Sei tu che scrivi la tua vita?...Freud tentò dunque di elaborare una metodologia in grado di...

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Istituto Carducci Seminario Interdisciplinare 4 dicembre 2009 Sei tu che scrivi la tua vita? A cura di Simona Parravicini Lucilla Stefani Katia Verdiani Laura Coronese

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Istituto Carducci

Seminario Interdisciplinare

4 dicembre 2009

Sei tu che scrivi la tua vita?

A cura diSimona Parravicini

Lucilla StefaniKatia Verdiani

Laura Coronese

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Simona Parravicini

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Ripartiamo dal film...Ricostruzione cronologica degli eventi:

1. Clementine e Joel si incontrano per la prima volta a Montauk;

2. La loro relazione, dopo due anni, finisce una sera in

cui Clementine torna a casa ubriaca...

3. Clementine decide di Cancellare Joel;

4. Joel scopre che Clementine lo ha cancellato e decide di fare lo stesso...

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5. Ha inizio il processo di cancellazione.

A questo punto assistiamo a due piani d'azione paralleli:

All'esterno, i ragazzi effettuano distrattamente la cancellazione...

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All'interno della mente di Joel, i ricordi si cancellano a ritroso...

Partendo dai più spiacevoli, fino a ritrovare i bei momenti

passati insieme...

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E' a questo punto che qualcosa inizia ad andare stortonella cancellazione.

Dall'interno della sua mente, Joel cerca di fermare il processodi cancellazione, e con l'aiuto di Clementine trova unastrategia: i due iniziano a scappare, andando a nascondersi

in luoghi della memoria di Joel che non sono stati mappatidai tecnici della Lacuna, come i suoi ricordi d'infanzia...

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All'esterno, il Dottor Mierzwiak interviene per risolvere ilproblema di cancellazione...

E all'interno Joel e Clementine si godono i bei ricordi

dell'inizio della loro storia...La cancellazione termina con Clementine che sussurra in unorecchio a Joel “Ci vediamo a Montauk....”

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All'esterno, finita la cancellazione su Joel, Mary Svevo scopre che lei stessa vi si era sottoposta per rimuovere la relazione

avuta col Dottor Mierzwiak...A questo punto corre in ufficio e spedisce a tutti i pazienti

della Lacuna le audiocasette in cui avevano registrato i loro ricordi prima della cancellazione...

Joel si sveglia dopo la cancellazione, ma invece di andare in ufficio prende il

treno per Montauk...

E' L'INIZIO DEL FILM!Sulla spiaggia incontra

Clementine, e i due iniziano a frequentarsi, senza sapere che avevano già avuto una

storia...

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Dopo essere rientrata dalla notte sul lago ghiacciato, Clementine trova una busta contenente una cassetta...La ascolta mentre è in macchina con Joel, e i ricordi che

erano stati cancellati vengono in un certo senso

“reintegrati”…

E ora che fare?Continuare la storia appena iniziata?

Interromperla?

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Joel: Non riesco a vedere niente che non mi piaccia in te, ora non ci riesco.Clementine: Ma lo vedrai, ma lo vedrai! Certo col tempo lo vedrai, e io invece mi annoierò con te, mi sentirò in trappola perché è cosi che mi succede!Joel: Okay.Clementine: Okay? ...Okay?Joel: Okay.

Questo è il finale aperto che il regista ci consegna...

A noi decidere: cosa succederà?

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Dr. Mierzwiak: I nostri archivi sono riservati, sig. Barish, quindi non le posso mostrare delle prove. Le posso solo dire che la signorina Kruczynski non era affatto felice, perciò ha voluto cambiare vita. Noi forniamo questa

opportunità.

Com’è possibile amare tanto una persona e allo stesso tempo volerlacancellare dalla memoria?

Se la risposta è perché la persona in questione ci fa del male, allora la domanda è: come si può amare chi ci fa del male?

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Dr. Mierzwiak: Cominceremo con i suoi ricordi più recenti, poi procederemo a ritroso, più o meno. C'è un nucleo emotivo alla base

dei nostri ricordi, e quando lo si estirpa inizia il processo di degradazione. Perciò, al suo risveglio mattutino, i ricordi che

abbiamo mirato saranno inariditi e dissolti, come un sogno che svanisce.

I ricordi possono scomparire del tutto?

Ma anche se scompaiono i contenuti, rimangono le

emozioni i sentimenti legati ad essi?

Possono condizionare la nostra vita anche dopo che

sono stati cancellati?

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Lo stato mentale di Joel durante la cancellazione dei ricordi corrisponde allo stato onirico...

Quanto c’è di noi nei sogni apparentemente assurdi che facciamo?

Quanto c’è della nostra infanzia?

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Il film solleva temi come

il ricordo

la cancellazione/rimozione del ricordo

il rapporto tra sogno e realtà

tra coscienza e inconscio

....

Agli interrogativi che emergono si può provare a dare, se non una risposta, almeno una spiegazione, a partire dalle teorie della

psicanalisi elaborate da Sigmund Freud....

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Joel e Clementine si incontrano ad un falò sulla spiaggia, e questo è l'inizio della loro storia. Due anni dopo la storia finisce, e Clementine prende immediatamente e impulsivamente una decisione drastica: cancellare definitivamente Joel dalla propria memoria. Per questo si rivolge alla Lacuna Inc., agenzia specializzata nella rimozione selettiva dei ricordi...

In Italia questo film di Michel Gondry è stato distribuito con il titolo Se mi lasci ti cancello, che fa subito pensare a una spensierata commedia sentimentale, rispecchiando il lato leggero e ironico della vicenda, ma allo stesso tempo è decisamente fuorviante. La pellicola infatti non si limita a questo, ma presenta anche una notevole complessità di linguaggioe una profondità tematica che il regista rendeva manifeste già nel titolo. Questo infatti è la citazione di un verso del poeta inglese Alexander Pope (tratta dall'opera Eloisa to Abelard), che si ritrova anche all'interno del film:

How happy is the blameless vestal's lot!The world forgetting, by the world forgot.

Eternal sunshine of the spotless mind!Each pray'r accepted, and each wish resign'd.

Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.

Infinita letizia della mente candida!Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

CineforumEternal Sunshine Of the spotless mind Regia: Michel Gondry

Sceneggiatura: Charlie KaufmanCon Jim Carrey, Kate Winslet,

Tom Wilkinson, Mark Ruffalo, Elijah Wood, Kristen Dunst

USA 200

Simona Parravicini

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Il regista: Michel GondryParigino, è uno dei pochi registi francesi che ha trovato spazio anche dall'altra parte dell'Atlantico. Prima di approdare allungometraggio, si dedica con grande successo ad un genere di largo consumo: il videoclip, lavorando con artisti e gruppi come Rolling Stones, Massive Attack, Chemical Brothers, Radiohead, Lenny Kravitz....Il suo primo film è del 2001, si intitola Human nature, e mostra come la sua cifra stilistica sia strettamente legata alla formazione nell'ambito musicale. Eternal sunshine... (2004) e il successivo L'arte del sogno (2006) non sono che una conferma del suo stilevisionario e fantastico, che ama intrecciare diversi piani di realtà, sfruttando l'aiuto della Computer Graphics.

Il cast: due star che credono in un progetto.Il comico e multiforme Jim Carrey e la romanticissima diva di Titanic Kate Winslet sono la strana coppia protagonista di questa storia. Ma Carrey non fa ridere, e la Winslet tutto è fuorché una giovane dell'alta società. La produzione del film è indipendente, il che significa budget limitato e tanta voglia di mettersi in discussione. Ed è questo che fanno i due protagonisti, interpretando due ruoli in cui decisamente non ci si aspetterebbe di vederli, visto il loro curriculum.Lo stesso discorso vale per lo sceneggiatore Charlie Kaufman.Fiducia ripagata: Kaufman ritirerà l'Oscar (e altri riconoscimenti) per la miglior sceneggiatura, la Winslet vincerà vari premi per la miglior interpretazione femminile, e il film sarà accolto favorevolmente dalla critica.

