SETTEMBRE 2012

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Anno XXXIV n. 9 Settembre 2012 Euro 2.50 - I.P. Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) Art. 1 comma 1 - D.C.B. - Roma. SPECIALE CONCORSO 50&PIÙ

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Anno XXXIVn. 9Settembre 2012Euro 2.50 - I.P.

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Più di quello che vediPiù di quello che vedi

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TV2000 è la tv possibile,l’altra tv, che sa intratteneree fa riflettere.È la tv che ti ascoltae ti tiene compagnia.La tv dei pensierie delle emozioni,dei volti e delle storie,di chi ha trovatoe di chi cerca.TV2000 è più tua.E lo vedi.

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«... E quando, superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tut-ti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l’unicagaranzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base dipacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l’unità politica del-l’intero globo. Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami tra i movi-menti simili che nei vari Paesi si vanno certamente formando, occorre fin d’ora gettare le fondamen-ta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che saràla creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo Stato fe-derale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisa-mente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficien-ti per fare eseguire nei singoli Stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comu-ne, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppodella vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.Se ci sarà nei principali Paesi europei un numero sufficiente di uomini che comprenderanno ciò, lavittoria sarà in breve nelle loro mani, perché la situazione e gli animi saranno favorevoli alla loro ope-ra e di fronte avranno partiti e tendenze già tutti squalificati dalla disastrosa esperienza dell’ultimoventennio. Poiché sarà l’ora di opere nuove, sarà anche l’ora di uomini nuovi, del movimento perl’Europa libera e unita!...»

Dal confino di Ventotene, agosto 1941 Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi

[ DI MARIA LAURA RONDINI - DIRETTORE EDITORIALE 50&PIÙ ] ditoriale

Conosciuto come Il Manifesto di Ventotene, questo documento, scritto nel periodo in cui lesorti della Seconda Guerra Mondiale sembravano volgere a favore delle forze dell’Asse, con-tiene le linee guida che ispireranno la carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Come spesso accade quando voci in libertà ritengono, credendo di poter far tornare indietrola storia, di potersi diffondere impudentemente, ritrovare le radici e le ragioni di una coscien-za forte e determinata è la prima arma a disposizione di coloro che credono che la conviven-za, il rispetto fra i popoli e un destino comune di pace, non siano belle parole ma l’obiettivoal quale richiamare l’azione dei propri rappresentanti. E diciamo questo confortati propriodalla platea degli ultracinquantenni che, intervistati nel gennaio scorso in occasione della ri-cerca condotta da 50&Più in collaborazione con il Censis, alle domande sull’Europa “Ritie-ne che uscire dall’euro potrebbe aiutare l’Italia?” ha risposto “no” al 70%; “Il rispetto deglistandard europei è: qualcosa per cui lavorare e da promuovere?” al 54,4% e ben il 48,2% ri-tiene che “bisognerebbe andare verso un governo europeo”.

“Per un’Europa libera e unita”

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4 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

Gli angeli del 31° Stormo:al servizio dei cittadini 24 ore su 24

DI PICCI MANZARI

Nel limbo dei Ciein attesa di un’identità

DI ILARIA ROMANO

Ecco Danny De Vito: attore, doppiatore e... ambientalista

DI ALESSANDRA MICCINESI

Lavorare all’esteroÈ ora della pensione?

DI GIOVANNA VECCHIOTTI

Europa, spread e...Come e perché: le ragioni di una crisi

DI LUDOVICA DI TOMMASO

Benvenuti a Monaco,la città con il “cuore”

DI LORIS PORCHERI

Concorso Prosa, Poesia,Pittura e Fotografia

XXX EdizioneL’arte, da sogno a realtà

DI LUISELLA BERTI

Spazio 50Incontri, eventi, tempo libero, cultura

e tanto altro nel mondo di 50&Più A CURA DI LUISELLA BERTI

PrevidenzaDI GIANNI TEL

FiscoDI ALESSANDRA DE FEO

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IN EVIDENZA

PARLIAMO DI...

LA VOCE DI 50&PIÙ

Anno XXXIVn. 8Settembre 2012Euro 2.50 - I.P.

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Anno XXXIVn. 9Settembre2012

Periscopio >> pag. 6 a cura di Berardo Falcone

Letteralmente >> pag. 8 di Giovanna Vecchiotti

W la scuola “verde” >> pag. 26di Giada Valdannini

L’Eco Marathon 2012 >> pag. 28di Hellis Martin

Acerra, la più brava >> pag. 30 di Valerio Maria Urru

Oro: metallo fedele >> pag. 34di Lorenzo Masini

Fumetti da collezione >> pag. 39 di Dario De Felicis

Birra con passione >> pag. 40di Stefano Ripert

Sapete che la birra... >> pag. 42di Giovanni Orso

Moda on line >> pag. 44 di Barbara Di Sarno

Sapori & Colori >> pag. 74di Marina Cepeda Fuentes

Giardino con vista >> pag. 77di Donatella Ottavi

Tutti all’Oktoberfest >> pag. 80 di Carlo Penguin

Abbonamenti e PubblicitàAbbonamenti: Telefono 06 68134552Fax 06 68139323Pubblicità: Promedia 2000 S.r.l.Tel. 02 89079601 - Fax 02 89079619

Libri di Renato Minore >> pag. 8950&Più: la pagina letteraria >> pag. 90

di Stefano LongeriMusica & Teatro >> pag. 91di D. De Felicis e M. Sarti Cinema e DVD >> pag. 92

di A. Miccinesi e P. Armocida Oroscopo di Aldebaran >> pag. 93

Giochi >> pag. 94di N. Tucciarelli e R. Cento

Stuzzica cervello di E. Diglio >> pag. 95Bacheca >> pag. 96Soluzioni >> pag. 98

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INSERTO

INCHIESTA

Twitter3a ed ultima parte:

Tweet, liste e utentiDI PAOLO NEGRINI

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IN QUESTO numero

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5349C’era una volta

il Bel PaeseUn patrimonio artistico a rischio

DI GIOVANNA DALL’ONGARO

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5SETTEMBRE 2012

Mensile di attualitàe cultura di 50&PiùSistema Associativoe di Servizi

Direttore EditorialeMaria Laura Rondini @ [email protected]

Direttore ResponsabileGiovanna Vecchiotti @ [email protected]

Art DirectorElisa Rossi@ [email protected]

Editoriale 50&Più Srl - AmministratoriDante Di Mattia (Presidente)Brigida GallinaroMarina Gruden VlachInes MarangonGiuseppe Martino

Procuratore Gabriele Sampaolo

AmministrazioneEditoriale 50&Più Srl 00186 Roma - Via del Melangolo, 26Telefono 06.6872515 - Fax 06.6872597mail: [email protected]

Direzione e Redazione00186 Roma - Largo Arenula, 34Telefono 06.68134552www.50epiueditoriale.it

Stampa e SpedizionePunto Web Srl - 00040 Ariccia (Roma)Via Variante di Cancelliera snc

Distribuzione in Italiam-dis Distribuzione Media SpA20126 Milano - Viale Sarca, 235Telefono 02.64110911

Concessionaria di PubblicitàPromedia 2000 Srl 20142 Milano - Via Ettore Bugatti, 15Telefono 02.89079601 - Fax 02.89079619

Registrazione Tribunale di Roman. 17653 del 12/04/79Iscrizione al R.O.C. n. 6158 del 10/12/2001

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Manoscritti e fotografieAnche se non pubblicati, non verranno resti-tuiti. © Editoriale 50&Più Srl Tutti i diritti ri-servati. È vietata la riproduzione totale o par-ziale della pubblicazione senza l’autorizzazio-ne scritta dell’Editore.

Tutela datiSi garantisce la riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione scri-vendo all’Editore. Le informazioni custodite nel-l’archivio dell’Editoriale 50&Più Srl verrannoutilizzate al solo scopo di inviare agli abbo-nati la rivista e gli allegati, anche pubblicita-ri (D. Leg.vo 196/2003 tutela dati personali).

ZOOM

ASSOCIATO ALL’USPIUNIONE STAMPAPERIODICA ITALIANA

pento il braciere olimpico di Lon-dra, ora prendiamo noi la fiaccola efacciamo nostro lo slogan “Citius! Al-

tius! Fortius!”. Motto ufficiale di ogni Olim-piade, “Più veloce! Più in alto! Più forte!”,può essere la ricetta che il nostro Paese do-vrà seguire per superare la crisi. Più veloci ad uscire dal giogo dello spread,con misure per la crescita e contro l’evasio-ne fiscale. Più in alto nella classifica europeadell’occupazione giovanile. L’Italia ha nel suoDna la forza e la volontà di rialzare la testacon le piccole imprese, lungimiranti e vitali,capaci di riportare speranza a chi si affacciasolo ora nel mercato del lavoro.Più forti nel rilanciare la ricerca e l’istruzione,perché si crei innovazione e quindi ricchez-za, come ha dimostrato la crescita economi-ca mondiale negli ultimi decenni. Per saliresul podio ciascuno di noi è chiamato ad agi-re da protagonista. Una volta tanto, non cene voglia il barone De Coubertin, l’importan-te non è partecipare ma vincere.

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Italia: annuale(11 numeri) euro 22,00sostenitore euro 36,00copia singola euro 2,50copia arretrata euro 4,50Estero: annuale euro 41,50

Per il pagamento effettuare i versamen-ti sul c/c postale n. 98767007 intestato a50&Più Srl - Roma. L’abbonamento andrà incorso dal primo numero raggiungibile e puòavere inizio in qualunque momento dell’an-no, ma avrà comunque validità annuale.

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Finito di stampare:24 agosto 2012

Credits foto: Gravity imaging/shutterstock.com, Chris P./shutterstock.com, Manfredxy/shutterstock.com, Corbis, Olycom,Sintesi, Agf, Tips, Bocman1973/shutterstock.com, Stephanie Gengotti, Buenavista, Ilaria Romano e Romina Vinci, Arindam-banerjee/shutterstock.com, Contrasto, Stefano Ripert.Foto di copertina: Marka Illustrazioni: Enrico Riposati.

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PIÙ VELOCE!PIÙ IN ALTO!PIÙ FORTE!

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}{ Osservare la realtà quotidiana,leggere i giornali, guardare la televisione, navigare in internet, ascoltare la radio o i discorsi al bar può aiutarci ariflettere su quanto accade nelmondo in cui viviamo. Il nostro intento è quello di mettere in evidenza notizie interessanti, curiose,

importanti o stravaganti,riportandole tra questepagine in forma sintetica. Ci piacerebbe che anche voiprendeste parte a questasorta di gioco, fornendoci le vostre segnalazioni. Scrivete a:[email protected] o Largo Arenula 34,00186 Roma. Aspettiamo il vostro contributo!

Pin pillole

FESTA GRANDE PER IL COMPLEANNO DEL GOLDEN GATE

A CURA DI BERARDO FALCONE

21I 75 anni del “ponte rosso”

Il “Golden Gate” di San Francisco, uno dei più famosi ponti sospesi del mondo,compie 75 anni. Dalla sua apertura nel 1937, oltre due miliardi di persone hanno attraversato i 2,71 chilometri di struttura rosso-arancione che prende il nome dal Golden Gate Strait,lo stretto che collega l’Oceano Pacifico alla baia di San Francisco. Per i festeggiamenti sono state effettuate visite guidate, un festival con mostre, proiezioni di film, musica e uno spettacolarefinale con fuochi d’artificio notturniche ha illuminato la baia.

Nel locale-anticrisi di Amsterdam il cibo si porta da casaLa crisi colpisce tutti e si fa sentire anche in Olanda.

Per questo motivo il Basis Bar, un localedi Amsterdam, si è inventato una curiosa soluzione commerciale: i clienti possono portarsi il cibo da casa.I proprietari del Basis Bar, Jan Schaberg e Michiel Zwart, hanno scelto di adottareil principio bring your own food(porta il tuo cibo). I clienti arrivano con i piatti già cucinati a casa o comprati al supermercato e accompagnano le pietanze con le bevandedel locale. Un’idea innovativa e originale per chi vuole passare una serata in compagnia fuori casa, ma non può spendere troppo.

ERISCOPI

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7SETTEMBRE 2012

In Usa trasformano vecchi scuolabus in ambulanze da 18 postiA Paducah, nello statodel Kentucky, sarannopresto pronte le nuoveambulanze da 18 posti.Le autorità localistanno infatti trasformando i vecchi autobus scolastici

in vetture per le emergenze che, secondo i funzionari cittadini, saranno di grande aiutoin caso di gravi incidenti o calamità naturali.Una parte dei finanziamenti per la conversione dei mezzi sarà garantitaanche dalla Kentucky Hospital Association:le contee dovranno solamente comprarei bus e l’associazione contribuirà a pagare per convertirli in ambulanze.

Il posto più ambito in aereo. E quello peggioreSecondo un sondaggio condotto dal sito di voli low-cost Skyscanner, il posto migliore per sedersi in aereosarebbe il 6A. Le motivazioni sonoprincipalmente tre: abbastanza vicinoall’uscita anteriore, non obbligail passeggero ad alzarsi per far passare i vicini di posto ed è accanto al finestrino ma non su un’ala, perfetto per godersi il panorama. A tal proposito è stato segnalato anche il posto peggiore, ovvero il 31E: è il centrale di una fila nel mezzo del velivolo ed è lontanosia dall’uscita che dalle toilette.

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Quando la conoscenza non ha età: si laurea a 97 anniL’australiano Allan Stewart si è laureato alla Southern Cross Universitydi Lismore, nel New South Wales, alla veneranda età di 97 anni,superando il suo precedente record quando, nel 2006, prese una laurea in Legge a 91 anni. Stewart, che di professione faceva il dentista, ha conseguito il titolo 70 anni dopo quello di dottorein odontoiatria, preso a Sydney nel 1936. Ma ha assicuratoche questa laurea, la quarta per lui (più due master), sarà l’ultima.

po.

Usa, compra stampa a 14 dollari, la rivende a 7mila: era un PicassoZachary Bodish è decisamente una persona fortunata.L’uomo, originario dello Stato dell’Ohio, a marzo avevacomprato una stampa in un negozietto di beneficienzapagandola 14 dollari. Dopo l’acquisto, accorgendosi di alcune scritte in rosso ormai sbiadite, ha iniziato una serie di ricerche per accertarsi del vero valore della stampa,scoprendo che l’opera era stata disegnata nientemeno che da Picasso, per una mostra di ceramiche in Francia. Bodish ha immediatamente rivenduto la stampa ad un compratore anonimo per la cifra di 7mila dollari. Quello che si dice un ottimo investimento.

Censimento 2011: ecco i primi numeriL’Istat sta diffondendo i primi risultati

del Censimento 2011, rivelando qualchedato interessante. In Italia vivono ufficialmente circa 59 milioni e mezzo di persone, di cui quasi 3 milioni e 800mila

stranieri. Il comune più popoloso e più grande è sempre Roma (con quasi

3 milioni di abitanti) ed il più piccolo, con appena 30, è Podesina, in provincia di Sondrio. Sul fronte abitazioni sono più chetriplicate le famiglie che vivono in alloggi di fortuna: sono 71.101, a fronte delle 23.336 del 2001.

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8I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

Se anche la lingua si sbriciola...Gentile Direttore,non faccio altro che leggere e sentire parole come spen-ding review, low-cost, outlet, manager, e via di seguito,come se non si potesse vivere senza questi termini.A volte mi arrabbio, perché queste parole di origineinglese non fanno parte del nostro patrimonio lingui-stico e che queste forzature - perché ritengo che di ta-li si tratti - non consentono ad almeno il 60% degliitaliani di capire appieno. Quando mi trovo di fronte a parole “scritte in un mo-

do e pronunciate in un altro” mi sembra di fare un pas-so indietro invece di andare verso il futuro. Una cosa però la devo dire: bravi gli inglesi. La lorolingua c’è dappertutto; persino le spiegazioni sull’usodegli elettrodomestici non le trovi più in italiano masolo in inglese. Non so che pensare: fra poco circoleremo a sinistra,mangeremo bacon a colazione, e ascolteremo dai no-stri notiziari che ci obbligheranno ad adottare anchenoi la sterlina.

Stia tranquillo signor Grisot, noncredo proprio che cambieremo ilnostro modo di circolare né tan-tomeno passeremo dall’euro al-la sterlina. Quanto al bacon a co-lazione, beh, è una scelta perso-nale che non dipende certo dal-la lingua adottata. Dell’utilizzoincondizionato di parole stranie-re nel nostro parlare quotidiano,noi di 50&Più ce ne siamo occu-pati a varie riprese. Il problemanon è soltanto adottare parolein un idioma che non sia l’italia-no, soprattutto se nella nostralingua c’è la parola corrisponden-te. Certo, quando si è pensato diadottare il termine “spending re-view”, forse si è creduto ci fossemaggiore possibilità di creare neicittadini un alone di mistero su ciòche li aspettava, cosa che nonsarebbe avvenuta se sin dal prin-cipio si fosse detto “revisione del-la spesa”, che è poi il compito diogni bravo capofamiglia per farquadrare i conti... Il fatto è chel’utilizzo di idiomi stranieri avvie-ne quasi a senso unico, ovvero siricorre in maniera quasi ossessi-va soltanto a parole di origineanglosassone, mortificando nonsoltanto la nostra bella lingua ma

anche tutte le altre, europee enon, e dimenticando che l’arric-chimento avviene proprio nel mo-mento in cui tra i popoli c’è unoscambio attivo di idee, esperien-ze, culture, lingue comprese. Seandiamo a sbirciare i numeri, pe-rò, ci accorgiamo che l’italiano ètra le lingue più studiate e parla-te nel mondo. Più parlate dallagente comune, dalle persone cheamano la nostra cultura, l’anticaciviltà di cui siamo portatori, chesono attratte dalla nostra arte,

dalla letteratura e ne voglionosapere di più; dai figli e nipoti deinostri immigrati che non voglio-no perdere le loro radici, e taglia-re il cordone ombelicale che litiene uniti al nostro Paese. Ecco,forse dovremmo essere più con-sapevoli che nel mondo la no-stra lingua è amata moltissimo,e dovremmo adoperarci di piùper amarla noi stessi. Altrimentirischia di sbriciolarsi come tantinostri capolavori. E non possiamopermetterci anche questo.

Ma il conto“dorme” davvero?

Spettabile Redazione,sono una signora abbonata al-la Vostra rivista 50&Più da 18 an-ni. Recentemente rimettendo inordine vecchie carte, ho trova-to fra tanti documenti un libret-to bancario intestato a mia so-rella sordomuta, da poco scom-parsa, risalente al 1961 e recan-te un saldo apparente di lire50.000. Alcuni anni fa ho ascol-tato un caso in tv simile a que-sto e gli eredi hanno potuto di-sporre del contenuto del libret-to nonostante non sia stato mo-vimentato da più di dieci anni,essendo l’intestataria decedu-ta. La domanda che Vi pongoè questa: questi conti fanno par-te dei cosiddetti “conti dormien-ti” o non sono ancora del tut-to addormentati e si possonoriscuotere? Spero tanto di otte-nere una Vostra risposta.POPESSO ANTONIETTACARLINO

VITTORE GRISOT

RISPARMI

«La cultura è l'unico bene dell'umanitàche, diviso fra tutti, anziché diminuirediventa più grande»

Hans Georg Gadamer

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SCRIVETECI A:Per posta: Largo Arenula, 3400186 RomaPer fax: 06 68139323Per m@il: [email protected]

ola... La risposta è a cura del dottorLorenzo Masini.Gentile signora Antonietta,sulla prescrizione dei libretti arisparmio, anche la Giurispru-denza fa fatica a trovare unpronunciamento certo. Partia-mo dal significato di prescrizio-ne inteso come l’estinzione deldiritto a vedersi restituite lesomme depositate per trascor-si limiti temporali. L’orienta-mento della Cassazione al ri-guardo è che la prescrizioneinizierebbe a decorrere dalgiorno della costituzione delrapporto ovvero da quello del-l’ultima operazione compiuta.Trascorsi dieci anni dall’ultimamovimentazione, secondoquesto rilevante parere, il ri-sparmiatore perde il diritto avedersi restituire quanto ver-sato. Però, ci sono giudici chehanno emesso sentenze di-scordanti con la Cassazione,sposando la linea secondo cui

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b. se l’ammontare è inferioreai 100 euro.Infatti qualora il saldo fosse sta-to inferiore ai 100 euro, secon-do l’indirizzo della Cassazionel’importo non sarebbe più re-cuperabile. Anche se, secondoalcuni giudici si avrebbe in ognicaso il diritto al rimborso. Lacosa migliore da fare, per taglia-re la testa al toro, è recarsi nel-l’istituto a cui fa riferimento illibretto, o nella banca in cuil’istituto di allora è confluito(presumibilmente la banca po-trebbe non esistere più), e chie-dere direttamente.

la prescrizione decennale puòcominciare a decorrere soltan-to da quando si verifica un fat-to che dimostra che la bancanon intende più adempiere alproprio obbligo di custodia.Volontà che avviene quandola banca, in base al regolamen-to dei depositi dormienti, inviauna raccomandata che invitai depositanti a dare disposizio-ni entro 180 giorni dal ricevi-mento della medesima. Nelsuo caso occorre prima verifi-care quindi:a. se è stata inviata una racco-mandata;

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VIAGGIO 2012 » Per saperne di Più: 06 6871108/369

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CITTÀ DEL MESSICO • PALENQUE • CAMPECHE • MERIDA • CHICHEN ITZA • RIVIERA MAYA • CANCUN

La quota comprende Voli di linea da Roma Fiumicino a Cittàdel Messico e ritorno da Cancun, in clas-se economica - Volo di linea Aeromexi-co da Città del Messico a Villahermosa,in classe economica - Trasferimenti pri-vati in pullman da turismo con aria con-dizionata - Guida/accompagnatore loca-le parlante italiano - Sistemazione in Ho-tel 4 stelle - Trattamento di pensionecompleta per tutto il tour - Trattamen-to All inclusive sulla Riviera Maya - Tut-te le visite ed escursioni indicate in pro-gramma compresi gli ingressi ai musei,siti archeologici e parchi - Assicurazio-ne medico-bagaglio e annullamentoviaggio - Accompagnatore dall’Italiaesperto di archeologia Maya.La quota non comprende Escursioni e visite facoltative - Pastinon previsti in programma, bevande,mance, extra di carattere personale etutto quanto non espressamente in-dicato.

21 ottobre: Partenza per Città del MessicoPartenza con volo di linea per Città del Messi-co. Arrivo e incontro con la guida per il trasfe-rimento in Hotel. Cena e pernottamento.22 ottobre: Città del MessicoVisita della Basilica di Nostra Signora di Guada-lupe e del sito archeologico di Teotihuacan, “laCittà degli Dei”. Rientro in città e breve visitadello Zocalo: il cuore coloniale. Cena e pernottamento in Hotel.23 ottobre: PalenqueVisita del Museo Nazionale di Antropologia. Altermine trasferimento in aeroporto e partenzacon il volo di linea per Villahermosa. Arrivo e pro-seguimento per Palenque. Sistemazione in Ho-tel. Cena e pernottamento.24 ottobre: PalenqueVisita del sito archeologico Maya di Palenque,tra i più incantevoli del Messico. Cena e pernottamento.25 ottobre: CampechePartenza per Campeche e visita della città for-tificata fondata nel 1540. Cena e pernottamento.26 ottobre: Uxmal - MeridaPartenza per Uxmal e visita della zona archeo-logica, il complesso di edifici Maya più comple-to rinvenuto nello Yucatan. Proseguimento per

Merida e sistemazione in Hotel. Cena e pernot-tamento.27 ottobre: Chichen ItzaPartenza per Chichen Itza, lungo il percorso so-sta per la visita della città coloniale di Izamal. Si-stemazione in Hotel. Cena e pernottamento. In serata spettacolo diluci e suoni nel Centro Archeologico.28 ottobre: Chichen Itza - Riviera MayaVisita dell’antica città di Chichen Itza con oltretrenta costruzioni edificate durante l’epoca clas-sica dei Mayas Yucatecas. Nel pomeriggio pro-seguimento verso Tulum e sistemazione in Ho-tel. Cena e pernottamento.29 ottobre: Escursione a TulumVisita di Tulum, importante complesso archeo-logico Maya, posto lungo la costa a picco sulmare. Pomeriggio a disposizione per relax almare. Trattamento All inclusive.30 ottobre: Riviera MayaGiornata a disposizione per attività individuali oescursioni facoltative (da regolare in loco), op-pure relax al mare. Trattamento All inclusive.31 ottobre: Cancun - rientro in ItaliaTrasferimento all’aeroporto di Cancun in tem-po utile per la partenza con volo di linea di rien-tro in Italia.1 novembre: Arrivo in Italia

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adono le pietre sba-gliate nel Bel Paese. Nonquelle delle costruzioni

abusive, degli scempi edilizi gra-ziati dai condoni, né quelle de-gli inquietanti giganti di cemen-to, fantasmi di costosissimi pro-getti incompiuti, che incombo-no sul panorama deturpando-lo. Non si sgretolano i dissa-cranti fabbricati illegali che fe-riscono ai fianchi l’Appia Anti-ca a Roma o i palazzi e le villet-te che assediano i templi grecidi Agrigento. Ad andare in frantumi sonoinvece i monumenti che ilmondo ci invidia: la torre del-la Rocca Estense di San Felicesul Panaro, la facciata del Duo-mo di Mirandola, la Torre deiModenesi di Finale Emilia, laTorretta dei Leoni del Castel-lo Estense di Ferrara. Macerie“eccellenti” quelle dell’ultimosisma che ha interessato l’Emi-lia, da Modena a Ferrara, nondiverse dalle rovine della cin-quecentesca fortezza spagno-la, sede del Museo Nazionaled’Abruzzo che il terremoto del-l’Aquila del 2009 distrusse al-la vigilia dell’inaugurazione, odella cupola delle Chiesa del-le Anime Sante che si è con-segnata nel cuore della notte,tutta intera e senza alcun in-dugio, alla prepotenza dellescosse di magnitudo 6.3. Il nostro patrimonio storico eartistico si crepa però anchequando la terra non trema. Acercar bene tra i cumuli di de-triti prodotti da una oramai cro-nica incuria, possono saltarefuori parti di cornicione del Co-losseo, brandelli di un capitellodella Fontana di Trevi, parti di co-lonne di Villa Adriana, tassellidell’intonaco del Tempio di Gio-ve o pezzetti del muro della Ca-sa dei Gladiatori di Pompei. È sotto gli occhi di tutti: i beniculturali non godono affat-

del campanile di SanMarco (Ve), dopo il crollo del 1902, ispirò il motto “dov’era, com’era”.

Il restauro di Trevi (Rm), lo scorsogiugno, ha subito lo sfaldamento di uno dei preziosi capitelli.

La Fontana

[ INCHIESTA DI GIOVANNA DALL’ONGARO ]

«Come una ereditiera distratta l’Italia sta perdendo per strada il suo patrimonio più prezioso. Monumenti e opere d’arte che le scosse di terremoto, ma soprattutto l’incuria, mandano rapidamente in frantumi. Correre ai ripari è urgente,ma le soluzioni propostepossono essere peggiori del danno. Per questo c’è chi invocaun cambio di mentalitànella tutela dei beniculturali»

QUEL che resta del BEL PAESEC

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to di buona salute. Fare finta diniente diventa sempre più diffi-cile da quando i frammenti del-le opere d’arte cominciano a ca-dere, letteralmente, anche sulleteste dei politici. Lo scorso 11 lu-glio una piccola sezione del sof-fitto affrescato della Sala dellaLupa a Montecitorio ha ceduto al-la forza di gravità, imponendoalle istituzioni di guardare in fac-cia la realtà. Quel fiore all’occhiello che con-tinuiamo a sfoggiare con ana-cronistico orgoglio si sta rapida-mente appassendo. Così comegli allori su cui siamo rimasti se-duti troppo a lungo: continuia-mo a vantarci di essere il Paesecon il più alto numero di siti tu-telati dall’Unesco al mondo (47su 936, ma la Spagna ne con-ta solo uno di meno), ma fac-ciamo ben poco per mettere insalvo i nostri tesori.Come siamoarrivati a que-sto punto?Chi ha per-messo che ve-nisse maltrat-tata la gallinadalle uovad’oro capace,negli anni Set-tanta, di mo-nopolizzare ilturismo mon-diale e oggi superata da Stati Uni-ti, Spagna, Francia e Cina? Le do-mande si portano dietro discus-sioni ancora più complesse sulconcetto stesso di bene cultura-le e sulle strategie di intervento adanno avvenuto: accanirsi sul “do-v’era, com’era” od osare audaciinnovazioni?Di tutto ciò abbiamo parlato conGabriella Guarisco, docente as-sociato di Restauro presso il Dipar-timento di Progettazione dell’Ar-chitettura del Politecnico di Mila-no, che per affrontare il proble-ma invoca innanzitutto un cam-bio di mentalità.Professoressa Guarisco, cosasta accadendo ai beni cultu-rali nel nostro Paese?La prima espressione che mi vie-ne in mente per spiegare il feno-

meno è “scollamento”. Esiste nelnostro Paese una evidente e pa-tologica scissione tra ciò che leleggi e il dibattito scientifico dico-no debba essere fatto e ciò chenella prassi accade quotidiana-mente. Come si concilia, peresempio, ciò che viene sancito

dall’articolo 9della Costitu-zione italia-na, ossia che“la Repubbli-ca tutela ilpaesaggio eil patrimoniostorico artisti-co della Na-zione”, conle dannoseiniziative de-

gli ultimi governi a cominciare dal-l’abolizione dell’Ici nel 2008, unarisorsa che consentiva alle ammi-nistrazioni locali quegli interventianche minimali di manutenzioneche permettevano la sopravviven-za del patrimonio culturale loca-le? O, ancora peggio, come puòandare d’accordo la tutela del pa-trimonio storico e artistico con lapolitica dei condoni edilizi chehanno un pericoloso impatto sulterritorio con inevitabili ricaduteanche sulle condizioni dei monu-menti? Questa è una contraddi-zione palese a tutti, ma ve ne so-no altre forse meno evidenti a chinon è del settore. Per esempio?Prendiamo l’attuale Codice deiBeni Culturali, approvato nel2004, che all’articolo 34 dà una

definizione di restauro molto pre-cisa: «l’intervento diretto sullacosa volto a mantenerne l’inte-grità materiale e ad assicurare laconservazione e la protezionedei suoi valori culturali». Ebbene

vale la pena sottolineare come fintroppo spesso le Soprintenden-ze, gli enti di Stato preposti allatutela, non intervengano a fa-vore di quella “conservazione”ormai sancita a chiare lettere dal

«Stato e Istituzionidevono cambiarementalità,investendosoprattutto negli interventiconservativi»

PARADOSSI ITALIANI

Stefano Della Torre è ingegnere, professore presso il Dipar-timento di Scienza e Tecnologia dell’Ambiente Costruito. Alui abbiamo chiesto di spiegare cosa c’è che non va nel si-stema di manutenzione dei beni culturali.Che di prevenzione se ne faccia poca è evidente a tut-ti. Dove si inceppa il meccanismo della diagnosi e del-la cura?Nella tutela del patrimonio storico monumentale accade unpo’ quello che si dice avvenga in medicina: gli esami diagno-stici sono in alcuni casi troppi, in altri troppo pochi. Mancaun piano di monitoraggio ben organizzato che ottimizzi i co-sti e i benefici della diagnosi.È solo una questione di organizzazione se i monumen-ti cadono a pezzi?No, i problemi sono anche altri. Andrebbero rimossi ostaco-li di natura legale e culturale. Partiamo da quelli legali.Per poter garantire la tutela dei beni culturali si dovrebbe ren-dere obbligatorio per legge il consolidamento strutturalequando si effettua il restauro artistico. È paradossale che coni terremoti crollino chiese o edifici i cui affreschi erano statida poco rimessi a nuovo. Così è accaduto per la cupola del-la Chiesa delle Anime Sante a L’Aquila, distrutta insieme al-le decorazioni da poco restaurate. Fino a quando le Soprin-tendenze non avranno il potere di imporre perentoriamen-

GLI AFFRESCHI SPLENDONOMA LA STRUTTURA CROLLA{ }

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Codice, ma preferiscano inter-venti di ripristino, cosiddetti “oraper allora”, ricostruzioni filolo-giche del tipo “dov’era, co-m’era”. Fanno storia il campani-le di San Marco a Venezia, il Duo-

mo di Messina, il Duomo di Ge-mona in Friuli, il Teatro Petruzzel-li di Bari, fino alla Cattedrale diNoto, sottoposta ad accurati mo-nitoraggi e rilevamenti che du-rarono anni e, infine, rifatta so-

lo apparentemente com’era. Perché è così critica nei con-fronti del “dov’era, com’era”?Il cosiddetto “dov’era, com’era”,che fa regolarmente la sua com-parsa sui quotidiani e altri mediaquando si parla di ricostruzione,fu coniato dallo storico dell’arteCorrado Ricci sul Corriere dellaSera nel luglio del 1902 per il re-stauro del campanile di San Mar-co a Venezia. Ma il bel motto, dasubito, si rivelò una falsità. Sì, losi ricostruì “dov’era”, e questoaccade nella maggior parte deicasi citati, ma non “com’era”, inquanto le strutture vennero rea-lizzate in cemento armato. Leespressioni “dov’era, com’era”così come “riportato all’anticosplendore” sono slogan dietro iquali si nasconde il rifiuto di ade-guarsi alla nuova cultura. Così an-

diamo avanti a riprodurre e nonriusciamo ad uscirne: non abbia-mo più una pietra antica al suoposto e non abbiamo neanchenuove architetture che possanochiamarsi tali. Ma se non ripristiniamo i mo-numenti, ai turisti cosa faccia-mo vedere?Il paradosso è che propiniamogiornalmente a turisti distratti unpatrimonio rifatto che non siamoneanche capaci di mantenere invita e valorizzare. In Francia, ovun-que vai, ci sono targhe, pannelli,depliant che ti dicono che i re-stauri sono stati fatti nel tal perio-do da riconosciuti protagonisti,come Eugène Viollet-le-Duc cheè ormai un eroe nazionale. E danoi? È già tanto se cito CamilloBoito e qualcuno ne sa qualcosa.Non sappiamo valorizzare il vec-chio e con il nuovo non ci provia-mo neanche.Eppure il bene culturale nonandrebbe tutelato solo per-ché bello e antico, ma per latestimonianza storica che rap-presenta, anche se è recente.È così?Anche in questo caso lo scolla-mento tra attività di ricerca e azio-ni istituzionali e di controllo è evi-dente. Negli anni Ottanta parte-cipai come uditore a innumere-voli riunioni presso la sezione mi-lanese dell’IN/ARCH (Istituto Na-zionale di Architettura) alla finedelle quali venne redatto un do-cumento che chiedeva che le

I te l’adeguamento strutturale dei monu-menti che ospitano restauri artistici, citroveremo a ogni nuovo sisma nelle stes-se condizioni. Anche perché le conoscen-ze sulla reazione degli edifici al sismache abbiamo oggi, rispetto a quelle cheavevamo all’epoca del terremoto del Friu-li quando ero studente, ci permettono diconoscere il livello di resistenza degli edi-fici e di intervenire di conseguenza.Passiamo alle questioni culturali. Co-sa andrebbe cambiato?Bisognerebbe trasferire nell’ambito deimonumenti storici quelle pratiche mol-to diffuse nei musei che vanno sotto ilnome di “conservazione preventiva”.Una manutenzione continua dell’operache eviti il drastico deterioramento alquale è difficile rimediare.Ma la manutenzione costa...A conti fatti costa molto meno che in-tervenire a danno già fatto. Un restaurodopo quindici anni deve essere rifatto,mentre qualunque monumento può es-sere preservato molto più a lungo se ac-curatamente monitorato e curato. E poigli interventi di ordinaria manutenzionepotrebbero essere svolti da piccole impre-se locali, con ricadute positive sull’eco-nomia della zona. Come potrebbe migliorare la situa-zione?L’obiettivo deve essere quello di evitare la

manutenzione sostitutiva, impegnando-si invece per la conservazione del mate-riale originale il più a lungo possibile. Ilmessaggio che deve passare è che unsoffitto in legno di una villa del Cinque-cento può essere mantenuto integro seben curato, non c’è bisogno di cambiar-lo o, peggio ancora, di rifarlo “come era”utilizzando materiali dei giorni nostri. An-cora una volta la questione richiede dicambiare una mentalità che purtroppoqui da noi è dura a morire, e di ripensa-re le priorità. Il parroco della chiesa dan-neggiata dovrà accettare che prima deidipinti bisogna dedicarsi al consolidamen-to della struttura.

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Dall’Unità d’Italia a oggi si sono conta-ti 35 disastri sismici con devastante impat-to distruttivo. Nessuno di intensità parti-colarmente elevata: le scosse di magnitu-do 7, con cui convivono giapponesi e ca-liforniani, nel nostro Paese sono assai ra-re, con un episodio ogni secolo. Le conse-guenze dei terremoti, però, sono ugual-mente disastrose: la Protezione Civile ha cal-colato, per esempio, che il sisma del 1997che coinvolse Umbria e Marche provocò undanno economico di circa 10 miliardi dieuro, confrontabile con quello della Cali-fornia del 1989 (14.5 miliardi di dollari),malgrado fosse caratterizzato da un’ener-gia circa 30 volte inferiore.

