. All’ultima giornata hanno trovato una grande sorpresa:

uno specchio, con un messaggio ripreso da una citazione di Jim Morrison, che segnando la

conclusione del percorso insegnava a capire la felicità: “la vita è come uno specchio, ti sor-

ride se la guardi sorridendo”.

A questa Estate Ragazzi darei un bel dieci! E’ stato come andare sulle montagne russe: di-

vertentissimo, molto intenso e velocissimo, non so se più per i bambini o per gli animatori.

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Padre Michele e suor Jeanette, gli animatori Eleonora, Francesca, Cecilia, Veronica, Camilla,

Katia, Federica, Marco, gli aiuto animatori Maurizio, Alessio, Giuseppe, Cecilia, Federico,

Manuel, Andrea M, Andrea A, Fabrizio, Denise, Simone, Raul, Francesco e tutti coloro che

hanno collaborato hanno accettato la sfida di animare per tre settimane quaranta bambini e

ragazzi che si sono rivelati unici e fantastici. Il risultato finale è stata una forte coesione tra

animatori e bambini, che hanno stretto legami indimenticabili che lasciano la voglia di torna-

re.

Beatrice ha così commentato questa Estate Ragazzi: “Se mi chiedessero se mi è piaciuta, di-

rei sicuramente di si! Per capire bene cos‟è, bisogna “entrare” nel vivo dell‟Estate Ragazzi,

cioè tra noi ragazzi. Anche se è solo due anni che vengo, posso dire che è un‟esperienza bel-

lissima, bisogna giocare con noi per capire com‟è! Perciò, secondo me, bisogna entrare da

quel cancello e iscriversi”.

Beatrice non lascia dubbi, ha voglia di tornare e siccome a settembre avrà quattordici anni

verrà accolta in oratorio come aiuto animatrice! Spero che non sia l’unica e che gli altri ra-

gazzi vengano a trovarci presto anche in oratorio!

Cecilia

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Il 10 giugno si è riunito il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) che opererà per il periodo 2011-2016.

Ne fanno parte:

MEMBRI DI DIRITTO:

p. Fabrizio MACCHI, p. Giacomo GHU, p. Michele MARONGIU, don Giuseppe BO-NETTO, suor Maria Grazia

MEMBRI ELETTI:

Remo AGLIETTO, Silvia AIMONE MARIOTA, Amalia BIANCO FOCO, Ausilia CHIARIGLIONE, Silvana MARTINETTO, Natale TEMPO

RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI:

Anna Maria BARDINA (animatori), Lucia BONICATTO (Caritas), Laura MOSSO (catechisti), Alfonso SCARANO (Consiglio per gli Affari Economici), Ezio SANTO-MAURO (coro), Valeria MARTINETTO e Rino (Matteo) TEPPA (gruppi famiglia), Antonio BERGAMINI (gruppo missionario), Franca DOLCE (movimenti), Paolo RAIMONDI (redazione bollettino), Cosimo DIAFERIA (gruppo scout)

NOMINATI DAL PARROCO:

Rosalia CHISSOTTI (segreteria parrocchiale), Mariangela BONICATTO e Maurizia LORENZONI (scuola dell‟infanzia), Paola TEPPA (insegnante di religione), Anna Giorgia D’AMICO

Quanto prima sarà anche rinnovato il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (CPAE).

Buon lavoro a tutti!!!

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Per far fronte all’enorme debito (249.000 €)

conseguente i lavori di ampliamento e ri-

strutturazione

della Scuola

dell’In-fanzia di

b.ta Madonna, la

Parrocchia, con

il permesso

dell’Arci-

vescovo, ha do-

vuto accendere

un mutuo decen-

nale di 150.000

€ presso Unicre-

dit.

L’Arcivescovo è intervenuto con un primo

sostegno di 30.000 €.

Il mutuo comporta una rata di 1.511 € per

120 mesi (a partire da giugno): una somma

fuori della normale portata per la Parrocchia,

per cui si fa affidamento sulla generosità

della popolazione. E’ da sottolineare – anche

se dovrebbe essere non necessario – che le

Scuola dell’Infanzie parrocchiali rispondono

ad un bisogno della collettività.

E’ gradita una sottoscrizione mensile, se-

condo le proprie possibilità, di una certa ci-

fra: questo modo

ci permette di va-

lutare con più pre-

cisione come pa-

gare le rate.

Ricordiamo anche

che chi ha una

partita IVA può

dedurre dalla di-

chiarazione dei

redditi le offerte,

fatte con bonifico

bancario.

Il numero di conto bancario è: IBAN

IT66A0200830381000101363759 – UNI-

CREDIT (Cirié, Via Martiri della Libertà),

Intestato a PARROCCHIA SAN FRANCE-

SCO D’ASSISI, indicando sempre la causa-

le.

Anticipatamente ringraziamo chi capisce la

situazione e se ne farà carico.