La complessità di linguaggioUno dei motivi per cui questo film è degno di nota è sicuramente il modo in cui mette in scena i suoi contenuti. Gondry usa salti temporali nel montaggio: la storia raccontata non è in ordine cronologico. Inizia dal presente, entra poi in un lungo flash back che non è lineare, ma temporalmente disordinato al suo interno. Sta allo spettatore ricostruire poi l'ordine della vicenda.Questa ricostruzione è però complicata da un altro fattore: Gondry si diverte infatti a giocare con diversi piani di realtà, per cui il passato e il presente si mescolano al ricordo e nel ricordo, e il regista riesce a dare vita a quello che sta accadendo nella mente di Joel, cancellazione compresa. E per farlo si serve dell'aiuto di quella Computer Graphics che ha imparato ad usare nel campo del videomusicale.Dal punto di vista visivo, sono interessanti i gli uomini senza volto, che si ricollegano iconograficamente ad alcune opere del Surrealismo e della Metafisica (Magritte, De Chirico, Carrà), correnti pittoriche che indagano la mente e i suoi meccanismi, la realtà e l'irrealtà.Interessante anche il gioco delle citazioni, che vanno oltre il titolo e sono disseminate all'interno del testo filmico.Ci sono alcune scene che è come se accadessero due volte... e come ciliegina sulla torta il finale viene lasciato aperto....

Simona Parravicini

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Lucilla Stefani

Sigmund Freud:

“L’io non è padrone in casa propria”

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Muoviamoci un po’ come fa Freud, con fare investigativoFreud è stato, infatti, definito “maestro del sospetto” perché immette nel suo metodo lo spirito dell’investigatore, che da tracceapparentemente insignificanti, riesce a ricostruire un senso generale, in grado di ribaltare le spiegazioni e i valori tradizionali, tanto nelcampo della personalità, quanto in quello sociale.

La psicoanalisi freudiana è valida non solo a curare malattie mentali, ma apre impensate prospettive di interpretazione circa l’uomo ele sue produzioni culturali e sociali. Il merito di Freud sta nell’aver scoperto il ruolo determinante dell’inconscio nell’agire e nelpensare umano.La rivoluzione freudiana consiste nel porre in primo piano i “rimasugli”, l’apparentemente insignificante e marginale, ciò chenormalmente viene escluso da ogni attribuzione di senso, e nel mettere in luce come il senso nascosto e trascurato sia piùimportante di quello palese.

La reazione avversa alla psicoanalisi della medicina tradizionale nasce da una costrizione dell’uomo a interrogarsi sui reali moventidelle proprie azioni, con un incessante lavoro di demistificazione. Freud stesso era consapevole della rivoluzione che aveva attuato

Partiamo da alcuni interrogativi che il film ha evidenziato:Com’è possibile amare tanto una persona e allo stesso tempo volerla cancellare dalla memoria? Se la risposta è perché lapersona in questione ci fa del male, allora la domanda è: come si può amare chi ci fa del male?I ricordi possono scomparire del tutto? Ma anche se scompaiono i contenuti, rimangono le emozioni i sentimenti legatiad essi?Possono condizionare la nostra vita anche dopo che sono stati cancellati?Ci sono momenti del nostro agire e pensare che sembrano sfuggire alla nostra consapevolezza,Lo stato mentale del protagonista durante la cancellazione dei ricordi corrisponde allo stato onirico, quanto c’è di noi neisogni apparentemente assurdi che facciamo? Quanto c’è della nostra infanzia?Come mai la nostra vita è un perenne conflitto tra ciò che vogliamo e ciò che non possiamo, tra ciò che dobbiamo e ciòche non vogliamo?Possiamo provare a rispondere prendendo spunto dalla psicoanalisi freudiana, indagando un po’ anche nei nostri animi,senza avere la pretesa di risolvere gli innumerevoli problemi che tutti abbiamo, ma forse capire l’origine di alcune parti dinoi può aiutarci ad accettarle e a convivere più o meno pacificamente con esse.

Sigmund Freud e la rivoluzione dell’inconscio

Lucilla Stefani

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Ma da dove nasce l’idea di una vita psichica inconscia?Utilizzando l’ipnosi Freud dimostra l’esistenza di tale inconscio: emblematico è l’esempio di un soggetto ipnotizzato al quale vieneordinato di aprire una finestra quando l’orologio batterà le due, e di dimenticare questo comando ed il modo in cui era stato dato.Effettivamente, quando, poco dopo il risveglio dal sonno ipnotico, l’orologio suona le due, il soggetto in questiona va ad aprire lafinestra. Richiesto il perché di questo atto, dichiara di non saperlo, egli non può risalire al comando ricevuto durante lo stato di ipnosi.

Si evidenzia così come un processo determinante per il comportamento ed il pensiero può svolgersi e rimanere a livello inconscio.Freud tentò dunque di elaborare una metodologia in grado di portare alla luce tali processi inconsci, a tal fine si dedicò allo studio delsogno, i cui risultati sono raccolti nell’ “Interpretazione dei sogni” del 1899.

Questo conoscere senza conoscere è la dimostrazione dell’esistenza dell’inconscio nella vita psichica, e l’unico modo percomprenderlo è quello di interpretarlo. Ma non si tratta di interpretare il contenuto manifesto, le immagini del sogno, ma ilcontenuto latente che dietro il sogno occorre riconoscere, per decifrarlo. Dietro le immagini manifeste del sogno e nei suoi elementiapparentemente illogici e oscuri, si nasconde ciò che sappiamo senza sapere, cioè un desiderio, conosciuto all’inconscio, ma rifiutatodalla coscienza, censurato, quindi mascherato deformato al punto di non riconoscerlo più. Il contenuto del sogno è quindi unappagamento di desiderio, è la vendetta dell’inconscio che cerca di ingannare la coscienza, che ha allentato la sua vigilanza nel sonno.Ma questo inganno non riesce del tutto, perché l’azione di censura del conscio non cessa completamente, e il sogno è costretto adeformare, dissimulare, operare spostamenti per poter far passare alla censura il desiderio rimosso.L’esistenza dell’inconscio è un’ipotesi necessaria e legittima, perché permette di rendere ragione di atti consci che altrimentirimarrebbero incomprensibili. Essa mette in luce come l’identificazione convenzionale tra mentale e conscio non regga più; i nostriprocessi mentali, così come i nostri atti sono il risultato di un processo di cui non siamo interamente padroni, ci sono alcune coseche sappiamo senza sapere, le sappiamo in quanto la loro presenza nell’inconscio produce dei risultati, senza saperle, perchéattribuiamo ai nostri atti altre cause, o addirittura non ci poniamo affatto il problema della causa, definendo alcuni aspetti dellanostra attività psichica come accidentali o insensati.

Lucilla Stefani

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“Noi non vogliamo semplicemente descrivere e classificare i fenomeni,ma concepirli come indizi di un gioco di forze che si svolge nella psiche,

come l’espressione di tendenze orientate verso un fine,che operano insieme o l’una contro l’altra”

(Introduzione alla psicoanalisi, Lezione 4)

Lucilla Stefani

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“La psicoanalisi, è vero, non può vantarsi di non essersi mai

occupata di inezie.Al contrario, la sua materia di

osservazione è costituita abitualmente da quei fatti poco appariscenti che le altre scienze mettono da parte come troppo insignificanti: dai rimasugli, per

così dire, del mondo dei fenomeni”

(Introduzione alla psicoanalisi, Lezione 2)

Lucilla Stefani

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“E’ effettivamente possibile, anzi molto probabile, che il sognatore sappia cosa significhi il suo sogno, solo non sa di saperlo e per questo crede di non saperlo”

(L’interpretazione dei sogni)

Lucilla Stefani

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Nel 1923 Freud elabora il modello strutturale dove individua tre strutture mentali tra di lorocollegate: l’IO; l’ES, il SUPER-IOL’ES designa la parte oscura e inaccessibile della personalità, l’inconscio, e tende asoddisfare le cariche pulsionali. Le pulsioni esigono di essere soddisfatte, scaricateNell’inconscio, si radica il principio del piacere, che spinge l’organismo ad unsoddisfacimento immediato delle pulsioni.Il SUPER-IO rappresenta le regole, gli imperativi morali, è il giudice dei nostri atti e dei nostripensieriL’IO deve conciliare il conflitto tre Es e Super-io, e stabilire rapporti con il mondo esterno

Lucilla Stefani

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“Il povero Io ha la vita dura: serve tre padroni severi, e si dà da fare per mettere d’accordo le loro esigenze piene di pretese.

I tre tiranni sono: il mondo esterno, il Super-io e l’Es.