La mancata prevenzione è la causa di tan-ti danni. Ne sono convinti Emanuela Gui-doboni e Gianluca Valensise dell’IstitutoNazionale di Geofisica e Vulcanologia che,nel volume Il peso economico e sociale deidisastri sismici in Italia negli ultimi 150 an-ni edito dalla Bononia University Press, han-no fatto un bilancio di quanto ci sono co-stati gli interventi a danno oramai fatto.Campeggia su tutti il terremoto in Abruz-zo del 6 aprile 2009: per ricostruire L’Aqui-la e gli altri Paesi colpiti sono stati stimati10 miliardi di euro e dieci anni di lavori. Ma perché crollano i palazzi? Il problemaè che «le attuali norme antisismiche sonovincolanti solo per l’edilizia di nuova co-

struzione e, dunque, non risolvono com-pletamente il problema. Infatti, l’Italia haun patrimonio edilizio storico che com-prende oltre il 65% del costruito attuale»,spiegano i due autori del volume.Eppure le tecniche per proteggere anche i mo-numenti e gli edifici storici sono ben note agliingegneri. Dispositivi e sensori che interven-gono bilanciando la struttura nel corso delterremoto, dissipatori capaci - sotto l’azionesismica - di assorbire grandi quantità di ener-gia, materiali in acciaio che si deformanoquando soggetti a sollecitazioni esterne perpoi riprendere la forma originale. Particolarmente indicata per la salvaguar-dia degli edifici storici sembra la strutturadi isolamento sismico brevettata dall’Eneae dal Politecnico di Torino, una sorta dipiattaforma isolata che può essere inseri-ta sotto al piano di posa delle fondazioni.Tubi orizzontali spinti alla base dell’edificiopermettono di separarlo dal terreno senzamodificarne in alcun modo le caratteristi-che architettoniche. Questa tecnologia èstata proposta per l’adeguamento sismicodegli edifici storici dell’Aquila.

architetture moderne, ossia delNovecento, potessero esserevincolate prima della morte delprogettista. Tra queste rientra-va il famoso caso dell’IstitutoMarchiondi, progettato da Vit-torio Viganò alla fine degli an-ni Cinquanta a Milano. Per leg-ge quelle strutture non poteva-no essere sottoposte a vincolose non al superamento del cin-quantesimo anno dalla data dicostruzione e comunque dopola morte del progettista appun-to. Come risultato, a distanza dipiù di vent’anni da quel Mani-festo per l’Architettura Moder-na e Contemporanea, oggi ab-biamo che gli anni per il decre-

to di vincolo sono diventati set-tanta! Insomma, i beni cultura-li “recenti” sono solo un onero-so fardello del quale disfarsi il pri-ma possibile: senza investimen-ti, senza manutenzione, senzaalcuna attenzione a quelli che,di contro, sono i monumenti anoi più vicini temporalmente,ma altrettanto significativi e im-portanti per la storia culturaledel nostro Paese.Esiste quindi una sorta di“boicottaggio” dell’architet-tura moderna?Esiste una diffidenza verso il nuo-vo che si mostra in varie circostan-ze. Dall’ostinata scelta delle So-printendenze di ricostruire, do-

po i crolli, secondo i criteri del“dov’era, com’era”, alle interfe-renze che queste esercitano sul-le nuove costruzioni. Negandonuove forme di progettazionearchitettonica sono state ap-provate tutte quelle architettu-re che stilisticamente e tipolo-gicamente appestano il nostroBel Paese: nuove, ma simil-an-tiche, tutte più o meno ugua-li, tutte con gli stessi materialinuovi, ma apparentemente da-tati. Basti un caso per tutti, giàspesso denunciato, quello deivillaggi turistici in Sardegna...Se il nuovo è trascurato epoco apprezzato, non è cer-to a favore del “vecchio”

L’insostenibile peso economico dei TERREMOTI

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Anche i monumenti soffronoper il clima

Se il Nord Europa dovràtemere l’erosione dei suoimonumenti in marmo acausa delle aumentate pre-cipitazioni che ogni annoconsumano uno spessore di35 micron di superficie, iPaesi del Mediterraneo do-vranno preoccuparsi soprat-tutto per gli effetti nocividelle radiazioni solari sullepietre. La scienza avverteche molti monumenti clas-sici, quali i templi di Agri-gento e le facciate di chie-se rinascimentali e baroc-che, subiranno “decoesio-ne e alveolizzazione”. Chetradotto in linguaggio pro-fano significa che il mate-riale si disgrega fino addirit-

tura a polverizzarsi.È quanto emerge dai risultati delprogetto “Noah’s Ark” finanzia-to nel 2007 dalla CommissioneEuropea. Un’analisi approfondi-ta e dettagliata delle conseguen-ze dei cambiamenti climatici sulpatrimonio culturale in cui haavuto un ruolo da protagonistal’Istituto di Scienze dell’Atmo-sfera e del Clima (l’Isac) del Cnrdi Bologna. I dati sono stati rac-colti in un Atlante che indica,zona per zona, i rischi maggio-ri. In tutta Europa si assisterà aun incremento generale del fe-nomeno di cristallizzazione di sa-li che si verifica quando l’umidi-tà relativa è inferiore al 75,5%,cioè nei periodi di siccità che sa-ranno sempre più lunghi. È unfenomeno particolarmente peri-coloso che può provocare frat-ture tali da compromettere se-riamente l’integrità dell’opera.Secondo l’Atlante i più colpiti

saranno gli edifici gotici in pie-tra morbida, porosa, molto lavo-rata. I cambiamenti delle tem-perature e gli andamenti dellepiogge influiranno sugli organi-smi biologici (licheni, alghe e bat-teri) che ricoprono i nostri mo-numenti, provocando danni nonsolo estetici. Il problema riguar-derà l’Europa centrale e setten-trionale, ma non quella meridio-nale. Nel Mediterraneo moltidanni potranno derivare dal ter-moclastismo, ossia le drasticheescursioni termiche che minac-ciano i monumenti in pietra, inparticolare quelli in marmo, pro-vocando letalimicrofratture. Oltre a tutto ciò,si devono ag-giungere gli ef-fetti sempre piùpesanti dell’in-quinamento at-mosferico.

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I beni cheperdiamo:agricoltura e urbanizzazione li minacciano

In Italia è noto solo il 10%del patrimonio archeologico.La mappatura eseguita dal Si-stema Informativo Territorialedel Cnr ci dice che c’è un te-soro immenso sommerso sot-to i campi agricoli e le colatedi cemento, abbandonato al-le minacce degli scavi clande-stini e dei fenomeni naturali. ANeviano, in provincia di Lecce,il 94% delle ricchezze archeo-logiche non è mai stato ufficial-mente censito. Ignorato dallabibliografia è però anche il55% dei siti nell’area a nord-ovest di Roma. «Molti luoghidi interesse citati in fonti scrit-te oggi sono scomparsi: esem-plare la via Prenestina dove so-lo 245 su 856 presenze ar-cheologiche rilevate nel 1970sono scampate alle opere diurbanizzazione», commentaMarcello Guaitoli, ricercatoredell’Istituto per i Beni Archeo-logici e Monumentali del Cnr(Ibam-Cnr) e docente pressol’Università del Salento.A minacciare i siti sono so-prattutto i lavori agricoli, insecondo luogo le infrastrut-ture industriali e urbane e, inultimo, gli scavi clandestini ei fenomeni naturali. A Viterbo1.342 aree di interesse archeo-logico su un totale di 2.256 so-no state compromesse dal-l’agricoltura. In termini eco-nomici la perdita di questo pa-trimonio ci costa un puntopercentuale di Pil. Ce lo pos-siamo permettere?

«La scienza avverte:i cambiamenti climatici

minacciano il patrimonioculturale. Ma il pericolo

arriva anche da agricolturae urbanizzazione»

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che soffre delle stesse di-sattenzioni. Quanto co-nosciamo del nostro pa-trimonio e quali sono leminacce più pericolose peri nostri monumenti? Dal punto di vista istituziona-le, ovvero per quanto riguar-da l’attività di tutela, di cen-simento e di intervento suinostri beni culturali, le no-stre Soprintendenze hannoil quadro che ritengo esausti-vo del patrimonio vincolato.Il problema serissimo si po-ne per gli edifici non vinco-lati e per il paesaggio, mol-to spesso succubi di strategieterritoriali assolutamente di-sattente al quadro preesi-stente. Per quanto riguardai rischi maggiori vorrei ricor-

dare che c’è un’ampia do-cumentazione scientifica rac-colta dall’Unesco nell’Ency-clopedia of life support sy-stems (www.eolss.net, ndr)sugli effetti della mutata si-tuazione bioclimatica sui be-ni culturali, e non solo. Tenu-to conto dell’effetto serra edei relativi mutamenti clima-tici, la sostenibilità globale èoggi l’obiettivo da raggiun-gere con la tutela delle bio-diversità e tra queste i sin-goli beni culturali presenti nelmondo. Qui da noi, in mo-do imperterrito, si continuaa far finta che nulla sia mu-tato e la mancata manuten-zione è all’origine della mag-gior parte dei danni che gior-nalmente si contano.

LA CULTURA NON PAGA

La cultura attira le persone ma non i soldi. Il numero dei visitato-ri di musei, monumenti e aree archeologiche italiane è arrivatonel 2011 a quaranta milioni, il 7,5% in più dell’anno preceden-te. Secondo il Rapporto di Federculture 2012 Cultura e sviluppo.La scelta per salvare l’Italia, però, l’andamento dei finanziamentinon ha seguito lo stesso passo. Anzi, il bilancio del Ministero deiBeni Culturali è diminuito del 36,4%, arrivando nel 2011 a 1.425milioni di euro contro i 2.100 del 2001. Alla cultura viene desti-nato lo 0,11% del Pil.

I PIÙ AMATI: I MONUMENTI PIÙ VISITATI NEL 2011Museo/Monumento Numero Totale introiti

visitatori in euroColosseo, Palatino e Foro Romano 5.391.978 36.285.097,50Scavi Vecchi e Nuovi di Pompei 2.329.375 17.735.946,20

Dati del Servizio I - Affari Generali, Sistemi Informativi, Tecnologie InnovativeUfficio di Statistica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 2012.

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E’ uno dei moment più belli, quando un neonato per la prima volta stringe dolcemente nella sua manina il Suo dito indice. Ora si può godere questo meraviglioso momento ogni volta che vuole: con la bambola artistica “Il delicato tocco di Olivia” della rinomata artista Linda Murray.

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ngeli in tuta” li hanno definiti. Latuta è quella verde dei piloti di ae-rei militari. Ad arricchirla le ali, em-

blema dell’Aeronautica militare, e i segnimulticolori delle operazioni svolte. Gli ange-li sono loro: quelli del 31° Stormo. Un cor-po selezionato che svolge due compiti im-portanti e in apparenza poco affini. Da unlato il trasporto delle cinque più alte cariche

dello Stato: Presidente della Repubblica, delSenato, della Camera, del Consiglio, dellaCorte Costituzionale e altri importanti mem-bri del Governo in missione, compresi i tra-sporti a breve raggio del Papa. Dall’altrol’impegno, 24 ore su 24, al servizio di tuttii cittadini italiani in missioni dedicate al tra-sporto sanitario, assistenza e protezione ci-vile d’urgenza sul territorio italiano e laddo-

ve la persona è intrasportabile con ae-rei di linea anche all’estero. Un grup-po di uomini che veglia su di noi e lofa così bene da essersi guadagnato nu-merosi riconoscimenti. La base operativa dello Stormo è aCiampino, aeroporto alle porte di Ro-ma. Quartier generale una palazzinaquadrata, davanti un pennone con labandiera italiana. Dietro, off limit la zo-na dedicata agli aerei, le strutture perospitare gli equipaggi, le sale operati-ve, gli hangar di custodia e riparazio-ne. Solo il controllo all’accesso la sepa-ra dal movimento costante dell’adiacen-te aeroporto di Ciampino e le piste. Siamo andati a vedere come lavoranoe a porre qualche domanda al Colon-nello Girolamo Iadicicco. Comandante

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ANGELI IN DIVISA«Un corpo specializzato, quello del 31° Stormo, che svolge duecompiti importanti e in apparenza poco affini: il trasporto dellecinque cariche più importanti dello Stato e delicatissime missionidi trasferimento sanitario. 24 ore su 24, al servizio di tutti i citta-dini, anche all’estero lì dove è necessario»

A“[ ATTUALITÀ DI PICCI MANZARI ]

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dal settembre 2011, con il 31°Stormo ha cominciato a operarecome giovane pilota di squadri-glia, diventando in seguito Co-mandate dell’unità base: il repar-to che si occupa dei piloti, deglispecialisti e dei mezzi aerei. Il 31° Stormo da quante per-sone è composto e quali so-no le modalità delle vostremissioni?Siamo circa 800 a Ciampino, frapiloti, tecnici e assistenti di volo,meccanici e addetti vari. A partel’attività di trasporto delle caricheistituzionali dello Stato, lo Stor-mo è a disposizione dell’interacomunità nazionale, tutti i giornidell’anno per 24 ore. Ci sonosempre, per cittadini che neces-sitino un trasporto urgente e tem-pestivo presso un adeguato luo-go di cura, due aerei e il loro equi-paggio pronti a partire in menodi due ore. Gli interventi sonomolteplici. Persone in attesa di untrapianto e per cui si è reso dispo-nibile l’organo tanto aspettato ochi è in imminente pericolo di vi-ta. Dai bimbi prematuri che tra-sportiamo in incubatrice ai trau-

matizzati gravi per inci-denti di ogni tipo. È unalotta contro il tempo,perché anche se viag-giamo senza passeg-geri ma solo per anda-re a prendere degli or-gani, si tratta di partivitali con una “scaden-

za” da rispettare. A volte lavoria-mo con gli elicotteri del 15° Stor-mo che svolge compiti di Searchand Rescue (Ricerca e Soccorso)nel territorio nazionale, nelle ac-que territoriali e internazionali in-torno l’Italia e di cooperazione eintervento a favore della popola-zione civile in caso di calamità. Un’attività fatta di contrastila vostra. Aerei con le perfor-mances più avanzate. Decinedi monitor digitali che con-trollano tutto nella sala delComando e in cabina di volo.Figure in tuta super addestra-te ed efficienti e corpi soffe-renti in barella o incubatriceche necessitano di compren-sione e disponibilità. Funzio-ni non facili da gestire. Comeci si riesce?Spesso ci si focalizza sulla tecno-logia avanzata dell’aereo, ma sen-za l’equipaggio si riuscirebbe aben poco. Lavoriamo in situazio-ni estreme, con gente che a vol-te non ha mai volato e vive situa-zioni di apprensione e disagio uni-te alla lotta contro il tempo e lapropria patologia. Essenziale l’im-pegno e la coesione delle quat-tro persone che compongono ilpersonale di volo: il primo e il se-condo pilota, entrambi ufficiali,e il tecnico e l’assistente di volo,sottoufficiali. Equipaggi che ruo-tano secondo i vari turni ma convisioni e finalità comuni. Gli uffi-ciali si formano all’Accademia diPozzuoli; i sottoufficiali presso laScuola Sottoufficiali di Caserta

per poi seguire particolari cor-si formativi al volo. L’adde-stramento ricevuto non ge-

nera di per sé umanità versole persone e la capacità di rela-zionarsi con loro. Semmai senso

del dovere, attaccamento allaPatria, etica dell’Aviato-

re, capacità deci-sionale, orgoglio di ap-

partenenza alle Istituzioni delloStato, fierezza per quanto si fa eper come lo si realizza. A questisi aggiungono i valori di com-prensione e altruismo che carat-terizzano la formazione interioredelle Forze Armate Italiane, pecu-liarità indispensabili in chi faràparte del nostro Stormo. Dove si forma chi appartieneal 31° Stormo?Principalmente all’Accademia Ae-ronautica di Pozzuoli a cui si ac-cede dopo aver terminato le scuo-le superiori, liceo, istituto tecnico,ecc. e aver superato un concor-so di ammissione. Chi lo passa ac-cede alle selezioni per diversi ruo-li: piloti, ingegneri, commissariche si occupano dell’amministra-zione, medici, ecc. Occorrono an-che dei requisiti fisici. In partico-lare per i piloti. I giovani ammes-si vivono in Accademia dove se-guono corsi militari specifici e, inparallelo, frequentano le varie fa-coltà all’Università Federico II diNapoli. Gli esami sono quindidoppi e quelli dell’Accademiamolto costanti e selettivi. Non sipuò scegliere la sessione e ripre-sentarsi più volte. Non esistono i“fuori corso”. Visto che la loro for-mazione è a carico dello Statobisogna diplomarsi nei tempi pre-visti e gli esami da sostenere esuperare non sono mai meno diuna decina all’anno. Ci sono poigli esami della formazione per ipiloti. Volare non è naturale enon tutti sono in grado. Dopo ladiciottesima missione di adde-stramento al volo c’è la prova.Se non si supera, non c’è appel-lo. Per chi è in Accademia fino al-la fine del terzo anno, quando siindosseranno i gradi di Sottote-nente, c’è sempre il rischio di es-sere dimesso. Come si avvia e svolge un in-tervento?Per la particolarità dei com-

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»

i pazienti trasportati dal 2002 ad oggi insiemea 8.000 tra medici,infermieri ed équipè.

5.000 sono state le sortitedel 31° Stormo in 10anni, per circa 16.000ore di volo.

13.500 circale missioni effettuate nel solo 2011 per untotale di 1.400 ore di voloe 400 pazienti trasportati.

1.000

«Il personale del 31° Stormosi forma principalmenteall’Accademia Aeronauticadi Pozzuoli, a cui si accededopo aver superato unconcorso di ammissione»

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piti assegnati, pur permanendoalle dirette dipendenze del Co-mando della Squadra Aerea, il31° Stormo è posto sotto il con-trollo operativo dello Stato Mag-giore dell’Aeronautica. Qui unaSala Situazioni, attiva sulle 24 ore,coordina tutte le attività di tra-sporto aereo per esigenze di Sta-to, sanitarie e umanitarie. La richie-sta di intervento arriva dall’ospe-dale o da altri enti alla Prefetturache la gira alla Sala Situazioni del-lo Sma (Stato Maggiore Aeronau-tica). Questa valuta la richiesta, lagravità, le caratteristiche e la in-dirizza al Reparto operativo piùidoneo. Se, ad esempio, c’è la ne-cessità di imbarcare la persona el’ambulanza che la trasporta, sirende operativa la 46a Brigata ae-

rea, in grado sugli aerei 130 di tra-sportare entrambe. Se il volo èsu corto raggio, vedi dalla piazzo-la di sosta di un ospedale a un al-tro, entra in attività il 15° Stormocon gli elicotteri. Entrambe han-no equipaggi “in prontezza” sul-l’arco delle 24 ore. Come noi del31° Stormo che, quando la richie-sta arriva alla nostra sala operati-va, siamo in grado di far partireun aereo entro due ore. Quasisempre prima. Quali le maggiori difficoltàda risolvere?Trattandosi di un’attività operati-va non si sa mai quello che puòcapitare. Vi possono essere diffi-coltà sulla certificazione. Infatti,per salire sull’aereo, le personedevono essere in possesso di un

certificato di trasportabilità e diun altro che attesti che non si ab-biano malattie contagiose. Altriderivano dai tempi ristretti. Oc-corre coordinare la task, cioè ilcompito da svolgere, organizza-re l’equipaggio, preparare l’ordi-ne di missione, coordinare i rifor-nimenti di carburante se le distan-ze sono lunghe. Preoccupazionipossono derivare dai tempi di co-ordinamento: ad esempio, l’am-bulanza che porta o viene a pren-dere il paziente che ritarda. Op-pure dalla difficoltà di andare aprendere un connazionale in luo-ghi remoti extra-europei che pre-

sentano difficoltà di atterraggio edecollo o non riescono a fornireil supporto tecnico necessario. Mai nostri equipaggi sono abituatiad affrontare le incognite. Di tante missioni di aiuto aicivili realizzate è rimastoqualcosa?I tempi sono concisi, ma il rap-porto empatico intenso che na-sce nelle missioni dura a lungo.Riceviamo ancora per Natale gliauguri di persone trasportateperfino dieci anni fa. Gente gra-ta e consapevole di aver conser-vato la vita grazie al volo fattocon noi.

[ IL 31° STORMO DISPONE DI DUE DASSAULT FALCON 50 CON DUE BARELLE, DUE

DASSAULT FALCON 900 EASY, PIÙ GRANDI E IN GRADO DI OSPITARE TRE BARELLE, TRE AIRBUS 319 CJ NON BARELLATI MA CON SPAZIO PER MOLTE PERSONE; TRE FALCON 50 EX SONO DEDICATI AL TRASPORTO DI STATO. I FALCON DEI VOLI

POSSONO OPERARE IN CONDIZIONI METEO ESTREME E SU LUNGHE DISTANZE. ]

l Capitano Ida Casetti, una dei due ufficiali “rosa” insie-me al capitano Palombi, secondo pilota è anche incaricatadella comunicazione. Ci ha accompagnato a visitare gli ae-

rei pronti in pista per ogni evenienza, mostrandoci allestimen-ti interni e strumentazioni. Ne abbiamo approfittato per farlequalche domanda.Come si svolge una missione?I nostri turni di reperibilità sono di 24 ore. Quando arriva lachiamata operativa l’equipaggio si riunisce, valuta il compitoda portare a termine e si organizza, vagliando anche le diffi-coltà. Ci può essere un aeroporto di destinazione che la not-te chiude e così bisogna sceglierne un altro, sia per accoglie-re che per far arrivare chi è in situazione di emergenza. Poi sidecolla. Ero appena arrivata allo Stormo quando si rese ne-cessario trasportare una bimba nata con serie problematiche.Il padre accompagnava la culla e prima del decollo si affacciòin cabina dicendo: «Mi raccomando, avete a bordo mia figlia».Restai colpita e commossa dall’atteggiamento di fiducia e spe-

ranza di questo neo-padre. Mi ricordo che decollai con le la-crime agli occhi. Noi non siamo medici. Non salviamo la vitadirettamente, ma siamo parte di una catena e ne siamo con-sapevoli. È questo a coinvolgerci e la sera siamo contenti diquanto abbiamo fatto.Come è arrivata a essere pilota e allo Stormo. Studiavo lingue e volevo fare l’interprete poi, per caso, men-tre cercavo dove rivolgermi per andare in Spagna come ragaz-za alla pari ho trovato un dépliant dell’Accademia e ho pensa-to: «Proviamo, perché no?». Eravamo oltre 13.000 per 80 po-sti. Sono arrivata sesta e ho cominciato. Mi sono appassiona-ta sempre più. Ho seguito il corso di pilotaggio e tutto è an-dato bene. Il lavoro mi appaga e per fortuna il mio compagnoè un pilota. Accetta orari così impegnativi e il fatto di essere adisposizione delle chiamate del Comando. Certo quando ci sa-rà un bambino... ma cercheremo di risolvere anche in questocaso. Volare per salvare qualcuno è troppo importante per ri-nunciarvi.

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INTERVISTA AL CAPITANO IDA CASETTI{ }

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di euro circa la spesasostenuta dall’Italia, dal 1999 al 2011, per lepolitiche d’espulsione. Fonte: Rapp. “Lampedusa non è un’isola”

1 miliardosono i cittadini stranieri “irregolari”attualmente presenti nel nostro Paese.Fonte: Medici per i Diritti Umani

500milain Italia: a Bari P., Brindisi,Bologna, Caltanissetta,Crotone, Gradisca d’Isonzo,Lamezia T., Milano, Modena,Roma, Torino e Trapani.

13 i Cie

«Istituiti nel 1998 con la denominazione di Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza,sono diventati Centri di Identificazione ed Espulsione nel 2008 senza, però, modificare il loroscopo: ospitare gli immigrati che, privi del permesso di soggiorno, devono essere identificati»

[ ATTUALITÀ DI ILARIA ROMANO ]

SENZA IDENTITÀ nel limbo dei Cie

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onte Galeria è uno dei tre-dici Centri di Identificazio-ne ed Espulsione presenti

in Italia, un luogo in cui non ci so-no detenuti ma “ospiti”, in cuinon si sconta una pena ma siaspetta di essere identificati per-ché non si ha un permesso di sog-giorno. Si trova nei pressi dellaNuova Fiera diRoma, in unaperiferia isola-ta e dimenti-cata dal restodel territoriourbano, cir-condato da in-ferriate e tele-camere di si-curezza. Co-me gli altricentri, anchePonte Galeriaè gestito al-l’interno daun ente privato, la CooperativaAuxilium, che nel 2010 si è ag-giudicata la gara d’appalto e hasostituito la Croce Rossa Italia-na. I suoi operatori si occupanodi garantire il cibo ai migrantipresenti, le cure mediche quan-do necessario, la pulizia dellastruttura. Uomini e donne, rigo-rosamente separati, trascorrono leloro giornate fra le camere-dor-

mitorio e i cortili di cemento, do-ve l’unica nota di colore sono ipanni stesi ad asciugare sulle gra-te. Al momento ci sono circa 150persone in attesa di capire se equando saranno espulse dall’Ita-lia. Sono arrivate dalla Tunisia,dalla Libia, dal Senegal, dal Ban-gladesh ma anche dalla Russia,

dall’Ucraina,dall’Albania,e l’elementoin comune èil fatto dinon avere idocumentiin regola perlo Stato Ita-liano: questoperò non èun reato diper sé, maun’irregolari-tà ammini-strativa, co-

me sancito dalla Corte di Giusti-zia Europea che aveva bocciatol’istituzione in Italia del cosid-detto “reato di clandestinità”.Il confine è molto sottile, come loè quello fra un carcere, dove sisconta una pena, e un Cie, dovenessuno è stato condannato, do-ve nessuno è detenuto, ma dovetutti sono “trattenuti” in attesa diidentificazione. Un sistema com-

plesso che secondo associazionied enti che si sono occupati diqueste strutture non funziona,nonostante abbia altissimi costidi gestione. Secondo i dati raccol-

ti dai Medici per i Diritti Umani,in Italia ci sono 500mila cittadinistranieri irregolari, ma dai Cie pas-sano solo 7mila persone, una net-ta minoranza, appena lo 0,7%

«In questestruttureuomini edonne vivonoseparati. Unicocompagnoil tempo,che non passa mai»

on è facile raccontare dall’interno i Centri di Identificazioneed Espulsione, a causa delle difficoltà di accesso per i mezzi diinformazione. Per questo il 25 luglio del 2011 un gruppo di

avvocati, giornalisti, sindacalisti e associazioni che si occupano dei mi-granti hanno lanciato una campagna di mobilitazione che si chiamaLasciateCIEntrare (http://www.openaccessnow.eu/it/) e che ad un an-no di distanza, lo scorso 19 luglio, ha vinto il premio Giuntella per lalibertà di Informazione, assegnato dall’associazione “Articolo 21”. Gra-zie alla mobilitazione collettiva, è stato possibile far conoscere le tan-te storie di coloro che sono transitati o che si trovano ancora all’in-terno di un Centro di Identificazione ed Espulsione.

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LA CAMPAGNA“LasciateCIEentrare”{ }

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del totale. Dati confermati anchedall’associazione “A Buon Diritto”che, nel rapporto Lampedusa nonè un’isola, ha fatto una stimadei costi sostenuti dall’Italia dal1999 al 2011 per le politiche diespulsione dei migranti: quasiun miliardo di euro. Nello stes-so documento si legge che, adesempio, il costo complessivoper la realizzazione del Cie diTorino è stato di 14 milioni di eu-ro. Una spesa ingente che nonha risolto la questione, cometestimonia il fatto che spesso lastessa persona, che non riescead essere identificata durantela permanenza nel centro, vie-ne rimessa in libertà dopo con-tinue proroghe da trenta gior-ni l’una, per un massimo di 18mesi, a patto che entro settegiorni lasci volontariamente ilnostro Paese. Se questo non av-viene, come nella maggior par-te dei casi, la situazione di irre-golarità non si risolve, e il citta-dino resta senza documenti fi-no al prossimo fermo.È il caso di F., una donna di ori-gini marocchine che si trova oraa Ponte Galeria per la terza vol-ta in pochi anni: nonostante trepassaggi in un centro di identi-ficazione continua ad essere fer-mata per lo stesso motivo, non

ha documenti e non può dimo-strare la sua identità. Nessundatore di lavoro l’ha assunta re-golarmente, e per questo la suadomanda di permesso di sog-giorno non è stata mai accolta.Certo, come confermano an-che gli operatori sociali che la-vorano a Ponte Galeria, in co-ordinamento anche con il Ga-rante dei dete-nuti del Lazio,dare un’identitàcerta ad unapersona chenon può dimo-strare nulla di séè cosa comples-sa: non tutti iPaesi con i ri-spettivi consola-ti in Italia colla-borano a questaimpresa, e du-rante la permanenza nel Cie do-vrebbe essere il diretto interes-sato a produrre prove della suaidentità, ma da recluso non puòfarlo e spesso non sa neanchea chi rivolgersi, perché non co-nosce la legge e non tutti gliavvocati che vengono assegna-ti d’ufficio sono in grado di co-municare con i loro assistiti; spe-cialmente se sono appena arri-vati e non parlano italiano o in-

glese, come è capitato fra i cit-tadini del Centro Africa fuggitidalla guerra in Libia, dove lavo-ravano regolarmente da anni.Le storie che si incontrano fra lesbarre di un Centro di Identifi-cazione ed Espulsione sono perla maggior parte storie di dispe-razione: ci sono donne ferma-te senza permesso di soggiorno,

che poi siscopre esse-re vittime ditratta, por-tate in que-sto Paesecon la forzao con l’in-ganno daorganizza-zioni crimi-nali che leprivano deipassaporti

per costringerle alla strada. È ilcaso di tante ragazze nigerianeche, come segnalano anche glioperatori della Cooperativa Au-xilium, hanno subito violenze diogni genere eppure rischiano co-munque l’espulsione, con tutti ipericoli che potrebbe compor-tare il rientro nel loro Paese, so-prattutto per le persone di reli-gione cattolica, ultimamente vit-time di persecuzioni e attentati.

La struttura offre i servizi minimiper sopravvivere, e tutto è affi-dato alla buona volontà di chiopera all’interno: ogni giornovengono distribuiti tre pasti, chepossono essere consumati sul-le panche dei cortili di cemen-to, sotto il sole cocente, oppu-re all’interno delle stanze, sulproprio letto, perché non ci so-no sedie a disposizione. Sonoquesti i momenti che scandisco-no giornate vuote e tutte ugua-li, in cui qualsiasi attività socia-le, lavorativa o formativa è im-possibile: ogni oggetto è poten-zialmente pericoloso, perciò vie-tato, perché spesso a Ponte Ga-leria come in altri centri italianici sono stati atti di autolesioni-smo dettati dalla disperazione.Dunque, non si possono porta-re scarpe con i lacci, le lenzuo-la sono di carta, le bottiglie d’ac-qua devono restare aperte esenza tappi, non si possono ave-re specchi, o spazzole per capel-li, né un libro da leggere. Un dato - anche per tutti i par-lamentari che negli ultimi annihanno cominciato a visitare que-ste strutture - è proprio l’inattivi-tà che le caratterizza, rendendo-le luoghi di tensione sociale, an-ziché presidi di legalità e garan-zia di diritti per tutti.

I numeri di Ponte Galeriae dei Cie in Italia

l Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Ga-leria opera dal 1998, quando la Legge 40, la “Turco-Na-politano”, istituisce in quell’anno i Centri di Permanenza

Temporanea ed Assistenza, i Cpta, che poi diventeranno Ciesoltanto nel 2008, con il Decreto legge n° 92 del 23 mag-gio. Inizialmente il tempo massimo di permanenza era di60 giorni; nel 2009 è diventato di sei mesi, nel 2011 è pas-sato agli attuali 18 mesi. L’anno scorso sono transitate dal centro poco più di duemi-la persone, ma solo 802 sono state effettivamente rimpatria-te. I posti letto disponibili sono 360 e, attualmente, circa 150sono occupati. In Italia esistono altri 12 centri oltre a quellodella Capitale: a Bari Palese, nell’area aeroportuale, a Brindi-si, Bologna, Caltanissetta, Lamezia Terme, Crotone, GradiscaD’Isonzo, Milano, Modena, Torino e due a Trapani.

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«È difficile dareun’identità ad una personache non puòdimostrare nulla di sé: in Italianon tutti i Consolatioffrono la lorocollaborazione»

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al perfido Pinguino di Bat-man Returns all’improbabile fra-tello gemello di Schwarzeneg-

ger in Junior, passando per il lungimi-rante avvocato di coppia de La guer-ra dei Roses. Se ogni voce corrispon-de a una faccia, quella di Danny DeVito ogni volta è congeniale al perso-

naggio che interpreta: piglio grottesco,spiazzante o vagamente clownesco. Inuna parola? Versatile. L’attore statuni-tense, dalla taglia small ma dal talen-to extra large, è noto al pubblico ita-liano per la fisionomia buffa e l’ironiacaustica. Caratteristiche che lo hannocontraddistinto nell’affollato panora-

ma hollywoodiano e che, sommateall’intelligenza e all’acuta sensibilità,hanno elevato il “piccolo grande at-tore” al rango di altissimo performer. Scrittore, regista e produttore di suc-cesso, De Vito è un artista eclettico ca-pace di vivificare caratteri dalle mille sfu-mature, spaziando con apparente na-

IRONICO, CAUSTICO, BUFFO MA DI GRANDE TALENTO E ORA,

AMBIENTALISTA CONVINTO PRONTO A DIFENDERE IL PIANETA

DANNY

L’ATTORE AMERICANO SI È SEMPRECONTRADDISTINTO PER LA SUA VERSATILITÀ RIUSCENDO A INTER-PRETARE CON NATURALEZZA SIA LACOMMEDIA SIA IL GENERE DRAM-MATICO. NEL SUO ULTIMO LAVO-RO, LORAX - IL GUARDIANO DEL-LA FORESTA, PRESTA LA VOCE ALPROTAGONISTA DI UNA FAVOLAIN DIFESA DELL’AMBIENTE, TEMAA LUI MOLTO CARO

{

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DDE VITO

DI ALESSANDRA

MICCINESI

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Certo, ho tre figlie (è sposato con Rhea Perlman, l’at-trice con cui ha girato Mathilda 6 mitica e che collabo-ra alla scrittura e alla produzione di cortometraggi, ndr)e quando erano più piccole mi divertivo a leggere perloro. Sono cresciute con i libri del Dr. Seuss, che anco-ra oggi considero delle incredibili fonti di ispirazione: Lo-rax, soprattutto, perché abbraccia sensibilità di varia na-tura. Quando lo lessi la prima volta pensavo che Seussstesse parlando di me. È un libro profetico.In che senso?Racconta la storia dello spirito protettore degli alberiche si manifesta quando un giovane imprenditore ini-zia a disboscare la vallata. Il messaggio è inequivoca-bilmente ambientalista, solo che è stato lanciato qua-rant’anni fa e, già allora, la lobby industriale criticavaaspramente l’autore al punto di bandire il libro in al-cuni Stati, per molto tempo. Il Dr. Seuss non voleva at-taccare l’industria del legno, voleva solo risvegliare lecoscienze: oggi la gente pensa solo a fare più soldi.Lei come la pensa?Credo che l’uomo debba prendere dalla natura, maanche restituire ciò che il mondo generosamente cioffre. Non bisogna essere egoisti o, peggio, spre-care le risorse, perché potrebbero essere le ultime.Serve una maggiore e acuta sensibilità di tutti al ri-spetto ambientale. Se inquiniamo le falde acquife-re, per esempio, un bel giorno potremmo non ave-re più acqua potabile. Ancora oggi in America c’èchi vorrebbe le coscienze dei cittadini addormen-tate, ma dobbiamo impedire con tutte le nostreforze l’inquinamento globale. Bisogna combattere. Con quali strumenti?Bastano piccoli gesti. Io, per esempio, da anni gui-do solo auto elettriche. Per andare a lavoro, ognimattina vado su e giù tra Hollywood e Beverly Hillsa bordo della mia macchina ecologica. Ma non sap-piamo quanti soldi si spendano in Usa per impedireche si acquistino queste vetture; c’è una certa resi-stenza anche della pubblica opinione. Credo che lagente non voglia essere svegliata, credo che prefe-risca continuare a dormire, con la rassicurazione chenulla di male potrà capitare. E così, le grida d’allar-me sullo spreco di energia cadono nel vuoto. Perfortuna abbiamo internet e possiamo informarci.Che rapporto ha con le nuove tecnologie?Ottimo, mi piace interagire specialmente nei socialnetwork, dove tutti possono esprimere liberamen-te le proprie opinioni su qualunque argomento.Dobbiamo usare la tecnologia per far diventarequesto pianeta un posto migliore.Lei è un veterano del grande schermo: comesi relaziona con le nuove leve del cinema?Amo tantissimo lavorare con i giovani, specie sesono seri nel lavoro e si applicano con passione edevozione. È una vera e propria gioia. Sinceramen-te, le nuove generazioni mi entusiasmano. È comese stessimo costruendo tutti insieme una cattedra-le in cui loro rappresentano i mattoni.

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«La salvaguardia del Pianeta deveessere unapriorità per tutti.Bisognasmettere di farfinta di niente e impedireattivamentel’inquinamentoglobale»

D A N N YDE VITO

Biografiain breveNato nel 1944nel New Jersey(Usa), è sposato con l’attriceRhea Perlman e ha tre figlie

turalezza dallac o m m e d i a al dramma.Tra le sue mil-le interpreta-

zioni spiccanoalmeno due

grandi titoli: Qual-cuno volò sul nido del

cuculo e Voglia di tene-rezza, entrambi premia-ti con l’Oscar. Ma tra unaserie tv di successo (It’salways sunny in Phila-delphia) e una piéce tea-trale (The Sunshine boysdi Neil Simon), De Vitosi intrufola anche nelmondo dei cartoon. Loaveva già fatto nel ‘97,quando aveva prestatola sua voce al buffo per-sonaggio di Filottete nellungometraggio anima-to Hercules. E ora rad-doppia con Lorax - Ilguardiano della foresta(uscito nei nostri cinemain estate) in cui l’attore,di origini siciliane, recitanella nostra lingua ac-canto al cantante Mar-co Mengoni e all’idolodelle ragazzine ZacEphron, in una favolaecologica tratta dal-l’omonimo libro perbambini scritto e illustra-to dal Dr. Seuss.Mister De Vito, co-me si è trovato a re-citare in italiano?

Ah, benissimo (esclama nella nostra lingua, ndr), nonvedevo l’ora di usare la vostra fisicità: la gestualità eil vostro linguaggio del corpo mi hanno sempre af-fascinato, e prendere parte a questa avventura “gre-en” mi ha divertito moltissimo. Credo che si debbaessere italiani per rendere al meglio in interpretazio-ni di questo tipo, specie quando si tratta di conferi-re alla fonetica la giusta dose di energia. Quando sidoppia, si dà letteralmente vita al personaggio, nonsi tratta solo di leggere un copione. E poi Lorax è pro-prio come me, piccolo e pieno di energie. Si spieghi meglio.Prestargli la voce è stato come portare a spasso unbambino di 12 anni, un gioco bellissimo.Conosceva già i libri dell’autore anglosassonenoto come Dr. Seuss?

DannyDeVito_Layout 1 09/08/12 13:20 Pagina 25

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ettembre, tutti in classe.Ma metti in una scuola darecord? Per il secondo an-

no, tocca agli alunni dell’Istitutocomprensivo Falcone Borsellinodi Calmasino, frazione di Bardo-lino, in provincia di Verona. Unaprimaria chiusa perché pericolan-te e ricostruita con tutti i crismi.Questo istituto, infatti, è la primascuola “verde” d’Italia, una no-vità assoluta che anticipa di otto

anni la direttiva europea. Come?Con un progetto condiviso daComune e Regione, costato 1milione e 600mila euro, finanzia-to per due terzi dal Veneto. La suapeculiarità è l’ambiente bioclima-tico in tutto e per tutto rispetto-so dell’ambiente. È un comples-so energeticamente autonomo,che si autoalimenta, costruito conlegno e vetro. Grazie all’impian-to geotermico può attingere ariain profondità: più calda d’inver-no e fresca d’estate, il che con-sente alla temperatura di rimane-re pressoché costante. Inoltre,l’edificio è stato concepito conun forte potere isolante che con-

voglia l’aria incanalata all’inter-no di pareti vetrate, pavimenti esopra il tetto nel mantenimentodi un clima sempre piacevole.Ne beneficiano ovviamente i bam-bini che, oltre a trovarsi tra le ma-ni un concentrato di tecnologia esostenibilità, possono impararesperimentando il concetto di be-ne comune. Nel complesso colpi-scono gli spazi ampi e luminosi egli ambienti esterni col prato al-l’inglese. Nelle classi, tutte dota-te di bagno autonomo, banchi esedie sono ergonomici e regola-bili per assecondare la crescita delbambino e le sue necessità. Nel-le intenzioni dei costruttori - gli Al-

legri - alla terza generazione d’im-prenditori, «la scuola dev’essere unposto sano in cui apprendere e in-segnare, un edificio ad alte pre-stazioni che affronti i temi della so-stenibilità e che faccia risparmia-re nei costi di gestione, liberandocosì risorse da investire nella for-mazione dei giovani». Tutto, nel-la mentalità di “ScuoleVerdi!”, ilformat cui fa riferimento l’istitu-to di Calmasino e che punta aestendere il concetto di “econo-mia verde” al resto delle scuole ita-liane. Un po’ come avviene in di-verse parti d’Europa.