I nuovi locali presso la scuola dell‟infanzia di B.ta Madonna

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Ristrutturazione scuola dell’infanzia borgata Madonna

USCITE 589.972 Struttura 250.000 Opere murarie 98.820 Calcestruzzo 46.415 Scavi 3.000 Acciaio 17.360 Posa acciaio 2.750 Intonaci 15.465 Sottofondo autolivellante pavimento 12.496 Impianto elettrico 3.700 Impianto idraulico 57.475 Portoncini di ingresso 10.043 Copertura finestroni 990 Pavimentazione esterna 4.476 Piastrelle 7.500 Materiale edile vario 21.869 Lavori di tinteggiatura 14.800 Materiale per tinteggiatura 1.800 Arredamento 14.082 Certificazioni e collaudi 5.327 Impermeabilizzazioni 650 Impianto antifurto 954 Opere offerte da parrocchiani e imprese 21.330 Porte interne 5.909 Recinzione 4.921 Materiale vario di ferramenta 500 Lavori impianto elettrico 10.000 ENTRATE 354.558 Offerte accantonate in anni precedenti 271.200 Banco beneficienza 2009 e 2010 10.850 Incasso teatro 1.900 Sottoscrizione 13.000 Recupero spese salone 448 Lotteria di Natale 1.843 Offerte festa Don Bonetto 4.165 Vendita quadro 800 Raccolta offerte messa al cimitero del 1/11 117 Ricavato vendita agende 80 Affitto terreni 1.000 Quaresima fraternità Borgata Madonna 450 Quaresima fraternità Capoluogo 2.800 Cassetta offerte 10 Incasso musical "Madre Teresa" 1.500 Offerte Festa Assunta 495 Gita catechismo 120 Offerte di gruppi ed associazioni 6.135 Offerte di privati e di famiglie 37.645 DIFFERENZA -235.414

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Demaria Battista, conosciuto come Tino, ha ora 88 anni, ma ricorda come fosse ieri quando ventenne, durante la seconda guerra mondiale,

fu mandato in Grecia a combattere.

Con chiarezza e ricchezza di particolari ci rac-

conta, intercalando frasi in lingua tedesca e slava, la sua odissea, iniziata nel 1941 e con-clusasi nel marzo del ’47.

“Nel 1941 mi arruolai volontario nella Regia Guardia di Finanza, feci il corso di istruzione a Predazzo (Trento)

di circa sei mesi e poi fui trasferito alla

scuola allievi di Roma per far la guardia alla zecca.

Nell‟agosto del ‟42 fui inviato al confine italo-iugoslavo per

sorvegliare le zone in cui i partigiani di Tito

provocavano gravi di-sagi con azioni di guerriglia.

Verso la fine di otto-bre partimmo in tra-dotta da Trieste per la

Grecia. Nei pressi di Belgrado, mentre io e tre miei compagni

montavamo di guar-dia, in lontananza ve-

demmo spuntare un nugolo di persone come in processione. Cari-cammo le armi temendo un agguato, era inve-

ce un funerale. Cessato allarme. Sotterrata la salma tutti si misero a cantare e ballare per un bel po‟, quindi si allontanarono non prima di

aver deposto sul tumulo una bella quantità di viveri e bevande, compresa una torta di frutta

e sigarette. Fummo naturalmente ben felici di aiutare il defunto a consumare tutta quella grazia di Dio.

Giunti ad Atene ci sistemarono al Pireo. Do-vevamo sorvegliare il carico e lo scarico mer-

ci dalle navi. Un mattino giunse in porto il cacciatorpediniere “Intrepido” gravemente

danneggiato e con molti feriti e morti a bordo.

Ad un tratto mi sentii chiamare:Tino!: era il marinaio Giuseppe Martinetto (nostro ex po-

stino), che era imbarcato su quella nave e for-tunatamente incolume. Pochi giorni dopo que-sto piacevole incontro, trasferiti all‟isola di

Creta fummo assegnati al pattugliamento delle coste insieme ai tedeschi.

L‟8 settembre 1943, con il

proclama del generale Bado-glio e l‟armistizio, la nostra

posizione nei confronti della Germania si capovolse: ora eravamo considerati nemici.

Accerchiati e minacciati dai tedeschi fummo disarmati, rinchiusi in campo di concen-

tramento e obbligati a lavo-rare costruendo trincee e

camminamenti.

Nel maggio del ‟44 venni tra-sportato con un aereo Jungar

ad Atene, in un altro campo di prigionia, poi il 30 settem-bre fui imbarcato su una nave

da trasporto, con le stive pie-ne di motori e carri armati, destinazione Salonicco. Noi

prigionieri fummo sistemati in coperta. Impiegammo ben

due giorni per attraversare il canale di Corinto perché il

passaggio era stretto per una nave di quella

stazza e di conseguenza le fiancate toccavano nelle altissime pareti rocciose del canale, mentre sopra di noi sfrecciavano gli aerei da

ricognizione.

Alla sera del 2 ottobre, al largo di Volos, im-

provvisamente un siluro ci colpì a prua, sco-perchiando i boccaporti e proiettando in aria come fuscelli la maggior parte di noi. Io ri-

caddi nella stiva allorché un secondo siluro colpì nuovamente la nave producendo un grosso squarcio sulla fiancata attraverso cui,

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per mia fortuna, potei tuffarmi in acqua. Il mio zaino mi fu di protezione nell‟attutire gli effetti dell‟esplosione delle bombe di profondità che

mi avrebbero lacerato muscoli e polmoni.

