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C I OP A OMAGGIO Il Giornale del '700 Quotidiano fondato nel 1718 Edizione limitata Costo del giornale : ½ Tornese Direttore : Paolo Cutolo Sede: Liceo Tito Lucrezio Caro - Napoli Il giornale dell' Illuminismo e dell'epoca scientifica L'origine dell'illuminismo è da ricercare nella cultura filosofico-scientifica del XVII sec. in Inghilterra e nei Paesi Bassi, ma la sua diffusione europea si verificò nel XVIII sec., prevalentemente attraverso la mediazione della cultura francese, che potè contare su condizioni politico-sociali stimolanti, su personalità di rilievo eccezionale, come Voltaire, Diderot, d'Alembert, e su strumenti di diffusione di efficacia esemplare, come l'Enciclopedia. Nel giudizio degli illuministi il mondo interiore dell'umanità contemporanea offriva un impressionante panorama di assurdità, di superstizioni e pregiudizi, così come l'organizzazione politico- sociale rivelava stridenti incongruenze e intollerabili ingiustizie. Tuttavia questo atteggiamento critico si accompagnava a una profonda fede nella ragione quale onnipotente strumento di liberazione dall'errore. Perciò il filosofo dell'età dei lumi fu un intellettuale di nuovo tipo, profondamente consapevole della sua responsabilità sociale e dei suoi doveri verso l'umanità. Collocandosi storicamente fra le due rivoluzioni moderne che si è soliti qualificare come "borghesi", quella inglese del 1688 e quella francese del 1789, l'illuminismo voleva instaurare un regno della ragione dal quale fossero aboliti i privilegi nobiliari ed ecclesiastici e gli arbitri dell'assolutismo ed eliminate tutte le deformazioni ideologiche. Elevando a ideali la ragione, la libertà e l'uguaglianza, la borghesia operava una sorta di sublimazione dei concreti obiettivi della sua lotta per il predominio nella società; ma al di là della considerazione dei limiti trasformazioni di grande momento anche nella lingua e nello stile letterario. I due centri più vitali dell'illuminismo italiano furono Milano e Napoli. Nella prima città le riforme economiche e amministrative del governo austriaco e nella seconda la politica anticuriale e antifeudale della monarchia borbonica stimolarono positivamente la nuova cultura e al tempo stesso furono da questa orientate e condizionate. Fra i rappresentanti più notevoli della nuova filosofia vanno ricordati i fratelli Verri, Beccaria, Carli, padre Soave, Romagnosi per l'Italia settentrionale, e Galiani, Genovesi, Filangieri, Pagano, Russo per l'illuminismo napoletano. Per l'influenza che l'illuminismo ebbe in politica sui sovrani del XVIII sec. (da Federico II di Prussia a Maria Teresa d'Austria, da Caterina di Russia a Giuseppe II d'Austria) Alla fine degli anni Ottanta si è avuto un ritorno ai concetti fondamentali dell'illuminismo, che sono stati ripresi nel dibattito intellettuale per contrapporli a certe tendenze irrazionalistiche della cultura contemporanea, di tipo esoterico e teosofico. * IL '700 E L' ILLUMINISMO Stampato nelle Arti Grafiche Fiengo - Napoli IN REGALO CON QUESTA EDIZIONE IL CD DELLE MUSICHE DEL '700 NAPOLETANO Genovesi,Filangieri,Pagano e molti L'illuminismo si va diffondendo nel altri. Questo è ciò che avviene fino al mezzogiorno dell'Italia quando ormai 1799, anno in cui, in seguito ai moti vanno esaurendosi le due grandi della rivoluzione francese,Ferdinando correnti di pensiero che hanno di Borbone fa strage degli illuministi in dominato la cultura napoletana nei piazza del Mercato,fra i quali vi è anche primi del settecento,il cartesianesimo e Eleonora Pimmentel Fonseca. il rinato platonismo;ma è decisiva Nonostante ciò, a buon ragione si può anche l'incoronazione al trono di dire che Napoli sia stato uno,se non il Napoli di Ferdinando IV di più importante dei centri illuministici di Borbone.Infatti questo è un sovrano Italia. aperto alla cultura illuministica,che ama circondarsi dei più importanti letterati dell' epoca, come L' ILLUMINISMO NAPOLETANO lettura al femminile della storia di quel secolo,dice A Napoli nel settecento vi fu una vera e propria che a differenza di Roma,dove le donne erano ancora tenute lontane dal sapere a causa della esplosione di genio femminile. Come a Parigi,dove chiusura della chiesa,a Napoli si verificò una vera una delle più ricche espressioni e delle spinte più e propria scuola di genio femminile,in cui le donne grandi alla creatività del secolo riformatore fu si cimentarono nella conquista delle scienze e delle dovuta a quelle grandi dame colte e sensibili che discipline tradizionalmente maschili. Oltre alla fecero dei loro salotti il centro di aggregazione Pimentel Fonseca,politica,poetessa e martire del delle più elevate menti del tempo e di irradiazione '99,ricordiamo:la filosofa Eleonora Barbapiccola di sapere filosofico scientifico e letterario,anche a che aveva tradotto Cartesio e sottolineava Napoli i salotti delle signore aristocratiche erano l'urgenza e la legittimità del diritto delle donne ad fucine di idee e di cultura.La Macciocchi,nella sua applicarsi nello studio della filosofia.Faustina Pignatelli,principessa di Colubrano,astronoma,dot tissima in matematica e fisica,una delle poche italiane che figurasse iscritta per i meriti scientifici dei suoi lavori nei registri di scienze di Bologna.Scienziata e poetessa era Aurora Sanseverino,duchessa del Laurenzano. E….malgrado tanto ingegno, le donne non potevano accedere all' Università,nè insegnarvi o esercitare una professione.Se scrivevano dei libri dovevano naturalmente stamparli a proprie spese. L' ILLUMINISMO FEMMINILE A NAPOLI