Per info: www.scuoleverdi.it

[ AMBIENTE DI GIADA VALDANNINI ]

* COSTOTOTALE:1.600.000 EURO

S

Emanuela Antolini è il dirigente scolasti-co dell’Istituto e, ad un anno dall’inizio diquesto esperimento, le chiediamo qualcheconsiderazione.A un anno dall’inaugurazione della primascuola “verde” d’Italia, qual è il bilancio?Senz’altro positivo: i docenti segnalano un “be-nessere” relativo al “clima”, cioè alla tempera-tura costante in tutte le stagioni e all’aria de-purata. È importante sia per problemi allergi-ci, che in questi anni si stanno intensificando,sia per problemi respiratori frequenti nei bam-bini (bronchiti, asma). La struttura è costitui-ta da legno, fibre naturali e vetro: ottimo iso-lante acustico che assicura agli ambienti tran-quillità e silenzio. Inoltre, sono stati acquista-ti dei banchi ergonomici e alcuni medici han-no impostato i valori di riferimento per rego-lare l’altezza del banco e della sedia in base al-

la struttura fisica di ogni bambino. Questodovrebbe apportare benefici nella postura ealla colonna vertebrale.Oltre alla didattica convenzionale, i bambi-ni hanno imparato qualcosa di peculiare? Hanno incentivato l’utilizzo di materiali bio-degradabili e compatibili con il recupero/ri-ciclo. Infatti, durante le feste della scuola, siutilizzano solo bicchieri e posate biodegrada-bili, si forniscono ai bambini cibi naturali (yo-gurt, frutta, verdura, niente patatine e bibitegassate) e anche per la pulizia dei locali, dal

prossimo anno scolastico, si utilizzeranno so-lo detersivi altamente “bio”. In ogni aula c’èun grande monitor; stiamo acquistando leLim (lavagne interattive multimediali), fon-damentali per il rinnovo della didattica, e ilComune di Bardolino ha acquistato dei Pcportatili da sistemare su carrello, in modo cheogni bambino ne abbia uno sul suo bancoquando necessario. Dobbiamo ancora attiva-re il progetto relativo al frutteto della scuola.Ci sono regole particolari nella scuola?Ad ogni bambino è stato assegnato un ban-co personale che lo accompagnerà per tut-to il quinquennio della scuola primaria.Ognuno, così, è responsabilizzato e invita-to ad averne la massima cura. Ogni aula, poi,ha il suo bagno e i bambini sono così sem-pre controllati e chiamati a rispettare le re-gole di igiene personale.

regola:

IL RISPETTO1a

W LA SCUOLA “VERDE”«Il Veneto ospita la prima struttura scolastica a misura di bambino, costruita in legno, fibre naturali e vetro»

26 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

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Page 27: SETTEMBRE 2012

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50epiu9.2012posture 24-07-2012 10:17 Pagina 1

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orse è perché a vent’an-ni esiste solo il futuro. Haicosì poca strada dietro le

spalle, che t’interessa soloquella che ti si stende davan-ti. Chilometri di vita ancora dasrotolare. In tasca, un vocabo-lario dove nessuno ha ancorascritto la parola limite. Ven-t’anni. È più facile pensare l’im-pensabile a vent’anni. E cosìtremila ragazze e ragazzi, gliingegneri di domani e gli stu-denti di oggi, si sono dati ap-puntamento a Rotterdam, inOlanda, per presentare i veico-li costruiti con i compagni dibanco o di facoltà. Prototipi e sperimentali miniau-to da città. Vanno con l’ener-gia del sole, a idrogeno, a bio-diesel. Anche a benzina. Macon un litro di carburante fan-no centinaia - avete letto bene,centinaia - di chilometri. È la “Shell Eco Marathon”.Una babele allegra e colorata,una tempesta di creatività chesi scatena ormai da settanta-tre anni. Cominciò tutto con una scom-messa tra amici. Era il 1939 enegli Stati Uniti il fantasma

della Grande Crisi di dieci an-ni prima ancora agitava i son-ni degli americani. Il ricordodel crack ronzava nelle testecome un moscone difficile dascacciare. Fu in quel momen-to che i giovani ricercatori del-la Shell di Wood River, nell’Il-linois, decisero di cambiaremusica. E nelle loro menti en-trò un altro ronzio, ma genti-le: il suono del motore di au-to pensate per fare, con unsolo gallone di benzina, il nu-

mero più alto di chilometri chesi potesse immaginare. Da allora la “Shell Eco Mara-thon” ne ha macinate di mi-glia, e tutte con l’obiettivo diinquinare il meno possibile. Al-la ricerca della formula segre-ta per coniugare massima ef-ficienza del motore e minordispendio energetico.

[ AMBIENTE DI HELLIS MARTIN ]

LUNGO LE STRADE DEL FUTURO«Miniauto sperimentali e migliaia di chilometri che,in settantatre anni, hanno portato la “Shell EcoMarathon” dagli Stati Uniti all’Europa, fino all’Asia.Nell’edizione 2012, in Olanda, duecento squadre sisono sfidate a colpi di tecnologia, ecologia e design»

F

28 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

SOCI

ETÀ

di carburante alcuni prototipi arrivanoa percorrere persinocentinaia di chilometri.

Con 1 litroal Politecnico di Torinocon il suo prototipo aidrogeno: 337 km conl’equivalente di 1 kWh.

3° postoun’altra energia pulita che alimentaalcune miniautodell’eco-maratona.

Il sole:

«L’obiettivo èconiugare la

massima efficienzadel motore con ilminor dispendio

energetico»

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29SETTEMBRE 2012

di Torino, terzo classificato nel-la categoria “Prototipi”: conl’equivalente di 1 kWh, il loro si-luro alimentato a idrogeno hacoperto 337 km d’asfalto. Già,asfalto: niente superfici iperlevi-gate da velodromo, ma un cir-cuito cittadino, con tutte le mi-cro-asperità delle strade vere(magari con meno buche diquelle italiane). Ma l’essenza di questa marato-na non è solo la tecnologia. Ol-tre alla sfida dei cervelli - unaspecie di partita a scacchi a di-stanza tra i progettisti che han-no concepito le auto - c’è la piùclassica delle sfide, quella tra pi-loti. Qui però, più che spingeresull’acceleratore, conta non pe-

stare quasi mai il freno, lascia-re che la vettura scivoli via co-me un pattino sul ghiaccio. Erisparmiare energia. Per guada-gnare più metri possibile conta-no anche le traiettorie. Dunqueocchio ai sorpassi: tanti e fre-quenti, ma mai a costo di unospreco di carburante. Ogni momento della competi-zione si svolge in assoluta sicu-rezza. I veicoli non viaggianocerto a velocità da Formula Uno,ma i piloti indossano comun-que tuta e casco integrale. E so-prattutto, non si è ammessi al-la competizione senza aver su-perato il crash-test, la prova chegarantisce l’incolumità di chiguida in caso di incidente.

1939. I GIOVANI RICERCATORI DELLA SHELL DI WOOD RIVER, NELL’ILLINOIS, DECISERO DI CAMBIARE MUSICA{ }

Alla fine della competizione gliequipaggi sono stremati. Ci so-no piloti che dormono pacifici,sdraiati nel loro siluro. E altriche invece, chissà per quantenotti, non chiuderanno occhio:«Avevamo stretto tutti i bullo-ni - racconta uno degli studen-ti ai box - ma durante la gara sisono allentati». Come manda-re alto sopra la traversa a por-ta vuota. Un anno di lavoro infumo. Rabbia, delusione. Masanno che il prossimo anno po-tranno riprovarci. E che maga-ri proprio uno di loro, dopo averstretto bene tutti i bulloni, conun mezzo giro di chiave accen-derà, trattenendo il fiato, la pri-ma auto a impatto zero.

Un’alchimia che in questi settan-tatre anni ha portato la “eco-maratona” dagli Stati Uniti inEuropa e poi in Asia. E oggi cheil futuro fa tappa a Rotterdam,per la ventottesima edizione eu-ropea della competizione, le due-cento squadre in gara si sfidanoa colpi di tecnologia e design.Siluri ecologici in materiali legge-rissimi. Ma anche veicoli più ori-ginali, come un’automobilinasquadrata, sullo stile di quelladei Flinstones: questa non si spin-ge coi piedi, ma è lo stesso qua-si a impatto zero. E in più haun’allegra carrozzeria a righe co-lorate, un po’ cartone animatoe un po’ tenda da esterni. Ha saccheggiato a man bassa ilmondo della fantasia anche un’al-tra auto sorprendentemente pan-ciuta: potrebbe essere un elicot-tero senza elica, ma nella silho-uette si indovina anche la bale-na di Pinocchio. Scopriamo cheviene da Maranello. «Il nostroprofessore ama le forme dellanatura», ci dice uno degli stu-denti, chiuso in una tuta di unruggente rosso Ferrari. Con la fa-cilità di chi reciti le lettere dell’al-fabeto, snocciola un’avemaria diiperboli avveniristiche, tra cui lecellule fotovoltaiche di ultima ge-nerazione che coprono la codadella loro tecno-balena, cattu-rando i raggi del sole. Dei dodici equipaggi italiani ingara, due hanno tagliato il tra-guardo aggiudicandosi un tro-feo. L’Itip “Bucci” di Faenza havinto nella classe “GPL” tra leauto “con fisionomia cittadi-na”, cioè gli Urban Concept,percorrendo 245 Km con l’equi-valente di 1 litro di carburante.Con queste prestazioni, ora chela benzina sfiora i due euro allitro, sarebbe il sogno proibitodi tutti gli automobilisti italiani.Sul podio anche il Politecnico

[ LA CREATIVITÀ E

L’INTRAPRENDENZA DI TREMILA

STUDENTI HANNO DATO VITA

A COLORATE MINIAUTO

STILE CARTONE ANIMATO,AUTOMOBILINE “PANCIUTE” O SIMILI A SILURI. ]

Hellis_Layout 1 09/08/12 13:22 Pagina 29

Page 30: SETTEMBRE 2012

È ACERRA LA PIÙ BRAVA«A luglio il Consorzio Nazionale Imballaggi l’ha premiatacon il riconoscimento “Start Up”, nel concorso promossoper le realtà che si sono distinte nella raccolta differenzia-ta. Il motivo? Dal 2011 è passata da un timido 10 ad un62% di materie recuperate»

d Acerra, in pro-vincia di Napoli, nevanno orgogliosi. E

ne hanno ben motivo. So-prattutto in un momentodifficile come quello passa-to in Campania. Per nonparlare dello sversamento dimaterie inquinanti in unterritorio che gli antichi ave-vano chiamato Felix per laricchezza agricola.Verrebbe da chiedersi comeha fatto un piccolo Comu-ne (al centro anche di tan-te polemiche per il vicinotermovalorizzatore) ad ag-giudicarsi il primo posto frai “Comuni ricicloni”. La ri-sposta è semplice: coinvol-gimento della cittadinanzae cambio di strategia. Per passare, in appena unanno e mezzo, dal 10 al62% di raccolta differen-ziata, ha dapprima abban-donato il vecchio sistemadi raccolta, fatta in preva-lenza con contenitori stra-dali. Ha poi avviato il “por-ta a porta” per carta, vetro,multimateriale leggero (pla-stica e metalli), organico eindifferenziato.I vantaggi, visibili da subi-to, hanno incoraggiato gliAcerrani - proprio durantel’emergenza rifiuti - a farepiù attenzione con grandebeneficio del territorio. Così, alla premiazione, l’as-

«È il numero degli imballaggi che venivano recuperati nel 1998.Nel 2011 sono diventati 3 su 4»

SOCI

ETÀ

I RIFIUTI URBANI: VERE E PROPRIE MINIEREDAL 2000 AL 2011:+ 450% DI DIFFERENZIATA

Per saperne di più: www.conai.org

sessore all’Ambiente, Vin-cenzo Angelico, li ha ringra-ziati tutti, quali veri prota-gonisti del risultato rag-giunto. Senza di loro nonsarebbe stato possibile. Orasi mira al 65%, come hasottolineato il sindaco Let-tieri, con controlli semprepiù serrati contro sversa-menti abusivi e roghi. Dinotte Polizia Municipale eProtezione Civile, coordi-nate dall’assessorato al-l’Ambiente e all’Igiene ur-bana, pattuglieranno il ter-ritorio contro tali fenome-ni delinquenziali.Non è stato un giorno digloria solo per Acerra. Po-tenza e Sabaudia, che conil Conai hanno pianificatola raccolta, hanno ricevutola menzione speciale “Te-niamoli d’occhio”. Poten-za da una situazione in cuii rifiuti erano raccolti qua-si tutti insieme, con la sud-divisione del territorio in trearee principali (centro sto-rico, centro abitato e con-trade) ha raggiunto livelliinaspettati di efficienza eora punta al 65% di diffe-renziata. Sabaudia, con isuoi circa 20.000 abitanti,ha avviato un piano di rac-colta domiciliare che neiprimi mesi del 2012 ha por-tato la raccolta differenzia-ta intorno al 50%.

A

30 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

[ AMBIENTE DI VALERIO MARIA URRU ]

Conai lavora da sempre con gli Enti Locali perché gli imballaggi dellaraccolta urbana finiscano nella filiera del recupero. Ma perché organizzare un pre-mio? Per Walter Facciotto, direttore generale del Consorzio, serve a valorizzare l’im-pegno dei Comuni virtuosi, è un modo per riconoscere le buone pratiche dei cit-tadini e stimola le amministrazioni ad incentivare la differenziata. L’Accordo Anci-Conai, infatti, assicura il ritiro degli imballaggi garantendone l’avvio al riciclo. Unastrategia che trasforma i rifiuti urbani da problema a risorsa in grado di produrrenuova ricchezza, vere e proprie “miniere metropolitane”.

1su3

_Attualita_Layout 1 09/08/12 13:22 Pagina 30

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31SETTEMBRE 2012

pensione per aver lavorato in unPaese straniero. Per meglio conoscere i propri di-ritti in materia previdenziale, qua-le sia l’iter da seguire per ottene-re la pensione maturata all’este-ro, e quali i giusti interlocutori concui rapportarsi, abbiamo sentito ilparere del dottor Raimund Spies,dirigente del Drv Schwaben, il piùgrande dei quattro uffici di colle-gamento sul versante previden-ziale dell’Italia con la Germania,uno degli Stati verso il quale, sto-ricamente, il flusso migratorio èsempre stato altissimo. Cos’è la Deutsche Rentenver-sicherung Schwaben e qualisono le sue competenze?È uno dei tre istituti previden-ziali tedeschi, e si occupa, inmodo particolare, delle pen-sioni di coloro che hanno la-

vorato in Germania, anchese sono rientrati nel Paese d’ori-gine. Ecco, due terzi del nostrolavoro è proprio questo: funge-re da collegamento tra l’Italia,il Marocco, la Tunisia, Malta ela Germania, anche se il 90%delle pratiche svolte dai nostrioperatori è verso l’Italia. Verifi-chiamo la posizione previden-ziale dei lavoratori ed eroghia-mo la prestazione pensionisti-ca. Abbiamo un ufficio studispecializzato in questioni riguar-danti il lavoro e che svolge lapropria attività a favore di tut-ta la Germania. Non ci occupia-mo solo di pensioni ma anchedi sanità. Esiste, infatti, un set-tore dedicato a quei lavorato-ri che hanno bisogno di assi-stenza e di riabilitazione, e perquesto abbiamo quattro ca-

i meridionali italiani,trasferitisi in Germania, il 33% dei migranti(Dati Rapporto Italiani nel Mondo 2012).

Oltre 4.000è il numero degli italianiche risiedono in Germania(Dati al 1° Gennaio 2012 -Rapporto Italiani nel Mondo 2012).

639.283

»

[ ECONOMIA DI GIOVANNA VECCHIOTTI ]

ITALIANI ALL’ESTERO:PARLIAMO DI PENSIONE

il ritratto dei nostri concit-tadini che a tutt’oggi vivo-no all’estero, tratteggiato

dal Rapporto Italiani nel Mondo2012, stilato dalla FondazioneMigrantes. Giovani e meno gio-vani, uomini e donne uniti da unprogetto comune: trovare al difuori dei confini italiani una nuo-va opportunità. Di lavoro, di cul-tura, di vita. Tanti i connazionali “cittadini delmondo”, ma tantissimi anche co-loro che in Italia sono tornati e chetroppo spesso non sanno di avermaturato il diritto ad avere una

È«Sono oltre 4 milioni,di cui quasi la metà

(il 47,9%) donne. In 800mila contano più di 65 primaveresulle spalle, mentre

altrettanti sono coloroche hanno un’età

compresa tra i 50 e i 64anni. Il 15% risiede in

Germania, e oltre il14% proviene dal

Meridione, soprattuttodalla Sicilia, dalla Puglia

e dalla Campania»

[ A DESTRA, RAIMUND SPIES, DIRIGENTE

DEL DRV SCHWABEN. SOPRA E NELLE PAGINE

SUCCESSIVE, OPERAI

ITALIANI CHE LAVORANO

IN FABBRICHE TEDESCHE. ]

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Page 32: SETTEMBRE 2012

32 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

SOCI

ETÀ

se di cura che si trovano nella zo-na delle Alpi. Chi abita nella no-stra regione e ha avuto proble-mi di salute, può presentare do-manda di assistenza per poteressere reintrodotto nel mondodel lavoro. Viene visitato dai no-stri medici che lo inseriscono inun programma riabilitativo; nonsono cure termali, ma il lavora-tore viene assistito sia dal puntodi vista fisico che psicologico.Quanti sono i vostri operatorie quali le loro funzioni?Attualmente abbiamo oltre 800 im-piegati; di questi 60 sono ragazziche si stanno formando. Per il col-legamento con l’Italia sono 250 lepersone a disposizione e 4-5 tradut-tori bilingue che traducono in te-desco tutta la documentazioneproveniente dal vostro Paese. In so-stanza ci sono 15 team che lavo-rano per l’Italia.Naturalmenteabbiamo anchei medici che sioccupano delleperizie dei lavo-ratori che ne-cessitano cure,di cui parlava-mo poc’anzi. Quanti sono inostri conna-zionali che attualmente lavora-no in Germania?Ufficialmente quelli che lavorano epagano i contributi sono 180mila.Fino al 1971 gli italiani arrivati in Ger-mania erano 170mila; negli annisuccessivi se ne sono aggiunti altri100mila. Negli Anni ‘90 il flusso mi-gratorio ha subito un calo, attestan-dosi a 30mila migranti. Attual-mente sono 20mila gli italiani arri-vati qui. Altrettanti sono quelli tor-nati in Italia. Sono molte le domande dipensione presentate dai nostriconnazionali?Abbiamo 30mila domande al-l’anno che arrivano dall’Italia. E, at-tualmente, sono in pagamento300mila pensioni ogni mese. In to-tale mandiamo in Italia quasi unmiliardo di euro ogni anno.Però ci sono anche tanti italia-ni che percepiscono la pensio-

ne e sono ancora residenti inGermania... Si, anche se oggi sono molti dimeno rispetto al passato, perchéla maggior parte è rientrata in Ita-lia. E, comunque, ritengo che il20% degli italiani che presenta la

domanda dipensione qui inG e r m a n i adopo averla ri-cevuta, tornanel proprioPaese. Nei prossimianni questidati subiran-no delle va-riazioni?

Le domande di pensione dovreb-bero essere in aumento per i pros-simi 3-4 anni. Poi ci dovrebbe es-sere una situazione abbastanzastabile fino al 2020 (che vuol diresempre più di 30mila domande), edal 2020 in poi un forte calo.Qual è l’iter che un lavoratoreitaliano deve seguire per richie-dere la pensione presso di voi?Se l’interessato risiede in Italia, puòpresentare la domanda all’Inps chea sua volta l’inoltrerà per via telema-tica al nostro ufficio in modo tale chepossiamo calcolare l’importo dellapensione spettante. In alternativa illavoratore può rivolgersi ad un Pa-tronato che gratuitamente compi-lerà la domanda di pensione e la in-vierà all’Inps. In questa prima fasel’intervento dei Patronati è impor-tantissimo, soprattutto quando vie-ne richiesto di riempire modulicontenenti dati desunti dalla dichia-

«Ogni anno dallaGermania giungein Italia quasi unmiliardo di europer le pensionidegli italiani chevi hanno lavorato»

ANCONA 25 settembre 26 settembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 13.00 60121, Piazza Cavour 21Tel. 0039 0715081BOLZANO 27 settembre 8 novembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 16.00 39100, Piazza Vittoria 39Tel. 0039 0471996803MILANO 27 settembre 28 settembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 13.00 Direzione Provinciale di Milano20124, Via Melchiorre Gioia 22Tel. 0039 0267761PESARO 27 settembre 28 settembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 13.00 61100, Viale Gramsci 6/10Tel. 0039 07213581RAGUSA 06 novembre 07 novembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 13.0097100, Via L. Da Vinci 25Tel. 0039 0932679111ROMA 9 ottobre 10 ottobreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 16.0000100, Via dell’Amba Aradam 5Tel. 0039 0677381SIRACUSA 08 novembre 09 novembreINPS 9.00 - 16.00 9.00 - 13.0096100, Corso Gelone 90Tel. 0039 0931727111TORINO 25 settembre 26 settembreINPS Sede Regionale 9.00 - 16.00 9.00 - 13.0010121, Via Frola 2TRENTO 26 settembreINPS 9.00 - 13.0038100, Via delle Orfane 8Tel. 0039 0461886511

I PROSSIMI APPUNTAMENTICHE INPS E DRV STANNOORGANIZZANDO IN ITALIA{ }

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razione dei redditi. I loro operato-ri, infatti, sono in grado di compi-larli e di verificare che la documen-tazione da produrre sia completa,evitando così ritardi nell’erogazio-ne della pensione. La stessa proce-dura va seguita quando c’è da ve-rificare la propria posizione previden-ziale e l’estratto contributivo. In que-sto modo noi possiamo essere ve-loci ed erogare la pensione nel piùbreve tempo possibile. Quali possono essere le proble-matiche per l’inoltro delledomande di pensione in con-venzione, da parte dell’Inps? In linea di massima, si svolge tut-to con regolarità per quanto riguar-da le pensioni di vecchiaia e rever-sibilità: i modelli sono standard,quindi uguali per tutta Europa, e latrasmissione della documentazio-ne avviene per via telematica, per-ciò tranne qualche problema tec-nico che potrebbe rallentare la ri-cezione dei documenti non cisono grossi problemi. Un po’ diver-sa, invece, è la situazione per lapensione di invalidità. In questocaso abbiamo bisogno della peri-zia rilasciata dal medico in Italia chedovrà essere valutata dai nostri me-dici. È fondamentale anche inquesto caso, verificare che non cisiano periodi contributivi scopertiche potrebbero portare ad un ul-teriore rallentamento dell’erogazio-ne della pensione. Grandi difficol-tà si trovano, per esempio, nel rin-tracciare i periodi contributivi cherisalgono a prima del 1973, perchéall’epoca esistevano solo su carta.Se non abbiamo indicazioni preci-

se possono trascorrere anche deimesi prima di poter rintracciare tut-ti i periodi necessari a corredare ladomanda. Lo stesso problemasorge quando si tratta di periodi didisoccupazione o malattia. Chi la-vora in Germania dovrebbe sem-pre verificare che i contributi sianostati versati, anche se in pensioneci andrà tra vent’anni. È consigliabile, dunque, chei lavoratori controllino i pro-pri periodi contributivi pervedere se tutto è a posto? Certamente. L’interessato devepresentare la documentazione,così noi gli inviamo l’estratto con-tributivo in modo che possa con-trollarlo e dare conferma dell’esat-tezza dei dati. Come intendete informare icittadini che hanno lavorato inGermania sull’iter per la do-manda di pensione? Ogni anno con l’Inps organizziamoin molte città italiane delle “giorna-te di informazione previdenzia-le”, a cui possono partecipare siagli addetti ai lavori che i cittadini chedevono presentare domanda dipensione. A volte molti lavoratorinon sospettano neppure di avermaturato un diritto alla pensione.Aspettiamo proprio loro.

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[ ECONOMIA DI LORENZO MASINI ]

34 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

SOCI

ETÀ

Che la si voglia chiamare diver-sificazione o assicurazione, è cer-to che il prezzo dell’oro tende acrescere quando gli altri investi-menti cedono terreno. E chel’oro sia percepito come benerifugio lo dimostra il proliferaredi negozi che trattano oro e chesi offrono di acquistarlo e di ven-derlo. Un fenomeno in crescitache dimostra come, attorno almetallo prezioso, sia tornato uninteresse proprio in concomitan-za di una fase di incertezza del-l’economia (vedi box).

» La corsa dell’oroIl prezzo dell’oro, il cosiddettofixing, viene fissato a Londra duevolte al giorno, ma il prezzo se-guito dai mercati è quello delfuture, un contratto derivatoquotato al mercato Comex, consede a New York. Se si osserva l’andamento del-

er capire qual è il senti-mento, la percezione chehanno oggi i grandi inve-

stitori rispetto l’andamento deimercati, è utile osservare l’anda-mento dei prezzi dell’oro. Il cor-so del metallo giallo è conside-rato una proxy, cioè un indica-tore abbastanza fedele di comeil mercato percepisce il rischiodell’investimento.

» Un’assicurazione contro le incertezze dei mercati

Quando sul mercato si diffondeil timore di una crisi, i grandi ca-pitali si spostano verso l’oro,considerato uno dei beni rifugioper eccellenza. In uno scenariodi incertezza dei mercati, e quin-di di ribasso delle Borse, il me-tallo giallo è considerato un por-to sicuro dove parcheggiare gliinvestimenti in attesa che al-l’orizzonte torni il sole.

P«La vendita dell’oro, in questo particolaremomento, si sta diffondendo sempre piùanche tra i piccoli risparmiatori. Consigli enotizie utili per fare investimenti consapevo-li. Perché, come dice il proverbio, non è tuttooro, quello che luccica»

dollari l’oncia. Secondo gli esperti, l’ororaggiungerà tale prezzo entro la fine dell’anno.

1.840: IL METALLO

CHE NON TRADISCE

Oro_Layout 1 09/08/12 13:25 Pagina 34

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l’oro negli ultimi anni, si rimaneimpressionati per la progressio-ne del suo valore. Ad agosto del2002, quindi circa dieci anni fa,un’oncia (unità di misura anglo-sassone) al Comex era scambia-ta a 300 dollari. La media di mag-gio 2012 delle quotazioni è sta-ta di circa 1.600 dollari l’oncia,in pratica il prezzo in 10 anni èquintuplicato, una performancedel 500%. Ma la forte impenna-ta dei prezzi è avvenuta negli ul-timi anni. A maggio 2009, quin-di poco più di tre anni fa, le quo-tazioni del metallo giallo al Co-mex erano di 900 dollari l’oncia;a ottobre dello scorso anno han-no toccato il massimo a 1.900dollari l’oncia, un guadagno di ol-tre il 100% in tre anni.

» Le prospettiveMa quali sono le prospettive del-l’oro per i prossimi mesi? Se nel

secondo trimestre dell’anno lequotazioni hanno subito unacontrazione dovuta a venditespeculative, per i prossimi mesii prezzi sono visti nuovamentein crescita. In particolare, gli ana-listi di Goldman Sachs prevedo-no che entro la fine dell’anno ilprezzo dell’oro possa attestarsiintorno ai 1.840 dollari l’oncia.Anche grazie a una ripresa del-la domanda del metallo giallo,in particolare di India e Cina.Secondo le autorità doganali ci-nesi l’import di oro via HongKong, l’unico su cui esistano da-ti ufficiali, a maggio 2012 è cre-sciuto di quasi sette volte rispet-to all’anno precedente. Un bo-om che spinge molti analisti asospettare che Pechino stiaespandendo le sue riserve auree.Ecco perché nel medio periodoil prezzo dell’oro è visto nuova-mente in lievitazione.

Nell’ultimo anno sono spuntati un po’ da tutte le parti: so-no piccoli negozi che hanno una insegna che non lascia dub-bio sull’attività che svolgono, si chiamano “Compro Oro”oppure “Orocash”, o nomi simili. Sono attività, per lo più ca-tene in franchising, che commerciano in oro fisico, compra-no collane, bracciali, ecc. Secondo un’indagine dell’Adoc, nel-l’ultimo anno i “Compro Oro” sono aumentati del 15%; so-lo nella Capitale ci sono circa 250 negozi e se ne contano ol-tre 5.000 in tutta Italia. Sono il simbolo della crisi. Rispettoallo scorso anno è aumentato del 20% il numero di consu-matori che hanno venduto i propri gioielli presso un “Com-pro Oro”. Ma c’è anche chi compra oro perché, se da una par-te c’è chi ha bisogno di contante, dall’altra c’è chi ha i soldima non si fida a tenerli in banca, e così si rivolge al metallogiallo. Per evitare spiacevoli inconvenienti l’Adoc ha stilato unaspecie di catalogo per chi si volesse avvalere del servizio di que-ste attività: aggiornarsi costantemente sulle quotazioni dell’oro;fare attenzione se l’oro è a 18K (impuro, composto al 75%da oro e al 25% da altre leghe) o oro puro a 24K (spesso ilprezzo annunciato si riferisce a quest’ultimo, ma se si vuolevendere oro a 18K il prezzo va decurtato del 25%); pesare pri-ma il proprio oro da soli, su una bilancia digitale o presso ungioielliere specializzato o di fiducia, non è raro che nei nego-zi la bilancia segni un peso inferiore a quello reale; infine, dif-fidare di chi non chiede alcun documento per la compraven-dita: tutte le transazio-ni devono essere re-gistrate.

In situazioni d’incertezza dei mercati, i grandi investitori tendono a spostare la loro attenzione verso questo preziosometallo, considerato un porto sicurodove “far sostare” la liquidità in attesa di tempi migliori.

onostante il ribasso dellequotazioni dell’oro del primosemestre dell’anno, l’inve-

stimento nel metallo giallo potreb-be rivelarsi, secondo gli analisti, co-munque un affare nella secondaparte del 2012. Ma se un risparmiatore volesse investire nel-l’oro come potrebbe fare? Sgombriamo subito dal campo l’ipo-tesi di acquistare l’oro fisico. È sempre possibile e semprepiù facile, ma anche disagevole e poco conveniente. Suimercati finanziari è possibile puntare sul rialzo dell’orocon particolari strumenti finanziari quotati sulla Borsa Ita-liana, a partire da un investimento minimo di qualche cen-tinaio di euro, o anche meno.Tra certificati la scelta è ampia.Per vedere le quotazioni bastaandare sul sito di Borsa Italia-na e selezionare la voce: “Cw”e “certificati”. Per esempio, Rbsha quotato circa 20 strumentisul future dell’oro per scom-mettere sui rialzi (strumento

Bull) o sui ribassi (strumento Be-ar). Ma ci sono anche moltissimicovered warrant di Societé Gé-nérale e un interessante equityprotection di Bnp Paribas, chepermette di scommettere sull’oro

garantendo, comunque, la restituzione del capitale nomi-nale, a scadenza, in caso il prezzo dell’oro scendesse. Chi invece volesse puntare sugli Etf, anche qui la scelta èampia, ma gli strumenti su cui conviene investire sono quel-li che hanno come sottostante l’oro fisico. Per un motivo dinatura prettamente finanziaria, gli Etf che puntano sul fu-ture dell’oro non sono adatti ad un investimento di medio

e lungo periodo, ovvero daqualche mese a qualche anno.I due strumenti su cui si con-centrano gli investimenti mag-giori sono l’Etfs Physical Golde il Gold Bullion Securities, i cuiprezzi sono legati all’anda-mento del valore del metallofisico.

N GLI STRUMENTI PER INVESTIRE{ }

A.A.A. Compro oro

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NELL’AGENDA DELLA POLITICA, SPICCANO DUE ASPETTI IRRINUNCIABILI:

COSTRUIRE UN’UNIONE FISCALE E CONTROLLARE MEGLIO IL RUOLO DELLE BANCHE

Europa: le ragionidi una crisi

DI LUDOVICA DI TOMMASO

}

36 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

SPECULAZIONE IMMOBILIARE AMERICANAE FALLIMENTO DI LEHMAN BROTHERS:COSTO 1.200 MILIARDI DI EURO PER I CITTADINI EUROPEI. QUINDI, “DEFAULT”GRECO ED ESPLOSIONE DELLA BOLLA IMMOBILIARE, CON IL COINVOLGIMENTODI IRLANDA, SPAGNA E PORTOGALLO. L’EUROPA CI PROVA E TENTA LA STRADA DELLE RIFORME

{

Unione europea oggi conta solo il7% della popolazione mondiale, maè innegabilmente una delle maggio-

ri potenze commerciali. Secondo dati del2005, i suoi scambi con il resto del mon-do rappresentano quasi il 20% del volu-me complessivo dell’import-export. Circadue terzi degli scambi avvengono fra Pae-si dell’Unione, mentre Stati Uniti e subitodopo Cina sono i suoi maggiori partnercommerciali. Negli ultimi 50 anni, l’occu-pazione si è ridotta nei settori dell’agricol-tura e dell’industria, mentre è aumentatoil numero di coloro che lavorano nei ser-vizi. Eppure qualcosa a un tratto si è incep-pato e, a seguito della recente crisi eco-nomico-finanziaria, la disoccupazione è

L

«Doveva essere una nuova terra di opportunità.Questa era l’idea dei padri fondatori: superare le divisioni

con la libera circolazione di persone, idee e merci»

salita colpendo il 7,5% della popolazioneattiva. A tal proposito abbiamo intervista-to Thierry Vissol, economista, che dal 1985al 2002 ha lavorato come capo dell’Unità“euro” alla Commissione europea a Bru-xelles. Adesso è Consigliere speciale Me-dia & Comunicazione alla rappresentanzain Italia della Commissione europea.Dottor Vissol, perché questa crisi eco-nomica si è abbattuta sull’Eurozona eda cosa dipende?Le cause dell’attuale crisi economica so-no molteplici e risalgono in realtà a piùdi dieci anni fa. La zona euro è stata crea-ta (1993-2002) da Paesi con situazioni estrutture economiche molto diverse. An-che se i Paesi del Sud Europa hanno fat-

to sforzi per essere ammessi nella zonaeuro, avrebbero dovuto procedere a ri-forme strutturali (investimenti produttivi,riforme sociali e del mercato del lavoro,ecc.) che non hanno fatto. La politicamonetaria, quindi, è diventata unica, male politiche fiscali sono rimaste naziona-li. La convergenza economica sperata,come risultato delle regole di funziona-mento della zona, non è avvenuta per-ché le regole non sono state rispettate.Per alcuni Paesi, come Grecia e Italia, ildebito pubblico non è stato ridotto, no-nostante per l’Italia ci sia stato un con-tenimento del deficit pubblico primario.Nell’assenza di una sorveglianza euro-pea del sistema bancario, molte banchehanno fatto prestiti rischiosi, in partico-lare nell’edilizia, generando una bolla im-mobiliare. Nel 2007/2008 la crisi immo-biliare americana e il fallimento della Leh-man Brothers hanno creato un effetto acatena sul sistema bancario e finanziarioeuropeo. Per evitare il collasso di questosistema, che sarebbe stato una catastro-fe epocale, gli Stati sono dovuti interve-nire. Il costo netto per i contribuenti del-la zona euro (e per i bilanci pubblici) è sta-to di ben 1.200 miliardi di euro. A que-sto problema nel 2010 si è aggiunta la

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Page 37: SETTEMBRE 2012

37SETTEMBRE 2012

crisi greca, dovuta al malgovernodi questo Paese, poi, conseguen-za dell’esplosione della bolla im-mobiliare, la crisi in Irlanda, Spa-gna e Portogallo. Nonostante lemisure prese dall’Unione euro-pea, la lentezza dell’iter politico,l’impotenza della stessa Ue a con-trollare l’andamento delle politi-che fiscali nazionali, l’assenza diuna banca centrale in grado di fi-nanziare gli Stati (la Bce non ha ildiritto di essere la Banca di ulti-ma istanza, ad esempio come laFederal Reserve in America o laBank of England), tutti questi ele-menti hanno condotto gli opera-tori sui mercati finanziari a consi-derare che alcuni Paesi presenta-vano rischi di credito. Infine, l’ini-ziale volontà dei Paesi del Nord diimporre delle politiche di austeri-tà, in una situazione di rallenta-mento economico, ha portato al-la depressione economica.Perché “l’effetto domino” tragli Stati dell’Unione europea?Nel nostro mondo nessun Paesedispone più di una sovranità eco-nomico-finanziaria, sia per gli scam-bi di materie prime, energia, mer-ci e servizi, sia per i mercati finan-ziari. Tutti gli operatori economicie finanziari hanno interessi intrec-

ciati. Dunque, i legami tra Paesi o zone politiche sonoforti, particolarmente tra Europa e Stati Uniti. Se in Eu-ropa la crescita cade, ad esempio, compriamo menobeni e servizi americani; quindi diminuisce pure in Ame-rica. Cina, Giappone, India, Africa e Russia comincia-no a risentire degli effetti negativi della crisi europea.I media parlano molto di Fondo Salva Stati: co-s’è e come viene erogato? È un fondo autonomo creato dagli Stati dell’Eurozo-na per aiutare i Paesi in difficoltà, in cambio di misu-re di aggiustamento negoziate dall’Ue con il Paese ri-chiedente. I soldi a disposizione tramite questo Fon-do provengono dal contributo di tutti i Paesi membri,proporzionalmente al loro Pil. Il capitale è di 700 mi-liardi di euro. Finora (agosto 2012) sono stati quattroi Paesi che ne hanno beneficiato: la Grecia, la Spagna,il Portogallo e l’Irlanda.Quali sono state le ricadute di questa situazionesui cittadini europei?È chiaro che il risanamento dei conti pubblici è ades-so indispensabile. Poiché le politiche fiscali rimango-no nazionali, è competenza di ogni governo stabili-re i campi di azione, sia per le spese sia per le “ri-cette”, e assicurare una ripartizione proporzionale de-gli sforzi. L’austeri-tà da sola non puòrisolvere la crisi at-tuale, ma solo peg-giorarla. Aldilà del-le azioni di miglio-ramento del gover-no economico del-la zona euro, il con-trollo delle banche,il rilancio della cre-scita e l’abbassa-mento dello spread sono cruciali.Cosa sta facendo l’Unione europea e quali strate-gie sta attuando per uscire dalla crisi economica?Con tutti i loro vincoli democratici e tecnici, le istitu-zioni comunitarie stanno lavorando in tutti i campisopra elencati. Molto è già stato fatto, dagli aiuti pro-posti ai vari Paesi ai fondi per la crescita (120 miliardidi euro) fino all’evoluzione delle istituzioni per assicu-rare un controllo europeo delle banche, per costruireun’unione fiscale, per creare una tassa sulle transazio-ni finanziarie, modificare il ruolo dell’ESM per utiliz-zarlo come scudo anti-spread, ecc. Rimane molto da

fare per rendere operativo ilnuovo quadro politico, eco-nomico e finanziario dell’Ue.Ci vogliono tempo e volon-tà politica per abbandona-re parte della sovranità na-zionale. Ma visto che nes-suno vuole cadere nel pre-cipizio, questo stimolo sa-rà la via di uscita.

«La situazioneeconomica

europea orapesa anche sulle

economieemergenti come

su quelle piùsolide»

Ad agosto 2012hanno usufruitodel fondo SalvaStati: la Greciacon 102 miliardi,la Spagna con100 miliardi, il Portogallo con 52 miliardi e l’Irlanda con 42 miliardi. Se si sommanoanche gli aiutidel FondoMonetarioInternazionale siarriva alla cifracomplessiva di 485,5 miliardidi euro

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39SETTEMBRE 2012

ALLA RICERCA DEL FUMETTO PERDUTO«Erano semplici albi disegnati, oggi alcuni hanno un valoreche supera anche il milione di euro. Collezionare fumetti èdiventata una mania per veri, nostalgici, intenditori»

e pensate che i fu-metti siano solo unpassatempo per bam-

bini chiedetelo ai collezio-nisti. Vi risponderanno conun sorriso e con la quota-zione della loro raccolta. Come novelli Indiana Jo-nes gli amatori del fumet-to cercano rarità e pezzimancanti, orientandosi conla mappa dei prezzi che of-fre il mercato, basata suicriteri di nostalgia, qualitàdel prodotto e continuitànella pubblicazione.Ma qual è l’identikit del col-lezionista tipo? Adulto (unpo’ bambino dentro), tra i35 e 60 anni, una neces-saria disponibilità econo-mica, tecnologicamente at-tento e orientato al purodivertimento della ricerca.Per fare gli affari usa le astesu Internet, che oggi han-no sostituito le trattativepubbliche e private, untempo terreno di cacciaprediletto. Per dare un’ideadi quali siano i prezzi in cir-colazione è necessario fa-re un salto indietro nel tem-po e iniziare con gli “Albia striscia” diffusi nell’im-mediato dopoguerra. Uno

Se dovete fare un acquisto, è importanteorientarsi verso albi ben conservati. Si spen-

de un po’ di più all’inizio ma il pezzo prenderà più va-lore in futuro e sarà più facile trovare un acquirentenel caso vogliate rivenderlo. Se avete un budget limi-tato, utilizzatelo tutto su un fumetto anziché disper-

dere la somma in più testate. Se possibile, investite nei fu-metti più costosi. Gli albi costosi hanno, in genere, la ten-denza a costare sempre di più. Quelli di basso valore varran-no sempre poco e saranno sempre di facile reperimento. Mail criterio più importante è che qualsiasi quotazione è rego-lata dalla legge della domanda e dell’offerta.