Il mare era calmo e c‟era un bel chiaro di lu-

na. Sicuramente le preghiere che mia mamma da casa rivolgeva incessantemente a Dio per la mia salvezza furono accolte, perché verso le

due di notte cacciatorpediniere mi avvistò e mi issò a bordo. Al mattino del 3 ottobre sbar-cammo a Salonicco: dei 260 prigionieri era-

vamo rimasti vivi in 36.

I tedeschi ci diedero una tazza di caffè, una

coperta, qualche vestito, una gavetta ed una borraccia e ci imposero di seguirli immedia-tamente. Risalimmo a Pristina passando per

Skophie, attraversammo il ponte di Mostar e giungemmo il 4 maggio a Zagabria, dove ci rinchiusero nuovamente in un campo di con-

centramento.

Fu qui che scoprimmo che la Germania era

stata sconfitta: la guerra era finita!

Questa notizia aumentò in noi la voglia di tor-nare a casa ed io con altri cinque compagni

riuscimmo a fuggire. Di giorno cercavamo di passare inosservati camminando tra i gruppi di sbandati in ritirata, di notte restavamo na-

scosti sotto i ponti. Arrivammo vicino a Lubia-na, c‟erano morti lungo le strade, ovunque. Una signora, dopo averci chie-

sto:”Italiaschi?” “pa da” (si), ci consigliò di non passare da Lubiana ma di proseguire ver-

so la Carinzia e di fingerci morti se avessimo scorto carri armati o partigiani di Tito.

Con un po‟ di fortuna arrivammo al confine

italiano, presso Tarvisio, ma fu proprio qui che la fortuna ci abbandonò. Intercettati dai partigiani di Tito, ci urlarono:”Stoi. Ruche na

gosi”(Alt. Mani in alto) Eravamo di nuovo prigionieri, questa volta dei “titini”.

A tappe forzate, a piedi, ci portarono a Lubia-na, dove sfilammo con altri prigionieri italiani e tedeschi tra la popolazione, disprezzati e

percossi. Scortati, in gruppi di 250 ripren-demmo la marcia ed a tappe di 30-40 chilome-tri al giorno arrivammo al campo di concen-

tramento 206 presso Subotica, dove fummo as-segnati a lavori di sarchiatura di bietole e gi-

rasoli.

Dopo qualche mese venni trasferito a Novi Sad per il carico-scarico di sacchi di farina da

70 kg sulle zattere del Danubio; poi a Vucovar in una miniera di pirite ed infine a Zenica a lavorare lungo la ferrovia Belgrado - Spalato.

Patii molto il freddo: dormivamo in capanne di corteccia infilando i piedi in sacchi vuoti

per il cemento per evitarne il congelamento.

A gennaio del ‟47 rientrai al campo 206; for-mavo le squadre da lavoro, poiché me la ca-

vavo bene come interprete. Ancora oggi con-servo il registro con l‟elenco ed i dati degli ol-tre 900 prigionieri e per alcuni purtroppo an-

che la data del decesso

Il 5 marzo del „47 il comandante del campo

mi disse: ”Ti mando a casa: domani a Spalato ti imbarcherai per l‟Italia”. Due giorni dopo sbarcavo ad Ancona. Ero in Italia, finalmente

libero! Ringraziai Dio per avermi aiutato a sopportare tutte le sofferenze di quegli anni di guerra e di avermi concesso di tornare! Ripre-

si il viaggio verso casa, in treno. Fui fermato due o tre volte a causa del registro che tenevo custodito sotto la maglia, assieme ai pidocchi

che mi aiutarono a salvarlo. Giunsi a San Francesco verso mezzogiorno, mia mamma

piangeva dalla gioia ed io non volevo che mi abbracciasse perché ero pieno di pidocchi”.

Termina qui il racconto di Tino. Abbiamo trala-

sciato per brevità altri episodi da cui emerge

sempre la sua disponibilità verso i compagni di

sventura, l’onestà, la capacità di affrontare situa-

zioni con intelligenza e spirito di adattamento.

Per molti anni ha continuato ad interessarsi degli

ex combattenti, come Presidente

dell’associazione, ricevendo per i suoi meriti, nel

1986, la nomina a Cavaliere della Repubblica da

parte del Presidente Cossiga.

Gli inviati del bollettino Valeria e Rino

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Prosegue la Scuola dei Genitori: un’occasione per crescere Con l’inizio del nuovo anno scolastico riprende anche la Scuola dei Genitori.

Sono invitati a partecipare tutti coloro che ritengono che l’educazione dei propri figli sia un

aspetto importante da approfondire e un’occasione

di confronto e di crescita. Non sarà una ripetizione

degli incontri precedenti ma verranno affrontati in

modo nuovo e approfondito argomenti ritenuti parti-

colarmente utili ed interessanti da chi ha già parteci-

pato ai precedenti gruppi di lavoro.

Gli incontri si terranno presso la scuola primaria Pa-

gliero - via Madonna della Neve 30 in San Maurizio

Canavese, il mercoledì sera alle 21,00, nei giorni 26

ottobre, 9 - 23 - 30 novembre

Siete invitati ad aderire numerosi, anche coloro che

non hanno partecipato lo scorso anno: è un buon

modo per crescere insieme! Agli inizi di ottobre sarà

possibile iscriversi presso le scuole dei due paesi.

L‟equipe

Dire un grazie in ritardo è sempre meglio che non dirlo!