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MAGGIO

Il Giornale del '700Quotidiano fondato nel 1718

Edizione limitata Costo del giornale : ½ Tornese

Direttore : Paolo Cutolo Sede: Liceo Tito Lucrezio Caro - NapoliIl giornale dell' Illuminismo e dell'epoca scientifica

L'origine dell'illuminismo è da ricercare nella

cultura filosofico-scientifica del XVII sec. in Inghilterra e nei Paesi Bassi, ma la sua diffusione europea si verificò nel XVIII sec., prevalentemente attraverso la mediazione della cultura francese, che potè contare su condizioni politico-sociali stimolanti, su personalità di rilievo eccezionale, come Voltaire, Diderot, d'Alembert, e su strumenti di diffusione di efficacia esemplare, come l'Enciclopedia. Nel giudizio degli illuministi il mondo interiore de l l ' uman i t à con temporanea o ff r i va un impressionante panorama di assurdità, di superstizioni e pregiudizi, così come l'organizzazione politico- sociale rivelava stridenti incongruenze e intol lerabi l i ingiust iz ie . Tut tavia questo atteggiamento critico si accompagnava a una profonda fede nella ragione quale onnipotente strumento di liberazione dall'errore. Perciò il filosofo dell'età dei lumi fu un intellettuale di nuovo tipo, profondamente consapevole della sua responsabilità sociale e dei suoi doveri verso l'umanità. Collocandosi storicamente fra le due rivoluzioni moderne che si è soliti qualificare come "borghesi", quella inglese del 1688 e quella francese del 1789, l'illuminismo voleva instaurare un regno della ragione dal quale fossero aboliti i privilegi nobiliari ed ecclesiastici e gli arbitri dell'assolutismo ed eliminate tutte le deformazioni ideologiche.

Elevando a ideali la ragione, la libertà e l'uguaglianza, la borghesia operava una sorta di sublimazione dei concreti obiettivi della sua lotta per il predominio nella società; ma al di là della considerazione dei limiti trasformazioni di grande momento anche nella lingua e nello stile letterario. I due centri più vitali dell'illuminismo italiano furono Milano e Napoli. Nella prima città le riforme economiche e amministrative del governo austriaco e nella seconda la politica anticuriale e antifeudale della monarchia borbonica stimolarono positivamente la nuova cultura e al tempo stesso furono da questa orientate e condizionate. Fra i rappresentanti più notevoli della nuova filosofia vanno ricordati i fratelli Verri, Beccaria, Carli, padre Soave, Romagnosi per l'Italia settentrionale, e Galiani, Genovesi, Filangieri, Pagano, Russo per l'illuminismo napoletano.Per l'influenza che l'illuminismo ebbe in politica sui sovrani del XVIII sec. (da Federico II di Prussia a Maria Teresa d'Austria, da Caterina di Russia a Giuseppe II d'Austria) Alla fine degli anni Ottanta si è avuto un ritorno ai concetti fondamentali dell'illuminismo, che sono stati ripresi nel dibattito intellettuale per contrapporli a certe tendenze irrazionalistiche della cultura contemporanea, di tipo esoterico e teosofico.

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IL '700 E L' ILLUMINISMO

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IN REGALO CON QUESTA EDIZIONE IL CD DELLE MUSICHE DEL '700 NAPOLETANO

Genovesi,Filangieri,Pagano e molti L'illuminismo si va diffondendo nel altri. Questo è ciò che avviene fino al

mezzogiorno dell'Italia quando ormai 1799, anno in cui, in seguito ai moti vanno esaurendosi le due grandi della rivoluzione francese,Ferdinando correnti di pensiero che hanno di Borbone fa strage degli illuministi in dominato la cultura napoletana nei piazza del Mercato,fra i quali vi è anche primi del settecento,il cartesianesimo e Eleonora Pimmentel Fonseca. il rinato platonismo;ma è decisiva Nonostante ciò, a buon ragione si può anche l'incoronazione al trono di dire che Napoli sia stato uno,se non il Napoli di Ferdinando IV di più importante dei centri illuministici di Borbone.Infatti questo è un sovrano Italia.aperto alla cultura illuministica,che ama circondarsi dei più importanti letterati dell' epoca, come