QUALCHE CONSIGLIO PER CHI LI VUOLE COLLEZIONARE LE REGOLE PER UN BUON INVESTIMENTO

su tutti: un’avventura delCapitan Miki del 1951, IRangers del Nevada, se inottimo stato ha un valoredi oltre 800 euro. Per ri-manere sul classico, inve-ce, il primo numero del bo-nelliano Tex Willer vale unacifra vicina ai 2.000 euro,mentre una perla del 1962è il primo albo di Diabolik;il n. 1 del capostipite del fu-metto nero italiano, sem-pre in perfetto stato, valedai 3.000 euro in su. Seproprio si dovesse indica-re uno dei fumetti più ra-ri, è d’obbligo citare il To-polino Supplemento n. 1del 1933, Edizioni Nerbini;creato in bassissima tira-tura per ospitare le storiedel celebre topo Disneyche non trovavano spazionel giornalino tradizionale.Il costo? Quasi 5.000 eu-ro. Prezzi pazzi, di questitempi. Ma il collezionistadoc ha un’arma in più: ilfiuto per i comics di do-mani. La vera domandache si pone è: «Non impor-ta quanto valga oggi. Qualè il fumetto che avrà piùvalore in futuro?».La caccia è aperta.

SOCIETÀ

S

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CLASSIFICA ASSOLUTA DEI FUMETTI PIÙ RARI E COSTOSI DEL MONDO

01 Superman n. 1 (1938) € 1.122.687 02 Batman n. 27 (1939) € 1.114.61103 Superman n. 1 (1939) € 541.95904 Green Lantern n. 16 (1939) € 347.30605 Detective Comics n. 1 (1937) € 327.11406 Captain America n. 1 (1941) € 277.03707 More Fun Comics n. 52 (1935) € 255.22908 Flash n. 1 (1940) € 233.42209 Marvel Comics n. 1 (1935) € 201.92210 Spider Man n. 15 (1960) € 33.922

Fumetti_Layout 1 09/08/12 13:28 Pagina 39

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«Idee chiare, intraprendenza e passione. È così che ungiovane imprenditore reatino è riuscito a realizzare duedesideri: creare un birra artigianale con i frutti della suaterra e contribuire all’occupazione di giovani del luogo estranieri in fuga dalla guerra»

40 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

sono i birrificiartigianaliattualmente presentinel nostro Paese.

400a 24 gradi di temperatura consentono una gassatura naturale.

8 GIORNI

[ COSTUME DI STEFANO RIPERT ]

elle valli di Cittareale, in provincia di Rieti, ungiovane imprenditore, Claudio Lorenzini, famolto parlare di sé. Perché, innamorato di ciò

che fa, qui ha portato idee e lavoro. Nelle sue inizia-tive nel territorio della Sabina, che sono in gran par-te a carattere umanitario, Claudio mette cuore e pas-sione. Ed è probabilmente questo il successo di AltaQuota, uno dei suoi tanti sogni realizzati: una birraartigianale nata e fatta sul posto con l’acqua delle mon-tagne reatine - a quota 1.600 mt - e con orzo e far-ro coltivati a chilometri zero. È così che ha dato lavo-ro ai giovani del luogo e a ragazzi venuti da lontanoper sfuggire alla guerra. Ma procediamo con ordine prima di far visita al birri-ficio, perché da queste parti sembra che le buone ideenon siano così rare. Arrivati a Cittareale si fa tappa aquota 962 metri sul livello del mare: il nostro “cam-po base” è un bell’agriturismo dove ci accoglie Emi-dio Gentili. «Fin da adolescente mi ero riproposto dinon lasciare mai le mie radici. Ho visto i miei amici an-dar via perché era difficile tirare avanti solo con la ter-ra», ci spiega con calma davanti a un piatto di fettuc-cine al ragù di cinghiale. «Anche la mia famiglia, so-lo con la produzione del latte, faceva fatica. E allora,grazie a un corso sulla gestione e l’organizzazione del-l’imprenditoria agrituristica, siamo riusciti a far quadra-re i conti». Alla crisi delle borse e alla speculazione fi-nanziaria, Emidio risponde con la genuinità dei suoiprodotti, rigorosamente coltivati in azienda: il suo ve-ro punto di forza, però, sono la gentilezza e il sorrisoche scaturiscono dalla soddisfazione per quello che pro-duce e fa. Con il sapore del caffè in bocca, Emidio infuoristrada ci porta fino al birrificio per incontrare Clau-dio. Arriviamo in quota. Lo stabilimento è situato inuna struttura dismessa del vicino impianto sciistico diSelvarotonda. All’interno, l’aroma del luppolo, dell’or-zo e del farro si fondono al denso vapore sprigionatodai grandi bollitori in acciaio, che borbottano ripienidel prezioso contenuto. Claudio ci viene incontro e iniziamo subito a parlare deisuoi sogni: «La voglia di fare e realizzare ce l’ho sem-pre avuta. Alle superiori, mentre i ragazzi della mia etàgiocavano a pallone, io mi industriavo a far loro da di-rigente sportivo. Questo poi si è rivelato il mio stile divita: creare ricchezza con idee e principi che, in primis,dovevano soddisfare la mia coscienza».Stiamo parlando di etica?Quella, senza ombra di dubbio, ma non solo... Ad uncerto punto ho deciso di cambiare vita. L’idea di pas-sare tutta la vita dietro alla scrivania strideva un po’ trop-po con le mie prospettive. Mi piace il contatto con lagente, con le diverse culture delle persone. Credo diaver dimostrato che etica, economia e solidarietà pos-

N

SOCI

ETÀ

BIRRA AD ALTO CONTENUTO DI PASSIONE

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adesso, è con noi al birrificio. Lo vedi alle fiere,a vendere birra e parlare in italiano coi clienti.Azar che, se gli chiedi se ha un sogno, ti rispon-de: «Vedere Venezia». E poi naturalmente ci so-no i ragazzi e le ragazze di qui. Che adesso nonse ne vanno più. Quante persone lavorano per Lei?Tra il birrificio e le altre attività ho 31 dipenden-ti. Metà italiani, metà stranieri.Ha da subito puntato in campi economici piùrischiosi e meno battuti?Mi piace andare contro corrente. Molti progettidi integrazione in Italia puntano sull’informatica,sulle nuove tecnologie. Noi, invece, abbiamoscelto l’agricoltura. Mi piaceva l’idea di riutilizza-re cose vecchie. Così siamo partiti dal recuperodi serre abbandonate da oltre vent’anni: cinque-cento metri quadri.Quindi in principio fu l’orto...Abbiamo cominciato con una piccola serra aPoggio Moiano, sempre in provincia di Rieti, pian-tando dagli ortaggi ai fiori. Senza saperlo, però,avevamo seminato anche un piccolo miracolo:da quando i ragazzi rifugiati che partecipavanoal progetto hanno cominciato a lavorare con laterra, la vita dentro di loro ha ripreso a fluire. Ve-nivano dalla Somalia, dalla Nigeria, dall’Afgha-nistan. Le loro emozioni, congelate dalla guerra,si sono sciolte man mano che le piante cresce-vano. La speranza è anche solo piantare una fi-la di fagiolini, innaffiarli e scoprire all’improvvisoche hai voglia di venderli perché ti senti parte diun progetto comune. Con questa carica abbia-mo contagiato anche i clienti. In paese c’eranodue frutterie e, a pochi chilometri, quattro cen-

sti ragazzi ancora vivono e lavorano a PoggioMoiano. Dai comuni è arrivata per noi la corni-ce perfetta entro cui operare: il progetto Falacri-na a Cittareale, ad esempio, e il progetto Sabi-na dell’Unione dei Comuni dell’Alta Sabina (en-trambi finanziati dal Fondo Nazionale per le Po-litiche e i Servizi d’Asilo, previsto dalla legge189/2002 n.d.r.).In tutti questi anni quante persone hannobeneficiato delle vostre iniziative?Dal 2001 ad oggi quasi 300 persone hanno fat-to parte del progetto di accoglienza. Alcuni so-no rimasti sul territorio. Un gruppo, ad esempio,ha imparato a potare: abbiamo chiamato comeinsegnanti gli anziani del posto. A Cittareale, poi,vive ormai da qualche anno anche una famigliakosovara. Moglie e marito lavorano entrambi ei due bambini vanno a scuola qui nel paese.Com’è nata la scommessa sulla birra, anchein considerazione del luogo scelto per pro-durla... a 1.600 metri?Il nostro è un laboratorio sperimentale. L’abbia-mo messo lì dove, dall’alta valle del Velino, sgor-ga l’acqua pura di sorgente, primo ingredientedella nostra birra. D’altronde ci sono 400 birrifi-ci artigianali in Italia; anni fa erano solo quaran-ta. Sarebbe una follia affrontare quest’avventu-ra se non mettessi nella mia birra un ingredien-te unico, dichiarato anche sull’etichetta: “Birra adalto contenuto di passione”. Questo perché pri-ma di investire capitali devi investire le tue ener-gie. Io ragiono così: prima di mettermi in giocoper qualcosa, voglio sapere come si fa. Mi devoinnamorare del prodotto. Non puoi vendere unacosa che non senti tua.

tura artificiale: l’immediato gonfiore e il cerchioalla testa. Poi è un prodotto fortemente legatoal territorio, anche per le materie prime, dall’ac-qua al farro, di cui abbiamo recuperato le anti-che varietà. Non essendoci aggiunta di gas, lafermentazione avviene in bottiglia: ci voglionootto giorni in una stanza alla temperatura co-stante di 24 gradi. È questo che dà la gassatu-ra totalmente naturale.Otto giorni “non produttivi” quindi...Se vuoi fare la qualità devi penalizzare parte delguadagno immediato: arrivi sul mercato con ot-to giorni di ritardo rispetto alla bottiglia indu-striale, che può essere stappata il giorno dopol’imbottigliamento. Ma la qualità ti rende co-munque competitivo. E quelli di Slow Food lohan-no apprezzato se, dopo un’attenta e meticolo-sa ispezione da parte di un tecnico, ci hanno in-seriti nella loro prestigiosa guida delle birre.Tra gli anziani, di solito, è più radicata latradizione del vino. La gente del posto be-ve questa birra?In un certo senso l’hanno assaggiata anche le muc-che... Gli scarti della cottura della birra, cioè le treb-bie, vengono infatti presi dagli allevatori del pae-se che li offrono agli animali. In principio c’era mol-ta diffidenza, ma adesso...Le mucche gradiscono?Arrivano di corsa... e sono contento. C’è perfi-no chi mi ha detto: «Con le trebbie la mia muc-ca ha la pelle più liscia». Ma al di là dell’impro-babile effetto beauty farm per gli animali, la co-sa che davvero mi sta a cuore è il processo: il far-ro bollito torna alla mucca, che concima la terrada cui nasce il farro. E il cerchio si chiude.

sono convivere benissimo. Possono rilanciare unterritorio e creare ricchezza.Impresa ardua, rischiosa di questi tempi...Credo in quello che faccio. Ho cominciato dal so-ciale, dal mondo dell’immigrazione, dell’acco-glienza e dell’integrazione. Fin dall’inizio la sfidaè stata aiutare questi ragazzi che venivano da zo-ne di guerra, con traumi incredibili nascosti in unangolo di cuore, a integrarsi e trovare lavoro. In-somma, a far diventare vera quella nuova vita cheavevano immaginato nel nostro Paese. Ma poi il futuro dei ragazzi qual è?Qualcuno è andato via, qualcuno è rimasto. Co-me Azar, che è fuggito dall’Afghanistan per nonessere arruolato dai Talebani come suo padre e,

tri commerciali. Eppure la gente veniva da noi. Come avete superato la diffidenza iniziale,i timori legati a ciò che non si conosce?Non è stato facile superare la diffidenza dellepersone. C’era l’ostacolo della lingua, di culturediverse che entravano a contatto. Se al bancoc’erano ragazzi somali, afghani, turchi e uno so-lo del paese, tutti i clienti istintivamente andava-no da quest’ultimo. Allora abbiamo capito chedovevamo cambiare approccio, togliere il para-cadute, e alla vendita abbiamo messo solo i ra-gazzi stranieri. A contatto diretto col pubblico. Al-l’inizio sbagliavano il resto, non sapevano com-pilare bene le ricevute. Abbiamo preferito per-dere qualcosa e guadagnare in fiducia. Oggi que-

«Credo di aver dimostrato che etica, economia e solidarietà possono convivere benissimo»

Ci racconta qualcosa in più della lavora-zione?La nostra è una birra artigianale non pastorizza-ta, non microfiltrata, rifermentata in bottiglia,senza aggiunta di conservanti e additivi. Ma, so-prattutto, non aggiungiamo anidride carbonicanel momento della chiusura.Perché tutte queste accortezze?Innanzitutto, non immettendo anidride carbo-nica evitiamo gli effetti collaterali di una gassa-

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SOCI

ETÀ

ue misure di birra.Una misura di birra almiele di datteri. Una

misura di vino di datteri...». Unaricetta esotica? Non proprio. Èla lista che appare su una lastradi marmo dell’antico Egitto, nel-la quale sono elencati il cibo ele bevande che il defunto do-veva portare con sé nell’aldilà.E come si può vedere la birra eratra questi. Se si credeva che labirra fosse una bevanda creatanegli ultimi secoli, c’è da ricre-dersi. La sua storia affonda le ra-dici nell’antichità. È così anticache la sua “creazione” se lacontendono i Sumeri e gli uo-mini primitivi. Sì, perché alcunistudiosi dell’Università di Man-chester hanno trovato in villag-gi risalenti al 9.000 a.C., stru-menti il cui impiego poteva es-sere finalizzato alla trasforma-zione del grano in malto, fon-damentale nella birra.

Di certo si sa che i Sumeri pri-ma e i Babilonesi poi, furonograndi produttori e consumato-ri di birra, tanto che nel codicedi Hammurabi (XVIII secolo a.C.)venivano date delle precise in-dicazioni di legge sulla sua fab-bricazione e vendita, condan-nando persino alla pena capi-

tale chi l’annacquava o aprivauna rivendita senza chiedere inecessari permessi. Fu allorache vennero istituiti i primi ma-stri birrai della storia, che pre-paravano tanti tipi diversi di bir-ra: chiare, scure, dolci, aroma-tiche... E ad ogni tipo un nomeper distinguerla: bi-se-bar, quel-

la d’orzo; bi-gig, la scura; bi-gig-dug-ga, scura di qualità; bi-kal, la migliore in assoluto. Non da meno furono gli Egizi,che la consideravano un donodel dio Rie. Anche loro ne ave-vano di varie tipologie, ma quel-le riportate più di frequente neitesti sono tre: la zythum, chia-

Come servirlaIl bicchiere va accuratamentelavato e passato nel bagna-bicchieri, per far abbassare lasua temperatura e renderla più simile a quella della birra.

Niente frigorifero!Le chiare leggere vannobevute a 5-7 gradi, le fruttatee le aromatiche di mediocorpo a 7-9 gradi; quellemolto forti a 14-18 gradi.

Niente luce...La birra va conservata in unambiente asciutto, ben aeratoe lontano dalla luce. Perquesto le bottiglie hannovetro ambrato o verde scuro.

Non invecchia...Va consumata entro 18 mesidalla sua produzione e il prima possibile dopol’apertura della bottiglia.Se in barile, entro 2 giorni.

[ COSTUME DI GIOVANNI ORSO ]

* CON O SENZA SCHIUMA?

TUTTA LA BIRRA DEL MONDO«Alcune scoperte potrebbero spostare molto indietro, al 9.000 a.C.,la prima “bevuta” di birra. È certo che Sumeri, Babilonesi ed Egiziani la producevano e la consumavano in grandi quantità. E Hammurabi nel suo Codice puniva persino chi osava annacquarla»

[ EDO

UARD

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T, 18

78. (

PART

ICO

LARE

)]

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ra, la curmy, più scura, e la sà,di cui si servivano solo il farao-ne e i sacerdoti nei riti religiosi,come anche nei funerali, du-rante i quali recitavano:«...È tri-ste salire sulla barca di Rie sen-za speranza di trovare zythume curmy in abbondanza comevorrebbe l’anima tua...». Al-l’epoca tutti avevano la loro ra-zione di birra, persino i bambi-ni, che venivano nutriti con bir-ra annacquata quando la ma-dre non aveva latte, e durantela scuola venivano date loro del-le piccole anfore come conte-nitori di birra. Gli operai, peresempio, ricevevano birra in ag-giunta al salario e durante lagiornata lavorativa: ogni tre oregli uomini liberi, due volte algiorno gli schiavi, una volta iprigionieri di guerra.Beh, dopo questo tuffo nella

{ PER SAPERNE DI PIÙ:WWW.MONDOBIRRA.ORGWWW.BEERPASSION.ITWWW.HOBBYBIRRA.INFO }

storia, una bella birra con tan-to di schiuma ci vuole proprio...Schiuma? Attenzione, non tut-ti spillano la birra allo stessomodo. Per gli inglesi la birra vaservita rigorosamente senzaschiuma, tranne la Guinnes, lacui schiuma è considerata una“crema”. Quindi bicchiere incli-nato appena aperto il rubinet-to e via così fino alla fine. Nonla pensano così i tedeschi: po-ca birra nel boccale, ci si ripo-sa per far ridurre il quantitati-vo di schiuma, ancora poca bir-ra, e poi un ultimo getto vigo-roso che fa debordare “il bian-co cappello”. Gli olandesi, in-vece, tengono il boccale incli-nato sotto il flusso e una voltariempito tolgono la schiuma ineccesso con un bel colpo dispatola. Come dire: «Paese chevai, usanze che trovi».

li anni a cui si riferisco-no le testimonianze ripor-tate ne Il mangiare di una

volta, primo volume della colla-na Le Perle della Memoria era-no ancora segnati da una diffu-sa indigenza alimentare: non esi-stevano beni alimentari super-flui, tutto andava consumato. Ivalori e i modelli di comporta-mento, caratteristici delle cultu-re tradizionali delle diverse partid’Italia, presentavano notevolidifferenze ma anche profondeanalogie... Affinità e contraddi-zioni che in questa ricerca sonostate fedelmente registrate.

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{ IL MANGIARE DI UNA VOLTA }DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO PRESSOIL MIO DOMICILIO N. _____ COPIA/E DEL VOLUMEAL COSTO DI EURO 10,32 A COPIA (*) + SPESE SPEDIZIONE (**)

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(**) Per ordini fino a un massimo di 5 volumi, le spese di spedizione ammontano a:- 5,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca;- 10,00 euro per tutti gli altri interessati.Per ordini superiori ai 6 volumi, le spese di spedizione ammontano a:- 10,00 euro per i soci, i ricercatori e le Università che hanno collaborato alla ricerca;- 20,00 euro per tutti gli altri interessati.

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❏ Socio 50&Più - Tessera n°

(BARRARE LA CASELLA INTERESSATA)

D’ORDINE

Università Terza Età / Iscritto ricercatore❏

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«Internet non è solo grandi marchi, famose griff. Nellospazio virtuale della Rete si affacciano giovani e intra-prendenti designer che trovano un canale di esposizionee vendita dei propri prodotti, una vetrina in cui lancia-re magari il proprio brand, a volte diverso ma comun-que interessante rispetto alle grandi case produttrici»

in cui è possibile trovare capi fir-mati e accessori non solo dellenuove collezioni, ma anche del-le stagioni passate a prezzi com-petitivi. Consapevoli dell’infinitacapacità della Rete di coglieretendenze emergenti e promuo-vere nuovi stili e, alla ricerca diuna propria visibilità, sono mol-tissimi i giovani designer che de-cidono di confrontarsi con que-sto modo di intendere la moda,sperando di trovare un loro ca-nale di vendita tra questi colossimultinazionali. La fiorentina Clara Longobardo,dopo essersi guadagnata negli an-

ni stima e credibilità da parte de-gli addetti ai lavori con i suoi abi-ti scultura esposti nei principaliexpò italiani, ha creato nel 2007il marchio “Kikkafi” puntandoproprio sulla strategicità del webdi offrire esperienze digitali coin-volgenti in grado di convertirel’utente in cliente.Come nasce la tua passioneper la moda, come si è realiz-zata nel tempo fino alla crea-zione del tuo marchio?In verità nasco come costumistascenografa e ancora oggi faticoa definirmi una “stilista”. Ho de-ciso circa cinque anni fa di prova-

SUL WEB SFILA TUTTO IL MADE IN ITALY MIGLIORE

E LA RETE ACCOGLIE TENDENZE E PROMUOVE STILI IN CERCA DI VISIBILITÀ

DESIGNEREMERGENTI

on è una novità che ilmondo della moda siasempre più legato alle tec-

nologie informatiche e in parti-colar modo al web, luogo vir-tuale che permette, attraversoapposite campagne pubblicita-rie e la vendita dei propri prodot-ti on-line, significativi incremen-ti di fatturato per i grandi mar-chi del Made in Italy e non solo.Aziende come Gucci, RobertoCavalli ed Emporio Armani van-tano consolidati flagship storesvirtuali, frequentatissimi anchedal jet set internazionale, e uti-lizzano piattaforme multibrand

N re a riversare la mia esperienzateatrale nella moda. Non è un ca-so, infatti, che con le mie colle-zioni provi a giocare con i coloriproprio come un pittore farebbecon i suoi dipinti e non ho pauradi mixare i tessuti classici con imateriali più strani e innovativi,proprio come farebbe uno sculto-re con le sue opere.Cosa pensi della possibilità peruno stilista emergente di ave-re una vetrina a portata di clickdove esporre e mettere in ven-dita le proprie creazioni?Il web può essere un grande aiu-to nel commercializzare una nuo-

DI BARBARA DI SARNO

MODA ON LMODAON L

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va ditta, ma va saputo usare e vaaffiancato, almeno all’inizio, ad al-tri siti che hanno già una loroclientela e una vasta popolarità.Nel mio caso è stato importante- per chi, come me, ha poca di-mestichezza con internet - esser-mi affidata ad un bravo web de-signer che realizzasse non solo

una boutique virtuale in gradodi rappresentare lo spirito delmarchio, ma che tenesse ancheconto di quei passaggi chiave ne-cessari a rendere il tutto più frui-bile anche a chi vi capiti per ca-so e ne rimanga incuriosito. Come si svolge il tuo lavoroe come è organizzato a livel-

lo stilistico, logistico e finan-ziario?Come spesso accade qui in Italiaposso contare su un vero e pro-prio team formato famiglia. Per laparte finanziaria ho potuto con-tare sin dall’inizio sull’apporto con-creto e umano di mia madre che,peraltro, è stata la prima a sug-gerirmi l’idea di un website e aspronarmi a lanciarmi in questonuovo business. Mio marito, inve-ce, è una figura fondamentaleper tutto ciò che riguarda il mar-keting e la comunicazione. Per laproduzione degli abiti mi sononecessariamente affidata a ditteesterne toscane che purtroppoperò non ci hanno facilitato nei co-sti come ci si aspetterebbe peruna ditta alle prime armi. Fortedella convinzione che il Made

[ SOPRA, CLARA LONGOBARDO,COSTUMISTA SCENOGRAFA, ORA STILISTA,

NEL 2007 HA CREATO IL MARCHIO

“KIKKAFI”, PUNTANDO SUL WEB. IN QUESTA PAGINA, ALCUNI MODELLI

DELLA SUA COLLEZIONE. ]N LINEN LINE»

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LA VIRTUALITÀ DA UNA PARTE AGEVOLA CHI ACQUISTA

DALL’ALTRA RICHIEDE MAGGIORE SFORZO PER RENDERE IL FASCINO DELL’OGGETTO

in Italy debba essere al 100% enon al 30% come accade in al-tre aziende di moda, ho dovutocedere ma non senza sacrifici.Tutta questa virtualità nellamoda se da una parte agevo-la il consumatore nell’acqui-sto, dall’altra forse toglie qual-cosa a chi - non ancora famo-so - realizza le proprie collezio-ni puntando sulla particolari-tà di un tessuto o sull’origina-lità di una lavorazione che, an-che una bella foto e una de-scrizione accurata, non posso-no rendere compiutamente. La vendita virtuale di un prodot-to deve sicuramente tener contodell’esigenza di restituire a livellofotografico il fascino, l’esclusivitàma anche la portabilità di un ca-po d’abbigliamento o di un acces-sorio. Tuttavia la caducità preco-ce delle cose che compriamo, lavelocità con cui un prodotto vie-

INTERVISTA A FRANCESCO REGIS

ra il 2000 quando dall’intuizione diFederico Marchetti nasceva Yoox.com,azienda italiana specializzata nell’e-

commerce di moda e design multibrand che,nel corso degli anni, è riuscita ad imporsisul mercato mondiale on line distribuendo,ad oggi, in oltre 100 Paesi nel mondo e van-tando filiali sparse in ben tre Continenti. A

distanza di oltre dieci anni, questo esempioha fatto scuola e sono molti i giovani che silanciano in questa forma di imprenditoria vir-tuale. «Internet è il futuro. Ora ci sono sem-pre più strumenti che danno la possibilità diaccedervi come tablet e smart phone - af-ferma il ventiquattrenne Francesco Regis, ti-tolare del neonato Clubandia.com - e noi ci

stiamo già attrezzando mettendo in cantie-re la nostra applicazione che darà la possi-bilità di acquistare i prodotti del nostro sitodirettamente dal proprio cellulare e da altridispositivi mobili. Per la promozione pubbli-citaria ci stiamo invece muovendo attraver-so newsletter, social network e il nostro blog:onemillionews.com».Come è nato questo progetto e qualisono i vostri obiettivi?Clubandia.com è un outlet online basato suun concetto di “vendita ad evento” in cui ibrand presenti sul sito verranno messi in“vetrina” per circa una settimana, offrendoai soci registrati la possibilità di accedere inesclusiva alle vendite delle migliori firme delMade in Italy e non solo a dei prezzi davve-ro convenienti. Tra le prime cose che imple-menteremo ci sarà il t-shop: sempre vetrinevirtuali ma con collezioni “limited edition”. Quali sono state le fasi principali chehanno portato alla creazione di que-sta azienda? Prima di tutto è stata ideata la parte gra-fica del sito in modo tale da capire benele logiche del DataBase da applicare. Ne ab-biamo quindi commissionato ad una socie-tà la creazione vera e propria ed è in que-sta fase che ho conosciuto il mio socio,

Quando IDEE virtuali creano opportunità REALIE

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ne rimpiazzato soprattutto in rete dalla novità del mo-mento a scapito a volte di certe tradizioni sartoriali,dovrebbero essere per noi designer una spinta ad edu-care il pubblico nel migliore dei modi, e non porta-re noi ad essere educati dal consumismo della clien-tela. Certamente mi sento, comunque, di riconosce-re la vastità di pubblico che il web regala anche a noirealtà minori. Continuo a rimanere sorpresa ancoraoggi dei contatti ricevuti sul mio sito da ogni partedel mondo: Cina, India, Russia... Come vedi il tuo futuro di giovane stilista e im-prenditrice? O forse, di questi tempi, sarebbe me-glio dire: come e dove? Io mi vedo a Barcellona dove con mio marito vor-remmo realizzare - con la prossima apertura delnostro primo concept store che proceda di pari pas-so al nostro sito - una comunità creativa che dia luo-go e sfogo a diversi tipi di artisticità. L’idea rimanesempre quella di un’atemporalità di capi e acces-sori che non segua la volubilità delle stagioni dellamoda, ma si adatti a tutte le situazioni prestando-si a mille abbinamenti. L’occhio e la fantasia delnostro cliente saranno quindi lo step finale di crea-zioni che mirano all’unicità. Le idee sono sempre tan-te, anzi tantissime. Nella moda è importante nonfermarsi mai, avere sempre nuove idee, gettarsi,sbagliare e “ricominciare da tre” come direbbe Troi-si e non da zero, perchè qualcosa di buono e di so-lido c’è sempre.

Comprare in totale sicurezzaÈ la contrazione di “electronic commerce” e indica la compravendita di beni e serviziche avviene attraverso il web con pagamenti on-line. La sicurezza del Server a cui ci sirivolge è garantita dall’indirizzo HTTPS che identifica l’area protetta, e da uno specifi-co protocollo che crittografa i dati dei clienti contenuti nell’ordine d’acquisto. La nor-mativa italiana prevede che tutti i siti di commercio elettronico riportino nella homepage la partita Iva e la denominazione dell’azienda. I siti più importanti di e-commer-ce hanno un certificato digitale che consente di verificare l’autenticità del sito visitato.

Ma quanto guadagna la moda in Rete?Secondo i recenti dati diffusi da Netcomm e School of Managementdel Politecnico di Milano, nel 2012 il settore moda dell’e-commerce hariscontrato una crescita del 30% e si prevede il superamento della so-

glia del miliardo di euro di fatturato entro la fine dell’anno. Capi di ab-bigliamento e accessori rappresentano un terzo dell’export di prodotti e ser-

vizi italiani venduti On Line ai consumatori di altre nazioni, con netta prevalenza (80%)del comparto lusso. La grande diffusione di cellulari di nuova generazione sempre piùsofisticati e di tablet sta rendendo questa tipologia di fashion business sempre più ver-satile. Sono, infatti, numerosissime le aziende del Made in Italy presenti con le loro ap-plicazioni su iPhone e iPad. Il futuro dello shop virtuale è mobile.

!

Stefano Esposito, che è stato entusiasta di entra-re a far parte del progetto. Quando il website eraquasi pronto siamo andati a costituire la societàdavanti a un notaio. È stato un momento moltoemozionante per noi, perché stava diventando tut-to ufficialmente reale.Quali e quante persone lavorano dietroClubandia.com?Quasi tutti i nostri collaboratori sono nostri ami-ci che hanno sposato il progetto e sono tutti pre-parati e specializzati in qualcosa. Abbiamo unprogrammatore che si occupa della parte back delsito, una ragazza che cura tutta la parte social eil blog, un fotografo professionista per gli shoo-ting, una buyer che ci aiuta nel reclutamento deibrand; poi ci siamo io e Stefano che coordinia-mo il tutto dividendoci tra intensissime giornatedietro una scrivania a contattare fornitori e viag-gi in Italia e all’estero per non perderci nemme-no una fiera. Il commercio virtuale è un impegnomolto, molto reale.

Nel 2012 il settore moda dell’e-commerce ha riscontrato una crescita del 30%

E-COMMERCELA NUOVA FRONTIERA

[ L’ATTRICE ELLE MACPHERSON, IN ALTO, INDOSSA CAPI DELLA

LINEA ERMANNO SCERVINO;SOPRA, LA CANTANTE KYLIEMINOGUE CON UNA BORSA

FIRMATA ROBERTO CAVALLI. ]

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DAL 22 AL 29 OTTOBRE 2012 - 8 GIORNI / 7 NOTTI

Le quote comprendono: Viaggio ae-reo per Tel Aviv e ritorno (voli speciali)- Visto d’ingresso in Giordania - Trasfe-rimenti in pullman - Visite ed escursio-ni come da programma - Ingressi - Si-stemazione in alberghi di Ia categoriain Giordania e IIa categoria in Terra San-ta - Pensione completa dalla cena del1° giorno alla prima colazione dell’8°giorno (bevande escluse) - Portadocu-menti - Accompagnamento pastorale- Radio-guide per le visite in Israele - As-sicurazione: assistenza, rimborso spesemediche, bagaglio, annullamento e ri-facimento viaggio.Le quote non comprendono: bevan-de, mance, escursioni non previste nelprogramma, spese personali e tuttoquanto non sopra menzionato.

Documenti: per i cittadini italiani è ri-chiesto il passaporto valido per alme-no 6 mesi dopo la data di inizio viag-gio.

1° giorno - 22 ottobre: Partenze per NAZARETHPartenza in aereo da Milano e Roma per Tel Aviv.Trasferimento in pullman a Nazareth e sistema-zione in hotel. Cena e pernottamento.2° giorno - 23 ottobre: NAZARETHAl mattino escursione al Monte delle Beatitudi-ni, Tabga e Cafarnao, la Sinagoga e la casa di Pie-tro. Nel pomeriggio visita di Nazareth: la nuovaBasilica, la Grotta dell’Annunciazione e l’annes-sa Chiesa di S. Giuseppe. Pensione completa.3° giorno - 24 ottobre: NAZARETH - PETRAPartenza in pullman per il ponte Sheik Hussein,passaggio di frontiera ed ingresso in Giordania.Visita di Jerash, testimonianza della civiltà gre-co romana. Al termine proseguimento per Pe-tra. Pensione completa.4° giorno - 25 ottobre: PETRA - AMMANAl mattino, visita di Petra, lo splendido capola-voro della civiltà nabatea, interamente scolpita nel-la roccia rosa. Nel pomeriggio rientro ad Am-man. Pensione completa.5° giorno - 26 ottobre: AMMAN - BETLEMMEPartenza per Madaba e visita del sito di arte bi-

zantina. Proseguimento per il Monte Nebo da do-ve si ha una visione della “Terra Promessa”. Pas-saggio di frontiera al Ponte Allenby e sosta a Ge-rico. Proseguimento per Betlemme dove si arri-va in serata. Pensione completa.6° giorno - 27 ottobre: BETLEMMEVisita della Basilica e della Grotta della Natività,del Campo dei Pastori dove gli Angeli annuncia-rono la nascita di Cristo. Trasferimento a Gerusa-lemme e visita del Monte Sion, del Cenacolo, del-la Chiesa della Dormizione, di S. Pietro in Galli-cantu e del Muro del Pianto. Pensione completa.7° giorno - 28 ottobre: BETLEMMEPartenza per Gerusalemme e visita del Montedegli Ulivi: Ascensione, Pater Noster, DominusFlevit, Basilica dell’Agonia, Getsemani, Tomba del-la Madonna. Nel pomeriggio visita della Chie-sa di S. Anna e della Piscina Probatica. Al ter-mine si percorre la “Via Crucis” per raggiunge-re il S. Sepolcro. Pensione completa.8° giorno - 29 ottobre: RIENTRO IN ITALIATrasferimento all’aeroporto di Tel Aviv e rientro ain aereo a Milano e Roma.

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Sulle due rive del Giordano si stende una terra che ha vistouna storia meravigliosa. Da un lato, l’arrivo di un popolo eletto da Dio e lo sviluppo di civiltà come i Nabatei e le grandi città ellenistiche.

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49SETTEMBRE 2012

ISTRUZIO

NI PER L’U

SO - 10

[ INTERNET & DINTORNIDI PAOLO NEGRINI ]

» Inviare un TweetInviare un Tweet rivolto a tuttiScrivete il testo nel box Scrivi un nuovo Tweet, primo riquadro dellahome page in cima alla pagina. Verificate che il testo non superi i 140caratteri. Cliccate sul pulsante Tweet, inviate il messaggio. Il Tweet ap-parirà immediatamente nella cronologia della vostra pagina, e sarà im-mediatamente ricevuto da tutti coloro che seguite e che vi seguono.

10TWITTER(parte IIIa)Come inviare un Tweet,creare una lista... suggeri-menti per concludere il“viaggio” intrapreso all’in-terno del social network.

Inviare un messaggio privatoUn messaggio privato (o Messaggio Diretto) viene inviato tra follower.Diversamente dalle menzioni e le @risposte, potete ricevere messaggiprivati solo da persone che seguite e non potete inviarli a persone chenon vi seguono.Aprite un Tweet della persona a cui volete scrivere un messaggio pri-vato o accedete alla lista delle persone che vi seguono; cliccate sul pul-sante con la silhouette di una persona, posto dopo il pulsante Segui.Nel menu a tendina fate un clic su Invia un messaggio diretto.

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10

Nel popup scrivere il testo del messaggio e fate clic su Invia Mes-saggio.

I messaggi privati sono più simili ai Tweet che alle e-mail: sia ildestinatario che il mittente di un DM possono cancellarloe questo sparirà dalla inbox di entrambi.

» Le listeLe liste sono molto utili perché permettono di raggruppare degliutenti in modo tale che, quando selezioniate una lista, vedrete unflusso di Tweet solo degli utenti inclusi in quel gruppo.

Se non è presente ancora alcuna lista, vi sarà chiesto di crearla.Inserite le informazioni sulla lista e scegliete se altri possano ve-derla oppure mantenerla privata. Salvate la lista.

Creare una nuova listaCliccate sul titolo del Tweet che avete ricevuto. Fate un clic sulpulsante che rappresenta la silhouette di una persona e cliccatesu Aggiungi o rimuovi dalle liste.

Ogni utente può essere aggiunto a 20 liste al massimo. Il nomedella lista non può superare i 25 caratteri e non può iniziare con unnumero (per esempio: “1lista” non è un nome valido).Si possono aggiungere al massimo 500 account per lista.Per vedere la cronologia di Tweet dalla persona o gruppo di per-sone incluse nelle liste che seguite o che avete creato, fate unclic sul pulsante Me e un clic su Liste;

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oppure cliccate su Visualizza il mio profilo, nella parte supe-riore della home page, e fate un clic su Liste.

Modificare o cancellare listePer modificare o cancellare una lista, accedete alla pagina del vo-stro profilo, scegliete la lista su cui intervenire e cliccate sul pul-sante Modifica per modificare nome e informazioni della lista,oppure sul simbolo Elimina per cancellarla.

» Bloccare un utenteTutti gli utenti di Twitter hanno la possibilità di bloccare altri uten-ti. Il blocco impedisce agli utenti bloccati di seguirvi, di inviarvi@risposte e @menzioni o di inserire il vostro account in una del-le loro liste.

Bloccare un utenteAprite un Tweet inviato dalla persona;cliccate sulla silhouette e selezionate Blocca dal menu a tendina.

Se il vostro account è pubblico (non protetto), i vostri Tweetsaranno comunque visibili sulla pagina pubblica e, quindi,l’utente bloccato potrà continuare a leggervi. L’utente bloc-cato non sarà in grado di comunicare con voi né potrà piùseguirvi. Se tentasse di farlo, gli apparirebbe il messaggio delblocco nei suoi confronti.

» Sbloccare un utentePer sbloccare un utente, ripetete i passi precedenti e fate unclic su Sblocca. Questa procedura è possibile fino a quandonon uscite da Twitter. Se chiudete la sessione di Twitter epoi la riaprite, l’utente che avevate bloccato non sarà più pre-sente. Per poterlo recuperare, eseguite la ricerca del suo no-me utilizzando la casella di ricerca e, quando comparirà il suonominativo, cliccateci sopra ed eseguite la procedura di sbloc-co illustrata precedentemente.

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53SETTEMBRE 2012

è chi nella vita ha fat-to l’insegnante, il ma-gazziniere, il commer-

ciante, la casalinga. C’è chi si èlaureato, chi si èfermato alle me-die o alle elemen-tari. Nessuno dei

partecipanti al Concorso50&Più, però, si è arreso al ti-tolo di studio o ad una profes-

sione che nulla ha a che vederecon l’arte. Ecco alcune testimo-nianze. «È il quarto anno chepartecipo - racconta RosaliaChiocchetti, di Moena (Tn) - maè la prima volta che seguo il la-boratorio di pittura con EnricoBenaglia, un amico che ci ha da-to consigli senza invadere trop-po. È stata un’esperienza moltostimolante e interessante».

* CONCLUSA LA XXXEDIZIONE

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Ad incontrare i finalistidella XXX edizione delConcorso di Prosa,Poesia, Pittura eFotografia di 50&Più,che si è tenuto adAssisi dal 1° al 7luglio, colpisconoi racconti di tantestorie di vitadiverse, ma uniteda una passioneartistica scopertao ritrovata, e la voglia dicondividerla.

