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    causa della negligenza. E se vorrai fare attenzione una gran parte della vita scorre a

    chi agisce male, molta a chi fa nulla, tutta a chi fa altro.

    Chi mi indicherai che dia un qualche valore al tempo, che stimi il giorno, che capisca

    che ogni giorno muore?

    Infatti ci inganniamo per il fatto che vediamo lontana la morte: una gran parte di essagià è passata; la morte tiene tutto il tempo che è dietro di noi. Fa così dunque, Lucilio,

    ciò che mi scrivi che tu fai, raccogli tutte le ore; così accadrà che tu dipenda meno dal

    futuro, se avrai il possesso dell'oggi.

    Mentre si rimanda la vita trascorre. Tutte le cose, Lucilio, sono transitorie, solo il tempo

    è del tutto nostro; la natura mise in noi il possesso di questa sola cosa fugace e fragile,

    dalla quale chiunque può cacciarci. E la stupidità degli uomini è così grande che quelle

    cose che sono insignificanti e di poco valore, certamente recuperabili, quando gli

    uomini le ottengono se le lasciano imputare, nessuno che ha ricevuto del tempo ritiene

    di dover restituire qualcosa, quanto intanto solo questo è ciò che l'uomo grato non puòmai ritornare.

    Forse ti chiederai che cosa faccia io che ti spiego queste cose. Te lo dirò

    semplicemente: faccio ciò che accade ad un uomo spendaccione ma diligente: mi torna

    il conto della spesa.

    Non posso affermare di non perdere nulla ma saprei spiegare ciò che perdo e dove e

    come lo perdo; potrei spiegare le ragioni della mia povertà.

    Ma accade a me ciò che ai più accade ridotti alla povertà non per loro colpa: tutti li

    scusano, nessuno li soccorre.

    Che dunque? Non ritengo povero colui al quale basta quel poco, per quanto poco sia;

    tuttavia, preferisco che tu conservi i tuoi beni e incomincerai nel tempo giusto. Infatti,

    come sembrò ai nostri antenati “è tardiva la parsimonia nel fondo”; infatti nel fondo non

    rimane solo il meno ma anche il peggiore.

    Capitolo 1De brevitate vitae

    La maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta della cattiveria della natura poiché

    siamo generati per un tempo esiguo, poiché questi spazi di tempi, dati anoi, scorrono

    tanto velocemente e tanto rapidamente che, esclusi pochissimi individui, la vita

    abbandona gli altri nello stessa preparazione alla vita.

    E di questo male pubblico, tale lo ritengono, non si è lamentata solo la folla e volgoimprudente; questo sentimento suscitò le lamentele anche degli uomini più illustri.

    Da qui è giunta quella famosa protesta del più illustre tra i medici “che la vita è breve,

    lunga è l’arte”. Da qui nasce l’accusa, minimamente conveniente ad un uomo sapiente,

    di Aristotele che protesta con la natura “che quella ha concesso agli animali così tanto

    tempo che allevavano cinque o dieci generazioni, e concede un termine tanto più breve

    all’uomo, generato per cose così varie e grandi.

    Noi non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto.

    La vita è lunga abbastanza e è stata data con abbondanza per il compimento delle

    gesta più importanti, se ve venisse usata tutta bene; ma quando scorre via per il lusso

    e la negligenza, quando non viene impegnata per nessuna buona cosa, alla fine

    incalzando l’ultima necessità, capiamo che è passata la vita che non abbiamo sentito

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    che scorreva.

    E’ così: non abbiamo ricevuto una vita breve ma l’abbiamo resa tale, non ne siamo

    poveri ma ne siamo prodighi.

    Come quando i beni grandi e regali sono giunti ad un cattivo amministratore, vengono

    dissipati in un momento, ma anche se modesti, se vengono consegnati ad un buoncustode, crescono con l’impiego: così la nostra vita si amplia molto a colui che la usa

    bene.

    Capitolo 8De brevitate vitae

    Sono solito meravigliarmi quando vedo alcuni che richiedono il tempo e quando vedo

    quelli a cui è richiesto assai disponibili; entrambi guardano ciò per cui il tempo è stato

    richiesto, nessuno invece guarda al tempo in sé: viene richiesto come nulla, viene dato

    come nulla. Si gioca con la più preziosa delle cose; in realtà li inganna, poiché è un

    bene immateriale, poiché non scorre sotto i loro occhi e perciò lo considerano dinessunissimo valore, anzi il suo prezzo è quasi nullo.

    Gli uomini accettano volentieri le pensioni, le elargizioni e rivolgono a quelli o la fatica,

    o l’opera o la diligenza: nessuno stima prezioso il tempo; si servono di quello troppo

    liberamente come se fosse gratuito. Ma guardi gli stessi uomini malati, se il pericolo

    della morte si è avvicinato, che toccano le ginocchia dei medici, se temono la pena

    capitale, pronti a vendere tutti i loro beni per vivere! C’è una grande incoerenza di

    sentimenti in questi!