Data la sua origine dalle esperienze del mondo percettivo, è destinato a rappresentare le richieste del mondo esterno,ma vuole anche essere il fedele servitore dell’Es, rimanere con lui in buona armonia.D’altro canto, viene osservato passo passo dal severo Super-io, che esige determinate norme di comportamento, senza tener conto delle difficoltà provenienti dall’Es e dal mondo esterno e lo punisce, in caso di inadempienza, con i sentimenti spasmodici dell’inferiorità e del senso di colpa.

(Introduzione alla psicoanalisi, Lezione 31)

Lucilla Stefani

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Lucilla Stefani

L’adattamento dell’Io al mondo esterno è determinato dal principio di realtàPer spiegare cosa spinga l’uomo ad agire e pensare, Freud ipotizza l’esistenza di una energia psichica chiamata LIBIDO, di origine sessuale chedurante la vita si trasforma, ma che si pone come lo scopo primario il proprio soddisfacimento, sopprimendo lo stato di tensione.Egli postula l’esistenza di due pulsioni, la pulsione sessuale e la pulsione aggressiva, costruttiva la prima e distruttiva la seconda. La libido è laforza attraverso la quale la pulsione sessuale si manifesta. La pulsione aggressiva tende invece alla distruzione. Sono definite da Freud pulsione divita Eros e pulsione di morte Thanatos. In tutte le nostre manifestazioni istintuali operano entrambe fuse, per cui anche il più tenero attod’amore consente alla pulsione aggressiva di scaricarsi, mentre un’azione crudele a sua volta comporta una qualche gratificazione sessuale,seppur inconscia. L’apparato psichico esplica le sue funzioni attraverso due tipi di processi: il processo primario, collegato all’Es vuole ilsoddisfacimento immediato delle pulsioni ed obbedisce al principio del piacere, il processo secondario è presieduto dal principio di realtà edopera in connessione con un Io già strutturato. Pensiero illogico e logico sono presenti entrambi, anche se l’uno predomina sull’altro.La personalità di ogni singolo individuo si struttura, secondo Freud, dal momento della nascita fino all’età di 5-6 anni, per completarsi poi nellafase adolescenziale.Egli individua 4 fasi di sviluppo dalla nascita all’adolescenza: fase orale, fase anale, fase fallica, fase di latenza, fase genitale.Il passaggio da una fase all’altra è determinato dallo spostamento della libido in diverse zone del corpo, definite zone erogene.La prima zona dove si concentra la libido è la bocca, per questo fase orale e si protrae fino all’anno e mezzo. Durante questo periodo la zona oralerisulta quella che offre il massimo della soddisfazione al bambino, tutta l’attività del neonato ruota intorno alla soddisfazione dei bisogni e siorganizza in funzione del principio del piacere.In seguito, nel successivo anno e mezzo di vita, l’attenzione del bambino si concentra, sull’altro termine del canale alimentare, l’ano, data lasempre maggiore capacità di controllo degli sfinteri ed i primi tentativi di educazione alla pulizia. È questa la fase anale.Verso la fine del terzo anno la parte principale dell’interesse si sposta sugli organi genitali. È questa la fase fallica. Le relazioni più importanti che siinstaurano durante la fase fallica sono quelle riunite sotto il termine di costellazione edipica. È a questo punto che i modelli di sviluppo delbambino e della bambina si differenziano per la prima volta. La formazione del Super-io si colloca durante questa fase ed è il risultato del“Complesso di Edipo”. La madre è il primo oggetto di amore per il figlio, il suo primo investimento oggettuale libidico, contrastato però dalla figurapaterna, pericoloso rivale, capace di infliggere le più severe punizioni (la paura della castrazione). Accettare di rinunciare al desiderio verso lamadre, e passare dall’ostilità all’identificazione con la figura paterna (la madre come oggetto d’amore è precluso, ma il desiderio può mantenerela sua valenza positiva in quanto viene spostato su una donna futura e rimandato quando si sarà potenti come il padre) è il primo atto di censuradi uno sviluppo psicologico normale. Insieme agli altri valori e divieti operanti nell’ambito della famiglia, concorre alla costruzione del Super-io.Per la bambina la strada da compiere è più complessa. Per lei come per il maschietto il primo affetto è stato quello per la madre, nella fase fallicaquando si accorge della differenza anatomica tra i due sessi, considera se stessa e la madre come sminuite da una mutilazione.

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Lucilla Stefani

Svaluta dunque la madre ritenendola responsabile di averla generata a sua volta mutilata e rivolge tutto il suo affetto verso il padre. La madre saràallora vissuta in modo negativo, come colei che non solo è responsabile delle caratteristiche anatomiche della figlia, ma le sottrae l’affetto e lecure paterne, quindi con ostilità e gelosia. D’altro canto tali sentimenti negativi sono temperati dal fatto che, madre e padre rappresentano permaschio e femmina modelli di comportamento, generano un’alternanza di amore e odio nei loro confronti. . La costellazione edipica si estingueall’incirca verso i 6 anni per il maschio. Mentre per la femmina non si concluderà mai. Intorno ai sei anni il bambino entra nella fase di latenza,periodo di consolidamento psichico, diminuisce l’intensità degli impulsi e il bambino sposta la sua attenzione su nuovi interessi esterni al mondofamigliare. La scuola, i compagni, i maestri divengono punti di riferimento importanti.La fase successiva è quella dell’adolescenza, un nuovo equilibrio psicofisico dovrà essere trovato, per un soddisfacente ingresso nel mondo degliadulti

Molto spesso all’interno di ciascuna fase si possono evidenziare delle difficoltà, questo può avvenire immediatamente, nello stesso periodoevolutivo, ma possono emergere anche in età adulta per effetto di circostanze esterne che riattivano conflitti non risolti e rimossi.Lo strutturarsi della personalità ed il suo funzionamento si avvalgono dei cosiddetti meccanismi di difesa. I più importanti sono la sublimazione e

la rimozione. Con la prima si intende un processo in base al quale avviene uno slittamento della meta e uno scambio dell’oggetto della pulsione,in particolare le forze pulsionali sessuali vengono distolte dai loro fini sessuali, e rivolte a mete socialmente superiori, non più sessuali (attivitàintellettuale, tenerezza, amicizia) .Con rimozione si intende quel processo in base al quale si forma un sintomo. In questo caso l’io sbarra la strada alla coscienza dell’impulsoindesiderato proveniente dall’Es. L’esame della rimozione e dei fenomeni ad essa connessi è importante ai fini della terapia; è infatti compitodell’analista portare il paziente a riconoscere la pulsione bloccata a livello dell’inconscio. Divenuta cosciente, potrà passare nei ranghi dei ricordi, eperderà così la sua carica sintomatica, portando alla guarigione.La terapia psicoanalitica è un metodo estremamente complesso che non si riduce a questo, ma non è questa la sede per approfondirla. Ciò cheinvece è importante notare è l’immagine che Freud ci dà dell’uomo. Quest’uomo sceso dal piedistallo, diviene più consapevole, e riconosce che ladimensione razionale non è l’unica costituente del suo io, e non sempre la vincente.

Scopo della psicoanalisi è dunque una miglior conoscenza di se stessi .La concezione dell’uomo in Freud è ambivalente, da un lato riconosce l’importanza della dimensione dell’irrazionale invitando l’uomo ad accettarel’aspetto conflittuale della propria personalità e ad essere consapevole che quanto è ritenuto norma assoluta e legge “Naturale” non è che uninsieme di regole impostesi attraverso il Super-io. Dall’altro lato, l’esigenza di trasformare in una realtà ordinata quanto emerge dal caos dell’Es.La felicità non è a portata di mano, l’uomo deve combattere contro la natura, deve imparare a dirottare il principio del piacere e ad assoggettarloal principio della realtà che gli impone gravi rinunce pulsionali, può cercare consolazioni illusorie, come quella della religione, che gli promettonouna felicità futura, ma tutto ciò non è che un palliativo, contro il quale bisogna riaffermare il potere della ragione. L’unico modo di costruire unaciviltà è nella rinuncia al soddisfacimento del principio del piacere che porterebbe gli uomini alla distruzione reciproca, così la civiltà perproseguire nel suo sviluppo deve guarire dalle sue illusioni.Questo passo è in grado di compierlo solo la ragione.