ARTE, DA SOGNO A REALTÀL C’’

»

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XXX CONCORSO 50&PIÙ PROSA, POESIA, PITTURA E FOTOGRAFIA

Al laboratorio dedicato allaprosa, dello scrittore Fran-cesco Tarquini, incontriamoGiuseppe Leo di Catania:«Lavoravo come magazzi-niere, oggi sono in pensio-ne. Amo scrivere sin da ra-gazzo. Prediligo la poesia,mentre la prosa è una pas-sione che ho riscoperto ap-pena tre anni fa». L’amicizia è un ingredienteimportante di questa mani-festazione. Lo conferma Ma-risa Bertozzi da Reggio Emi-lia: «Essere qui significa ri-trovare la rete di amicizie cheho costruito partecipando aben tredici edizioni. La scrit-tura e questo Concorso han-no allargato i miei orizzonti

di casalinga. Amo narrare,forse perché mi riporta ai ri-cordi della mia infanzia». Rainalda Torresini, da Trevi-so, invece, faceva l’insegnan-te di matematica. «Mi occu-po di tante cose: dalla foto-grafia al canto, dal teatro peri bambini alla recitazione.Quest’anno sono in gara perla fotografia». Indica orgo-gliosa la sua foto, curiosa diconoscere il parere di unagrande professionista comeLina Pallotta (suo il workshopdi fotografia che ha conqui-stato tanti appassionati).La proclamazione dei vincito-ri è il giorno più atteso. A da-re manforte ai finalisti ci so-no i vertici dell’Associazione

50&Più: «Giustizia, verità, bel-lezza, è quello che cerchia-mo nella vita. Voi avete tra-dotto la ricerca della bellez-za in un’opera artistica. Que-sto dono che avete ricevutoè il premio più grande al di làdel responso della Giuria», èstato l’incoraggiamento diRenato Borghi, presidente na-zionale di 50&Più. «Questa è una manifestazio-ne che più invecchia, più si fagiovane», ha sottolineato Ga-briele Sampaolo, segretariogenerale della 50&Più. «Den-tro c’è l’energia di tutti voiche decidete di esserci, di con-dividere la vostra passione ar-tistica. Il nostro impegno èquello di ritrovarci il prossi-

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[ SOPRA, IL PRESIDENTE NAZIONALE 50&PIÙ, RENATO BORGHI (A SINISTRA), E IL SEGRETARIO GENERALE 50&PIÙ, GABRIELE SAMPAOLO, NEL CORSO DI UNA PREMIAZIONE. ACCANTO E NELLA PAGINA SEGUENTE, ALCUNI MOMENTI DELLA MANIFESTAZIONE. ]

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[ SOPRA, ALCUNI COMPONENTI DELLA GIURIA: DA SINISTRA, PASQUALE BASILE, RENATO MINORE, LINA PALLOTTA, DUCCIO TROMBADORI ED ELIO PECORA. ]

La fisarmonica di Domenico RomeoAl Concorso ha portato con sé la suafisarmonica, rallegrando tutti con bal-li improvvisati. La fisarmonica «fa par-te della mia vita», dice Domenico Ro-meo, di Reggio Calabria, in arte “do.ro”.Si definisce «la persona più felice delmondo», ecco perché. «Ho avuto indono l’estro creativo e l’intuizione. Scri-

vo in prosa, in poesia, sono scultore. Ho appena la licenza elemen-tare, ma ho viaggiato e letto molto. Ho 75 anni, sino a 11 anniho camminato scalzo, ho sofferto la fame e ho vissuto in pieno laSeconda Guerra Mondiale. Nella vita ho fatto molte cose, e oggiche sono in pensione, lavoro più di prima, mi occupo di marke-ting. Suonando la fisarmonica ritrovo l’armonia, quindi la positi-vità. Bisogna essere positivi se si vuole essere felici».

PIÙ ARMONIA, PIU’ POSITIVITÀ

PIÙ AR

MONI

A, PIU

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55SETTEMBRE 2012

[ A SINISTRA, I QUATTRO

SUPERVINCITORI 2011 VOTATI

DAI LETTORI E PREMIATI

CON LA FARFALLA DI GRANITO: DA SINISTRA PAOLO CAPUCCI,LEDA PANZONE NATALE, MIRELLA MORELLI

E MARIO LANTERI. ]

mo anno con una manifesta-zione ancora più grande».Paolo Notari, conduttore del-l’evento, presenta i compo-nenti della Giuria: Elio Pe-cora, poeta, Duccio Trom-badori, critico d’arte, LinaPallotta, fotografa, RenatoMinore, giornalista e saggi-sta, Maria Luisa Spaziani,poeta, Pasquale Basile, pit-tore. Emozione, trepidazio-ne e boati di gioia, accom-pagnano l’assegnazione del-le ambite Farfalle e Libellu-le d’oro. Non solo: vengonoconsegnate anche 60 Men-zioni speciali e fatte 10 Se-gnalazioni della Giuria. Non è mancato nemmeno ildivertimento grazie agli spet-tacoli serali con Riccardo Fo-gli, i Mariachi, Vittorio Vivia-ni e Andrea Bianchi, l’Orche-stra di Edmondo Comandinie il musical Chiara di Dio.Infine, in ricordo del terre-moto che ha colpito l’Emi-lia Romagna, il Concorso haospitato 20 scatti fotografi-ci di Stephanie Gengotti daicentri più colpiti dal sisma.La manifestazione si è chiu-sa con uno spettacolo auto-gestito: circa 50 artisti con-correnti, guidati dal mae-stro Vincenzo De Filippo,hanno regalato emozioni edivertimento.Appuntamento alla XXXIedizione!

I quattro supervincitori del Concorso 2011, votati dai let-tori 50&Più, raccontano com’è nata la loro passione arti-stica e ringraziano per questo ulteriore premio.Mario Lanteri, di Voghera (Pv), con il quadro Si fa sera…:«Amo la pittura, ma per lavoro ho messo da parte il sognoper 40 anni; oggi, dipingo tutti i momenti che posso». Paolo Capucci, di Rieti, con la foto Donna di Tallin: «La pri-ma macchina fotografica l’ho avuta con una raccolta punti.Ho 79 anni e la fotografia ha sempre riempito la mia vita».Leda Panzone Natale, di Pescara, con la poesia Il mio ami-co down: «Attorno ai 9 anni, non riuscivo a fare un tema.Mia mamma mi disse: “Mettiti alla finestra, guarda la neveche scende. Scrivi quello che ti viene in mente”. La mia pas-sione per la scrittura è iniziata così». Mirella Morelli, di Pontedera (Pi) con il racconto La cosciadi pollo: «Amo scrivere prosa e poesia. Scrivo nei momentigioiosi e meno gioiosi. La vita è tutta un’emozione».

Trenta edizioni per NoeliaUna fedelissima del Concorso è Noe-lia Burlando di Genova, 83 anni. Hapartecipato a tutte le edizioni del Con-corso, un appuntamento per lei irri-nunciabile. «La poesia mi dà tante emo-

zioni e anche soddisfazioni». Noelia è una autodidatta pura.«Il mio titolo di studio? La terza media commerciale. Il fran-cese con il quale ho tradotto le mie poesie l’ho imparato dasola». Ha vinto premi internazionali con le composizioni Hai-kù. «Ho lavorato una vita e, quando sono andata in pensio-ne, ho dato sfogo alla mia passione: la poesia».

LA QUATERNA VINCENTE 2011{ }

{ OGNUNO SI È MESSO IN GIOCO PER DIMOSTRARE IL PROPRIO TALENTO E, SOPRATTUTTO, LA PROPRIA PASSIONE ARTISTICA

}

I contenuti extra delconcorso, foto e videosono disponibili suwww.50epiu.it

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c «I miei tulipani»Clara Bergomi

c «Curiosità»Alessandro Magrino

c «Tre generazioni» (Tirana campo rom della stazione)

Giancarlo Rupolo

c «Chi assaggia?»Ermanno Trezzi

c «L’amica»Antonio Vercellesi

Prosa: Paola Maria BOLGIANI, Nazzareno CARIDEO, Gianna CURTÒ,Rita DALL’ANTONIA, Adriana FESTOSO, Maria Grazia FRANCESCHETTI,Adolfo FIORINI, Velia GIOVANNINI, Lucrezia GONNELLA, GiuseppeLEO, Caterina LORENZETTI, Gabriella MAGANZA, Licia MARIOTTI, Sil-vana PASINETTI, Ivo PATUELLI, Enrico PROSPERI, Gennaro SACCONE,Giuliana SESTIGIANI, Luciana SGOBBI, Clara TAFFARELLO.Poesia: Vincenzo BALDI, Noelia BURLANDO, Luciana BERNARDINELLI,Laura CALERI FALCONE, Antonietta CARETTO GRECO, Giorgio CARRARO,Rosa COSTANTINO, Edda DE BONI, Paola DUFFO, Silvana FERRARI, Sergio

FERRARI, Sofia GUARINO, Maruska KANNEWORH, Fortunata LO GIUDI-CE, Rosanna Luisa ROSSI, Antonio SANI, Giovanni SILONIO, Anita SIMO-NATO, Loretta STEFONI, Adriano TAGLIAPIETRA, Anna TARONI CARRARO,Laura VEZZOSI, Guido VISENTIN, Ornella VITALI, Antonietta VOLONTÈ.Pittura: Maria BUSATO, Mario COLOMO, Bertilla DIQUIGIOVANNI, An-gelo FARCI, Renata GIUDICI, Lucio LUPINI, Violetta MAROVELLI, Achil-lea SPACCAZZOCCHI, Flora TRAMONTE. Fotografia: Furio AGNORELLI, Roberto ALESSI, Francesca FILIPPINI, Al-fredo LEONARDI, Vittorio RINALDI, Pasquale TALANO.

SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA

Da ritagliare e inviare a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 28/1/2013.La votazione può essere effettuata anche sul sito di 50&Più, all’indirizzo www.50epiu.it

Cognome Nome

Via

Cap. Città Telefono

Editoriale Cinquanta&Più assicura che i dati personali verranno trattati con la riservatezza prevista dal D. Leg.vo 196/2003 e saranno utilizzati solo per i propri fini commerciali. Tali dati su richiesta saranno cancellati o rettificati.

c «Il labirinto»Ivan Adriano Ballabio

c «Avvolti nel mistero» Maria Grazia Cardelli Lenzi

c «La mia terra ha in serbo per me...»Francesca Maria Magaldi

c «Mio padre»Carmen Pezzetta

c «Lina Clementina Cornelia»Olga Turchetto

c «Germogli» Annunziata Cavallucci

c «Dialoghi silenziosi»Gianni Galparoli

c «L’indifferenza»Maria Giannetto

c «Amore»Maria Antonietta Rotter

c «In un attimo»Anna Sani

c «Torero»Luigina Antoni

c «Guizzi sommersi»Lia Bardelli De Lalla

c «Acqua»Ivana Bellucci

c «Peperoni» Maria Pia Luzi

c «Metropoli» Giuliana Pongiglione

MENZIONI SPECIALI✂

È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la scheda

di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.

PROSA POESIA PITTURA

PROSA POESIA PITTURA FOTOGRAFIA

XXXCONCORSO 50&PIÙFOTOGRAFIA

5 Scheda_Layout 1 10/08/12 14:22 Pagina 1

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Sono andato su e giù tante volte per ilprato. Su fino alla siepe e giù vicino al-l’ingresso della mia casa. Da qui fino al-

la siepe alta che delimita il prato, e poi indie-tro fino alla casa. Avanti e indietro. Da qui alà e ritorno. Mio papà mi urla: “Vai, corri, non ti fermare”. Io corro e dietro di me Jim, il mio cane, ab-baiando, mi insegue fino in fondo al prato epoi torniamo indietro, sempre di corsa. Il pra-to è lungo come la casa e a me sembra nonfinire mai. Mi piace correre, su e giù per il prato, con l’er-betta tagliata bassa, da mio papà. La domenica mattina il mio papà taglia l’er-ba con una macchinetta rumorosa. La tagliamolto bene con precisione, come quando sitaglia la barba, tanto che, dopo, ti viene vo-glia di accarezzarla. Tutte le domeniche, miopapà, non va al lavoro; rimane in casa e ta-glia l’erba. lo non posso correre, su e giù, fi-no a quando lui non ha finito di usare il ta-gliaerba fracassone. Alcune volte recide an-che i rami della siepeche delimita il prato.Lo fa con un attrezzo,anch’esso molto ru-moroso; uno strumen-to lungo e dentellatoche assomiglia ad unpettine. Lo fa moltobene quasi come ilparrucchiere che vie-ne in casa a tagliarmii capelli. Il rumore che fannoquesti attrezzi, ai qua-li io non posso nem-meno avvicinarmi, è ossessionante. È un ru-more talmente forte che per non soffrirlo, miopadre, lo usa indossando una cuffia enormeche gli copre tutto il capo e le orecchie. È tal-mente vigoroso, il rumore che rimane nell’ariamolto tempo e la sua eco la risento anche ilpomeriggio e addirittura il giorno dopo. M’è capitato di svegliarmi nel sentire il rumo-re del tosaerba e di chiedere alla mamma sepapà stesse tagliando l’erba e in risposta ho avu-to un frettoloso: “No! Papi l’ha tagliata ieri”. Non era vero ma sicuramente l’ossessione diquel rumore me lo faceva ricordare. Allora

mi alzavo facevo colazione e poi scendevo acorrere nel prato assieme a Jim, che mi aspet-tava, anche lui ansioso di dimenticare quel ru-more che ora arrivava da oltre la siepe. A casa mia, oltre al parrucchiere e al dotto-re che vengono abitualmente una volta almese, mi capita di ricevere la visita di diver-se persone che non conosco. Entrano in ca-sa, si siedono e non si spostano mai da do-ve sono. Bevono quello che offre mia mam-ma, parlano di tante cose che non capisco,mi guardano con interesse e, a volte, mi chie-dono come mi chiamo, o quanti anni ho e poise ne vanno. Io non lo so dove vanno e co-me sono arrivati fino a qui. So che oltre la sie-pe vi sono altre persone grandi come i mieigenitori ma anche piccoli come me. Lo so elo sento come vero, anche se il mio papà nonl’ha mai ammesso. Non ne sono sicuro ma hol’impressione che esistano altre persone oltrela siepe; altri animali come gli uccelli che, al-le volte, sorvolano il cielo sopra di noi. Mi sto interessando, cerco di sentire un ru-

more o qualche luceche mi segnali la pre-senza di qualcuno co-me me o anche, sem-plicemente, come ilmio cane. Che respiri,faccia la pipì, o checorre su e giù per unprato come il mio. Oltre la siepe, dove miopapà mi dice di nonchiedere che cosa c’è.Oltre l’intrigo di tuttiquei rami che non la-sciano intravedere nul-

la e che riescono persino a filtrare i rumori ri-mandandomeli ovattati al punto da convincer-mi che al di là vi fosse il nulla assoluto. Lo stes-so nulla che si vede nel cielo confuso dalle nu-bi di giorno o punteggiato di lucine di notte. Un giorno sono salito, con mia mamma, alpiano di sopra e ho notato una finestra chedava su di un lato della casa che non cono-scevo: forse l’ingresso o la parte a nord ver-so le montagne. Mi sono affacciato, per guar-dare giù ma il panorama era ostacolato da unapianta alta e piena di foglioline che non la-sciavano intravedere niente.

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Oltre la siepe, dove mio papà mi dice di non chiedere che cosa c’è. Oltre l’intrigo di tutti quei rami che non lasciano intravedere nulla.

PROSA

SETTEMBRE 2012

»

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58 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

PRO

SA

Niente, oltre la pianta non c’era niente. La mia mamma e il mio papà passano il tempoa pulire la casa, a preparare da mangiare, amangiare, e a guardare la televisione. La tele-visione è come il giardino di casa: cintato, liscio,perfetto, contenente tutto. Al di fuori dello schermo il nulla. Anch’io, quan-do mi trovo davanti al televisore, non comunico,non parlo, non esisto. La siepe di casa mia è unostacolo virtuale creato per darmi la certezza chetutto quello che vedo e solo quello che vedo èrealtà mentre i mieipensieri, i miei so-gni, i miei deside-ri non sono altroche un futuroaperto, vuoto e in-finito. La recinzione asiepe che circon-da la mia casa conil suo intreccio fit-to di rami e fogliemi impedisce dipercepire quelloche c’è al di là.Niente trapela daquel confine. Nes-sun rumore, nes-sun odore e nem-meno un minimodi immaginazione.Se guardi la bar-riera, essa, ti as-sorbe la vista mo-strandoti minuzieinfinitesimali fatte di animaletti, di foglioline edi pezzi di corteccia che ti informano del tutto

che fa parte della re-altà rifiutandosi disvelare il nulla che ap-partiene alla fantasia. Per me il tutto si tro-va al di là della siepementre il nulla è qui.Il tutto è l’universo da

scoprire. Il nulla è il mondo nel quale viviamo eche ci circonda. Certe volte, mio papà, mi accompagna in un lo-cale dove si trova parcheggiata l’automobile. Mi fa accomodare sopra nella parte posteriore,

seduto in un seggiolino e mi lega con delle cin-ture. Lui sale davanti a fianco alla mia mammae si legano anche loro, con una cintura, primadi accendere un dispositivo iterativo che produ-ce un rumore simile al tosaerba ma più ovatta-to e sugli schermi davanti a loro e di fianco ame si riproducono delle scene fantastiche inmovimento: tanto reali da sembrare vere. Si vedono cose e persone fantastiche come au-tomobili come quella di papà che ti superanoo si fanno superare ed altre che viaggiano in sen-

so contrario, uo-mini e donne checamminano afianco o ci attra-versano la strada;mi capita pure divedere bambiniaccompagnati daadulti come ancheho visto cani tenu-ti al guinzaglio. Le immagini chescorrono sui fine-strini sono sempreuguali e non so semio papà intervie-ne manualmenteattraverso il volan-te che tiene nellemani a cambiarele scene o se, es-se si riproduconovirtualmente sen-za possibilità di in-tervento. Lo vedo

intento a guardare il video davanti a lui e qual-che volta impreca con uno scatto e picchiandocon un pugno fa suonare un dispositivo poten-te e assordante. Il gioco dura in media venti minuti, poi, non hoancora capito come ma tutto quello che si ve-de fuori diventa un ammasso di automobili co-me quella di mio papà, messe tutte una di fian-co all’altra su più file ben allineate. Tante auto.Tutte ferme, spente, in attesa, in un prato ce-mentato delimitato da siepi altissime e da unacasa formata da decine di porte, tante finestree senza alcun tetto. Attorno si muovono dellepersone, come il mio papà e la mia mamma, chespingono enormi carrelli di ferro, come quello

Tutto sembra vero. Le persone che siincontrano, le auto in sosta e persino la

strada che vedo sfilare nel monitordavanti e a fianco, sembrano vere.

X X X C O N C O R S O 5 0 & P I Ù P R O S A

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che la mia mamma va a prendere vicino ad uningresso della casa per trascinarlo vicino a noie spingerlo in avanti per entrare in quella casasterminata, senza soffitto, e con della musica dif-fusa interrotta, a volte, da una voce che ci av-visa di fare delle cose che non capisco, come:raggiungere la cassa, ritornare al reparto ali-mentari, o approfittare di un offerta a cui miamadre non si astiene di fare entrando in con-flitto con il papà che si arrabbia. Tutto sembra vero. Le persone che si incontra-no, le auto in sosta e persino la strada che ve-do sfilare nel monitor davanti e a fianco, sem-brano vere. Qualche cosa di vero deve esserci. Nei conteni-tori che la mamma ha messo nel carrello e chepoi ha caricato nel retro della nostra automo-bile, una volta a casa, le apriamo e c’è della ro-ba da mangiare, la stessa roba raffigurata sul-la confezione. Sono veri anche i giocattoli che il papà mi mo-stra e mi da per giocare. È vera anche una bi-cicletta che sto imparando ad usare per anda-re su e giù dal prato con il mio cane che mi ab-baia dietro. Sto dubitando fortemente del fatto di essere. Ho la sensazione che oltre la siepe, oltre la ca-sa, al di là del nulla esista qualche cosa da sco-prire. Qualche cosa di semplice, di interessan-te da conoscere. Qualche cosa che mi sta aspet-

tando per crescere con me. Qualche cosa chemi darà e dirà il significato di tutto quello chesto vivendo e perchè lo sto vivendo. Oggi piove. Piove molto forte e non si può an-dare in giardino. Mia mamma sta guardando delle cose sul mo-nitor del computer, delle foto di persone con del-le parole scritte vicino, e alle frasi unisce altreparole che scrive con la tastiera. Io non ho voglia di giocare col videogame per-ciò mi sono appartato con Jim a fare un po’ dimeditazione. Gli ho chiesto cosa ne pensava del fatto che misento solo e se siamo soli o c’è altra gente ol-tre la siepe. Non mi ha risposto, come è il suosolito, ma ha battuto la coda più volte e hamosso gli occhi per dirmi di dubitare. È proba-bile che essendo, lui, un cane possa udire osentire qualche cosa che a noi, umani, sfugga. A me capita di avere sentore che esistano, oltrela siepe, altri uomini. Percepisco, alle volte, stra-ni odori e finti rumori, ma ragionando, meditan-do e soprattutto mettendo in atto quello che di-ce il papà traggo la conclusione di aver sognato. È solo una congettura, la mia. Un modo per ri-solvere i tanti dubbi. Una forma mentale per di-mostrare a me stesso che il mondo è al di là delmuro e che qui vi sia solo un grande vuoto dariempire. Un vuoto fatto di niente. Un vuoto chemi contiene. Un vuoto che devo riempire.

SETTEMBRE 2012

» Ivan Adriano BallabioVive a Brenna (Co). Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.

PROSA

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sicuramente più giovane di me e noncapisco perché mi guarda così intensa-mente quando m’incontra. È bello: for-

se è attratto dalla mia vitalità, dalla mia ener-gia, forse vuol misurare se stesso facendol’amore. Lo so, io non sono bella, non sononeppure più così giovane, ma non importa:sono più brava, più esperta ed anche se lui éun disegnatore preparato, la sua professiona-lità è inferiore alla mia. È venuto al mio studio per una consulenza, loguardo fisso negli occhi, parlo, parlo, ma vor-rei mi stringesse forte, mi scaldasse: l’invernosarà lungo, non voglio stare sola. Il suo profumo!Come vorrei senti-re il suo profumo. A volte mi sentoisolata come se ol-tre ai profumi nonavvertissi i rumori,tutto mi appare ir-reale e allora hobisogno di tocca-re, di stringere. Dedicata solo ame senza impe-dimenti o paurevivo giorno dopogiorno, ondeggionell’aria “avvoltanel mistero”. Povera Mirella forse i suoi occhi non stannoguardando te, ti trapassano e non ti vedono,guardano lontano oltre il tempo e lo spazio,senza fermarsi...Il mio nome è Arturo... È terribile chiamarsi Arturo ed è forse perquesto che mi fermo spesso a guardare gli al-tri uomini. Cerco di indovinare il loro nome: sarà sicura-mente più bello del mio. Poi lo scopro e ne sono affascinato. Che per-sona si nasconderà dietro quel nome? Sulle sue labbra, però, Arturo è più accettabile. Trascina la “a” lentamente e rotola la “erre”come fanno i francesi. Mirella è volitiva, forte, un po’ mascolinacome tutte le donne con le quali ho fattol’amore. Mi piace essere dominato, posseduto come

se facessi sesso con un altro uomo (mi pia-cerebbe, ma non posso, non voglio). Mi sento esposto agli sguardi degli altri. Vor-rei una casa, dove chiudermi dentro. Una co-me quella che ogni notte sogno, ma che nel-la realtà non esiste. Il rumore che mi stordisce mi rende nervoso,mi vorrei allontanare da questa città così gran-de e rifugiarmi chiudendo fuori il mondo... ioed i miei segreti, i miei desideri, la mia veravita “avvolta nel mistero”.Mirella, voglio fare l’amore con te, stringer-ti, appartenerti.Vicini al fuoco che scoppietta nel camino.

Stanchi dopol’amplesso, mamai così lucidi epresenti, illumi-nati dalla fiam-ma fra luci edombre, abbrac-ciati. Il mondo è final-mente chiusofuori, lontano dame, sono qui nel-la casa dei mieisogni, unico, conlei che mi appar-tiene ed alla qua-le appartengo. Ho raggiunto il

traguardo, ho vinto la paura, ho lasciato daparte l’orgoglio, ho creduto in me. Non sono più solo, non è più sola. Appare all’improvviso, splendente, irreale...“Lo vedi? Cosa è, chi è”. Si materializza, prende vita, si avvicina, ci sfiora. Impalpabile assurdo. Cancella i nostri volti, ci trasforma, non sia-mo più gli stessi. Il tempo si è fermato e noi per mano, fra lenuvole, in alto, “avvolti nel mistero” final-mente liberi di correre, di non aver più pau-ra, lontani nel tempo e nello spazio, certi cheniente ci potrà colpire. La verità ci appare e ci illumina come fosseuna luce accecante ma calda, come se il no-stro cuore battesse ancora, per sempre, sen-za fermarsi mai, finalmente consapevoli delperché abbiamo vissuto. “Insieme”.

» Maria Grazia Cardelli LenziÈ nata a Livorno e vive a Perugia.Impiegata alla Confcommercio dal 1976 ora in pensione. Poeta per pura passione, ha partecipato a molti concorsi, anche internazionali, ottenendo premi e qualificazioni fra i quali il Concorso “Confidenze/Costacrociere”, dove ottenne il secondoposto ex equo. Partecipa al Concorso 50&Più dal 2002; nel 2003, 2008 e 2011 ha vinto la Menzione speciale per la Prosa e, nel 2004, per la Poesia. Ha ottenuto anche il secondoposto nel premio poesia “Maria Luisa Tosi”.

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Ho raggiunto il traguardo, ho vinto la paura, ho lasciato da parte l’orgoglio, ho creduto in me. Non sono più solo, non è più sola. Appareall’improvviso, splendente,irreale... “Lo vedi? Cosa è, chi è” Si materializza, prende vita, si avvicina, ci sfiora.

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a mia terra ha in serbo per me aquilo-ni da liberare nel mio cielo. Volcei, terramia, opimo granaio di chicchi di sole ed

eterea pula dorata, volteggiata dal sospiro inar-restabile del tuo venticello. Eri per me tutto unmondo quando le sue ventate incapricciava-no i capelli d’ogni mia compagna. Solo i miei“buccoli” sapientemente e amorevolmente in-trecciati dalle abili mani di mammina, resiste-vano, come resisteva il gran fiocco a farfalla benancorato che pure sembrava stesse lì lì perspiccare il volo. Belli quei giorni! ...incancellabili dalla mia me-moria e tu, la mia terra, ne eri la cornice fat-ta di spazi - pochi - ma di tante case pietro-se e incatastate che si affannavano a regger-si l’un l’altra. Veniva da chiedersi: quale tra esse è la pietradi volta? Quale, sottratta, potrebbe rendereinvane queste forze che caparbiamente lotta-no per sostenersi? Il terremoto sì, il terremo-to dell’Ottanta seppe trovarla... e molto andòin cocci e molti dovettero conoscere la peno-sa e umiliante attesa della ricostruzione. Allo-ra corsi da te, volevo stare con tutti i tuoi fi-gli, miei conterranei, e affiancai quel genero-so del mio fratellone a cui quello scrollone equei boati avevano tolto sonno e ozi. Per prima cosa (sì avevo un’urgenza che mi pre-meva), mi arrampicai sù sù per le scale di ca-sa, abituata a raggiungere il terrazzino dal qua-le, con un solo sguardo, abbracciavo le pietredi tutto il paese, e andai su con la velocità diuna gazzella. «Non andare, è pericolante»,suggerì qualcuno, ma io che a quei tempi del-la gazzella avevo anche il peso e l’agilità perpoter gestire con sicurezza movimenti lievi e aun tempo efficaci per salire, volai: volevo ritro-vare te, il mio “uomo di pietra”. Ed eri lì, qua-si come t’avevo lasciato con quel tuo appenaaccennato sorriso, con l’occhio infossato tra duepietre retratte, dal quale ammiccavi, e dal tuogranitico silenzio, come sempre mi parlavi. Erimio e mi aspettavi. Eri vivo, certo, esistevi sin da quando io picco-la e minuscola dovevo far andare il mio sguar-do verso l’alto per poter ammirare questo ra-gazzone bello, serio, forte, che tutta mi face-va tremare, che non mi guardava, non mi cer-cava, ma a cui tutto il mio essere anelava... erala prima volta che mi affacciavo a sentimenti

più grandi di me, di cui non sapevo nulla, mache mi pervadevano tutta. Mi piaceva tantoguardarti, ma non sempre osavo, perciò costruiisulla pietra il mio piccolo segreto. Accoccolata in cima al terrazzino costruivo iltuo viso, ne ricercavo i tratti tra piccole om-bre di pietra appena abbozzate, lampi di lu-ce che invadevano spazi più ampi e assolati,e il colore di qualche stenta erbetta che, te-nace, si ostinava anche a fiorire su quei muriche, spesso, non conoscevano neanche la cal-ce. Così, giocando e seguendo una pista so-lo a me nota, ti raffiguravo e ti vedevo là do-ve per nessun altro eri; e così tutto e solo mio,passavamo insieme momenti di sogno. Oggiche ho visto passare e finire tanti amori, tan-te passioni, usurate dal tempo e ossidate dal-le vicende della vita, sono felice di averti sal-vato da tutto ciò: non t’ho avuto, ma non t’ho neanche perduto perché t’ho affidato aqualcosa che effimeri sentimenti non scalfisco-no, alla pietra, e ho fatto così di te qualcosadi eternamente vivo. E si affollano in me altri ricordi adolescenzia-li che hanno rappresentato il concime per ilmio essere di oggi. Partii dalla mia terra consulle labbra ancora il latte della mia nutriceTittina (alias Gir’è nozze), ad essa ho ripor-tato mamma e papà ricomponendo così il fa-nale nel cui raggio di luce ho sempre cam-minato. Riaccomunando e terra e padre emadre ho fissato ancora una volta il referen-te a cui mi sono rifatta in ogni situazione. Og-gi ormai cammino spedita: sento che tuttoè tracciato. E ancora una volta torno al passato. In uno diquei giorni fatati della mia fanciullezza, nellapretenziosa sala del cinematografo su unapiazza dove Giruzzo proiettava Settimane In-com e pellicole in bianco e nero, assistetti aun film che mi rapì. Sullo schermo vidi rincor-rersi aquiloni che agognavano il cielo, retti al-la terra da una tenue filo che li rendeva on-deggianti, tentennanti, insicuri ma tenaci. Lidesiderai tanto... Da quel giorno li aspetto nel mio cielo e il com-pito di librarli sarà tuo, terra mia. Chiamami, chiamami ancora; io sono qui cheaspetto di avere tutto quello che hai in serboper me, anche un solo filo: purché all’altro ca-po vi sia il mio aquilone.

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» Francesca Maria MagaldiDopo 30 anni di insegnamentonella scuola elementare ora è in pensione e si dedica alla lettura e, perché no, a qualche rigo di prosa. Da tre anni frequental’Università della Terza Età di Salerno, città in cui vive, ne segue i corsi e partecipa alle attività culturali della sua città.Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta e, nel 2011, ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la Prosa.

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M io padre si chiamava Angelo. Eranato nel 1922 a Colloredo di Monte Al-bano, un paesino collinare nella zona

morenica del Friuli ossia in quelle terre trascina-te a valle dai fiumi che scorrono abbondantidalle nostre montagne attraversando tutta laregione sino al mare.Questo paese divenne famoso allorquando Ip-polito Nievo lo citò nelle sue “Confessioni di unItaliano” in quanto vi aveva soggiornato ospi-te dei Conti omonimi, proprietari del castello.Il paese si trova in una zona distante un centi-naio di chilometri dal confine austriaco e a unacinquantina da quello sloveno: zona di pover-tà, allora, e di grande emigrazione.Il papà ci raccontava spesso episodi della sua in-fanzia povera: figlio di contadini che da sem-pre lavoravano le terre dei Conti, ai quali anda-va buona parte dei raccolti, aveva conosciuto finda piccolo l’amarezza e la durezza della sua si-tuazione.Ricordava che persino in chiesa i posti nei ban-chi davanti erano riservati “ai signori” e guai seun contadino vi ci fosse andato a sedere. Se poiqualche ragazzo, diventato giovanotto, avesseosato, a festa, mettersi la cravatta, sarebbe sta-to subito ammonito di toglierla perché dovevarimanere ben visibile la differenza di casta.Mio nonno, suo padre, che aveva un carattereribelle e non voleva sottomettersi a tali imposi-zioni, appena era stato un grado di farlo sen’era andato emigrante in Germania a fare il mu-ratore, cosa questa che aveva subito scatenato

le ire del mezzadro el’intimazione a tuttala famiglia di fare“San Martin”.Questo significavache a novembre, ap-punto per la festa di

San Martino, appena finiva la stagione del rac-colto, bisognava fare fagotto caricando le po-che cose personali su un carretto e andarsene acercare lavoro e alloggio altrove.Solo per un intervento provvidenziale di qual-cuno, si era riusciti ad intenerire il mezzadro elo sfratto non era divenuto esecutivo.Mio padre raccontava spesso a noi ragazzi delfreddo patito da bambino, quando, con un pa-io di ruvidi zoccoli lui e la sorellina risalivano lalunga collina quattro volte al giorno per recar-

si a scuola, portando sotto il braccio la legna perscaldarsi.Gli inverni erano allora molto rigidi. Un anno,si era forse nel ’29, era caduta molta neve e ipoveri bambini per non fare a ritroso i cinquechilometri che li separavano da scuola si eranorecati a pranzo dagli zii che abitavano più vici-no alla stessa.Quel giorno ricevettero un piatto di minestra cal-da, ma la miseria era tanta che furono ammo-niti di non rifarlo mai più!La loro infanzia fu quindi molto triste: il padresempre all’estero per guadagnare qualche lira,la mamma che si ammazzava di fatica per man-dare avanti casa e figlioli, coi più grandi deiquali si recava di quando in quando a piedi fi-no a Udine, distante una quindicina di chilome-tri, per vendere al mercato qualche magrissimagallina o qualche uovo.Un altro episodio che il papà sovente raccon-tava era di quando lui, all’incirca quattordicen-ne, insieme al fratello maggiore e ad altri com-paesani, aveva lavorato per alcuni mesi a farmattoni in una fornace che sorgeva nei pressidi Gorizia. Là lavoravano con grande fatica tra-sportando enormi pesi con rudimentali carrio-le, mangiando poco, per un misero guadagno.Si fermavano alla fornace dalla domenica sera,partivano infatti da casa in bicicletta nel primopomeriggio dovendo percorrere una cinquan-tina di chilometri, per poi ritornare a casa nelsabato seguente, e naturalmente il costo delvitto e dell’alloggio erano trattenuti sulla paga.Se l’infanzia non fu felice la giovinezza non lofu di certo se a diciotto anni furono chiamatialle armi e destinati alla Campagna di Russia.Mio padre fu tra i pochi fortunati che riusci-rono a ritornare, grazie al fatto che aveva pre-so la patente ed aveva imparato a guidare i ca-mion militari.Il papà non amava ricordare quell’esperienza ter-ribile anche se fu per anni iscritto ai Reduci diGuerra ed ebbe anche una onorificenza milita-re: troppo doloroso era il ricordo di quel perio-do e ne sentivamo solo spezzoni slegati tra loro.A volte lui tornava con la mente alla fame pa-tita allora e ai suoi coetanei Alpini che, per cal-marne i morsi, addentavano le poche verze ocavoli gelati che riuscivano a trovare in qualcheorto sperduto nella neve, seguiti da tremendi maldi pancia e dissenteria.

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Tutto sembra vero. Le persone che siincontrano, le auto in sosta e persino la

strada che vedo sfilare nel monitordavanti e a fianco, sembrano vere.

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Allorché era iniziata la ritirata, diceva il papà,era stato spaventoso vedere le lunghe file disoldati a piedi, che cercavano disperatamentedi aggrapparsi ai pochi camion rimasti per riu-scire a salirvi, mentre gli altri da sopra percuo-tevano loro le dita affinché gli stessi che spro-fondavano dal peso, riuscissero a proseguire.Noi allora eravamo ragazzi e non riuscivamoneppure ad immaginare una tale odissea. Cidava anche un po’ di fastidio sentire questi tri-sti racconti di guerra.Soltanto molti anni dopo leggendo il Calvariobianco di don Carlo Caneva o altri scritti riuscim-mo in parte a capire cosa dovevano aver passa-to, e ci è rimasto il rimpianto di non aver incisoquei ricordi finché il papà era in vita.Una cosa che papàraccontava sempre,e gli occhi gli diven-tavano lucidi al ri-cordo, era il buoncuore delle donnerusse, che spessoavevano accolto erifocillato quei po-veri giovani conge-lati e denutriti, in-segnando loro la di-rezione da prende-re. Senza il loroprovvidenziale aiu-to diceva nessunodi loro sarebbe ri-tornato.Dopo il ritorno inItalia e l’Armistizio il papà si era fermato nelSud, al comando del Generale Badoglio dap-prima e poi come autista del Primo MinistroOnorevole Alcide De Gasperi. Questo era unricordo che il papà amava particolarmente ene parlava spesso.Raccontava con piacere episodi di quel perio-do, di quando ad esempio accompagnava labella famiglia di De Gasperi per un pic-nic fuo-ri porta alla domenica e di come l’Onorevolelo facesse sedere accanto a loro a mangiare.Ricordava la sua dirittura morale tanto che infamiglia era divenuto famoso l’episodio dellabicicletta, di quando cioè la giovane figlia Ro-mana che faceva da segretaria al padre lavo-rando al Ministero, dato che stava continuan-

do a piovere a dirotto, chiese a mio padre sepoteva lasciare lì la bicicletta e ritornare a ca-sa con la macchina. Naturalmente egli rispo-se di sì e la accompagnò. Questo fatto peròscatenò una reazione molto dura da parte delMinistro che, oltre ad aver sgridato la figlia,l’indomani riprese il papà ammonendolo dinon rifare mai più una cosa del genere per-ché - spiegò - «la macchina è del Ministero enon è al servizio di mia figlia».La stessa Signora De Gasperi ebbe contattiepistolari molti anni dopo col papà quando luiera già anziano e si premurò di farci arrivarele sue condoglianze allorché il papà morì.La Diocesi di Trento allorché avviò la causa di bea-tificazione di De Gasperi interrogò il papà al ri-

guardo ed egli fecepervenire una sua te-stimonianza, ma del-l’esito di questa cau-sa non abbiamo piùsaputo nulla.Un altro episodio diquegli anni che il pa-pà raccontava spes-so, fu di quando sitrovò a dover anda-re a prendere La Pi-ra all’eremo dove al-loggiava, per accom-pagnarlo in città.Non capimmo maidove si svolse que-sto evento se a Fi-renze o nei pressi di

Roma. Egli raccontava che scendendo con lamacchina la strada che da questo eremo por-tava in città La Pira alla vista di un povero ac-cucciato lungo la strada per ripararsi dal fred-do - si era infatti d’inverno - La Pira gli avevachiesto di fermare la macchina, era sceso e, av-vicinandosi all’uomo, con estrema naturalezzasi era tolto il cappotto e l’aveva appoggiato de-licatamente sulle spalle del povero. Poi era ri-salito e gli aveva fatto cenno di proseguire.Quest’episodio aveva sempre suscitato in noifigli un impeto di commozione e di orgoglioe reputavamo il papà molto fortunato per averconosciuto da vicino persone di una tale leva-tura morale.Un altro episodio che in noi bambini de-

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stava grande meraviglia era quando il papà ciparlava del suo matrimonio con la mamma.Dopo la fine del servizio militare era ritornatoal paese dove aveva ritrovato la fidanzata e lafamiglia ed aveva deciso di sposarsi. Era stato,allora, nonostante i mezzi fossero scarsi, orga-nizzato un solenne matrimonio a cui avevanopartecipato anche dei generali che il papà ave-va conosciuto e questa era una cosa del tutto

nuova per un picco-lo paese di campa-gna e aveva suscita-to molto clamore.Ma la cosa insolita fuche, non essendocisufficiente posto né

a casa dello sposo, né a casa della sposa, i fe-steggiamenti del matrimonio si tennero sepa-rati: mio padre con i suoi invitati a casa sua emia madre altrettanto.Soltanto alla sera il papà era andato con amicie fratelli a prendere la sposa per portarla a ca-sa sua! Questa era una cosa che faceva sbelli-care dal ridere noi figli.Non ci fu viaggio di nozze e già l’indomani delmatrimonio i miei genitori si alzarono di buon mat-tino per riprenderei lavori nei campi da-to che la stagioneera avanzata.Nel frattempo congrandi sacrifici la fa-miglia di mio padreera riuscita ad ac-quistare il casale nelquale viveva e qual-che campo.A quei tempi nonc’erano macchinariper arare o semina-re e tutto dovevavenir fatto a mano.Qui i racconti pren-devano il volo edeccitavano la nostra fantasia di bambini.Vedevamo con gli occhi dell’immaginazione gliuomini uscire di casa alle prime luci dell’alba,portandosi dietro le falci per falciare i prati e,in una sporta la bottiglia del vino e la polentao la frittata per il pranzo.Li immaginavamo raccogliere con grandi rastrelli tut-

ta quell’erba in grandi covoni una volta essiccatae poi caricarli sul grande carro trainato dal cavalloe salire l’erta strada che conduceva al casale.Anche a noi bambini era toccato qualche vol-ta durante l’estate di salire in cima a quel fie-no e beatamente goderci la strada del rientroda quella altura.C’era poi la mietitura e la trebbiatura, c’era an-che la vendemmia che ci vedeva correre attor-no ai grandi che lavoravano a volte intralcian-do a volte collaborando, ma il ricordo che amodi più è quello di vedere il papà che con unostrano attrezzo tra le mani staccava i chicchi digranoturco dalle pannocchie, ponendo i tutolida una parte per bruciarli come combustibile del-la stufa, e i chicchi, che sarebbero diventati sof-fice farina da polenta, dall’altra.Prima di portarli al mulino per la macinatura ichicchi venivano allargati sul pavimento della sof-fitta ad asciugare. Che gioia era per noi bambinicorrere scalzi e sprofondare in quel mare giallo dichicchi, tuffarcisi dentro e giocare a rincorrerci!Un ultimo ricordo voglio fissare di mio padre.Egli è stato un uomo retto, buono, generoso,disponibile verso tutti. Non c’era domenica mat-tina che non lo vedesse dopo la messa recarsi

all’ospedale a tro-vare qualche perso-na ricoverata.A noi ragazzi peròera sembrato trop-po autoritario e per-ciò ne avevamo ti-more ma la sua du-rezza, lo scopersidopo, veniva dallapaura che crescessi-mo male e potessi-mo prendere viesbagliate.La sua teoria eraquella dell’alberelloche per crescere di-ritto va legato ad

un palo! E perciò diceva: «I figli vanno baciatiquando dormono».Quanto sia sbagliata questa teoria la pedago-gia moderna l’ha abbondantemente messo inluce ma tant’è la mentalità di allora era questa!C’è poi un altro segreto nella vita di mio padreche ha inciso fortemente in lui e di conseguen-

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Ma il ricordo che amo di più è quello divedere il papà che con uno strano

attrezzo tra le mani staccava i chicchidi granoturco dalle pannocchie.

