Seneca Traduzioni
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8/16/2019 Seneca Traduzioni
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causa della negligenza. E se vorrai fare attenzione una gran parte della vita scorre a
chi agisce male, molta a chi fa nulla, tutta a chi fa altro.
Chi mi indicherai che dia un qualche valore al tempo, che stimi il giorno, che capisca
che ogni giorno muore?
Infatti ci inganniamo per il fatto che vediamo lontana la morte: una gran parte di essagià è passata; la morte tiene tutto il tempo che è dietro di noi. Fa così dunque, Lucilio,
ciò che mi scrivi che tu fai, raccogli tutte le ore; così accadrà che tu dipenda meno dal
futuro, se avrai il possesso dell'oggi.
Mentre si rimanda la vita trascorre. Tutte le cose, Lucilio, sono transitorie, solo il tempo
è del tutto nostro; la natura mise in noi il possesso di questa sola cosa fugace e fragile,
dalla quale chiunque può cacciarci. E la stupidità degli uomini è così grande che quelle
cose che sono insignificanti e di poco valore, certamente recuperabili, quando gli
uomini le ottengono se le lasciano imputare, nessuno che ha ricevuto del tempo ritiene
di dover restituire qualcosa, quanto intanto solo questo è ciò che l'uomo grato non puòmai ritornare.
Forse ti chiederai che cosa faccia io che ti spiego queste cose. Te lo dirò
semplicemente: faccio ciò che accade ad un uomo spendaccione ma diligente: mi torna
il conto della spesa.
Non posso affermare di non perdere nulla ma saprei spiegare ciò che perdo e dove e
come lo perdo; potrei spiegare le ragioni della mia povertà.
Ma accade a me ciò che ai più accade ridotti alla povertà non per loro colpa: tutti li
scusano, nessuno li soccorre.
Che dunque? Non ritengo povero colui al quale basta quel poco, per quanto poco sia;
tuttavia, preferisco che tu conservi i tuoi beni e incomincerai nel tempo giusto. Infatti,
come sembrò ai nostri antenati “è tardiva la parsimonia nel fondo”; infatti nel fondo non
rimane solo il meno ma anche il peggiore.
Capitolo 1De brevitate vitae
La maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta della cattiveria della natura poiché
siamo generati per un tempo esiguo, poiché questi spazi di tempi, dati anoi, scorrono
tanto velocemente e tanto rapidamente che, esclusi pochissimi individui, la vita
abbandona gli altri nello stessa preparazione alla vita.
E di questo male pubblico, tale lo ritengono, non si è lamentata solo la folla e volgoimprudente; questo sentimento suscitò le lamentele anche degli uomini più illustri.
Da qui è giunta quella famosa protesta del più illustre tra i medici “che la vita è breve,
lunga è l’arte”. Da qui nasce l’accusa, minimamente conveniente ad un uomo sapiente,
di Aristotele che protesta con la natura “che quella ha concesso agli animali così tanto
tempo che allevavano cinque o dieci generazioni, e concede un termine tanto più breve
all’uomo, generato per cose così varie e grandi.
Noi non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto.
La vita è lunga abbastanza e è stata data con abbondanza per il compimento delle
gesta più importanti, se ve venisse usata tutta bene; ma quando scorre via per il lusso
e la negligenza, quando non viene impegnata per nessuna buona cosa, alla fine
incalzando l’ultima necessità, capiamo che è passata la vita che non abbiamo sentito
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che scorreva.
E’ così: non abbiamo ricevuto una vita breve ma l’abbiamo resa tale, non ne siamo
poveri ma ne siamo prodighi.
Come quando i beni grandi e regali sono giunti ad un cattivo amministratore, vengono
dissipati in un momento, ma anche se modesti, se vengono consegnati ad un buoncustode, crescono con l’impiego: così la nostra vita si amplia molto a colui che la usa
bene.
Capitolo 8De brevitate vitae
Sono solito meravigliarmi quando vedo alcuni che richiedono il tempo e quando vedo
quelli a cui è richiesto assai disponibili; entrambi guardano ciò per cui il tempo è stato
richiesto, nessuno invece guarda al tempo in sé: viene richiesto come nulla, viene dato
come nulla. Si gioca con la più preziosa delle cose; in realtà li inganna, poiché è un
bene immateriale, poiché non scorre sotto i loro occhi e perciò lo considerano dinessunissimo valore, anzi il suo prezzo è quasi nullo.
Gli uomini accettano volentieri le pensioni, le elargizioni e rivolgono a quelli o la fatica,
o l’opera o la diligenza: nessuno stima prezioso il tempo; si servono di quello troppo
liberamente come se fosse gratuito. Ma guardi gli stessi uomini malati, se il pericolo
della morte si è avvicinato, che toccano le ginocchia dei medici, se temono la pena
capitale, pronti a vendere tutti i loro beni per vivere! C’è una grande incoerenza di
sentimenti in questi!