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Lucilla Stefani

Proviamo ora a rispondere alle domande iniziali

Riferimenti storici e biobgraficiL’ideologia del progresso, connessa allo sviluppo economico e industriale dell’occidente domina la seconda metà dell’ottocento. La parola d’ordineera “civiltà e progresso”, nel senso che la civiltà occidentale poteva riconoscersi nel progresso inteso come produzione di mezzi di benessere perla società e come equa distribuzione dei prodotti. Ma non tutti partecipavano a questo entusiasmo, basti pensare alla profonda critica di Marx alsistema economico occidentale, al lato opposto, la condanna della chiesa per un progresso che tendeva a laicizzare la vita e la cultura in generale.Vienna rappresentava quasi un mito per il mondo occidentale, il mito della città splendida brillante culla delle arti e delle scienze. La vitaintellettuale e artistica sembrava svilupparsi nell’antica capitale in modo rigoglioso, si affermarono negli ultimi decenni del secolo, oltre allapsicoanalisi, la musica dodecafonica, il positivismo logico, la pittura astratta.La classe borghese viveva una sicura agiatezza, ma accanto ad essa si stava sviluppando una classe operaia che viveva ai limiti della sopravvivenza.Nell’industria lavoravano uomini, donne, bambini con orari estremamente pesanti: basti pensare che, solo per i bambini, fu ottenuto nel 1883 ildiritto ad un giorno intero di riposo la settimana e ad un’ora di sosta dopo undici ore di lavoro. Nel contempo lo stretto conservatorismo diFrancesco Giuseppe, timoroso che il minimo cambiamento potesse degenerare in una qualche riforma, rendeva le strutture socialiparticolarmente rigide. Così i giovani borghesi si allontanavano sempre più da quel sistema, cercando nella dimensione artistica quella libertà chealtrove sarebbe stata loro negata; le donne, ormai in possesso di una certa cultura, convertivano in disturbi nervosi (l’isteria) l’insofferenza per unmodo di vivere che disconosceva le loro necessità biologiche. Così alla prima scossa sufficientemente forte, tutto questo mondo andò in frantumie quella che sembrava la realtà (la sicurezza dello stato nella fedeltà dei sudditi, la rispondenza di quella dimensione socio-culturale ai bisognidell’uomo) si rivelò solo una facciata , da cui emerse con la crudeltà della guerra, un uomo primordiale che ai canoni della ragione avevarinunciato: la prima guerra mondiale aveva tolto le basi dello splendore alla “Grande Vienna”In tale contesto culturale, ricco, ma pieno di ambiguità e paradossi, si colloca Freud.Nato a Freiberg, in Moravia nel 1856 da una famiglia di commercianti di religione ebraica, si forma a Vienna laureandosi in medicina nel 1881. Nel1882 entrò nell’ospedale generale di Vienna ove rimase fino al 1885 dedicandosi a pazienti affetti da disturbi neurologici . Dopo aver ottenuto ladocenza in neuropatologia all’Università di Vienna nel 1885 ed essere stato a Parigi nel 1886 per seguire le lezioni di Charcot sull’isteria, torna aVienna cercando di diffondere le ricerche di Charcot alla società medica, incontrando una decisa e vivace opposizione. Nel 1896 apre uno studioprivato, iniziando a sperimentare sui pazienti nevrotici, l’ipnosi, che già aveva conosciuto tramite Charcot. Gli studi di questo periodo si tradusseroin numerosi pubblicazioni, dagli Studi sull’isteria 1892-95, L’interpretazione dei sogni, 1899, Psicopatologia della vita quotidiana, 1901, Tre saggisulla sessualità infantile, 1905. In questi anni iniziò un’autoanalisi, partendo dal principio che il terapeuta doveva occuparsi delle proprie nevrosiprima di quelle dei pazienti. Nonostante l’alta produzione scientifica Freud risultava sostanzialmente un isolato. La situazione cominciò amigliorare con la nomina a professore straordinario presso l’università di Vienna, e con il costituirsi di un piccolo gruppo di colleghi ed amici chesi riuniva tutti i mercoledì nella sua casa per discutere dei problemi oggetto dei suoi lavori. Nel 1910 fu fondata a Norimberga l’AssociazionePsicoanalitica Internazionale, che riuniva varie associazioni locali già esistenti. Tra il 1911 e il 1912 si ebbero le prime scissioni con Alfred Adler eCarl Jung, allievo prediletto di Freud.

Page 28: Sei tu che scrivi la tua vita?...Freud tentò dunque di elaborare una metodologia in grado di portare alla luce tali processi inconsci, a tal fine si dedicò allo studio del sogno,

Lucilla Stefani

Pubblicò Totem e Tabù nel 1913, Al di là del principio del piacere nel 1920, Introduzione alla psicoanalisi dal 1915-17; 1932, Psicologia delle massee analisi dell’io ,nel 1921, L’Io e l’Es nel 1923 Lo scoppio della prima guerra portò nuove difficoltà e amarezze a Freud, il gruppo dei suoicollaboratori si disfece, molti furono chiamati alle armi, le comunicazioni all’estero si fecero impossibili. Con la fine del conflitto le sorti dellapsicoanalisi sembrarono risollevarsi per un primo riconoscimento pubblico della sua utilità. Infatti la cura dei soldati colpiti da “nevrosi da guerra”risultava molto difficile per le terapie tradizionali, mentre la terapia analitica vi riportava continui successi.Nel 1923 gli fu diagnosticato un tumore alla mascella e fu sottoposto ad un intervento chirurgico, il primo di trentadue.Nel 1930 gli fu conferito il premio Goethe , e fu dato il suo nome a una strada. In Germania il nazismo, ormai al potere, non poteva ammettereuna teoria ritenuta rivoluzionaria e per di più inventata da un ebreo. Nel 1933 la psicoanalisi fu messa al bando in Germania ed i libri di Freud datialle fiamme. Quando la Gestapo, dopo una perquisizione in casa, fermò la figlia Anna e la portò via, Freud comprese che non era più possibilerimanere. Il giorno stesso del rilascio di Anna accettò di emigrare. Il 4 giugno 1938 Freud lasciava Vienna con la moglie e la figlia e non vi fece piùritorno. Dopo una breve sosta a Parigi giunse a Londra dove lo attendeva un’accoglienza calorosa e piena di rispetto. Personalità si recarono afargli visita, Salvador Dalì gli fece uno schizzo. Il 26 settembre 1939 Freud moriva a Londra.L’uomo delineato da Freud è consapevole dei conflitti che lacerano la società in cui vive, diffidente delle apparenze e contemporaneamenteattratto da ogni possibilità di equilibrio per la società e per se stesso, ma tanto fiducioso nel potere della conoscenza, da ammettere ladeterminazione inconscia di gran parte delle sue azioni, riuscendo in tal modo ad inglobare nella sua capacità di ragionamento anche l’irrazionale .Freud ridà dignità alla non conoscenza, che si risolve in ultima analisi in una forma di conoscenza.

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“Nel corso dei tempi l’umanità ha dovuto sopportare due grandi mortificazioni…La prima, quando apprese che la Terra non è al centro dell’Universo (Copernico),

la seconda quando la ricerca biologica gli dimostrò la sua provenienza dal regno animale (Darwin).

Ma la terza e più scottante mortificazione, la megalomania dell’uomo è destinata a

subirla da parte dell’odiernaindagine psicologica,

la quale ha l’intenzione di mostrare all’io che non solo non è padrone in casa propria,

ma deve fare assegnamento su scarse notizie riguardo a quello che avviene

inconsciamente nella sua psiche”

(Introduzione alla psicoanalisi, Lezione 18)

Lucilla Stefani

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“…In ogni caso, è istruttivo imparare a conoscere il terreno sconvolto sul quale fieramente si ergono le nostre virtù. La complessità del

carattere di un uomo, sospinto dinamicamente in tutte le direzioni, giunge assai di rado ad un approdo per mezzo di una semplice

alternativa, come vorrebbe la nostra antiquata dottrina morale”

(L’interpretazione dei sogni)

Lucilla Stefani

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“ Possiamo dire all’infinito che l’intelletto umano è senza forza a

paragone della vita pulsionale e in ciò avere ragione.

Ma c’è qualcosa di particolare in questa debolezza:

la voce dell’intelletto è fioca, ma non trova pace finché non ottiene

ascolto, alla fine, dopo innumerevoli, ripetuti rifiuti, lo

trova.

Questo è uno dei pochi punti sui quali si può essere ottimisti per l’avvenire dell’umanità, ma di sé per sé non è di scarsa importanza. Ad esso possono venir ricondotte tutte le

nostre speranze”

(L’avvenire di un’ illusione) .