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za in tutti noi. Anche questo l’ho scoperto so-lo molti anni dopo quand’ero adulta: dopo il ri-torno a casa dalla guerra il papà era stato col-pito dalla tubercolosi.Parola terribile allo-ra, quasi impronun-ciabile, tabù comel’aids ancora oggi.Pochi si salvavanoda essa e chi l’ave-va era emarginato,doveva starseneisolato, lontano datutti per paura delcontagio! La stes-sa mia madre permesi e mesi ne fuallontanata e dormìin un’altra stanza eperciò il mio fratel-lo maggiore nac-que ben sette annidopo il matrimo-nio. Mio padre futra i fortunati cheguarì, a prezzo però di un polmone perduto persempre.Questo fatto lo portò sempre comunque a te-nerci a debita distanza, a non prenderci in brac-

cio, a non dispensarci mai un bacio, e quelloche noi scambiavamo per freddezza e pocoamore nei nostri riguardi era invece paura di po-terci fare del male.

Questa mancanzadi effusioni, speciein me che ero mol-to sensibile, portòa un blocco taleche con fatica e so-lo quando lui or-mai era anziano ebisognoso dellemie cure, riscoper-si la tenerezza neisuoi riguardi... enon mi fu facileperché questa con-fidenza non c’eramai stata.Ringrazio Dio chemi ha concessoquesta opportunitàdi riscoprire miopadre, di averlo per

ben tre anni affidato alle mie cure quando or-mai la sua mente cominciava ad annebbiarsi eper una strana alchimia io diventavo madre e luimio figlio.

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» Carmen PezzettaImprenditrice artigiana, mamma e nonna, scrive saltuariamente. Ama leggere, viaggiare e circondarsi di amici. Vive a Pozzuolo del Friuli (Ud). Partecipa per la secondavolta al Concorso 50&Più.

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La sua teoria era quelladell’alberello che per crescere dirittova legato ad un palo! E perciòdiceva: «I figli vanno baciatiquando dormono». Quanto sia sbagliata questa teoria la pedagogia moderna l’ha abbondantemente messo in luce ma tant’è la mentalità di allora era questa!

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L ina Clementina Cornelia, con quel nomeda patrizia romana datole alla nascita, sem-brava destinata a un futuro assolutamen-

te glorioso. Ad un ruolo che l’avrebbe proiet-tata nella storia... come Cornelia, appunto! Certo il padre socialista di quelli duri, all’iniziodel secolo ventesimo, avrà piuttosto immagi-nato sua figlia (la sorte aveva voluto mortificar-lo negandogli il maschio) con i capelli al vento,la gonna svolazzante, le mani strette sull’astadella bandiera, la bocca spalancata sulle notedell’Internazionale. Anche lei, col senno di poi, avrebbe, forse, prefe-rito soddisfare le attese del padre piuttosto che con-segnarsi a un destino ineluttabile, prestabilito...deciso senza il suoparere... sei donnainfine!Ma le cose andaro-no diversamente.Fu sottoposta a untirocinio implacabi-le fatto di pesantilavori domestici,quasi serva in casasua per essere bra-va serva un doma-ni in casa della suo-cera. Altrimenti chi l’avrebbe presa? E non importa se era di buona famiglia.Conobbe poco l’infanzia, per niente l’adolescen-za (forse questi termini non si usavano nemme-no), conobbe, sì, l’acqua gelida del torrente do-ve andava a lavare i panni inginocchiata sul ru-vido legno del lavello, la raccolta della legna e l’ar-te di tener sempre vive le braci sul camino. Im-parò poco di cucina, un po’ per scarsa attitudi-ne ma molto perché il cibo era parco e ripetiti-vo anche tra i ceti più benestanti: zuca o zucot,polenta e fasoi, cavarnola che sempre polenta era,solo più cremosa da affogare nel latte freddo.Non dico che fosse una cenerentola. Non ave-va una matrigna e non sottostava alle anghe-rie di terribili sorellastre. Però sua madre eratutta presa dal suo importante ruolo professio-nale e sociale. Parroco, Sindaco, Medico, Maresciallo dei Ca-rabinieri, Levatrice Comunale erano le personeche contavano in paese. Certamente, però, perl’universo femminile della sua Condotta e an-che per molti mariti sprovveduti, l’ordine ge-

rarchico si ribaltava: veniva prima lei. La Coma-re Togna.E aveva naturalmente il suo bel daffare.Alla figlia, perciò le faccende di casa. Gli uomini non erano uomini se davano unamano in casa.Il padre, poi, era venuto a mancare molto prestoe comunque non aveva mai amato la fatica. Forse solo per questo era stato socialista e so-lidale con i lavoratori: lavoravano troppo! Chefacessero lavorare un po’ i padroni. Lui si appli-cava poco ed era il bello del paese.Lina Clementina Cornelia un giorno, molto pre-sto, si innamorò di un giovane biondo, con unagrande chioma di capelli e gli occhi chiari... non

un rozzo suo com-paesano... uno cheveniva dalla città...uno che aveva fat-to le scuole alte. Inpaese al massimo siarrivava alla quintaelementare, piùspesso ci si fermavaalla terza. Lei avevafatto anche la sesta(ma questa è unastoria incredibile

che merita un racconto a sé).Si innamorò o forse sognò soltanto l’amore.Che ne sanno le ragazze, che strumenti hannoper distinguere una cosa dall’altra... Anche lui, tra tutte le ragazze del paese sem-brò vedere solo lei e... a tempo debito convo-larono a giuste nozze. Lina Clementina Cornelia da provinciale sia puredi buona famiglia diventò cittadina a tutti gli ef-fetti: un marito affrancato dal lavoro manuale ri-servato ai più, quasi un intellettuale, una casa ar-redata con gusto, un piccolo giardino fiorito, untenore di vita da piccola borghese. Una bimba chepuntualmente si presenta dopo nove mesi. È appagata in città e torna malvolentieri di tan-to in tanto al paese, non per boria ma perchène conosce troppo bene i limitati orizzonti chela soffocano. Ma soprattutto perché è veramente felice e in-namorata. Il ragazzo biondo dagli occhi chiari e trasparen-ti le ha spalancato il mondo o almeno così leipensa: l’ha portata in treno a Trieste (lei che

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È lecito pensare che stremata, esausta fosse lei ad andarsene prematuramente, quantomeno a tirare i remi in barca. A chiedere tregua alla vita.

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non si è mai mossa dal paese), in visita alle grot-te spettacolari con le sue scarpette da sposa...poi in nave a Venezia con una lenta attraver-sata del golfo e l’ingresso trionfale in laguna. Cose inaudite!Impossibile rimpiangere il paese.Il presente è radioso e l’avvenire pieno di cer-tezze. Ma al paese Lina Clementina Cornelia dovràtornarci suo malgrado come più tardi dovrà ri-tornare suo malgrado in città: gli avvenimen-ti continuerannosempre a decide-re per lei e a lei sa-rà richiesto sem-pre solo di ade-guarsi. Con scon-forto crescentemisto a rabbia.È il lavoro del ma-rito a riportarla alpaese. Lei, in pae-se è pur sempre lamoglie di e la fi-glia di e in quan-to tale onoratama, appunto que-sto la disturba.Dovrà brillare sem-pre di luce rifles-sa? Chi è e cos’èse non figlia, mo-glie, madre diqualcuno? Perché, sì, nel frattempo aveva messo al mon-do una nidiata di bambini, maschi e femmineperfettamente alternati. E si sentiva molto Cor-nelia, solo Cornelia ricca di quegli unici ama-ti gioielli. Lina Clementina, l’altra parte di lei, intanto, siera persa chissà dove. Non basta il tempo per farsene una ragione eplacare la rabbia che un nuovo evento vienea sconvolgere la sua esistenza: si torna in cit-tà. Ma senza lavoro di concetto, senza caset-ta con giardino, senza vita tranquilla da pic-cola borghese.É morto il suocero e il figlio deve farsi caricodell’attività del padre in virtù della primoge-nitura. Chiamata anche privilegio.

Lei non ama la nuova attività del marito ma èobbligata a collaborare, non ama la grande ca-sa dove è costretta ad abitare, mal sopportala convivenza con la vedova che incombe conla sua presenza ostile e diffidente. Quella sì ma-trigna in quanto seconda madre dell’erede ditanta fortuna.In più è nuovamente incinta e non sarà l’ulti-ma gravidanza... la nidiata si raddoppierà. La donna... sesso debole? È lecito pensare che stremata, esausta fosse

lei ad andarseneprematuramente,quantomeno a ti-rare i remi in bar-ca. A chiedere tre-gua alla vita.Invece è lui che sene va improvvisa-mente. Lina ClementinaCornelia, la ragaz-za dal nome alti-sonante, si affidaalla santa degli im-possibili che mail’ha abbandonata,ricaccia indietro lelacrime che chie-dono di sgorgareinarrestabili (l’hapur amato il suouomo)... si rim-

bocca le maniche e affronta il futuro. Da sola, per sempre. A nemmeno cinquan-t’anni.

Guardi lontano con occhi dolcissimi e sognan-ti dalla vecchia cornice qua e là bucherellatadai tarli. Il volto dai lineamenti regolari, il na-so sottile e pronunciato, le sopracciglia un po’cadenti che hai dato in eredità a due genera-zioni. La fronte spaziosa che hai donato a mee i capelli raccolti morbidamente sulla nuca.Le spalle assurdamente avvolte in un boa dipiume (avevi solo vent’anni). È la tua foto uf-ficiale di ragazza. Una foto in seppia come siusava allora con la dedica tracciata sopra, obli-qua, con scrittura elegante: perché tu mi guar-di e non mi possa dimenticare mai. Lina

Solo Lina.

» Olga TurchettoÈ nata nel bellunesema risiede a Treviso.Ex insegnante di educazionetecnica, accanita lettrice, è appassionata di viaggi e di fotografia. È approdatanel mondo dei raccontifrequentando due corsi di scrittura creativa. È attiva nei gruppi di mutuo aiuto e di solidarietà internazionale. Al Concorso 50&Più nel 2011 ha vinto la Farfalla d’oro per la Fotografia.

PROSA

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Germogli Silenziosa sonnecchia la voce in soffittalasciata a lievitareall’ombra e al teporecome l’impasto del panenel canovaccio avvolto. Lungo è il tempoper me che solitariaattendol’alta marea della vita. Arriva la primaveradel cuore e della mente: spuntano germogli...Così la voce miadal silenzio escee per le vie comincia a cantare con la gioiadi chi vedeall’aurorail sorgere del sole.È la voce della mia anima, limpida: cantacome un umile menestrelloil magico riflessodi luci ed ombresulla strada.

Dialoghi silenziosiPercorrevamo gli stessi sentieri quotidiani itinerari ostili cosparsi di agguerriti rovi guardinghi e circospetti, attenti a non accomunare disagi che due generazioni gemellavano.

Stesso sangue, stessi cromosomi stessi orizzonti di speranze, fugaci erano i sorrisi frettolosi i cenni di assenso ingenui di complicità gli sguardi, i dialoghi, intensi di silenzio.

Rimembrare gesti da bambino nel serrare il grosso pollice con la mia piccola mano, e odorare il rustico calore, mentre l’alta figura suggeriva duplici passi per mantenere il cammino.

Dalla lapide ora lo sguardo mi segue tenue ombra conforto e come allora i dialoghi restano silenzi profondi gemmati da nostalgici ricordi, nell’attesa di ritrovarci oltre gli orizzonti terreni per dare finalmente voce, ai silenziosi dialoghi di allora.

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» Gianni GalparoliPer alcuni anni tecnico progettista, poi ha svolto un’attività nel settore commer-ciale. Da molto tempo appassionato dipoesia, ha pubblicato due raccolte dipoesie e partecipato a vari concorsi ot-tenendo premi, menzioni e riconosci-menti. Partecipa al Concorso 50&Più perla quarta volta. Vive a Malnate (Va).

» Annunziata Cavallucci Nata a Chieti, vive a Cupramontana(An). Abita in campagna, tra fiori, pian-te, vigne, oliveti e gode la vista di un pae-saggio stupendo, fonte d’ispirazione perla poesia che è vita e ricerca e di cui hauna sete insaziabile. Laureata in Teolo-gia, ora studia Filosofia pur essendo unamamma e una nonna felice. Al Concor-so 50&Più, nel 2008 e nel 2010, ha vin-to la Menzione speciale della giuria perla Poesia.

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L’indifferenzaSpire di vento gelido entrano nella mia anima. Nenie di anime perse cielo nero tinto di nero. Lontano un paese spegne le sue luci. Cade la neve si muove sinuosa. Sembrano tocchi di argento che cadono indifferenti sulla terra. Tetti di alabastro comignoli assonnati da un leggero fumo di legna verde dall’odore acre. Una sola finestra lassù è illuminata dalla luce fioca di una candela. S’ode nel buio un respiro affannato di un vecchio solo che muore lentamente. Dimenticato dal mondo...

AmoreMi sono svegliata stamane con dentro nel cuore l’amore. Poiché non sapevo a chi darlo - ero sola - ho amato la foglia ed il fiore sul mio davanzale. Ho amato il respiro del vento a scompigliarmi i capelli e il volo inesperto di un uccelletto da nido. Poi era rimasto nel cuore ancora un poco d’amore, e allora ho fatto una cosa da tempo dismessa: mi sono sorrisa allo specchio e - un istante! - ho amato pure me stessa.

In un attimoUn singolo momento inciso nel tempo, un milione di anni in uno, quando tutto si ferma e la vita esplode, quando tutto cambia per sempre in un battito di ciglia al responso della diagnosi letta con naturalezza dal medico: “melanoma maligno”. Il cuore si blocca, per ripartire in una corsa folle, le labbra tremano, le guance sbiancano. Respiro a fondo per superare la nausea. Mi ribello. Un urlo silenzioso riempie i polmoni. Ritrovo un briciolo di coraggio e di orgoglio. Guardo gli occhi indifferenti del medico ed esclamo: “Combatterò con forza e speranza per riprendermi la vita ed i sogni sospesi”. Ma ora lasciatemi piangere!

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» Anna SaniVive a Montepulciano (Si). Ama la let-tura, alla quale dedica ogni momento li-bero e presta opera di volontariato pres-so la biblioteca ospedaliera di Nottola.Partecipa per la sesta volta al Concorso50&Più dove nel 2006, 2009 e 2011, havinto la Menzione speciale della giuriaper la Prosa.

» Maria Antonietta RotterÈ nata a Bologna e risiede da molti annia Povo (Tn). Insegnante della lingua tede-sca nelle scuole medie, ora è in pensio-ne. Amante della poesia e della lettera-tura da sempre. Sue poesie si trovano insvariate antologie e ha ottenuto nume-rosi premi e riconoscimenti in concorsinazionali e internazionali. Per la nona vol-ta partecipa al Concorso 50&Più, doveha vinto tre Menzioni speciali della giuriaper la Prosa e per la Poesia. Nel 2005,2008 e 2010 ha ricevuto il Premio Buon-consiglio.

» Maria Giannetto Ex insegnante di scuola materna, autri-ce di un libro di poesie e di due roman-zi di cui uno di prossima pubblicazione.Vive ad Anagni (Fr). Partecipa al Concor-so 50&Più per la prima volta.

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PITT

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Torero» Luigina AntoniSi è dedicata con passione e tenacia al commercio per cinquant’anni. In seguito, ceduta l’attività ai figli, ha potuto coltivare la passione peri viaggi, la manualità e la creatività. Dopo aver studiato e imparato le diverse tecniche espressive predilige, da qualche tempo, la pittura su tavola con colori acrilici e ha già realizzato diverse opere. Vive a Roma.

Guizzi sommersi» Lia Bardelli De Lalla

Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta, continuando

a dipingere con grande entusiasmo e amore.

Frequenta un corso di acquarelloe ha partecipato a varie mostre.

Vive a Grosseto.

X X X C O N C O R S O 5 0 & P I Ù P I T T U R A

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Acqua» Ivana Bellucci

Nata a Roma, vive a Rieti. Ama l’arte in tutte le sue espressioni. Ha iniziato a dipingere quattro anni fa, in occasione di un corso

organizzato dalla 50&Più di Rieti. Ha partecipato con successo

ad alcune mostre ed estemporanee. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta e, nel 2011,

ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la Pitttura.

Peperoni» Maria Pia Luzi

È nata a Roma, città in cui vive. Diplomata come Maestra d’Arte,

ha partecipato diverse volte al Concorso 50&Più ottenendo,

nel 1998, la Farfalla d’oro per la Fotografia e varie volte

Menzioni speciali sia per la Pittura che per la Fotografia.

Metropoli» Giuliana PongiglioneNata a La Spezia, vive a Speziano (Sp). Pensionatastatale ed ex insegnante nella scuola media. Amante della musica e di ogni espressione artistica,da alcuni anni si dedica alla tecnica dell’acquarello.Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta e,nel 2008, ha vinto la Menzione specialedella giuria per la Pittura.

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I miei tulipani» Clara BergomiMilanese di nascita, vive da 40 anni a Vicenza. Si diletta di fotografia e di pittura dal 1977. Ha frequentatolo studio del pittore V. Usoleopartecipando a diverse mostrecollettive, e usa l’occhio fotograficoper fissare l’attimo che ispira il desiderio di trasporlo sulla tela.Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta.

Curiosità» Alessandro MagrinoAppassionato di fotografia,amante dell’equitazione e, in particolare, dei cavalli. Partecipa al Concorso 50&Piùper la prima volta. Vive aCastelfranco di Sopra (Ar).

X X X C O N C O R S O 5 0 & P I Ù F O T O G R A F I A

FOTO

GRA

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L’amica» Antonio Vercellesi

Dirigente aziendale, laureato in Ingegneria meccanica

ha l’hobby della fotografia e dei lavori manuali in genere.

Vive a Monza.

Tre generazioni(Tirana campo rom della stazione)

» Giancarlo RupoloFotoamatore dal 1975 e presidente del

circolo fotografico “L’obiettivo” diPordenone. Vincitore di numerosi premi e

presentatore di mostre fotografichepersonali e collettive.

Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Caneva (Pn).

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Chi assaggia?» Ermanno TrezziFin da ragazzo si è dedicato all’arte della panificazione collaborando alla conduzione del panificio del papà. Dal 1965 al 2002 è stato titolare di un panificioa Monza, dove ha allestito le vetrine con il pane artistico vincendo diversi concorsi. Da quando è in pensione si diletta nell’artedella ceramica e nella fotografia. Partecipa al Concorso 50&Più per la quartavolta e, nel 2011, ha vinto la Menzione specialedella giuria per la Fotografia. Vive a Carate Brianza (Mb).

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ibi sono ingrassan-ti, e nutritivi: / ilbianco pane di

frumento, il latte fresco, / ilcacio che di sal non anco èsparso, / e i testicoli e lacarne del giovane porco, /e il midollo e il cervello suc-coso, / e il dolce vino, eogn’altro al gusto grato ci-bo, / e le uova da sorbire, el’uva fresca e il maturo fi-co». Questi sono i cibi con-siderati “ingrassanti” per ec-cellenza nel celebre trattatoRegimen Sanitatis Salernita-num, pubblicato nel XII se-colo dalla Scuola Medica diSalerno, la più importanteistituzione medica dell’Eu-ropa medievale. Ma nonostante siano inseri-ti in questa lista “fatale”, i

fichi freschi maturi - purcontenendo una buona per-centuale di zuccheri, il 14%circa - hanno soltanto 47 ca-lorie ogni 100 grammi: in-somma, una via di mezzo frala mela e la banana come ap-porto calorico. Attenzione,però: quando sono secchi lecalorie diventano 247! Comunque sia, se qualche let-tore per via delle calorie, de-cide di rinunciare al piacereineffabile di mangiare i fichi,rammenti prima le parole diPlatone, denominato dagliamici “mangiatore di fichi”,che raccomandava di consu-marli «poiché aiutano a rin-forzare l’intelligenza»; oppu-re le affermazioni di Plinio ilquale sosteneva che mangia-re fichi «rende più forti i gio-vani, aiuta la salute degli an-ziani e attenua le rughe».D’altra parte, i fichi hannoun alto contenuto di mine-rali fra cui calcio, potassio,sodio, ferro, zinco e fosforo;di vitamine idrosolubili qua-li C, PP, B2, B6 e, soprattut-to, la B1 o tiamina che aiu-

ta nel metabolismo dei car-boidrati. Ragion per cui unasana ed energetica merendaestiva per i bambini sarebbela classica “focaccia con fi-chi freschi”. Non a caso, il frutto proibi-to che fece commettere adAdamo ed Eva il peccato ori-ginale era un fico e non unamela, tant’è vero che si copri-rono poi le loro nudità conuna foglia di fico, come rac-conta l’episodio biblico dellaGenesi. D’altronde, che il fi-co compaia nell’Eden non do-vrebbe stupire, perché que-st’albero antichissimo è rite-nuto nelle varie tradizioni, dalMediterraneo all’India, sim-bolo della conoscenza salvifi-ca e di resurrezione. Sull’origine di questa piantadel genere Ficus, appartenen-te alla famiglia delle Morace-ae, vi sono diverse ipotesi:secondo alcune fonti provie-ne dall’Asia Minore, altre locollocano nel vicino Orien-te: peraltro, ricercatori del-l’Università di Harvard han-no scoperto nei pressi del fiu-

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«Contengono moltissimi mineralifra cui calcio, potassio, fosforo

e importantissime vitamine come la C, la PP, la B2 e, in particolare, la B1 che aiuta il metabolismo dei carboidrati»

SAPORI & COLORI

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1Ingredienti350 gr di riso 6 fichi neri o verdi100 gr di pancetta fresca 50 gr di parmigiano grattugiato 100 gr di pecorino sardo stagionato½ bicchiere di vino bianco secco1 lt e ½ di brodo vegetale 1 scalogno Olio d’oliva extravergine, sale e pepe

1 ora circa

550 circa a porzione (80 gr a persona)

4 persone

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me Giordano - in un sito ar-cheologico chiamato Gigal, abi-tato circa 11.400 anni fa - re-sti di fichi essiccati. Ma si ritie-ne che la sua diffusione nel Me-diterraneo sia partita dall’Egit-to. Quanto ai Greci, erano tal-mente ghiotti di fichi che neera proibita l’esportazione; men-tre per i Romani la pianta eraconsiderata sacra perché, secon-do il mito della fondazione diRoma, sotto il cosiddetto ficusruminalis - l’albero di fico sel-vatico nei pressi del Tevere -Romolo e Remo furono allat-tati dalla lupa. Il fico ha ispirato nella culturapopolare alcuni proverbi: «Soloa parole l’amico, non vale un fi-co», perché una volta gli alberidi fico che crescevano selvaticilungo le strade e le coste eranotalmente abbondanti, special-mente nel Centro-Sud, da esse-re ritenuti di poco valore; op-pure: «Quando il villano è sul fi-co, non conosce né parente néamico», perché i fichi sono tal-mente buoni che ognuno li vuo-le per sé. Vi sono anche diverselocuzioni, positive e negative,

che utilizzano il termine fico: adesempio, per indicare lo scarsointeresse per un avvenimento siesclama: «Non m’importa un fi-co secco!»; per dire che una per-sona ha un buon carattere si af-ferma che «è dolce come un fi-co»: «Lodovico sei dolce come unfico...», ripeteva infatti il ritor-nello di una popolarissima can-zone cantata qualche decenniofa da Vittorio De Sica.Quanto all’utilizzo dei fichi incucina, il miglior impiego sta nelconsumarli freschi - meglio seappena colti - con il pane caldo,la pizza o la focaccia, oppure condel formaggio fresco e il pro-sciutto; ma, essiccati e ripieni dimandorle e noci, anche duran-te le feste natalizie. In ogni mo-do già nel Medioevo si utilizza-vano per riempire le carni e sot-to forma di composte, gelatinee confetture varie. Modernamen-te, nella cosiddetta “cucina crea-tiva”, i fichi freschi vengono uti-lizzati anche per preparare squi-siti risotti, specialmente con di-verse qualità di formaggio, dalgorgonzola al parmigiano, dallarobiola al pecorino sardo.

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PreparazioneTritare finemente lo scalogno e farlo appassire in untegame con 2 cucchiai d’olio d’oliva e la pancetta fre-sca tagliata a dadini. Prima che il soffritto prenda co-lore, aggiungere il riso e tostarlo brevemente.Bagnare quindi con il vino e lasciarlo evaporare qua-si completamente; poi, versare poco per volta il bro-do e portare a cottura il risotto. Dopo una decina diminuti unirvi i fichi spezzettati, cuocere ancora per 7-8 minuti prima di servire, mescolando con molta de-licatezza. A fine cottura mantecare rapidamente conil parmigiano grattugiato. Servire caldo con abbondanti scaglie di pecorino sar-do, magari ornando con spicchi di fichi precedente-mente ripassati in un padellino con un po’ di zucche-ro finché diventino color caramello.Accompagnare con lo stesso vino bianco secco utiliz-zato per la cottura, molto freddo.

ConsigliQuando rimangono in frigo per più di due o tre gior-ni, con i fichi freschi, pesche, pere o altri frutti si puòpreparare una sorta di confettura, ottima come dessertfreddo servito insieme con una pallina di gelato. Bastasbucciare la frutta (non i fichi), tagliarla a pezzi grandie cuocerla con del vino rosso, poco zucchero e un ba-stoncino di cannella. Si fa addensare procurando chei pezzi rimangano interi. Ottima anche servita a meren-da con biscotti secchi.

!PER INFORMAZIONIE CURIOSITÀ SCRIVI A:[email protected]

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[ TEMPO LIBERO DI DONATELLA OTTAVI ]

«Un luogo che gode di uno straordinario belvede-re sulla culla del Rinascimento e che, fino agli inizidel Novecento, ha modificato il suo aspetto nume-rose volte... senza perdere il suo fascino»

era una volta un bo-sco, un giardino, un or-to e un frutteto a ridos-

so delle antiche mura di Firenze...La storia del Giardino Bardini -parte dei “Grandi Giardini Italia-ni”, il circuito dei più bei parchivisitabili in Italia (www.grandi-giardini.it) - inizia così, in epocamedievale, quando a godere delsuo splendore era la ricca fami-glia Mozzi. Un’ampia area verdeaffacciata sulla città del Giglio

che, nel corso dei secoli, è stataamorevolmente curata, arricchi-ta, edificata, abbellita; ma an-che venduta e riacquistata, divi-sa e riunita, trascurata e abban-donata. Un luogo dalla vita piut-tosto movimentata anche quan-do, nel 1913, viene acquistato daStefano Bardini, un antiquarioche vi apporta ulteriori modifiche. Dal 2000 al 2005 il giardino vie-ne sottoposto ad importanti ope-re di restauro che gli restituisco-

no una sua identità: il parco agri-colo con alberi da frutto tipicidella tradizione toscana, il ron-dò-belvedere con il tunnel di gli-cini e sessanta varietà di orten-sie, la scalinata barocca adorna-ta da rose ed iris, le sei fontanecon i fondali a mosaico polima-terico. E ancora, il prato di aza-lee con felci, viburni, camelie euna collezione di agrumi. Uno scenario unico per i visitato-ri che, il 13 settembre, potrannoassistere anche all’esibizione delQuintetto a fiato dell’Orchestrada Camera Fiorentina, degustan-do un ottimo aperitivo nel piùcompleto relax.www.bardinipeyron.it

GIARDINI DELLA LANDRIANA (RM)Dal 5 al 10 ottobre, i Giardini della Landrianaospitano un evento che gli amanti del verde non possono perdere:“Autunno alla Landriana”,una mostra mercato dedicata al mondo del giardinaggio e del vivaismo.www.aldobrandini.it[ GIARDINI DELLA LANDRIANA. GGI ]

GIARDINO CON VISTA

Una giornata dedicataai piccoli presso i Giardini della Reggia di Venaria (To): giochi, racconti, spettacoli danzanti...www.lavenaria.it

9 settembreVilla San Michele,(Anacapri, Napoli) ospitaper la prima volta ilprestigioso Premio Capri.www.villasanmichele.eu

8 settembre

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VILLA SERRA (GE)Una domenica all’insegna del gusto quella che Villa Serra ha in programma per il 7 ottobre prossimo.Nell’ambito dell’evento “La Grande Castagnata”, un invitante pranzo e un’appetitosa merenda. L’ingrediente principale? Castagne, naturalmente.www.villaserra.it [ VILLA SERRA. GGI ]

VILLA CARLOTTA (CO)Il 28 ottobre Villa Carlottaorganizza una giornatainteramente dedicata alla famiglia. Mamme, papà e figli in visita, infatti, possono goderedella bellezza del parco e del museo ad uno speciale costo d’ingresso.www.villacarlotta.it[ VILLA CARLOTTA. GGI ]

OTTOBREIN ANTEPRIMA

[ FOTO: VILLA SAN MICHELE, PETER DE RU. GRANDI GIARDINI ITALIANI ] [ FOTO: GIARDINO REGGIA DI VENARIA. GRANDI GIARDINI ITALIANI ]

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apprima era un picco-lo monaco, con tantodi abito talare e brevia-

rio in mano, poi è diventatoun giovinetto dedito forse piùalla birra che alla preghiera,infine in quest’ultimo secolofatto di bizzarrie e stranezze,ha subìto una trasformazio-ne epocale: ha preso le sem-bianze di... una ragazza. Stiamo parlando del Mün-chner Kindl (il bambinello diMonaco), che nella forma clas-sica lo si può vedere nellostemma della città, mentrenella versione moderna lo sipuò “ammirare” all’inaugu-razione dell’Oktoberfest. Laparata che dà inizio ai festeg-

giamenti, in-fatti, è aper-ta da un asi-nello sul qua-le sta sedutauna giovanedonna che in-dossa un saioed ha un boc-

cale di birra in mano. Il Münchner Kindl è, ovvia-mente, il simbolo della città,e non poteva essere altrimen-ti. Le cronache fanno risalirea Enrico XII di Baviera, che i piùconoscono con l’appellativodi Enrico il Leone, l’idea di eri-gere, nei pressi del fiume Isar,un accampamento per il pro-prio esercito. Poco distantedal nuovo insediamento, inprossimità del lago di Tergensorgeva un monastero, e tral’essere nelle vicinanze dei mo-naci e il chiamare il nuovo in-sediamento Muniche (ovvero“presso i monaci”) il passo fubreve. Era il 1158. Enrico il Leone, già duca diSassonia e di Baviera, non sifece sfuggire l’occasione diaccrescere l’importanza di Mu-niche che ben presto divente-rà una città fortificata. Sot-trasse all’arcivescovo di Frisin-ga il controllo dei dazi che sipagavano in quell’area, rea-lizzò un mercato nella nuova

cittadina e coniò una propriamoneta. Uomo tra i più poten-ti della Germania dell’epoca,fondatore di città, ottimo stra-tega, Enrico il Leone condivi-deva con il cugino, FedericoBarbarossa, il governo del Pae-se, finché non gli si contrap-pose negandogli il proprio aiu-to nella campagna che l’impe-ratore stava conducendo inItalia e che gli costò la scon-fitta di Legnano. Enrico fu esi-liato e spogliato delle sue ter-re, così Monaco e tutta la Ba-viera furono assegnate a Ot-tone di Wittelsbach, la cui ca-sata governò la regione finoal 1918, anno della cadutadella monarchia tedesca. Colto e raffinato, Enrico ilLeone non ci ha lasciato, diMonaco, soltanto il nomedella città e il simbolo, maanche il suo stesso spirito ar-tistico e il gusto per la cultu-ra e la bellezza. Terza città della Germaniadopo Berlino e Amburgo,

[ SOPRA, DA SINISTRA, MARIENPLATZ DOVE SI SVOLGONO

I MERCATINI DI NATALE E LA

FRAUENKIRCHE, LA CATTEDRALE

DI MONACO CON I SUOI IMPONENTI

CAMPANILI DI 99 METRI. SOTTO, DA SINISTRA:

LA MARIENSÄULE, LA COLONNA DI MARMO CON

LA STATUA DORATA DELLA VERGINE;UNA BIRRERIA “AMBULANTE”;

I MODERNI EDIFICI DELLA BMW; IL COMPLESSO DI NYMPHENBURG,

RESIDENZA ESTIVA DEI

DUCHI DI BAVIERA; UN PARTICOLARE DEI GIARDINI

DEL PALAZZO REALE; UNO SCORCIO

DELLA METROPOLITANA. ]

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DIE WELTSTADT MIT HERZ

MonacoMonaco

Monaco MonacoMonaco

Monaco

Monaco

Monaco

«Cominciai a pensare a Monaco con un testardodesiderio a ogni ora delgiorno, come se in quellapiacevole città avessiperduto qualcosa diessenziale (Herman Hesse)»

DMonaco

Monaco_Layout 1 09/08/12 13:58 Pagina 78

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uno dei motori dell’economiatedesca, Monaco conta oltre40 musei, monumenti, dimo-re storiche, ville, giardini, vieglamour, ristoranti, teatri e leimmancabili birrerie, ma ancheindustrie automobilistiche enon, e case editrici.L’antico e il moderno in essa sifondono a meraviglia. Bastapasseggiare nel cuore della cit-tà, in quella Marienplatz nellaquale si possono ammirare bel-lezze antiche e negozi moder-

sto edificio neogotico ha unaparticolarità: sulla sua facciataprincipale fa bella mostra di sé ilcarillon più grande di tutto il Pae-se, il Glockenspiel. È realizzato sudue piani: in quello superiore so-no rievocati i festeggiamenti peril matrimonio del duca GugliemoI, mentre in quello inferiore c’èla “danza dei bottai”, che ricor-da le feste avvenute successiva-mente alla fine della peste checolpì la città tra il 1515 e il 1517.Due volte al giorno, alle 11.00e alle 12.00 e da marzo a otto-bre anche alle 17.00, il suonodelle campane della torre alloscoccare dell’ora iniziano a suo-nare e danno vita alle danze altermine delle quali il gallo che sitrova in cima al carillon, cantatre volte. La sera alle 21.00, poi,l’angelo benedice il MünchnerKindl, augurando così la “buo-nanotte a tutta la città”. L’Alte Rathaus, il Vecchio Muni-cipio, risalente al 1400, ospitaun particolare museo: quello delgiocattolo. Bambole, trenini, pe-luches, giocattoli artigianali di le-gno provenienti da ogni parted’Europa e dell’America, sonoesposti all’interno della torre. A Marienplatz c’è anche la Fi-schbrunnen, la fontana dei pe-sci, protagonista di uno stranorito: i bavaresi il mercoledì delleceneri bagnano il proprio porta-foglio nelle sue acque in segnobeneaugurante.

Pas-seg-giandoper ilcentro sto-rico non sipuò non visita-re la Frauenkirche,la Cattedrale di Mo-naco, che con i suoi due cam-panili, alti 99 metri domina la cit-tà. Gioiello creato sul finire del1400, la Cattedrale presenta trenavate ed è adornata da mera-vigliose vetrate. Al suo internoil mausoleo di Ludovico il Bava-ro, primo dei Wittelsbach a es-sere eletto imperatore del SacroRomano Impero, e le tombe diLudwig III, ultimo membro del-la casata, e di Ludwig II, il so-vrano più celebre e più amatodai tedeschi. Altra curiosità: entrando a Fra-uenkirche dall’ingresso principa-le ci si imbatte in un’impronta,che si dice sia quella del... dia-volo. Pare che l’architetto abbiascommesso con il maligno cheavrebbe costruito una Catte-drale senza finestre. Il diavolo,una volta terminati i lavori, en-trò nella chiesa e iniziò a ride-re a crepapelle pensando checosa se ne facessero gli uomi-ni di un edificio senza finestre,finché si accorse di essere sta-to ingannato: le finestre eranoposizionate sul fondo della co-struzione solo che dal punto incui si trovava lui (l’impronta!)non si vedevano. Il diavolo an-dò su tutte le furie e si trasfor-mò in una tempesta, tanto cheancora oggi, nelle vicinanze diFrauenkirche si viene avvolti dauna brezza continua. È per que-sto che in molti oggi si chiedo-no se il diavolo non sia ancoranei dintorni...

ni, per calarsi nell’atmosferamedievale e guardare negli oc-chi il futuro. Marienplatz, la piazza di Maria,anticamente era sede di torneie giostre, nelle quali cavalieri enobili si fronteggiavano “lanciain resta”, ma anche del merca-to del sale e del grano, oggi so-stituito un mese l’anno, dal Chri-stkindlmarkt, il mercatino di Na-tale, colmo di luci, leccornie ecanti tradizionali. Al centro del-la piazza, la Mariensäule, la co-lonna di marmo sormontata dal-la statua dorata della Madonna,voluta da Massimiliano I nel1638, quale ringraziamento al-la Vergine, Patrona della città,per aver liberato Monaco dall’in-vasione svedese. Su Marienplatz si affaccia il Ne-ue Rathaus, il nuovo Municipio,che attualmente ospita il comu-ne ed è la sede del sindaco. Que-

BENVENUTI A MONACOla città con il cuore«In tedesco la chiamano “Die Weltstadt mit Herz”,ovvero la “Metropoli con il Cuore” grazie al suo armonioso fondersi di presente e passato»

[ ITINERARI DI LORIS PORCHERI ]

È l’Hofbräuhaus voluta da Wilhelm V, cui venne l’idea di far produrre la birraall’interno della corte, per proprio esclusivoconsumo. Era il 27 settembre 1589.