Che se come il numero degli anni trascorsi di ciascuno, così di quelli futuri, potesse
essere visto, in che modo quelli che vedono che ne rimangono pochi tremerebbero, in
che modo li risparmierebbero!
Ma è facile amministrare ciò che è certo sebbene esiguo; deve essere protetto
diligentemente ciò che non sai quando può mancare.
Non c’è motivo tuttavia perché tu creda che quelli ignorino quanto sia preziosa questa
cosa: sono soliti dire che sono pronti a dare una parte dei loro anni a quelli che amano
moltissimo: la danno ma non la comprendono: tuttavia la danno così che detraggono a
sé gli anni senza un incremento per quelli. Ma non sanno ciò ossia che detraggono
questa; pertanto è tollerabile a quelli la perdita di un danno nascosto.
De tranquillitate animiQuesto mio discorso è rivolto non al sapiente ma agli immaturi ai mediocri ai malamenti
sani. Questo non deve camminare né timidamente né passo passo: lui ha una così
gran fiducia di sé che non dubita di andare incontro alla sorte né mai cederà il masso
ad essa. Non ha nulla da temere, poiché non annovera tra le cose precarie solo gli
schiavi e i possedimenti e la fama, ma anche il suo corpo e gli occhi e la mano e
qualunque cosa rende più cara la vita e se stesso, e vive come fosse in prestito a se
stesso ed è pronto a restituire tutto senza tristezza a coloro che chiedono. Né per
questo si giudica di poco valore, poiché se di non essere suo; ma farà tanto
diligentemente tutte le cose tanto diligentemente e attentamente come l'uomo religioso
e santo è solito difendere le cose affidate alla sua fede.
Quando si ordinerà a lui di restituirsi, non si lamenterà con la sorte ma dirà :”Ringrazio
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per ciò ho posseduto e avuto. Ho venerato con grande riconoscenza le tue cose ma,
poiché così ordini, le do, le vedo grato e volentieri (volente). Se vorrai anche ora che io
abbia qualcosa di te; se vuoi qualcos'altro, io inoltre rendo e restituisco l'argenteria e le
monete e la casa e la mia famiglia.
La natura avrà richiesto quelle cose che prima ci ha dato e a questa diremo “Ricevil’animo migliore di quanto l’hai dato”; non tergiverso né mi rifiuto. Ottieni pronto da chi
vuole ciò che hai dato a chi ne aveva coscienza. Che cosa di grave nel ritornare da
dove sei giunto? Vivrà male chiunque non saprà morire bene.
A questa cosa così deve essere tolto valore e lo spirito vitale va collocato tra le cose
vili.
Consideriamo deprecabili i gladiatori, come dice Cicerone, se cercano di conservare la
vita in ogni modo; li applaudiamo, se portano il disprezzo di lei davanti a sé. Sappi che
la stessa cosa succede a noi: infatti spesso affrontare la morte con paura è causa della
morte. Quella fortuna che fa gli uomini come giochi per sé dice “A che scopo dovreirisparmiarti, animale malvagio e timoroso? Tanto più verrai ferito e colpito, poiché non
sai offrire la gola. Tu che accogli la spada né sottratto il collo né opposte le mani ma
coraggiosamente vivrai più a lungo e morirai più velocemente.
Chi temerà la morte, non farà mai nulla degno di un uomo vivo; ma chi saprà che
questa per sé è stata stabilita subito quando è stata concepita, vivrà secondo quanto
convenuto e contemporaneamente anche stabilirà, con lo stesso animo forte, che
nessuno tra gli eventi che accadono sia improvviso.
Infatti osservando qualunque cosa possa accadere, come se stesse per accadere,
saprà affrontare l’impeto di tutti i mali, che non portano nulla di nuovo ai preparati e a
coloro che aspettano, mentre giungono pesanti sui sicuri e su chi spera solo cose felici.
Epistola 1
Fai così, mio Lucilio, rivendicati a te stesso e proteggi e raccogli il tempo che prima
d'ora o ti veniva portato via o ti sfuggiva raccoglilo e proteggilo. Persuaditi che le cose
stanno così come scrivo a te: alcuni tempi ci vengono portati via, altri ci vengono
sottratti, altri scorrono via. Il più vergognoso lo spreco che avviene a causa della
negligenza. E se vorrai fare attenzione una gran parte della vita scorre a chi agisce
male, molta a chi fa nulla, tutta a chi fa altro.
Chi mi indicherai che dia un qualche valore al tempo, che stimi il giorno, che capiscache ogni giorno muore?
Infatti ci inganniamo per il fatto che vediamo lontana la morte: una gran parte di essa
già è passata; la morte tiene tutto il tempo che è dietro di noi. Fa così dunque, Lucilio,
ciò che mi scrivi che tu fai, raccogli tutte le ore; così accadrà che tu dipenda meno dal
futuro, se avrai il possesso dell'oggi.