Lucilla Stefani

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Katia Verdiani

Saba e la psicanalisi

“La verità che giace al fondo”

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I principali motivi per cui la personalità

di Saba è “diversa”

Il senso di sradicamento del poeta

deriva da:

1. Origini ebraiche (padre di origine

ariana- madre ebrea)

2. Origini triestine: Trieste “città di

frontiera” in cui convivono diverse

culture

3. Dinamiche familiari: il padre

abbandonò la madre prima della

nascita di Umberto.

4. Rapporto tra l’educazione ricevuta

dalla balia Peppa Sabaz (periodo felice

e spensierato per il poeta) e

l’educazione rigida e severa ricevuta

dalla madre.

5. Latente omosessualità

(esperienza giovanile raccontata nel

romanzo incompiuto Ernesto)

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Intorno al 1928-1929 egli si

sottopose a una terapia

psicoanalitica con il noto

analista Edoardo Weiss,

allievo di Freud.

In un articolo del 1946,

intitolato Poesia, filosofia e

psicoanalisi Saba stesso

analizzò il rapporto che

intercorre, nella sua opera tra

poesia e psicoanalisi.

Page 35: Sei tu che scrivi la tua vita?...Freud tentò dunque di elaborare una metodologia in grado di portare alla luce tali processi inconsci, a tal fine si dedicò allo studio del sogno,

“Poesia e psicoanalisi sono fra di

loro quasi incompatibili. Una

persona che attraverso

un’esperienza psicanalitica

condotta fino in fondo e

completamente riuscita, avesse

superati in se stessa tutti i

propri complessi e, con quelli, la

propria infanzia, non scriverebbe

più poesie (…).

Perché questo?

Perché la poesia, come tutte le

arti, è impensabile senza che ci

sia, in chi la esercita, una forte,

un’eccessivamente forte carica di

narcisimo, carica che l’analisi

tende per quanto possibile, a

diminuire, deviandola dal

soggetto all’oggetto”

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Secondo Congedo

O mio cuore dal nascere in due scisso

quante pene durai per uno farne

quante rose a nascondere un abisso!

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Mia figlia

mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo;

ed io alla sua carezza m' addormento.

Divento

legno in mare caduto che sull' onda

galleggia. E dove alla vicina sponda

anelo, il flutto mi porta lontano.

Oh, come sento che lottare è vano!

Oh, come in petto per dolcezza il cuore

vien meno!

Al seno

approdo di colei che Berto ancora

mi chiama, al primo, all' amoroso seno,

ai verdi paradisi dell' infanzia

Tre poesie alla mia balia - I

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...Un grido

s'alza il bimbo sulle scale. E piange

anche la donna che va via. Si frange

per sempre un cuore in quel momento.

Adesso

sono passati quarant'anni.

Il bimbo

è un uomo adesso, quasi un vecchio, esperto

di molti beni e molti mali. È Umberto

Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca,

a conversare colla sua nutrice;

che anch'ella fu di lasciarlo infelice,

non volontaria lo lasciava. Il mondo

fu a lui sospetto d' allora, fu sempre

(o tale almeno gli parve) nemico.

Appeso al muro è un orologio antico

così che manda un suono quasi morto.

Lo regolava nel tempo felice

il dolce balio; è un caro a lui conforto

regolarlo in suo luogo. Anche gli piace

a sera accendere il lume, restare

da lei gli piace, fin ch'ella gli dice:"E' tardi. Torna da tua moglie, Berto".

Tre poesie alla mia balia - I

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Nella mia prima infanzia militare

Schioppi e tamburi erano i miei giocattoli;

come gli altri una fiaba, io la canzone

amavo udire dei coscritti.

Quando

Con sé mia madre poi mi volle, accanto

mi pose, a guardia, il timore. Vestito

non mi vide da soldato, in visita

da noi venendo, la mia balia. Assidui

moniti udivo da mia madre; i casi

della sua vita, dolorosi e mesti.

E fu il bambin dalle calze celesti,

dagli occhi pieni di un muto rimprovero,

buono a sua madre e affettuoso. Schioppi

più non ebbi e tamburi. Ma nel cuore

io li celai; ma nel profondo del cuore

furono un giorno i versi militari;

oggi sono altra cosa: il bel pensiero,

forse, onde resto in tanto strazio vivo.

Eroica

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Mio padre è stato per me "l'assassino"

Mio padre è stato per me "l'assassino";

fino ai vent'anni che l'ho conosciuto.

Allora ho visto ch'egli era un bambino,

e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto.

Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,

un sorriso, in miseria, dolce e astuto.

Andò sempre pel mondo pellegrino;

più d'una donna che l'ha amato e pasciuto.

Egli era gaio e leggero; mia madre

tutti sentiva della vita i pesi.

Di mano ei gli sfuggì come un pallone.

"Non somigliare - ammoniva - a tuo padre":

ed io più tardi in me stesso lo intesi:

Eran due razze in antica tenzone.

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Dico al mio cuore, intanto che t'aspetto

Dico al mio cuore, intanto che t'aspetto:

scordala, che sarà cosa gentile.

Ti vedo, e generoso in uno e vile,

a te m'affretto.

So che per quanto alla mia vita hai tolto,

e per te stessa dovrei odiarti.

Ma poi altro che un bacio non so darti

quando t'ascolto.

Quando t'ascolto parlarmi d'amore

sento che il male ti lasciava intatta;

sento che la tua voce amara è fatta

per il mio cuore.

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Appunti

Un tiro di cannone ed una fuga

di colombi nell'aria.

Mezzogiorno

annuncia ai cittadini il lieto sparo

che i volanti impaura.

Ad un vicino

tavolo un uomo con cura gelosa

regola al polso l'orologio; a leggere

riprende, grave, il suo giornale. Io l'odio;

l'odia in me il piccolo Berto. E ad un tempo

di non assomigliargli mi fa onta,

d'essere solo e diverso...

I colombi

si sono in pace rimessi; il becchime

cercano nella piazza al sol deserta.

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Amai

Amai trite parole che non uno

osava. M'incantò la rima fiore

amore,

la più antica difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,

quasi un sogno obliato, che il dolore

riscopre amica. Con paura il cuore

le si accosta, che più non l'abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona

carta lasciata al fine del mio gioco.

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Saba e la psicoanalisi, ovvero “La verità che giace al fondo”

SLIDE 1.Quando Umberto Saba nacque a Trieste nel 1883 questa città non apparteneva all’Italia, ma all’impero austro-ungarico. Solo alla fine della primaguerra mondiale nel 1918 Trieste cominciò a far parte dello stato italiano. Per questo motivo Saba ebbe con l’Italia un rapporto originale ecomplesso. Dal punto di vista culturale, per esempio, Trieste rimase estranea alle tendenze d’avanguardia italiane dell’epoca; per questo Saba,che guardò sempre all’Italia come alla sua patria culturale, ebbe come modelli di riferimento principali i grandi della tradizione poetica delpassato, primi tra tutti Petrarca (intitolò infatti la sua raccolta poetica Canzoniere) e Leopardi. Egli restò un “arretrato” rispetto alle modernetendenze italiane di quegli anni, pur aspirando a divenire una specie di poeta nazionale, accettato da tutti e capace di esprimere nelle proprieopere i valori di tutti. Nascere a Trieste, però, comportava, accanto a questa arretratezza anche alcuni vantaggi. Infatti, Trieste, cittàtradizionalmente e storicamente aperta al mondo di lingua e cultura tedesca fu tra le prime in Italia a conoscere l’influsso del pensiero diNietzsche e Freud, come documentano la vita e le opere del triestino Italo Svevo. Anche Umberto Saba sfruttò il pensiero di questi autori peraffrontare in modo originale e risoluto la problematica dell’uomo contemporaneo. In particolare egli si accostò alla psicoanalisi, indotto daidisturbi nervosi che lo affliggevano e che lo facevano sentire “diverso” rispetto agli altri. La psicoanalisi offrì al poeta una chiave didecifrazione della realtà che egli ritenne poi sempre superiore alle altre.Molti sono i motivi che portarono Saba a percepire questa “diversità”, tema ricorrente in molte delle poesie del suo Canzoniere.