La birreria più famosa

Il castello di Neuschwanstein è una delle tre residenze fatte costruire da Ludwig II.Eretto su di un picco montuoso, è statoriprodotto da Disney in uno dei suoi film.

Il castello delle favole

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TURI

SMO

Un rubinetto di bron-zo, un martello di le-gno e un sindaco che

apre un barile di birra annun-ciando solennemente: «O’zapft is!». Il sindaco in que-stione è il primo cittadino diMonaco; le parole da lui pro-nunciate in dialetto bavaresesignificano più o meno “Èaperto”, ma il loro vero si-gnificato è: “Che la festa co-minci!”. Inizia ufficialmentecosì la kermesse più famosadella Baviera e della Germa-nia tutta: l’Oktoberfest. Il boc-cale numero 1 tradizional-mente viene offerto al primoministro bavarese che pre-senzia insieme al sindaco al-l’inaugurazione, poi via via, inuna sorta di domino, vengo-no riempiti quelli di centina-ia di persone che, in trepi-dante attesa, sono stipatesotto i tendoni sin dalle pri-me ore del mattino.Sono oltre due secoli che laWiesn, come la chiamano“affettuosamente” i bavare-si, coinvolge tedeschi e non,adulti, ragazzi e anche bam-

bini che, negli stands del par-co, trovano divertimento sumisura, giostre e bancarelle. Tutto iniziò il 12 ottobre 1810,con il matrimonio tra il prin-cipe ereditario Ludwig e laprincipessa Therese von Sa-chsen-Hildburghausen. Tut-ta la popolazione fu invitataa giocare e divertirsi alle por-te della città, su quel prato(Wiese) che dopo l’eventoprese il nome della sposa(Theresienwiese). La festa siconcluse cinque giorni piùtardi, il 17 ottobre, con unaspettacolare corsa di cavalli.E tanto piacquero ai bavare-si quei festeggiamenti chedecisero di replicarli ogni an-no fino a... oggi. Due settimane piene per farbaldoria, 3 week-end per sta-re tutti insieme: bavaresi, te-deschi e turisti, tanti turisti. Le “celebrazioni” inizianocon il rito della sfilata: due oree mezza di parata, lunga 7chilometri. Gruppi folklori-stici vestiti nei tradizionali abi-ti bavaresi (pantaloni di cuo-io al ginocchio, calzettoni,

cappelli piumati e gilet),Schützen in alta uniforme,sbandieratori, carri addob-bati e trainati da buoi, osti eragazze, fanfare e orchestre,si dispiegano lungo un per-corso obbligato che dal cen-tro di Monaco arriva a The-resienwiese. E poi... birra afiumi. Sbagliatissimo se si cre-de di poter ordinare la nostraclassica spina! Il boccale piùpiccolo, che viene servito nei14 stands da corpose ragaz-ze in abito tradizionale (ilDirnl), è da 1 litro (il Maß), ela birra è una Marzen, piùscura e alcolica della classica,appositamente prodotta perl’Oktoberfest. Da chi? Da seispecialissime case, le unichequi autorizzate alla vendita:Paulaner, Spatenhof, Hof-bräu, Hacker-Pschorr, Augu-stiner e Löwenbräu. In ognitendone, uno spettacolo asé: canzoni tradizionali maanche attuali, riarrangiateper l’occasione. Per parteci-pare, la prenotazione è ob-bligatoria; solo così si avrà lapossibilità di ordinare “EineMaß, bitte” (1 litro, per fa-vore), di cantare, ondeggian-do sulle panche, tenendosisottobraccio e di brindare al-la vita e, perché no, anche aLudwig e Therese.

UNA F

ESTA

NATA

NEL

1810

UNA FESTA NATA NEL 1810

milioni. Tanti sono i visitatori cheogni anno partecipano all’Okto-

berfest, e in media consumano 6,5 milio-ni di litri di birra, 300mila salsicce, 500mi-la polli. La birra viene servita fino alle 22.30e va consumata solo negli stands. I bam-bini possono partecipare, ma solo fino al-le ore 20.00.

[ UNO SCORCIO DEGLI STANDS: IL MARTEDÌ, DALLE 12 ALLE 18, È LA

GIORNATA DEDICATA ALLE FAMIGLIE. SOTTO, A DESTRA, IL SINDACO

CHRISTIAN UDE, A CUI SPETTA

L’APERTURA DELLA MANIFESTAZIONE

CON LA PRIMA SPILLATURA. ]

{ }22 SETTEMBRE - 7 OTTOBRE: SONO DUE SETTIMANE PIENE DI“BIRRA” CON LA PIÙ FAMOSA MANIFESTAZIONE DELLA BAVIERA

Okt

ober

fest

[ DI CARLO PENGUIN ]

6

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81SETTEMBRE 2012

SPAZIOINCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA

a bicicletta è una vera passione per tanti over 50 e il ciclismo è l’attività spor-tiva tra le più praticate. Basta osservare i numerosi gruppi che nei week-end inva-dono le strade, per accorgersi che l’età media supera i 40 anni e sono in aumento

i 50 e più che si cimentano anche nelle granfondo. D’altra parte, secondo l’Istat, sareb-bero 2.012.000 i ciclisti praticanti nel Belpaese. La disciplina si piazza al quinto postodopo calcio e calcetto (4.152.000), ginnastica e fitness (4.320.000), sport acquatici e nuo-to (3.914.000). I ciclisti più “accaniti”, cioè i granfondisti, sono circa 100.000 su strada e30.000 in mountain bike. La Federazione ciclistica italiana conta 69.349 tesserati. Per i soci cicloturisti e cicloamatori, uomini e donne, che vogliono mettersi alla prova, èin arrivo il I° Trofeo Nazionale 50&Più di Ciclismo. Per partecipare basta essere soci di50&Più e, contemporaneamente, tesserati di un gruppo ciclistico. La gara “a cronome-tro” si svolgerà il 21 settembre a San Vincenzo (Li), su una distanza di circa 3 chilome-tri. Il percorso si snoderà lungo la Strada Comunale Principessa, con partenza dal Villag-gio Turistico Garden Club Orovacanze. I partecipanti percorreranno il tragitto muniti del-la propria bicicletta e vestendo la propria maglia. Per le pre-iscrizioni c’è tempo fino al10 settembre. A fine gara il circuito ciclistico si trasformerà in luogo di incontro tra ge-nerazioni. I soci e gli atleti 50&Più, impegnati dal 15 al 22 settembre nella diciannovesi-ma edizione delle Olimpiadi 50&Più, si ritroveranno con gli studenti delle scuole elemen-tari e medie di San Vincenzo per celebrare l’Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo ela Solidarietà tra le Generazioni indetto dall’Unione europea per il 2012. La manifestazio-ne organizzata da 50&Più con il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, la Rappre-sentanza italiana della Commissione Europea, la Provincia di Livorno e il Comune di SanVincenzo, culminerà nella piazza principale del Comune in una grande festa collettiva.Cosa aspettate? Le iscrizioni al I° Trofeo Nazionale 50&Più di Ciclismo sono aperte.

TROFEO NAZIONALE50&PIÙ DI CICLISMO

L

Per saperne di Più: 066871108

LIVORNO

Le pre-iscrizioni Dovranno pervenire entro il 10 settem-bre alla segreteria Nazionale di 50&Più(fax 066833135), in alternativa tramitee-mail a [email protected] o pres-so le Associazioni provinciali 50&Più.

Le iscrizioniSono ammessi a partecipare cicloturistie cicloamatori iscritti a 50&Più purché tes-serati a F.C.I. o ad altri Enti di promozio-ne sportiva (Udace, Uisp, ecc.). Le iscri-zioni sono accettate entro le ore 8,00 del21 settembre presso la Segreteria Olim-piadi 50&Più al Villaggio Garden Club.

Le categorieI partecipanti, uomini e donne, sarannosuddivisi in relazione all’anno solare di na-scita.

UominiA - Da 50 a 60 anni B - Da 60 a 64 anniC - Da 65 a 69 anniD - Da 70 a 74 anniE - Da 75 a 79 anni F - Da 80 anni in poi

DonneW1 - Da 50 a 60 anniW2 - Da 60 anni in poi

Le premiazioniAi primi tre classificati, verranno asse-gnate: la medaglia d’oro, d’argento e dibronzo. Alle Province che avranno tota-lizzato i tre migliori punteggi verranno as-segnate le Coppe 50&Più. La Provincia vincitrice riceverà il 1° TrofeoNazionale 50&Più di Ciclismo. Verrà as-segnato anche un Trofeo al miglior cicli-sta che otterrà il miglior tempo, indipen-dentemente dalla categoria.

Per saperne di più: 066871108/[email protected]

REGOLAMENTOIN PILLOLE

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Per saperne di Più: 0965891543»

iniziale timidezza e titubanza haben presto lasciato il posto alla vo-glia di mettersi in gioco con estro,

fantasia e passione. Così, tra applausi edivertimento, i soci di 50&Più di ReggioCalabria - ripresi anche da una tv locale- si sono esibiti nella prima edizione de LaCorrida. Hanno recitato poesie, cantatoe ballato. La manifestazione, condottadal socio Domenico Romeo e curata perla parte musicale dal socio Luigi Barberio,si è chiusa con la consegna di premi a tut-ti i partecipanti da parte del presidente pro-vinciale 50&Più di Reggio Calabria, Fran-cesco Azzarà. Appuntamento al 2013con la seconda edizione.

Prima edizione de “La Corrida”

INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C

L

REGGIO CALABRIA

82 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

WOODBRIDGE

Per saperne di Più:0019052661866

»

gni anno a Woodbridge, in Ca-nada Ontario, si celebra il mese de-dicato all’anziano durante il qua-

le la comunità italiana residente organiz-za la fiera Italian Heritage Month. Alle celebrazioni, avvenute lo scorso giu-gno, ha partecipato anche l’ufficio 50&PiùEnasco di Woodbridge, con il responsa-bile Vincenzo Ghiadoni. Sono stati proiet-tati filmati e diapositive per illustrare i ser-vizi offerti dal Sistema 50&Più in ambitoprevidenziale e socio-assistenziale ai no-stri connazionali di oltreoceano. Alla pro-iezione erano presenti oltre 200 anziani diorigine italiana. Visto il successo ottenu-to, l’ufficio di Woodbridge è stato invita-to a partecipare anche il prossimo anno.

Il Mese dell’Anziano

O

COSA C’È IN CALENDARIO

» Settembre - In programma, a fine mese, una visita guidata allacittà di Cremona con il suo ricco patrimonio culturale e monu-mentale. Per saperne di Più: 0415316355

» 28 settembre, ore 16,00 - Al via Giochiamo insieme, una seriedi incontri che si terranno fino a dicembre. Gioco enigmistico,Grande Torneo di Burraco e tanto altro.

» 7 ottobre - Escursione a Gragnano (Na), conosciuta a livello eu-ropeo come la Città della Pasta.

Per saperne di Più: 0815518187

» 10 settembre, ore 16,30 - Presso la sala riunioni dell’ex conventodi San Francesco di Pordenone, si terrà un incontro-dibattito conun medico specialista su Stili di vita sani. Se fanno bene, perché nonli adottiamo? L’incontro è organizzato in occasione della VII Festadei Nonni patrocinata dalla Provincia e dal Comune di Pordenone.

» 30 settembre, ore 15,30 - Festa dei Nonni e Manifestazione dipremiazione degli alunni delle scuole elementari che hanno par-tecipato alla VII edizione del Concorso Il nonno racconta. Una fe-sta con 400 bambini accompagnati da nonni e genitori. Spetta-colo di clown e buffet finale. Per saperne di Più: 0434549462

» Ottobre - Tornano gli incontri per il gioco del Burraco (tutti i ve-nerdì dalle 15,00 alle 17,00) presso la sede 50&Più.

» 2 ottobre - Festa dei Nonni organizzata in collaborazione conl’Unicef e il Civ “giardini di Cesarea”. Tra le iniziative, spettaco-lo gratuito al Teatro della Gioventù di Genova dal titolo Rumorifuori scena, ore 17,00. Per saperne di Più: 010543042

» 3 ottobre, ore 16,00 - Presso il Teatro Puccini (Via delle Cascine 41),presentazione del programma delle attività associative provinciali perla stagione 2012-2013. Per saperne di Più: 055664795

» 8 ottobre - Nella Sala degli Affreschi del Collegio Borromeo diPavia si terranno: premiazione dei Maestri del Commercio; asse-gnazione dei “premi al profitto scolastico” a figli e nipoti dei so-ci che hanno conseguito la maturità con votazione over 70/100;consegna del “Premio Donna 50&Più 2012”.

Per saperne di Più: 038228411

» 13 ottobre - Visita di Soave (Vr). Nota non solo per la tradizio-ne vinicola, ma anche per il suo splendido Castello. Per conclu-dere, visita al Museo dei Fossili di Bolca. Prenotazioni entro il 14settembre. Per saperne di Più: 0444964300

» 21 ottobre - Una giornata dedicata alla raccolta delle castagnenelle colline riminesi, in località Talamello. Degustazione e pran-zo di prodotti tipici locali. Per partecipare occorre prenotarsi.

Per saperne di Più: 3487228885 - 0541743202

» Novembre 24 e 25 - Si parte alla volta Salisburgo e dei suoi mer-catini di Natale. Per immergersi nelle atmosfere scenografiche diquesta incantevole città d’arte, prenotarsi entro il 20 settembre.Per saperne di Più: 048132325

VENEZIA

NAPOLI

PORDENONE

GENOVA

FIRENZE

PAVIA

VICENZA

RIMINI

GORIZIA

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83SETTEMBRE 2012

O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • SPAZIO

CASERTA Per saperne di Più:0823326453

»

roseguono le iniziative di 50&Piùdi Caserta realizzate nell’ambito del-l’Anno Europeo dell’Invecchiamen-

to Attivo e la Solidarietà tra le Generazio-ni. Il prossimo appuntamento è per il 28settembre, quando 50&Più parteciperàcon i propri soci allo spettacolo che il co-mune di Caserta sta mettendo in cantie-re con tutte le associazioni di anziani. Leattività precedenti dell’Associazione pro-vinciale, per la promozione dell’invecchia-mento attivo, si sono tenute nel corso del-la “Settimana della Creatività” nello scor-so giugno. È andato in scena lo spettaco-lo di fine anno sociale e sono stati asse-gnati i premi “Gold Age” ai soci che han-no contribuito al miglioramento dell’Asso-ciazione. Il riconoscimento è andato a:Bruno Pinto, Rosalia Marotta, Michele Cen-tore, Annamaria Petrillo, Carmela De Si-mone, Carmela Fiorella. Inoltre, presso ilCircolo Nazionale di Caserta, sono state al-lestite due mostre: una fotografica chemetteva a confronto la Caserta del seco-lo scorso e la Caserta attuale (la mostra sa-rà ripetuta a dicembre e ampliata con al-tre foto); l’altra, invece, è stata dedicataalla vitalità creativa dei 50 e più con ope-re di pittura, découpage, scultura, bigiot-teria e oggettistica.

Invecchiarein modo attivo

P

Auguri per le Nozze d’oro a

Pasquale PaneeMaria Gioioso » 8 ottobre 2012 , ore 17,30 - L’Italia Post Unitaria: Morte di Alessandro Manzoni, la

Messa da Requiem. È il titolo dell’incontro che chiude il ciclo di conferenze AlessandroManzoni, Giuseppe Verdi: una amicizia nella Milano del Romanticismo e del Risorgi-mento. Appuntamento alle 17,30 presso il Salone d’Onore della Casa di Riposo per Mu-sicisti Fondazione Giuseppe Verdi (Piazza Buonarroti 29).

In calendario...

ROMA

Per saperne di Più: 066864596»

ostanzialmente è questala vera filosofia di 50&Più

Università: essa nac-que così, dal bisognodi dare vitalità agli

anziani ma anche, attra-verso la vitalità degli an-ziani, dare solidità ai gio-vani con un meccanismoprofondo di relazione, lacui chiave è proprio “inse-gnare la vita”, sia pure conil corredo e l’ausilio dei li-bri che ci danno una ma-no nel costruire i concetti teorici con i quali capire la vita stessa, materia per materia. Il ventitreesimo anno accademico contiene dentro questa filosofia, un programma di ac-celerazione costituito dal fatto che le quattordici sedi sparse ormai in Italia stanno perdiventare circa venti con la prossima aggiunta, quantomeno, di Sassari, Oristano, Paler-mo, ma anche di qualche altro territorio che si sta preparando. E i programmi vanno aloro volta estendendosi dal tradizionale solco privilegiato delle materie classiche a quel-lo innovativo delle scienze e tecniche (medicina e astronomia, ad esempio) e della ge-stione di sé (yoga e ballo, ad esempio). A Roma i corsi saranno quest’anno 54, e vi si aggiungeranno le attività collaterali, dalcineforum alle visite guidate ed ai viaggi. Ma anche le altre sedi stanno diversificandol’offerta: Massa Carrara è riuscita già quest’anno a farsi aprire dall’Associazione perl’Amicizia Italo-Russa le porte di alcuni musei russi normalmente chiusi ai circuiti turisti-ci; Caserta aggiungerà quest’anno un progetto di attività archeologico-storica sul cam-po, collegato anche al movimento di recupero e valorizzazione della reggia quasi sco-nosciuta di Carditello; e così via, secondo programmi che entro settembre saranno pres-soché completi.Il mese di settembre è destinato a vedere anche altre novità operative, collegate con l’av-vicendamento alla presidenza universitaria: a Giuseppe Ecca, infatti, presidente uscen-te per fine mandato, cui si deve la espansione di 50&Più Università dal territorio roma-no a quello nazionale, succede Fabrizio Scialotti, che annuncia la ulteriore espansioneterritoriale fino anche all’estero e un più vasto utilizzo delle potenzialità della rete infor-matica a fini di collegamento non solo didattico, ma anche organizzativo.I due presidenti hanno voluto suggellare questo spirito di continuità con un messaggiocongiunto a tutte le sedi ed a tutti i responsabili, che dice fra l’altro: «Il presidente uscente vi ringrazia con forte amicizia per la proficua collaborazione svi-luppata in questi anni, il presidente entrante vi assicura dialogo e disponibilità costantealla valorizzazione di ogni buona risorsa e idea di ciascuno di voi: su entrambi potretecontare per ogni sostegno, secondo i diversi ruoli, in questa impresa comune di svilup-pare, attraverso 50&Più Università, diffusa ed elevata cultura a beneficio di tutti i socied utenti, e indirettamente del Paese».

S

MILANO Per saperne di Più: 027750261»

La cattedra è la vita

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84 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • C

LE SEDI NEL MONDO

Argentina TelefonoBuenos Aires 0054 1143831736La Plata 1555 0054 2214242331Rosario 0054 3414482049Australia Telefono

Melbourne 0061 394824800Perth 0061 464680197Sydney 0061 297128911Belgio Telefono

Bruxelles 0032 25341527Brasile Telefono

Florianopolis 0055 482222513San Paolo 0055 1132312351Presidente Prudente 0055 1832216645Porto Alegre 0055 5130222720Canada Telefono

Burnaby 001 6042942023Hamilton 001 9053184488Woodbridge 001 9052661867Montreal 001 5142525041

001 5144946902St. Catharines 001 9056466555Toronto 001 4166523759Germania Telefono

Monaco di Baviera 004 98974640814Uruguay Telefono

Montevideo 0059 825076416USA Telefono

Fort Lauderdale 001 9546300086

NAPOLI Per saperne di Più: 0815518187»

roclamati i vincitori del Concorso di Poesia “Raffaele Viviani” alla sua XIV edizione. La giu-ria - presieduta da Giulio Pacella e composta dai poeti Alberto Arrichiello, Renato Camma-rota, Nazario Napoli Bruno oltre che da Carlo Del Preite, Giulio Mendozza e dal maestro

Maurizio Merolla - ha conferito il primo premio a Luisa Scala con la poesia Africa nera per la se-zione in vernacolo e a Oreste Fabiani con la poesia E sembra ieri per la sezione in italiano. Fabia-ni si è inoltre aggiudicata una targa-encomio con la poesia Gocce ‘e fantasia. Al 2° posto si so-no classificati Vittorio Fiorenzano con la poesia N’auciello per la sezione in vernacolo e targa-en-comio con la poesia Tarda età, e Rocco Giulio Castello con la poesia Soffi di libeccio per la sezio-ne in italiano. Al 3° posto, invece, Antonio Montariello con la poesia Gambrinus per la sezionein vernacolo e Antonietta Cacace con la poesia Proscenio per la sezione in lingua. Targa-enco-mio anche a Valentino Gaetano con A casa vecchia. Un premio speciale fuori concorso è statoassegnato alla giovanissima Lucia Albanese (12 anni) con la poesia Cerco... La manifestazione,introdotta dal presidente della 50&Più campana, Vincenzo Cozzolino, si è conclusa con la con-segna di coppe e targhe ai vincitori. Maurizio Merolla e l’attrice napoletana Liliana Palermo han-no reso omaggio all’artista Viviani con la lettura di alcuni brani.

Premio di Poesia “Raffaele Viviani”

P

LECCO Per saperne di Più: 0341287279»

21 Maestri del Commerciol Palazzo del Commercio di Lecco si è svolta la cerimoniadi consegna del titolo di Maestro del Commercio a 21 im-prenditori che si sono distinti per l’impegno nel commercio,

turismo e servizi, a beneficio di tutta la comunità.«Questa onorificenza è un segno di gratitudine da parte di tuttii cittadini della provincia di Lecco», ha sottolineato Claudio Va-ghi, presidente della 50&Più di Lecco. «L’auspicio è che la conce-zione etica del lavoro, il senso di responsabilità verso la comuni-tà, possa rinnovarsi e riproporsi alle nuove generazioni». Alla ce-rimonia sono intervenuti il presidente nazionale 50&Più, RenatoBorghi, il presidente di Confcommercio Lecco, Giuseppe Ciresa,e ben 11 sindaci della provincia di Lecco. Premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): GabriellaDella Bella, Maria Teresa Losa, Giuseppe Mondani, Vito Nocita, Ge-rardo Rizza, Maurizio Rusconi, Cristina Valsecchi, Noris Valsecchi;con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Anna Maria Cantù, Ar-mando Rongoni, Maurilio Viganò, Gianfranco Vitali; con l’Aquiladi Diamante (50 anni di attività): Angelo Dozio, Roberto Colom-bo, Giancarlo Dell’Oro, Mario Gilardi, Rino Monticciolo, Enrico Ri-va, Ambrogio Rusconi, Roberto Tentori, Egidia Torchiani.Sono stati conferiti anche quattro Premi di Eccellenza. Il premio “Pe-gasus” (alle personalità con spiccate capacità professionali) al Pri-mo Aghificio Italiano di Civate; il premio “Una Rosa per una Don-na” (per l’impegno sociale e civile) ad Albertina Negri, protagoni-sta nell’organizzazione della Casa Alber per la cura dei minori; ilpremio “I Maestri Più” (per il sostegno alla cultura d’impresa nelcorso di 100 anni di storia) alla Cartiera dell’Adda di Caloziocorte;il premio “La Chiave del Successo” (per l’intuitività, il coraggio e ladeterminazione) a Novarcart di Garbagnate Monastero.

A

orna il trofeo di golf riservato agli over 50 organizzato da 50&Piùdi Pavia. Un’opportunità per i tanti appassionati di questo sportche registra sempre più consensi tra gli ultracinquantenni. Il se-

condo “Trofeo Golf 50&Più in ...campo” si svolgerà lunedì 24 settem-bre presso il Golf Club “Santa Martretta” di Vigevano (Pv). Il Trofeo -gara 18 buche formula stableford, inizio ore 11.00 - è aperto a tuttigli ultracinquantenni. Il giocatore che desideri associarsi a 50&Più, sa-rà iscritto per 12 mesi con una quota di 10 euro (anziché 36 euro) epotrà usufruire di tutti i servizi e le agevolazioni previsti per gli asso-ciati (rivista mensile inclusa). Tutti i partecipanti possono iscriversi en-tro il 18 settembre. Ma non finisce qui. C’è un altro appuntamen-to da non perdere ed è con la seconda edizione del “Concorso Ca-noro 50&Più in ...canto”. La gara, riservata agli iscritti 50&Più, can-tanti non professionisti, si terrà domenica 30 settembre alle ore 15.00al Teatro Odeon di Vigevano (via Mons. Berruti 2). Per iscriversi c’ètempo fino al 6 settembre.Per conoscere le modalità di partecipazione del Torneo di Golf edella Gara canora consultare il sito www.50epiu.it/pavia oppure rivol-gersi alla segreteria provinciale (corso Cavour 30 - Tel. 038228411).

T

PAVIA Per saperne di Più: 038228411»

Golf e Canto

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85SETTEMBRE 2012

O LIBERO • CULTURA • INCONTRI • EVENTI • TEMPO LIBERO • SPAZIOLE SEDI IN ITALIA

Abruzzo TelefonoAvezzano (AQ) - Via Monte Velino, 17 0863415327Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 087164657Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 0854313623Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 0861252057Basilicata Telefono

Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 0835385714Potenza - Via Centomani, 11 097122445Calabria Telefono

Cosenza - Viale degli Alimena, 5 098422041Catanzaro - Via Milano, 9 0961721246Crotone - Via Regina Margherita, 28 096221794Reggio Calabria - Via Castello, 4 0965891543Vibo Valentia - Via Spogliatore snc 096343485Campania Telefono

Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 082538549Benevento - Viale degli Atlantici, 5 0824313555Caserta - Via Roma, 96 0823326453Napoli - Piazza Carità, 32 0815510737Salerno - Corso Garibaldi, 4 089227600Emilia Romagna Telefono

Bologna - Strada Maggiore, 23 0516487530Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 054324118Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 0532234211Modena - Via Begarelli, 31 0597364211Piacenza - Strada Bobbiese, 2 0523461831Parma - Via Abbeveratoia, 63/A 0521944278Ravenna - Via di Roma, 102 0544515707Reggio Emilia - Via Gianna Giglioli Valle, 10 0522708552Rimini - Viale Italia, 9/11 0541743202Friuli Venezia Giulia Telefono

Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 048132325Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 4 0434549462Trieste - Via San Nicolò, 7 0403720169Udine - Viale Duodo, 11 0432538707Lazio Telefono

Frosinone - Via Aldo Moro, 493 0775855273Latina - Via dei Volsini, 60 0773611108Rieti - Largo Cairoli, 4 0746483612Roma - Via Properzio, 5 0668891796Viterbo - Via Belluno, 45 0761327701Liguria Telefono

Genova - Via Ceccardi, 1/10 010543042Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 0183275334La Spezia - Via Fontevivo, 19/F 01875985216Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 019853582Lombardia Telefono

Bergamo - Via Borgo Palazzo, 137 0354120126Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 0303771785Como - Via Manzoni, 4 031265361Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 037225745Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 0341287279Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 0371432575Mantova - Via Valsesia, 46 0376231207Milano - Corso Venezia, 45 0276013399Pavia - Corso Cavour, 30 038228411Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C 0342533311Varese - Via Valle Venosta, 4 0332342280Marche Telefono

Ancona - Piazza Repubblica, 1 071200722Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 0736051102

Macerata - Corso Cavour, 85 0733261393Pesaro - Strada delle Marche, 58 0721698224Molise Telefono

Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 0874483194Isernia - Via Santo Spirito, 24/B 0865411713Piemonte Telefono

Alessandria - Via Trotti, 46 0131260380Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 0141353494Biella - Via Torino, 18 01530789Cuneo - Via Avogadro, 32 017166661Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 032130232Torino - Via Andrea Massena, 18 011533806Verbania - Via Quarto, 2 032352350Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 0161250045Puglia Telefono

Bari - Piazza Aldo Moro, 33 0805240342Brindisi - Via Giuseppe Mazzini, 30 0831524187Foggia - Via Luigi Miranda, 8 0881723151Lecce - Via Cicolella, 3 0832343923Taranto - Viale Magna Grecia, 119 0997796444Sardegna Telefono

Cagliari - Via Santa Gilla, 6 070282040Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 0784232804Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G 078373287Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 079243652Sicilia Telefono

Agrigento - Via Imera, 223/C 0922595682Caltanissetta - Via Messina, 69 0934575798Catania - Via Mandrà, 8 095239495Enna - Via Vulturo, 34 093524983Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 090673914Palermo - Via Emerico Amari, 11 091332447Ragusa - Viale del Fante, 10 0932246958Siracusa - Via Eschilo, 11 093165059 Trapani - Via Marino Torre, 117 0923547829Toscana Telefono

Arezzo - Via XXV Aprile, 12 0575354292Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 058570973Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 055664795Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 0564410703Livorno - Via Grande, 150 0586898276Lucca - Via Fillungo, 121 0583473170Pisa - Viale Antonio Gramsci, 3 050483711Prato - Via Santa Trinità, 28 057423896Pistoia - Viale Adua, 128 0573991500Siena - Galleria Odeon, 31- Banchi di Sopra 0577283914Trentino Alto Adige Telefono

Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 0471978032Trento - Via Solteri, 78 0461880408Umbria Telefono

Perugia - Via Settevalli, 320 0755067178Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 0744390152Valle d’Aosta Telefono

Aosta - Regione Borgnalle, 12 016545981Veneto Telefono

Belluno - Via Cipro, 13 0437215264Padova - Piazza Virgilio Bardella, 3 0498209787Rovigo - Viale del Lavoro, 4 0425404267Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 042256481Venezia - Viale Ancona, 9 - Mestre 0415316355Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 0444964300Verona - Via Sommacampagna, 63/H 045953502

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PREV

IDEN

ZA

«Il calcolo contributivo introdotto dalla riforma funziona come un librettodi risparmio, su cui accumulare di annoin anno i versamenti»

IL NUOVOSISTEMADI CALCOLODELLE PENSIONI

il solo criterio contributivo, strettamentecollegato al valore dei contributi versati.

» La situazione attualeLa riforma “Dini”, con la triplice possibilità dicalcolo della pensione, rimane in vita solo percoloro che sono andati in pensione maturan-do i requisiti entro il 31 dicembre 2011. A par-

tire dal 1° gennaio 2012, invece, ossia per leanzianità maturate da tale data in avanti, esi-ste solo il sistema contributivo; di conseguen-za, non c’è alcuna novità per chi già appartie-ne a questo regime (coloro che hanno comin-ciato a lavorare dal 1° gennaio 1996) e per chiè nel sistema misto. Invece, chi nel 2011 si tro-vava nel sistema retributivo, dal gennaio 2012

[ DI GIANNI TEL ]

a quest’anno non ci sono più differen-ze sul criterio di calcolo delle pensioni.La riforma “Monti” (legge n. 214/2011)

ha previsto per tutti il “sistema di calcolo con-tributivo”. In altre parole, per le anzianità con-tributive maturate a partire dal 1° gennaio2012, le relative quote di pensione sono cal-colate tutte con il sistema contributivo, ancheper coloro che al 31 dicembre 1995 avevanogià versato 18 anni di contributi.

» Il sistema retributivo, misto e contributivo

Con la riforma “Dini” (legge n. 335/1995),il sistema di calcolo delle pensioni si differen-ziava a seconda dell’anzianità contributivamaturata alla data del 31 dicembre 1995:- per chi poteva contare su almeno 18 anni

di contributi (compresi i contributi figura-tivi e da riscatto), si applicava il cosiddettosistema “retributivo”, legato appunto alleretribuzioni dell’ultimo periodo lavorativo;

- per chi aveva meno di 18 anni di contri-buti, il criterio utilizzato era misto, e cioè“retributivo” per l’anzianità maturata sinoal 31 dicembre 1995 e “contributivo” peri periodi di attività successivi al 1° genna-io 1996;

- per chi aveva cominciato a lavorare suc-cessivamente al 31 dicembre 1995, ossiadal 1° gennaio 1996, si applicava, invece,

D

TABELLA A COME È CAMBIATO IL SISTEMA DI CALCOLO

Fino al 31 dicembre 2011Anzianità contributiva Criterio di calcolo al 31 dicembre 1995 della pensione

18 anni e più Retributivo, legato alle retribuzionidell’ultimo periodo lavorativo

Meno di 18 anni Retributivo, per l’anzianità maturata a tutto il 31 dicembre 1995; contributivo, per i periodi successivi al 1° gennaio 1996

Nessuna Contributivo, sulla base di tuttala contribuzione versata nell’arco della vita lavorativa

A partire dall’anno 2012Anzianità contributive Criterio di calcolo della pensioneMaturate fino al 31 dicembre 2011 Retributivo o contributivo in base

all’anzianità posseduta al 31 dicembre 1995 (nessuna modifica rispetto alla normativa in vigore fino al 2011)

Maturate dal 1° gennaio 2012 Contributivo

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87SETTEMBRE 2012

PREVID

ENZA

è passato al nuovo misto: le anzianità fino al31 dicembre 2011 danno vita a una quota dipensione retributiva, mentre le anzianità dal1° gennaio 2012 in poi danno vita a una quo-ta di pensione contributiva (vedi Tabella A).

» Come funziona il sistema contributivoIl sistema di calcolo contributivo funziona gros-so modo come un libretto di risparmio. Il la-voratore accantona ogni anno i versamenti:- se è un lavoratore dipendente, l’accantona-

mento è pari al 33% dello stipendio;- se è un lavoratore autonomo (artigiano, com-

merciante), accantona il 21,30% del proprioreddito (misura che salirà fino a raggiungereil 24% entro l’anno 2018);

- se è un collaboratore (Co.Co.Pro.), accanto-na il 27% del proprio compenso (misurache salirà fino a raggiungere il 33% a par-tire dal 2018).

I contributi possono essere calcolati, però, fi-no ad un certo importo di reddito o retribu-zione; questo limite, per il 2012, è pari a96.149 euro (cosiddetto “tetto contributivopensionabile”). I contributi versati costituisco-no il montante contributivo e producono unasorta di interesse composto al tasso legatoalla dinamica quinquennale del Pil (ProdottoInterno Lordo). Quindi, più cresce l’Azienda Ita-lia, maggiori sono le rendite su cui i lavorato-ri possono contare.

» I nuovi coefficienti di calcoloAlla data del pensionamento, al montante con-tributivo rivalutato è applicato un coefficiente,detto di trasformazione, che converte i contri-buti in pensione. La misura di tale coefficientecresce con l’aumentare dell’età.Recentemente, con un decreto ministeriale del15 maggio 2012, sono stati fissati i nuovi co-efficienti per il calcolo della pensione per tuttii lavoratori che andranno in pensione dal 1° gen-naio 2013 e fino al 31 dicembre 2015. Questicoefficienti non riguardano più soltanto le etàda 57 a 65 anni, ma si allungano fino a 70 an-ni per incentivare facoltativamente la perma-nenza al lavoro, nella prospettiva di consegui-re una pensione più alta. Ciò vale soprattutto,come si evidenzia nella Tabella B, per coloro chedecidessero di andare in pensione - tra il 2013e il 2015 - con un’età non superiore a 65 an-ni; in questo caso dovranno subire - per effet-to di nuovi coefficienti - un taglio della presta-zione pensionistica che supera in alcuni casil’11%. Ad esempio, supponiamo che un lavo-ratore abbia accumulato un montante contri-butivo di 400.000 euro. Quando decide di ot-tenere la pensione, l’importo della stessa ver-rà calcolato applicando ai 400.000 euro il co-

efficiente di trasformazione corrispondente al-l’età raggiunta in quel momento.Se il lavoratore va in pensione nel 2013, biso-gna fare riferimento ai nuovi coefficienti. In talcaso, se chiede la pensione a 60 anni otterràuna pensione annua lorda di 18.644 euro(400.000 moltiplicato 4,661%); se chiede la pre-stazione a 65 anni riceverà 21.740 euro(400.000 moltiplicato 5,435%); se va in pen-sione a 70 anni avrà diritto a 26.164 euro(400.000 moltiplicato 6,541%).Infine, una delle novità della Riforma “Monti-Fornero”, con riferimento alla nuova pensionedi vecchiaia, è la facoltà ai lavoratori di rima-

nere al lavoro fino a 70 anni, al fine di miglio-rare il proprio assegno di pensione. I nuovi co-efficienti sono stati determinanti anche per leetà dai 65 ai 70 anni. La Tabella B mostra i va-lori di questi coefficienti che per gli anni 2013-2015 crescono con il crescere dell’età, proprioperché la loro determinazione è stata fatta te-nendo conto del fine di migliorare la misura del-la pensione a chi ritarda l’uscita dal lavoro.Il prossimo aggiornamento dei coefficienti sa-rà nel 2015, quando la revisione riguarderà ipensionamenti nel triennio 2016-2019. Dal2019 in poi, invece, la revisione dei coefficien-ti avrà una cadenza biennale.

TABELLA B LE VARIAZIONI DEI COEFFICIENTI NEL TEMPO

Età Anni Anni Variazione Anni Variazione Variazionepensione 1996-2009 2010-2012 2009-2010 2013-2015 2010-2013 2009-2013

57 4,720% 4,419% -6,38% 4,304% -2,60% -8,81%58 4,860% 4,538% -6,63% 4,416% -2,69% -9,14%59 5,006% 4,664% -6,83% 4,535% -2,77% -9,41%60 5,163% 4,798% -7,07% 4,661% -2,86% -9,72%61 5,334% 4,940% -7,39% 4,796% -2,91% -10,09%62 5,514% 5,093% -7,64% 4,940% -3,00% -10,44%63 5,706% 5,257% -7,87% 5,094% -3,10% -10,73%64 5,911% 5,432% -8,10% 5,259% -3,18% -11,03%65 6,136% 5,620% -8,41% 5,435% -3,29% -11,42%66 --- --- --- 5,624% --- ---67 --- --- --- 5,826% --- ---68 --- --- --- 6,046% --- ---69 --- --- --- 6,283% --- ---70 --- --- --- 6,541% --- ---

ià dal 1° luglio scorsostop al pagamento in

contanti della pensione su-periore a 1.000 euro netti.Nell’ottica della trasparen-za, della lotta all’evasionee della totale tracciabilitàdei documenti, il decreto“Salva Italia” non consen-te più i pagamenti in con-tanti delle somme supe-riori a 1.000 euro. Ciò va-le anche per le pensioni aldi sopra di tale cifra chenon vengono più erogatese il pensionato non è inpossesso di un conto cor-rente bancario o postale.Recentemente, l’Inps ha pre-visto una fase transitoria ditre mesi, dal 1° luglio al 30settembre 2012, durante laquale i pensionati titolari di

pensione di importo superio-re a 1.000 euro che non l’ab-biano ancora fatto, possonoprovvedere alla scelta dellemodalità alternative. In que-sta fase, banche e Poste ita-liane hanno sospeso i paga-menti allo sportello provve-dendo a versare le sommein un conto di servizio tran-sitorio, dal quale le stessevengono poi trasferite sulconto corrente o libretto cheviene aperto dal pensiona-to, senza oneri per quest’ul-timo. Se la scelta del pensio-nato non interviene entro il30 settembre 2012, le som-me accantonate vengonorestituite all’Inps che, però,in ogni caso ne assicura ilpagamento una volta che ilpensionato provvede a co-

municare la sua scelta.Nel caso in cui il pensiona-to non abbia avuto la pos-sibilità, per motivi di saluteo altro, spetta ai delegati al-la riscossione aprire un con-to corrente bancario o po-stale.Sempre l’Istituto Previ-denziale ha chiarito, poi, chenell’individuazione dei pa-gamenti oltre la soglia di1.000 euro non debbonoessere presi in considerazio-ne gli importi corrisposti a ti-tolo di “tredicesima” e“quattordicesima” mensili-tà, e possono continuare aessere pagate in contantianche le singole rate che su-perino tale limite per il con-comitante pagamento di ar-retrati pensionistici e con-guagli fiscali.

PER LE PENSIONI SOPRA I 1.000 EURO

G

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FISC

O

relazione all’esito degli incontri con il contri-buente;- mentre dall’altro, sembra farli rientrare fraquelli impugnabili, in quanto contenenti,una pretesa non suscettibile di revisione.