Questo ringraziamento fatto a tutta la mia

comunità e non solo, arriva un po’ tardi, è

vero e me ne scuso in anticipo, ma credo

che queste cose abbiano bisogno del loro

tempo.

Così come si deve accettare il carattere

delle varie persone, anche gli eventi av-

vengono quando vogliono loro se non di-

pendono esclusivamente da noi, e questo

“grazie” arriva solo adesso, dato che non è

assolutamente facile dirlo, ma soprattutto

è ancora più difficile se lo si vuole dire in

modo che venga dal cuore e non solo co-

me un proforma.

Voglio ringraziare tutta la comunità che

13 anni fa, quando io e Maddalena abbia-

mo avuto quel tremendo incidente, ha

pregato per me ed è stata vicina a tutti i

miei cari.

Sono sempre più convinta che tutte quelle

preghiere abbiano fatto effetto, visto che

sono ancora qui e tutto sommato con la te-

sta più che funzionante, diversamente da

quello che gran parte dei medici aveva

prospettato allora.

Inoltre credo che ci sia una cosa ancora

più sorprendente: secondo me il loro effet-

to continua a manifestarsi ancora adesso,

perché sono state offerte talmente tante

preghiere da poter immaginare che in Pa-

radiso sia stato aperto un conto corrente a

nome mio e da cui io continuo ad attinge-

re, perché altrimenti non so come riuscirei

a fare tutto quello che fino adesso ho fat-

to, ma soprattutto che continuo a poter fa-

re.

Carla Teppa

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Carissimi lettori del Bollettino, nonché cari compaesani, prendo spunto dalla testimonianza

dall'Africa della nostra Monica che dice: “Sarebbe bello che ciascuno potesse scrivere in

questo spazio, infatti siamo tutti nel mondo, pure a San Francesco, e tutti dovremmo essere

Testimoni di Qualcuno che cambia la nostra vita”.

Ecco quindi una testimonianza proprio a San Francesco di “missione”, che risale al lontano

1981 e continua tutt'ora. Sono piccoli gruppi chiamati nel corso degli anni in vari modi:

Gruppi Parrocchiali di Vangelo, Vangelo di Borgata, Gruppi della Parola di Vita.

Per chi non li conoscesse, sono gruppetti per la maggior parte composti da donne che si riu-

niscono in una casa in Borgata

una volta al mese per meditare

un versetto del Vangelo. Attual-

mente sono sette: alla Borgata

Madonna, al Capoluogo, a San

Giacomo, ai Gamberi, a

Sant'Anna, in via Bruna, alla

Borgata San Girolamo... Così si

va da Rosy, da Irma, da Angela,

da Adriana o Felicina, da Carla,

da Anna o da Luisa.

Si sono susseguite nel tempo

queste gentili ospiti, parecchie

sono ormai in Cielo, noi le ricor-

diamo con grande affetto e rico-

noscenza: Cristina Massa, Maria

Araudo, Tecla, la “farmacista”

Vittoria, la Casarin, Rosa Casassa ed altre ancora... Frequentando costantemente questi in-

contri si sono preparate bene all'incontro con il Signore e ci piace pensare che continuino a

far parte del loro gruppo, in altro modo, dall'Alto.

In questo nostro “stare insieme” crediamo fermamente nella frase del Vangelo: “Dove due o

tre sono riuniti nel mio nome, Io sarò in mezzo a loro”. È Gesù che parla. Non ha detto “do-

ve due o tre Santi si riuniscono”, ma solo “dove due o tre”, quindi anche noi, non ancora

Santi, ci facciamo coraggio e crediamo che sia Lui tra noi che crea pian piano una mentalità

nuova di affetto ed amicizia reciproci. Per fortuna non ha detto “due o tre giovani”, “due o

tre belli”, o “istruiti”, o “italiani”, o “cattolici” ... Come siamo, siamo. Bello, no?

È veramente bello gustare quest’ora di condivisione, di pace. Donne vicine di casa, di prove-

nienza e cultura diverse, perfino ortodosse, si trovano non unicamente per chiacchierare del

più e del meno, magari anche di cose buone ma solamente umane, ma per leggere, meditare,

parlare di temi alti proposti dalla Parola del mese. È già un piccolo prodigio solo questo fat-

to... non vi pare? Poi qualche volta succede di vedere altri segni piccoli, ma concreti, di con-

divisione, di riappacificazione reciproca ... sapete com’è tra vicini, può crescere une certa

ruggine nel rapporto, fino alla rottura...

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Si prega insieme per chi è assente per qualche impe-

dimento, malattia o altro. Si vanno a trovare vicini

con problemi, qualcuno frequenta l’incontro per gli

anziani in Parrocchia o s’impegna in vari ambiti di

servizio nella Chiesa o in gruppi ed associazioni va-

rie del paese. Alcune semplicemente cercano di vi-

vere bene nella propria famiglia, tenendola il più

possibile unita. A tante diamo il foglietto della Paro-

la di Vita, anche se non vengono agli incontri : è una

semina che speriamo aiuti a vivere meglio la fede.