Mentre si rimanda la vita trascorre. Tutte le cose, Lucilio, sono transitorie, solo il tempo
è del tutto nostro; la natura mise in noi il possesso di questa sola cosa fugace e fragile,
dalla quale chiunque può cacciarci. E la stupidità degli uomini è così grande che quelle
cose che sono insignificanti e di poco valore, certamente recuperabili, quando gli
uomini le ottengono se le lasciano imputare, nessuno che ha ricevuto del tempo ritiene
di dover restituire qualcosa, quanto intanto solo questo è ciò che l'uomo grato non può
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mai ritornare.
Forse ti chiederai che cosa faccia io che ti spiego queste cose. Te lo dirò
semplicemente: faccio ciò che accade ad un uomo spendaccione ma diligente: mi torna
il conto della spesa.
Non posso affermare di non perdere nulla ma saprei spiegare ciò che perdo e dove ecome lo perdo; potrei spiegare le ragioni della mia povertà.
Ma accade a me ciò che ai più accade ridotti alla povertà non per loro colpa: tutti li
scusano, nessuno li soccorre.
Che dunque? Non ritengo povero colui al quale basta quel poco, per quanto poco sia;
tuttavia, preferisco che tu conserva i tuoi beni e incomincerai nel tempo giusto. Infatti,
come sembrò ai nostri antenati “è tardiva la parsimonia nel fondo”; infatti nel fondo non
rimane solo il meno ma anche il peggiore.
Capitolo 1De brevitate vitaeLa maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta della cattiveria della natura poiché
siamo generati per un tempo esiguo, poiché questi spazi di tempi, dati anoi, scorrono
tanto velocemente e tanto rapidamente che, esclusi pochissimi individui, la vita
abbandona gli altri nello stessa preparazione alla vita.
E di questo male pubblico, tale lo ritengono, non si è lamentata solo la folla e volgo
imprudente; questo sentimento suscitò le lamentele anche degli uomini più illustri.
Da qui è giunta quella famosa protesta del più illustre tra i medici “che la vita è breve,
lunga è l’arte”. Da qui nasce l’accusa, minimamente conveniente ad un uomo sapiente,
di Aristotele che protesta con la natura “che quella ha concesso agli animali così tanto
tempo che allevavano cinque o dieci generazioni, e concede un termine tanto più breve
all’uomo, generato per cose così varie e grandi.
Noi non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto.
La vita è lunga abbastanza e è stata data con abbondanza per il compimento delle
gesta più importanti, se ve venisse usata tutta bene; ma quando scorre via per il lusso
e la negligenza, quando non viene impegnata per nessuna buona cosa, alla fine
incalzando l’ultima necessità, capiamo che è passata la vita che non abbiamo sentito
che scorreva.
E’ così: non abbiamo ricevuto una vita breve ma l’abbiamo resa tale, non ne siamo
poveri ma ne siamo prodighi.Come quando i beni grandi e regali sono giunti ad un cattivo amministratore, vengono
dissipati in un momento, ma anche se modesti, se vengono consegnati ad un buon
custode, crescono con l’impiego: così la nostra vita si amplia molto a colui che la usa
bene.
Capitolo 8De brevitate vitae
Sono solito meravigliarmi quando vedo alcuni che richiedono il tempo e quando vedo
quelli a cui è richiesto assai disponibili; entrambi guardano ciò per cui il tempo è stato
richiesto, nessuno invece guarda al tempo in sé: viene richiesto come nulla, viene dato
come nulla. Si gioca con la più preziosa delle cose; in realtà li inganna, poiché è un
bene immateriale, poiché non scorre sotto i loro occhi e perciò lo considerano di
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8/16/2019 Seneca Traduzioni
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nessunissimo valore, anzi il suo prezzo è quasi nullo.
Gli uomini accettano volentieri le pensioni, le elargizioni e rivolgono a quelli o la fatica,
o l’opera o la diligenza: nessuno stima prezioso il tempo; si servono di quello troppo
liberamente come se fosse gratuito. Ma guardi gli stessi uomini malati, se il pericolo
della morte si è avvicinato, che toccano le ginocchia dei medici, se temono la penacapitale, pronti a vendere tutti i loro beni per vivere! C’è una grande incoerenza di
sentimenti in questi!
Che se come il numero degli anni trascorsi di ciascuno, così di quelli futuri, potesse
essere visto, in che modo quelli che vedono che ne rimangono pochi tremerebbero, in
che modo li risparmierebbero!
Ma è facile amministrare ciò che è certo sebbene esiguo; deve essere protetto
diligentemente ciò che non sai quando può mancare.
Non c’è motivo tuttavia perché tu creda che quelli ignorino quanto sia preziosa questa
cosa: sono soliti dire che sono pronti a dare una parte dei loro anni a quelli che amanomoltissimo: la danno ma non la comprendono: tuttavia la danno così che detraggono a
sé gli anni senza un incremento per quelli. Ma non sanno ciò ossia che detraggono
questa; pertanto è tollerabile a quelli la perdita di un danno nascosto.