    Che se come il numero degli anni trascorsi di ciascuno, così di quelli futuri, potesse

    essere visto, in che modo quelli che vedono che ne rimangono pochi tremerebbero, in

    che modo li risparmierebbero!

    Ma è facile amministrare ciò che è certo sebbene esiguo; deve essere protetto

    diligentemente ciò che non sai quando può mancare.

    Non c’è motivo tuttavia perché tu creda che quelli ignorino quanto sia preziosa questa

    cosa: sono soliti dire che sono pronti a dare una parte dei loro anni a quelli che amano

    moltissimo: la danno ma non la comprendono: tuttavia la danno così che detraggono a

    sé gli anni senza un incremento per quelli. Ma non sanno ciò ossia che detraggono

    questa; pertanto è tollerabile a quelli la perdita di un danno nascosto.

    De tranquillitate animiQuesto mio discorso è rivolto non al sapiente ma agli immaturi ai mediocri ai malamenti

    sani. Questo non deve camminare né timidamente né passo passo: lui ha una così

    gran fiducia di sé che non dubita di andare incontro alla sorte né mai cederà il masso

    ad essa. Non ha nulla da temere, poiché non annovera tra le cose precarie solo gli

    schiavi e i possedimenti e la fama, ma anche il suo corpo e gli occhi e la mano e

    qualunque cosa rende più cara la vita e se stesso, e vive come fosse in prestito a se

    stesso ed è pronto a restituire tutto senza tristezza a coloro che chiedono. Né per

    questo si giudica di poco valore, poiché se di non essere suo; ma farà tanto

    diligentemente tutte le cose tanto diligentemente e attentamente come l'uomo religioso

    e santo è solito difendere le cose affidate alla sua fede.

    Quando si ordinerà a lui di restituirsi, non si lamenterà con la sorte ma dirà :”Ringrazio

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    per ciò ho posseduto e avuto. Ho venerato con grande riconoscenza le tue cose ma,

    poiché così ordini, le do, le vedo grato e volentieri (volente). Se vorrai anche ora che io

    abbia qualcosa di te; se vuoi qualcos'altro, io inoltre rendo e restituisco l'argenteria e le

    monete e la casa e la mia famiglia.

    La natura avrà richiesto quelle cose che prima ci ha dato e a questa diremo “Ricevil’animo migliore di quanto l’hai dato”; non tergiverso né mi rifiuto. Ottieni pronto da chi

    vuole ciò che hai dato a chi ne aveva coscienza. Che cosa di grave nel ritornare da

    dove sei giunto? Vivrà male chiunque non saprà morire bene.

    A questa cosa così deve essere tolto valore e lo spirito vitale va collocato tra le cose

    vili.

    Consideriamo deprecabili i gladiatori, come dice Cicerone, se cercano di conservare la

    vita in ogni modo; li applaudiamo, se portano il disprezzo di lei davanti a sé. Sappi che

    la stessa cosa succede a noi: infatti spesso affrontare la morte con paura è causa della

    morte. Quella fortuna che fa gli uomini come giochi per sé dice “A che scopo dovreirisparmiarti, animale malvagio e timoroso? Tanto più verrai ferito e colpito, poiché non

    sai offrire la gola. Tu che accogli la spada né sottratto il collo né opposte le mani ma

    coraggiosamente vivrai più a lungo e morirai più velocemente.

    Chi temerà la morte, non farà mai nulla degno di un uomo vivo; ma chi saprà che

    questa per sé è stata stabilita subito quando è stata concepita, vivrà secondo quanto

    convenuto e contemporaneamente anche stabilirà, con lo stesso animo forte, che

    nessuno tra gli eventi che accadono sia improvviso.

    Infatti osservando qualunque cosa possa accadere, come se stesse per accadere,

    saprà affrontare l’impeto di tutti i mali, che non portano nulla di nuovo ai preparati e a

    coloro che aspettano, mentre giungono pesanti sui sicuri e su chi spera solo cose felici.

    Epistola 1

    Fai così, mio Lucilio, rivendicati a te stesso e proteggi e raccogli il tempo che prima

    d'ora o ti veniva portato via o ti sfuggiva raccoglilo e proteggilo. Persuaditi che le cose

    stanno così come scrivo a te: alcuni tempi ci vengono portati via, altri ci vengono

    sottratti, altri scorrono via. Il più vergognoso lo spreco che avviene a causa della

    negligenza. E se vorrai fare attenzione una gran parte della vita scorre a chi agisce

    male, molta a chi fa nulla, tutta a chi fa altro.

    Chi mi indicherai che dia un qualche valore al tempo, che stimi il giorno, che capiscache ogni giorno muore?

    Infatti ci inganniamo per il fatto che vediamo lontana la morte: una gran parte di essa

    già è passata; la morte tiene tutto il tempo che è dietro di noi. Fa così dunque, Lucilio,

    ciò che mi scrivi che tu fai, raccogli tutte le ore; così accadrà che tu dipenda meno dal

    futuro, se avrai il possesso dell'oggi.