L' ILLUMINISMO NAPOLETANO

lettura al femminile della storia di quel secolo,dice A Napoli nel settecento vi fu una vera e propria che a differenza di Roma,dove le donne erano ancora tenute lontane dal sapere a causa della esplosione di genio femminile. Come a Parigi,dove chiusura della chiesa,a Napoli si verificò una vera una delle più ricche espressioni e delle spinte più e propria scuola di genio femminile,in cui le donne grandi alla creatività del secolo riformatore fu si cimentarono nella conquista delle scienze e delle dovuta a quelle grandi dame colte e sensibili che discipline tradizionalmente maschili. Oltre alla fecero dei loro salotti il centro di aggregazione Pimentel Fonseca,politica,poetessa e martire del delle più elevate menti del tempo e di irradiazione '99,ricordiamo:la filosofa Eleonora Barbapiccola di sapere filosofico scientifico e letterario,anche a che aveva tradotto Cartesio e sottolineava Napoli i salotti delle signore aristocratiche erano l'urgenza e la legittimità del diritto delle donne ad fucine di idee e di cultura.La Macciocchi,nella sua

applicarsi nello studio della filosofia.Faustina

Pignatelli,principessa di Colubrano,astronoma,dottissima in matematica e fisica,una delle poche italiane che figurasse iscritta per i meriti scientifici dei suoi lavori nei registri di scienze di Bologna.Scienziata e poetessa era Aurora Sanseverino,duchessa del

L a u r e n z a n o . E … . m a l g r a d o t a n t o ingegno, le donne non potevano accedere all' Università,nè insegnarvi o e s e r c i t a r e u n a professione.Se scrivevano d e i l i b r i d o v e v a n o naturalmente stamparli a proprie spese.

L' ILLUMINISMO FEMMINILE A NAPOLI

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dati,frutto di un'accurata l a v o ro d i E l e o n o r a f u l' "Inno alla Libertà", che sarà documentazione.Secondo il inizialmente apprezzato dai p o i c a n t a t o d u r a n t e l a parere di molti, il rilievo che la monarchi, ma le parole da lei repubblica e che è andato figura della Pimentel ha avuto espresse nelle note:”Il regno perduto. Fuggiti i sovrani per da parte degli studiosi d' Italia e n o n è p a t r o n a t o ( … ) è l'imminente arrivo dei Francesi, della stessa storia di Napoli,non amministrazione e difesa dei fu liberata dai suoi amici i primi è proporzionato alla grandezza d i r i t t i p u b b l i c i d e l l a di gennaio del 1799.Da quel e allo spessore del personaggio nazione,conservazione e difesa momento, ammirata per essere

dei diritti privati di ciascun stata la sola patriota donna perchè, cosa non facile da cittadino” contenevano già incarcerata , cominciò a accettare,”ella superò di gran quella che sarebbe stata la sua partecipare alle riunioni del lunga tut t i gl i uomini”. adesione ai principi della Comitato centrale. Due giorni L'Eleonora politica aveva già r i v o l u z i o n e . I l s u o prima dell' arrivo dei Francesi fatto la sua prima precocissima allontanamento ideologico dai f u p r o c l a m a t a l a comparsa a 14 anni con il metodi sempre più assolutisti repubblica.Sorta la necessità di poemetto "Il trionfo della virtù", della corte andava ormai creare un giornale politico dedicato al marchese di prendendo piede e sempre più le q u a l e v o c e d e l l a Pombal,primo ministro del sue simpatie si rivolgevano alla Repubblica,Eleonora ne fondò Portogallo,di cui approvava il Francia rivoluzionaria.Dopo la u n o e s e m p l a r e e d i p r o g r a m m a a l t a m e n t e congiura e gli arresti del 1792- avanzatissima concezione:il riformatore. In seguito alla 94 e l'impicaggione di tre “Moni tore Napole tano”. vertenza tra il re e il papa per la giovinetti Galiani, De Deo e Arrestata con la fine della Chinea,che Ferdinando IV non Vitaliani,Eleonora,sospettata di Repubblica,fu giudicata e voleva più riconoscere, la aver rapporti con gli ambienti condannata a morte per Pimentel si impegnò nella dei patrioti, fu presto tenuta impiccag ione .Dopo aver traduzione dal latino della sotto controllo della polizia pronunciato in latino le parole d i s se r ta z ione d i N ico lò borbonica, e infine arrestata il 5 o r m a i d i v e n t a t e Carovita “Nullum jus Pontifici ottobre 1798, unica donna, famose:”Forsan et haec olim M a x i m i i n R e g n o insieme a tutti quelli che menimisse iuvabit” (“Forse un Neapolitano,contro i diritti v a n i v a n o c o n s i d e r a t i giorno gioverà ricordare tutto vantati dal Vaticano sul Regno “pericolosi” per le loro idee. questo”), il 20 agosto del '99 di Napoli nel 1707.L'ottimo Durante la sua prigionia scrisse salì sulla forca. In Piazza del

QUALCUNO CHE HA CONTATO QUALCOSA: ELEONORA PIMENTEL FONSECA

La bibliografia riguardante la marchesa Eleonora

Pimentel Fonseca è veramente notevole;già moltissimi suoi contemporanei avevano scritto su di lei esaltandone le doti di poetessa e di donna di alto ingegno.Croce ne ebbe grande ammirazione e le dedicò moltissime pagine e, in tempi più recenti Striano ne ha fatto la protagonista di un avvincente romanzo storico,”Il resto di niente”,ricco di riferimenti,nomi e

L' OPERA BUFFA E LA CANZONE NAPOLETANA NEL '700

Nel settecento i napoletani, per creare canzoni attingevano alla musica colta. Come reazione al melodramma serio si era andata affermando quella che verrà definita opera buffa: mentre il melodramma tradizionale si ispirava prevalentemente agli astratti eroi della mitologia e della storia della

'Grecia e di Roma, l opera buffa, strettamente collegata alla commedia dell' arte e al teatro delle maschere, puntò su borghesi e popolani realisticamente tratti dalla vita quotidiana anche se messi in caricatura. Si trattò, tutto sommato, di una vera e propria rivoluzione, dal momento che lo spettatore non veniva più trasportato in lontani paesi e in epoche remote; rimaneva in una piazza o in un vicolo di Napoli brulicanti di personaggi contemporanei.