» ConseguenzeLa suddetta differenziazione potrebbe appa-rire logica, invece è ricca di complicazioni vi-sto che l’Agenzia può prendere iniziative nonsempre facilmente contestabili. La stampaspecializzata ha accolto con preoccupazionequanto la Cassazione ha disposto, poiché par-te dal presupposto che molti contribuenti sce-glieranno di impugnare gli “avvisi bonari”,comunque finalizzati, e prevedono l’abbat-tersi di una “valanga” di ricorsi.Per chi poi volesse allargare la contestazio-ne alle modalità di notifica, o all’assenzadelle indicazioni previste per gli atti impo-sitivi dello Statuto del Contribuente, le

chance difensive aumenterebbero in mo-do rilevante, sempre che la sentenza ven-ga pronunziata prima dell’emissione del-le cartelle di pagamento o dell’adozionedi altre misure cautelari.Si tenga presente che, a seguito della sen-tenza 7344 dell’11 maggio 2012 della Cas-sazione (sez. tributaria), si dovrà provvede-re ad “inserire” fra gli atti impugnabili com-presi nell’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992, an-che “l’avviso bonario”, e forse altri atti,purché espressione di una chiara pretesatributaria immediatamente impugnabile, inquanto “l’elencazione degli atti impugna-bili davanti al giudice tributario, di cui al-l’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992, non esclu-de l’impugnabilità di una compiuta e defi-nita pretesa tributaria”. Ciò comporta che:“L’avere consentito l’accesso al contenzio-so tributario in ogni controversia avente adoggetto tributi, comporta la possibilità, peril contribuente, di rivolgersi al giudice tribu-tario ogni qual volta l’Amministrazione ma-nifesti, anche a mezzo del silenzio-rifiuto,la convinzione che il rapporto tributariodebba essere regolato nei termini che ilcontribuente ritenga di contestare”.Solo un dubbio: tutto ciò sarebbe avvenu-to, se a ricorrere fosse stato un semplice cit-tadino?

[ ]ecentemente una banca, nel versa-re l’Irap per gli anni 2003/2005, nonha calcolato la maggiore aliquota fis-

sata dalla Regione di appartenenza. L’Agen-zia delle Entrate ha emesso un “avviso bo-nario” evidenziando l’errore, ma l’atto è sta-to impugnato dalla banca. Negli anni suc-cessivi, alla somma iniziale, si sono aggiun-te quelle sulle cartelle di pagamento.Anche se nei vari gradi i contenziosi si sonosolitamente conclusi con un risultato positi-vo per la contribuente, per ottenere una so-luzione valida è dovuta intervenire la Cortedi Cassazione che, con sentenza 7344 del2012, ha stabilito che anche le comunicazio-ni di irregolarità sono atti impugnabili; affer-mazione che, se anche contrasta con l’orien-tamento dei giudici di legittimità, è più in li-nea con i chiarimenti delle Sezioni Unite sul-la giurisdizione tributaria che, mentre sem-bra definire “tale avviso” come “invito bo-nario al dialogo”, in linea di principio sem-brano spingere il contribuente all’accettazio-ne di quanto richiesto. Un qualcosa che si de-sume venga detto anche dalla Cassazione;considerato che:- da un lato, sembra si facciano “avvisi bo-nari” con funzione interlocutoria, fra quelli nonimpugnabili, in quanto espressione di unavolontà impositiva suscettibile di variazione in

«La contestazione può dare risultati, ma deve avvenire prima dell’emissionedella cartellaesattoriale»

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R

«Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che le comunicazionidi irregolarità sono impugnabili, ma a determinate condizioni»

UN’ANTICAQUESTIONE: L’AVVISOBONARIO ÈIMPUGNABILE?

[ DI ALESSANDRA DE FEO ]

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LIBRIDI RENATO MINORE

!

«Alcuni libri sono immeritatamente dimenticati;nessuno è ricordato immeritatamente»

Wystan Hugh Auden, “Saggi”

E-BOOK:RICORDI DI UN VICOLO CIECOdi Banana YoshimotoFeltrinelli

L’AMORE DI UN TEMPODimentichiamo la concezioneromantica e cerchiamo di capireche cos’era l’amore per i Greci,addentrandoci in un mondolontano. L’amore è un dio, di EvaCantarella, diventa audiolibro con la voce di Ottavia Piccolo(Emons, € 11).

STORIA DI UNA PITTRICEL’appassionata esistenza di FridaKahlo, Viva la vida! di PinoCacucci racconta, con la voce di Anita Caprioli, la parabola diuna grande pittrice la cui operacontinua a ottenere altissimiriconoscimenti (Emons, € 12,90).

LETTERATURADA VIAGGIO Scrittore marocchino di lingua

francese, con le stimmate let-terarie dello scrittore arabo o delromanziere francofono, TahanBen Jelloun è diventato il nar-ratore delle miserie e delle gran-dezze del popolo del Maghreb.Il suo ultimo libro, Fuoco, è de-dicato ad un piccolo eroe, Mo-hamed Bouazizi, che si dà fuo-co il 17 dicembre 2010. Un ge-sto disperato che accende lamiccia della Rivoluzione dei Gel-somini in Tunisia e diventa ilsimbolo della Primavera Araba.Ben Jelloun ricostruisce i gior-ni che hanno preceduto que-sto sacrificio. È la storia di unragazzo moderato, con menodi trent’anni e una laurea, in-namorato di una coetanea chesogna di sposare. L’improvvisaperdita del padre lo costringea pensare alla famiglia e a far-si venditore ambulante di frut-ta. La vita di strada si rivela cru-dele con lui, che non può per-mettersi di corrompere la poli-zia perché tolleri il suo carret-to abusivo e nella lotta per lamadre e i fratelli più piccoli, siscontra con una realtà troppoostile. Stremato, si dà fuoco perattirare l’attenzione e cambia-

re le regole del gioco. Per loscrittore raccontare la storia diun giovane che diventa eroesenza saperlo ha significato da-re «una visione universale a unfenomeno sorprendente per-ché non appartiene alla cultu-ra arabo-musulmana». Bouazi-zi è, infatti, un simbolo che vaal di là delle frontiere.

zionale. Una sorta di epistola-rio collettivo in cui, alla letterasi sostituisce un continuo bru-sio che rimanda dall’uno all’al-tro. E tutti alla fine si liberanocantando Fratelli d’Italia.

FUOCOTahan Ben JellounBompiani - 78 pagineeuro 8,00

UNA STORIA CHIUSAClara SereniRizzoli - 360 pagineeuro 19,00

Sono molte le voci che si alter-nano, si rincorrono, tutte stret-te, quasi soffocate in un ritiroper anziani di oggi, tra ranco-ri, intolleranze, laceranti egoi-smi. Ci sono molte storie inquelle voci che, pian piano, il let-tore riconosce talora con emo-zione, ognuna con un suo tim-bro in cui scorrono i vissuti e lelacerazioni. In primo luogo quel-le di Giovanna, magistrata a ri-schio per aver puntato troppoin alto nelle indagini. E, accan-to, il piccolo coro dei Dante,Margherita, Quintina, Carlo,Virginia, Federico, che porta ad-dosso, ognuno a suo modo, lestimmate di anni passati dellanostra storia con mafie, stragi,terrorismo. Una storia chiusa diClara Sereni, è un lancinante emalinconico affresco genera-

La storica Barbara Frale esordi-sce in narrativa con un bel ro-manzo archeologico, La linguasegreta degli dei. I misteri del-la storia antica si intreccianocon gli enigmi della storia piùrecente in un mix appassio-nante, basato anche su docu-menti originali della Segreteriadi Stato Vaticana. Protagoni-sta, un ingegnere minerarioneolaureato che nel 1938 in-viato nell’oasi di Siwah per sca-vare alla ricerca della tomba diAlessandro, resta invischiato inun complesso intrigo interna-zionale. Ben presto si scopreche nell’oasi si nasconde untesoro, fonte di un misteriosopotere descritto in un anticopapiro. Nel frattempo, l’oasi ècontesa fra gli italiani che oc-cupano la Libia e gli inglesi cheoccupano l’Egitto, per la sco-perta di un giacimento di greg-gio nelle sue vicinanze.

LA LINGUA SEGRETADEGLI DEIBarbara FraleMondadori - 362 pagineeuro 12,90

50&PIÙ CONSIGLIA:

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89SETTEMBRE 2012

Libri_Layout 1 09/08/12 13:55 Pagina 89

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Bartolomeo Errera Edizioni Guida Euro 16,00

Anno Domini 1212. Il bibliote-cario dell’Abbazia di Farfa, fra’Silvestro, si reca a Gerusalemmealla ricerca di due preziosi manu-fatti: si tratta del calice con cui Dioasperse il fango che diede vitaad Adamo e di un papiro cheracchiude parole di enorme po-tere; ma il viaggio non sarà faci-le e il cammino del frate saràostacolato da oscuri demoni di Sa-tana. Proprio per questo il com-pimento della missione sarà affi-dato al giovane nipote di Silvestro,Florenzo, che combatterà il suodestino ma soprattutto si innamo-rerà della bella ed enigmatica Da-nal. Una storia d’amore travol-gente che accompagnerà di sot-tofondo una trama fitta di colpidi scena. Storia e narrazione ro-manzesca si fondono in questosuggestivo racconto di Bartolo-meo Errera che tratteggia un me-dioevo carico di simboli religiosi,dove l’eterna lotta tra bene e ma-le si manifesta nella vita del 17en-ne Florenzo. I personaggi vivonoavvenimenti rigorosamente sto-rici, frutto di accurate ricerche bi-bliografiche da parte dell’auto-re: ricerche incrociate, manoscrit-ti introvabili e due anni e mezzocirca di lavoro per confezionareuna storia d’amore intensa edappassionata che si dipana nelperiodo oscuro delle Crociate. Unlibro che ammicca alla sceneg-giatura, quasi volesse diventarefilm; e ne avrebbe motivo, per leavvolgenti descrizioni di luoghied eventi che non sfigurerebbe-ro affatto sul grande schermo.

Luciano MecacciEditore Zanichelli - Euro 48,00

Zanichelli presenta il Dizionariodelle Scienze psicologiche, utilis-sima opera di consultazione cheriporta chiarezza e semplicità nelvasto e complesso campo dellescienze psicologiche.Nell’attuale impostazione multi-disciplinare della psicologia, chesubisce sempre più forte l’influen-za delle neuroscienze, il Diziona-rio propone una trattazione con-cisa, priva di interpretazioni per-sonali; le pagine sono ben cura-te e di semplice fruizione, il chefacilita il viaggio nel labirinto dilemmi e concetti di cui la mate-ria è piena. La compilazione delvolume è affidata alla cura delprofessor Luciano Mecacci, giàordinario di Psicologia generaledell’Università degli Studi di Firen-ze, attivo anche nelle universitàdi Roma, Pisa, Mosca e Parigi.Alla fine del volume si trovaun’appendice con glossari in lin-gua inglese, francese, russa, spa-gnola e tedesca e sono registra-te numerose voci biografiche -anche queste sintetiche -, suffi-cienti per un primo orientamen-to. Il Dizionario delle Scienze psi-cologiche è quindi uno strumen-to che si rivolge agli specialisti, maanche a chi si affaccia nel mon-do della psicologia e desiderauno strumento pratico e aggior-nato di consultazione.

{PER INFO:TEL. 0376 223989 - FAX 0376 367047WWW.FESTIVALETTERATURA.IT [email protected] }

FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA LETTERATURA

SETTEMBRE

MANTOVA

DI STEFANO LONGERI

Mantova diventa la capitale del librocon il Festivalettura o Festival internazionaledella Letteratura, la manifestazione-evento chepropone un vasto assortimento di incontri con autori, letture, spettacoli e concerti con artisti provenienti da tutto il mondo. Il Festival, giunto alla 16a edizione, è unmomento di vero divertimento culturale, dove ci si perde tra le mille sollecitazioni ed esperienze accomunate dal gusto per l’arte della comunicazione. Cinque giorni in cui la letteratura sarà il filoconduttore, protagonista e padrona di casa, ma basta scorrere lo sconfinato elenco deipartecipanti alla kermesse per capire che il Festivalettura è molto altro. Solo per citarequalche nome: Massimo Carlotto, CarloLucarelli, Stefano Benni, Simonetta AgnelloHornby, Piero Dorfles, Bianca Pitzorno, MichelaMurgia e Melania Mazzucco, ma ancheZygmunt Bauman, David Lodge, Domenico DeMasi, Roddy Doyle, Luciano Ligabue edErmanno Olmi. La lista è ancora lunghissima e assicura varietà e qualità per ognuno, il tuttoincorniciato nel magnifico scenario offerto dallepiazze e dai palazzi rinascimentali di Mantova.Chiunque avesse bisogno di una cartina perorientarsi in tutta questa abbondanza culturalepuò fare un giro sul sito internet del Festival(www.festivaletteratura.it/download/2012_06_colibri_web.pdf) e scaricare gratuitamente Colibrì, il notiziariodell’Associazione Filofestival che segue gli eventidella rassegna mantovana. Sul notiziario si potranno trovare, oltre all’elenco completo dei partecipanti, anche interessanti anticipazioni e spunti di itinerari da seguire.

DIZIONARIO DELLE SCIENZEPSICOLOGICHE

DANAL

90 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

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91SETTEMBRE 2012

Dal 6 al 9 settembre al Parco diMonte Claro di Cagliari, tornal’European Jazz Expo, forte delsuccesso delle precedenti edi-zioni. Ai 50 concerti, che si ten-gono su 9 palchi diversi, parte-cipano i grandi maestri del jazznazionale, internazionale e i ta-lenti più interessanti. Solo percitare qualche nome: Enrico Ra-va, Billy Cobham, Stanley Jor-dan e Biréli Lagrène, con i SudSound System a rappresentarela sezione world music e AlexBritti, con Stefano di Battista,in un suggestivo incontro trablues e jazz.

CAGLIARI

Nel 2002, con l’album d’esor-dio Come Away With Me ave-va stupito il mondo, venden-do oltre 20 milioni di dischi.Oggi Norah Jones stupisce an-cora, graffiando con la sua vo-ce soft ed intensa al tempostesso. La cantautrice newyor-kese porta al Teatro degli Ar-cimboldi di Milano, il 18 set-tembre, il suo ultimo lavoroLittle Broken Hearts. La Jones,delicata e conturbante, siedenuovamente al suo pianofor-te, stavolta diluito da strumen-ti da camera e una chitarraacustica.

MILANO

Sono passati 10 anni dall’ulti-mo concerto del Maestro EnnioMorricone nell’Arena di Vero-na. Il 15 settembre il Maestrotorna nell’Arena più famosad’Italia con un appuntamentoimperdibile dal titolo Dieci an-ni di concerti. L’evento, che uni-sce musica e storia del cinema,è un’occasione per riascoltarele meravigliose colonne sono-re da lui composte ed esegui-te dall’Orchestra Roma Sinfo-nietta, con il Nuovo Coro Liri-co Sinfonico Romano e il Co-ro “Claudio Cassini“ dell’Uni-versità di Tor Vergata.

VERONA

Per conoscere un genere musica-le nuovo bisogna sperimentare,immergersi nelle sue suggestio-ni, non avere paura di ascoltaresuoni sconosciuti. Chi desideras-se vivere una nuova esperienzasensoriale può recarsi all’Audito-rium Parco della Musica di Roma,il 23 settembre, per ascoltare ilduo elettro-minimalista RyuichiSakamoto e Alva Noto. Suone-ranno i brani del loro ultimo al-bum, Summvs, immergendo lospettatore nel mondo ovattatoche esiste tra le note classichedel pianoforte e le strumentazio-ni elettroniche di un computer.

ROMA

RECENSIONIteatro

RILEGGERE I CLASSICIVicenza, dal 21 settembre al 27 ottobre

n teatro antico e la sfida di uno dei più accreditatimaestri teatrali contemporanei. Ovvero il TeatroOlimpico di Vicenza e il suo nuovo direttore artisti-

co, il regista lituano Eimuntas Nekrosius che, con la suaintensa creatività, farà rileggere i Classici. Hoc Opus, HicLabor Est (“Qui è la fatica, qui è la difficoltà”): così l’arti-sta ha deciso di intitolare il programma di questo 65° Ci-clo Spettacoli Classici, ispirato dall’epigrafe posta sul pan-nello centrale del proscenio. «La citazione - ha dichiaratoil regista - può essere letta come il difficile viaggio dalla di-mensione terrena a quella celeste...». È questo camminoche lega tutte le produzioni, i laboratori e le attività... Apreil festival la prima mondiale del Paradiso di Dante Alighie-ri, fino al 25, in cui si sottolinea l’eterna fatica dell’uomo:raggiungere più elevati modi di vivere, superando la for-za di gravità. Il 29 è la volta de La storia di Antigone, tra-gedia di Sofocle in versione ironica, con Anita Caprioli eper la regia di Roberto Tarasco. Ottobre vedrà altri spet-tacoli all’insegna della classicità e della modernità.Info: 0444324442

l capoluogo piemontese si sta preparando ad ospitarel’edizione 2012 del Festival Torinodanza, capitanatosempre dal coinvolgente Gigi Cristoforetti, attento os-

servatore della realtà coreutica internazionale. Quest’an-no lo sguardo è soprattutto puntato sulle nuove genera-zioni nella danza, vere protagoniste della rassegna, ac-canto naturalmente ai grandi come il coreografo PhilippeDecouflé che inaugura il festival alle Fonderie Limone diMoncalieri (12, 13 e 14) con la prima italiana Panorama,un insieme dei suoi più celebri capolavori. Info: 0115169555

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DI MILA SARTI & DARIO DE FELICISmusica musica

UN FESTIVAL PER LA DANZATorino, dal 12 settembre al 24 novembre

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In pochi crede-vano che un re-gista svedesepotesse realizza-re una delle mi-gliori trasposi-zioni di un ro-

manzo di John Le Carrè così bri-tish. E, invece, Tomas Alfredsonmette in scena un affresco deiservizi segreti britannici degli An-ni ’70, durante la Guerra fredda,rispecchiando fedelmente l’at-mosfera di un’epoca e i comples-si caratteri dei personaggi di unastoria tutta incentrata su una tal-pa che si nasconde all’interno delCircus, il livello più alto dei servi-zi segreti. Una curiosità: nella sce-na della festa di Natale appare inun cameo lo stesso Le Carrè.

SPIONAGGIO

50&PIÙ CONSIGLIA:

LA TALPARegia di Tomas Alfredsoncon Tom Hardy, Gary Oldman e Colin Firth

Margaret That-cher, ormai ot-tantenne e ma-lata, trascorre lesue giornate aChester Squa-re. L’ex Primo

Ministro Britannico convoca lafiglia per riporre gli abiti e gli ef-fetti del marito Denis, ormai mor-to da tempo: questo evento ri-sveglierà una cascata di ricordi,riportando alla luce la brillantecarriera di uno dei personaggipiù potenti e controversi. Pec-cato però che proprio questi in-teressanti aspetti siano sottaciu-ti in un film affidato totalmentealla sola, impeccabile, interpre-tazione di Meryl Streep che ap-pare, paradossalmente, più That-cher della stessa Thatcher.

DRAMMATICO

50&PIÙ CONSIGLIA:

THE IRON LADYRegia di Phyllida Lloydcon Meryl Streep,Jim Broadbent e Harry Lloyd

David, un gio-vanotto inglesecon l’aspirazio-ne a far carrie-ra in politica, staper sposarsi conMia, la fidanza-

ta australiana. La cerimonia de-ve svolgersi nel Paese d’originedella giovane, dove il padre di lei,un politico locale, sta organizzan-do la cerimonia. Così David e treamici londinesi, testimoni di noz-ze, partono per un giro pre-ma-trimoniale nell’entroterra austra-liano. Un viaggio che si rivela co-micamente catastrofico. Scop-piettante commedia degli equivo-ci dove la “pecora” del titolo ita-liano ha però una parte moltomarginale, riesce ad essere diver-tente anche se piena di déjà-vu.

COMMEDIA

50&PIÙ CONSIGLIA:

TRE UOMINI E UNA PECORARegia di Stephan Elliottcon Xavier Samuel, Rebel Wilsone Olivia Newton-John

Pazu, giovaneorfano e ap-prendista inuna miniera,scopre una mi-steriosa ragaz-za che sembra

discendere dal cielo. Ella, sve-nuta, porta al collo un meda-glione con una pietra scintil-lante. Presto Pazu scoprirà che,tanto l’esercito quanto i piratisono sulle tracce della giovaneSheeta, la quale sembra averela chiave d’accesso per la leg-gendaria città di Laputa, regnoincantato che fluttua nel cielo.Uscito in Italia più di 20 annidopo la sua realizzazione, ilfilm dimostra ancora il talentovisionario di Miyazaki.

50&PIÙ CONSIGLIA:

IL CASTELLO NEL CIELORegia di Hayao Miyazaki

DRAMMATICO

RECENSIONIcinemaREALITY

uarta trasposizione cinematogra-fica dalle spy story di Robert Lu-dlum, il film verrà ricordato per il

cambio del protagonista, Jeremy Renner (che sostitui-sce Matt Damon) affiancato da uno stuolo di star: Ra-chel Weisz, Edward Norton, Oscar Isaac e Joan Allen.Con l’uscita di scena di Jason Bourne, vivo e vegeto manascosto in una località segreta, la storia si sviluppa sul-le vicende mozzafiato di un altro agente governativo,Aaron Cross, che proprio come Bourne fugge da un pro-gramma di addestramento che lo ha trasformato in unamacchina di morte.

incitore del Gran Premio della Giu-ria a Cannes, dove aveva già trion-fato con Gomorra, Garrone - tra

echi felliniani e sguardi trasognati - racconta l’universoillusorio della Tv e dei suoi deliranti feticci. Reality è la sto-ria di un pescivendolo napoletano che, spinto dai paren-ti, si presenta a Cinecittà per partecipare alle selezioni delGrande Fratello, ma resta impigliato nella rete di un’os-sessione che scivola verso la follia. Sospensione del giu-dizio e amore per i personaggi sono il propellente del re-gista per narrare questa storia ispirata a un fatto realmen-te accaduto a Napoli.

50&PIÙ CONSIGLIA:

THE BOURNE LEGACY

50&PIÙ CONSIGLIA:

un Batman alla resa dei conti quel-lo impegnato nell’ultimo tassello del-la trilogia iniziata da Nolan nel 2005

con Batman Begins e seguita, tre anni dopo, da Il cava-liere oscuro. Il premio Oscar Christian Bale veste per l’ul-tima volta i panni dell’uomo-pipistrello, alias il multimiliar-dario Bruce Wayne, strenue difensore di Gotham City, sta-volta, contro gli attacchi del perfido Bane (Tom Hardy) edi una misteriosa Catwoman (Anne Hathaway). Ma perl’eroe mascherato non sarà facile decidere se vegliare an-cora sulla cittadinanza di Gotham o lasciarsi andare.

IL CAVALIERE OSCURO - IL RITORNO

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regia di Tony Gilroycon Rachel Weisz, Edward Norton, Oscar Isaac e Joan AllenGenere: Action-thriller

regia di Matteo Garronecon Aniello Arena, Nando Paonee Claudia GeriniGenere: Drammatico

regia di Christopher Nolancon Michael Caine, Marion Cotillard, Morgan Freeman e Joseph Gordon-LevittGenere: Fantasy

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DI ALESSANDRA MICCINESI & PEDRO ARMOCIDA

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dvd dvd

50&PIÙ CONSIGLIA:

Cinema_Dvd_Layout 1 09/08/12 14:00 Pagina 92

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PESCI20 feb. » 20 mar.

Nettuno nel segno vi regalerànuove idee e gioie. Approfitta-te del periodo per agire, crearee rinnovare. Un po’ di attivitàfisica non può che farvi bene.

ACQUARIO21 gen. » 19 feb.

Sarete più seri e contemplatividel solito. Nuove imprese a lun-go termine saranno protettedalle stelle. Evitate i viaggi du-rante piogge e temporali.

CAPRICORNO22 dic. » 20 gen.

Favorite le pubbliche relazioni,gli incontri con parenti e vicini.Nell’ambiente di lavoro potràverificarsi un cambiamento chevi lascerà sorpresi.

SAGITTARIO23 nov. » 21 dic.

Buona la situazione nella vitaprivata. Ottimo mese in fami-glia. Le stelle vi manderannoinflussi positivi. Seguite una die-ta equilibrata e fate sport.

SCORPIONE23 ott. » 22 nov.

Il lavoro richiederà molta ener-gia: i risultati vi ripagheranno.Con Marte nel segno evitateimprese rischiose. Arriverà unanotizia attesa e importante.

BILANCIA23 set. » 22 ott.

Il primo giorno d’autunno il So-le entrerà nel vostro segno. Fa-rete nuove conoscenze che si ri-veleranno utili alla vostra atti-vità. Possibili vincite al gioco!

LEONE23 lug. » 23 ago.

Venere vi costringerà a presta-re maggiori attenzioni all’aspet-to. È consigliabile l’acquisto diun computer o di un cellulareper rendere la vita più comoda.

CANCRO22 giu. » 22 lug.

Sarete attraenti, carismatici, conuna forza magnetica che vi fa-rà circondare da tante perso-ne. Novità su partner, soci ocolleghi: tutte positive.

GEMELLI21 mag. » 21 giu.

Giove vi aiuterà a realizzare ivostri progetti. Saranno possi-bili vincite al Lotto: tentate lafortuna! Per rilassarvi, fate lun-ghe passeggiate nel verde.

TORO21 apr. » 20 mag.

«Chi fa da sé, fa per tre»: dun-que, durante il mese, non conta-te troppo sugli altri. Potrebberogiungere interessanti notizie sul-la casa. Fate jogging nel verde.

ARIETE21 mar. » 20 apr.

Il rientro dalle vacanze sarà piut-tosto faticoso, presi come sare-te da tante piccole faccende.Probabile l’arrivo di documenti olettere di una certa importanza.

VerginE« VIRNA LISI

OroscoPIÙ» di ALDEBARAN

VERGINE24 ago. » 22 set.

Accadrà un fatto positivo grazieall’interessamento di una perso-na amica. Avrete modo di fre-quentare il mondo della politicae dell’arte. Coccolatevi un po’.

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GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI

ORIZZONTALI2. Nel fiasco e nel bicchiere;4. Ciuffo d’insalata;7. Il genere musicale dei Pooh;10. Pianta dai semi oleosi;15. Sigla di Udine;17. Mirabile statua di Canova;19. I limiti di un’analisi;21. Arbusto per siepi;23. L’autore delle deliziose canzoni

di West Side Story;28. È simile allo sciacallo;30. Il forzuto eroe dei fumetti

che ritrova vigore con gli spinaci;31. Guerriero e poeta arabo;32. Il signore del Trecento;33. Libro della Bibbia attribuito

a Re Salomone;35. Cicatrizzare;37. La vecchietta più cara;38. Fu sconfitto a Sedan;40. Beve lappando;42. Un’interiezione di richiamo;43. Orchestra Toscana;44. Si ripetono nel sassofono;45. Lo si può adornare con una perla;46. Si ripetono nella mimica;47. Fondo di barile;48. Sono avversi... senza averi;50. Vitrea;53. Nel ferro e nell’uranio;55. Molto evidente, incisivo;59. Nota musicale;60. Sostanza come la chinina;64. Il banco dei pegni;67. Marisa del film Morte a Venezia

del 1971;68. Un tipo di mina;

1. Reagir affabilmente alle beffe;2. Giocare al casinò di Sanremo;3. Boschi distrutti dall’incendio;4. Big attorniato dai fan;5. Mescer vini rossi e bianchi;6. Fanciulle oneste e belle;7. Riti greco-ortodossi;8. Casto romanzo d’amore.

69. Occupano molto spazio nelle Tv private;

71. Tali sono le cose che... mi appartengono;

72. Celebre poeta veronese;73. Se picchia, perde quota.

VERTICALI1. Sopra il;3. L’ultima è stata più volte ritratta;4. Darsi da fare per trovare;5. Fu teatro di accaniti combattimenti

nella guerra 1914-18;6. Una nota tribù pellerossa;8. Più avanti;9. Un ragazzo... terribile;10. Famoso tabloid inglese;11. L’abbreviazione di esempio;12. Centro balneare sul golfo

dell’Asinara;13. Le concittadine di Petrarca;14. La foca che vive in Sardegna;16. ll nome della Kerr;18. Ad esso si paragona una persona

rinsecchita!;20. Artistici vasi;22. È pericoloso quello al massacro;24. Raccapricciante;25. Cane selvatico australiano;26. Estorcere con minacce;27. Prendere... posto;29. Altro nome delle calle selvatiche;31. La sposò Enrico VIII;34. Fissare saldamente;36. Fastidiosi;38. Al termine della rappresentazione;39. In quella verde si passeggia

tranquillamente;41. Aiutò Gesù a portare la Croce

verso il Calvario;48. Il Gore famoso scrittore

» L’ambasciatore allegroCi tiene molto all’etichetta, purese si dimostra freddo, di sovente...ma scoppia l’allegria, è irruentoe t’inebria con tanto buon umor.

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CRUCIVERBA Lello ANDIAMO ALLO ZOO Lionello

» soluzioni a pag. 98

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contemporaneo;49. Regione del Tigrai;51. Non hanno più di 2 piazze!;52. Le ammira il mattiniero;54. Un ministro del sultano;55. Dirige le preghiere nella moschea;56. Li riempiono solo certi gelatai!;57. Reliquiario;58. L’opera... del poeta;61. Grossa corda delle navi;62. Fanno ballare i marinai;63. Fa gola a certi cacciatori;65. Era la banca di Marcinkus;66. Le hanno larice e abete;70. Sigla di Lucca.

INDOVINELLO Favolino

Riportate nello schema il nome dell’animale nascosto in ciascuna frase. Se la soluzione sarà esatta, le lettere che appariranno nelle caselle a bordo ingrossato, lette di seguito, formeranno il nome di un altro animale.

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95SETTEMBRE 2012

GAMeSHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI • GIOCHI

Osservate attentamente, a destra, le 7 sequenze verticali di numeri e dite, utilizzando un criterio logico da determinare,quali numeri vanno sostituiti ai tre punti interrogativi.

ORIZZONTALI1. L’iridescenza delle perle;8. Pavimento di legno;9. Nascosto, celato;10. Il petrolio della Shell;11. In mezzo al presepio;13. Si riempiono in autunno;15. Spinta in malo modo;17. Può esserlo un torrione;19. Esclude ogni possibilità;20. Il simbolo dell’iridio;21. Lo Stato con la Valacchia.

VERTICALI1. Un marsupiale americano;2. Rock Against Communism;3. Il maschio della capra;4. Riscuote le tasse per conto

dell’Agenzia delle Entrate;5. Uno che non vale proprio niente;6. Il fiume di Perpignano;7. I sudditi di Meleagro;12. È noto quello di Camaldoli;14. I luoghi in cui si è vista la luce;16. Mezzo di trasporto pubblico;18. In primavera diventa legale.

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TEST 4

TEST 3

STUZZICA CERVELLO Enrico Diglio

? ?

Osservate attenta-mente l’insieme di fi-gure a lato riportatee dite quale numerova inserito al postodel punto interroga-tivo, utilizzando uncriterio logico da de-terminare.

TEST 1

Anagrammando le 6 parole sot-to riportate, dopo aver tolto unalettera da ognuna di esse è pos-sibile ottenere altre 6 parole;inoltre, utilizzando le 6 lettereeliminate è possibile formareun’altra parola. Quale?

POGGIO - RISATA - GIRELLO GATTO - RIVIERA - ATTIVO

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Osservate attentamente l’insieme di figure sopra rappresentato e dite, secondo logica,quale delle 4 seguenti figure (ritratte nell’immagine sotto) va inserita sotto il numero 3dell’ultimo cerchio rosso.

a) b) d)c)

REBUS 5, 14, 4, 8 Lionello REBUS 6, 8, 9 Lionello

TEST 2

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» Le inserzioni sono gratuite e vanno indirizzate a50&Più, Largo Arenula 34, 00186 Roma.

» Gli annunci devono essere massimo di 50 parole e vengono accettati solo se firmati in modoleggibile e corredati della fotocopia deldocumento d’identità del firmatario, fermo restando il dirittoall’anonimato per chi ne faccia richiesta. La redazione non risponde del contenuto dell’inserzione.

BACHECARELAZIONI PERSONALI • LAVORO • COLLEZIONISMO • PROPOSTE • AFF ITTO • VEN

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Signora di bella presenza, sportiva, ma-gra, fisico asciutto; ho tanta voglia di vi-vere e condividere la vita con una per-sona pari requisiti. Deve essere simpa-tico, di bell’aspetto, max 60enne, serio.Se sei del Sud, telefona al 3318087360.

Sono una 61enne della provincia diCremona, indipendente, che ama lacompagnia. Se sei solo come me ecerchi amicizia e una compagna, con-tattami; no anonimi o perditempo.Telefonare al 3771505414.

Sono una ragazza 60enne, libera, pia-cente, di sani principi, dal Veneto; mipiacerebbe conoscere un uomo possi-bilmente libero, con le mie stesse qua-lità, abbastanza alto, bella presenza,55/63enne, per amicizia ed eventualeunione. Possibilmente di Verona e din-torni. Telefonare al 3470403550.

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52enne divorziato, senza figli, buonaposizione sociale, serio, gentile, roman-tico, cerca donna pari requisiti, zonaMarche e limitrofe per amicizia e futu-ri sviluppi. Telefonare al 3895710587.

Signora 68enne, marchigiana di adozio-ne e rumena di origine, vedova di italia-

no, pensionata, bell’aspetto, 1,70 x 80 kg,amante dei viaggi, pittura e gatti, cercaun lui vedovo, non fumatore, in buonasalute, affidabile e onesto, 65/72enne.Telefonare o sms al 3200890489.

58enne, lavoro in Veneto da 5 anni;vorrei trovare una donna in zona Ve-neto, Friuli, Emilia Romagna e Lom-bardia, con cui stabilire un rapportodi amicizia e possibile matrimonio.Telefonare al 3385620203.

Laureata 65enne, pensionata, giova-nile, di gradevole aspetto, non fuma-trice, amante dei viaggi, della campa-gna e del burraco, desidera conoscereun uomo distinto, solo, pari requisiti,65/75enne, per condividere passionicomuni. Zona Napoli e dintorni. Telefo-nare ore serali al 3391922944.

60enne ex impiegato statale, celibe,benestante, marchigiano, cerca perconvivenza donna nubile, vedova o ra-gazza madre economicamente indi-pendente, max 55enne. Disposto atrasferirmi dopo il consolidamentodel rapporto. No perditempo. Telefo-nare al 3337166015.

Sono una 60enne, non troppo alta enon appariscente, di buon carattere, ri-servata, amo la cucina, offro e chiedorispetto. Cerco rapporto di amicizia ve-ro, no perditempo. Telefonare o smsdopo le 21 al 3394161138.

Divorziata 60enne di Roma, laurea-ta, distinta, dinamica, di sani principi,amo la famiglia, l’arte, la natura e iviaggi; vorrei incontrare un compagnoserio, affidabile, max 65enne, perun’eventuale serena convivenza. Noperditempo. Telefonare al 3342747385.

58 anni ben portati e sogni nel casset-to, con il desiderio di condividerli conun compagno di viaggio, di Taranto,affettuoso e sensibile. Max serietà. Te-lefonare dopo le 16 al 3474036212.

62 anni ben portati, pensionato, amoil ballo, divorziato, cerco una compa-gna dai 50 in su per vivere una vitada coppia con eventuale matrimonio.Abito in provincia di Taranto, amo ilmare, sono disposto a trasferirmi. Fer-mo Posta Martina Franca (Ta) 74015- documento C.I. AS7195432.

RELAZIONI PERSONALI

96 I 50epiu.it I SETTEMBRE 2012

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Page 97: SETTEMBRE 2012

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OCCASIONI

97SETTEMBRE 2012

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Pensionato 74enne, buona posizioneeconomica, attivo, amante dei viaggiin auto, treno o aereo, escursionista apiedi e in bici, contatterebbe donna at-tiva a scopo amicizia e compagnia. Zo-na Ravenna. Telefonare al 3393617768.

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TEST 1 / La lettera che sostituisce il punto interrogativonella figura prima vista è F. l numeri contenuti nei trian-goli e nei rettangoli dello stesso colore e confinanti con iltrapezio di colore rosso, infatti, sommati tra loro e addi-zionati (+) al numero contenuto nel trapezio forniscononumeri corrispondenti alla posizione nell’alfabeto delle let-tere poste sulla punta dei triangoli. I numeri contenuti neitriangoli e nei rettangoli dello stesso colore e confinanticon il trapezio di colore azzurro, invece, addizionati tra lo-ro e diminuiti (-) del numero contenuto nel trapezio dan-no come risultato numeri corrispondenti alla posizionenell’alfabeto delle lettere poste sulla punta dei triangoli.

Stuzzica cervello

TEST 4 / La figura che va inserita al posto delpunto interrogativo è quella contrassegnatadalla lettera d). In ogni cerchio di colore ros-so, infatti, compare una figura e, al suo in-terno, un numero. Il numero dei lati di que-sta figura si ottiene sommando i lati delle fi-gure che appaiono all’interno dei due cerchiche precedono quello di colore rosso e sot-traendo a tale risultato il numero che com-pare all’interno del cerchio rosso. Esempio:

TEST 3 / I numeri che vanno sostituiti ai tre punti interrogativi sono, partendo da sinistra: 6, 9 e 0. Nelle sequenze verticali dispari(prima, terza, quinta e settima) partendo dall’alto, infatti, dal primo numero al secondo si sale di una unità, dal secondo al terzo siscende di due unità, dal terzo al quarto numero si sale di tre unità, mentre dal quarto al quinto ed ultimo numero della sequenza ver-ticale si scende di quattro unità. Nelle sequenze verticali pari (seconda, quarta e sesta), invece, dal primo numero al secondo si scen-de di una unità, dal secondo al terzo si sale di due unità, dal terzo al quarto numero si scende di tre unità, mentre dal quarto al quin-to ed ultimo numero della sequenza verticale si sale di quattro unità. Esempio:

1

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GiochiCRUCIVERBA

1

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MINI CRUCIVERBA

INDOVINELLO

L’ambasciatore allegro = Lo spumante

SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI • SOLUZIONI

1

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3

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G

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I R A F F A

C A S T O R O

A S I N O

L I N C E

G A T T O

C E R V I

L E O N E

T I G R E

ANDIAMO ALLO ZOO

Soluzione = Facocero

TEST 2 / Le sei parole sono: GIOGO, SARTA, GRILLO, TOGA, AVIERI, VITTO. La parola che si ottiene unendo le sei lettere eliminate prima di anagrammare le sei parole fornite è PIETRA.

REBUS (5, 14, 4, 8) O pera in dispensa BI; L E agli; STU denti = Opera indispensabile agli studentiREBUS (6, 8, 9) N E mici in vaso R; I S confitti = Nemici invasori sconfitti

I nona lettera dell’alfabeto: (5+2+2) = 9

5G settima letteradell’ :(3+2+2) = 7

alfabeto

2 M undicesima lettera dell’alfabeto: (4+5+2) = 11

3 4

2 52 3

6 1 0 8 4C terza lettera B seconda lettera dell’alfabeto: (4+1-3) = 2

dell’alfabeto: 1(0+6-3) = 3 F sesta lettera dell’alfabeto: (1+8-3) = 6

2 1 3

tre quattro cinque tre quattro sei cinque quattro sei lati lati lati lati lati lati lati lati lati 3 + 4 - 2 = 5 3 + 4 - 1 = 6 5 + 4 - 3 = 6

pentagono esagono esagono

sequenza dispari sequenza pari2 da 2 a 3 si sale di una unità 7 da 7 a 6 si scende di una unità3 da 3 a 1 si scende di due unità 6 da 6 a 8 si sale di due unità 1 da 1 a 4 si sale di tre unità 8 da 8 a 5 si scende di tre unità4 da 4 a 0 si scende di quattro unità 5 da 5 a 9 si sale di quattro unità 0 9

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