Breve nota biograficaUmberto Saba nasce a Trieste il 9 Marzo 1883. Il cognome Saba è lo pseudonimo di Umberto Poli e viene assunto dal poeta nel 1911. L’unionetra i genitori del poeta dura pochissimo e quando il poeta viene alla luce, il padre ha già abbandonato la famiglia. I caratteri dei genitori sonodiversissimi, come la loro provenienza culturale. Il padre, Ugo Edoardo Poli è ariano, di carattere allegro e spensierato, la madre, Felicita RacheleCoen è ebrea, severa e triste.Tale situazione familiare segna profondamente la vita e la psiche di Saba, che è affidato ancora piccolissimo ad una balia slovena e moltocattolica, Gioseffa Gabrovich Schobar, detta Peppa Sabaz, che ha perduto prematuramente il proprio figlio e riversa sul piccolo Umberto tuttele attenzioni. Con lei e con suo marito il poeta vive felicemente e serenamente fino a tre anni di età, quando la madre lo riprende con sé. Daquesto momento la vita del piccolo Umberto (“ Berto”, come si chiamerà nel Canzoniere) cambia radicalmente: la madre gli impone infattiun’educazione rigida e repressiva.La mancanza del padre e la severità vittimistica della madre creano le basi, insieme alla separazione dalla balia, di una profonda scissioneinteriore e favoriscono un incontro omosessuale nell’adolescenza, che il poeta, ormai vecchio racconterà nel romanzo incompiuto Ernesto,pubblicato postumo.Saba compie studi irregolari, benché legga e studi molto e con passione da autodidatta. A vent’anni si manifesta apertamente la nevrosi chelo accompagnerà tutta la vita e che neppure la terapia psicanalitica intrapresa dal 1928-29 con il dottor Weiss, allievo di Freud e noncondotta a termine, riuscirà a guarire del tutto.

Katia Verdiani

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Nel 1909 sposa Carolina Woefler, la “ Lina” del Canzoniere e l’anno successivo nasce la figlia Linuccia. Nel 1912 acquista a Trieste una libreriaantiquaria che costituirà la sua principale occupazione e fonte di guadagno per molti anni.Nel 1921 esce la prima edizione del Canzoniere, che comprende tutta a produzione poetica di Saba e che verrà via via accresciuto con nuoveedizioni nel 1945, 1948 e 1957, fino alla definitiva, postuma, del 1961.L’incontro con la psicoanalisi costituisce per Saba la scoperta di uno strumento conoscitivo fondamentale, al quale egli attribuisce fin dal primomomento un’importanza decisiva.Le persecuzioni razziali del fascismo e del nazismo lo costringono a peregrinazioni e fughe continue, soprattutto dopo il 1938, durante le quali sinasconde anche a Genova da Montale. A Firenze Saba attende nascosto la Liberazione.Dopo la guerra, a momenti di serenità e di fiducia, dovuti anche ai consensi della critica, si alternano frequenti crisi depressive, così che Saba,

specie dal 1950 in poi è costretto a frequenti ricoveri in cliniche. Nel 1956 muore la moglie e, dopo pochi mesi, il 25 Agosto 1957, muore ancheil poeta in una clinica a Gorizia.

SLIDE N. 2I principali motivi per cui la personalità di Saba è “diversa”.Il senso di sradicamento del poeta deriva da:1. Origine ebraiche (padre di origine ariana- madre ebrea)2. Origini triestine: Trieste “città di frontiera” in cui convivono diverse culture3. Dinamiche familiari: il padre abbandonò la madre prima della nascita di Umberto.4. Rapporto tra l’educazione ricevuta dalla balia Peppa Sabaz (periodo felice e spensierato per il poeta) e l’educazione rigida e severaricevuta dalla madre.5. Latente omosessualità (esperienza giovanile raccontata nel romanzo incompiuto Ernesto)

SLIDE N. 3Intorno al 1928-1929 egli si sottopose a una terapia psicoanalitica con il noto analista Edoardo Weiss, allievo di Freud. Tale esperienza incise sudi lui in modo determinante.In un articolo del 1946, intitolato Poesia, filosofia e psicoanalisi Saba stesso analizzò il rapporto che intercorre, nella sua opera tra poesia epsicoanalisi.

SLIDE N. 4“Poesia e psicoanalisi sono fra di loro quasi incompatibili. Una persona che attraverso un’esperienza psicanalitica condotta fino in fondo ecompletamente riuscita, avesse superati in se stessa tutti i propri complessi e, con quelli, la propria infanzia, non scriverebbe più poesie (…).Perché questo?Perché la poesia, come tutte le arti, è impensabile senza che ci sia, in chi la esercita, una forte, un’eccessivamente forte carica di narcisisismo,carica che l’analisi tende per quanto possibile, a diminuire, deviandola dal soggetto all’oggetto”Due anni più tardi, nel 1948, Saba ritornò sul tema in Storia e cronistoria del Canzoniere. L’occasione venne dal commento alla raccolta di poesieIl piccolo Berto,basate su ricordi d’infanzia del poeta, filtrati attraverso le sedute psicoanalitiche con Weiss.

Katia Verdiani

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Saba sottolineò in questa occasione come la terapia con Weiss fosse risultata totalmente infruttuosa (paragone con Zeno Cosini); per fortuna,perché, altrimenti, il maturo Umberto si sarebbe sbarazzato del “piccolo Berto”, cioè della sua parte infantile, disseccando in tal modo lesorgenti più intime della propria poesia (paragone con Pascoli).Riassumendo, per Saba la psicoanalisi fu una premessa, un incentivo poetico, una chiave per interpretare il mondo.Di certo l’incontro con la psicoanalisi lo confermò nel fare della propria poesia una forma di confessione, capace di liberare i lati oscuridell’anima, dando loro una forma razionale.Più che una scoperta rivoluzionaria per Saba la psicoanalisi è stata una conferma di ricerche umane e poetiche già da tempo intraprese.La poesia acquista nel suo pensiero una precisa funzione psicologica e sociale: aiutare l’uomo a ritrovare la propria identità e la propriaintegrità, ridandogli anche la possibilità di partecipare armoniosamente alla vita sociale. Il “programma” poetico di Saba si presenta comel’esatta antitesi di quello di D’Annunzio, che in quegli anni toccava il massimo della sua fortuna e fama. Davanti alla crisi della funzione delpoeta, D’Annunzio riaffermava la figura del poeta-vate, dispensatore di verità morali e superiore all’uomo comune; Saba, invece, ritiene cheil poeta abbia il dovere di essere “onesto” e che possa esserlo solo cominciando da se stesso, cioè cercando nel fondo del proprio io le veritàpiù nascoste e intime.A questo punto l’apporto psicanalitico è decisivo: tale verità e funzione unificante è infatti riconosciuta nella pulsione dell’eros, nel freudianoprincipio del piacere. La poesia deve appunto esprimere questa segreta pulsione unificante, anzi deve coincidere con essa.Al poeta non spetta di inventare “miti”, come faceva D’Annunzio, ma di registrare fedelmente la verità nascosta e profonda di tutti gli esseri“La verità che giace al fondo”.Mentre D’Annunzio voleva distinguersi dagli altri uomini in senso superomistico, Saba vuole sentirsi “fra gli uomini / un uomo” aspirando avivere “la vita / di tutti” a “essere come tutti / gli uomini di tutti / i giorni”.Vediamo adesso alcuni esempi analizzando alcuni tra i testi più significativi per chiarire il rapporto all’interno del Canzoniere di Saba trapoesia e psicanalisi.La poesia non basta a riscattare le frustrazioni della vita di tutti i giorni, ma può “nascondere” l’abisso con le “rose”.

SLIDE N. 5Secondo congedoO mio cuore dal nascere in due scissoquante pene durai per uno farnequante rose a nascondere un abisso!

Questa immagine appare nella brevissima lirica intitolata Secondo Congedo in cui il poeta si rivolge al proprio cuore che, fin dal momento dellanascita, si presenta come diviso in due. Questa divisione è da ricercare nella infelice situazione familiare del poeta, oltre che nella diversa originerazziale dei genitori. L’incompatibilità tra le due parti della psiche del poeta è così totale che egli parla di abisso. I tentativi di superare talescissione sono denunciati some semplici coperture di essa per mezzo di rose, che, metaforicamente rappresentano cose dall’aspettogradevole, cioè, usando la terminologia psicanalitica, sublimazioni. Le stesse poesie, che pure nascono in parte dalla nevrosi, cercano dinasconderla con le loro qualità estetiche: trasformandola in bellezza, la rendono gradevole e la occultano.

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SLIDE N. 6Tre poesie alla mia balia – IMia figliami tiene il braccio intorno al collo, ignudo;ed io alla sua carezza m' addormento.