Ebbene, i Napoletani non esitarono a saccheggiare le musiche dell' opera buffa, comprese quelle composte dai maestri quali Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa, Giambattista Pergolesi e Nicola Piccinni, per ricavarne canzoni: la celebre “Palombella zompa e vola”,ad esempio, è tratta dall' aria di Brunetta della “Molinarella” di Nicola Piccinni. Anzi la “Molinarella ossia il cavaliere Ergasto”, rappresentata nel 1766 al Teatro Nuovo sopra Toledo su libretto di autore rimasto ignoto, è sopravvissuta al logorio degli anni non altro che per la cadenza dell' aria di Brunetta, che i Napoletani hanno fatta loro. Effettivamente, quella deliziosa melodia, alla quale il tono di sol minore conferisce malinconia e dolcezza, ha ogni requisito per sorridere alla musa popolare. A loro volta gli autori dell' opera buffa inserirono spessissimo,nelle loro composizioni, canti popolari in voga; un espediente, questo, per ottenere facili ovazioni.Ci sono non meno di settantacinque canti popolari inseriti in opere buffe. Leonardo Vinci, ad esempio, accolse il canto popolare “Chiane la nenna” nella sua opera “Lo canto Fauzo”, rappresentata nel 1719 su libretto di Aniello Piscopo. Non si sottrasse a quest 'usanza Giovanni Paisiello il quale infatti accolse in “Le trame per amore”, composta nel 1783 su libretto di Francesco Cerlone, un notissimo canto popolare. Sul finire del settecento, fiorì a Napoli , da autori ignoti, “Lo guarracino”, forse la più antica tarantella, che peraltro ha il vanto di aver interessato molti importanti letterati dediti a variamente interpetrarla, nonchè naturalisti e scienziati. Agili, eleganti ed esilaranti sono i suoi versi mentre la musica, che pure si annuncia bene, essendo da ripetere infinite volte, quanto il numero delle ottave, finisce, malgrado sia divertentissima, per esaurire chi canta e tramortire chi ascolta. Fu così che una danza popolare come la tarantella riuscì a entrare nei salotti degli aristocratici.

UN CHICCO MAGICO - IL CAFFE’ DI PIETRO VERRI - 1764 - 1766

trasformazioni che i pensatori cattolici e in Tra il 1680 e il 1715 le mode,le scienze, le genere i conservatori criticavano. Era il “secolo del lusso”. La moda francese si arti, i gusti del nord-ovest europeo diffondeva rapidamente in tutta Europa, cominciarono a prevalere su quelli del centro-compresa l' Italia e il Regno di Napoli. Napoli sud, e molte attività commerciali, e con loro la divenne luogo di confronto delle grandi ricchezza, si spostarono dal Mediterraneo al cucine europee dopo il 1768, data del mare del Nord.L' Italia cominciò ad essere matrimonio di Ferdinando IV di Borbone con emarginata dalle grandi direttrici dei traffici. Maria Carolina d' Austria. La nuova regina Insieme alla sua funzione politica decadde impose a corte il gusto francese, imitata gradualmente la sua mensa rinascimentale e dall'aristocrazia e dalla grande borghesia la tavola romano-toscana in favore della che, adattandosi, come sempre, alla moda di tavola francese. I vecchi piatti apparivano corte, assunsero al loro servizio i “monsieurs, troppo grevi per il piacere moderato dell' età come venivano chiamati i cuochi, in dell' Illuminismo. Marie-antonin Careme napoletano “monzù”. In pochi decenni fissava alla data del trattato di Utrecht (1713) presero nome francese alcuni cibi napoletani: il cambiamento del gusto. Una nuova scienza

dei sapori veniva elaborata in pochi decenni e ragù, gattò, crocchè. I cucinieri reali le sue regole fissate nella Francia della distribuivano le interiora al popolo e le donne Reggenza (1715-1723). La nuova tavola “alla che se la contendevano erano chiamate francese” aveva poco cibo nei piatti, molte "zandragl ie" . Comunque la tavola portate, molte salse. Il vasellame era ricco, napoletana mirava principalmente a leggero ed elegante. Era l' epoca dei cibi soddisfare il palato, ma anche a soddisfare la delicati e delle diete, un ' epoca di

LA CUCINA NAPOLETANA DEL '700

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Diversa è l'opera del Fuga a Napoli. grande portico. Napoli è una grande capitale Egli si occupa di datare la città di alcune fondamentali attrezzature, tra La facciata posteriore è più variata di europea: la sua cultura pittorica e gli cui l'Albergo dei Poveri: un edificio quella anteriore, in quanto è mossa dai scavi di Ercolano attirano studiosi di colossale con 354 metri di fronte, e i semipilastri che dividono le numerose antichità e artisti da ogni parte. La sua Granili: anticipazione dei moderni finestre. All'esterno il piano terreno a è un'architettura dialettale, ma nello ed i f i c i indus t r ia l i . I Grani l i bugnato fa da alto basamento stesso tempo raffinata e colta. contenevano i granai pubblici, un all'ordine colossale di semicolonne e Importante versione napoletana del arsenale, una fabbrica di cordami. Ma paraste ioniche dei piani superiori. rococò è l'opera di Domenico Antonio è nella facciata dei Gerolamini che si Vaccaro (1681 - 1750), il quale non può vedere come il Fuga sapesse Tre vestiboli ottagonali, allineati solo è architetto, ma anche pittore e modulare le sue strutture nell'aperta e sull'asse dell'edificio e della grande scultore. Nel chiostro di Santa Chiara luminosa spazialità naturale, senza cascata regolano i sistemi di usa come materiale architettonico la concedere nulla al pittoresco confuso Facciata della chiesa dei Gerolamini circolazione. Lo scalone d'onore porta maiol ica colorata e f igurata dell'ambiente napoletano. Ferdinando Fuga al vestibolo ottagonale del piano dell'artigianato locale.