    Mentre si rimanda la vita trascorre. Tutte le cose, Lucilio, sono transitorie, solo il tempo

    è del tutto nostro; la natura mise in noi il possesso di questa sola cosa fugace e fragile,

    dalla quale chiunque può cacciarci. E la stupidità degli uomini è così grande che quelle

    cose che sono insignificanti e di poco valore, certamente recuperabili, quando gli

    uomini le ottengono se le lasciano imputare, nessuno che ha ricevuto del tempo ritiene

    di dover restituire qualcosa, quanto intanto solo questo è ciò che l'uomo grato non può

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    mai ritornare.

    Forse ti chiederai che cosa faccia io che ti spiego queste cose. Te lo dirò

    semplicemente: faccio ciò che accade ad un uomo spendaccione ma diligente: mi torna

    il conto della spesa.

    Non posso affermare di non perdere nulla ma saprei spiegare ciò che perdo e dove ecome lo perdo; potrei spiegare le ragioni della mia povertà.

    Ma accade a me ciò che ai più accade ridotti alla povertà non per loro colpa: tutti li

    scusano, nessuno li soccorre.

    Che dunque? Non ritengo povero colui al quale basta quel poco, per quanto poco sia;

    tuttavia, preferisco che tu conserva i tuoi beni e incomincerai nel tempo giusto. Infatti,

    come sembrò ai nostri antenati “è tardiva la parsimonia nel fondo”; infatti nel fondo non

    rimane solo il meno ma anche il peggiore.

    Capitolo 1De brevitate vitaeLa maggior parte dei mortali, Paolino, si lamenta della cattiveria della natura poiché

    siamo generati per un tempo esiguo, poiché questi spazi di tempi, dati anoi, scorrono

    tanto velocemente e tanto rapidamente che, esclusi pochissimi individui, la vita

    abbandona gli altri nello stessa preparazione alla vita.

    E di questo male pubblico, tale lo ritengono, non si è lamentata solo la folla e volgo

    imprudente; questo sentimento suscitò le lamentele anche degli uomini più illustri.

    Da qui è giunta quella famosa protesta del più illustre tra i medici “che la vita è breve,

    lunga è l’arte”. Da qui nasce l’accusa, minimamente conveniente ad un uomo sapiente,

    di Aristotele che protesta con la natura “che quella ha concesso agli animali così tanto

    tempo che allevavano cinque o dieci generazioni, e concede un termine tanto più breve

    all’uomo, generato per cose così varie e grandi.

    Noi non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto.

    La vita è lunga abbastanza e è stata data con abbondanza per il compimento delle

    gesta più importanti, se ve venisse usata tutta bene; ma quando scorre via per il lusso

    e la negligenza, quando non viene impegnata per nessuna buona cosa, alla fine

    incalzando l’ultima necessità, capiamo che è passata la vita che non abbiamo sentito

    che scorreva.

    E’ così: non abbiamo ricevuto una vita breve ma l’abbiamo resa tale, non ne siamo

    poveri ma ne siamo prodighi.Come quando i beni grandi e regali sono giunti ad un cattivo amministratore, vengono

    dissipati in un momento, ma anche se modesti, se vengono consegnati ad un buon

    custode, crescono con l’impiego: così la nostra vita si amplia molto a colui che la usa

    bene.

    Capitolo 8De brevitate vitae

    Sono solito meravigliarmi quando vedo alcuni che richiedono il tempo e quando vedo

    quelli a cui è richiesto assai disponibili; entrambi guardano ciò per cui il tempo è stato

    richiesto, nessuno invece guarda al tempo in sé: viene richiesto come nulla, viene dato

    come nulla. Si gioca con la più preziosa delle cose; in realtà li inganna, poiché è un

    bene immateriale, poiché non scorre sotto i loro occhi e perciò lo considerano di

  • 8/16/2019 Seneca Traduzioni

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    nessunissimo valore, anzi il suo prezzo è quasi nullo.

    Gli uomini accettano volentieri le pensioni, le elargizioni e rivolgono a quelli o la fatica,

    o l’opera o la diligenza: nessuno stima prezioso il tempo; si servono di quello troppo

    liberamente come se fosse gratuito. Ma guardi gli stessi uomini malati, se il pericolo

    della morte si è avvicinato, che toccano le ginocchia dei medici, se temono la penacapitale, pronti a vendere tutti i loro beni per vivere! C’è una grande incoerenza di

    sentimenti in questi!

    Che se come il numero degli anni trascorsi di ciascuno, così di quelli futuri, potesse

    essere visto, in che modo quelli che vedono che ne rimangono pochi tremerebbero, in

    che modo li risparmierebbero!

    Ma è facile amministrare ciò che è certo sebbene esiguo; deve essere protetto

    diligentemente ciò che non sai quando può mancare.

    Non c’è motivo tuttavia perché tu creda che quelli ignorino quanto sia preziosa questa

    cosa: sono soliti dire che sono pronti a dare una parte dei loro anni a quelli che amanomoltissimo: la danno ma non la comprendono: tuttavia la danno così che detraggono a

    sé gli anni senza un incremento per quelli. Ma non sanno ciò ossia che detraggono

    questa; pertanto è tollerabile a quelli la perdita di un danno nascosto.