Quante esperienze positive in tutti questi anni! Ter-

miniamo solo con questa immagine: come la foresta

che cresce e non fa rumore, ed ogni giorno aumenta

un po’, così questi gruppetti costruiscono man mano

una rete di rapporti veri, sereni, senza chiasso: è così

che man mano cresce il Regno di Dio.

a nome di tutte Domenica, Luisa, Rosa Maria

P.S. L’invito a partecipare è esteso a quanti deside-

rino conoscere il Vangelo per cercare di viverlo insieme con altri: da soli ci si perde!

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Domenica 9 ottobre 2011 verso il santuario di Belmonte

Il pellegrinaggio è organizzato dall’Unità Pastorale 25

composta dalle parrocchie di San Maurizio, Cirié, San Carlo, San Francesco al Campo, Front, Rivarossa e

Vauda.

Per raggiungere Belmonte sono previsti tre diversi per-corsi.

1 – PERCORSO LUNGO

ore 7,00 ritrovo a Barbania, nella piazza

ore 7,15 partenza a piedi verso Belmonte, circa 14 km

(scarponcini idrorepellenti e abbigliamento idoneo)

ore 12,00 arrivo al Santuario e ritrovo per l’Angelus

2 – PERCORSO MEDIO

ore 9,00 ritrovo in piazza

ore 9,15 partenza in Pullman

ore 10,00 arrivo a Valperga ed inizio percorso a piedi verso il Sacro Monte, circa 5,5 km, dislivello 321 m (scarponcini idrorepellenti e abbigliamento idoneo).

Si parte dalla piazza passando sotto un Portico Antico, si inizia a salire fra irte e silenziose stradine che porta-

no alla medioevale Chiesa di San Giorgio e al Castello

dei Conti di Valperga. Si supera la chiesetta di Sant'Apollonia e si prosegue fino al Santuario. Il percorso è scandito dai Misteri del Rosario,

dipinti su 15 Piloni, costruiti fra il 1878 e il 1880, quando fu ritracciata la strada per renderla più agevole e percorribile almeno dai carri più

leggeri. I Piloni furono costruiti da religiosi, parroci e famiglie abbienti che accolsero con entusiasmo l'idea del canonico Giuseppe Borro-

ne di Salassa.

ore 11,30 arrivo al Santuario di BELMONTE

ore 12 ritrovo al Santuario per l’Angelus

3 – PERCORSO DEVOZIONALE

ore 9,00 ritrovo in piazza

ore 9,15 partenza in Pullman

ore 10,30 arrivo al Santuario di BELMONTE e inizio meditazione nel salone

ore 11,00 per chi lo desidera inizio percorso devozionale delle cappelle del Sacro Monte

Le 13 cappelle si sviluppano lungo un cammino circolare sulla sommità del monte, con un per-corso ad anello che parte dal Santuario e vi fa ritorno. Esse ospitano statue ed affreschi con le

scene della Passione di Cristo. Nel punto più alto del monte si trova un'imponente statua a San

La via dei tabernacoli da Valperga a Belmonte

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Francesco, opera in bronzo dello scultore Giovanni Vogliazzi di Vercelli, alta 4,50 metri e pesan-te 1000 kg.

Pranzo al sacco o, per chi lo desidera, nel ristorante vicino al Santuario (20 € da versare

all’iscrizione).

La Santa Messa sarà celebrata nel Santuario alle 15,15.

Rientro in pullman alle 17,00.

Iscrizioni in Parrocchia entro settembre versando la quota per il pullman: 10 € per i maggiorenni, 5 € per i ragazzi da 12 a 18 anni, gratuito per i bambini con meno di 12 anni.

***** Fino a ieri il pellegrinaggio a piedi aveva il sapore antico dei tempi perduti. Poi, quasi per caso, ti trovi in cammino verso una meta inconsueta e subito scopri che tutto ha una dimensione diversa.

Ti piace camminare con quei compagni di viaggio, che senti amici da sempre e ti stupisce la stra-da, che con loro riesci a percorrere e la fatica, che quasi non senti.

Pensi a tua madre ed a sua madre prima di lei e ai loro passi che diventano i tuoi. Allora ti ven-gono in mente mille cose per cui ringraziare e ti senti fortunato perché sai che la meta è quella giusta. Il pellegrino è colui che abbandona per qualche tempo la sicurezza e le comodità della sua

casa e si mette in cammino. Compie una sorta di rottura temporanea con il proprio lavoro, con il proprio ambiente e, bisaccia in spalla e bastone in mano, percorre il ciglio della strada.

Pellegrino è colui che rifiuta di lasciarsi intorpidire dall’immobilismo. Può anche essere stanco,

ma è sempre sveglio, attento, consapevole. Rifiuta di vivere ripiegato su se stesso entro spazi li-mitati. Quello che conta per lui non è tanto la meta, quanto il cammino: tempo di meditazione, di

ripensamento, di colloquio con Dio (pellegrinaggio “della strada” e pellegrinaggio “del cuore” che può essere fatto senza mai muoversi di casa).

La vera bisaccia del pellegrino è il suo cuore. Per strada dovrà imparare a svuo-tarla di paure, attaccamenti, durezze di

cuore per far spazio all’Amore che rende lieve ogni croce. Sia l’Antico sia il Nuo-vo Testamento sono la testimonianza

scritta di un pellegrinaggio che segna il cammino dell’uomo verso la felicità, de-

stino per il quale Dio lo ha creato.