nobile, sul quale si aprono gli Carlo VII di Borbone, nuovo re di appartamenti decorati a stucchi di Napoli e di Sicilia, concepisce l'idea di gusto già neoclassico, e alla cappella far costruire una grande reggia a reale, che ricorda quella di Versailles, Caserta. L'incarico viene affidato a ma è più armoniosa. Luigi Vanvitelli (Napoli, 1700 - Caserta, 1773). I l suo piano Il parco è il completamento del comprende, oltre al palazzo, il vasto palazzo. In esso si fondano elementi del parco, la città, l'acquedotto. Il giardino all'italiana con la natura Vanvitelli progetta un immenso edificio boscosa sul colle, dal quale discende rettangolare con quattro cortili: piazze l 'acqua che al imenta fontane Chiostro di Santa Chiara, veduta

Albergo dei Poveri divise da quattro bracci che si successive, animate da bei gruppi di Domenico Antonio VaccaroParticolare del rivestimento in maiolica Ferdinando Fuga incrociano formando al centro un statue.

IL Settecento: L'Architettura a Napoli e in Italia meridionale

Nell'ambiente napoletano, sulla via del facile decorativismo barocco, si pongono alcuni pittori: Francesco Solimena (Canale di Serino, Avellino, 1657 - Barra, Napoli, 1747), Francesco De Mura (Napoli, 1696 - ivi, 1782), Giacomo Del Po (Roma, 1652 - Napoli, 1726) e Corrado Giaquinto (Molfetta, Bari, 1703 - Napoli, 1765). Francesco Solimena ricorre, nelle sue opere, ad un'architettura con grandi arcate per dar spazio al fondo e con gradinate in primo piano per far precipitare la composizione sugli spettatori. Si serve di un'illuminazione forte, da riflettore, che rompe con squilli di colore. Le sue figure sono retoriche: la figurazione non comunica un contenuto ma solo il proprio movimento, in quanto Solimena non vuole suscitare nessun sentimento determinato, ma uno stato emotivo; non vuole far pensare, ma riempire gli occhi e trasmettere un dinamismo in atto. Francesco De Mura segue Solimena, ma il

suo repertorio si logora e si assottiglia. In De Mura la formula decorativa prevale su quella inventiva. Diversamente, Giacomo Del Po e Corrado Giaquinto cercano di rinnovare l 'emozione visiva. La struttura dell'immagine viene alleggerita con nuove gamme coloristiche, intonate sulle note fredde e squillanti.

IL Settecento: La Pittura a NapoliAccanto a questi artisti che proseguono la tradizione della pittura di soggetto storico o mitologico, opera, a Napoli, Gaspare Traversi (Napoli, 1732 c. - ivi, 1769), il quale riprende il tema delle "bambocciate". Famoso per il suo singolare realismo e l'ironia caricaturale delle sue tele di soggetto profano, in cui fissa scene di vita contemporanea con un gusto teatrale che fa pensare alla vivacit dei presepi napoletani di quel periodo. Fra le sue opere, la pi nota Il ferito: un giovane, confortato da una donna che gli sostiene il viso, si solleva la camicia, affinch un medico possa esaminare la ferita. In questo quadro l'attenzione concentrata sul fatto. Per ottenere questa concentrazione le figure, in primo piano, sono solo tre e viste da una posizione ravvicinata, mentre le altre, sul fondo privo di architettura, si notano appena e, fra esse, un uomo guarda con indifferenza da un lato.