Diventolegno in mare caduto che sull' ondagalleggia. E dove alla vicina spondaanelo, il flutto mi porta lontano.Oh, come sento che lottare è vano!Oh, come in petto per dolcezza il cuorevien meno!

Al senoapprodo di colei che Berto ancorami chiama, al primo, all' amoroso seno,ai verdi paradisi dell' infanzia

SLIDE N. 7Tre poesie alla mia balia – III...Un gridos'alza il bimbo sulle scale. E piangeanche la donna che va via. Si frangeper sempre un cuore in quel momento.Adessosono passati quarant'anni.

Il bimboè un uomo adesso, quasi un vecchio, espertodi molti beni e molti mali. È UmbertoSaba quel bimbo. E va, di pace in cerca,a conversare colla sua nutrice;che anch'ella fu di lasciarlo infelice,non volontaria lo lasciava. Il mondofu a lui sospetto d' allora, fu sempre(o tale almeno gli parve) nemico.

Appeso al muro è un orologio anticocosì che manda un suono quasi morto.Lo regolava nel tempo feliceil dolce balio; è un caro a lui confortoregolarlo in suo luogo. Anche gli piacea sera accendere il lume, restareda lei gli piace, fin ch'ella gli dice:"E' tardi. Torna da tua moglie, Berto".

Katia Verdiani

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Nella prima delle tre poesie in un momento di abbandono reso possibile dall’abbraccio e dalle carezze protettive della figlia, Saba siaddormenta in uno stato d’animo regressivo, quasi come se tornasse bambino. Questo abbandono si esprime attraverso immagini di dolcepassività e di piccolezza (il pezzo di legno sballottato dalle onde), nell’abbraccio vasto del mare. Il sogno, preparato dall’abbraccio protettivodella figlia, riguarda proprio la balia al cui “primo e amoroso seno” egli approda come dopo aver navigato. La seconda poesia, che io non riporto,si riferisce al bisogno che il poeta avverte di recarsi a trovare la balia dopo che il sogno l’ha ricondotta alla sua memoria. Nella terza, infine,l’indagine della memoria conduce al momento decisivo della separazione: il “bimbo” è Saba bambino, la “donna che va via” è la balia. Danotare è l’efficacia drammatica con la quale, attraverso pochissime parole, è rappresentata la scena: sulle scale, mentre la balia (fino ad allora,per Saba, una madre a tutti gli effetti) è costretta ad abbandonare il piccolo Umberto. Adesso, dopo quarant’anni, quel bimbo è cresciuto, ormaiè quasi un vecchio, ma va a parlare con la sua nutrice in cerca di pace, poiché proprio questa separazione ha causato la sua diffidenza neiconfronti del mondo. Il raggiungimento di quella pace che Saba va a cercare dalla balia si ha negli ultimi versi, espressa da una serie di gesti:regolare l’orologio, accendere il lume. La poesia si conclude con un altro distacco dalla balia, per tornare dalla moglie; questa volta, però, unanuova consapevolezza, una maggiore capacità di scelta conferiscono alla separazione un significato assai diverso. In questi testi Sabariproduce i meccanismi specifici dell’inconscio.In particolare, nel primo testo si passa, secondo i meccanismi della libera associazione e del sogno attraverso varie immaginiapparentemente slegate, ma coerenti per ragioni profonde.Lo stesso può dirsi per l’accensione del lume. La frase con la quale si conclude la poesia (e la serie delle Tre poesie alla mia balia) ha poi unvalore ancora più rilevante: la separazione violenta dalla balia, imposta dalla madre, è vissuta ora in modo equilibrato e consapevole. L’altradonna è ora, anziché la madre, la moglie, ma questa somiglia piuttosto alla balia che alla madre, dal momento che è la balia stessa asuggerire al poeta di andare da lei.

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SLIDE N. 8EroicaNella mia prima infanzia militareSchioppi e tamburi erano i miei giocattoli;come gli altri una fiaba, io la canzoneamavo udire dei coscritti.QuandoCon sé mia madre poi mi volle, accantomi pose, a guardia, il timore. Vestitonon mi vide da soldato, in visitada noi venendo, la mia balia. Assiduimoniti udivo da mia madre; i casidella sua vita, dolorosi e mesti.

E fu il bambin dalle calze celesti,dagli occhi pieni di un muto rimprovero,buono a sua madre e affettuoso. Schioppipiù non ebbi e tamburi. Ma nel cuoreio li celai; ma nel profondo del cuorefurono un giorno i versi militari;oggi sono altra cosa: il bel pensiero,forse, onde resto in tanto strazio vivo.

All’interno della poesia sono descritti i giochi di guerra con i quali il piccolo Umberto aveva potuto divertirsi finché aveva abitato con la balia edei quali invece era stato successivamente privato dalla madre. Quest’ultima, infatti, tendeva a reprimere, nel piccolo Saba, con la propriaseverità, i caratteri della mascolinità a lei sgraditi per l’infelice esperienza matrimoniale; e questa repressione trovava modo di applicarsi conparticolare valore simbolico ai giochi di guerra. Alla severità materna, Berto non reagisce in modo aggressivo, ma, al contrario, nascondedentro di sé, la propria privazione: è “buono” e “affettuoso” con la madre, anche se, interiormente le rimprovera di impedirgli i suoi giochi e,al di là di questo, di averlo sottratto alla vita felice con la balia. La pulsione profonda che i giochi di guerra rappresentano può soloconservarsi chiusa nel cuore, per riemergere al di là dell’infanzia quando Saba avrà, sotto le armi, l’impressione di essersi liberato dallarepressiva figura materna e quando, con chiaro legame simbolico, maneggerà veramente fucili e divise da soldato; o più in generale potràriemergere come coscienza di quel freudiano principio di piacere che consente di superare le frustrazioni della vita.La particolare situazione incui è venuto a trovarsi, mette il piccolo Saba davanti a una scelta pericolosa: o obbedire alla madre, comportandosi in modo affettuoso edessendo buono e dunque rinunciando ai giochi preferiti e a ciò che essi rappresentano simbolicamente (l’aggressività, la mascolinità, gli impulsilibidici, il principio di piacere), oppure ribellarsi alla madre per difendere i propri impulsi, e così subire il peso dei rimproveri materni e deiconseguenti sensi di colpa. Entrambe le soluzioni risultano inaccettabili per l’inconscio, in quanto costano un prezzo troppo alto. Ne derivadunque una soluzione impossibile razionalmente, ma possibile per l’inconscio e per le sue leggi: obbedire a entrambe le istanze, trasformandol’aut aut in un et et, e realizzando dunque una “formazione di compromesso”. Berto così non gioca più con schioppi e tamburi, e obbedisce allamadre, essendo d’altra parte buono e affettuoso con lei; tuttavia, contemporaneamente difende i giochi preferiti (e il loro significato simbolico)dentro di sé, esprimendo questa tacita e innocua ribellione alla madre nel “muto rimprovero” dei propri occhi.

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SLIDE N. 9Mio padre è stato per me "l'assassino"Mio padre è stato per me "l'assassino";fino ai vent'anni che l'ho conosciuto.Allora ho visto ch'egli era un bambino,e che il dono ch'io ho da lui l'ho avuto.

Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,un sorriso, in miseria, dolce e astuto.Andò sempre pel mondo pellegrino;più d'una donna che l'ha amato e pasciuto.

Egli era gaio e leggero; mia madretutti sentiva della vita i pesi.Di mano ei gli sfuggì come un pallone.

"Non somigliare - ammoniva - a tuo padre":ed io più tardi in me stesso lo intesi:Eran due razze in antica tenzone.

La madre del poeta fu abbandonata dal marito, Ugo Edoardo Poli, prima che il figlio nascesse e la donna descrisse sempre al poeta il propriopadre in termini durissimi, definendolo spesso "assassino", dato che non solo aveva distrutto la famiglia ma anche le speranze della suagiovinezza. Saba era dunque cresciuto portandosi dietro quell'immagine negativa del genitore, fino a quando, all'età di vent'anni, lo conobbee lo scoprì straordinariamente simile a se stesso, non soltanto nei tratti fisici, ma anche nella volubilità dell'animo, da cui aveva ereditato il"dono" della poesia. La struttura della poesia, semplice come gran parte della produzione di Saba, segue un procedimento simmetrico: allafigura paterna sono dedicate le due quartine, mentre nelle terzine è l'immagine materna a dominare. Ne emerge infine una contrapposizione fradue mentalità assai differenti. Il recupero dell'immagine paterna, però, non scalfisce la figura della madre: il poeta mostra infatti un senso dicompassionevole amorevolezza verso questa donna oppressa dai "pesi" della vita ed incapace, per carattere e cultura, di comprendere la naturainquieta del compagno. "Anche l'ammonizione a non assomigliare al padre, pur nella sua severità, è dettata dall'amore, tanto che Saba,comprendendone la sostanza, conclude il sonetto senza formulare accuse: è stata la diversità dei temperamenti a determinare l'inevitabiledistacco.