Abramo è un pellegrino errante alla ri-cerca del destino che Dio gli ha annun-

ciato; pellegrino è il grande patriarca Giacobbe; il popolo d’Israele si libera della schiavitù del faraone e si forma co-

come popolo attraverso il pellegrinare. Gli Apostoli, e sopratutto San Giacomo, pellegrinando per tutto il mondo allora conosciuto, an-

nunciarono la Buona Novella di Gesù, consistente nella liberazione definitiva dagli ostacoli, inso-lubili per l’uomo, che gli impediscono d’essere felice.

Luciana e Alfonso per la Commissione Famiglia

Statua di San Francesco a Belmonte

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Se ami Pablo Neruda, oppure se non lo hai ancora conosciuto, puoi incontrarlo nel libro: “PER NASCE-RE SON NATO” - edizione Le Fenici Tascabili. Sette quaderni di ricordi, appunti e pensieri: amicizia, idea-li, vita del poeta nato a Parral nel 1904, morto a San-tiago nel 1973, esiliato nel 1948, che ritornò nel suo paese solo pochi anni prima della sua morte.

... Una farfalla bianca gli volò incontro e intorno...il volo andò a posarsi sopra il corno sinistro... “IL PESO DELLA FARFALLA“ di Erri De Luca - edizione i Narratori / Feltrinelli. Un romanzo di facile lettura, settanta pagine malinconiche, dove la natura e i sentimenti la fanno da protagonisti.

“PAPIROFOBIA“ di Susanna Tamaro - edizione Salani. Leopoldo, un bambino di otto anni, decide di prendere il coraggio a due mani e chiedere a mamma e papà perché è così importante leggere. Un piccolo romanzo che farà sorridere e farà riflettere genitori e non.

... Una donna alla ricerca della “vera gente”, alla ricerca delle proprie origini per ritrovare se stessa e la sua verità. Un romanzo doloroso, un dolore che porta a capire quanto l'arroganza, il “ben pensare”, il razzismo e la chiusura del cuore e del cervello pos-sano fare così male. Un libro da ricordare. “IL CIELO,LA TER-RA E QUEL CHE STA NEL MEZZO” di Marlo Morgan - edizione

Sonzogno.

Barbara

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HABEMUS PAPAM Un neo-Papa, una crisi esistenziale, pas-seggiate per Roma, divieti, paure, un conferimento di potere che non vuole es-sere accettato. Si sorride, si riflette e si torna a casa ammirando la lealtà del pro-tagonista. Non è un film religioso né anti-clericale, ma un film che mette in discus-sione l'istituzione e la sua inadeguatezza. Nella nostra realtà chi ha il coraggio di la-sciare la propria poltrona quando “sente” la propria inadeguatezza?

Un film che mette in luce la profonda soli-tudine dell'uomo, un Papa sorridente e consapevole, coraggioso nel dire no per Fede e non per mancanza di Fede. La forza e il coraggio che sono dentro di noi, possono uscire grazie alla Fede che riu-sciamo a sviluppare e a vivere.

Commedia Italia–Francia. Regia di Nan-ni Moretti, con Michel Piccoli e Margheri-ta Buy. 104 minuti. Uscito il 15 aprile 2011.

Vicenda personale di un uomo eletto Papa, un uomo di fede (Michel Piccoli) che non riesce a sopportare la respon-sabilità assegnatagli e cade in una crisi emotiva. Sarà aiutato da uno psicanali-sta (Nanni Moretti), che cercherà di aiu-tarlo con la sua scienza.

Per chi ama Nanni Moretti è un film grandioso, per chi lo ama meno, un film che si può vedere senza noia e senza incomprensioni. “Bianca” e “Caro Diario” sono film decisamente “morettiani”, mentre “Habemus Papam” è un film per tutti, nel senso più ampio della parola.

Un film per credenti e per non credenti, un film per chi vuole riflettere su: fede, coraggio, onestà, spontaneità, solitudi-ne, libertà d'animo, libertà da preconcet-ti.

Un film da !

Carlo

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OTTOBRE SABATO 1 ore 15,30 Celebrazione della S. Messa per pensionati e anziani – ore 18,00 S. Messa DOMENICA 2 FESTA PATRONALE di SAN FRANCESCO D’ASSISI ore 9,00 S. Messa ore 10,00 Processione con la partecipazione del Priore ore 11,00 S. Messa solenne ore 16,30 Vespri e benedizione eucaristica LUNEDÍ 3 ore 9,00 S. Messa per i defunti della “Partita” di San Francesco DOMENICA 9 ore 9,00 11,00 S. Messa PELLEGRINAGGIO DELL’UNITÁ PASTORALE AL SANTUARIO DI BELMONTE DOMENICA 16 ore 9,00 11,00 S. Messa - FESTA DELLA CATECHESI INIZIO ORATORIO presso la Scuola dell’Infanzia di via Don Bosco 2 In settimana riprende il catechismo con modalità e orari comunicati ad ogni gruppo. VENERDÍ 21 ore 21,00 “MESSA DEI POPOLI” - Parrocchia di CERETTA DOMENICA 23 GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE ore 9,00 11,00 S. Messa MERCOLEDÍ 26 ore 15,00 Gruppo Pensionati ed Anziani DOMENICA 30 ore 9,00 11,00 S. Messa