Il Paradiso - Corrado Giaquinto

Massacro dei Giustiniani a ScioFrancesco Solimena

Sogno di Giacobbe - Francesco De Mura

Il ferito - Gaspare Traversi

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Dei delitti e delle pene , l' opuscolo pubblicato nel intervento concreto sulla realtà con il fine di 1764 da Cesare Beccaria è indubbiamente il testo più migliorare le condizioni materiali di vita degli uomini noto dell' intero illuminismo italiano ; ed è anche il : e qui emerge tutto il suo spirito illunministico , il più importante , se si considera la sua fortuna in quale a sua volta mutua la concezione utilitaristica da Europa e la sua influenza sui pensatori successivi . In Francesco Bacone e dal suo " sapere per potere " . Il esso convergono alcune delle idee sociali più tema di Dei delitti e delle pene , propostogli da Pietro significative della nuova cultura che andava Verri , ben si apprestava ad affrontare da un punto di affermandosi , espresse in uno stile raffinato e vista specifico e circoscritto la questione della limpido al tempo stesso , un modello di esposizione giustizia , e dunque della politica e della società , e per i nuovi filosofi . Interessante è il fatto che quando infine del rapporto tra società e benessere . Per venne pubblicata l' opera , l' autore aveva appena 25 questa ragione , attaccando apertamente il anni e che quel successo restò l' unico nella sua lunga comportamento dei vari stati intorno alla questione carriera di scrittore e filosofo : tutti gli altri suoi della giustizia , Beccaria metteva in discussione l' scritti sono pressapoco sconosciuti . Cesare Beccaria intero assetto del quale quel comportamento era nacque a Milano nel 1738 da una famiglia ricca e espressione , finendo con l' adombrare , nelle nobile e a vent' anni si laureò in Legge presso l' proposte di un rinnovamento giudiziario , una società Università di Pavia . Le nozze del 1761 con Teresa fondata su valori interamente alternativi . Blasco , di condizioni umili , portarono alla rottura DEI DELITTI E DELLE PENE con la famiglia e fu solo grazie all' intervento di Pietro Dei delitti e delle pene è diviso in 42 brevi capitoli , Verri , al quale intanto Beccaria si era avvicinato , che ognuno dei quali tratta un aspetto specifico della potè in seguito avvenire la riconciliazione . Il questione dibattuta . Lo scopo dell' opera nel suo carattere riservato e riluttante di Cesare Beccaria , insieme è di dimostrare l' assurdità e l' infondatezza tanto nelle vicende private quanto nelle pubbliche , del sistema giuridico vigente . Beccaria non esita a ebbe nei fratelli Verri , e soprattutto in Pietro , un farlo passare come un sistema puramente repressivo e fondamentale punto d' appoggio e di stimolo . Alle rappresentato nei suoi ingiustificati rituali di frequentazioni con Pietro , non a caso , è ispirata la violenza . Invece di essere al servizio della giustizia , il prima opera edita da Beccaria , il trattato Del sistema giudiziario si rivela finalizzato ad un disordine e de' rimedi delle monete nello stato di mostruoso meccanismo di potere e di soprusi , dietro Milano nel 1672 , uscito a Lucca nel 1762 appunto . il quale si profila l' ingiustizia che caratterizza l' Con questo scritto Beccaria prendeva una netta intera società che lo esprime . Non il benessere , ma la posizione in una delicatissima questione finanziaria , sofferenza della maggior parte dei cittadini è infine il entrando così in polemica con i conservatori . Nello risultato di una struttura così irrazionale . In stesso anno , poi , gli nacque la figlia Giulia , la futura particolare Beccaria tuona contro la pena di morte , madre di Alessandro Manzoni . Isolate e sporadiche vertice di inciviltà gestito dallo stato , e contro le furono le collaborazioni di Beccaria alla rinomata pratiche di tortura , inutili e anzi spesso fuorvianti rivista " Il Caffè " , ma tutte di altissimo valore teorico rispetto alla verità e comunque a loro volta barbare . . L' adesione alle idee degli illuministi francesi , da Gli argomenti addotti da Beccaria sono grosso modo Montesquieu a Diderot a Rousseau , e la gli stessi , davvero difficili da confutare , che ancora collaborazione intensa con Pietro Verri dovevano oggi vengono ripetuti contro la prosecuzione di pene dare i loro frutti e li diedero con la pubblicazione del capitali e di torture : la tortura è quell' orrenda capolavoro di Beccaria , Dei delitti e delle pene . Lo pratica con la quale si sottopone il presunto colpevole scritto venne dato alla stampa nel 1764 a Livorno , a parlare ; ma se il compito della giustizia è di punire presso lo stesso editore che pochi anni dopo avrebbe chi commette ingiustizia , la tortura fa l' esatto pubblicato la prima edizione italiana dell' opposto perchè colpisce tanto i criminali quanto gli Enciclopedia di Diderot e D'Alembert . Beccaria innocenti , cercando di costringerli con la forza ad preferì far comparire come anonimo l' opuscolo , ammettere atti da loro non compiuti ; e poi sotto temendo ripicche personali e ritorsioni e , infatti , tortura anche un innocente finirà per confessare reati parecchie furono le reazioni di condanna , soprattutto che non ha commesso pur di porre fine al supplizio . da parte della Chiesa cattolica , che nel 1766 inserì l' La tortura poi è ingiustificata perchè si applica ancor opera nell' Indice dei libri proibiti , senza però prima della condanna : Un uomo non può chiamarsi arrivare a bruciarla pubblicamente , come invece era reo prima della sentenza del giudice . E, stato fatto per l' Uomo macchina di La Mettrie . paradossalmente, con la tortura l'innocente è posto in Tuttavia Beccarie ottenne anche molti pareri peggiore condizione che il reo: infatti l'innocente se favorevoli : in Italia il libro fu strenuamente difeso dai viene assolto dopo la tortura ha subito ingiustizia, ma fratelli Verri sul " Caffè " e in Francia i philosophes il reo ci ha solo guadagnato, perchè è stato torturato più prestigiosi lo tradussero e salutarono come un ma , non avendo confessato, è risultato innocente e si vero e proprio capolavoro , Voltaire in primis . Questo è salvato dal carcere! Dunque l'innocente non può gli fruttò l' invito ad andare a Parigi , dove arrivò in che perdere e il colpevole può guadagnare, nel caso in compagnia di Alessandro Verri nell' ottobre del 1766 . cui venga assolto. Ancora più complessa è la Ma il suo carattere schivo e riservato gli rese questione della pena di morte , ossia della vendetta sgradevole l' accoglienza festosa dell' ambiente istituzionalizzata : Beccaria riconosce la validità parigino , mentre la nostalgia dell' amata Milano e della pena di morte in Stati particolarmente deboli in della famiglia lo inducevano ad un rapido rientro in cui i criminali fanno ciò che vogliono . Però nel 1700 , patria , interpretato un pò da tutti come una sorta di con il progressivo rafforzarsi degli Stati tramite l' fuga inspiegabile . Questo fece vacillare i suoi assolutismo illuminato , la pena di morte diventa rapporti con i fratelli Verri , che gli rinfacciarono l' assolutamente inutile : se lo Stato è forte , allora indolenza e il carattere provinciale : finiva così la punirà senz' altro il criminale , il quale , sapendo che fruttuosa collaborazione col gruppo degli illuministi agendo in quel modo verrà punito , non infrangerà la lombardi . Dal 1769 Beccaria occupò per due anni la legge : egli non la infrangerà anche in assenza della cattedra di Economia civile presso le Scuole Palatine pena di morte ; secondo Beccaria occorrono pene di Milano ( e , una volta morto , verranno pubblicati miti , ma che vengano sempre applicate : se la pena è gli Elementi di economia pubblica ) . Dal 1771 fini minima , ma il criminale sa che dovrà scontarla e non alla morte ( avvenuta il 28 novembre 1794 ) si dedicò potrà farla franca , allora non infrangerà la legge : la alla carriera amministrativa , dando il suo apporto pena di morte diventa quindi assurda e inutile proprio alla politica riformista della monarchia asburgica perchè lo Stato è forte , capace di punire i criminali . L' che regnava su Milano . Nel 1770 intanto aveva importante è che le pene vengano sempre apllicate , pubblicato le Ricerche intorno alla natura dello stile , altrimenti il cittadino corretto e rispettoso della legge in cui riprendeva le riflessioni comparse sulla rivista , vedendo che i trasgressori la fanno franca e non " Il Caffè " : il pensiero sensista è applicato a meglio vengono puniti dalla legge , comincerà ad odiare la comprendere i meccanismi tramite i quali si svolge la legge stessa e a trasgredirla anch' egli , proprio comunicazione umana , e in particolare quella perchè si sentirà preso in giro dallo Stato che vara letteraria . Beccaria in ambito letterario si schiera in leggi e poi non le fa applicare . A sostegno della sua favore di una letteratura rinnovata nello stile , fedele battaglia contro la pena di morte , Beccaria porta un al bisogno di esprimere concetti concreti ( cose ) altro argomento : la pena , per definizione , ha due secondo procedimenti razionali . Anche Cesare funzioni : 1 ) correggere il criminale per riportarlo Beccaria , come Pietro Verri , concepiva la cultura in sulla retta via ; 2 ) garantire alla società la sicurezza , termini utilitaristici , ossia quale strumento di già a suo tempo propugnata da Hobbes . Ma la pena