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SLIDE N. 10Dico al mio cuore intanto che t’aspettoDico al mio cuore, intanto che t'aspetto:scordala, che sarà cosa gentile.Ti vedo, e generoso in uno e vile,a te m'affretto.

So che per quanto alla mia vita hai tolto,e per te stessa dovrei odiarti.Ma poi altro che un bacio non so dartiquando t'ascolto.

Quando t'ascolto parlarmi d'amoresento che il male ti lasciava intatta;sento che la tua voce amara è fattaper il mio cuore.

Oltre che nelle poesie in cui Saba parla del rapporto con i genitori e del felice periodo infantile trascorso con la balia in opposizione alla rigidaeducazione materna, un altro rapporto conflittuale che emerge all’interno del Canzoniere è quello con il sesso femminile in generale e con lamoglie “Lina” in particolare. Dopo la nascita della figlia “Linuccia” Saba e sua moglie attraversarono un periodo difficile: Lina mal tollerava che ilpoeta dedicasse ogni sua energia al lavoro, e si sentiva trascurata. Dopo un periodo di separazione, durante il quale ebbe anche un rapporto conun altro uomo si riconciliarono e tornarono a vivere insieme. In questa lirica il poeta aspetta Lina a un appuntamento e pensa che sarebbemeglio per lui dimenticarla e che dovrebbe odiarla per il male che gli ha fatto; ma poi le va incontro, le mostra comprensione e la bacia. Leragioni di questo atteggiamento contraddittorio stanno nel modo nevrotico in cui Saba reagisce alla sofferenza femminile in cui egli rivedequella della madre, sentendosene colpevole. Anche Lina ha sofferto e si lamenta, così che il poeta non può far altro che consolarla con ilproprio amore, come se la crisi del rapporto fosse dovuta comunque a una propria mancanza. Egli è perciò generoso con lei perché perdona ecomprende, ma è anche vile perché, pur essendo dalla parte della ragione si comporta come se avesse torto e fosse lui il colpevole.

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SLIDE N. 11 AppuntiUn tiro di cannone ed una fugadi colombi nell'aria.Mezzogiornoannuncia ai cittadini il lieto sparoche i volanti impaura.Ad un vicinotavolo un uomo con cura gelosaregola al polso l'orologio; a leggereriprende, grave, il suo giornale. Io l'odio;l'odia in me il piccolo Berto. E ad un tempodi non assomigliargli mi fa onta,d'essere solo e diverso...I colombisi sono in pace rimessi; il becchimecercano nella piazza al sol deserta.

Il poeta è seduto al tavolo di un bar in una piazza assolata e, al colpo di cannone che annuncia il mezzogiorno i colombi si alzano in volo spaventati, mentre un uomo, seduto ad un tavolo vicino regola l’orologio, per poi riprendere a leggere il giornale. Queste azioni provocano l’odio e l’invidia del poeta, derivanti dal senso di esclusione tipico in Saba, che i gesti sicuri e banali del vicino servono a ricordargli. Inoltre, il gesto di regolare l’orologio ricorda al poeta un’azione compiuta abitualmente dal marito della sua balia quando era piccolo (cfr. Tre poesie alla mia balia III, vv. 16-20). Il piccolo Berto, il bambino che il poeta è stato e che in qualche modo ancora vive dentro di lui odia la sicurezza di quell’uomo, al tempo stesso odia il ricordo evocato dal gesto che lui compie, perché gli provoca un dolore, ma vorrebbe anche essere come lui, per non sentirsi solo e diverso.

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SLIDE N. 12AmaiAmai trite parole che non unoosava. M'incantò la rima fioreamore,la più antica difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,quasi un sogno obliato, che il doloreriscopre amica. Con paura il cuorele si accosta, che più non l'abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buonacarta lasciata al fine del mio gioco.

La poesia ruota intorno ai due campi semantici “amore” e “verità”. Il componimento poetico è una sorta di “testamento spirituale”, in cui ilpoeta parla del suo amore per la poesia semplice e diretta, di facile significato e interpretazione. In questa lirica si riscopre anche la rima piùsemplice e abusata, fiore-amore, che diventa però una rima significativa e difficile. La seconda strofa è incentrata sulla “verità” considerata daUmberto Saba l’elemento più importante che spesso viene però celato da un velo di finzione. Questa è difficile e dolorosa da raggiungere maquando la si scopre difficilmente la si abbandona. L’ultima strofa riguarda il rapporto tra il poeta e il lettore, con cui la vera poesia sa creare unrapporto di affetto prezioso e sincero.Il tema della verità che giace al fondo richiama l’aspetto autobiografico del Canzoniere, che si configura come una sorta di “romanzopsicoanalitico” che ripercorre le esperienze del poeta alla ricerca delle oscure ragioni del suo essere e della sua interiorità.

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Il principio del Nirvana di Freud e la tendenza a zero nei limiti

Laura Coronesi

Il principio del Nirvana è la tendenza allo zero, è la tendenza a preservare lo zero, nessuna tensione interna. È un principio di annientamento.Ciò che modifica il principio del Nirvana è Eros, cioè per Freud la libido, è l'essere vivente del corpo. C'è un contrasto dunque tra l'essere viventedel corpo che come tale introduce uno squilibrio nello zero, introduce un "più uno" rispetto allo zero.“Non si può mai, finchè si è vivi, essere zero.”Paradossalmente e, usando un termine freudiano, facendo un “transfert”, possiamo rivedere lo stesso concetto nell’analisi matematica ed inparticolare nella cosiddetta operazione del passaggio al limite.Con il principio del Nirvana l’individuo tende ad annullarsi, a ridursi a zero; ecco vediamo cosa succede ad una funzione se la sua variabile xdiventa sempre più piccola, tende cioè a zero. Fare questo significa calcolare il valore del limite per x che tende a 0 di una funzione.

Il concetto di limite è abbastanza semplice:se io considero un piccolo intervallo sull'asse delle x, ad esso corrisponderà un intervallo più omeno piccolo sull'asse delle y;se quando restringo l'intervallo sull'asse delle x mi si restringe anche l'intervallo corrispondentesull'asse delle y, allora ho un limite.In figura all'intervallo in viola AB corrisponde l'intervallo in viola A'B' ed all'intervallo più piccolo inblu CD corrisponde un intervallo più piccolo in blu C'D';allora posso avvicinarmi ad un punto quanto voglio: basta rendere sempre più piccolo l'intervallosulle x.Poiché l'intervallo posso renderlo piccolo quanto voglio, allora posso sostituirlo al concetto dipunto.

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Laura Coronesi

Limite nel caso di un numero diviso zero

Se noi dividiamo un numero per zero, otteniamo dei risultati assurdi ma ora il concetto di limite ci permette di dare un significato anche alla divisione per zero:Considero un numero (ad esempio 1) e lo divido per un altro numero (ad esempio 0,1) ottengo

1/(0,1)=1/(1/10)=1x10=10ora faccio diventare il divisore sempre più piccolo: 0,01 0,001 0,001 …1/(0,01)=1/(1/100)=1x100=1001/(0,001)=1/(1/1000)=1x1000=10001/(0,0001=1/(1/10000)=1x10000=10000… allora quando il divisore diminuisce, il valore della frazione aumenta oltre ogni limite quindi noi porremo che il limite di un numero diviso zero vale infinito.

limx0 1/x =∞

Esempio di limite per x che tende a 0

Nel caso della funzione

rappresentata qui a fianco, diciamo che, al tendere di x a 0, la f(x) tende a perchè constatiamo che, quando x tende a 0, la y corrispondente assume valori altissimi, sempre più alti,più alti di 1.000.000,più alti di 1.000.000.000.000.000.000,insomma: più alti di qualsiasi "tetto" prefissato.

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x y=1/x2

1 1

0,1 100

0,01 10000

0,001 1000000

0,0001 100000000

0,00001 10000000000

0,000001 1000000000000

0,0000001 100000000000000

Laura Coronesi