NOVEMBRE MARTEDÍ 1 FESTA DI TUTTI I SANTI ore 9,00 11,00 S. Messa ore 15,00 S. Messa al cimitero MERCOLEDÍ 2 COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI ore 15,00 Recita del S. Rosario al cimitero DOMENICA 6 ore 9,00 11,00 S. Messa DOMENICA 13 ore 9,00 11,00 S. Messa - FESTA DI SANTA CECILIA - BANDA MUSICALE VENERDÍ 18 ore 21,00 Celebrazione penitenziale per cresimandi, genitori, padrini/madrine DOMENICA 20 N.S. GESÚ CRISTO RE DELL’UNIVERSO ore 9,00 11,00 S. Messa ore 15,30 S. Messa e celebrazione della S. Cresima MERCOLEDÍ 23 ore 15,00 Gruppo Pensionati ed Anziani DOMENICA 27 PRIMA DI AVVENTO ore 9,00 11,00 S. Messa - FESTA DEL RINGRAZIAMENTO - COLTIVATORI

DICEMBRE DOMENICA 4 SECONDA DI AVVENTO ore 9,00 11,00 S. Messa GIOVEDÍ 8 FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA ore 9,00 11,00 S. Messa ore 17,00 Fiaccolata con partenza dalla Parrocchia ore 18,00 S. Messa nella Chiesa di Borgata Madonna DOMENICA 11 TERZA DI AVVENTO ore 9,00 11,00 S. Messa SABATO 17 ore 21,00 Concerto di Natale della Banda Musicale “LA VITTORIOSA” DOMENICA 18 QUARTA DI AVVENTO ore 9,00 11,00 S. Messa MERCOLEDÍ 21 ore 15,00 Gruppo Pensionati ed Anziani SABATO 24 ore 24,00 S. Messa di mezzanotte DOMENICA 25 NATALE DEL SIGNORE

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ore 9,00 11,00 S. Messa

Unendo i puntini da 1 a 50 potrai completare l‟illustrazione. Chi è?

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Era il 1989 quando padre Beppe Mosso e pa-dre Roberto Marongiu, con la comunità allog-gio, “sbarcava” da San Mauro Torinese a San

Francesco al Campo, in Via Bruna. Ricevette-ro una splendida accoglienza da tante famiglie

preparate dal parroco don Osvaldo Maddaleno. Nel lavoro a favore di questi piccoli, i religiosi hanno potuto contare su un’ottima rete di vo-

lontari che hanno contribuito non poco all’educazione dei nostri ragazzi. Ancora oggi alcuni degli ex-ospiti intrattengono rapporti si-

gnificativi con famiglie che allora li ospitava-no nel fine settimana, offrendo quell’immagine

di “famiglia normale” che a loro mancava in gran parte o del tutto. Dopo 22 anni di attività a favore dei piccoli meno fortunati mi tocca, a

nome della comunità, informare che a metà del giugno scorso abbiamo chiuso la casa famiglia di San Francesco al Campo.

Sono tanti i fattori che hanno portato a questa dolorosa conclusione. La diminuzione dei reli-

giosi Somaschi, la conseguente età avanzata, ma soprattutto il cambiamento della legisla-zione, che richiede la laurea in Scienze

dell’Educazione, hanno portato ad escludere i religiosi dall’operare nelle nostre comunità educative. Infatti la maggior parte dei nostri

religiosi, poiché al tempo dei loro studi non era necessaria la laurea per operare con i mino-ri, hanno conseguito esclusivamente titoli nel

campo teologico.

Questa situazione ha aperto le porte alla pre-

senza di una massiccia presenza di educatori professionali nelle nostre comunità, con due conseguenze. Una positiva, nella misura in cui

l’educatore si riconosceva nella nostra missio-ne educativa. La negativa è stato l’aumento esponenziale dei costi. Quello che potevano

fare 3 religiosi (a fine mese senza stipendio) ora deve essere svolto da 5,5 o 6 educatori che

hanno il sacrosanto diritto dello stipendio. I-noltre il numero degli ospiti non influisce sul numero degli operatori in servizio.

Ulteriore difficoltà viene dalla situazione di crisi economica che ha drasticamente ridotto le disponibilità finanziare dei Comuni e dei vari

Enti che mandavano i minori nelle comunità. Ciò incide negativamente sui bilanci delle co-

munità assistenziali, che si trovano sempre più in passivo, al punto che lo scorso anno ha visto la chiusura di nove comunità assistenziali sul

territorio del solo Comune di Torino, tra cui la nostra del Fioccardo. Tutte queste coincidenze hanno portato alla chiusura di Casa Miani, che

era in forte passivo. Da febbraio a giugno ab-biamo aspettato che i vari ospiti della comuni-

tà raggiungessero la maggior età o fossero o-spitati da altre strutture che potevano continua-re il lavoro educativo. A giugno sono partiti gli

ultimi due ragazzi.

Che fare ora della struttura? Dopo mesi di va-lutazione siamo giunti a questa conclusione. Il

piano superiore della casa diventerà l’abitazione della comunità religiosa, ora di-

slocata in luoghi diversi. E ciò corrisponde al nostro modello di vita comunitaria. Il piano terra sarà adibito a micronido. Questa scelta

sembra quella che meglio risponda alle esigen-ze del territorio e delle famiglie. Questa solu-zione permette alla nostra comunità di rimane-

re sul territorio con un’attenzione alla dimen-sione educativa, per quello che possiamo fare alla luce di quanto detto sopra. Inoltre la pre-

senza in questa Unità Pastorale grazie alla due parrocchie di San Francesco e San Maurizio ci

sembra in linea con la disponibilità del nostro Fondatore a servire la Chiesa locale.