di morte ( pur rendendo più sicura la società ) , avanzare la proposta di una nuova dimensione evidentemente , non può certo correggere il criminale giudiziaria , secondo la quale lo Stato non ha il diritto , in quanto lo fa fuori : la risoluzione del tutto sta , per di punire quei delitti per evitare i quali non ha fatto riagganciarci a quanto detto , nello Stato forte e nulla : la vera giustizia consiste nell' impedire i delitti autoritario che impone pene miti , ma garantisce la e non nell' infliggere la morte . In tal modo viene posto loro applicazione ; allo stesso anche l' ergastolo non il problema della responsabilità sociale dei delitti corregge il criminale ed è , a mio avviso , ancor commessi , introducendo una concezione del tutto peggio della pena di morte , la quale si pone come nuova della giustizia e dei doveri dello Stato , nonchè obiettivo il liberare la società di un delinquente ; l' dei rapporti tra società e singolo . Beccaria propone ergastolo , invece , si pone come obiettivo esplicito il inoltre delle punizioni che non siano vendette , ma correggere il criminale : ma a che serve tenerlo tutta risarcimenti , tanto del singolo verso la collettività la vita in carcere ? Che correzione può avere ? Va quanto di questa verso il criminale : le pene devono senz' altro notato come la pena di morte , che era pertanto , come dicevamo , essere socialmente utili e " sempre stata una sorta di spettacolo per il popolo che dolci " , volte al recupero e non alla repressione . Un si riuniva nelle piazze per assistere ai pubblici altro elemento decisivo dell' opera è la distinzione tra squartamenti , nel 1700 cominci a risultare odiosa al reato e peccato . Il reato risponde ad un sistema di popolo : è il sentimento decantato da Rousseau che leggi liberamente concordato tra gli uomini : entra in gioco . Tuttavia la critica di Beccaria mossa innegabile è l' influenza su Beccaria di Rousseau e al sistema giudiziario è intrecciata con quella mossa delle sua concezione della società come contratto ; alla Chiesa : se è vietato il suicidio , come può essere dunque il reato deve essere definito in un' ottica laica legittimata l' omicidio tramite la pena di morte ? e terrena , storica e immanente . In questo modo viene Questa inutile prodigalità di supplicii, che non ha mai rifiutata l' identificazione tradizionale tra diritto resi migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se divino e diritto naturale , di cui i sistemi legislativi la morte sia veramente utile e giusta in un governo sarebbero l' espressione diretta . Viene , anzi , bene organizzato. Qual può essere il diritto che si smascherato l' interesse di potere che si nasconde attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? dietro a una tale concezione . Questa laicizzazione Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le della giustizia è anche la più forte ragione del rifiuto leggi. Esse non sono che una somma di minime della pena di morte : era infatti proprio arrogandosi porzioni della privata libertà di ciascuno; esse il diritto di esprimere insieme la legge umana e la rappresentano la volontà generale, che è l'aggregato legge divina che gli Stati potevano condannare a delle particolari. Chi è mai colui che abbia voluto morte un presunto colpevole , quasi come se fosse Dio lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo? Come stesso a punirlo. Certo Beccaria ha piena coscienza mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi della difficoltà che ha il popolo di comprendere le può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita? leggi, tanto più che ciascun uomo ha il suo punto di E se ciò fu fatto, come si accorda un tal principio vista, ciascun uomo in differenti tempi ne ha un coll'altro, che l'uomo non è padrone di uccidersi, e diverso , ed è per questo che condanna l'oscurità delle doveva esserlo se ha potuto dare altrui questo diritto leggi, scritte in una lingua straniera al popolo , o alla società intera? . Così inizia la critica convinto che se tutti potessero intenderne il sistematica di Beccaria contro la pena di morte ; non significato il numero dei delitti e dei reati è in assoluto nella storia la prima volta che si muove diminuirebbe notevolmente. Le leggi devono essere una critica alla pena di morte , ma è la prima volta accessibili a tutti, tutti hanno il diritto di conoscerle e che contro di essa vengono mosse obiezioni radicali e , di conseguenza , di rispettarle; ma Beccaria sa bene sistematiche . Questa critica alla pena di morte che ai suoi tempi le cose non vanno così e che in realtà indica una svolta nel senso comune , svolta che ebbe la maggior parte delle leggi non sono che privilegi, anche innegabili effetti pratici : per esempio nel 1786 cioè un tributo di tutti al comodo di alcuni pochi. Egli Pietro Leopoldo aboliva in Toscana la pena di morte . è altresì convinto che il fine delle pene non è di La prima argomentazione contro la pena di morte è tormentare ed affliggere un essere sensibile, nè di che essa non è legittima. La tesi a sua volota si divide disfare un delitto già commesso, bensì il fine dunque in due punti: in primo luogo, essa offende il diritto che non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai nasce dal contratto sociale , stipulato per garantire la suoi cittadini. E Beccaria non esita a tuonare contro sicurezza degli individui contraenti, non per le accuse segrete che portano gli uomini a deprivarli della vita. In secondo luogo, la pena di mascherare i propri sentimenti e ad errare smarriti e morte è contraria al diritto naturale secondo il quale fluttuanti nel vasto mare delle opinioni: bisogna dare l'uomo non ha la facoltà di uccidere se stesso e non al calunniatore la pena che toccherebbe all'accusato! può quindi conferirla ad altri. Dopo aver dimostrato Con le accuse segrete, infatti, basta avere in antipatia che la pena di morte non è legittima, ossia che non è una persona, magari la più onesta che ci sia, per farla un diritto, Beccaria passa alla seconda andare in carcere con false accuse infondate. Assurdo argomentazione, per cui essa non è necessaria: anche per Beccaria è anche il giuramento, proprio perchè questa si articola su due livelli: in primis, si dimostra non ha mai fatto dire la verità ad alcun reo e poi mette che la pena di morte non è necessaria laddove l'uomo nella terribile contradizione, o di mancare a regnino ordine politico e sicurezza civile; in secondo Dio, o di concorrere alla propria rovina. Il luogo si dimostra che essa non esercita una giuramento è inutile, perchè non avvengano delitti sufficiente funzione di deterrenza relativamente a bas ta so lo che i l de l inquente co l leghi furti e a delitti. La dimostrazione di questa tesi è automaticamente l'idea di delitto a quella di pena : empirica: le impressioni più profonde non sono compiuto il delitto egli otterrà inevitabilmente una quelle intense ma brevi (la pena di morte) , bensì pena; ed è proprio per questo che occorre la quelle più deboli ma di lunga durata (il carcere). prontezza della medesima, perchè il lungo ritardo Beccaria critica anche la religione accusandola di non produce altro effetto che di sempre più agevolare il delinquente nelle sue ree intenzioni, disgiungere queste due idee: il criminale, compiendo confortandolo con l'idea che un facile quanto tardivo un delitto e non vedendosi punito, finirà per non pentimento gli assicuri comunque la salvezza eterna. associare più il delitto alla pena. Fatto sta che la pena Ma se la pena di morte non è un diritto e non è un deve sempre e comunque essere dolce, ma in ogni deterrente, essa è anche inutile: lo Stato, infliggendo caso va applicata proprio perchè la certezza di un la pena di morte, dà un cattivo esempio perchè infatti castigo, benchèmoderato, farà sempre una maggiore da un lato condanna l'omicidio e dall'altro lo impressione che non il timore di un altro più terribile, commette, ora in pace ora in guerra. Ma Dei delitti e unito colla speranza dell'impunità. delle pene non si limita a criticare lo stato di cose presente , benchè questo aspetto risulti decisivo in prospettiva storica ; in effetti Beccaria non manca di

C e s a r e B e c c a r i a :“ Dei Delitti e delle Pene “

Cesare Beccaria

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