Non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro,

soprattutto considerando il forte calo di voca-zioni. Finché il Signore vorrà, la nostra comu-nità religiosa vorrebbe essere segno visibile

che è bello vivere secondo la propria vocazio-ne, anche se il mondo la pensa in modo diver-

so.

Padre Giacomo Ghu

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RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

13 marzo Andreis Paolo, Cusin Chiara

20 marzo Cucciatti Aurora

10 aprile Fanelli Sofia Maria, Riassetto Andrea, Vallino Anna

30 aprile Scaglia Milena

1 maggio Frison Sara

8 maggio Bona Manuel, Bovo Ilaria, Leonardi Ruben, Prandi Alessia

22 maggio Tattoli Nicole

29 maggio Raviola Christian

12 giugno Amadio Kevin, Karol, Battaglino Ettore, Garigliet Brachet Thomas, Monaco Nicolò, Vesco Emma

24 luglio Gomba Gabriele, Italiano Rebecca

Lo Duca Nazzareno, Manduca Matteo

SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

5 marzo Fasano Marco e Allocco Cristina

Vallero Gianluca e Castagneri Noemi

19 marzo Cappugi Francesco e Ballesio Elisa

21 maggio Migliara Tommaso e Grego Valentina

Bioletti Ermanno e Negro Pamela

28 maggio Cozza Alessandro e Muià Barbara

11 giugno Crepaldi Jorge Mario e Traina Marianna

18 giugno Caprile Renato e Tomaselli Concetta

19 giugno Leo Roberto e D'angelo Mariacristina

15 luglio Bruno Pasquale Fabio e Imparato Luisa

16 luglio Ragusa Fabio e Mana Sabrina

24 luglio Italiano Enrico E Scano Federica

3 settembre Del Cielo Marco e Richetta Alessia

Ballesio Claudio e Coda Zabetta Tiziana

… fuori parrocchia

3 settembre Spadoni Umberto e Rotella Maria Franca

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ATTENDONO LA RESURREZIONE

NEGRINI RENATA ved. Cargneschi Alcide, SOLLAZZO ALESSANDRO ved. Sonnati Maria Loredana, PEROGLIO FRANCESCO ved. Chiadò Poli Rosina - ved. Vignono Maria Letizia, TUMIATTI SHYRLEY con. Coriasco Roberto, BARDINA OLGA con. Massa Francesco, BONICATTO TERESA con. Ballesio Bernardino, CAROLEO MARIA GRAZIA con. D'Agostino Pasquale, MONTESANTO COSIMO ved. Spagnuolo Delia, MICONO GIOVANNA con. Demaria Battista, ZANELLATO MARIA ved. Bagattin Antonio, GAVAGNA VITO con. Granetto Carla, SOLLAMI LUIGI con. Giarratano Biagia, LORENZONI PIERINO, BALLARIN LUIGINO, DAMEGLIO VITTORINA con. Conti Sergio, MARTINETTO MICHELE con. Francone Domenica, BATTEZZATO LUIGI con. Braida Lucia, BONETTI FIORINDA ved. Ferri Battista

* * * * *

L‟8 marzo è mancata a Torino M. Adriana degli Angeli Custodi Maccagno Clara, Suora carmelitana, nata a San Francesco al Campo il 20 ottobre 1922. Era entrata in convento nel „45, quasi al termine della guerra: i genitori non volevano concederle il permesso perché il Noviziato si trovava in città, mentre fuori Torino si era maggiormente al sicuro. Dopo la Professione fu avviata agli studi per poter insegnare nella Scuola Ma-

terna e questa fu sempre la sua occupazione nelle diverse Case in cui fu trasferita.

Principalmente nelle comunità di Milano e Torino, per quarant'a-nni educò generazioni di bambini con grande passione, dedizio-ne, competenza e creatività, trasmettendo tutto l‟affetto di cui era capace. Quando dovette lasciare l‟insegnamento e le fu chiesto di svolgere il servizio della portineria continuò a dare il meglio di sé, accogliendo tutti con il sorriso e con lo sguardo semplice e limpido che aveva mantenuto vivendo con i bambini.

In Comunità è stata sempre una presenza vivace, allegra, ani-matrice nel bene. Molto attenta a tutte, sapeva offrire il proprio servizio ovunque ci fosse bisogno. Alla ricreazione sapeva tene-re allegre le Sorelle con simpatici racconti, che magari si appun-

tava, per non dimenticarli.

Divenendo anziana, la sua sofferenza più grande fu quella di non poter più aiutare molto la sua Comunità, anche se cercava con sforzo tenace di fare quanto ancora poteva. Quando lo scorso autunno cadde, fratturandosi una spalla, cominciarono per lei una se-rie di sofferenze che le offrirono occasioni di offerta e di riconoscenza per le cure che ri-ceveva.

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Settembre2011

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IN CAMMINO VERSO LA COMUNITA’San Francesco al Campo (TO)